Briciole-prev
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indicare se stessa ed in questo senso può essere assunta come una parte
dell’italiano, in modo non dissimile dall’uso che stiamo facendo delle
lettere A o B], e fa quindi parte del linguaggio utilizzato per scrivere il
nostro testo di grammatica, l’italiano, appunto, che quindi svolge il ruolo
di metalinguaggio. In questo esempio c’è pertanto una netta distinzione
tra il linguaggio oggetto (l’inglese) e il metalinguaggio (l’italiano). Supponiamo
invece di aver voluto destinare il testo di grammatica agli studenti
delle scuole inglesi. In questo caso si sarebbe scritto: The sentence “People
is funny” is wrong. Si sarebbe venuta così a creare una confusione
(invero mitigata dall’uso sapiente delle virgolette) tra linguaggio e metalinguaggio,
in entrambi i casi la lingua inglese. Naturalmente in questo
caso il buon senso consente di evitare che la confusione provochi danni.
In altri contesti però, quando si tratta di discutere di cose meno usuali
e più complesse, o più sottili, possiamo rischiare di non capire più nulla.
Ed è questo che succedeva con l’antinomia del mentitore: in quel caso
infatti l’affermazione A (riguardata come frase del metalinguaggio) affermava
qualcosa relativo alla stessa A (riguardata ora come appartenente
al linguaggio oggetto); da qui la confusione. Che però sparisce se ci si
impone di distinguere nettamente fra i due, nel non dare cioè diritto di
cittadinanza ad affermazioni (quali appunto la A) in cui tale distinzione
venga a mancare. Bisogna quindi concludere che la frase A è semplicemente
priva di senso (non diversamente da una frase del tipo “La infatti
rosa mangiare”) e non merita quindi chiedersi se è vera o falsa.
Esistono altre versioni dell’antinomia del mentitore. Si sarebbe potuto
ad esempio usare come A la frase più semplice “Questa frase è falsa”.
Oppure: prendete una striscia di carta e su una faccia, diciamola faccia
(a), scrivete “Ciò che sta scritto sul retro è vero”, e sull’altra, diciamola
faccia (b), “Ciò che sta scritto sul retro è falso”. Esercitatevi a ragionare
dimostrando che ciò che sta scritto sulla faccia (a) — o, se preferite, sulla
faccia (b)— è vero se e solo se è falso. Fatelo solo se avete abbastanza
tempo e, se posso darvi un consiglio, con calma, ordine e per iscritto.
Altrimenti rischiate di incavolarvi e di concludere affrettatamente che
queste cose non fanno per voi. Magari arriverete alla stessa conclusione,
ma almeno sarà ponderata. Spesso la differenza tra chi si trova a suo
agio con la matematica e chi invece è convinto di non capirci nulla, è
che il primo affronta le cose con maggiore umiltà. Cerca dapprima di
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