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Numero 1 - gennaio <strong>2020</strong><br />
DISEGUAGLIANZE<br />
Soldi, educazione e<br />
accesso all’informazione<br />
possono determinare<br />
anche lo stato di salute<br />
Numero 1 - gennaio <strong>2020</strong> - Anno XLVIII - AIRC Editore - Poste Italiane spa Sped. in Abb. Postale D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 LO/MI - ISSN 2035-4479<br />
Trent’anni di Arance della Salute nelle piazze<br />
COME LA NUTRIZIONE DIVENTA SCIENZA
SOMMARIO<br />
FONDAMENTALE gennaio <strong>2020</strong><br />
In questo numero:<br />
04<br />
STILI DI VITA<br />
Trent’anni di Arance, trent’anni di ricerca<br />
07<br />
AGENDA 2030<br />
I 17 goal per la sostenibilità nella partita<br />
contro il cancro<br />
NOTIZIE FLASH<br />
10 Dal mondo<br />
12<br />
DISEGUAGLIANZE<br />
Obiettivo: ridurre le diseguaglianze<br />
15<br />
ONCOLOGIA MEDICA<br />
Maggiore impegno contro i tumori più ostici<br />
18<br />
BORSE DI STUDIO<br />
I giovani non stanno fermi a guardare<br />
20<br />
TESTIMONIANZA<br />
Una speranza concreta per il futuro<br />
21<br />
FARMACI INNOVATIVI<br />
Norme e tutele per le prescrizioni sperimentali<br />
24<br />
IFOM<br />
Nutrizione, metabolismo e cancro.<br />
Legame antico, soluzioni nuove<br />
26<br />
FARE CHIAREZZA<br />
Supplementi e pillole non sostituiscono il cibo<br />
28<br />
RUBRICHE<br />
I traguardi dei nostri ricercatori<br />
29<br />
I GIORNI DELLA RICERCA<br />
La forza della ricerca è nell’impegno in comune<br />
Un palermitano amante delle contaminazioni culturali<br />
I Giorni della Ricerca entrano nelle scuole<br />
RAI con AIRC per raccontare la ricerca sul cancro<br />
36<br />
RACCOLTA FONDI<br />
Partner<br />
Le Arance della Salute<br />
38<br />
IL MICROSCOPIO<br />
Riflessioni sul 2019 e proiezioni per il <strong>2020</strong><br />
04<br />
07<br />
15<br />
I tumori più aggressivi<br />
richiedono più ricerca<br />
scientifica<br />
21<br />
Nei 30 anni di<br />
esistenza delle<br />
Arance della<br />
Salute, la ricerca<br />
ha studiato<br />
come prevenire<br />
il cancro con<br />
l’alimentazione<br />
Gli obiettivi<br />
di sviluppo<br />
sostenibile<br />
promossi<br />
dall’ONU avranno<br />
un impatto<br />
importante anche<br />
sui tumori<br />
In alcuni casi i pazienti<br />
possono accedere a<br />
farmaci sperimentali<br />
FONDAMENTALE<br />
Anno XLVIII - Numero 1<br />
<strong>Gennaio</strong> <strong>2020</strong> - AIRC Editore<br />
DIREZIONE E REDAZIONE<br />
Fondazione AIRC<br />
Viale Isonzo, 25 - 20135 Milano<br />
tel. 02 7797.1 - airc.it - redazione@airc.it<br />
Codice fiscale 80051890152<br />
Autorizzazione del Tribunale di Milano n° 128<br />
del 22 marzo 1973.<br />
Stampa Rotolito S.p.A.<br />
DIRETTORE RESPONSABILE<br />
Niccolò Contucci<br />
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Daniela Ovadia (Agenzia Zoe)<br />
COORDINAMENTO EDITORIALE<br />
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REDAZIONE<br />
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PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE<br />
Umberto Galli<br />
TESTI<br />
Alessia Di Chiara, Cristina Ferrario, Carlotta Jarach, Daniela<br />
Ovadia, Elena Riboldi, Fabio Turone<br />
FOTOGRAFIE E ILLUSTRAZIONI<br />
Lorenzo Burlando, Maurizio D’Avanzo, Alberto Gottardo, Francesco Poroli<br />
<strong>Fondamentale</strong> è stampato su carta<br />
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da foreste gestite in maniera corretta<br />
e responsabile secondo rigorosi standard<br />
ambientali, sociali ed economici.
EDITORIALE<br />
TANTI MODI PER<br />
AIUTARE LA RICERCA.<br />
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ATTENTI ALLE TRUFFE<br />
AIRC non effettua la raccolta<br />
fondi “porta a porta”,<br />
con incaricati che vanno<br />
di casa in casa.<br />
Nel caso dovesse succedere,<br />
stanno tentando di truffarvi.<br />
Denunciate subito la truffa<br />
chiamando il numero unico<br />
per le emergenze 112.<br />
Pier Giuseppe Torrani<br />
Presidente AIRC<br />
Il linguaggio parte integrante<br />
della ricerca oncologica<br />
Il linguaggio contribuisce a fare esplodere l’intelligenza. Senza di esso non saremmo<br />
stati capaci di trasferire conoscenza e generare quell’intelligenza collettiva che è la<br />
cultura, attraverso cui si tramanda il sapere, né avremmo potuto saldare i legami<br />
necessari a mantenere saldo il gruppo sociale.<br />
Con queste parole Giulio Maina nel suo libro Il cervello è più grande del cielo ci invita a<br />
riflettere sull’importanza del linguaggio.<br />
È un messaggio pregnante per AIRC, che ha tra i suoi compiti quello di contribuire a<br />
formare una cultura scientifica nel nostro Paese. La lotta contro il cancro si combatte<br />
infatti anche con un’adeguata e articolata informazione sulla complessità del nostro sistema<br />
biologico. In un’epoca di fake news, semplificazioni e battute liquidatorie, obiettivo<br />
di AIRC è di raccontare la complessità della scienza e la bellezza degli sforzi che migliaia<br />
di scienziati stanno facendo per discutere i risultati del lavoro di ricerca.<br />
Dobbiamo, quindi, ricercare i modi in cui raccontare la complessità, rendendola comprensibile<br />
a tutti. Il linguaggio è una continua ricerca e ci impone di aggiornare le nostre<br />
espressioni per capire e rendere comprensibile ciò che appare di prima impressione difficile<br />
da capire. Perché la scienza sia davvero patrimonio di tutti, i suoi risultati devono<br />
poter essere compresi da chiunque.<br />
Nel nostro piccolo cerchiamo con l’aiuto di molti di rendere comprensibile ciò che può<br />
apparire di difficile comprensione.<br />
La scienza del linguaggio diventa così parte integrante della ricerca oncologica.<br />
<strong>Fondamentale</strong> per la prevenzione<br />
A gennaio tornano nelle piazze italiane Le Arance della Salute: per l’occasione<br />
<strong>Fondamentale</strong> dedica alcuni articoli al tema dei corretti stili di vita<br />
GENNAIO <strong>2020</strong> | FONDAMENTALE | 3
STILI DI VITA<br />
Arance della Salute<br />
Trent’anni<br />
di Arance,<br />
trent’anni<br />
di ricerca<br />
Le conoscenze su ciò che è meglio fare<br />
per mantenersi in salute (specialmente<br />
sul piano dell’alimentazione) sono state<br />
acquisite di recente e, nelle trenta<br />
edizioni dell’iniziativa di piazza per la<br />
distribuzione delle Arance della Salute,<br />
AIRC ha contribuito a diffonderle<br />
a cura della REDAZIONE<br />
Se AIRC ha scelto<br />
proprio le arance<br />
come frutto simbolo<br />
di una sana alimentazione,<br />
un po’<br />
lo si deve anche a James Lind,<br />
medico della marina britannica<br />
vissuto agli inizi del XVIII<br />
secolo. Fu lui, infatti, a scoprire<br />
che lo scorbuto – una malattia<br />
che colpiva i marinai che compivano<br />
lunghe traversate senza<br />
mai toccare terra – dipendeva<br />
da una carenza alimentare:<br />
la mancanza di frutta e verdura<br />
fresca, che Lind risolse caricando<br />
sulle navi grandi quantità di<br />
agrumi, in grado di conservarsi<br />
a lungo. Oggi sappiamo che<br />
nell’alimentazione dei marinai<br />
veniva a mancare la vitamina<br />
C, di cui sono ricchi proprio limoni<br />
e arance.<br />
Quella di Lind è considerata<br />
la prima ricerca medica<br />
moderna e la prima ricerca<br />
scientifica in tema di nutrizione,<br />
anche se già nell’antichità<br />
i medici attribuivano grande<br />
valore al cibo e alle sue proprietà<br />
protettive o, viceversa,<br />
ai suoi potenziali pericoli.<br />
IL NESSO COI TUMORI<br />
Il nesso tra alimentazione e<br />
sviluppo di una certa malattia<br />
viene studiato dall’epidemiologia.<br />
È questa la scienza che<br />
raccoglie una gran mole di dati<br />
sugli stili di vita delle persone<br />
e li analizza cercando di<br />
trovare un elemento comune<br />
a tutti coloro che si ammalano<br />
di una specifica malattia. Può<br />
sembrare semplice ma non lo<br />
è affatto, anche perché l’associazione<br />
di due fattori non significa<br />
necessariamente che<br />
vi sia tra loro una relazione di<br />
causa ed effetto.<br />
Non è quindi sufficiente<br />
sapere che chi si ammala sia<br />
stato un grande consumatore<br />
di un determinato alimento:<br />
è necessario anche formulare<br />
Le date che hanno<br />
cambiato il modo<br />
di stare a tavola<br />
1960<br />
La ricerca sulle specifiche<br />
cause di cancro legate<br />
all’alimentazione inizia a produrre<br />
significativi risultati. Sono identificati<br />
alcuni cancerogeni chimici, in seguito<br />
vietati ed eliminati.<br />
1967<br />
Uno studio dimostra che gli<br />
immigrati giapponesi negli<br />
USA si ammalano, dopo qualche anno,<br />
di tumori simili a quelli degli americani.<br />
A conferma del ruolo degli stili di vita<br />
nello sviluppo<br />
dei<br />
tumori.<br />
1969<br />
L’oncologo Burkitt ipotizza<br />
che la mancanza di fibre<br />
nella dieta occidentale possa contribuire<br />
allo sviluppo del cancro del colon.<br />
1973<br />
Lo IARC di Lione diffonde i<br />
dati di incidenza del cancro<br />
divisi per Paesi. Numeri e tipi variano<br />
moltissimo: un’indicazione che le cause<br />
possano essere legate ad ambiente e stili<br />
di vita, oltre che a caratteristiche<br />
genetiche<br />
tipiche di<br />
ciascuna popolazione.<br />
1975<br />
Vengono pubblicati alcuni<br />
studi sulla relazione tra<br />
conservazione dei cibi sotto sale,<br />
bassi livelli di vitamina C e cancro dello<br />
stomaco.<br />
1981<br />
Due epidemiologi<br />
britannici,<br />
Richard Doll e<br />
Richard Peto,<br />
stimano che il 30-<br />
35 % dei tumori<br />
possa essere prevenuto con una dieta<br />
caratterizzata da meno grassi e carne e<br />
più frutta e verdura.<br />
1982<br />
La National Academy of<br />
Sciences pubblica negli USA<br />
il primo grande rapporto su cibo e cancro,<br />
che comprende anche le prime linee<br />
guida per una corretta alimentazione.<br />
1990<br />
Vengono pubblicati molti<br />
studi che confermano la<br />
relazione tra alcuni cibi e il cancro ed<br />
evidenziano inoltre altre associazioni fra<br />
stili di vita e tumori. Risultano correlati<br />
il consumo di alcolici e i tumori del<br />
colon e del seno.
un’ipotesi sui meccanismi che<br />
possano eventualmente collegare<br />
il consumo di quel cibo<br />
alla malattia. Per questo la ricerca<br />
moderna sta puntando<br />
sull’epidemiologia molecolare,<br />
che cerca di individuare le<br />
relazioni biologiche tra una<br />
determinata abitudine di vita<br />
e l’aumentato rischio di sviluppare<br />
una certa malattia.<br />
Un altro sistema per verificare<br />
l’esistenza di una reale<br />
relazione di causa ed effetto è<br />
la sperimentazione in laboratorio<br />
(per esempio su tessuti<br />
trattati con grandi concentrazioni<br />
di un principio attivo<br />
contenuto in un alimento) o<br />
su modelli animali. Se l’esposizione<br />
a una certa sostanza in<br />
laboratorio induce la formazione<br />
di tumori (o la trasformazione<br />
della cellula), è possibile,<br />
talora anche probabile,<br />
che la stessa situazione si verifichi<br />
anche all’interno dell’organismo<br />
umano.<br />
Quanto incide davvero<br />
l’alimentazione sul rischio<br />
di cancro? Il tema è dibattuto<br />
e non è semplice dare una<br />
risposta univoca. Secondo il<br />
World Cancer Research Fund,<br />
la maggiore istituzione internazionale<br />
dedicata all’analisi<br />
di quanto sappiamo in materia<br />
di alimentazione e cancro,<br />
le cattive abitudini alimentari<br />
sarebbero responsabili di<br />
circa il 30 per cento dei casi<br />
di tumore, una percentuale<br />
che sale se, oltre a non seguire<br />
una dieta equilibrata, si è<br />
anche sedentari.<br />
do dati importanti sul ruolo<br />
dell’obesità nello sviluppo di<br />
malattie cardiovascolari e tumori.<br />
Il Nurses’ Health Study,<br />
che analizza gli stili di vita<br />
delle infermiere americane<br />
fin dal 1976, ha permesso di<br />
scoprire il ruolo dell’alimentazione<br />
nello sviluppo dei tumori<br />
femminili.<br />
Infine lo studio EPIC, a cui<br />
ha contribuito in passato anche<br />
AIRC, ha permesso di scoprire<br />
quali abitudini alimentari<br />
degli europei aiutino a prevenire<br />
i tumori<br />
e quali, invece,<br />
ne rendano più<br />
probabile l’insorgenza.<br />
Lo<br />
studio è partito<br />
nel 1992 ed è<br />
ancora in corso; nei prossimi<br />
anni potrà dare informazioni<br />
importanti, perché i ricercatori<br />
hanno a disposizione campioni<br />
biologici (sangue, tessuti)<br />
di molti dei partecipanti e<br />
Gli studi per<br />
individuare<br />
una dieta<br />
salutare<br />
In questo articolo:<br />
nutrizione<br />
stili di vita<br />
epidemiologia<br />
DAL CIBO ALLA DIETA<br />
Dagli inizi del XX secolo a<br />
oggi sono stati condotti molti<br />
studi epidemiologici importanti.<br />
Lo studio Framingham<br />
ha analizzato gli stili di vita<br />
degli abitanti della omonima<br />
cittadina del Massachusetts<br />
per ben 72 anni (l’osservazione<br />
è iniziata nel 1948) fornencontano<br />
di verificare quali caratteristiche<br />
molecolari sono<br />
cambiate nel corso del tempo<br />
in relazione agli stili di vita e<br />
di mettere queste variazioni<br />
in relazione con lo sviluppo di<br />
eventuali malattie.<br />
Più recentemente, un panel<br />
di studiosi si è riunito<br />
sotto la sigla EAT Lancet per<br />
tentare di mettere ordine nella<br />
gran mole di studi pubblicati<br />
su cibo e salute, le cui<br />
conclusioni sono talvolta in<br />
contrasto tra loro. L’obiettivo<br />
era ambizioso:<br />
identificare le<br />
caratteristiche<br />
universali di<br />
una dieta salutare,<br />
ovvero<br />
l’equilibrio tra<br />
i diversi cibi applicabile a tutti<br />
i diversi stili alimentari e a<br />
tutte le culture.<br />
Le critiche al progetto EAT<br />
Lancet non mancano (secondo<br />
alcuni le raccomandazioni non<br />
1994<br />
L’epidemiologa italiana Silvia<br />
Franceschi osserva che per la<br />
prevenzione del cancro una dieta varia<br />
è migliore di una dieta anche sana ma<br />
molto restrittiva.<br />
2014<br />
Da EPIC arrivano altre<br />
informazioni che dimostrano<br />
come l’obesità costituisca un fattore<br />
di rischio per molti tipi di tumori, in<br />
particolare se aumenta la circonferenza<br />
addominale.<br />
1996<br />
Gli epidemiologi Steinmetz<br />
e Potter dimostrano che<br />
le diete ricche di vegetali e frutta<br />
(comprendenti quindi fibre, sostanze<br />
antiossidanti e altri micronutrienti)<br />
riducono il rischio di ammalarsi.<br />
2004<br />
Si chiude la raccolta dei<br />
dati di EPIC, lo studio<br />
epidemiologico sulle abitudini di<br />
vita degli europei, cofinanziato da<br />
AIRC. I risultati indicano che la dieta<br />
mediterranea è il modello alimentare<br />
più efficace nella prevenzione del<br />
cancro.<br />
2012-13<br />
I dati EPIC<br />
evidenziano che il<br />
consumo di flavonoidi (antiossidanti<br />
contenuti in molti cibi di origine<br />
vegetale) riduce il rischio di cancro<br />
gastrico. Si conferma inoltre il rischio<br />
associato al consumo di carni lavorate.<br />
GENNAIO <strong>2020</strong> | FONDAMENTALE | 5
STILI DI VITA<br />
Arance della Salute<br />
TESTIMONIAL<br />
IN PIAZZA<br />
CON LA PROPRIA STORIA<br />
Jury Floreani vive a Bollate, in provincia di Milano. Nel<br />
2010 gli viene diagnosticato un tumore al testicolo. Ha<br />
solo 32 anni, un’intera vita davanti e il progetto di costruire<br />
una famiglia: tutto rischia di essere compromesso.<br />
Viene operato all’Ospedale Sacco di Milano e segue la<br />
fase successiva di cure e di follow-up all’Ospedale Humanitas<br />
di Rozzano.<br />
Prima dell’intervento decide di procedere con la conservazione<br />
del seme. “Sognavo una famiglia e dei figli” dice.<br />
È la scelta giusta: “A dicembre 2015, a quattro anni dalla<br />
chemioterapia, sono diventato padre. Mia figlia Sveva è il<br />
regalo più inaspettato che la vita mi abbia fatto”. Due anni<br />
dopo arriva anche la più piccola, Nora.<br />
Quando ha terminato le cure ed è stato dichiarato guarito,<br />
Jury ha deciso di dare il suo contributo per sostenere<br />
la ricerca sulla malattia che lo aveva colpito. “Non essendo<br />
un ricercatore, non avendo competenze tecniche, non<br />
avendo neanche grosse disponibilità economiche, l’unico<br />
modo era dedicarmi al volontariato” spiega. “Quindi ho<br />
chiamato AIRC perché è un’organizzazione che si occupa di<br />
finanziare la ricerca sul cancro ed è trasparente nel rendicontare<br />
l’utilizzo delle risorse. Inoltre, in questi anni, ho<br />
avuto modo di conoscere diversi ricercatori, quindi so dove<br />
vanno a finire i fondi che aiuto a raccogliere.”<br />
Da allora Jury, con<br />
un gruppo di una quindicina<br />
di volontari che<br />
ha contribuito a riunire,<br />
partecipa ogni anno<br />
alle iniziative di piazza:<br />
i cioccolatini, le arance<br />
e le azalee. “Cerco poi<br />
di sensibilizzare le<br />
persone sul tema della<br />
ricerca contro il cancro,<br />
perché aiutino, anche<br />
