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ANNO XII | NUMERO 1 | GENNAIO <strong>2020</strong> | www.fsitaliane.it<br />
PER CHI AMA VIAGGIARE<br />
BUON <strong>2020</strong><br />
ANNIVERSARI<br />
PERSONE<br />
MUSICA<br />
VIAGGI<br />
ARTE
LE RADICI DEL NOSTRO FUTURO<br />
BENVENUTO <strong>2020</strong><br />
Gianfranco Battisti, ammistratore delegato di FS Italiane,e il <strong>Freccia</strong>rossa celebrativo per i 10 anni AV<br />
Sarà un <strong>2020</strong> ricco di anniversari<br />
e mete da scoprire.<br />
Mentre inizia a raccontarveli,<br />
con qualche cartolina dal passato, <strong>La</strong><br />
<strong>Freccia</strong> saluta l’avvio dei nostri anni ‘20<br />
ricordando quelli del ‘900. Negli Usa<br />
li chiamarono “ruggenti”, in Europa<br />
“d’oro”: Golden Twenties. Anni di ottimismo<br />
ed entusiasmo, come ci auguriamo<br />
siano i nostri. Auspicando siano<br />
accompagnati, però, dagli ammonimenti<br />
della storia. Un secolo fa ad accendere<br />
vitalismo e spensieratezza,<br />
insieme all’eccitazione per i progressi<br />
di scienza e tecnologia, fu, in particolare<br />
nel Vecchio continente, la voglia<br />
di esorcizzare l’immane tragedia della<br />
Prima guerra mondiale. Arrivò poi<br />
la crisi finanziaria del 1929, la Grande<br />
depressione e qualche anno dopo il<br />
Secondo conflitto mondiale, le atrocità<br />
di regimi che si erano conquistati<br />
consensi plebiscitari, le deportazioni,<br />
i campi di sterminio. Ecco, il futuro va<br />
tessuto con i fili della memoria, e con<br />
2
la coscienza che nessuna delle nostre<br />
azioni è priva di conseguenze. Questo<br />
vale per le persone, per le nazioni, per<br />
le aziende. Ferrovie dello Stato Italiane<br />
impronta ogni sua attività intorno al<br />
principio della sostenibilità: economica,<br />
sociale, ambientale. È un impegno<br />
verso le nuove generazioni. Perché<br />
non può esserci sviluppo né crescita<br />
avvelenando i pozzi del futuro. Solo<br />
così possiamo essere orgogliosi dei<br />
nostri successi. E il 2019 a FS Italiane<br />
ne ha regalati molti. Abbiamo da poco<br />
festeggiato i 10 anni dell’Alta Velocità,<br />
contando 350 milioni di viaggiatori e<br />
20 milioni di tonnellate di CO 2<br />
risparmiate<br />
nell’aria. Il nostro amministratore<br />
delegato, Gianfranco Battisti, lo<br />
scorso dicembre ha sottoscritto gli<br />
impegni di tutto il Gruppo per contribuire<br />
al raggiungimento della Carbon<br />
neutrality al 2050, a novembre era<br />
stato nominato Ambasciatore europeo<br />
per la diversità dalla commissaria<br />
ai Trasporti, Violeta Bulc. In Gran<br />
Bretagna, vinta con FirstGroup una gara<br />
internazionale, dallo scorso dicembre<br />
gestiamo le rotte ferroviarie della West<br />
Coast da Londra a Manchester, Birmingham,<br />
Liverpool fino a Edimburgo e<br />
Glasgow. In Francia, nel corso dell’anno,<br />
e in Spagna dal 2022, porteremo i nostri<br />
<strong>Freccia</strong>rossa con i loro servizi di eccellenza.<br />
Intanto lavoriamo e siamo presenti<br />
con le nostre società di ingegneria<br />
e di trasporto in decine di Paesi in tutto<br />
il mondo. Maciniamo utili, che nel 2019<br />
si sono attestati intorno ai 600 milioni di<br />
euro, a vantaggio del nostro azionista,<br />
lo Stato, ossia voi. Finanziandoci con<br />
l’emissione di green bond, investiamo<br />
in nuovi treni regionali per i pendolari,<br />
oltre 600, nell’innovazione e in tecnologie<br />
digitali. Contribuiamo allo sviluppo<br />
di un turismo dolce e rispettoso del<br />
nostro patrimonio. E, soprattutto, abbiamo<br />
a cuore le persone che lavorano e<br />
si muovono con noi. Tutte. Consapevoli<br />
del valore e della ricchezza, non solo<br />
immateriale, della diversità, dell’inclusione<br />
e dell’accessibilità. Sono i fari di<br />
ogni quotidiana azione nostra, delle nostre<br />
donne e dei nostri uomini.<br />
Che vi augurano un felice <strong>2020</strong>!<br />
© Javier Sánchez Mingorance/AdobeStock<br />
© Daniele Nieddu danielenieddu_<br />
3
MEDIALOGANDO<br />
L’OTTIMISMO DELLA QUALITÀ<br />
MAURIZIO MOLINARI, DIRETTORE DE LA STAMPA, E IL GIORNALISMO<br />
DI FRONTE ALLE SFIDE DEL DIGITALE<br />
di Marco Mancini<br />
marmanug<br />
© Alberto Giachino<br />
Medialogando inaugura il <strong>2020</strong> con Maurizio Molinari,<br />
che proprio il 1° gennaio ha festeggiato il<br />
suo quarto anno alla guida de <strong>La</strong> Stampa di Torino.<br />
Sul quotidiano piemontese, fondato più di un secolo e<br />
mezzo fa, Molinari scrive dal 1997. Per circa 15 anni ne è stato<br />
corrispondente dall’estero, 13 da New York. Saggista, acuto<br />
commentatore politico, il suo attento sguardo sul panorama<br />
internazionale ne ha fatto l’apprezzato ospite di molti talk<br />
show televisivi. Molinari ci paleserà, nel corso della nostra<br />
conversazione, un inaspettato ottimismo sulle sorti del giornalismo<br />
e dei quotidiani. Un ottimismo ragionato e ragionevole<br />
che assumiamo come benaugurale, all’alba del nuovo<br />
decennio e di fronte alle innovazioni che si porterà con sé,<br />
non solo nel mondo dei media.<br />
Che significa essere giornalisti oggi?<br />
Significa coniugare la valorizzazione del vecchio mestiere<br />
con la sua declinazione su più piattaforme tecnologiche.<br />
E come si coniuga tradizione e innovazione?<br />
Facendo crescere all’interno della redazione la consapevolezza<br />
del valore delle notizie, la necessità di una loro netta<br />
separazione dalle opinioni, la loro ricerca con quella ingenuità,<br />
capacità di sorprendere, studio, approfondimento e, soprattutto,<br />
umiltà di ascoltare, che sono da sempre gli ingredienti<br />
di questo mestiere. Il giornalismo non cambia e i suoi<br />
elementi di forza rimangono gli stessi, cambia la declinazione<br />
sulle varie piattaforme. Se fino a pochi anni fa la principale e<br />
quasi esclusiva era la carta, oggi abbiamo la scrittura digitale,<br />
i video digitali, le radio digitali, i social network, la realtà aumentata<br />
e uno scenario destinato ad arricchirsi ancora nell’arco<br />
di pochi anni.<br />
Tutto questo richiede, quindi, specifiche competenze.<br />
Nascono infatti nuove professionalità, capaci di trovare il linguaggio<br />
e il modo adeguato per raggiungere mercati e tipologie<br />
di pubblico molto diversi. Con un’ulteriore novità: nelle<br />
redazioni l’interazione non sarà più soltanto quella tradizionale<br />
tra giornalisti e tipografi, che comunque resterà, perché<br />
i giornali di carta continueranno a uscire, ma con altri compagni<br />
di banco come i graphic designer, i video maker, i data<br />
scientist.<br />
Sei convinto che i giornali di carta resisteranno? Lo scorso<br />
agosto il NYT ha dedicato un’interessante inchiesta a questo<br />
tema. Tutti i dati parlano di un continuo e diffuso declino<br />
di vendite. Da cosa deriva questo tuo ottimismo?<br />
L’esperienza del New York Times come del Guardian ci dicono<br />
che il modello cartaceo sta in piedi quando le copie vendute<br />
equivalgono agli abbonamenti digitali, meglio ancora se il<br />
loro numero supera quello delle copie vendute in carta. Semmai<br />
il vero interrogativo sulla scomparsa della carta riguarda<br />
quei giornali che non riusciranno, in tempo utile, a creare questo<br />
sano equilibrio. Ecco, quella scadenza può essere feroce,<br />
4
VkVSIyMjVm9sb0Vhc3lSZWFkZXJfR25uIyMjY2I4ZDg4MWEtYzMyZC00ZmZjLWJmODEtNWYzMDdkNjBjYzlkIyMjMjAxOS0xMi0xN1QxMzoyMDozNSMjI1ZFUg==<br />
LUIS TATO/GETTY IMAGES<br />
NAMI<br />
e ravvicinata. Tre, cinque anni. O si riesce, in tempo celere, a<br />
trovare gli abbonati digitali, o si chiude.<br />
Un processo delicato, che pretende misure adeguate e pochi<br />
tentennamenti.<br />
Sì, ma lo dobbiamo gestire con ottimismo, con adeguati investimenti,<br />
con la consapevolezza che la trasformazione creerà<br />
molteplici professionalità, cambierà dall’interno le redazioni,<br />
ma conserverà, alla carta, il ruolo di prodotto privilegiato per il<br />
rafforzamento e consolidamento del valore del brand.<br />
Consentimi di dire che il panorama non promette bene.<br />
Perché siamo soltanto all’inizio di questo processo, e non si<br />
possono fare considerazioni finali su un processo appena iniziato.<br />
Comunque, se guardiamo alle aree dove sono più diffusi<br />
cultura e abitudini verso il digitale e gli acquisti online, come<br />
la Scandinavia, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, i dati sugli<br />
abbonamenti digitali non sono affatto così negativi. E il fenomeno<br />
comunque cresce, seppur lentamente, anche altrove,<br />
compresa l’Italia.<br />
Non credi che il declino dei media tradizionali, e in particolare<br />
dei giornali, sia anche conseguenza di una insofferenza<br />
verso l’informazione mainstream, percepita come asservita<br />
a interessi di parte? Il che giustifica l’esplosione dell’informazione<br />
fai-da-te, sui social…<br />
Tutto questo è l’attuale Far West. Che si spiega perché siamo<br />
ancora in una fase nella quale nel web non ci sono le regole,<br />
e abbiamo l’informazione gratuita che cannibalizza i contenuti.<br />
Stiamo uscendo dall’homo homini lupus e lentamente si iniziano<br />
a costruire delle regole.<br />
Quindi anche quel mondo di libertà sconfinata ha necessità<br />
di regole, come tanti sostengono. Sebbene su come introdurle<br />
il dibattito sia apertissimo e complesso.<br />
Gli abbonamenti digitali servono anche a questo. Quando<br />
l’informazione è gratuita e tu non sai chi paga per produrla,<br />
si apre la finestra all’interno della quale si sviluppano le fake<br />
news. Che non nascono sui giornali con un nome, un cognome,<br />
un indirizzo e un editore responsabile, perché se tradisci<br />
il lettore il tuo business finisce. Quindi, per garantire la libertà<br />
di informazione, i giornali devono puntare sulla qualità, ma i<br />
lettori devono accettare di pagare per i contenuti.<br />
Insomma, il digitale è una prateria di opportunità ma anche<br />
di insidie, mi sembra che anche di questo parli il tuo ultimo<br />
libro, Assedio all’Occidente. Quali le difese?<br />
Sono due le misure strategiche da adottare: una verso l’esterno<br />
e una interna. Ogni nazione deve difendere il proprio<br />
spazio cibernetico così come difende i suoi confini fisici, è una<br />
questione di sovranità nazionale. Se non lo fai qualcun altro<br />
si insedia e inizia a fare i propri interessi all’interno della tua<br />
comunità nazionale. Stati Uniti, Gran Bretagna, Israele, Corea<br />
del Sud, Olanda presidiano già efficacemente il proprio spazio<br />
cibernetico, in altri Paesi come Francia, Germania, Italia e Spagna<br />
questo processo è ancora in corso. Servono poi norme<br />
per distinguere i dati che si possono condividere da quelli che<br />
vanno protetti. <strong>La</strong> normativa emanata dal governo italiano,<br />
con il Conte Due, è positiva ed è considerata, da molti, all’avanguardia<br />
in Europa, perché istituisce nei settori strategici il<br />
sistema del Golden Power. Ossia uno strumento che impedisce<br />
di rendere pubblici i dati di importanza strategica per la<br />
sicurezza.<br />
E la misura interna?<br />
<strong>La</strong> lotta alle fake news. Che oltre a regole e informazione di<br />
.<br />
y(7HB1C2*LRQLNN( +}!#!$!"!_<br />
qualità richiede un grande senso di responsabilità e di autodisciplina<br />
da parte dei giornalisti. Chi scrive per un grande<br />
giornale, con una propria eco nel Paese, non può produrre e<br />
diffondere propri individuali contenuti che finirebbero, di fatto,<br />
per essere identificati con quelli del suo giornale. <strong>La</strong> libertà<br />
di opinione è un valore ma se la eserciti solo a favore di una<br />
precisa azienda o di uno specifico partito politico diventa faziosità.<br />
Cos’altro si chiede a un giornalista nell’epoca digitale?<br />
Senz’altro deve essere più flessibile, più rapido, e consapevole<br />
che il mercato gli darà un voto, il che lo obbliga a produrre<br />
contenuti di qualità.<br />
Ed è apprezzata questa qualità?<br />
Eccome, e i dati sono sorprendenti. Gli articoli digitali che fanno<br />
più traffico non sono quelli con le donne nude o con le parolacce,<br />
ma quelli di qualità. Perché il pubblico è intelligente.<br />
Ho imparato una regola negli Stati Uniti, che i lettori sono più<br />
intelligenti di noi, ed è vero. Il pubblico premia la qualità e questo,<br />
consentimi, mi permette di essere ancora più ottimista.<br />
<strong>La</strong> qualità dell’informazione cammina di pari passo anche<br />
con le risorse per pagare chi la produce. Quelle provenienti<br />
dalla pubblicità sono in costante calo.<br />
Le risorse si recuperano con una nuova idea di pubblicità, con<br />
lo sviluppo di una nuova organizzazione del lavoro e sapendo<br />
cogliere le potenzialità offerte dalla moltiplicazione delle piattaforme.<br />
<strong>La</strong> raccolta della pubblicità nella realtà digitale non<br />
può essere più quella del ‘900, con le vendite porta a porta e<br />
i centri media, ma passerà da meccanismi sempre più automatici<br />
legati al traffico sviluppato. Insomma, parliamo di una<br />
riforma di sistema.<br />
<strong>La</strong> Stampa, 7 dicembre 2019<br />
w<br />
Teatro Tosca in tv dalla A alla Z<br />
Sarà la Prima più social di sempre<br />
ALBERTO MATTIOLI — P. 24<br />
la maggioranza trova l’accordo: azzerata l’imposta sulle auto aziendali<br />
Conte salva la manovra<br />
Renzi frena le nuove Tax<br />
Si fa cassa con le lotterie<br />
Centeno: spropositati i timori del governo sul Mes, ma l’intesa li placherà<br />
Trovato l’accordo sulla manovra:<br />
slittano plastic e sugar tax,<br />
spunta una stretta sul gioco d’azzardo.<br />
Mario Centeno, ministro<br />
portoghese e presidente dell’Eurogruppo,<br />
in un’intervista a «<strong>La</strong><br />
Stampa»: «Spropositati i timori<br />
dell’Italia sul Mes». BERTINI,<br />
BRESOLIN, DI MATTEO E SORGI – PP. 4-5<br />
BUONGIORNO<br />
Calcio <strong>La</strong> Roma ferma l’Inter<br />
Stasera la risposta della Juve<br />
CONDIO, D’ORSI, GARANZINI E ODDENINO — PP. 34-35<br />
ROSELINA SALEMI — PP. 30-31<br />
LA STAMPA<br />
SABATO 7 DICEMBRE 2019<br />
INTERVISTA A BONAFEDE<br />
“Sulla prescrizione<br />
nessuno slittamento”<br />
FRANCESCO GRIGNETTI — P. 6<br />
GIUSTIZIA<br />
L’ANALISI<br />
I PROCESSI LUNGHI<br />
GUASTANO I CONTI<br />
Gli uomini deboli<br />
MATTIA<br />
FELTRI<br />
Il quarantotto per cento degli italiani, dice l’ultimo rapporto<br />
del Censis, vorrebbe al potere un uomo forte che colato dagli impicci delle elezioni e del Parlamento,<br />
perché non sappiamo che comporti l’uomo forte divin-<br />
non debba curarsi di impicci come le elezioni e il Parlamento.<br />
Traduzione: metà di noi s’è stufata della demo-<br />
padri e spesso nemmeno nonni che la dittatura l’abbia-<br />
cioè la dittatura. Tutto dimenticato, non abbiamo più<br />
crazia. Non della casta, non ce l’abbiamo coi papaveri in no incisa sulla pelle e ce lo raccontino, è sbiadito tutto<br />
auto blu, quella è roba superata: ci siamo stufati del sistema<br />
di governo del mondo liberale occidentale, come la noncuranza senza passato né futuro. <strong>La</strong> storia non ci in-<br />
quanto è stato scritto, tutto è perduto in un tempo di<br />
terza generazione che, dopo la prima<br />
segna nulla, è stato detto con senno. <strong>La</strong><br />
che ha fondato l’azienda e la seconda LA DOPPIA ITALIA DEL CENSIS democrazia non ci ha reso felici, stop.<br />
che l’ha ingrandita, per noia sperpera le<br />
<strong>La</strong> democrazia è un cumulo di difetti,<br />
fortune ignorando la fatica di accumularle.<br />
E’ sempre più facile buttare giù<br />
piedistalli, stop. <strong>La</strong> democrazia non ha<br />
INNOVATORI stop. <strong>La</strong> democrazia non ci ha issati sui<br />
qualcosa che tirarla su, e noi oggi ci apprestiamo<br />
a buttare giù la democrazia SERVIZI — PP. 10-11<br />
CONTINUA A PAGINA<br />
CONTRO ANSIOSI detto abracadabra.<br />
23<br />
w<br />
QUOTIDIANO FONDATO NEL 1867<br />
ALESSANDRO DE NICOLA — P. 23<br />
cristiani in africa<br />
Nella Nigeria<br />
dilaniata<br />
dai jihadisti<br />
BERNARD-HENRI LÉVY<br />
L’appello mi è arrivato da un cristiano<br />
pentecostale nigeriano. È direttore<br />
di un’associazione che auspica il<br />
riavvicinamento tra le due comunità,<br />
cristiana e musulmana. – PP. 2-3<br />
Gli eredi di Riina<br />
Un solo indirizzo<br />
londinese<br />
per tutte le mafie<br />
LORENZO BAGNOLI<br />
MATTEO CIVILLINI<br />
GIANLUCA PAOLUCCI<br />
na palazzina elegante nel cuore<br />
Udi Londra è la sede delle attività<br />
degli eredi del «capo dei capi» della<br />
Mafia, di un faccendiere legato ai<br />
clan della Camorra e dei «colletti<br />
bianchi» coinvolti in una maxinchiesta<br />
sulla 'Ndrangheta. L’indirizzo,<br />
29 Harley Street, è anche lo stesso<br />
utilizzato da politici corrotti di mezzo<br />
mondo, criminali comuni, aziende<br />
statali di paesi sotto embargo.<br />
CONTINUA A PAGINA 15<br />
w<br />
Feste Se la tavola natalizia<br />
è come una partita a scacchi<br />
2,00 € (CON TUTTOLIBRI) II ANNO 153 II N. 334 II IN ITALIA II SPEDIZIONE ABB. POSTALE II D.L. 353 /03 (CONV.IN L.27/02/04) II ART. 1 COMMA 1, DCB - TO II www.lastampa.it<br />
STAMPA<br />
PLUS<br />
LIBIA<br />
LE STORIE<br />
GIUSEPPE ORRÙ<br />
Cercasi volontari<br />
per ascoltare<br />
gli anziani in ospizio<br />
P. 32<br />
ST+<br />
IL LAGER NAZISTA<br />
MAURO MONDELLO<br />
Merkel ad Auschwitz<br />
ricorda Primo Levi<br />
“Può succedere ancora”<br />
P. 13<br />
FRANCESCA SFORZA<br />
Il premier a <strong>La</strong>vrov<br />
“Bisogna evitare<br />
guerre per procura”<br />
P. 12<br />
FRANCA NEBBIA<br />
<strong>La</strong> pizza del Monferrato<br />
con la mozzarella<br />
arrivata dalla Campania<br />
P. 32<br />
5
MEDIALOGANDO<br />
<strong>La</strong> Stampa come sta vivendo questa riforma?<br />
E cos’è di cui vai più orgoglioso<br />
in questi quattro anni di tua direzione?<br />
Senz’altro dell’integrazione. Abbiamo<br />
fatto due lavori fondamentali, abbiamo<br />
integrato le redazioni tra loro, creando<br />
dei macro desk. Uno di hard news per<br />
cronache, politica, esteri ed economia.<br />
Uno di soft news con cultura, spettacoli<br />
e società. E infine un macro desk locale<br />
con tutte le province e la cronaca di Torino.<br />
Questa integrazione ha fatto collaborare<br />
colleghi che per molti anni lavoravano<br />
fianco a fianco ma faticavano a<br />
parlarsi, ciascuno coltivando il proprio<br />
giardinetto. E ha aiutato la produzione<br />
di contenuti di qualità. Adesso stiamo<br />
lentamente replicando questo concetto<br />
tra carta e web, chiedendo a ogni<br />
giornalista della carta di lavorare anche<br />
per il web e viceversa. Questo è il fronte<br />
dell’integrazione industriale all’interno<br />
de <strong>La</strong> Stampa.<br />
Necessario per ottimizzare l’utilizzo<br />
delle risorse.<br />
Sì, poi c’è un’altra integrazione, più emozionante,<br />
della quale ho avuto l’onore<br />
di avere la responsabilità a dicembre<br />
2017, che riguarda la GNN (Gedi News<br />
Network), ovvero l’integrazione fra<br />
<strong>La</strong> Stampa e i quotidiani locali dell’ex<br />
Gruppo Espresso. Tredici giornali locali<br />
con i quali abbiamo un’interazione quotidiana.<br />
Loro pubblicano i nostri contenuti<br />
nazionali, mentre le loro storie confluiscono<br />
sul giornale nazionale, che<br />
abbiamo aperto più volte con notizie<br />
dal Veneto, dall’Emilia, dalla Toscana.<br />
Questo dialogo fra <strong>La</strong> Stampa e i giornali<br />
locali è, sinceramente, la cosa più<br />
divertente e importante perché ci consente<br />
di avere una forte presenza sul<br />
territorio e di essere un Gruppo davvero<br />
glocal. Dove l’elemento globale che<br />
viene dal dna della Stampa si coniuga<br />
al forte radicamento locale di quelle<br />
testate.<br />
Che cosa resta da fare?<br />
Dobbiamo iniziare a correre verso una<br />
più efficace integrazione tra carta e digitale.<br />
Ma la parte più avanzata e difficile<br />
di questa frontiera sono i social network.<br />
Perché qui parliamo di un lavoro completamente<br />
diverso da quello giornalistico.<br />
Qui devi monitorare cosa avviene,<br />
capire di cosa si sta parlando, quali<br />
sono i contenuti del tuo sito che possono<br />
interagire con la conversazione in<br />
corso, postarli, moderare le reazioni. È<br />
un altro lavoro che richiede altre qualità<br />
e specializzazioni. Tutto questo ti mette<br />
a durissima prova, però è emozionante<br />
e schiude nuovi orizzonti. Stiamo anche<br />
pensando ad accordi con più università<br />
per avere in redazione, a partire dalla<br />
primavera del <strong>2020</strong>, data scientist.<br />
Con quali obiettivi?<br />
Questi scienziati dei dati leggono e interpretano<br />
il traffico digitale sui singoli<br />
contenuti e ci forniranno informazioni<br />
per rispondere meglio alle richieste<br />
dei nostri lettori. Oggi ne sappiamo ancora<br />
troppo poco. Sappiamo però che<br />
la maggioranza sono uomini, le donne<br />
sono soltanto il 38%. E che l’età media<br />
dei nostri user è di 55 anni. Già questi<br />
dati ci consentono di capire che abbiamo<br />
una carenza di contenuti capaci<br />
di attrarre la loro attenzione. Quindi le<br />
prime due sfide sono: più giovani e più<br />
donne.<br />
Ma le notizie sono notizie. Forse conta<br />
come darle e come dosarle dentro il<br />
palinsesto complessivo?<br />
Certo, per esempio il fatto che la maggioranza<br />
siano di cronaca nera non attrae<br />
il pubblico delle lettrici. Potendo<br />
analizzare i dati puntualmente ti scontri<br />
con qualcosa senza appello, e a quel<br />
punto sei obbligato a ragionare. Scopri,<br />
ad esempio, la forza del territorio, con<br />
storie che hanno una forza di penetrazione<br />
sul digitale enorme. E capisci<br />
quanto investire risorse sulle storie locali<br />
significhi creare nuovi mercati.<br />
Sei spesso in tv. Ormai un buon giornalista<br />
è anche un reclamato opinion<br />
leader…<br />
È vero, però attenzione, questo non<br />
sostituisce il vecchio mestiere. Non c’è<br />
niente da fare, quando hai un reportage<br />
di una tua giornalista che da Algeri ti fa<br />
ascoltare le donne algerine coinvolte<br />
nella sfida tra i liberali e gli estremisti<br />
islamici, o hai l’intervista all’astronauta<br />
della stazione spaziale internazionale o<br />
al cittadino che ha dovuto abbandonare<br />
la sua casa per l’esondazione del fiume<br />
Tanaro e ti racconta come è cambiata la<br />
sua vita… quelli sono pezzi unici, e non<br />
ce n’è per nessuno. <strong>La</strong> notizia continua<br />
ad essere imbattibile, insostituibile ed<br />
è la ragione grazie alla quale l’informazione<br />
di qualità potrà avere ancora<br />
successo.<br />
<strong>La</strong> nave di Teseo, pp. 238 € 18<br />
6
SOMMARIO<br />
GENNAIO <strong>2020</strong><br />
IN COPERTINA<br />
MARA VENIER<br />
52 88<br />
42<br />
12<br />
RAILWAY HEART<br />
17<br />
SAVE THE DATE<br />
24<br />
WHAT’S UP<br />
pag. 28<br />
34<br />
METE <strong>2020</strong><br />
Da Parma, capitale italiana della cultura<br />
<strong>2020</strong>, alle Marche, dai sapori gourmet ad<br />
alta quota alle EnoArmonie in Friuli, tra<br />
musica e calici di vino<br />
54<br />
NEL SEGNO DEL GENIO<br />
Modigliani torna nella città natale,<br />
Livorno, con una grande mostra per<br />
celebrare il centenario della sua<br />
scomparsa<br />
91<br />
UN TRENO DI LIBRI<br />
Invito alla lettura di Alberto Brandani,<br />
che questo mese propone ai lettori<br />
della <strong>Freccia</strong> il nuovo romanzo di<br />
Annette Hesse, L’interprete<br />
76<br />
106<br />
68<br />
ACCARDO E BEETHOVEN<br />
72<br />
KISSIN IL GENIO<br />
76<br />
PITTI UOMO 97<br />
82<br />
ANNI VERDI<br />
88<br />
THE NEW POPE<br />
96<br />
DIVERSITY&INCLUSION<br />
104<br />
PHOTO<br />
110<br />
THREE TIMES UNIVERSAL<br />
128<br />
FUORI LUOGO<br />
LE FRECCE NEWS//OFFERTE E INFO VIAGGIO<br />
114<br />
TRENITALIA: UN ANNO INSIEME<br />
Aumenta l’offerta delle Frecce: più <strong>Freccia</strong>rossa in tarda serata, maggiore capillarità nelle aree<br />
metropolitane e mete invernali con il servizio FRECCIALink<br />
Scopri tra le pagine l’offerta Trenitalia. Oltre 300 Frecce e FRECCIALink al giorno, più di 100 città servite<br />
8
Tra le firme del mese<br />
FEDERICO CATANIA<br />
Appassionato di montagna e trasporti, si occupa<br />
da dieci anni di comunicazione istituzionale,<br />
comunicazione dell’emergenza e di marketing<br />
per le imprese. Dal 2009 a oggi ha percorso oltre<br />
250mila chilometri a bordo delle Frecce<br />
VALENTINA DOLCIOTTI<br />
Classe 1981, laurea in Scienze dell’educazione,<br />
master in Diversity Management & Gender<br />
Equality a Roma, autrice di Diversità e Inclusione - Dieci<br />
dialoghi con diversity manager (Guerini Next, 2017).<br />
Nel 2018 fonda, con Tiziano Colombi, il magazine<br />
cartaceo DiverCity, trimestrale di inclusione e<br />
innovazione, di cui è direttrice responsabile<br />
ANDREA GUOLO<br />
Giornalista specializzato in economia del<br />
fashion, design, food&beverage. <strong>La</strong>vora per<br />
Milano Finanza, Pambianco e altre testate italiane<br />
e straniere. Ha scritto sei libri su casi aziendali<br />
di successo, oltre agli spettacoli teatrali Mafie<br />
in pentola, Tutto quello che sto per dirvi è falso e<br />
#IoSiamo<br />
AGOSTINO RIITANO<br />
Project manager supervisor di Matera 2019,<br />
è stato consulente dell’Ocse e del Bid,<br />
organizzazioni internazionali per lo sviluppo<br />
economico, sociale e culturale. Docente<br />
del master in Politiche culturali e sviluppo<br />
economico presso l’Università Suor Orsola<br />
Benincasa di Napoli<br />
I numeri<br />
di questo numero<br />
1994<br />
l’anno in cui Mara Venier ha<br />
condotto il Dopofestival<br />
[pag. 32]<br />
500<br />
gli anni dalla morte di<br />
Raffaello<br />
[pag. 53]<br />
1.203<br />
i marchi presenti a<br />
Pitti Uomo 97<br />
[pag. 78]<br />
169<br />
le persone caricate sul primo<br />
convoglio da Milano ad<br />
Auschwitz-Birkenau nel 1943<br />
[pag. 126]<br />
Read also<br />
Note, il settimanale per i viaggiatori<br />
regionali da leggere su<br />
trenitalia.com<br />
<strong>La</strong> <strong>Freccia</strong> Junior, il mensile di giochi,<br />
fumetti e curiosità per i più piccoli,<br />
in distribuzione al FRECCIABistrò di<br />
<strong>Freccia</strong>rossa e <strong>Freccia</strong>rgento, nei<br />
FRECCIACLub e nelle FRECCIALounge<br />
e SalaFRECCIA<br />
FS MOBILITY ACADEMY<br />
C’è tempo fino al 7 febbraio per<br />
iscriversi al percorso formativo FS<br />
Mobility Academy 2019-20. Nato<br />
dalla cooperazione tra FS Italiane<br />
e l’Università degli Studi di Napoli<br />
Federico II, è rivolto ai neolaureati in<br />
Ingegneria ed Economia e mirato a<br />
formare competenze specialistiche<br />
sulla mobilità, il trasporto integrato e<br />
l’analisi del sistema intermodale dei<br />
trasporti dal punto di vista economico,<br />
sociale e ambientale. Per partecipare<br />
basta scaricare il bando e compilare il<br />
form sul sito fsacademy.unina.it<br />
ERRATA CORRIGE<br />
DICEMBRE 2019<br />
Pag. 9: Gennaro Sangiuliano è direttore<br />
del Tg2 Rai<br />
MENSILE GRATUITO PER I VIAGGIATORI<br />
DI FERROVIE DELLO STATO ITALIANE<br />
ANNO XII - NUMERO 1 - GENNAIO <strong>2020</strong><br />
REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI ROMA<br />
N° 284/97 DEL 16/5/1997<br />
CHIUSO IN REDAZIONE IL 20/12/2019<br />
Foto e illustrazioni<br />
Archivio Fotografico FS Italiane<br />
FS Italiane | PHOTO<br />
AdobeStock<br />
Copertina © Roberto Rocco<br />
Abito Parosh, make up artist Anna di Florio<br />
hairstylist Simone Rocco per Aldo Coppola<br />
calice Swarovski<br />
Tutti i diritti riservati<br />
Se non diversamente indicato, nessuna parte della<br />
rivista può essere riprodotta, rielaborata o diffusa<br />
senza il consenso espresso dell’editore<br />
Direttore Responsabile<br />
Caporedattrice<br />
Coordinamento Editoriale<br />
Caposervizio<br />
In redazione<br />
Segreteria di redazione<br />
Ricerca immagini<br />
e photo editing<br />
Traduzioni<br />
Hanno collaborato<br />
a questo numero<br />
PER CHI AMA VIAGGIARE<br />
ALCUNI CONTENUTI DELLA RIVISTA<br />
SONO RESI DISPONIBILI MEDIANTE<br />
LICENZA CREATIVE COMMONS<br />
BY-NC-ND 3.0 IT<br />
Info su<br />
creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/it/deed.it<br />
EDITORE<br />
Direzione Centrale Comunicazione Esterna<br />
Piazza della Croce Rossa, 1 | 00161 Roma<br />
fsitaliane.it<br />
Contatti di redazione<br />
Tel. 06 44105298 | lafreccia@fsitaliane.it<br />
Marco Mancini<br />
Claudia Frattini<br />
Cecilia Morrico,<br />
Francesca Ventre<br />
Silvia Del Vecchio<br />
Gaspare Baglio, Serena Berardi,<br />
Michela Gentili, Sandra Gesualdi,<br />
Luca Mattei, Cristiana Meo Bizzari<br />
Francesca Ventre<br />
Michele Pittalis,<br />
Claudio Romussi<br />
Verto Group<br />
Hanno collaborato a questo numero<br />
Cesare Biasini Selvaggi, Alberto Brandani,<br />
Germana Cabrelle, Federico Catania, Gilda<br />
Ciaruffoli, Carlo Cracco, Valentina Dolciotti,<br />
Alessio Giobbi, Andrea Guolo, Itinere,<br />
Valentina Lo Surdo, Ernesto Petrucci, Bruno<br />
Ployer, Enrico Procentese, Andrea Radic,<br />
Agostino Riitano, Mario Tozzi<br />
REALIZZAZIONE E STAMPA<br />
Via A. Gramsci, 19 | 81031 Aversa (CE)<br />
Tel. 081 8906734 | info@graficanappa.com<br />
Coordinamento Tecnico Antonio Nappa<br />
PROGETTO CREATIVO<br />
Team creativo Antonio Russo, Annarita Lecce, Manfredi<br />
Paterniti, Massimiliano Santoli<br />
PER LA PUBBLICITÀ SU QUESTA RIVISTA<br />
advertisinglafreccia@fsitaliane.it | 06 4410 2600 - 5640 - 2661<br />
<strong>La</strong> carta di questa rivista proviene<br />
da foreste ben gestite certificate FSC ® ️<br />
e da materiali riciclati<br />
On Web<br />
<strong>La</strong> <strong>Freccia</strong> si può<br />
sfogliare su ISSUU<br />
e su fsnews.it<br />
9
QUALE SARÀ<br />
LA TUA<br />
PROSSIMA META?<br />
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l’8 febbraio per scoprire insieme<br />
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in Via Angelo Emo, 13F<br />
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di Luca Mattei<br />
FRECCIA COVER<br />
ellemme1 – l.mattei@fsitaliane.it<br />
mostreinbasilicapalladiana<br />
Ubaldo Oppi<br />
Le Amazzoni (1924)<br />
Collezione privata<br />
mostreinbasilica<br />
Pippo Rizzo, Il nomade (1929)<br />
© Giacomo D’Aguanno/Civita Sicilia<br />
palazzoducalegenovafondazioneperlacultura<br />
ducale_genova palazzoducalegenova<br />
TRA INCERTEZZA<br />
E SPENSIERATEZZA<br />
Nonostante la storiografia presenti come ruggente il secondo<br />
decennio del XX secolo, gli anni ’20 nel Belpaese<br />
sono caratterizzati da un generale senso di instabilità. Tra<br />
le cause il passaggio a una politica autoritaria, la transizione<br />
a un’economia di pace, i cambiamenti culturali provenienti<br />
dalla Belle Époque. Una sensazione persino di<br />
inquietudine che trova riscontro nell’arte pittorica, come<br />
dimostra l’esposizione Anni Venti in Italia. L’età dell’incertezza,<br />
a Palazzo Ducale di Genova fino al 1° marzo. Oltre<br />
100 opere di maestri come Giorgio de Chirico, Fortunato<br />
Depero e Pippo Rizzo testimoniano contesti di attesa<br />
enigmatica, ma anche l’esplorazione di universi onirici e<br />
l’evasione verso dimensioni edonistiche. È su quest’aspetto<br />
più spensierato del periodo, in cui risaltano eleganza e<br />
lusso frenetici, che si sofferma invece la mostra Ritratto di<br />
donna, alla Basilica Palladiana di Vicenza fino al 13 aprile.<br />
Qui il focus è la sfavillante rappresentazione del femminile.<br />
Le giovani dopo la Grande guerra diventano più seduttive<br />
e soprattutto più influenti nella società e nella cultura.<br />
Oltre alle tele di autori come Mario Sironi e Felice Casorati,<br />
ampio approfondimento è dedicato a Ubaldo Oppi, le<br />
cui opere sono inserite in collezioni favolose, dalla Biennale<br />
di Venezia al Salon d’Automne di Parigi.<br />
palazzoducale.genova.it | mostreinbasilica.it<br />
11
RAILWAY heART<br />
PHOTOSTORIES<br />
PEOPLE<br />
Abbracci<br />
© Pavel Belli Micati<br />
pavelmeyerowitz<br />
IN VIAGGIO<br />
Verso Milano<br />
© Nicola Andrea<br />
andrearamats<br />
12
LE PERSONE, I LUOGHI, LE STORIE<br />
DELL’UNIVERSO FERROVIARIO IN UN<br />
CLICK. UN VIAGGIO DA FARE INSIEME<br />
A cura di Enrico Procentese<br />
enryhills<br />
Utilizza l’hashtag #railwayheart oppure invia il tuo scatto a railwayheart@fsitaliane.it.<br />
L’immagine inviata, e classificata secondo una delle quattro categorie<br />
rappresentate (Luoghi, People, In viaggio, At Work), deve essere di proprietà<br />
del mittente, priva di watermark, non superiore ai 15Mb. Le foto più emozionanti<br />
tra quelle ricevute saranno selezionate per la pubblicazione nei numeri futuri<br />
della rubrica. Railway heArt è un progetto di Digital Communication, Direzione<br />
Centrale Comunicazione Esterna, FS Italiane.<br />
LUOGHI<br />
Stazione di Pescara<br />
© Federico Giardino<br />
federico.giardino<br />
AT WORK<br />
Il macchinista<br />
© Edoardo Cortesi<br />
eddiecortesi<br />
13
RAILWAY heART<br />
A TU PER TU<br />
a cura di Alessio Giobbi - a.giobbi@fsitaliane.it<br />
Andrea, 46 anni, macchinista dei treni Alta Velocità<br />
nella Divisione Passeggeri Long Haul di Trenitalia.<br />
Qual è stato il percorso che ti ha portato a guidare<br />
i treni superveloci?<br />
A dire la verità la passione nasce sin da piccolo, poi ho continuato<br />
a coltivarla negli anni. Terminata la formazione da perito<br />
industriale, ho partecipato al concorso del Genio Ferrovieri<br />
e alla fine del 1998 è arrivata l’assunzione in FS, il coronamento<br />
di un sogno.<br />
Hai iniziato da subito a lavorare come macchinista?<br />
Sì, ho guidato diverse categorie di treni: dai merci ai regionali,<br />
fino ai carri di soccorso. Nel 2011 è iniziata la mia avventura in<br />
<strong>Freccia</strong>rossa, che ha rappresentato uno dei traguardi più importanti<br />
della mia vita professionale, e mi sono specializzato<br />
sempre più nella guida dei treni ad Alta Velocità: oggi sono<br />
un macchinista dei <strong>Freccia</strong>rossa ETR 1000 ed ETR 500, e del<br />
<strong>Freccia</strong>rgento 700, l’ultimo arrivato nella famiglia AV.<br />
Anche la formazione gioca un ruolo importante.<br />
Sì, procede con una media di quattro o cinque incontri all’anno<br />
che per noi macchinisti esperti riguardano principalmente<br />
gli aggiornamenti. Per esempio, dobbiamo essere sempre<br />
pronti a recepire e ad applicare le nuove procedure che interessano<br />
i sistemi di circolazione, le normative dedicate sia<br />
al trasporto sia all’infrastruttura, e saperci interfacciare con<br />
le varie sale operative, nazionali, AV, territoriali. Da parte mia,<br />
inoltre, è normale prassi seguire in affiancamento i colleghi<br />
più giovani durante le loro prime esperienze di guida. Devo<br />
molto ai miei istruttori, verso i quali provo un’enorme gratitudine.<br />
E questa è un’ottima occasione per ringraziarli pubblicamente.<br />
Cosa si prova a guidare un treno a quella velocità?<br />
Ho ancora impressa l’emozione nel guardare per la prima<br />
volta il tachimetro di un <strong>Freccia</strong>rossa toccare i 300 km/h. Lo<br />
stupore iniziale si è trasformato, poi, con l’esperienza, nella<br />
capacità di godersi il viaggio e ammirare gli straordinari paesaggi<br />
che l’Italia offre da Nord a Sud, mantenendo sempre<br />
alta la proattività e la capacità di controllo per intervenire al<br />
meglio in qualsiasi situazione. Altra cosa che amo del mio lavoro<br />
