NOI - frammenti di siena
Il nuovo magazine targato Extempora. Numero unico dicembre 2019
Il nuovo magazine targato Extempora. Numero unico dicembre 2019
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Dicembre 2019
Numero unico - Distribuzione gratuita
Luigi De Mossi
Due chiacchiere con il Sindaco
Deschema
Una band senese in giro per il mondo
Sara Cafarelli
Il colore delle emozioni
Robur Siena
Centoquindici anni in bianconero
Shopping
I consigli per i regali di Natale
A voi la parola
Le aspettative per l’anno nuovo
GIOVANNI
ATZENI
Il fantino che vinse
due volte
SEMPLICEMENTE STORIE SENESI
Ci accontentiamo del meglio
e realizziamo i migliori prodotti
editoriali ormai da anni.
Per questo abbiamo creato NOI, un
magazine che sarà tra i più letti.
Il suo brand diverrà sinonimo di
innovazione e futuro nel modo
di raccontare le cose.
Per questo siamo l'editore senese
più attivo. Per questo ogni mese uomini
e donne scelgono di seguirci nei vari
social. Tradotto in due parole qualità,
esperienza. In una parola, Extempora.
coordinamento editoriale - art director
Gianluca Targetti
segreteria
Chiara Migliorini
marketing & comunicazione - pubblicità
Extempora
concept - impaginazione grafica
Stefania Foderi
hanno scritto per noi
Benedetta Benvenuti
Pietro Cataldi
Veronica Chiappin
Stefania Foderi
Margherita Fontani
Enrico Grassini
Alessandro Lorenzini
Francesca Paoli
Andrea Sbardellati
Gianluca Targetti
stampa
Il Torchio
redazione
53100 Siena - Via Massetana Romana 34
0577 373202 - www.extempora.it
info@extempora.it
L'EDITORIALE
È TEMPO DI OSARE
Ogni mattina un senese va in edicola e può acquistare due quotidiani
che parlano della sua città.
Ogni mattina una senese accende il computer oppure si collega
a internet con uno smartphone e, navigando tra le varie testate
giornalistiche, può leggere i fatti accaduti nella sua città.
Ogni mattina un giovane senese si catapulta sui social e velocemente
scorre tra un post e l'altro leggendo le notizie cittadine.
Siena conta circa cinquantaquattromila abitanti, le statistiche ci
dicono che l'Italia è tra le ultime nazioni a leggere giornali e riviste:
facendo una dovuta proporzione figuriamoci quanti lettori ci
sono in città!
Allora, perché proporre una nuova creatura editoriale? Semplice
e allo stesso tempo difficile: pensiamo che l'informazione debba
essere a trecentosessanta gradi e valutata da angolazioni diverse.
Questa è la cosa semplice. Il difficile è proporre argomenti attuali
in maniera non banale - talvolta perché no - anche critica, rimanendo
però sempre obiettivi e soprattutto imparziali. La nostra
forza dovrà essere la creatività: affrontare sì argomenti che si trovano
su quotidiani e social ma con un taglio originale, diverso
e frizzante. Il giudizio, però, spetterà esclusivamente a voi che ci
leggerete, ci criticherete, ci elogerete, insomma in qualche modo
ci seguirete.
Nasce così NOI - Frammenti di Siena, una nuova scommessa firmata
Extempora che ha deciso di investire proprio sulla carta
stampata in un momento in cui la tecnologia la fa da padrone.
Questo che leggerete è, come si dice in gergo, il numero zero e
continueremo a fare questo magazine, quattro volte all'anno, solo
ed esclusivamente se avremo il vostro fattivo supporto, altrimenti
non avrebbe senso. Sarebbe come avere una fiammante Ferrari
e tenerla sempre in garage. Noi non vogliamo un'auto super, ci
basta un'auto di medio segmento che ci porti però in una nuova
dimensione per poter aprire la mente, allargare gli orizzonti, far
volare la fantasia e la voglia di conoscere.
La ricchezza e le sfumature di questo numero ci hanno fatto capire
che talvolta l'entusiasmo può essere davvero tutto. Ma mai
niente. Buon viaggio con NOI - Frammenti di Siena, se lo vorrete.
IG: @gianlucaiwin
TWITTER: @gianlucatarget1
GIANLUCA TARGETTI
3
LUIGI DE MOSSI - SINDACO DI SIENA
Cambiare marcia
sull'economia locale
Testo di Gianluca Targetti
Che bilancio può fare di questo
anno che sta per finire?
Il bilancio dovranno farlo i cittadini a
fine mandato. Noi sicuramente abbiamo
messo in cantiere tante iniziative,
dalla prima ora di sosta gratuita al
parcheggio delle Scotte alla nuova rotatoria
compatta nelle sedi stradali attuali
dell'intersezione tra la strada dei
Tufi e la strada Massetana Romana.
Abbiamo investito oltre 400mila euro
per risanare buche e avvallamenti in
diverse strade della città. Per la prima
volta, dove possibile, i lavori sono stati realizzati in
notturna per creare meno disagi ai cittadini. Abbiamo
portato a termine i lavori e inaugurato la Sala Italo Calvino
al Santa Maria della Scala mettendo a disposizione
della città un importante centro di convegnistica in una
location d'eccezione. Abbiamo raccolto, sempre per il
Santa Maria, una donazione di oltre 480 opere. Stiamo
lavorando per rendere la Siena Parcheggi una società
che gestisce anche i tributi. Abbiamo ospitato a Siena
per la prima volta la Giornata Paralimpica toscana. Per i
nostri teatri abbiamo deciso di affidare al maestro Alessandro
Benvenuti la direzione artistica e devo dire che
ha messo in piedi due stagioni, una per i Rinnovati e
una per i Rozzi, davvero d'eccellenza. I primi spettacoli
hanno già fatto registrare il tutto esaurito e ho personalmente
visto il pubblico soddisfatto. Ma come dicevo
all'inizio, il bilancio lo dovranno fare poi i cittadini.
Siena ha una vocazione turistica che viene proprio
dal suo territorio. Come si sta evolvendo? Sta cambiando
rispetto al passato?
La vocazione turistica di Siena per ora è stata una vocazione
mordi e fuggi. Noi cerchiamo invece di creare
delle occasioni per fare restare a Siena il turista per più
giorni e anche occasioni per fare ritornare il turista a
Siena. Anche per questo abbiamo ideato
la “Si You again card” che viene
distribuita in occasione dei maggiori
eventi come incentivo a tornare a visitare
la città. Vogliamo trasformare il
turismo mordi e fuggi in un turismo
legato alla lentezza, alla buona cucina
e alla cultura.
Nel suo mandato da Sindaco ci saranno
succeduti momenti difficili e
momenti più belli. Quali sono stati?
I momenti difficili ci sono sempre e
costantemente. I problemi vanno affrontati
e possibilmente risolti. Non sempre è possibile
ma ce la mettiamo sempre davvero tutta. Stiamo mettendo
a punto una macchina che ovviamente necessita
sempre di continue verifiche.
Il rapporto fra Luigi De Mossi senese, spogliandosi
da Sindaco, e il Palio.
Il rapporto con il Palio è un rapporto in continua evoluzione.
C'è un'attenzione sempre maggiore nei confronti
della nostra Festa che in qualche modo ci rende consapevoli
della civiltà senese e allo stesso tempo ci responsabilizza
su tutte le vicende che riguardano il Palio, a
partire dalla tutela dei cavalli che è sempre stata una
nostra prerogativa e sensibilità.
Cosa si aspetta il cittadino Luigi De Mossi dal 2020?
Come cittadino mi aspetto che l'Amministrazione comunale
risponda in maniera puntuale sui servizi essenziali.
Questa è una sfida con cui ci stiamo confrontando.
Ci avviciniamo alla fine dell’anno, un messaggio per
i suoi cittadini.
Faccio gli auguri di un felice 2020 con la speranza che
finalmente l'economia su scala nazionale e quindi anche
su scala locale possa riprendersi perché è da troppo
tempo che agonizziamo in una situazione che non è
consona alle nostre aspettative.
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SIENA PER L'AMBIENTE
Verso una smart city
Testo di Gianluca Targetti
Alcune domande ad Andrea Corsi, Vice Sindaco del Comune
di Siena e a Silvia Buzzichelli, assessore, in merito
ai futuri progetti per una città più sostenibile, meno inquinata,
più smart.
Vice Sindaco, in vari spazi della città ci sono le bici
elettriche. È un servizio che sta funzionando secondo
le aspettative?
Il servizio di bike sharing può contribuire a decongestionare
il traffico della città, ma deve essere reso più efficiente
e sostenibile da un punto di vista economico. Per
migliorarne l'efficienza abbiamo intrapreso la ricerca di
nuovi modelli di bici che siano più adatte all'utilizzo intensivo,
più potenti e anche più economiche. La distribuzione
delle stazioni poi è oggetto di revisione: quelle che
hanno uno scarso uso verranno rimosse, mentre, grazie
all'utilizzo di fondi ministeriali ed europei, è prevista l'istallazione
di alcune nuove postazioni in punti strategici
della città come il parco scientifico a Torre Fiorentina o
via Berlinguer.
Oltre a questo, Siena ha in cantiere altri progetti per
incrementare la sostenibilità ambientale?
Decisamente sì, nel settore dei trasporti poi la sostenibilità
gioca un ruolo cruciale. Abbiamo chiesto uno sforzo
a Tiemme per rendere a trazione elettrica le principali
linee di autobus o pollicino che passano attraverso il
centro storico, consapevoli del fatto che la nostra ZTL
dovrà sempre più incentivare l'accesso di mezzi a zero
emissioni, sia rumorose che di gas di scarico. L'attenzione
all'ambiente non si gioca però solo sui trasporti: è in
redazione, infatti, un nuovo piano del verde e abbiamo
intrapreso, senza troppi proclami, la riduzione delle plastiche
monouso utilizzate negli uffici comunali.
L'assessore Buzzichelli, con delega al decoro urbano, aree
verdi, ambiente, integra l'ultima domanda rivolta al Vice
Sindaco Corsi e ci illustra il futuro riguardante aree verdi
e gestione rifiuti.
Assessore, vuole aggiungere altro riguardo ai progetti
di sostenibilità ambientale?
Per quanto riguarda le mie deleghe ci stiamo impegnando
per una riduzione delle plastiche, sia nelle scuole che
all’interno degli spazi comunali, ma stiamo valutando
anche la possibilità di poter applicare alcune metodo-
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MANUTENZIONE AREE VERDI
Il Consorzio Co.Ge.S., grazie alle sue competenze trasversali,
è in grado di offrire un servizio di manutenzione aree
verdi professionale e completa. Mettendo le proprie capacità
a disposizione sia di pubblici che di privati, il Consorzio
svolge in totale autonomia servizi ambientali.
TAGLIO E POTATURE
Il Consorzio non si occupa soltanto di manutenzione aree
verdi, ma fornisce anche servizi come taglio e potatura.
Il Consorzio, per l’attenzione particolare che ripone verso
l’ambiente e i suoi sistemi, sarà in grado di offrirvi qualificati
servizi. Lo staff è formato adeguatamente, per eseguire
il lavoro in sicurezza e con metodo. L’attenzione per i
dettagli e la minuziosità sono sicuramente i segni distintivi
dei servizi, che saranno scelti assieme al cliente in base
alle sue necessità.
logie in collaborazione con esercizi commerciali. Attualmente
abbiamo inserito dei dispenser di acqua nella segreteria
del Sindaco e nella sala preconsiliare, corredati
da bicchieri che si smaltiscono nell’organico. Ho voluto
inserire anche negli uffici comunali la raccolta del VPL,
ossia vetro, plastica e lattine, che prima non c’era. Abbiamo
voluto che il catering di Palazzo Berlinghieri, durante
il Palio, utilizzasse stoviglie biodegradabili. Stiamo
valutando anche la possibilità di inserire degli erogatori
collegati a rete idrica per poter utilizzare l’acqua dell’acquedotto.
Abbiamo già fatto una conferenza stampa con
le Contrade che si sono impegnate a utilizzare stoviglie
biodegradabili durante le cene di contrada.
I cittadini si chiedono se l’amministrazione comunale
intenda ampliare e in che modo le aree verdi.
Attualmente abbiamo impegnato ben 380.000 euro per
le aree verde, comprensive anche di riorganizzazione di
aree ludiche. Per ampliare le aree verdi ci vogliono anche
gli spazi idonei e soprattutto la sicurezza di poter ottemperare
alla manutenzione. Abbiamo inaugurato proprio
pochi giorni fa il parco Biringucci fuori Porta San Marco,
ci sono in fase di definizione le aree ludiche della
Lizza, San Francesco e San Miniato. Stiamo lavorando
su un piano triennale per la risistemazione delle aree
cani, alzando le recinzioni fino a 150 centimetri e sono
già iniziati degli ampliamenti come a Isola e a breve ci
saranno anche a Taverne e poi sarà realizzata un’area ex
novo a Sant'Andrea.
Ultimamente si parla molto della nuova organizzazione
dei rifiuti, progetto nato in collaborazione con
SEI Toscana. Molti però non hanno ancora capito il
nuovo funzionamento delle stazioni ecologiche. Vogliamo
dare una mano ai senesi a capire meglio?
