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TRAKS MAGAZINE 029

C'è Belita sulla copertina del nuovo numero di TRAKS MAGAZINE, una fresca ventata pop per un numero che prosegue con le interviste a Random Clockwork, Maione, Portfolio, Mouth Water, Gastone, Hike, Marcello Parrilli, Gian Maria Castro, Sue. Leggilo subito!

C'è Belita sulla copertina del nuovo numero di TRAKS MAGAZINE, una fresca ventata pop per un numero che prosegue con le interviste a Random Clockwork, Maione, Portfolio, Mouth Water, Gastone, Hike, Marcello Parrilli, Gian Maria Castro, Sue. Leggilo subito!

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sco Pax) diretto da Olivier Manchion

(Ulan Bator).

Ci sono forti colori e sapori

black in “Stefi Wonder”: da che

cosa avete preso ispirazione?

Non c’è stata una fonte di ispirazione

precisa, probabilmente tanti

ascolti di musica che arriva da

quel mondo lì. Penso si tratti più

di rigetto verso certa musica oltremodo

prevedibile e ripetitiva.

Peraltro già nel nostro disco precedente

alcuni pezzi presentavano

già caratteristiche simili. Si tratta

di un percorso di evoluzione piuttosto

naturale.

Anche dal punto di vista della

struttura dei pezzi ci sono cambiamenti:

come mai un disco

(quasi) tutto improntato sulla

forma canzone “classica”?

Ci siamo un poco sforzati di semplificare

le cose rispetto al passato,

senza snaturare il nostro mondo

musicale. Abbiamo cercato di ottenere

di più da poche ma solide

idee. Mentre lavoravamo ai brani

abbiamo impostavamo anche le linee

vocali, e questo probabilmente

ci ha portato naturalmente piu’

vicino alla forma canzone.

Vorrei saperne di più su “Agosto”,

che mi ha fatto pensare a

band alternative italiane anni ’90

nonostante la sua forma apparentemente

“tipica” (e infatti celiate

dicendo che è il vostro pezzo

per Sanremo)

È vero, anche a noi ha subito ricordato

alcune cose anni 90 italiane.

In realtà quando abbiamo

registrato la traccia strumentale

l’intendo era quello di cercare di

fare un po’ gli Air – uno dei gruppi

che in assoluto amiamo di più.

Poi Claudia Domenichini, cantante

con la quale collaboriamo

da sempre, ha messo la sua voce e

immediatamente è scattato anche

su di noi il rimando a quegli anni.

Domanda

del tutto prematura:

viste

le vostre innumerevoli

mutazioni,

soprattutto a

livello sonoro

e di genere,

se doveste

pensare ora

a come sarà

il prossimo

disco dei Portfolio,

a che

cosa potreste pensare?

Davvero difficile da dire. La tendenza

a cambiare da un disco

all’altro non è mai pianificata.

Suoniamo insieme ormai da più

di quindici anni e tra un disco

e l’altro passa parecchio tempo,

durante il quale ascoltiamo tanta

musica e portiamo avanti progetti

diversi. Questo si riversa sulle

cose che scriviamo. Difficile dire

quindi cosa faremo in futuro, anche

se l’elettronica è sicuramente

un mondo che continueremo ad

approfondire.

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