14.01.2020 Views

Fondamentale Gennaio 2020

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Numero 1 - gennaio <strong>2020</strong><br />

DISEGUAGLIANZE<br />

Soldi, educazione e<br />

accesso all’informazione<br />

possono determinare<br />

anche lo stato di salute<br />

Numero 1 - gennaio <strong>2020</strong> - Anno XLVIII - AIRC Editore - Poste Italiane spa Sped. in Abb. Postale D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 LO/MI - ISSN 2035-4479<br />

Trent’anni di Arance della Salute nelle piazze<br />

COME LA NUTRIZIONE DIVENTA SCIENZA


SOMMARIO<br />

FONDAMENTALE gennaio <strong>2020</strong><br />

In questo numero:<br />

04<br />

STILI DI VITA<br />

Trent’anni di Arance, trent’anni di ricerca<br />

07<br />

AGENDA 2030<br />

I 17 goal per la sostenibilità nella partita<br />

contro il cancro<br />

NOTIZIE FLASH<br />

10 Dal mondo<br />

12<br />

DISEGUAGLIANZE<br />

Obiettivo: ridurre le diseguaglianze<br />

15<br />

ONCOLOGIA MEDICA<br />

Maggiore impegno contro i tumori più ostici<br />

18<br />

BORSE DI STUDIO<br />

I giovani non stanno fermi a guardare<br />

20<br />

TESTIMONIANZA<br />

Una speranza concreta per il futuro<br />

21<br />

FARMACI INNOVATIVI<br />

Norme e tutele per le prescrizioni sperimentali<br />

24<br />

IFOM<br />

Nutrizione, metabolismo e cancro.<br />

Legame antico, soluzioni nuove<br />

26<br />

FARE CHIAREZZA<br />

Supplementi e pillole non sostituiscono il cibo<br />

28<br />

RUBRICHE<br />

I traguardi dei nostri ricercatori<br />

29<br />

I GIORNI DELLA RICERCA<br />

La forza della ricerca è nell’impegno in comune<br />

Un palermitano amante delle contaminazioni culturali<br />

I Giorni della Ricerca entrano nelle scuole<br />

RAI con AIRC per raccontare la ricerca sul cancro<br />

36<br />

RACCOLTA FONDI<br />

Partner<br />

Le Arance della Salute<br />

38<br />

IL MICROSCOPIO<br />

Riflessioni sul 2019 e proiezioni per il <strong>2020</strong><br />

04<br />

07<br />

15<br />

I tumori più aggressivi<br />

richiedono più ricerca<br />

scientifica<br />

21<br />

Nei 30 anni di<br />

esistenza delle<br />

Arance della<br />

Salute, la ricerca<br />

ha studiato<br />

come prevenire<br />

il cancro con<br />

l’alimentazione<br />

Gli obiettivi<br />

di sviluppo<br />

sostenibile<br />

promossi<br />

dall’ONU avranno<br />

un impatto<br />

importante anche<br />

sui tumori<br />

In alcuni casi i pazienti<br />

possono accedere a<br />

farmaci sperimentali<br />

FONDAMENTALE<br />

Anno XLVIII - Numero 1<br />

<strong>Gennaio</strong> <strong>2020</strong> - AIRC Editore<br />

DIREZIONE E REDAZIONE<br />

Fondazione AIRC<br />

Viale Isonzo, 25 - 20135 Milano<br />

tel. 02 7797.1 - airc.it - redazione@airc.it<br />

Codice fiscale 80051890152<br />

Autorizzazione del Tribunale di Milano n° 128<br />

del 22 marzo 1973.<br />

Stampa Rotolito S.p.A.<br />

DIRETTORE RESPONSABILE<br />

Niccolò Contucci<br />

CONSULENZA EDITORIALE<br />

Daniela Ovadia (Agenzia Zoe)<br />

COORDINAMENTO EDITORIALE<br />

Anna Franzetti<br />

REDAZIONE<br />

Anna Franzetti, Simone Del Vecchio<br />

PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE<br />

Umberto Galli<br />

TESTI<br />

Alessia Di Chiara, Cristina Ferrario, Carlotta Jarach, Daniela<br />

Ovadia, Elena Riboldi, Fabio Turone<br />

FOTOGRAFIE E ILLUSTRAZIONI<br />

Lorenzo Burlando, Maurizio D’Avanzo, Alberto Gottardo, Francesco Poroli<br />

<strong>Fondamentale</strong> è stampato su carta<br />

Grapho Crystal certificata e proveniente<br />

da foreste gestite in maniera corretta<br />

e responsabile secondo rigorosi standard<br />

ambientali, sociali ed economici.


EDITORIALE<br />

TANTI MODI PER<br />

AIUTARE LA RICERCA.<br />

• con conto corrente<br />

postale n. 307272;<br />

• con carta di credito,<br />

telefonando al numero<br />

verde 800 350 350,<br />

in funzione tutti i giorni 24<br />

ore su 24 o collegandosi<br />

al sito airc.it;<br />

• con un piccolo lascito<br />

nel suo testamento;<br />

per informazioni,<br />

airc.it/lasciti<br />

oppure tel. 02 794 707;<br />

• in banca:<br />

UBI Banca S.p.A.<br />

IBAN: IT49 C03111 01665<br />

0000 0000 9390<br />

Banco BPM<br />

IBAN: IT18 N050 3401 633<br />

00000000 5226<br />

Intesa Sanpaolo<br />

IBAN IT14 H030 6909 4001<br />

00000103 528;<br />

Banca Monte dei Paschi<br />

di Siena<br />

IBAN IT87 E 01030 01656<br />

00000 1030151;<br />

Unicredit PB S.p.A.<br />

IBAN IT96 P020 0809 4230<br />

0000 4349176;<br />

• con un ordine di addebito<br />

automatico in banca o su<br />

carta di credito<br />

(informazioni al numero<br />

verde 800 350 350)<br />

SEI UN’AZIENDA?<br />

Scopri come<br />

possiamo collaborare.<br />

Scrivi a partnership@airc.it<br />

ATTENTI ALLE TRUFFE<br />

AIRC non effettua la raccolta<br />

fondi “porta a porta”,<br />

con incaricati che vanno<br />

di casa in casa.<br />

Nel caso dovesse succedere,<br />

stanno tentando di truffarvi.<br />

Denunciate subito la truffa<br />

chiamando il numero unico<br />

per le emergenze 112.<br />

Pier Giuseppe Torrani<br />

Presidente AIRC<br />

Il linguaggio parte integrante<br />

della ricerca oncologica<br />

Il linguaggio contribuisce a fare esplodere l’intelligenza. Senza di esso non saremmo<br />

stati capaci di trasferire conoscenza e generare quell’intelligenza collettiva che è la<br />

cultura, attraverso cui si tramanda il sapere, né avremmo potuto saldare i legami<br />

necessari a mantenere saldo il gruppo sociale.<br />

Con queste parole Giulio Maina nel suo libro Il cervello è più grande del cielo ci invita a<br />

riflettere sull’importanza del linguaggio.<br />

È un messaggio pregnante per AIRC, che ha tra i suoi compiti quello di contribuire a<br />

formare una cultura scientifica nel nostro Paese. La lotta contro il cancro si combatte<br />

infatti anche con un’adeguata e articolata informazione sulla complessità del nostro sistema<br />

biologico. In un’epoca di fake news, semplificazioni e battute liquidatorie, obiettivo<br />

di AIRC è di raccontare la complessità della scienza e la bellezza degli sforzi che migliaia<br />

di scienziati stanno facendo per discutere i risultati del lavoro di ricerca.<br />

Dobbiamo, quindi, ricercare i modi in cui raccontare la complessità, rendendola comprensibile<br />

a tutti. Il linguaggio è una continua ricerca e ci impone di aggiornare le nostre<br />

espressioni per capire e rendere comprensibile ciò che appare di prima impressione difficile<br />

da capire. Perché la scienza sia davvero patrimonio di tutti, i suoi risultati devono<br />

poter essere compresi da chiunque.<br />

Nel nostro piccolo cerchiamo con l’aiuto di molti di rendere comprensibile ciò che può<br />

apparire di difficile comprensione.<br />

La scienza del linguaggio diventa così parte integrante della ricerca oncologica.<br />

<strong>Fondamentale</strong> per la prevenzione<br />

A gennaio tornano nelle piazze italiane Le Arance della Salute: per l’occasione<br />

<strong>Fondamentale</strong> dedica alcuni articoli al tema dei corretti stili di vita<br />

GENNAIO <strong>2020</strong> | FONDAMENTALE | 3


STILI DI VITA<br />

Arance della Salute<br />

Trent’anni<br />

di Arance,<br />

trent’anni<br />

di ricerca<br />

Le conoscenze su ciò che è meglio fare<br />

per mantenersi in salute (specialmente<br />

sul piano dell’alimentazione) sono state<br />

acquisite di recente e, nelle trenta<br />

edizioni dell’iniziativa di piazza per la<br />

distribuzione delle Arance della Salute,<br />

AIRC ha contribuito a diffonderle<br />

a cura della REDAZIONE<br />

Se AIRC ha scelto<br />

proprio le arance<br />

come frutto simbolo<br />

di una sana alimentazione,<br />

un po’<br />

lo si deve anche a James Lind,<br />

medico della marina britannica<br />

vissuto agli inizi del XVIII<br />

secolo. Fu lui, infatti, a scoprire<br />

che lo scorbuto – una malattia<br />

che colpiva i marinai che compivano<br />

lunghe traversate senza<br />

mai toccare terra – dipendeva<br />

da una carenza alimentare:<br />

la mancanza di frutta e verdura<br />

fresca, che Lind risolse caricando<br />

sulle navi grandi quantità di<br />

agrumi, in grado di conservarsi<br />

a lungo. Oggi sappiamo che<br />

nell’alimentazione dei marinai<br />

veniva a mancare la vitamina<br />

C, di cui sono ricchi proprio limoni<br />

e arance.<br />

Quella di Lind è considerata<br />

la prima ricerca medica<br />

moderna e la prima ricerca<br />

scientifica in tema di nutrizione,<br />

anche se già nell’antichità<br />

i medici attribuivano grande<br />

valore al cibo e alle sue proprietà<br />

protettive o, viceversa,<br />

ai suoi potenziali pericoli.<br />

IL NESSO COI TUMORI<br />

Il nesso tra alimentazione e<br />

sviluppo di una certa malattia<br />

viene studiato dall’epidemiologia.<br />

È questa la scienza che<br />

raccoglie una gran mole di dati<br />

sugli stili di vita delle persone<br />

e li analizza cercando di<br />

trovare un elemento comune<br />

a tutti coloro che si ammalano<br />

di una specifica malattia. Può<br />

sembrare semplice ma non lo<br />

è affatto, anche perché l’associazione<br />

di due fattori non significa<br />

necessariamente che<br />

vi sia tra loro una relazione di<br />

causa ed effetto.<br />

Non è quindi sufficiente<br />

sapere che chi si ammala sia<br />

stato un grande consumatore<br />

di un determinato alimento:<br />

è necessario anche formulare<br />

Le date che hanno<br />

cambiato il modo<br />

di stare a tavola<br />

1960<br />

La ricerca sulle specifiche<br />

cause di cancro legate<br />

all’alimentazione inizia a produrre<br />

significativi risultati. Sono identificati<br />

alcuni cancerogeni chimici, in seguito<br />

vietati ed eliminati.<br />

1967<br />

Uno studio dimostra che gli<br />

immigrati giapponesi negli<br />

USA si ammalano, dopo qualche anno,<br />

di tumori simili a quelli degli americani.<br />

A conferma del ruolo degli stili di vita<br />

nello sviluppo<br />

dei<br />

tumori.<br />

1969<br />

L’oncologo Burkitt ipotizza<br />

che la mancanza di fibre<br />

nella dieta occidentale possa contribuire<br />

allo sviluppo del cancro del colon.<br />

1973<br />

Lo IARC di Lione diffonde i<br />

dati di incidenza del cancro<br />

divisi per Paesi. Numeri e tipi variano<br />

moltissimo: un’indicazione che le cause<br />

possano essere legate ad ambiente e stili<br />

di vita, oltre che a caratteristiche<br />

genetiche<br />

tipiche di<br />

ciascuna popolazione.<br />

1975<br />

Vengono pubblicati alcuni<br />

studi sulla relazione tra<br />

conservazione dei cibi sotto sale,<br />

bassi livelli di vitamina C e cancro dello<br />

stomaco.<br />

1981<br />

Due epidemiologi<br />

britannici,<br />

Richard Doll e<br />

Richard Peto,<br />

stimano che il 30-<br />

35 % dei tumori<br />

possa essere prevenuto con una dieta<br />

caratterizzata da meno grassi e carne e<br />

più frutta e verdura.<br />

1982<br />

La National Academy of<br />

Sciences pubblica negli USA<br />

il primo grande rapporto su cibo e cancro,<br />

che comprende anche le prime linee<br />

guida per una corretta alimentazione.<br />

1990<br />

Vengono pubblicati molti<br />

studi che confermano la<br />

relazione tra alcuni cibi e il cancro ed<br />

evidenziano inoltre altre associazioni fra<br />

stili di vita e tumori. Risultano correlati<br />

il consumo di alcolici e i tumori del<br />

colon e del seno.


