PORTAVOCE DI SAN LEOPOLDO MANDIC - dicembre 2019

Portavoce di san Leopoldo Mandic (Dal 1961, a Padova, la rivista del santuario di padre Leopoldo, francescano cappuccino, il santo della misericordia e dell'ecumenismo spirirituale) Portavoce di san Leopoldo Mandic (Dal 1961, a Padova, la rivista del santuario di padre Leopoldo, francescano cappuccino, il santo della misericordia e dell'ecumenismo spirirituale)

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PortavoceN. 9 - DICEMBRE 2019di san Leopoldo MandićMensile - anno 59 - n. 9 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PDSOCIETÀCOME AFFRONTARELA DIPENDENZADA ALCOLE IL VERBOSI FECE… SILENZIOIL VANGELO DI NATALEFEDE & VITAPERDONAREÈ DIFFICILEMA È DIVINO

Portavoce

N. 9 - DICEMBRE 2019

di san Leopoldo Mandić

Mensile - anno 59 - n. 9 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD

SOCIETÀ

COME AFFRONTARE

LA DIPENDENZA

DA ALCOL

E IL VERBO

SI FECE… SILENZIO

IL VANGELO DI NATALE

FEDE & VITA

PERDONARE

È DIFFICILE

MA È DIVINO


ATTUALITÀ ECCLESIALE

E il Verbo si fece… silenzio

« E

il Verbo si fece carne» (Gv

1,14). Il giorno di Natale,

nelle chiese di tutto il

mondo risuona lo straordinario

annuncio dell’incarnazione

del Figlio di Dio. Queste

parole, che si collocano all’inizio del

Vangelo di Giovanni, sembrano non

possedere quella “magia” che appartiene

invece al racconto di Luca,

dove si descrive la nascita di Gesù

nella grotta di Betlemme (anche se

l’immaginario collettivo del Natale

cristiano dipende soprattutto dai cosiddetti

vangeli apocrifi, cioè ritenuti

non ufficiali dalla Chiesa, più che da

quelli canonici, come Matteo o Luca).

Eppure, le parole scritte da Giovanni

rappresentano senza dubbio

la sintesi più ardita e potente del

mistero del Natale. Non solo, anche

del mistero di Dio.

Nell’originale greco del quarto

vangelo si legge così: kài o lóghos

sàrx eghéneto. La versione latina

suona probabilmente più familiare:

et Verbum caro factum est.

Il primo problema da affrontare

per addentrarsi nelle parole di Giovanni

è la corretta interpretazione

del termine lóghos. Il dizionario di

greco antico riporta per tale parola

diverse colonne di significati e di

esempi tratti dalla letteratura, organizzandoli

attorno a due macro aree

semantiche: la «parola», e quindi il

campo della comunicazione scritta

e orale, e la «ragione», e quindi il

campo dell’ordine, dell’interpretazione

e dei concetti. In altre parole,

lóghos è un termine che evoca tutto

quanto riguarda la «relazione»: la

relazione tra persone (comunicazione

orale e scritta), la relazione

Natale Un riflessione sul mistero

dell’“abbassamento” di Dio che, per farsi vicino

all’uomo, è disposto a tutto. Anche a imparare la

faticosa arte di comunicare con il linguaggio umano

tra le persone e il mondo esterno (le

realtà e gli avvenimenti della nostra

vita), la relazione tra le persone e

il «sé» (corpo, interiorità, capacità

d i A l e s s a n d r o C a r o l l o

emotive e razionali). La versione

latina della Bibbia scelse di tradurre

lóghos con verbum, che significa

«parola», privilegiando così un’in-

10 | PORTAVOCE | DICEMBRE 2019


terpretazione di carattere comunicativo.

Non si tratta però di una

indebita riduzione, ma piuttosto di

una traduzione di carattere complessivo.

Infatti, verbum, «parola»,

riassume potenzialmente tutte le

possibili definizioni di lóghos: non

esiste «relazione» senza parola e

neppure senza una definizione, un

concetto, un riferimento al proprio

mondo fatto di sentimenti, di ragioni

e di valutazioni.

DIO-LOGOS… SENZA PAROLE

Il Dio cristiano, quindi, si presenta

come Lóghos, «parola» o – per usare

un termine meno scontato – «relazione».

Ogni realtà (il mondo, gli uomini,

Dio stesso) è segnata da questa

originaria «relazione» o «parola».

Il Dio-Logos è Colui che perennemente

genera relazioni nell’abisso

di vita delle persone trinitarie, Padre

e Figlio e Spirito Santo. Egli, il

Dio-Parola, è il legame fondamentale

che dà vita e sostiene il creato. Il

Dio-Relazione lascia continuamente

traccia di sé nel mondo, nel cuore

di ogni uomo e di ogni donna. Il

Lóghos è quella ragione che oltrepassa,

senza annichilire, tutte le

potenzialità umana, anzi le prende

su di sé per condurle fin dentro il

mistero stesso di Dio.

Se tutto è segnato dalla «relazione»

– tratto distintivo dell’agire e

dell’essere stesso di Dio –, si comprende

allora la “potenza” dell’annuncio

del Natale cristiano: «E il

Lóghos si fece carne», dove «carne»

indica fragilità e bisogno («carne» è

qui un riferimento diretto e imprescindibile

alla debolezza inerte del

bambino).