sono quei periodi dell’anno in cui si affrontano le novità<br />
del cambio orario, invernale ed estivo: si interrompe una certa<br />
routine e ci si appresta a vivere una nuova stagione a bordo.<br />
Cosa miglioreresti nella tua vita lavorativa?<br />
È importante far conoscere ancora meglio la grande<br />
professionalità e preparazione che c’è dietro al nostro<br />
lavoro, concentrando l’attenzione sul singolo individuo, sulla<br />
sua dedizione e responsabilità. Noto con molto piacere<br />
che questo percorso è stato intrapreso dalla mia azienda,<br />
soprattutto per una realtà come l’Alta Velocità, che rappresenta<br />
un modello di sistema Paese vincente da esportare<br />
oltreconfine.<br />
14
LE STORIE E LE VOCI DI CHI, PER LAVORO, STUDIO O PIACERE,<br />
VIAGGIA SUI TRENI. E DI CHI I TRENI LI FA VIAGGIARE<br />
Letizia <strong>La</strong>nzarotti, in arte <strong>La</strong>dy Be. Ventinove<br />
anni, mosaicista e artista della sostenibilità.<br />
Che tipo di viaggiatrice sei?<br />
Mi sposto spesso sia per lavoro che per ragioni affettive,<br />
nell’anno che si è appena concluso il <strong>Freccia</strong>rossa è<br />
stata la mia seconda casa. Sono originaria della provincia<br />
di Pavia, mentre mio marito è calabrese, così Roma<br />
diventa spesso il nostro punto di incontro preferito. <strong>La</strong><br />
mia professione mi porta a muovermi tra città d’arte<br />
come Venezia, Firenze, Napoli e molte altre realtà dove<br />
fioriscono iniziative ed eventi culturali.<br />
Di cosa ti occupi?<br />
<strong>La</strong> mia esperienza artistica si rivolge principalmente<br />
all’attività di mosaicista contemporanea. Nelle mie<br />
opere, dove spesso vengono rappresentati personaggi<br />
famosi, sono presenti oggetti e materiali di diverso tipo,<br />
tra cui la plastica, che utilizzo cercando di sensibilizzare<br />
le persone al riciclo. Il tema della sostenibilità ha sempre<br />
accompagnato le mie opere e le scelte personali,<br />
altro motivo che mi spinge a utilizzare il treno ad Alta<br />
Velocità per i miei viaggi, almeno due volte a settimana.<br />
Tra le ultime novità a bordo delle Frecce c’è proprio<br />
l’obiettivo plastic free.<br />
Un’iniziativa lodevole. Ricordo quando andai più volte<br />
a Napoli in treno per raggiungere le spiagge e raccogliere<br />
diversi quantitativi di plastica che poi ho riutilizzato<br />
come materia prima dei miei lavori, come mosaici<br />
e giocattoli per bambini. Tra gli oggetti che riciclo per<br />
le mie creazioni ci sono anche bottoni, tappi di bottiglia,<br />
posate e tutto ciò che può essere gettato via, ma che<br />
invece dà forma a qualcosa di nuovo.<br />
Come trascorri il tempo in treno?<br />
Spesso lavoro al computer portandomi avanti con i<br />
progetti grafici, il treno ha ispirato molti dei miei lavori.<br />
Nella mia formazione c’è anche lo studio del futurismo,<br />
a cui si lega parecchio il concetto di Alta Velocità, e poi<br />
in viaggio ho la tranquillità giusta per immergermi nelle<br />
idee e immaginare nuove opere. Spesso nella frenesia<br />
della quotidianità non si ha tempo di staccare, ecco<br />
perché il <strong>Freccia</strong>rossa si è mostrato il miglior alleato,<br />
sia per motivi sentimentali che professionali.<br />
Un consiglio riguardo i nostri servizi?<br />
Sarebbe affascinante se sul <strong>Freccia</strong>rossa ci fosse la<br />
possibilità di ammirare creazioni artistiche, che potrebbero<br />
ben conciliarsi con i paesaggi al di là del finestrino.<br />
Si potrebbero introdurre dei quadri all’interno delle carrozze.<br />
Molte persone utilizzano le Frecce per recarsi a<br />
visitare mostre o per partecipare a eventi culturali, non<br />
sarebbe male se, viceversa, l’arte raggiungesse il viaggiatore.<br />
15
AGENDA<br />
A cura di Luca Mattei ellemme1 – l.mattei@fsitaliane.it<br />
save GENNAIO<br />
the date <strong>2020</strong><br />
L’ARTISTA DEL ’900<br />
Sconti Trenitalia<br />
MILANO//FINO AL 1° MARZO<br />
<strong>La</strong> pittura italiana tra le due guerre attraverso la sensibilità<br />
pittorica di Filippo de Pisis è celebrata nella più ampia<br />
retrospettiva milanese degli ultimi 50 anni al Museo del<br />
Novecento. Curata dallo storico d’arte Pier Giovanni Castagnoli<br />
e dalla conservatrice del Museo Danka Giacon,<br />
offre oltre 90 dipinti per un’incredibile varietà di soggetti.<br />
Viaggiatore instancabile, De Pisis ha vissuto e lavorato<br />
a Milano, Roma, Venezia, tra le vette del Cadore e poi a<br />
Parigi e a Londra, senza mai uniformarsi a nessuna corrente<br />
artistica, mantenendo intatto il proprio stile. Vivaci<br />
vedute cittadine, paesaggi delle montagne a lui più care,<br />
come Cortina d’Ampezzo, intensi ritratti e inusuali nature<br />
morte. Il percorso espositivo in dieci sale dispiega l’intero<br />
universo del pittore ferrarese, dagli esordi nel 1916, in cui<br />
incontra l’impronta metafisica di Giorgio de Chirico, alle<br />
ambientazioni ispirate dal soggiorno nella Ville Lumière,<br />
dove riporta su tela soprattutto diseredati e migranti che<br />
popolavano la capitale francese, dai ritratti e le nature<br />
morte degli anni ’30 fino al periodo drammatico dei ricoveri<br />
nella clinica psichiatrica di Villa Fiorita, a Brugherio,<br />
nei primi anni ’50.<br />
museodelnovecento.org<br />
Filippo de Pisis<br />
Cortina (1927)<br />
Collezione privata<br />
Courtesy Galleria Tega e Farsetti Arte<br />
museodelnovecento museodel900<br />
© Galleria Tega<br />
© Filippo de Pisis by SIAE 2019<br />
figlidellashoah auditoriumparcodellamusica auditoriumpdm<br />
SapienzaRoma<br />
© Ciro Fusco/Ansa<br />
GIORNO DELLA MEMORIA<br />
ITALIA//FINO AL 30 GENNAIO<br />
«È un gran miracolo che io non abbia rinunciato alle<br />
mie speranze perché sembrano assurde e inattuabili.<br />
Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo<br />
a credere all’intima bontà dell’uomo». È anche per<br />
rinnovare le speranze di Anna Frank che è giusto celebrare<br />
il Giorno della Memoria il 27 gennaio, con eventi<br />
anche nei giorni che precedono e seguono questa<br />
data. A Milano l’Associazione Figli della Shoah promuove<br />
le testimonianze delle deportate Liliana Segre<br />
ed Edith Bruck, la prima al Teatro degli Arcimboldi il 20<br />
gennaio, la seconda la mattina del 27 al Conservatorio<br />
Verdi, dove alle 20 si svolge la serata commemorativa.<br />
Il 23 l’Auditorium Parco della Musica di Roma ospita il<br />
concerto Là dove giace il cuore. Note e parole d’esilio, in<br />
cui risuona l’esperienza di chi ha dovuto abbandonare<br />
la propria identità, dagli ebrei ai profughi contemporanei.<br />
Direttore artistico è Angelo Busco. Nella Capitale<br />
anche il convegno <strong>La</strong> Sapienza chiede scusa. Leggi razziali,<br />
la scuola e l’accademia: riflessioni e testimonianze,<br />
alla Facoltà di Giurisprudenza giovedì 30.<br />
figlidellashoah.org | auditorium.com | uniroma1.it<br />
17
AGENDA<br />
Aldo e Lella Fabrizi<br />
teatrodueroma.stabiledessai<br />
TRIBUTO ALLA ROMANITÀ<br />
ROMA//29 GENNAIO>2 FEBBRAIO<br />
Aldo e Lella Fabrizi sono indubbiamente due icone che, grazie al cinema, hanno<br />
reso riconoscibile e apprezzato in tutto il mondo lo stile di vita romanesco. In comune<br />
di certo hanno la settima arte, ma a unirli è anche un’altra grande passione,<br />
il cibo. I due discutevano spesso sugli ingredienti della cucina capitolina nella<br />
famosa trattoria dell’attrice, Sora Lella, sull’Isola Tiberina, frequentatissima ancora<br />
oggi. Ed è proprio l’aspetto mangereccio del loro legame a essere protagonista<br />
al Teatro Due, vicino piazza di Spagna, dello show L’acqua e la farina, testo inedito<br />
scritto, diretto e interpretato da Antonio Nobili, Mary Ferrara e Alessio Chiodini, che<br />
rappresenta per la prima volta insieme su un palco i due celebri fratelli. In scena<br />
anche Sara Morassut e Mauro Trabalza, nipote di Lella, al suo esordio. Un’occasione<br />
per scoprire la versione più intima del rapporto tra i due fratelli romani, familiare<br />
più che professionale. Da non perdere, inoltre, nel foyer del teatro, gli scatti privati<br />
delle famiglie Fabrizi/Trabalza e foto d’epoca della città.<br />
teatrodueroma.it<br />
SHALL WE DANCE?<br />
ITALIA//FINO AL 2 FEBBRAIO<br />
Tanti gli spettacoli in calendario per i fan dell’arte coreutica. Si parte con la compagnia<br />
di danza classica cinese Shen Yun, che fa tornare nell’antico Oriente con una<br />
scenografia mozzafiato. Da ammirare al San Carlo di Napoli dal 10 al 12 gennaio, al<br />
Nuovo Giovanni da Udine il 15, al Comunale di Modena dal 17 al 19 e al Carlo Felice di<br />
Genova il 22 e 23. Per i più piccoli (e non solo) la magia viaggia sui pattini con Disney on<br />
ice. Frozen - Il regno di ghiaccio, produzione basata sul pluripremiato film d’animazione:<br />
al Palazzo dello Sport di Roma dal 16 al 19 e al Forum di Assago dal 23 al 26. Evento<br />
cult della Capitale, il gala Les Étoiles è all’Auditorium Parco della Musica dal 24 al 26,<br />
con le stelle mondiali del balletto e Oleg Ivenko, divenuto star del cinema dopo aver<br />
interpretato Rudolf Nureyev in The White Crow. Novità <strong>2020</strong>, infine, la prima edizione di<br />
Puglia International Ballet Competition, concorso in due sezioni, classica/neoclassica<br />
e moderna/contemporanea, al Teatro Apollo di Lecce il 1° e 2 febbraio.<br />
it.shenyun.com/italia | disneyonice.com | auditorium.com<br />
pugliainternationalballetcompetition.it<br />
Una scena di Disney on ice. Frozen - Il regno di ghiaccio<br />
© Tim Pannell<br />
ShenYunIT ShenYun shenyunperformingarts DisneyOnIceItaly<br />
AuditoriumParcodellaMusica pugliainternationalballetcompetition<br />
FELLINI 100<br />
RIMINI//FINO AL 15 MARZO<br />
ROMA//21 GENNAIO<br />
«Quando mi trovo a viaggiare in treno, o ospite in qualche casa privata, le mie possibilità di<br />
conversazione sono ridotte a zero». Federico Fellini mostrava le sue idee e le sue emozioni<br />
non tanto con le parole quanto con una cinepresa. E con questa era, ed è ancora oggi,<br />
un maestro indiscusso. Il 20 gennaio ricorre un secolo dalla sua nascita e Rimini, sua città<br />
natale, non poteva che celebrarlo per tutto il <strong>2020</strong>. Si inizia con Fellini 100. Genio immortale,<br />
mostra a Castel Sismondo che raccoglie anche materiali inediti come le prime sceneggiature<br />
di Amarcord e 8½. L’esposizione ripercorre la storia d’Italia dagli anni ’20 agli ’80,<br />
ospita il racconto dei compagni di viaggio del regista e presenta il Museo Internazionale<br />
Federico Fellini, progetto che prenderà vita a dicembre <strong>2020</strong>. Ad aprile l’allestimento si<br />
sposta a Roma, a Palazzo Venezia. Nella Capitale, inoltre, il 21 gennaio va in scena al teatro<br />
Lo Spazio In viaggio con Fellini - Note, ricordi, sue fantasie, spettacolo in cui l’attore e regista<br />
Francesco Sala interpreta il grande cineasta raccontando la sua arte immortale.<br />
mostrafellini100.it | teatrolospazio.it<br />
Davide Minghini, Set del film Amarcord. Roma, Cinecittà (1973)<br />
© Biblioteca civica Gambalunga<br />
mostrafellini100 mostrafellini<br />
teatrolospaziooffperscelta teatrolospazio<br />
18
AGENDA<br />
A cura di Luca Mattei<br />
ellemme1 – l.mattei@fsitaliane.it<br />
<strong>Freccia</strong> Weekend<br />
gennaio <strong>2020</strong><br />
Alessandro Grassani, Il 29enne Erdene Tuya<br />
trasporta una pecora persa per il zud, nella<br />
provincia dell’Arkhangai in Mongolia (2011)<br />
CondominioFotografico<br />
Condominio_Foto<br />
condominio_fotografico<br />
3>5<br />
L’ex Convento del Carmine di<br />
Modica (RG) accoglie fino al 6<br />
gli scatti di Alessandro Grassani<br />
sul tema dei Migranti ambientali,<br />
coloro che fuggono dalle zone<br />
più colpite dai cambiamenti<br />
climatici, come Haiti, Kenya e<br />
Mongolia. [1]<br />
condominiofotografico.it<br />
Al via Una montagna di libri a<br />
Cortina d’Ampezzo (BL): incontri<br />
con il fumettista Lorenzo<br />
Mattotti il 3, la scrittrice Jessica<br />
Fellowes e la professoressa<br />
Alessandra Necci il 4,<br />
l’insegnante Marco Mondini il 5.<br />
unamontagnadilibri.it<br />
Al TuscanyHall di Firenze<br />
il nuovo anno inizia con la<br />
magia di cinque acrobati nello<br />
spettacolo The Black Blues<br />
Brothers il 3 e 4 gennaio e le<br />
stelle internazionali del circo<br />
nel Gran Gala du Cirque il 5 e 6.<br />
tuscanyhall.it<br />
<strong>La</strong>st day il 6 al Teatro<br />
Brancaccio di Roma per<br />
Aggiungi un posto a tavola,<br />
tra le più amate commedie<br />
musicali, di Pietro Garinei e<br />
Sandro Giovannini, scritta con<br />
Jaja Fiastri e con le musiche di<br />
Armando Trovajoli.<br />
teatrobrancaccio.it<br />
1 2<br />
Una scena del film I cento passi (2000)<br />
sudestival<br />
10>12<br />
Fino al 13 marzo è di scena<br />
a Monopoli (BA) Sudestival,<br />
kermesse sulla settima arte la<br />
cui inaugurazione è dedicata ai<br />
20 anni del film I cento passi e<br />
al cinema civile di Marco Tullio<br />
Giordana. [2]<br />
sudestival.org<br />
A Palazzo <strong>La</strong>nfranchi di<br />
Matera fino all’8 marzo la<br />
mostra Trama doppia, con le<br />
opere a due e quattro mani<br />
di Antonio Marras e Maria <strong>La</strong>i,<br />
testimonianze di un dialogo<br />
intimo tra grandi artisti<br />
contemporanei.<br />
musei.basilicata.beniculturali.it<br />
Un triangolo amoroso, il rock e<br />
un omicidio: sono gli ingredienti<br />
esplosivi del musical Murder<br />
Ballad, dal 10 al 12 alla Galleria<br />
Toledo di Napoli. Poi in tour da<br />
Roma a Milano, con chiusura ad<br />
Amalfi (SA) il 14 febbraio.<br />
galleriatoledo.info<br />
Colore come evento di spazi,<br />
alla Dep Art Gallery di Milano<br />
fino al 21 gennaio, è la prima<br />
personale al mondo dopo la<br />
scomparsa nel luglio 2019 di<br />
Carlos Cruz-Diez, tra i maggiori<br />
esponenti dell’arte cinetica e<br />
ottica.<br />
depart.it<br />
20
3 4 5<br />
© 2018 The CW Network, LLC. All Rights Reserved/<br />
Jacob Kepler<br />
Soldati dell’esercito di terracotta<br />
lesercitoditerracottamilano<br />
esercitoditerracottamilano<br />
Giovanni Segantini, Savognino d’inverno (1890)<br />
© Diego Brambilla studio fotografico<br />
metspercorsiarte mets_percorsi_arte<br />
Il mago Raffaele Scircoli nello show<br />
Supermagic Illusioni<br />
supermagicfestival<br />
17>19 24>26<br />
31>2<br />
Alla Fabbrica del Vapore<br />
di Milano fino al 9 febbraio<br />
L’esercito di terracotta e il<br />
primo Imperatore della Cina,<br />
l’esposizione più completa sulle<br />
note statue destinate a servire<br />
Qin Shi Huangdi nell’aldilà. [3]<br />
esercito-terracotta.it<br />
A Palazzo Corbelli di Fano<br />
fino al 31 In Between/wipe out<br />
design, mostra di lavori che<br />
reinterpretano il paesaggio<br />
domestico coniugando la<br />
valenza simbolica dell’opera<br />
d’arte e la funzionalità<br />
dell’oggetto di design.<br />
creval.it<br />
Palazzo Madama di Torino ospita<br />
fino al 4 maggio Rivivere l’antico<br />
costruire il moderno, retrospettiva<br />
su Andrea Mantegna, artista<br />
capace di coniugare la<br />
passione per la classicità alle<br />
sperimentazioni prospettiche.<br />
palazzomadamatorino.it<br />
<strong>La</strong>st weekend al Museo Civico<br />
di Bari per la mostra 1968/1969<br />
quegli anni, con le foto del<br />
docente universitario Arturo<br />
Cucciolla, all’epoca studente di<br />
Architettura, che testimoniano<br />
un’epoca di irreversibile<br />
cambiamento sociale.<br />
museocivicobari.it<br />
Al Castello Visconteo Sforzesco<br />
di Novara fino al 5 aprile la<br />
mostra <strong>La</strong> rivoluzione della<br />
luce, con 70 opere dei più noti<br />
esponenti del Divisionismo, da<br />
Giovanni Segantini a Giuseppe<br />
Pellizza da Volpedo. [4]<br />
metsarte.com<br />
Fa tappa al Sistina di Roma<br />
dal 21 al 26 il tour di Belle<br />
ripiene, divertente commedia<br />
in cui Rossella Brescia, Tosca<br />
D’Aquino, Roberta <strong>La</strong>nfranchi<br />
e Samuela Sardo raccontano<br />
il rapporto con se stesse, gli<br />
uomini e il cibo.<br />
ilsistina.it<br />
A Palazzo Reale di Milano fino<br />
al 9 febbraio Emilio Vedova,<br />
tra le più importanti personali<br />
mai dedicate a uno dei più<br />
autorevoli artisti del ‘900,<br />
allestita dal dicembre 2019 per<br />
celebrarne il centenario dalla<br />
nascita.<br />
palazzorealemilano.it<br />
Il teatro Massimo di Palermo<br />
inaugura la stagione con<br />
Parsifal, interpretato da Omer<br />
Meir Wellber, al suo primo titolo<br />
da direttore musicale. Spettacoli<br />
in programma il 26, 28, 30 e 31<br />
gennaio e il 2 febbraio.<br />
teatromassimo.it<br />
Dal 30 gennaio al 9 febbraio<br />
al Teatro Olimpico di Roma, i<br />
migliori illusionisti e prestigiatori<br />
al mondo nello show<br />
Supermagic Illusioni, il Festival<br />
internazionale della magia<br />
giunto alla XVII edizione. [5]<br />
supermagic.it<br />
Matrici tendenti a bianchi, grigi<br />
e neri, in cui è la luminosità a<br />
creare un effetto policromo,<br />
non il colore. Sono le opere di<br />
Luce, la personale di Paolo Bini<br />
alla Galleria Nicola Pedana di<br />
Caserta fino al 22 febbraio.<br />
nicolapedana.com<br />
Come si dice “c’era una volta”<br />
in giapponese? Lo si può<br />
scoprire al festival culturale<br />
Ambarabà, dal 1° febbraio al<br />
1° marzo a Monselice (PD), con<br />
laboratori, show teatrali, letture,<br />
degustazioni e proiezioni di<br />
anime.<br />
villapisanimonselice.it<br />
Allo Spazio Bentivoglio di<br />
Bologna dal 21 gennaio al 19<br />
aprile Vestimenti, le opere<br />
tessili dell’artista Sissi, la cui<br />
produzione si concentra da<br />
oltre 20 anni sulla creazione di<br />
abiti, solo a volte indossabili,<br />
intesi come sculture.<br />
palazzobentivoglio.org<br />
21
AGENDA<br />
di Gilda Ciaruffoli - a cura di<br />
vdgmagazine.it<br />
gennaio <strong>2020</strong><br />
<strong>Freccia</strong>Gourmet<br />
Proseguono gli appuntamenti con il radicchio in provincia di Treviso nell’ambito della<br />
kermesse Fiori d’Inverno. Questo mese le manifestazioni si svolgono a Zero Branco<br />
(10-19), Mirano (12), Preganziol (17-19) e Dosson di Casier (24 gennaio-2 febbraio). Tutte<br />
occasioni imperdibili per scoprire la migliore tradizione veneta.<br />
fioridinverno.tv<br />
È dedicato alla valorizzazione di uno dei<br />
vitigni simbolo dell’enologia italiana l’evento<br />
Sangiovese Purosangue, grazie al<br />
quale scoprire i territori, le storie e le proposte<br />
dei produttori italiani che hanno deciso,<br />
per vocazione e tradizione, di puntare<br />
proprio su queste uve. L’appuntamento è<br />
l’11 e il 12 gennaio nelle sale del Radisson<br />
Blu Hotel di Roma.<br />
facebook.com/sangiovesepurosangue<br />
© New Africa/AdobeStock<br />
Nel weekend 18 e 19 gennaio Ferrara<br />
ospita Bacco a Palazzo, evento che si<br />
svolge all’interno dell’elegante Palazzo<br />
Roverella e vede l’esposizione di vini<br />
provenienti da varie regioni italiane. <strong>La</strong><br />
serata del sabato è riservata alla Cena<br />
con il produttore, il gala che celebra i diversi<br />
abbinamenti tra i vini e i piatti del<br />
territorio.<br />
baccoapalazzo.com<br />
© fiore26/AdobeStock<br />
Tutti i fine settimana dal 18 gennaio al 23<br />
febbraio, il Palabam di Mantova ospita il<br />
Festival della cucina mantovana. In tavola<br />
un tripudio di tortelli, risotti e agnoli,<br />
grana e mostarda, polenta e formaggi,<br />
tutti rigorosamente preparati secondo<br />
la tradizione locale e bagnati dagli ottimi<br />
vini del territorio.<br />
festivalcucinamantovana.it<br />
© Bertolo/AdobeStock<br />
Qual è la migliore birra italiana? Per scoprirlo,<br />
dal 17 al 19 gennaio il teatro TuscanyHall<br />
di Firenze ospita l’evento Birraio<br />
dell’Anno, dove assaggiare le proposte<br />
dei 20 produttori candidati al Premio e<br />
quelle di cinque produttori emergenti,<br />
per un totale di 150 birre artigianali. Novità<br />
<strong>2020</strong> il Premio Best Pub! dedicato ai<br />
migliori publican individuati dai giudici.<br />
birraiodellanno.it<br />
Not – Do Not Modify, Do Not Interfere è<br />
la manifestazione dedicata ai vini artigianali<br />
e naturali organizzata a Palermo<br />
dal 18 al 20 gennaio. Attraverso banchi<br />
di assaggio, degustazioni guidate e conferenze,<br />
la rassegna si propone come<br />
un momento di scoperta e approfondimento<br />
di una produzione legata dal filo<br />
rosso del rispetto per l’ambiente e della<br />
biodiversità.<br />
rassegnanot.com<br />
I migliori artigiani del gusto italiani si ritrovano<br />
negli spazi di ForlìFiera, dal 24<br />
al 26 gennaio, in occasione di Sapeur-Fiera<br />
del prodotto tipico di qualità. Tanti gli<br />
stand dove scoprire e assaggiare le specialità<br />
gastronomiche più caratteristiche<br />
e meno note delle varie regioni. All’interno<br />
della Fiera spazio anche al Forlì Wine<br />
Festival.<br />
sapeur.it<br />
Dal 31 gennaio al 2 febbraio in Fiera a<br />
Padova c’è Itinerando, esperienze in<br />
viaggio, un’occasione per conoscere<br />
sagre, percorsi bike, treni del gusto, destinazioni<br />
ed eccellenze enogastronomiche<br />
italiane valorizzate dalla presenza<br />
di personaggi come Licia Colò, Vittorio<br />
Brumotti e Patrizio Roversi.<br />
itinerandoshow.it<br />
22
WHAT’S UP<br />
© Alex Alberton<br />
24
LOCHEF<br />
VIAGGIATORE<br />
DAL 6 GENNAIO BRUNO BARBIERI SBARCA SU TV8<br />
IN VESTE DI CONDUTTORE. AL TIMONE DI CUOCHI D’ITALIA,<br />
CON SFUMATURE INTERNAZIONALI<br />
di Gaspare Baglio<br />
gasparebaglio<br />
Èdavvero inarrestabile lo<br />
chef Bruno Barbieri, forte<br />
delle sue sette stelle in<br />
carriera Michelin. Oltre a portare<br />
avanti il bistrot bolognese Fourghetti,<br />
continua a giudicare i cuochi<br />
amatoriali a MasterChef su SkyUno,<br />
macina fatiche editoriali come il ricettario<br />
d’autore Domani sarà più<br />
buono (Mondadori Electa, pp. 226<br />
€ 19,90) e, dal 6 gennaio, conduce<br />
su TV8 Cuochi d’Italia. Dal lunedì al<br />
venerdì alle 19:30, la gara gastronomica<br />
quest’anno diventa internazionale,<br />
ma conferma i giudici Cristiano<br />
Tomei e Gennaro Esposito.<br />
Bruno, questa volta non sarai dietro<br />
al bancone dei giudicanti.<br />
Sono molto contento di questa nuova<br />
esperienza da presentatore: è la<br />
mia palestra per condurre Sanremo<br />
(ride, ndr).<br />
In questa edizione il format diventa<br />
un campionato del mondo.<br />
Raccontiamo la storia, non solo<br />
gastronomica, di persone arrivate<br />
nel nostro Paese da ogni parte del<br />
globo. Gente che qui si è integrata<br />
aprendo attività di ristorazione. Si<br />
scoprono altre materie prime e culture,<br />
ma c’è sempre una competizione.<br />
Per cercare nuovi sapori sei stato<br />
ovunque. <strong>La</strong> cosa più particolare<br />
che ti è capitata?<br />
Vivere per mesi nell’Amazzonia brasiliana.<br />
Scoprire gli angoli più nascosti<br />
del Pianeta è stato il punto di<br />
svolta della mia vita professionale. <strong>La</strong><br />
mente si apre e ci si pone in maniera<br />
diversa di fronte alla vita.<br />
Le tre cucine migliori?<br />
Quella italiana per le materie prime,<br />
la cucina francese per rigore e tecnica<br />
gastronomica e quella libanese<br />
perché racchiude la storia delle colonizzazioni<br />
del mondo arabo, del basso<br />
Mediterraneo. Hemingway andava<br />
spesso in Libano per scrivere, certo,<br />
ma anche per mangiare bene. Gastronomicamente<br />
parlando nasconde<br />
incroci di profumi e sapori dolci,<br />
frutta passita, fiori, elisir. Quando lo<br />
scopriremo a fondo ne vedremo delle<br />
belle.<br />
Pensavo menzionassi anche la tradizione<br />
nipponica.<br />
<strong>La</strong> cucina giapponese non è quella<br />
che conosciamo in Europa: è difficile,<br />
fatta di umori e sapori, con colori predominanti<br />
profondi, come il verde e<br />
il marrone, ed essenze amare, salate,<br />
foglie macerate, alghe e muschi. Per<br />
questo è importante viaggiare.<br />
Un piatto che ti ha sorpreso?<br />
Gli Acarajé, palle fritte di Bahia con<br />
curry e riso quasi tostato. Da rimanere<br />
a bocca aperta. Ogni luogo ha gusti<br />
eccezionali. Vorrei andare in India<br />
per addentrarmi in aree geografiche<br />
che conosco poco. Sono come i<br />
viandanti e, come un vero viaggiatore,<br />
parto sempre senza valigie.<br />
Quindi ti piace anche il treno.<br />
Un sacco. Mi piacerebbe prendere<br />
la Transiberiana. In Brasile, tanto<br />
per dirne una, ho viaggiato su un<br />
convoglio a vapore. E in Australia<br />
ho impiegato 12 ore per raggiungere<br />
Melbourne da Sydney su rotaia,<br />
attraversando un continente dagli<br />
spazi immensi. Ovviamente amo il<br />
<strong>Freccia</strong>rossa e le sue comodità, ma<br />
prendo spesso anche i Regionali da<br />
Reggio Emilia.<br />
Non mi hai parlato, però, della cucina<br />
dei Paesi nordici, tanto in voga.<br />
Vanno bene anche i licheni che<br />
mangiano in Nord Europa, ma vuoi<br />
mettere con i tortellini che fa mia<br />
mamma?<br />
brunobarbieri.blog<br />
BrunoBarbieriChef<br />
barbierichef<br />
brunobarbieri_chef<br />
25
WHAT’S UP<br />
I GIGANTI DEILIVE<br />
I GIANT ROOKS SCALDANO I MOTORI<br />
PER IL TOUR CHE LI PORTERÀ A SUONARE ANCHE IN ITALIA<br />
di Gaspare Baglio<br />
Frederik Rabe, Finn Schwieters,<br />
Luca Göttner, Jonathan<br />
Wischniowski e Finn Thomas.<br />
I loro nomi possono non dire molto,<br />
ma insieme formano i Giant Rooks,<br />
band made in Deutschland che ha<br />
letteralmente spopolato con il brano<br />
Wild Stare, «nato in una cameretta<br />
di un paesino della Germania ovest.<br />
Volevamo realizzare i nostri sogni»,<br />
spiega Frederik. Sogni che, grazie alla<br />
costanza e (soprattutto) al talento, si<br />
sono realizzati, fino a rendere questi<br />
giovani artisti delle rockstar europee.<br />
Poi è arrivato l’ep di debutto con il loro<br />
nome e un’altra hit, 100 mg, che tratta<br />
il delicato tema della depressione.<br />
Ci si potrebbe aspettare una svolta<br />
sociale e politica, ma i ragazzi hanno<br />
idee ben chiare in proposito: «Non tutti<br />
sono in grado di scrivere una canzone<br />
politica, di imbastire un buon testo<br />
in questo senso. Non ci definiamo una<br />
band politicizzata». Le influenze della<br />
formazione teutonica passano da Bob<br />
Dylan a Bon Iver, da Kendrick <strong>La</strong>mar<br />
a John Coltrane. Sonorità che rientrano<br />
tutte nel nuovo album in uscita a<br />
fine gennaio (il cui titolo, mentre scriviamo,<br />
è ancora top secret) e nel tour<br />
che mira a consacrarli: le tappe italiane<br />
sono il 24 aprile a Milano e il giorno<br />
successivo a Bologna.<br />
Una formazione che, di live, ne sa<br />
qualcosa, visto che ha girato tutti i festival<br />
musicali più importanti. «È stato<br />
davvero emozionante. Non sapevamo<br />
cosa sarebbe successo. Siamo molto<br />
eccitati, sappiamo quello che ci<br />
aspetta, ma speriamo che i concerti<br />
siano sempre più grandi». Il gruppo<br />
ha anche una formula per convogliare<br />
la creatività di ciascuno: «Discutiamo<br />
ogni visione e idea personale con il<br />
nostro staff. Siamo noi, direttamente,<br />
a gestire tutto. <strong>La</strong> cosa funziona,<br />
però non è semplice: fare parte di tutti<br />
i processi è faticoso, ma ne vale la<br />
pena». Anche per chi ascolta.<br />
giantrooks giantrooksmusic<br />
© Frederike Wetzels<br />
26
Dal 4 gennaio*<br />
SALDI<br />
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IL TUO OUTLET NON È<br />
MAI STATO COSÌ VICINO<br />
*LA DATA DI FINE SALDI È DETERMINATA IN BASE ALLE DISPOSIZIONI DELLA REGIONE.<br />
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scalomilano.it<br />
27
INCONTRO<br />
© Giovanni Gastel, Mara Venier per Luisa Viola<br />
28
COMPLETAMENTE<br />
MARAIL <strong>2020</strong> DELLA<br />
SIGNORA DELLA<br />
DOMENICA TRA<br />
AUGURI DI FELICITÀ E<br />
TANTI PROGETTI DA<br />
PROTAGONISTA<br />
di Gaspare Baglio<br />
gasparebaglio<br />
«<br />
Dimmi tutto, amore della<br />
zia». Non poteva che cominciare<br />
così, anche per il<br />
nuovo anno, l’intervista a Mara Venier,<br />
una delle dive televisive più amate.<br />
Iniziare il <strong>2020</strong> con la signora della<br />
domenica è, senza dubbio, di buon<br />
auspicio. Questa intervista prende,<br />
quindi, il sapore dell’augurio. <strong>La</strong><br />
Mara nazionale, infatti, oltre a essere<br />
un uragano di simpatia, arriva da una<br />
stagione di successo: il contenitore<br />
di Rai1, Domenica in, è inarrestabile.<br />
E lo show di emotainment, <strong>La</strong> porta<br />
dei sogni, l’ha riportata nel prime time<br />
dell’ammiraglia di viale Mazzini. Ma<br />
l’esplosiva Venier non si ferma mai e<br />
ha già in serbo altre sorprese che svela<br />
in questa intervista a <strong>La</strong> <strong>Freccia</strong>, in<br />
cui si lascia andare alle emozioni.<br />
Il 2019, appena passato, ti ha dato<br />
belle soddisfazioni.<br />
È stato un grande anno. Dal punto di<br />
vista professionale, poi, totalmente<br />
inaspettato. Mi sono arrivati tra le mani<br />
tanti progetti ai quali non ho saputo<br />
resistere. Come questo programma<br />
di prima serata sui sogni degli italiani,<br />
della gente che mi ha riempito la vita<br />
di amore e affetto.<br />
Effettivamente, il pubblico ti ama<br />
Non mi ha mai abbandonata, un’ondata<br />
d’amore si è palesata con Domenica<br />
in che, in questa stagione, è andata<br />
meglio dell’anno scorso.<br />
Cosa si prova a realizzare i sogni delle<br />
persone?<br />
Mi sembra di restituire qualcosa a<br />
ognuno di loro, al pubblico che mi ha<br />
dato così tanto. Mi fa bene, è come se<br />
mi sdebitassi con chi mi segue.<br />
E Mara che sogni ha?<br />
Ho avuto tanto. <strong>La</strong> mia vita è stata incredibile:<br />
sono partita da Mestre, dalle<br />
case dei ferrovieri, la mia era una<br />
famiglia molto umile, modesta, con<br />
papà ferroviere. A 16 anni mi innamoro<br />
di un bellissimo ragazzo di Venezia<br />
che voleva fare l’attore, mi sposo a<br />
16 anni e mezzo. Lui va a Roma per<br />
inseguire il suo sogno e pure io, per<br />
inseguire lui, dopo un anno, arrivo<br />
nella Città Eterna. Da lì non mi sono<br />
più mossa. Non avevo nessuna ambizione,<br />
non volevo fare l’attrice, non<br />
volevo fare la televisione, non avevo<br />
sogni. Sono sempre stata molto<br />
concreta, con la testa sulle spalle.<br />
Appena arrivata a Roma ho aperto<br />
un negozio di vestiti usati per poter<br />
sbarcare il lunario.<br />
Che vita!<br />
Ho avuto sette, otto, nove vite diverse.<br />
Amori diversi e, per ogni amore,<br />
un cambiamento radicale. Dal punto<br />
di vista professionale, più di quello<br />
che ho vissuto non posso chiedere.<br />
Tutto mi è arrivato casualmente, senza<br />
mai cercarlo.<br />
E nel privato?<br />
Vorrei che tutto rimanesse così. <strong>La</strong><br />
mia paura è quella di staccarmi dalle<br />
persone che amo. So che è irrealizzabile,<br />
ma il mio sogno è tenere le persone<br />
che amo sempre vicine a me.<br />
Ti emozioni sempre tanto nelle tue<br />
interviste. C’è qualcuno che, più degli<br />
altri, ti è rimasto nel cuore?<br />
Non so mai quello che succede a<br />
Domenica in. Gianna Nannini mi ha<br />
intenerita, perché l’ho vista commossa.<br />
L’abbiamo sempre pensata molto<br />
rock. Anche Mika mi ha emozionata. È<br />
come se, davanti a me, non ci fossero<br />
paletti. Non è questione di nome, di<br />
star o di artista. È vero, mi emoziono<br />
sempre.<br />
C’è stata una puntata che non dimenticherai<br />
mai?<br />
Quella dello scorso 8 dicembre. Quel<br />
giorno la trasmissione era in forma ridotta,<br />
perché abbiamo dato la linea<br />
al Papa per la processione dell’Immacolata.<br />
Be’, quella trasmissione<br />
l’ho voluta dedicare ai 90 anni di don<br />
Mazzi. E l’ho costruita col cuore. Tutti<br />
mi dicevano che ero matta.<br />
E tu?<br />
Non me ne fregava niente degli<br />
ascolti, perché so quanto bene ha<br />
profuso don Antonio: ho fatto arrivare<br />
i ragazzi della comunità Exodus a<br />
sorpresa e il cast delle prime edizioni<br />
di Domenica in in cui c’era don Mazzi:<br />
Stefano Masciarelli e Giampiero<br />
“Bisteccone” Galeazzi. E poi c’erano<br />
Roby Facchinetti, Ron e i messaggi<br />
di Fiorello, Renato Zero ed Enzo Iacchetti.<br />
Quella puntata la porto davvero<br />
nel cuore. E non ti dico la sorpresa<br />
quando abbiamo scoperto che<br />
ha fatto il 20% di share, con punte di<br />
quattro milioni di persone. Un record<br />
assoluto.<br />
29
Teatro<br />
di Roma<br />
Argentina<br />
Ibsen / Popolizio<br />
un nemico<br />
del popolo<br />
di<br />
Henrik Ibsen<br />
traduzione<br />
Luigi Squarzina<br />
regia<br />
Massimo Popolizio<br />
con<br />
Massimo Popolizio<br />
e Maria Paiato<br />
Tommaso Cardarelli<br />
Francesca Ciocchetti<br />
Martin Chishimba<br />
Maria <strong>La</strong>ila Fernandez<br />
Paolo Musio<br />
Michele Nani<br />
Francesco Bolo Rossini<br />
e con Flavio Francucci<br />
Cosimo Frascella Duilio Paciello<br />
Francesco Santagada<br />
Gabriele Zecchiaroli<br />
scene Marco Rossi<br />
costumi Gianluca Sbicca<br />
luci Luigi Biondi<br />
suono Maurizio Capitini<br />
video Lorenzo Bruno e Igor Renzetti<br />
assistente alla regia Giacomo Bisordi<br />
produzione<br />
Teatro di Roma - Teatro Nazionale<br />
Foto Giuseppe Distefano<br />
17-26<br />
gennaio<br />
<strong>2020</strong>
INCONTRO<br />
Ti sei data una spiegazione per tanti<br />
consensi?<br />
Quando le cose si fanno con amore,<br />
l’intenzione traspare e il pubblico ti<br />
segue. È stata un’emozione immensa<br />
vedere questo piccolo grande<br />
uomo di 90 anni che cantava, ballava,<br />
rimproverava Facchinetti perché<br />
non era andato a una manifestazione.<br />
Ci tieni proprio tanto a don Mazzi...<br />
Ho perso mio papà che avevo 22<br />
anni. Don Antonio, per me, è un secondo<br />
padre. Mi consola dai miei<br />
dolori.<br />
Secondo te perché il pubblico ama<br />
tanto la tua Domenica in?<br />
Io sono completamente Mara. Metto<br />
sul piatto la mia vita: dolori, gioie,<br />
commozione. Sono tornata al timone<br />
di questo programma dopo quattro<br />
anni: fui cacciata dalla Rai perché<br />
ero vecchia. Così, quando l’allora<br />
direttore generale, Mario Orfeo, mi<br />
fece la proposta di ritornare, gli dissi<br />
che la trasmissione l’avrei fatta a<br />
modo mio, prendendomene tutta la<br />
responsabilità. Non avevo niente da<br />
perdere. E questo è arrivato al cuore<br />
della gente. Non c’è nulla di scritto,<br />
è tutto improvvisato, come stare nel<br />
salotto di un’amica.<br />
Piaci molto anche ai giovani e agli<br />
artisti amati dai ragazzi!<br />
Sì, come Achille <strong>La</strong>uro, Ultimo e<br />
Stash. C’ho tutto un giro di giovani,<br />
sono la zia! Questo grazie a Maria De<br />
Filippi, che mi ha voluta a Tú sí que<br />
vales. E ad Alessia Marcuzzi che mi<br />
ha iscritto a Instagram, quando non<br />
sapevo nemmeno cosa fosse. Ora<br />
ho un milione e 700mila follower.<br />
Nel nuovo anno che farai?<br />
A settembre ho incontrato il direttore<br />
di Radio Rai, Roberto Sergio, e la<br />
direttrice di Radio2, Paola Marchesini.<br />
Mi hanno detto che mi volevano<br />
davanti al microfono e che potevo<br />
fare quello che volevo. Mi hanno anche<br />
spiegato che loro mi avrebbero<br />
vista bene in un programma quotidiano,<br />
che esaltasse la mia empatia<br />
col pubblico. E così, il 6 gennaio, arriva<br />
la Befana (ride, ndr).<br />
© Assunta Servello per Rai<br />
31
INCONTRO<br />
© Giovanni Gastel, Mara Venier per Luisa Viola<br />
Condurrai un programma in radio,<br />
quindi.<br />
Si intitola Chiamate Mara 3131 e andrà<br />