un’ipotesi sui meccanismi che<br />

possano eventualmente collegare<br />

il consumo di quel cibo<br />

alla malattia. Per questo la ricerca<br />

moderna sta puntando<br />

sull’epidemiologia molecolare,<br />

che cerca di individuare le<br />

relazioni biologiche tra una<br />

determinata abitudine di vita<br />

e l’aumentato rischio di sviluppare<br />

una certa malattia.<br />

Un altro sistema per verificare<br />

l’esistenza di una reale<br />

relazione di causa ed effetto è<br />

la sperimentazione in laboratorio<br />

(per esempio su tessuti<br />

trattati con grandi concentrazioni<br />

di un principio attivo<br />

contenuto in un alimento) o<br />

su modelli animali. Se l’esposizione<br />

a una certa sostanza in<br />

laboratorio induce la formazione<br />

di tumori (o la trasformazione<br />

della cellula), è possibile,<br />

talora anche probabile,<br />

che la stessa situazione si verifichi<br />

anche all’interno dell’organismo<br />

umano.<br />

Quanto incide davvero<br />

l’alimentazione sul rischio<br />

di cancro? Il tema è dibattuto<br />

e non è semplice dare una<br />

risposta univoca. Secondo il<br />

World Cancer Research Fund,<br />

la maggiore istituzione internazionale<br />

dedicata all’analisi<br />

di quanto sappiamo in materia<br />

di alimentazione e cancro,<br />

le cattive abitudini alimentari<br />

sarebbero responsabili di<br />

circa il 30 per cento dei casi<br />

di tumore, una percentuale<br />

che sale se, oltre a non seguire<br />

una dieta equilibrata, si è<br />

anche sedentari.<br />

do dati importanti sul ruolo<br />

dell’obesità nello sviluppo di<br />

malattie cardiovascolari e tumori.<br />

Il Nurses’ Health Study,<br />

che analizza gli stili di vita<br />

delle infermiere americane<br />

fin dal 1976, ha permesso di<br />

scoprire il ruolo dell’alimentazione<br />

nello sviluppo dei tumori<br />

femminili.<br />

Infine lo studio EPIC, a cui<br />

ha contribuito in passato anche<br />

AIRC, ha permesso di scoprire<br />

quali abitudini alimentari<br />

degli europei aiutino a prevenire<br />

i tumori<br />

e quali, invece,<br />

ne rendano più<br />

probabile l’insorgenza.<br />

Lo<br />

studio è partito<br />

nel 1992 ed è<br />

ancora in corso; nei prossimi<br />

anni potrà dare informazioni<br />

importanti, perché i ricercatori<br />

hanno a disposizione campioni<br />

biologici (sangue, tessuti)<br />

di molti dei partecipanti e<br />

Gli studi per<br />

individuare<br />

una dieta<br />

salutare<br />

In questo articolo:<br />

nutrizione<br />

stili di vita<br />

epidemiologia<br />

DAL CIBO ALLA DIETA<br />

Dagli inizi del XX secolo a<br />

oggi sono stati condotti molti<br />

studi epidemiologici importanti.<br />

Lo studio Framingham<br />

ha analizzato gli stili di vita<br />

degli abitanti della omonima<br />

cittadina del Massachusetts<br />

per ben 72 anni (l’osservazione<br />

è iniziata nel 1948) fornencontano<br />

di verificare quali caratteristiche<br />

molecolari sono<br />

cambiate nel corso del tempo<br />

in relazione agli stili di vita e<br />

di mettere queste variazioni<br />

in relazione con lo sviluppo di<br />

eventuali malattie.<br />

Più recentemente, un panel<br />

di studiosi si è riunito<br />

sotto la sigla EAT Lancet per<br />

tentare di mettere ordine nella<br />

gran mole di studi pubblicati<br />

su cibo e salute, le cui<br />

conclusioni sono talvolta in<br />

contrasto tra loro. L’obiettivo<br />

era ambizioso:<br />

identificare le<br />

caratteristiche<br />

universali di<br />

una dieta salutare,<br />

ovvero<br />

l’equilibrio tra<br />

i diversi cibi applicabile a tutti<br />

i diversi stili alimentari e a<br />

tutte le culture.<br />

Le critiche al progetto EAT<br />

Lancet non mancano (secondo<br />

alcuni le raccomandazioni non<br />

1994<br />

L’epidemiologa italiana Silvia<br />

Franceschi osserva che per la<br />

prevenzione del cancro una dieta varia<br />

è migliore di una dieta anche sana ma<br />

molto restrittiva.<br />

2014<br />

Da EPIC arrivano altre<br />

informazioni che dimostrano<br />

come l’obesità costituisca un fattore<br />

di rischio per molti tipi di tumori, in<br />

particolare se aumenta la circonferenza<br />

addominale.<br />

1996<br />

Gli epidemiologi Steinmetz<br />

e Potter dimostrano che<br />

le diete ricche di vegetali e frutta<br />

(comprendenti quindi fibre, sostanze<br />

antiossidanti e altri micronutrienti)<br />

riducono il rischio di ammalarsi.<br />

2004<br />

Si chiude la raccolta dei<br />

dati di EPIC, lo studio<br />

epidemiologico sulle abitudini di<br />

vita degli europei, cofinanziato da<br />

AIRC. I risultati indicano che la dieta<br />

mediterranea è il modello alimentare<br />

più efficace nella prevenzione del<br />

cancro.<br />

2012-13<br />

I dati EPIC<br />

evidenziano che il<br />

consumo di flavonoidi (antiossidanti<br />

contenuti in molti cibi di origine<br />

vegetale) riduce il rischio di cancro<br />

gastrico. Si conferma inoltre il rischio<br />

associato al consumo di carni lavorate.<br />

GENNAIO <strong>2020</strong> | FONDAMENTALE | 5


STILI DI VITA<br />

Arance della Salute<br />

TESTIMONIAL<br />

IN PIAZZA<br />

CON LA PROPRIA STORIA<br />

Jury Floreani vive a Bollate, in provincia di Milano. Nel<br />

2010 gli viene diagnosticato un tumore al testicolo. Ha<br />

solo 32 anni, un’intera vita davanti e il progetto di costruire<br />

una famiglia: tutto rischia di essere compromesso.<br />

Viene operato all’Ospedale Sacco di Milano e segue la<br />

fase successiva di cure e di follow-up all’Ospedale Humanitas<br />

di Rozzano.<br />

Prima dell’intervento decide di procedere con la conservazione<br />

del seme. “Sognavo una famiglia e dei figli” dice.<br />

È la scelta giusta: “A dicembre 2015, a quattro anni dalla<br />

chemioterapia, sono diventato padre. Mia figlia Sveva è il<br />

regalo più inaspettato che la vita mi abbia fatto”. Due anni<br />

dopo arriva anche la più piccola, Nora.<br />

Quando ha terminato le cure ed è stato dichiarato guarito,<br />

Jury ha deciso di dare il suo contributo per sostenere<br />

la ricerca sulla malattia che lo aveva colpito. “Non essendo<br />

un ricercatore, non avendo competenze tecniche, non<br />

avendo neanche grosse disponibilità economiche, l’unico<br />

modo era dedicarmi al volontariato” spiega. “Quindi ho<br />

chiamato AIRC perché è un’organizzazione che si occupa di<br />

finanziare la ricerca sul cancro ed è trasparente nel rendicontare<br />

l’utilizzo delle risorse. Inoltre, in questi anni, ho<br />

avuto modo di conoscere diversi ricercatori, quindi so dove<br />

vanno a finire i fondi che aiuto a raccogliere.”<br />

Da allora Jury, con<br />

un gruppo di una quindicina<br />

di volontari che<br />

ha contribuito a riunire,<br />

partecipa ogni anno<br />

alle iniziative di piazza:<br />

i cioccolatini, le arance<br />

e le azalee. “Cerco poi<br />

di sensibilizzare le<br />

persone sul tema della<br />

ricerca contro il cancro,<br />

perché aiutino, anche<br />

con piccole donazioni.<br />

Da qualche anno ho<br />

accettato inoltre di testimoniare<br />

raccontando<br />

la mia esperienza di<br />

malattia, perché altri<br />

possano trarre informazioni<br />

ma anche forza<br />

da una vicenda che è<br />

finita bene.”<br />

sarebbero abbastanza stringenti<br />

per essere davvero protettive),<br />

ma si tratta comunque di<br />

un tentativo interessante che<br />

considera anche la sostenibilità<br />

ambientale della produzione<br />

del cibo, perché una dieta<br />

sana deve esserlo sia per l’individuo<br />

sia per l’ambiente.<br />

Tutti gli studi, però, convergono<br />

su un punto: nessun<br />

alimento, da solo, è in grado<br />

di prevenire i tumori (o qualsiasi<br />

altra malattia). L’effetto<br />

preventivo dell’alimentazione<br />

è una questione di dieta,<br />

più che di singoli cibi. La dieta<br />

mediterranea è quella che<br />

appare più facile da seguire e<br />

a favore della quale esiste la<br />

maggior quantità di studi disponibili.<br />

Le regole sono semplici:<br />

consumare molti alimenti<br />

di origine vegetale, un<br />

po’ di frutta, carboidrati provenienti<br />

soprattutto da cereali<br />

integrali, proteine prevalentemente<br />

vegetali (come i legumi)<br />

riducendo quelle di origine<br />

animale, un po’ di pesce e<br />

olio d’oliva come fonte privilegiata<br />

di grassi.<br />

Se vuoi partecipare<br />

alle manifestazioni<br />

nazionali o agli<br />

eventi dei Comitati<br />

regionali di AIRC,<br />

candidati compilando<br />

il modulo su<br />

www.generazioneairc.it<br />

oppure chiama<br />

il numero 02 779 77 77.<br />

6 | FONDAMENTALE | GENNAIO <strong>2020</strong>


AGENDA 2030<br />

Focus sul cancro<br />

I 17 goal per<br />

la sostenibilità nella<br />

partita contro il cancro<br />

La sfida contro il tumore si vince occupandosi<br />

della malattia dal punto di vista clinico, ma anche<br />

puntando a obiettivi più ampi che abbracciano<br />

diversi aspetti dello sviluppo sostenibile, secondo<br />

la definizione delle Nazioni unite<br />

In questo articolo:<br />

Nazioni unite<br />

Agenda 2030<br />

diritto alla salute<br />

a cura di CRISTINA FERRARIO<br />

L’<br />

Agenda 2030 per lo sviluppo<br />

sostenibile è un documento<br />

firmato dagli Stati<br />

membri dell’Organizzazione<br />

delle nazioni unite<br />

(ONU) che fissa 17 obiettivi, in inglese<br />

“goal”, da raggiungere entro il 2030.<br />

Tutti sono direttamente o indirettamente<br />

legati alla salute, e tutti possono<br />

contribuire non solo a vincere la<br />

partita per la sostenibilità, ma anche<br />

quella contro il cancro.<br />

“Con la sottoscrizione dell’Agenda<br />

2030, gli oltre 190 Stati membri dell’O-<br />

NU hanno dato il via nel 2015 a un<br />

imponente programma d’azione per<br />

la salute delle persone e del pianeta”<br />

spiega Dario Trapani, oncologo medico<br />

all’Istituto europeo di oncologia e<br />

dell’Università Statale di Milano e da<br />

due anni consulente dell’Organizzazione<br />

mondiale della sanità (OMS) nel<br />

gruppo Cancer Management.<br />

Anche la lotta contro il cancro è –<br />

almeno in parte – una questione di sostenibilità,<br />

e con la sostenibilità si intreccia<br />

in modo stretto, come spiegano<br />

gli esperti della Union for International<br />

Cancer Control (UICC): “Sappiamo<br />

che una popolazione sana si basa<br />

sullo sviluppo sostenibile, ma sappiamo<br />

anche che a sua volta lo sviluppo<br />

sostenibile si basa su una popolazione<br />

sana” dicono.<br />

Obiettivo salute<br />

Il terzo dei 17 obiettivi delle Nazioni<br />

unite va dritto al punto e accende i<br />

riflettori su salute e benessere. Al suo<br />

interno è possibile identificare alcuni<br />

traguardi che riguardano più nello<br />

specifico il cancro, per esempio la<br />

riduzione di un terzo delle morti<br />

legate a malattie non trasmissibili<br />

(ovvero quelle non causate<br />

da agenti infettivi), delle quali<br />

fanno parte anche i tumori<br />

assieme a diabete e patologie<br />

cardiovascolari. Un altro traguardo<br />

da raggiungere secondo<br />

l’ONU è la copertura sanita-<br />

GENNAIO <strong>2020</strong> | FONDAMENTALE | 7


AGENDA 2030<br />

Focus sul cancro<br />

“<br />

IL<br />

RUOLO DELL’AMBIENTE<br />

”<br />

ha un ruolo di<br />

primo piano nel determinare<br />

la salute delle persone e L’ambiente<br />

dell’intero pianeta. Lo sanno bene<br />

gli esperti delle Nazioni unite, che<br />

nella loro Agenda hanno inserito<br />

anche quattro obiettivi dedicati<br />

più direttamente a questi temi<br />

(6: “acqua pulita”; 13: “azioni per<br />

frenare il cambiamento climatico”;<br />

14: “protezione della vita sott’acqua”;<br />

15: “protezione della vita<br />

sulla terra”). Le sostanze inquinanti<br />

riversate nell’ambiente non<br />

solo mettono in pericolo l’equilibrio<br />

degli ecosistemi e a rischio<br />

di estinzione piante e animali, ma<br />

hanno anche effetti molto profondi<br />

sull’organismo umano e possono<br />

favorire lo sviluppo di tumori. La<br />

IARC è l’agenzia che si occupa di<br />

fare ricerca su queste sostanze e<br />

ha pubblicato numerose monografie<br />

sui loro effetti negativi.<br />

ria universale, per permettere a tutti,<br />

senza distinzione, di ottenere i livelli<br />

essenziali di cure, incluse quelle per il<br />

cancro.<br />

“Stabilire quali siano questi livelli<br />

minimi non è certo semplice, soprattutto<br />

se si allarga lo sguardo al di fuori<br />

dell’Italia e del mondo occidentale” afferma<br />

Trapani, ricordando come spesso<br />

la soluzione a tante problematiche<br />

legate alla sanità sia una questione di<br />

giuste priorità. In genere, quando si<br />

pensa a come investire i fondi per<br />

combattere il cancro, si guarda<br />

alle terapie più innovative,<br />

ma in determinati contesti<br />

sarebbe più utile puntare<br />

a migliorare l’adesione<br />

agli screening e alle vaccinazioni,<br />

o l’accesso ai farmaci oncologici<br />

essenziali. “È un approccio<br />

molto dinamico che<br />

si inserisce concettualmente<br />

nello stesso filone<br />

della medicina di precisione. Non esiste<br />

una strategia unica per tutti i Paesi,<br />

bisogna considerare quanto incida<br />

il cancro in ogni specifico contesto<br />

e quali sono le possibilità del sistema<br />

sanitario di ogni specifico Stato” precisa<br />

Trapani.<br />

I costi della sfida<br />

“Con le nuove terapie oncologiche,<br />

quali le CAR-T, è stato stabilito un<br />

nuovo tetto di costo di terapia pari a<br />

un milione di dollari per trattamento.<br />

Con la chemioterapia questo tetto era<br />

di 1.000 dollari” dice Trapani. È chiaro<br />

quindi che per vincere la partita con-<br />

tro il cancro è importante raggiungere<br />

anche alcuni obiettivi di tipo economico,<br />

come il numero 1, che si propone<br />

di “eliminare la povertà”, o il numero<br />

8, incentrato su “lavoro dignitoso<br />

e crescita economica”. Non è un caso,<br />

infatti, che l’OMS definisca “spesa<br />

insostenibile legata alla salute” la condizione<br />

in cui una famiglia, per pagare<br />

le spese sanitarie, arrivi a dichiarare<br />

bancarotta. “In molti Paesi solo poche<br />

persone hanno una copertura sanitaria,<br />

spesso parziale, e un mese<br />

di terapie oncologiche<br />

può tradursi in una spesa<br />

molte volte superiore<br />

allo stipendio medio<br />

mensile di un’intera famiglia”<br />

ricorda Trapani.<br />

Nel 2018 l’Agenzia internazionale<br />

per la ricerca sul cancro<br />

(IARC) di Lione ha pubblicato<br />

un rapporto proprio<br />

sul tema della tossicità<br />

finanziaria, dal quale emerge chiaramente<br />

che i tumori causano una<br />

perdita di produttività e di forza lavoro<br />

stimabile in oltre 46 miliardi di dollari,<br />

con un prevedibile impatto economico<br />

sul Prodotto interno lordo<br />

(PIL) di un paese. “Si dovrebbero dedicare<br />

più risorse all’oncologia, ma spesso<br />

si pensa che questo tipo di investimento<br />

sia poco fruttuoso” afferma l’esperto.<br />

“In realtà è vero l’esatto contrario:<br />

per ogni dollaro investito nel controllo<br />

delle malattie non trasmissibili<br />

si stima un ritorno di 7 dollari, per<br />

l’incremento della produttività economica<br />

e sociale del Paese. Per il cancro<br />

il ritorno è un po’ inferiore poiché<br />

le strategie di prevenzione e cura sono<br />

più articolate, ma comunque c’è ed è<br />

pari a circa 3 dollari per ogni dollaro<br />

investito” precisa.<br />

Il pareggio<br />

Di fronte alla malattia, non siamo<br />

tutti uguali: in alcuni casi la possibilità<br />

di accedere alle cure dipende dalla<br />

fascia di popolazione a cui si appartiene<br />

e dal Paese in cui si vive. Ecco allora<br />

che entrano in gioco gli obiettivi<br />

5 (“parità di genere”) e 10 (“riduzione<br />

delle diseguaglianze”). “La probabilità<br />

che un bambino affetto da leucemia, in<br />

un Paese sviluppato, sia curato è di circa<br />

il 90 per cento, ma se la stessa malattia<br />

colpisce un bambino di un Paese in<br />

via di sviluppo, la sopravvivenza scende<br />

al 20 per cento” spiega l’oncologo.<br />

Accesso alle cure significa non solo<br />

avere a disposizione i trattamenti<br />

più innovativi ma anche essere abbastanza<br />

istruiti per potersi informare<br />

in modo corretto (obiettivo 4: “istruzione<br />

di qualità”) e avere a disposizione<br />

le strutture in cui curarsi e le infrastrutture<br />

per poterle raggiungere<br />

(obiettivo 9: “sviluppo di industria, innovazione<br />

e infrastrutture”).<br />

Arbitri severi<br />

ma giusti<br />

Come in ogni partita che si rispetti,<br />

anche in quella della sostenibilità<br />

serve qualcuno che vigili sul rispetto<br />

delle regole e che certifichi il risultato<br />

finale. Nel caso dei 17 obiettivi di sviluppo<br />

sostenibile, gli arbitri sono gli<br />

8 | FONDAMENTALE | GENNAIO <strong>2020</strong>


stessi esperti ONU, i<br />

quali pubblicano annualmente<br />

un rapporto<br />

che illustra i<br />

progressi ottenuti.<br />

“Sono stati compiuti<br />

molti progressi<br />

nel migliorare la salute di milioni di<br />

persone, nell’aumentare l’aspettativa<br />

di vita, nel ridurre la mortalità materna<br />

e infantile e nel combattere le malattie<br />

non trasmissibili” si legge sul sito delle<br />

Nazioni unite in merito ai progressi<br />

del 2019 relativi all’obiettivo 3. Tuttavia,<br />

come spiegano gli esperti, meno<br />

Sforzi comuni<br />

per la copertura<br />

sanitaria<br />

universale<br />

della metà della popolazione<br />

globale ha<br />

accesso ai servizi sanitari<br />

di base e servono<br />

sforzi comuni per<br />

raggiungere la copertura<br />

sanitaria universale.<br />

“C’è un solo modo per arrivare a<br />

questo traguardo: la collaborazione internazionale<br />

in un contesto di pace nel<br />

quale è possibile lavorare in modo proficuo”<br />

conclude Trapani, citando gli<br />

obiettivi 16 (“pace, giustizia e supporto<br />

alle istituzioni”) e 17 (“sviluppo delle<br />

collaborazioni internazionali”).<br />

“<br />

SOLUZIONI<br />

E RISOLUZIONI<br />

”<br />

2030 delle Nazioni unite<br />

per lo sviluppo sostenibile è una<br />

L’Agenda<br />

delle più ricche di appuntamenti<br />

e obiettivi, ma non è certo l’unica.<br />

A livello internazionale sono attivi<br />

diversi programmi che, seppur da<br />

punti di vista differenti, si occupano<br />

di affrontare l’emergenza cancro e di<br />

definire obiettivi concreti da raggiungere,<br />

come per esempio la Cancer<br />

Resolution adottata nel 2017 dagli<br />

Stati membri dell’OMS. Si possono<br />

inoltre citare il Global Action Plan<br />

(GAP) per la prevenzione e il controllo<br />

delle malattie non trasmissibili<br />

(2013-<strong>2020</strong>), con i suoi 9 obiettivi<br />

volontari che interessano da vicino<br />

anche la lotta contro il cancro, e le<br />

iniziative globali per l’eliminazione<br />

del tumore della cervice uterina e la<br />

riduzione delle disparità di prognosi<br />

per i tumori pediatrici.<br />

GENNAIO <strong>2020</strong> | FONDAMENTALE | 9


NOTIZIE FLASH<br />

Dal Mondo<br />

La dieta che<br />

non ama il colon<br />

Un tipo di alimentazione che favorisce l’infiammazione<br />

raddoppia il rischio di sviluppare un tumore<br />

del colon-retto: lo dimostra<br />

uno studio multicentrico i cui<br />

risultati sono stati pubblicati<br />

sulla rivista Nutrients.<br />

La dieta che<br />

induce e sostiene i<br />

fenomeni infiammatori<br />

nell’organismo<br />

è caratterizzata<br />

dal consumo<br />

di carboidrati raffinati<br />

e carne rossa<br />

e trasformata, e<br />