Il nuovo piano di riorganizzazione stradale è iniziato a
maggio 2019, abbiamo informato la popolazione, investita
da questo primo step innovativo, con un volantinaggio
capillare su ogni portone ed esercizio commerciale,
dove si comunicavano gli incontri con la popolazione
proprio per spiegare il nuovo piano di raccolta. Sostanzialmente
non è cambiato niente per le persone che già
si approcciavano in maniera propositiva con la raccolta
differenziata, è cambiato solo la tipologia di cassonetto
che adesso è ad accesso controllato con SEI Card. Attualmente
i cassonetti sono ancora apribili senza tessera, ma
entro breve tempo procederemo allo step successivo con
la chiusura, quindi per poter aprire il dispositivo si dovrà
utilizzare la tessera ricevuta per posta (ne abbiamo
inviate due per ogni utenza). Per chi non avesse ricevuto
le tessere e vive nelle zone investite dal nuovo piano,
dovrà rivolgersi a SEI Toscana e farne richiesta, per
chi invece le ha ricevute e non le ha attivate, suggerisco
di farlo sempre rivolgendosi a SEI Toscana. L’invio per
posta delle due tessere gratuite è stato corredato da un
depliant informativo sull’utilizzo dei nuovi cassonetti e
su come fare una raccolta differenziata di qualità. Tutti i
cassonetti sono ad accesso controllato ma solo il cassonetto
dell’indifferenziato presenta una calotta volumetrica,
dove potrà essere inserito solo un sacchetto con
la capacità massima di 22 litri. È proprio dalla frazione
indifferenziata che poi si potrà arrivare alla Tarip, cioè
pagare per l’effettivo quantitativo di rifiuto che si produce,
perché in base agli svuotamenti di indifferenziato si
può statisticamente comprendere quanti rifiuti produce
una famiglia, pur rimanendo invariata la componente
fissa della tariffa (metri quadrati e componenti della
famiglia). Il controllo degli accessi ci permetterà una
ottimizzazione delle gite e quindi degli svuotamenti. La
raccolta da maggio ad oggi ha aumentato di quasi il 4%.
Cosa risponderebbe a Greta Thunberg, attivista per
la riduzione di emissioni di anidride carbonica e per
un mondo plastic-free?
Chi non sarebbe d’accordo per avere un mondo più pulito
e con meno produzione di plastica? Posso dire che i
progetti sono molto ambiziosi e condivisibili ma come
amministratore devo pensare a costruire un palazzo
partendo dalle fondamenta e non dal tetto. Il paese di
Greta è molto più virtuoso, noi abbiamo ancora molta
strada da fare, ma ci stiamo muovendo.
Dal Sindaco abbiamo capito che l'amministrazione è
molto attenta al decoro urbano, alcune cose sono già
state fatte, cosa dobbiamo attenderci per il 2020?
Confido nell’aiuto del corpo di Polizia Municipale per
far rispettare le regole di un buon comportamento e,
qualora fosse possibile, vorrei poter dare supporto non
solo con i flyer che abbiamo già distribuito, ma anche
con cartelli che si possano mettere in zone strategiche
della città, ovviamente su disposizione della Polizia Municipale
e della soprintendenza.
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SIENA NEL MONDO
Il valore della musica
Tutti i componenti sono rigorosamente senesi, cominciano a suonare giovanissimi,
lavorano per anni a testa bassa fino al grande riconoscimento a Sanremo Giovani
che ha dato loro la possibilità di un tour mondiale
Testo di Stefania Foderi
Deschema, una band di successo
tutta senese. Alternative pop e musica
elettronica sono i loro generi
di riferimento, i loro testi tutti in
italiano. La loro storia è nata nel
2008 e hanno esordito con il nome
di Ghost Space. Oggi la formazione
definitiva è composta da Gianluca
Polvere (voce e tastiere), Emilio
Goracci (basso), Massimiliano Manetti
(batteria), Giulio Cappelli e
Nicola Facco (chitarre).
Nel 2017 hanno pubblicato il loro
primo album e nel 2018 sono arrivati
con grande entusiasmo a calcare
il palco di Sanremo Giovani
dopo anni di gavetta e tanti altri
riconoscimenti nel curriculum.
Ma chi sono veramente? Ci siamo
incontrati per fare due chiacchiere
e conoscerli meglio.
Da Ghost Space a Deschema.
Quando e perché questo vostro
cambiamento?
Il cambiamento è avvenuto nel
2016, sentivamo l'esigenza di dare
una nuova veste al nostro progetto.
Suonando insieme fin da quando
eravamo ragazzini, era scontato e
naturale il passaggio ad un'identità
più matura e definita. Da lì è nato il
concetto di rompere gli schemi con
il passato e ripartire da zero tracciando
un strada totalmente nuova
al livello di sound e di immagine. Il
desiderio di “deschematizzare” si è
esteso poi anche ai testi dove ci piace
parlare delle nostre esperienze e
delle nostre idee nei confronti del
mondo che, di questi tempi, non
sempre convince e rappresenta
quelli della nostra generazione.
Le vostre influenze sono ben chiare.
Quali sono i vostri punti di riferimento
e quali sono gli album
o le canzoni a cui siete maggiormente
legati?
Suoniamo insieme da quando abbiamo
13/14 anni e, chiaramente,
le influenze si sono evolute nel
tempo. Partiamo tutti da una solida
base rock quindi Led Zeppelin,
Queen, Police, Muse, Linkin Park,
Red Hot, Foo Fighters. Successivamente
ci siamo avvicinati alla musica
pop ed elettronica e abbiamo
ascoltato molta musica anni '80.
Abbiamo poi riscoperto la musica
italiana e stimiamo davvero band
storiche come Subsonica, Negrita,
Litfiba e quelle più recenti come ad
esempio Fask, Ministri, Ex-Otago,
Pinguini Tattici Nucleari.
11
Non ci piace però avere punti di riferimento
troppo precisi perché è
davvero limitante e, per come siamo
fatti noi, potremmo tranquillamente
passare dal metal al neo
soul in cinque minuti.
Come sta andando il vostro ep
d’esordio? Quale messaggio volete
lanciare?
L'Ep è uscito nei primi mesi del
2017 e ha raccolto recensioni molto
positive. È stato il nostro primo
approccio al livello discografico
quindi volevamo semplicemente
tenerci più strade aperte e far notare
la nostra esistenza. Questo si
riflette sulle varie canzoni perché
il sound è molto vario pur mantenendo
dei canoni precisi nelle
strutture. Anche i testi variano
molto, a volte perdendosi in qualche
ingenuità. Abbiamo aggiustato
il tiro nei pezzi successivi perché
abbiamo realizzato meglio il messaggio
che volevamo comunicare.
Se poteste definire la vostra musica
con un’unica parola, quale
sarebbe e perché?
Rivalsa. È la prima parola che ci
viene in mente perché riassume
il concetto di fondo della nostra
scrittura, il “desiderio di rivalsa”
dai momenti cupi della vita e dalle
difficoltà che a volte dobbiamo affrontare
sul nostro cammino.
Cosa credete vi contraddistingua
rispetto ad altre band?
Potrà sembrare strano o banale
ma forse quello che ci contraddistingue
è proprio il fatto di essere
una “vera band” in tutto e per tutto.
Noi non siamo un frontman e i
musicisti dietro ma siamo cinque
ragazzi, amici, che hanno lo stesso
peso nelle decisioni e nella scrittura
e l'apporto di ognuno è fondamentale.
Questa non è proprio una
mentalità italiana ma la differenza
si vede dal vivo. L'affiatamento
e l'energia che sprigioniamo dal
vivo è la prova lampante e si sente
chiaramente. Non vogliamo sembrare
presuntuosi ma per noi questo
aspetto è di vitale importanza
perché diamo sempre il 100% in
quello che facciamo e gli artisti che
ammiriamo di più ragionano allo
stesso modo.
Da Siena a Sanremo la strada
non è stata né facile né breve…
Molto, molto lunga ma ha incrementato
la soddisfazione alla fine.
Siamo partiti ad agosto 2018 con
Area Sanremo e abbiamo superato
sei selezioni, poi la selezione finale
con la commissione Rai e Claudio
Baglioni, e infine siamo arrivati sul
podio di Sanremo Giovani, secondi
al televoto. Siamo partiti in quasi
tremila candidati e siamo gli unici
da Area Sanremo, senza avere
etichette o agenzie alle spalle, a essere
arrivati sul podio, vincendo il
tour mondiale e salendo sul palco
dell'Ariston, durante la serata finale
del Festival, davanti a dodici milioni
di persone. Abbiamo sempre
ribadito che questo rappresenta un
punto di inizio e non un traguardo
ma è ovvio che la soddisfazione e
l'orgoglio siano enormi.
La tournée mondiale dopo Sanremo
Giovani quali opportunità
vi ha offerto?
Sicuramente il fatto di aver potuto
visitare l'intero pianeta rappresentando
il nostro Paese in qualità di
ambasciatori e portando in giro
per il mondo la nostra musica. Per
un artista italiano è molto difficile
fare un tour mondiale, figuriamoci
una band emergente. È un'esperienza
artistica e di vita senza
uguali e poter dire di aver girato il
mondo a vent'anni grazie alla tua
musica è una “roba assurda”. Abbiamo
ancora negli occhi le immagini
del Giappone, dell'Australia, il
clima argentino e la neve di Toronto
il giorno dopo.
12
Cosa ne pensate dei talent show?
Noi non ci siamo mai schierati
contro i talent ma la maggior parte
della gente pensa che basti quello
per “sfondare”. Non è così perché il
talent è appunto un'opportunità,
una vetrina se vuoi, ma non può
per sua natura definire una carriera
in due mesi di televisione.
L'artista deve convincere il pubblico
a casa del suo valore perché
poi ciò che conta sarà fuori dal
talent, quando la gente pagherà
un biglietto perché colpita da quel
determinato artista. In sostanza,
dipende da come sai usare quella
vetrina. Il percorso che abbiamo
fatto noi negli scorsi mesi non è un
talent ma condivide con esso l'idea
di avere un palco molto importante
attraverso il quale farsi conoscere
davanti al grande pubblico.
Abbiamo raggiunto questi risultati
con le nostre forze e ne siamo fieri
ma non ci siamo mai sentiti arrivati
nemmeno per un secondo.
Avrete senz'altro affrontato alcuni
ostacoli legati alla logistica
e all’aspetto economico. Quali
sono stati, come siete riusciti a
finanziarvi?
Abbiamo sempre usato la politica
della cassa comune, derivata dai
cachet dei live, che sfruttavamo
per ogni tipo di spesa. In questo
modo non abbiamo mai dovuto
gravare né su noi stessi né sulle
nostre famiglie e, in certi casi, continuiamo
a farlo anche oggi. Per
la logistica siamo stati fortunati
nell'aver avuto una stanza a casa
di Max, il batterista, che abbiamo
sfruttato come sala prove per molti
anni. Oggi proviamo in un luogo
più grande e fuori dai centri abitati
così nessuno ci odia più!
Come vedete il panorama della
musica emergente di Siena?
Tra città e provincia c'è un panorama
vario. Si spazia dal post rock
strumentale dei nostri amici Red
Light Skyscraper, all'alternative
rock dei Ros, altri nostri amici e
reduci da X Factor due anni fa, e
poi il rock delle I Scream, il punk
noise degli Impatto Zero, ancora gli
Aritmya, gli Oga Magoga, gli Odio e
i Miss Up Mind e altre nuove band
che stanno nascendo. Qualche giorno
fa ci è stato inviato un video di
una giovanissima band, i Brain-
Drain, che ha suonato la cover di
“Cristallo” , il pezzo che abbiamo
portato a Sanremo Giovani. Ci siamo
commossi per l'emozione.
Come nascono le vostre canzoni?
Scriviamo la parte musicale insieme
mentre i testi sono scritti dal
nostro batterista Max che poi si
confronta con il cantante Gianluca
per far sì che il testo si incastri bene
con la linea di voce. Il processo di
scrittura dipende in gran parte da
noi cinque ma abbiamo anche i
nostri fidati collaboratori “Jappo”
e Alessandro del Virus Recording
Studio che ci danno una mano nel
processo di arrangiamento poiché
lì è dove registriamo le nostre canzoni
da anni.
Avete mai collaborato con altri
artisti? Se si con chi?
Non ci è mai capitato ma ci piacerebbe
molto fare una collaborazione
in futuro. Siamo rimasti in
buoni rapporti con altri degli artisti
che erano a Sanremo Giovani,
soprattutto quelli che hanno partecipato
al tour mondiale con noi:
Mahmood, Einar, La Rua, Nyvinne.
Sarebbe interessante riuscire a
collaborare con qualcuno di loro
quindi chissà, magari un giorno lo
faremo se ci sarà occasione.
I Deschema sono...
Gianluca è il motore e il motivatore
della band: riuscirebbe a essere ottimista
anche se il palco si trovasse
su una nave che sta affondando.
13
Giulio è il moderatore, è quella
persona che ti riporta sempre con
i piedi per terra. Nik è il più bello
del gruppo. Emilio è il tipo risoluto,
quello che cerca di trovare sempre
una soluzione a tutto. Max è il
tipo riservato ma allo stesso tempo
polemico come pochi.
Se non foste musicisti chi sareste?
Siamo tutti ragazzi abbastanza
multitasking ed è importante lasciarsi
sempre altre strade. Certo
ci dà sia tormenti e ansie sia grandissime
soddisfazioni.
Il vostro lavoro porta via tempo
alla vita personale, al tempo libero
e agli affetti.
Il tempo libero viene sempre impiegato
per il gruppo e ogni fine
settimana siamo in sala prove
per scrivere, provare il live o altre
cose. Ciò indubbiamente prosciuga
energie, toglie del tempo ad altri
progetti o semplicemente agli
Il prossimo obiettivo da raggiungere,
i progetti futuri.
Nei primi di Novembre abbiamo
pubblicato il nostro nuovo singolo
“Tabula Rasa”. È un pezzo al quale
teniamo molto perché rappresenta
il momento in cui ci eravamo
smarriti e non riuscivamo più a
capire quale fosse la strada giusta
per noi. Abbiamo deciso di ripartire
da zero, senza preconcetti, e
sono accadute delle cose bellissime
è che la passione per la musica è
stata coltivata con dedizione e impegno
perché abbiamo tutti titoli
di studio, chi il diploma del Conservatorio,
chi lauree Bachelor of
Arts. Siamo praticamente tutti
insegnanti di musica e siamo coinvolti
anche in attività collaterali
come, ad esempio, Giulio che si è
interessato alla musicoterapia. È
sempre difficile rispondere a questo
tipo di domande perché noi ci
focalizziamo sul presente ed è giusto
farlo. Non è detto, inoltre, che in
futuro non si possano aprire anche
altri scenari ma la musica rimane
comunque una parte essenziale
della nostra vita, una passione che
affetti appunto. In effetti, questo
modo di fare non andava proprio
a genio a qualche nostra fidanzata.
