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rivista nr. 5 2015 bassa

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N.5 <strong>2015</strong><br />

ASSOFOND<br />

FEDERAZIONE<br />

NAZIONALE<br />

FONDERIE<br />

Poste Italiane S.p.A. - Anno XL-Pubblicazione bimestrale - Spedizione in A.P. - 70% - Filiale di Milano<br />

La <strong>rivista</strong> delle Fonderie<br />

di Metalli Ferrosi e Non Ferrosi


di Perno Lazzari Rodolfo & C. snc<br />

Via P. Tamburini, 2/4 - 25136 Brescia<br />

Tel. 030.2092656 - Fax 030.2099868<br />

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per acciaierie, fonderie di acciaio e di ghisa,<br />

di alluminio e di altri metalli non ferrosi.<br />

PRODOTTI<br />

metalli<br />

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ferroleghe<br />

ghise in pani<br />

ricarburanti<br />

SERVIZI<br />

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ivista<br />

La<br />

delle<br />

Fonderie<br />

di Metalli<br />

Ferrosi<br />

e Non<br />

industria<br />

fusoria<br />

Ferrosi<br />

N. 5 <strong>2015</strong><br />

SOMMARIO<br />

ASSOFOND<br />

in igne vita<br />

ASSOFOND<br />

FEDERAZIONE<br />

NAZIONALE<br />

FONDERIE<br />

Pubblicazione bimestrale tecnico-economico ufficiale<br />

per gli atti dell’Associa zione Nazionale delle Fonderie<br />

Autorizzazione Tribunale di Milano<br />

n. 307 del 19.4.1990<br />

Direttore Responsabile<br />

Silvano Squaratti<br />

ECONOMICO<br />

Bilanci d’acciaio <strong>2015</strong>........................................................................................................................10<br />

La nuova UNI EN ISO 9001:<strong>2015</strong>................................................................................................14<br />

LEGGE 13 luglio <strong>2015</strong>, n. 107 - BUONA SCUOLA..................................................................18<br />

Inaugurazione con inizio lezioni open per l’HPDC School,<br />

il primo master in pressocolata .................................................................................................... 24<br />

Il FARO indica le rotte del cambiamento .................................................................................. 28<br />

Lo sviluppo dei materiali per le centrali elettriche di potenza .............................................. 34<br />

Euroguss 2016 .................................................................................................................................. 36<br />

Direzione e redazione<br />

Federazione Nazionale Fonderie<br />

20090 Trezzano S/Naviglio (MI), Via Copernico 54<br />

Tel. 02/48400967 - Telefax 02/48401282<br />

www.assofond.it - info@assofond.it<br />

Gestione editoriale e pubblicità<br />

S.A.S. - Società Assofond Servizi s.r.l.<br />

20090 Trezzano S/Naviglio (MI), Via Copernico 54<br />

Tel. 02/48400967 - Telefax 02/48401282<br />

Amministrazione e abbonamenti<br />

S.A.S. - Società Assofond Servizi s.r.l.<br />

20090 Trezzano S/Naviglio (MI), Via Copernico 54<br />

Tel. 02/48400967 - Telefax 02/48401282<br />

Abbonamenti per l’Italia,<br />

anno <strong>2015</strong> 105,00 euro<br />

RUBRICA LEGALE<br />

Condizioni Generali di Contratto delle Fonderie Europee:<br />

edizione Maggio 2014 .................................................................................................................. 44<br />

Abbonamento per l’estero,<br />

anno <strong>2015</strong> 180,00 euro<br />

Una copia 12,91 euro, estero 20,66 euro<br />

Numeri arretrati il doppio<br />

Spedizioni in A.P. - 70% - Filiale di Milano<br />

i<br />

TECNICO<br />

Comportamento a fatica ad alta temperatura di una ghisa sferoidale Si-Mo.................. 56<br />

Processo di formazione di un blister in una lega di alluminio ................................................64<br />

Getti in lost foam di componenti compositi bimetallici in ghisa bianca<br />

al cromo/acciaio al carbonio ............................................................................................................76<br />

INDICE<br />

Inserzionisti ..........................................................................................................................................88<br />

Progetto Grafico<br />

Draghi Luciano<br />

<strong>2015</strong>4 Milano - Via Messina 47<br />

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Stampa<br />

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Tel. 0332/531463 - www.nastroenastro.it<br />

È vietata la riproduzione degli articoli e illustrazioni di<br />

Industria Fusoria senza autorizzazione e senza citare<br />

la fonte. La collaborazione alla Rivista è subordinata<br />

insindacabilmente al giudizio della Redazione.<br />

Le idee espresse dagli Autori non impegnano ne la<br />

Rivista ne Assofond e la responsabilità di quanto<br />

viene pubblicato rimane agli Autori stessi.<br />

La pubblicità che appare non supera il 50% della<br />

superficie totale del periodico.<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong> 7


ECONOMICO<br />

ECONOMICO<br />

F. Bonetti<br />

ECONOMICO<br />

ECONOMICO<br />

Bilanci d’acciaio <strong>2015</strong><br />

Il convegno annuale di Siderweb “Bilanci d’Acciaio” ha registrato<br />

un successo senza precedenti, catturando anche gli occhi<br />

di gran parte della stampa italiana, che ha dedicato ampio<br />

spazio ai risultati della ricerca. A colpire l’opinione della<br />

stampa sono stati sia la frenata della discesa dei risultati sia<br />

il raggiungimento di un utile di sistema che mancava nei bilanci<br />

da oltre tre anni. Interessanti, inoltre, i focus proposti dai diversi giornali locali sulle realtà di riferimento<br />

analizzate, capaci di dare anche uno spaccato più dettagliato delle performance di comparto.<br />

BILANCI 2030<br />

I numeri che presentiamo quest’anno ci descrivono un quadro generale<br />

ancora incerto. L’anno scorso dicevamo: “Siamo ad un bivio storico: la fase<br />

congiunturale che stiamo vivendo può portare ad un ulteriore e pesante<br />

indebolimento della nostra economia oppure può essere l’occasione<br />

per un rilancio fondato sui pilastri della conoscenza, dell’innovazione<br />

e della sostenibilità”.<br />

Dopo un anno dobbiamo constatare che siamo ancora allo stesso bivio,<br />

incerti ed incapaci di imboccare con decisone la via dello sviluppo.<br />

Questa è già la settima edizione di Bilanci d’Acciaio e, con i dati storici alla<br />

mano, possiamo permetterci alcune riflessioni che esulano dal day by<br />

dayper capire l’impatto che alcuni nodi della “grande trasformazione”<br />

hanno avuto sui conti delle nostre aziende.<br />

Mai come oggi si rivelano particolarmente stretti i legami tra i dati di bilancio<br />

e le tendenze di lungo periodo, tra i numeri che vanno letti con il<br />

microscopio e quelli da mettere a fuoco solo con un buon cannocchiale.<br />

Sono sotto gli occhi di tutti gli effetti indotti dalla globalizzazione (pensiamo<br />

solo all’impatto della over-capacity cinese sui prezzi delle materie prime<br />

e dei prodotti in acciaio) e dalla rivoluzione tecnologica che sta cambiando<br />

i modelli di business di tutti i settori. Ma non è finita qui…<br />

Per coglierne meglio gli effetti basterebbe mettere a confronto il bilancio<br />

della nostra azienda (o del nostro settore) di 15 anni fa, con quello attuale<br />

e, con uno sforzo di immaginazione ancora più ardito, provare ad immaginare<br />

il bilancio della nostra azienda al 31/12/2030.<br />

Non sappiamo con esattezza che mondo ci aspetta, se il mondo della<br />

grande stagnazione secolare come temono molti, quello dell’era dominata<br />

dalle macchine intelligenti o altro ancora.<br />

Sappiamo però che continueremo a produrre, distribuire ed utilizzare acciaio!<br />