si contrappone alla<br />

dieta protettiva,<br />

in cui prevale invece il<br />

consumo di verdure, legumi,<br />

frutta e noci. L’obiettivo<br />

finale degli autori dello studio<br />

è individuare i comportamenti scorretti<br />

per educare le persone a seguire le raccomandazioni dietetiche<br />

e a cambiare le proprie abitudini.<br />

I numeri del<br />

cancro secondo<br />

il Cancer Atlas<br />

Nel 2018, nel mondo, sono stati diagnosticati<br />

oltre 18 milioni di casi di tumore, una cifra destinata<br />

ad aumentare di circa il 60 per cento entro<br />

il 2040 a causa dell’invecchiamento e dell’aumento<br />

della popolazione mondiale. Sono alcuni dei dati<br />

pubblicati nella terza edizione del Cancer Atlas<br />

– frutto della collaborazione tra l’American Cancer<br />

Society, l’Unione internazionale per il controllo<br />

del cancro e l’Agenzia internazionale per la ricerca<br />

sul cancro – riportati<br />

sul sito Epicentro<br />

dell’Istituto<br />

superiore<br />

di sanità<br />

(ISS).<br />

L’Atlante<br />

fornisce<br />

una panoramica<br />

sull’incidenza<br />

del<br />

cancro a livello<br />

globale attraverso<br />

grafici, statistiche<br />

e mappe sulla distribuzione<br />

geografica della<br />

malattia e dei<br />

fattori di rischio.<br />

Anticorpi per il melanoma avanzato<br />

Uno studio i cui risultati sono stati pubblicati sul<br />

New England Journal of Medicine ha dimostrato che la<br />

metà dei pazienti trattati con una combinazione di<br />

due anticorpi monoclonali, ipilimumab e nivolumab,<br />

è vivo a cinque anni dalla diagnosi<br />

di melanoma avanzato; nemmeno dieci<br />

anni fa questa percentuale era solo del<br />

20 per cento. I ricercatori hanno scoperto<br />

inoltre che, se alcuni pazienti non riescono<br />

a sopportare gli effetti collaterali<br />

dei farmaci immunoterapici, e sono pertanto<br />

costretti a interrompere il trattamento<br />

dopo poche settimane, il loro tasso di sopravvivenza<br />

è comunque migliore e si avvicina a<br />

quello di chi continua la terapia.<br />

10 | FONDAMENTALE | GENNAIO <strong>2020</strong>


Intelligenza<br />

artificiale<br />

per la tiroide<br />

Un nuovo studio del Sidney Kimmel<br />

Cancer Center – Jefferson Health ha<br />

messo a punto un metodo non invasivo di<br />

imaging a ultrasuoni combinato a un algoritmo,<br />

che potrebbe essere usato come<br />

test di screening per valutare noduli sospetti<br />

alla tiroide. Gli ultrasuoni possono<br />

indicare se un nodulo sembra sospetto,<br />

ma l’agoaspirato non è sempre in grado di<br />

determinare se sia canceroso. I ricercatori<br />

hanno così utilizzato l’intelligenza artificiale<br />

e, su un totale di 134 lesioni, l’accuratezza<br />

diagnostica dell’algoritmo è risultata<br />

pari al 75 per cento.<br />

Nuovi farmaci<br />

in arrivo<br />

È stata approvata per la prima volta in Europa una<br />

nuova classe di farmaci in grado di trattare diversi tumori<br />

solidi (tra cui sarcomi, tumori a carico del sistema nervoso<br />

centrale, tumore del rene, della tiroide e altri) che<br />

presentano specifiche alterazioni molecolari. Larotrectinib,<br />

questo il nome del primo farmaco di questa classe<br />

che interferisce con la specifica alterazione molecolare,<br />

ha dimostrato una buona efficacia in pazienti sia adulti<br />

sia pediatrici. “Le terapie comunemente utilizzate per il<br />

trattamento di questi tumori non sempre si dimostrano<br />

efficaci” afferma Salvatore Siena, dell’Ospedale Niguarda<br />

di Milano “ma larotrectinib apporta benefici duraturi<br />

nel tempo.”<br />

Screening del seno<br />

anche per lui<br />

Il cancro al seno maschile<br />

è in aumento e,<br />

secondo un’analisi<br />

della New York<br />

University i cui<br />

risultati sono<br />

stati pubblicati<br />

su Radiology,<br />

uno screening<br />

selettivo negli<br />

uomini ad alto<br />

rischio (per<br />

esempio per<br />

familiarità) potrebbe<br />

essere utile,<br />

considerando che<br />

la diagnosi viene spesso<br />

fatta in ritardo per via della<br />

rarità della neoplasia. L’esame ha<br />

individuato 18 tumori ogni 1.000 esami in uomini ad alto<br />

rischio, contro i 3-5 ogni 1.000 esami nelle donne a rischio<br />

medio di malattia, per le quali lo screening è già<br />

raccomandato. In termini epidemiologici, quindi, ci sono<br />

ragioni per estendere gli esami a coloro che hanno molti<br />

casi di cancro al seno in famiglia. Finora non esistono però<br />

linee guida per lo screening di gruppi di uomini ad alto<br />

rischio (come quelli con una storia familiare o personale<br />

di carcinoma mammario o altre mutazioni genetiche).<br />

GENNAIO <strong>2020</strong> | FONDAMENTALE | 11


DISEGUAGLIANZE<br />

Organizzazione sanitaria<br />

Obiettivo:<br />

ridurre<br />

le diseguaglianze<br />

Il tema delle diseguaglianze<br />

in salute riguarda molti<br />

aspetti della malattia:<br />

prevenzione, cura e qualità<br />

di vita. Conoscerne le cause<br />

permette di correre ai ripari<br />

per tempo, dando a tutti le<br />

stesse opportunità<br />

“<br />

LA<br />

a cura di ELENA RIBOLDI<br />

I<br />

l rischio di ammalarsi e morire a<br />

causa del cancro e di altre malattie<br />

non è uguale per tutti. La genetica<br />

ha sicuramente un peso, ma il<br />

DNA da solo non basta a giustificare<br />

le differenze. Ci sono altri fattori<br />

che influenzano la probabilità di ammalarsi,<br />

di ricevere cure adeguate e di<br />

ritornare a una vita normale una volta<br />

guariti. Questi fattori generano diseguaglianze<br />

all’interno di una stessa<br />

popolazione. Essere consapevoli della<br />

loro esistenza è il primo passo per assicurare<br />

a tutti il diritto alla salute.<br />

Il valore<br />

dell’istruzione<br />

Alcuni dati scientifici dimostrano<br />

che chi ha un livello di istruzione<br />

più alto ha una maggiore aspettativa<br />

di vita. Uno studio europeo pubblicato<br />

sulla rivista The Lancet Public Health<br />

riporta che gli uomini con alto livello<br />

di istruzione vivono in media 5 anni<br />

in più degli uomini con basso livello<br />

di istruzione, mentre per le donne il<br />

divario è in media di 2,5 anni. I fattori<br />

di rischio che contribuiscono maggiormente<br />

a generare questo divario sono,<br />

nell’ordine, il fumo, un<br />

basso reddito e un elevato<br />

peso corporeo.<br />

È stata dimostrata<br />

anche una correlazione<br />

tra livello di istruzione<br />

e mortalità per cancro.<br />

Combinando i risultati di due studi europei<br />

(DEMETRIQ e Lifepath), si può<br />

concludere che un uomo italiano con<br />

basso livello di istruzione ha il 50 per<br />

cento di probabilità in più di morire di<br />

cancro di un uomo con alto livello di<br />

istruzione. Questo è vero per la maggior<br />

parte delle neoplasie, anche se le differenze<br />

più marcate riguardano i tumori<br />

TOSSICITÀ FINANZIARIA DEL CANCRO”<br />

notevole progresso terapeutico<br />

in oncologia ha come effetto<br />

“Il collaterale l’aumento della diseguaglianza”<br />

spiega Francesco Perrone,<br />

direttore dell’Unità sperimentazioni<br />

cliniche dell’Istituto nazionale<br />

tumori di Napoli. “I nuovi farmaci<br />

sono molto costosi, perciò si crea un<br />

problema di accesso alle terapie.”<br />

Gli effetti delle difficoltà economiche<br />

(la cosiddetta tossicità finanziaria)<br />

sono evidenti negli USA, dove solo<br />

chi può pagare la quota non coperta<br />

dall’assicurazione riesce a curarsi<br />

senza andare in bancarotta.<br />

Uno studio di Perrone ha mostrato<br />

che i problemi finanziari influenzano<br />

la qualità di vita e la sopravvivenza<br />

L’istruzione<br />

va a braccetto<br />

col livello<br />

economico<br />

il cui sviluppo è legato al fumo di sigaretta<br />

e all’alcol. Considerando la media<br />

europea, le persone con un più basso<br />

grado di istruzione hanno un tasso di<br />

mortalità 2-3 volte più alto per il tumore<br />

del polmone e dell’esofago, 2-4 volte<br />

più alto per il tumore della bocca e 3-5<br />

volte più alto per il tumore della laringe<br />

rispetto alle persone più istruite.<br />

Questione di status<br />

Perché il fatto di avere o meno un’istruzione<br />

influisce sulla durata della<br />

vita? Il grado di istruzione è un indicatore<br />

dello status socio-economico (SES)<br />

di un individuo, in quanto completare<br />

gli studi superiori e universitari è indice<br />

di maggiori opportunità offerte<br />

dalla famiglia e dall’ambiente di origine.<br />

Un titolo di studio più alto normalmente<br />

corrisponde<br />

quindi a una posizione<br />

sociale più elevata e a<br />

un’occupazione e un<br />

reddito più alti. Tipo di<br />

occupazione e reddito<br />

sono infatti altri indicatori<br />

molto usati.<br />

Nel 2019, l’Agenzia internazionale<br />

per la ricerca sul cancro (International<br />

Agency for Research on Cancer,<br />

IARC) ha pubblicato un volume intitolato<br />

Ridurre le diseguaglianze nel cancro:<br />

evidenze e priorità per la<br />

ricerca, in cui, a proposito<br />

delle<br />

dei pazienti con tumore anche nel<br />

nostro Paese, nonostante lo Stato<br />

si faccia carico di pagare i farmaci.<br />

“Paradossalmente osserviamo molta<br />

attenzione nel garantire i farmaci<br />

innovativi, ma un calo dell’attenzione<br />

rispetto ad altri elementi. I nostri<br />

dati indicano che gli esiti della cura<br />

del cancro sono sì legati a farmaci<br />

12 | FONDAMENTALE | GENNAIO <strong>2020</strong>


In questo articolo:<br />

diseguaglianze in salute<br />

tossicità finanziaria<br />

istruzione<br />

diseguaglianze all’interno di una singola<br />

nazione, gli autori identificano<br />

cinque punti chiave: primo, le diseguaglianze<br />

nella cura e mortalità per<br />

cancro esistono sia nei Paesi ricchi sia<br />

in quelli poveri; secondo, gli individui<br />

e i gruppi con minori opportunità<br />

economiche tendono ad avere tumori<br />

diversi rispetto a chi ha opportunità<br />

maggiori; terzo, anche se le proporzioni<br />

dell’associazione tra status socio-economico<br />

(SES) e sopravvivenza<br />

cambiano a seconda del tipo di tumore,<br />

gli individui con basso SES hanno<br />

una mortalità più alta dei cittadini<br />

con alto SES per quasi tutti i tumori;<br />

quarto, nonostante nel tempo la<br />

mortalità per cancro sia diminuita<br />

in tutte le fasce di popolazione, il<br />

declino è stato più evidente in<br />

quelle con alto SES; infine, la<br />

variabilità nell’incidenza e<br />

nella mortalità per cancro<br />

Cinque punti<br />

chiave per<br />

ridurre<br />

le disparità<br />

e terapie efficaci, ma sono anche<br />

connessi a quanto il sistema sociale<br />

sia in grado di andare in soccorso<br />

di una persona in difficoltà a causa<br />

della malattia. Penso per esempio<br />

agli effetti negativi del cancro sulla<br />

capacità lavorativa del paziente.”<br />

Grazie proprio a un finanziamento<br />

di AIRC, il gruppo di Perrone sta<br />

sviluppando un questionario per<br />

valutare la comparsa, la gravità e le<br />

conseguenze della tossicità finanziaria.<br />

“È un progetto un po’ atipico, per<br />

cui trovo molto bello che AIRC sia<br />

sensibile anche alla ricerca in oncologia<br />

che si fa fuori dal laboratorio.<br />

Se noi riuscissimo a capire quali<br />

sono i punti critici per uno specifico<br />

paziente che si trova ad affrontare<br />

una diagnosi di cancro, almeno per<br />

alcuni si potrebbero tentare degli<br />

interventi.” Per esempio, un tema<br />

importante che sta emergendo in<br />

queste fasi del progetto è quello della<br />

burocrazia necessaria per accedere<br />

ai diritti previsti per gli ammalati<br />

di cancro. “Ci sono varie leggi che<br />

proteggono l’ammalato, ma alcuni<br />

rinunciano ad accedervi a causa della<br />

burocrazia e ne hanno un danno.<br />

Azioni che permettano di semplificare<br />

o centralizzare, magari in ospedale,<br />

tutto quello che serve in termini<br />

di pratiche burocratiche potrebbero<br />

consentire a tutti i pazienti di fruire<br />

dei diritti previsti dalla legge.”<br />

GENNAIO <strong>2020</strong> | FONDAMENTALE | 13


DISEGUAGLIANZE<br />

Organizzazione sanitaria<br />

osservata nelle varie nazioni e nel<br />

tempo suggerisce che le diseguaglianze<br />

non sono basate su leggi immutabili<br />

della natura, ma sono potenzialmente<br />

modificabili.<br />

Un elevato status socio-economico<br />

corrisponde a maggiori disponibilità<br />

finanziarie. Questo consente di acquistare<br />

cibi sani e di abitare in case e<br />

zone più salubri.<br />

Avere un lavoro di livello più elevato<br />

riduce il rischio di essere esposti<br />

a sostanze o ambienti di lavoro pericolosi.<br />

In più, diventa più facile avere<br />

tempo per fare attività fisica e per effettuare<br />

regolari controlli medici. Tutto<br />

ciò contribuisce a ridurre il rischio<br />

di ammalarsi.<br />

In caso di malattia, un elevato status<br />

socio-economico garantisce la possibilità<br />

di accedere ai servizi sanitari e di<br />

affrontare le spese, dirette o indirette,<br />

legate alla patologia.<br />

Vantaggi psicosociali<br />

È importante sottolineare che l’istruzione<br />

crea opportunità per una<br />

salute migliore che vanno al di là del<br />

mero aspetto finanziario. Le persone<br />

più istruite tendono ad adottare stili di<br />

vita salutari, riducendo il rischio di obesità<br />

attraverso un’alimentazione sana e<br />

un livello adeguato di attività fisica, e<br />

scegliendo di non fumare e di non eccedere<br />

con gli alcolici. In questa maniera<br />

si eliminano tre importantissimi fattori<br />

di rischio per il cancro,<br />

le malattie cardiovascolari<br />

e moltissime<br />

altre patologie.<br />

Chi ha un grado<br />

di istruzione maggiore<br />

ha in genere anche<br />

maggiori capacità di relazione. I legami<br />

sociali di un individuo diventano<br />

una rete di sicurezza nelle avversità<br />

e aiutano ad ammortizzare lo stress,<br />

compreso quello legato alla diagnosi<br />

di una malattia. Inoltre, la capacità di<br />

relazione favorisce il dialogo medicopaziente.<br />

Maggiore<br />

consapevolezza<br />

Un individuo bene inserito nella<br />

società è più informato in tema di salute.<br />

E l’informazione gioca un ruolo<br />

importante nel campo della diagnosi<br />

precoce. In Italia, i numeri della partecipazione<br />

ai programmi di screening<br />

L’informazione<br />

è importante<br />

per la diagnosi<br />

precoce<br />

per il tumore della mammella, della<br />

cervice e del colon-retto sono molto<br />

eterogenei. Un rapporto del programma<br />

PASSI (Progressi delle aziende sanitarie<br />

per la salute in Italia) mostra<br />

che la percentuale delle donne laureate<br />

che si sottopongono al test di screening<br />

mammografico<br />

fuori dalle chiamate<br />

organizzate è del 28<br />

per cento, contro il<br />

12 per cento di quelle<br />

che hanno raggiunto<br />

al massimo il diploma<br />

elementare. Per il Pap test, le percentuali<br />

sono, rispettivamente, del<br />

42 e del 20 per cento. Accedono inoltre<br />

spontaneamente allo screening<br />

per il cancro del colon il 12 per cento<br />

dei laureati e il 5 per cento dei meno<br />

istruiti. Il rapporto mostra però che se<br />

lo screening è organizzato (ovvero se<br />

ci pensa il Sistema sanitario a chiamare<br />

le persone per i controlli, con avvisi<br />

e lettere) la partecipazione praticamente<br />

non è influenzata dal titolo di<br />

studio.<br />

Questo dimostra che si possono<br />

mettere in atto azioni concrete per<br />

mitigare o evitare le iniquità che dipendono<br />

dai cosiddetti “determinanti<br />

sociali della salute” ossia, secondo la<br />

definizione dell’Organizzazione mondiale<br />

della sanità, “le condizioni in cui<br />

le persone nascono, crescono, vivono,<br />

lavorano e invecchiano”.<br />

14 | FONDAMENTALE | GENNAIO <strong>2020</strong>


ONCOLOGIA MEDICA<br />

I tumori più aggressivi<br />

Polmone, cervello<br />

e pancreas<br />

i nemici da combattere<br />

Sono questi i tumori che, in proporzione<br />

al numero di malati, mietono<br />

più vittime perché sono anche<br />

i più aggressivi. La ricerca ha bisogno<br />

di aiuto per accelerare lo sviluppo<br />

di nuove cure<br />

a cura della REDAZIONE<br />

Per riuscire a sconfiggerli,<br />

il cammino<br />

che la ricerca<br />

deve fare è ancora<br />

molto lungo. Sono<br />

i tumori più aggressivi, quelli<br />

che, a parità di numero di persone<br />

che si ammalano, mietono<br />

più vittime. Colpiscono il<br />

polmone, il cervello o il pancreas<br />

e le ragioni che li rendono<br />

difficili da curare variano<br />

a seconda del tipo di tumore.<br />

Per questo AIRC si è impegnata<br />

nel sostenere la carriera<br />

scientifica di giovani ricercatori<br />

il cui obiettivo di studio<br />

è rappresentato da queste forme<br />

di cancro.<br />

FREQUENTE E OSTICO<br />

Secondo AIRTUM (l’Associazione<br />

italiana registri tumori)<br />

ogni anno le nuove diagnosi<br />

di tumore del polmone<br />

sono circa 38.000. Rappresentano<br />

l’11 per cento di tutte le<br />

diagnosi di tumore nella popolazione,<br />

il 15 per cento delle<br />

nuove diagnosi negli uomini<br />

e il 6 per cento nelle donne,<br />

nelle quali l’incidenza della<br />

malattia è in crescita per via<br />

della sempre maggiore diffusione<br />

dell’abitudine al fumo.<br />

Nel corso della vita, un uomo<br />

su 10 e una donna su 44<br />

rischiano di morire a causa<br />

di questa ma-<br />

La diagnosi<br />

precoce<br />

fa spesso<br />

la differenza<br />

lattia. In particolare,<br />

nel<br />

nostro Paese,<br />

questa neoplasia<br />

è la prima<br />

causa di morte<br />

per tumore negli uomini e<br />

la terza nelle donne: si tratta<br />

di quasi 34.000 decessi in un<br />

anno.<br />

“La causa principale è il<br />

fumo di sigaretta, ma circa<br />

il 10 per cento dei tumori al<br />

polmone è provocato dal fumo<br />

passivo, dall’inquinamento<br />

ambientale o da predisposizione<br />

genetica, quindi sono<br />

a rischio anche persone<br />

che non hanno mai fumato”<br />

spiega Ugo Pastorino, direttore<br />

della Struttura complessa<br />

di chirurgia toracica dell’Istituto<br />

nazionale dei tumori<br />

di Milano.<br />

La neoplasia del polmone<br />

rimane difficile da curare,<br />

specie se non<br />

viene diagnosticata<br />

in fase<br />

molto precoce.<br />

“Abbiamo<br />

però registrato,<br />

negli ultimi<br />

anni, dei miglioramenti<br />

sul piano sia della diagnosi sia<br />

della chirurgia, che è diventata<br />

sempre meno invasiva. Anche<br />

la radioterapia è più mirata<br />

ed efficace e disponiamo<br />

di nuove categorie di farmaci<br />

bersaglio. Abbiamo poi farmaci<br />

immunoterapici, che au-<br />

GENNAIO <strong>2020</strong> | FONDAMENTALE | 15


ONCOLOGIA MEDICA<br />

I tumori più aggressivi<br />

bili del maggior<br />

numero di anni<br />

di vita persi. Purtroppo<br />

i progressi<br />

nella cura sono<br />

ancora scarsi<br />

e la sopravvivenza media a 5<br />

anni è, in Italia, intorno al 25<br />

per cento. Nell’insieme, le neoplasie<br />

cerebrali sono, secondo<br />

i dati ufficiali del Ministero<br />

della salute, la dodicesima<br />

causa di morte per tumore e<br />

responsabili del 3 per cento<br />

dei decessi per forme maligne.<br />

Gli ultimi dati disponibimentano<br />

la capacità dell’organismo<br />

di combattere il tumore”<br />

prosegue Pastorino.<br />

La sopravvivenza dipende<br />

anche dall’integrazione delle<br />

cure, ma nuove ricerche sono<br />