«E IL VERBO SI FECE CARNE

E VENNE AD ABITARE

IN MEZZO A NOI;

E NOI ABBIAMO CONTEMPLATO

LA SUA GLORIA,

GLORIA COME DEL FIGLIO UNIGENITO

CHE VIENE DAL PADRE,

PIENO DI GRAZIA E DI VERITÀ»

(GIOVANNI 1,14)

Il nesso tra il lóghos e la «carne»

svela il carattere “sovversivo” del

nostro Dio. Infatti, noi cristiani

crediamo in un Dio che è «Parola»

(il Dio-Logos), e a Natale celebriamo

questo Dio che si fa carne in

un bambino, che per definizione

è l’essere umano nella fase iniziale

del suo sviluppo, quando è ancora

incapace di esprimersi a parole («infante»,

dal latino, significa «muto»,

«che non sa (ancora) parlare»).

Quindi, potremmo tradurre così

il testo di Gv 1,14: «E il Lóghos si

fece… silenzio!», la Parola di Dio si

fece muta o, meglio, volle imparare

a parlare. Il Verbo rimane, così, senza

parole.

RISCHIO

Facendosi bambino, temporaneamente

inabile a parlare, il Figlio di

Dio mostra di prendere sul serio

la nostra umanità. Egli accetta e fa

suo il modo con cui i figli vengono

allevati dai genitori e cominciano a

relazionarsi con il mondo. Il Verbo

che si fa carne impara a esprimersi

come bambino e assume il rischio

insito in ogni parola umana: quello

di essere equivoca e fraintesa.

Sì, Dio si assume un tale rischio,

ma questo non significa che rinunci

a qualcosa del suo essere Dio. Infatti,

la parola non esaurisce tutte le possibilità

della «relazione». Affermano

gli studiosi che solo una minima

parte della comunicazione è data

dal “contenuto”, mentre l’efficacia

della comunicazione dipende molto

dai cosiddetti aspetti non-verbali e

para-verbali. Ed è proprio per questo

che un bambino comunica, anche

se (ancora) non parla!

Allo stesso modo, facendosi «infante»,

Dio non perde in assoluto la

capacità di comunicare, ma si pone

dei limiti, si “disciplina”, si pone

sullo stesso piano dell’uomo che,

al momento della nascita, non parla,

pur avendone potenzialmente

le capacità, ma impara a farlo. Dio

DICEMBRE 2019 | PORTAVOCE | 11


E IL VERBO SI FECE… SILENZIO

accetta di assimilare il linguaggio

umano che può anche non essere

capito, che potrà in qualche caso

essere distorto, ma che rimane pur

sempre l’unica possibilità che è data

al genere umano: parlare parole

“fragili”, esposte al fraintendimento.

Anche qui si svela il mistero di “abbassamento”

di un Dio disposto a

tutto, anche a imparare la faticosa

arte di comunicare con il linguaggio

umano, per farsi vicino all’uomo.

ASCOLTO E SILENZIO

È risaputo che si impara a parlare

grazie alla capacità di udire. È una

delle capacità più importanti per la

sopravvivenza e lo sviluppo dell’essere

umano. Basti pensare al pianto

del bambino che ode un forte rumore,

percependolo in maniera innata

come un potenziale pericolo, o alle

difficoltà di coloro che, sordi dalla

nascita, resteranno limitati nella

possibilità di formulare suoni e di

esprimersi a parole.

Mi piace pensare al Figlio di Dio

che, fattosi «infante», torni progressivamente

e pienamente a essere

Verbum-Parola imparando a parlare

grazie alla capacità di percepire

i suoni. Quali parole Gesù appena

nato avrà udito da Maria? E da Giuseppe?

Avrà percepito il belare degli

agnellini colui che poi definirà se

stesso come il «buon Pastore» (Gv

10,11)?

È curioso il fatto che l’inizio e la

fine della vita umana del Cristo siano

contrassegnati dal “silenzio” di

Dio. A Betlemme parlano gli angeli

e i pastori, ma non Dio (Lc 2,1-21). E

sulla croce, il silenzio di Dio sembra

ancora più inspiegabile. Come se

Gesù fosse stato abbandonato a sé

stesso, mentre grida verso il cielo

(Mc 15,33-37), attendendo una risposta

che giungerà – ancora una volta

“senza parole” – solamente tre giorni

dopo. In un certo senso, il “silenzio”

di Dio è la cerniera che unisce il

principio e la fine della vita di Gesù

al tempo eterno del divino: la chiave

per entrare nel mistero di Dio non è

la parola, ma il silenzio, l’ascolto, la

contemplazione.

DIO-BAMBINO

È bene precisare che l’incarnazione

del Figlio di Dio non è solamente

una specie di parentesi o una gentile

concessione fatta dal Padre per

potersi rivelare all’uomo, tornando

poi al suo stato precedente di impassibilità

o di incomunicabilità. Piuttosto,

è vero il contrario: il nostro Dio

rimane sempre un po’ “bambino”.

In altre parole, il Dio cristiano resta

sempre “a misura di umanità”. Non

ritira la sua scelta di imparare a parlare

la lingua degli uomini, per rimanere

a loro accessibile.

A ben vedere, il parlare implica

altre due capacità determinanti:

ascoltare e restare in silenzio. Il rapporto

tra il silenzio e la parola è lo

stesso che regola il rapporto tra la

“presenza” e l’“assenza”. Quando

una persona amata è presente, ci

sentiamo al sicuro e il coinvolgimento

appaga e riscalda il nostro cuore.