con piccole donazioni.<br />
Da qualche anno ho<br />
accettato inoltre di testimoniare<br />
raccontando<br />
la mia esperienza di<br />
malattia, perché altri<br />
possano trarre informazioni<br />
ma anche forza<br />
da una vicenda che è<br />
finita bene.”<br />
sarebbero abbastanza stringenti<br />
per essere davvero protettive),<br />
ma si tratta comunque di<br />
un tentativo interessante che<br />
considera anche la sostenibilità<br />
ambientale della produzione<br />
del cibo, perché una dieta<br />
sana deve esserlo sia per l’individuo<br />
sia per l’ambiente.<br />
Tutti gli studi, però, convergono<br />
su un punto: nessun<br />
alimento, da solo, è in grado<br />
di prevenire i tumori (o qualsiasi<br />
altra malattia). L’effetto<br />
preventivo dell’alimentazione<br />
è una questione di dieta,<br />
più che di singoli cibi. La dieta<br />
mediterranea è quella che<br />
appare più facile da seguire e<br />
a favore della quale esiste la<br />
maggior quantità di studi disponibili.<br />
Le regole sono semplici:<br />
consumare molti alimenti<br />
di origine vegetale, un<br />
po’ di frutta, carboidrati provenienti<br />
soprattutto da cereali<br />
integrali, proteine prevalentemente<br />
vegetali (come i legumi)<br />
riducendo quelle di origine<br />
animale, un po’ di pesce e<br />
olio d’oliva come fonte privilegiata<br />
di grassi.<br />
Se vuoi partecipare<br />
alle manifestazioni<br />
nazionali o agli<br />
eventi dei Comitati<br />
regionali di AIRC,<br />
candidati compilando<br />
il modulo su<br />
www.generazioneairc.it<br />
oppure chiama<br />
il numero 02 779 77 77.<br />
6 | FONDAMENTALE | GENNAIO <strong>2020</strong>
AGENDA 2030<br />
Focus sul cancro<br />
I 17 goal per<br />
la sostenibilità nella<br />
partita contro il cancro<br />
La sfida contro il tumore si vince occupandosi<br />
della malattia dal punto di vista clinico, ma anche<br />
puntando a obiettivi più ampi che abbracciano<br />
diversi aspetti dello sviluppo sostenibile, secondo<br />
la definizione delle Nazioni unite<br />
In questo articolo:<br />
Nazioni unite<br />
Agenda 2030<br />
diritto alla salute<br />
a cura di CRISTINA FERRARIO<br />
L’<br />
Agenda 2030 per lo sviluppo<br />
sostenibile è un documento<br />
firmato dagli Stati<br />
membri dell’Organizzazione<br />
delle nazioni unite<br />
(ONU) che fissa 17 obiettivi, in inglese<br />
“goal”, da raggiungere entro il 2030.<br />
Tutti sono direttamente o indirettamente<br />
legati alla salute, e tutti possono<br />
contribuire non solo a vincere la<br />
partita per la sostenibilità, ma anche<br />
quella contro il cancro.<br />
“Con la sottoscrizione dell’Agenda<br />
2030, gli oltre 190 Stati membri dell’O-<br />
NU hanno dato il via nel 2015 a un<br />
imponente programma d’azione per<br />
la salute delle persone e del pianeta”<br />
spiega Dario Trapani, oncologo medico<br />
all’Istituto europeo di oncologia e<br />
dell’Università Statale di Milano e da<br />
due anni consulente dell’Organizzazione<br />
mondiale della sanità (OMS) nel<br />
gruppo Cancer Management.<br />
Anche la lotta contro il cancro è –<br />
almeno in parte – una questione di sostenibilità,<br />
e con la sostenibilità si intreccia<br />
in modo stretto, come spiegano<br />
gli esperti della Union for International<br />
Cancer Control (UICC): “Sappiamo<br />
che una popolazione sana si basa<br />
sullo sviluppo sostenibile, ma sappiamo<br />
anche che a sua volta lo sviluppo<br />
sostenibile si basa su una popolazione<br />
sana” dicono.<br />
Obiettivo salute<br />
Il terzo dei 17 obiettivi delle Nazioni<br />
unite va dritto al punto e accende i<br />
riflettori su salute e benessere. Al suo<br />
interno è possibile identificare alcuni<br />
traguardi che riguardano più nello<br />
specifico il cancro, per esempio la<br />
riduzione di un terzo delle morti<br />
legate a malattie non trasmissibili<br />
(ovvero quelle non causate<br />
da agenti infettivi), delle quali<br />
fanno parte anche i tumori<br />
assieme a diabete e patologie<br />
cardiovascolari. Un altro traguardo<br />
da raggiungere secondo<br />
l’ONU è la copertura sanita-<br />
GENNAIO <strong>2020</strong> | FONDAMENTALE | 7
AGENDA 2030<br />
Focus sul cancro<br />
“<br />
IL<br />
RUOLO DELL’AMBIENTE<br />
”<br />
ha un ruolo di<br />
primo piano nel determinare<br />
la salute delle persone e L’ambiente<br />
dell’intero pianeta. Lo sanno bene<br />
gli esperti delle Nazioni unite, che<br />
nella loro Agenda hanno inserito<br />
anche quattro obiettivi dedicati<br />
più direttamente a questi temi<br />
(6: “acqua pulita”; 13: “azioni per<br />
frenare il cambiamento climatico”;<br />
14: “protezione della vita sott’acqua”;<br />
15: “protezione della vita<br />
sulla terra”). Le sostanze inquinanti<br />
riversate nell’ambiente non<br />
solo mettono in pericolo l’equilibrio<br />
degli ecosistemi e a rischio<br />
di estinzione piante e animali, ma<br />
hanno anche effetti molto profondi<br />
sull’organismo umano e possono<br />
favorire lo sviluppo di tumori. La<br />
IARC è l’agenzia che si occupa di<br />
fare ricerca su queste sostanze e<br />
ha pubblicato numerose monografie<br />
sui loro effetti negativi.<br />
ria universale, per permettere a tutti,<br />
senza distinzione, di ottenere i livelli<br />
essenziali di cure, incluse quelle per il<br />
cancro.<br />
“Stabilire quali siano questi livelli<br />
minimi non è certo semplice, soprattutto<br />
se si allarga lo sguardo al di fuori<br />
dell’Italia e del mondo occidentale” afferma<br />
Trapani, ricordando come spesso<br />
la soluzione a tante problematiche<br />
legate alla sanità sia una questione di<br />
giuste priorità. In genere, quando si<br />
pensa a come investire i fondi per<br />
combattere il cancro, si guarda<br />
alle terapie più innovative,<br />
ma in determinati contesti<br />
sarebbe più utile puntare<br />
a migliorare l’adesione<br />
agli screening e alle vaccinazioni,<br />
o l’accesso ai farmaci oncologici<br />
essenziali. “È un approccio<br />
molto dinamico che<br />
si inserisce concettualmente<br />
nello stesso filone<br />
della medicina di precisione. Non esiste<br />
una strategia unica per tutti i Paesi,<br />
bisogna considerare quanto incida<br />
il cancro in ogni specifico contesto<br />
e quali sono le possibilità del sistema<br />
sanitario di ogni specifico Stato” precisa<br />
Trapani.<br />
I costi della sfida<br />
“Con le nuove terapie oncologiche,<br />
quali le CAR-T, è stato stabilito un<br />
nuovo tetto di costo di terapia pari a<br />
un milione di dollari per trattamento.<br />
Con la chemioterapia questo tetto era<br />
di 1.000 dollari” dice Trapani. È chiaro<br />
quindi che per vincere la partita con-<br />
tro il cancro è importante raggiungere<br />
anche alcuni obiettivi di tipo economico,<br />
come il numero 1, che si propone<br />
di “eliminare la povertà”, o il numero<br />
8, incentrato su “lavoro dignitoso<br />
e crescita economica”. Non è un caso,<br />
infatti, che l’OMS definisca “spesa<br />
insostenibile legata alla salute” la condizione<br />
in cui una famiglia, per pagare<br />
le spese sanitarie, arrivi a dichiarare<br />
bancarotta. “In molti Paesi solo poche<br />
persone hanno una copertura sanitaria,<br />
spesso parziale, e un mese<br />
di terapie oncologiche<br />
può tradursi in una spesa<br />
molte volte superiore<br />
allo stipendio medio<br />
mensile di un’intera famiglia”<br />
ricorda Trapani.<br />
Nel 2018 l’Agenzia internazionale<br />
per la ricerca sul cancro<br />
(IARC) di Lione ha pubblicato<br />
un rapporto proprio<br />
sul tema della tossicità<br />
finanziaria, dal quale emerge chiaramente<br />
che i tumori causano una<br />
perdita di produttività e di forza lavoro<br />
stimabile in oltre 46 miliardi di dollari,<br />
con un prevedibile impatto economico<br />
sul Prodotto interno lordo<br />
(PIL) di un paese. “Si dovrebbero dedicare<br />
più risorse all’oncologia, ma spesso<br />
si pensa che questo tipo di investimento<br />
sia poco fruttuoso” afferma l’esperto.<br />
“In realtà è vero l’esatto contrario:<br />
per ogni dollaro investito nel controllo<br />
delle malattie non trasmissibili<br />
si stima un ritorno di 7 dollari, per<br />
l’incremento della produttività economica<br />
e sociale del Paese. Per il cancro<br />
il ritorno è un po’ inferiore poiché<br />
le strategie di prevenzione e cura sono<br />
più articolate, ma comunque c’è ed è<br />
pari a circa 3 dollari per ogni dollaro<br />
investito” precisa.<br />
Il pareggio<br />
Di fronte alla malattia, non siamo<br />
tutti uguali: in alcuni casi la possibilità<br />
di accedere alle cure dipende dalla<br />
fascia di popolazione a cui si appartiene<br />
e dal Paese in cui si vive. Ecco allora<br />
che entrano in gioco gli obiettivi<br />
5 (“parità di genere”) e 10 (“riduzione<br />
delle diseguaglianze”). “La probabilità<br />
che un bambino affetto da leucemia, in<br />
un Paese sviluppato, sia curato è di circa<br />
il 90 per cento, ma se la stessa malattia<br />
colpisce un bambino di un Paese in<br />
via di sviluppo, la sopravvivenza scende<br />
al 20 per cento” spiega l’oncologo.<br />
Accesso alle cure significa non solo<br />
avere a disposizione i trattamenti<br />
più innovativi ma anche essere abbastanza<br />
istruiti per potersi informare<br />
in modo corretto (obiettivo 4: “istruzione<br />
di qualità”) e avere a disposizione<br />
le strutture in cui curarsi e le infrastrutture<br />
per poterle raggiungere<br />
(obiettivo 9: “sviluppo di industria, innovazione<br />
e infrastrutture”).<br />
Arbitri severi<br />
ma giusti<br />
Come in ogni partita che si rispetti,<br />
anche in quella della sostenibilità<br />
serve qualcuno che vigili sul rispetto<br />
delle regole e che certifichi il risultato<br />
finale. Nel caso dei 17 obiettivi di sviluppo<br />
sostenibile, gli arbitri sono gli<br />
8 | FONDAMENTALE | GENNAIO <strong>2020</strong>
stessi esperti ONU, i<br />
quali pubblicano annualmente<br />
un rapporto<br />
che illustra i<br />
progressi ottenuti.<br />
“Sono stati compiuti<br />
molti progressi<br />
nel migliorare la salute di milioni di<br />
persone, nell’aumentare l’aspettativa<br />
di vita, nel ridurre la mortalità materna<br />
e infantile e nel combattere le malattie<br />
non trasmissibili” si legge sul sito delle<br />
Nazioni unite in merito ai progressi<br />
del 2019 relativi all’obiettivo 3. Tuttavia,<br />
come spiegano gli esperti, meno<br />
Sforzi comuni<br />
per la copertura<br />
sanitaria<br />
universale<br />
della metà della popolazione<br />
globale ha<br />
accesso ai servizi sanitari<br />
di base e servono<br />
sforzi comuni per<br />
raggiungere la copertura<br />
sanitaria universale.<br />
“C’è un solo modo per arrivare a<br />
questo traguardo: la collaborazione internazionale<br />
in un contesto di pace nel<br />
quale è possibile lavorare in modo proficuo”<br />
conclude Trapani, citando gli<br />
obiettivi 16 (“pace, giustizia e supporto<br />
alle istituzioni”) e 17 (“sviluppo delle<br />
collaborazioni internazionali”).<br />
“<br />
SOLUZIONI<br />
E RISOLUZIONI<br />
”<br />
2030 delle Nazioni unite<br />
per lo sviluppo sostenibile è una<br />
L’Agenda<br />
delle più ricche di appuntamenti<br />
e obiettivi, ma non è certo l’unica.<br />
A livello internazionale sono attivi<br />
diversi programmi che, seppur da<br />
punti di vista differenti, si occupano<br />
di affrontare l’emergenza cancro e di<br />
definire obiettivi concreti da raggiungere,<br />
come per esempio la Cancer<br />
Resolution adottata nel 2017 dagli<br />
Stati membri dell’OMS. Si possono<br />
inoltre citare il Global Action Plan<br />
(GAP) per la prevenzione e il controllo<br />
delle malattie non trasmissibili<br />
(2013-<strong>2020</strong>), con i suoi 9 obiettivi<br />
volontari che interessano da vicino<br />
anche la lotta contro il cancro, e le<br />
iniziative globali per l’eliminazione<br />
del tumore della cervice uterina e la<br />
riduzione delle disparità di prognosi<br />
per i tumori pediatrici.<br />
GENNAIO <strong>2020</strong> | FONDAMENTALE | 9
NOTIZIE FLASH<br />
Dal Mondo<br />
La dieta che<br />
non ama il colon<br />
Un tipo di alimentazione che favorisce l’infiammazione<br />
raddoppia il rischio di sviluppare un tumore<br />
del colon-retto: lo dimostra<br />
uno studio multicentrico i cui<br />
risultati sono stati pubblicati<br />
sulla rivista Nutrients.<br />
La dieta che<br />
induce e sostiene i<br />
fenomeni infiammatori<br />
nell’organismo<br />
è caratterizzata<br />
dal consumo<br />
di carboidrati raffinati<br />
e carne rossa<br />
e trasformata, e<br />
si contrappone alla<br />
dieta protettiva,<br />
in cui prevale invece il<br />
consumo di verdure, legumi,<br />
frutta e noci. L’obiettivo<br />
finale degli autori dello studio<br />
è individuare i comportamenti scorretti<br />
per educare le persone a seguire le raccomandazioni dietetiche<br />
e a cambiare le proprie abitudini.<br />
I numeri del<br />
cancro secondo<br />
il Cancer Atlas<br />
Nel 2018, nel mondo, sono stati diagnosticati<br />
oltre 18 milioni di casi di tumore, una cifra destinata<br />
ad aumentare di circa il 60 per cento entro<br />
il 2040 a causa dell’invecchiamento e dell’aumento<br />
della popolazione mondiale. Sono alcuni dei dati<br />
pubblicati nella terza edizione del Cancer Atlas<br />
– frutto della collaborazione tra l’American Cancer<br />
Society, l’Unione internazionale per il controllo<br />
del cancro e l’Agenzia internazionale per la ricerca<br />
sul cancro – riportati<br />
sul sito Epicentro<br />
dell’Istituto<br />
superiore<br />
di sanità<br />
(ISS).<br />
L’Atlante<br />
fornisce<br />
una panoramica<br />
sull’incidenza<br />
del<br />
cancro a livello<br />
globale attraverso<br />
grafici, statistiche<br />
e mappe sulla distribuzione<br />
geografica della<br />
malattia e dei<br />
fattori di rischio.<br />
Anticorpi per il melanoma avanzato<br />
Uno studio i cui risultati sono stati pubblicati sul<br />
New England Journal of Medicine ha dimostrato che la<br />
metà dei pazienti trattati con una combinazione di<br />
due anticorpi monoclonali, ipilimumab e nivolumab,<br />
è vivo a cinque anni dalla diagnosi<br />
di melanoma avanzato; nemmeno dieci<br />
anni fa questa percentuale era solo del<br />
20 per cento. I ricercatori hanno scoperto<br />
inoltre che, se alcuni pazienti non riescono<br />
a sopportare gli effetti collaterali<br />
dei farmaci immunoterapici, e sono pertanto<br />
costretti a interrompere il trattamento<br />
dopo poche settimane, il loro tasso di sopravvivenza<br />
è comunque migliore e si avvicina a<br />
quello di chi continua la terapia.<br />
10 | FONDAMENTALE | GENNAIO <strong>2020</strong>
Intelligenza<br />
artificiale<br />
per la tiroide<br />
Un nuovo studio del Sidney Kimmel<br />
Cancer Center – Jefferson Health ha<br />
messo a punto un metodo non invasivo di<br />
imaging a ultrasuoni combinato a un algoritmo,<br />
che potrebbe essere usato come<br />
test di screening per valutare noduli sospetti<br />
alla tiroide. Gli ultrasuoni possono<br />
indicare se un nodulo sembra sospetto,<br />
ma l’agoaspirato non è sempre in grado di<br />
determinare se sia canceroso. I ricercatori<br />
hanno così utilizzato l’intelligenza artificiale<br />
e, su un totale di 134 lesioni, l’accuratezza<br />
diagnostica dell’algoritmo è risultata<br />
pari al 75 per cento.<br />
Nuovi farmaci<br />
in arrivo<br />
È stata approvata per la prima volta in Europa una<br />
nuova classe di farmaci in grado di trattare diversi tumori<br />
solidi (tra cui sarcomi, tumori a carico del sistema nervoso<br />
centrale, tumore del rene, della tiroide e altri) che<br />
presentano specifiche alterazioni molecolari. Larotrectinib,<br />
questo il nome del primo farmaco di questa classe<br />
che interferisce con la specifica alterazione molecolare,<br />
ha dimostrato una buona efficacia in pazienti sia adulti<br />
sia pediatrici. “Le terapie comunemente utilizzate per il<br />
trattamento di questi tumori non sempre si dimostrano<br />
efficaci” afferma Salvatore Siena, dell’Ospedale Niguarda<br />
di Milano “ma larotrectinib apporta benefici duraturi<br />
nel tempo.”<br />
Screening del seno<br />
anche per lui<br />
Il cancro al seno maschile<br />
è in aumento e,<br />
secondo un’analisi<br />
della New York<br />
University i cui<br />
risultati sono<br />
stati pubblicati<br />
su Radiology,<br />
uno screening<br />
selettivo negli<br />
uomini ad alto<br />
rischio (per<br />
esempio per<br />
familiarità) potrebbe<br />
essere utile,<br />
considerando che<br />
la diagnosi viene spesso<br />
fatta in ritardo per via della<br />
rarità della neoplasia. L’esame ha<br />
individuato 18 tumori ogni 1.000 esami in uomini ad alto<br />
rischio, contro i 3-5 ogni 1.000 esami nelle donne a rischio<br />
medio di malattia, per le quali lo screening è già<br />
raccomandato. In termini epidemiologici, quindi, ci sono<br />
ragioni per estendere gli esami a coloro che hanno molti<br />
casi di cancro al seno in famiglia. Finora non esistono però<br />
linee guida per lo screening di gruppi di uomini ad alto<br />
rischio (come quelli con una storia familiare o personale<br />
di carcinoma mammario o altre mutazioni genetiche).<br />