necessarie per identificare le<br />

categorie di pazienti che possono<br />

trarre benefici<br />

dalle diverse<br />

terapie disponibili<br />

e dalla diagnosi<br />

precoce con TC<br />

spirale e biomarcatori<br />

nel sangue.<br />

Nel campo del trattamento<br />

dei tumori polmonari,<br />

quindi, la sfida principale per<br />

la ricerca è lo sviluppo di sistemi<br />

di screening sempre<br />

più precisi e affidabili e l’identificazione<br />

di terapie di<br />

precisione sulla base delle caratteristiche<br />

molecolari del<br />

singolo paziente.<br />

I tumori<br />

cerebrali<br />

primari<br />

sono rari<br />

RARI E POCO CURABILI<br />

I tumori primitivi del cervello<br />

(cioè quelli che non sono<br />

metastasi di tumori originati<br />

in altri organi) rappresentano<br />

solo il 3 per cento di<br />

tutte le forme di cancro ma,<br />

rispetto ad altri tipi di tumore,<br />

sono responsa-<br />

INIZIATIVE<br />

UN FONDO DI IMPRESE<br />

PER SUPPORTARE LA RICERCA<br />

Proprio alla ricerca sui tumori del polmone, del cervello<br />

e del pancreas il Fondo Impresa contro il cancro ha<br />

dedicato un appello, cui hanno risposto circa 600 aziende.<br />

Il Fondo, nato nel 2018 e dedicato alle piccole e medie<br />

imprese che vogliono abbracciare la sfida di rendere il<br />

cancro sempre più curabile, ha raggiunto oggi i 2.500<br />

aderenti, a dimostrazione dell’attenzione che l’imprenditoria<br />

italiana riserva a tematiche di tale impatto sociale.<br />

Un risultato importante, che non deve però farci ritenere<br />

soddisfatti. Per vincere la battaglia contro il cancro è necessario<br />

essere uniti, e il Fondo Impresa contro il cancro<br />

è lo strumento giusto per continuare a convogliare le<br />

proprie donazioni verso un grande obiettivo comune.<br />

Per qualsiasi informazione<br />

e per aderire: 800.777.222<br />

oppure impresacontroilcancro@airc.it<br />

li, raccolti nel 2018, segnalano<br />

6.000 nuove diagnosi l’anno,<br />

con una lieve prevalenza<br />

tra gli uomini rispetto alle<br />

donne.<br />

I tumori cerebrali colpiscono<br />

prevalentemente i giovani<br />

sotto i 15 anni di età<br />

(rappresentano il 13 per cento<br />

di tutte le neoplasie in questa<br />

fascia d’età e il 7 per cento<br />

nella fascia dai 15 ai 19 anni).<br />

“Ogni anno contiamo 14<br />

casi di neoplasie primitive<br />

ogni 100.000 persone” spiega<br />

Gaetano Finocchiaro, direttore<br />

dell’Unità operativa di<br />

neuro-oncologia dell’Istituto<br />

Besta di Milano. Negli ultimi<br />

anni sono stati fatti molti<br />

passi avanti, in particolare<br />

nel campo della diagnosi, della<br />

chirurgia e della radioterapia,<br />

ma ancora non si procede<br />

abbastanza spediti.<br />

“La ragione principale della<br />

difficoltà di cura dei tumori<br />

cerebrali è la localizzazione<br />

stessa” aggiunge Finocchiaro.<br />

“Non possiamo fare biopsie<br />

ripetute e, di conseguenza,<br />

non riusciamo a seguire<br />

l’evoluzione biologica del<br />

tumore durante le cure. Negli<br />

ultimi anni, però, abbiamo<br />

cominciato a usare le tecniche<br />

di analisi del DNA tumorale<br />

sul liquido cefalorachidiano,<br />

che si ottiene con<br />

una semplice puntura lombare.<br />

Così possiamo vedere se le<br />

terapie sono efficaci e in che<br />

misura.”<br />

Sul piano delle nuove cure<br />

i risultati più promettenti<br />

si attendono nel trattamento<br />

del glioblastoma, in particolare<br />

tramite lo sviluppo sia di<br />

terapie mirate orientate verso<br />

specifici bersagli molecolari<br />

sia dell’immunoterapia.<br />

Fino a poco tempo fa si riteneva<br />

che i tumori cerebrali<br />

In questo articolo:<br />

cancro al polmone<br />

tumore del pancreas<br />

tumori cerebrali<br />

fossero tumori “freddi”, ovvero<br />

poco capaci di attivare le<br />

risposte del sistema immunitario,<br />

anche per la loro posizione<br />

nell’organismo. Oggi,<br />

invece, sappiamo che il sistema<br />

immunitario ha un ruolo<br />

di primo piano anche nel<br />

cervello, ma nuovi studi sono<br />

necessari per capire se utilizzare<br />

farmaci per modificare il<br />

microambiente che circonda<br />

il tumore e renderlo più ricettivo<br />

all’azione del sistema immunitario,<br />

oppure usarne altri<br />

che attivino il sistema immunitario<br />

stesso. C’è spazio<br />

anche per le cosiddette terapie<br />

cellulari, per ora solo sperimentali.<br />

UN TUMORE IN CRESCITA<br />

Il cancro del pancreas colpisce<br />

ogni anno circa 13.800<br />

persone in Italia, e corrisponde<br />

al 4 per cento di tutti i tumori<br />

di nuova diagnosi tra<br />

maschi e femmine. I numeri<br />

sono in crescita, complici gli<br />

stili di vita scorretti, e in particolare<br />

il fumo, che è uno dei<br />

principali fattori di rischio.<br />

Solo il 7 per cento dei casi viene<br />

diagnosticato in fase iniziale,<br />

quando la malattia è aggredibile<br />

con successo.<br />

Le difficoltà diagnostiche<br />

dipendono anche dall’assenza<br />

di sintomi precoci e dalla<br />

localizzazione del pancreas<br />

nella parte posteriore della<br />

cavità addominale, dietro lo<br />

stomaco e vicino alla colonna<br />

vertebrale. Le forme più aggressive<br />

sono quelle che colpiscono<br />

la parte dell’organo<br />

che produce enzimi digestivi<br />

(tumori esocrini), anche se<br />

nel 15 per cento dei casi i tumori<br />

che originano in questa<br />

sede sono benigni. I tumori<br />

che colpiscono la parte endocrina<br />

dell’organo, cioè quel-<br />

16 | FONDAMENTALE | GENNAIO <strong>2020</strong>


la che produce l’insulina per<br />

il controllo dei livelli di zuccheri<br />

nel sangue, sono invece<br />

per lo più maligni ma in molti<br />

casi a lentissima crescita e<br />

più facili da curare.<br />

«Negli ultimi anni abbiamo<br />

capito che i tumori più<br />

aggressivi possono essere<br />

preceduti da forme cistiche<br />

dei grossi dotti, che si vedono<br />

all’ecografia e possono essere<br />

asportate chirurgicamente»<br />

spiega Aldo Scarpa, direttore<br />

del Centro di ricerca applicata<br />

sul cancro ARC-Net<br />

dell’Università di Verona. «È<br />

possibile quindi tenere sotto<br />

controllo le persone più<br />

a rischio, ma non è del tutto<br />

chiaro quali categorie possono<br />

beneficiare di screening<br />

frequenti.»<br />

Recentemente è stato anche<br />

completato un importante<br />

progetto di sequenziamento<br />

del genoma tumorale<br />

che ha permesso di classificare<br />

meglio le tipologie di carcinoma<br />

del pancreas, un passo<br />

necessario per poter sviluppare<br />

terapie più efficaci.<br />

«Solo in due casi su 10 possiamo<br />

procedere a un’asportazione<br />

chirurgica del tumore<br />

alla diagnosi» spiega Scarpa.<br />

«In altri possiamo ridurre<br />

la massa tumorale con farmaci<br />

per renderla asportabile chirurgicamente,<br />

ma nella maggioranza<br />

dei casi, purtroppo,<br />

arriviamo troppo tardi.»<br />

Ecco perché la ricerca è essenziale:<br />

«Su questo tumore<br />

vi è una intensa attività coordinata<br />

a livello internazionale»<br />

conclude Scarpa. «Ci siamo<br />

infatti divisi il compito<br />

di testare possibili terapie nei<br />

vari sottogruppi individuati<br />

con l’analisi del genoma, nella<br />

speranza di trovare per tutti<br />

la combinazione giusta.»<br />

GENNAIO <strong>2020</strong> | FONDAMENTALE | 17


BORSE DI STUDIO<br />

iCARE-2<br />

I giovani non stanno<br />

fermi a guardare<br />

Grazie alla Fondazione AIRC<br />

e all’Unione europea, i giovani ricercatori<br />

possono mettersi alla prova all’estero<br />

e tornare poi con il loro carico<br />

d’esperienza in Italia<br />

a cura dI ELENA RIBOLDI<br />

A<br />

nche quest’anno è partito<br />

il programma iCARE-2<br />

per la mobilità internazionale<br />

dei giovani<br />

ricercatori. Si tratta<br />

di un’importante opportunità<br />

per chi ha già maturato una certa<br />

esperienza nel campo della<br />

ricerca oncologica. Una fellowship<br />

(borsa di studio) iCA-<br />

RE-2 garantisce al giovane ricercatore<br />

di talento di potersi<br />

dedicare per tre anni a un progetto<br />

di suo interesse finalizzato<br />

allo studio e alla cura del cancro.<br />

Il programma iCARE-2 finanzia<br />

ben 30 fellowship e a renderlo<br />

possibile sono i fondi messi a<br />

disposizione dalla Fondazio-<br />

Queste borse di studio sono state co-finanziata<br />

da AIRC e dal programma di ricerca e innovazione<br />

dell’Unione Europea Horizon <strong>2020</strong><br />

mediante il contratto Marie Skłodowska<br />

Curie numero 800924


In questo articolo:<br />

borse di studio<br />

Comunità europea<br />

cofinanziamenti<br />

ne AIRC e dall’Unione europea attraverso<br />

il programma Horizon <strong>2020</strong>.<br />

In e out<br />

Esistono tre tipi di borse di studio. La<br />

Outgoing Fellowship è destinata ai giovani<br />

ricercatori, italiani e non, che hanno<br />

già alle spalle tre anni di esperienza<br />

in un istituto di ricerca italiano e che<br />

desiderano acquisire nuove competenze<br />

ed entrare in contatto con esperti di<br />

altri istituti europei. La Incoming Fellowship<br />

è invece destinata ai giovani ricercatori<br />

stranieri che scelgono un istituto<br />

del nostro Paese come sede ideale<br />

per il loro accrescimento professionale.<br />

Infine, la Reintegration Fellowship è<br />

destinata ai ricercatori italiani che hanno<br />

trascorso almeno due degli ultimi tre<br />

anni in centri di ricerca esteri e desiderano<br />

riportare il loro bagaglio di esperienze<br />

nel nostro Paese.<br />

Due elementi assicurano il successo<br />

di questa iniziativa: la forte motivazione<br />

e la selezione meritocratica dei<br />

candidati. Sono i giovani ricercatori a<br />

proporre progetto e destinazione. Una<br />

commissione ad hoc vaglia le proposte<br />

per selezionare quelle più promettenti<br />

e i candidati più meritevoli sulla<br />

base del curriculum. La selezione, condotta<br />

in modo trasparente secondo criteri<br />

prestabiliti, tiene conto anche della<br />

qualità dell’istituto ospitante, che deve<br />

consentire al giovane scienziato di poter<br />

lavorare al meglio.<br />

Per saperne di più abbiamo parlato<br />

con i diretti interessati. Giuseppina, Joana<br />

e Luca hanno iniziato nel 2019 il loro<br />

progetto iCARE-2.<br />

Ibridi DNA:RNA<br />

Giuseppina D’Alessandro si è laureata<br />

in biotecnologie a Bari e poi si è trasferita<br />

a Milano, all’Istituto FIRC di Oncologia<br />

Molecolare (IFOM), per il dottorato<br />

di ricerca in medicina molecolare.<br />

All’IFOM, Giuseppina ha avuto come<br />

supervisore Fabrizio d’Adda di Fagagna.<br />

“Il suo gruppo studia da sempre il<br />

danno al DNA e, negli ultimi anni, ha<br />

fatto una scoperta sorprendente: molecole<br />

di RNA vengono sintetizzate dove<br />

il DNA è danneggiato e contribuiscono<br />

a ripararlo” spiega Giuseppina.<br />

Giuseppina ha deciso di approfondire<br />

questo argomento presso il Wellcome<br />

Trust/Cancer Research UK Gurdon<br />

Institute. “La Outgoing Fellowship<br />

iCARE-2 mi ha permesso di trasferirmi<br />

a Cambridge, nel gruppo di Steve<br />

Jackson, un rinomato scienziato nel<br />

campo della risposta al danno al DNA,<br />

che ha contribuito allo sviluppo di farmaci<br />

ora approvati per il trattamento<br />

di alcune tipologie di tumori. Cambridge<br />

è un ambiente dinamico e stimolante,<br />

il ‘paese dei balocchi’ per noi ricercatori,<br />

per questo mi ritengo molto fortunata.”<br />

Ora Giuseppina sta lavorando<br />

all’identificazione di nuovi RNA coinvolti<br />

nella risposta al danno del DNA.<br />

“Questi RNA potrebbero essere dei<br />

nuovi biomarcatori tumorali e bloccare<br />

la loro funzione potrebbe rivelarsi<br />

terapeuticamente utile per contrastare<br />

alcune forme di neoplasie.”<br />

Nuovi farmaci per<br />

il tumore del pancreas<br />

Joana Costa Reis è una giovane ricercatrice<br />

portoghese. Ha ottenuto un dottorato<br />

in chimica farmaceutica lavorando<br />

sullo sviluppo di piccole molecole<br />

in grado di inibire alcune<br />

proteine espresse dai tumori.<br />

“Durante l’ultimo<br />

anno del dottorato sono<br />

stata visiting student presso<br />

l’Università degli Studi<br />

di Pavia e ho conosciuto<br />

Andrea Mattevi” racconta<br />

Joana. “Ho deciso di fare<br />

domanda per l’Incoming Fellowship<br />

iCARE-2 per lavorare con lui a Pavia sulle<br />

NADPH ossidasi, una famiglia di enzimi<br />

coinvolti nel cancro. Il progetto è<br />

estremamente interessante e ho l’opportunità<br />

di lavorare in un laboratorio<br />

di alto livello dove posso crescere come<br />

scienziata.”<br />

Joana descrive con entusiasmo le<br />

grandi potenzialità del progetto: “Vo-<br />

iCARE-2<br />

gliamo capire il ruolo delle NADPH ossidasi<br />

(NOX) nel cancro. Sono enzimi<br />

coinvolti nella progressione di molti tipi<br />

di tumore. In particolare, NOX4 sembra<br />

cruciale per lo sviluppo del carcinoma<br />

duttale del pancreas, un tumore particolarmente<br />

letale. I miei sforzi si concentrano<br />

sul processo di drug discovery,<br />

nello specifico sulla progettazione<br />

di inibitori specifici di questi enzimi da<br />

usare come farmaci”.<br />

Nanotecnologie e cellule<br />

staminali tumorali<br />

Luca Tirinato ha alle spalle un percorso<br />

notevole. Dopo il dottorato in ingegneria<br />

biomedica e informatica ha<br />

passato sette anni in laboratori in giro<br />

per il mondo, in Svezia, Arabia Saudita<br />

e Germania. Da maggio 2019 è rientrato<br />

in Italia e lavora all’Università degli<br />

Studi “Magna Græcia” di Catanzaro<br />

grazie alla Reintegration Fellowship<br />

iCARE-2. “Il desiderio di tornare c’era,<br />

purché le condizioni fossero scientificamente<br />

valide” dice Luca. “Rientrare sotto<br />

l’egida di un’organizzazione di fama<br />

internazionale come AIRC ti dà prestigio<br />

e soddisfazione perché sai di aver superato<br />

una selezione grazie a quello che<br />

hai costruito negli anni. È una sfida che<br />

comporta una grande responsabilità: so<br />

di non dovere tradire la fiducia che mi è<br />

stata data. Ma c’è tanta voglia<br />

di fare bene, anzi benissimo<br />

in Italia.”<br />

“Gli studi all’estero mi<br />

hanno portato a guardare<br />

al cancro in un’ottica un<br />

po’ diversa da quella classica,<br />

cioè sfruttando le nanotecnologie”<br />

spiega Luca.<br />

“Il mio campo di ricerca sono le cellule<br />

staminali tumorali. Le cellule staminali<br />

tumorali del cancro al colon sono<br />

caratterizzate dalla presenza di minuscole<br />

goccioline lipidiche (lipid droplets).<br />

Voglio studiare il ruolo di queste<br />

goccioline e cercare di interferire con la<br />

loro azione. La speranza è che, così facendo,<br />

le cellule staminali tumorali diventino<br />

sensibili ai trattamenti.”<br />

GENNAIO <strong>2020</strong> | FONDAMENTALE | 19


TESTIMONIANZA<br />

Grandi donatori<br />

Una speranza<br />

concreta<br />

per il futuro<br />

Vally Seberich<br />

ha trasformato il dolore<br />

per la perdita del nipote<br />

in un gesto di grande fiducia<br />

nell’avvenire, finanziando<br />

una borsa di studio a favore<br />

dei giovani ricercatori<br />

a cura di LAURA DE CARLO<br />

“<br />

Sarebbe bello debellare questa<br />

malattia.” Con un sorriso<br />

gentile Vally Seberich formula<br />

un obiettivo ambizioso<br />

e molto preciso. Il dolore<br />

per la perdita di un nipote a causa di un<br />

cancro è stato enorme (“Non ero preparata<br />

a questo: mio nipote era tanto più<br />

giovane di me, e il cancro lo ha portato<br />

via”) e l’ha spinta a finanziare una borsa<br />

di studio AIRC intitolata all’amatissimo<br />

marito, Giuseppe Schiavelli.<br />

Il primo incontro tra Vally e Orso<br />

Maria Romano, il fisico 31enne che<br />

Se desideri legare il tuo nome, o il<br />

nome di una persona cara, alla lotta<br />

in prima linea contro il cancro, puoi<br />

scegliere anche tu, come Vally, di<br />

istituire una borsa di studio biennale o<br />

triennale intitolata. Con una donazione<br />

straordinaria di 25.000 euro annui,<br />

contribuirai concretamente al sostegno<br />

della ricerca oncologica tramite<br />

20 | FONDAMENTALE | GENNAIO <strong>2020</strong><br />

proprio grazie a questa borsa di studio<br />

potrà portare avanti un importante lavoro<br />

di ricerca oncologica, è l’occasione<br />

giusta perché lei, superando l’emozione,<br />

si racconti: la sua passione per<br />

lo sport; le difficoltà affrontate nel dopoguerra,<br />

quando con il marito è stata<br />

costretta ad abbandonare Fiume, la sua<br />

città natale; e la nuova vita a Roma, che<br />

li vede entrambi impegnati per la comunità<br />

fiumana della capitale. Giuseppe<br />

Schiavelli, giornalista e scrittore, diventa<br />

una delle voci di spicco nel narrare<br />

le storie dei<br />

profughi e dei<br />

caduti fiumani.<br />

Un legame con<br />

la loro cultura di<br />

origine che Vally<br />

tiene vivo anche<br />

quando, nel<br />

2004, Giuseppe<br />

viene a mancare.<br />

Con il passare<br />

del tempo, Vally<br />

sente però il<br />

desiderio di impegnarsi<br />

su altri<br />

fronti, con donazioni<br />

importanti<br />

a diverse organizzazioni. Nascono così<br />

una scuola e un ospedale in Tunisia, ma<br />

anche tanto altro: “Non ho voluto aspettare<br />

di morire; facendolo in vita almeno<br />

ti possono dire grazie”. E oggi Vally ha<br />

l’opportunità di conoscere Orso, di sapere<br />

qualcosa su di lui e sul suo lavoro.<br />

Dopo 5 anni e un dottorato a Parigi,<br />

Orso è tornato a lavorare in Italia:<br />

“<br />

VUOI FARE UNA GRANDE<br />

DONAZIONE? CONTATTACI!<br />

”<br />

la formazione di un giovane e brillante<br />

ricercatore. Per ogni domanda specifica<br />

e per individuare la formula di<br />

donazione più giusta per te è a disposizione<br />

il personale dell’ufficio Grandi<br />

donatori, diretto da Chiara Blasi.<br />

tel. 02 779 72 87<br />

chiara.blasi@airc.it<br />

“Nella squadra dei ricercatori dell’IFOM<br />

ho trovato qualcosa di speciale”. Un’equipe<br />

multidisciplinare che si rivolge<br />

alla ricerca sul cancro con uno sguardo<br />

molto ampio. Orso divide le sue giornate<br />

tra ricerca individuale e il lavoro in<br />

gruppo: “Ognuno porta qualcosa, e tutti<br />

fruiscono dei risultati. In questo modo<br />

la ricerca corre, molto più di prima”.<br />

Anche per il giovane scienziato<br />

questo è un momento ricco di significato:<br />

“Sicuramente incontrare la signora<br />

Vally e il suo sguardo giovane,<br />

Vally Seberich<br />

e Orso Maria Romano<br />

pieno di umanità, avrà un forte impatto<br />

su come vivo la mia quotidianità<br />

all’IFOM. Incontri così riempiono<br />

il cuore e ci ricordano quanto importanti<br />

siano le aspettative che le persone<br />

ripongono nel nostro lavoro. Rappresentiamo<br />

un motivo di speranza<br />

per i famigliari di persone che stanno<br />

combattendo la malattia, nonché di fiducia<br />

nel futuro, nonostante il dolore,<br />

per quanti hanno perso qualcuno di<br />

caro: ogni ricercatore che lavora sulla<br />

biologia del cancro dovrebbe avere opportunità<br />

come queste”.<br />

Essere accolto da Vally nella sua casa,<br />

e avere la sua affettuosa attenzione,<br />

è per Orso “un gesto che testimonia una<br />

grande fiducia nei confronti di AIRC e<br />

dei giovani ricercatori ai quali ha deciso<br />

di dare il suo aiuto”.<br />

Per Vally, Orso rappresenta “una speranza<br />

concreta per il futuro”: il giorno in<br />

cui dal cancro si potrà guarire.