Tutto cambia quando si vive il disagio

e la frustrazione dell’assenza.

Eppure è solo in questa situazione

di non-presenza che si apre la possibilità

del cambiamento e della trasformazione.

Almeno per mettersi

alla ricerca di chi (o di cosa) manca.

Così è il silenzio di Dio. Prima e

ancor più della sua «Parola», è il suo

farsi bambino, in-fante, che stupisce,

e invita a convergere cuore e orecchi

su di lui, in modo che il “non-detto”

IL DIO-BAMBINO,

CHE (ANCORA)

NON PARLA, INVITA

L’UOMO A RICERCARLO,

AFFINANDO LE CAPACITÀ

DI ASCOLTARE

E DI PERCEPIRE

possa uscire dalle sacche dell’ignoto

o del frainteso per diventare “silenzio-che-comunica”.

Il Dio-Bambino,

che (ancora) non parla, non è irraggiungibile

o disinteressato, ma invita

l’uomo a ricercarlo, affinando le

capacità di ascoltare e di percepire.

Ci ricorda che ogni uomo, come Dio

stesso, in fondo rimane un mistero

mai pienamente svelato.

INTERPRETARE LA PAROLA

Ogni parola, anche quella divina,

richiede poi un «interprete». Nel

doppio senso di chi spiega la parola

(come i teologi) e di chi, quella Parola,

la «interpreta» e la impersona

(come i santi). Non è un caso che,

nella tradizione cristiana, i santi

appartengano a tutte e due le categorie:

a coloro che cercano di spiegare

il mistero di Dio e coloro che lo

incarnano, trasformando la fede in

vita vissuta, come accade in tutto il

popolo di Dio.

Rimane un altro esempio di «interpretazione».

Si nasconde in quel

momento intenso e unico in cui il

bambino pronuncia le sue prime

parole, incomprensibili per i più,

ma non per i suoi genitori. Anche

Gesù Bambino avrà imparato a dire

le parole degli uomini, che solo

Maria e Giuseppe riuscivano nitidamente

a capire. È il momento che

i pediatri indicano con il nome di

lallazione. Il Dio che (ancora) non

parla torna ad essere il Verbo che

parla pronunciando immà e abbà, i

termini aramaici con cui il bambino

chiama la «mamma» e il «papà».

Ecco la sintesi del mistero del Natale:

un Bambino appena nato, che

imparerà a parlare di Dio e dell’uomo

dicendo «Madre» e «Padre», che

sono poi le parole centrali anche

della fede cristiana. La Madre è Maria,

e Dio è il Padre creatore, provvidente,

che fa grazia, che genera la

vita, la custodisce e la difende. Esattamente

come fanno un padre e una

madre con il loro bambino. P

12 | PORTAVOCE | DICEMBRE 2019


Preghiere per il Natale

Asciuga, Bambino Gesù,

le lacrime dei fanciulli!

Accarezza il malato e l’anziano!

Spingi gli uomini a deporre le armi

e a stringersi in un universale abbraccio di pace!

Invita i popoli, misericordioso Gesù,

ad abbattere i muri creati

dalla miseria e dalla disoccupazione

dall’ignoranza e dall’indifferenza,

dalla discriminazione e dall’intolleranza.

Sei Tu, Divino Bambino di Betlemme,

che ci salvi, liberandoci dal peccato.

Sei Tu il vero ed unico Salvatore,

che l’umanità spesso cerca a tentoni.

Dio della pace, dono di pace per l’intera umanità,

vieni a vivere nel cuore

di ogni uomo e di ogni famiglia.

Sii Tu la nostra pace e la nostra gioia! Amen!

(s. Giovanni Paolo II)

O Gesù,

che ti sei fatto Bambino

per venire a cercare

e chiamare per nome ciascuno di noi,

Tu che vieni ogni giorno

e che vieni a noi in questa notte,

donaci di aprirti il nostro cuore.

Noi vogliamo consegnarti la nostra vita,

il racconto della nostra storia personale,

perché Tu lo illumini, perché Tu ci scopra

il senso ultimo di ogni sofferenza,

dolore, pianto, oscurità.

Fa’ che la luce della tua notte

illumini e riscaldi i nostri cuori,

donaci di contemplarti con Maria e Giuseppe,

dona pace alle nostre case,

alle nostre famiglie, alla nostra società!

Fa’ che essa ti accolga

e gioisca di Te e del Tuo amore.

(Carlo Maria Martini)

Vieni di notte,

ma nel nostro cuore è sempre notte:

e, dunque, vieni sempre, Signore.

Vieni in silenzio,

noi non sappiamo più cosa dirci:

e, dunque, vieni sempre, Signore.

Vieni in solitudine,

ma ognuno di noi è sempre più solo:

e, dunque, vieni sempre, Signore.

Vieni, figlio della pace,

noi ignoriamo cosa sia la pace:

e, dunque, vieni sempre, Signore.

Vieni a liberarci,

noi siamo sempre più schiavi:

e, dunque, vieni sempre, Signore.

Vieni a consolarci,

noi siamo sempre più tristi:

e, dunque, vieni sempre, Signore.

Vieni a cercarci,

noi siamo sempre più perduti:

e, dunque, vieni sempre, Signore,

Vieni, Tu che ci ami:

nessuno è in comunione col fratello

se prima non è con Te, o Signore.