GENNAIO <strong>2020</strong> | FONDAMENTALE | 11
DISEGUAGLIANZE<br />
Organizzazione sanitaria<br />
Obiettivo:<br />
ridurre<br />
le diseguaglianze<br />
Il tema delle diseguaglianze<br />
in salute riguarda molti<br />
aspetti della malattia:<br />
prevenzione, cura e qualità<br />
di vita. Conoscerne le cause<br />
permette di correre ai ripari<br />
per tempo, dando a tutti le<br />
stesse opportunità<br />
“<br />
LA<br />
a cura di ELENA RIBOLDI<br />
I<br />
l rischio di ammalarsi e morire a<br />
causa del cancro e di altre malattie<br />
non è uguale per tutti. La genetica<br />
ha sicuramente un peso, ma il<br />
DNA da solo non basta a giustificare<br />
le differenze. Ci sono altri fattori<br />
che influenzano la probabilità di ammalarsi,<br />
di ricevere cure adeguate e di<br />
ritornare a una vita normale una volta<br />
guariti. Questi fattori generano diseguaglianze<br />
all’interno di una stessa<br />
popolazione. Essere consapevoli della<br />
loro esistenza è il primo passo per assicurare<br />
a tutti il diritto alla salute.<br />
Il valore<br />
dell’istruzione<br />
Alcuni dati scientifici dimostrano<br />
che chi ha un livello di istruzione<br />
più alto ha una maggiore aspettativa<br />
di vita. Uno studio europeo pubblicato<br />
sulla rivista The Lancet Public Health<br />
riporta che gli uomini con alto livello<br />
di istruzione vivono in media 5 anni<br />
in più degli uomini con basso livello<br />
di istruzione, mentre per le donne il<br />
divario è in media di 2,5 anni. I fattori<br />
di rischio che contribuiscono maggiormente<br />
a generare questo divario sono,<br />
nell’ordine, il fumo, un<br />
basso reddito e un elevato<br />
peso corporeo.<br />
È stata dimostrata<br />
anche una correlazione<br />
tra livello di istruzione<br />
e mortalità per cancro.<br />
Combinando i risultati di due studi europei<br />
(DEMETRIQ e Lifepath), si può<br />
concludere che un uomo italiano con<br />
basso livello di istruzione ha il 50 per<br />
cento di probabilità in più di morire di<br />
cancro di un uomo con alto livello di<br />
istruzione. Questo è vero per la maggior<br />
parte delle neoplasie, anche se le differenze<br />
più marcate riguardano i tumori<br />
TOSSICITÀ FINANZIARIA DEL CANCRO”<br />
notevole progresso terapeutico<br />
in oncologia ha come effetto<br />
“Il collaterale l’aumento della diseguaglianza”<br />
spiega Francesco Perrone,<br />
direttore dell’Unità sperimentazioni<br />
cliniche dell’Istituto nazionale<br />
tumori di Napoli. “I nuovi farmaci<br />
sono molto costosi, perciò si crea un<br />
problema di accesso alle terapie.”<br />
Gli effetti delle difficoltà economiche<br />
(la cosiddetta tossicità finanziaria)<br />
sono evidenti negli USA, dove solo<br />
chi può pagare la quota non coperta<br />
dall’assicurazione riesce a curarsi<br />
senza andare in bancarotta.<br />
Uno studio di Perrone ha mostrato<br />
che i problemi finanziari influenzano<br />
la qualità di vita e la sopravvivenza<br />
L’istruzione<br />
va a braccetto<br />
col livello<br />
economico<br />
il cui sviluppo è legato al fumo di sigaretta<br />
e all’alcol. Considerando la media<br />
europea, le persone con un più basso<br />
grado di istruzione hanno un tasso di<br />
mortalità 2-3 volte più alto per il tumore<br />
del polmone e dell’esofago, 2-4 volte<br />
più alto per il tumore della bocca e 3-5<br />
volte più alto per il tumore della laringe<br />
rispetto alle persone più istruite.<br />
Questione di status<br />
Perché il fatto di avere o meno un’istruzione<br />
influisce sulla durata della<br />
vita? Il grado di istruzione è un indicatore<br />
dello status socio-economico (SES)<br />
di un individuo, in quanto completare<br />
gli studi superiori e universitari è indice<br />
di maggiori opportunità offerte<br />
dalla famiglia e dall’ambiente di origine.<br />
Un titolo di studio più alto normalmente<br />
corrisponde<br />
quindi a una posizione<br />
sociale più elevata e a<br />
un’occupazione e un<br />
reddito più alti. Tipo di<br />
occupazione e reddito<br />
sono infatti altri indicatori<br />
molto usati.<br />
Nel 2019, l’Agenzia internazionale<br />
per la ricerca sul cancro (International<br />
Agency for Research on Cancer,<br />
IARC) ha pubblicato un volume intitolato<br />
Ridurre le diseguaglianze nel cancro:<br />
evidenze e priorità per la<br />
ricerca, in cui, a proposito<br />
delle<br />
dei pazienti con tumore anche nel<br />
nostro Paese, nonostante lo Stato<br />
si faccia carico di pagare i farmaci.<br />
“Paradossalmente osserviamo molta<br />
attenzione nel garantire i farmaci<br />
innovativi, ma un calo dell’attenzione<br />
rispetto ad altri elementi. I nostri<br />
dati indicano che gli esiti della cura<br />
del cancro sono sì legati a farmaci<br />
12 | FONDAMENTALE | GENNAIO <strong>2020</strong>
In questo articolo:<br />
diseguaglianze in salute<br />
tossicità finanziaria<br />
istruzione<br />
diseguaglianze all’interno di una singola<br />
nazione, gli autori identificano<br />
cinque punti chiave: primo, le diseguaglianze<br />
nella cura e mortalità per<br />
cancro esistono sia nei Paesi ricchi sia<br />
in quelli poveri; secondo, gli individui<br />
e i gruppi con minori opportunità<br />
economiche tendono ad avere tumori<br />
diversi rispetto a chi ha opportunità<br />
maggiori; terzo, anche se le proporzioni<br />
dell’associazione tra status socio-economico<br />
(SES) e sopravvivenza<br />
cambiano a seconda del tipo di tumore,<br />
gli individui con basso SES hanno<br />
una mortalità più alta dei cittadini<br />
con alto SES per quasi tutti i tumori;<br />
quarto, nonostante nel tempo la<br />
mortalità per cancro sia diminuita<br />
in tutte le fasce di popolazione, il<br />
declino è stato più evidente in<br />
quelle con alto SES; infine, la<br />
variabilità nell’incidenza e<br />
nella mortalità per cancro<br />
Cinque punti<br />
chiave per<br />
ridurre<br />
le disparità<br />
e terapie efficaci, ma sono anche<br />
connessi a quanto il sistema sociale<br />
sia in grado di andare in soccorso<br />
di una persona in difficoltà a causa<br />
della malattia. Penso per esempio<br />
agli effetti negativi del cancro sulla<br />
capacità lavorativa del paziente.”<br />
Grazie proprio a un finanziamento<br />
di AIRC, il gruppo di Perrone sta<br />
sviluppando un questionario per<br />
valutare la comparsa, la gravità e le<br />
conseguenze della tossicità finanziaria.<br />
“È un progetto un po’ atipico, per<br />
cui trovo molto bello che AIRC sia<br />
sensibile anche alla ricerca in oncologia<br />
che si fa fuori dal laboratorio.<br />
Se noi riuscissimo a capire quali<br />
sono i punti critici per uno specifico<br />
paziente che si trova ad affrontare<br />
una diagnosi di cancro, almeno per<br />
alcuni si potrebbero tentare degli<br />
interventi.” Per esempio, un tema<br />
importante che sta emergendo in<br />
queste fasi del progetto è quello della<br />
burocrazia necessaria per accedere<br />
ai diritti previsti per gli ammalati<br />
di cancro. “Ci sono varie leggi che<br />
proteggono l’ammalato, ma alcuni<br />
rinunciano ad accedervi a causa della<br />
burocrazia e ne hanno un danno.<br />
Azioni che permettano di semplificare<br />
o centralizzare, magari in ospedale,<br />
tutto quello che serve in termini<br />
di pratiche burocratiche potrebbero<br />
consentire a tutti i pazienti di fruire<br />
dei diritti previsti dalla legge.”<br />
GENNAIO <strong>2020</strong> | FONDAMENTALE | 13
DISEGUAGLIANZE<br />
Organizzazione sanitaria<br />
osservata nelle varie nazioni e nel<br />
tempo suggerisce che le diseguaglianze<br />
non sono basate su leggi immutabili<br />
della natura, ma sono potenzialmente<br />
modificabili.<br />
Un elevato status socio-economico<br />
corrisponde a maggiori disponibilità<br />
finanziarie. Questo consente di acquistare<br />
cibi sani e di abitare in case e<br />
zone più salubri.<br />
Avere un lavoro di livello più elevato<br />
riduce il rischio di essere esposti<br />
a sostanze o ambienti di lavoro pericolosi.<br />
In più, diventa più facile avere<br />
tempo per fare attività fisica e per effettuare<br />
regolari controlli medici. Tutto<br />
ciò contribuisce a ridurre il rischio<br />
di ammalarsi.<br />
In caso di malattia, un elevato status<br />
socio-economico garantisce la possibilità<br />
di accedere ai servizi sanitari e di<br />
affrontare le spese, dirette o indirette,<br />
legate alla patologia.<br />
Vantaggi psicosociali<br />
È importante sottolineare che l’istruzione<br />
crea opportunità per una<br />
salute migliore che vanno al di là del<br />
mero aspetto finanziario. Le persone<br />
più istruite tendono ad adottare stili di<br />
vita salutari, riducendo il rischio di obesità<br />
attraverso un’alimentazione sana e<br />
un livello adeguato di attività fisica, e<br />
scegliendo di non fumare e di non eccedere<br />
con gli alcolici. In questa maniera<br />
si eliminano tre importantissimi fattori<br />
di rischio per il cancro,<br />
le malattie cardiovascolari<br />
e moltissime<br />
altre patologie.<br />
Chi ha un grado<br />
di istruzione maggiore<br />
ha in genere anche<br />
maggiori capacità di relazione. I legami<br />
sociali di un individuo diventano<br />
una rete di sicurezza nelle avversità<br />
e aiutano ad ammortizzare lo stress,<br />
compreso quello legato alla diagnosi<br />
di una malattia. Inoltre, la capacità di<br />
relazione favorisce il dialogo medicopaziente.<br />
Maggiore<br />
consapevolezza<br />
Un individuo bene inserito nella<br />
società è più informato in tema di salute.<br />
E l’informazione gioca un ruolo<br />
importante nel campo della diagnosi<br />
precoce. In Italia, i numeri della partecipazione<br />
ai programmi di screening<br />
L’informazione<br />
è importante<br />
per la diagnosi<br />
precoce<br />
per il tumore della mammella, della<br />
cervice e del colon-retto sono molto<br />
eterogenei. Un rapporto del programma<br />
PASSI (Progressi delle aziende sanitarie<br />
per la salute in Italia) mostra<br />
che la percentuale delle donne laureate<br />
che si sottopongono al test di screening<br />
mammografico<br />
fuori dalle chiamate<br />
organizzate è del 28<br />
per cento, contro il<br />
12 per cento di quelle<br />
che hanno raggiunto<br />
al massimo il diploma<br />
elementare. Per il Pap test, le percentuali<br />
sono, rispettivamente, del<br />
42 e del 20 per cento. Accedono inoltre<br />
spontaneamente allo screening<br />
per il cancro del colon il 12 per cento<br />
dei laureati e il 5 per cento dei meno<br />
istruiti. Il rapporto mostra però che se<br />
lo screening è organizzato (ovvero se<br />
ci pensa il Sistema sanitario a chiamare<br />
le persone per i controlli, con avvisi<br />
e lettere) la partecipazione praticamente<br />
non è influenzata dal titolo di<br />
studio.<br />
Questo dimostra che si possono<br />
mettere in atto azioni concrete per<br />
mitigare o evitare le iniquità che dipendono<br />
dai cosiddetti “determinanti<br />
sociali della salute” ossia, secondo la<br />
definizione dell’Organizzazione mondiale<br />
della sanità, “le condizioni in cui<br />
le persone nascono, crescono, vivono,<br />
lavorano e invecchiano”.<br />
14 | FONDAMENTALE | GENNAIO <strong>2020</strong>
ONCOLOGIA MEDICA<br />
I tumori più aggressivi<br />
Polmone, cervello<br />
e pancreas<br />
i nemici da combattere<br />
Sono questi i tumori che, in proporzione<br />
al numero di malati, mietono<br />
più vittime perché sono anche<br />
i più aggressivi. La ricerca ha bisogno<br />
di aiuto per accelerare lo sviluppo<br />
di nuove cure<br />
a cura della REDAZIONE<br />
Per riuscire a sconfiggerli,<br />
il cammino<br />
che la ricerca<br />
deve fare è ancora<br />
molto lungo. Sono<br />
i tumori più aggressivi, quelli<br />
che, a parità di numero di persone<br />
che si ammalano, mietono<br />
più vittime. Colpiscono il<br />
polmone, il cervello o il pancreas<br />
e le ragioni che li rendono<br />
difficili da curare variano<br />
a seconda del tipo di tumore.<br />
Per questo AIRC si è impegnata<br />
nel sostenere la carriera<br />
scientifica di giovani ricercatori<br />
il cui obiettivo di studio<br />
è rappresentato da queste forme<br />
di cancro.<br />
FREQUENTE E OSTICO<br />
Secondo AIRTUM (l’Associazione<br />
italiana registri tumori)<br />
ogni anno le nuove diagnosi<br />
di tumore del polmone<br />
sono circa 38.000. Rappresentano<br />
l’11 per cento di tutte le<br />
diagnosi di tumore nella popolazione,<br />
il 15 per cento delle<br />
nuove diagnosi negli uomini<br />
e il 6 per cento nelle donne,<br />
nelle quali l’incidenza della<br />
malattia è in crescita per via<br />
della sempre maggiore diffusione<br />
dell’abitudine al fumo.<br />
Nel corso della vita, un uomo<br />
su 10 e una donna su 44<br />
rischiano di morire a causa<br />
di questa ma-<br />
La diagnosi<br />
precoce<br />
fa spesso<br />
la differenza<br />
lattia. In particolare,<br />
nel<br />
nostro Paese,<br />
questa neoplasia<br />
è la prima<br />
causa di morte<br />
per tumore negli uomini e<br />
la terza nelle donne: si tratta<br />
di quasi 34.000 decessi in un<br />
anno.<br />
“La causa principale è il<br />
fumo di sigaretta, ma circa<br />
il 10 per cento dei tumori al<br />
polmone è provocato dal fumo<br />
passivo, dall’inquinamento<br />
ambientale o da predisposizione<br />
genetica, quindi sono<br />
a rischio anche persone<br />
che non hanno mai fumato”<br />
spiega Ugo Pastorino, direttore<br />
della Struttura complessa<br />
di chirurgia toracica dell’Istituto<br />
nazionale dei tumori<br />
di Milano.<br />
La neoplasia del polmone<br />
rimane difficile da curare,<br />
specie se non<br />
viene diagnosticata<br />
in fase<br />
molto precoce.<br />
“Abbiamo<br />
però registrato,<br />
negli ultimi<br />
anni, dei miglioramenti<br />
sul piano sia della diagnosi sia<br />
della chirurgia, che è diventata<br />
sempre meno invasiva. Anche<br />
la radioterapia è più mirata<br />
ed efficace e disponiamo<br />
di nuove categorie di farmaci<br />
bersaglio. Abbiamo poi farmaci<br />
immunoterapici, che au-<br />
GENNAIO <strong>2020</strong> | FONDAMENTALE | 15
ONCOLOGIA MEDICA<br />
I tumori più aggressivi<br />
bili del maggior<br />
numero di anni<br />
di vita persi. Purtroppo<br />
i progressi<br />
nella cura sono<br />
ancora scarsi<br />
e la sopravvivenza media a 5<br />
anni è, in Italia, intorno al 25<br />
per cento. Nell’insieme, le neoplasie<br />
cerebrali sono, secondo<br />
i dati ufficiali del Ministero<br />
della salute, la dodicesima<br />
causa di morte per tumore e<br />
responsabili del 3 per cento<br />
dei decessi per forme maligne.<br />
Gli ultimi dati disponibimentano<br />
la capacità dell’organismo<br />
di combattere il tumore”<br />
prosegue Pastorino.<br />
La sopravvivenza dipende<br />
anche dall’integrazione delle<br />
cure, ma nuove ricerche sono<br />
necessarie per identificare le<br />
categorie di pazienti che possono<br />
trarre benefici<br />
dalle diverse<br />
terapie disponibili<br />
e dalla diagnosi<br />
precoce con TC<br />
spirale e biomarcatori<br />
nel sangue.<br />
Nel campo del trattamento<br />
dei tumori polmonari,<br />
quindi, la sfida principale per<br />
la ricerca è lo sviluppo di sistemi<br />
di screening sempre<br />
più precisi e affidabili e l’identificazione<br />
di terapie di<br />
precisione sulla base delle caratteristiche<br />
molecolari del<br />
singolo paziente.<br />
I tumori<br />
cerebrali<br />
primari<br />
sono rari<br />
RARI E POCO CURABILI<br />
I tumori primitivi del cervello<br />
(cioè quelli che non sono<br />
metastasi di tumori originati<br />
in altri organi) rappresentano<br />
solo il 3 per cento di<br />
tutte le forme di cancro ma,<br />
rispetto ad altri tipi di tumore,<br />
sono responsa-<br />
INIZIATIVE<br />
UN FONDO DI IMPRESE<br />
PER SUPPORTARE LA RICERCA<br />
Proprio alla ricerca sui tumori del polmone, del cervello<br />
e del pancreas il Fondo Impresa contro il cancro ha<br />
dedicato un appello, cui hanno risposto circa 600 aziende.<br />
Il Fondo, nato nel 2018 e dedicato alle piccole e medie<br />
imprese che vogliono abbracciare la sfida di rendere il<br />
cancro sempre più curabile, ha raggiunto oggi i 2.500<br />
aderenti, a dimostrazione dell’attenzione che l’imprenditoria<br />
italiana riserva a tematiche di tale impatto sociale.<br />
Un risultato importante, che non deve però farci ritenere<br />
soddisfatti. Per vincere la battaglia contro il cancro è necessario<br />
essere uniti, e il Fondo Impresa contro il cancro<br />
è lo strumento giusto per continuare a convogliare le<br />
proprie donazioni verso un grande obiettivo comune.<br />
Per qualsiasi informazione<br />
e per aderire: 800.777.222<br />
oppure impresacontroilcancro@airc.it<br />
li, raccolti nel 2018, segnalano<br />
6.000 nuove diagnosi l’anno,<br />
con una lieve prevalenza<br />
tra gli uomini rispetto alle<br />
donne.<br />
I tumori cerebrali colpiscono<br />
prevalentemente i giovani<br />
sotto i 15 anni di età<br />
(rappresentano il 13 per cento<br />
di tutte le neoplasie in questa<br />
fascia d’età e il 7 per cento<br />
nella fascia dai 15 ai 19 anni).<br />
“Ogni anno contiamo 14<br />