FARMACI INNOVATIVI<br />

Prescrizioni<br />

Norme e tutele<br />

per le prescrizioni<br />

sperimentali<br />

Se un medico ritiene che un paziente<br />

possa trarre beneficio da una cura<br />

ancora sperimentale e non disponibile<br />

in commercio, esistono diversi<br />

strumenti legislativi, in Italia<br />

e all’estero, perché il malato possa<br />

accedervi, purché vi siano ragionevoli<br />

probabilità che la cura sia utile<br />

a cura di DANIELA OVADIA<br />

Capita di leggere sui giornali<br />

storie di pazienti che si<br />

sono sottoposti all’estero a<br />

terapie anticancro non disponibili<br />

in Italia. La migrazione<br />

dei pazienti per accedere a<br />

cure non ancora registrate nel proprio<br />

Paese di origine è un fenomeno in crescita,<br />

così diffuso da aver indotto la rivista<br />

medica The Lancet, nel gennaio<br />

dell’anno scorso, a pubblicare un lungo<br />

articolo in merito, spiegando le insidie<br />

delle raccolte fondi lanciate online<br />

per sostenere tentativi di cura con<br />

farmaci non approvati o, peggio, con<br />

terapie pseudoscientifiche.<br />

Dietro la richiesta di accedere a cure<br />

ancora sperimentali, infatti, vi sono<br />

spesso tante illusioni e poca scienza<br />

e, talvolta, anche il rischio di incappare<br />

in persone prive di scrupoli che<br />

promettono risultati non supportati<br />

da prove.<br />

Le ragioni<br />

dell’indisponibilità<br />

Vi sono comunque le dovute eccezioni.<br />

Può accadere che una terapia potenzialmente<br />

utile, o considerata tale<br />

dal medico curante, non sia accessibile<br />

per varie ragioni. I farmaci, prima di<br />

essere approvati per un certo utilizzo,<br />

devono dimostrare di non essere tossici<br />

e di essere effettivamente efficaci nella<br />

cura di una determinata malattia.<br />

Con lo sviluppo delle conoscenze<br />

in oncologia molecolare, un farmaco<br />

diretto contro uno specifico bersaglio<br />

presente in diversi tipi di tumori può<br />

risultare approvato per un solo tipo di<br />

cancro, anche se teoricamente potrebbe<br />

servire a curare anche altre forme<br />

tumorali.<br />

“La scelta delle indicazioni di una terapia<br />

dipende da ragioni scientifiche (fare<br />

ricerca sulle singole malattie è lungo<br />

e faticoso) oppure economiche, perché<br />

GENNAIO <strong>2020</strong> | FONDAMENTALE | 21


FARMACI INNOVATIVI<br />

Prescrizioni<br />

In questo articolo:<br />

nuove cure<br />

sperimentazioni<br />

diritti dei pazienti<br />

l’autorizzazione ha un costo e l’azienda<br />

produttrice può non avere interesse<br />

a registrare una nuova molecola per indicazioni<br />

rare” spiega Massimo Di Maio,<br />

del Dipartimento di oncologia dell’Università<br />

di Torino, che per conto dell’Associazione<br />

italiana di oncologia medica<br />

(AIOM) ha curato una recente guida alle<br />

normative che nel nostro Paese regolano<br />

l’accesso ai farmaci sperimentali.<br />

In altri casi ancora, invece, può capitare<br />

che il farmaco sia disponibile nei<br />

centri che fanno ricerca ma si siano<br />

esauriti i posti per i pazienti<br />

previsti dalla sperimentazione<br />

(che di solito<br />

riguarda un numero<br />

limitato di soggetti<br />

con caratteristiche<br />

ben precise).<br />

Alla luce di questi<br />

ostacoli non sormontabili,<br />

gli Stati Uniti hanno<br />

approvato, nel maggio<br />

del 2018, una legge federale<br />

chiamata Right<br />

to Try, ovvero “diritto<br />

a provare”. L’iniziativa ha<br />

cercato di mettere ordine nella<br />

grande quantità di leggi<br />

simili promosse, a partire<br />

dal 2014, dai singoli stati<br />

degli USA, per permettere<br />

ai malati gravi e<br />

senza più opzioni terapeutiche<br />

di accedere a<br />

cure ancora sperimentali<br />

senza dover aspettare<br />

il parere favorevole della<br />

Food and Drug Administration,<br />

l’ente che approva<br />

le nuove molecole.<br />

“Prescrivere un farmaco<br />

non approvato espone<br />

il medico che lo usa a rischi<br />

legali, e il Right to Try consente,<br />

se la richiesta è giudicata ragionevole<br />

da un’apposita commissione<br />

di verifica, di ottenere<br />

protezione legale in caso di<br />

eventuali effetti indesiderati non<br />

conosciuti” spiega Howard Burris<br />

III, presidente di ASCO, la più importante<br />

associazione di oncologia clinica<br />

statunitense. “I pazienti,<br />

però, provano farmaci non<br />

ancora del tutto sperimentati<br />

a loro rischio e pericolo<br />

e, spesso, anche a proprie<br />

spese. La legge, infatti, non<br />

prevede la copertura economica.”<br />

Anche se la promulgazione<br />

di questa norma aveva acceso le<br />

speranze di molti malati, in<br />

verità, da quando è in vigore,<br />

solo due pazienti hanno ottenuto<br />

il permesso di utilizzare<br />

terapie sperimentali fuori dai protocolli<br />

di ricerca. In tutti gli altri casi, la commissione<br />

che valuta le richieste ha ritenuto<br />

che vi fossero troppi rischi e insufficienti<br />

garanzie di benefici.<br />

Le leggi italiane<br />

Anche in Italia è possibile<br />

accedere a terapie sperimentali<br />

non ancora approvate facendo<br />

riferimento a diverse<br />

leggi, come chiarisce la<br />

guida che AIOM ha appena rilasciato<br />

in una doppia versione,<br />

sia per il medico sia per<br />

i pazienti.<br />

“Vi sono diverse norme<br />

che regolano l’accesso<br />

precoce alle terapie, il cosiddetto<br />

early access” spiega Di<br />

Maio. “Innanzitutto, la legge<br />

648/1996 prevede la possibilità di<br />

erogare, a carico del Servizio sanitario<br />

nazionale, farmaci con specifiche caratteristiche,<br />

in particolare nei casi in<br />

cui non siano disponibili alternative terapeutiche<br />

valide oppure si tratti di: medicinali<br />

innovativi in commercio solo<br />

in altri Stati; medicinali non ancora autorizzati,<br />

ma in corso di sperimentazione<br />

clinica; medicinali da impiegare per<br />

una indicazione terapeutica diversa da<br />

quella autorizzata. Vi è poi il fondo AI-<br />

FA 5 per cento, per l’impiego, a carico<br />

del Servizio sanitario nazionale, sia di<br />

farmaci orfani per il trattamento di malattie<br />

rare sia di terapie che rappresentano<br />

una speranza di cura, in attesa della<br />

loro commercializzazione, per patologie<br />

particolari o gravi.” Proprio a seguito<br />

dell’istituzione di questo fondo da parte<br />

di AIFA (l’Agenzia italiana del farmaco,<br />

che approva i farmaci e ne determina il<br />

prezzo), le aziende farmaceutiche sono<br />

tenute a versare un contributo pari al 5<br />

per cento del proprio fatturato annuo<br />

(nel 2018 il fondo ammontava a poco<br />

più di 18 milioni di euro, soldi a disposizione<br />

di chi ha bisogno di cure fuori<br />

prontuario).<br />

“Un’altra via possibile, per chi deve<br />

ottenere una terapia non comune, è<br />

22 | FONDAMENTALE | GENNAIO <strong>2020</strong>


quella della legge 94/1998 che consente<br />

la prescrizione da parte di un medico,<br />

sotto la sua esclusiva e diretta responsabilità,<br />

di medicinali regolarmente<br />

in commercio ma per una indicazione<br />

non prevista. È il cosiddetto impiego<br />

off label” continua Di Maio. “A differenza<br />

degli esempi precedenti (che<br />

prevedono il rimborso del farmaco da<br />

parte del Servizio sanitario nazionale)<br />

e del ricorso al Fondo AIFA 5 per cento<br />

(che implica il rimborso da parte di AI-<br />

FA), la legge 94/1998 prevede che la terapia<br />

sia a carico del paziente o dell’azienda<br />

sanitaria in caso di ricovero.”<br />

Infine esiste anche un decreto ministeriale,<br />

emesso il 7 settembre 2017,<br />

che disciplina il ricorso al cosiddetto<br />

uso compassionevole, ovvero la prescrizione<br />

di una cura ancora in fase di<br />

sperimentazione clinica, al di fuori della<br />

sperimentazione stessa, in pazienti<br />

affetti da malattie gravi o che si trovino<br />

in pericolo di vita, quando, a giudizio<br />

del medico, non vi siano ulteriori valide<br />

alternative terapeutiche. L’uso compassionevole<br />

è consentito solo nel caso<br />

in cui il paziente non possa essere incluso<br />

in uno studio oppure per i malati<br />

già trattati nell’ambito di una sperimentazione<br />

ormai conclusa ma che abbiano<br />

ottenuto dei miglioramenti dalla<br />

cura. In questo caso i costi sono a carico<br />

delle aziende farmaceutiche.<br />

Tutti questi strumenti possono essere<br />

usati anche per ottenere un farmaco<br />

in una Regione in cui non è disponibile.<br />

In Italia, infatti, le cure innovative<br />

vengono approvate a livello nazionale,<br />

ma ogni Regione ha un proprio prontuario,<br />

al quale sia i medici sia gli ospedali<br />

si devono attenere. È quindi possibile<br />

che, specie per le cure più costose,<br />

ci siano differenze di accesso, sia in termini<br />

di tempi sia di rimborsabilità.<br />

“Per ciascuno di questi utilizzi esistono<br />

procedure burocratiche che il<br />

medico deve avviare per ottenere l’autorizzazione”<br />

conclude Di Maio. “Si<br />

tratta di una tutela per i pazienti, perché<br />

una cura sperimentale ha sempre,<br />

per definizione, più incognite di una<br />

terapia già approvata.”<br />

“<br />

APPROVATE<br />

LE TERAPIE<br />

CELLULARI<br />

”<br />

Nel mese di febbraio dell’anno<br />

scorso il giovane medico<br />

Lorenzo Farinelli, colpito da<br />

un linfoma non Hodgkin, cercava<br />

di raccogliere su una piattaforma<br />

di crowdfunding la somma necessaria<br />

a sottoporsi all’estero alla<br />

terapia CAR-T. Si tratta di una cura<br />

in cui i linfociti T del paziente vengono<br />

prelevati, modificati geneticamente<br />

in laboratorio per esprimere<br />

un recettore che li rende attivi<br />

contro la malattia, quindi reinfusi<br />

nel malato. Farinelli ha raggiunto<br />

la somma necessaria ma non<br />

ha fatto in tempo a partire. Dopo<br />

la sua scomparsa, la famiglia ha<br />

donato quanto raccolto a istituzioni<br />

legate alla ricerca oncologica.<br />

La sua storia, come altre di<br />

pazienti che sono volati all’estero<br />

a spese proprie, ha messo in luce<br />

la particolarità e complessità delle<br />

terapie cellulari, per alcuni versi<br />

distanti dalle cure farmacologiche<br />

classiche. Sono differenze che rendono<br />

la registrazione e l’accesso a<br />

questo tipo di trattamento ancora<br />

più difficili: a limitarne l’uso ci<br />

sono le tante incognite legate alle<br />

indicazioni, agli effetti collaterali e,<br />

non ultimo, al costo.<br />

Dal mese di settembre scorso,<br />

la prima terapia di tipo CAR-T è<br />

stata approvata dall’AIFA ed è disponibile<br />

per i pazienti con linfoma<br />

diffuso a grandi cellule B che non<br />

rispondono alle cure standard e<br />

per i pazienti fino a 25 anni di età<br />

con leucemia linfoblastica acuta a<br />

cellule B. Ma la terapia CAR-T non<br />

funziona per tutti ed è gravata da<br />

effetti collaterali anche importanti,<br />

specie di tipo neurologico. Per<br />

questa ragione l’AIFA ha selezionato<br />

alcuni centri di riferimento,<br />

gli unici autorizzati a somministrarla.<br />

Anche il pagamento della<br />

cura alle case farmaceutiche che<br />

la producono seguirà un percorso<br />

particolare: verranno pagati solo<br />

i trattamenti che funzionano, non<br />

quelli che falliscono.<br />

GENNAIO <strong>2020</strong> | FONDAMENTALE | 23


IFOM – ISTITUTO FIRC DI ONCOLOGIA MOLECOLARE<br />

Nutrizione e ricerca di base<br />

Nutrizione, metabolismo<br />

e cancro. Legame antico,<br />

soluzioni nuove<br />

Un rinnovato interesse per lo studio<br />

del metabolismo sembra aprire nuove opportunità<br />

anche nella cura dei tumori e nell’utilizzo più mirato<br />

di consigli nutrizionali e farmaci già noti<br />

NUOVE TECNOLOGIE<br />

L’OMICA DEL METABOLISMO<br />

Una buona parte del rinnovato interesse per lo studio<br />

del metabolismo è strettamente legato alla rivoluzione<br />

tecnologica degli ultimi anni e all’avvento delle<br />

cosiddette “omiche”. In particolare, quando si parla di<br />

metabolismo l’omica in questione è la metabolomica,<br />

cioè la tecnologia che studia le molecole (metaboliti)<br />

che si formano in seguito ai diversi processi biochimici<br />

all’interno delle cellule. Come succede per i geni con la<br />

genomica, la metabolomica permette di studiare l’intero<br />

metaboloma (l’insieme di tutti i metaboliti) in un colpo<br />

solo e praticamente in tempo reale.<br />

24 | FONDAMENTALE | GENNAIO <strong>2020</strong>


EPIDEMIOLOGIA<br />

O RICERCA DI BASE?<br />

Come studiare il legame<br />

tra metabolismo, nutrizione<br />

e cancro? “La vera domanda<br />

non è quale dei due approcci<br />

(epidemiologia o ricerca di base)<br />

scegliere, ma piuttosto come<br />

integrarli per ottenere il<br />

massimo da entrambi” afferma<br />

Foiani, convinto che la ricerca<br />

di base abbia un ruolo di<br />

primo piano nel comprendere<br />

in dettaglio i meccanismi che<br />

regolano tale legame e trovare<br />

i bersagli sui quali intervenire<br />

per il bene del paziente.<br />

In effetti l’epidemiologia,<br />

ovvero la scienza che studia<br />

l’insorgenza delle malattie e<br />

i fattori che le determinano,<br />

per molti anni ha costituito<br />

l’unico approccio disponibile<br />

per studiare questi aspetti<br />

della salute. Oggi resta fondamentale,<br />

ma deve necessariamente<br />

dialogare con la ricerca<br />

genetica e molecolare.<br />

“Non è vero che studiare i<br />

meccanismi di base allontana<br />

dalla vita reale. Anzi, è l’esatto<br />

opposto: nessuna raccomandazione<br />

su cosa mangiare<br />

ha davvero senso senza tenere<br />

conto dei circuiti molecolari<br />

e delle caratteristiche genea<br />

cura della REDAZIONE<br />

“<br />

Il DNA da solo non basta.<br />

Dobbiamo fare un passo<br />

in più per spiegare alcune<br />

caratteristiche e risposte<br />

della cellula tumorale<br />

e per arrivare alla cura della<br />

malattia.” Una frase molto forte<br />

se si pensa che gran parte<br />

della ricerca degli ultimi decenni<br />

si è basata sull’assunto<br />

che il cancro è a tutti gli effetti<br />

una malattia dei geni. E che risulta<br />

ancora più forte se a pronunciarla<br />

è Marco Foiani, direttore<br />

scientifico dell’IFOM<br />

di Milano, la cui attenzione<br />

professionale è da sempre<br />

concentrata proprio sul DNA.<br />

“I recenti sviluppi tecnologici,<br />

accompagnati da una vera e<br />

propria rivoluzione culturale,<br />

hanno acceso i riflettori su altri<br />

aspetti, come lo studio del<br />

metabolismo e del suo legame<br />

con numerose patologie, incluso<br />

il cancro” dice, sottolineando<br />

il ruolo di primo piano<br />

che la nutrizione può assumere<br />

in questo contesto.<br />

TRE STRADE<br />

CHE SI UNISCONO<br />

C’erano una volta il biochimico<br />

che studiava il metabolismo<br />

e il genetista (o il<br />

biologo molecolare) che studiava<br />

il DNA, ciascuno nel<br />

proprio laboratorio. Delle<br />

caratteristiche meccaniche<br />

e della plasticità delle cellule,<br />

quella che oggi si chiama<br />

meccanobiologia, fino a poco<br />

fa non ci si occupava nemmeno.<br />

“Eppure queste sono vie<br />

che devono essere percorse<br />

insieme se vogliamo davvero<br />

capire come funziona il cancro<br />

e arrivare a una cura definitiva”<br />

spiega Foiani, ricordando<br />

le tre principali caratteristiche<br />

della cellula tumorale,<br />

che la differenziano da<br />

quella sana: i difetti o instabilità<br />

nel patrimonio genetico,<br />

dunque del DNA; la maggiore<br />

plasticità, che la rende capace<br />

anche per questo di invadere<br />

altri tessuti; e il metabolismo<br />