in onda tutti i pomeriggi, dalle<br />
15 alle 16, in diretta su Rai Radio2.<br />
Andremo avanti fino a febbraio, poi<br />
si vedrà. Finirà quando le forze mi<br />
mancheranno! (ride, ndr) Non ho<br />
mai avuto tante proposte di lavoro<br />
come in questi ultimi due anni. Dovevo<br />
andare in pensione e invece,<br />
come dice Vasco Rossi, “sono ancora<br />
qua”.<br />
In cosa consiste il nuovo format radiofonico?<br />
Sarà un rapporto diretto con i radio<br />
ascoltatori. Con me ci sarà Stefano<br />
Magnanensi, il direttore d’orchestra<br />
di Domenica in. Ci trasferiremo a<br />
Sanremo nella settimana del festival<br />
e sarò in diretta anche da lì.<br />
A questo proposito, nel 1994 hai<br />
condotto il Dopofestival. Non ti<br />
piacerebbe salire sul palco dell’Ariston?<br />
Sarebbe troppo stressante, avrei<br />
tutti gli occhi addosso. Il Festival<br />
è un palcoscenico importante, per<br />
alcuni colleghi è un punto d’arrivo,<br />
ma non per me. Mi vedo bene nel<br />
mio studio pomeridiano a fare conversazione<br />
sul divano. Sanremo è<br />
bellissimo, ma non sono adatta.<br />
Mara, sai che l’Alta Velocità ha<br />
compiuto dieci anni?<br />
Certo! Sono sempre in treno. Dovrei<br />
essere ferroviera ad honorem.<br />
Come ti aspetti e cosa auguri al tuo<br />
pubblico per questo <strong>2020</strong>?<br />
Che la situazione politica si plachi.<br />
Bisogna pensare alle cose serie, il<br />
nostro Paese ne ha bisogno. Vanno<br />
affrontati temi importanti come<br />
la disoccupazione e la sanità. Mi<br />
auguro che il <strong>2020</strong> possa rimettere<br />
in sesto l’Italia. In una nazione<br />
dove tutto funziona meglio, la qualità<br />
della vita del cittadino migliora.<br />
Spero che si trovi quel giusto equilibrio,<br />
come per le Frecce, che in<br />
poco più di tre ore arrivano da Roma<br />
a Milano. Mi auguro che tutto possa<br />
funzionare così.<br />
mara_venier<br />
raiplay.it/programmi/domenicain<br />
domenicainrai<br />
32
MARTINA<br />
IS FASHION<br />
Paesaggio e dimore barocche<br />
sembrano usciti dalle mani<br />
di pittori che, con mille colori,<br />
hanno dato vita a degli splendidi dipinti.<br />
Martina Franca è anche fashion:<br />
una volta con dei piccoli laboratori sartoriali<br />
a conduzione familiare, oggi con<br />
aziende che esportano in tutto il mondo.<br />
MARTINA FRANCA<br />
LA CITTÀ CHE CREA LA MODA<br />
<strong>La</strong>ndscape and baroque mansions seem to come<br />
out of the hands of painters who, using thousands<br />
of colours, gave birth to amazing paintings.<br />
Martina Franca is also fashion: in the past with<br />
small family-run tailoring workshops, today with<br />
businesses that export all over the world.<br />
MARTINA FRANCA :<br />
WHERE FASHION<br />
IS CREATED<br />
COMUNE DI MARTINA FRANCA<br />
ASSESSORATO SVILUPPO ECONOMICO<br />
comune.martinafranca.ta.it<br />
Comune di Martina Franca<br />
PITTI IMMAGINE UOMO_FIRENZE · 07_10 GENNAIO <strong>2020</strong>
TRAVEL<br />
Teatro Regio, Parma<br />
TIME FOR CULTURE<br />
NEL <strong>2020</strong> PARMA È LA CAPITALE<br />
ITALIANA DELLA CULTURA.<br />
DECINE E DECINE DI EVENTI,<br />
MOSTRE E PROGETTI TENGONO<br />
INSIEME TRADIZIONE E<br />
CONTEMPORANEO<br />
di Francesca Ventre - f.ventre@fsitaliane.it<br />
<strong>La</strong> cultura batte il tempo. E a Parma mette insieme<br />
esperienze, tradizioni, memoria e contemporaneo,<br />
comunicazione interconnessa e predigitale.<br />
I tempi che costituiscono la trama sono quelli<br />
della città romana, ma anche rinascimentale e illuminista,<br />
medievale e asburgica. <strong>La</strong> scommessa è farne riapparire<br />
tutte le anime: nobile e verdiana, nello stesso<br />
tempo contadina, imprenditrice e tecnologica. Il <strong>2020</strong> è<br />
il suo anno, perché è la Capitale italiana della cultura. A<br />
cominciare dai numeri: 65 iniziative urbane, 150 nel territorio<br />
circostante e 250 incontri sulla conoscenza. Sabato<br />
11, domenica 12 e lunedì 13 gennaio la festa d’avvio tra<br />
immancabili mostre, concerti, eventi teatrali e di piazza.<br />
Il primo giorno una parata porta in corteo e svela le parole<br />
scelte attraverso un contest. Cittadini e visitatori sono<br />
invitati a riempire le strade ricche di storia, arte e bellezza.<br />
Il 12 il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella,<br />
partecipa alla cerimonia d’apertura al Teatro Regio. Il 13,<br />
invece, si festeggia Sant’Ilario, patrono della città, ed è<br />
il turno delle narrazioni tra storia e poesia, presentazioni<br />
di libri e concerti. <strong>La</strong> domenica inaugura Time Machine.<br />
Vedere e sperimentare il tempo, fino al 3 maggio a Palazzo<br />
del Governatore. <strong>La</strong> mostra esamina come il cinema e<br />
altri media basati sulle immagini in movimento abbiano<br />
trasformato in 125 anni la percezione del tempo, attraverso<br />
varie tecniche: dall’accelerazione al ralenti, dal fermo<br />
immagine al time-lapse, dalla proiezione a ritroso al<br />
loop. Questa rassegna fa parte dei pilastri di Parma <strong>2020</strong>,<br />
del progetto pilota che prevede anche un evento speciale<br />
con protagonista Anish Kapoor, impegnato in un dialogo<br />
con il territorio. Infine, quattro open call, risultato di<br />
bandi finalizzati a promuovere accessibilità e contaminazione<br />
nelle periferie e comunità locali. Al fianco di questo<br />
34
PARMA IS THE ITALIAN CAPITAL OF<br />
CULTURE FOR <strong>2020</strong>. DOZENS AND<br />
DOZENS OF EVENTS, EXHIBITIONS<br />
AND PROJECTS BIND TOGETHER<br />
TRADITION AND THE PRESENT DAY<br />
progetto, le Officine contemporanee: mostre, produzioni<br />
teatrali e musicali, festival e laboratori per legare il tempo<br />
di oggi a quello passato. Il primo appuntamento, in<br />
calendario dall’11 gennaio alla Galleria San Ludovico, ha<br />
un titolo esplicito: Noi, il cibo, il nostro pianeta: alimentiamo<br />
un futuro sostenibile. Da venerdì 10, invece, il Teatro<br />
Regio ospita, fino al 12 maggio, il festival Tempo nelle<br />
arti del Novecento. Uno dei protagonisti di Parma <strong>2020</strong> è<br />
anche Oliviero Toscani con Points of view, un’occasione<br />
per far incontrare amatori e altri professionisti del settore<br />
con fotografi del calibro di Steve McCurry e Giovanni<br />
Gastel. Un importante luogo urbano è il Complesso della<br />
Pilotta, che custodisce il Teatro Ducale e che da gennaio<br />
è sede del progetto espositivo Maurizio Nannucci time<br />
past, present and future, mentre da marzo ospita la mostra<br />
L’Europa di Goya: Madrid, Roma, Parma. Anche Parma<br />
360, festival della creatività contemporanea, si prepara<br />
a un’edizione speciale tra aprile e maggio e poi, a<br />
ottobre, chiude l’anno un’esposizione sui nobili Farnese,<br />
che diedero fama e sviluppo a una capitale simbolo del<br />
Rinascimento e del Barocco.<br />
parma<strong>2020</strong>.it<br />
parma<strong>2020</strong>official<br />
parma<strong>2020</strong>off<br />
PARMA<br />
20 FRECCE AL GIORNO/A DAY<br />
© Edoardo Fornaciari<br />
Culture sets the beat. And in Parma it brings together<br />
experiences, traditions, memories, and the present<br />
day, interconnected communications and the<br />
pre-digital age. The historical periods the event is based on<br />
are those of the Roman city, and also the Renaissance and<br />
Enlightenment, the Middle Ages and the Habsburg period.<br />
The ambition is to bring out the spirit of all of these: noble and<br />
worthy of Verdi, yet also agricultural, enterprising in business<br />
and technological. <strong>2020</strong> is Parma’s year, because it is the Italian<br />
Capital of Culture. Let us start with some figures: there are 65<br />
initiatives in the city, 150 in the area and 250 knowledge-based<br />
events. Saturday 11, Sunday 12 and Monday 13 January see the<br />
opening celebration, with unmissable exhibitions, concerts,<br />
theatrical and open-air events. On the first day a parade shows<br />
off the words chosen in a competition. Locals and visitors<br />
are invited to fill the streets, which have plenty of history,<br />
art and beauty. On 12 January the Italian President, Sergio<br />
Mattarella, will take part in the opening ceremony at Teatro<br />
Regio. While on 13 January, Saint Hilary, the patron of the city,<br />
is celebrated, and there will be historical and poetry readings,<br />
book presentations and concerts. Sunday 12 January sees the<br />
opening of Time Machine. Vedere e sperimentare il tempo, which<br />
runs until 3 May at the Palazzo del Governatore. The exhibition<br />
looks at the way in which, over 125 years, cinema and other<br />
media based on moving images have changed the perception<br />
of time with the use of various techniques: from speeding-up<br />
to slowing-down, from freeze frames to time-lapse, from film<br />
played backwards to tape loops. The exhibition is one of the<br />
most important elements of Parma <strong>2020</strong>, with a pilot project<br />
that includes a special event featuring Anish Kapoor exploring<br />
a dialogue with the region. Finally, there are four open calls, the<br />
outcome of tender processes aimed at promoting accessibility<br />
and sharing between the outskirts and local communities.<br />
Contemporary Workshops run alongside this project:<br />
exhibitions, plays and concerts, festivals and workshops to link<br />
today with the past. The first event, starting 11 January at the<br />
Galleria San Ludovico, has a very clear title: Noi, il cibo, il nostro<br />
pianeta: alimentiamo un futuro sostenibile. While from Friday 10<br />
January until 12 May, Teatro Regio hosts the Tempo nelle arti<br />
del Novecento festival. Another of the main figures in Parma<br />
<strong>2020</strong> is Oliviero Toscani, with his Points of view, an opportunity<br />
for amateurs and sector professionals to meet photographers<br />
of the calibre of Steve McCurry and Giovanni Gastel. The Pilotta<br />
complex is an important city location: it includes Teatro Ducale<br />
which from January is the site of the exhibition project Maurizio<br />
Nannucci time past, present and future, while from March it<br />
houses the show L’Europa di Goya: Madrid, Roma, Parma. There<br />
is also Parma 360, a contemporary creativity festival which is<br />
preparing for a special edition and then, in October, to end the<br />
year there will be an exhibition on the Farnese noble family,<br />
which developed and made famous a capital that is a symbol<br />
of the Renaissance and Baroque.<br />
35
TRAVEL<br />
MATERA BOTTEGA DI FUTURO<br />
© Carlos Solito<br />
SI È CHIUSO A<br />
DICEMBRE L’ANNO<br />
CULTURALE EUROPEO<br />
DELLA CITTÀ LUCANA.<br />
ALLA GRANDE<br />
PARTECIPAZIONE<br />
SI UNISCE<br />
UN’ESPERIENZA<br />
D’ECCEZIONE DI TUTTA<br />
LA COMUNITÀ LOCALE<br />
E DEI SUOI ARTIGIANI<br />
DELL’IMMAGINARIO<br />
di Agostino Riitano<br />
Quando sono arrivato a Matera<br />
per la prima volta, dalla<br />
vivacità di una città cosmopolita<br />
come Napoli, proiettata sulla costa,<br />
proposizione urbana all’incontro e<br />
al mescolamento, passavo lentamente<br />
verso un’altra dimensione del Sud,<br />
dove l’urbano convive nel selvaggio,<br />
dove la presenza dei Sassi è dialogo<br />
con lo spaccato della gravina. Sì, un’altra<br />
dimensione del Sud. Una discesa nel<br />
dentro, in un Sud interiore. Anche Matera,<br />
insieme ad altre realtà mediterranee,<br />
porta la storia come un tesoro, che è, sì,<br />
un bene, ma che tuttavia pesa come un<br />
carico, un ingombro; un tesoro che, in alcune<br />
fasi del proprio vissuto, Matera non<br />
si è sentita all’altezza di trasportare, pur<br />
patendo il dolo di vederlo deperire.<br />
Matera è stata nominata Capitale europea<br />
della cultura perché la giuria ha<br />
riconosciuto che l’iniziativa si è evoluta<br />
in elemento di pianificazione cittadina<br />
e regionale, ambito nel quale la candidatura<br />
ha avuto un ruolo d’indirizzo e di<br />
rappresentanza. Matera è stata il punto<br />
di arrivo di un percorso di maturazione<br />
e il punto di partenza di un programma<br />
di sviluppo. Un antefatto importante è<br />
avvenuto nel 2011 quando il Carro della<br />
Bruna, simbolo della festa più importante<br />
della città, entrava a Torino esposto<br />
nella mostra Fare gli italiani. In occasione<br />
del 150esimo anniversario dell’Unità<br />
d’Italia, Matera ha voluto incontrare il<br />
resto del Paese, uscire dai suoi confini<br />
e soprattutto proporre le proprie radici<br />
come un tema nazionale. Emergeva con<br />
esaltazione ed entusiasmo il desiderio di<br />
essere autori della propria storia.<br />
Quella di Matera 2019 è una riconquista<br />
spiegabile non tanto in termini meramente<br />
produttivi, quanto mentali e creativi.<br />
Il programma culturale ha espresso<br />
una grande forza che si è materializzata<br />
in 940 eventi in 300 giorni, con la<br />
partecipazione di 450 artisti e 16mila<br />
cittadini a un processo di co-creazione<br />
in 325 luoghi della Basilicata. In totale<br />
sono stati distribuiti 80mila passaporti<br />
culturali. Tanti sono stati gli uomini e le<br />
donne che hanno contribuito al processo<br />
di cambiamento e alla creazione<br />
del clima di festa, una collettività che ci<br />
piace chiamare “artigiani dell’immaginario”.<br />
Uno dei progetti simbolo di questo<br />
fare artigianale è Abitare l’Opera, nato in<br />
collaborazione con il Teatro di San Carlo<br />
a Napoli, che ha allestito l’opera lirica<br />
come spettacolo itinerante nei vicoli e<br />
nelle piazze dei Sassi. <strong>La</strong> Cavalleria Rusticana<br />
di Pietro Mascagni, con la regia<br />
di Giorgio Barberio Corsetti, ha coinvolto<br />
attivamente mille cittadini e performer,<br />
che hanno realizzato cori, danze e azioni<br />
teatrali dal fascino unico e irripetibile.<br />
Matera, in questo anno d’eccezione, ha<br />
dimostrato che lo scarto tra la volontà<br />
e la fantasia dei cittadini e l’impermeabilità<br />
delle cose, così come sono, è una<br />
distanza violabile.<br />
MATERA<br />
4 FRECCIALINK AL GIORNO<br />
Agostino Riitano<br />
Mimesis Edizioni, pp. 130 € 14<br />
Realizzare progetti culturali è un<br />
vero e proprio lavoro artigianale.<br />
Agostino Riitano, Project Manager<br />
Supervisor Area Cultura di Matera<br />
2019, racconta come il fatto di ideare<br />
cultura sia qualcosa di concreto,<br />
al pari dell’attività del falegname<br />
che modifica il legno grezzo. Il<br />
materiale plasmato in questo caso è<br />
l’immaginario: mutevole e universale,<br />
trova forma grazie alla partecipazione<br />
di intere comunità.<br />
36
NOLEGGIO FACILE DA 19€ AL GIORNO<br />
Un’auto Maggiore conviene!<br />
Prenota ora il tuo noleggio su trenitalia.maggiore.it o chiama il numero verde Maggiore dedicato<br />
ai clienti Trenitalia 800 867 196.<br />
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Per te catene da neve e guida giovani<br />
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comunicare il proprio PNR in fase di prenotazione. I punti saranno riconosciuti utilizzando la convenzione Noleggio Facile e CartaFRECCIA presentando la carta<br />
fedeltà all’atto del noleggio e comunicando il codice Noleggio Facile. Per informazioni e prenotazioni: trenitalia.maggiore.it - Numero Verde Maggiore 800.867.196 37
AN EVENT BY
TRAVEL<br />
UNA REGIONE PLURALE<br />
© bygimmy/AdobeStock<br />
Urbino<br />
I TESORI RINASCIMENTALI DI URBINO, IL CANYON DEI MONTI<br />
SIBILLINI, LE CALETTE INCASTONATE NEL CONERO. I MILLE VOLTI<br />
DELLE MARCHE, BEST IN TRAVEL <strong>2020</strong> PER LONELY PLANET<br />
di Michela Gentili<br />
michelagentili<br />
Dal Montefeltro intriso di storia alle <strong>La</strong>me infuocate<br />
dei Monti Sibillini, passando per le rocce del Conero<br />
che si tuffano nel mare.<br />
Lingua di terra compatta, incastonata tra gli Appennini e l’Adriatico,<br />
le Marche sintetizzano nella pluralità del nome i molteplici<br />
volti di un territorio. Una realtà poliedrica tutta da scoprire,<br />
soprattutto ora che la regione ha conquistato il secondo<br />
posto nella classifica Best in Travel <strong>2020</strong> di Lonely Planet.<br />
A partire da Urbino, città Patrimonio Unesco che ha dato i natali<br />
a Raffaello Sanzio e guida le celebrazioni per i 500 anni<br />
dalla morte del pittore rinascimentale. Nelle sale di Palazzo<br />
Ducale, già noto per i Torricini e lo Studiolo trompe-l'œil di<br />
Federico III, una mostra racconta fino al 19 gennaio le relazioni<br />
del Maestro con gli artisti alla Corte di Montefeltro. Ma questo<br />
gioiello arroccato, che con Pesaro si è candidato a Capitale<br />
europea della cultura per il 2033, è anche un affollato centro<br />
universitario e la sera si anima di studenti tra le vie arrampicate<br />
intorno alle mura.<br />
Non lontano spicca Gradara, con la Rocca che fu teatro dell’amore<br />
tra Paolo e Francesca, reso immortale da Dante nel V<br />
canto dell’Inferno. E se a Recanati è possibile ripercorrere<br />
i luoghi di Leopardi, compresa la biblioteca del padre con i<br />
suoi manoscritti, a Pesaro, città di Gioachino Rossini, si può<br />
visitare il nuovo museo dedicato al compositore nelle sale<br />
neoclassiche di Palazzo Montani Antaldi.<br />
Spostandosi sul litorale si arriva al porto di Ancona, che per<br />
la sua forma a gomito è uno dei pochi luoghi che regala sul<br />
mare sia l’alba sia il tramonto. Poco distanti due paradisi della<br />
natura: le Grotte di Frasassi, labirinto roccioso tra i più estesi<br />
d’Europa, e il Parco regionale del Conero, oasi ambientale di<br />
seimila ettari e meta prediletta dagli amanti del trekking. In<br />
provincia di Macerata brilla un altro tesoro di biodiversità, il<br />
Parco nazionale dei Monti Sibillini, con il canyon tutto italiano<br />
delle <strong>La</strong>me Rosse di Fiastra.<br />
Esposti come capolavori in un museo diffuso, nel <strong>2020</strong> i tesori<br />
regionali possono essere esplorati all’insegna della sostenibilità<br />
attraverso il progetto Marche Outdoor: 24 itinerari da percorrere<br />
su due ruote con il sostegno del campione Vincenzo<br />
Nibali. Un’iniziativa promossa anche dall’artista Michelangelo<br />
Pistoletto, che con i sei tracciati di Marche Rebirth vuole rilanciare<br />
le zone colpite dal sisma del 2016 come se fossero un’opera<br />
collettiva. Una fusione di paesaggi e persone, tradizioni<br />
e saperi per interpretare in modo nuovo il territorio.<br />
palazzoducaleurbino.it<br />
marcheoutdoor.it<br />
lonelyplanetitalia.it<br />
39
TRAVEL<br />
INVERNO COI FIOCCHI<br />
TANTE LE PROPOSTE (ANCHE<br />
GOURMET) PER SCIARE E<br />
DIVERTIRSI CON GUSTO<br />
THERE ARE SO MANY POSSIBILITIES<br />
(INCLUDING GOURMET ONES) TO<br />
SKI AND HAVE FUN WITH TASTE<br />
di Germana Cabrelle – a cura di vdgmagazine.it<br />
© Alex Filz<br />
Amanti del carving o dello snowboard, patiti dello<br />
slittino o delle racchette da neve, fatevi avanti: è<br />
cominciato il divertimento nel carosello bianco!<br />
Dalla Valle d’Aosta all’Alto Adige, passando per la Lombardia,<br />
il Trentino e il Veneto, le alternative in quota per<br />
gli appassionati di sport invernali sono tante, come pure<br />
le attività indoor spesso incluse in interessanti pacchetti.<br />
Che in qualche (ghiotta) occasione comprendono anche<br />
lo skipass gratuito.<br />
Step forward you lovers of skiing and<br />
snowboarding, fans of sledges and snow<br />
shoes: the fun on the white merry-go-round<br />
has begun! From the Aosta Valley to Alto Adige, and<br />
including Lombardy, Trentino and Veneto, there are<br />
endless possibilities for winter-sports fans at altitude,<br />
as well as indoor activities which are often included<br />
in interesting packages. Which in a few (delicious)<br />
instances also include a free ski pass.<br />
Alta Badia<br />
40
ESPERIENZE A 2.000 METRI. ANCHE PER IL PALATO<br />
Su Alpi e Dolomiti l’effetto sole-neve crea scenari scintillanti:<br />
occasioni meravigliose per un’esperienza all’aria<br />
aperta – fosse anche solo passeggiare con le ciaspole tra<br />
i boschi – unita al privilegio di tornare a sera in un comodo<br />
hotel, con saune a diverse temperature, piscine idromassaggio<br />
e profumate tisane. A Cortina, località sciistica fra<br />
le più esclusive al mondo, la Cristallo Ultimate è una spa<br />
di ultima generazione concepita come simbolo di scienza,<br />
qualità e affidabilità: una zona relax autenticamente rigenerante,<br />
con bagno turco per il rituale dell’hammam, oltre<br />
a deliziosi spuntini e a piatti raffinati nel ristorante Gazebo<br />
circondato a 360 gradi dalle Dolomiti innevate.<br />
Per i temerari che non soffrono il freddo, in Valmalenco c’è<br />
la suite dentro il gatto delle nevi: un’esperienza di glamping<br />
romantico, con tanto di cena a base di sciatt, pizzoccheri,<br />
polenta taragna e tagliata di carne, per deliziare il palato<br />
con la cucina della tradizione valtellinese. Sì, perché<br />
montagna e cibo sono un binomio perfetto: sciare stuzzica<br />
l’appetito e fra una discesa e l’altra ci si ferma volentieri nei<br />
rifugi a mangiare. Lo sanno bene in Alta Badia, che da 11<br />
inverni ripropone il format culinario dove chef stellati preparano<br />
piatti da degustare di baita in baita fino a primavera,<br />
con vini abbinati da un sommelier. Fidelizzando così<br />
sciatori e buongustai a un appetitoso ski safari gourmet.<br />
In Val d’Ega, ai menu tipici delle malghe tra <strong>La</strong>temar e Catinaccio,<br />
si somma il pacchetto Slittino & grigliate a Carezza,<br />
valido tutti i lunedì e mercoledì fino al 26 marzo: include un<br />
giornaliero per la pista Hubertus appositamente dedicata<br />
allo slittino, noleggio degli slittini stessi ma anche di una<br />
piccola capanna per il barbecue presso il ristorante Antermont,<br />
dove grigliare a piacimento.<br />
SCI ALL’ALBA: PRIMA DISCESA CON PRIMA COLAZIONE<br />
Cosa c’è di più bello che sciare per primi su una pista immacolata<br />
quando il sole fa capolino dietro le vette? Diversi<br />
comprensori aprono gli impianti alle prime ore del mattino,<br />
con possibilità di assaporare una deliziosa colazione all’alba.<br />
È il caso, in Alta Badia, dei rifugi Club Moritzino, Ütia I<br />
Tablá, Bioch, Piz Arlara e <strong>La</strong>s Vegas, dove i menù proposti<br />
– a base di latte, cereali, uova, marmellata – passano<br />
al vaglio del nutrizionista Iader Fabbri, con certificazione<br />
dell’apporto calorico ideale. All’Hotel <strong>La</strong> Perla di Corvara,<br />
famoso per la prima colazione considerata fra le più accurate<br />
per servizio e la più genuina per prodotti, le piste passano<br />
proprio lì davanti: comodissime per allacciare gli scarponi<br />
e salire in seggiovia di buonora. L’hotel detiene anche<br />
un’autentica miniera liquida: una fornitissima quanto eccellente<br />
cantina di 27mila bottiglie, ma soprattutto il Tempio del<br />
Sassicaia, ricavato in un’ala della cantina stessa, che è un itinerario<br />
suggestivo e sensitivo dalla prima bottiglia del 1968<br />
all’ultima in ordine di tempo della Tenuta di San Guido a Bolgheri,<br />
tant’è che si può persino toccare con le dita la terra del<br />
suolo toscano dove sono piantati i vigneti. Torte fatte in casa,<br />
uova e crêpes preparate al momento, frutta fresca, salumi<br />
e formaggi della Valle d’Aosta vengono serviti al Resort Au<br />
Coeur des Neiges di Courmayeur, raffinato chalet in legno e<br />
pietra che coccola gli sciatori sia all’alba che al tramonto, in<br />
partenza e al rientro dalle piste, con una corroborante merenda<br />
o un buon bicchiere di vino come aperitivo.<br />
EXPERIENCES AT 2,000 METERS. INCLUDING FOR YOUR<br />
TASTE BUDS<br />
The sun-snow combination creates some brilliant possibilities<br />
in the Alps and Dolomites: marvellous opportunities for an<br />
experience in the open air – even if it is just for a stroll using<br />
snowshoes in the woods – together with the privilege of going<br />
back to a comfortable hotel in the evening, with saunas at<br />
different temperatures, Jacuzzi pools and herbal teas. At Cortina,<br />
one of the world’s most exclusive ski resorts, the Cristallo<br />
Ultimate is a latest-generation spa that has been designed as<br />
a showcase of science, quality and dependability: a relaxation<br />
area that is genuinely restorative, with a Turkish bath to enjoy the<br />
ritual hamman, as well as delicious snacks and refined dishes in<br />
the Gazebo restaurant with its 360-degree views of the snowy<br />
Dolomites.<br />
For the bold who do not fear the cold, in Valmalenco there is a<br />
suite inside a snow cat: an experience of romantic glamping, with<br />
a super dinner of sciatt, pizzoccheri pasta, taragna polenta and<br />
steak, to delight the taste buds with traditional Valtellina cuisine.<br />
Because the mountains and food go hand in hand: people work<br />
up an appetite skiing and are glad to stop off between runs to<br />
eat in mountain lodges. That is a well-known fact in Alta Badia,<br />
where for the past eleven winters a culinary offering has been<br />
available in which award-winning chefs prepare dishes that can<br />
be sampled from mountain chalet to chalet until spring, with<br />
accompanying wines chosen by a sommelier. And so skiers and<br />
gourmets have grown used to enjoying a gourmet ski safari. In the<br />
Eggental, in addition to the typical menus of the mountain huts<br />
between <strong>La</strong>temar and Rosengarten, comes the Slittino & grigliate<br />
a Carezza package, available every Monday and Wednesday<br />
until 26 March: it includes a daily lift pass for the Hubertus piste,<br />
a special run for sledges, rental of a sledge and also of a small<br />
barbecue hut at the Antermont restaurant, where you can cook<br />
your food just as you like it.<br />
SKIING AT DAWN: BREAKFAST WITH THE FIRST RUN<br />
Could anything be nicer than being the first to ski on an<br />
immaculate piste as the sun rises behind the peaks? Various<br />
resorts open the lifts first thing in the morning, giving the chance<br />
to savour a delicious dawn breakfast. It is available in Alta Badia<br />
at the Club Moritzino, Ütia I Tablá, Bioch, Piz Arlara and <strong>La</strong>s<br />
Vegas chalets, where the menus – with milk, cereals, eggs and<br />
jam – are checked by nutritionist Iader Fabbri and are certified to<br />
provide the ideal calorie intake. The pistes pass right in front of the<br />
Hotel <strong>La</strong> Perla in Corvara, which is famous for a breakfast that is<br />
considered to have some of the best service and to be amongst<br />
the most genuine in terms of products: it is ideal if you want to<br />
fasten your boots and get up the chair lift nice and early. The hotel<br />
also has a true liquid mine: a cellar that is both excellent and very<br />
well stocked, with 27,000 bottles, but especially the Tempio del<br />
Sassicaia, which has been hewn out of a wing of the cellar itself. It<br />
is an evocative and sensitive route from the first bottle, from 1968,<br />
to the most recent from the Tenuta di San Guido in Bolgheri. One<br />
can even touch the soil of the Tuscan land where the vines are<br />
planted. Homemade cakes, eggs and freshly-made crêpes, fresh<br />
fruit, dried meats and cheeses from the Aosta Valley are served<br />
at the Resort Au Coeur des Neiges in Courmayeur, an elegant<br />
wood and stone chalet that looks after skiers both at dawn and<br />
at dusk, as they set out for and come back from the pistes, with a<br />
restorative snack, or a nice glass of wine as an aperitif.<br />
41
TRAVEL<br />
CONCERTI NEL GHIACCIO E ADRENALINA: COCKTAIL DA<br />
BRIVIDO<br />
Anche le Dolomiti di Brenta hanno un fascino speciale e<br />
certi hotel, come il Piccolo di Andalo, amano coccolare<br />
i loro ospiti nell’area benessere Golden Spa, un autentico<br />
gioiello di comfort, un buen retiro prezioso affacciato su<br />
panorami spettacolari. Per gli appassionati di musica, fra<br />
le montagne di Trentino e Lombardia si svolge quest’anno<br />
la seconda edizione di una originalissima rassegna che<br />
ha riscosso un successo straordinario. Si chiama Ice Music<br />
Festival e consiste in 50 concerti rock, pop e di classica<br />
eseguiti suonando 16 strumenti di ghiaccio dentro un<br />
teatro-igloo da 300 posti realizzato dall’americano Tim<br />
Linhart. Le esibizioni sono in calendario ogni giovedì e sabato<br />
pomeriggio fino al 28 marzo sul Ghiacciaio Presena di<br />
Passo Tonale. Tre mesi di show con artisti italiani e internazionali,<br />
fra cui Elio, il gruppo Bandabardò, il chitarrista<br />
Lorenzo Frizzera, il violinista Alessandro Quarta, il batterista<br />
e compositore Stefano Pisetta, Luca <strong>La</strong>gash e Silvio<br />
Morais in un auditorium ghiacciato a 2.600 metri di altezza.<br />
Per riscaldarsi, nei punti di ristoro viene servito l’inedito<br />
cocktail Presena del bartender e mixologist Adrian Cristian.<br />
A Pontedilegno-Tonale gli amanti dell’avventura apprezzeranno<br />
la railzip che dalla seggiovia Casola scende alla<br />
Valbione: oltre un chilometro sospesi e fluttuanti, come angeli<br />
in cielo, nell’aria frizzantina dell’Adamello. Del resto, qui,<br />
siamo a Passo Paradiso. L’Alta Badia sarà protagonista, tra<br />
<strong>La</strong> Crusc-Badia-Corvara-San Cassiano, dell’edizione <strong>2020</strong><br />
del Master Travel Photograpy. Dal 31 gennaio al 2 febbraio<br />
si torna, tramite questo concorso fotografico, a raccontare<br />
il territorio delle Dolomiti Altoatesine. E, attraverso valori<br />
come l’ospitalità e l’amicizia, a scoprire il territorio e riscoprire<br />
se stessi. In programma, per i partecipanti, anche un<br />
corso di cucina per fare proprie le tradizioni culinarie contadine:<br />
dalla zuppa d’orzo alle turtres (tasche con ripieno di<br />
spinaci o crauti), dai ravioli con ripieno di spinaci alle furtaies<br />
(dolci a spirale fritti).<br />
CONCERTS IN THE ICE AND ADRENALINE: EXCITING<br />
COCKTAILS<br />
The Brenta Dolomites also have a special fascination and<br />
certain hotels, like the Piccolo at Andalo, love to pamper their<br />
guests in the Golden Spa health area, an authentic jewel of<br />
comfort, a beautiful retreat with spectacular views. While for<br />
people who love music, the second edition of a very original<br />
festival that has had extraordinary success takes place this<br />
year between the mountains of Trentino and Lombardy. It is<br />
called the Ice Music Festival and consists of fifty rock, pop and<br />
classical music concerts played on sixteen instruments made<br />
of ice inside a 300-seat igloo-theatre created by the American<br />
Tim Linhart. The shows are scheduled for every Thursday and<br />
Saturday afternoon and run until 28 March on the Presena<br />
Glacier in the Tonale Pass. Three months of shows with Italian<br />
and international artists, including Elio, the group Bandabardò,<br />
the guitarist Lorenzo Frizzera, the violinist Alessandro Quarta,<br />
the drummer and composer Stefano Pisetta, Luca <strong>La</strong>gash<br />
and Silvio Morais in an ice auditorium 2600 metres up the<br />
mountains.<br />
To warm up, bars and restaurants are serving the new<br />
Presena cocktail, created by the bartender and mixologist<br />
Adrian Cristian. At Pontedilegno-Tonale fans of adventure will<br />
appreciate the zip wire which runs from the Casola chair lift<br />
down to the Valbione lake: there is over a kilometre hanging<br />
and dangling, like angels in the sky, in the freezing air of Mount<br />
Adamello. After all, we are at Passo Paradiso. The Alta Badia<br />
will take centre stage in <strong>La</strong> Crusc-Badia-Corvara-San Cassiano<br />
in the <strong>2020</strong> edition of the Master Travel Photography. From 31<br />
January to 2 February this photography competition will once<br />
again tell the story of the South Tyrol Dolomites. Discovering<br />
the region – and rediscovering oneself – through values such<br />
as hospitality and friendship. Also in the programme are a<br />
cookery course to learn the <strong>La</strong>din culinary traditions, from<br />
barley soup to turtres (pies filled with spinach or sauerkraut),<br />
and from ravioli filled with spinach to “furtaies” (fried spiral<br />
cakes).<br />
Santa Croce, Alta Badia<br />
© Freddy Planinschek<br />
42
43
TRAVEL<br />
© Juri Baruffaldi<br />
IN MONTAGNA CON<br />
CONSAPEVOLEZZA<br />
CON LE FRECCE TRENITALIA E IL FRECCIALINK SI RAGGIUNGONO IN<br />
SICUREZZA NUMEROSE METE SCIISTICHE. MA È POI IMPORTANTE,<br />
DURANTE ESCURSIONI E DISCESE, CONOSCERE I CONSIGLI DEL<br />
SOCCORSO ALPINO, PER ESSERE PREPARATI A OGNI EVENIENZA<br />
di Federico Catania<br />
FedericoCatania<br />
Numeri record per le vette italiane:<br />
5.828 chilometri di piste<br />
da sci e 1.764 impianti di<br />
risalita per milioni di sciatori. Ogni anno<br />
attraggono appassionati degli sport invernali<br />
da tutta la Penisola, ma anche<br />
dal resto dell’Europa e del mondo. Basta<br />
osservare una cartina fisica dell’Italia<br />
per rendersene conto, impossibile non<br />
notare le sue catene montuose: dalla<br />
sommità dell’Etna, in Sicilia, dove la<br />
neve convive con il fuoco, alla lunga spina<br />
dorsale appenninica con i 2.912 metri<br />
di altitudine del Gran Sasso abruzzese.<br />
E ancora, andando su con lo sguardo, la<br />
catena delle Alpi, confine naturale che<br />
separa il Belpaese da Francia, Svizzera,<br />
Austria e Slovenia, già per tre volte sede<br />
delle Olimpiadi invernali, che qui si terranno<br />
nuovamente nel 2026, tra Cortina<br />
e Milano.<br />
Ma se un tempo l’alta e media montagna<br />
era difficilmente raggiungibile durante la<br />
stagione fredda, oggi le vie sono sempre<br />
più accessibili. Anche lasciando l’auto<br />
a casa e scegliendo di viaggiare con le<br />
Frecce Trenitalia, grazie al servizio FREC-<br />
44
CIALink, comoda opzione treno+bus con<br />
un unico biglietto per raggiungere oltre<br />
15 località alpine. Senza il pensiero delle<br />
catene da neve o degli pneumatici<br />
invernali, una soluzione sicura e veloce<br />
per arrivare sulle piste.<br />
Per gli amanti dell’altitudine, Courmayeur,<br />
in provincia di Aosta, è il luogo<br />
ideale servito dal FRECCIALink. Oltre a<br />
sciare a quote record, da qui parte la funivia<br />
hi-tech Skyway Monte Bianco che<br />
in meno di 20 minuti conduce ai 3.466<br />
metri di Punta Helbronner, per godere<br />
di un panorama mozzafiato sulle Alpi.<br />
Chi invece è alla ricerca dei brividi dello<br />
sci alpino, il comprensorio Dolomiti Superski<br />
– il più grande al mondo – offre,<br />
con un unico skipass, 12 zone sciistiche<br />
e 1.200 chilometri di piste. Altre vette da<br />
scoprire tra Veneto e Alto Adige sono<br />
Cortina d’Ampezzo, San Vito di Cadore e<br />
Tai di Cadore in provincia di Belluno, Selva<br />
di Val Gardena, Santa Cristina e Ortisei<br />
in provincia di Bolzano. In Trentino,<br />
poi, sono ben 13 i centri nel cuore delle<br />
Dolomiti comodamente raggiungibili<br />
con il biglietto treno+bus: Canazei, Vigo<br />
di Fassa, Moena, Predazzo, Cavalese,<br />
Madonna di Campiglio e Pinzolo. Chi agli<br />
sci ai piedi preferisce invece visitare una<br />
città ma con l’aria fredda di montagna,<br />
può arrivare a Bolzano in <strong>Freccia</strong>rgento,<br />
divertirsi tra le vie e le attrazioni del<br />
centro storico e, volendo, raggiungere<br />
gli altipiani che circondano la città con<br />
tre funivie.<br />
I CONSIGLI DEL SOCCORSO ALPINO<br />
«Non esiste buono o cattivo tempo, ma<br />
buono o cattivo equipaggiamento»,<br />
ripeteva sempre Robert Baden-Powell,<br />
fondatore del movimento scout. A questa<br />
frase è bene aggiungere anche buona<br />