Noi siamo lontani, smarriti,

né sappiamo chi siamo, cosa vogliamo:

vieni, Signore,

vieni sempre, Signore.

(David Maria Turoldo)

È Natale ogni volta

che sorridi a un fratello e gli tendi la mano.

È Natale ogni volta

che rimani in silenzio per ascoltare l’altro.

È Natale ogni volta

che non accetti quei principi

che relegano gli oppressi ai margini della società.

È Natale ogni volta

che speri con quelli che disperano

nella povertà fisica e spirituale.

È Natale ogni volta

che riconosci con umiltà

i tuoi limiti e la tua debolezza.

È Natale ogni volta

che permetti al Signore

di rinascere per donarlo agli altri.

(Madre Teresa di Calcutta)


SAN LEOPOLDO IERI E OGGI

«Fede, abbia fede!»

Le tappe del cammino di fede

Riflettendo sull’incontro

di Gesù risorto con un

gruppo di discepoli

raccontato in Giovanni

21,1-19

d i R o b e r t o G e n u i n *

Quando penso al nostro piccolo,

grande san Leopoldo,

quasi sempre mi vengono

in mente le semplicissime

parole con le quali esortava

i suoi penitenti: «Fede, abbiate

fede!» «Fede, abbia fede!».

Il vangelo (che racconta l’apparizione

del Risorto ad alcuni discepoli

sulle sponde del lago di Tiberiade,

Gv 21,1-19, Ndr) ci è sicuramente d’aiuto

per approfondire il significato

di questo invito, così chiaro, ad avere

fede.

MOMENTI DI INCERTEZZA

E CONFUSIONE

Tra le diverse altre suggestioni, possiamo

cogliere alcune caratteristiche

del cammino della fede, così

come emergono dal percorso che

gli stessi apostoli hanno affrontato.

Una prima caratteristica: dopo le

straordinarie vicende della Pasqua,

che evidentemente avevano coinvolto

tutti in maniera eccezionale,

alcuni degli apostoli si ritrovano insieme.

C’erano Simon Pietro, Tommaso,

Natanaele, i figli di Zebedeo

e altri due. Sembra quasi che stiano

Il ministro generale dei cappuccini,

fra Roberto Genuin, benedice la nuova

statua di san Leopoldo nella cattedrale

di Padova (5 maggio 2019)

vivendo un qualche momento di riflessione;

probabilmente vi è anche

un po’ di subbuglio e di sconcerto

in loro.

Sembra che gli apostoli, dopo la

risurrezione e le prime apparizioni

di Gesù vivo e risorto, in realtà non

sappiano bene più che cosa fare.

Con buona pace di tutti, dobbiamo

necessariamente tener presente

che gli apostoli non potevano aver

ancora maturato una consapevolezza

piena di quanto era successo,

né potevano immaginare quali cam-

biamenti avrebbe comportato per la

loro vita la risurrezione del Maestro.

Ecco allora che Pietro, seguito

poi dagli altri, si rifugia nel suo solito

lavoro: «Io vado a pescare» (v. 3).

Già queste poche e scarne considerazioni

ci suggeriscono un primo

insegnamento: il cammino di fede è

un cammino che cresce. E non sempre

in maniera lineare. Si possono

vivere momenti di incertezza, o di

qualche confusione, o comunque

dei tempi nei quali non si capisce

bene cosa esattamente si debba fare.

Forse – anzi, con certezza, mi

sembra di dover dire – noi abbiamo

già incontrato il Signore! Abbiamo

ricevuto i sacramenti del Battesimo

e della Cresima, che ci hanno resi

figli di Dio e membra del suo popolo.

Partecipiamo alla messa, vero

26 | PORTAVOCE | DICEMBRE 2019


alimento che sostiene la nostra fede

nel cammino della vita. Eppure capitano

anche a noi momenti un po’

più faticosi, nei quali siamo maggiormente

incerti sui passi da fare, e

anche momenti nei quali può essere

messa a dura prova la nostra fede.

È facile, allora, rifugiarsi nelle nostre

occupazioni solite, riempiendo

stancamente d’altro il tempo che ci

è dato. Ma proprio questi momenti

di incertezza, inevitabili nel cammino

di ciascuno, sono anche momenti

assai importanti per maturare di

più e meglio la nostra adesione al Signore,

fonte di ulteriore libertà interiore

che apre a una vita sempre più

chiara di senso e ricca di energia.

«GETTA LA RETE!»

Nell’episodio evangelico, gli apostoli

sono così confusi e immersi nei

loro pensieri che, quando ritornano

stanchi e senza aver pescato nulla,

forse anche un po’ demoralizzati,

non riescono neppure a riconoscere

chi era quell’uomo che chiedeva

loro se avevano qualcosa da mangiare.

Non riescono a riconoscere

che era Gesù!

E quando gli dicono che non hanno

niente da offrirgli per mangiare,

Gesù dice loro di gettare nuovamente

le reti. Lo ascoltano, le gettano e

le reti si riempiono.

L’invito di Gesù ai suoi, confusi e

stanchi per una notte di lavoro insonne

e inutile, è dunque di gettare

le reti.

Una seconda indicazione, allora,

per la nostra fede: nei momenti di

difficoltà, nei momenti di debolezza

o di confusione, la via di maturazione

della fede è “gettare le reti”.