anomalo, di cui siamo al corrente<br />

da oltre un secolo e che,<br />

come emerge dalle ricerche<br />

più recenti, può influenzare<br />

le altre due proprietà. “I ricercatori<br />

hanno capito che queste<br />

tre componenti si intrecciano<br />

e stanno lavorando insieme<br />

per comprenderle nella<br />

loro globalità” dice Foiani.<br />

tiche dei singoli individui” dice<br />

l’esperto, che assieme a Valter<br />

Longo e Vincenzo Costanzo<br />

si occupa più direttamente<br />

dello studio del metabolismo<br />

e del suo legame con la nutrizione<br />

e i tumori all’IFOM<br />

di Milano. I risultati ottenuti<br />

dai gruppi guidati dai tre<br />

ricercatori hanno già aiutato<br />

a fare luce sull’argomento e<br />

hanno permesso di dare il via<br />

a studi clinici<br />

su pazienti,<br />

grazie anche<br />

alla collaborazione<br />

di altri esperti<br />

che lavorano<br />

a Milano, come Saverio Minucci<br />

dell’Istituto europeo di<br />

oncologia e Filippo De Braud<br />

dell’Istituto nazionale dei tumori.<br />

SPERANZE CONCRETE<br />

Ciò che mangiamo influenza<br />

dunque il metabolismo, il<br />

quale a sua volta influenza il<br />

rischio di insorgenza del cancro<br />

o la sua progressione.<br />

“Uno dei concetti chiave<br />

in questo senso è la restrizione<br />

calorica” spiega Foiani. La<br />

cellula del tumore è in grado<br />

di modificare il proprio metabolismo<br />

per crescere e invadere<br />

i tessuti e lo fa molto più<br />

facilmente se dispone di tanta<br />

energia, ovvero se la persona<br />

ha una dieta particolarmente<br />

ricca. Anche per questa<br />

ragione ciò che mettiamo<br />

nel piatto influenza il rischio<br />

oncologico.<br />

“La buona notizia è che sul<br />

metabolismo possiamo agire<br />

abbastanza facilmente, sia<br />

con modifiche nella dieta sia<br />

In questo articolo:<br />

metabolomica<br />

nutrizione<br />

farmaci<br />

Il metabolismo<br />

influenza<br />

il rischio<br />

oncologico<br />

con farmaci utilizzati da anni<br />

per controllare gli scompensi<br />

metabolici, come per esempio<br />

le statine o la metformina,<br />

che riducono, rispettivamente,<br />

i livelli di colesterolo e di<br />

glucosio.<br />

“Longo fu il primo a dimostrare<br />

che affamando la cellula<br />

si migliora la sua capacità<br />

di rispondere in modo efficace<br />

al danno al DNA provocato,<br />

per<br />

esempio, dalla<br />

chemioterapia”<br />

ricorda<br />

l’esperto.<br />

“Sappiamo<br />

anche<br />

che con un digiuno mirato –<br />

che modifica il metabolismo<br />

– si rende più efficace la chemioterapia<br />

nei pazienti” aggiunge.<br />

A questo punto si può<br />

pensare di modificare il metabolismo<br />

con i farmaci già citati<br />

e diminuire così la quantità<br />

di chemioterapico necessaria<br />

per raggiungere l’effetto<br />

sperato. Un traguardo importante<br />

per ridurre gli effetti<br />

collaterali del trattamento<br />

e senza dubbio meno impegnativo<br />

di un digiuno per il<br />

paziente, magari già debilitato<br />

dalla malattia.<br />

Sul piano pratico si tratta<br />

in un certo senso di una scorciatoia,<br />

dal momento che si<br />

cerca di utilizzare farmaci<br />

noti da anni (e in genere anche<br />

relativamente economici)<br />

e non di introdurre nuove<br />

molecole. “Per arrivare a questi<br />

traguardi dobbiamo continuare<br />

a studiare in dettaglio i<br />

meccanismi che legano nutrizione,<br />

metabolismo, genoma<br />

e cancro” conclude Foiani.<br />

IFOM, l’Istituto di oncologia molecolare che svolge attività scientifica<br />

d’avanguardia a beneficio dei pazienti oncologici, è sostenuto dalla FIRC.<br />

GENNAIO <strong>2020</strong> | FONDAMENTALE | 25


FARE CHIAREZZA<br />

Integratori<br />

Supplementi e pillole non<br />

possono sostituire il cibo<br />

Per prevenire la comparsa di alcuni tumori,<br />

c’è chi ricorre a integratori.<br />

Le prove a sostegno del loro utilizzo, però,<br />

non sono sufficienti a raccomandarne l’uso<br />

a cura della REDAZIONE<br />

Alcune abitudini alimentari,<br />

in particolare il consumo<br />

frequente di vegetali, possono<br />

ridurre il rischio di<br />

ammalarsi di cancro. Spesso<br />

però cambiare dieta e seguire regole<br />

alimentari più sane si rivela più complicato<br />

del previsto: di fatto, le campagne<br />

destinate a invogliare le persone a<br />

seguire regole alimentari più corrette di<br />

rado sortiscono gli effetti previsti. Sono<br />

nati così gli integratori alimentari, ovvero<br />

formulazioni in pillola di principi<br />

attivi che, sulla base di studi epidemiologici<br />

e di laboratorio, sembrano fornire<br />

protezione dalle malattie, in particolare<br />

dal cancro.<br />

Il teorico vantaggio degli integratori<br />

in pillola, rispetto alla variazione della<br />

“<br />

IL<br />

MONDO DELLE PROMESSE (MANCATE)”<br />

Integratori, fitoterapici, nutraceutici,<br />

superfood sono termini ormai menti e del farmaco dell’Università<br />

Dipartimento di scienze degli ali-<br />

di uso quotidiano riferiti a prodotti di Parma, spiega in un libro che la<br />

acquistabili anche nelle farmacie e questione è tutt’altro che semplice<br />

che promettono di prevenire o curare<br />

e che anche chi si occupa di stu-<br />

praticamente ogni disturbo. Ma diare le sostanze attive contenute<br />

funzionano? Renato Bruni, docente negli alimenti fatica a dare risposte<br />

immediate e definitive. Dopo<br />

di botanica farmaceutica presso il<br />

26 | FONDAMENTALE | GENNAIO <strong>2020</strong><br />

aver smascherato le narrazioni del<br />

marketing, che spesso assecondano<br />

il desiderio di trovare soluzioni<br />

semplici per questioni complesse,<br />

l’autore racconta con leggerezza (e<br />

tanti aneddoti divertenti) cosa dice<br />

la letteratura scientifica e quali sono<br />

le ricerche disponibili, fornendo una


propria dieta, è evidente: con un solo gesto<br />

(la pillola) si fornisce all’organismo<br />

un dosaggio elevato di sostanze potenzialmente<br />

utili (principalmente antiossidanti<br />

e vitamine), dosaggio spesso impossibile<br />

da raggiungere con la semplice<br />

alimentazione.<br />

Una volta sottoposta al vaglio delle<br />

sperimentazioni, però, la maggior parte<br />

degli integratori ha deluso le attese di<br />

chi sperava di sopperire con una pillola<br />

o una fialetta a un’alimentazione poco<br />

sana: non solo l’effetto non è altrettanto<br />

benefico, ma in molti casi si è rivelato<br />

controproducente, aumentando, anziché<br />

diminuire, il rischio di ammalarsi.<br />

È probabile infatti che, negli alimenti,<br />

l’effetto protettivo, quando presente,<br />

derivi dall’azione collaborativa delle varie<br />

sostanze miscelate in specifiche proporzioni<br />

nei diversi alimenti, piuttosto<br />

che dall’azione di un singolo principio<br />

attivo. Riprodurre in una compressa le<br />

proprietà nutrizionali di un intero alimento<br />

è impossibile. Inoltre è tutt’altro<br />

che trascurabile il ruolo delle fibre e di<br />

altri elementi contenuti nel cibo completo,<br />

anche se soltanto in tracce.<br />

Non basta uno studio<br />

Uno degli errori più comuni commessi<br />

da chi cerca informazioni sul ruolo<br />

positivo o negativo che un particolare<br />

alimento può esercitare sul rischio<br />

di cancro è puntare l’attenzione su un<br />

unico studio, a volte neppure condotto<br />

sull’uomo.<br />

Un esempio molto noto è quello della<br />

vitamina E, contenuta in diversi alimenti.<br />

Ci sono studi che dimostrano<br />

come questo micronutriente – così ven-<br />

grande quantità di informazioni<br />

per aiutare il lettore a prendere<br />

decisioni più consapevoli.<br />

Renato Bruni<br />

Bacche, superfrutti<br />

e piante miracolose.<br />

Il mondo degli integratori<br />

e dei cibi dalle mille promesse<br />

Mondadori, 2019<br />

300 pagine, 20 euro<br />

In questo articolo:<br />

integratori<br />

vitamine<br />

nutrizione<br />

gono definite le vitamine e i sali minerali<br />

– abbia effetti protettivi contro il<br />

cancro di colon, prostata e vescica, soprattutto<br />

grazie al suo ruolo di antiossidante<br />

e stimolante per il sistema immunitario.<br />

Altri studi affermano il contrario<br />

e sostengono, per esempio, che<br />

assumere supplementi a base di vitamina<br />

E aumenti il rischio di tumore della<br />

prostata. Quale di queste affermazioni è<br />

vera? In un certo senso entrambe sono<br />

corrette: l’effetto rilevato nei diversi<br />

studi, infatti, è ambiguo. Le differenze<br />

possono dipendere da come sono progettate<br />

le ricerche: possono cambiare il<br />

numero di pazienti, le caratteristiche<br />

dei partecipanti (per età, sesso o presenza<br />

di altre malattie), la dose di alimento<br />

o integratore consumata,<br />

il modo di quantificare le<br />

dosi stesse e così via. La lista<br />

delle differenze tra due studi<br />

può essere molto lunga<br />

e può influire in modo decisivo<br />

sul risultato finale,<br />

spiegando la variabilità delle<br />

conclusioni.<br />

Un altro caso in cui il<br />

supplemento si è rivelato<br />

dannoso è quello del betacarotene,<br />

un precursore della<br />

vitamina A che, secondo alcuni<br />

studi, sembra aumentare<br />

il rischio di sviluppare<br />

un cancro del polmone nei<br />

fumatori. Viceversa esistono<br />

ricerche che hanno dimostrato<br />

come supplementi<br />

a base di calcio e persino<br />

multivitaminici possano<br />

avere un effetto protettivo<br />

nei confronti del cancro del colon.<br />

Si tratta però di dati complicati<br />

da interpretare e, soprattutto, da tradurre<br />

in raccomandazioni pratiche.<br />

Gli integratori, infatti, non sono farmaci<br />

e, prima di metterli in commercio,<br />

la legge non impone di dimostrare<br />

che facciano bene, ma solo che non<br />

siano tossici o pericolosi, cioè che non<br />

facciano male. Per questa stessa ragione<br />

non si possono indicare, sulle confezioni<br />

degli integratori, eventuali proprietà<br />

terapeutiche (anche se spesso le<br />

persone li assumono nella convinzione<br />

che possano essere utili a prevenire<br />

o curare determinate malattie) e nemmeno<br />

preventive.<br />

Utili in pochi casi<br />

Gli integratori sono quindi sempre<br />

inutili? Non proprio: possono servire<br />

nei casi in cui vi sia una vera e propria<br />

carenza oppure una forma di malnutrizione,<br />

come per esempio nelle persone<br />

anziane o malate che, per ragioni fisiche<br />

(perdita di appetito, difficoltà a masticare),<br />

si nutrono poco e in modo non sufficientemente<br />

vario. La stessa situazione<br />

si può verificare nei pazienti sottoposti<br />

a chemioterapia, per via dei<br />

danni che i farmaci inducono<br />

temporaneamente alla<br />

mucosa della bocca e che<br />

possono interferire con la<br />

percezione dei sapori ma<br />

anche con la deglutizione.<br />

In tutti questi casi sarà il<br />

medico stesso a suggerire<br />

integratori e supplementi,<br />

almeno fino a quando il paziente<br />

non potrà riprendere<br />

un’alimentazione equilibrata.<br />

Il World Cancer Research<br />

Fund, la più importante<br />

istituzione di ricerca<br />

nel campo dell’alimentazione<br />

e cancro, ha identificato<br />

anche altre situazioni<br />

nelle quali i supplementi<br />

sono non solo utili ma necessari.<br />

Per esempio: la vitamina<br />

B12 nelle persone che<br />

hanno difficoltà ad assorbire la<br />

vitamina stessa (a volte a seguito di una<br />

resezione chirurgica legata a un tumore<br />

del tratto gastrointestinale); l’acido folico<br />

nelle donne che desiderano avere un<br />

figlio, per proteggerlo dalle malformazioni<br />

del sistema nervoso; la vitamina D<br />

nei casi di documentata carenza (ovvero<br />

solo dopo che gli esami del sangue dimostrano<br />

che c’è una mancanza obiettiva<br />

di questa vitamina).<br />

GENNAIO <strong>2020</strong> | FONDAMENTALE | 27


I TRAGUARDI DEI NOSTRI<br />

... continua su: airc.it/traguardi-dei-ricercatori<br />

La resistenza nasce con la terapia<br />

Uno studio pubblicato su Science da Alberto Bardelli,<br />

dell’Istituto di Candiolo, e dai suoi collaboratori<br />

chiarisce i dettagli molecolari della comparsa<br />

della resistenza ai farmaci, un passo fondamentale<br />

per sviluppare cure più efficaci e durature. La resistenza<br />

dipende dalla presenza, nel DNA di alcune<br />

cellule tumorali, di mutazioni che consentono alle<br />

cellule stesse di sopravvivere anche quando sono<br />

esposte a una certa terapia. Contrariamente a<br />

quanto si pensava finora, il gruppo torinese ha dimostrato<br />

che le mutazioni possono rivelarsi dopo<br />

l’inizio del trattamento. Per verificarlo, gli autori<br />

hanno analizzato comportamenti e caratteristiche<br />

molecolari di alcune linee cellulari ricavate da cancro<br />

del colon durante la terapia con farmaci a bersaglio<br />

molecolare. Hanno così scoperto che in una<br />

frazione di cellule tumorali in grado di sopravvivere<br />

alle cure si verificano, temporaneamente, sia una<br />

diminuzione della capacità di riparare i danni del<br />

DNA, sia un aumento degli errori<br />

che vengono introdotti durante la<br />

duplicazione del DNA stesso. La<br />

scoperta potrebbe aprire la strada<br />

a significative ricadute cliniche.<br />

L’obesità favorisce le leucemie<br />

L’obesità è un fattore di rischio noto per alcuni<br />

tumori. I risultati di uno studio, coordinato da<br />

Pier Giuseppe Pelicci dell’IEO di Milano e pubblicato<br />

su Haematologica, confermano che l’obesità è<br />

un fattore di rischio anche per le leucemie mieloidi<br />

acute e in particolare per la leucemia promielocitica.<br />

“Siamo partiti dall’analisi dei dati raccolti da<br />

un’ampia indagine svolta sulla popolazione inglese,<br />

che ha seguito nel tempo ben 5,2 milioni di persone”<br />

racconta Pelicci. “Così abbiamo scoperto che<br />

con l’aumentare del peso aumenta in modo lineare<br />

il rischio di sviluppare un tumore ematologico.”<br />

Una conclusione che i ricercatori hanno riscontrato<br />

con minime variazioni in altre tre popolazioni – italiana,<br />

spagnola, americana. Ciò significa che, oltre<br />

all’obesità, anche il contesto in cui questa si sviluppa<br />

può rappresentare un fattore di rischio. Lo studio<br />

ha inoltre indagato le possibili<br />

basi molecolari di questo aumento<br />

del rischio: un primo passo fondamentale<br />

per individuare nuove<br />

strategie terapeutiche.<br />

Nel sangue i segni della ricaduta<br />

I malati di cancro tendono a formare coaguli e<br />

trombi. In uno studio pubblicato sulla rivista Haematologica,<br />

un gruppo di ricercatori, guidati da Cinzia<br />

Giaccherini dell’Ospedale di Bergamo Papa Giovanni<br />

XXIII, ha misurato (tramite un semplice esame del<br />

sangue) alcuni marcatori della coagulazione in donne<br />

con cancro del seno. Lo scopo era verificare se<br />

ci fosse un’associazione con specifiche forme della<br />

malattia o se i loro livelli potessero fornire informazioni<br />

sul rischio di ricaduta. I marcatori sono stati<br />

misurati in 701 donne con carcinoma del seno in fase<br />

iniziale prima della chemioterapia. Si è scoperto<br />

che i livelli di alcuni di questi marcatori sono più elevati<br />

nei tumori di maggiori dimensioni o in caso di<br />

metastasi nei linfonodi, e che tipologie di cancro del<br />

seno particolarmente aggressive (come il triplo negativo)<br />

sono associate ad alti livelli di marcatori di<br />

ipercoagulabilità. Saperlo consentirà<br />

di valutare in anticipo il rischio<br />

di ricaduta e di trattare in modo più<br />

aggressivo le donne che hanno più<br />

probabilità di riammalarsi.