o cattiva consapevolezza, dei propri<br />
limiti e delle proprie competenze. Troppo<br />
spesso, purtroppo, chi si avventura<br />
in montagna per una passeggiata o una<br />
discesa sulla neve sottovaluta l’ambiente<br />
in cui si trova o sopravvaluta le proprie<br />
capacità. E quando accade l’imprevisto,<br />
per fortuna, intervengono gli uomini e<br />
le donne del Corpo nazionale Soccorso<br />
alpino e speleologico, 7.053 operatori<br />
pronti ad agire giorno e notte da nord<br />
a sud d’Italia per soccorrere persone<br />
in difficoltà in ambienti impervi o nelle<br />
grotte. Per un totale di novemila interventi<br />
l’anno, spesso in condizioni estreme<br />
con temperature di molti gradi sotto<br />
lo zero o durante intense nevicate. Per<br />
questo, prima di avventurarsi in quota, è<br />
opportuno conoscere i consigli del Soccorso<br />
alpino e leggere la guida Sicuri in<br />
montagna scaricabile online, realizzata<br />
in collaborazione con il Club alpino italiano.<br />
sicurinmontagna.it<br />
REALTÀ VIRTUALE<br />
CONTRO L'ACROFOBIA<br />
Non per tutti è facile salire in montagna<br />
o ai piani alti di un palazzo. Nei casi<br />
più gravi, in cui si provano sintomi<br />
come tachicardia e capogiri, si parla<br />
di acrofobia, la paura dell’altezza, tra<br />
le più comuni al mondo. Ma oggi è<br />
possibile vivere situazioni d’alta quota<br />
in totale sicurezza grazie alla realtà<br />
virtuale. Il <strong>La</strong>boratorio psicologia<br />
4D, con un’équipe composta dallo<br />
psicoterapeuta Gerry Grassi, dalla<br />
psicologa Rosa Iatomasi e dall’esperto<br />
di tecnologie immersive Antonio<br />
<strong>La</strong>udazi, ha compiuto per oltre due anni<br />
test e applicazioni pratiche, integrando<br />
approcci diversi e consolidando una<br />
frontiera della terapia accreditata ormai<br />
da un decennio a livello internazionale.<br />
Indossando un visore ci si immerge in<br />
una dimensione altra, ma le emozioni<br />
sono simili a quelle reali: un contesto<br />
che agevola il percorso terapeutico,<br />
con risultati sorprendenti. Per<br />
approfondire sono in programma due<br />
giornate formative, la prima a Roma<br />
sabato 1° febbraio e la seconda a<br />
Milano sabato 8. L.M.<br />
improveyourskillscenter.it<br />
1 3 5<br />
Preparazione personale.<br />
Nel pianificare un’uscita in<br />
montagna, tieni sempre conto delle<br />
tue condizioni fisiche, della tua<br />
esperienza e sii consapevole dei<br />
rischi dell’ambiente montano.<br />
Attrezzatura adeguata all’escursione<br />
e alla stagione. È importante avere ai<br />
piedi delle calzature che proteggano<br />
le caviglie dalle distorsioni e che<br />
abbiano una suola adatta ai terreni<br />
impervi. L’abbigliamento “a cipolla”<br />
permette di coprirsi velocemente in<br />
caso di maltempo improvviso.<br />
2 4 6<br />
Il maltempo. In montagna non è<br />
raro che cambino rapidamente le<br />
condizioni meteo, specialmente<br />
di pomeriggio. È consigliabile<br />
incamminarsi presto al mattino e<br />
fermarsi nel primo pomeriggio. In<br />
caso di forte maltempo è possibile<br />
richiedere un posto di emergenza<br />
per trascorrere la notte nei rifugi<br />
del Club alpino italiano.<br />
I soccorsi. In media e alta montagna<br />
anche un piccolo incidente può avere<br />
conseguenze complesse. In caso<br />
di necessità contatta il 118 o, dove<br />
attivo, il 112 (Nue-Numero unico di<br />
emergenza). È importante essere<br />
in grado di fornire le coordinate del<br />
luogo in cui ci si trova, attraverso uno<br />
smartphone con connessione dati.<br />
Nel caso di intervento dell’elisoccorso<br />
preoccupati di segnalare<br />
telefonicamente alla centrale<br />
operativa eventuali ostacoli aerei che<br />
l’elicottero potrebbe incontrare nella<br />
zona (fili delle teleferiche, tralicci, ecc.).<br />
Valutazione delle difficoltà. Pianifica<br />
con attenzione il tuo itinerario<br />
tenendo conto del dislivello,<br />
dell’altitudine che raggiungerai, dei<br />
punti acqua che troverai sul percorso<br />
e delle condizioni meteo previste.<br />
Procurati la carta dei sentieri e<br />
assicurati di saperla leggere, informa<br />
sempre qualcuno (un amico o un<br />
familiare) della tua escursione e<br />
delle tempistiche di percorrenza.<br />
Sulla neve. In caso di attività fuori dalle<br />
piste da sci, dotati di apparecchio<br />
di ricerca in valanga (Arva), pala e<br />
sonda individuali e porta con te il tuo<br />
smartphone con batteria carica. Prima<br />
di partire accendi l’Arva e fai il test<br />
di funzionamento (anche con gli altri<br />
partecipanti).<br />
45
TRAVEL<br />
ENOARMONIE<br />
IN FRIULI DA GENNAIO AD APRILE UNA RASSEGNA DI CONCERTI<br />
DESCRIVE PAESAGGI DI CONFINE E GRANDI CANTINE ITALIANE<br />
Il territorio dei vigneti Perusini/The Perusini vineyards area, Corno di Rosazzo (Udine)<br />
di Valentina Lo Surdo<br />
valentina.losurdo.3 ValuLoSurdo ilmondodiabha<br />
ilmondodiabha.it<br />
Raccontare il Friuli in un<br />
bicchiere, seguendo il<br />
paesaggio sonoro di uno<br />
spartito. Da questi spunti nasce 15<br />
anni fa EnoArmonie, stagione di<br />
concerti in cui si degusta con naso,<br />
palato e orecchie, oltre che con gli<br />
occhi. Sì, perché per ogni appuntamento<br />
questa rassegna fa tappa in<br />
un luogo speciale, testimone della<br />
storia familiare e culturale di una re-<br />
gione così ricca, ancora, di bellezza<br />
nascosta. Con un comodo portabicchiere<br />
si partecipa a tre manche di<br />
degustazione ascoltando un programma<br />
musicale introdotto da un<br />
enorelatore, una trentina in tutto<br />
scelti tra le voci delle trasmissioni<br />
radiofoniche più seguite, naturalmente<br />
anche per l’esperienza e la<br />
passione verso il buon vino friulano.<br />
L’idea è nata nel 2006 dall’incontro<br />
tra il musicologo Umberto Berti<br />
e il musicista Andrea Rucli, che da<br />
allora è direttore artistico della rassegna.<br />
«È profondo il senso di appartenenza<br />
alla mia terra, a questi<br />
luoghi di confine che ci hanno resi<br />
anche molto liberi, aperti all’incontro<br />
con il nuovo e il diverso. EnoArmonie<br />
rappresenta proprio questo:<br />
il luogo di confronto tra linguaggi<br />
differenti, la musica e il vino, i pa-<br />
46
WINE HARMONIES<br />
FROM JANUARY TO APRIL IN FRIULI A SERIES OF CONCERTS<br />
DESCRIBES A REGION AND ITS GREAT ITALIAN WINES<br />
Famiglia Perusini/The Perusini family<br />
How to tell the story of Friuli in a<br />
glass, following the resonant<br />
landscape of a musical<br />
score. Fifteen years ago, that was the<br />
idea behind the creation of EnoArmonie,<br />
a season of concerts appealing to the<br />
nose, palate and ears – as well as the<br />
eyes. This is because every single event<br />
in this series stops off in a special place,<br />
which reflects family and cultural history<br />
in a region that is still so rich in hidden<br />
beauty. Equipped with a practical<br />
glass-holder, visitors take part in three<br />
sets of tastings, and listen to a musical<br />
programme introduced by a wine critic,<br />
with thirty in all chosen from the voices<br />
from the most-widely followed radio<br />
47
TRAVEL<br />
esaggi friuliani e i suoi idiomi». Dal<br />
2007 l’associazione Sergio Gaggia<br />
si prende cura della delicata macchina<br />
organizzativa di questi concerti<br />
enologici, circa 80 in 40 luoghi<br />
diversi, che ogni anno si rinnovano<br />
da gennaio ad aprile. I calici sono<br />
riempiti dall’immancabile gentilezza<br />
di Silvia Dreossi, che cura personalmente<br />
la preparazione delle<br />
sale e dei bicchieri e l’accoglienza<br />
del pubblico. Ma, oltre alla musica,<br />
sono protagoniste anche le famiglie<br />
che hanno fatto la storia del miglior<br />
vino friulano.<br />
Ogni concerto sinestesico racconta<br />
una vigna e un albero genealogico,<br />
come nel caso dei Perusini, tra<br />
i 50 happy few iscritti da Veronelli<br />
nel gotha dei vignaioli storici italiani.<br />
A Corno di Rosazzo, in provincia<br />
di Udine, Teresa, di nobili origini,<br />
dirige l’azienda di famiglia con eleganza<br />
antica. Docente universitaria<br />
di Storia dell’arte, presidente delle<br />
Dimore Storiche del Friuli e viaggiatrice,<br />
è anche un’appassionata<br />
viticultrice, raccogliendo l’eredità di<br />
nonno Giacomo e del padre Giampaolo,<br />
ora tramandata ai figli Carlo,<br />
Tommaso e Michele. «Siamo nemici<br />
del gusto internazionale, dei vini<br />
uguali in qualunque Paese e crediamo<br />
che le aziende familiari debbano<br />
preservare i vitigni autoctoni».<br />
Come il Picolit, che Giacomo Perusini<br />
reimpiantò nei colli orientali,<br />
e che ogni anno vince premi sulle<br />
guide più importanti.<br />
Poi c’è Elda Felluga. Nel nome del<br />
padre Livio, insieme ai fratelli Maurizio,<br />
Andrea e Filippo, prosegue<br />
l’antica tradizione enoica di famiglia.<br />
Moderna, entusiasta e appassionata,<br />
si dedica a progetti culturali<br />
e di valorizzazione del territorio.<br />
«Impossibile parlare di noi senza<br />
ricordare nostro padre, il Patriarca»,<br />
racconta Elda. «Oltre 60 anni<br />
fa decise di fondare l’azienda partendo<br />
dalle colline di Rosazzo, dove<br />
sorge l’omonima Abbazia dell’XI<br />
secolo. Lungimirante e visionario,<br />
ha saputo guardare lontano: a lui si<br />
deve la rinascita della collina friulana<br />
quando, alla fine degli anni ’50,<br />
era in totale abbandono». Il forte<br />
legame della cantina Livio Felluga<br />
con la terra è visibile anche nella<br />
famosa etichetta che contraddistingue<br />
il suo marchio, «una carta geografica<br />
ispirata a un’antica mappa<br />
del territorio, a indicare le zone di<br />
provenienza dei nostri vigneti». Un<br />
simbolo di qualità che oggi viaggia<br />
in oltre 70 Paesi con vini come il<br />
Terre Alte, che dal 1981 ha segnato<br />
la storia dei grandi bianchi italiani<br />
riscuotendo premi e riconoscimenti<br />
internazionali.<br />
Tra i protagonisti più innovativi di<br />
EnoArmonie c’è la nuova generazione<br />
dei Pitars, così sono chiamati<br />
in friulano i fratelli Nicola, brand<br />
ambassador, e Stefano Pittaro, winemaker<br />
(rispettivamente 37 e 36<br />
anni). Un’altra storia di famiglia intrapresa<br />
da un memorabile vignaiolo, il<br />
I vigneti/The vineyards Felluga, Abbazia di Rosazzo (Udine)<br />
© Luigi Vitale<br />
48
isnonno Romano. Una famiglia le<br />
cui tracce sono documentate a San<br />
Martino al Tagliamento (PN) sin dal<br />
1644, villaggio che guarda dall’altra<br />
sponda la capitale del prosciutto,<br />
San Daniele. «<strong>La</strong> naturale ventilazione<br />
veicolata dalle Alpi attraverso<br />
il fiume ha fatto la fortuna del famoso<br />
prosciutto e dei nostri vigneti»,<br />
spiega Nicola. Così i Pitars sono tra i<br />
bianchi più premiati del Friuli, come<br />
il Tureis, insignito della gran medaglia<br />
d’oro al Concours Mondial<br />
de Bruxelles, e il Sauvignon Braida<br />
Santa Cecilia, premiato quest’anno<br />
come migliore italiano e tra i primi<br />
sei al mondo al Concours Mondial<br />
du Sauvignon. «Siamo un’azienda<br />
che ha un percorso avanguardistico<br />
di sostenibilità: la nostra sede è conosciuta<br />
come il più grande edificio<br />
di bioedilizia del Friuli».<br />
Settanta in totale le aziende vinicole<br />
partner fino a oggi di EnoArmonie,<br />
80 i concerti in programma in<br />
oltre 40 luoghi del Friuli, soprattutto<br />
nella provincia di Udine, ma anche<br />
in quelle di Gorizia e Pordenone. <strong>La</strong><br />
stagione <strong>2020</strong> debutta il 26 gennaio<br />
nella Cantina Jermann a Ruttars<br />
(GO), con musiche di Mahler e Mendelssohn.<br />
sergiogaggia.com<br />
perusini.com<br />
liviofelluga.it<br />
pitars.it<br />
© Luigi Vitale<br />
Livio Felluga con i figli/Livio Felluga and his children<br />
programmes, naturally also for their<br />
experience and passion for good Friuli<br />
wine. The idea came into being in 2006,<br />
when the musicologist Umberto Berti<br />
met the musician Andrea Rucli, who<br />
has been the event’s artistic director<br />
since then. “I have a very deep sense<br />
of belonging to my region, to these<br />
borderlands that have also made us<br />
very free, and open to meeting what<br />
is new and different. EnoArmonie<br />
represents precisely that: the place<br />
delicate organisational set-up that<br />
handles these enological concerts:<br />
there are around eighty of them in<br />
forty different venues, from January<br />
to April every year. The glasses are refilled<br />
with the unwavering charm by<br />
Silvia Dreossi, who personally handles<br />
the preparation of the rooms and the<br />
glasses, and welcomes the audience.<br />
But, going beyond music, the families<br />
who have written the history of the<br />
best Friuli wine also take centre stage.<br />
where different languages, music Every synesthetic concert tells the<br />
and wine, the Friulian landscapes<br />
and its languages come together and<br />
meet”. Since 2007 the Sergio Gaggia<br />
Association has taken charge of the<br />
story of a vineyard and a family tree,<br />
as is the case of the Perusini, who<br />
are amongst the fifty happy few who<br />
were written into the annals of historic<br />
<strong>La</strong> famiglia Pittaro, in lingua friulana i Pitars/The Pittarro family, known as the Pitars in the Friulian language (1967)<br />
49
TRAVEL<br />
Italian winemakers by Veronelli. In<br />
Corno di Rosazzo, in the province<br />
of Udine, Teresa - who has noble<br />
origins - runs the family company<br />
with old-school elegance. A university<br />
lecturer in history of art, the president<br />
of the Friuli Dimore Storiche (Historic<br />
Houses) association, and a traveller,<br />
she is also a very keen wine grower.<br />
Having inherited the tradition from her<br />
grandfather Giacomo and her father<br />
Giampaolo, she has now passed it on to<br />
her sons Carlo, Tommaso and Michele.<br />
“We are no friend of international<br />
tastes, or of wines that are the same<br />
in every country, and we believe that<br />
family businesses should preserve<br />
local grape varieties”. Such as Picolit,<br />
which Giacomo Perusini again planted<br />
on the eastern hills, and which every<br />
year wins prizes in the most important<br />
guides.<br />
Then there is Elda Felluga. The family’s<br />
ancient wine-making tradition lives<br />
on through the father Livio, together<br />
with the brothers Maurizio, Andrea and<br />
Filippo. Modern, enthusiastic and full of<br />
passion, she works on cultural projects<br />
to promote the area. “It is impossible<br />
to talk about us without remembering<br />
our father, the Patriarch,” says Elda. “We<br />
decided to set up the company over<br />
sixty years ago, starting from the hills of<br />
Rosazzo (Udine), where the eleventhcentury<br />
monastery of the same name<br />
stands. Far-sighted and visionary, he<br />
knew how to look into the future: it is<br />
to him that the rebirth of the Friuli hills<br />
should be attributed, having been in<br />
a state of complete abandonment at<br />
the end of the 1950s.” The Livio Felluga<br />
winery's strong link with the region can<br />
also be seen in the brand’s famous<br />
badge, "a map that is inspired by an<br />
ancient map of the region, to show the<br />
areas that our vineyards come from.” A<br />
symbol of quality that is now available<br />
in over seventy countries, with wines<br />
like Terre Alte, which since 1981 has<br />
written the history of great Italian<br />
whites and collected international<br />
prizes and awards.<br />
Amongst the most innovative figures<br />
at EnoArmonie there is the new<br />
generation of the Pitars, as they<br />
are known in the Friulian language:<br />
brothers Nicola - brand ambassador<br />
- and Stefano Pittaro - the winemaker<br />
- (37 and 36 years old respectively).<br />
Another family story launchd by a<br />
memorable winemaker, their greatgrandfather<br />
Romano. Traces of the<br />
family have been documented since<br />
1644 at San Martino al Tagliamento<br />
(Pordenone), a village that looks on to<br />
the ham capital, San Daniele, from the<br />
other side of the banks. "The natural<br />
ventilation that is brought down from<br />
the Alps through the river has made<br />
the fortunes of the famous ham and<br />
our vineyards,” Nicola explains. So, the<br />
Pitars are amongst the white wines<br />
that have won most prizes in the Friuli<br />
region. These include Tureis, that took<br />
the Grand Gold Medal at the Concours<br />
Mondial de Bruxelles, and the<br />
Sauvignon Braida Santa Cecilia, which<br />
this year won the prize as the best<br />
Italian wine, and ranked in the top six<br />
in the Concours Mondial du Sauvignon.<br />
“We are a company with a leading<br />
approach to sustainability: our facility is<br />
known as the largest environmentallyfriendly<br />
building in Friuli.” There are thus<br />
far a total of seventy wine companies<br />
that are partners with EnoArmonie,<br />
eighty concerts scheduled in over<br />
forty venues in Friuli, especially in the<br />
province of Udine, but also in those<br />
of Gorizia and Pordenone. The <strong>2020</strong><br />
season starts on 26 January at Cantina<br />
Jermann in Ruttars (Gorizia), with music<br />
by Mahler and Mendelssohn.<br />
Il vigneto Braida Santa Cecilia dei Pitars/The Braida Santa Cecilia vineyards of the Pitars, Villa Manin, Passariano (Udine)<br />
© Olimpio Fantuz<br />
50
ARTE<br />
Amedeo Modigliani<br />
Fillette en bleu (1918)<br />
Olio su tela<br />
Collezione Jonas Netter<br />
52
LIVORNO<br />
E URBINO<br />
CELEBRANO I LORO GRANDI<br />
Un secolo fa se ne andava uno dei geni<br />
dell ’arte moderna. Il talentuoso e carismatico<br />
Amedeo Modigliani, tanto bello quanto fragile.<br />
Muore a soli 35 anni, il 24 gennaio 1920.<br />
Non prima di aver riempito tele su tele di quel<br />
tratto inconfondibile che lo ha reso famoso in<br />
tutto il mondo. Tanti, nel corso del <strong>2020</strong>, gli eventi<br />
in programma tra mostre e approfondimenti, a<br />
partire dall ’esposizione che Livorno,<br />
sua città natale, ha voluto dedicargli riunendo<br />
due grandi collezioni parigine. Ma quest ’anno<br />
si celebra anche Raffaello Sanzio, genio del<br />
Rinascimento, nel 500esimo anniversario<br />
della morte. Urbino è stata la prima a ricordarlo,<br />
esponendo a Palazzo Ducale fino al 19 gennaio<br />
alcuni capolavori dell ’illustre cittadino messi a<br />
confronto con opere di altri pittori coevi e conterranei<br />
del Sanzio, come il Perugino e Luca Signorelli..<br />
Raffaello Sanzio<br />
San Sebastiano (1501-1502 circa)<br />
Olio su tavola<br />
Accademia Carrara, Bergamo<br />
53
ARTE<br />
MODÌ TORNA A LIVORNO<br />
Amedeo Modigliani<br />
Elvire au col blanc (Elvire à la collerette) (1917 o 1918)<br />
Olio su tela<br />
Collezione Jonas Netter<br />
IN OCCASIONE DEL CENTENARIO DELLA MORTE, LA CITTÀ<br />
TOSCANA CELEBRA MODIGLIANI CON UNA GRANDE<br />
RETROSPETTIVA<br />
di Sandra Gesualdi<br />
sandragesu<br />
54
Amedeo Modigliani, 1914<br />
Affascinante, tremendamente talentuoso e fragile,<br />
come solo la bellezza sa essere. Amedeo Modigliani,<br />
genio indiscusso, artista maledetto, mito<br />
e icona, torna a Livorno grazie alla grande retrospettiva a<br />
lui dedicata in occasione del centesimo anniversario della<br />
scomparsa. Modigliani e l’avventura di Montparnasse. Capolavori<br />
dalle collezioni Netter e Alexandre è al Museo della<br />
Città fino al 16 febbraio.<br />
Torna vicino al mare, dove è nato un giorno di luglio del<br />
1884, in una casa borghese, il giardino sul retro, i salotti coi<br />
quadri alle pareti, gli studioli pieni di volumi. A fine ’800 il<br />
centro toscano è in pieno fermento con un porto fiorente,<br />
centro di scambi commerciali e culturali. Il piccolo Dedo,<br />
quarto e ultimo figlio di una famiglia ebrea piuttosto benestante,<br />
cresce in un ambiente colto, multilingue e stimolante.<br />
Tra tour per musei con la madre Eugénie e passeggiate<br />
insieme al nonno Isaac a parlar di storia e filosofia. A 11 anni<br />
Dedo rimane a letto per diverse settimane a causa di una<br />
brutta pleurite e, per passare il tempo, inizia a riempire fogli<br />
su fogli di disegni. Da allora il suo getto creativo non si ferma<br />
più e cresce di pari passo con i problemi di salute, sempre<br />
debole e precaria. A 14 anni decide che avrebbe fatto<br />
l’artista. Porta già il proverbiale e folto ciuffo sulla fronte,<br />
mette da parte il ginnasio ed entra alla Scuola di Belle Arti,<br />
dove segue gli insegnamenti del pittore postmacchiaiolo<br />
Guglielmo Micheli. Frequenta artisti più grandi di lui come<br />
Oscar Ghiglia, bazzica il caffè Bardi in via Cairoli, ritrovo di<br />
intellettuali, dove ricopre le tovagliette di carta di schizzi<br />
a matita. Poi via, prima a Firenze per frequentare i corsi di<br />
Giovanni Fattori alla Scuola libera di Nudo, poi a Pietrasanta,<br />
vicino a Carrara, a battere i primi colpi da scultore. Ma la<br />
meta è Parigi, capitale mondiale dell’avanguardia, residenza<br />
di Paul Cézanne, Pablo Picasso, Henri Matisse, André<br />
Derain, Maurice Utrillo, Guillaume Apollinaire e molti altri<br />
artisti, scrittori e poeti bohémien, inquilini di caffè, sale da<br />
ballo, teatri e gallerie a Montmartre e Montparnasse.<br />
Ha 22 anni Modigliani quando si trasferisce in Francia nel<br />
1906, pochi soldi in tasca, un abito nuovo di velluto in valigia,<br />
un corpo fragile ed estro a volontà. Nella Ville Lumière<br />
con fatica e stenti, eccessi, amori passionali e una<br />
produzione intensa di disegni e oli diventa Modì, grande<br />
tra i grandi pittori del ’900. «<strong>La</strong> Livorno cosmopolita d’inizio<br />
secolo in cui si è formato è il bagaglio che si porta a Parigi»,<br />
sottolinea Simone Lenzi, scrittore, musicista e assessore<br />
alla cultura di Livorno. «Vi arriva già molto attrezzato,<br />
il mondo da cui proviene è aperto, internazionale e aveva<br />
assorbito le influenze dell’Europa e di tutto il bacino mediterraneo».<br />
L'amministrazione comunale ha lavorato molto<br />
per riportare nel capoluogo labronico l’illustre cittadino.<br />
«Un appuntamento a cui dobbiamo avere il coraggio di<br />
presentarci», lo definisce Lenzi. «Fino a qui si è pensato a<br />
Modigliani come a un livornese per sbaglio, nato in questa<br />
provincia di mare ma appartenuto al mondo. Credo sia il<br />
momento di ribaltare la prospettiva: lo era in maniera quintessenziale,<br />
“un giovane ebreo sefardita livornese”, come<br />
soleva dichiararsi lui stesso». Anche alla luce dei fatti accaduti<br />
nell’84, con la beffa delle teste false, per tanti anni in<br />
città il suo nome è stato un tabù che aveva lasciato l’amaro<br />
in bocca. «Questa mostra serve anche a sanare certe ferite<br />
e a rimettere le cose nella giusta chiave di lettura», spiega<br />
l’assessore.<br />
Amedeo Modigliani<br />
Jeune fille rousse (Jeanne Hébuterne) (1918)<br />
Olio su tela<br />
Collezione Jonas Netter<br />
55
ARTE<br />
Il progetto espositivo, curato da Marc<br />
Restellini, riunisce i dipinti e i disegni<br />
appartenuti ai due collezionisti più<br />
importanti che hanno accompagnato<br />
e sostenuto Modigliani nel periodo<br />
parigino: Paul Alexandre e Jonas<br />
Netter, che ha raccolto i più bei pezzi<br />
del giovane artista toscano e di molti<br />
altri maestri del primo ’900. Oltre 100<br />
i capolavori in mostra, rappresentanti<br />
della grande École de Paris tra<br />
cui l’Autoritratto di Chaïm Soutine, gli<br />
scorci parigini di Maurice Utrillo, le<br />
donne nude in campagna di Suzanne<br />
Valadon e Les Grandes Baigneuses di<br />
André Derain. I quadri di Modì presenti<br />
non sono molti, una decina più svariati<br />
disegni. Ma c’è tutto il suo inconfondibile<br />
stile, i ritratti degli amici come<br />
Chaïm Soutine, le linee nette per contenere<br />
le masse delle tante donne<br />
amate e ritratte, i famosi colli flessuosi,<br />
le bocche carnose, gli sguardi dal<br />
languore senza tempo, i nasi primitivi,<br />
i colori materici. «<strong>La</strong> luce dei quadri di<br />
Modigliani viene da Livorno», ribadisce<br />
Lenzi, «quel riverbero particolare<br />
del quartiere Venezia o di via Roma<br />
dove è nato. Nella Filette en bleu gli<br />
occhi della bambina sono celeste<br />
chiarissimo, come il cielo di questa<br />
città dopo che è stato spazzato dal libeccio,<br />
le guance rosso intenso come<br />
i tramonti sul Tirreno o i coralli tipici di<br />
questa zona, lavorati a inizio secolo.<br />
Modigliani la dipinge appena diventato<br />
padre, e qui si percepisce una<br />
luminosità nuova. È un’immagine piena<br />
di nostalgia e vi scorgo anche una<br />
malinconia coloristica legata alla sua<br />
infanzia», conclude.<br />
«Il futuro dell’arte si trova nel viso di<br />
una donna», scriveva Modì. Quello<br />
della Jeune fille rousse è affusolato e<br />
intenso, incorniciato da capelli corposi<br />
e reso vivo da uno sguardo malinconico,<br />
quasi strabico. È uno dei ritratti<br />
di Jeanne Hébuterne, la giovanissima<br />
<strong>La</strong> mostra è accessibile alle persone<br />
con disabilità e a mobilità ridotta grazie<br />
alla presenza di una rampa all’ingresso<br />
e un ascensore. Disponibili sedie a<br />
rotelle presso la biglietteria.<br />
pittrice compagna di Modigliani.<br />
Il 24 gennaio 1920 Amedeo si spenge<br />
stroncato da una meningite tubercolare,<br />
a 35 anni. Per giorni Jeanne veglia<br />
su di lui, poi non regge al dolore e<br />
si getta dal quinto piano. <strong>La</strong> loro figlia<br />
di due anni è accolta dalla zia e dalla<br />
nonna paterna e cresce passeggiando<br />
lungo i canali, i ponticelli e le piazzette<br />
délabré del quartiere vecchio,<br />
vicino al mare. Forse già allora Livorno<br />
aveva fatto pace con Modì.<br />
mostramodigliani.livorno.it<br />
casanataleamedeomodigliani.com<br />
museodellacittadilivorno<br />
museodellacittalivorno<br />
LIVORNO<br />
10 FRECCE AL GIORNO<br />
Amedeo Modigliani<br />
Cariatide (bleue) (1913 circa)<br />
Matita blu su carta<br />
Collezione Jonas Netter<br />
Carlo Fiore (2018)<br />
Jean Cocteau<br />
OMAGGIO A<br />
MODIGLIANI<br />
Nell’anno di Modigliani,<br />
anche a Roma si ricorda<br />
il genio toscano con un<br />
piccolo omaggio del pittore<br />
Carlo Fiore. Nella personale<br />
Il tuo unico dovere è salvare<br />
i tuoi sogni, sono esposte<br />
circa 30 riproduzioni di<br />
opere realizzate da Modì<br />
che rappresentano le tipiche<br />
figure dai colli allungati e gli<br />
occhi senza pupille. Presso<br />
la Cartoleria Vertecchi di<br />
via Pietro da Cortona, dal 24<br />
gennaio al 1° febbraio.<br />
56
www.sicilybycar.it - sbc@sbc.it - +39 091.6390111<br />
www.sicilybycar.it - sbc@sbc.it - +39 091.6390111<br />
57
ARTE<br />
BOLOGNA IN FIERA<br />
DAL 24 AL 26 GENNAIO ARTE FIERA <strong>2020</strong><br />
PUNTA I RIFLETTORI SULLA PITTURA<br />
di Giuliano Papalini - paepa2010@libero.it<br />
Dopo aver toccato le più<br />
grandi città del pianeta,<br />
passando per Parigi, Londra,<br />
Miami, New York, Torino e Hong<br />
Kong, la carovana dell’arte composta<br />
da appassionati, collezionisti e addetti<br />
del settore fa tappa a Bologna,<br />
dal 24 al 26 gennaio, per Arte Fiera<br />
<strong>2020</strong>. <strong>La</strong> manifestazione fieristica<br />
più longeva d’Italia prosegue nel suo<br />
percorso di forte rinnovamento degli<br />
schemi espositivi e della qualità delle<br />
proposte, che ha comportato una<br />
rigorosa selezione degli espositori,<br />
avviata lo scorso anno dal direttore<br />
artistico Simone Menegoi, che firma<br />
anche questa 44esima edizione. Una<br />
scelta coraggiosa che ha sicuramente<br />
contribuito a far tornare a Bologna<br />
alcune importanti gallerie come Giorgio<br />
Persano (Torino), Galleria Fonti<br />
(Napoli), Galleria d’Arte Maggiore<br />
G.A.M. (Bologna), Francesco Pantaleone<br />
Arte Contemporanea (Palermo/<br />
Milano) e A arte Invernizzi (Milano).<br />
«Arte Fiera si presenta all’appuntamento<br />
del <strong>2020</strong> con novità su ogni<br />
fronte. A partire dal luogo: dai consueti<br />
padiglioni 25 e 26 abbiamo traslocato<br />
ai più recenti 15 e 18, dall’interessante<br />
struttura architettonica. Varcato l’ingresso<br />
dei nuovi spazi, gli spettatori<br />
trovano una manifestazione decisamente<br />
rinnovata», spiega Menegoi<br />
Emilio Scanavino<br />
Tramatura (1973-91)<br />
Olio su tela 150x150 cm<br />
Courtesy Dep Art Gallery Milano<br />
alla <strong>Freccia</strong>. «Alla Main Section –<br />
divisa, come di consueto, in una<br />
parte più concentrata sul moderno<br />
Davide Monaldi<br />
Guardoni (2018)<br />
Ceramica smaltata, 20 elementi 19x300x12 cm<br />
Courtesy Studio Sales Roma<br />
e una dedicata al contemporaneo – si<br />
affiancano ora tre sezioni specializzate,<br />
di cui due al loro debutto, fo-<br />
58
tografia e video e pittura del nuovo<br />
millennio. <strong>La</strong> terza sezione esplora un<br />
aspetto specifico della storia dell’arte<br />
del XX secolo, dedicata stavolta al<br />
rinnovamento della pittura in Italia fra<br />
la fine degli anni ‘50 e la fine dei ‘70»,<br />
prosegue il direttore di Arte Fiera. «In<br />
più, un avvincente programma collaterale<br />
di performance, conferenze sui<br />
temi artistici del momento, una grande<br />
mostra delle collezioni istituzionali<br />
di Bologna e dell’Emilia-Romagna<br />
e un nuovo progetto dell’artista Eva<br />
Marisaldi, che collega idealmente la<br />
Fiera alla città. Insomma una grande<br />
kermesse dove ognuno potrà trovare<br />
qualcosa di interessante, inatteso, da<br />
ricordare».<br />
<strong>La</strong> principale novità di quest’anno,<br />
che vede la partecipazione di 155<br />
gallerie in prevalenza italiane, è costi-<br />
tuita appunto da Pittura XXI, sezione<br />
inedita nelle kermesse del settore,<br />
non solo in Italia. Per la prima volta,<br />
infatti, una fiera punta la sua attenzione<br />
sul linguaggio più dibattuto<br />
dell’arte contemporanea, la pittura,<br />
con l’obiettivo di offrire un panorama<br />
delle sue figure emergenti e mid-career<br />
a livello internazionale. <strong>La</strong> curatela<br />
è affidata a Davide Ferri, critico<br />
indipendente, apprezzato per la competenza<br />
in materia. A sottolineare il<br />
forte interesse registrato dalla nuova<br />
sezione la significativa partecipazione<br />
di importanti gallerie straniere, quali<br />
Bernhard Knaus di Francoforte e Richard<br />
Saltoun e Arcade di Londra.<br />
Altra novità di Arte Fiera <strong>2020</strong> è Focus,<br />
che prende in esame l’arte della<br />
prima metà del XX secolo e i Post-<br />
War Masters. Sezione che ogni anno<br />
sarà affidata a un curatore diverso,<br />
partendo per questa prima edizione<br />
con <strong>La</strong>ura Cherubini, critica e storica<br />
dell’arte di grande esperienza e consolidata<br />
competenza, che ha scelto di<br />
concentrarsi sul rinnovamento e sulle<br />
rivoluzioni nella pittura italiana tra la<br />
fine degli anni ’50 e i ’70. Accanto a<br />
grandi maestri affermati a livello mondiale,<br />
del calibro di Dorazio, Mauri, Nigro,<br />
Santomaso e Scialoja, non manca<br />
qualche bella riscoperta. C’è poi il<br />
progetto Oplà. Performing Activities, a<br />
cura di Silvia Fanti, con interventi performativi<br />
di Alessandro Bosetti, Luca<br />
Vitone, Zapruder filmmakersgroup e<br />
Jimmie Durham, artista insignito del<br />
Leone d’Oro alla carriera alla 58esima<br />
Biennale di Venezia.<br />
<strong>La</strong> Main Section riconferma il modello<br />
innovativo avviato nel 2019, all’insegna<br />
Giuseppe Stampone<br />
Picasso (2019)<br />
Drawing Bic pen on paper 30x40 cm<br />
Courtesy Prometeo Gallery di Ida Pisani Milano<br />
59
ARTE<br />
della cura per la qualità e la coerenza<br />
degli stand, dopo l’ampio consenso<br />
riscosso da galleristi e collezionisti.<br />
Anche quest’anno, dunque, gli espositori<br />
sono stati invitati a presentare<br />
un numero limitato di artisti: fino a un<br />
massimo di tre per gli stand di medie<br />
dimensioni, di sei per quelli più grandi.<br />
Unica eccezione alla regola – e altra<br />
novità – la possibilità di eccedere<br />
il limite di sei artisti con un progetto<br />
curatoriale dedicato a un gruppo, un<br />
movimento o una corrente artistica.<br />
C’è da dire, come già avvenne per la<br />
passata edizione, che una percentuale<br />
significativa di gallerie ha scelto di<br />
presentare un unico autore, rispondendo<br />
alla sollecitazione in tal senso<br />
degli organizzatori della Fiera. Questa<br />
forte presenza di stand monografici,<br />
che costituiscono altrettanti approfondimenti<br />
su artisti italiani e stranieri,<br />
tra nuove proposte e maestri affermati,<br />
sta diventando di fatto uno dei<br />
tratti caratteristici della direzione di<br />
Menegoi.<br />
Sissi<br />
Ogni cosa al suo posto (2010)<br />
Bamboo, vestiti, ferro, ceramiche 300x100x200 cm<br />
Photo Ramiro Castro Xiques<br />
Courtesy dell’artista<br />
NON SOLO FIERA<br />
Per l’occasione tutta la città si<br />
mobilita dal 17 al 26 gennaio con<br />
Art Week, promossa dal Comune<br />
di Bologna in collaborazione con<br />
Arte Fiera, un ricco cartellone di<br />
mostre, installazioni e performance<br />
che, in alcuni casi, si protrae per<br />
tutto il mese. Tra i numerosi eventi<br />
in programma merita Vestimenti,<br />
la personale dell’artista bolognese<br />
Sissi, a Palazzo Bentivoglio fino<br />
al 19 aprile. Da vedere anche Le<br />
realtà ordinarie, che raccoglie le<br />
opere di 12 artisti contemporanei<br />
internazionali al Salone Banca di<br />
Bologna di Palazzo De’ Toschi, fino<br />
al 23 febbraio.<br />
artefiera.it<br />
artefiera<br />
artefiera_bologna<br />
BOLOGNA<br />
170 FRECCE AL GIORNO<br />
MORESTALGIA<br />
A Bologna, dal 23 al 27 gennaio, la tecno-tenda di Morestalgia<br />
entra nella stazione ferroviaria, occupando lo spazio<br />
sotterraneo della Hall Alta Velocità, uno dei punti nevralgici<br />
della grande infrastruttura che ha cambiato il modo di<br />
viaggiare in Italia. L’opera di Riccardo Benassi è un ambiente<br />
composto da testo, suono e oggetti che ha come cuore<br />
pulsante uno schermo led penetrabile dal corpo umano.<br />
Il progetto nasce da un lavoro di ricerca teorica sul sentimento<br />
della nostalgia e sulle sue implicazioni sociali alla luce<br />
dell’ingresso di Internet nelle nostre vite. Dopo l’opening di<br />
giovedì 23 (dalle 20:30 alle 24), per i quattro giorni successivi<br />
l’installazione, realizzata grazie al sostegno di Italian Council<br />
(2019), è aperta a passeggeri e visitatori durante tutto l’arco<br />
della giornata (dalle 6 alle 23:30), offrendo un’anticipazione di<br />
Live Arts Week IX, appuntamento tra arte e liveness a cura di<br />
Xing che si terrà dal 26 marzo al 4 aprile. L’installazione è uno<br />
dei main project di Art City Bologna <strong>2020</strong>, in occasione di Arte<br />
Fiera.<br />
xing.it | artcity.bologna.it | liveartsweek.it<br />
Riccardo Benassi<br />
Morestalgia, installazione al Centro d’Arte Contemporanea di Ginevra<br />
Photo A.Rossetti<br />
60
Streaming, Interactive Film, App Smart Cinema.<br />
Nuovi autori per nuovi modi di fruizione.<br />
IULM, IMPARARE IL FUTURO.<br />
Per info e iscrizioni<br />
ai test di ammissione<br />
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Il futuro si apre<br />
a chi impara a gestire<br />
il cambiamento.<br />
IULM è l’Università<br />
del sapere dinamico,<br />
dell’evoluzione<br />
delle conoscenze.<br />
Vieni a scoprire il mondo<br />
dove sarai domani.