E sappiamo anche che la nostra filiera dell’acciaio sta rispondendo<br />

ancora con troppa lentezza ai grandi cambiamenti degli ultimi decenni.<br />

E se non possiamo prevedere il futuro dobbiamo però fare in modo di<br />

poterlo affrontare vivendo le trasformazioni in atto da protagonisti e non<br />

da semplici comparse. In che modo? Concentrando tutte le nostre risorse<br />

sull’innovazione; che non è solo tecnologica ma anche logistica, della<br />

distribuzione, organizzativa, nella governance, nel marketing, nella comunicazione<br />

ecc..<br />

Solo se sapremo trasformarci da industria “pesante” ad industria “pensante”<br />

i conti al 31/12/2030 quadreranno ancora!<br />

Emanuele Morandi<br />

Lievi miglioramenti<br />

per i conti dell’acciaio<br />

italiano. Utili per 150<br />

milioni nel 2014<br />

“I bilanci, oggi più che mai, ci<br />

mostrano il panorama che, in<br />

un futuro prossimo, ci troveremo<br />

a vivere” ha dichiarato il<br />

presidente di Siderweb, Emanuele<br />

Morandi, durante il suo<br />

intervento di apertura del convegno<br />

Bilanci d’Acciaio, progetto<br />

condotto dalla Community<br />

dell’Acciaio in collaborazione<br />

con l’Università degli Studi di<br />

Brescia e giunto alla settima<br />

edizione.<br />

È proprio questa, infatti, l’essenza<br />

che sta alla base dell’unico<br />

studio italiano fondato sull’analisi<br />

dei bilanci del settore<br />

siderurgico: guardare le cifre di<br />

oggi per “intuire” opportunità<br />

e problemi che le imprese potranno<br />

trovarsi ad affrontare<br />

nei prossimi anni.<br />

Ma partiamo proprio dai numeri,<br />

affidati alla relazione di<br />

Claudio Teodori, prorettore<br />

dell’Università degli Studi di<br />

Brescia (Figg. 1-2-3). Numeri<br />

che non si possono considerare<br />

esaltanti, ma non sono allo<br />

stesso tempo privi di segnali<br />

positivi.<br />

10<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>


ECONOMICO<br />

Fig. 1<br />

Fig. 2<br />

12,0%<br />

10,0%<br />

8,0%<br />

6,0%<br />

4,0%<br />

2,0%<br />

0,0%<br />

-2,0%<br />

6,0%<br />

5,0%<br />

4,0%<br />

3,0%<br />

2,0%<br />

1,0%<br />

Analisi evolutiva della situazione economico-finanziaria<br />

delle imprese del settore acciaio<br />

LA REDDITIVITÀ NETTA - TRIENNIO<br />

PROD DI STR CS ROTT<br />

2014 2013 2012<br />

LA REDDITIVITÀ OPERATIVA - TRIENNIO<br />

“Nel 2014 c’è stato un decremento<br />

contenuto del fatturato<br />

– ha spiegato Claudio Teodori<br />

-, che per la filiera siderurgica<br />

stretta si è attestato a<br />

40,7 miliardi di euro (-1,5% rispetto<br />

al 2013) al quale però<br />

ha fatto fronte un recupero<br />

sia del valore aggiunto, sia dell’EBITDA<br />

(salito del 7,7% a<br />

2,5 miliardi di euro)”. Inoltre,<br />

dopo un 2013 caratterizzato<br />

da una perdita complessiva<br />

del settore di circa 76 milioni<br />

di euro, nel 2014 l’utile netto<br />

totale è stato di 149,6 milioni<br />

di euro, il che si può leggere<br />

come “un modesto segnale di<br />

ripresa”. Le aziende, ha commentato<br />

Teodori, “sono entrate<br />

nel <strong>2015</strong> con una situazione<br />

che si può definire stazionaria,<br />

quasi di attesa, anche se<br />

alcuni indicatori sono migliorati”.<br />

Complessivamente, “il<br />

business tiene, ma i valori sono<br />

rischiosamente bassi” ha<br />

aggiunto Teodori “così come è<br />

preoccupante il valore aggiunto<br />

sul fatturato - +1% -, non<br />

più sufficiente”.<br />

Ma l’acciaio italiano, in quale<br />

contesto si sta muovendo?<br />

“Lo scenario mondiale è contraddistinto<br />

da commercio<br />

estero e Pil in crescita inferiore<br />

alle stime (Tab 1) -ha spiegato<br />

Gianfranco Tosini, responsabile<br />

dell’Ufficio Studi di<br />

Siderweb nel corso della propria<br />

relazione- così come l’inflazione<br />

ha lasciato il posto alla<br />

deflazione”.<br />

Fig. 3<br />

0,0%<br />

PROD DI STR CS ROTT<br />

2014 2013 2012<br />

Entrando più nel dettaglio,<br />

però, non si può non menzionare<br />

il tema del calo delle quo-<br />

I bilanci del 2014 delle oltre<br />

800 aziende della filiera siderurgica<br />

“stretta”, infatti, hanno<br />

evidenziato il 76% del totale<br />

che hanno chiuso in utile, a<br />

fronte del 70% registrato nel<br />

2013. Il 50% del totale, inoltre,<br />

ha evidenziato un aumento del<br />

fatturato, così come torna in<br />

territorio positivo il sistema<br />

che ritrova l’attivo, a fronte di<br />

un 2013 in perdita complessiva.<br />

Aree Var. % PIL 2014/13 Var. % Pil 2014/2007<br />

Paesi sviluppati 1,8 6,0<br />

UE 1,5 1,8<br />

USA 2,4 7,3<br />

Giappone -0,1 0,6<br />

Paesi emergenti e in via di sviluppo 4,6 44,1<br />

CIS 1,0 19,7<br />

Paesi asiatici 6,8 66,0<br />

America latina 1,3 22,8<br />

Medio Oriente e Nord Africa 2,6 30,2<br />

Africa Sub-Sahariana 5,0 42,8<br />

Tab. 1 – Pil 2014 (Var % rispetto al 2013 e al 2007)<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong> 11