casi di neoplasie primitive<br />
ogni 100.000 persone” spiega<br />
Gaetano Finocchiaro, direttore<br />
dell’Unità operativa di<br />
neuro-oncologia dell’Istituto<br />
Besta di Milano. Negli ultimi<br />
anni sono stati fatti molti<br />
passi avanti, in particolare<br />
nel campo della diagnosi, della<br />
chirurgia e della radioterapia,<br />
ma ancora non si procede<br />
abbastanza spediti.<br />
“La ragione principale della<br />
difficoltà di cura dei tumori<br />
cerebrali è la localizzazione<br />
stessa” aggiunge Finocchiaro.<br />
“Non possiamo fare biopsie<br />
ripetute e, di conseguenza,<br />
non riusciamo a seguire<br />
l’evoluzione biologica del<br />
tumore durante le cure. Negli<br />
ultimi anni, però, abbiamo<br />
cominciato a usare le tecniche<br />
di analisi del DNA tumorale<br />
sul liquido cefalorachidiano,<br />
che si ottiene con<br />
una semplice puntura lombare.<br />
Così possiamo vedere se le<br />
terapie sono efficaci e in che<br />
misura.”<br />
Sul piano delle nuove cure<br />
i risultati più promettenti<br />
si attendono nel trattamento<br />
del glioblastoma, in particolare<br />
tramite lo sviluppo sia di<br />
terapie mirate orientate verso<br />
specifici bersagli molecolari<br />
sia dell’immunoterapia.<br />
Fino a poco tempo fa si riteneva<br />
che i tumori cerebrali<br />
In questo articolo:<br />
cancro al polmone<br />
tumore del pancreas<br />
tumori cerebrali<br />
fossero tumori “freddi”, ovvero<br />
poco capaci di attivare le<br />
risposte del sistema immunitario,<br />
anche per la loro posizione<br />
nell’organismo. Oggi,<br />
invece, sappiamo che il sistema<br />
immunitario ha un ruolo<br />
di primo piano anche nel<br />
cervello, ma nuovi studi sono<br />
necessari per capire se utilizzare<br />
farmaci per modificare il<br />
microambiente che circonda<br />
il tumore e renderlo più ricettivo<br />
all’azione del sistema immunitario,<br />
oppure usarne altri<br />
che attivino il sistema immunitario<br />
stesso. C’è spazio<br />
anche per le cosiddette terapie<br />
cellulari, per ora solo sperimentali.<br />
UN TUMORE IN CRESCITA<br />
Il cancro del pancreas colpisce<br />
ogni anno circa 13.800<br />
persone in Italia, e corrisponde<br />
al 4 per cento di tutti i tumori<br />
di nuova diagnosi tra<br />
maschi e femmine. I numeri<br />
sono in crescita, complici gli<br />
stili di vita scorretti, e in particolare<br />
il fumo, che è uno dei<br />
principali fattori di rischio.<br />
Solo il 7 per cento dei casi viene<br />
diagnosticato in fase iniziale,<br />
quando la malattia è aggredibile<br />
con successo.<br />
Le difficoltà diagnostiche<br />
dipendono anche dall’assenza<br />
di sintomi precoci e dalla<br />
localizzazione del pancreas<br />
nella parte posteriore della<br />
cavità addominale, dietro lo<br />
stomaco e vicino alla colonna<br />
vertebrale. Le forme più aggressive<br />
sono quelle che colpiscono<br />
la parte dell’organo<br />
che produce enzimi digestivi<br />
(tumori esocrini), anche se<br />
nel 15 per cento dei casi i tumori<br />
che originano in questa<br />
sede sono benigni. I tumori<br />
che colpiscono la parte endocrina<br />
dell’organo, cioè quel-<br />
16 | FONDAMENTALE | GENNAIO <strong>2020</strong>
la che produce l’insulina per<br />
il controllo dei livelli di zuccheri<br />
nel sangue, sono invece<br />
per lo più maligni ma in molti<br />
casi a lentissima crescita e<br />
più facili da curare.<br />
«Negli ultimi anni abbiamo<br />
capito che i tumori più<br />
aggressivi possono essere<br />
preceduti da forme cistiche<br />
dei grossi dotti, che si vedono<br />
all’ecografia e possono essere<br />
asportate chirurgicamente»<br />
spiega Aldo Scarpa, direttore<br />
del Centro di ricerca applicata<br />
sul cancro ARC-Net<br />
dell’Università di Verona. «È<br />
possibile quindi tenere sotto<br />
controllo le persone più<br />
a rischio, ma non è del tutto<br />
chiaro quali categorie possono<br />
beneficiare di screening<br />
frequenti.»<br />
Recentemente è stato anche<br />
completato un importante<br />
progetto di sequenziamento<br />
del genoma tumorale<br />
che ha permesso di classificare<br />
meglio le tipologie di carcinoma<br />
del pancreas, un passo<br />
necessario per poter sviluppare<br />
terapie più efficaci.<br />
«Solo in due casi su 10 possiamo<br />
procedere a un’asportazione<br />
chirurgica del tumore<br />
alla diagnosi» spiega Scarpa.<br />
«In altri possiamo ridurre<br />
la massa tumorale con farmaci<br />
per renderla asportabile chirurgicamente,<br />
ma nella maggioranza<br />
dei casi, purtroppo,<br />
arriviamo troppo tardi.»<br />
Ecco perché la ricerca è essenziale:<br />
«Su questo tumore<br />
vi è una intensa attività coordinata<br />
a livello internazionale»<br />
conclude Scarpa. «Ci siamo<br />
infatti divisi il compito<br />
di testare possibili terapie nei<br />
vari sottogruppi individuati<br />
con l’analisi del genoma, nella<br />
speranza di trovare per tutti<br />
la combinazione giusta.»<br />
GENNAIO <strong>2020</strong> | FONDAMENTALE | 17
BORSE DI STUDIO<br />
iCARE-2<br />
I giovani non stanno<br />
fermi a guardare<br />
Grazie alla Fondazione AIRC<br />
e all’Unione europea, i giovani ricercatori<br />
possono mettersi alla prova all’estero<br />
e tornare poi con il loro carico<br />
d’esperienza in Italia<br />
a cura dI ELENA RIBOLDI<br />
A<br />
nche quest’anno è partito<br />
il programma iCARE-2<br />
per la mobilità internazionale<br />
dei giovani<br />
ricercatori. Si tratta<br />
di un’importante opportunità<br />
per chi ha già maturato una certa<br />
esperienza nel campo della<br />
ricerca oncologica. Una fellowship<br />
(borsa di studio) iCA-<br />
RE-2 garantisce al giovane ricercatore<br />
di talento di potersi<br />
dedicare per tre anni a un progetto<br />
di suo interesse finalizzato<br />
allo studio e alla cura del cancro.<br />
Il programma iCARE-2 finanzia<br />
ben 30 fellowship e a renderlo<br />
possibile sono i fondi messi a<br />
disposizione dalla Fondazio-<br />
Queste borse di studio sono state co-finanziata<br />
da AIRC e dal programma di ricerca e innovazione<br />
dell’Unione Europea Horizon <strong>2020</strong><br />
mediante il contratto Marie Skłodowska<br />
Curie numero 800924
In questo articolo:<br />
borse di studio<br />
Comunità europea<br />
cofinanziamenti<br />
ne AIRC e dall’Unione europea attraverso<br />
il programma Horizon <strong>2020</strong>.<br />
In e out<br />
Esistono tre tipi di borse di studio. La<br />
Outgoing Fellowship è destinata ai giovani<br />
ricercatori, italiani e non, che hanno<br />
già alle spalle tre anni di esperienza<br />
in un istituto di ricerca italiano e che<br />
desiderano acquisire nuove competenze<br />
ed entrare in contatto con esperti di<br />
altri istituti europei. La Incoming Fellowship<br />
è invece destinata ai giovani ricercatori<br />
stranieri che scelgono un istituto<br />
del nostro Paese come sede ideale<br />
per il loro accrescimento professionale.<br />
Infine, la Reintegration Fellowship è<br />
destinata ai ricercatori italiani che hanno<br />
trascorso almeno due degli ultimi tre<br />
anni in centri di ricerca esteri e desiderano<br />
riportare il loro bagaglio di esperienze<br />
nel nostro Paese.<br />
Due elementi assicurano il successo<br />
di questa iniziativa: la forte motivazione<br />
e la selezione meritocratica dei<br />
candidati. Sono i giovani ricercatori a<br />
proporre progetto e destinazione. Una<br />
commissione ad hoc vaglia le proposte<br />
per selezionare quelle più promettenti<br />
e i candidati più meritevoli sulla<br />
base del curriculum. La selezione, condotta<br />
in modo trasparente secondo criteri<br />
prestabiliti, tiene conto anche della<br />
qualità dell’istituto ospitante, che deve<br />
consentire al giovane scienziato di poter<br />
lavorare al meglio.<br />
Per saperne di più abbiamo parlato<br />
con i diretti interessati. Giuseppina, Joana<br />
e Luca hanno iniziato nel 2019 il loro<br />
progetto iCARE-2.<br />
Ibridi DNA:RNA<br />
Giuseppina D’Alessandro si è laureata<br />
in biotecnologie a Bari e poi si è trasferita<br />
a Milano, all’Istituto FIRC di Oncologia<br />
Molecolare (IFOM), per il dottorato<br />
di ricerca in medicina molecolare.<br />
All’IFOM, Giuseppina ha avuto come<br />
supervisore Fabrizio d’Adda di Fagagna.<br />
“Il suo gruppo studia da sempre il<br />
danno al DNA e, negli ultimi anni, ha<br />
fatto una scoperta sorprendente: molecole<br />
di RNA vengono sintetizzate dove<br />
il DNA è danneggiato e contribuiscono<br />
a ripararlo” spiega Giuseppina.<br />
Giuseppina ha deciso di approfondire<br />
questo argomento presso il Wellcome<br />
Trust/Cancer Research UK Gurdon<br />
Institute. “La Outgoing Fellowship<br />
iCARE-2 mi ha permesso di trasferirmi<br />
a Cambridge, nel gruppo di Steve<br />
Jackson, un rinomato scienziato nel<br />
campo della risposta al danno al DNA,<br />
che ha contribuito allo sviluppo di farmaci<br />
ora approvati per il trattamento<br />
di alcune tipologie di tumori. Cambridge<br />
è un ambiente dinamico e stimolante,<br />
il ‘paese dei balocchi’ per noi ricercatori,<br />
per questo mi ritengo molto fortunata.”<br />
Ora Giuseppina sta lavorando<br />
all’identificazione di nuovi RNA coinvolti<br />
nella risposta al danno del DNA.<br />
“Questi RNA potrebbero essere dei<br />
nuovi biomarcatori tumorali e bloccare<br />
la loro funzione potrebbe rivelarsi<br />
terapeuticamente utile per contrastare<br />
alcune forme di neoplasie.”<br />
Nuovi farmaci per<br />
il tumore del pancreas<br />
Joana Costa Reis è una giovane ricercatrice<br />
portoghese. Ha ottenuto un dottorato<br />
in chimica farmaceutica lavorando<br />
sullo sviluppo di piccole molecole<br />
in grado di inibire alcune<br />
proteine espresse dai tumori.<br />
“Durante l’ultimo<br />
anno del dottorato sono<br />
stata visiting student presso<br />
l’Università degli Studi<br />
di Pavia e ho conosciuto<br />
Andrea Mattevi” racconta<br />
Joana. “Ho deciso di fare<br />
domanda per l’Incoming Fellowship<br />
iCARE-2 per lavorare con lui a Pavia sulle<br />
NADPH ossidasi, una famiglia di enzimi<br />
coinvolti nel cancro. Il progetto è<br />
estremamente interessante e ho l’opportunità<br />
di lavorare in un laboratorio<br />
di alto livello dove posso crescere come<br />
scienziata.”<br />
Joana descrive con entusiasmo le<br />
grandi potenzialità del progetto: “Vo-<br />
iCARE-2<br />
gliamo capire il ruolo delle NADPH ossidasi<br />
(NOX) nel cancro. Sono enzimi<br />
coinvolti nella progressione di molti tipi<br />
di tumore. In particolare, NOX4 sembra<br />
cruciale per lo sviluppo del carcinoma<br />
duttale del pancreas, un tumore particolarmente<br />
letale. I miei sforzi si concentrano<br />
sul processo di drug discovery,<br />
nello specifico sulla progettazione<br />
di inibitori specifici di questi enzimi da<br />
usare come farmaci”.<br />
Nanotecnologie e cellule<br />
staminali tumorali<br />
Luca Tirinato ha alle spalle un percorso<br />
notevole. Dopo il dottorato in ingegneria<br />
biomedica e informatica ha<br />
passato sette anni in laboratori in giro<br />
per il mondo, in Svezia, Arabia Saudita<br />
e Germania. Da maggio 2019 è rientrato<br />
in Italia e lavora all’Università degli<br />
Studi “Magna Græcia” di Catanzaro<br />
grazie alla Reintegration Fellowship<br />
iCARE-2. “Il desiderio di tornare c’era,<br />
purché le condizioni fossero scientificamente<br />
valide” dice Luca. “Rientrare sotto<br />
l’egida di un’organizzazione di fama<br />
internazionale come AIRC ti dà prestigio<br />
e soddisfazione perché sai di aver superato<br />
una selezione grazie a quello che<br />
hai costruito negli anni. È una sfida che<br />
comporta una grande responsabilità: so<br />
di non dovere tradire la fiducia che mi è<br />
stata data. Ma c’è tanta voglia<br />
di fare bene, anzi benissimo<br />
in Italia.”<br />
“Gli studi all’estero mi<br />
hanno portato a guardare<br />
al cancro in un’ottica un<br />
po’ diversa da quella classica,<br />
cioè sfruttando le nanotecnologie”<br />
spiega Luca.<br />
“Il mio campo di ricerca sono le cellule<br />
staminali tumorali. Le cellule staminali<br />
tumorali del cancro al colon sono<br />
caratterizzate dalla presenza di minuscole<br />
goccioline lipidiche (lipid droplets).<br />
Voglio studiare il ruolo di queste<br />
goccioline e cercare di interferire con la<br />
loro azione. La speranza è che, così facendo,<br />
le cellule staminali tumorali diventino<br />
sensibili ai trattamenti.”<br />
GENNAIO <strong>2020</strong> | FONDAMENTALE | 19
TESTIMONIANZA<br />
Grandi donatori<br />
Una speranza<br />
concreta<br />
per il futuro<br />
Vally Seberich<br />
ha trasformato il dolore<br />
per la perdita del nipote<br />
in un gesto di grande fiducia<br />
nell’avvenire, finanziando<br />
una borsa di studio a favore<br />
dei giovani ricercatori<br />
a cura di LAURA DE CARLO<br />
“<br />
Sarebbe bello debellare questa<br />
malattia.” Con un sorriso<br />
gentile Vally Seberich formula<br />
un obiettivo ambizioso<br />
e molto preciso. Il dolore<br />
per la perdita di un nipote a causa di un<br />
cancro è stato enorme (“Non ero preparata<br />
a questo: mio nipote era tanto più<br />
giovane di me, e il cancro lo ha portato<br />
via”) e l’ha spinta a finanziare una borsa<br />
di studio AIRC intitolata all’amatissimo<br />
marito, Giuseppe Schiavelli.<br />
Il primo incontro tra Vally e Orso<br />
Maria Romano, il fisico 31enne che<br />
Se desideri legare il tuo nome, o il<br />
nome di una persona cara, alla lotta<br />
in prima linea contro il cancro, puoi<br />
scegliere anche tu, come Vally, di<br />
istituire una borsa di studio biennale o<br />
triennale intitolata. Con una donazione<br />
straordinaria di 25.000 euro annui,<br />
contribuirai concretamente al sostegno<br />
della ricerca oncologica tramite<br />
20 | FONDAMENTALE | GENNAIO <strong>2020</strong><br />
proprio grazie a questa borsa di studio<br />
potrà portare avanti un importante lavoro<br />
di ricerca oncologica, è l’occasione<br />
giusta perché lei, superando l’emozione,<br />
si racconti: la sua passione per<br />
lo sport; le difficoltà affrontate nel dopoguerra,<br />
quando con il marito è stata<br />
costretta ad abbandonare Fiume, la sua<br />
città natale; e la nuova vita a Roma, che<br />
li vede entrambi impegnati per la comunità<br />
fiumana della capitale. Giuseppe<br />
Schiavelli, giornalista e scrittore, diventa<br />
una delle voci di spicco nel narrare<br />
le storie dei<br />
profughi e dei<br />
caduti fiumani.<br />
Un legame con<br />
la loro cultura di<br />
origine che Vally<br />
tiene vivo anche<br />
quando, nel<br />
2004, Giuseppe<br />
viene a mancare.<br />
Con il passare<br />
del tempo, Vally<br />
sente però il<br />
desiderio di impegnarsi<br />
su altri<br />
fronti, con donazioni<br />
importanti<br />
a diverse organizzazioni. Nascono così<br />
una scuola e un ospedale in Tunisia, ma<br />
anche tanto altro: “Non ho voluto aspettare<br />
di morire; facendolo in vita almeno<br />
ti possono dire grazie”. E oggi Vally ha<br />
l’opportunità di conoscere Orso, di sapere<br />
qualcosa su di lui e sul suo lavoro.<br />
Dopo 5 anni e un dottorato a Parigi,<br />
Orso è tornato a lavorare in Italia:<br />
“<br />
VUOI FARE UNA GRANDE<br />
DONAZIONE? CONTATTACI!<br />
”<br />
la formazione di un giovane e brillante<br />
ricercatore. Per ogni domanda specifica<br />
e per individuare la formula di<br />
donazione più giusta per te è a disposizione<br />
il personale dell’ufficio Grandi<br />
donatori, diretto da Chiara Blasi.<br />
tel. 02 779 72 87<br />
chiara.blasi@airc.it<br />
“Nella squadra dei ricercatori dell’IFOM<br />
ho trovato qualcosa di speciale”. Un’equipe<br />
multidisciplinare che si rivolge<br />
alla ricerca sul cancro con uno sguardo<br />
molto ampio. Orso divide le sue giornate<br />
tra ricerca individuale e il lavoro in<br />
gruppo: “Ognuno porta qualcosa, e tutti<br />
fruiscono dei risultati. In questo modo<br />
la ricerca corre, molto più di prima”.<br />
Anche per il giovane scienziato<br />
questo è un momento ricco di significato:<br />
“Sicuramente incontrare la signora<br />
Vally e il suo sguardo giovane,<br />
Vally Seberich<br />
e Orso Maria Romano<br />
pieno di umanità, avrà un forte impatto<br />
su come vivo la mia quotidianità<br />
all’IFOM. Incontri così riempiono<br />
il cuore e ci ricordano quanto importanti<br />
siano le aspettative che le persone<br />
ripongono nel nostro lavoro. Rappresentiamo<br />
un motivo di speranza<br />
per i famigliari di persone che stanno<br />
combattendo la malattia, nonché di fiducia<br />
nel futuro, nonostante il dolore,<br />
per quanti hanno perso qualcuno di<br />
caro: ogni ricercatore che lavora sulla<br />
biologia del cancro dovrebbe avere opportunità<br />
come queste”.<br />
Essere accolto da Vally nella sua casa,<br />
e avere la sua affettuosa attenzione,<br />
è per Orso “un gesto che testimonia una<br />
grande fiducia nei confronti di AIRC e<br />
dei giovani ricercatori ai quali ha deciso<br />
di dare il suo aiuto”.<br />
Per Vally, Orso rappresenta “una speranza<br />
concreta per il futuro”: il giorno in<br />
cui dal cancro si potrà guarire.