ARTE<br />
CHE LAVORO M’INVENTO<br />
ARTE?<br />
CON L’<br />
© Luigi Corda<br />
Andrea Concas<br />
INTERVISTA ESCLUSIVA<br />
ALL’INNOVATIVO IMPRENDITORE<br />
ANDREA CONCAS, IN LIBRERIA<br />
DAL 28 GENNAIO CON<br />
PROFESSIONEARTE, LA PRIMA<br />
GUIDA CHE ESPLORA L’INTERO<br />
SISTEMA DELL’ARTE E LE NUOVE<br />
PROFESSIONI E OPPORTUNITÀ<br />
DEL MERCATO DEL LAVORO 3.0<br />
di Cesare Biasini Selvaggi - cesarebiasini@gmail.com<br />
Assistiamo spesso a piagnistei diffusi sul fatto<br />
che con la cultura (quindi anche con l’arte) non<br />
si mangi e che certi indirizzi di studi universitari,<br />
come quelli in ambito umanistico-artistico, siano l’anticamera<br />
del precariato sicuro, se non di una disoccupazione<br />
cronica. C’è poi chi cavalca, anche con intenti dolosi, lo<br />
spauracchio delle nuove tecnologie, dall’intelligenza artificiale<br />
alla robotica, presentate come killer implacabili di<br />
posti di lavoro. In una contemporaneità come la nostra,<br />
certamente complessa e problematica, se da un lato alcuni<br />
mestieri sono stati già condannati all’obsolescenza,<br />
dall’altro tuttavia si stanno aprendo nuove praterie da colonizzare,<br />
che attendono pionieri dall’anima umanistica e<br />
dalla manualità digitale, non senza una discreta dose di<br />
62
fantasia e creatività. In buona sostanza,<br />
ci attendono nuove professioni e<br />
nuove opportunità sul mercato del<br />
lavoro, a partire da quello del sistema<br />
dell’arte.<br />
È questo il focus del libro ProfessioneARTE,<br />
edito da Mondadori, in libreria<br />
dal 28 gennaio. Un’anteprima in<br />
esclusiva ce la offre il suo pirotecnico<br />
autore, Andrea Concas. Classe 1982,<br />
carattere volitivo, sguardo profondo<br />
e determinato da sardo doc e presenza<br />
scenica da showman, di chi non ha<br />
bisogno di provare davanti alla macchina<br />
da presa. Con un trascorso professionale<br />
nelle divisioni marketing di<br />
diverse multinazionali, da alcuni anni<br />
possiamo proprio dire che Concas il<br />
lavoro se lo sia inventato.<br />
Prima ha fondato la startup Art<br />
Backers, che supporta gli artisti, gli<br />
enti pubblici e privati nella produzione<br />
di opere d’arte e multipli d’artista;<br />
poi è stata la volta di Art Rights,<br />
una piattaforma per la gestione e<br />
certificazione delle opere d’arte con<br />
tecnologia blockchain e intelligenza<br />
artificiale. Quindi ha aperto la rete<br />
di gallerie d’arte The AB Gallery e<br />
varato ProfessioneARTE.it, la prima<br />
community dedicata a formazione,<br />
aggiornamento e orientamento verso<br />
le professioni artistiche. «Se dovessi<br />
racchiudere il tutto in un’unica<br />
parola, mi definirei un art entrepreneur,<br />
cioè un imprenditore dell’arte.<br />
È un termine che interpreta questa<br />
mia trasversalità e operatività nel<br />
mondo dell’arte, la chiara fotografia<br />
di un sistema che sta cambiando.<br />
Non a caso, anche se per poco, potrei<br />
essere considerato un millennial, anzi<br />
a questo punto oserei dire un art millennial».<br />
Si presenta così Andrea Concas<br />
all’inizio della nostra intervista.<br />
Le nuove tecnologie, i social<br />
network, stanno offrendo diverse<br />
opportunità lavorative nel campo<br />
dell’arte. Potremmo definirle le professioni<br />
dell’arte 3.0, di cui parli nel<br />
tuo nuovo libro. Quali sono?<br />
Possiamo partire dall’art collection<br />
manager, specializzato nella cura e<br />
gestione delle raccolte d’arte private<br />
di una certa importanza, nel mantenimento<br />
e nell’incremento del valore<br />
delle opere nel tempo. E, ancora, c’è<br />
il profilo del registrar, già presente da<br />
anni in ambito anglosassone e statunitense<br />
ma ben poco in Italia: si tratta<br />
di un professionista multidisciplinare<br />
che si occupa di tutte le delicate fasi<br />
di movimentazione delle opere d’arte,<br />
a cominciare dal prestito in entrata<br />
e uscita da musei, gallerie o altre<br />
istituzioni. C’è, poi, l’art wealth manager<br />
che segue la gestione e la salute<br />
patrimoniale dei propri clienti e delle<br />
loro collezioni d’arte, suggerendo<br />
azioni, tempi e modalità delle possibili<br />
forme di investimento e mantenimento<br />
dei propri passion asset.<br />
Rimanendo nell’ambito finanziario,<br />
penso anche all’art lender, colui che<br />
permette al collezionista o al professionista<br />
di impegnare opere dal valore<br />
elevato, ma stabile sul mercato,<br />
in cambio di liquidità, utilizzandole<br />
come un collaterale, un bene posto a<br />
garanzia per l’ottenimento di un pre-<br />
© Marco De Scalzi Courtesy Collezione Giuseppe Iannaccone<br />
Clarice Pecori Giraldi, art collection manager<br />
ART BONUS<br />
DIVENTA MECENATE<br />
REGALA EMOZIONI<br />
Andrea Danese, art lender. Courtesy Andrea Danese<br />
© Dave Cross Photography Inc.<br />
Tutti possono diventare mecenati<br />
e tutelare l’eccezionale ricchezza<br />
del patrimonio culturale italiano.<br />
A chi effettua erogazioni liberali<br />
a sostegno della cultura e dello<br />
spettacolo, l’ArtBonus riconosce un<br />
beneficio fiscale del 65%. Grazie a<br />
questa misura, introdotta nel 2014<br />
dal MiBACT, sono stati finora raccolti<br />
oltre 400 milioni di euro da 13mila<br />
benefattori. <strong>La</strong> partecipazione<br />
al restauro di opere d’arte e al<br />
sostegno dello spettacolo dal<br />
vivo ha regalato e continua così a<br />
regalare emozioni.<br />
F.V.<br />
artbonus.gov.it<br />
63
ARTE<br />
Mondadori Electa, pp. 224 € 19,90<br />
stito finanziario. Molto ambito oggi<br />
è pure il ruolo dell’exhibition manager,<br />
a cui compete la gestione, definizione<br />
e messa in opera della regia<br />
complessiva di un evento o di una<br />
mostra d’arte. Addentrandoci, invece,<br />
nel settore assicurativo, c’è il risk<br />
manager fine art, figura che individua<br />
e analizza i potenziali rischi in<br />
cui può incorrere una raccolta d’arte<br />
pubblica o privata, con il compito<br />
di limitarne l’esposizione ai sinistri,<br />
valutando e individuando quali<br />
opere possono essere assicurate e<br />
Italo Carli, assicuratore e risk manager fine art<br />
Courtesy Italo Carli<br />
© PRESSPHOTO<br />
quali no. Tra le professioni dell’arte<br />
3.0 non posso omettere l’art trustee,<br />
colui che assume l’obbligo di<br />
amministrare i beni avuti in consegna<br />
a favore di un trust, un istituto<br />
giuridico che consente a una o più<br />
persone, detti settlor o disponenti,<br />
di trasferire beni e diritti della propria<br />
collezione d’arte e non solo a<br />
favore di uno o più beneficiari.<br />
Dalle tue parole appare chiaro<br />
come nel sistema dell’arte, ogni<br />
giorno, emergano nuovi problemi<br />
da risolvere, servizi da offrire o da<br />
migliorare. Quindi possiamo dire,<br />
senza timore di smentite, che ci<br />
sono inaspettate opportunità per<br />
nuovi professionisti?<br />
Assolutamente sì. Credo fortemente<br />
che sia in atto un sensibile cambiamento<br />
del mercato dell’arte e<br />
delle professioni collegate, ma l’attenzione<br />
e le visioni più condivise<br />
rimangono ancora focalizzate su<br />
aspetti obsoleti e oggi meno premianti<br />
e importanti. Si parla sempre<br />
di questo mercato in riferimento al<br />
volume di scambi delle opere, che<br />
sfiora oggi i 70 miliardi di dollari.<br />
Eppure la mia attenzione si sposta<br />
costantemente su altri dati, sui 20<br />
miliardi di dollari in servizi e consulenze<br />
corollarie, dove operano i<br />
player e i professionisti del settore,<br />
e ancora sugli ulteriori 20 miliardi<br />
legati all’art lending, prestiti finanziari<br />
garantiti da opere d’arte. Oggi<br />
è assolutamente possibile fare<br />
dell’arte la propria professione, io<br />
ne sono un concreto esempio e, con<br />
me, gli oltre 50 professionisti degli<br />
#ArteConcasTALKS, i 12 milioni di<br />
collezionisti, le 300mila gallerie,<br />
i tre milioni di operatori, le 14mila<br />
case d’asta, le 300 fiere, i 55mila<br />
musei e gli oltre sei milioni di artisti<br />
nel mondo.<br />
Quali consigli daresti a chi volesse<br />
fare dell’arte la propria nuova professione?<br />
I futuri professionisti dell’arte saranno<br />
pionieri e portatori di innovazione.<br />
Per questo motivo i miei<br />
consigli sono: imparare a conoscere<br />
in modo approfondito le dinamiche<br />
del mondo dell’arte, che si configura<br />
tanto articolato quanto estremamente<br />
piccolo; studiare, osservare<br />
© James O’Mara/O’Mara McBride<br />
Linda Pacifici, senior registrar Fondazione<br />
Palazzo Strozzi<br />
e dare vita a un confronto e a un<br />
dialogo con tutti i protagonisti del<br />
sistema, a partire dagli artisti, i collezionisti,<br />
i galleristi e dai molteplici<br />
professionisti già coinvolti; fare in<br />
modo che la propria preziosa esperienza<br />
personale produca valore<br />
aggiunto e possa essere di sostegno<br />
all’arte e agli artisti. Sarò felice<br />
e onorato di leggere i messaggi dei<br />
lettori de <strong>La</strong> <strong>Freccia</strong> sui miei social,<br />
per sapere quale strada hanno deciso<br />
di intraprendere, per continuare<br />
insieme questo viaggio in treno<br />
nel mondo dell’arte.<br />
andreaconcas.com<br />
arteconcas<br />
FUMETTI NEI MUSEI<br />
Cinquantuno storie che raccontano<br />
i tesori italiani in esposizione<br />
all’Istituto centrale per la grafica di<br />
Roma, a pochi metri dalla Fontana<br />
di Trevi. Tavole, vignette, disegni<br />
creati da importanti fumettisti<br />
italiani sono esposti nella mostra<br />
Fumetti nei musei, con ingresso<br />
gratuito fino al 16 febbraio. F.V.<br />
grafica.beniculturali.it<br />
64
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA<br />
65
MUSICA<br />
SONATE PER VIOLINO<br />
E PIANOFORTE<br />
© solotry/AdobeStock<br />
© Silvio Durante/<strong>La</strong>Presse<br />
Arturo Benedetti Michelangeli<br />
Le prime note della Quinta sinfonia, l’Inno alla gioia<br />
della Nona, la melodia di Per Elisa. <strong>La</strong> musica<br />
di Beethoven fa parte della vita di moltissimi di<br />
noi. <strong>La</strong> riconosciamo, la ricordiamo, ci è familiare. C’è un<br />
modo più efficace per dimostrare quanto un autore sia<br />
importante? Nel <strong>2020</strong> si celebrano i 250 anni dalla nascita<br />
di Ludwig van Beethoven, un rappresentante dell’intera<br />
umanità secondo la Nasa, che mise anche sue musiche nel<br />
disco all’interno della sonda Voyager lanciata nello Spazio<br />
nel 1977 e destinata a sconosciuti extraterrestri. <strong>La</strong> grande<br />
musica ha bisogno di grandi interpreti e così quest’anno ricordiamo<br />
anche il secolo dalla nascita di Arturo Benedetti<br />
Michelangeli, pianista leggendario, dal tocco trascendente<br />
e dal carattere irremovibile. Anniversari tondi anche per<br />
Johann Sebastian Bach (270 dalla morte), Fryderyk Chopin<br />
(210 dalla nascita), Pëtr Il’ič Čajkovski (180 dalla nascita) e<br />
Gustav Mahler (160 dalla nascita). Questi nuovi anni ’20 ci<br />
mettono subito voglia di riscoprire tesori.<br />
B.P.<br />
66
© AdobeStock<br />
Ludwig van Beethoven<br />
© AdobeStock<br />
Johann Sebastian Bach<br />
© AdobeStock<br />
Nelle pagine che seguono suonano<br />
per noi, al violino, il maestro Salvatore<br />
Accardo, «su un Francesco Stradivari<br />
del 1741 […] , uno Stradivari ex<br />
Francescatti del 1725 e […]<br />
su un Guarnieri del Gesù del 1730»,<br />
e, al pianoforte, l ’acclamato concertista<br />
Evgenij Kissin. Chiedetegli pure<br />
un bis, ne è avvezzo. Nell ’intervista<br />
di P loyer racconta: «A Napoli non<br />
mi hanno lasciato andare prima<br />
di 16 bis»!<br />
© AdobeStock<br />
Fryderyk Chopin<br />
Gustav Mahler<br />
Pëtr Il 'ič Čajkovski<br />
© AdobeStock<br />
67
MUSICA<br />
BEETHOVEN<br />
(E ALTRE STORIE)<br />
© Marcella Cistola<br />
Il Maestro Salvatore Accardo<br />
INTERVISTA ESCLUSIVA A SALVATORE<br />
ACCARDO E ALLA MOGLIE LAURA GORNA.<br />
AFFETTI, PASSIONI E PROGETTI MUSICALI<br />
di Valentina Lo Surdo<br />
valentina.losurdo.3 ValuLoSurdo ilmondodiabha<br />
ilmondodiabha.it<br />
Cosa hanno in comune Beethoven<br />
e la Juventus, Tex<br />
Willer e un preziosissimo<br />
violino Guarneri del Gesù del 1730?<br />
<strong>La</strong> risposta svela inaspettatamente il<br />
nome di Salvatore Accardo, il celebre<br />
violinista protagonista di una carriera<br />
da record, con i suoi 65 anni di attività.<br />
Così, se abbiamo imparato ad apprezzarlo<br />
come uno dei massimi interpreti<br />
del nostro tempo, fatichiamo a immaginare<br />
che sia anche un impareggiabile<br />
collezionista di Tex e un super<br />
tifoso della Juve tanto che, nel 2011,<br />
per i suoi 70 anni, sua moglie invitò<br />
Alessandro Del Piero come ospite a<br />
sorpresa della festa.<br />
Ora per Accardo è tempo di nuovi<br />
traguardi: il <strong>2020</strong> è l’anno dei festeggiamenti<br />
per il 250esimo dalla nascita<br />
di Beethoven e il musicista di Torre<br />
68
del Greco ha dato alle stampe la sua<br />
interpretazione di tutte le sonate del<br />
grande Ludwig per violino e pianoforte.<br />
Questa importante uscita discografica<br />
ci ha offerto l’occasione per<br />
incontrare il Maestro e chiedergli la<br />
sua personale ricetta per una vita musicale<br />
florida e longeva che, dal 2008,<br />
anno di nascita delle gemelline Ines<br />
e Irene, gli ha assicurato una radiosa<br />
seconda giovinezza. Lo abbiamo intervistato<br />
insieme alla moglie, <strong>La</strong>ura<br />
Gorna, violinista anche lei, durante i<br />
preparativi del Partynopeo: la festa in<br />
cui casa Accardo si apre agli amici di<br />
famiglia, per scambiarsi gli auguri prima<br />
di Natale.<br />
Quali sono gli ingredienti per una vita<br />
sempre sulla cresta dell’onda?<br />
[LG] Salvatore conduce uno stile di<br />
vita sano, segue una dieta ferrea e<br />
sgarra solo alle feste, cammina molto<br />
e gli piace nuotare. Ma soprattutto<br />
conciliamo il tanto studio con momenti<br />
giocosi e di riposo, come le estati a<br />
Otranto: al mare è a contatto con il<br />
suo elemento naturale e in spiaggia<br />
è l’idolo dei bambini, mentre la sera si<br />
diverte con gli amici a scopone, è un<br />
giocatore formidabile. Leggendarie le<br />
sue sfide con Maurizio Pollini e Luciano<br />
Berio. Poi ci sono la Juve e Tex, i<br />
suoi ansiolitici naturali. Lui, che di natura<br />
è un uomo molto tranquillo, una<br />
sorta di violinista-Buddha, in queste<br />
due passioni così distanti da lui ha le<br />
sue valvole di sfogo. Così, quando lo<br />
sento urlare, so che sta guardando la<br />
Juve. Per colpa di Tex, invece, affittiamo<br />
solai!<br />
[SA] Di Tex ho collezionato tutto il possibile,<br />
dalle strisce degli anni ’40 ai formati<br />
più recenti. Per quanto riguarda<br />
la Juve, sono molto legato al periodo<br />
di Trapattoni, con cui abbiamo avuto<br />
un rapporto molto speciale, tra l’altro<br />
è un grandissimo appassionato di<br />
musica. Ma ero anche molto amico di<br />
Tardelli e Scirea. E ancor di più sono<br />
vicino a Boniperti e Zoff: quando abitavo<br />
a Roma vedevo sempre le partite<br />
con lui.<br />
Ci racconti del suo progetto su<br />
Beethoven.<br />
[SA] Dalla fine degli anni ’60 ho cominciato<br />
a incidere alcune sue sonate<br />
per violino e pianoforte. <strong>La</strong> prima<br />
fu con Lodovico Lessona, pianista<br />
straordinario e allievo amatissimo da<br />
Arturo Benedetti Michelangeli, morto<br />
nel 1972 in un incidente aereo. Altre le<br />
avevo registrate con Giorgia Tomassi,<br />
Michele Campanella e <strong>La</strong>ura Manzini.<br />
Di recente le ho completate con Maria<br />
Grazia Bellocchio e Stefania Redaelli.<br />
Cinquant’anni di interpretazione beethoveniana<br />
racchiusi in un cofanetto<br />
per l’etichetta Fonè, che uscirà il mese<br />
prossimo.<br />
Su quali strumenti le ha registrate?<br />
[SA] Su un Francesco Stradivari del<br />
1741, il mio primo strumento importante,<br />
sullo Stradivari ex Francescatti<br />
del 1725 e le ultime su un Guarneri del<br />
Gesù del 1730.<br />
Le sue gemelle sono già figlie d’arte?<br />
[SA] Irene, la bionda, è davvero dotata<br />
come pianista, adora suonare Bach, è<br />
innamorata dell’opera e sogna anche<br />
la direzione d’orchestra. Ines, la bruna,<br />
è più portata per il canto da musical e<br />
studia danza.<br />
E lei, Maestro, come ha iniziato a suonare?<br />
[SA] A tre anni, l’età giusta per iniziare.<br />
È fondamentale non tardare questo<br />
appuntamento, i bambini sono spugne.<br />
A quell’età già desideravo suonare<br />
il violino, avevo una voglia tale che<br />
tendevo degli elastici su un pezzo di<br />
legno e li pizzicavo. E quando mi regalavano<br />
strumenti giocattolo non li volevo,<br />
desideravo un violino vero! Così,<br />
un giorno, papà andò a sceglierne uno<br />
di buona qualità da un bravo liutaio –<br />
lo pagò mille lire, che erano tanti soldi<br />
nel 1944 – e mi fece una grande sorpresa.<br />
Appena vidi l’astuccio sul letto,<br />
lo aprii e cominciai subito a usarlo.<br />
Imitavo quello che suonava mio padre,<br />
da buon autodidatta. Per me era<br />
naturale riprodurre a orecchio qualsiasi<br />
melodia, e non capivo perché mia<br />
madre si stupisse tanto la prima volta<br />
che mi ascoltò suonare Lili Marlene.<br />
<strong>La</strong> famiglia Accardo: da sinistra, Irene con il gatto Igor, Salvatore Accardo, Ines con il cagnolino Tex e <strong>La</strong>ura Gorna<br />
© Fabrizio Re Garbagnati - www.phab.it<br />
69
MUSICA<br />
Le sue doti le permisero di debuttare<br />
a 13 anni suonando tutti e 24 i temibili<br />
Capricci di Paganini e a 17 ha<br />
vinto il Premio Paganini a Genova, il<br />
più prestigioso concorso violinistico<br />
del mondo. Conta di più il talento o<br />
lo studio?<br />
[SA] Sono due aspetti che hanno la<br />
stessa importanza. Io, pur avendo un<br />
talento notevole, non ho mai studiato<br />
meno di sei ore al giorno.<br />
Quali sono stati i suoi principali alleati?<br />
[SA] Sicuramente il buon Dio, che mi<br />
ha donato il talento. Poi il mio straordinario<br />
insegnante, Luigi D’Ambrosio.<br />
Ma anche la mia famiglia di origine,<br />
con papà Vincenzo che era un eccezionale<br />
incisore di cammei al punto<br />
che a Torre del Greco mi conoscono<br />
non come il violinista, ma come il figlio<br />
di Vincenzo, e questo mi riempie<br />
di orgoglio. Ma devo molto anche a<br />
mia mamma Ines, detta Mimma, e<br />
naturalmente alla meravigliosa famiglia<br />
che ho costruito con <strong>La</strong>ura.<br />
A proposito, <strong>La</strong>ura, nel <strong>2020</strong> si festeggiano<br />
anche i 15 anni dell’EsTrio,<br />
l’ensemble che ha formato con la<br />
violoncellista Cecilia Radic e la pianista<br />
<strong>La</strong>ura Manzini. Insomma, avete<br />
dato vita a molti figli musicali...<br />
[LG] Per Salvatore la sua terza figlia<br />
è l’Orchestra da Camera Italiana, la<br />
sua emanazione naturale, formata<br />
da allievi ed ex allievi di straordinario<br />
talento, dai 17 anni in su, interpreti<br />
dell’inconfondibile suono italiano.<br />
Salvatore vi è talmente affezionato<br />
che dopo i concerti, se riceve l’invito<br />
a una cena ufficiale, risponde sempre<br />
che se non può portare con sé tutta<br />
l’orchestra, andrà altrove a cenare<br />
con i suoi musicisti.<br />
Lei è l’artefice del Partynopeo,<br />
quest’anno cosa avete offerto ai vostri<br />
ospiti?<br />
[LG] Abbiamo fatto preparare alla<br />
chef napoletana Mariagrazia Senatore<br />
cannoli ripieni di baccalà, Sbaglio o in casa c’è un nuovo artonio<br />
Fantini, di Fresco e Cimmino.<br />
mozzarella in carrozza, zeppole con rivato?<br />
i bianchetti, frittatine di maccheroni, [LG] È Tex, il barboncino nano venuto<br />
a fare compagnia a Igor, il nostro<br />
crocchè di patate e panini napoletani<br />
con provolone e salame. I dolci, gatto nero.<br />
invece, ce li ha portati il mitico An-<br />
© Marcella Cistola<br />
<strong>La</strong> violinista <strong>La</strong>ura Gorna, moglie di Salvatore Accardo<br />
100 ANNI DI MUSICA DA CAMERA A FIRENZE<br />
A gennaio si festeggia il centenario degli Amici della Musica di Firenze, con un mese ricco di concerti al Teatro della<br />
Pergola. Sabato 11, per il ciclo Solopiano, Pietro De Maria esegue un programma dedicato alle Sonate per pianoforte di<br />
Beethoven. Domenica 12 si prosegue con L’arte del canto insieme al soprano Maria Costanza Nocentini e al Quartetto<br />
Foné, mentre il 18 il pianista Alexander Lonquich interpreta musiche di Schönberg, Reicha, Brahms e Beethoven.<br />
Omaggio a Bach domenica 19 con Giuliano Carmignola al violino, Mario Brunello al violoncello piccolo, l’Accademia<br />
dell’Annunciata e Riccardo Doni al cembalo e direzione. Invito alla danza il 25, con il recital pianistico di Giuseppe<br />
Albanese, mentre il Trio di Parma si esibisce il 26 con Schumann.<br />
amicimusicafirenze.it<br />
70
LA NOSTRA MISSIONE<br />
È FINANZIARE LA FORMAZIONE<br />
DELLE IMPRESE ITALIANE
MUSICA<br />
KISSIN IL GENIO<br />
NELL’ANNIVERSARIO BEETHOVENIANO, IL CONCERTISTA RUSSO<br />
RACCONTA QUESTO GIGANTE DELLA MUSICA E RICORDA L’INCONTRO<br />
CON VON KARAJAN CHE LO LANCIÒ GIOVANISSIMO NEL 1988<br />
di Bruno Ployer<br />
© Marco Ayala/Fondazione la Società dei Concerti<br />
72
Il tempo di un concertista è<br />
scandito dalle ore di esercizio<br />
e studio. L’incontro con Evgenij<br />
Kissin è rilassato, ma quando si avvicina<br />
il momento della prova deve<br />
terminare. Il pianista russo acclamato<br />
nel mondo per tecnica, musicalità<br />
e serietà delle interpretazioni, prima<br />
di sedersi alla tastiera si concede<br />
solo un panino e un tè al bar dei camerini<br />
dell’Accademia nazionale di<br />
Santa Cecilia, che lo ospita nella sua<br />
stagione di concerti. Un programma<br />
tutto dedicato a Beethoven e il <strong>2020</strong><br />
è beethoveniano per i 250 anni dalla<br />
nascita del grande Ludwig. Quando<br />
gli chiedo di parlarmi di Beethoven,<br />
Kissin sta magistralmente nella sua<br />
parte: «Ho paura di non poter dire<br />
niente di speciale. È uno dei più<br />
grandi compositori e, senza di lui,<br />
come altri giganti, non ci sarebbe la<br />
musica dei nostri giorni, ma questo<br />
è un argomento da musicologi e io<br />
sono un concertista. Posso dire che<br />
la sua musica è stata sempre molto<br />
vicina al mio cuore, non so perché.<br />
Non è amore, è qualcosa di diverso.<br />
Studiando i manoscritti di Beethoven<br />
possiamo un po’ capire quanto<br />
travaglio ci sia nella sua musica,<br />
soprattutto quando vediamo che il<br />
compositore in certi punti fa delle<br />
cancellazioni. Questo però è soltanto<br />
un aspetto: non sappiamo cosa<br />
fosse nella testa dell’autore prima di<br />
scrivere le parti che successivamente<br />
ha cancellato. Questo l’ho imparato<br />
dalla mia piccola esperienza di<br />
compositore».<br />
Messaggio ricevuto: l’ascolto della<br />
musica spesso spiega molto più<br />
delle parole. Lei ascolta il suo cuore<br />
quando suona?<br />
Naturalmente. Ascolto il cuore e la<br />
mente, ma prima di tutto ascolto la<br />
musica che suono.<br />
Le sue esecuzioni sono influenzate<br />
dal pubblico e dal posto in cui suona?<br />
Sono sicuro che le mie esecuzioni<br />
siano influenzate da tutte le mie<br />
esperienze. L’Italia è il Paese dove il<br />
pubblico mi ha fatto suonare il maggior<br />
numero di bis della mia vita. Il<br />
record è stato a Napoli: non mi hanno<br />
lasciato andare prima di 16 bis!<br />
Nel <strong>2020</strong> si ricordano anche i 100<br />
anni dalla nascita del grande pianista<br />
Arturo Benedetti Michelangeli.<br />
Non credo che esista il più grande<br />
pianista, ma lui è stato certamente<br />
uno dei più grandi. Negli anni della<br />
mia formazione è stato una leggenda<br />
per me. Ascoltavo i suoi dischi,<br />
ma purtroppo non l’ho mai incontrato.<br />
Ho conosciuto invece Antonio<br />
Mormone, che organizzò il concerto<br />
di Michelangeli a Bregenz, portando<br />
il pubblico dall’Italia. Mormone è<br />
stato mio amico per 25 anni e onoro<br />
la sua memoria come presidente<br />
onorario del Premio internazionale<br />
per giovani pianisti che porta il suo<br />
nome.<br />
Lei è nato nel 1971. Come ricorda i<br />
suoi anni di giovane uomo e pianista<br />
in Unione Sovietica? Che percezione<br />
aveva della libertà?<br />
<strong>La</strong> libertà politica acquista valore<br />
quando cresci e ti raccontano cosa<br />
sia la sua mancanza. Da bambino<br />
non capisci. Quando ero adolescente<br />
le cose stavano cambiando politicamente<br />
in Russia, era in corso il<br />
processo di liberalizzazione. Avevo<br />
20 anni quando l’Unione Sovietica è<br />
crollata.<br />
Da ragazzo lei è stato lanciato sulla<br />
scena mondiale dal mitico direttore<br />
d’orchestra Herbert Von Karajan.<br />
Vuole raccontarci quell’incontro?<br />
Era l’agosto del 1988 e il mio agente<br />
riuscì a ottenere un’audizione a<br />
Salisburgo. Suonai la Fantasia in do<br />
minore di Chopin. Nel silenzio, alla<br />
fine del pezzo, guardai Karajan e vidi<br />
che mi mandava un bacio con un<br />
gesto e si asciugava gli occhi con<br />
un fazzoletto. Poi feci Liszt, Bach e<br />
Rachmaninov e Karajan mi invitò a<br />
suonare sotto la sua direzione. Sua<br />
moglie alla fine dell’incontro disse:<br />
«Vivo con Herbert von Karajan da<br />
30 anni e non l’avevo mai visto così<br />
commosso». C’era anche mia madre<br />
quel giorno e, salutandola alla fine<br />
dell’incontro, Karajan, indicandomi,<br />
le disse: «Genio!». Può immaginare<br />
come mi sentissi, sono emozionato<br />
ancora dopo tutti questi anni. Dopo<br />
un mese e mezzo mi chiese di suonare<br />
a Berlino il Primo concerto di<br />
Čajkovskij e lo registrammo per la<br />
Deutsche Grammophon. Replicammo<br />
al Festival di Pasqua di Salisburgo<br />
nel marzo successivo. A luglio il<br />
maestro morì e un mese dopo suonai<br />
in sua memoria in un quartetto.<br />
Quindi, la mia prima volta a Salisburgo<br />
ho conosciuto Karajan, la<br />
seconda ho suonato con lui, la terza<br />
ho partecipato a un concerto in sua<br />
memoria e ne ho visitato la tomba.<br />
73
MODA<br />
YEARS OF<br />
FASHION<br />
A cura di Cecilia Morrico<br />
morricocecili<br />
<strong>La</strong> campagna pubblicitaria<br />
Woolrich del 1927 riflette<br />
l’interesse diffuso nel vestire<br />
sportivo, dal golf allo sci, dalla<br />
nautica alla pesca. Marchio di<br />
abbigliamento outdoor, nato nel<br />
1830 e reso celebre dall’Arctic<br />
parka con imbottitura in piuma<br />
d’oca, ha una storia che corre<br />
parallelamente a quella degli<br />
Stati Uniti d’America nei lunghi<br />
anni della costruzione della rete<br />
ferroviaria in Pennsylvania.<br />
Per Pitti Uomo 97, dal 7 al 10<br />
gennaio alla Dogana di Firenze,<br />
è in mostra un’installazione<br />
immersiva sull’universo<br />
multisfaccettato del brand.<br />
74
Abiti Chanel (1922-28) esposti alla<br />
mostra Ritratto di donna a Vicenza<br />
(approfondimento a pagina 11)<br />
Fondazione Tirelli Trappetti, Roma<br />
Gli anni ‘20 del secolo scorso registrano una<br />
vera rivoluzione nell ’universo moda.<br />
Le donne indossano con disinvoltura i<br />
pantaloni, che avevano inziato a portare pochi<br />
anni prima con gli uomini al fronte.<br />
In Italia arriva il tailleur, anche Coco<br />
Chanel punta sulla praticità degli abiti.<br />
Per l ’uomo si fa largo il cosiddetto “spezzato ”,<br />
il completo in cui giacca e pantalone sono di<br />
colore diverso, e arrivano il tessuto principe di<br />
Galles e le nuance chiare per il giorno.<br />
A Pitti Uomo 97 ci si interroga oggi sulle<br />
tendenze del prossimo decennio e si celebrano<br />
gli anniversari dei grandi fashion brand : i 190<br />
anni dello statunitense Woolrich<br />
e i 75 anni dell ’italiano Brioni.<br />
Qui uno scatto della prima sfilata<br />
maschile Brioni, nel 1952 presso<br />
la Sala Bianca di Palazzo Pitti.<br />
Il 7 gennaio <strong>2020</strong> la maison<br />
celebra il 75esimo anniversario<br />
con un evento speciale a Firenze<br />
curato da Olivier Saillard, storico<br />
della moda e designer, dove<br />
viene presentata la nuova<br />
collezione Fall Winter <strong>2020</strong>-21.<br />
75
NATALE MODA<br />
GUIDA ALLO STILE<br />
Paltò, Fall-Winter <strong>2020</strong>-21<br />
A FIRENZE PER<br />
PITTI UOMO 97.<br />
ALLA SCOPERTA<br />
DEGLI APPUNTAMENTI<br />
E DEI LOOK DELLA<br />
PROSSIMA STAGIONE<br />
Cartella in pelle di vacchetta<br />
a concia vegetale, Il Bisonte<br />
Una nuova alba della<br />
moda scalda le fredde<br />
mattine di Firenze. Il sole<br />
sorge il 7 gennaio con l’apertura di<br />
Pitti Uomo 97 e illumina le tendenze<br />
dell’inverno <strong>2020</strong>-21. Per le strade<br />
della Città del Giglio si riversano,<br />
fino a venerdì 10, trendsetter, addetti<br />
del settore e curiosi. Dentro e<br />
fuori Fortezza da Basso è un brulicare<br />
di esperienze e, come sempre,<br />
i brand più interessanti del panorama<br />
mondiale scelgono di celebrare<br />
al Salone i momenti importanti del<br />
loro percorso. Martedì 7 sale sul<br />
palcoscenico Blauer, con la mostra<br />
76
immersiva Human <strong>La</strong>ndscapes che<br />
festeggia il ventennale di Fgf Industry<br />
in collaborazione con Pitti Immagine.<br />
Protagonista anche Brioni,<br />
che celebra i suoi primi 75 anni con<br />
l’evento speciale curato dal designer<br />
e storico della moda Olivier<br />
Saillard e presenta la sua collezione<br />
Fall Winter <strong>2020</strong>-21. L’indomani,<br />
invece, nasce TRAILBLAZER Chiara<br />
Boni, un nuovo modo di concepire<br />
il guardaroba maschile. Nella<br />
boutique monomarca alla Loggia<br />
Ruccellai si scoprono i cinque must<br />
have indispensabili per un lui continuamente<br />
in viaggio: un blazer sfoderato<br />
e super leggero, tre camicie,<br />
ognuna con una propria peculiarità,<br />
e un pantalone classico con orlo a<br />
taglio vivo. Elegante ma etica, anche<br />
questa linea come quella per<br />
la donna è 100% made in Italy e la<br />
tracciabilità della sua filiera garantisce<br />
qualità e sostenibilità. Sempre<br />
l’8, i riflettori sono puntati sulla<br />
maison Jil Sander, che presenta al<br />
Refettorio di Santa Maria Novella la<br />
collezione menswear disegnata da<br />
Lucie e Luke Meier, due stilisti che<br />
proprio a Firenze, per la precisione<br />
al Polimoda, si sono conosciuti.<br />
Nella sede della Camera di Commercio,<br />
Pitti Immagine dedica a<br />
K-Way ® e all’antipioggia per eccellenza<br />
un excursus nella storia<br />
del marchio attraverso i suoi pezzi<br />
iconici. Giovedì è il turno di Telfar<br />
Clemens, il designer liberiano-americano<br />
apprezzato per lo stile<br />
unisex, che presenta il suo concetto<br />
di moda fluida e “simplex”, e di<br />
Stefano Pilati, in pista alla Leopolda<br />
con la sua label indipendente<br />
Random Identities. Da non perdere<br />
durante la kermesse l’installazione<br />
alla Dogana che vede protagonista<br />
la Woolrich Arctic Capsule, in<br />
occasione dei 190 anni del brand,<br />
mentre alla Fondazione Zeffirelli<br />
apre Celeblueation, antologica di<br />
300 pezzi, tra sketch, disegni e abiti<br />
di Renato Balestra, scelti personalmente<br />
dal couturier.<br />
Tra i topic trend è sicuramente da<br />
tenere d’occhio Paltò, che prosegue<br />
il suo percorso di innovazione<br />
del cappotto attraverso il costante<br />
connubio tra heritage e ricerca.<br />
Blazer tartan in flanella di lana<br />
lambswool sovratinta con<br />
trattamento frosted, Santaniello<br />
TRAILBLAZER Chiara Boni<br />
Camicia unisex stampa<br />
Inferno - Divina Commedia<br />
Alessandro Enriquez<br />
Cinque tasche in<br />
sustainable denim<br />
Re-Hash<br />
77
MODA<br />
Aeronautica Militare<br />
<strong>La</strong> collezione racconta tre differenti<br />
caratteri di questo capo così simbolico<br />
del guardaroba maschile: Archivio,<br />
Hybrid e Plus. Tre anime che convivono<br />
insieme e che hanno come<br />
denominatore comune l’ambizione<br />
di raccontare il fascino senza tempo<br />
dei prodotti italiani. Cocktail di novità<br />
per Alessandro Enriquez con due<br />
capsule: una in collaborazione con<br />
l’italianissima e storica azienda Tessitura<br />
Monti e l’altra con il colosso<br />
giapponese Sanrio. Il tema del prossimo<br />
inverno s’ispira alla Divina Commedia,<br />
il capolavoro di Dante che nel<br />
2021 compie 700 anni, in chiave ironica,<br />
pop e irriverente. Inferno, Paradiso<br />
e Purgatorio in stile contemporaneo,<br />
illustrati e colorati. Per Sanrio, Alessandro<br />
seleziona e racconta in chiave<br />
fashion gli iconici personaggi nipponici<br />
(Keroppi, Bad Batz Maru, Little<br />
Twin Star, fratelli di Hello Kitty) su<br />
felpe, t-shirt, denim e camicie in jacquard<br />
dalle tinte bright, realizzate da<br />
Tessitura Monti.<br />
Tocchi di originalità e raffinatezza<br />
anche per Manuel Ritz: black jungle<br />
pattern è la fantasia dai tratti coloniali<br />
reinterpretata grazie a un inedito<br />
touch wrong dal concetto hand<br />
made, mentre un Pollock camo ricrea<br />
in maniera astratta il classicissimo<br />
camouflage con macchie di colore<br />
raffinatamente incoerenti. Sempre<br />
dal Centro Italia anche Re-Hash con<br />
il suo sustainable denim made in<br />
Italy, mentre dal Sud arriva la grande<br />
sartoria che esporta anche all’estero,<br />
come Berwich, Tagliatore e Santaniello.<br />
Immancabile lo sportswear,<br />
con Aeronautica Militare che propone<br />
una pre-collezione di grandissima<br />
versatilità. Capi coordinati e mixabili<br />
tra loro, che ruotano intorno a sei colori:<br />
blu, rosso, giallo, grigio mélange<br />
e due nuance jolly, bianco e nero, abbinabili<br />
con tutto. <strong>La</strong> linea celebra il<br />
Reparto sperimentale Volo e rende<br />
omaggio al suo stemma, l’Icaro alato,<br />
proiettandosi al contempo nel futuro.<br />
Difficilissimo elencarli tutti, sono<br />
1.203 i marchi presenti a Pitti Uomo<br />
97. Meglio perdersi dentro Fortezza<br />
da Basso e tra le vie di Firenze. C.M.<br />
FIRENZE<br />
109 FRECCE AL GIORNO<br />
78
PITTI BIMBO FA 90<br />
Petit Bateau e Treedom<br />
Identità poliedrica per la 90esima<br />
edizione di Pitti Bimbo. Dal 16<br />
al 18 gennaio Fortezza da Basso<br />
si anima di 543 collezioni for kids. Tra<br />
le novità il debutto al Teatrino Lorenese<br />
di 65 Benetton street, prima<br />
passerella a Firenze di United Colors<br />
of Benetton. Lo stilista Jean-Charles<br />
de Castelbajac s’ispira alle città di<br />
oggi, perché la strada è il più grande<br />
museo d’arte contemporanea e i<br />
giovani abitanti di Benetown vestono<br />
seguendo l’iconografia storica del<br />
brand, del colore e dello sportswear,<br />
con in più una identità forte, fatta di<br />
ironia e dolcezza, ma anche di cultura<br />
cittadina.<br />
Attenzione al Pianeta e alle nuove generazioni<br />
con Petit Bateau e Treedom.<br />
<strong>La</strong> storica maison francese per l’infanzia<br />
e la piattaforma web per la<br />
piantumazione a distanza di alberi<br />
presentano un’iniziativa di sostenibilità<br />
ambientale e sociale: un kit nascita<br />
esclusivo in cotone organico con il<br />
cui acquisto è compresa la messa a<br />
dimora di una specie arborea.<br />
Il progetto Fashion comics è invece<br />
dedicato quest’anno ai Line Friends,<br />
personaggi creati originariamente<br />
come sticker per una famosa app di<br />
messaggistica mobile. L’iniziativa è<br />
stata ideata dal creativo e influencer<br />
Alessandro Enriquez e sviluppata in<br />
collaborazione con Wildbrain CPLG,<br />
che gestisce il marchio Line Friend<br />
in tutta Europa. Al Top Floor del padiglione<br />
centrale, ogni stilista coinvolto<br />
partecipa con una collection<br />
dedicata al personaggio Brown &<br />
Friends, tra i brand Monnalisa, Philosophy<br />
by Lorenzo Serafini, Mc2 Saint<br />
Barth, Akep, 2Star, Pinko Up, Diadora.<br />
Un altro evento da non perdere è lo<br />
Monnalisa Athleisur<br />
Fashion comics Line Friends<br />
show di Monnalisa, da 50 anni leader<br />
nell’abbigliamento premium per<br />
bambini, alla Stazione Leopolda giovedì<br />
16 alle 19. Per l’inverno <strong>2020</strong>-21 il<br />
brand toscano lancia la linea Athleisur<br />
per girl and boy, fondata su capi coordinati<br />
che strizzano l’occhio agli<br />
anni ’70 e ’90. Per lei pantaloni tecnici<br />
a zampa, top bra in jersey e lezioso<br />
antivento. Per lui, calzoncini tecnici<br />
con pantatight incorporati da abbinare<br />
a t-shirt modello football, con<br />
tanto di gilet da jogger.<br />
Non mancano, infine, le speciali sfilate<br />
firmate Pitti Immagine, una selezione<br />
di collezioni sofisticate ed esclusive<br />
in mostra nella sezione Apartment e<br />
gli innovativi e sperimentali marchi in<br />
scena a KidzFIZZ.<br />
C.M.<br />
79
L’ITALIA che fa IMPRESA<br />
NATURALMENTE PELLE<br />
DNA ARTIGIANALE, INNOVAZIONE ED ECOCOMPATIBILITÀ<br />
SONO IL MIX INIMITABILE CHE FA DEL DISTRETTO CONCIARIO<br />
SULL’ARNO IL PERNO DI UN’ECONOMIA CIRCOLARE UNICA AL MONDO<br />
di Andrea Guolo - andreaguolo@gmail.com<br />
Photo Simone Bartoletti [ilgrandangolo.biz]<br />
In un piccolo territorio nel cuore<br />
della Toscana nascono le pelli più<br />
preziose del mondo, destinate alla<br />
moda e al lusso. Il distretto conciario di<br />
Santa Croce sull’Arno, tra Firenze e Pisa,<br />
è un po’ la Silicon Valley di questa economia<br />
così radicata nella storia dell’uomo<br />
e al tempo stesso innovativa, in una<br />
costante evoluzione di trend e di processo.<br />
Questa capacità di innovare, unita<br />
a una forte sensibilità per le tematiche<br />
ambientali e per la sostenibilità, hanno<br />
fatto del prodotto pelle, così come viene<br />
concepito nel comprensorio toscano,<br />
il materiale di riferimento per borse,<br />
scarpe, capi d’abbigliamento. Circa 600<br />
aziende, tra concerie e indotto, danno<br />
lavoro a seimila “maestri della pelle”, per<br />
un giro d’affari di circa 2,4 miliardi l’anno.<br />
Dagli stabilimenti avveniristici e di design<br />
che sorgono lungo il corso del “fiume<br />
d’argento” dipende il 35% dell’intera produzione<br />
nazionale di pelle conciata e<br />
la quasi totalità del cuoio che si utilizza<br />
per realizzare le suole delle scarpe. Ed<br />
è un distretto industriale unico al mondo<br />
anche per la capacità dimostrata dalle<br />
imprese toscane nell’unire produzione e<br />
rispetto per l’ambiente. Al punto che, ricorda<br />
il direttore dell’Associazione Conciatori,<br />
Aldo Gliozzi, «da noi vengono<br />
delegazioni da tutto il mondo, e in particolare<br />
da Paesi dove la conceria rappresenta<br />
un problema ambientale, per<br />
capire come sia stato possibile realizzare<br />
tutto questo. Dalla Cina, per esempio,<br />
si mossero, alcuni anni fa, perfino il<br />
presidente della Repubblica Popolare<br />
Hu Jintao e l’allora primo ministro Wen<br />
Jiabao.<br />
Cosa fa della pelle di Toscana un unicum<br />
a livello globale?<br />
Se parliamo di prodotto, direi il livello<br />
qualitativo e i contenuti moda, dove<br />
siamo leader. In termini organizzativi, invece,<br />
la peculiarità della Toscana è l’assetto<br />
consortile che il distretto si è dato<br />
per affrontare, fin dagli anni Settanta, la<br />
gestione delle tematiche ambientali,<br />
anticipando gli stessi obblighi di legge.<br />
Gli imprenditori compresero allora che,<br />
80
Aldo Gliozzi, direttore dell’Associazione Conciatori<br />
se volevano continuare a operare in Toscana,<br />
dovevano rendere sostenibile la<br />
loro attività. E così hanno fatto, in sinergia<br />
con le amministrazioni locali.<br />
Perché quella della pelle viene considerata<br />