ECONOMICO<br />

Fig. 4<br />

TREND MATERIE PRIME - (indici: gennaio 2008=100)<br />

Fonte: elaborazioni su dati FMI, EIA e IEA.<br />

lancia, oggi, mostri un andamento<br />

opposto”. Ma torniamo,<br />

quindi, ai numeri analizzati<br />

grazie a Bilanci d’Acciaio. “La<br />

redditività della maggior parte<br />

dei segmenti nel quale si articola<br />

la filiera siderurgica (produzione<br />

di semilavorati in acciaio,<br />

produzione di tubi e distribuzione<br />

di acciaio) ha avuto<br />

performance migliori in Italia<br />

rispetto alla media Ue -ha<br />

aggiunto Gianfranco Tosini-.<br />

Per questi tre comparti, l’utile<br />

si è attestato rispettivamente<br />

all’1,5%, al 4,1% ed allo 0,6%<br />

dei ricavi, contro il -0,3%, il -<br />

3,6% e lo 0,1% dei concorrenti<br />

europei”. Soffrono, invece, i<br />

produttori italiani di acciaio al<br />

carbonio e inox, con performance<br />

inferiori rispetto all’Europa.<br />

“La redditività delle<br />

aziende europee - ha continuato<br />

Tosini – è però al di sotto<br />

della media mondiale (in base<br />

ad un confronto tra i risultati<br />

delle prime 70 aziende siderurgiche<br />

globali), con un ebit<br />

tazioni delle materie prime e<br />

dell’energia (Fig. 4). In questo<br />

quadro, l’Italia dell’acciaio è caratterizzata<br />

da “stagnazione<br />

della domanda interna, commercio<br />

estero in calo, un incremento<br />

dell’1,1% del consumo<br />

apparente nel 2014 a fronte del<br />

2013 e un tasso di utilizzo della<br />

capacità installata in erosione”<br />

continua Tosini.<br />

Anche i settori utilizzatori<br />

(Tab. 2) – per i quali è doveroso<br />

spostare l’asse di confronto<br />

al periodo pre crisi - “le notizie<br />

positive si concentrano nell’automotive<br />

e nella produzione di<br />

mezzi di trasporto, benché in<br />

maniera più contenuta rispetto<br />

all’andamento positivo registrato<br />

nella media Ue”.<br />

SETTORI UTILIZZATORI<br />

Alcuni numeri curiosi, Tosini li<br />

ha presentati in relazione al<br />

calo dei prezzi delle materie<br />

prime che hanno evidenziato<br />

una convenienza che sembra<br />

pendere per la produzione da<br />

altoforno, rispetto a quella<br />

elettrosiderurgica. “Torniamo<br />

al 2008: una tonnellata di acciaio<br />

da ciclo integrale aveva<br />

un costo di produzione pari a<br />

677,8 dollari, a fronte di 540,7<br />

dollari del costo della produzione<br />

da forno elettrico. –<br />

spiega il responsabile del Centro<br />

Studi di Siderweb – Oggi i<br />

numeri sono molto cambiati:<br />

370,8 dollari la tonnellata da<br />

minerale e 440,7 dollari da<br />

rottame. È evidente che la bi-<br />

% SU CONSUMO<br />

DI ACCIAIO<br />

VARIAZIONE % PRODUZIONE<br />

ITALIA<br />

2014/13 2014/07 2014/12 2014/07<br />

COSTRUZIONI 35% 2,9 -19,4 -7,0 -42,0<br />

AUTOMOTIVE 18% 5,4 0,6 3,5 -36,2<br />

MACCHINE E APPARECCHI MECCANICI 14% 1,0 -9,6 -0,9 -24,9<br />

PRODOTTI IN METALLO 14% 1,5 -15,8 -0,1 -30,4<br />

TUBI 13% 1,1 -25,2 4,8 -21,6<br />

ELETTRODOMESTICI 3% -2,4 -35,1 -2,1 -54,7<br />

ALTRI MEZZI DI TRASPORTO 2% 0,9 11,1 11,0 -20,3<br />

CONSUMO REALE DI ACCIAIO TOTALE 2,2 -25,9 0,7 -34,1<br />

CONSUMO APPARENTE DI ACCIAIO TOTALE 3,5 -27,0 1,1 -35,5<br />

Tab. 2 – Variazione % dei tassi di attività dei settori utilizzatori di acciaio nell’UE e in Italia.<br />

AREE/PAESI<br />

VAR. RICAVI<br />

_ EBIT__<br />

RICAVI<br />

UTILE<br />

(Milioni €)<br />

UE<br />

____UTILE_____<br />

PATRIMONIO<br />

PATRIMONIO<br />

ATTIVO<br />

2014 2013 2014 2013 2014 2013 2014 2013 2014 2013<br />

UE 2,3% -5,0% 4,2% 2,0% -107 -3.686 -0,1% -3,7% 0,4 0,4<br />

TURCHIA 25,7% -19,5% 14,9% 12,3% 700 330 17,4% 9,6% 0,5 0,5<br />

RUSSIA E UCRAINA -6,9% -11,0% 13,9% 6,7% -6.426 -3.982 -31,2% -11,0% 0,3 0,4<br />

USA 22,9% -9,7% 5,3% 3,2% 817 -680 6,3% -5,7% 0,4 0,4<br />

AMERICA LATINA 4,2% -9,8% 8,5% 9,3% 799 835 3,4% 3,6% 0,4 4,0<br />

COREA 17,4% -8,7% 5,0% 4,4% 909 1.337 2,0% 3,3% 0,5 0,5<br />

GIAPPONE 3,2% -7,5% 5,9% 4,9% 3.375 3.467 7,4% 8,6% 0,5 0,4<br />

CINA 1,9% -2,1% 3,1% 2,0% 1.940 1,414 3,2% 2,6% 0,4 0,4<br />

INDIA 18,4% -1,0% 7,2% 8,2% 49 914 0,3% 7,4% 0,3 0,3<br />

MONDO 5,2% -6,2% 5,6% 3,8% 1.933 -207 0,6% -0,1% 0,4 0,4<br />

Tab. 3 – Confronti internazionali.<br />

sui ricavi del 4,2% contro il<br />

5,6% mondiale” (Tab. 3).<br />

Inoltre, seppur in miglioramento,<br />

le industrie siderurgiche<br />

europee nel 2014 hanno<br />

fatto registrare una perdita<br />

complessiva di 107 milioni di<br />

euro (-3,7 miliardi nel 2013),<br />

confermando che l’Ue è l’area<br />

12<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>


ECONOMICO<br />

più in difficoltà a livello internazionale<br />

dopo Russia e<br />

Ucraina, le cui acciaierie nel<br />

2014 hanno perso oltre 6,5<br />

miliardi di euro. Buone le<br />

performance giapponesi (+3,4<br />

miliardi di euro), della Cina<br />

(+1,9 miliardi di euro), della<br />

Turchia (+700 milioni di euro),<br />

della Corea del Sud (+909<br />

milioni di euro) e degli USA,<br />

passati da -680 milioni di euro<br />

nel 2013 a +817 milioni di euro<br />

l’anno scorso. Questi numeri,<br />

queste analisi – come affermato<br />

dal presidente di Siderweb<br />

– devono necessariamente<br />

rappresentare uno<br />

strumento per la lettura del<br />

futuro del settore siderurgico<br />

nazionale. Ma Siderweb ha intenzione<br />

di fornire, nei prossimi<br />

mesi, un ulteriore aiuto alla<br />

filiera dell’acciaio nazionale.<br />

“Il percorso di studio sul futuro<br />

del settore non si ferma<br />

con Industria e Acciaio 2030,<br />

(lo studio presentato nel corso<br />

dell’ultima edizione di Made<br />

in Steel) infatti, nella primavera<br />

del 2016 la Community<br />

dell’Acciaio organizzerà<br />

gli Stati Generali della Siderurgia<br />

all’interno dei quali<br />

verranno coinvolte le istituzioni<br />

europee e nazionali, le<br />

imprese, i sindacati e tutti i<br />

soggetti le cui riflessioni potranno<br />

risultare vitali per<br />

uscire dalle riflessioni day by<br />

day, e buttarci seriamente verso<br />

il futuro”.<br />

Fiorenza Bonetti<br />

Editor Sedierweb spa<br />

BILANCI D’ACCIAIO <strong>2015</strong><br />

Ecco gli otto vincitori degli «Oscar» di bilancio per i risultati 2014<br />

Non solo dati ed analisi ma anche riconoscimenti a chi<br />

ha saputo ottenere i risultati migliori. L’edizione <strong>2015</strong><br />

di Bilanci d’acciaio è stata anche questo. Al termine del<br />

convegno sono infatti stati consegnati quelli che si potrebbero<br />

ribattezzare gli «Oscar» di bilancio per le<br />

aziende di fatturato superiore ai 2 milioni di euro che<br />

hanno saputo meglio performare nel 2014 tra le categorie:<br />

produzione, prima trasformazione, trafilerie e lavorazione<br />

filo, fonderie, commercio acciaio, commercio<br />

di rottame e ferroleghe, forge e stampaggio acciaio e<br />

centri servizio acciaio.<br />

La classifica finale, spiega Claudio Teodori, prorettore<br />

dell’Università degli Studi di Brescia e presidente<br />

della commissione che ha assegnato il premio, è stata<br />

stilata mediando due diverse metodologie: “la distanza,<br />

per ciascun indicatore, dal valore medio attraverso<br />

un processo di standardizzazione che permette<br />

un’immediata comparabilità tra valori con caratteristiche<br />

e scale di misura diverse e la posizione<br />

relativa assunta, sempre attraverso un processo di<br />

standardizzazione, per ciascun indicatore utilizzato”.<br />

• Produzione:<br />

ITALFOND<br />

• Prima trasformazione:<br />

ILTA INOX<br />

• Trafilerie e lavorazioni da filo:<br />

SIDER LAMINATI<br />

• Forge e stampaggio a caldo:<br />

LUCCHINI RS<br />

• Fonderie:<br />

PAROLA E LURAGHI<br />

• Centri servizio acciaio:<br />

DELNA<br />

• Commercio di acciaio:<br />

EDILFERRO<br />

• Commercio di rottame e ferroleghe:<br />

S.I.R.MET.<br />

Società Industriale Recupero Metalli<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong> 13