FARMACI INNOVATIVI<br />
Prescrizioni<br />
Norme e tutele<br />
per le prescrizioni<br />
sperimentali<br />
Se un medico ritiene che un paziente<br />
possa trarre beneficio da una cura<br />
ancora sperimentale e non disponibile<br />
in commercio, esistono diversi<br />
strumenti legislativi, in Italia<br />
e all’estero, perché il malato possa<br />
accedervi, purché vi siano ragionevoli<br />
probabilità che la cura sia utile<br />
a cura di DANIELA OVADIA<br />
Capita di leggere sui giornali<br />
storie di pazienti che si<br />
sono sottoposti all’estero a<br />
terapie anticancro non disponibili<br />
in Italia. La migrazione<br />
dei pazienti per accedere a<br />
cure non ancora registrate nel proprio<br />
Paese di origine è un fenomeno in crescita,<br />
così diffuso da aver indotto la rivista<br />
medica The Lancet, nel gennaio<br />
dell’anno scorso, a pubblicare un lungo<br />
articolo in merito, spiegando le insidie<br />
delle raccolte fondi lanciate online<br />
per sostenere tentativi di cura con<br />
farmaci non approvati o, peggio, con<br />
terapie pseudoscientifiche.<br />
Dietro la richiesta di accedere a cure<br />
ancora sperimentali, infatti, vi sono<br />
spesso tante illusioni e poca scienza<br />
e, talvolta, anche il rischio di incappare<br />
in persone prive di scrupoli che<br />
promettono risultati non supportati<br />
da prove.<br />
Le ragioni<br />
dell’indisponibilità<br />
Vi sono comunque le dovute eccezioni.<br />
Può accadere che una terapia potenzialmente<br />
utile, o considerata tale<br />
dal medico curante, non sia accessibile<br />
per varie ragioni. I farmaci, prima di<br />
essere approvati per un certo utilizzo,<br />
devono dimostrare di non essere tossici<br />
e di essere effettivamente efficaci nella<br />
cura di una determinata malattia.<br />
Con lo sviluppo delle conoscenze<br />
in oncologia molecolare, un farmaco<br />
diretto contro uno specifico bersaglio<br />
presente in diversi tipi di tumori può<br />
risultare approvato per un solo tipo di<br />
cancro, anche se teoricamente potrebbe<br />
servire a curare anche altre forme<br />
tumorali.<br />
“La scelta delle indicazioni di una terapia<br />
dipende da ragioni scientifiche (fare<br />
ricerca sulle singole malattie è lungo<br />
e faticoso) oppure economiche, perché<br />
GENNAIO <strong>2020</strong> | FONDAMENTALE | 21
FARMACI INNOVATIVI<br />
Prescrizioni<br />
In questo articolo:<br />
nuove cure<br />
sperimentazioni<br />
diritti dei pazienti<br />
l’autorizzazione ha un costo e l’azienda<br />
produttrice può non avere interesse<br />
a registrare una nuova molecola per indicazioni<br />
rare” spiega Massimo Di Maio,<br />
del Dipartimento di oncologia dell’Università<br />
di Torino, che per conto dell’Associazione<br />
italiana di oncologia medica<br />
(AIOM) ha curato una recente guida alle<br />
normative che nel nostro Paese regolano<br />
l’accesso ai farmaci sperimentali.<br />
In altri casi ancora, invece, può capitare<br />
che il farmaco sia disponibile nei<br />
centri che fanno ricerca ma si siano<br />
esauriti i posti per i pazienti<br />
previsti dalla sperimentazione<br />
(che di solito<br />
riguarda un numero<br />
limitato di soggetti<br />
con caratteristiche<br />
ben precise).<br />
Alla luce di questi<br />
ostacoli non sormontabili,<br />
gli Stati Uniti hanno<br />
approvato, nel maggio<br />
del 2018, una legge federale<br />
chiamata Right<br />
to Try, ovvero “diritto<br />
a provare”. L’iniziativa ha<br />
cercato di mettere ordine nella<br />
grande quantità di leggi<br />
simili promosse, a partire<br />
dal 2014, dai singoli stati<br />
degli USA, per permettere<br />
ai malati gravi e<br />
senza più opzioni terapeutiche<br />
di accedere a<br />
cure ancora sperimentali<br />
senza dover aspettare<br />
il parere favorevole della<br />
Food and Drug Administration,<br />
l’ente che approva<br />
le nuove molecole.<br />
“Prescrivere un farmaco<br />
non approvato espone<br />
il medico che lo usa a rischi<br />
legali, e il Right to Try consente,<br />
se la richiesta è giudicata ragionevole<br />
da un’apposita commissione<br />
di verifica, di ottenere<br />
protezione legale in caso di<br />
eventuali effetti indesiderati non<br />
conosciuti” spiega Howard Burris<br />
III, presidente di ASCO, la più importante<br />
associazione di oncologia clinica<br />
statunitense. “I pazienti,<br />
però, provano farmaci non<br />
ancora del tutto sperimentati<br />
a loro rischio e pericolo<br />
e, spesso, anche a proprie<br />
spese. La legge, infatti, non<br />
prevede la copertura economica.”<br />
Anche se la promulgazione<br />
di questa norma aveva acceso le<br />
speranze di molti malati, in<br />
verità, da quando è in vigore,<br />
solo due pazienti hanno ottenuto<br />
il permesso di utilizzare<br />
terapie sperimentali fuori dai protocolli<br />
di ricerca. In tutti gli altri casi, la commissione<br />
che valuta le richieste ha ritenuto<br />
che vi fossero troppi rischi e insufficienti<br />
garanzie di benefici.<br />
Le leggi italiane<br />
Anche in Italia è possibile<br />
accedere a terapie sperimentali<br />
non ancora approvate facendo<br />
riferimento a diverse<br />
leggi, come chiarisce la<br />
guida che AIOM ha appena rilasciato<br />
in una doppia versione,<br />
sia per il medico sia per<br />
i pazienti.<br />
“Vi sono diverse norme<br />
che regolano l’accesso<br />
precoce alle terapie, il cosiddetto<br />
early access” spiega Di<br />
Maio. “Innanzitutto, la legge<br />
648/1996 prevede la possibilità di<br />
erogare, a carico del Servizio sanitario<br />
nazionale, farmaci con specifiche caratteristiche,<br />
in particolare nei casi in<br />
cui non siano disponibili alternative terapeutiche<br />
valide oppure si tratti di: medicinali<br />
innovativi in commercio solo<br />
in altri Stati; medicinali non ancora autorizzati,<br />
ma in corso di sperimentazione<br />
clinica; medicinali da impiegare per<br />
una indicazione terapeutica diversa da<br />
quella autorizzata. Vi è poi il fondo AI-<br />
FA 5 per cento, per l’impiego, a carico<br />
del Servizio sanitario nazionale, sia di<br />
farmaci orfani per il trattamento di malattie<br />
rare sia di terapie che rappresentano<br />
una speranza di cura, in attesa della<br />
loro commercializzazione, per patologie<br />
particolari o gravi.” Proprio a seguito<br />
dell’istituzione di questo fondo da parte<br />
di AIFA (l’Agenzia italiana del farmaco,<br />
che approva i farmaci e ne determina il<br />
prezzo), le aziende farmaceutiche sono<br />
tenute a versare un contributo pari al 5<br />
per cento del proprio fatturato annuo<br />
(nel 2018 il fondo ammontava a poco<br />
più di 18 milioni di euro, soldi a disposizione<br />
di chi ha bisogno di cure fuori<br />
prontuario).<br />
“Un’altra via possibile, per chi deve<br />
ottenere una terapia non comune, è<br />
22 | FONDAMENTALE | GENNAIO <strong>2020</strong>
quella della legge 94/1998 che consente<br />
la prescrizione da parte di un medico,<br />
sotto la sua esclusiva e diretta responsabilità,<br />
di medicinali regolarmente<br />
in commercio ma per una indicazione<br />
non prevista. È il cosiddetto impiego<br />
off label” continua Di Maio. “A differenza<br />
degli esempi precedenti (che<br />
prevedono il rimborso del farmaco da<br />
parte del Servizio sanitario nazionale)<br />
e del ricorso al Fondo AIFA 5 per cento<br />
(che implica il rimborso da parte di AI-<br />
FA), la legge 94/1998 prevede che la terapia<br />
sia a carico del paziente o dell’azienda<br />
sanitaria in caso di ricovero.”<br />
Infine esiste anche un decreto ministeriale,<br />
emesso il 7 settembre 2017,<br />
che disciplina il ricorso al cosiddetto<br />
uso compassionevole, ovvero la prescrizione<br />
di una cura ancora in fase di<br />
sperimentazione clinica, al di fuori della<br />
sperimentazione stessa, in pazienti<br />
affetti da malattie gravi o che si trovino<br />
in pericolo di vita, quando, a giudizio<br />
del medico, non vi siano ulteriori valide<br />
alternative terapeutiche. L’uso compassionevole<br />
è consentito solo nel caso<br />
in cui il paziente non possa essere incluso<br />
in uno studio oppure per i malati<br />
già trattati nell’ambito di una sperimentazione<br />
ormai conclusa ma che abbiano<br />
ottenuto dei miglioramenti dalla<br />
cura. In questo caso i costi sono a carico<br />
delle aziende farmaceutiche.<br />
Tutti questi strumenti possono essere<br />
usati anche per ottenere un farmaco<br />
in una Regione in cui non è disponibile.<br />
In Italia, infatti, le cure innovative<br />
vengono approvate a livello nazionale,<br />
ma ogni Regione ha un proprio prontuario,<br />
al quale sia i medici sia gli ospedali<br />
si devono attenere. È quindi possibile<br />
che, specie per le cure più costose,<br />
ci siano differenze di accesso, sia in termini<br />
di tempi sia di rimborsabilità.<br />
“Per ciascuno di questi utilizzi esistono<br />
procedure burocratiche che il<br />
medico deve avviare per ottenere l’autorizzazione”<br />
conclude Di Maio. “Si<br />
tratta di una tutela per i pazienti, perché<br />
una cura sperimentale ha sempre,<br />
per definizione, più incognite di una<br />
terapia già approvata.”<br />
“<br />
APPROVATE<br />
LE TERAPIE<br />
CELLULARI<br />
”<br />
Nel mese di febbraio dell’anno<br />
scorso il giovane medico<br />
Lorenzo Farinelli, colpito da<br />
un linfoma non Hodgkin, cercava<br />
di raccogliere su una piattaforma<br />
di crowdfunding la somma necessaria<br />
a sottoporsi all’estero alla<br />
terapia CAR-T. Si tratta di una cura<br />
in cui i linfociti T del paziente vengono<br />
prelevati, modificati geneticamente<br />
in laboratorio per esprimere<br />
un recettore che li rende attivi<br />
contro la malattia, quindi reinfusi<br />
nel malato. Farinelli ha raggiunto<br />
la somma necessaria ma non<br />
ha fatto in tempo a partire. Dopo<br />
la sua scomparsa, la famiglia ha<br />
donato quanto raccolto a istituzioni<br />
legate alla ricerca oncologica.<br />
La sua storia, come altre di<br />
pazienti che sono volati all’estero<br />
a spese proprie, ha messo in luce<br />
la particolarità e complessità delle<br />
terapie cellulari, per alcuni versi<br />
distanti dalle cure farmacologiche<br />
classiche. Sono differenze che rendono<br />
la registrazione e l’accesso a<br />
questo tipo di trattamento ancora<br />
più difficili: a limitarne l’uso ci<br />
sono le tante incognite legate alle<br />
indicazioni, agli effetti collaterali e,<br />
non ultimo, al costo.<br />
Dal mese di settembre scorso,<br />
la prima terapia di tipo CAR-T è<br />
stata approvata dall’AIFA ed è disponibile<br />
per i pazienti con linfoma<br />
diffuso a grandi cellule B che non<br />
rispondono alle cure standard e<br />
per i pazienti fino a 25 anni di età<br />
con leucemia linfoblastica acuta a<br />
cellule B. Ma la terapia CAR-T non<br />
funziona per tutti ed è gravata da<br />
effetti collaterali anche importanti,<br />
specie di tipo neurologico. Per<br />
questa ragione l’AIFA ha selezionato<br />
alcuni centri di riferimento,<br />
gli unici autorizzati a somministrarla.<br />
Anche il pagamento della<br />
cura alle case farmaceutiche che<br />
la producono seguirà un percorso<br />
particolare: verranno pagati solo<br />
i trattamenti che funzionano, non<br />
quelli che falliscono.<br />
GENNAIO <strong>2020</strong> | FONDAMENTALE | 23
IFOM – ISTITUTO FIRC DI ONCOLOGIA MOLECOLARE<br />
Nutrizione e ricerca di base<br />
Nutrizione, metabolismo<br />
e cancro. Legame antico,<br />
soluzioni nuove<br />
Un rinnovato interesse per lo studio<br />
del metabolismo sembra aprire nuove opportunità<br />
anche nella cura dei tumori e nell’utilizzo più mirato<br />
di consigli nutrizionali e farmaci già noti<br />
NUOVE TECNOLOGIE<br />
L’OMICA DEL METABOLISMO<br />
Una buona parte del rinnovato interesse per lo studio<br />
del metabolismo è strettamente legato alla rivoluzione<br />
tecnologica degli ultimi anni e all’avvento delle<br />
cosiddette “omiche”. In particolare, quando si parla di<br />
metabolismo l’omica in questione è la metabolomica,<br />
cioè la tecnologia che studia le molecole (metaboliti)<br />
che si formano in seguito ai diversi processi biochimici<br />
all’interno delle cellule. Come succede per i geni con la<br />
genomica, la metabolomica permette di studiare l’intero<br />
metaboloma (l’insieme di tutti i metaboliti) in un colpo<br />
solo e praticamente in tempo reale.<br />
24 | FONDAMENTALE | GENNAIO <strong>2020</strong>
EPIDEMIOLOGIA<br />
O RICERCA DI BASE?<br />
Come studiare il legame<br />
tra metabolismo, nutrizione<br />
e cancro? “La vera domanda<br />
non è quale dei due approcci<br />
(epidemiologia o ricerca di base)<br />
scegliere, ma piuttosto come<br />
integrarli per ottenere il<br />
massimo da entrambi” afferma<br />
Foiani, convinto che la ricerca<br />
di base abbia un ruolo di<br />
primo piano nel comprendere<br />
in dettaglio i meccanismi che<br />
regolano tale legame e trovare<br />
i bersagli sui quali intervenire<br />
per il bene del paziente.<br />
In effetti l’epidemiologia,<br />
ovvero la scienza che studia<br />
l’insorgenza delle malattie e<br />
i fattori che le determinano,<br />
per molti anni ha costituito<br />
l’unico approccio disponibile<br />
per studiare questi aspetti<br />
della salute. Oggi resta fondamentale,<br />
ma deve necessariamente<br />
dialogare con la ricerca<br />
genetica e molecolare.<br />
“Non è vero che studiare i<br />
meccanismi di base allontana<br />
dalla vita reale. Anzi, è l’esatto<br />
opposto: nessuna raccomandazione<br />
su cosa mangiare<br />
ha davvero senso senza tenere<br />
conto dei circuiti molecolari<br />
e delle caratteristiche genea<br />
cura della REDAZIONE<br />
“<br />
Il DNA da solo non basta.<br />
Dobbiamo fare un passo<br />
in più per spiegare alcune<br />
caratteristiche e risposte<br />
della cellula tumorale<br />
e per arrivare alla cura della<br />
malattia.” Una frase molto forte<br />
se si pensa che gran parte<br />
della ricerca degli ultimi decenni<br />
si è basata sull’assunto<br />
che il cancro è a tutti gli effetti<br />
una malattia dei geni. E che risulta<br />
ancora più forte se a pronunciarla<br />
è Marco Foiani, direttore<br />
scientifico dell’IFOM<br />
di Milano, la cui attenzione<br />
professionale è da sempre<br />
concentrata proprio sul DNA.<br />
“I recenti sviluppi tecnologici,<br />
accompagnati da una vera e<br />
propria rivoluzione culturale,<br />
hanno acceso i riflettori su altri<br />
aspetti, come lo studio del<br />
metabolismo e del suo legame<br />
con numerose patologie, incluso<br />
il cancro” dice, sottolineando<br />
il ruolo di primo piano<br />
che la nutrizione può assumere<br />
in questo contesto.<br />
TRE STRADE<br />
CHE SI UNISCONO<br />
C’erano una volta il biochimico<br />
che studiava il metabolismo<br />
e il genetista (o il<br />
biologo molecolare) che studiava<br />
il DNA, ciascuno nel<br />
proprio laboratorio. Delle<br />
caratteristiche meccaniche<br />
e della plasticità delle cellule,<br />
quella che oggi si chiama<br />
meccanobiologia, fino a poco<br />
fa non ci si occupava nemmeno.<br />
“Eppure queste sono vie<br />
che devono essere percorse<br />
insieme se vogliamo davvero<br />
capire come funziona il cancro<br />
e arrivare a una cura definitiva”<br />
spiega Foiani, ricordando<br />
le tre principali caratteristiche<br />
della cellula tumorale,<br />
che la differenziano da<br />
quella sana: i difetti o instabilità<br />
nel patrimonio genetico,<br />
dunque del DNA; la maggiore<br />
plasticità, che la rende capace<br />
anche per questo di invadere<br />
altri tessuti; e il metabolismo<br />