Possiamo solo dire che la band è
un po' il centro del nostro universo
quindi non avvertiamo eccessivamente
il peso dal momento che
abbiamo investito tanto delle nostre
vite per una cosa che ci piace
fare e i risultati degli ultimi mesi
non hanno fatto altro che alimentare
la fiamma dentro di noi. Nel
resto della settimana ci sentiamo
poco per creare un distacco tra le
nostre vite personali e la vita artistica
così da non consumare i rapporti
e arrivare con le batterie ricaricate
ogni volta che ci troviamo.
e inaspettate che abbiamo guadagnato
con il sacrificio e l'impegno.
La canzone rappresenta un nuovo
inizio ed è un invito per chi vuole
ricominciare e scoprire nuovi scenari
della propria vita. Noi ripartiamo
da qui, dopo le esperienze
incredibili degli ultimi mesi, e non
ci vogliamo fermare. L'obiettivo
futuro è scrivere canzoni sempre
migliori e arrivare ad un pubblico
più ampio, suonando magari in
città dove ancora non siamo mai
stati. Vogliamo intorno persone
che credano in noi e che ci aiutino
concretamente perché quello che
creiamo ha un grande valore per
noi che amiamo davvero la musica.
14
IL PALIO
Testo di Gianluca Targetti
16
Dal flusso di sguardi complici che
Giovanni Atzeni (trentaquattro
anni) rivolge alla sua compagna
Ilaria Bisconti (trentanove anni) si
intuisce che macchina fotografica
e taccuino non sono proprio il suo
mondo. Insieme da ormai quindici
anni, Giovanni e Ilaria sono di fatto
una cosa sola: amore, amicizia,
confidenza, sincerità e intenti comuni.
Il primo di questi è il figlio
Mattia, ormai undicenne, un carattere
forte e sempre in movimento,
che assorbe molto del tempo di
questa coppia che talvolta suscita
invidia per questa loro unione solida
che si respira standoci insieme
anche per poco tempo.
Giovanni è un fantino del Palio di
Siena da sedici anni, da quel lontano
2003 quando galoppò per la
prima volta in groppa ad Alesandra
con il giubbetto del Nicchio, che
gli dette il soprannome di battaglia
“Tittìa”.
Da quel momento il Tittìa ha corso
trentatré volte il Palio, vincendone
sette e facendo ben due “cappotti”
(2013, Oca e Onda e quest’anno,
Giraffa e Selva), cosa che non può
passare inosservata.
Cosa faresti e non rifaresti nella
vita e nel Palio?
Nella vita quotidiana mi sento un
ragazzo fortunato, mi sono realizzato
in tutto e per tutto, nel lavoro,
nella famiglia, quindi nessun rimpianto
e nessun rimorso. Mi sento
davvero sereno dentro e sinceramente
non mi sembra poco.
Nel Palio penso di aver fatto quasi
tutto bene e di non aver mai lasciato
niente indietro e niente al
caso. Sicuramente non rimonterei
magari certi cavalli che pensavo
fossero buoni ma poi mi hanno
deluso in corsa.
Ci pensi mai che su trentatré Palii
corsi ne hai vinti sette e addirittura
hai fatto due cappotti?
Ci penso spessissimo, sicuramente
è il sogno di tutti i fantini, la massima
aspirazione per la carriera, il
Palio mi ha ripagato per tutti quei
sacrifici che faccio quotidianamente
da anni.
La tua giornata com’è organizzata?
Sveglia alle 5, si arriva fino a mezzogiorno
con il lavoro di scuderia
e l'allenamento dei cavalli. Il
pomeriggio si riparte alle 16 e si
finisce verso le 19.30. Oltre all’allenamento
dei cavalli ho anche il
mio: in palestra almeno due volte
a settimana e dieta ferrea. Questo
chiaramente nel periodo estivo
dato che gli impegni lavorativi
sono d’estate.
D’inverno invece?
Non mi fermo mai, nemmeno nei
mesi invernali. Il lavoro di allenamento
dei cavalli continua ma
senz’altro da settembre fino a gennaio
stacco finalmente la testa, è
lavoro puro senza guardare l’obiettivo,
posso dire che è soprattutto
un relax mentale. Non vado in palestra
e mi riguardo molto meno
nel mangiare.
Oltre l’allenamento ci sono anche
le pubbliche relazioni, non
solo con le dirigenze del Palio di
Siena. È faticoso?
No, anzi, è una cosa che mi piace
molto, mi sento completamente
dentro al meccanismo e credo
anche di essere bravo a vendere il
prodotto Atzeni! Sono timido sì
ma solo davanti alle telecamere e
ai microfoni, non certo nel lavoro.
Dopo quindici anni, quanto è
importante Ilaria per te?
In ogni risultato raggiunto la sua
presenza è stata davvero fondamentale,
direi almeno per il 50%.
Quanto è cambiata la tua vita
con l’arrivo di Mattia?
Un figlio ti cambia la vita senz’altro
ma certo è che adesso non posso
veramente immaginarla senza.
Vivo per lui, faccio tutto per lui, il
mio primo pensiero è lui.
17
Ti dà anche soddisfazioni perché
sta seguendo le tue orme.
Vero, ma deve migliorare ancora
tantissimo.
Te ne rendi conto vero che non
sei mai contento? Che vuoi sempre
il meglio?
Tanti mi dicono che questo è un
difetto e forse lo è davvero, non
lo so, non riesco mai a godermi le
cose appieno, arrivo a un obiettivo
e dal giorno dopo c’è il prossimo.
Una frenesia dentro di me che non
si ferma mai. Mi sembra alla fine
di aver fatto molto ma non abbastanza:
non mi sento di avere
niente in più degli altri, ho fatto in
fondo quello che hanno fatto tutti.
Ma se non fosse così non saresti
arrivato dove sei adesso…
Tornando al Palio quanto contano
i rapporti con le dirigenze di
Contrada?
Moltissimo. Negli anni sono riuscito
a portare avanti rapporti bellissimi
e solidi che hanno dato vita
anche a belle e sincere amicizie e
soprattutto ad affetti particolari e
importanti. Penso che questo faccia
la differenza anche nei giorni
del Palio, so bene che in un rapporto
che viene da lontano posso
dare molto di più.
Fai quindi scelte di cuore mettendo
da parte i soldi.
Sempre. Non ho mai guardato il denaro,
mi sono sempre trovato bene
a fare così. Sono sempre stato trattato
bene anche senza parlare di soldi
cercando la situazione migliore.
Secondo te perché voi siete in
qualche modo una coppia un po’
invidiata? Forse perché non avete
mai dato modo di fare gossip?
In verità non mi sono mai accorto
di questa cosa, me la fai notare
te adesso. In famiglia siamo molto
uniti in tutto e per tutto, molto
riservati, sarà per questo. Non mi
sento invidiato nemmeno a livello
lavorativo figurati… sarà perché io,
invidioso, non lo sono mai, non è
un sentimento che mi appartiene.
A luglio Giraffa e ad agosto Selva.
Il 17 cos’hai pensato?
Che negli ultimi quattro anni non
arrivava il risultato e in quest’anno
ce l’ho fatta invece ben due volte.
Quando mi pongo degli obiettivi
penso sempre a quello massimo,
riuscirci e svegliarsi con questa
consapevolezza… non si può chiedere
di più! Dire ce l’ho fatta non
capita a tutti. Il secondo pensiero
però è “ora si riparte”.
Vinci il Palio, alzi il nerbo, la prima
sensazione?
È un attimo, è una sensazione di
liberazione da tutte le tensioni.
Tutti i Palii provo la stessa cosa ma
è vero anche che non tutte le Carriere
sono uguali. Un turbinio di
emozioni che dipende da quanto
è che non vinci, da come vinci, da
come sono andati i quattro giorni,
da quanto è stato difficile il cavallo.
Alla fine tutti i Palii sono diversi.
Si avvicina improvvisamente Ilaria
e ne approfitto per alcune domande.
Ila, qualche domanda al volo anche
a te… quanto sei importante
negli obiettivi raggiunti da Giovanni?
Il 50%! Scherzi a parte, sono importante
come tutte le donne che
hanno il marito con un lavoro
impegnativo, che stanno vicino al
compagno in tutte le decisioni im-
18
portanti. Cerco di dare sempre il
maggiore e migliore appoggio.
Interviene Giovanni: “Io mi spacco
le ossa e lei ci mette la faccia!”
(Ridono, ndr).
Ilaria, l’hai accompagnato praticamente
dal suo esordio, quanto
è cambiato in questi anni?
È cambiato molto, è più maturo e
sicuro, soprattutto più riflessivo rispetto
all’inizio.
Ripeto anche a te la domanda
fatta a Giovanni. Siete una coppia
invidiata, che non ha mai
dato adito a pettegolezzi… l’avverti
questa cosa?
Un po’, credo perché siamo molto
uniti. Cerco di essere una presenza
rispettosa ed educata nei confronti
del suo lavoro e dei rapporti sociali
che nel mondo del Palio Giovanni
deve portare avanti. Fino a poco
tempo fa non ci ho mai fatto caso
ma ultimamente l’ho notato forse
perché viviamo abbastanza isolati,
ci circondiamo solo delle nostre
famiglie e degli amici più stretti e
quasi sempre a casa nostra. La vita
mondana non ci appartiene. Questo
non significa che non discutiamo
o litighiamo come accade in
ogni rapporto.
Giovanni, hai detto che i soldi
non hanno mai fatto da bilancia
nelle tue decisioni ma, onestamente,
quanto sono importanti?
Per mandare avanti la scuderia c’è
bisogno di soldi, e tanti direi. Ho
dei ragazzi che mi aiutano, in più
la casa è grande e i bisogni quotidiani
della famiglia sono molti. Le
mie radici sono umili, sono arrivato
a Siena senza un centesimo in
tasca e con i miei sacrifici sono arrivato
ad avere tutto questo. Adesso
ho davvero tutto e ringrazio i
soldi per questo ma non si ottiene
tutto gratuitamente. I soldi hanno
un grande peso, lo avevano all’inizio
quando avevo pochissimo e ce
l’hanno adesso che devo mandare
avanti il lavoro non solo mio. Inoltre
senza denaro è molto più difficile
fare uno scatto avanti anche a
livello professionale.
Il rapporto con i tuoi colleghi.
Li definirei rapporti normali, con
qualcuno un bel rapporto, con
qualcuno non tanto, con qualcuno
per niente. Qualcuno lo posso invece
definire amico.
La lontananza dalla tua famiglia
la senti molto?
Sì, certo. Moltissimo, siamo molto
legati da sempre.
Come passerete le festività natalizie
e quelle di fine anno?
Il Natale con la famiglia di Ilaria,
che farà anche la cuoca con l’aiuto
dei genitori. Il capodanno con gli
amici più stretti, quelli di sempre
con cui lo passiamo insieme da
anni qui a casa nostra.
Cosa ti aspetti dal 2020?
Un altro cappotto! Mi sa che chiedo
troppo… comunque vincere
senz’altro. Inoltre fare meglio di
come ho fatto perché so che posso
farlo. Nella vita quotidiana serenità
e salute, per il resto mi sento di
avere quasi tutto.
Dentro i box i cavalli iniziano a
scalpitare e mi rendo conto che il
lavoro pomeridiano dell’uomo che
vinse due volte deve iniziare.
Il tempo è terminato, spengo il
microfono e mi soffermo qualche
istante a salutare tutti con l’affetto
di sempre. Mi incammino verso
l’auto con una convinzione: Giovanni
starà già pensando a cosa dire
alla prossima intervista. E così sia.
19
RETTORE DELL'UNIVERSITÀ PER STRANIERI DI SIENA
Una strada per il futuro
Testo di Pietro Cataldi
Siena è fra le poche città universitarie italiane ad avere
più di un ateneo. C’è la storica Università degli Studi, con
quasi ottocento anni di storia e molti corsi di laurea in
varie aree. E c’è la più piccola Università per Stranieri, che
ha compiuto 100 anni nel 2017, ma rilascia titoli di laurea
a studenti italiani e stranieri solo da ventisette; un'università
specializzata nell’insegnamento della lingua italiana
e delle lingue straniere: ne conta in questo momento ben
undici. Ha un Dipartimento per la Didattica e la Ricerca,
riconosciuto Dipartimento di Eccellenza dal MIUR nel
2018, e diversi Centri di ricerca e servizi e un Centro di
Eccellenza della Ricerca. Un'università proiettata in una
dimensione cosmopolita e internazionale, attenta a tutte
le modalità e le ragioni di contatto e di scambio tra lingue
e culture; un'università ponte che cerca di far dialogare i
popoli e le persone. Ci si incontrano studenti provenienti
da cento diversi paesi del mondo, anche se nove studenti
su dieci iscritti ai corsi di laurea sono italiani intenzionati
a insegnare italiano a stranieri una volta laureati, oppure,
in numero ancora maggiore, a occuparsi di traduzione in
tutti gli ambiti in cui questa, che si identifica con la civiltà
stessa, viene praticata, o intenzionati a lavorare nel campo
del turismo o del contatto fra culture, con particolare
attenzione ai flussi migratori.
Nelle aule di questo ateneo la lingua veicolare, quella che
permette a un cinese di capirsi con un sudamericano, o a
un tedesco di dialogare con un africano, non è l’inglese,
ma l’italiano; come se per una volta il prestigio secolare
della nostra lingua non fosse schiacciato sotto l’egemonia
di altre divenute più potenti negli ultimi decenni e rivelasse
ancora il suo fascino.
L’Università per Stranieri di Siena si colloca nel network
Tuscany’s Universities, in sinergia con il sistema delle
Università toscane, in vista di collaborazione a progetti
regionali, nazionali ed europei.