ECONOMICO<br />

ECONOMICO<br />

M. Prando<br />

ECONOMICO<br />

ECONOMICO<br />

La nuova UNI EN ISO 9001:<strong>2015</strong><br />

M. Favini<br />

Lo scorso 24 Settembre, è stata<br />

pubblicata la norma internazionale<br />

UNI EN ISO 9001:<strong>2015</strong><br />

lo standard per la gestione della<br />

qualità più diffuso al mondo.<br />

La nuova versione della norma,<br />

che ritira e sostituisce la precedente<br />

del 2008, ha in sé la revisione<br />

più rilevante sin dal 2000<br />

ed è stata definita tenendo in<br />

considerazione l’attuale panorama<br />

economico.<br />

Il nuovo standard si adatta ad<br />

ogni tipo di organizzazione<br />

senza distinzione di settore o<br />

dimensione, offre numerosi benefici<br />

alle organizzazioni e rappresenta<br />

non solo uno strumento<br />

per la gestione della<br />

qualità ma anche per migliorare<br />

l’efficienza dei processi e la<br />

soddisfazione dei clienti.<br />

Di seguito riportiamo una sintesi<br />

delle principali novità della<br />

nuova norma.<br />

Ristrutturazione della<br />

norma secondo la HLS<br />

(High Level Structure)<br />

La prima grande differenza tra<br />

la norma UNI EN ISO 9001-<br />

<strong>2015</strong> e la precedente è nella<br />

struttura: I titoli dei capitoli, dei<br />

sottocapitoli, nonché la presentazione<br />

delle clausole e dei paragrafi<br />

sono stati completamente<br />

rivisti.<br />

La nuova struttura non modifica,<br />

di fatto, né il fondamento né<br />

le esigenze della norma ma rappresenta<br />

una evoluzione che,<br />

per una volontà strategica dell’ente<br />

normatore internazionale,<br />

si applica progressivamente a<br />

tutte le norme sui sistemi di gestione<br />

ISO.<br />

Questa struttura nuova e comune<br />

nasce con lo scopo di facilitare<br />

le aziende e le organizzazioni<br />

nell’integrazione di tutto o parte<br />

dei diversi sistemi di gestione<br />

e di ottenere un sistema di gestione<br />

unificato.<br />

Diventa così più semplice per<br />

un’azienda includere nel proprio<br />

sistema di gestione gli elementi<br />

di altre norme che considera<br />

pertinenti: elementi della norma<br />

ambientale ISO14001-<strong>2015</strong>, elementi<br />

della norma di gestione<br />

dell’energia ISO50001 o addirittura<br />

elementi della futura norma<br />

ISO45001 sulla gestione della salute<br />

e della sicurezza sul lavoro.<br />

La gestione dei rischi<br />

diventa una colonna<br />

portante della norma<br />

Ogni evoluzione importante<br />

della norma introduce un concetto<br />

che permette alle aziende<br />

certificate di raggiungere un livello<br />

superiore di maturità.<br />

La gestione dei rischi con un approccio<br />

“risk-based” diventa un<br />

elemento fondamentale della<br />

norma revisionata: l’individuazione<br />

dei rischi, la loro qualificazione,<br />

la loro gestione. La qualità<br />

è un risultato della corretta gestione<br />

di questi rischi, che vanno<br />

al di là del perimetro del prodotto<br />

o del servizio offerto: non<br />

ci può essere qualità se non si è<br />

in grado di offrire al cliente, a<br />

14<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>


ECONOMICO<br />

Anche un fornitore che consegna<br />

i materiali in ritardo, infine,<br />

può comportare dei rischi che<br />

andranno valutati prima di decidere<br />

se acquistare da lui.<br />

lungo termine, un prodotto o un<br />

servizio conforme. Il rischio ha il<br />

suo corollario opposto: l’opportunità.<br />

La norma UNI EN ISO<br />

9001:<strong>2015</strong> comprende anche<br />

questo concetto d’incertezza<br />

positiva.<br />

Ovviamente il concetto di rischio<br />

è un concetto aggiuntivo<br />

che non sostituisce affatto i concetti<br />

precedenti. Al contrario, si<br />

integra con questi ultimi e li<br />

completa. Il processo ed il PD-<br />

CA restano quindi 2 colonne<br />

basilari.<br />

Gestire il rischio vuol dire anche<br />

agire per un miglioramento permanente:<br />

un’azione correttiva<br />

corrisponde ad un rischio mal<br />

individuato o mal gestito, un’azione<br />

preventiva fa fronte ad un<br />

rischio, quello di una non<br />

conformità probabile ma non<br />

ancora avvenuta.<br />

Quello che sta a cuore alla<br />

nuova norma è soprattutto il<br />

fatto che tutti finalmente capiscano<br />

che mettere in piedi un<br />

Sistema Qualità non significa<br />

affiancare al lavoro quotidiano<br />

qualcosa di artificioso scandito<br />

da procedure che non leggerà<br />

mai nessuno perché il nostro<br />

modo di lavorare di tutti i giorni<br />

e il Sistema Qualità devono<br />

essere la stessa cosa.<br />

Non dovete pensare, quindi, che<br />

questo nuovo requisito inserito<br />

nella ISO 9001:<strong>2015</strong> significhi<br />

produrre altra carta da affiancare<br />

a quella che avete già prodotto<br />

per descrivere come funziona<br />

il vostro sistema. E’ vero, infatti,<br />

che il risk management può essere<br />

considerato come l’ossatura<br />

del nuovo documento ma<br />

non è forse vero che le organizzazioni<br />

più avvedute valutano e<br />

analizzano i rischi su base giornaliera?<br />

Quante volte, infatti, ci chiedono<br />

se sia o meno il caso di portare<br />

avanti un progetto (facendo una<br />

semplice analisi dei costi e dei<br />

benefici) o quali siano i rischi associati<br />

all’acquisto di un nuovo<br />

strumento o di un nuovo macchinario,<br />

soprattutto nel caso di<br />

una formazione non ottimale<br />

degli operatori che dovranno<br />

utilizzarli?<br />

E chi, cambiando il proprio<br />

software, non si è soffermato a<br />

pensare a come affrontare il periodo<br />

della sua introduzione per<br />

gestire al meglio quel lasso di<br />

tempo in cui non tutti sono ancora<br />

in grado di padroneggiare il<br />

nuovo programma?<br />

E i rischi legati alla consegna di<br />

un prodotto particolare non<br />

vengono forse considerati?<br />

E che dire dei Commerciali che<br />

devono decidere se tentare di<br />

penetrare in un nuovo mercato<br />

oppure no? Non fanno forse<br />

un’analisi dei rischi?<br />

Siamo certi, insomma, che ognuno<br />

di voi abbia ben chiaro quello<br />

di cui stiamo parlando e abbia<br />

preso coscienza che, all’interno<br />

della sua organizzazione, si fa regolarmente<br />

un’analisi dei rischi<br />

anche più volte al giorno. Se la<br />

vostra è un’organizzazione che si<br />

mantiene bene sul mercato è<br />

certo, infatti, che stiate già facendo<br />

una seria analisi dei rischi nei<br />

quali potrebbe incorrere. Il risk<br />

management nella ISO 9001:<strong>2015</strong><br />

richiede semplicemente che venga<br />

data evidenza di come e quando<br />

gli stessi siano stati valutati e<br />

dei piani previsti per affrontarli.<br />

La leadership<br />

L’impegno per la qualità attraverso<br />

una leadership responsabile<br />

e visibile è rinforzato. La<br />

nuova UNI EN ISO 9001:<strong>2015</strong><br />

richiede che il management dimostri,<br />

più di prima, di avere il<br />

controllo del Sistema Qualità<br />

della propria organizzazione, di<br />

essere coinvolto nella Qualità e<br />

di esercitare una certa leadership<br />

portando avanti tutta una<br />

serie di attività che possiamo<br />

riassumere in questo modo:<br />

• prendersi la responsabilità<br />

dell’efficacia del Sistema Qualità;<br />

• stabilire, riesaminare periodicamente<br />

e rendere disponibile<br />

come informazione documentata<br />

la Politica per la Qualità<br />

facendo in modo che sia<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong> 15