Rimane chiuso nel suo guscio, insicuro

e incerto, spesso triste, chi non

si decide a “gettare le reti”, ossia chi

non si butta alla sequela di Gesù, chi

non si impegna a fare, con un po’ di

coraggio, scelte secondo quanto insegna

Gesù. E di solito, ciascuno di

noi lo sa bene, si parte da decisioni

coerenti sulle piccole scelte di ogni

giorno.

Quando finalmente avviene il miracolo

e la rete si riempie di pesci,

allora qualcuno comincia ad accorgersi

chi è quell’uomo sulla riva. Il

vangelo riferisce che è Giovanni, il

discepolo che Gesù amava, a riconoscerlo

per primo e a dire a Pietro:

«È il Signore!».

L’annotazione che è proprio la

persona con la quale Gesù aveva

una comprensione affettiva maggiore

quella che sa “riconoscere” prima

di tutti il Signore, è molto importante

per il nostro cammino di fede.

Così, l’adesione a Gesù sarà piena

e la nostra fede diverrà capacità

di riconoscere Gesù Signore che

cammina con noi, quando saremo

capaci di deciderci per Lui non solo

per senso del dovere, non solo per

l’adesione dell’intelligenza, ma anche

impegnando i sentimenti e gli

affetti.

La fede è una questione di vita

che prende tutto l’uomo, tutto di

ciò che l’uomo è e fa, e apre la vita

alla vita di Dio.

Risuonano fortissime, infine, le

domande di Gesù a Pietro: «Simone

(mettiamoci pure il nostro nome al

posto suo), Simone, mi ami tu più

Elio Borgiani

Zeno da Pescantina

Un grande cuore. Padre Leopoldo

di questi? Certo Signore!». Poi «per

la terza volta», chiede «Mi ami?...

Signore, tu sai tutto, tu sai che ti voglio

bene!».

Incoraggiava san Leopoldo: «Fede,

abbia fede!» La misura della

fede è data dalla misura dell’accoglienza

vera nel cuore e nella vita di

un rapporto sincero, intimo e profondo

con il Signore. La crescita della

fede avviene nella misura in cui

questo rapporto si approfondisce

sempre di più.

Accogliere la salvezza operata da

Gesù per noi; gettare le reti senza incertezze

per Lui; aderirvi con l’intelligenza,

la volontà e il cuore: questo

rende forte la nostra fede, rende capaci

di testimonianza, apre alla vita,

contenti, generosi, e liberi da tutto

e da tutti. Liberi di testimoniare, anche

nelle fatiche di ogni giorno, che

Gesù è veramente risorto, che è il Signore

della vita, ed è assolutamente

meglio ascoltarlo ed obbedire a lui

piuttosto che agli uomini mortali.

San Leopoldo, fa’ che sappiamo

ascoltare il tuo invito, ed intercedi

per noi un cammino di crescita vera

nella fede. P

* Ministro generale dei frati Cappuccini

(Omelia, Cattedrale di Padova, 5.5.2019)

Padre Leopoldo Mandić.

Un piccolo grande santo

pp. 160, € 10,00

pp. 128, € 5,00

Per richiedere libri, cd e dvd o per informazioni contattare il negozio di articoli religiosi

del santuario: tel. 049 8802727 - email: info@leopoldomandic.it

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leopoldomandic.it cliccando su «Rivista e libri»

DICEMBRE 2019 | PORTAVOCE | 27


VITA DEL SANTUARIO

Per la pubblicazione, inviate la foto

del vostro pellegrinaggio di gruppo a:

web@leopoldomandic.it

Dal 13 luglio al 6 ottobre 2019,

hanno visitato il nostro santuario

circa 80 gruppi, per un totale di 3.800 persone

circa provenienti da Rzeszów (Polonia), Biała

Podlaska (Polonia), La Réunion (Francia), Tabor

(Croazia), Cracovia (Polonia), Beirut (Libano), Rouen

(Francia), Cholet (Francia), Varsavia (Polonia), Como,

Povegliano Veronese (VR) , Eining (Germania), Ruda

Slaska (Polonia), Poznan (Polonia), Regensburg

(Germania), Kutina (Croazia), Arezzo, Roma, Otok

(Croazia), Piombino (LI), Čitluk (Bosnia-Erzegovina),

Osijek (Croazia), Medjugorje (Bosnia-Erzegovina),

Montegaldella (VI), Alzano San Paolo (BG), Civitella

del Tronto (TE), Rignano sull’Arno (FI), Sicilia,

Ceriano Laghetto (MB), Monaco (Germania), Pavia,

Camposampiero (PD), Seregno (MB), Seveso (MB),

Meda (MB), Bari, Dobrá Niva (Slovacchia), Velica Gorica

(Croazia), Alba (CN), Torino, Inzago (MI), Zagabria

(Croazia), Zabok (Croazia), Sisak (Croazia), Marostica

(VI), Vienna (Austria), Mendrisio (Svizzera), Loreto (AN),

Tychy (Polonia), Dublino (Irlanda), Montreal (Canada),

Würzburg (Germania), Francoforte (Germania), Novisad

(Serbia), Macerata, Dębowiec (Polonia), Bratislava

(Slovacchia), Spalato (Croazia), Sosnowiec (Polonia),

Riese Pio X (TV), Bamberg (Germania), Portomaggiore

(FE), Cesena, Altivole (TV) e inoltre da altre località

di Germania, Libano, Austria, Slovenia, Croazia,

Bosnia-Erzegovina, e Slovacchia

18.5.2019: ragazzi del catechismo con genitori e catechiste

dalle parrocchie di Bresega e Ponso (PD)

