Meccanismi di censura nel cinema. L'Italia degli anni Sessanta
La ricerca confluita nelle pagine di questa tesi prende avvio dall'idea che il cinema italiano sia legato parallelamente alla storia della censura e all'evoluzione delle sue leggi. In particolare si prende in esame il decennio degli anni Sessanta, come periodo denso di avvenimenti cruciali nel nostro paese, da un punto di vista politico, economico e culturale. L'analisi parte dalla ricostruzione del percorso storico compiuto dalla produzione cinematografica italiana, in relazione agli aspetti di trasformazione generale della società, che inevitabilmente condizionano le scelte di registi e di alcune case di produzione. La tesi mira, pertanto, a chiarire il funzionamento della revisione cinematografica come strumento di potere, con un'influente possibilità d'intervento sul cinema. Infine, tale argomentazione viene dimostrata attraverso l'analisi di due casi studio, quello dei film "Rocco e i suoi fratelli" di Luchino Visconti e "8½" di Federico Fellini.
La ricerca confluita nelle pagine di questa tesi prende avvio dall'idea che
il cinema italiano sia legato parallelamente alla storia della censura e
all'evoluzione delle sue leggi. In particolare si prende in esame il decennio
degli anni Sessanta, come periodo denso di avvenimenti cruciali nel
nostro paese, da un punto di vista politico, economico e culturale.
L'analisi parte dalla ricostruzione del percorso storico compiuto dalla
produzione cinematografica italiana, in relazione agli aspetti di trasformazione generale della società, che inevitabilmente condizionano le scelte di registi e di alcune case di produzione.
La tesi mira, pertanto, a chiarire il funzionamento della revisione cinematografica come strumento di potere, con un'influente possibilità d'intervento sul cinema. Infine, tale argomentazione viene dimostrata attraverso l'analisi di due casi studio, quello dei film "Rocco e i suoi fratelli" di Luchino Visconti e "8½" di Federico Fellini.
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PARTE PRIMA
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testo di Franco Fortini), che incontra notevoli difficoltà censorie e ostacoli
amministrativi, fino a quando la Democrazia Cristiana non decide
di proporre una sua versione dal titolo Benito Mussolini (1961), cui Roberto
Rossellini concede l’onore e l’avallo del proprio nome quale regista supervisore.
28
1.4 Morale, sesso e tabù
Nella seconda metà del ‘900, i cambiamenti culturali derivati da nuove
idee e valori trasformano l’Europa globalmente. Gli anni Sessanta rappresentano
un periodo di profondi mutamenti, partendo dall’Europa del
nord e sviluppandosi poi verso il sud, che prendono il nome di seconda
transizione demografica (STO). Le trasformazioni demografiche in senso
stretto, sono anche il sintomo di una diffusione di scelte coniugali e riproduttive
nuove o alternative. Il contesto europeo diviene protagonista di
una vera e propria rivoluzione sessuale, nella quale la società si allontana
da schemi, usi e costumi tradizionali, in favore di una maggiore individualizzazione
del percorso della propria vita. Incominciano a diffondersi
nuovi modelli di iniziazione sessuale, con differenti implicazioni per i
due sessi: per le donne, il rapporto sessuale si slega dal necessario vincolo
matrimoniale, mentre per gli uomini, che godono di maggior libertà, significa
non sperimentare la propria sessualità con donne più anziane o
con prostitute, ma con coetanee.
Anche in Italia, gli anni del boom introducono profondi cambiamenti
strutturali sintetizzabili anche in nuovi sistemi associativi e produttivi,
dallo scadere dell’autorità parentale alla ristrutturazione della famiglia,
che favoriscono mutamenti culturali a partire da nuove forme di consumo,
nuove consuetudini come le vacanze, l’uso del tempo libero, fino
ad un maggior permissivismo. Una ricerca svolta tra i giovani nel 1960
individua già diversi fattori di cambiamento e di trasformazione in atto
riguardo alla morale sessuale e familiare.
Di conseguenza anche l’educazione sentimentale cambia. Mentre fino
28. Lino Miccichè, Patrie visioni, Marsilio, Venezia, 2010, p. 182