un’economia circolare per antonomasia?<br />
Perché le nostre concerie utilizzano<br />
uno scarto dell’industria alimentare, recuperandolo<br />
e valorizzandolo per trasformarlo<br />
in un materiale ad alto valore<br />
aggiunto per la moda e per il lusso. Se<br />
i conciatori non lo facessero, avremmo<br />
un serio problema ambientale da risolvere:<br />
ogni giorno, nel mondo, l’equivalente<br />
di mille camion di pelli sarebbe<br />
destinato alla discarica o all’inceneritore.<br />
Invece, da quel rifiuto, ricaviamo un<br />
bene prezioso.<br />
Industria ed ecocompatibilità possono<br />
coesistere?<br />
Secondo noi sì. Il distretto toscano è la<br />
cartina di tornasole di come, in una regione<br />
nota per il paesaggio e le città<br />
d’arte, si possa fare produzione conciaria<br />
in totale sintonia con l’ambiente.<br />
Perché la pelle viene considerata un<br />
materiale prezioso?<br />
Perché, grazie al livello raggiunto oggi<br />
dalla conceria, e in particolare dalle<br />
nostre aziende, possiede delle qualità<br />
intrinseche di bellezza e naturalezza<br />
che altri prodotti difficilmente riescono<br />
a raggiungere.<br />
Cosa si fa con le vostre pelli?<br />
<strong>La</strong> produzione conciaria toscana è destinata<br />
perlopiù alle calzature, alla pelletteria<br />
e all’abbigliamento. I più importanti<br />
marchi del fashion mondiale vengono<br />
da noi per sviluppare le loro collezioni e<br />
realtà come Gucci e Chanel si sono insediate<br />
direttamente, acquisendo concerie.<br />
Inoltre, player conciari esterni al<br />
distretto si stanno stabilendo in Toscana<br />
perché la considerano un luogo idoneo<br />
alla produzione sostenibile.<br />
Cosa sarebbe la moda senza i conciatori<br />
toscani?<br />
Certamente la moda è ben contenta<br />
che ci siano i nostri conciatori. Noi siamo<br />
convinti che l’unione e la vicinanza di<br />
tante aziende, in una realtà territoriale ristretta<br />
come la nostra, inneschi una sorta<br />
di competizione fondata sulla volontà<br />
di fare meglio, a beneficio dei clienti del<br />
distretto.<br />
Qual è la differenza tra una pelle di<br />
qualità e una mediocre?<br />
Al di là dell’origine del materiale, la differenza<br />
la fa chi trasforma quella pelle.<br />
Il know-how degli operatori è fondamentale,<br />
in un processo produttivo che<br />
è sì altamente tecnologico, ma non ha<br />
perso il proprio dna artigianale. Basti<br />
pensare che, durante il ciclo conciario,<br />
una pelle viene fisicamente toccata da<br />
80 a 100 volte.<br />
Perché, secondo lei, chi ama gli animali<br />
non dovrebbe comunque rinunciare a<br />
utilizzare la pelle?<br />
Al di là del fatto che la quasi totalità degli<br />
animali non viene sacrificata per le<br />
pelli, ma per ragioni alimentari, i nostri<br />
stessi clienti sono sempre più attenti ed<br />
esigenti in fatto di benessere animale<br />
in vita e di tecniche di allevamento che<br />
evitino le sofferenze. Quelle esigenze<br />
oggi entrano a far parte degli stessi<br />
capitolati siglati tra cliente e fornitore. A<br />
chi, in generale, ama la natura vorrei ricordare<br />
che la pelle si lavora da migliaia<br />
di anni e la plastica da alcune decine di<br />
anni ma, come sottolineano importanti<br />
operatori del settore, negli oceani ci risulta<br />
però che esistano isole di plastica,<br />
non isole di pelle.<br />
Anche a bordo dei treni c’è la pelle. <strong>La</strong><br />
fate voi?<br />
Quella dei sedili in pelle non è una specializzazione<br />
tipica toscana. Ma di sicuro<br />
un treno che profuma di pelle è particolarmente<br />
affascinante.<br />
distrettosantacroce.it<br />
DistrettoSantaCrocePelleToscana<br />
distrettosantacroce<br />
81
ANNI VERDI<br />
Camilla Pintonato in <strong>La</strong> freccia azzurra di Gianni Rodari (Einaudi Ragazzi, 2019)<br />
GIANNI<br />
RODARI<br />
82
Cento anni fa nasceva a<br />
Omegna (VB) Gianni Rodari,<br />
geniale autore di<br />
opere per l’infanzia che hanno riscosso<br />
unanime successo di pubblico<br />
e critica. I suoi libri hanno meritato<br />
diversi riconoscimenti, fra cui,<br />
nel 1970, il premio Hans Christian<br />
Andersen. Tra le sue opere più famose:<br />
Favole al telefono, Filastrocche<br />
in cielo e in terra e <strong>La</strong> freccia<br />
azzurra, storia di un trenino elettrico,<br />
il più bel giocattolo della Befana.<br />
Racconti che evocano gioia e<br />
spensieratezza, connaturati agli anni<br />
verdi. Ma, purtroppo, non sempre è<br />
così. Questa cartolina apre il sipario<br />
su difficoltà, problemi di salute e fenomeni<br />
che possono colpire i piccoli<br />
e le loro famiglie, senza però far morire<br />
la speranza e la solidarietà.<br />
Mi hanno detto, cara Befana,<br />
che tu riempi la calza di lana,<br />
che tutti i bimbi, se stanno buoni,<br />
da te ricevono ricchi doni.<br />
Io buono sono sempre stato<br />
ma un dono mai me l ’hai portato.<br />
Anche quest ’anno nel calendario<br />
tu passi proprio in perfetto orario,<br />
ma ho paura, poveretto,<br />
che tu viaggi in treno diretto:<br />
un treno che salta tante stazioni<br />
dove ci sono bimbi buoni.<br />
Io questa lettera ti ho mandato<br />
per farti prendere l ’accelerato!<br />
O cara Befana, prendi un trenino<br />
che fermi a casa d ’ogni bambino,<br />
che fermi alle case dei poveretti<br />
con tanti doni e tanti confetti.<br />
[da Prime fiabe e filastrocche, Einaudi Ragazzi (2011)].<br />
© Publifoto/<strong>La</strong>Presse<br />
83
ANNI VERDI<br />
PAZIENTI DA<br />
COCCOLARE<br />
Anna con il suo Rex<br />
PET THERAPY, ATTIVITÀ SCOLASTICHE, PITTURA E SPORT<br />
NELLA CASA PEDIATRICA DI MILANO DIRETTA<br />
DAL PROFESSOR LUCA BERNARDO<br />
di Andrea Radic<br />
Andrea_Radic<br />
Una casa accogliente, luminosa,<br />
colorata, con<br />
opere d’arte alle pareti,<br />
dove il personale specializzato e<br />
competente ti accoglie con un sorriso.<br />
Ci troviamo nella struttura pediatrica<br />
di eccellenza dell’Ospeda-<br />
le Fatebenefratelli di Milano, dove<br />
l’imperativo è coccolare i pazienti.<br />
Si chiama Casa Pediatrica ed è<br />
stata realizzata dal professor Luca<br />
Bernardo in un anno e mezzo. Qui<br />
lavorano 18 medici specialisti e una<br />
quarantina tra infermieri, personale<br />
del comparto «e i volontari dell’associazione<br />
Francesco Vozza Onlus,<br />
che compongono quella parte fatta<br />
di cuore, disponibilità e attenzione<br />
alla persona», ci racconta Bernardo.<br />
«Sono qui dal 2005, dopo un<br />
periodo trascorso negli Stati Uniti.<br />
84
Rientrato dall’estero, ho cominciato<br />
a considerare gli esempi di altri<br />
Paesi ma anche a guardare dentro<br />
casa nostra, per realizzare un dipartimento<br />
pediatrico diverso dagli altri.<br />
Un luogo dove le persone non sentano<br />
l’odore della malattia, il rumore<br />
dell’ospedale e il sapore delle difficoltà,<br />
che a volte nelle strutture pubbliche<br />
si avvertono, ma dove trovare,<br />
oltre alla preparazione scientifica e<br />
alla cultura medica, accoglienza, sicurezza<br />
e certezza».<br />
Il pubblico che funziona.<br />
Ricordiamo che la sanità lombarda<br />
è una delle migliori del mondo,<br />
non secondo me ma a livello riconosciuto.<br />
Sappiamo anche che in<br />
Italia, come dappertutto, ci sono situazioni<br />
insufficienti che, purtroppo,<br />
a volte portano alla malasanità. Noi<br />
invece abbiamo deciso di puntare<br />
al meglio convincendo i privati ad<br />
aiutarci a realizzare quella che oggi<br />
è la Casa Pediatrica, dove i bambini<br />
ricoverati si trovano bene e, con loro,<br />
pure le famiglie. L’obiettivo è evitare<br />
l’angoscia del ricovero, per questo<br />
tanti colori, tanta luce. Numerosi<br />
artisti contemporanei hanno donato<br />
le loro opere per abbellire gli spazi,<br />
da Marco Lodola a Elio Fiorucci,<br />
da Veneziano a Innamorato. Tante<br />
persone e aziende (che non devono<br />
avere nulla a che fare con il settore<br />
sanitario) ci sostengono con eventi<br />
per raccogliere fondi e molto spesso<br />
singoli cittadini decidono di aiutarci,<br />
anche con poco, pochissimo, ma con<br />
grande volontà.<br />
Ogni stanza e ogni arredo del reparto<br />
riportano una targhetta che<br />
ringrazia chi ha contribuito. <strong>La</strong> Casa<br />
Pediatrica è davvero di tutti, qui familiari<br />
e parenti possono entrare a<br />
qualsiasi ora per fare visita ai piccoli<br />
degenti, anche portando il proprio<br />
animale domestico, perché la pet<br />
therapy aiuta moltissimo chi è ricoverato.<br />
Per addolcire il distacco da casa?<br />
Esattamente, in particolare i pazienti<br />
neurologici trovano grande aiuto e<br />
conforto nell’interagire con un animale,<br />
comunque sotto il controllo<br />
di specialisti di un’altra associazione.<br />
Siamo i primi in Italia, e probabilmente<br />
ancora gli unici, ad avere<br />
stanze dedicate ai pazienti che hanno<br />
animali domestici. È una terapia<br />
importante che porta risultati straordinari.<br />
L’animale può accompagnare<br />
il suo piccolo proprietario fino alla<br />
porta della sala operatoria o stare<br />
con lui durante un esame o un controllo.<br />
E per coloro che sono allergici<br />
al pelo, abbiamo avuto da un’azienda<br />
la disponibilità di alcuni zoomer,<br />
cagnolini robot che si comportano<br />
come veri amici a quattro zampe.<br />
<strong>La</strong> Casa Pediatrica offre anche molte<br />
attività.<br />
I nostri ragazzi possono studiare per<br />
non perdere la scuola, grazie all’Istituto<br />
Cavalieri, svolgere attività<br />
ludico-pittoriche in collaborazione<br />
con l’Accademia di Brera e anche<br />
alcune attività sportive. Questo affinché<br />
non “sentano” il ricovero e non<br />
si annoino. Già devono sopportare la<br />
malattia e il dolore, meritano tutte le<br />
coccole possibili.<br />
Il pediatra è un mestiere per persone<br />
un po’ speciali?<br />
Cuore, testa, voglia e volontà sono le<br />
caratteristiche che tutti dovremmo<br />
mettere nel lavoro. Nel nostro caso,<br />
poi, tutto assume un carattere particolare,<br />
perché aiutare famiglie che<br />
hanno figli con problemi di salute è<br />
difficile anche per noi dal punto di<br />
vista umano e scientifico, però arriva<br />
il momento bello quando possiamo<br />
dimetterli e mandarli a casa. Tutto<br />
questo lo facciamo con il sentimento,<br />
che viene sempre prima della<br />
scienza.<br />
ArtecomeTerapiaFatebenefratelli<br />
Al centro il professor Luca Bernardo con alcuni membri della sua équipe di medici specialisti, infermieri e volontari della Casa Pediatrica di Milano<br />
85
ANNI VERDI<br />
© Luri Botticelli<br />
Una delle tappe del progetto Giovani ambasciatori contro il bullismo e il cyberbullismo per un web sicuro<br />
DALLA PARTE DEI MINORI<br />
MOIGE, UN MOVIMENTO DI GENITORI E VOLONTARI PER TUTELARE<br />
BAMBINI E ADOLESCENTI DA FENOMENI COME LA VOLGARITÀ IN TV,<br />
IL BULLISMO E LE DIPENDENZE DA FUMO E ALCOL<br />
A cura di Cecilia Morrico<br />
morricocecili<br />
Duro è il lavoro per un genitore.<br />
Anche se l’attenzione<br />
è massima su scuola, educazione<br />
e alimentazione, purtroppo<br />
la società moderna, fatta di social<br />
network e facilità di accesso a contenuti<br />
televisivi, porta nuovi campanelli<br />
d’allarme per mamma e papà. Come<br />
tutelare i propri figli? Come avere<br />
supporto nell’arduo compito di creare<br />
le generazioni future? <strong>La</strong> <strong>Freccia</strong><br />
chiede consiglio ad Antonio Affinita,<br />
direttore generale del Moige Movimento<br />
italiano Genitori onlus, che da<br />
oltre 20 anni si impegna per migliorare<br />
la vita di bambini e adolescenti e<br />
delle loro famiglie in Italia.<br />
Quando nasce e cos’è il Moige?<br />
Nel 1997 quando io e mia moglie,<br />
Maria Rita Munizzi, essendo diventati<br />
genitori di due gemelli, nel vedere in<br />
prima persona la scarsa attenzione<br />
pratica prestata dal sistema sociale<br />
verso i diritti dei minori, decidemmo<br />
di attivarci in modo appassionato e<br />
innovativo in difesa dei diritti della<br />
famiglia e dei giovani in Italia. Una<br />
delle nostre prime battaglie fu quella<br />
di denunciare la tv violenta e volgare,<br />
chiedendo al sistema televisivo di<br />
essere responsabile nella programmazione<br />
e alle istituzioni di legiferare<br />
per tutelare con norme specifiche<br />
bambini e adolescenti. Ci riuscimmo<br />
con successo in quanto il Codice televisivo<br />
minori divenne, poco dopo,<br />
legge. Un’altra iniziativa dei primi<br />
anni, che mi piace ricordare, è quella<br />
portata avanti per garantire alle donne<br />
con figli o in gravidanza dei parcheggi<br />
riservati nei luoghi pubblici: i<br />
parcheggi Rosa, che partiti da Roma<br />
ora sono diffusi praticamente su tutto<br />
il territorio italiano. Oggi operiamo a<br />
livello nazionale con attività di formazione,<br />
prevenzione e sensibilizzazione<br />
in risposta a emergenze sociali<br />
come droga, alcol, bullismo, cyber-<br />
86
ullismo, pedofilia, gioco d’azzardo<br />
e tv violenta e volgare, coinvolgendo<br />
giovani, adulti e genitori con l’obiettivo<br />
di educare i ragazzi ad affrontare<br />
con sicurezza le sfide quotidiane.<br />
Quali le ultime iniziative attivate?<br />
Il Moige ha istituito un osservatorio<br />
per raccogliere le segnalazioni e offrire<br />
gratuitamente supporto psicologico<br />
e legale alle famiglie, alle mamme<br />
e ai papà a cui sono stati sottratti,<br />
o sono in procinto di essere tolti, ingiustamente<br />
i figli. Questo è possibile<br />
grazie alle nostre psicologhe e soprattutto<br />
grazie alla rete di legali che<br />
hanno scelto di collaborare con noi in<br />
difesa delle mamme e dei papà. Da<br />
questo progetto, che si è sviluppato<br />
nel periodo delle Feste appena trascorse,<br />
è nata la campagna #Nataleinfamiglia.<br />
L’obiettivo è stato quello<br />
di aiutare concretamente il maggior<br />
numero di famiglie che in Italia vivono<br />
in condizione di povertà. Grazie<br />
ai fondi raccolti con questa campagna<br />
è stato possibile fornire alle<br />
neo mamme beni di prima necessità<br />
come latte in polvere e omogeneizzati,<br />
biscotti e pannolini.<br />
Si parla spesso di cyberbullismo: il<br />
Moige come contrasta il fenomeno?<br />
Da oltre dieci anni collaboriamo con<br />
il Miur, la Polizia postale, il ministero<br />
del <strong>La</strong>voro e delle Politiche sociali e<br />
con Anci (Associazione dei Comuni<br />
italiani), con lo scopo di coinvolgere<br />
i Comuni e le scuole nella prevenzione<br />
e nel contrasto di bullismo e<br />
cyberbullismo, attraverso il nostro<br />
Centro mobile per il sostegno e il<br />
supporto delle vittime, nel quale incontriamo<br />
docenti e ragazzi fornendo<br />
gratuitamente sostegno psicologico<br />
ed educativo. Solo negli ultimi<br />
tre anni, con la campagna nazionale<br />
Giovani ambasciatori contro il bullismo<br />
e il cyberbullismo per un web<br />
sicuro abbiamo coinvolto in attività di<br />
prevenzione e formazione su questi<br />
temi oltre 400mila genitori, 200mila<br />
studenti e diecimila docenti. Il progetto<br />
nasce dall’esigenza di porre<br />
un freno al dilagante fenomeno che<br />
colpisce i giovani specie nei contesti<br />
scolastici e che continua a seminare<br />
vittime. Per capire abbiamo avviato<br />
un’indagine con l’Università Sapienza<br />
di Roma da cui emerge che per otto<br />
ragazzi su dieci non è grave insultare, capire come sia necessario intervenire<br />
con urgenza presso gli esercenti e<br />
ridicolizzare o rivolgere frasi aggressive<br />
sui social, sette ragazzi su dieci tutta la rete distributiva.<br />
non considerano grave pubblicare Sono 35 le città in cui siete presenti<br />
immagini non autorizzate della vittima.<br />
siete arrivati a questi numeri e quali<br />
e 80mila i genitori coinvolti. Come<br />
Altro argomento preoccupante è le aspettative future?<br />
il consumo di alcol tra i più giovani Sul territorio siamo presenti con i<br />
che, insieme al fumo, da motivo di nostri genitori volontari che ci sostengono<br />
nella realizzazione delle<br />
integrazione sociale di gruppo può<br />
diventare dipendenza. Come cercate<br />
di sensibilizzare i ragazzi su quepagne.<br />
Inoltre, siamo costantemente<br />
attività e ci supportano nelle camsti<br />
temi?<br />
presenti attraverso il Centro mobile,<br />
Parliamo con loro nelle scuole attraverso<br />
le campagne di prevenzione me città su tutto il territorio, e la rete<br />
con cui abbiamo raggiunto moltissi-<br />
e formazione, coinvolgiamo minori, delle scuole amiche: solo nel 2019<br />
docenti e genitori, in attività di sensibilizzazione<br />
contro l’uso di tutte le le. Tramite l’impegno quotidiano e<br />
abbiamo coinvolto più di mille scuo-<br />
sostanze alcoliche e stupefacenti. lavorando con passione sul territorio<br />
Inoltre, nel 2019 abbiamo promosso perseguiamo l’unico obiettivo di tutelare<br />
i giovani dai pericoli a cui sono<br />
l’indagine Venduto ai Minori con l’obiettivo<br />
di inquadrare il fenomeno dei esposti. Confidiamo nell’aiuto di tanti<br />
prodotti vietati agli adolescenti, che che hanno a cuore i minori, in quanto<br />
sono venduti ugualmente da parte i nostri progetti hanno bisogno del<br />
di adulti complici che disprezzano la sostegno di tutti. Cittadini, istituzioni<br />
salute e il benessere dei nostri figli. e aziende attraverso una donazione<br />
Con questo studio abbiamo evidenziato<br />
che, pur con alcune differenze, nostre attività per proteggere bam-<br />
possono scegliere di supportare le<br />
tabacco, cannabis light, gioco d’azzardo,<br />
alcol e pornografia sono som-<br />
nostri figli.<br />
bini e adolescenti che sentiamo tutti<br />
ministrati ai minori in modo continuo, moige.it<br />
con percentuali altissime, in palese Moige_genitori<br />
violazione delle norme. Questo ci fa MoigeOnlus<br />
Antonio Affinita<br />
87
IN VIAGGIO CON<br />
QUEL BACIO IN GALLERIA<br />
IL TEMPO DI UN TRENO<br />
IN VIAGGIO CON L’ATTORE MAURIZIO LOMBARDI,<br />
DA GENNAIO SU SKY NEI PANNI DEL CARDINALE MARIO ASSENTE<br />
IN THE NEW POPE DI PAOLO SORRENTINO<br />
di Andrea Radic<br />
Andrea_Radic<br />
Maurizio Lombardi e Cécile de France sul set del film The New Pope di Paolo Sorrentino<br />
© Gianni Fiorito<br />
88
Una passione sfrenata per il<br />
suo mestiere, in cui crede<br />
profondamente e mette<br />
tutto l’impegno di cui è capace. «Non<br />
si è mai arrivati, si impara continuamente,<br />
si può e si deve crescere sempre<br />
e puntare allo spettacolo o al film<br />
che ti permette di lasciare qualcosa<br />
agli altri. Con quell’egoismo tutto particolare<br />
dell’attore che calca il palcoscenico<br />
come protagonista, ma per<br />
darsi e regalare emozioni al pubblico.<br />
Io voglio vincere».<br />
Ha carattere e volontà da vendere<br />
Maurizio Lombardi, che dal 10 gennaio<br />
è il cardinale Mario Assente in<br />
The New Pope, serie tv creata e diretta<br />
dal premio Oscar Paolo Sorrentino, in<br />
esclusiva su Sky Atlantic e in streaming<br />
su Now Tv. Poi è al cinema nel<br />
Pinocchio di Matteo Garrone, in Tiger<br />
di Ronnie Sandahl, nell’ultimo film di<br />
Pif per un divertente cameo e nella<br />
seconda stagione di Riviera, nei panni<br />
di un mercante d’arte veneziano.<br />
Senza escludere un possibile ritorno a<br />
teatro in primavera.<br />
Siamo a bordo del <strong>Freccia</strong>rossa che<br />
da Roma, dove è impegnato sul set, ci<br />
porta a Firenze.<br />
Come sarà The New Pope?<br />
Vedremo due papi a confronto e, soprattutto,<br />
due splendidi attori magistralmente<br />
diretti, Jude <strong>La</strong>w e John<br />
Malkovich. Paolo Sorrentino ci tiene a<br />
sottolineare che non si tratta del seguito<br />
di The Young Pope, è una storia<br />
diversa, anche se, in qualche modo,<br />
ne è figlia. Ho girato delle scene meravigliose<br />
che mi hanno sorpreso sia<br />
nell’interpretarle che nel leggere la<br />
sceneggiatura. Una scrittura sontuosa,<br />
commovente, ho trovato il settimo<br />
episodio, presentato a Venezia,<br />
splendido anche nella visione. Una<br />
vera produzione internazionale con<br />
HBO, Canal Plus e Wildside di Lorenzo<br />
Mieli.<br />
E tu torni nei panni di...<br />
Del cardinale Mario Assente, che in<br />
questa serie entra a far parte dell’entourage<br />
del cardinale Angelo Voiello.<br />
Un ruolo pieno, che mi vede presente<br />
in tutti gli episodi.<br />
Ti senti arrivato?<br />
Non si arriva mai, un attore che arriva<br />
è un attore finito. O, come dice Ugo<br />
Chiti, «un attore comodo è un attore<br />
morto». Non puoi stare comodo<br />
nell’arte, la responsabilità è troppo<br />
grande. Devi esplorare i tuoi limiti e<br />
volerli superare. Prima o poi dalla tua<br />
bottega deve uscire quel pezzo come<br />
è successo a Benvenuto Cellini con il<br />
Perseo.<br />
Riconosci la magia del cinema?<br />
Totalmente. Ora sono sul set di una<br />
nuova serie, ci sono decine di persone,<br />
alcuni omoni enormi, duri, sembrano<br />
gladiatori, ma quando li senti<br />
parlare di cinema hanno tutti la medesima<br />
luce negli occhi. È proprio una<br />
magia e come tale non te la spieghi:<br />
guardi in macchina e scatta.<br />
<strong>La</strong> sensazione più bella sul set?<br />
I momenti di grande commozione che<br />
si generano durante una scena, di una<br />
tale forza che ti scendono le lacrime…<br />
allora ti stoppano, rifanno il trucco,<br />
reciti ancora e ancora ti commuovi,<br />
e di nuovo sistemano il trucco. Ecco,<br />
quell’emozione provata per diverse<br />
ore è una sensazione che ti stanca,<br />
ma quando torni a casa, salti di gioia.<br />
89
IN VIAGGIO CON<br />
Il tuo rapporto con il viaggio?<br />
Cinematografico (Maurizio guarda fuori<br />
dal finestrino scorrere fotogrammi<br />
ad alta velocità, ndr). Il finestrino è un<br />
fotogramma grandissimo che mostra<br />
paesaggi e sfondi. Il treno è cinema in<br />
movimento. Si creano momenti quasi<br />
intimi, ricordo un viaggio sul <strong>Freccia</strong>rossa<br />
durante il quale giocava l’Italia. Ci<br />
siamo ritrovati in 20, senza conoscerci,<br />
intorno a un iPad per seguire la partita.<br />
Poi tutti al bar a bere insieme. E poi, ti<br />
dico la verità, il treno è davvero la rappresentazione<br />
del nostro Paese, dalle<br />
littorine che portavano gente dal Sud<br />
al Nord fino a oggi. Sul treno ci si osserva,<br />
ci si ascolta, c’è tanta umanità,<br />
favorita anche dai vagoni open space.<br />
Quando hai cominciato a viaggiare in<br />
treno?<br />
Andavo a scuola a Firenze partendo<br />
da Pontassieve. Anche le prime tournée<br />
con l’Arca Azzurra di Ugo Chiti le<br />
facevo in treno. Da Firenze a Udine o<br />
Venezia, quanti viaggi, quanti incontri,<br />
alcuni bellissimi.<br />
Colpi di fulmine?<br />
Una volta sulla linea per Genova, complici<br />
le numerose gallerie, ci scappò un<br />
bacio. Finì subito, durò il tempo di un<br />
treno.<br />
vo. Una ragazza bionda dai capelli lunghi<br />
mi disse: «Andiamo a San Casciano,<br />
al laboratorio teatrale di Ugo Chiti»,<br />
e cominciò tutto, con Quattro bombe in<br />
tasca. Ora sto tampinando Chiti perché<br />
voglio tornare a lavorare con lui, diretto<br />
da lui.<br />
Sei partito dal teatro, ci tornerai?<br />
Devo, assolutamente, per un attore è<br />
come i live per un musicista. Sul palco<br />
hai libertà, c’è il pubblico che vuole<br />
lo show, devi dare tutto te stesso,<br />
Come sei diventato attore?<br />
niente elucubrazioni mentali da<br />
A Pontassieve, dove sono nato e cresciuto,<br />
grazie a Giuliano, un signore<br />
che riuniva noi ragazzi al Circolino.<br />
Alla porta accanto abitava Alessandro<br />
Benvenuti. Io ero pischello e tutte<br />
le volte che lo vedevo uscire, caricare<br />
la macchina e partire per Roma, mi dicevo:<br />
«Voglio diventare come lui», ma<br />
non pensavo che l’avrei fatto davvero.<br />
Poi, durante i primi spettacoli per la<br />
parrocchia, mi venne a vedere il vesco-<br />
pseudointellettuali, soltanto energia<br />
e forza. Un teatro da frontman come<br />
Gigi Proietti e Dario Fo, addirittura teatro-canzone<br />
come quello di Giorgio<br />
Gaber: canto, ballo e recitazione, uno<br />
spettacolo completo.<br />
Quanto talento e quanta tecnica servono<br />
per essere attore?<br />
Follia, quindi anarchia, e disciplina<br />
sono le due parole che regolano questo<br />
mestiere. L’attore è un folle, si met-<br />
Maurizio Lombardi sul <strong>Freccia</strong>rossa con il giornalista Andrea Radic<br />
te costantemente in gioco, ma deve<br />
avere disciplina. Viaggia moltissimo,<br />
dorme in luoghi assurdi, raggiunge<br />
paesini di cui ignorava l’esistenza. Ma<br />
quando entra nel piccolo teatro di un<br />
piccolo paese e trova le persone che<br />
hanno scelto di venire a vederlo, lascia<br />
loro un messaggio e un pezzetto di sé.<br />
Si finisce di fare l’attore solo quando si<br />
muore veramente. L’epitaffio di uno dei<br />
più celebri histriones fu “sono morto<br />
tante volte, ma così bene mai”.<br />
Tu sei mai morto?<br />
Tante volte. Una grande morte, quasi<br />
hollywoodiana, in 1994: galleggiavo nel<br />
mare smeraldo della Sardegna. Ero io,<br />
niente controfigura, nuotavo con i droni<br />
che mi seguivano a 50 centimetri. Recitare<br />
è un fatto fisico, si fatica. Il corpo<br />
è importantissimo, tenerlo allenato è<br />
un dovere e allunga la carriera. Anche<br />
la curiosità è una fondamentale fonte<br />
d’ispirazione, chi la stimola di più sono<br />
i giovani. Come quelli che frequentano<br />
la mia Action class, la mia palestra<br />
dell’attore a Firenze, mi tengono aggiornato,<br />
mi danno la temperatura del<br />
gusto dei tempi contemporanei.<br />
Vesti volentieri panni storici nei film in<br />
costume?<br />
Vorrei girare un film di cappa e spada,<br />
con grandi mantelli e cappelli a tirare<br />
di spada come un dannato. Oppure un<br />
film di pirati, di abbordaggi... ma in Italia<br />
non li girano. O i western, pensa che<br />
meraviglia.<br />
Sorride, con ai piedi un paio di stivali<br />
anni ’70.<br />
90
UN TRENO DI LIBRI<br />
Invito alla lettura di Alberto Brandani<br />
[Presidente giuria letteraria Premio Internazionale Elba-Brignetti]<br />
In viaggio con il Prof<br />
L’INTERPRETE<br />
SIAMO REALMENTE COSCIENTI E PRESENTI NELLE NOSTRE VITE?<br />
QUANTE DELLE NOSTRE SCELTE SONO DETTATE DALLA VOLONTÀ<br />
E QUANTE DALLE CIRCOSTANZE E DALLE PAURE?<br />
Èuna riflessione sul presente,<br />
o meglio su ciò che realmente<br />
facciamo perché il nostro<br />
vissuto sia il più vicino possibile ai<br />
nostri ideali. Spesso siamo vittime di<br />
meccanicismi, agiamo senza pensare,<br />
talvolta quando ci soffermiamo a<br />
riflettere quasi temiamo i nostri pensieri.<br />
Anche Eva, la protagonista del<br />
romanzo di Annette Hess, sempre di<br />
più, comincia a sentirsi estranea alle<br />
sue abitudini. Non riesce a trovare un<br />
confronto e neanche un conforto nella<br />
sua famiglia. Si fanno strada in lei le<br />
contraddizioni tra ciò che sente giusto<br />
e il modo in cui decide di agire.<br />
Francoforte 1963. Eva è una giovane<br />
interprete dal polacco, in procinto di<br />
sposarsi. Nel suo lavoro traduce di solito<br />
documenti legali e commerciali.<br />
Una sera, però, viene chiamata d’urgenza<br />
per un lavoro insolito. Siamo<br />
nell’anno del processo di Francoforte-Auschwitz,<br />
il primo procedimento<br />
giudiziario della Germania post bellica<br />
a sensibilizzare l’opinione pubblica<br />
sui crimini nazisti. E proprio Eva, nonostante<br />
l’opposizione della famiglia<br />
e del fidanzato, accetterà di essere<br />
l’interprete di questo maxi processo<br />
contro i capi dei lager nazisti.<br />
Da questo momento cominciano in<br />
lei i dubbi, la spasmodica curiosità<br />
per una realtà così vicina nello spazio<br />
e nel tempo, ma anche così lontana<br />
dal suo quotidiano. Il processo an-<br />
drà avanti per mesi, coinvolgendola<br />
sempre di più. I racconti dei testimoni<br />
toccheranno le corde più profonde<br />
della sua anima e del sentire comune,<br />
seppure in molti sembreranno ancora<br />
diffidare di quelle parole. Quando si<br />
comincerà a parlare di camere a gas e<br />
di torture nel campo di Auschwitz, Eva<br />
dovrà fare i conti con una nuova realtà<br />
da cui resterà all’inizio schiacciata.<br />
Annette Hess, attraverso la sua giovane<br />
interprete, riesce a sviscerare<br />
dal profondo la reazione del popolo<br />
tedesco di fronte a quanto accaduto<br />
nei campi di concentramento. L’estraneità<br />
lascia il passo allo sgomento e<br />
all’incredulità e la protagonista dovrà<br />
scontrarsi con un’amara verità, che<br />
riguarda non solo il suo Paese, ma anche<br />
la sua famiglia. Sarà per lei un rito<br />
di passaggio, da giovane timida e sottomessa<br />
qual è, questa nuova consapevolezza<br />
la farà diventare, non senza<br />
sofferenza, indipendente e determinata.<br />
<strong>La</strong> graduale presa di coscienza<br />
sarà il trampolino di lancio verso la<br />
sua emancipazione. Con coraggio Eva<br />
sceglierà di voltare le spalle alla famiglia<br />
che scopre essere stata complice<br />
consapevole e silente di questo abominio<br />
e prenderà la strada che veramente<br />
vuole percorrere.<br />
Il processo di Francoforte, in verità,<br />
fu un processo nel processo. Da una<br />
parte il procedimento giudiziario contro<br />
gli imputati nazisti, dall’altra il processo<br />
sociale contro l’indifferenza e la<br />
negazione dell’intera nazione di fronte<br />
ai crimini efferati compiuti da quegli<br />
imputati che, all’opinione pubblica,<br />
sembravano innocui padri di famiglia<br />
e non assassini seriali autorizzati dal<br />
governo.<br />
In questo romanzo si parla di impegno<br />
e di rinascita, ma anche di omertà,<br />
vergogna e indifferenza. E si fa luce<br />
alla generazione postbellica e a quello<br />
che il nazismo ha loro lasciato.<br />
Annette Hess, Neri Pozza, pp. 320 € 18<br />
91
UN TRENO DI LIBRI<br />
Un assaggio di lettura<br />
BRANI TRATTI DA L’INTERPRETE<br />
Jürgen deglutí, si tolse il cappello<br />
e prese dal sedile del<br />
passeggero un mazzo di fiori<br />
avvolto nella carta velina. Scese<br />
dall’auto e si avvicinò a Eva. Voleva<br />
sorridere, ma all’improvviso qualcosa<br />
lo pizzicò da dietro, un morso rapido<br />
e doloroso, sul polpaccio. Un bassotto.<br />
«Purzel! Via! Via!» urlò Eva. «Stefan,<br />
portalo via! In camera da letto!».<br />
Il bambino brontolò, ma prese il cane<br />
e lo condusse in casa, sgambettando.<br />
Eva e Jürgen si guardarono imbarazzati.<br />
Non sapevano esattamente<br />
come si sarebbero dovuti salutare<br />
sotto lo sguardo della famiglia di lei. Si<br />
diedero la mano e dissero contemporaneamente:<br />
«Mi dispiace, sono così<br />
curiosi» e: «Che comitato di benvenuto!<br />
A cosa devo l’onore?». Appena<br />
Jürgen le lasciò la mano, il padre, la<br />
madre e la sorella si ritirarono dalle<br />
loro postazioni di vedetta come conigli<br />
nelle loro tane. Eva e Jürgen rimasero<br />
soli. Una folata di vento gelido<br />
turbinò sulla strada.<br />
«Ti piace l’oca?» chiese Eva.<br />
«Da giorni non penso ad altro».<br />
«Devi solo andare d’accordo con il<br />
mio fratellino. Poi avrai tutti dalla tua<br />
parte».<br />
Entrambi risero, senza sapere perché.<br />
Jürgen si diresse verso la porta della<br />
trattoria, ma Eva lo guidò a sinistra,<br />
all’ingresso dell’abitazione. Non voleva<br />
farlo passare per la sala da pranzo<br />
semibuia, con quell’odore di birra<br />
versata e cenere umida. Perciò salirono<br />
fino all’appartamento al piano<br />
superiore, lungo le scale lucidate con<br />
il corrimano nero. L’edificio a due piani<br />
era stato ricostruito dopo che, durante<br />
la guerra, un attacco aereo sulla<br />
città l’aveva quasi completamente distrutto.<br />
<strong>La</strong> mattina dopo quell’inferno<br />
era rimasto soltanto il lungo bancone<br />
all’aperto, esposto alle intemperie<br />
senza alcuna protezione.<br />
<strong>La</strong> madre di Eva era in attesa sulla<br />
porta e sfoderò il sorriso che di solito<br />
riservava ai clienti abituali della trattoria.<br />
<strong>La</strong> sua faccia zuccherosa, come la<br />
chiamava Stefan. Edith Bruhns indossava<br />
il doppio filo di granati, i piccoli<br />
pendenti dorati con le perle coltivate<br />
e la spilla d’oro a forma di trifoglio.<br />
Sfoggiava tutti i suoi gioielli, cosa che<br />
Eva non le aveva mai visto fare prima<br />
di allora. Le tornò in mente una fiaba<br />
che aveva letto a Stefan, su un abete<br />
che dopo Natale viene riposto in<br />
solaio per essere bruciato in cortile<br />
a primavera: ai suoi rami rinsecchiti<br />
sono ancora appesi i resti della vigilia,<br />
dimenticati.<br />
Quantomeno è in tema con la terza<br />
domenica di Avvento, pensò.<br />
«Signor Schorrmann, cos’ha portato<br />
con questo tempo? Rose a dicembre?!<br />
Dove le ha scovate, signor Schorrmann?».<br />
«Si chiama Schoormann, mamma,<br />
con due o!».<br />
«Mi dia pure il cappello, signor Schoooormann».<br />
[...]<br />
Poco dopo sedevano tutti a tavola e<br />
guardavano il volatile fumante, accanto<br />
al quale in un vaso di cristallo<br />
facevano bella mostra le rose gialle<br />
portate da Jürgen. O, per meglio<br />
Il primo processo di Francoforte-Auschwitz è dichiarato aperto nell’aula plenaria del consiglio comunale di Francoforte il 20 dicembre<br />
1963, alla presenza di giornalisti, fotografi e cineoperatori<br />
© Roland Witschel/picture alliance Getty Images<br />
92
Un assaggio di lettura<br />
Robert Mulka scortato al processo di Francoforte<br />
© www.auschwitz-prozess-frankfurt.de<br />
dire, parevano un corredo funerario.<br />
<strong>La</strong> radio a basso volume trasmetteva<br />
un’irriconoscibile musica tipicamente<br />
domenicale e sulla credenza girava<br />
una piramide natalizia, azionata<br />
da tre candele tremolanti. <strong>La</strong> quarta<br />
era ancora intatta. Al centro della piramide<br />
c’erano Maria, Giuseppe e la<br />
mangiatoia con il bambinello davanti<br />
a una stalla. Intorno alla famiglia pecore<br />
in movimento, pastori e i tre Re<br />
Magi con i cammelli che si muovevano<br />
in un eterno girotondo. Non avrebbero<br />
mai raggiunto la santa famiglia,<br />
non avrebbero mai potuto porgere i<br />
loro regali a Gesù bambino. A Eva da<br />
piccola questo pensiero metteva tristezza<br />
e un giorno aveva sottratto al<br />
re moro il suo dono e lo aveva posto<br />
davanti alla mangiatoia.<br />
[...]<br />
Era uno di quei giorni senza tempo,<br />
senza alba né tramonto, che rimangono<br />
grigi dall’inizio alla fine, che non<br />
si scaldano né rinfrescano. Anche la<br />
neve persisteva solo come un ricordo.<br />
Eva aveva percorso tutta la strada<br />
fino alla Bürgerhaus a piedi. E a ogni<br />
passo aveva perso sempre più coraggio,<br />
lo aveva sentito disperdersi come<br />
la condensa nei tombini e, quando<br />
era giunta a destinazione, era quasi<br />
scomparso del tutto. Ma non appena<br />
entrò nell’atrio affollato, non appena<br />
individuò i numerosi reporter e due<br />
uomini con pesanti telecamere e riconobbe<br />
alcuni degli imputati che si<br />
stringevano la mano a vicenda; non<br />
appena notò i poliziotti che facevano<br />
il saluto militare davanti all’imputato<br />
principale con i capelli bianchi; non<br />
appena vide la naturalezza con cui<br />
quegli uomini si muovevano e ascoltò<br />
i loro discorsi pronunciati ad alta<br />
voce, e poi vide le persone isolate o<br />
i gruppetti di donne e uomini che se<br />
ne stavano lì in piedi, tesi, silenziosi,<br />
sperduti, allora capì di trovarsi nel posto<br />
giusto.<br />
[...]<br />
«Il 28 ottobre del ’42 io, mia moglie e<br />
mio figlio fummo deportati dal ghetto<br />
di Cracovia. Viaggiammo per tre giorni<br />
su un treno merci. In un vagone chiuso.<br />
Non c’era alcun allestimento sanitario,<br />
solo un secchio nell’angolo per<br />
ottanta persone. Non avevamo cibo,<br />
né acqua. Durante il viaggio alcuni di<br />
noi morirono, almeno dieci. Soprattutto<br />
anziani. Quando arrivammo sulla<br />
rampa dei treni, il 1° novembre, fummo<br />
prelevati dal vagone merci. Poi<br />
i sopravvissuti furono divisi. Donne,<br />
bambini e anziani a sinistra, uomini a<br />
destra. Due ufficiali delle SS discussero<br />
se mio figlio, che aveva undici anni<br />
ma era già robusto, dovesse andare a<br />
destra o a sinistra. Credevo che quelli<br />
a sinistra sarebbero andati in un campo<br />
meno duro, e io non volevo che lui<br />
dovesse lavorare. Perciò mi intromisi,<br />
dicendo a uno dei due che mio figlio<br />
era ancora troppo giovane, che non<br />
poteva lavorare. Quello annuì e mio<br />
figlio fu fatto salire su un autocarro<br />
assieme a mia moglie. Era della Croce<br />
Rossa, e la cosa mi tranquillizzò.<br />
Se ne andarono». Eva ammutolì. Il<br />
presidente si sporse in avanti per fare<br />
una domanda, ma Jan Kral ricominciò<br />
subito a parlare. Disse ancora solo poche<br />
frasi veloci e, verso la fine, le parole<br />
si susseguirono rapidamente. Poi<br />
si interruppe, come se avesse finito.<br />
Eva lo guardava di lato, vedeva il suo<br />
pomo d’Adamo sopra il colletto inamidato<br />
della camicia bianca, notò che<br />
deglutiva e deglutiva e deglutiva. Gli<br />
disse piano in polacco: «Per cortesia,<br />
ripeta ancora una volta l’ultima frase».<br />
Tutti aspettavano, qualcuno picchiò<br />
impaziente le nocche sul banco. Ma<br />
Jan Kral scosse leggermente il capo,<br />
guardando Eva. I suoi occhi, dietro gli<br />
occhiali, erano diventati rossi. Il mento<br />
tremava. Eva comprese che non<br />
sarebbe riuscito a dire altro. Sfogliò il<br />
suo dizionario e controllò due parole,<br />
slup e dym. “Colonna” e “fumo”. Poi si<br />
chinò sul microfono e disse quello<br />
che credeva di aver capito alla fine:<br />
«Nel lager, più tardi, la sera, un altro<br />
prigioniero mi indicò una colonna di<br />
fumo all’orizzonte e mi disse: “Guarda.<br />
Tua moglie e tuo figlio stanno salendo<br />
in cielo”».<br />
Jan Kral si tolse gli occhiali e prese un<br />
fazzoletto a quadri stirato e piegato<br />
dalla tasca dei pantaloni. Eva pensò:<br />
Se lo è comprato per il processo. Kral<br />
si asciugò il sudore dalla fronte. E poi<br />
vi ci nascose il viso.<br />
[...]<br />
93
UN TRENO DI LIBRI<br />
Un assaggio di lettura<br />
<strong>La</strong> Deutsches Haus, quel venerdì<br />
sera, era quasi al completo. Rimanevano<br />
solo due tavoli per i clienti<br />
abituali, uno dei quali per l’associazione<br />
di quartiere per il carnevale.<br />
Ludwig cucinava, stufava e arrostiva<br />
con l’aiuto della signora Lenze, la cui<br />
ferita al dito finalmente, dopo parecchie<br />
settimane, si era cicatrizzata, e<br />
una giovane aiutante che non faceva<br />
altro che lavare le stoviglie e masticare<br />
gomma americana. Edith serviva<br />
assieme a una cameriera sempre<br />
imbronciata ma in gamba, la signora<br />
Wittkopp, che a quarantotto anni era<br />
ancora nubile e tale sarebbe rimasta.<br />
Dietro il bancone spillava il signor<br />
Paten, che lavorava alla trattoria da<br />
molti anni. Non c’era un attimo per<br />
respirare, non un solo momento da<br />
soli per i coniugi Bruhns, che pure<br />
ne sentivano più che mai l’esigenza.<br />
Solo una volta, mentre portava una<br />
quantità di piatti sporchi in cucina,<br />
Edith trovò Ludwig da solo. [...] Ludwig<br />
la guardò e si accorse, sbigottito, che<br />
stava piangendo. Si girò verso di lei e<br />
le passò, un po’ impacciato, la mano<br />
infarinata sulla guancia. Poi prese<br />
uno strofinaccio per rimuovere le lacrime<br />
e la farina.<br />
«Cosa c’è, mamma?».<br />
«Presto non andremo più abbastanza<br />
bene per lei».<br />