19.5.2019: gruppo della catechesi dalla parrocchia

di Bovolenta (PD)

24.5.2019: alunni del catechismo dalla parrocchia

di Santa Sofia in Padova

18.5.2019: bambini della prima confessione

dalla parrocchia di Villaguattera di Rubano (PD)

25.5.2019: gruppo della prima confessione

con i genitori dalla parrocchia di Marsango (PD)


25.5.2019: gruppo del catechismo dalla parrocchia

di Santa Maria di Sala (VE)

2.6.2019: pellegrinaggio da Carpenedolo (BS)

1.6.2019: pellegrini

dal santuario

di San Nikola Tavelić

(Sebenico, Croazia)

5.6.2019: gruppo di pellegrini-ciclisti dalla parrocchia

di San Giuseppe in Padova

8.6.2019: bambini del catechismo e genitori dalla parrocchia

di San Giorgio delle Pertiche (PD) con don Lorenzo

9.6.2019: pellegrini

da Cerro Maggiore (MI)

con p. Agostino, cappuccino

DICEMBRE 2019 | PORTAVOCE | 31


22.6.2019: pellegrini dalla parrocchia di Cameri (NO)

30.6.2019: pellegrinaggio da Asolo (TV)

20.8.2019: novizi e formatori cappuccini italiani

25.8.2019: pellegrini dalla Nuova Caledonia

14.9.2019: associazione

“Maria porta del cielo

e Madre dell’amore”

da Torino

4.9.2019: gruppo “Missione Medjugorie” dalla Sicilia 28.9.2019: devoti da Macerata

32 | PORTAVOCE | DICEMBRE 2019


GRAN BRETAGNA

Aveva lasciato l’Italia nel Dopoguerra, ma il suo cuore era sempre rimasto

legato alla sua Padova e a s. Leopoldo. Narcisa Palmira Libero, vedova

Beo (nella foto a destra), nata a Casalserugo (PD) nel 1925, è morta a

Southampton (Gran Bretagna) il 21 agosto 2018, appena compiuti i 93

anni di età. I famigliari la ricordano come una «mamma meravigliosa e

piena di fede», particolarmente devota al santo confessore cappuccino.

Assieme al marito Pietro Beo, originario di Maserà di Padova, nel 1953 si

era stabilita in Inghilterra, dove, lavorando duramente e sopportando con

pazienza malattie e umiliazioni, ha cresciuto i suoi tre figli. Ogni giorno

pregava con la novena a s. Leopoldo ed era una fedele abbonata

e lettrice di Portavoce, rivista del santuario, «trovando grande conforto

in tutte le testimonianze e storie pubblicate». Quando si è spenta, nella

sua casa di Southampton, era pienamente cosciente, «in perfetta pace»,

e ha avuto la gioia di essere attorniata dai figli. La figlia Pamela Habibi

Beo racconta: «Lasciandoci, ci ha detto di non essere tristi, perché

s. Leopoldo e padre Pio erano con lei per il proseguimento del viaggio».

Prima di chiudere gli occhi, «ha voluto tenere tra le mani l’immagine

dei santi e la sua Bibbia, baciandole».

FILIPPINE

Francis Monton (Ofs)

assieme a un gruppo

di giovani amici di san Leopoldo

a Tagbilaran City, Filippine

A sessant’anni dalla consacrazione dell’Italia al Cuore Immacolato di Maria (13.9.1959), nel teatro del convento dei cappuccini

il 21 settembre scorso, Saverio Gaeta, giornalista e scrittore, ha tenuto una conferenza sul tema: “L’Italia ha risposto alla

richiesta della Madonna a Fatima?”. L’incontro è stato organizzato in collaborazione con l’associazione Apostolato Mondiale

di Fatima.

DICEMBRE 2019 | PORTAVOCE | 33


INDICI

Portavoce 2019

Il primo numero si riferisce alla rivista,

il secondo al numero di pagina

Ai lettori di Giovanni Lazzara

Abbasso la rassegnazione! 1, 3

Donna e Chiesa. Quanta strada da fare! 2, 3

Fare verità dentro se stessi 3, 3

Un angelo con il bastone 4, 3

Agite come se la vostra casa andasse a fuoco 5, 3

Cosa provi quando vedi piangere? 6, 3

Suona la campanella (anche per lo spirito) 7, 3

Vivi con passione!

8, II di cop.

Una finestra sul mistero divino 9, 5

La foto racconta Autori vari

1, 4; 2, 4; 3, 4; 4, 4; 5, 4; 6, 4; 7, 4; 9, 4

Lettere a Portavoce di Massimo Ezio Putano

1, 6; 2, 6; 3, 6; 4, 6; 5, 6; 6, 6; 7, 6; 9, 6

La voce del santuario di Flaviano G. Gusella

Dove il dialogo continua 1, 8

«Io sono molto devoto di questo santo» 2, 8

Come va il cammino ecumenico? 3, 8

«Non possiamo perdere l’anima» 4, 10

Benedetto XV: l’unico papa incontrato da padre Leopoldo 5, 9

Fra Placido Cortese: martire della carità e del silenzio 6, 8

Nella terra di san Giovanni Paolo II 7, 8

Don Giovanni Calabria, un santo amico di p. Leopoldo 8, III di cop.