Fra le specificità più apprezzate dagli studenti, l’Università
per Stranieri vanta molte lauree doppio titolo, per le
quali cioè un anno del percorso triennale o biennale si
svolge presso un ateneo straniero. Dall’anno accademico
2017/2018 questa Università infatti ha stipulato accordi
con la Hanoi University (Vietnam), l'Université de Normandie
- Caen (Francia), la Friedrich-Alexander Universität
Erlangen-Nürnberg (Germania), la Nankai University
di Tianjin (Cina) e con l'Université Paris Nanterre
(Francia); così che alla fine i titoli di laurea conseguiti
sono concretamente due: uno in Italia e l’altro nel paese
dove sono stati effettuati gli studi.
Molte sono le iniziative che abbiamo portato avanti, da
seminari a incontri culturali. Per l’anno 2019 è senz’altro
da ricordare che una delegazione dell'Università per
Stranieri di Siena, ha realizzato proficui incontri in Giappone
nell'ambito degli accordi con le Università di Osaka,
Kyoto Sangyo, Kyoto Foreign Studies, J.F. Oberlin, Waseda
e all'Istituto Italiano di Cultura di Osaka e Tokyo tramite
la partecipazione al "Salone dello Studio in Italia 2019".
Inoltre nel mese di novembre Unistrasi ha preso parte,
insieme ad altre Università toscane e italiane, all'"Italy-Japan
University Networking", che ha visto la partecipazione
di ventuno università italiane e ventisei giapponesi
che si sono confrontate sui temi della collaborazione internazionale
e delle attività congiunte.
Con l'occasione, le docenti dell'Università per Stranieri
di Siena hanno incontrato anche alcuni degli studenti in
scambio presso le Università giapponesi con i quali sono
attivi scambi e anche i futuri studenti in arrivo a Siena
nei prossimi mesi.
A testimonianza del ruolo internazionale di Unistrasi,
devono infine essere ricordate le diverse Lauree Honoris
Causa: José Saramago (2002), Moni Ovadia (2007), Amos
Oz (2010), Jhumpa Lahiri (2015), Martin Schulz (2016).
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Una donna di campagna
Testo di Francesca Paoli
Gioia Cresti, senese doc,
da qualche anno tenente della
Contrada di Valdimontone.
Un ruolo che solitamente è
ricoperto da uomini ma che
Stefano Marchetti, capitano
di via dei Servi, ha proposto
a Gioia la quale ha accettato
con entusiasmo consapevole
del grande lavoro
che c’è dietro al Palio.
Chi è Gioia Cresti?
Sono una donna di campagna e così mi piace definirmi. Sono nata e cresciuta
a Siena, ma con una grande passione per gli animali e le vigne. Infatti
quando comunicai a mia madre che avrei fatto agraria, non mi parlò per sei
mesi: donna di altri tempi, cresciuta in via di Città, passava le sue giornate
alla Chigiana; come poteva concepire che la sua figlia più piccola potesse
studiare agraria? A parte gli scherzi, ho perso mio padre quando avevo cinque
anni e mia madre è stata una grande donna, con tre figli piccoli, ci ha
cresciuto con amore e fermezza, gli devo tantissimo e mi ha sempre incoraggiato
nelle scelte di vita, sostenendomi, ma quando andavi in disaccordo
con lei dovevi sudare sette camicie per portarla dalla tua parte.
Ho sgobbato tanto per fare un lavoro diverso, un lavoro maschile, l’enologo.
Noi senesi non sappiamo che siamo l’unica provincia in Italia, se non in
Europa, ad avere la maggior parte delle denominazioni DOCG nel nostro
territorio. Da donna, negli '90, è stato durissimo ma affascinante, nessuno - e
ribadisco nessuno - credeva in te, erano tempi in cui le donne in campagna
che comandavano non esistevano. Mi sono divertita tanto, con umiltà e pazienza
sono entrata in un mondo maschile e con eleganza e competenza ci
sono rimasta. La fortuna nella vita è una componente importante e io con
la mia determinazione, ho collaborato per tanti anni con grandi enologi, i
quali mi hanno permesso di avere una visione del mondo agricolo diversa.
Oggi posso solo dire, che sono una donna fortunata, lavoro come consulente
in diverse aziende toscane e soprattutto, con mio fratello Filippo, abbiamo
ricreato una realtà di riferimento nel territorio del Chianti Classico, l’azienda
di famiglia.
La prima sensazione che hai provato quando il Capitano ti ha chiesto di
ricoprire il ruolo di tenente.
L’anno scorso, a fine novembre, ero in partenza per Hong Kong, mi chiama
Stefano Marchetti, amico, dicendomi: "Andiamo a cena?". "Stefano parto
domattina, torno fra una settimana". E lui: "Bene Gioia, quando rientri ci
vediamo". Neanche per un attimo mi ha sfiorato l’idea che potesse chiedermi
di fare il mangino. Nella settimana in cui ero via per lavoro, cominciarono
ad arrivarmi strani messaggi da amici comuni, ma ancora non capivo,
perché proprio non ci pensavo! Quando sono tornata ho visto Stefano il
25
quale mi ha chiesto di fargli da tenente: ci sono stati cinque minuti di silenzio
vero! Poi la mia risposta è stata una domanda, anzi due: "Perché? Sei
sicuro?". E lui, da gran signore qual è, mi ha risposto: "Voglio una donna che
mi accompagni in questa avventura e penso tu sia quella giusta".
Sinceramente, quanto ci hai pensato prima di accettare?
Dopo una risposta così, da donna senese, quanto ci avrò messo a decidere?
Beh... un nanosecondo... scherzo! Non sono così irrazionale, ho elencato i
miei problemi e doveri, del mio lavoro e famiglia, dopodiché ho accettato
l’incarico con grande orgoglio.
Il Palio è notoriamente un mondo di uomini. Te, donna, come ti ci muovi
dentro?
Tutto il mio mondo è sempre stato maschile e io mi sono sempre mossa in
punta dei piedi umilmente e femminilmente. Credo che nella vita bisogna
sempre imparare quindi, quando si presenta una nuova opportunità, prima
di muoverti devi capire.
Che sensazione provi se pensi al 29 giugno del prossimo anno quando
entrerai per la prima volta nell’Entrone?
Credo che sarà un vero tuffo al cuore! Ma come faccio a rispondere onestamente,
prima fammelo vivere...
Essere nel Palio porta via molto tempo, come concili il ruolo con la vita
privata e il tuo lavoro nel mondo del vino?
Organizzazione innanzi tutto, poi devi essere coeso con chi condivide con te
questa esperienza e cercare di far combaciare tutti gli impegni, che non sono
pochi. A livello familiare ho un uomo speciale accanto, non senese, ma che
ama il Palio, quindi capisce... quasi sempre!
Per lavoro viaggi molto, è una cosa che ti piace oppure un sacrificio?
Sì fortunatamente viaggio molto per il mondo, mi piace e mi gratifica, allo
stesso tempo certe volte è un enorme sacrificio, ma chi è che non fa sacrifici?
Siena per me è la mia casa, la mia vita, la mia storia, ma avere la possibilità di
sentirsi cittadino del mondo ti crea una visione diversa dell’essere.
Tornando alla Contrada, le altre 'donne in rosa' come hanno accettato il
tuo incarico?
Le 'donne in rosa', come sapete sono stupende, meravigliose! È stata una
grande emozione, perché mi sono state molto vicine ed è bellissimo avere
questo senso di appartenenza. D’altro canto noi siamo sempre stati una contrada
in rosa, da grandi Capitani a grandi Priori, quindi mi auguro soltanto
di fare anche io bene il mio lavoro.
Lasciando da parte il Palio, cosa ti aspetti dal 2020.
Sono un ottimista per natura, vedo sempre il bicchiere mezzo pieno quindi
mi aspetto tanto.
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proprio stile’, ogni gioiello deve essere unico
come unico e irripetibile è chi lo indossa. Infatti
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le linee di gioielli di mia creazione, dalla più
classica alla più contemporanea, ma sarò felice
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oppure confrontarsi insieme per arrivare
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valore e l’ispirazione sulle quali vengono definite
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A VOI LA PAROLA
La tua priorità
per Siena nel 2020
Ognuno di noi in questo periodo è in
vena di bilanci, regali, desideri. NOI ha
intervistato i senesi per capire dove e in che
modo la nostra città potrebbe cambiare.
Duccio
Più senso civico,
meno "feudalesimo".
Eleonora
Michele
Migliorare ancora di più il turismo.
Una città d’arte e di storia
come Siena deve puntare forte
su questo aspetto; le grandi città
come Firenze, Milano e Roma
sono ancora troppo distanti sotto questo punto di
vista. Il turismo a Siena può diventare una risorsa
economica importante.
Iniziare a riconoscere l'effettiva validità di
molte cose e progetti a prescindere da chi
li propone, li mette in atto o da chi riesce
a realizzarli.
Rachele
Vorrei che Siena fosse
resa una città più
viva con attività per
bambini, giovani e
adulti; più locali e
più iniziative in genere
per creare occasioni
di svago e d'incontro
tra le persone.
Rilanciare il centro storico con
iniziative rivolte a giovani, meno
giovani, bambini e famiglie.
Silvia
Flavia Vorrei che Siena tornasse ad
essere una città più verde,
noto che si costruisce in continuazione
quando basterebbe
riqualificare e ristrutturare
edifici già in essere, così come
ci sono ancora molti edifici di
nuova costruzione mai terminati
ed abbandonati.
Dovrebbero inoltre essere aumentati
anche i parcheggi adibiti
ai motorini e andrebbe incoraggiato l’uso dei mezzi
elettrici per la città, soprattutto gli autobus che producono
molto inquinamento.
Mi auguro infine che vengano promosse iniziative al
fine di sensibilizzare i cittadini in tema di ecologia e sostenibilità,
soprattutto al fine di limitare l’uso della plastica
in tutti i settori.
Mi aspetto più
attenzione per
l'ambiente e per
la cultura. Che
Siena possa diventare
una città
viva e a misura
di cittadino.
Daniele
33
Costanza
Investire sulla cultura in ogni
sua sfaccettatura organizzando
mostre, concerti ed eventi sia per
promuovere il turismo sia per far
partecipare i cittadini. Meglio ancora
se nell’organizzazione sono
inclusi i giovani, per incentivarli
a rendere più attiva e viva la nostra
città. Ovviamente anche la
sicurezza.
Lucia
Migliorare la viabilità sia
da e per Siena che localmente
e velocizzare la linea
ferroviaria che collega Siena
a Firenze. Incrementare
l'afflusso turistico attraverso
la rivalorizzazione di attività
tipiche (artigianato),
mostre importanti, attività
culturali, enogastronomia
che avrebbe ricadute anche
a livello occupazionale.
Antonio
Creare importanti opportunità di
svago per i giovani e meno giovani
in città.
Maria Vittoria
Vitalità, stimoli, cose da fare
per i più giovani ma anche per
chi non lo è più. In alcuni periodi
è una città estremamente
viva e ricca, di grande richiamo,
vorrei che lo fosse sempre
con eventi, concerti, vita notturna
alla portata di tutti.
Daniela
Tutelare, salvaguardare e valorizzare il territorio,
nello specifico il centro storico e i
vari servizi alla persona e a tutta la comunità
senese.
Raffaello
Rosaria
Ciò che mi aspetto probabilmente
è più senso civico
da parte di ogni senese
o chiunque l’abbia scelta
come dimora fissa. Il rispetto
di quelle norme
scritte o non dichiarate
ma che ognuno di noi ne
è a conoscenza: sarebbe
la nostra vera forza.
Siena deve tornare a
essere nuovamente
desiderata. Pensando
proprio alla bellissima
etimologia latina
della parola desiderare,
ovvero "volgere
lo sguardo verso le
stelle" (lat. sidera).
Come sempre il lavoro, sviluppo
economico e scelte anche urbanistiche
per progettare il futuro.
Diego
Ylenia
Una serie di
eventi e concerti
di alto livello che
possono portare
prestigio alla
nostra città e incrementare
l’economia
locale.
Che sappia trovare gli stimoli per
rendersi ancora grande come lo è
stata nel passato. Mi aspetto che
Siena sappia fare della passione che
la contraddistingue la sua forza, un
popolo unico come quello senese ha
un potenziale straordinario che non
ha eguali.
Beatrice
34
Andrea
Virginia
Valorizzazione del nostro patrimonio culturale
per incentivare al massimo il turismo,
coinvolgendo non solo strutture,
imprenditori e commercianti ma anche i
singoli cittadini, magari rendendoli partecipi
e promotori di eventi. Tutto questo servendosi
molto anche del mondo della digitalizzazione,
che sarà fondamentale per
non rimanere indietro nei confronti delle
altre province e rendere più snella anche la
vita dei cittadini nella loro quotidianità.
Vorrei che Siena investisse di più sul turismo,
abbiamo tutte le potenzialità per farlo.
Gigi
Stefano Migliorerei la rete ferroviaria
a Siena. Vivo
a Milano per lavoro e
non è possibile impiegare
un'ora e mezzo
solo per raggiungere
Firenze! Paradossalmente,
è lo stesso tempo
che si impiega nella
tratta Firenze - Milano
con il treno veloce, e ciò
è inammissibile. Con
treni efficienti, magari
il doppio binario, è possibile limitare l’uso delle auto e
questo significherebbe meno traffico, file continue sulle
strade e meno inquinamento per tutti. Inoltre, anche il
turismo potrebbe essere maggiormente incrementato.
Tassa individuale per i turisti, molto più
cara per NCC e ciclisti. Per moderare l'afflusso
selvaggio e spesso arrogante (come
se i senesi fossero gli ausiliari pagati per
fare le comparse) di "gente" che dovrebbe
aver più rispetto per la Città. Oggi ciò che
non costa non viene considerato, almeno
contribuirebbero a fare cassa per i servizi
che esige questo tsunami sempre più incontrollato
e cafone.
Alessandro
Locali notturni e intrattenimento
per i giovani durante il periodo
invernale.
Filippo Siena ha bisogno di essere
valorizzata soprattutto
dal punto di vista del suo
patrimonio artistico, che
è uno dei punti di forza
maggiori della nostra città.