ECONOMICO<br />

adeguata allo scopo dell’organizzazione<br />

e al contesto nel<br />

quale opera;<br />

• pensare la Politica per la Qualità<br />

come una struttura per<br />

fissare e riesaminare periodicamente<br />

gli obiettivi della<br />

Qualità;<br />

• assicurarsi che dalla Politica<br />

emerga l’impegno dell’organizzazione<br />

nel soddisfare i requisiti<br />

e nel migliorare su base<br />

continua;<br />

• assicurarsi che la Politica sia<br />

compatibile con la strategia<br />

decisa per l’organizzazione;<br />

• comprendere a fondo, comunicare<br />

e applicare la Politica<br />

per la Qualità;<br />

• fare in modo che il Sistema<br />

Qualità sia integrato con i<br />

normali processi aziendali;<br />

• far sì che vengano messe a disposizione<br />

le risorse necessarie<br />

per la gestione del Sistema<br />

Qualità;<br />

• assicurarsi che il Sistema<br />

Qualità raggiunga i risultati attesi;<br />

• fare in modo che i requisiti<br />

dei clienti e quelli normativi<br />

siano determinati e vengano<br />

soddisfatti;<br />

• individuare e analizzare i rischi<br />

e le opportunità che potrebbero<br />

riguardare la conformità<br />

di prodotti e servizi o la<br />

capacità dell’organizzazione di<br />

soddisfare la clientela;<br />

• coinvolgere le persone nel lavoro<br />

relativo alla Qualità, supportarle<br />

e guidarle;<br />

• fare in modo che le persone<br />

comprendano l’approccio per<br />

processi;<br />

• impegnarsi per il miglioramento<br />

continuo;<br />

• comunicare quanto sia importante<br />

una gestione efficace<br />

della Qualità e la conformità<br />

ai requisiti;<br />

• supportare i manager nel dimostrare<br />

la propria leadership<br />

per ciò che riguarda la rispettiva<br />

area di responsabilità;<br />

• fare in modo che responsabilità<br />

e autorità siano ben chiare<br />

a tutti, almeno per ciò che<br />

riguarda la verifica che il Sistema<br />

Qualità sia in linea con i<br />

requisiti della ISO 9001:<strong>2015</strong>,<br />

il monitoraggio dei processi<br />

per verificare che diano gli<br />

output attesi, il concentrarsi<br />

sul cliente e il mantenere l’integrità<br />

del Sistema Qualità anche<br />

se ci sono modifiche.<br />

Occorrerà, inoltre, assicurarsi<br />

che sia ben chiaro chi dovrà<br />

occuparsi delle performance<br />

delle diverse aree del Sistema,<br />

chi dovrà cogliere eventuali opportunità<br />

di miglioramento e<br />

chi si farà carico di individuare<br />

la necessità di cambiare e di innovarsi.<br />

Tutto questo è ben spiegato all’interno<br />

dei paragrafi 5.1 e 9.3<br />

(che si occupano, in particolare,<br />

del riesame della Direzione) e<br />

nel paragarfo B3 dell’Annex B<br />

dove si presenta per esteso l’idea<br />

di leadership.<br />

Rispetto alla ISO 9001:2008 vediamo<br />

che l’estensione dei requisiti<br />

è maggiore perché lo scopo<br />

è quello di coinvolgere maggiormente<br />

il top management<br />

nel lavoro sulla Qualità.<br />

La lista di attività che la Direzione<br />

deve dimostrare di svolgere<br />

regolarmente si allunga e, anche<br />

se in alcuni casi possono essere<br />

delegate, occorrerà assicurarsi<br />

che vengano svolte nella maniera<br />

corretta.<br />

Il manuale di qualità è<br />

destinato a<br />

scomparire?!<br />

Da sempre colonna portante<br />

della norma, il manuale di qualità<br />

è destinato a scomparire?<br />

In effetti la nuova norma non richiede<br />

più che l’organizzazione<br />

certificata tenga aggiornato un<br />

manuale di qualità, tuttavia è<br />

sempre necessario documentare,<br />

mantenere e conservare le<br />

informazioni pertinenti. Un manuale<br />

di qualità resta un elemento<br />

di risposta possibile a questa<br />

esigenza, anche se non è l’unico.<br />

L’obiettivo della norma è prendere<br />

in considerazione le evoluzioni<br />

tecnologiche ed etico-sociali.<br />

Le informazioni non sono<br />

più strutturate, organizzate, gestite,<br />

conservate, diffuse e accessibili<br />

come 20 anni fa quando il<br />

supporto cartaceo regnava sovrano.<br />

Questa evoluzione permette altresì<br />

una maggiore flessibilità<br />

nell’organizzazione delle aziende;<br />

sarà possibile essere in<br />

conformità con la norma senza<br />

mettere in pericolo una certa<br />

forma di flessibilità gestionale, se<br />

i principi fondamentali saranno<br />

rispettati.<br />

I tempi della<br />

transizione<br />

Le aziende hanno tre anni, dalla<br />

data di pubblicazione della nuova<br />

norma, per effettuare la<br />

transizione. La transizione dovrà<br />

quindi essere completata<br />

entro, al massimo, il 24 Settembre<br />

2018.<br />

16<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>


DENTRO di NOI:<br />

la POTENZA!<br />

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36035 Marano Vic.<br />

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ECONOMICO<br />

ECONOMICO<br />

ECONOMICO<br />

ECONOMICO<br />

LEGGE 13 luglio <strong>2015</strong>, n. 107<br />

BUONA SCUOLA<br />

La riforma Renzi-Giannini ha reso l’alternanza scuola-lavoro obbligatoria<br />

per tutti gli studenti a partire dalle classi terze delle scuole superiori.<br />

Le ore di formazione “on the job” sono salite ad almeno 400 negli istituti<br />

tecnici e professionali (almeno 200 nei licei) e il Miur ha inviato ai presidi<br />

una circolare di 94 pagine per illustrare tutte le novità in vigore da settembre.<br />