La terra possiede sangue e si sta dissanguando 9, 8

Attualità ecclesiale

La spiritualità come provocazione

per il mondo di oggi - Ecumenismo di Paolo Cocco 1, 12;

Cristiani, cioè fratelli di Leopoldo Voltan 1, 16

San Leopoldo riconosciuto patrono

dei malati oncologici a cura di Giovanni Lazzara 2, 10

In arrivo il film su padre Leopoldo a cura della Redazione 2, 12

Quaresima. In cammino verso la Pasqua di Giuliano Franzan 2, 13

«Vivete e sorridete». Il messaggio di Martina di Gianfranco Tinello 2, 16

Apriamoci alla luce del Risorto di papa Francesco 3, 10

Il “femminile” nella Chiesa. Le innovazioni

di papa Francesco di Gianluigi Pasquale 3, 13; 4, 15

Testimoni di vicinanza e umanità di Gianfranco Tinello 3, 18

Io, medico tra i piccoli pazienti di Gianfranco Tinello 4, 12

Empatia, positività e affidarsi a qualcuno

di più grande - Intervista di Gianfranco Tinello 5, 14

San Lorenzo, un apostolo

sulle strade dell’Europa a cura di Giovanni Lazzara 6, 10

Santità e sapienza a servizio della Chiesa di Paolino Zilio 6, 12

Nella tenda del sultano di Fabrizio Zaccarini 7, 20

La “fratellanza”: il segreto della pace nel mondo di Lorenzo Tel 7, 24

E il Verbo si fece… silenzio - Natale di Alessandro Carollo 9, 10

Preghiere per il Natale a cura della Redazione 9, 13

Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani a cura della Redazione

«Cercate di essere veramente giusti» 1, 17

La settimana di preghiera al santuario di san Leopoldo 1, 19

Letture bibliche e commento per ogni giorno 1, 20

La parola del Papa a cura della Redazione e di Papa Francesco

Francesco: cari ragazzi siete «l’adesso di Dio» 5, 10

Battezzati e inviati 7, 17

Periscopio cattolico a cura di G. Lazzara 1, 10; 3, 12; 7, 12;

Fede & vita

All’improvviso, la stagione della malattia di Mariano Steffan 1, 22

Il desiderio originale. Una lettura di Genesi 3 di Stella Morra 2, 18

Con Dio si cammina sempre.

Le due “chiamate” di Abramo di Giuliano Zatti 2, 22

L’arte di raccontare di Bruno Ferrero 6, 18

Tre racconti sul perdono di Bruno Ferrero 6, 19

Perdonare è difficile ma è divino di Odile Van Deth 9, 22

Simboli biblici di Roberto Tadiello

22 > Il popolo di Israele vigna di Dio 3, 20

Dio nella Bibbia di Roberto Tadiello

1 > La creazione parla di Dio. Il libro della Genesi 5, 16

2 > «Io sono con te» 9, 20

San Leopoldo ieri e oggi

Il santo cappuccino insegna

ad essere «ponti» di mons. Fabio Dal Cin 1, 25

L’ho “incontrato” sui colli bolognesi di Emilia Flocchini 2, 26

Padre Leopoldo, una luce per noi di Giovanni Lazzara 2, 28

La misericordia infinita di nostro Signore.

Una lettera inedita a cura della Redazione 3, 22

I santi e la chiamata alla (nostra) santità di Giovanni Voltan 3, 22

L’amato ama, il perdonato perdona di Giampaolo Dianin 3, 24

Ho conosciuto un santo di Ugo Suman 4, 30

È stato il poeta di un mondo scomparso.

La morte di Ugo Suman di Giovanni Lazzara 4, 30

100 anni fa - I giorni dell’esilio di Giovanni Lazzara 5, 19

38 | PORTAVOCE | DICEMBRE 2019


La via ecumenica di p. Leopoldo

in un quadro a Udine di Ivano Cavallaro 5, 28

«San Leopoldo ci aiuti ad amare

la nostra fede» di Pietro Brazzale 7, 29

«Fede, abbiate fede!».

Le tappe del cammino di fede di Roberto Genuin 9, 26

Trent’anni con san Leopoldo (1911-1941) di Ivano Cavallaro

Dalle mani di Leopoldo alle mani di Dio. Gli scritti dell’anno 1928 2, 24

La spiritualità mariana nei santi Antonio e Leopoldo.

Gli scritti dell’anno 1929 9, 28

Arte in santuario di Anna Boscolo Artmann

L’Incoronazione della Vergine 1, 28

Presentazione di Maria al tempio 3, 26

Madonna con il Bambino e san Felice da Cantalice 6, 30

Devozione di Alfredo Pescante

San Leopoldo nella Chiesa di Santo Stefano d’Ungheria 1, 30

Padre Leopoldo nella Chiesa di San Benedetto 7, 30

Speciale novena e festa di san Leopoldo

Programma a cura della Redazione 4, 20

Dove la Pedemontana veneta guarda a Padova.