Per valorizzare tale patrimonio
e le attività culturali
connesse, è necessario
renderlo più facilmente
accessibile, in modo che sempre più persone ne possano godere.
L’arte, la cultura e il turismo sono senza dubbio dei motori
importanti per la nostra città; mi aspetto che il nuovo anno
porti più coesione e fiducia cittadina, affinché tutti noi possiamo
lavorare al miglioramento del gioiello che è la nostra Siena!
Elena
Più tranquillità e sicurezza per
le vie del centro e soprattutto
per le donne che magari devono
rientrare a casa la sera e che
possono incorrere in brutte situazioni.
Da mamma mi auguro
che nel futuro io possa essere tranquilla e serena nel
poter sapere mia figlia in giro, come succedeva 20 anni
fa: i rioni e le contrade erano casa. Oggi non ti senti a
casa nemmeno nelle strade che ti appartengono.
Simone
Senza dubbio incentivare
concerti,
mostre, spettacoli
ed eventi culturali
non solo con artisti
a livello locale
ma soprattutto nazionale.
Rilanciare il lavoro. Sarebbe bello
che dal 2020 i ragazzi che concludono
gli studi e cercano di entrare nel
mondo del lavoro non siano costretti
ad abbandonare la loro città e le
loro contrade, rischiando di perdere
le tradizioni senza poterle a loro volta
tramandare.
Matilde
35
LO SPORT
Grandi successi
per lo sport senese
Testo di Andrea Sbardellati
Che fase sta vivendo lo sport senese?
Per quanto riguarda lo sport di squadra principe, il
calcio, vero e proprio sport nazionale, dopo i fasti del
passato con un decennio in cui la Robur ha fatto parte
stabilmente del panorama del massimo campionato di
serie A, adesso la società figura nel campionato professionistico
di serie C. Una collocazione tra i professionisti
non facile da mantenere e, soprattutto, molto onerosa
sotto il profilo della gestione curato dalla Presidentessa
Anna Durio, che ogni anno riesce, immettendo forza
finanziaria fresca, a organizzare dei buoni campionati
di terza serie. Creato anche un buon entusiasmo di pubblico
intorno al fenomeno Robur Calcio, con un nucleo
di tifosi che segue costantemente la squadra. È un obiettivo
non dichiarato quello di tornare in serie B, ma la
consapevolezza è che la squadra senese è molto ben attrezzata
per cercare di ottenere almeno di qualificarsi ai
play off e con una buona posizione nella griglia, elemento
fondamentale per cercare di giocarsi fino all’ultimo la
promozione. Nell’estate è stato abbandonato il progetto
tecnico con Michele Mignani e Simone Vergassola, rilevati
dall’ex mister dell’Arezzo Alessandro Dal Canto. Il
campionato propone la corazzata Monza, una formazione
plasmata da Galliani e Berlusconi, adesso accantona-
ti della gestione del Milan calcio, e che punta senza mezzi
termini alla promozione in serie B. Tutto il sistema
calcio a Siena vede anche la presenza nel campionato
di serie C della Pianese, giunta quest’anno alla meritata
partecipazione tra i professionisti per la prima volta. Il
sodalizio presieduto da Maurizio Sani ha la guida tecnica
affidata a Marco Masi e punta a cercare la permanenza
in categoria dimostrando nelle prime giornate di non
aver sofferto troppo il salto tra i professionisti.
Per quanto riguarda il basket, altro sport tradizionalmente
nel cuore dei senesi, dopo i fasti che ha conosciuto
la Mens Sana con successi nazionali e risultati
di assoluto prestigio, adesso la squadra degli scudetti
e delle Final Four europee è stata costretta a ripartire
dal livello più basso dei campionati, ovvero dalla promozione.
Un doppio fallimento, forse ancor più grave
e scottante rispetto a quello annunciato e immediatamente
successivo all’abbandono dello sponsor Monte
dei Paschi, unica linfa finanziaria del sodalizio biancoverde.
Purtroppo, dal momento dell’abbandono del
Monte dei Paschi, per il basket di vertice a Siena, non
c’è stato più spazio.
Tengono invece con dignità sportiva e in linea con il
principio di valorizzare i loro giovani, la Virtus e il Co-
36
Consulenza fiscale
Consulenza contabile, economica, giuridica, assicurativa,
fiscale ordinaria e straordinaria per imprese
nuove e consolidate, professionisti e associazioni.
Consulenza del lavoro
Servizio di consulenza del lavoro, con competenze
specifiche sugli aspetti giuridici, assicurativi, previdenziali
e sociali relativi al personale dipendente.
Consulenza in materia societaria
Assistenza su tutti gli adempimenti connessi alla
normale gestione societaria, che su operazioni di
carattere straordinario quali trasformazioni, fusioni,
liquidazioni e scissioni di società.
Consulenza tributaria
Consulenza tributaria su tutti gli aspetti della tassazione,
sui rapporti con le istituzioni, su imposte dirette
ed indirette applicate ad imprese individuali,
collettive, associazioni, enti e cittadini privati.
Assistenza contrattuale
Permette di acquisire le necessarie conoscenze sul
contenuto delle singole clausole e di valutare la rispondenza
dei loro interessi agli obblighi assunti
con la sottoscrizione di un contratto.
Adempimenti societari
Verbali delle Assemblee dei Soci e delle sedute del
Consiglio di Amministrazione, bilanci di fine esercizio
e infrannuali, analisi dei bilanci, deposito di
bilanci, di variazioni, di modificazioni e quant’altro
presso il Registro delle Imprese.
Elaborazioni contabili
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contabilità della vostra azienda: Interventi in azienda
per aggiornamenti e/o organizzazione contabilità,
ritiro documenti presso le aziende, registrazioni
contabili da documento o da prima nota, tenuta registri
obbligatori e redazione bilancio finale d'esercizio,
predisposizione registri IVA, predisposizione
denuncia IVA periodica/annuale, predisposizione
dichiarazione redditi Mod. unico PF, unico SP, unico
SC e modello 730, modello 770. Registrazioni
contabili, verifica periodica situazione, economico/
fiscale, gestione contributi INPS artigiani, commercianti,
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professionisti, assistenza fiscale su nuovi adempimenti,
verifiche personalizzate presso l'azienda,
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e relative verifiche a consuntivo, emissioni delle
fatture verso pubblica amministrazione per conto
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soltanto attraverso la via telematica.
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Legge n. 626/94 - D.lgs. 231/01
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Telefono 0577 532976 - Fax 0577 562453
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stone, partecipanti ai campionati
di serie C Gold e Silver, con molti
dei loro giocatori provenienti dai
rispettivi floridi e ben gestiti settori
giovanili. Un’altra realtà che
sta cercando di trovare spazio e
l’Umana Chiusi, che partecipa al
campionato di serie C Gold e che
ha in corso un preciso progetto di
crescita verso categorie superiori.
Ma la serie A di basket ha comunque
un protagonista senese: parliamo
dell’arbitro Martino Galasso,
figlio del compianto Giuseppe,
storico dirigente di basket senese,
e di Lucia Masciulli, una vita nei
tavoli di serie A come segnapunti.
La massima competizione è legata
anche al Baskin del Costone, uno
sport inclusivo e vero e proprio
fiore all’occhiello del sodalizio
della Piaggia che ha anche in vita
l’attività nel basket femminile in
serie B.
La massima serie a Siena è giocata
anche dalla Ego Handball, la società
di pallamano che quest’anno
ha iniziato alla grande il campionato,
puntando decisamente alla
conquista del titolo. Ottimo poi
il livello della pallavolo senese,
con l’Emma Villas del presidente
Giammarco Bisogno, che, dopo
aver toccato lo scorso campionato
la Superlega, gioca adesso in serie
A2 per provare a tornare nel massimo
campionato.
Gioca la serie A1 nel tennis femminile
anche la squadra del Ct Siena,
che si sta dotando di un impianto
coperto all’avanguardia con tre
nuovi campi coperti da una struttura
fissa. Cerca di mantenersi tra
i primi cento giocatori al mondo
anche Paolo Lorenzi, giocatore di
punta del movimento tennistico
senese.
Il rugby senese gioca il suo secondo
campionato di serie B sempre
nel mitico impianto del sabbione,
anche se i valorosi rugbisti senesi
si meriterebbero un campo migliore
per tutti i sacrifici che quotidianamente
stanno facendo per
tenere alta la bandiera bianconera
in un campionato molto selettivo.
Grandi risultati infine anche negli
sport individuali, con Alice Volpi
nella scherma, Irene Siragusa,
Chiara Bazzoni e Yohanes Chiappinelli
nell’atletica leggera.
Un plauso particolare lo merita
l’Uisp atletica che, con il tecnico
Stefano Giardi, sta seguendo al
campo scuola Renzo Corsi di viale
Avignone le gesta sportive e la crescita
della saltatrice in alto Elena
Vallortigara, veneta di origine, ma
che si allena a Siena da anni.
Ci sono poi risultati sportivi di assoluto
valore nel pattinaggio corsa
della Polisportiva Mens Sana, sezione
guidata da Laura Perinti, che
ha saputo trasmettere a tutti i suoi
allievi quello spirito vincente che
l’ha portata a conquistare i titoli
mondiali.
Nel Judo la sezione del Cus Siena
sta costantemente partecipando a
gare nazionali e internazionali con
gli atleti seguiti da Bruno Nibbi e
da Simone Cresti.
Ottimi i risultati anche della sezione
karate della Polisportiva Mens
Sana. Nell’equitazione segnaliamo
il talento senese Guido Franchi.
Risultati incoraggianti anche per il
Paintball senese e per il tiro a segno
senese.
Citiamo anche la Libertas tennis
tavolo e tutti coloro che si cimentano
con ottimi risultati nell’affascinante
sport del Triathlon. La
rassegna non vuole essere completa;
ci sono tantissimi altri sport
che non sono stati citati solo per
mancanza di spazio. È importante
però ricordare che tutti coloro che
si cimentano quotidianamente in
attività sportiva a Siena sono molti
e quando c’è la voglia di immergere
la propria mente nello sport, la
società ne risente in positivo a partire
dall’insegnare ed educare i ragazzi
alla giusta scelta dello sport
da praticare.
38
Scuola di Osteopatia Franco Italiana
Scuola che aderisce ai criteri formativi europei
La Scuola di Osteopatia Franco Italiana (SOFI) nasce in Italia da una collaborazione, ormai
decennale, con la scuola di osteopatia Francese MTM (Maison de la Therapie Manuelle) fondata
a Parigi da Albert Benichou nel 1968.
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recupero dell’equilibrio dell’organismo. Per garantire un migliore apprendimento la SOFI riserva
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e video, previa approvazione del docente, al fine di avere a disposizione i contenuti integrali del
corso. Le competenze osteopatiche, apprese durante il nostro percorso formativo, permetteranno
di ampliare le proprie conoscenze, ottenendo così concreti e duraturi risultati professionali.
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CENTOQUINDICI ANNI IN BIANCONERO
Robur: una storia infinita
Testo di Alessandro Lorenzini - Foto di Fabio Di Pietro - Archivio Nicola Natili
Centoquindici anni. Un traguardo,
una storia: fatta di pallone, certo,
ma soprattutto di persone, uomini
e donne che con quei colori si sono
vestiti, li hanno indossati, amati,
fatti crescere o, qualche volta, magari
senza volerlo, trascinati nel
baratro sportivo. Centoquindici
anni di Robur, di Siena, del Siena.
Sono quelli festeggiati in questo
2019, anche grazie a una serie di
iniziative organizzate dall’attuale
proprietà, quella di Anna Durio e
del figlio Federico Trani, che hanno
raccolto una non semplice eredità
e stanno disegnando un progetto
ambizioso, fatto non solo di
campo, ma anche di strutture, settore
giovanile, squadra femminile.
Chissà se in quella sera di novembre
del 1904 qualcuno ha provato
a pensare al futuro di cento e più
anni dopo. Era infatti un mese di
inoltrato autunno di centoquindici
anni or sono, quando un gruppetto
di ragazzi dai dieci ai dodici anni,
la maggior parte dei quali studenti
delle secondarie, gettava le basi di
una nuova associazione alla quale
veniva dato il nome di “Unione
studio e divertimento”. Il programma
e gli scopi erano insiti nella
stessa denominazione: ricreazione
a mezzo di gite, piccole feste, competizioni
ginnico sportive. Inconsapevolmente,
tuttavia, quel piccolo
nucleo di ragazzi aveva dato
vita, con la sua iniziativa, a quella
che doveva divenire la Società
Sportiva Robur e, successivamente
l’Associazione Calcio Siena Robur
1904. Nella seduta costitutiva della
nuova associazione assunse la
presidenza, per unanime designazione,
Attilio Calzoni, che divenne
il primo presidente della Società.
Accanto a lui Baldo Baldi, Oreste
Belatti, Giovanni Bianchi, Eraldo
40
Cecchi, Zullio Cipriani, Alessandro
Fanetti, Altivaro Felli, Tommaso
Grossi, Adolfo Lamioni, Lorenzo
Maestrini, Gino Stanghellini, Sabatino
Tamburini e Alberto Testi.
Forse senza consapevolezza piena,
iscriveranno i loro nomi nella
storia dello sport senese. Il testo,
tratto da un documento originale
firmato dai soci fondatori Belatti,
Cecchi e Stanghellini, controfirmato
dallo storico segretario Alfio
Pistolesi, non specifica il giorno,
ma successive ricerche, fra le quali
quelle dello storico Nicola Natili,
hanno portato ad individuare che
si trattava con certezza del 18 novembre.