E oggi tocca alle imprese.<br />

Con l’approvazione della riforma<br />

della scuola, l’Italia sembra<br />

aver finalmente riconosciuto,<br />

sul piano culturale e legislativo,<br />

l’insostituibile valenza formativa<br />

del lavoro.<br />

L’introduzione dell’alternanza<br />

scuola-lavoro apre agli studenti<br />

le porte delle imprese, delle associazioni,<br />

delle istituzioni e di<br />

tutti quegli ambienti extra-scolastici<br />

che possono contribuire<br />

alla loro crescita formativa ed<br />

al loro orientamento.<br />

Questa duplice svolta, tuttavia,<br />

richiede una riflessione a tutto<br />

campo affinché diventi davvero<br />

l’inizio di un processo duraturo<br />

e non un’operazione isolata.<br />

Per vincere questa sfida occorre<br />

mettere a sistema modelli<br />

ed esperienze già maturate in<br />

modo che possano rappresentare<br />

un riferimento per le<br />

scuole e per le imprese che,<br />

pur riconoscendo l’importanza<br />

dell’alternanza, si domandano<br />

come si possa effettivamente<br />

realizzare nel proprio ambito di<br />

riferimento.<br />

Il vademecum<br />

per le aziende<br />

L’alternanza si farà prevalentemente<br />

nelle aziende: ma i datori<br />

sono pronti? A loro guarda<br />

Confindustria che ha voluto<br />

dedicare a questo tema la seconda<br />

giornata dell’Education<br />

che si i è svolta a Roma, il 13<br />

ottobre scorso, presso l’Aula<br />

Magna dell’Università Luiss.<br />

Per l’occasione è stato preparato<br />

un manuale di istruzioni<br />

per gli imprenditori; una sorta<br />

di “vademecum” che offre suggerimenti<br />

pratici per le imprese<br />

e una rassegna di buone<br />

pratiche, provenienti dalle associazioni<br />

industriali di Confindustria,<br />

che possono rappresentare<br />

dei modelli di riferimento<br />

nel lungo cammino<br />

sulla via italiana dell’alternanza<br />

scuola-lavoro.<br />

Il presupposto è che l’alternanza<br />

trasformerà in maniera significativa<br />

l’attuale assetto del sistema<br />

educativo ed è necessario<br />

affrontare il cambiamento<br />

con un’informazione e una formazione<br />

adeguata. Il manuale<br />

nasce dall’ascolto dei territori e<br />

delle categorie del sistema Confindustria,<br />

ma anche dal confronto<br />

con autorevoli esperti di<br />

Education: l’obiettivo è accompagnare<br />

la realizzazione pratica<br />

del processo di riforma della<br />

scuola che fa della formazione<br />

sul lavoro uno dei suoi punti più<br />

innovativi e caratterizzanti.<br />

Partendo dal quadro di riferimento<br />

europeo il testo spiega<br />

in sintesi il cambio di paradigma<br />

culturale, organizzativo e didattico<br />

che l’alternanza scuola-lavoro<br />

apporta al Paese. Nel dettaglio<br />

si riassumono i vantaggi<br />

e i benefici che il nuovo<br />

corso dell’alternanza potrà apportare<br />

a scuola e imprese, la<br />

cui reciproca collaborazione è<br />

indispensabile per la buona riuscita<br />

della riforma.<br />

18<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>


ECONOMICO<br />

IL CAMBIO DI PARADIGMA<br />

Finora i periodi di “studio e lavoro”<br />

hanno interessato una<br />

fetta marginale degli alunni italiani,<br />

poco più di 200mila, pari al<br />

10% circa degli studenti delle<br />

superiori. Con l’alternanza obbligatoria<br />

cambia il paradigma<br />

di riferimento culturale, organizzativo<br />

e didattico: il “vademecum”<br />

di Confindustria riassume,<br />

quindi, vantaggi e benefici<br />

che la “nuova” alternanza potrà<br />

apportare a scuole e imprese,<br />

la cui reciproca collaborazione<br />

è ora indispensabile.<br />

LE ISTRUZIONI<br />

PER GLI IMPRENDITORI<br />

Nel manuale pratico si fornisco<br />

i dettagli su come attivare<br />

i percorsi di alternanza scuola-lavoro:<br />

a partire dalla coprogettazione<br />

che coinvolge,<br />

su piani di comune responsabilità,<br />

scuole e imprese che<br />

nel vademecum possono trovare<br />

un riferimento utile per<br />

capire come incontrarsi.<br />

La guida chiarisce inoltre<br />

aspetti pratici quali le norme<br />

di sicurezza, la gestione dei<br />

costi di trasporto, la formazione<br />

di tutor scolastici e<br />

aziendali.<br />

C’è anche un paragrafo dedicato<br />

alla co-valutazione, responsabilità<br />

di scuola e impresa,<br />

che potrà esprimersi anche<br />

in occasione dell’esame di<br />

Stato: un’occasione per garantire<br />

agli studenti che seguono<br />

percorsi di alternanza una valutazione<br />

completa sulle competenze<br />

sviluppate durante il<br />

percorso formativo.<br />

Le 10 proposte di<br />

Confindustria<br />

per migliorare<br />

l’alternanza<br />

Le imprese sono, quindi, pronte<br />

a dare il loro contributo per<br />

garantire veri percorsi di alternanza<br />

e non semplici gite scolastiche.<br />

Per questo, Confindustria<br />

chiede al governo di migliorare<br />

alcuni aspetti contenuti<br />

nella riforma Renzi-Giannini.<br />

In particolare, si formulano 10<br />

proposte:<br />

INCENTIVI<br />

Le imprese sono disponibili ad<br />

aprire le porte dell’azienda agli<br />

studenti. Ma per supportare<br />

questo sforzo chiedono un aiuto<br />

all’esecutivo: incentivi e sgravi<br />

fiscali.<br />

INCONTRO DEL CTS<br />

CENTRO TURISTICO STUDENTESCO E GIOVANILE - PRESSO FONDERIE ARIOTTI<br />

La fonderia Ariotti ha ospitato, Il 14 ottobre scorso,<br />

presso la propria sede di Adro, l’incontro del<br />

CTS Comitato Tecnico Scientifico della Scuola superiore<br />

di Palazzolo dedicato all’avvicinamento<br />

“scuola-industria”<br />

La giornata ha visto la partecipazione di 28 presenze,<br />

tra imprenditori locali, Dirigenti di Assofond e<br />

di AIB, Dirigenti e docenti di ITIS e Liceo nonché i<br />

titolari ed alcuni rappresentanti dello Staff della<br />

Fonderia Ariotti.<br />

OBIETTIVO<br />

L’obiettivo è quello di creare una collaborazione<br />

tra scuola e azienda per far fronte in modo propositivo<br />

e utile alle disposizioni derivanti dalla LEG-<br />

GE 13 luglio <strong>2015</strong>, n. 107 - Buona Scuola.<br />

ARGOMENTI TRATTATI<br />

Oliva Marella, Dirigente scolastico, dell’Istituto<br />

Marzoli di Palazzolo, durante l’incontro, ha evidenziato<br />

la necessità di trovare aziende disposte ad<br />

accogliere in modo favorevole questa richiesta di<br />

collaborazione: solo all’istituto Marzoli ci sono 300<br />

alunni delle classi terze coinvolte in questo primo<br />

anno di alternanza obbligatoria.<br />

Compito della scuola è individuare i tutor (uno<br />

per ogni classe) e stabilire il periodo più favorevole<br />

in cui svolgere l’attività di alternanza.<br />

La Dirigente scolastica ha dichiarato che le esperienze<br />

di alternanza degli alunni possono essere<br />

personalizzate anche in funzione delle disponibilità<br />

delle aziende, ma vanno preventivamente concordate<br />

per integrarsi con il percorso scolastico.<br />

La scuola provvede già alla formazione generale sicurezza<br />

obbligatoria di 4 ore per tutti gli alunni. Alle<br />

aziende spetterà la formazione specifica in funzione<br />

della mansione che i ragazzi andranno a coprire.<br />

La scuola, inoltre, chiede la disponibilità delle<br />

aziende a provvedere sia logisticamente sia economicamente<br />

alla sorveglianza sanitaria mediante<br />

proprio medico competente che conosce anche i<br />

rischi aziendali.<br />

Compito delle aziende è di individuare al proprio<br />

interno il/i tutor aziendali che dovranno interfacciarsi<br />

con i tutor scolastici per creare insieme un<br />

percorso formativo, allo scopo la dirigente scolastica<br />

ha proposto un incontro preparatorio fra<br />

tutti i tutor con supporto da parte di AIB.<br />

PROPOSTE<br />

Poiché quest’anno l’obbligatorietà si applica SOLO<br />

alle classi terze, si ipotizza anche un’azione mista<br />

suddividendo l’alternanza in una prima fase di formazione<br />

fatta presso la scuola “IMPRENDITORI<br />

IN CATTEDRA” che diventi propedeutica all’ingresso<br />

in azienda, di modo che gli alunni possano<br />

avere una sorta di infarinatura generale valida per<br />

tutte le aziende (regole comportamentali, sicurezza,<br />

rispetto attrezzature e beni di uso comune, sistemi<br />

di gestione qualità ecc…).<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong> 19