«Ma no! Nostra figlia non si lascia abbagliare».<br />
<strong>La</strong> signora Lenze rientrò in cucina. Le<br />
faceva male il dito, dopo l’incidente<br />
non era più tornato lo stesso. Edith<br />
mandò giù le lacrime, prese cinque<br />
piatti pieni di insalata di cetrioli e<br />
andò in sala tenendoli in equilibrio.<br />
Ludwig girò le cotolette e imprecò,<br />
trovandole bruciacchiate. «Be’, vanno<br />
ancora bene. Ma non sono roba<br />
per signorine!» disse poi ad alta<br />
voce.<br />
In sala Edith servì l’insalata di cetrioli<br />
e prese una nuova ordinazione. Un<br />
signore ben vestito e una signora<br />
altrettanto elegante entrarono attraverso<br />
la tenda di feltro appesa sulla<br />
porta. Edith guardò verso di loro e li<br />
riconobbe subito. Diede le spalle ai<br />
due e prese per un braccio la signora<br />
Wittkopp, che stava per andare da<br />
loro con un vassoio. «Dica ai signori<br />
che non c’è neanche un posto libero».<br />
«Ma il tavolo 2 adesso si…». «È<br />
riservato per le nove!». <strong>La</strong> signora<br />
Wittkopp, perplessa, guardò Edith<br />
per un momento, perché ciò che diceva<br />
non era vero, poi andò dai nuovi<br />
arrivati e cercò di far trasparire il dispiacere<br />
sul suo volto imbronciato.<br />
«Sono desolata, siamo al completo».<br />
L’uomo con la faccia da uccello rapace<br />
rispose gentilmente: «Abbiamo<br />
sentito parlare delle vostre ottime<br />
cotolette. Che peccato». Poi condusse<br />
fuori la compagna dicendole:<br />
«Ci torniamo un’altra volta, mamma»<br />
ed entrambi scomparvero dietro la<br />
tenda. Nessuno degli ospiti lo aveva<br />
riconosciuto, nonostante la sua fotografia<br />
fosse comparsa non poche<br />
volte sui giornali negli ultimi mesi. In<br />
fin dei conti, era l’imputato principale.<br />
Gli agenti di polizia conducono gli accusati verso i veicoli dopo il processo mattutino del 30 dicembre 1963. L’accusato Oswald<br />
Kaduk a sinistra<br />
© dpa/picture alliance Getty Images<br />
94
Lo scaffale della <strong>Freccia</strong><br />
DEMOCRAZIA CRISTIANA. IL<br />
RACCONTO DI UN PARTITO<br />
Marco Follini<br />
Sellerio Editore Palermo, pp. 248 € 16<br />
Il più grande partito italiano del<br />
dopoguerra declinato in 12 parole<br />
chiave che ne definiscono l’anima. Il<br />
ritratto della Democrazia Cristiana,<br />
il partito in cui l’autore ha militato<br />
da dirigente fino alla fine. Il libro di<br />
Follini si concentra anche su aspetti<br />
più puntuali e biografie esemplari di<br />
personalità simboliche. Andreotti e<br />
Moro, gli “appagati” e i “tormentati”.<br />
DA OGGI VOGLIO ESSERE FELICE<br />
Valeria Benatti<br />
Giunti Editore, pp. 256 € 13,60<br />
Quando Nino arriva in comunità ha<br />
lo sguardo smarrito di un bambino di<br />
cinque anni che non capisce perché<br />
quella mattina, all’asilo, sia stato<br />
prelevato da un gruppo di sconosciuti<br />
invece che dalla sua mamma. Il<br />
dramma dell’affido coniugato a una<br />
esemplare rappresentazione della<br />
vita nelle comunità per bambini<br />
con storie dolorose alle spalle. Nino<br />
tornerà a essere comunque felice?<br />
LA SEDUZIONE<br />
José Ovejero<br />
Voland, pp. 219 € 18<br />
A 55 anni Ariel Hernández è uno<br />
scrittore di successo alle prese con<br />
una causa di divorzio e un’allarmante<br />
crisi creativa. Ormai cinico e solo, una<br />
delle poche persone che sopporta<br />
è David, giovane aspirante scrittore<br />
figlio di vecchi amici, che per qualche<br />
oscura ragione ha eletto Ariel come<br />
mentore e modello. Con Ariel ci<br />
addentriamo nei recessi più oscuri<br />
dell’animo umano.<br />
L’ASSASSINIO DELL’INGEGNER ADONE<br />
Pierfrancesco Poggi<br />
Solferino, pp. 336 € 17<br />
Milano, 1975. L’ingegner Adone<br />
Giacomo Forlanini è riverso sulla<br />
tomba di famiglia, ucciso con una<br />
stilettata. Il commissario siciliano<br />
Eriberto Passalacqua deve risolvere<br />
il caso, partendo dalle amicizie<br />
dei Forlanini, divise tra rapinatori<br />
comunisti e spacciatori fascisti. Fa<br />
da sfondo una città martoriata dalla<br />
violenza politica e dalla criminalità<br />
degli Anni di piombo. G.B.<br />
IL NUOVO MAO<br />
Gennaro Sangiuliano<br />
Mondadori, pp. 288 € 22<br />
Biografia dell’inarrestabile leader<br />
cinese: dall’iscrizione al Partito<br />
Comunista fino alla guida della<br />
municipalità di Shanghai e all’ingresso<br />
nel Comitato centrale, che lo<br />
trasforma in esponente di spicco<br />
della quinta generazione dei dirigenti<br />
più importanti della Repubblica. Dagli<br />
anni ’90 la sua ascesa all’Olimpo<br />
della nomenklatura cinese si rivela<br />
irrefrenabile. G.B.<br />
L’ODORE DEL VUOTO<br />
Antonella Maddalena<br />
Salento Books, pp. 229 € 17<br />
Rosa e le figlie Ada, Federica e<br />
Guglielmina vivono un’esistenza fatta<br />
di piccole certezze e riti quotidiani.<br />
Dopo la prematura scomparsa del<br />
marito, Rosa è costretta ad assumere<br />
il doppio ruolo di madre e padre.<br />
<strong>La</strong> partenza improvvisa di Ada, la<br />
più prevedibile delle figlie, dà il via<br />
a intrecci amorosi, sogni, incontri<br />
casuali e discese negli abissi del<br />
proprio essere. G.B.<br />
95
SOCIETÀ<br />
DIVERSITY&INCLUSION<br />
IL MANAGEMENT DELLA DIVERSITÀ<br />
LE POLITICHE DI INCLUSIONE E VALORIZZAZIONE DELLE PERSONE<br />
SONO SEMPRE PIÙ STRATEGICHE PER LE AZIENDE. FS ITALIANE<br />
ENTRA IN QUESTO SISTEMA VIRTUOSO ANCHE GRAZIE ALLA<br />
NOMINA DELL’AD GIANFRANCO BATTISTI AD AMBASCIATORE<br />
EUROPEO PER LA DIVERSITÀ<br />
di Valentina Dolciotti<br />
[Editorial director DiverCity magazine e D&I consultant]<br />
delle diversità<br />
è una tematica esplosa<br />
L’inclusione<br />
anche Italia e si sta diffondendo<br />
a macchia d’olio, con le bellezze<br />
e le fatiche che ogni diffusione<br />
porta in sé.<br />
In particolare nel mondo delle aziende,<br />
che spesso nel nostro Paese<br />
hanno anticipato innovazione e cambiamenti,<br />
le politiche di Diversity<br />
management assumono un’importanza<br />
strategica rilevante. Si pensi<br />
per esempio ai congedi matrimoniali<br />
concessi a coppie dello stesso sesso<br />
ben prima dell’entrata in vigore della<br />
Legge n. 76 del 20 maggio 2016, meglio<br />
conosciuta come legge Cirinnà; o<br />
alle integrazioni erogate ai congedi di<br />
paternità che, pur variando per ogni<br />
azienda, sono certamente più lunghi<br />
dei cinque giorni di assenza retribuita<br />
sancita a oggi dall’Inps. È infatti<br />
superata (quasi per tutti) la fase in<br />
cui si pensava che porre attenzione a<br />
tematiche quali il gap generazionale,<br />
l’orientamento affettivo, le differenze<br />
culturali e religiose, le disabilità visibili<br />
e invisibili fosse solo questione di apparenza<br />
o di beneficienza.<br />
È chiaro finalmente che (in primis)<br />
conoscere dettagliatamente le diversità<br />
che caratterizzano i propri e<br />
le proprie dipendenti e (poi) adottare<br />
policy interne che sappiano valorizzarle<br />
è indispensabile sia per creare<br />
un ambiente di lavoro più innovativo e<br />
produttivo, sia per mettere le persone<br />
nella condizione di lavorare al meglio,<br />
sfruttando al massimo i talenti individuali<br />
(anch’essi diversi). Una gestione<br />
del business con occhio al Diversity<br />
management sta diventando pratica<br />
consolidata nelle grandi aziende italiane<br />
e nelle multinazionali che qui<br />
hanno sede. Si moltiplicano progetti,<br />
96
proposte e collaborazioni con Associazioni<br />
qualificate.<br />
Per quanto riguarda il genere, molte<br />
aziende hanno attivato corsi e workshop<br />
interni per diffondere un modello<br />
di leadership più inclusivo (e non necessariamente<br />
maschile o femminile),<br />
creato tool specifici per monitorare la<br />
differenza salariale tra uomini e donne<br />
a parità di ruolo e performance e<br />
approntato kit di maternità/paternità<br />
da distribuire a coloro che diventano<br />
genitori. Alcune hanno approvato un<br />
sistema di recruiting che prevede un<br />
pari numero di maschi e di femmine<br />
nel bacino dal quale attingere e attivato<br />
collaborazioni con scuole di ogni<br />
grado per supportare bambini, bambine,<br />
ragazzi e ragazze nella scelta<br />
di un indirizzo di studi (e di una professione)<br />
libera dal condizionamento<br />
dello stereotipo di genere.<br />
Cosa significa? Che non esistono materie<br />
da uomo o da donna, professioni<br />
da uomo o da donna. Esistono competenza,<br />
talento e passione, che non<br />
hanno genere.<br />
Per quanto riguarda le (molteplici)<br />
generazioni che abitano un’azienda<br />
oggi, alcuni esempi di pratiche inclusive<br />
sono i percorsi di reverse mentoring<br />
(neoassunti/e con spiccata<br />
competenza digitale che affiancano<br />
ruoli senior con una lunga esperienza<br />
lavorativa) proposti in un’ottica di<br />
scambio reciproco; le giornate dedicate<br />
ai figli e alle figlie dei dipendenti<br />
per informarli e formarli sull’approccio<br />
da avere con il mercato del lavoro; gli<br />
sportelli di consulenza psicologica<br />
gratuita per cercare supporto laddove<br />
necessario in una o più fasi delicate<br />
nell’arco della vita.<br />
Moltissime anche le azioni messe in<br />
campo per supportare i diritti delle<br />
persone LGBT+: creazione di community<br />
interne che organizzano eventi e<br />
promuovono la partecipazione; allineamento<br />
di tutti quelli che sono i diritti<br />
già riconosciuti alle coppie eterosessuali<br />
(anche in termini di genitorialità)<br />
per le coppie dello stesso sesso; corsi<br />
di formazione per la riscoperta di un<br />
linguaggio che non sia ostile ma inclusivo;<br />
partecipazione alla parata del<br />
Gay Pride da parte di brand che vogliono<br />
dare un segnale forte di sostegno,<br />
solidarietà e dichiarazione d’intenti<br />
rispetto a un modello di famiglia<br />
che sia il più inclusivo possibile.<br />
Altra tematica molto importante tra le<br />
molteplici diversità cui è necessario<br />
PARI OPPORTUNITÀ<br />
FORMATO BAMBINO<br />
Al Museo Explora di Roma si<br />
insegnano le Pari Opportunità<br />
con il progetto Pari. L’idea è<br />
portare le future generazioni<br />
verso una società inclusiva che<br />
non precluda nessuna possibilità<br />
di scelta. Come? Sensibilizzando<br />
bambine e bambini alle carriere<br />
scientifiche e ingegneristiche, non<br />
ostacolando inclinazioni sportive,<br />
promuovendo autostima e<br />
consapevolezza, avviando progetti<br />
di alfabetizzazione informatica.<br />
Spazio anche per incontri con<br />
scienziate, ballerini, astronaute<br />
e tanti altri donne e uomini che<br />
hanno sfidato gli stereotipi.<br />
Non manca la promozione e la<br />
sensibilizzazione all’indipendenza<br />
economica per vivere con dignità.<br />
mdbr.it<br />
porre attenzione è quella delle differenti<br />
abilità/disabilità. Argomento affrontato<br />
ancor prima dell’inserimento<br />
in azienda, nelle modalità di accesso<br />
che le persone con (qualsiasi tipo di)<br />
disabilità si trovano dinnanzi quando<br />
vogliono entrare nel mercato del lavoro:<br />
giornate di recruiting e matching<br />
dedicate a far incontrare HR e candidati/e;<br />
supporti tecnologici e digitali<br />
© topvectors/AdobeStock<br />
97
SOCIETÀ<br />
per mettere i/le dipendenti nella<br />
condizione ottimale per esprimere<br />
il proprio talento e svolgere il lavoro<br />
al meglio; formazione per colleghi e<br />
colleghe che lavorano a stretto contatto<br />
con persone con disabilità, perché<br />
imparino a conoscerne la patologia<br />
liberando dai pregiudizi il proprio<br />
approccio e per acquisire competenze<br />
adatte a relazionarsi al meglio (apprendere<br />
la lingua dei segni, adottare<br />
strategie comunicative con collaboratori<br />
non udenti, autistici, ecc.).<br />
Ricordiamo che le diversità non sono<br />
solo tre o quattro, le più in voga o le<br />
più raccontate, ma sono tante e abitano<br />
ogni persona in forme molteplici,<br />
singolari, soggettive. Scopo del<br />
Diversity management è sviluppare<br />
una gestione (anche del business)<br />
attenta a tutte le sfaccettature della<br />
persona, che va valorizzata e messa<br />
nelle condizioni di lavorare in modo<br />
creativo, innovativo, efficace.<br />
Anche FS Italiane fa la sua parte<br />
nel virtuoso sistema dell’inclusione.<br />
Gianfranco Battisti, amministratore<br />
delegato e direttore generale di<br />
FS Italiane, è stato nominato Ambasciatore<br />
europeo per la diversità da<br />
Violeta Bulc, Commissaria europea<br />
ai Trasporti, per promuovere la strategia<br />
dell’inclusione nel settore. «Il<br />
riconoscimento della Commissaria<br />
Violetta Bulc testimonia l’impegno<br />
del Gruppo FS Italiane nel promuovere<br />
inclusività e diversità, valorizzando<br />
i talenti professionali e attuando best<br />
practice nei processi industriali», ha<br />
sottolineato Battisti. «Valori che ci<br />
consentiranno di essere leader nei<br />
mercati europei e, allo stesso tempo,<br />
di essere competitivi su quelli globali,<br />
cogliendo le opportunità di crescita<br />
e sviluppo grazie al contributo delle<br />
persone che fanno parte del Gruppo<br />
FS Italiane. È motivo d’orgoglio constatare<br />
che la Commissione europea<br />
riconosce come il Gruppo abbia efficacemente<br />
coniugato, nel settore<br />
dei trasporti, lo sviluppo sostenibile<br />
con la creazione e il mantenimento di<br />
ambienti di lavoro inclusivi e rispettosi<br />
delle diversità».<br />
© [Mujo]D800/AdobeStock<br />
98
BASTANO SOLO<br />
3 SEDUTE!<br />
INFORMAZIONE<br />
PUBBLICITARIA<br />
25° ANNO DI ATTIVITÀ<br />
Da 25 anni ci prendiamo<br />
cura di te<br />
Grazie ad una rivoluzionaria metodologia messa a punto dal fisiatra Dr. Giuseppe Canonaco,<br />
da 25 anni curiamo le coxartrosi, le gonartrosi e tutte le altre patologie degenerative croniche<br />
come l’ernia del disco, le degenerazioni meniscali, le spalle dolorose, le stenosi lombari,<br />
evitando l’intervento chirurgico e l’uso poco efficace e ad alto rischio dei famosi antinfiammatori.<br />
Il Dr. Giuseppe Canonaco, fisiatra e medico dello sport, ha ideato un progetto di cura<br />
su due assi portanti, Medicina Manuale e riabilitazione muscolare personalizzata che, alla<br />
luce dei fatti, rappresentano un connubio medico rivoluzionario.<br />
Dott. Canonaco ci spieghi meglio che cos’è la Medicina<br />
Manuale?<br />
<strong>La</strong> Medicina Manuale è considerata una terapia medica<br />
riabilitativa di grande rilievo nella cura delle patologie<br />
osteoarticolari, muscolo tendinee e neuromotorie.<br />
<strong>La</strong> Medicina Manuale non deve essere confusa con la<br />
chiropratica e l’osteopatia, i principi delle procedure<br />
diagnostiche e terapeutiche sono rigorosamente medico-scientifiche.<br />
<strong>La</strong> Medicina Manuale è una pratica medica<br />
efficace e assolutamente sicura.<br />
Dottore, voi in questi 25 anni di attività avete curato migliaia<br />
di pazienti affetti da artrosi,<br />
quindi è vero che l’artrosi<br />
si può curare?<br />
Si è proprio così. L’artrosi non<br />
è una malattia incurabile come<br />
purtroppo tante persone, anche<br />
medici, ancora credono. L’artrosi<br />
è una degenerazione della<br />
cartilagine (il panno che riveste<br />
le ossa e permette alle ossa di<br />
articolare fra di loro) dovuta al<br />
malfunzionamento di un’articolazione.<br />
Non è vero che è<br />
dovuta all’età, io ho curato persone<br />
e atleti che già a 30 anni<br />
purtroppo avevano l’artrosi del<br />
ginocchio o dell’anca a causa<br />
di un’articolazione che lavorava<br />
troppo o lavorava male. L’artrosi<br />
è una patologia lenta e oggi grazie alla Medicina Manuale<br />
e ai suoi effetti biomeccanici e neurofisiologici è<br />
possibile curare non facendo peggiorare la malattia ed<br />
evitando, nella maggior parte dei casi, il ricorso all’intervento<br />
chirurgico di protesi. In questi 25 anni di attività<br />
siamo riusciti a curare a curare moltissimi pazienti affetti<br />
da gonartrosi e coxartrosi, anche grave, permettendo<br />
un miglioramento della loro qualità di vita e un ritorno<br />
alla loro attività lavorativa e sportiva senza ricorrere alla<br />
protesi.<br />
Quali patologie cura la Medicina Manuale?<br />
<strong>La</strong> Medicina/Terapia Manuale (MTM) (termine da me coniato)<br />
è un trattamento di elezione per quanto riguarda<br />
numerose patologie come confermano centinaia di studi<br />
BOLOGNA<br />
CENTRO DI ECCELLENZA DI MEDICINA<br />
MANUALE E RIABILITATIVA<br />
<strong>La</strong> Medicina Manuale cura l’artrosi<br />
Dr. Canonaco Giuseppe fisiatra e medico dello sport,<br />
Maurizio Solieri chitarrista che ha collaborato per molti anni<br />
con Vasco Rossi e Felice Arieta fisioterapista CMR.<br />
scientifici: queste tecniche manuali hanno un’altissima<br />
efficacia e sono senza alcun rischio. <strong>La</strong> maggior parte<br />
delle tecniche di Medicina Manuale sono altamente specialistiche<br />
e richiedono formazione e alti livelli di preparazione.<br />
<strong>La</strong> bellezza e, nello stesso tempo, la difficoltà<br />
è quella di usare le giuste tecniche manuali in relazione<br />
al paziente che abbiamo di fronte. Infatti la positiva rivoluzione<br />
della Medicina Manuale è che abbiamo molte<br />
tecniche (oltre 50) che si accordano al paziente e ai<br />
sintomi che manifesta. <strong>La</strong> Medicina Manuale permette<br />
la cura di tantissime malattie ma risulta essere il trattamento<br />
di elezione per le seguenti<br />
patologie: ernia del disco<br />
e discopatie, stenosi del canale<br />
vertebrale, artrosi del rachide,<br />
cefalee e vertigini, spalle dolenti/congelate<br />
anche con calcificazioni,<br />
pubalgia e tendiniti,<br />
tunnel carpali. Inoltre in questi<br />
anni abbiamo ottenuto straordinari<br />
risultati nel trattamento<br />
delle coxartrosi e delle gonartrosi<br />
anche molto gravi riducendo<br />
in maniera drastica il ricorso<br />
all’intervento chirurgico.<br />
Quali sono gli effetti della Medicina/Terapia<br />
Manuale (MTM)<br />
nella cura delle patologie<br />
dell’apparato locomotore (artrosi,<br />
ernia del disco etc…)?<br />
I benefici della Medicina Manuale sono dovuti ai seguenti<br />
effetti: 1) effetti biomeccanici (aumento ampiezza del<br />
rom, miglioramento posturale, miglioramento della posizione<br />
rispetto a quella disfunzionale, 2) effetti neuro<br />
fisiologici (ipoalgesia, vascolarizzazione, cambiamenti<br />
della conduttanza e della temperatura cutanea, diminuzione<br />
della ipertonia muscolare, miglioramento del flusso<br />
sinoviale intra articolare, effetti biochimici con alterazione<br />
dei livelli ematici dei mediatori dell’infiammazione,<br />
variazioni dell’esperienza “dolorifica” a livello dell’amigdala,<br />
liberazione di endorfine e sostanza P). Tramite tutti<br />
questi effetti la Medicina Manuale risulta essere una medicina<br />
efficace, “biologica”, sicura e innovativa.<br />
Prenota un appuntamento chiamando i seguenti numeri:<br />
0516312343 - 3476053283<br />
www.cmrcanonaco.it - info@cmrcanonaco.it<br />
Sede principale CMR Bologna, Via di Corticella 89\2<br />
Altra sede CMR Settimo di Montalto (CS) tel: 0984937570<br />
1° CENTRO<br />
MEDICINA MANUALE<br />
IN ITALIA<br />
99
SOCIETÀ<br />
ACCAREZZARE L’ARTE<br />
© Luna Simoncini<br />
Museo Omero<br />
È POSSIBILE APPREZZARE LA BELLEZZA ANCHE TRAMITE IL TATTO?<br />
RISPONDONO LE OPERE DI MARIA MONTESSORI E BRUNO MUNARI<br />
IN MOSTRA AL MUSEO TATTILE STATALE OMERO DI ANCONA,<br />
ISTITUZIONE UNICA AL MONDO<br />
di Luca Mattei<br />
ellemme1 – l.mattei@fsitaliane.it<br />
Perché limitarsi agli occhi<br />
per godersi un’esperienza<br />
estetica? <strong>La</strong> mostra Toccare<br />
la bellezza, alla Mole Vanvitelliana<br />
di Ancona fino all’8 marzo, esplora la<br />
ricchezza di quest’interrogativo affiancando<br />
per la prima volta Bruno Munari<br />
e Maria Montessori, due personaggi<br />
illustri della cultura moderna che, pur<br />
muovendosi in ambiti diversi, si sono<br />
posti lo stesso quesito. Dell’artista e<br />
designer sono esposte opere e lavori<br />
editoriali che testimoniano la forte<br />
attenzione al tema della multisensorialità.<br />
Della pedagogista, di cui nel<br />
<strong>2020</strong> ricorrono i 150 anni dalla nascita,<br />
sono presentati sia il modello educativo,<br />
sia i materiali inerenti l’educazione<br />
sensoriale, in particolare tattile. A<br />
organizzare l’iniziativa il Museo tattile<br />
statale Omero, un’istituzione unica al<br />
mondo dove l’arte si tocca con mano.<br />
Nato da un’esigenza di giustizia sociale<br />
e da una frustrazione, come spiega<br />
il presidente Aldo Grassini: «Io e mia<br />
moglie, Daniela Bottegoni, siamo ciechi<br />
ma abbiamo una grande passione<br />
per i viaggi. Quando siamo tornati dalla<br />
Germania nel 1985 eravamo delusi<br />
perché nei musei ci obbligavano a<br />
non toccare le opere esposte. Imporlo<br />
a persone come noi è come obbligare<br />
i vedenti a non vedere. È una questione<br />
sociale: se la fruizione dell’arte è<br />
un diritto per tutti, come sancisce l’articolo<br />
27 della Dichiarazione universale<br />
dei Diritti umani delle Nazioni unite<br />
del 1948, non si può a priori escludere<br />
una categoria come quella dei ciechi.<br />
Così Daniela si è chiesta perché non<br />
aprire un luogo dove esporre riproduzioni<br />
di grandi capolavori “visibili” per<br />
i non vedenti con i loro mezzi: le mani.<br />
E in pochi anni siete passati da un’idea<br />
alla realtà.<br />
Abbiamo inaugurato il museo nel 1993<br />
con 19 opere in tre aule scolastiche,<br />
nel ’99 è diventato statale e 13 anni<br />
dopo si è spostato alla Mole Vanvitelliana.<br />
Oggi proponiamo un percorso<br />
nella storia della scultura, da quella<br />
classica, con dei calchi, a quella contemporanea,<br />
con originali, e per l’architettura<br />
plastici di monumenti noti.<br />
Il nostro è insieme un museo tattile e<br />
un museo d’arte, un unicum al mondo.<br />
A Madrid c’è un museo tiflologico<br />
100
© Luna Simoncini<br />
Daniela Bottegoni e Aldo Grassini<br />
che punta sui modelli architettonici e<br />
sulla storia degli strumenti usati dai<br />
ciechi nella lettura e nella scrittura.<br />
L’esperienza più vicina alla nostra è<br />
ad Atene, ma il museo è così piccolo<br />
che neanche i tassisti locali riescono<br />
a trovarlo. Da noi è diverso: nel 2018<br />
ci sono stati 35mila visitatori, un incremento<br />
del 42% in tre anni. E la maggior<br />
parte di loro sono normodotati.<br />
Come si spiega questo successo?<br />
<strong>La</strong> nostra peculiarità è che non facciamo<br />
attività specifiche per non vedenti,<br />
ma ci impegniamo a eliminare<br />
per tutti ogni tipo di barriera. Il tatto<br />
consente a chiunque una percezione<br />
della forma che è qualitativamente<br />
diversa rispetto a quella visiva. Conoscere<br />
una scultura con gli occhi o con<br />
le mani non è lo stesso. Così la gente<br />
ha ritrovato il piacere di toccare: in<br />
quel gesto è insito un rapporto affettivo<br />
che, a differenza della vista, elimina<br />
ogni distanza tra oggetto e soggetto.<br />
Al tocco, però, preferisco la carezza,<br />
perché abbiamo bisogno di accarezzare<br />
le cose e le persone che amiamo.<br />
Come si svolge la visita?<br />
Alcuni si bendano e poi toccano le<br />
opere, per concentrarsi sulle sensazioni<br />
non visive. Per molti diventa una<br />
situazione ludica, ma consente anche<br />
di immedesimarsi nella vita di chi è<br />
cieco. Altri preferiscono un’esperienza<br />
multisensoriale che coinvolge tatto<br />
e vista.<br />
Il tema della fruizione dell’arte attraverso<br />
la multisensorialità è quasi<br />
secolare.<br />
Il nostro riferimento è il Manifesto del<br />
Tattilismo pubblicato l’11 gennaio 1921<br />
da Filippo Tommaso Marinetti, il primo<br />
tra gli artisti che in modo consapevole<br />
sottolinea il valore specifico e autonomo<br />
del tatto dal punto di vista tecnico<br />
e artistico. <strong>La</strong> multisensorialità oggi<br />
interessa gli autori contemporanei<br />
perché contrasta quel concetto secondo<br />
cui l’arte è essenzialmente visione.<br />
Una concezione dominante per<br />
2.500 anni che risale a Platone, per il<br />
quale l’arte è uno strumento indiretto<br />
per la contemplazione, attraverso gli<br />
occhi della mente e dell’anima, delle<br />
idee, parola che etimologicamente<br />
significa visione. Tuttavia se si può<br />
provare un’autentica emozione attraverso<br />
le mani, come si fa a dire che<br />
la scultura è arte visiva? È necessario<br />
allora recuperare un approccio più totale<br />
nell’esperienza estetica, con molteplici<br />
strumenti.<br />
Perché avete scelto Montessori e<br />
Munari?<br />
Per noi il tatto è il senso principale,<br />
ma cerchiamo sempre di valorizzare<br />
la multisensorialità, così abbiamo individuato<br />
due riferimenti storici che<br />
l’hanno anticipata. Montessori non era<br />
un’artista, ma un medico, una pedagogista,<br />
e ha sottolineato con forza la<br />
necessità di educare tutti i sensi, dal<br />
punto di vista cognitivo ed estetico.<br />
Per Munari il discorso è ancora più<br />
ovvio perché si è concentrato su tutti<br />
i sensi nel suo lavoro di pedagogista<br />
e soprattutto di artista, influenzato<br />
anche lui dal Manifesto di Marinetti.<br />
Queste due personalità, molto popolari<br />
nelle scuole e tra gli educatori, pur<br />
Maria Montessori, Scatola del senso termico<br />
essendo diverse tra loro hanno un comune<br />
denominatore: l’interesse estetico<br />
dimostrato nel loro lavoro.<br />
museoomero.it<br />
museoomero<br />
CULTURA<br />
E ACCESSIBILITÀ<br />
Sempre più istituzioni italiane si<br />
stanno muovendo per garantire<br />
una cultura accessibile a tutti. <strong>La</strong><br />
Statale di Milano ha presentato<br />
MusA, un’app che riconosce<br />
le opere d’arte nei musei<br />
inquadrandole con lo smartphone<br />
e mostrandone una descrizione<br />
dettagliata, con ingranditori<br />
e lettura vocale per chi ha<br />
disabilità visive. Il British Council e<br />
l’associazione Attitude Is Everything<br />
hanno lanciato una guida italiana<br />
gratuita all’accessibilità, rivolta<br />
a band, artisti e promotori per<br />
rendere più accessibili concerti<br />
e tour in termini di informazioni,<br />
barriere architettoniche e aree<br />
dedicate. Il progetto Teatro No<br />
Limits del Centro Diego Fabbri<br />
di Forlì promuove invece show<br />
per non vedenti, ipovedenti e<br />
non udenti, con descrizioni audio<br />
e soprattitoli. Tra gli eventi di<br />
gennaio Don Chisciotte al Fabbri<br />
l’11, Antigone all’Arena del Sole di<br />
Bologna il 18, poi al Comunale di<br />
Ferrara Van Gogh il 19 e Winston vs<br />
Churchill il 25.<br />
unimi.it<br />
attitudeiseverything.org.uk<br />
centrodiegofabbri.it<br />
© GAM GonzagArredi Montessori<br />
101
SOCIETÀ<br />
Valentina Tomirotti a Siviglia<br />
IN VIAGGIO VERSO L’INCLUSIONE<br />
LA BLOGGER MANTOVANA VALENTINA TOMIROTTI HA LANCIATO<br />
UN PROGETTO PER REALIZZARE GUIDE TURISTICHE DEDICATE ALLE<br />
PERSONE CON DISABILITÀ<br />
di Serena Berardi - s.berardi@fsitaliane.it<br />
Per un viaggio che si rispetti<br />
serve una buona guida<br />
che informi sulla storia dei<br />
monumenti, suggerisca i ristoranti<br />
e indichi gli hotel. Ma nessun autore<br />
specifica quanti gradini bisogna salire<br />
per entrare nel Duomo, se nella trattoria<br />
ci sia un bagno per persone con<br />
disabilità o se la piscina dell’albergo<br />
sia dotata di sollevatore. Valentina<br />
Tomirotti, blogger e comunicatrice<br />
che convive con la displasia distrofica,<br />
ha deciso di colmare questo gap<br />
con un progetto di turismo accessibile.<br />
Lo scorso ottobre Valentina, a<br />
36 anni, ha preso la patente perché<br />
quando ne aveva 18 non esisteva<br />
una tecnologia che le permettesse di<br />
guidare. Poco prima aveva lanciato un<br />
crowdfunding sulla piattaforma Eppela<br />
per raccogliere 60mila euro destinati a<br />
un’auto speciale dove poter salire con la<br />
sedia a rotelle e viaggiare da sola. È una<br />
macchina unica, non solo per gli allestimenti<br />
interni, ma perché su quelle<br />
quattro ruote corre anche l’autonomia<br />
individuale e il contachilometri<br />
102
iesce a musurare pure la libertà conquistata.<br />
«Voglio girare cinque città<br />
– Mantova, Parma, Perugia, Matera e<br />
Palermo – che sono state o diventeranno<br />
Capitali della cultura, perché<br />
sono convinta che il concetto di cultura<br />
comprenda anche l’inclusione.<br />
L’obiettivo è quello di realizzare entro<br />
la primavera delle guide scaricabili<br />
online, raccogliendo fondi sempre su<br />
Eppela, con itinerari che comprendano<br />
storia e arte, hotel e strutture d’accoglienza,<br />
ristoranti, negozi, trasporti<br />
ed eventi», spiega Pepitosa (così si fa<br />
chiamare sul web). Nel veicolo sarà<br />
montata una fotocamera GoPro per<br />
condividere il viaggio sui social in<br />
tempo reale. Si partirà da Nord: «Sono<br />
nata a Mantova, che infatti è oggetto<br />
della prima guida. È piccola e ideale<br />
da vivere a piedi, ma difficile per la<br />
carrozzina con i suoi vicoli dai marciapiedi<br />
stretti e il ciottolato di alcune<br />
strade», prosegue la blogger pronta<br />
a testare il Percorso del Principe, che<br />
collega piazza Sordello a Palazzo Te<br />
e taglia a metà il centro storico. «Farò<br />
un report dettagliato dal punto di vista<br />
dell’accessibilità con informazioni sulle<br />
barriere architettoniche, come l’altezza<br />
e la profondità degli scalini. Tra<br />
pochi mesi verrà inaugurato l’ascensore<br />
della Torre della gabbia, chiusa<br />
da sempre al pubblico, un importante<br />
punto di osservazione per chi è in<br />
carrozzina. Inoltre, valuterò l’accesso<br />
ai mezzi di trasporto di terra, ma anche<br />
a quelli per navigare sui laghi». <strong>La</strong><br />
seconda tappa sarà Parma, nel <strong>2020</strong><br />
capitale italiana della cultura: «Intendo<br />
fornire indicazioni puntuali che<br />
comprendano pure i percorsi collinari.<br />
In più, vorrei proporre al sindaco di<br />
salire a bordo della Pepy mobile per<br />
raccontare la sua visione di accessibilità<br />
in qualità di cittadino che ha<br />
il potere di cambiare le cose». Poi il<br />
navigatore punterà verso il Meridione,<br />
con un atteso ritorno a Matera: «L’ho<br />
visitata qualche anno fa con la mia<br />
carrozzina manuale a cui ho aggiunto<br />
la ruota di propulsione per renderla<br />
elettrica», racconta la Tomirotti. «Per<br />
chi è in sedia a rotelle, è come andare<br />
al lunapark solo per mangiare le caramelle.<br />
<strong>La</strong> città dei Sassi è l’emblema<br />
delle barriere architettoniche. Ma<br />
ho scoperto uno straordinario tessuto<br />
associativo che permette di viverne<br />
l’essenza. Ho fatto un tour cittadino<br />
con l’apecar, un servizio turistico che<br />
può essere fruito anche dalle persone<br />
con disabilità. Poi sono entrata in contatto<br />
con l’associazione Sassiemurgia,<br />
che organizza visite guidate nel<br />
linguaggio dei segni. Quando i limiti<br />
sembrano inaffrontabili, sono le persone<br />
a creare il modo per superarli».<br />
Perugia e Palermo saranno, invece, vere<br />
e proprie esplorazioni, perché Pepitosa<br />
non le ha mai visitate. E il suo progetto<br />
itinerante ha l’obiettivo di informare e<br />
sensibilizzare: «<strong>La</strong> percezione comune<br />
di una persona con disabilità è di un individuo<br />
privo di ambizioni, non desideroso<br />
di fare alcune cose o comunque<br />
rassegnato a non potersi spingere oltre<br />
la routine. Invece, se anche uno su un<br />
milione volesse provare un’esperienza<br />
che sembra essergli preclusa, tutti dovrebbero<br />
impegnarsi perché vi riesca».<br />
Valentina in viaggio verso Cortina<br />
Per questo è importante formare gli<br />
operatori turistici: «Farò da travel agent<br />
testando personalmente le strutture ricettive,<br />
che spesso non sono preparate<br />
sulle questioni legate all’accessibilità.<br />
Può capitare, ad esempio, di prenotare<br />
un soggiorno chiedendo che risponda<br />
alle esigenze individuali: magari la camera<br />
è al piano terra ma poi per la colazione<br />
è necessario fare le scale e non<br />
c’è l’ascensore». Alla fine delle sue peregrinazioni<br />
Valentina vorrebbe bussare<br />
alle porte del Ministero per i Beni culturali<br />
e per il Turismo «per far presente<br />
che fuori c’è un mondo troppo spesso<br />
escluso, ma che potrebbe generare<br />
profitto». E se il successo dei pacchetti<br />
“tutto incluso” è comprovato, i vantaggi<br />
della formula “inclusi tutti” attendono<br />
solo di essere scoperti.<br />
valentinatomirotti.it<br />
pepitosablog valetomirotti<br />
103
PHOTO<br />
WILDERNESS<br />
PAROLA ALLA NATURA.<br />
DAI REPORTAGE DI<br />
STEFANO UNTERTHINER<br />
ALL’EXPERIENCE<br />
EXHIBITION SU<br />
AMBIENTE E CLIMA<br />
GIVE WAY TO NATURE. FROM<br />
STEFANO UNTERTHINER’S<br />
REPORTAGE TO THE<br />
EXPERIENCE EXHIBITION ON<br />
THE ENVIRONMENT AND<br />
CLIMATE<br />
di Silvia Del Vecchio - s.delvecchio@fsitaliane.it<br />
104
© Brian J. Skerry<br />
Gli ecosistemi marini di tutto il mondo sono vittime di grave inquinamento da rifiuti di ogni genere: plastica, rottami,<br />
mercurio e metalli pesanti, fino ai veleni rilasciati da migliaia di bombe inesplose nelle zone di guerra, che giungono a<br />
noi propagandosi attraverso le catene alimentari. Qui un gobbio giallo (Gobiodon okinawae) scruta il mondo sottomarino<br />
attraverso la finestra della sua casa-lattina. Penisola di Izu, Honshu, Giappone/The world’s marine eco-systems are the<br />
victims of severe pollution from waste of all type: plastic, scrap metal, mercury and heavy metals, and also poisons left by<br />
thousands of unexploded bombs in war zones, which reach us by being spread along food chains. Here an Okinawa Goby<br />
fish (Gobiodon okinawae) looks out from the window of his home in a tin can (Izu Peninsula, Honshu, Japan)<br />
105
PHOTO<br />
© Stefano Unterthiner<br />
L’immagine del cinopiteco Troublemaker realizzata nel 2007 lungo la costa di Tangkoko, in Indonesia. Il nome, che significa “combinaguai”, gli fu dato<br />
da alcuni ricercatori per il suo carattere curioso e particolarmente dispettoso/A picture of the black macaque Troublemaker taken in 2007 along the<br />
coast of Tangkoko (Indonesia). It was given its name by researchers because of its curious and especially cheeky personality.<br />
Un affresco del mondo animale<br />
quello che il Forte di<br />
Bard (AO) ospita fino al 2 giugno.<br />
On Assignment, una vita selvaggia<br />
di Stefano Unterthiner, zoologo, fotografo<br />
naturalista e autore di numerosi libri<br />
fotografici, raccoglie un’ampia selezione<br />
delle immagini da lui realizzate per il<br />
celebre magazine National Geographic,<br />
di cui è collaboratore dal 2009. Ben 77<br />
ritratti suddivisi in dieci storie che spaziano<br />
dal remoto arcipelago di Crozet<br />
alla fauna della Patagonia andina, fino<br />
al Parco nazionale del Gran Paradiso. A<br />
questi scatti si aggiunge l’anteprima del<br />
progetto Una famiglia nell’Artico dedicato<br />
alle Isole Svalbard, dove Unterthiner<br />
e la sua famiglia vivono da un anno per<br />
documentare il fenomeno del cambiamento<br />
climatico. «Il mestiere del fotografo<br />
naturalista non è facile, qualcuno<br />
lo ha definito il più bello del mondo, ma<br />
ho imparato sulla mia pelle che questo<br />
è vero solo in parte», spiega il photoreporter.<br />
«Da giovane attendevo con ansia<br />
la rubrica di chiusura del National Geographic,<br />
On assignment, che raccoglieva<br />
la testimonianza di uno dei fotografi<br />
che avevano contribuito a quel numero.<br />
Poi la rubrica è scomparsa, ma ho fatto<br />
in tempo a esserci anch’io in occasione<br />
della prima storia che ho pubblicato.<br />
Appaio ritratto con indosso una cerata<br />
gialla, alle mie spalle un mare di pinguini<br />
reali. <strong>La</strong> mia vita selvaggia iniziò lì».<br />
A sud, invece, è il Museo archeologico<br />
nazionale di Napoli la sede dove riflettere<br />
attraverso l’experience exhibition realizzata<br />
in collaborazione con National<br />
Geographic Society e con la curatela<br />
scientifica di Luca Mercalli, presidente<br />
della Società meteorologica italiana.<br />
Fino al 31 maggio, Capire il cambiamento<br />
climatico diventa lo spazio narrativo<br />
ed esperienziale in cui analizzare cause<br />
ed effetti del riscaldamento globale.<br />
«Ambiente e clima oggi coinvolgono in<br />
un crescendo entusiasmante i giovani<br />
di tutto il mondo. Ed è a loro (ma non<br />
solo) che dedichiamo questa mostra<br />
viva, per un Mann che diventi sempre<br />
più un museo ecologico in quanto a<br />
comportamenti e stili di vita, soggetto<br />
attivo nella vita della città», sottolinea<br />
il direttore Paolo Giulierini. Centinaia di<br />
immagini, tra scatti di maestri della fotografia<br />
e filmati del National Geographic,<br />
creano ambienti immersivi dove vivere<br />
esperienze olfattive e sensoriali. Completano<br />
la mostra un corner di breaking<br />
news ambientali, laboratori per bambini<br />
e ragazzi, focus sull’inquinamento da<br />
plastica e sugli incendi incontrollati. I<br />
dati non sono certo confortanti: il 2018 è<br />
stato il quarto anno più caldo della storia<br />
a livello globale e luglio 2019 il mese più<br />
caldo di sempre (+0,95°C sopra la media<br />
del XX secolo) secondo il National Oceanic<br />
and Atmospheric Administration.<br />
Ultimo step, prima di uscire dal museo,<br />
un invito ad agire adottando comportamenti<br />
ecosostenibili nel proprio piccolo,<br />
dall’alimentazione ai trasporti, dalla<br />
riduzione dei consumi alla gestione dei<br />
rifiuti.<br />
fortedibard.it<br />
natgeoexperience.com<br />
museoarcheologiconapoli.it<br />
106
Avision of the animal world<br />
is what Fort Bard (Aosta)<br />
is housing until 2 June.<br />
On Assignment, A Wild Life is by<br />
Stefano Unterthiner, a zoologist,<br />
nature photographer and the author<br />
of numerous photographic books. It<br />
brings together a wide selection of<br />
pictures he has taken for the celebrated<br />
National Geographic magazine, with<br />
which he has worked since 2009.<br />
There are as many as 77 portraits<br />
broken down into ten stories that<br />
range from the remote Crozet islands<br />
to the fauna of the Patagonia Andes<br />
and the Gran Paradiso National Park<br />
in Italy. In addition to these pictures<br />
there is the premiere of A Family in<br />
the Arctic which is dedicated to the<br />
Svalbard Islands, where Unterthiner<br />
and his family have been living for a<br />
year to document the phenomenon<br />
of climate change. “It is not easy to do<br />
the job of a nature photographer: some<br />
people have called it the best job in the<br />
world, but I have learnt first-hand that<br />
that is only partially true,” explains the<br />
photoreporter. “When I was young, I<br />
waited anxiously for the closing feature<br />
of National Geographic, On Assignment,<br />
which reported on the views of one of<br />
the photographers who had worked<br />
on that edition. This column has been<br />
axed, but I was in time to get in there<br />
myself when I published my first story.<br />
I was shown wearing a yellow oilskin,<br />
with a sea of king penguins behind me.<br />
My life in the wild began there.”<br />
While in the southern part of the<br />
country, the venue sparking reflection<br />
is the National Archaeological<br />
Museum of Naples with the experience<br />
exhibition created in collaboration<br />