Il documento continua riportando
i vari cambi di denominazione:
“Fu nell’assemblea del 18
novembre 1908, presidente Casco
Ghinozzi, che il sodalizio costituito
quattro anni avanti divenne
Società Sportiva Robur e da quel
momento si inizia il suo periodo
di fortunata scesa e di intensa attività
agonistica in campo regionale
e nazionale. Lo sviluppo assunto
dal calcio, dopo la prima guerra
mondiale, finì per indirizzare unicamente
verso questa disciplina
sportiva l’attività agonistica del
sodalizio tantoché, all’inizio della
stagione calcistica 1933-34, presidente
Aldo Sampoli, la Società
Sportiva Robur assunse la nuova
denominazioni di Associazione
Calcio Siena a confermare, anche
nella propria ragione sociale, l’esclusiva
attività calcistica. Tuttavia,
per ricordare le origini della società
e il suo luminoso passato, alla
nuova denominazione venne fatta
seguire la dizione “Robur 1904”,
così da formare un tutto unico
con la denominazione stessa”. La
“vecchia e gloriosa” Robur ha vissuto
tante pagine epiche: quella del
Chinotto Neri del 1955-56 che fu il
là al ritorno in C e alla conquista
dello Scudetto della Quarta serie,
fino ad arrivare all’ormai celeberrima
trasferta di Cannara, utilizzata
fra tifosi per testimoniare il proprio
attaccamento a quella maglia
anche quando c’era da affrontare
fangosi campi e tribune inesistenti
nei campetti della terza serie.
Quando allo stadio, insomma, si
andava la domenica alle 14, seduti
sui nudi gradoni scoperti quando
andava bene, sui greppi delle
curve spoglie di qualsiasi tribuna
quando non bastavano i soldi della
paghetta settimanale per comprare
il tagliando di gradinata. Erano
gli anni delle pubblicità allo stadio
prima della partita, alcune diventate
mitiche e quelli dei primi
gruppi ultras che si andavano formando
accanto agli storici Fedelissimi
(che si avviano a compiere
qualcosa come cinquanta anni di
incredibile storia): non è un caso
che la curva e gli Ultras Fighters
proprio quest’anno e proprio nella
settimana del compleanno bianconero
hanno festeggiato quaranta
anni di tifo. Da quelle domeniche
molte volte apatiche, con squadre
41
inchiodate spesso ai pareggi poco
esaltanti e aggrappate alle classifiche
di mezzo in serie C, fino ad arrivare
alla storica promozione in B
prima e in A poi, che nei primi anni
Duemila hanno scritto pagine con
inchiostro dorato, anche attraverso
salvezze che erano più di Scudetti
da mettersi al petto. Da stropicciarsi
gli occhi, quasi increduli per
chi quei campetti di cui sopra li ha
vissuti per davvero: vedere crollare
la non amata Fiorentina sotto i colpi
di Flo o Maccarone, entrare nei
settori ospiti di San Siro o dell’Olimpico
e uscirne anche vincenti,
vedere sull’erba del Rastrello Del
Piero o Ronaldo. Poco pensabile,
forse neppure immaginabile appena
qualche anno prima: frutto
del sogno di Paolo De Luca e della
sponsorizzazione del Monte dei
Paschi, ma anche della capacità di
una città di sessantamila abitanti
di vestire quella maglia bianconera
come una seconda pelle. Un sogno
accarezzato e cullato fino al 2014,
quando, dopo un tribolato anno
in serie B, il Siena è costretto a ripartire
da zero. La società in estate
non si iscrive al campionato cadetto,
riuscendo tuttavia a ripartire
dalla serie D. Torna la denominazione
Società Sportiva Robur Siena,
ma quando c’è una storia così
bella non basta una modifica del
nome a farla dimenticare nell’oblio.
Tanto che il Siena riconquista
subito il professionismo (condito
dallo Scudetto di serie D). Il resto
è attualità, fatta ancora di cuore,
passione, identità di una città. Con
la speranza che il meglio debba ancora
venire, con la consapevolezza
che quella maglia sarà sempre, per
tutti, una seconda pelle.
42
drogheriamanganelli.it
LILT SIENA: PREVENIRE È VIVERE
Prevenzione in movimento
Testo di Alessandro Lorenzini
Non era semplice raccogliere l’eredità
di Franco Nobile, indimenticato
padre della Lega Italiana per
la Lotta ai Tumori di Siena. Eppure
Gaia Tancredi, già vicepresidente
per oltre vent’anni, è stata capace
in pochi mesi di dare ulteriore
impulso alla Lilt, tanto che il 2019
è diventato uno degli anni storici
per la Lega: il cambiamento della
sede (ora in zona Due Ponti a Siena)
è una svolta epocale, perché
oltre alla logistica ha comportato
la moltiplicazione delle specialistiche
e una maggiore possibilità di
accesso per i senesi a esami e diagnosi
precoci. Senza dimenticare
l’azione sulla prevenzione, attraverso
tanti eventi sparsi in tutto il
territorio.
Presidente, la Lilt è una realtà di
grande valore sociale e sanitario
per la nostra città e molto si deve
alla sua azione innovativa e lungimirante,
in particolare il 2019
è stato un anno di svolta, quale
impronta ha voluto dare alla
nuova Lilt?
È stato un anno intenso, ma di
grandissime soddisfazioni. Tutto
lo staff di Lilt si è impegnato per
realizzare il sogno di dare una
nuova casa alla Lega, più grande e
più accogliente. Abbiamo raggiunto
questo traguardo non solo per
dare una nuova veste estetica alla
nostra struttura, bensì per assicurare
maggiore capacità di diagnosi
a tutti coloro che accedono ai servizi.
Ho integrato molto la squadra
dei professionisti, già ne avevamo
di validissimi e irrinunciabili, ma
sono arrivati tanti giovani che hanno
dato nuova linfa alle specialistiche
che si trovano all’interno della
struttura. E inoltre siamo arrivati a
quindicimila soci, ciò significa che
la risposta ai bisogni della gente
viene garantita a una gran parte di
cittadini-pazienti, in tempi rapidi
e con grande professionalità. Per
oltre vent’anni sono stata al fianco
di Franco Nobile e la sua scuola è
stata per me fondamentale per
poter affrontare un impegno così
delicato.
E per lei presidente il 2019 è stato
un anno di forte cambiamento
personale, come valuta la sua
scelta professionale e di vita?
È stato un anno di forte cambiamento,
è stato l’anno in cui ho
preso definitivamente le redini di
questa grande famiglia che raccoglie
tanti soci e tanti medici. Per far
questo sono riuscita a conciliare la
missione fondamentale della Lilt
con la mia professione di giornalista,
ho applicato le mie competenze
proprio alle esigenze dell’associazione,
per informare ed educare
da un punto di vista sanitario la
popolazione senese. La capacità
comunicativa della Lega ha portato
tantissime persone ad avvicinarsi
al concetto di prevenzione,
che può essere applicato qui come
altrove: non è importante dove, è
importante che ci sia la comprensione
che controllandosi si possono
prevenire malattie o intervenire
in tempo. Tanta gente di tutte
le età si sta avvicinando a questo
concetto e lo sta facendo con convinzione,
questa è la mia più grande
soddisfazione. Insieme a quella
di aver incontrato tanta gente che
ha purtroppo manifestato una ma-
44
lattia oncologica diagnosticata dai
nostri medici, ma che poi è stata
capace, grazie anche al percorso
di cura indicato dai professionisti
e dal direttore sanitario Enrico
Pinto, di arrivare a una completa
guarigione. Sebbene abbia lasciato
una redazione giornalistica, dove
sarei potuta rimanere per tutta la
vita, questo risultato dà senso alla
scelta che ho fatto.
Il percorso di divulgazione del
concetto di prevenzione ha avuto
nel 2019 uno sviluppo importante:
quello di rivolgersi alle
giovani generazioni.
In questo contesto abbiamo fatto
il lavoro più importane, mai stato
messo in atto fino ad oggi. Siamo
arrivati in tante classi delle scuole
superiori senesi, per raccontare in
maniera molto originale, ma credo
efficace, cosa significa adottare
corretti stili di vita che sono quelli
che aiutano a mantenere la salute
nel tempo. Ed è stata sorprendente
la risposta dei ragazzi e ciò che
hanno assimilato dai nostri medici
e nello specifico dagli agenti della
Guardia di Finanza di Siena che
ci ha accompagnato nel percorso
educativo, lavorando in tandem. Il
progetto è culminato con gli elaborati
sui temi della prevenzione che
i ragazzi hanno prodotto secondo
le loro attitudini artistiche e letterarie.
Per realizzare il concorso destinato
alle scuole ho avuto al mio
fianco il Rotary Club Montaperti
Castelnuovo Berardenga che ha
svolto un lavoro formidabile per
coinvolgere i ragazzi nella produzione
dei loro elaborati. Tanto che
altre scuole hanno già richiesto il
nostro intervento. Prossimamente
saremo ancora al Liceo artistico
per approfondire il tema della prevenzione
con tutta la scuola.
E per il 2020 quali sono i progetti
che avete in cantiere?
Tantissimi come sempre. Ci stiamo
preparando per altro anno intenso
per sviluppare iniziative che vadano
in questa direzione, per educare
la popolazione senese e anche della
provincia, dove stiamo arrivando
con i nostri mezzi mobili, per
una diagnosi “domiciliare”, perché
le persone pur percependone il
bisogno, alcune volte non si avvicinano
alle strutture in cui si fa
diagnosi, per la distanza o per la
paura. Ci saranno diverse iniziative
di grande impatto, orientate alla
buona educazione alimentare e dirette
a tutte le fasce di età.
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45
GIOVANI TALENTI
Con le note nel cuore
Testo di Veronica Chiappin
Foto di Flavio Ianniello
Benedetta Bucci, classe 1997,
senese, è la giovane violista
del Conservatorio Rinaldo Franci
che si è distinta nell’anno 2019
ricevendo un ambito riconoscimento.
Il Quartetto Adorno, di cui Benedetta è
membro fondatore, ha vinto infatti
il prestigioso riconoscimento
"Una Vita nella Musica giovani".
Il premio le è stato consegnato
sul palco del Teatro La Fenice di Venezia.
Come ti sei avvicinata al violino?
È stato per caso. Avevo quattro anni e, mentre andavo nella Selva,
i miei genitori si fermarono a leggere un manifesto affisso al
muro in cui la Chigiana organizzava corsi gratuiti di violino per
bambini. Quando mio babbo lo lesse, io d'impulso dissi subito
"Lo voglio fare!" e così, dopo aver superato una selezione, iniziai
il mio approccio con il violino con il metodo Suzuki cioè imparai
a leggere le note ancor prima di iniziare a leggere le parole.
Ho cominciato con il violino poi, dopo qualche anno, grazie al
mio maestro della Rinaldo Franci Carmelo Giallombardo - violista
- mi sono innamorata della viola e sono passata a suonare
questo strumento di dimensioni un po' più grandi rispetto al
violino.
La musica ti assorbe molto tempo, non permettendoti forse
di vivere una vita da ventiduenne, sbaglio?
La mia vita, già dall'età di cinque anni, ha sempre avuto il suo
fulcro nella musica. Da piccola era quello il mio divertimento,
da grande è diventata la mia professione: ho rinunciato - ma
non è stato assolutamente un problema - prima agli sport e ai
giochi con i miei coetanei e poi ai divertimenti degli adolescenti.
Qual è stato il momento più emozionante che hai vissuto?
Sicuramente quello in cui, per i festeggiamenti della vittoria
della mia Contrada nel 2006, ho avuto l'onore di suonare l'inno
in piazza San Giovanni di fronte a più di mille selvaioli.
Benedetta, come ti immagini fra dieci anni?
Mi immagino sempre con la mia viola in mano, magari continuando
a fare concerti ma non mi dispiacerebbe neppure dedicarmi
all'insegnamento della viola ai bambini.
Siena, secondo te, riconosce il tuo talento?
Dalla mia città ho ricevuto alcune dimostrazioni di affetto e di
stima come di recente, quando con il mio Quartetto Adorno,
ci è stato conferito a La Fenice di Venezia il Premio "Una vita
nella musica giovani". Mi auguro che i miei concittadini siano
orgogliosi di me come io lo sono sempre stata della mia città.
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TRA SACRO E PROFANO
Sacre passioni
e profane devozioni
Il Palio sopraviverà "fra cielo e terra"
Testo di Enrico Grassini
Il Palio, si sa, è un microcosmo variopinto nel quale si
addensa la storia di ieri, di oggi e il desiderio di domani.
La storia di una Città che non è un'isola e sa perfettamente
che tutto quello che orgogliosamente conserva e
vive ha un suo inevitabile riscontro non solo all'interno,
ma anche nei rapporti con l'esterno: che sia nella dimensione
orizzontale con l'umano, con la quale Siena
vive da sempre una tensione di equilibrio fra l'autodifesa
e il necessario vitale confronto, oppure nella dimensione
verticale, fra cielo e terra, fra umano e divino, fra
passato, presente e futuro.
Questo dialogo fra gli opposti, tensione polare fra ciò
che per natura sarebbe inconciliabile, è proprio la ragione
dello spaccato di eternità che da questo piccolo
(e diciamolo pure, affascinante) spicchio di mondo
promana in maniera luminosa, tanto da non lasciare
insensibili gli animi più feriti dalla bellezza, quasi bruciati
dalle sue scintille d'infinito. Come non ricordare
i versi del grande Mario Luzi, legato a Siena da tanto
vissuto personale, che si rivolgono alla Città e alla sua
terra come «sostanza rara / in cui splendono insieme /
esultazione e pena / e bruciano in purità celeste / sofferenza
e grazia / d'una inenarrabile quarantena» (Dottrina
dell'estremo principiante, 2004). Nella rarità di
questo scrigno preservato (per ora) da tanta corruzione
del tempo si tengono in equilibrio forze opposte, di per
sé incomunicabili, che in un "per forza e per amore" trovano
la loro più estrema sintesi.
Molto è stato detto e scritto sul rapporto tra sacro e profano
nel Palio: non sarò certo io ad arricchire impor-
48
tanti contributi, storici e antropologici, che intellettuali
di raffinato spessore (come Alessandro Falassi e Duccio
Balestracci) hanno sapientemente elaborato; ciò che
posso dire è solo quello che ho vissuto e che vivo, da un
punto di vista che pochi conoscono. Privilegiato? Non
direi. Semplicemente singolare, perché obbliga a virare
lo sguardo in senso perpendicolare rispetto a come
siamo abituati, altalenando cioè in verticale, fra cielo e
terra, appunto.