anomalo, di cui siamo al corrente<br />
da oltre un secolo e che,<br />
come emerge dalle ricerche<br />
più recenti, può influenzare<br />
le altre due proprietà. “I ricercatori<br />
hanno capito che queste<br />
tre componenti si intrecciano<br />
e stanno lavorando insieme<br />
per comprenderle nella<br />
loro globalità” dice Foiani.<br />
tiche dei singoli individui” dice<br />
l’esperto, che assieme a Valter<br />
Longo e Vincenzo Costanzo<br />
si occupa più direttamente<br />
dello studio del metabolismo<br />
e del suo legame con la nutrizione<br />
e i tumori all’IFOM<br />
di Milano. I risultati ottenuti<br />
dai gruppi guidati dai tre<br />
ricercatori hanno già aiutato<br />
a fare luce sull’argomento e<br />
hanno permesso di dare il via<br />
a studi clinici<br />
su pazienti,<br />
grazie anche<br />
alla collaborazione<br />
di altri esperti<br />
che lavorano<br />
a Milano, come Saverio Minucci<br />
dell’Istituto europeo di<br />
oncologia e Filippo De Braud<br />
dell’Istituto nazionale dei tumori.<br />
SPERANZE CONCRETE<br />
Ciò che mangiamo influenza<br />
dunque il metabolismo, il<br />
quale a sua volta influenza il<br />
rischio di insorgenza del cancro<br />
o la sua progressione.<br />
“Uno dei concetti chiave<br />
in questo senso è la restrizione<br />
calorica” spiega Foiani. La<br />
cellula del tumore è in grado<br />
di modificare il proprio metabolismo<br />
per crescere e invadere<br />
i tessuti e lo fa molto più<br />
facilmente se dispone di tanta<br />
energia, ovvero se la persona<br />
ha una dieta particolarmente<br />
ricca. Anche per questa<br />
ragione ciò che mettiamo<br />
nel piatto influenza il rischio<br />
oncologico.<br />
“La buona notizia è che sul<br />
metabolismo possiamo agire<br />
abbastanza facilmente, sia<br />
con modifiche nella dieta sia<br />
In questo articolo:<br />
metabolomica<br />
nutrizione<br />
farmaci<br />
Il metabolismo<br />
influenza<br />
il rischio<br />
oncologico<br />
con farmaci utilizzati da anni<br />
per controllare gli scompensi<br />
metabolici, come per esempio<br />
le statine o la metformina,<br />
che riducono, rispettivamente,<br />
i livelli di colesterolo e di<br />
glucosio.<br />
“Longo fu il primo a dimostrare<br />
che affamando la cellula<br />
si migliora la sua capacità<br />
di rispondere in modo efficace<br />
al danno al DNA provocato,<br />
per<br />
esempio, dalla<br />
chemioterapia”<br />
ricorda<br />
l’esperto.<br />
“Sappiamo<br />
anche<br />
che con un digiuno mirato –<br />
che modifica il metabolismo<br />
– si rende più efficace la chemioterapia<br />
nei pazienti” aggiunge.<br />
A questo punto si può<br />
pensare di modificare il metabolismo<br />
con i farmaci già citati<br />
e diminuire così la quantità<br />
di chemioterapico necessaria<br />
per raggiungere l’effetto<br />
sperato. Un traguardo importante<br />
per ridurre gli effetti<br />
collaterali del trattamento<br />
e senza dubbio meno impegnativo<br />
di un digiuno per il<br />
paziente, magari già debilitato<br />
dalla malattia.<br />
Sul piano pratico si tratta<br />
in un certo senso di una scorciatoia,<br />
dal momento che si<br />
cerca di utilizzare farmaci<br />
noti da anni (e in genere anche<br />
relativamente economici)<br />
e non di introdurre nuove<br />
molecole. “Per arrivare a questi<br />
traguardi dobbiamo continuare<br />
a studiare in dettaglio i<br />
meccanismi che legano nutrizione,<br />
metabolismo, genoma<br />
e cancro” conclude Foiani.<br />
IFOM, l’Istituto di oncologia molecolare che svolge attività scientifica<br />
d’avanguardia a beneficio dei pazienti oncologici, è sostenuto dalla FIRC.<br />
GENNAIO <strong>2020</strong> | FONDAMENTALE | 25
FARE CHIAREZZA<br />
Integratori<br />
Supplementi e pillole non<br />
possono sostituire il cibo<br />
Per prevenire la comparsa di alcuni tumori,<br />
c’è chi ricorre a integratori.<br />
Le prove a sostegno del loro utilizzo, però,<br />
non sono sufficienti a raccomandarne l’uso<br />
a cura della REDAZIONE<br />
Alcune abitudini alimentari,<br />
in particolare il consumo<br />
frequente di vegetali, possono<br />
ridurre il rischio di<br />
ammalarsi di cancro. Spesso<br />
però cambiare dieta e seguire regole<br />
alimentari più sane si rivela più complicato<br />
del previsto: di fatto, le campagne<br />
destinate a invogliare le persone a<br />
seguire regole alimentari più corrette di<br />
rado sortiscono gli effetti previsti. Sono<br />
nati così gli integratori alimentari, ovvero<br />
formulazioni in pillola di principi<br />
attivi che, sulla base di studi epidemiologici<br />
e di laboratorio, sembrano fornire<br />
protezione dalle malattie, in particolare<br />
dal cancro.<br />
Il teorico vantaggio degli integratori<br />
in pillola, rispetto alla variazione della<br />
“<br />
IL<br />
MONDO DELLE PROMESSE (MANCATE)”<br />
Integratori, fitoterapici, nutraceutici,<br />
superfood sono termini ormai menti e del farmaco dell’Università<br />
Dipartimento di scienze degli ali-<br />
di uso quotidiano riferiti a prodotti di Parma, spiega in un libro che la<br />
acquistabili anche nelle farmacie e questione è tutt’altro che semplice<br />
che promettono di prevenire o curare<br />
e che anche chi si occupa di stu-<br />
praticamente ogni disturbo. Ma diare le sostanze attive contenute<br />
funzionano? Renato Bruni, docente negli alimenti fatica a dare risposte<br />
immediate e definitive. Dopo<br />
di botanica farmaceutica presso il<br />
26 | FONDAMENTALE | GENNAIO <strong>2020</strong><br />
aver smascherato le narrazioni del<br />
marketing, che spesso assecondano<br />
il desiderio di trovare soluzioni<br />
semplici per questioni complesse,<br />
l’autore racconta con leggerezza (e<br />
tanti aneddoti divertenti) cosa dice<br />
la letteratura scientifica e quali sono<br />
le ricerche disponibili, fornendo una
propria dieta, è evidente: con un solo gesto<br />
(la pillola) si fornisce all’organismo<br />
un dosaggio elevato di sostanze potenzialmente<br />
utili (principalmente antiossidanti<br />
e vitamine), dosaggio spesso impossibile<br />
da raggiungere con la semplice<br />
alimentazione.<br />
Una volta sottoposta al vaglio delle<br />
sperimentazioni, però, la maggior parte<br />
degli integratori ha deluso le attese di<br />
chi sperava di sopperire con una pillola<br />
o una fialetta a un’alimentazione poco<br />
sana: non solo l’effetto non è altrettanto<br />
benefico, ma in molti casi si è rivelato<br />
controproducente, aumentando, anziché<br />
diminuire, il rischio di ammalarsi.<br />
È probabile infatti che, negli alimenti,<br />
l’effetto protettivo, quando presente,<br />
derivi dall’azione collaborativa delle varie<br />
sostanze miscelate in specifiche proporzioni<br />
nei diversi alimenti, piuttosto<br />
che dall’azione di un singolo principio<br />
attivo. Riprodurre in una compressa le<br />
proprietà nutrizionali di un intero alimento<br />
è impossibile. Inoltre è tutt’altro<br />
che trascurabile il ruolo delle fibre e di<br />
altri elementi contenuti nel cibo completo,<br />
anche se soltanto in tracce.<br />
Non basta uno studio<br />
Uno degli errori più comuni commessi<br />
da chi cerca informazioni sul ruolo<br />
positivo o negativo che un particolare<br />
alimento può esercitare sul rischio<br />
di cancro è puntare l’attenzione su un<br />
unico studio, a volte neppure condotto<br />
sull’uomo.<br />
Un esempio molto noto è quello della<br />
vitamina E, contenuta in diversi alimenti.<br />
Ci sono studi che dimostrano<br />
come questo micronutriente – così ven-<br />
grande quantità di informazioni<br />
per aiutare il lettore a prendere<br />
decisioni più consapevoli.<br />
Renato Bruni<br />
Bacche, superfrutti<br />
e piante miracolose.<br />
Il mondo degli integratori<br />
e dei cibi dalle mille promesse<br />
Mondadori, 2019<br />
300 pagine, 20 euro<br />
In questo articolo:<br />
integratori<br />
vitamine<br />
nutrizione<br />
gono definite le vitamine e i sali minerali<br />
– abbia effetti protettivi contro il<br />
cancro di colon, prostata e vescica, soprattutto<br />
grazie al suo ruolo di antiossidante<br />
e stimolante per il sistema immunitario.<br />
Altri studi affermano il contrario<br />
e sostengono, per esempio, che<br />
assumere supplementi a base di vitamina<br />
E aumenti il rischio di tumore della<br />
prostata. Quale di queste affermazioni è<br />
vera? In un certo senso entrambe sono<br />
corrette: l’effetto rilevato nei diversi<br />
studi, infatti, è ambiguo. Le differenze<br />
possono dipendere da come sono progettate<br />
le ricerche: possono cambiare il<br />
numero di pazienti, le caratteristiche<br />
dei partecipanti (per età, sesso o presenza<br />
di altre malattie), la dose di alimento<br />
o integratore consumata,<br />
il modo di quantificare le<br />
dosi stesse e così via. La lista<br />
delle differenze tra due studi<br />
può essere molto lunga<br />
e può influire in modo decisivo<br />
sul risultato finale,<br />
spiegando la variabilità delle<br />
conclusioni.<br />
Un altro caso in cui il<br />
supplemento si è rivelato<br />
dannoso è quello del betacarotene,<br />
un precursore della<br />
vitamina A che, secondo alcuni<br />
studi, sembra aumentare<br />
il rischio di sviluppare<br />
un cancro del polmone nei<br />
fumatori. Viceversa esistono<br />
ricerche che hanno dimostrato<br />
come supplementi<br />
a base di calcio e persino<br />
multivitaminici possano<br />
avere un effetto protettivo<br />
nei confronti del cancro del colon.<br />
Si tratta però di dati complicati<br />
da interpretare e, soprattutto, da tradurre<br />
in raccomandazioni pratiche.<br />
Gli integratori, infatti, non sono farmaci<br />
e, prima di metterli in commercio,<br />
la legge non impone di dimostrare<br />
che facciano bene, ma solo che non<br />
siano tossici o pericolosi, cioè che non<br />
facciano male. Per questa stessa ragione<br />
non si possono indicare, sulle confezioni<br />
degli integratori, eventuali proprietà<br />
terapeutiche (anche se spesso le<br />
persone li assumono nella convinzione<br />
che possano essere utili a prevenire<br />
o curare determinate malattie) e nemmeno<br />
preventive.<br />
Utili in pochi casi<br />
Gli integratori sono quindi sempre<br />
inutili? Non proprio: possono servire<br />
nei casi in cui vi sia una vera e propria<br />
carenza oppure una forma di malnutrizione,<br />
come per esempio nelle persone<br />
anziane o malate che, per ragioni fisiche<br />
(perdita di appetito, difficoltà a masticare),<br />
si nutrono poco e in modo non sufficientemente<br />
vario. La stessa situazione<br />
si può verificare nei pazienti sottoposti<br />
a chemioterapia, per via dei<br />
danni che i farmaci inducono<br />
temporaneamente alla<br />
mucosa della bocca e che<br />
possono interferire con la<br />
percezione dei sapori ma<br />
anche con la deglutizione.<br />
In tutti questi casi sarà il<br />
medico stesso a suggerire<br />
integratori e supplementi,<br />
almeno fino a quando il paziente<br />
non potrà riprendere<br />
un’alimentazione equilibrata.<br />
Il World Cancer Research<br />
Fund, la più importante<br />
istituzione di ricerca<br />
nel campo dell’alimentazione<br />
e cancro, ha identificato<br />
anche altre situazioni<br />
nelle quali i supplementi<br />
sono non solo utili ma necessari.<br />
Per esempio: la vitamina<br />
B12 nelle persone che<br />
hanno difficoltà ad assorbire la<br />
vitamina stessa (a volte a seguito di una<br />
resezione chirurgica legata a un tumore<br />
del tratto gastrointestinale); l’acido folico<br />
nelle donne che desiderano avere un<br />
figlio, per proteggerlo dalle malformazioni<br />
del sistema nervoso; la vitamina D<br />
nei casi di documentata carenza (ovvero<br />
solo dopo che gli esami del sangue dimostrano<br />
che c’è una mancanza obiettiva<br />
di questa vitamina).<br />
GENNAIO <strong>2020</strong> | FONDAMENTALE | 27
I TRAGUARDI DEI NOSTRI<br />
... continua su: airc.it/traguardi-dei-ricercatori<br />
La resistenza nasce con la terapia<br />
Uno studio pubblicato su Science da Alberto Bardelli,<br />
dell’Istituto di Candiolo, e dai suoi collaboratori<br />
chiarisce i dettagli molecolari della comparsa<br />
della resistenza ai farmaci, un passo fondamentale<br />
per sviluppare cure più efficaci e durature. La resistenza<br />
dipende dalla presenza, nel DNA di alcune<br />
cellule tumorali, di mutazioni che consentono alle<br />
cellule stesse di sopravvivere anche quando sono<br />
esposte a una certa terapia. Contrariamente a<br />
quanto si pensava finora, il gruppo torinese ha dimostrato<br />
che le mutazioni possono rivelarsi dopo<br />
l’inizio del trattamento. Per verificarlo, gli autori<br />
hanno analizzato comportamenti e caratteristiche<br />
molecolari di alcune linee cellulari ricavate da cancro<br />
del colon durante la terapia con farmaci a bersaglio<br />
molecolare. Hanno così scoperto che in una<br />
frazione di cellule tumorali in grado di sopravvivere<br />
alle cure si verificano, temporaneamente, sia una<br />
diminuzione della capacità di riparare i danni del<br />
DNA, sia un aumento degli errori<br />
che vengono introdotti durante la<br />
duplicazione del DNA stesso. La<br />
scoperta potrebbe aprire la strada<br />
a significative ricadute cliniche.<br />
L’obesità favorisce le leucemie<br />
L’obesità è un fattore di rischio noto per alcuni<br />
tumori. I risultati di uno studio, coordinato da<br />
Pier Giuseppe Pelicci dell’IEO di Milano e pubblicato<br />
su Haematologica, confermano che l’obesità è<br />
un fattore di rischio anche per le leucemie mieloidi<br />
acute e in particolare per la leucemia promielocitica.<br />
“Siamo partiti dall’analisi dei dati raccolti da<br />
un’ampia indagine svolta sulla popolazione inglese,<br />
che ha seguito nel tempo ben 5,2 milioni di persone”<br />
racconta Pelicci. “Così abbiamo scoperto che<br />
con l’aumentare del peso aumenta in modo lineare<br />
il rischio di sviluppare un tumore ematologico.”<br />
Una conclusione che i ricercatori hanno riscontrato<br />
con minime variazioni in altre tre popolazioni – italiana,<br />
spagnola, americana. Ciò significa che, oltre<br />
all’obesità, anche il contesto in cui questa si sviluppa<br />
può rappresentare un fattore di rischio. Lo studio<br />
ha inoltre indagato le possibili<br />
basi molecolari di questo aumento<br />
del rischio: un primo passo fondamentale<br />
per individuare nuove<br />
strategie terapeutiche.<br />
Nel sangue i segni della ricaduta<br />
I malati di cancro tendono a formare coaguli e<br />
trombi. In uno studio pubblicato sulla rivista Haematologica,<br />
un gruppo di ricercatori, guidati da Cinzia<br />
Giaccherini dell’Ospedale di Bergamo Papa Giovanni<br />
XXIII, ha misurato (tramite un semplice esame del<br />
sangue) alcuni marcatori della coagulazione in donne<br />
con cancro del seno. Lo scopo era verificare se<br />
ci fosse un’associazione con specifiche forme della<br />
malattia o se i loro livelli potessero fornire informazioni<br />
sul rischio di ricaduta. I marcatori sono stati<br />
misurati in 701 donne con carcinoma del seno in fase<br />
iniziale prima della chemioterapia. Si è scoperto<br />
che i livelli di alcuni di questi marcatori sono più elevati<br />
nei tumori di maggiori dimensioni o in caso di<br />
metastasi nei linfonodi, e che tipologie di cancro del<br />
seno particolarmente aggressive (come il triplo negativo)<br />
sono associate ad alti livelli di marcatori di<br />
ipercoagulabilità. Saperlo consentirà<br />
di valutare in anticipo il rischio<br />
di ricaduta e di trattare in modo più<br />
aggressivo le donne che hanno più<br />
probabilità di riammalarsi.