Il Vicariato di Crespano del Grappa di Giovanni Marcadella 4, 21

Il saluto iniziale del rettore, p. Flaviano G. Gusella di F.G. Gusella 6, 22

«Padre Leopoldo è stato

il volto di Dio che perdona» di mons. Rino Fisichella 6, 23

Grazie, san Leopoldo a cura della Redazione

1, 32; 2, 32; 3, 28; 4, 32; 5, 30; 6, 33; 7, 32; 9, 25

Vita del santuario a cura della Redazione

1, 34; 2, 30; 3, 30; 4, 34; 5, 32; 6, 34; 7, 33; 9, 30

Una creatura nascosta - Fumetto di Marco Roveroni

1 > La mia chiamata 1, 38

2 > Ho usato tanta bontà 2, 38

3 > Un frate povero e lieto 3, 38

4 > Il cuore al di là del mare 4, 38

5 > Ricordi e presagi di guerra 5, 38

6 > Un miracolo della Madonna 6, 38

7 > Sacerdote di Cristo 7, 38

8 > Essere come un’ombra 9, 36

Società & solidarietà

Alcol: cosa succede se si esagera di Giovanni Lazzara 9, 14

Come affrontare la dipendenza da alcol di Pierluigi Simonato 9, 17

Spiritualità

Testimoni dello spirito di Paolo Cocco

Santa Elisabetta di Russia. La granduchessa martire 2, 33; 3, 32

Calendario liturgico di Gianfranco Tinello

1, 36; 2, 36; 3, 36; 4, 36; 5, 36; 6, 35; 7, 35; 9, 34

Calendario 2020 a cura della Redazione 8

Una creatura

nascosta

L‘albo che raccoglie

il fumetto sulla vita

di padre leopodlo

pubblicato quest‘anno

CALENDARIO 2020

DA MURO

E 2,00

Portavoce

di san Leopoldo Mandić

La vita a fumetti di

San Leopoldo Mandić

solo E 2,50

UNA CREATURA NASCOSTA. LA VITA DI SAN LEOPOLDO A FUMETTI

disegni di Marco Roveroni

Padre Leopoldo presenta se stesso rivivendo i momenti più intensi e

importanti della propria vita. Un racconto a fumetti avvincente, non soltanto

per i bambini.

pp. 24, illustrato, grande formato

Per ordini o informazioni: tel. 049 8802727

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Calendario 2020

di san Leopoldo

DICEMBRE 2019 | PORTAVOCE | 39


DA 60 ANNI PORTIAMO

SAN LEOPOLDO

A CASA TUA

Leggi la nostra rivista,

falla conoscere

e regalala

a un tuo

amico

Quota

associativa

annuale

Italia € 20

Sostenitore da € 50

Europa € 30

Altri Paesi USD 38

ORARI DEL SANTUARIO

APERTURA

Chiesa: ore 6-12 / 15-19

Cappella del santo:

ore 8-12 / 15-19

PENITENZIERIA

Festivo: ore 6.15-12 / 15-19

Feriale: ore 7-12 / 15-19

Il lunedì pomeriggio i frati sono

impegnati in comunità, pertanto non

sono disponibili per le confessioni

SANTE MESSE

Festivo: ore 6.30, 7.45, 9, 10.15,

11.30, 16, 18

Feriale: ore 7, 8.30, 10, 18

Sabato pomeriggio e vigilia

delle feste: ore 16, 18

PREGARE CON I FRATI

ore 6.20: celebrazione delle lodi,

meditazione e s. messa.

ore 19: recita del santo rosario

e vespri (giovedì: adorazione

eucaristica e vespri)

Modalità di pagamento

■ versamento su

conto corrente postale

n. 68943901, intestato

a «Associazione Amici

di San Leopoldo»

Taxe Perçue - Tassa riscossa - PosTe iTaliane s.P.a. - sPedizione in abbonamenTo PosTale - d.l. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n° 46) arT. 1, comma, 2 dcb - Padova

www.leopoldomandic.it anno 48, n. 3 - Aprile 2008

Mensile - anno 59 - n. 5 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD

Portavoce

di san Leopoldo Mandić

Chiamati

e inviati

N. 5 - GIUGNO 2019

IL PAPA AI GIOVANI:

«SIETE L’ADESSO DI DIO»

DIO NELLA BIBBIA

LA CREAZIONE

PARLA DI DIO

■ versamento on-line sul c.c.p. n. 68943901

riservato ai titolari di un conto Bancoposta

o di una carta Postepay, al sito https: //bancopostaonline.poste.it

L’ESORTAZIONE «CHRISTUS VIVIT»

■ bonifico intestato a «Associazione Amici di San Leopoldo»

IBAN: IT07 V076 0112 1000 0006 8943 901 - BIC(SWIFT): BPPIITRRXXX

Solo per i Paesi che non usano Euro:

IBAN: IT07 V076 0112 1000 0006 8943 901 - BIC(SWIFT): POSOIT22XXX

■ assegno non trasferibile intestato a: «Provincia Veneta dei Frati

Minori Cappuccini» e inviato a: Santuario san Leopoldo Mandić,

piazzale S. Croce, 44 - 35123 Padova

100 ANNI FA

I GIORNI

DELL’ESILIO

DI P. LEOPOLDO

PELLEGRINAGGI

Per informazioni o prenotazioni,

telefonare alllo 049 8802727

(orario di ufficio),

email: info@leopoldomandic.it.

Chiediamo di indicare il numero

dei pellegrini, la data e l’ora prevista

dell’arrivo, la necessità di una

presentazione del santuario,

l’intenzione di celebrare la santa

messa con un sacerdote del gruppo.

Il santuario rimane chiuso

dalle ore 12 alle 15

I

IN CASO DI MANCATO RECAPITO, RINVIARE ALL’UFFICIO POSTALE DI PADOVA C.M.P., DETENTORE

DEL CONTO, PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE CHE SI IMPEGNA A PAGARE LA RELATIVA TARIFFA

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