Ogni prete che vive la Contrada da correttore potrà raccontare
una varietà infinita di aneddoti, storie e percezioni.
Del resto ce ne sono stati nella storia anche recente
di personaggi che, prima contradaioli e poi preti
e correttori, hanno scolpito ricordi memorabili e frasi
lapidarie nell'immaginario paliesco. C'è tuttavia un altro
osservatorio assai singolare nella mia esperienza,
forse meno appariscente, ma che per tutto l'anno offre
uno spaccato più vasto e dileguato sul mondo del Palio:
è l'esperienza di parroco nella Collegiata di Santa Maria
in Provenzano, la "chiesa del Palio" che si contende questo
ruolo con la Cattedrale, ma che riesce a mantenere
un suo specifico, forse perché più popolare, incastonata
come una gemma in mezzo alle case più semplici e
meno frequentata dalle grandi "scenografie" civiche,
che invece sovente interessano il Duomo.
La chiesa di Provenzano custodisce più di ogni altro
luogo un legame mutuamente genetico col Palio: se il
Palio oggi è quello che è lo dobbiamo in gran parte alla
devozione dei Senesi verso al Madonna di Provenzano
e, allo stesso tempo, se Provenzano continua ad essere
cuore pulsante di ciò che di più autentico Siena vive,
è proprio grazie al Palio. Un binomio che di per sé ha
tanto da dire, anche solo per quel che rappresenta.
Un correttore dirà sicuramente che il momento della
benedizione del fantino e del cavallo il giorno del Palio
è, nel corso dell'anno, la celebrazione emotivamente più
coinvolgente in cui tensione e aspettative si rincorrono.
Ma il parroco di Provenzano vi dirà anche che la sera
del 1° di luglio, quando il Palio entra nella Collegiata
scortato dalle Contrade e da tutte le autorità cittadine,
non ha certo uno spessore emotivamente minore. Il cerimoniale
paliesco ha sempre il suo fascino, certamente:
il brontolìo dei tamburi che si rincorrono per voler avere
ciascuno l'ultima parola, il soffiare nobile e inquieto
della seta delle bandiere, la tronfia maestà delle chiarine
che sembrano dire "zitti tutti, ora parlano i riti"; sì,
perché tutto è rito, tutto deve necessariamente esserlo
perché il rito colora tutto di eterno, di atemporale, di
sospeso fra il finito e l'immortale. Mi chiedo se il buon
Luzi, che abitava da ragazzo proprio accanto all'uscio di
Provenzano, non sia stato irretito da questa "sbornia"
di suoni e colori che una volta all'anno anima la placida
piazza che porta il nome dell'eroe di Montaperti; e
chi sa che proprio da quei ricordi non abbia allungato
lo sguardo su quegli inconciliabili opposti che a Siena
"bruciano in purità celeste".
Quella sera, il 1° di luglio, alla vigilia della festa della Madonna
di Provenzano, Siena compie un gesto, attraverso
le mani delle sue più alte autorità, un gesto che travalica
il senso di appartenenza o meno alla comunità cristiana,
perché va oltre il tempo e riporta a galla l'antico patrimonio
genetico di una civiltà che ha bisogno di un
riferimento "materno", di una signoria fuori dal tempo
che possa rassicurare dal senso di impotenza che l'uomo
vive dinanzi al passaggio ineluttabile delle stagioni.
Siena offre il Palio alla sua Regina. E da qui entro nel
vivo di una memoria singolare, poiché in quel momento,
quando tutti gli sguardi sono rivolti alla piccola Immagine
di terracotta, quasi affogata nei suoi anneriti
argenti barocchi, i miei occhi sono gli unici che guardano
in direzione opposta, guardano i volti, guardano gli
49
occhi, induriti e speranzosi, di un popolo che sembra
dire: "Ecco, o Regina, da stasera questo Palio è tuo, noi
te lo offriamo perché tu sappia che abbiamo bisogno
di eternità, perché tutto scorre, tutto ci fa paura; solo la
certezza che ogni anno la tua gente sarà qui ci consola,
o noi o altri, ma qualcuno sarà sempre qui. E questo è il
nostro seme di immortalità". Certo che tutti implorano
con lo sguardo e con i gesti di poter essere i privilegiati
che, la sera dopo, torneranno a render grazie! Ma già il
rito ha operato il suo trionfo: Siena vive la certezza del
suo per sempre.
Scrivo queste parole non per fare romantica poesia di
un momento in cui l'esaltazione è a tutti ben nota, ma
perché questo seme di immortalità, attraverso i linguaggi
dei riti palieschi, sia chiaro che non è un automatismo;
esso sopravviverà solo nella misura in cui ci
saranno persone capaci di dare contenuti a questi gesti,
di far sì che la forma non sia solo apparenza, ma visibilità
di una sostanza.
E dirò di più: sapete quando il rischio "lacrima facile"
diventa possibilità concreta? Quando al momento della
benedizione del drappellone e del popolo senese, in un
silenzio irreale, fisso negli occhi lo stupore dei nostri
piccoli che a questo rito vengono accompagnati dagli
addetti delle loro Contrade. Vi siete mai accorti quanto
sia disarmante lo stupore sul volto di un bambino?
Chissà perché noi adulti ci vergogniamo di meravigliarci,
e davanti allo stupore abbassiamo spesso lo sguardo;
un bambino no, un bambino che si meraviglia lo esprime
con tutto il proprio corpo ed eleva lo sguardo in alto,
per guardare a queste creature "grandi" che stanno facendo
qualcosa di importante, che egli forse può far fatica
a leggere, ma che capisce molto bene in tutta la sua
portata simbolica. È lo sguardo fra cielo e terra. Non è
da lì che si capisce la dimensione verticale del Palio, ma
è da lì che si comincia a vivere e che mancherà sempre a
chi, come me, all'eterna bellezza del Palio c'è arrivato da
grande; magari catapultatoci in pieno, ma sempre con
gli occhi dell'adulto che cercano un bambino dentro di
sé per riuscire a leggere con lo stupore, e non solo con
l'intelligenza, questi segni.
Quel Maria mater cantato la sera del 1° di luglio, dopo
l'accoglienza del drappellone, è liberante quanto l'urlo
ben più famoso "vai e torna vincitore!", nel luogo e nel
momento che tutti ben sanno. Il prete sa perfettamente
che ai fini dell'esito della corsa le sue parole lasciano il
tempo che trovano, ma ha fatto vibrare tanti cuori all'unisono,
nell'unica nota che accomuna l'amore per Siena
e per ciascuno dei nostri diciassette rioni. Una nota che
non si ritroverà mai ingabbiata dalle righe di un pentagramma
convenzionale, perché la si potrà trovare nel
borbottìo assordante dei tamburi, come nel sommesso
fruscio delle bandiere che sfidano le sinfonie del vento;
la si potrà trovare nel ticchettìo di quattro ferri di un
cavallo che pestano le lastre di pietra, in una candelina
accesa in chiesa la sera prima di qualcosa, o la rabbia
che te la fa spengere se le cose non vanno come devono
andare. È la nota stonata dei bambini che, seduti alle
prove sul palco delle comparse, non azzeccano mai
quando iniziano un coro.
Alla fine tutto è "sofferenza e grazia". Anche per un prete
che nel gioco delle parti di questo rito arcaico si ritrova
sospeso fra sacro e profano. Tutto è responsabilità
e privilegio, tutto è cielo e terra. Cielo in terra e terra (di
Piazza) che ti eleva al cielo.
Radicato in terra ed elevato al cielo. Sì, forse è proprio
questo il seme di immortalità del Palio, che tuttavia
chiede l'intelligenza dei tempi; il suo essere sacro e
profano lo farà passare indenne dalle critiche esterne
e dalle divisioni interne, nel passaggio di testimone fra
le generazioni che lasceranno ciascuna la loro traccia,
un po' come gli stemmi delle Contrade vittoriose incisi
nell'argento del piatto che sovrasta l'asta del drappellone.
Perché tanto, per dirla con l'acume di Roberto
Barzanti, «checché se ne dica, sopravviverà, con la forza
spontanea che hanno le cose saldamente radicate nella
terra. Una festa non dura per secoli e secoli se non è necessaria,
se non ha una vitalità che chiede intelligenza».
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Testo di Gianluca Targetti
Thanks
Miami to Paris
Sara Cafarelli, 44 anni, senese, diplomata all’istituto d’Arte Duccio
di Boninsegna ne ha fatta di strada. Infatti, quest'anno Sacaf
- così il suo nome d'arte - ha esposto al museo del Louvre di Parigi,
nel Salon International d’Art Contemporain, due sue opere
inedite: "Thanks" e "Miami to Paris" che celebrano uno speciale
momento della vita della contradaiola giraffina.
L'artista senese aveva già conquistato un'altra fra le gallerie più
prestigiose al mondo nel 2013, il MoMa di New York.
"L'opera Thanks nasce in un momento in cui mi sembrava doveroso
ringraziare il cielo e tutte le persone che mi sono state vicine
durante questi anni. Thanks è l’ultimo atto di Reflection, la mostra
che inaugurerò ad Amsterdam il 14 dicembre prossimo e che
chiude un cerchio artistico. L’anno 2020, infatti, sarà per me un
nuovo inizio. L’altra opera, Miami to Paris, è proprio il principio di
questa nuova fase pittorica della street art. L’esposizione al Louvre
e al MoMa sono arrivate per puro caso, non sono state cercate, un
grazie mi sembrava dovuto” esordisce Sara.
Le chiedo se è consapevole di quello che le sta accadendo. "Che
dire… sono una persona molto semplice e umile, a volte mi vergogno
a dire le cose, a raccontare quello che mi sta accadendo, ho
quasi paura a urlare la felicità, mi sembra possa farla sfuggire dalle
mani. Mi emoziono anche solo a parlarne come senti. Lavoro
intensamente, mi lascio poco tempo per pensare, quando mi capita
vado a camminare e cerco di resettare i pensieri. Voglio costruire
tutto mattoncino dopo mattoncino." Sentendo parlare Sacaf,
mi viene un dubbio: sarà soddisfatta del lavoro fatto o, come altri
artisti, riguardando i suoi quadri, troverà qualche pecca? "Io sono
sempre soddisfatta perché vedo costantemente la mia evoluzione:
ogni mostra ha la sua storia e quando metto la firma in un quadro
so non lo devo più toccare. Pensa, riguardando le mie opere mi
emoziono ancora perché sono legate comunque a un particolare
momento della mia vita, a uno stato d’animo. Inoltre, mi piace il
fatto che i miei quadri vadano in giro per locali e caffè letterari
più che in gallerie, perché così prendono il convivio della gente: chi
se lo mette in casa ha un quadro che ha preso già un po’ di vita."
Volutamente, conoscendo Sara da anni, tocco una corda del suo
cuore a lei molto cara: Siena e il Palio. Allora ritorniamo indie-
52
tro nel tempo. Quasi un anno fa la nostra artista era nel
Cortile del Podestà per la presentazione del Drappellone
e del Masgalano in occasione del Palio Straordinario.
"Essere di fronte a una città, o meglio, dentro la tua città,
è un’emozione difficile da raccontare. Ti senti figlia di Siena
e onorata di farne parte specialmente in un contesto
come il nostro Palio: il masgalano è il premio che viene,
come sappiamo, assegnato alla migliore comparsa, e io,
come sai, sono cresciuta grazie a mio Babbo tra bandiere
e tamburi biancorossi. Immaginati quello che posso aver
provato in quel momento. Il mio sogno, non a caso, è di
dipingere il Palio, come immagino ogni artista senese."
Ho capito che Sara ha una vita movimentata e intensa,
sempre in giro per il mondo... di fatto quando dipingerà?
"Non ho orari né aspetto l’ispirazione. Amo mettermi
all’opera semplicemente quando sono serena. Sono un’artista
a modo mio come avrai capito, se non sono in pace
con me stessa non dipingo e credo si veda dalle mie opere
colorate e piene di significati positivi. Sono una persona
di fede, questa mia energia quindi voglio che si sprigioni
dalle mie opere, trasmettendo positività a chi le osserva."
Tra qualche giorno daremo il benvenuto al nuovo anno,
mi chiedo quale sarà l'auspicio della Cafarelli. "Mi auguro
che la mia energia positiva possa colorare la città e che
il mio colore possa sommergere le vie di Siena perché ne
ha veramente bisogno. Tutti noi dobbiamo credere nella
nostra città ed essere fieri di farne parte: io sono onorata
nei miei viaggi di dire che sono proprio senese."
Termina così, più che un'intervista una chiacchierata,
l'incontro con Sara Cafarelli e mi rendo conto che anche
io in questo momento vorrei urlare al mondo la felicità
e la positività che è riuscita a trasmettermi. Avanti così.
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IL NATALE D'ALTRI TEMPI
Zia raccontami una storia...
Testo di Margherita Fontani
Leo: Zia, la prof di lettere ci ha chiesto di intervistare un
parente anziano sul Natale di tanti anni fa. Io ho pensato
a te, che sei vecchia.
Zia Marghe: Grazie del pensiero! Che cosa vuoi sapere?
Leo: Come festeggiavi il Natale quando eri piccini voi. Se
facevi l’albero di Natale, il presepio, cosa vi portava Babbo
Natale, queste cose qui…
Zia Marghe: Il discorso è complesso, fammi una domanda
alla volta e io ti rispondo per quanto mi è possibile.Ti
anticipo che ho il ricordo di soli due giorni di Natale, uno
di quando avevo circa cinque anni e uno di quando ne
avevo nove o dieci.
Leo: Raccontami il primo intanto.
Zia Marghe: Eravamo a pranzo in cucina dove c’era la
stufa accesa e faceva molto caldo. Io, nell’attesa di mangiare
e per fare la spiritosa, entravo a corsa in salotto e
scappavo a volo facendo brrr per il freddo che c’era. Sai,
in quei tempi l’unica stanza
riscaldata era la cucina. Nelle
altre stanze si gelava letteralmente.