I GIORNI DELLA RICERCA<br />
Quirinale<br />
La forza<br />
della ricerca<br />
è nell’impegno<br />
in comune<br />
Pubblichiamo integralmente il discorso<br />
che il Presidente della Repubblica<br />
Sergio Mattarella ha pronunciato al Quirinale<br />
in occasione dell’annuale cerimonia<br />
d’apertura de I Giorni della Ricerca.<br />
di Sergio Mattarella,<br />
Presidente della Repubblica<br />
Rinnovo un saluto alla vicepresidente<br />
del Senato, al rappresentante<br />
della Camera<br />
dei Deputati, al ministro della<br />
salute, al Presidente Torrani,<br />
al professor Trinchieri, all’avvocato<br />
Valentina Robino e a tutti i presenti.<br />
Benvenuti. Per la gran parte, bentornati<br />
al Quirinale.<br />
La ricerca è un motore di solidarietà,<br />
un motore della società sempre più<br />
importante. In ogni ambito della vita<br />
civile. Ma la ricerca che sospinge i<br />
progressi della medicina presenta una<br />
qualità ulteriore: è un tutore prezioso<br />
della vita umana, un aiuto concreto alle<br />
persone e alle famiglie.<br />
Oggi qui non celebriamo soltanto<br />
La ricerca<br />
è un tutore<br />
prezioso<br />
della vita<br />
un settore della scienza,<br />
o un importante ambito<br />
professionale. Certo, siamo<br />
in presenza di medici<br />
di elevato valore che<br />
danno lustro al nostro<br />
Paese e che ogni giorno<br />
forniscono aiuto a tanti che ne hanno<br />
bisogno. Abbiamo con noi vere e proprie<br />
eccellenze – nella lotta contro i<br />
tumori – riconosciute in tutto il mondo.<br />
Ci sono donne e uomini che hanno<br />
consentito alla scienza di compiere<br />
grandi passi in avanti. Ci sono giovani<br />
talenti che conducono studi e sperimentazioni<br />
in équipe prestigiose e<br />
il cui lavoro sta producendo risultati<br />
davvero molto significativi.<br />
I Giorni della Ricerca, tuttavia, sono<br />
nati per andare ancora oltre.<br />
Sono divenuti un appuntamento<br />
così sentito, e impegnativo, perché ne<br />
è derivata la consapevolezza che il tema<br />
riguarda tutti. Istituzioni e società.<br />
Ricercatori, medici e pazienti. Riguarda<br />
la nostra vita di comunità, la nostra<br />
organizzazione civile, la<br />
nostra cultura. Sono lieto<br />
che questo incontro<br />
costituisca ormai una<br />
tradizione, e che continui<br />
a svolgersi nel palazzo<br />
del Quirinale, richiamando<br />
l’attenzione del Paese, accendendo<br />
i riflettori sul valore delle conoscenze<br />
scientifiche, invitando ciascuno<br />
alla condivisione e dunque alla solidarietà.<br />
GENNAIO <strong>2020</strong> | FONDAMENTALE | 29
I GIORNI DELLA RICERCA<br />
Quirinale<br />
Un nemico<br />
non così invincibile<br />
È trascorso oltre mezzo secolo da<br />
quando alcuni coraggiosi pionieri –<br />
scienziati e personalità lungimiranti,<br />
sostenuti da una grande passione civile<br />
– diedero vita all’Associazione Italiana<br />
per la Ricerca e decisero di chiamare<br />
tutti a raccolta per condurre insieme<br />
la battaglia contro<br />
i tumori. Il cancro<br />
allora sembrava un nemico<br />
invincibile. Ma i<br />
promotori erano convinti<br />
del contrario. Sapevano<br />
che l’umanità,<br />
la civiltà, la scienza medica avrebbero<br />
potuto far vincere la vita. La strada<br />
sarebbe stata lunga, il percorso non<br />
privo di ostacoli, ma il traguardo realmente<br />
raggiungibile.<br />
Fiducia nella ricerca vuol dire fiducia<br />
nel futuro. Sono stati compiuti grandi e<br />
confortanti progressi. Lo abbiamo appena<br />
colto dalle parole della signora Valentina<br />
Robino: il suo intervento è stato,<br />
oltre che un segno di<br />
Nella foto: Pier<br />
Giuseppe Torrani,<br />
presidente AIRC<br />
La fiducia<br />
nella ricerca<br />
è fiducia<br />
nel futuro<br />
speranza realizzata,<br />
un vero inno alla vita<br />
e alla sua vittoria.<br />
Le capacità diagnostiche e terapeutiche,<br />
le conoscenze approfondite delle<br />
patologie, e delle differenze tra di esse,<br />
lo sviluppo della prevenzione e le cure<br />
sempre più personalizzate hanno ridotto<br />
progressivamente la mortalità, hanno<br />
allungato le prospettive di vita e ne<br />
hanno anche migliorato la qualità in<br />
chi si trova a fronteggiare la malattia.<br />
Tutto questo sarebbe stato impossibile<br />
senza il lavoro faticoso<br />
e grandioso, a volte<br />
necessariamente per tentativi<br />
ma esaltante, dei<br />
ricercatori. Tutto questo<br />
sarebbe stato impossibile<br />
senza il finanziamento<br />
alla ricerca, senza cioè quelle risorse<br />
materiali indispensabili che costituiscono<br />
l’investimento per un domani migliore<br />
e il segno tangibile della speranza.<br />
Il contributo di tutti<br />
In questo articolo:<br />
Quirinale e Sergio Mattarella<br />
premio Beppe Della Porta<br />
premio Credere nella Ricerca<br />
Dobbiamo tanto a chi si è fatto battistrada.<br />
All’origine c’è un’intuizione<br />
che definirei comunitaria: su questo<br />
percorso si può procedere soltanto insieme.<br />
Non siamo tutti medici o ricercatori.<br />
Tutti però possiamo concorrere<br />
all’azione per reperire risorse. Tutti<br />
dobbiamo crescere nella conoscenza.<br />
Tutti possiamo contribuire alla prevenzione,<br />
alla cultura della salute, alla<br />
crescita sana dei nostri ragazzi. Tutti<br />
possiamo partecipare alla costruzione<br />
di quella rete di solidarietà, che garantisce<br />
sicurezza; negata da comportamenti<br />
di egoistica chiusura in se stessi.<br />
Sconfiggere definitivamente il cancro<br />
è un traguardo possibile solo a<br />
condizione di un grande impegno comune.<br />
La ricerca stessa va presentata<br />
come impresa di comunità, in cui pubblico<br />
e privato, istituzioni scientifiche<br />
ed enti non profit, cooperino per fini<br />
condivisi. Occorre far crescere gli investimenti<br />
pubblici, puntare con coraggio<br />
sull’intelligenza dei giovani e<br />
sulla qualità dei loro maestri, ma al<br />
tempo stesso è indispensabile il sostegno<br />
delle imprese, delle associazioni,<br />
dei singoli cittadini.<br />
Siamo grati quindi all’AIRC per come<br />
ha sostenuto negli anni e per come<br />
sostiene tuttora la ricerca. Per la tenacia,<br />
per la creatività, per l’organizzazione.<br />
Ogni mese si fanno nuovi passi<br />
avanti.<br />
Tra gli studi più recenti finanziati<br />
dall’AIRC, ricordo quello sull’efficacia<br />
dei farmaci epigenetici nell’immunoterapia,<br />
condotto nel Policlinico Santa<br />
Maria alle Scotte di Siena. Quello sugli<br />
effetti collaterali delle terapie per il<br />
tumore al seno, nell’Ospedale Galliera<br />
di Genova. E ancora gli studi finalizzati<br />
ad approcci personalizzati nella cura<br />
delle recidive, realizzati presso l’Ospedale<br />
San Raffaele di Milano.<br />
Siamo grati a queste e ad altre équipe<br />
anche per la cultura che esse testimoniano.<br />
La ricerca e gli studi di eccellenza<br />
ci consegnano, con frequenza<br />
crescente, soluzioni innovative che<br />
portano a risultati straordinari. Sono i<br />
momenti più alti, più emozionanti. Altre<br />
volte, il lavoro compiuto resta alla<br />
base di tentativi di successo in futuro,<br />
la premessa per risultati che altri riusciranno<br />
a completare. Sempre, comunque,<br />
la ricerca ci indica un metodo:<br />
per raggiungere il risultato, il successo<br />
scientifico, in ogni caso è necessa-<br />
30 | FONDAMENTALE | GENNAIO <strong>2020</strong>
ia una squadra. Tanto più nel mondo<br />
in cui viviamo, così complesso e interdipendente,<br />
non vince mai un campione<br />
solitario. La stessa interpretazione<br />
del dato scientifico ha bisogno oggi di<br />
supporti e di analisi multidisciplinari<br />
del contesto, come ha ricordato il professor<br />
Trinchieri.<br />
Fare squadra contro<br />
la disinformazione<br />
La forza è nell’impegno in comune.<br />
Anche nella ricerca oncologica si evidenzia<br />
sempre più l’importanza clinica<br />
del sistema immunitario e dei fattori<br />
ambientali; alcuni degli studi più recenti,<br />
con il contributo determinante di<br />
scienziati italiani, stanno aprendo nuove<br />
possibilità di intervento e di cura proprio<br />
muovendo da queste scoperte. Allo<br />
stesso modo, potremmo dire, che la lotta<br />
contro i tumori deve diventare un’occasione<br />
per irrobustire il sistema immunitario<br />
del nostro corpo sociale.<br />
Fare squadra vuol dire, per esempio,<br />
sviluppare e diffondere la prevenzione.<br />
Sempre di più, con strategie efficaci<br />
e programmi capillari. Occorre lavorare<br />
per ridurre il divario tra territori:<br />
stiamo parlando di opportunità di vita<br />
per le persone, e nel campo della salute<br />
dobbiamo sentire ancor più come un<br />
dovere, come una incalzante prescrizione<br />
quella rimozione delle diseguaglianze<br />
che la Costituzione ci indica. La<br />
prevenzione sta dando grandi risultati,<br />
non ultima la flessione dei nuovi casi<br />
di tumori in Italia. Flessione particolarmente<br />
significativa se si pensa che questa<br />
avviene mentre si affinano gli strumenti<br />
diagnostici.<br />
Bisogna, quindi, proseguire decisamente<br />
sulla strada della prevenzione,<br />
come ha con chiarezza indicato il Ministro<br />
Speranza, sottolineando le iniziative<br />
di Alleanza contro il cancro. Interessando<br />
le scuole, raggiungendo le famiglie,<br />
soprattutto quelle più in difficoltà<br />
sul piano economico e sociale.<br />
La società dell’informazione veloce<br />
ci spinge in avanti, ma – come ha detto<br />
giustamente l’Avv. Torrani – la rapida<br />
circolazione di informazioni paradossalmente<br />
può generare anche nuove<br />
sacche di disinformazione, o addirittura<br />
la diffusione di credenze anti-scientifiche,<br />
di paure irrazionali, che vanno<br />
contrastate perché possono aprire pericolose<br />
falle in questo sforzo collettivo.<br />
Anche in questo caso, istituzioni pubbliche,<br />
medici e scienziati, insegnanti,<br />
società civile organizzata devono sostenere<br />
il sapere scientifico e far in modo<br />
che produca comportamenti virtuosi<br />
e coerenti. La crescita sana dei bambini,<br />
così come la salute degli adulti e dei<br />
più anziani, passa da un’alimentazione<br />
equilibrata, dal tempo dedicato al movimento,<br />
dall’eliminazione di pratiche<br />
nocive, dalle vaccinazioni, dal seguire<br />
le indicazioni della scienza medica.<br />
Il contagio<br />
del buon esempio<br />
La solidarietà, che oggi promuoviamo,<br />
è essa stessa cultura. E questa cultura<br />
che ci porta ad assumere maggiore<br />
responsabilità nella lotta contro il<br />
cancro deve anche spingerci a migliorare<br />
le condizioni di vita di chi si trova<br />
ad affrontare le sofferenze più gravi.<br />
La persona malata non può essere<br />
mai abbandonata, e ha sempre diritto<br />
a una terapia accurata, un’assistenza rispettosa<br />
della sua dignità, anche quando<br />
la malattia non può guarire. Le cure<br />
palliative – delineate nel 2010 da un<br />
intervento normativo che ha consentito<br />
un indubbio progresso – hanno ora<br />
bisogno di essere rafforzate, soprattutto<br />
nelle aree del Paese dove oggi l’accesso<br />
è più difficile e dove i supporti sono<br />
più carenti.<br />
Il mio augurio – pressoché scontato<br />
perché ne sono certo – è che il vostro<br />
lavoro generi ancora nuovi risultati. Vi<br />
ringrazio per quello che fate. E sono sicuro<br />
che, anche quest’anno, per tanti<br />
italiani l’incontro con voi sarà occasione<br />
di crescita, di riflessione, di maggiore<br />
conoscenza e responsabilità.<br />
Il contagio del buon esempio ci aiuterà<br />
a contrastare meglio ogni malattia.<br />
Fonte: Quirinale<br />
“<br />
PREMIO<br />
CREDERE<br />
NELLA RICERCA<br />
”<br />
Il premio speciale AIRC Credere nella<br />
Ricerca viene attribuito ogni anno a<br />
una persona o un’istituzione che si è<br />
distinta nel suo supporto alla causa di<br />
AIRC. Per il 2019, come già nel 2018,<br />
c’è stata una doppia assegnazione.<br />
Il Presidente Mattarella ha premiato<br />
Loretta Goggi, convinta sostenitrice<br />
della ricerca sul cancro, da 30 anni<br />
voce e volto della missione di AIRC.<br />
La malattia è entrata più volte nella<br />
sua vita, toccandole gli affetti più cari,<br />
senza però mai intaccare la fiducia<br />
nella scienza e l’impegno a fianco dei<br />
ricercatori. Dopo Loretta è stato il<br />
turno dell’azienda Molini Bongiovanni<br />
in quanto rappresentante consapevole<br />
del ruolo che un’impresa ha nel sostegno<br />
alla ricerca scientifica e nella promozione<br />
dell’eccellenza della scienza<br />
nel nostro Paese, ruolo che ha sempre<br />
svolto con continuità e passione. Da<br />
anni ha inserito la Responsabilità<br />
Sociale d’Impresa tra i propri valori<br />
fondanti, considerandola un elemento<br />
di crescita valoriale per l’azienda e i<br />
suoi dipendenti.<br />
Loretta Goggi<br />
Claudio Bongiovanni,<br />
amministratore<br />
di Molini Bongiovanni
PREMIO BEPPE DELLA PORTA<br />
Claudio Tripodo<br />
In questo articolo:<br />
premio Beppe Della Porta<br />
I Giorni della Ricerca<br />
microambiente<br />
Un palermitano<br />
amante delle<br />
contaminazioni<br />
culturali<br />
A Claudio Tripodo, rivelazione dell’oncologia italiana,<br />
è stato assegnato il premio che vuole consolidare<br />
la carriera dei giovani ricercatori<br />
a cura della REDAZIONE<br />
E ’<br />
andata a Claudio Tripodo,<br />
giovane docente di anatomia<br />
patologica all’Università<br />
di Palermo, la prima<br />
edizione del premio della<br />
Fondazione AIRC Beppe Della Porta,<br />
conferito dal Presidente della Repubblica<br />
Sergio Mattarella durante la celebrazione<br />
de I Giorni della Ricerca al palazzo<br />
del Quirinale. L’importanza di aiutare i<br />
giovani è un tema molto caro a Beppe<br />
Della Porta, fondatore di AIRC insieme<br />
a Umberto Veronesi nel 1965. Per questo<br />
il premio a lui intitolato vuole favorire<br />
il consolidamento della carriera scientifica<br />
di un giovane ricercatore che, lavorando<br />
presso una struttura scientifica<br />
del nostro Paese, abbia ottenuto risultati<br />
originali e di risonanza internazionale<br />
nel settore della ricerca sul cancro.<br />
Tripodo, oggi coordinatore del Laboratorio<br />
di immunologia dei tumori<br />
dell’Università di Palermo, è stato tra i<br />
primi a indagare alcuni aspetti del microambiente<br />
tumorale che governa le<br />
interazioni tra le cellule della neoplasia<br />
e quelle normali che ne favoriscono<br />
la crescita. Dopo la laurea nel 2002, ha<br />
cominciato un’intensa attività di ricerca<br />
già durante la scuola di specializzazione,<br />
conclusa nel 2007 sempre nel capoluogo<br />
siciliano, contribuendo a ben 186<br />
pubblicazioni su riviste internazionali,<br />
tra le quali uno studio i cui risultati pubblicati<br />
sulla rivista Cell Stem Cell hanno<br />
avuto oltre 700 citazioni.<br />
Questi successi gli sono valsi il prestigioso<br />
riconoscimento perché, come<br />
riporta la motivazione, “hanno significativamente<br />
contribuito a meglio comprendere<br />
le interazioni tra microam-<br />
biente e cellule tumorali nelle neoplasie<br />
sia solide sia ematologiche”.<br />
Idee chiare<br />
“La ricerca necessita di contaminazioni<br />
da molteplici specialità e discipline<br />
e per questo motivo allo studio<br />
dell’anatomia patologica ho sempre associato<br />
la passione per l’immunologia”<br />
ha commentato Tripodo. “Ho sempre<br />
avuto una chiara idea di cosa volessi<br />
approfondire ma ho potuto fare ricerca<br />
solo grazie agli insegnamenti di scienziati<br />
come Melchiorre Brai dell’Università<br />
di Palermo, Francesco Tedesco<br />
dell’Università di Trieste e Mario Paolo<br />
Colombo dell’INT di Milano.”<br />
Tripodo è stato responsabile di unità<br />
all’interno di un programma AIRC 5<br />
per mille Diagnosi precoce e analisi rischio<br />
tumorale sul microambiente tumorale,<br />
coordinato da Marco Pierotti e<br />
Gabriella Sozzi dell’Istituto nazionale<br />
dei tumori di Milano, prima di ricevere<br />
nel 2015 un Investigator grant con<br />
un progetto sui linfomi.<br />
32 | FONDAMENTALE | GENNAIO <strong>2020</strong>
I GIORNI DELLA RICERCA<br />
Scuole<br />
a cura della REDAZIONE<br />
In occasione de I Giorni della Ricerca, tra il 7 e<br />
l’8 novembre scorso, oltre 3.000 studenti hanno<br />
potuto incontrare un ricercatore semplicemente<br />
andando a scuola. Obiettivo: informare studenti<br />
e insegnanti sui progressi e sulle nuove<br />
frontiere della ricerca oncologica, attraverso la testimonianza<br />
– direttamente in aula – di chi ha fatto della<br />
ricerca un mestiere e una missione. In tutto sono<br />
stati organizzati oltre 30 Incontri con la Ricerca su<br />
tutto il territorio nazionale.<br />
Gli Incontri sono un’opportunità unica di confronto<br />
fra studenti e ricercatori, che permette loro di<br />
discutere non solo di scienza, ma anche di argomenti<br />
quali fattori di rischio per lo sviluppo di malattie<br />
e corretti stili di vita, affrontando in maniera critica<br />
il tema della prevenzione. Anche i volontari AIRC affiancano<br />
gli scienziati, rappresentando la Fondazione<br />
e la sua missione, spiegando quali iniziative vengono<br />
promosse a sostegno della ricerca a livello locale<br />
e nazionale, e testimoniando la gratificazione che<br />
deriva dal poter donare un po’ del loro tempo per sostenere<br />
il lavoro dei ricercatori.<br />
I Giorni della Ricerca<br />
entrano nelle scuole<br />
Oltre 30 incontri in due giorni<br />
per avvicinare i ragazzi alla scienza<br />
Gli Incontri con la Ricerca rientrano nel progetto<br />
AIRC nelle scuole, rivolto a studenti e insegnanti<br />
degli istituti di ogni ordine e grado per avvicinare i<br />
giovani alla cultura della salute e del benessere, alla<br />
scienza e al mondo della ricerca sul cancro, attraverso<br />
attività educational interattive, materiali didattici<br />
e iniziative loro dedicate; perché il futuro della ricerca<br />
comincia in classe. Scopri<br />
il progetto sul sito scuola.airc.it.<br />
GENNAIO 2016 | FONDAMENTALE | 33
I GIORNI DELLA RICERCA<br />
Media e partner<br />
RAI con AIRC<br />
per raccontare<br />
la ricerca sul cancro<br />
I<br />
l progresso della ricerca passa dalla consapevolezza<br />
dei risultati ottenuti e delle nuove sfide da<br />
affrontare. È per questo che RAI e AIRC, da domenica<br />
3 a domenica 10 novembre, hanno rafforzato<br />
una straordinaria alleanza che da venticinque<br />
anni porta le storie dei protagonisti della ricerca nelle<br />
case di milioni di italiani nella più autentica espressione<br />
di servizio pubblico.<br />
Per otto giorni le trasmissioni tv, radio, le testate<br />
giornalistiche e i canali digital della RAI hanno ospitato<br />
e raccontato le storie dei protagonisti della ricerca:<br />
persone che hanno superato la malattia, ricercatori,<br />
medici, volontari. Insieme a loro, i conduttori hanno<br />
coinvolto e invitato il pubblico a donare, per sostenere<br />
una nuova generazione di scienziati che potranno così<br />
avviare progetti innovativi per la cura del cancro.<br />
Domenica 3 novembre, durante Domenica In, Mara<br />
Venier ha acceso il numeratore delle donazioni dando<br />
il via alla maratona RAI per AIRC, una settimana<br />
ricca di appuntamenti speciali come l’Eredità su Rai1,<br />
condotto da Flavio Insinna con la partecipazione straordinaria<br />
di Carlo Conti, ambasciatore AIRC, che ha<br />
presentato anche venerdì 8 uno speciale Tale e Quale<br />
Show. Domenica 10 novembre, nella giornata conclusiva<br />
della maratona si sono passati il testimone Uno<br />
Mattina In Famiglia, Domenica In, Con noi… a ruota libera,<br />
Life su Radio 1, le trasmissioni di RaiSport e infine<br />
lo Speciale AIRC “Conta su di noi” su Rai 3, condotto<br />
da Francesca Fialdini, Michele Mirabella e Pierluigi<br />
Spada.<br />
Per tutta la settimana inoltre Radio1, Radio2, Radio3,<br />
Isoradio insieme ai GR RAI hanno dato voce ai<br />
protagonisti della ricerca, con interviste e approfondimenti<br />
nelle principali trasmissioni.<br />
Hanno inoltre dato spazio agli approfondimenti<br />
scientifici e alle storie di speranza le testate giornalistiche<br />
TG1, TG2, TG3 e Rainews, per non dimenticare il<br />
ruolo ricoperto dal sito RAI e dai profili social che hanno<br />
così informato e coinvolto il pubblico più digitale.<br />
D<br />
iego Fanzaga, giovane campione del quiz televisivo<br />
L’Eredità, ha donato parte della sua vincita ad<br />
AIRC. Milanese, laureato in lettere, si sta specializzando<br />
all’Università di Bologna in semeiotica,<br />
una disciplina che studia la struttura del linguaggio<br />
e che ha un approccio scientifico a una materia considerata<br />
in genere prettamente umanistica. “Non è per questo che<br />
ho scelto di devolvere parte della mia vincita ad AIRC” spiega.<br />
“In realtà prima del quiz non conoscevo AIRC e ciò che fa per<br />
la lotta contro il cancro, ma se ne è parlato proprio durante il<br />
programma. Posso dire che è stata una fortuna, un’occasione<br />
per conoscere una bella realtà che fa qualcosa di importante<br />
per una causa che tocca tutti. Sono contento di avere avuto<br />
questa opportunità di entrare a far parte di coloro che la sostengono.”<br />
34 | FONDAMENTALE | GENNAIO <strong>2020</strong>
I migliori cioccolatini<br />
per sostenere la ricerca<br />
S<br />
abato 9 novembre<br />
migliaia di<br />
persone hanno<br />
invaso le piazze<br />
d’Italia per procurarsi<br />
i Cioccolatini della<br />
Ricerca, prodotti con ingredienti<br />
di altissima qualità,<br />
e sostenere così la ricerca<br />
sul cancro. Le confezioni<br />
di cioccolato erano accompagnate<br />
da un’edizione<br />
speciale di <strong>Fondamentale</strong><br />
in versione pocket che<br />
spiegava i tratti distintivi di<br />
una ricerca scientifica davvero<br />
centrata sul paziente e<br />
raccontava tre storie esemplificative.<br />
Da lunedì 11 novembre<br />
la distribuzione è<br />
continuata in oltre 1.700 filiali<br />
Banco BPM. Un grazie<br />
speciale va come sempre<br />
anche ai nostri volontari<br />
per l’impegno profuso.<br />
Il mondo del calcio<br />
a fianco di AIRC<br />
V<br />
enerdì 8, sabato 9, domenica 10<br />
e lunedì 18 novembre è tornato<br />
Un Gol per la Ricerca, storica<br />
iniziativa di AIRC, organizzata<br />
in collaborazione con FIGC, Lega<br />
Serie A, TIM e AIA, per sensibilizzare<br />
il mondo del calcio e il pubblico dei tifosi<br />
sul tema cancro. Leonardo Bonucci, Claudio<br />
Marchisio, Matteo Politano e Alessio<br />
Romagnoli sono stati i quattro “capitani”<br />
della straordinaria squadra AIRC e i protagonisti<br />
della campagna, che ha coinvolto<br />
i campi di gioco, le trasmissioni sportive,<br />
i media e il web con l’obiettivo di far<br />
crescere una nuova generazione di scienziati<br />
di talento, i futuri “campioni” della<br />
ricerca oncologica. Al loro fianco giocatori<br />
e allenatori della Serie A e gli Azzurri<br />
della Nazionale.<br />
La collaborazione<br />
di RAI Sport,<br />
SkySport, DAZN e<br />
delle testate specializzate<br />
di stampa<br />
e web ha fatto<br />
arrivare il messaggio<br />
a milioni di<br />
appassionati.<br />
I protagonisti dei Giorni<br />
della Ricerca 2019<br />
“C’è stato un momento<br />
in cui ho sentito<br />
il bisogno di fare qualcosa,<br />
di contribuire personalmente<br />
perché io credo nella ricerca.<br />
Così è iniziata la mia avventura<br />
da volontaria.”<br />
“Il grant AIRC<br />
per me non è stato solo<br />
un progetto finanziato ma<br />
anche un riconoscimento, che<br />
ha messo in risalto l’attività<br />
che stavo svolgendo facendomi<br />
superare il confine che c’è<br />
fra un bravo studente e un<br />
capo laboratorio”<br />
“Nonostante il<br />
tumore sono diventata<br />
mamma, ma non è stato<br />
un miracolo, è stata la<br />
bravura e la capacità dei<br />
ricercatori e medici che<br />
mi hanno seguita.”