I GIORNI DELLA RICERCA<br />

Quirinale<br />

La forza<br />

della ricerca<br />

è nell’impegno<br />

in comune<br />

Pubblichiamo integralmente il discorso<br />

che il Presidente della Repubblica<br />

Sergio Mattarella ha pronunciato al Quirinale<br />

in occasione dell’annuale cerimonia<br />

d’apertura de I Giorni della Ricerca.<br />

di Sergio Mattarella,<br />

Presidente della Repubblica<br />

Rinnovo un saluto alla vicepresidente<br />

del Senato, al rappresentante<br />

della Camera<br />

dei Deputati, al ministro della<br />

salute, al Presidente Torrani,<br />

al professor Trinchieri, all’avvocato<br />

Valentina Robino e a tutti i presenti.<br />

Benvenuti. Per la gran parte, bentornati<br />

al Quirinale.<br />

La ricerca è un motore di solidarietà,<br />

un motore della società sempre più<br />

importante. In ogni ambito della vita<br />

civile. Ma la ricerca che sospinge i<br />

progressi della medicina presenta una<br />

qualità ulteriore: è un tutore prezioso<br />

della vita umana, un aiuto concreto alle<br />

persone e alle famiglie.<br />

Oggi qui non celebriamo soltanto<br />

La ricerca<br />

è un tutore<br />

prezioso<br />

della vita<br />

un settore della scienza,<br />

o un importante ambito<br />

professionale. Certo, siamo<br />

in presenza di medici<br />

di elevato valore che<br />

danno lustro al nostro<br />

Paese e che ogni giorno<br />

forniscono aiuto a tanti che ne hanno<br />

bisogno. Abbiamo con noi vere e proprie<br />

eccellenze – nella lotta contro i<br />

tumori – riconosciute in tutto il mondo.<br />

Ci sono donne e uomini che hanno<br />

consentito alla scienza di compiere<br />

grandi passi in avanti. Ci sono giovani<br />

talenti che conducono studi e sperimentazioni<br />

in équipe prestigiose e<br />

il cui lavoro sta producendo risultati<br />

davvero molto significativi.<br />

I Giorni della Ricerca, tuttavia, sono<br />

nati per andare ancora oltre.<br />

Sono divenuti un appuntamento<br />

così sentito, e impegnativo, perché ne<br />

è derivata la consapevolezza che il tema<br />

riguarda tutti. Istituzioni e società.<br />

Ricercatori, medici e pazienti. Riguarda<br />

la nostra vita di comunità, la nostra<br />

organizzazione civile, la<br />

nostra cultura. Sono lieto<br />

che questo incontro<br />

costituisca ormai una<br />

tradizione, e che continui<br />

a svolgersi nel palazzo<br />

del Quirinale, richiamando<br />

l’attenzione del Paese, accendendo<br />

i riflettori sul valore delle conoscenze<br />

scientifiche, invitando ciascuno<br />

alla condivisione e dunque alla solidarietà.<br />

GENNAIO <strong>2020</strong> | FONDAMENTALE | 29


I GIORNI DELLA RICERCA<br />

Quirinale<br />

Un nemico<br />

non così invincibile<br />

È trascorso oltre mezzo secolo da<br />

quando alcuni coraggiosi pionieri –<br />

scienziati e personalità lungimiranti,<br />

sostenuti da una grande passione civile<br />

– diedero vita all’Associazione Italiana<br />

per la Ricerca e decisero di chiamare<br />

tutti a raccolta per condurre insieme<br />

la battaglia contro<br />

i tumori. Il cancro<br />

allora sembrava un nemico<br />

invincibile. Ma i<br />

promotori erano convinti<br />

del contrario. Sapevano<br />

che l’umanità,<br />

la civiltà, la scienza medica avrebbero<br />

potuto far vincere la vita. La strada<br />

sarebbe stata lunga, il percorso non<br />

privo di ostacoli, ma il traguardo realmente<br />

raggiungibile.<br />

Fiducia nella ricerca vuol dire fiducia<br />

nel futuro. Sono stati compiuti grandi e<br />

confortanti progressi. Lo abbiamo appena<br />

colto dalle parole della signora Valentina<br />

Robino: il suo intervento è stato,<br />

oltre che un segno di<br />

Nella foto: Pier<br />

Giuseppe Torrani,<br />

presidente AIRC<br />

La fiducia<br />

nella ricerca<br />

è fiducia<br />

nel futuro<br />

speranza realizzata,<br />

un vero inno alla vita<br />

e alla sua vittoria.<br />

Le capacità diagnostiche e terapeutiche,<br />

le conoscenze approfondite delle<br />

patologie, e delle differenze tra di esse,<br />

lo sviluppo della prevenzione e le cure<br />

sempre più personalizzate hanno ridotto<br />

progressivamente la mortalità, hanno<br />

allungato le prospettive di vita e ne<br />

hanno anche migliorato la qualità in<br />

chi si trova a fronteggiare la malattia.<br />

Tutto questo sarebbe stato impossibile<br />

senza il lavoro faticoso<br />

e grandioso, a volte<br />

necessariamente per tentativi<br />

ma esaltante, dei<br />

ricercatori. Tutto questo<br />

sarebbe stato impossibile<br />

senza il finanziamento<br />

alla ricerca, senza cioè quelle risorse<br />

materiali indispensabili che costituiscono<br />

l’investimento per un domani migliore<br />

e il segno tangibile della speranza.<br />

Il contributo di tutti<br />

In questo articolo:<br />

Quirinale e Sergio Mattarella<br />

premio Beppe Della Porta<br />

premio Credere nella Ricerca<br />

Dobbiamo tanto a chi si è fatto battistrada.<br />

All’origine c’è un’intuizione<br />

che definirei comunitaria: su questo<br />

percorso si può procedere soltanto insieme.<br />

Non siamo tutti medici o ricercatori.<br />

Tutti però possiamo concorrere<br />

all’azione per reperire risorse. Tutti<br />

dobbiamo crescere nella conoscenza.<br />

Tutti possiamo contribuire alla prevenzione,<br />

alla cultura della salute, alla<br />

crescita sana dei nostri ragazzi. Tutti<br />

possiamo partecipare alla costruzione<br />

di quella rete di solidarietà, che garantisce<br />

sicurezza; negata da comportamenti<br />

di egoistica chiusura in se stessi.<br />

Sconfiggere definitivamente il cancro<br />

è un traguardo possibile solo a<br />

condizione di un grande impegno comune.<br />

La ricerca stessa va presentata<br />

come impresa di comunità, in cui pubblico<br />

e privato, istituzioni scientifiche<br />

ed enti non profit, cooperino per fini<br />

condivisi. Occorre far crescere gli investimenti<br />

pubblici, puntare con coraggio<br />

sull’intelligenza dei giovani e<br />

sulla qualità dei loro maestri, ma al<br />

tempo stesso è indispensabile il sostegno<br />

delle imprese, delle associazioni,<br />

dei singoli cittadini.<br />

Siamo grati quindi all’AIRC per come<br />

ha sostenuto negli anni e per come<br />

sostiene tuttora la ricerca. Per la tenacia,<br />

per la creatività, per l’organizzazione.<br />

Ogni mese si fanno nuovi passi<br />

avanti.<br />

Tra gli studi più recenti finanziati<br />

dall’AIRC, ricordo quello sull’efficacia<br />

dei farmaci epigenetici nell’immunoterapia,<br />

condotto nel Policlinico Santa<br />

Maria alle Scotte di Siena. Quello sugli<br />

effetti collaterali delle terapie per il<br />

tumore al seno, nell’Ospedale Galliera<br />

di Genova. E ancora gli studi finalizzati<br />

ad approcci personalizzati nella cura<br />

delle recidive, realizzati presso l’Ospedale<br />

San Raffaele di Milano.<br />

Siamo grati a queste e ad altre équipe<br />

anche per la cultura che esse testimoniano.<br />

La ricerca e gli studi di eccellenza<br />

ci consegnano, con frequenza<br />

crescente, soluzioni innovative che<br />

portano a risultati straordinari. Sono i<br />

momenti più alti, più emozionanti. Altre<br />

volte, il lavoro compiuto resta alla<br />

base di tentativi di successo in futuro,<br />

la premessa per risultati che altri riusciranno<br />

a completare. Sempre, comunque,<br />

la ricerca ci indica un metodo:<br />

per raggiungere il risultato, il successo<br />

scientifico, in ogni caso è necessa-<br />

30 | FONDAMENTALE | GENNAIO <strong>2020</strong>


ia una squadra. Tanto più nel mondo<br />

in cui viviamo, così complesso e interdipendente,<br />

non vince mai un campione<br />

solitario. La stessa interpretazione<br />

del dato scientifico ha bisogno oggi di<br />

supporti e di analisi multidisciplinari<br />

del contesto, come ha ricordato il professor<br />

Trinchieri.<br />

Fare squadra contro<br />

la disinformazione<br />

La forza è nell’impegno in comune.<br />

Anche nella ricerca oncologica si evidenzia<br />

sempre più l’importanza clinica<br />

del sistema immunitario e dei fattori<br />

ambientali; alcuni degli studi più recenti,<br />

con il contributo determinante di<br />

scienziati italiani, stanno aprendo nuove<br />

possibilità di intervento e di cura proprio<br />

muovendo da queste scoperte. Allo<br />

stesso modo, potremmo dire, che la lotta<br />

contro i tumori deve diventare un’occasione<br />

per irrobustire il sistema immunitario<br />

del nostro corpo sociale.<br />

Fare squadra vuol dire, per esempio,<br />

sviluppare e diffondere la prevenzione.<br />

Sempre di più, con strategie efficaci<br />

e programmi capillari. Occorre lavorare<br />

per ridurre il divario tra territori:<br />

stiamo parlando di opportunità di vita<br />

per le persone, e nel campo della salute<br />

dobbiamo sentire ancor più come un<br />

dovere, come una incalzante prescrizione<br />

quella rimozione delle diseguaglianze<br />

che la Costituzione ci indica. La<br />

prevenzione sta dando grandi risultati,<br />

non ultima la flessione dei nuovi casi<br />

di tumori in Italia. Flessione particolarmente<br />

significativa se si pensa che questa<br />

avviene mentre si affinano gli strumenti<br />

diagnostici.<br />

Bisogna, quindi, proseguire decisamente<br />

sulla strada della prevenzione,<br />

come ha con chiarezza indicato il Ministro<br />

Speranza, sottolineando le iniziative<br />

di Alleanza contro il cancro. Interessando<br />

le scuole, raggiungendo le famiglie,<br />

soprattutto quelle più in difficoltà<br />

sul piano economico e sociale.<br />

La società dell’informazione veloce<br />

ci spinge in avanti, ma – come ha detto<br />

giustamente l’Avv. Torrani – la rapida<br />

circolazione di informazioni paradossalmente<br />

può generare anche nuove<br />

sacche di disinformazione, o addirittura<br />

la diffusione di credenze anti-scientifiche,<br />

di paure irrazionali, che vanno<br />

contrastate perché possono aprire pericolose<br />

falle in questo sforzo collettivo.<br />

Anche in questo caso, istituzioni pubbliche,<br />

medici e scienziati, insegnanti,<br />

società civile organizzata devono sostenere<br />

il sapere scientifico e far in modo<br />

che produca comportamenti virtuosi<br />

e coerenti. La crescita sana dei bambini,<br />

così come la salute degli adulti e dei<br />

più anziani, passa da un’alimentazione<br />

equilibrata, dal tempo dedicato al movimento,<br />

dall’eliminazione di pratiche<br />

nocive, dalle vaccinazioni, dal seguire<br />

le indicazioni della scienza medica.<br />

Il contagio<br />

del buon esempio<br />

La solidarietà, che oggi promuoviamo,<br />

è essa stessa cultura. E questa cultura<br />

che ci porta ad assumere maggiore<br />

responsabilità nella lotta contro il<br />

cancro deve anche spingerci a migliorare<br />

le condizioni di vita di chi si trova<br />

ad affrontare le sofferenze più gravi.<br />

La persona malata non può essere<br />

mai abbandonata, e ha sempre diritto<br />

a una terapia accurata, un’assistenza rispettosa<br />

della sua dignità, anche quando<br />

la malattia non può guarire. Le cure<br />

palliative – delineate nel 2010 da un<br />

intervento normativo che ha consentito<br />

un indubbio progresso – hanno ora<br />

bisogno di essere rafforzate, soprattutto<br />

nelle aree del Paese dove oggi l’accesso<br />

è più difficile e dove i supporti sono<br />

più carenti.<br />

Il mio augurio – pressoché scontato<br />

perché ne sono certo – è che il vostro<br />

lavoro generi ancora nuovi risultati. Vi<br />

ringrazio per quello che fate. E sono sicuro<br />

che, anche quest’anno, per tanti<br />

italiani l’incontro con voi sarà occasione<br />

di crescita, di riflessione, di maggiore<br />

conoscenza e responsabilità.<br />

Il contagio del buon esempio ci aiuterà<br />

a contrastare meglio ogni malattia.<br />

Fonte: Quirinale<br />

“<br />

PREMIO<br />

CREDERE<br />

NELLA RICERCA<br />

”<br />

Il premio speciale AIRC Credere nella<br />

Ricerca viene attribuito ogni anno a<br />

una persona o un’istituzione che si è<br />

distinta nel suo supporto alla causa di<br />

AIRC. Per il 2019, come già nel 2018,<br />

c’è stata una doppia assegnazione.<br />

Il Presidente Mattarella ha premiato<br />

Loretta Goggi, convinta sostenitrice<br />

della ricerca sul cancro, da 30 anni<br />

voce e volto della missione di AIRC.<br />

La malattia è entrata più volte nella<br />

sua vita, toccandole gli affetti più cari,<br />

senza però mai intaccare la fiducia<br />

nella scienza e l’impegno a fianco dei<br />

ricercatori. Dopo Loretta è stato il<br />

turno dell’azienda Molini Bongiovanni<br />

in quanto rappresentante consapevole<br />

del ruolo che un’impresa ha nel sostegno<br />

alla ricerca scientifica e nella promozione<br />

dell’eccellenza della scienza<br />

nel nostro Paese, ruolo che ha sempre<br />

svolto con continuità e passione. Da<br />

anni ha inserito la Responsabilità<br />

Sociale d’Impresa tra i propri valori<br />

fondanti, considerandola un elemento<br />

di crescita valoriale per l’azienda e i<br />

suoi dipendenti.<br />

Loretta Goggi<br />

Claudio Bongiovanni,<br />

amministratore<br />

di Molini Bongiovanni


PREMIO BEPPE DELLA PORTA<br />

Claudio Tripodo<br />

In questo articolo:<br />

premio Beppe Della Porta<br />

I Giorni della Ricerca<br />

microambiente<br />

Un palermitano<br />

amante delle<br />

contaminazioni<br />

culturali<br />

A Claudio Tripodo, rivelazione dell’oncologia italiana,<br />

è stato assegnato il premio che vuole consolidare<br />

la carriera dei giovani ricercatori<br />

a cura della REDAZIONE<br />

E ’<br />

andata a Claudio Tripodo,<br />

giovane docente di anatomia<br />

patologica all’Università<br />

di Palermo, la prima<br />

edizione del premio della<br />

Fondazione AIRC Beppe Della Porta,<br />

conferito dal Presidente della Repubblica<br />

Sergio Mattarella durante la celebrazione<br />

de I Giorni della Ricerca al palazzo<br />

del Quirinale. L’importanza di aiutare i<br />

giovani è un tema molto caro a Beppe<br />

Della Porta, fondatore di AIRC insieme<br />

a Umberto Veronesi nel 1965. Per questo<br />

il premio a lui intitolato vuole favorire<br />

il consolidamento della carriera scientifica<br />

di un giovane ricercatore che, lavorando<br />

presso una struttura scientifica<br />

del nostro Paese, abbia ottenuto risultati<br />

originali e di risonanza internazionale<br />

nel settore della ricerca sul cancro.<br />

Tripodo, oggi coordinatore del Laboratorio<br />

di immunologia dei tumori<br />

dell’Università di Palermo, è stato tra i<br />

primi a indagare alcuni aspetti del microambiente<br />

tumorale che governa le<br />

interazioni tra le cellule della neoplasia<br />

e quelle normali che ne favoriscono<br />

la crescita. Dopo la laurea nel 2002, ha<br />

cominciato un’intensa attività di ricerca<br />

già durante la scuola di specializzazione,<br />

conclusa nel 2007 sempre nel capoluogo<br />

siciliano, contribuendo a ben 186<br />

pubblicazioni su riviste internazionali,<br />

tra le quali uno studio i cui risultati pubblicati<br />

sulla rivista Cell Stem Cell hanno<br />

avuto oltre 700 citazioni.<br />

Questi successi gli sono valsi il prestigioso<br />

riconoscimento perché, come<br />

riporta la motivazione, “hanno significativamente<br />

contribuito a meglio comprendere<br />

le interazioni tra microam-<br />

biente e cellule tumorali nelle neoplasie<br />

sia solide sia ematologiche”.<br />

Idee chiare<br />

“La ricerca necessita di contaminazioni<br />

da molteplici specialità e discipline<br />

e per questo motivo allo studio<br />

dell’anatomia patologica ho sempre associato<br />

la passione per l’immunologia”<br />

ha commentato Tripodo. “Ho sempre<br />

avuto una chiara idea di cosa volessi<br />

approfondire ma ho potuto fare ricerca<br />

solo grazie agli insegnamenti di scienziati<br />

come Melchiorre Brai dell’Università<br />

di Palermo, Francesco Tedesco<br />

dell’Università di Trieste e Mario Paolo<br />

Colombo dell’INT di Milano.”<br />

Tripodo è stato responsabile di unità<br />

all’interno di un programma AIRC 5<br />

per mille Diagnosi precoce e analisi rischio<br />

tumorale sul microambiente tumorale,<br />

coordinato da Marco Pierotti e<br />

Gabriella Sozzi dell’Istituto nazionale<br />

dei tumori di Milano, prima di ricevere<br />

nel 2015 un Investigator grant con<br />

un progetto sui linfomi.<br />

32 | FONDAMENTALE | GENNAIO <strong>2020</strong>


I GIORNI DELLA RICERCA<br />

Scuole<br />

a cura della REDAZIONE<br />

In occasione de I Giorni della Ricerca, tra il 7 e<br />

l’8 novembre scorso, oltre 3.000 studenti hanno<br />

potuto incontrare un ricercatore semplicemente<br />

andando a scuola. Obiettivo: informare studenti<br />

e insegnanti sui progressi e sulle nuove<br />

frontiere della ricerca oncologica, attraverso la testimonianza<br />

– direttamente in aula – di chi ha fatto della<br />

ricerca un mestiere e una missione. In tutto sono<br />

stati organizzati oltre 30 Incontri con la Ricerca su<br />

tutto il territorio nazionale.<br />

Gli Incontri sono un’opportunità unica di confronto<br />

fra studenti e ricercatori, che permette loro di<br />

discutere non solo di scienza, ma anche di argomenti<br />

quali fattori di rischio per lo sviluppo di malattie<br />

e corretti stili di vita, affrontando in maniera critica<br />

il tema della prevenzione. Anche i volontari AIRC affiancano<br />

gli scienziati, rappresentando la Fondazione<br />

e la sua missione, spiegando quali iniziative vengono<br />

promosse a sostegno della ricerca a livello locale<br />

e nazionale, e testimoniando la gratificazione che<br />

deriva dal poter donare un po’ del loro tempo per sostenere<br />

il lavoro dei ricercatori.<br />

I Giorni della Ricerca<br />

entrano nelle scuole<br />

Oltre 30 incontri in due giorni<br />

per avvicinare i ragazzi alla scienza<br />

Gli Incontri con la Ricerca rientrano nel progetto<br />

AIRC nelle scuole, rivolto a studenti e insegnanti<br />

degli istituti di ogni ordine e grado per avvicinare i<br />

giovani alla cultura della salute e del benessere, alla<br />

scienza e al mondo della ricerca sul cancro, attraverso<br />

attività educational interattive, materiali didattici<br />

e iniziative loro dedicate; perché il futuro della ricerca<br />

comincia in classe. Scopri<br />

il progetto sul sito scuola.airc.it.<br />

GENNAIO 2016 | FONDAMENTALE | 33


I GIORNI DELLA RICERCA<br />

Media e partner<br />

RAI con AIRC<br />

per raccontare<br />