Rivedo una tavolata
di persone, noi quattro di
famiglia, zio e zia e la cugina
Clemente con i tre figli
grandi seduti dall’altra parte
del tavolo. C’è anche Eugenia,
una donna povera, povera,
che veniva invitata a mangiare
da noi tutte le volte che
era festa. Davanti a me c’è
Elio che mi fa i versacci con
gli occhi accigliati e la bocca
storta per farmi paura, ma io
rido con una mano davanti
alla bocca. Mi hanno detto e
ridetto che a tavola non si ride e non si mastica a bocca
aperta, specialmente se ci sono altre persone e io mi copro!
La mamma mette due crostini neri nel piatto di ogni
commensale e per ultima serve me, perché sono la più
piccina.
Leo: Perché ti serviva per ultima? La mia mamma mi
serve per primo. Io sono l’ultimo nato in famiglia.
Zia Marghe: Allora si usava così e nessuno si sarebbe azzardato
a protestare. Prima venivano serviti gli ospiti, poi
gli uomini, le donne e per ultimo i bambini. Ricordo i tagliatini
in brodo, una pasta fatta in casa piuttosto lunga e
io che non riuscivo a farla stare nel cucchiaio, mi ricadeva
da tutte le parti. Elio, davanti a me, mi fece vedere come
prenderla con la forchetta e metterla nel cucchiaio. Il
pranzo fu lungo e c’era un gran chiacchierio, io stavo gustando
un uccelletto arrosto e scansavo tutti gli ossicini,
ma ci ricavavo poco. Qualcuno mi disse di mangiare tutto
e di lasciare solo il becco e
io, priva degli incisivi ormai
infilati nei buchi del muro,
riuscii comunque a sgranocchiare
tutto, salvo sputare di
nascosto la salvia e buttarla
sotto il tavolo. Tanto sotto
c’era il cane che faceva piazza
pulita. Per la lunga durata
del pranzo mi annoiavo, ma
non dicevo niente e restavo
seduta ascoltando, senza
capire niente di quello che
dicevano i grandi e ripetevo
dentro di me le parole buffe
tipo "sciarbellein e ciorcil".
La mamma il giorno prima
aveva fatto i cavallucci e ne
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mangiammo uno ciascuno, più uno spicchietto di panforte.
Poi ci fu la sorpresa per me: i mandarini portati dai
parenti. Io non li avevo mai visti ed ero curiosa di assaggiarli.
Mi piacquero tantissimo.
Leo: Ma Babbo Natale non ti aveva portato niente?
Zia Marghe: Meglio! Non esisteva mica Babbo Natale.
Fino agli anni ’60, mai sentito nominare. I regali li portava
la Befana, il 6 gennaio. Il giorno di Natale si andava
alla Messa, si pranzava tutti insieme e nel pomeriggio si
andava alle Funzioni.
Leo: Che erano le Funzioni?
Zia Marghe: Intorno alle quattro di pomeriggio, le donne
e i ragazzi si recavano di nuovo in chiesa per dire il rosario
e poi il prete prendeva il Santissimo, lo copriva con un
manto dorato e ci benediceva. Quelle erano le Funzioni, e
sono molti anni che non vengono più fatte. Usciti di chiesa
per noi ragazzi, quella era festa grande: corse e grida
e giochi.
Leo: L’albero di Natale lo facevi?
Zia Marghe: Anche quello non esisteva, era in uso solamente
nei paesi del nord. Invece nelle chiese veniva allestito
un piccolo presepe che noi ammiravamo a lungo.
Quando ebbi nove anni mi regalarono alcune statuine di
gesso e anche io feci il presepe. Fu allestito in salotto, sul
pavimento con lo sfondo di grossi rami di corbezzolo e
alloro, tanta borraccina che si mantenne fresca (con quel
freddo!) fino alla Befana.
Leo: Raccontami allora della Befana.
Zia Marghe: Per noi bambini era la festa più attesa. La
sera prima preparavamo un fastellino di legnetti e uno
di fieno. Il primo serviva per far accendere il fuoco alla
Befana che arrivava infreddolita. Il secondo serviva per
far mangiare il suo ciuchino.Prima di andare a dormire
la mamma ci dava una calza piuttosto lunga e si attaccava
al camino, così la Befana in nottata l’avrebbe riempita. La
mattina ci si svegliava presto e via di corsa a staccare la
calza piena di doni. Quella che ricordo meglio conteneva
un bambolottino di celluloide nudo, un libretto illustrato
con gli abitanti del mare, un anellino di ferro smaltato,
una mela e un arancio, una cartatina di pasticchine dolci
colorate e un pezzo di carbone vero, non come quello di
ora che è di zucchero! Io avevo già capito che la Befana era
tutta una messa in scena, ma stetti zitta, facendo la finta
credulona, fino agli otto anni. La scena mi piaceva ugualmente
e quella era l’unica occasione per ricevere regali.
Leo: Allora era un Natale poco divertente il vostro, senza
regali, senza addobbi, senza niente.
Zia Marghe: Non è vero, si aspettava con ansia per stare
con i parenti, si andava tutti in gruppo anche alla Messa
cantata di mezzanotte e nel pomeriggio si giocava a tombola
e dopo cena "a panforte".
Leo: Che vuol dire "giocare a panforte"?
Zia Marghe: Si trattava di usare un panforte ben incartato
e lanciarlo, (stando sulla porta del salotto) sulla tavola
di cucina in modo che ci restasse sopra, ma il più vicino
possibile alla sponda. Era molto divertente, ricordo che il
mio babbo era il più accanito, mentre la mia mamma una
volta fece "capanna" fra gli applausi di tutti.
Leo: Allora si può giocare anche noi per Natale...
Zia Marghe: Certo.Quest’anno lo riporteremo in uso.
Leo: E dell’altro Natale, di quello dei nove anni, che ricordi
hai?
Zia Marghe: Fu una notte magica e indimenticabile. Aveva
nevicato tanto durante il giorno e la notte era illuminata
dalla luna piena. C’era ovunque un candore affascinante
e strano, mai visto! Intorno alle dieci arrivarono a
casa nostra diverse persone che abitavano nei dintorni,
ben imbacuccate e con alti scarponi, pronti per andare
alla Messa di mezzanotte. La chiesa distava un paio di
chilometri, e io non stavo più nella pelle per uscire in quel
magico candore. Non ho mai più vissuto una magia così.
Partimmo tutti insieme, felici e rumorosi. Non sembrava
notte con tutto quel biancore, ma nemmeno giorno! La
neve scricchiolava sotto gli scarponi e con la luce della
luna mandava dei bagliori incredibili come se ci fossero
dei brillanti sparsi qua e là. Una ragazza del gruppo si gettò
a braccia e gambe aperte sulla neve e si rialzò ridendo
mentre indicava la sua impronta impressa nella neve. Fu
un attimo e tante donne la imitarono ridendo con grida
di gioia. Naturalmente anche io mi sdraiai incurante del
freddo e dei rimproveri, che non vennero! Sentimmo le
campane della chiesa con un suono ovattato e allungammo
il passo per arrivare in tempo alla nascita di Gesù. Sai
Leo, nelle cartoline, nei libri, nei quadri spesso il Natale
è rappresentato con la neve, però qui nel senese tutt’al
più viene una spolveratina. Ma quel Natale del 1947 mi è
rimasto veramente nel cuore!
Leo: Grazie zia, a Natale ricordati del panforte!
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OROSCOPO 2020 DI FELIX
Che Pesci
strepitosi!
Armando Gradone, Pesci
Prefetto di Siena
Ali Hassoun, Vergine
Pittore del Drappellone 2010
Francesco Frati, Capricorno
Rettore Università di Siena
Il segno più fortunato di tutto lo zodiaco sarà senza dubbio quello dei Pesci. A ruota la Vergine il cui anno
si dimostrerà davvero eccezionale un pò in tutti i campi, così come per il Capricorno che vivrà uno dei momenti
migliori di tutta la sua vita.
ARIETE
TORO
GEMELLI
CANCRO
21 marzo - 20 aprile
21 aprile - 20 maggio
21 maggio - 21 giugno
22 giugno - 22 luglio
Avrete delle difficoltà ad inizio
anno. Ma questa è soltanto una
vostra impressione: già all’inizio
della primavera le cose saranno
destinate a cambiare. Metterete
in ordine le questioni che vi riguardano
e vale la stessa cosa per
chi porta avanti relazioni stanche.
Potrebbe essere il momento
giusto per prendere quella decisione
che avreste voluto prendere
prima. Per i single è arrivato
il momento di nuove amicizie.
Da febbraio dovete fare in modo
di compiere scelte intraprendenti,
che vi porterebbero in breve
tempo a ricevere le gratificazioni
che aspettavate da tempo. Sul
lavoro è arrivato il momento di
portarsi avanti e di fare qualcosa
di importante, così da ricevere
una promozione. Attenzione se
siete single a tralasciare i sentimenti
o a interrompere la ricerca
dell’amore a causa dei tanti
pensieri che avete per la testa.
Il nuovo anno inizia all’insegna
dei dubbi, ma è necessario cercare
di ragionare lucidamente
sulle situazioni che ti riguardano.
Verso la fine dell’anno tutto
tornerà ad essere meno confuso
e capirete che quello che avete
avuto è stato soltanto un momento
di confusione. I rapporti
amorosi procederanno senza
problemi, chi è single dovrà
attendere un po’ di tempo prima
di trovare l’anima gemella.
La carica di energia che vi trascinerà
dovrà essere colta al volo
per poter migliorare la vostra
condizione lavorativa. Ci sarà
sicuramente uno stop dal punto
di vista della vita sociale e delle
relazioni amorose perché è arrivato
il momento di spiccare il
volo con la carriera e con tutto
quello che è rimasto in sospeso
nella vostra vita. Se siete in
coppia fate attenzione a non
esagerare con gli scatti di rabbia.
LEONE
VERGINE
BILANCIA
SCORPIONE
23 luglio - 23 agosto
24 agosto - 22 settembre
23 settembre - 22 ottobre
23 ottobre - 22 novembre
Ci sarà poco entusiasmo nei
primi mesi dell’anno in cui il
vostro segno zodiacale dovrà
abituarsi a tutti i cambiamenti
che vi coinvolgeranno nel lavoro
e in casa. Se riuscirete a resistere
a queste circostanze, in primavera
il tutto sarà ricompensato.
Periodi davvero ottimi per chi
è in coppia. Chi invece non ha
ancora trovato l’anima gemella,
può avere fiducia negli incontri
che farà nel corso dell'anno.
Per i nati sotto il segno della Vergine
è arrivato l’anno dell’ambizione
e dei progetti. È arrivato
il momento di tirare fuori le
unghie per raggiungere il tanto
sperato successo sul lavoro e
nella vita. Tutto ciò che vi prefiggerete
potrà essere raggiunto
in breve tempo per via delle
vostre attitudini amplificate nel
corso di questo nuovo anno. In
amore periodi tranquilli all’insegna
soprattutto della serenità.
Avrete tante occasioni per cambiare
radicalmente la vostra vita
e per fare ciò che vi auguravate di
mettere in pratica già da molto
tempo. C’è assolutamente bisogno
di mantenere la calma in
maniera tale da riuscire, verso gli
ultimi mesi dell’anno, ad ottenere
la svolta che desideravate da ormai
da molto tempo. Questa voglia
di rivoluzionare la situazione
e modificare la vita si ripercuoterà
anche sui rapporti d’amore.
Avete un’attitudine a fare di testa
vostra e talvolta anche a compiere
gesti che visti dall’esterno sembrano
imprudenti. Il 2020 sarà
l’apoteosi di questa vostra caratteristica.
Le cose potrebbero non
andare come avreste desiderato e
fareste quindi bene ad ascoltare
i pareri di chi vi sta accanto. Se
siete single mettete da parte la
possibilità di trovare l’amore, chi
è in coppia deve prestare attenzione:
il litigio è dietro l’angolo.
SAGITTARIO
CAPRICORNO
ACQUARIO
PESCI
23 novembre - 21 dicembre
22 dicembre - 20 gennaio
21 gennaio - 19 febbraio
20 febbraio - 20 marzo
Novità soprattutto dal punto di
vista sentimentale. Infatti, sarete
colti da una grande voglia di essere
costruttivi ma avrete anche
bisogno di freschezza. Si tratta
davvero del momento opportuno
se credete di voler rinnovare
la vostra vita privata e amorosa.
Se siete single è arrivato il momento
di fare nuovi incontri.
Sul lavoro tutta questa voglia
di fare e di cambiare non può
che produrre risultati positivi.
Saturno in Capricorno porta finalmente
una ventata di stabilità
e di ottimismo. È arrivato il momento
della vostra fortuna, potete
iniziare a mettere in pratica
quei progetti sospesi. Momenti di
calma per i single, che non possono
sperare di trovare nell’imminenza
l’anima gemella. Se vivete
una relazione, avrete davanti a
voi momenti positivi e spumeggianti
che vi faranno pensare di
aver trovato la persona giusta.
È arrivato il momento della libertà
e dei grandi cambiamenti.
Quest'anno è quello giusto per
fare ciò che aspettavate di compiere
da tempo. È il momento
di iniziare da subito a fare dei
progetti solidi, a gettare le basi
per qualcosa di importante. Carica
di entusiasmo in amore: vi
sentirete molto felici al fianco
della persona che avete scelto.
Anche i single troveranno delle
novità che li renderanno felici.
Dovrete lasciarvi andare e portare
a termine numerose scelte
determinanti. Il 2020 vi metterà
davanti la possibilità di cambiare
la vostra vita, ma sta a voi fare la
scelta giusta. Dovete cercare di
affrontare con sicurezza le sfide,
perché in tutta probabilità le
vincerete. Per i single le novità
stanno arrivando e vale lo stesso
anche per chi ha già una relazione.
Lasciatevi andare perché si
tratta soltanto di novità positive.
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