RACCOLTA FONDI<br />
Run4AIRC e partner<br />
ANCHE NEL <strong>2020</strong>, CORRIAMO PER AIRC!<br />
Sono tantissimi gli<br />
studi che hanno<br />
dimostrato una riduzione<br />
del rischio di<br />
ammalarsi di cancro proporzionale<br />
all’intensità,<br />
durata o frequenza della<br />
pratica sportiva. Per questo<br />
AIRC ha lanciato il<br />
programma #oggicorroperAIRC,<br />
dedicato a tutti<br />
gli appassionati di movimento<br />
e di running, al<br />
quale hanno aderito nel<br />
solo 2019 più di 400 atleti.<br />
Anche per tutto il<br />
<strong>2020</strong>, nelle principali manifestazioni<br />
sportive italiane,<br />
sarà possibile scegliere<br />
di impegnarsi per<br />
AIRC unendo l’impegno<br />
agonistico a quello solidale<br />
a favore della ricerca.<br />
I prossimi appuntamenti<br />
primaverili saranno<br />
il 5 aprile la Milano<br />
Marathon e il 25 marzo la nuovissima Run Rome The Marathon. Per entrambe le<br />
competizioni sarà possibile scegliere di partecipare alla classica gara individuale<br />
lunga 42 chilometri oppure alla staffetta in team da quattro persone, percorrendo<br />
10 chilometri ciascuno. Unisciti alla nostra squadra, aspettiamo anche te!<br />
Per info sul progetto visita run4airc.it.<br />
BORSE DI STUDIO<br />
INTITOLATE<br />
ALLE AZIENDE<br />
Per dare maggiore concretezza al<br />
proprio impegno per la ricerca,<br />
sempre più aziende scelgono di<br />
finanziare una borsa di studio intitolandola<br />
con la propria ragione sociale.<br />
Finanziare una borsa di studio significa<br />
sostenere concretamente una<br />
o più annualità del lavoro di un giovane<br />
ricercatore. Ringraziamo AICG,<br />
Boxmarche, Conad, Fondazione Rocca,<br />
Francescon O.P., i dipendenti di<br />
Finanza e Futuro (Gruppo Deutsche<br />
Bank), Fondo Asim, Griff, Molini Bongiovanni,<br />
Reale Foundation, The Estée<br />
Lauder Companies Italia, T.R.S. Group,<br />
Unicredit Foundation, Vitasnella e Zalando<br />
per aver creduto nell’importanza<br />
della ricerca e nel lavoro dei giovani<br />
ricercatori.<br />
Una borsa di studio è stata intitolata<br />
alla Milano Marathon alla quale<br />
hanno partecipato aziende e dipendenti.<br />
Per i tuoi progetti di partnership<br />
a sostegno della ricerca scrivi a<br />
partnership@airc.it<br />
COSÌ BUONO CHE FA ANCHE BENE<br />
COSÌ BUONO<br />
CHE FA ANCHE<br />
BENE.<br />
Scegli l’olio che aiuta<br />
a prevenire il cancro.<br />
Scopri come su airc.it/olio<br />
Nel mese di dicembre, in collaborazione con Italia Olivicola – consorzio di produttori<br />
di olio, 40 frantoi hanno promosso un’attività di raccolta fondi a favore<br />
di AIRC e una campagna di sensibilizzazione sui corretti stili alimentari per prevenire<br />
il cancro.<br />
Per ogni bottiglia o lattina di olio venduta, contrassegnata con il marchio di AIRC,<br />
i frantoi hanno donato 2 euro per aiutare i ricercatori a rendere il cancro sempre più<br />
curabile.<br />
L’iniziativa aveva anche l’obiettivo di far conoscere al pubblico l’importanza del<br />
consumo dell’olio extravergine di oliva che, abbinato a un’alimentazione ricca di cibi<br />
vegetali, come cereali integrali e legumi, verdura e frutta, aiuta a prevenire i tumori<br />
intestinali.<br />
Per maggiori informazioni airc.it/alimentazione<br />
36 | FONDAMENTALE | GENNAIO <strong>2020</strong>
RACCOLTA FONDI<br />
Arance della Salute<br />
Sostieni la ricerca,<br />
mangia arance<br />
Si svolgerà sabato 25 gennaio per il trentesimo<br />
anno Arance della Salute, l’iniziativa<br />
di AIRC per sostenere la ricerca oncologica<br />
e informare su cura e prevenzione<br />
a cura della REDAZIONE<br />
L<br />
e arance rosse sono un alimento<br />
dalle straordinarie<br />
qualità, ricche di antociani,<br />
pigmenti naturali dai poteri<br />
antiossidanti, e di vitamina<br />
C (circa il 40 per cento in più rispetto<br />
agli altri agrumi). Per questo AIRC le<br />
ha scelte come simbolo dell’alimentazione<br />
sana ed equilibrata, essenziale<br />
per la prevenzione. E per questo, per<br />
il trentesimo anno, il 25 gennaio AIRC<br />
torna in 2.500 piazze di tutta Italia con<br />
il suo esercito di 20.000 volontari, per<br />
distribuire le Arance della Salute e raccogliere<br />
così fondi a sostegno della migliore<br />
ricerca oncologica. Con un contributo<br />
minimo di 10 euro per una reticella<br />
da 2,5 kg di arance rosse, tutti i<br />
sostenitori che si recano ai banchetti<br />
potranno contribuire al lavoro di circa<br />
5.000 ricercatori. Come ogni anno,<br />
inoltre, <strong>Fondamentale</strong> si sposta in piazza<br />
nel suo formato pocket, un numero<br />
speciale distribuito insieme alle reticelle<br />
e dedicato ai progressi della ricerca<br />
e alla prevenzione, con un inserto<br />
che presenterà ricette sane e gustose.<br />
Le Arance della Salute arrivano anche<br />
sui banchi di scuola con “Cancro, io ti<br />
boccio”: in centinaia di istituti in tutta<br />
Italia venerdì 24 e sabato 25 gennaio<br />
bambini e ragazzi, insieme ai genitori<br />
e agli insegnanti, diventano volontari<br />
per un giorno, distribuendo le arance<br />
rosse di AIRC.<br />
Per trovare le Arance<br />
della Salute chiama il numero<br />
840 001 001 (dal 13 gennaio)<br />
o vai sul sito airc.it<br />
SORBETTO AL TÈ EARL GREY,<br />
ZUPPA DI ARANCE, INSALATA<br />
DI CAROTE E DRAGONCELLO<br />
INGREDIENTI PER 4<br />
Acqua 500 ml<br />
Tè Earl Grey 15 g<br />
Foglie di stevia essiccata 15 g<br />
Succo di limone 3 g<br />
Foglie di stevia essicata 10 g<br />
Carote 150 g<br />
Dragoncello 3 g<br />
Arance 600 g<br />
PROCEDIMENTO<br />
Fare bollire 300 ml d’acqua e fuori<br />
dal fuoco aggiungere la stevia, dopo 15<br />
minuti aggiungere il tè Earl Grey e proseguire<br />
l’infusione per altri 5 minuti,<br />
poi filtrare il tutto, aggiungere il succo<br />
di limone e passare nella gelatiera.<br />
Far bollire altri 200 ml d’acqua, aggiungere<br />
la stevia e lasciare 15 minuti<br />
in ammollo. Pulire le carote con il pelapatate,<br />
grattarle con l’apposita grattugia,<br />
scolare l’acqua dalla stevia e tenere<br />
le carote nel liquido per 15 minuti,<br />
poi scolarle e tenere l’acqua da parte.<br />
Pelare le arance a crudo, ricavandone<br />
gli spicchi privati della pelle.<br />
REALIZZAZIONE<br />
Alla base di piatti fondi mettere gli<br />
spicchi d’arancia, coprirli con le carote,<br />
posizionare le foglie di dragoncello,<br />
sopra una pallina di sorbetto al tè, e<br />
intorno un cucchiaio di acqua di stevia.<br />
MORENO CEDRONI<br />
Nella mia cucina non manca mai l’attenzione<br />
alla sana alimentazione e i miei ospiti a<br />
tavola lo sanno: l’equilibrio tra gusto e valori<br />
nutrizionali è alla base di tutte le mie ricette.<br />
Da questo punto di partenza c’è poi una parola<br />
che ha sempre caratterizzato la mia attività: la<br />
ricerca, che mi permette di creare nuovi piatti<br />
e donare così alle persone, nel mio piccolo, un<br />
momento di gioia. Per questo ammiro chi per<br />
mezzo della ricerca lavora per donare a milioni di persone una gioia<br />
immensamente più grande: la salute. Ed ecco perché ho scelto di<br />
sostenere AIRC e di affiancarmi ai ricercatori per comunicare l’importanza<br />
della sana alimentazione per prevenire il cancro.<br />
GENNAIO <strong>2020</strong> | FONDAMENTALE | 37
IL MICROSCOPIO<br />
Federico Caligaris Cappio<br />
Direttore scientifico AIRC<br />
ATTENTI<br />
ALLE TRUFFE<br />
AIRC non effettua la<br />
raccolta fondi “porta a<br />
porta”, con incaricati<br />
che vanno<br />
di casa in casa.<br />
Nel caso dovesse<br />
succedere, stanno<br />
tentando di truffarvi.<br />
Denunciate<br />
subito la truffa<br />
chiamando<br />
il numero unico per<br />
le emergenze 112.<br />
Riflessioni sul 2019<br />
e proiezioni per il <strong>2020</strong><br />
I<br />
l Microscopio di gennaio, come tradizione,<br />
riflette sui risultati conseguiti dalla ricerca<br />
oncologica nell’ultimo anno e sugli impegni<br />
propositivi di AIRC per quello che ci attende.<br />
Il 2019 è stato un anno molto importante per la<br />
ricerca oncologica come testimoniato dall’assegnazione<br />
del premio Nobel per la Medicina agli<br />
scienziati Willian Kaelin, Peter Ratcliffe e Gregg<br />
Semenza che hanno scoperto come le cellule rispondono<br />
e si adattano alla disponibilità di ossigeno.<br />
Tutte le cellule hanno bisogno di ossigeno<br />
per trasformare le sostanze nutritive in energia<br />
e attivano meccanismi protettivi qualora l’ossigeno<br />
si riduca. La quantità di ossigeno disponibile<br />
varia nei diversi tessuti costringendo la cellula<br />
ad adattare il proprio metabolismo. Le cellule<br />
tumorali utilizzano grandi quantità di ossigeno<br />
e sanno sfruttare i meccanismi di compenso a<br />
proprio vantaggio. Le scoperte di Kaelin, Ratcliffe<br />
e Semenza hanno posto le basi per lo sviluppo<br />
di terapie anti-tumorali basate su farmaci capaci<br />
di interferire selettivamente con questo processo<br />
nelle neoplasie che ne fanno uso. Gli stessi<br />
ricercatori nel 2016 avevano vinto il premio americano<br />
Albert Lasker, molto prestigioso perché<br />
considerato una probabile “anticamera” del Nobel.<br />
Il premio Lasker 2019 per la ricerca medica<br />
di base è stato invece assegnato a Max D. Cooper<br />
e Jacques Miller, per la scoperta delle cellule<br />
dell’immunità specifica: i linfociti B e T. I loro<br />
studi hanno aperto la strada sia alla comprensione<br />
dei meccanismi che portano allo sviluppo<br />
dei tumori linfoproliferativi sia alla immunoterapia.<br />
Il premio Lasker-DeBakey per la ricerca<br />
clinica è andato invece a Michael Shepard, Dennis<br />
Slamon e Axel Ullrich, che per primi hanno<br />
sviluppato un anticorpo monoclonale contro un<br />
recettore presente sulle cellule di molti tumori<br />
mammari. Il farmaco, noto con il nome di trastuzumab,<br />
è diventato una terapia salvavita per tante<br />
donne con cancro al seno. L’immunoterapia,<br />
stimolando il sistema immunitario ad aggredire<br />
le cellule tumorali, sta rivoluzionando l’oncologia.<br />
Questi progressi non sarebbero stati possibili<br />
se alcuni scienziati non avessero identificato<br />
con precisione le cellule del sistema immunitario<br />
e compreso il loro funzionamento.<br />
L’esempio dell’immunoterapia sottolinea<br />
l’importanza della ricerca di base che permette<br />
un progressivo, magari lento, ma continuo miglioramento<br />
della diagnosi e della terapia. Al<br />
contempo, i risultati della immunoterapia indicano<br />
anche che purtroppo nessun progresso<br />
è tale in tutti i casi. Questo vale soprattutto<br />
per i tumori cosiddetti “rari”, cioè i tumori molto<br />
poco frequenti o i tumori “comuni” caratterizzati<br />
da anomalie molecolari insolite. Gli insuccessi<br />
portano a riflettere sullo slogan della<br />
American Society of Clinical Oncology (ASCO)<br />
“Prendersi cura di ogni paziente, imparare da<br />
ogni paziente”. Capire le ragioni scientifiche dei<br />
fallimenti è una delle sfide attuali. Sono proprio<br />
i fallimenti a motivare ulteriormente i ricercatori<br />
a cercare nuove modalità e AIRC a continuare<br />
nella propria missione di promuovere e<br />
sostenere la migliore ricerca oncologica in Italia.<br />
Scopo del costante impegno di AIRC è stimolare<br />
e aiutare la ricerca sul cancro a raggiungere<br />
il vero obiettivo: terapie sempre più<br />
efficaci e risolutive in tutti i casi.<br />
38 | FONDAMENTALE | APRILE 2014
SCOPRI LE NUOVE<br />
IDEE SOLIDALI!<br />
DAI VOSTRI MOMENTI SPECIALI<br />
PRENDE FORMA NUOVA RICERCA.<br />
La vita è piena di occasioni che vale la pena di celebrare: dal matrimonio<br />
al battesimo, dalla cresima alla laurea. Scegliendo le idee solidali AIRC<br />
donerete un sostegno concreto a chi lavora ogni giorno per rendere<br />
il cancro sempre più curabile.<br />
Potete scoprire tutte le nuove proposte su shop.airc.it<br />
o chiamando il numero 02 901.692.90
CI SONO BATTAGLIE<br />
CHE SI COMBATTONO<br />
INSIEME<br />
SABATO<br />
25 GEN<br />
LE ARANCE DELLA SALUTE ®<br />
* Uno scatto da tutta Italia, attivo a<br />
partire dal 13 gennaio, 24 ore su 24.<br />
Unisciti a noi, ti aspetta un pieno di vitamine: arance<br />
rosse, miele e marmellata di arance. Sosterrai il lavoro<br />
dei ricercatori, per rendere il cancro sempre più curabile.<br />
I NOSTRI VOLONTARI TI ASPETTANO IN PIAZZA.<br />
Per sapere dove: 840.001.001 * - AIRC.IT