ECONOMICO<br />

FORMAZIONE SULLA SICUREZZA<br />

Si chiede poi di inserire la formazione<br />

sulla sicurezza nei programmi<br />

scolastici di tutte le<br />

scuole secondarie superiori.<br />

RESPONSABILITÀ SOCIALE<br />

D’IMPRESE<br />

Un’altra richiesta è quella di inquadrare<br />

i progetti di alternanza<br />

scuola-lavoro nell’ambito della<br />

responsabilità sociale d’impresa<br />

tenendo conto delle differenze<br />

tra piccola e grande impresa.<br />

CO-PROGETTAZIONE<br />

DEL PERCORSO<br />

Si chiede anche di prestare attenzione<br />

non solo alla fase di<br />

orientamento e di preparazione/progettazione<br />

del percorso<br />

di alternanza, ma anche alla sua<br />

realizzazione e alla restituzione<br />

dei risultati per dare significato<br />

all’esperienza, curando la motivazione<br />

degli studenti e responsabilizzando<br />

il tutor/referente<br />

della scuola.<br />

VALUTAZIONE DEI PERCORSI<br />

Va poi avviata una sperimentazione<br />

per individuare quali<br />

possano essere - a legislazione<br />

vigente - le tipologie di prova<br />

più adatte alla valutazione delle<br />

esperienze di alternanza<br />

scuola-lavoro in sede di esame<br />

di Stato.<br />

RUOLO DI REGIA<br />

É importante poi attribuire alle<br />

organizzazioni di rappresentanza<br />

delle imprese il ruolo<br />

di regia locale organizzativa<br />

per il coordinamento, la coprogettazione<br />

e la pianificazione<br />

dei percorsi di alternanza<br />

prevedendo contestualmente<br />

una sufficiente copertura finanziaria.<br />

MODIFICARE L’ESAME<br />

DI MATURITÀ<br />

Un’altra richiesta è quella di articolare<br />

la seconda prova dell’esame<br />

di maturità sulla base di<br />

una tematica generale definita a<br />

livello centrale lasciando alle<br />

singole scuole la redazione di<br />

dettaglio.<br />

VALORIZZAZIONE<br />

DELL’ALTERNANZA<br />

Si chiede poi di inserire la partecipazione<br />

dello studente a<br />

un percorso di alternanza<br />

scuola-lavoro tra le motivazioni<br />

valide ai fini dell’integrazione<br />

del punteggio attribuibile<br />

dal consiglio di classe in sede<br />

di maturità nel rispetto del<br />

massimale di 20 punti complessivi.<br />

VIGILANZA MEDICA<br />

E ancora: Confindustria chiede<br />

di prevedere per le attività<br />

di alternanza effettuate all’interno<br />

del normale percorso<br />

curriculare che la prestazione<br />

del medico sia pagata da fondi<br />

dello Stato e delle Regioni sul<br />

modello di quanto previsto<br />

dalla normativa sugli stage rispetto<br />

alla posizione Inail.<br />

NUOVO STATUS<br />

DI STUDENTI<br />

IN ALTERNANZA<br />

La decima e ultima richiesta<br />

delle imprese sull’alternanza è<br />

quella di definire uno status<br />

dello studente in alternanza<br />

scuola-lavoro che lo distingua<br />

dal lavoratore.<br />

SECONDA GIORNATA DELL’EDUCATION - L’ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO<br />

Un vademecum per le imprese - Roma, 13 ottobre <strong>2015</strong><br />

Alternanza scuola-lavoro:<br />

UN’OPPORTUNITÀ PER LE IMPRESE<br />

Senza un sistema educativo all’altezza delle sfide della società<br />

della conoscenza l’Italia non potrà competere nei<br />

mercati internazionali: i giovani, vanno coltivati e accompagnati<br />

per poter esprimere tutto il loro potenziale.<br />

Eppure solo il 40% delle imprese italiane ha contatti frequenti<br />

con le scuole, a differenza del 70% registrato in<br />

Germania e Regno Unito. Ciò è dovuto non solo al costo<br />

della formazione, ma anche all’eccessiva burocrazia<br />

legata all’attivazione dei percorsi di alternanza.<br />

Oggi esiste un divario crescente tra le competenze possedute<br />

dai giovani “in uscita” dal sistema educativo e<br />

quelle effettivamente richieste dalle imprese e dal mondo<br />

del lavoro, con la conseguenza che molte imprese faticano<br />

a trovare le professionalità di cui hanno bisogno<br />

per crescere e restare competitive sui mercati di riferimento.<br />

Il rafforzamento dei percorsi di alternanza scuola-lavoro<br />

rappresenta la prima soluzione a questo problema consentendo<br />

di avvicinare i percorsi scolastici ai bisogni delle<br />

imprese e di orientare i giovani verso quegli indirizzi<br />

formativi maggiormente richiesti dal mondo del lavoro.<br />

La principale valenza dell’alternanza scuola-lavoro consiste,<br />

infatti, nel facilitare e orientare lo studente a comprendere<br />

l’attività professionale dei diversi settori e ambiti<br />

aziendali: è proprio per questo motivo che l’impresa<br />

assume in questo percorso didattico un ruolo formativo<br />

fondamentale. Tramite la convenzione e il progetto formativo<br />

concordati con la scuola, l’impresa propone interventi<br />

formativi, stipula convenzioni, riceve l’autorizzazione<br />

a formare, individua e forma il tutor aziendale che affianca<br />

lo studente.<br />

L’alternanza scuola-lavoro costituisce quindi un investimento<br />

a lungo termine per le imprese che attraverso<br />

questi percorsi acquisiscono una maggior consapevolezza<br />

di essere, oltre che luogo di produzione, anche un luogo<br />

di sviluppo del progetto educativo dei giovani e, proprio<br />

in quanto tali, portatrici di una notevole responsabilità<br />

sociale.<br />

Quando si crea un’integrazione concreta tra imprese e<br />

agenzie educative si innesca un processo virtuoso di riqualificazione,<br />

non solo dell’offerta formativa ma anche<br />

della domanda di formazione espressa dalle imprese, con<br />

effetti positivi sul sistema educativo, sui processi di selezione<br />

e recruitment delle imprese e, in definitiva, sulle dinamiche<br />

occupazionali.<br />

Affinché ciò sia possibile occorre costruire un nuovo clima<br />

di fiducia tra imprese, scuole e territori che non si riduca<br />

esclusivamente a una pura questione di costi e burocrazia.<br />

20<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>


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ECONOMICO<br />

ECONOMICO<br />

L. Zagni<br />

ECONOMICO<br />

ECONOMICO<br />

Inaugurazione con inizio lezioni open<br />

per l’HPDC School, il primo master<br />

in pressocolata<br />

M. Favini<br />

Lo scorso 21 settembre presso<br />

la sede di CSMT di Brescia si è<br />

tenuta la giornata inaugurale<br />

del master specialistico in pressocolata,<br />

nato dalla partnership<br />

tra CSMT e AQM. Accanto ai<br />

28 studenti iscritti, un esteso<br />

pubblico di aziende ed esperti<br />

del settore hanno seguito le<br />

prime ore di didattica in aula.<br />

Un percorso che si concluderà<br />

a giugno 2016 dopo 389 ore di<br />

lezioni teoriche e pratiche.<br />

Confermata la necessità formativa<br />

del settore e l’esigenza di<br />

accrescere e certificare le competenze<br />

dei dipendenti di fonderia,<br />

il piano formativo qualificante<br />

ha dimostrato di avere<br />

tutte le carte in regola per<br />

“educare” le tre figure professionali<br />

fondamentali nell’ambito<br />

della pressocolata: l’HPDC<br />

Technologist, cioè il tecnologo<br />

d’industrializzazione del processo,<br />

l’HPDC Project Manager,<br />

il tecnologo d’industrializzazione<br />

del prodotto, e l’HPDC<br />

Production Manager, responsabile<br />

della produzione. Le figure<br />

saranno qualificabili e certificabili<br />

secondo quanto previsto<br />

dalle Linee Guida IISCert, ad ulteriore<br />

garanzia delle competenze<br />

acquisite.<br />

L’intensa giornata di lavori si è<br />

avviata con i saluti da parte del<br />

presidente e del direttore di<br />

CSMT e AQM, Riccardo Trichilo<br />

e Gabriele Ceselin.“Un risultato<br />

al di sopra delle aspettative”,<br />

hanno commentato e da<br />

qui la decisione di avviare una<br />

seconda edizione già nell’autunno<br />

del 2016 affiancata anche<br />

da una scuola dedicata alla <strong>bassa</strong><br />

pressione per accogliere le<br />

richieste delle aziende. La giornata<br />

inaugurale è proseguita<br />

con l’intervento di Marco Bonometti,<br />

presidente di AIB, sostenitore<br />

del progetto: “Brescia<br />

grazie all’HPDC School è pronta<br />

per mettersi al servizio dell’industria<br />

italiana offrendo<br />

professionisti con un bagaglio<br />

d’eccellenza”, ha dichiarato Bonometti,<br />

“le macchine si possono<br />

comprare, ma gli uomini bisogna<br />

crearli”.<br />

Il primo modulo introduttivo<br />

del corso si è avviato con il<br />

prezioso intervento di Claudio<br />

Mus di Rheinfelden Alloys sulle<br />

prospettive di sviluppo del settore<br />

nel futuro in Italia, Europa<br />

e resto del mondo. Mus ha illustrato<br />

alla platea la situazione<br />

europea del mercato dell’alluminio,<br />

impiegato principalmen-<br />

24<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>


ECONOMICO<br />

Prospettive di sviluppo in futuro in Italia, Europa, resto del mondo - Claudio Mus, Presidente Rheinfelden Alloys GmbH & Co. KG, Germania.<br />