with the National Geographic Society<br />
and with the scientific curatorship of<br />
Luca Mercalli, president of the Italian<br />
Meteorological Society. Running until<br />
May 31 Capire il cambiamento climatico<br />
becomes a narrative and experiential<br />
space in which to analyse the causes<br />
and effects of global warming. “The<br />
environment and the climate are<br />
now engaging young people from<br />
throughout the world in an enthusiastic<br />
crescendo. And it is to them (but not<br />
just them) that we dedicate this living<br />
exhibition, for an Archaeological<br />
Museum that increasingly becomes an<br />
ecological museum as far as behaviour<br />
and lifestyles are concerned, an active<br />
player in the life of the city,” the director,<br />
Paolo Giulierini, explains. Hundreds of<br />
images, including some by master<br />
photographers and films by National<br />
Geographic, create an immersive<br />
ambiance featuring smell and<br />
sense experiences. The exhibition is<br />
completed by a breaking environmental<br />
news corner, workshops for kids and<br />
teenagers, a focus on plastic pollution<br />
and on uncontrollable fires. The<br />
figures certainly are not reassuring:<br />
2018 was the fourth warmest year<br />
in history globally, and July 2019 the<br />
warmest month ever (0.95°C above the<br />
average from the twentieth century)<br />
according to the National Oceanic and<br />
Atmospheric Administration. The final<br />
part before leaving the museum is an<br />
invitation to take action by adopting<br />
environmentally sustainable behaviour<br />
in one’s own small way, from food<br />
to transport, from the reduction of<br />
consumption to managing waste.<br />
© Paul Nicklen<br />
Una megattera morta nelle acque dell’Antartide/A dead humpback whale in Antarctic waters<br />
107
PHOTO<br />
OPEN MUSEUM<br />
STATUE IN FUGA AL MANN DI NAPOLI, FINO AL 24 FEBBRAIO<br />
di Sandra Gesualdi sandragesu<br />
Dario Assisi e Riccardo Maria Cipolla<br />
«<br />
<strong>La</strong> logica vi porterà da A a B.<br />
L’immaginazione vi porterà<br />
dappertutto», sosteneva Albert<br />
Einstein. E se la fantasia può fertilizzare<br />
il pensiero scientifico, nel campo<br />
delle arti serpeggia da sempre indiscussa.<br />
Dario Assisi e Riccardo Maria<br />
Cipolla ne hanno profusa parecchia<br />
nel loro ultimo progetto, tanto<br />
che hanno deciso di far scendere<br />
dal piedistallo le statue antiche che<br />
da decenni albergano nel Museo<br />
archeologico nazionale di Napoli.<br />
Fuga dal museo è la mostra che i<br />
due fotografi hanno ideato al Mann<br />
per raccontare con ironia il museo<br />
quale spazio della città che alla città<br />
si apre fino a invaderla, percorrerla,<br />
abitarla. Quaranta fotomontaggi capaci<br />
di rappresentare come potrebbe<br />
essere la vita quotidiana di dee<br />
e guerrieri, matrone e personaggi<br />
storici in una Napoli coeva. Nel percorso<br />
creativo è possibile scorgere<br />
l’Afrodite di Capua intenta a stendere<br />
i panni sul balcone in una giornata<br />
di sole, incrociare Atlante col mondo<br />
sulle spalle che circola in motorino<br />
tra le viuzze dei rioni, incontrare un<br />
Ercole gigante nella hall della metro<br />
Atlante/Atlas<br />
STATUES TAKING FLIGHT AT THE NATIONAL MUSEUM IN NAPLES<br />
(MANN), UNTIL 24 FEBRUARY<br />
“<br />
<strong>La</strong> Logic will take you from<br />
A to B. Imagination will<br />
take you everywhere,” said<br />
Albert Einstein. And if imagination<br />
can fertilise scientific thought, it has<br />
always woven itself through the arts<br />
without being challenged. The latest<br />
project by Dario Assisi and Riccardo<br />
Maria Cipolla is steeped in plenty of<br />
it, to such an extent that they have<br />
decided to bring the statues that<br />
have been housed in the National<br />
Archaeological Museum in Naples for<br />
decades down from their pedestals.<br />
Fuga dal museo is the exhibition that<br />
the two photographers have created<br />
at the museum to describe the<br />
institution, with irony, as a space that<br />
is part of the city and which opens up<br />
to the city, to the extent of invading<br />
it, going through it and inhabiting it.<br />
108
o ancora veder sfrecciare in auto<br />
un’allegra famiglia marmorea. «Il<br />
nostro progetto nasce dalla volontà<br />
di dare vita alle statue del Mann,<br />
rendendole vere creature che interagiscono<br />
con la realtà. Le sculture<br />
divengono persone che si aggirano<br />
per la città, desiderose di scoprirne i<br />
misteri, le bellezze e le paure», raccontano<br />
gli autori. Un vero e proprio<br />
corto circuito tra ieri e oggi, saltando<br />
di secolo in secolo per scoprire la<br />
città del Vesuvio nei suoi luoghi più<br />
famosi: Castel dell’Ovo, il lungomare,<br />
piazza del Plebiscito, la scalinata<br />
del Petraio, i vicoli del centro, ma<br />
anche le pensiline dei bus e i vagoni<br />
della metropolitana. Accompagnati<br />
da statuari figuri o bronzei profili,<br />
a dimostrare che l’arte non è cosa<br />
morta ma sempre stimolo all’oggi.<br />
museoarcheologiconapoli.it<br />
MANNapoli<br />
museoarcheologiconapoli<br />
There are forty photomontages that<br />
show how the daily life of goddesses<br />
and warriors, matriarchs and historical<br />
figures would look in contemporary<br />
Naples. In this creative work you<br />
can spot the Capuan Venus hanging<br />
up the washing on her balcony on a<br />
sunny day, come across Atlas with<br />
the world on his shoulders as he rides<br />
his moped down the neighbourhood<br />
alleyways, and find a giant Hercules<br />
in the entrance hall of the metro<br />
Atleta/Athlete<br />
station, or even see a happy marble<br />
family darting around in a car. “Our<br />
project arises from our desire to bring<br />
the museum’s statues to life, making<br />
them real creatures that interact with<br />
reality. Sculptures become people<br />
that go around the city, exploring its<br />
secrets, its beauty and its fears,” say<br />
the artists. It is a short circuit between<br />
yesterday and today, which jumps<br />
from century to century to discover<br />
the city of Vesuvius and its most<br />
famous locations: the Castel dell’Ovo,<br />
the seaside boulevard, the Piazza<br />
del Plebiscito, the Petraio stairs, the<br />
alleyways in the centre, but also<br />
bus shelters and metro carriages.<br />
Accompanied by statuesque figures<br />
or bronze images, to show that art is<br />
not dead after all, but instead is still a<br />
stimulus today.<br />
NAPOLI<br />
146 FRECCE AL GIORNO/A DAY<br />
Afrodite di Capua/The Capuan Venus<br />
109
UNESCO<br />
THREE TIMES UNIVERSAL<br />
© Marco Gabbin/AdobeStock<br />
Alpinisti sul Monte Bianco/Alpinists on Mont Blanc<br />
ECCELLENZE ITALIANE. PERDONANZA CELESTINIANA, TRANSUMANZA<br />
E ALPINISMO SONO PATRIMONIO IMMATERIALE DELL’UMANITÀ<br />
di Francesca Ventre - f.ventre@fsitaliane.it<br />
Il consenso, moltiplicato per<br />
tre, è unanime. L’Italia è stata<br />
premiata con l’inserimento nel<br />
Patrimonio culturale immateriale<br />
dell’Umanità della Perdonanza<br />
celestiniana, della Transumanza e<br />
dell’Alpinismo. Beni non tangibili<br />
che suggeriscono anche mete ed<br />
eventi da conoscere in questo <strong>2020</strong>.<br />
A L’Aquila, a poco più di dieci anni<br />
dal sisma, è diventato universale il<br />
valore di una ricorrenza, molto sentita<br />
dai cittadini di ogni età, che dal<br />
1294 ogni anno coinvolge la provincia<br />
in un itinerario dall’Eremo di<br />
110
Sant’Onofrio al Morrone a Sulmona<br />
fino al centro città. Momento culminante,<br />
ogni 28 agosto, è il Corteo<br />
della Bolla, con la Dama e il Giovin<br />
Signore in testa. L’altra soddisfazione<br />
tricolore è la Transumanza, che in<br />
questo caso ha vinto grazie al gioco<br />
di squadra con Austria e Grecia. Il<br />
percorso tricolore va da Nord a Sud.<br />
Luogo di partenza per la candidatura<br />
è stata Amatrice (RI), colpita dal<br />
terremoto del 2016. Tra le tappe di<br />
questo cammino delle greggi, delle<br />
mandrie e dei pastori, la Val Senales<br />
in Trentino-Alto Adige, Castelluccio<br />
di Norcia in Umbria, Frosolone in<br />
Molise e San Marco in <strong>La</strong>mis (FG). Ha<br />
ammaliato la giuria Unesco anche<br />
l’Alpinismo, un bene che l’Italia condivide<br />
con Francia e Svizzera. L’arte<br />
di scalare la montagna nasce lungo<br />
un confine arcuato d’eccezione che<br />
d’inverno e d’estate emoziona con<br />
panorami cangianti. Un patrimonio<br />
che, come ogni luogo d’Italia, è storia<br />
e natura. Da conoscere visitando<br />
un museo su tutti, il MMM Corones<br />
a Plan de Corones (BZ), dedicato<br />
alla disciplina di Reinhold Messner.<br />
Dall’edificio progettato da Zaha Hadid<br />
la vista a 360 gradi da 2.200 metri<br />
di altezza spazia su un’Italia mozzafiato.<br />
L’Aquila, Perdonanza celestiniana: la Dama della Bolla e il Giovin Signore in corteo<br />
L’Aquila, Celestinian Forgiveness: the <strong>La</strong>dy of the Bull and the Young Lord in the parade<br />
© Marcello Coletti<br />
111
UNESCO<br />
REMARKABLE ITALY. THE CELESTINIAN FORGIVENESS<br />
CELEBRATION, TRANSHUMANCE AND ALPINISM DECLARED<br />
INTANGIBLE CULTURAL HERITAGE OF HUMANITY<br />
Consensus, times three,<br />
was unanimous. Italy has<br />
been recognised with the<br />
Celestinian Forgiveness Celebration,<br />
Transhumance and Alpinism added<br />
to the list of Intangible Cultural<br />
Heritage of Humanity. In L’Aquila,<br />
just over ten years after it was<br />
devastated by an earthquake, the<br />
universal value of a celebration that<br />
is very important to citizens of all<br />
ages has been recognised. Since<br />
1294, it has taken the province along<br />
an itinerary from the hermitage of<br />
Sant’Onofrio al Morrone to Sulmona,<br />
going through the villages in the<br />
valley all the way to the town centre.<br />
The event culminates on 28 August,<br />
with the historical Bull Parade led by<br />
the <strong>La</strong>dy of the Bull and the Young<br />
Lord. The other source of Italian<br />
pride is Transhumance, which in<br />
this case won thanks to teamwork<br />
with Austria and Greece. The Italian<br />
itinerary goes from North to South.<br />
The starting point for the candidacy<br />
was Amatrice (Rieti), which was hit<br />
by the 2016 earthquake. The routes<br />
of this migration of flocks, herds<br />
and herders include Val Senales in<br />
Trentino-Alto Adige, Castelluccio<br />
di Norcia in Umbria, Frosolone in<br />
Molise and San Marco in <strong>La</strong>mis<br />
(Foggia). The UNESCO jury were also<br />
impressed by alpinism, which Italy<br />
shares with France and Switzerland.<br />
The art of climbing mountains is<br />
practiced along an exceptionally<br />
beautiful arched border that in<br />
winter and summer thrills with its<br />
changing panoramas. A heritage<br />
that, like everywhere in Italy, is<br />
both history and nature. It can be<br />
explored by visiting one particular<br />
museum, the MMM Corones on<br />
Kronplatz (Bolzano), dedicated<br />
to Reinhold Messner’s sport. The<br />
building designed by Zaha Hadid<br />
enjoys a breathtaking full panoramic<br />
view over Italy from 2,200 metres<br />
above sea level.<br />
Transumanza di cavalli/Equine transhumance, Castelluccio di Norcia (Perugia)<br />
© Rizzi/Ansa<br />
112
OFFERTE E SERVIZI<br />
PORTALE FRECCE<br />
PROMOZIONI<br />
FOOD ON BOARD<br />
CARTAFRECCIA<br />
NETWORK // ROUTES // FLOTTA<br />
114<br />
117<br />
118<br />
120<br />
122<br />
124
OFFERTE E SERVIZI<br />
CON LE FRECCE<br />
UN NUOVO<br />
ANNO INSIEME<br />
NUOVI FRECCIAROSSA IN TARDA SERATA<br />
Le giornate si allungano grazie ai nuovi <strong>Freccia</strong>rossa in tarda serata. È possibile scegliere l’orario più comodo e<br />
godersi i propri impegni fino all’ultimo minuto.<br />
• Nuove partenze di venerdì, sabato e domenica da Torino a Milano alle 23 e da Milano a Torino alle 23:05.<br />
• Nuove partenze di mercoledì e giovedì da Milano a Bologna alle 22:40.<br />
NUOVI COLLEGAMENTI DIRETTI<br />
Più Frecce e fermate lungo lo Stivale:<br />
• 2 <strong>Freccia</strong>rossa al giorno collegano Udine direttamente a Napoli, con fermate anche a Pordenone, Conegliano<br />
e Treviso.<br />
• 2 <strong>Freccia</strong>rgento veloci tra Roma e Lecce nel weekend, con un’unica fermata a Bari.<br />
• Bolzano, Trento e Milano direttamente collegate dal <strong>Freccia</strong>rossa in appena 3 ore di viaggio (2 ore e 26’ il<br />
tempo di percorrenza da Trento a Milano). Fermate anche a Rovereto, Verona, Peschiera del Garda e Brescia.<br />
• Si può raggiungere comodamente il centro di Firenze da Verona, Bolzano, Trento, Brescia, Bergamo e<br />
Vicenza grazie alla nuova fermata a Firenze Santa Maria Novella per le Frecce in servizio sulla rotta Verona-Roma.<br />
Un totale di 16 Frecce giornaliere collegano Verona e Firenze Santa Maria Novella da centro città<br />
a centro città in 1h 32’, 10 da e per Bolzano, 4 da e per Brescia e Bergamo, 2 da e per Vicenza.<br />
114
PIÙ VELOCITÀ DA E PER VENEZIA E SULLA ROTTA ADRIATICA<br />
Viaggi più rapidi nel massimo comfort:<br />
• da Venezia Mestre a Roma Tiburtina in sole 3h e 15’ grazie a 10 nuovi collegamenti veloci tra Venezia, Padova,<br />
Bologna e Roma. In più, 2 nuovi <strong>Freccia</strong>rossa anche tra Milano e Venezia, con fermate a Brescia, Verona,<br />
Vicenza, Padova e Mestre, per un totale di 48 <strong>Freccia</strong>rossa al giorno.<br />
• Più velocità e comfort sulla linea Adriatica grazie ai 14 <strong>Freccia</strong>rgento 700 ogni giorno, che diventeranno<br />
22 entro giugno, con velocizzazione fino a 30’ da e per Milano. I nuovi <strong>Freccia</strong>rgento stanno gradualmente<br />
sostituendo i <strong>Freccia</strong>bianca sulla direttrice Adriatica, incrementando i servizi offerti, qualità e riducendo i<br />
tempi di viaggio.<br />
PIÙ FERMATE NELLE CITTÀ<br />
Quest’inverno Trenitalia arriva ancora più vicino a casa:<br />
• oltre 300 fermate giornaliere nell’area di Milano, con 43 nuove fermate a Rogoredo, 30 nuove fermate<br />
a Rho-Fiera e 12 nuove fermate a Porta Garibaldi.<br />
• Oltre 300 le fermate giornaliere nell’area di Roma, con 21 nuove fermate a Tiburtina e 5 nuove fermate a<br />
Termini.<br />
• Oltre 150 le fermate giornaliere nell’area di Napoli, con 19 nuove fermate ad Afragola e 14 a Napoli Centrale.<br />
• Orari sempre più comodi per spostarsi tra Reggio Emilia, Ferrara, Rovigo e Roma:<br />
• 18 nuove fermate a Reggio Emilia AV, che portano a 76 le Frecce in servizio ogni giorno da e per la Città<br />
del tricolore.<br />
• 16 nuove fermate a Ferrara, per un totale di 26 fermate Frecce al giorno.<br />
• 4 nuove fermate a Rovigo, per un totale di 12 fermate Frecce al giorno.<br />
IN MONTAGNA CON FRECCE E FRECCIALINK<br />
Nuove partenze <strong>Freccia</strong>rossa da Napoli, Roma, Firenze, Bologna, Reggio Emilia e Milano per Oulx e Bardonecchia<br />
nei weekend fino al 29 marzo. Inoltre, tanti i collegamenti FRECCIALink nel weekend dalle principali fermate<br />
delle Frecce:<br />
• Cortina D’Ampezzo-S. Vito di Cadore-Tai di Cadore-Venezia Mestre in connessione con le Frecce da/<br />
per Roma, Firenze, Bologna, Ferrara, Verona e Milano.<br />
• Madonna di Campiglio-Pinzolo-Trento in connessione con le Frecce da/per Roma, Firenze, Bologna e Verona.<br />
• Selva di Val Gardena-S. Cristina di Val Gardena-Ortisei-Bolzano in connessione con le Frecce da/per Roma,<br />
Firenze, Bologna e Verona.<br />
• Canazei-Vigo di Fassa-Moena-Predazzo-Cavalese-Ora in connessione con le Frecce da/per Roma, Firenze,<br />
Bologna e Verona.<br />
• Courmayeur-Aosta-Torino Porta Susa in connessione con le Frecce da/per Napoli, Milano e Roma.<br />
115
OFFERTE E SERVIZI<br />
TRENITALIA<br />
VETTORE UFFICIALE<br />
DEL TOUR DEI MODÀ<br />
E DI LIAM GALLAGHER<br />
Trenitalia è vettore ufficiale dei concerti del Testa e Croce tour dei Modà. Chi raggiunge gli show in treno può<br />
usufriure dell’offerta Speciale Concerti per viaggiare in <strong>Freccia</strong>rossa, <strong>Freccia</strong>rgento, <strong>Freccia</strong>bianca, Intercity e<br />
Intercity Notte con sconti fino al 50% sul prezzo Base inserendo il codice TESTAOCROCE. In più, i soci CartaFRECCIA<br />
in possesso di ticket Frecce o Intercity per la città in cui si svolge lo spettacolo, grazie all’offerta SPECIAL-TRENITALIA,<br />
possono acquistare i biglietti del concerto a prezzi scontati nel settore parterre su ticketone.it/trenitalia.<br />
Speciale Concerti anche per le due date italiane di Liam Gallagher, il 15 febbraio a Roma e il 16 a Milano. Sconti fino al 50%<br />
su Frecce, Intercity e Intercity Notte inserirendo il codice LIAM al momento dell’acquisto sul sito.<br />
Offerte a disponibilità limitata, maggiori informazioni su trenitalia.com<br />
116
PORTALE FRECCE<br />
WWW.PORTALEFRECCE.IT<br />
INTRATTENIMENTO GRATUITO, FACILE E VELOCE<br />
Il portale FRECCE rende più piacevole il viaggio grazie ai numerosi servizi gratuiti disponibili a bordo dei treni <strong>Freccia</strong>rossa e<br />
<strong>Freccia</strong>rgento e nelle sale FRECCIAClub e FRECCIALounge. Per accedere basta collegarsi alla rete WiFi, digitare www.portalefrecce.it<br />
o scaricare l’app Portale FRECCE da App Store e Google Play. Ulteriori dettagli, info e condizioni su trenitalia.com<br />
SCELTI PER VOI<br />
CINEMA<br />
Saremo giovani<br />
e bellissimi<br />
Escape Plan<br />
Tutto il mio folle<br />
amore<br />
Tutto Tutto<br />
Niente Niente<br />
Martin Eden<br />
AZIONE, SPORT, LOGICA E TANTO ALTRO A DISPOSIZIONE DI<br />
GRANDI E PICCOLI VIAGGIATORI<br />
GIOCHI<br />
GLI ALTRI SERVIZI DISPONIBILI<br />
NEWS<br />
Notizie Ansa<br />
sui principali<br />
fatti quotidiani<br />
aggiornate ogni ora<br />
SERIE E PROGRAMMI TV<br />
Una selezione di<br />
serie e programmi<br />
tv nazionali e<br />
internazionali<br />
BAMBINI<br />
Cartoni e<br />
programmi<br />
per i piccoli<br />
viaggiatori<br />
EDICOLA DIGITALE<br />
Quotidiani e<br />
riviste nazionali e<br />
internazionali<br />
AUDIOLIBRI<br />
Audiolibri di<br />
vario genere<br />
anche per<br />
bambini<br />
INFO DI VIAGGIO<br />
Informazioni in<br />
tempo reale su<br />
puntualità, fermate,<br />
coincidenze<br />
INTERNET WIFI<br />
Connessione a<br />
Internet tramite<br />
WiFi<br />
di bordo<br />
MUSICA<br />
Il meglio<br />
della musica<br />
contemporanea<br />
italiana e straniera<br />
CORSO DI INGLESE<br />
Oltre 100 lezioni<br />
per imparare<br />
l’inglese<br />
viaggiando<br />
LIBRI E GUIDE<br />
Circa 200<br />
contenuti tra<br />
libri ed estratti di<br />
guide turistiche<br />
Per assistenza è possibile contattare il numero verde Telecom Italia 800.287515 Opzione 1, attivo tutti i giorni dalle 8 alle 22<br />
117
PROMOZIONI<br />
YOUNG<br />
Riservata ai soci CartaFRECCIA under 30, l’offerta Young permette di risparmiare<br />
fino al 50% sul prezzo Base dei biglietti per tutti i treni nazionali e in tutti i livelli di<br />
servizio, a eccezione dell’Executive, del Salottino e delle vetture Excelsior 1 .<br />
SPECIALE 2X1<br />
Offerta dedicata a chi prende il treno<br />
di sabato. Si viaggia in due pagando<br />
un solo biglietto al prezzo<br />
Base nei livelli Business, Premium e<br />
Standard e in 1^ e 2^ classe. Ideale<br />
per raggiungere, in coppia, i luoghi<br />
dove si tengono concerti, partite,<br />
mostre e altri eventi 3 .<br />
BIMBI GRATIS<br />
Con Trenitalia i bambini viaggiano<br />
gratis in <strong>Freccia</strong>rossa, <strong>Freccia</strong>rgento,<br />
<strong>Freccia</strong>bianca e Intercity nei livelli<br />
Business, Premium e Standard e in<br />
1^ e 2^ classe. Gratuità prevista per<br />
i minori di 15 anni accompagnati da<br />
almeno un maggiorenne, in gruppi<br />
composti da 2 a 5 persone 4 .<br />
A/R WEEKEND<br />
Promozione per chi parte il sabato<br />
e torna la domenica con le Frecce a<br />
prezzi fissi, differenziati in base alle<br />
relazioni e alla classe o al livello di<br />
servizio. <strong>La</strong> giusta soluzione per visitare<br />
le città d’arte nel fine settimana<br />
senza stress e lasciando l’auto a<br />
casa 5 .<br />
118
INSIEME<br />
Offerta dedicata ai gruppi da 2 a 5 persone per viaggiare con uno sconto del 30%<br />
sul prezzo Base di Frecce, Intercity e Intercity Notte. <strong>La</strong> promozione è valida in 1^<br />
e 2^ classe e nei livelli di servizio Business, Premium e Standard. Sono esclusi il<br />
livello Executive, il Salottino e le vetture Excelsior 2 .<br />
TUTTE LE ALTRE OFFERTE E LA GAMMA DEI PREZZI SU<br />
TRENITALIA.COM<br />
1. Acquistabile entro le ore 24 del secondo giorno precedente la partenza. Il numero dei posti disponibili è limitato e varia in base al giorno,<br />
al treno e alla classe/livello di servizio. Cambio prenotazione/biglietto, rimborso e accesso ad altro treno non ammessi. Al momento<br />
dell’acquisto il sistema propone sempre il prezzo più vantaggioso. A bordo è necessario esibire la CartaFRECCIA insieme a un documento<br />
d’identità.<br />
2. Il numero dei posti è limitato e variabile, a seconda del treno, della classe/livello di servizio e del numero dei componenti del gruppo.<br />
Acquistabile entro le ore 24 del secondo giorno precedente la partenza del treno. Cambio prenotazione/biglietto e rimborso non consentiti.<br />
Offerta non cumulabile con altre riduzioni a eccezione di quella prevista a favore dei ragazzi.<br />
3. L’offerta è valida tutti i sabati ed è acquistabile entro le ore 24 del secondo giorno precedente la partenza. Posti limitati e variabili in base al<br />
treno e alla classe/livello di servizio. Cambio prenotazione/biglietto e rimborso non consentiti. Offerta non cumulabile con altre riduzioni.<br />
4. I componenti del gruppo che non siano bambini/ragazzi pagano il biglietto al prezzo Base. Offerta a posti limitati e variabili rispetto al<br />
giorno, al treno e alla classe/livello di servizio. Cambio prenotazione/biglietto e rimborso soggetti a restrizioni. Acquistabile entro le ore 24 del<br />
secondo giorno precedente la partenza.<br />
5. Il numero dei posti è limitato e variabile, a seconda del treno e della classe/livello di servizio. Acquistabile entro le ore 24 del terzo<br />
giorno precedente la partenza del treno. Il cambio prenotazione/biglietto è soggetto a restrizioni. Il rimborso non è consentito. Offerta non<br />
cumulabile con altre riduzioni, compresa quella prevista a favore dei ragazzi.<br />
.<br />
119
FOOD ON BOARD<br />
Il viaggio nel viaggio<br />
GUSTALI A BORDO<br />
Questo mese abbiamo preparato per voi casarecce con sugo di pomodorini freschi e tonno, pollo alla cacciatora e carote<br />
al vapore. Ricette genuine, sane e complete di vitamine, proteine nobili e omega3, per un pieno di energia.<br />
Lo sapevate che il sugo tonno e pomodoro è nato a Bologna? Lo ha scoperto l’Accademia Italiana di Cucina dopo approfondite<br />
ricerche. Pare, infatti, che questa ricetta sia nata con la diffusione del tonno in scatola alla fine dell’800. Facile da<br />
preparare, diventò presto un’alternativa gustosa al classico piatto di pesce del venerdì.<br />
Scopri tutti i menù a bordo treno su itinere.it<br />
120
© M.T. Furnari<br />
FRECCIAROSSA<br />
GOURMET<br />
by<br />
Carlo Cracco<br />
FILETTI DI ORATA CON VERDURE AL VAPORE<br />
Lista della spesa (per 4 persone)<br />
4 filetti di orata, 200 g di zucchine, 100 g di carote, 100 g di<br />
sedano verde, 100 g di cavolfiore, 6 cucchiai di olio extravergine<br />
di oliva, sale marino iodato q.b.<br />
Preparazione<br />
Eliminare le eventuali spine dal pesce. <strong>La</strong>vare e mondare<br />
le verdure. Spuntare le zucchine, pelare le carote e tagliare<br />
entrambi gli ortaggi a rondelle. Togliere i filamenti dal sedano<br />
verde e tagliarlo a pezzi medi. Dividere il cavolfiore a<br />
ciuffetti incidendolo nel senso della lunghezza. Preparare<br />
la vaporiera oppure mettere a bollire l’acqua in una pentola<br />
su cui possa essere adagiato un colino grande a rete e un<br />
coperchio. Il livello di liquido deve essere tale da non toccare<br />
il contenitore su cui mettere le verdure. Quando l’acqua<br />
bolle, porre le carote, il sedano e il cavolfiore nel colino<br />
o nel cestello e coprire. Dopo 7 minuti unire le zucchine<br />
e proseguire la cottura finché le verdure non diventino tenere.<br />
Toglierle dal recipiente e metterle in una insalatiera.<br />
Condire con poco sale e l’olio extravergine di oliva.<br />
In un’altra padella, scaldare 2 cucchiai di olio, adagiare i<br />
filetti di orata e salare da entrambi i lati. Una volta cotto,<br />
servire il pesce insieme alle verdure.<br />
Vino consigliato<br />
Terre Siciliane Bianco IGT, Sicilia<br />
Di colore giallo paglierino con riflessi verdognoli, al naso<br />
presenta aromi di pompelmo, pesca bianca, mela verde e<br />
ananas. Al palato è fresco, piacevolmente morbido, ricco,<br />
intenso e fragrante.<br />
Menù <strong>Freccia</strong>rossa by Carlo Cracco<br />
121
CARTAFRECCIA<br />
IL VIAGGIO CONTINUA,<br />
RIPARTI CON I TUOI PUNTI<br />
I TUOI<br />
PUNTI<br />
PREMIO<br />
2019<br />
NON<br />
SCADONO<br />
Quest’anno i punti premio che non hai utilizzato<br />
iniziano il nuovo anno con te.<br />
Richiedi i premi fino al 28 febbraio 2021<br />
Il Regolamento completo del Programma CartaFRECCIA, che ha validità fino al 31 dicembre <strong>2020</strong>, è disponibile sul sito o presso le self<br />
service o biglietterie Trenitalia. I premi potranno essere richiesti fino al 28 febbraio 2021. Info su trenitalia.com<br />
122
MOSTRE IN TRENO<br />
E PAGO MENO<br />
PER I SOCI CARTAFRECCIA SCONTI<br />
E AGEVOLAZIONI NELLE PRINCIPALI<br />
SEDI MUSEALI E DI EVENTI IN ITALIA<br />
Palazzo dei Diamanti dedica una<br />
mostra a Giuseppe De Nittis (1846-<br />
1884), figura di spicco, insieme a<br />
Giovanni Boldini, della scena parigina<br />
di fine ’800. Fino al 13 aprile,<br />
l’esposizione rilegge la parabola<br />
creativa del pittore da una prospettiva<br />
che evidenzia la carica innovativa<br />
della sua arte e il suo modo,<br />
per certi versi inedito, di guardare la<br />
realtà e tradurla con immediatezza<br />
sulla tela per mezzo di inquadrature<br />
audaci, tagli improvvisi, prospettive<br />
sorprendenti. Che si tratti dei paesaggi<br />
assolati del Sud Italia, delle<br />
affollate piazze di Londra e Parigi o<br />
di ritratti, De Nittis ha lasciato una<br />
serie di istantanee che rappresentano<br />
il mondo nel suo apparire fugace<br />
e transitorio, partecipando<br />
attivamente a quel nuovo sguardo<br />
che apre la strada alla modernità.<br />
Organizzata dalla Fondazione<br />
Ferrara Arte e dalle Gallerie d’Arte<br />
Moderna e Contemporanea, in<br />
collaborazione con il Comune di<br />
Barletta, la rassegna nasce dal rapporto<br />
di interscambio culturale instauratosi<br />
tra due istituzioni civiche<br />
simili per storia e natura: il Museo<br />
Giovanni Boldini di Ferrara e la Pinacoteca<br />
Giuseppe De Nittis di Barletta.<br />
Promozione 2x1 per i soci Carta-<br />
FRECCIA in possesso di biglietto<br />
delle Frecce con destinazione Ferrara.<br />
palazzodiamanti.it<br />
IN CONVENZIONE ANCHE<br />
TORINO<br />
• Hokusai Hiroshige Hasui. Viaggio<br />
nel Giappone che cambia, fino al 16<br />
febbraio alla Pinacoteca Agnelli<br />
• Andrea Mantegna fino al 4 maggio a<br />
Palazzo Madama<br />
MILANO<br />
• Museo della Scienza<br />
• De Chirico, fino al 19 gennaio<br />
e Guggenheim. <strong>La</strong> Collezione<br />
Thannhauser. Da Van Gogh a Picasso,<br />
fino al 1° marzo a Palazzo Reale<br />
• De Pisis, fino al 1° marzo al Museo<br />
del Novecento<br />
• Elliot Erwitt. Family, fino al 15 marzo<br />
al Mudec<br />
• Canova, fino al 18 febbraio alla GAM<br />
VENEZIA<br />
• Peggy Guggenheim L’ultima<br />
dogaressa, fino al 27 gennaio alla<br />
collezione Peggy Guggenheim<br />
BOLOGNA<br />
• Etruschi. Viaggio nella terra dei<br />
Rasna fino al 24 maggio al Museo<br />
Civico Archeologico Bologna<br />
FIRENZE<br />
• Natalia Goncharova, fino al 12<br />
gennaio a Palazzo Strozzi<br />
• Inside Magritte, fino al 1° marzo alla<br />
chiesa di Santo Stefano al Ponte<br />
ROMA<br />
• Gabriele Basilico dal 25 gennaio al<br />
13 aprile a Palazzo delle Esposizioni<br />
NAPOLI<br />
• National Geographic Climate<br />
Change, fino al 31 maggio al Museo<br />
Archeologico Nazionale<br />
• Napoli Napoli, fino al 21 giugno al<br />
Museo di Capodimonte<br />
• Joan Miró. Il linguaggio dei segni fino<br />
al 23 febbraio al Pan<br />
Info su trenitalia.com<br />
Giuseppe De Nittis<br />
Il salotto della principessa Mathilde (1883)<br />
Olio su tela 74x92,5 cm<br />
Barletta, Pinacoteca Giuseppe De Nittis<br />
Joan Miró<br />
Ballerina (1924)<br />
Portuguese State Collection in deposit<br />
in Fundação Serralves<br />
Courtesy Succesió Miró by SIAE 2019<br />
© Filipe Braga/Fundação Serralves, Porto<br />
123
Oulx-Bardonecchia<br />
NETWORK // ROUTES // FLOTTA<br />
Courmayeur<br />
Aosta<br />
Torino<br />
Madonna di Campiglio Ora<br />
Bergamo<br />
Milano<br />
Genova<br />
Brescia<br />
Reggio Emilia AV<br />
NO STOP<br />
Modena<br />
Bologna<br />
<strong>La</strong> Spezia<br />
Pisa<br />
Trento<br />
Verona<br />
Bolzano<br />
Mantova<br />
Firenze<br />
Siena<br />
Vicenza<br />
Val Gardena<br />
Perugia<br />
Val di Fassa-Val di Fiemme<br />
Cortina d’Ampezzo<br />
Udine<br />
OLTRE 300<br />
Treviso<br />
Trieste<br />
Venezia<br />
Padova<br />
Ravenna<br />
Assisi<br />
Rimini<br />
Ancona<br />
FRECCE<br />
E FRECCIALINK<br />
AL G I O R N O<br />
Pescara<br />
Roma<br />
Fiumicino<br />
Aeroporto<br />
Caserta<br />
Foggia<br />
Napoli<br />
Matera<br />
Bari<br />
Lecce<br />
Salerno<br />
Sapri<br />
Potenza<br />
Sibari<br />
Taranto<br />
Metaponto<br />
Paola<br />
<strong>La</strong>mezia Terme<br />
LEGENDA:<br />
Reggio di Calabria<br />
I collegamenti da/per Bardonecchia sono attivi nei fine settimana fino al 29 marzo <strong>2020</strong><br />
I collegamenti FRECCIALink per la montagna sono attivi nei fine settimana fino al 29 marzo <strong>2020</strong><br />
Maggiori dettagli su destinazioni e giorni di circolazione su trenitalia.com<br />
Per schematicità e facilità di lettura la cartina riporta soltanto alcune città esemplificative dei percorsi delle diverse tipologie di Frecce<br />
Maggiori dettagli per tutte le soluzioni di viaggio su trenitalia.com<br />
FRECCIAROSSA ETR 1000<br />
Velocità max 400 km/h<br />
Velocità comm.le 300 km/h<br />
Composizione 8 carrozze<br />
Livelli di servizio Executive, Business,<br />
Premium, Standard<br />
Posti 457<br />
WiFi<br />
Presa elettrica al posto<br />
Servizi per persone con disabilità<br />
Fasciatoio<br />
124
UN<br />
NETWORK<br />
DI<br />
OLTRE<br />
100 CITTÀ<br />
COLLEGAMENTI<br />
GIORNALIERI E DURATA<br />
MINIMA DEL VIAGGIO<br />
104 <strong>Freccia</strong>rossa<br />
Milano-Roma 3h 10’<br />
FRECCIAROSSA<br />
FRECCIAROSSA ETR 500<br />
Velocità max 360 km/h | Velocità comm.le 300 km/h | Composizione 11 carrozze<br />
4 livelli di servizio Executive, Business, Premium, Standard | Posti 574<br />
WiFi | Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio<br />
FRECCIARGENTO ETR 700<br />
Velocità max 250km/h | Velocità comm.le 250km/h | Composizione 8 carrozze<br />
3 livelli di Servizio Business, Premium, Standard | Posti 500<br />
WiFi | Presa elettrica e USB al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio<br />
1 a<br />
40 <strong>Freccia</strong>rossa e<br />
<strong>Freccia</strong>rgento<br />
Roma-Venezia 1 3h 15’<br />
FRECCIARGENTO ETR 600<br />
Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 7 carrozze<br />
Classi 1^ e 2^ | Posti 432<br />
WiFi | Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio<br />
16 <strong>Freccia</strong>rossa e<br />
<strong>Freccia</strong>rgento<br />
Roma-Verona 3h 18’<br />
FRECCIARGENTO ETR 485<br />
Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 9 carrozze<br />
Classi 1^ e 2^ | Posti 489<br />
WiFi | Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio<br />
48 <strong>Freccia</strong>rossa<br />
Milano-Venezia 2 2h 15’<br />
I tempi minimi indicati si riferiscono alla soluzione<br />
di viaggio più veloce con una delle tre Frecce, dalle<br />
stazioni centrali dove non specificato.<br />
I collegamenti comprendono sia i servizi di andata<br />
che di ritorno. Sono previste variazioni nel fine<br />
settimana e in alcuni periodi dell’anno.<br />
Maggiori dettagli per tutte le soluzioni su<br />
trenitalia.com<br />
1 Durata riferita al collegamento tra Roma Tiburtina e<br />
Venezia Mestre<br />
2 Durata riferita al collegamento tra Milano Centrale e<br />
Venezia Mestre<br />
FRECCIABIANCA<br />
Velocità max 200 km/h | Velocità comm.le 200 km/h | Composizione 9 carrozze<br />
Classi 1^ e 2^ | Posti 603<br />
Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio<br />
FRECCIABIANCA ETR 460<br />
Velocità max 250 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 9 carrozze<br />
Classi 1^ e 2^ | Posti 479<br />
Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio<br />
125
PRIMA DI SCENDERE<br />
FOTO DEL MESE<br />
RICORDARSI DI RICORDARE<br />
«Onoriamo quei giusti che hanno avuto il coraggio di non obbedire gli ordini,<br />
ma hanno seguito l’ordine morale, l’ordine etico, l’ordine del cuore»<br />
[Liliana Segre, senatrice a vita sopravvissuta ad Auschwitz]<br />
«Un luogo di memoria e raccoglimento. Mai così importante e attuale come in questo momento.<br />
Una visita al Memoriale avrà anche il significato di un impegno civile.<br />
L’impegno della memoria che caratterizza una comunità che vuole costruire un futuro migliore per i propri figli e nipoti.<br />
Per non arrenderci alla deriva che confonde torti e ragioni e sovrappone i carnefici alle vittime»<br />
[Ferruccio de Bortoli, presidente onorario del Memoriale della Shoah di Milano]<br />
© Nicolò Piuzzi<br />
Memoriale della Shoah, Milano Centrale<br />
Il 27 gennaio <strong>2020</strong> è il 20esimo Giorno della Memoria, istituito dal Parlamento italiano con la legge n. 211 del 2000. Recita<br />
così l’articolo 2: «In occasione del Giorno della Memoria di cui all’articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri<br />
e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su<br />
quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti, in modo da conservare nel<br />
futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili<br />
eventi non possano mai più accadere».<br />
Dieci anni fa alla stazione di Milano Centrale è nato il Memoriale della Shoah, presso il binario sotterraneo<br />
originariamente adibito alla movimentazione dei vagoni postali e poi, tra il 1943 e il ’45, luogo di partenza per migliaia di<br />
ebrei e oppositori politici caricati su vagoni merci, agganciati ai convogli diretti ad Auschwitz-Birkenau, Mauthausen e<br />
altri campi di sterminio e concentramento, o ai campi italiani di raccolta come quelli di Fossoli (MO) e Bolzano. Delle 169<br />
persone caricate sul primo convoglio, il 6 dicembre 1943, ne tornarono solo cinque.<br />
Al Memoriale (ingresso da piazza Edmond J. Safra, 1) fino al 9 febbraio si può visitare anche la mostra 100 giusti del<br />
mondo, storie contro l’indifferenza raccontate con i disegni e le parole di Jean Blanchaert, insieme a testi di Gabriele<br />
Nissim e Philippe Daverio.<br />
memorialeshoah.it<br />
126
PRIMA DI SCENDERE<br />
FONDAZIONE FS<br />
CENTOPORTE CHE PASSIONE<br />
RIVIVE IL FASCINO DEGLI ANNI ’20 A BORDO DEI TRENI DELLA<br />
FONDAZIONE FS ITALIANE<br />
di Ernesto Petrucci<br />
Carrozza degli anni ’20 (tipo 1928R, serie CIz 36225)<br />
© Archivio Fondazione FS Italiane<br />
«Il sole entrava dall’altro finestrino arrossando un rettangolo di tappezzeria. Fuori l’ombra dei<br />
vagoni era lunga, correva tutta quanta nel campo dove il grano cominciava a spuntare»<br />
[Carlo Cassola, Ferrovia locale, 1968]<br />
«<br />
Il <strong>2020</strong> sarà l’anno del treno turistico», ha dichiarato il ministro<br />
per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo Dario<br />
Franceschini. L’intento è quello di promuovere un nuovo<br />
modo di viaggiare vivendo le bellezze del paesaggio, ma anche<br />
la storia e la cultura del nostro Paese. E i treni della Fondazione<br />
FS Italiane sono il cuore di questa nuova stagione del<br />
viaggio in treno. Oltre a suggestive, vecchie linee ferroviarie<br />
tornate a vivere grazie al progetto Binari senza tempo, sui treni<br />
storici si viaggia a bordo di veicoli d’epoca perfettamente<br />
restaurati e carichi dell’antico fascino dei treni del ’900. Loco-<br />
SAVE THE DATE TRENI STORICI<br />
FONDAZIONE FS ITALIANE<br />
5<br />
6, 12<br />
19<br />
26<br />
2<br />
9<br />
GENNAIO<br />
Archeotreno Napoli-Sapri<br />
Pietrarsa Express Napoli-Portici-Ercolano<br />
Reggia Express Napoli-Caserta<br />
Pietrarsa Express Napoli-Portici-Ercolano<br />
FEBBRAIO<br />
Archeotreno Napoli-Sapri<br />
Pietrarsa Express Napoli-Portici-Ercolano<br />
motive e carrozze che costituiscono pezzi unici della nostra<br />
storia ferroviaria come le Centoporte, che proprio 100 anni<br />
fa divennero i veicoli simbolo del parco rotabili delle Ferrovie.<br />
Furono chiamate carrozze stile anni ’20, ma viaggiarono<br />
fino agli anni ’60. Inizialmente con la loro bella livrea verde<br />
vagone e poi, dal 1935, nella più conosciuta tinta castanoisabella,<br />
due toni di marrone (uno chiaro l’altro più scuro) che<br />
caratterizzarono tanti rotabili FS fino al secondo dopoguerra.<br />
Treni famosi anche per aver popolato sequenze e scene<br />
del nostro grande cinema e rimaste per sempre impresse<br />
nell’immaginario collettivo degli italiani. In quegli interni caratterizzati<br />
dalle lucide panche in legno, dai lampadarietti con<br />
le coppe bianche e dalle tendine ricamate fittamente, con<br />
il logo FS ovunque ripetuto, si è svolto il lungo viaggio degli<br />
italiani: quelle 100 porte di pesante metallo si sono aperte e<br />
chiuse tante volte nelle mille stazioni d’Italia, ritmando con il<br />
loro rumore incontri e addii, riunioni e separazioni. Corrono le<br />
vicende individuali e collettive, e le infinite trame di una storia<br />
che è ancora in viaggio verso un futuro da scoprire, ma con<br />
le radici saldamente piantate in un passato vivo, patrimonio<br />
della cultura nazionale.<br />
127
PRIMA DI SCENDERE<br />
FUORI LUOGO<br />
di Mario Tozzi OfficialTozzi<br />
[Geologo Cnr, conduttore tv e saggista]<br />
NAVIGLI PERDUTI<br />
Non rimangono che poche<br />
tracce immiserite dell’antica<br />
gloria dei navigli milanesi,<br />
importanti canali artificiali<br />
che collegavano la città al mare<br />
Adriatico. A Milano c’erano anche<br />
un porto e una darsena, ma i navigli<br />
residui è meglio scoprirli con la<br />
nebbia, quando si può cogliere l’atmosfera<br />
sfumata di un città che non<br />
c’è più. Non è stata distrutta: è semplicemente<br />
finita sotto terra. Con<br />
le barche dei navigli arrivavano in<br />
città carbone, legname, marmi (per<br />
il Duomo), fieno e perfino bestiame,<br />
mentre ripartivano vini, grano, sale<br />
e manufatti artigianali. C’erano poi<br />
le barche passeggeri che trasportavano<br />
gente da Pavia e da dovunque<br />
ci fosse un canale collegato. È strano<br />
pensare che, prima della perdita<br />
delle acque, tutti i milanesi fossero<br />
ottimi pescatori. Nati per snellire il<br />
traffico impacciato e lentissimo delle<br />
strade medievali (e per necessità<br />
di difesa), i navigli hanno paradossalmente<br />
condizionato lo sviluppo<br />
di una città che non possiede neppure<br />
un fiume, ma che conserva<br />
comunque una sua magia di città<br />
acquatica. Se percorrete ripa di Porta<br />
Ticinese e via Sforza, non avrete<br />
difficoltà a immaginarle costellate<br />
di botteghe e osterie, con accanto i<br />
Navigli in fermento, ultimo retaggio<br />
di un tempo passato.<br />
© Kavalenkava/AdobeStock<br />
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