la ricerca sul cancro<br />

I<br />

l progresso della ricerca passa dalla consapevolezza<br />

dei risultati ottenuti e delle nuove sfide da<br />

affrontare. È per questo che RAI e AIRC, da domenica<br />

3 a domenica 10 novembre, hanno rafforzato<br />

una straordinaria alleanza che da venticinque<br />

anni porta le storie dei protagonisti della ricerca nelle<br />

case di milioni di italiani nella più autentica espressione<br />

di servizio pubblico.<br />

Per otto giorni le trasmissioni tv, radio, le testate<br />

giornalistiche e i canali digital della RAI hanno ospitato<br />

e raccontato le storie dei protagonisti della ricerca:<br />

persone che hanno superato la malattia, ricercatori,<br />

medici, volontari. Insieme a loro, i conduttori hanno<br />

coinvolto e invitato il pubblico a donare, per sostenere<br />

una nuova generazione di scienziati che potranno così<br />

avviare progetti innovativi per la cura del cancro.<br />

Domenica 3 novembre, durante Domenica In, Mara<br />

Venier ha acceso il numeratore delle donazioni dando<br />

il via alla maratona RAI per AIRC, una settimana<br />

ricca di appuntamenti speciali come l’Eredità su Rai1,<br />

condotto da Flavio Insinna con la partecipazione straordinaria<br />

di Carlo Conti, ambasciatore AIRC, che ha<br />

presentato anche venerdì 8 uno speciale Tale e Quale<br />

Show. Domenica 10 novembre, nella giornata conclusiva<br />

della maratona si sono passati il testimone Uno<br />

Mattina In Famiglia, Domenica In, Con noi… a ruota libera,<br />

Life su Radio 1, le trasmissioni di RaiSport e infine<br />

lo Speciale AIRC “Conta su di noi” su Rai 3, condotto<br />

da Francesca Fialdini, Michele Mirabella e Pierluigi<br />

Spada.<br />

Per tutta la settimana inoltre Radio1, Radio2, Radio3,<br />

Isoradio insieme ai GR RAI hanno dato voce ai<br />

protagonisti della ricerca, con interviste e approfondimenti<br />

nelle principali trasmissioni.<br />

Hanno inoltre dato spazio agli approfondimenti<br />

scientifici e alle storie di speranza le testate giornalistiche<br />

TG1, TG2, TG3 e Rainews, per non dimenticare il<br />

ruolo ricoperto dal sito RAI e dai profili social che hanno<br />

così informato e coinvolto il pubblico più digitale.<br />

D<br />

iego Fanzaga, giovane campione del quiz televisivo<br />

L’Eredità, ha donato parte della sua vincita ad<br />

AIRC. Milanese, laureato in lettere, si sta specializzando<br />

all’Università di Bologna in semeiotica,<br />

una disciplina che studia la struttura del linguaggio<br />

e che ha un approccio scientifico a una materia considerata<br />

in genere prettamente umanistica. “Non è per questo che<br />

ho scelto di devolvere parte della mia vincita ad AIRC” spiega.<br />

“In realtà prima del quiz non conoscevo AIRC e ciò che fa per<br />

la lotta contro il cancro, ma se ne è parlato proprio durante il<br />

programma. Posso dire che è stata una fortuna, un’occasione<br />

per conoscere una bella realtà che fa qualcosa di importante<br />

per una causa che tocca tutti. Sono contento di avere avuto<br />

questa opportunità di entrare a far parte di coloro che la sostengono.”<br />

34 | FONDAMENTALE | GENNAIO <strong>2020</strong>


I migliori cioccolatini<br />

per sostenere la ricerca<br />

S<br />

abato 9 novembre<br />

migliaia di<br />

persone hanno<br />

invaso le piazze<br />

d’Italia per procurarsi<br />

i Cioccolatini della<br />

Ricerca, prodotti con ingredienti<br />

di altissima qualità,<br />

e sostenere così la ricerca<br />

sul cancro. Le confezioni<br />

di cioccolato erano accompagnate<br />

da un’edizione<br />

speciale di <strong>Fondamentale</strong><br />

in versione pocket che<br />

spiegava i tratti distintivi di<br />

una ricerca scientifica davvero<br />

centrata sul paziente e<br />

raccontava tre storie esemplificative.<br />

Da lunedì 11 novembre<br />

la distribuzione è<br />

continuata in oltre 1.700 filiali<br />

Banco BPM. Un grazie<br />

speciale va come sempre<br />

anche ai nostri volontari<br />

per l’impegno profuso.<br />

Il mondo del calcio<br />

a fianco di AIRC<br />

V<br />

enerdì 8, sabato 9, domenica 10<br />

e lunedì 18 novembre è tornato<br />

Un Gol per la Ricerca, storica<br />

iniziativa di AIRC, organizzata<br />

in collaborazione con FIGC, Lega<br />

Serie A, TIM e AIA, per sensibilizzare<br />

il mondo del calcio e il pubblico dei tifosi<br />

sul tema cancro. Leonardo Bonucci, Claudio<br />

Marchisio, Matteo Politano e Alessio<br />

Romagnoli sono stati i quattro “capitani”<br />

della straordinaria squadra AIRC e i protagonisti<br />

della campagna, che ha coinvolto<br />

i campi di gioco, le trasmissioni sportive,<br />

i media e il web con l’obiettivo di far<br />

crescere una nuova generazione di scienziati<br />

di talento, i futuri “campioni” della<br />

ricerca oncologica. Al loro fianco giocatori<br />

e allenatori della Serie A e gli Azzurri<br />

della Nazionale.<br />

La collaborazione<br />

di RAI Sport,<br />

SkySport, DAZN e<br />

delle testate specializzate<br />

di stampa<br />

e web ha fatto<br />

arrivare il messaggio<br />

a milioni di<br />

appassionati.<br />

I protagonisti dei Giorni<br />

della Ricerca 2019<br />

“C’è stato un momento<br />

in cui ho sentito<br />

il bisogno di fare qualcosa,<br />

di contribuire personalmente<br />

perché io credo nella ricerca.<br />

Così è iniziata la mia avventura<br />

da volontaria.”<br />

“Il grant AIRC<br />

per me non è stato solo<br />

un progetto finanziato ma<br />

anche un riconoscimento, che<br />

ha messo in risalto l’attività<br />

che stavo svolgendo facendomi<br />

superare il confine che c’è<br />

fra un bravo studente e un<br />

capo laboratorio”<br />

“Nonostante il<br />

tumore sono diventata<br />

mamma, ma non è stato<br />

un miracolo, è stata la<br />

bravura e la capacità dei<br />

ricercatori e medici che<br />

mi hanno seguita.”


RACCOLTA FONDI<br />

Run4AIRC e partner<br />

ANCHE NEL <strong>2020</strong>, CORRIAMO PER AIRC!<br />

Sono tantissimi gli<br />

studi che hanno<br />

dimostrato una riduzione<br />

del rischio di<br />

ammalarsi di cancro proporzionale<br />

all’intensità,<br />

durata o frequenza della<br />

pratica sportiva. Per questo<br />

AIRC ha lanciato il<br />

programma #oggicorroperAIRC,<br />

dedicato a tutti<br />

gli appassionati di movimento<br />

e di running, al<br />

quale hanno aderito nel<br />

solo 2019 più di 400 atleti.<br />

Anche per tutto il<br />

<strong>2020</strong>, nelle principali manifestazioni<br />

sportive italiane,<br />

sarà possibile scegliere<br />

di impegnarsi per<br />

AIRC unendo l’impegno<br />

agonistico a quello solidale<br />

a favore della ricerca.<br />

I prossimi appuntamenti<br />

primaverili saranno<br />

il 5 aprile la Milano<br />

Marathon e il 25 marzo la nuovissima Run Rome The Marathon. Per entrambe le<br />

competizioni sarà possibile scegliere di partecipare alla classica gara individuale<br />

lunga 42 chilometri oppure alla staffetta in team da quattro persone, percorrendo<br />

10 chilometri ciascuno. Unisciti alla nostra squadra, aspettiamo anche te!<br />

Per info sul progetto visita run4airc.it.<br />

BORSE DI STUDIO<br />

INTITOLATE<br />

ALLE AZIENDE<br />

Per dare maggiore concretezza al<br />

proprio impegno per la ricerca,<br />

sempre più aziende scelgono di<br />

finanziare una borsa di studio intitolandola<br />

con la propria ragione sociale.<br />

Finanziare una borsa di studio significa<br />

sostenere concretamente una<br />

o più annualità del lavoro di un giovane<br />

ricercatore. Ringraziamo AICG,<br />

Boxmarche, Conad, Fondazione Rocca,<br />

Francescon O.P., i dipendenti di<br />

Finanza e Futuro (Gruppo Deutsche<br />

Bank), Fondo Asim, Griff, Molini Bongiovanni,<br />

Reale Foundation, The Estée<br />

Lauder Companies Italia, T.R.S. Group,<br />

Unicredit Foundation, Vitasnella e Zalando<br />

per aver creduto nell’importanza<br />

della ricerca e nel lavoro dei giovani<br />

ricercatori.<br />

Una borsa di studio è stata intitolata<br />

alla Milano Marathon alla quale<br />

hanno partecipato aziende e dipendenti.<br />

Per i tuoi progetti di partnership<br />

a sostegno della ricerca scrivi a<br />

partnership@airc.it<br />

COSÌ BUONO CHE FA ANCHE BENE<br />

COSÌ BUONO<br />

CHE FA ANCHE<br />

BENE.<br />

Scegli l’olio che aiuta<br />

a prevenire il cancro.<br />

Scopri come su airc.it/olio<br />

Nel mese di dicembre, in collaborazione con Italia Olivicola – consorzio di produttori<br />

di olio, 40 frantoi hanno promosso un’attività di raccolta fondi a favore<br />

di AIRC e una campagna di sensibilizzazione sui corretti stili alimentari per prevenire<br />

il cancro.<br />

Per ogni bottiglia o lattina di olio venduta, contrassegnata con il marchio di AIRC,<br />

i frantoi hanno donato 2 euro per aiutare i ricercatori a rendere il cancro sempre più<br />

curabile.<br />

L’iniziativa aveva anche l’obiettivo di far conoscere al pubblico l’importanza del<br />

consumo dell’olio extravergine di oliva che, abbinato a un’alimentazione ricca di cibi<br />

vegetali, come cereali integrali e legumi, verdura e frutta, aiuta a prevenire i tumori<br />

intestinali.<br />

Per maggiori informazioni airc.it/alimentazione<br />

36 | FONDAMENTALE | GENNAIO <strong>2020</strong>


RACCOLTA FONDI<br />

Arance della Salute<br />

Sostieni la ricerca,<br />

mangia arance<br />

Si svolgerà sabato 25 gennaio per il trentesimo<br />

anno Arance della Salute, l’iniziativa<br />

di AIRC per sostenere la ricerca oncologica<br />

e informare su cura e prevenzione<br />

a cura della REDAZIONE<br />

L<br />

e arance rosse sono un alimento<br />

dalle straordinarie<br />

qualità, ricche di antociani,<br />

pigmenti naturali dai poteri<br />

antiossidanti, e di vitamina<br />

C (circa il 40 per cento in più rispetto<br />

agli altri agrumi). Per questo AIRC le<br />

ha scelte come simbolo dell’alimentazione<br />

sana ed equilibrata, essenziale<br />

per la prevenzione. E per questo, per<br />

il trentesimo anno, il 25 gennaio AIRC<br />

torna in 2.500 piazze di tutta Italia con<br />

il suo esercito di 20.000 volontari, per<br />

distribuire le Arance della Salute e raccogliere<br />

così fondi a sostegno della migliore<br />

ricerca oncologica. Con un contributo<br />

minimo di 10 euro per una reticella<br />

da 2,5 kg di arance rosse, tutti i<br />

sostenitori che si recano ai banchetti<br />

potranno contribuire al lavoro di circa<br />

5.000 ricercatori. Come ogni anno,<br />

inoltre, <strong>Fondamentale</strong> si sposta in piazza<br />

nel suo formato pocket, un numero<br />

speciale distribuito insieme alle reticelle<br />

e dedicato ai progressi della ricerca<br />

e alla prevenzione, con un inserto<br />

che presenterà ricette sane e gustose.<br />

Le Arance della Salute arrivano anche<br />

sui banchi di scuola con “Cancro, io ti<br />

boccio”: in centinaia di istituti in tutta<br />

Italia venerdì 24 e sabato 25 gennaio<br />

bambini e ragazzi, insieme ai genitori<br />

e agli insegnanti, diventano volontari<br />

per un giorno, distribuendo le arance<br />

rosse di AIRC.<br />

Per trovare le Arance<br />

della Salute chiama il numero<br />

840 001 001 (dal 13 gennaio)<br />

o vai sul sito airc.it<br />

SORBETTO AL TÈ EARL GREY,<br />

ZUPPA DI ARANCE, INSALATA<br />

DI CAROTE E DRAGONCELLO<br />

INGREDIENTI PER 4<br />

Acqua 500 ml<br />

Tè Earl Grey 15 g<br />

Foglie di stevia essiccata 15 g<br />

Succo di limone 3 g<br />

Foglie di stevia essicata 10 g<br />

Carote 150 g<br />

Dragoncello 3 g<br />

Arance 600 g<br />

PROCEDIMENTO<br />

Fare bollire 300 ml d’acqua e fuori<br />

dal fuoco aggiungere la stevia, dopo 15<br />

minuti aggiungere il tè Earl Grey e proseguire<br />

l’infusione per altri 5 minuti,<br />

poi filtrare il tutto, aggiungere il succo<br />

di limone e passare nella gelatiera.<br />

Far bollire altri 200 ml d’acqua, aggiungere<br />

la stevia e lasciare 15 minuti<br />

in ammollo. Pulire le carote con il pelapatate,<br />

grattarle con l’apposita grattugia,<br />

scolare l’acqua dalla stevia e tenere<br />

le carote nel liquido per 15 minuti,<br />

poi scolarle e tenere l’acqua da parte.<br />

Pelare le arance a crudo, ricavandone<br />

gli spicchi privati della pelle.<br />

REALIZZAZIONE<br />

Alla base di piatti fondi mettere gli<br />

spicchi d’arancia, coprirli con le carote,<br />

posizionare le foglie di dragoncello,<br />

sopra una pallina di sorbetto al tè, e<br />

intorno un cucchiaio di acqua di stevia.<br />

MORENO CEDRONI<br />

Nella mia cucina non manca mai l’attenzione<br />

alla sana alimentazione e i miei ospiti a<br />

tavola lo sanno: l’equilibrio tra gusto e valori<br />

nutrizionali è alla base di tutte le mie ricette.<br />

Da questo punto di partenza c’è poi una parola<br />

che ha sempre caratterizzato la mia attività: la<br />

ricerca, che mi permette di creare nuovi piatti<br />

e donare così alle persone, nel mio piccolo, un<br />

momento di gioia. Per questo ammiro chi per<br />

mezzo della ricerca lavora per donare a milioni di persone una gioia<br />

immensamente più grande: la salute. Ed ecco perché ho scelto di<br />

sostenere AIRC e di affiancarmi ai ricercatori per comunicare l’importanza<br />

della sana alimentazione per prevenire il cancro.<br />

GENNAIO <strong>2020</strong> | FONDAMENTALE | 37


IL MICROSCOPIO<br />

Federico Caligaris Cappio<br />

Direttore scientifico AIRC<br />

ATTENTI<br />

ALLE TRUFFE<br />

AIRC non effettua la<br />

raccolta fondi “porta a<br />

porta”, con incaricati<br />

che vanno<br />

di casa in casa.<br />

Nel caso dovesse<br />

succedere, stanno<br />

tentando di truffarvi.<br />

Denunciate<br />

subito la truffa<br />

chiamando<br />

il numero unico per<br />

le emergenze 112.<br />

Riflessioni sul 2019<br />

e proiezioni per il <strong>2020</strong><br />

I<br />

l Microscopio di gennaio, come tradizione,<br />

riflette sui risultati conseguiti dalla ricerca<br />

oncologica nell’ultimo anno e sugli impegni<br />

propositivi di AIRC per quello che ci attende.<br />

Il 2019 è stato un anno molto importante per la<br />

ricerca oncologica come testimoniato dall’assegnazione<br />

del premio Nobel per la Medicina agli<br />

scienziati Willian Kaelin, Peter Ratcliffe e Gregg<br />

Semenza che hanno scoperto come le cellule rispondono<br />

e si adattano alla disponibilità di ossigeno.<br />

Tutte le cellule hanno bisogno di ossigeno<br />

per trasformare le sostanze nutritive in energia<br />

e attivano meccanismi protettivi qualora l’ossigeno<br />

si riduca. La quantità di ossigeno disponibile<br />

varia nei diversi tessuti costringendo la cellula<br />

ad adattare il proprio metabolismo. Le cellule<br />

tumorali utilizzano grandi quantità di ossigeno<br />

e sanno sfruttare i meccanismi di compenso a<br />

proprio vantaggio. Le scoperte di Kaelin, Ratcliffe<br />

e Semenza hanno posto le basi per lo sviluppo<br />

di terapie anti-tumorali basate su farmaci capaci<br />

di interferire selettivamente con questo processo<br />

nelle neoplasie che ne fanno uso. Gli stessi<br />

ricercatori nel 2016 avevano vinto il premio americano<br />

Albert Lasker, molto prestigioso perché<br />

considerato una probabile “anticamera” del Nobel.<br />

Il premio Lasker 2019 per la ricerca medica<br />

di base è stato invece assegnato a Max D. Cooper<br />

e Jacques Miller, per la scoperta delle cellule<br />

dell’immunità specifica: i linfociti B e T. I loro<br />

studi hanno aperto la strada sia alla comprensione<br />

dei meccanismi che portano allo sviluppo<br />

dei tumori linfoproliferativi sia alla immunoterapia.<br />

Il premio Lasker-DeBakey per la ricerca<br />

clinica è andato invece a Michael Shepard, Dennis<br />

Slamon e Axel Ullrich, che per primi hanno<br />

sviluppato un anticorpo monoclonale contro un<br />

recettore presente sulle cellule di molti tumori<br />

mammari. Il farmaco, noto con il nome di trastuzumab,<br />

è diventato una terapia salvavita per tante<br />

donne con cancro al seno. L’immunoterapia,<br />

stimolando il sistema immunitario ad aggredire<br />

le cellule tumorali, sta rivoluzionando l’oncologia.<br />

Questi progressi non sarebbero stati possibili<br />

se alcuni scienziati non avessero identificato<br />

con precisione le cellule del sistema immunitario<br />

e compreso il loro funzionamento.<br />

L’esempio dell’immunoterapia sottolinea<br />

l’importanza della ricerca di base che permette<br />

un progressivo, magari lento, ma continuo miglioramento<br />

della diagnosi e della terapia. Al<br />

contempo, i risultati della immunoterapia indicano<br />

anche che purtroppo nessun progresso<br />

è tale in tutti i casi. Questo vale soprattutto<br />

per i tumori cosiddetti “rari”, cioè i tumori molto<br />

poco frequenti o i tumori “comuni” caratterizzati<br />

da anomalie molecolari insolite. Gli insuccessi<br />

portano a riflettere sullo slogan della<br />

American Society of Clinical Oncology (ASCO)<br />

“Prendersi cura di ogni paziente, imparare da<br />

ogni paziente”. Capire le ragioni scientifiche dei<br />

fallimenti è una delle sfide attuali. Sono proprio<br />

i fallimenti a motivare ulteriormente i ricercatori<br />

a cercare nuove modalità e AIRC a continuare<br />

nella propria missione di promuovere e<br />

sostenere la migliore ricerca oncologica in Italia.<br />

Scopo del costante impegno di AIRC è stimolare<br />

e aiutare la ricerca sul cancro a raggiungere<br />

il vero obiettivo: terapie sempre più<br />

efficaci e risolutive in tutti i casi.<br />

38 | FONDAMENTALE | APRILE 2014


SCOPRI LE NUOVE<br />

IDEE SOLIDALI!<br />

DAI VOSTRI MOMENTI SPECIALI<br />

PRENDE FORMA NUOVA RICERCA.<br />

La vita è piena di occasioni che vale la pena di celebrare: dal matrimonio<br />

al battesimo, dalla cresima alla laurea. Scegliendo le idee solidali AIRC<br />

donerete un sostegno concreto a chi lavora ogni giorno per rendere<br />

il cancro sempre più curabile.<br />

Potete scoprire tutte le nuove proposte su shop.airc.it<br />

o chiamando il numero 02 901.692.90


CI SONO BATTAGLIE<br />

CHE SI COMBATTONO<br />

INSIEME<br />

SABATO<br />

25 GEN<br />

LE ARANCE DELLA SALUTE ®<br />

* Uno scatto da tutta Italia, attivo a<br />

partire dal 13 gennaio, 24 ore su 24.<br />

Unisciti a noi, ti aspetta un pieno di vitamine: arance<br />

rosse, miele e marmellata di arance. Sosterrai il lavoro<br />

dei ricercatori, per rendere il cancro sempre più curabile.<br />

I NOSTRI VOLONTARI TI ASPETTANO IN PIAZZA.<br />

Per sapere dove: 840.001.001 * - AIRC.IT

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!