Statistiche mondiali sulla pressocolata - Claudio Mus, Presidente Rheinfelden Alloys GmbH & Co. KG, Germania.<br />

te nel settore Transport per ragioni<br />

ben note agli addetti ai lavori:<br />

l’alluminio permette un<br />

importante alleggerimento dei<br />

veicoli, con prestazioni superiori<br />

abbinate ad estetica, riduzioni<br />

dei consumi di carburante<br />

e delle immissioni. Il 75% delle<br />

fusioni di alluminio è assorbito<br />

dal settore automotive grazie<br />

all’elevata conducibilità termica<br />

e all’ integrazione di funzioni.<br />

Aldo Peli e Andrea Panvini, docenti<br />

della Scuola di Pressocolata,<br />

sono rispettivamente intervenuti<br />

su “Le principali aree<br />

industriali di utilizzo dei pressocolati”<br />

e sulle “Caratteristiche<br />

dei processi fusori: principi,<br />

possibilità e limiti”.<br />

Il master in pressocolata ha ottenuto<br />

l’importante supporto<br />

delle associazioni e di molteplici<br />

aziende, che hanno colto le<br />

potenzialità del progetto.<br />

Assofond ha positivamente sostenuto<br />

questo nuovo percorso<br />

didattico patrocinando e partecipando<br />

ai lavori della prima<br />

giornata. Il direttore Silvano<br />

Squaratti ha presentato le statistiche<br />

italiane del settore della<br />

pressocolata e moderato l’animata<br />

tavola rotonda sulle aspettative<br />

e le sfide che attendono i<br />

produttori e gli utilizzatori dei<br />

getti pressocolati, durante la<br />

quale hanno preso la parola<br />

Marco Bruschi dell’omonima<br />

azienda, Alessandro Donati di<br />

Metalpres Donati Spa e Marco<br />

Bettinsoli di Tecnopress.<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong> 25


ECONOMICO<br />

Tra i patrocinatori anche Assomet,<br />

DIMI UniBs e NADCA.<br />

Tra gli sponsor si trovano, oltre<br />

ad AIB-Associazione Industriale<br />

Bresciana, alcuni dei<br />

protagonisti della pressocolata<br />

italiana, come Colosio, Faro-<br />

The International Commodities<br />

Club, Ghial, Idra, Lomopress,<br />

Metalpres Donati, Omr,<br />

Ops, Stain e Tecnopress. I supporter<br />

comprendono Apindustria,<br />

Brondolin, Karberg &<br />

Hennemann ed Esi Procast oltre<br />

ad Altea, Asta.Net, Automazioni<br />

Industriali, Co.Ram,<br />

EcoTre Valente, Fondermat,<br />

Meccanica Pierre, Oms presse<br />

e PIQ2 in qualità di supporter<br />

tecnici.<br />

All’interno del corpo docente<br />

si alternano professori dell’Università<br />

di Brescia, professionisti<br />

e operatori del settore<br />

esperti nella conduzione dei<br />

processi di pressocolata, nel<br />

testing, nella diagnostica e nella<br />

gestione della qualità di prodotto<br />

e processo, metallurgisti<br />

e specialisti di AQM. Dal mese<br />

di gennaio, oltre alle lezioni<br />

teoriche, dimostrazioni operative<br />

nel reparto fonderia del<br />

CSMT e nei laboratori AQM,<br />

partiranno i seminari tecnici e<br />

workshop d’approfondimento<br />

fruibili dai discenti e dalle<br />

aziende interessate.<br />

Caratteristiche dei processi fusori: principi possibilità e limiti – Andrea Panvini, Docente<br />

Scuola di Pressocolata.<br />

Licia Zagni, CSMT Gestione<br />

I numeri delle fonderie italiane - Silvano Squaratti Direttore Assofond.<br />

26<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>


ECONOMICO<br />

ECONOMICO<br />

G. Mèllori<br />

ECONOMICO<br />

ECONOMICO<br />

Il FARO<br />

indica le rotte del cambiamento<br />

Il 43 esimo appuntamento con il<br />

Meeting del Club specializzato<br />

nell’analisi sulle materie prime<br />

industriali si è svolto al Parco<br />

Scientifico Tecnologico Kilometro<br />

Rosso di Bergamo ed è<br />

stato caratterizzato dall’introduzione<br />

di nuovi temi di dibattito.<br />

Ma anche dalla sensazione<br />

che qualcosa, nel business, cominci<br />

a muoversi.<br />

Lo scorso 22 ottobre ha avuto<br />

luogo il meeting autunnale del<br />

Club FARO, la community fondata<br />

da Paolo Kauffmann che<br />

si occupa di analisi e strategie<br />

di protezione dei margini nel<br />

settore delle commodity industriali.<br />

Per il Club si è trattato<br />

di un ritorno in un luogo simbolico.<br />

Perché ben quattro delle<br />

edizioni dell’incontro, che<br />

raduna specialisti della ricerca<br />

e manager a dibattere dei temi<br />

più caldi dell’economia oltre<br />

che delle materie prime, si sono<br />

svolte in questo parco<br />

scientifico. E perché la vocazione<br />

stessa del centro, al cui<br />

cuore agisce la specialista italiana<br />

dei sistemi frenanti per il<br />

trasporto, Brembo, non è molto<br />

diversa da quella del FARO.<br />

Leonardo Marabini, direttore<br />

commerciale e marketing del<br />

Kilometro Rosso, ha parlato in<br />

apertura del progetto Cobra,<br />

in corso grazie al contributo<br />

unitario della stessa Brembo,<br />

dell’istituto farmaceutico e di<br />

biotecnologia Mario Negri e di<br />

Italcementi. È importante perché<br />

teso a realizzare dei sistemi<br />

frenanti basati anche su cemento<br />

e perché nel suo contesto<br />

il centro Mario Negri sta<br />

studiando gli effetti nocivi della<br />

frenata con tecnologie tradizionali<br />

sull’ambiente e sull’uomo.<br />

Questa è la filosofia che il<br />

Club FARO sta cercando, da<br />

sempre, di fare propria.<br />

Quella cioè di una collaborazione<br />

fra settori diversi che<br />

possa stimolare nuove invenzioni<br />

e nuovi prodotti perché<br />

il business italiano resti competitivo<br />

nel mondo. D’altra<br />

parte è questa la convinzione<br />

che anima gli eventi della comunità.<br />

Che, come ha detto<br />

Paolo Kauffmann nel suo intervento<br />

di welcome e introduzione,<br />

la produzione del nostro<br />

Paese continui a rappresentare<br />

un’eccellenza in ambito<br />

internazionale.<br />

Lo stesso Club FARO sta<br />

guardando con decisione crescente<br />

al di là dei nostri confini.<br />

Lo dimostra il fatto che all’ultimo<br />

seminario del London<br />

Metal Exchange è entrato nel<br />

gruppo degli sponsor, il che<br />

consolida il ruolo e la reputazione<br />

che esso è riuscito a<br />

raggiungere con la qualità del<br />

suo operato.<br />

28<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>


ECONOMICO<br />

Contraddizioni<br />

e opportunità<br />

Primo fra i relatori del convegno<br />

al Kilometro Rosso è stato<br />

Arrigo Sadun, che è stato<br />

membro del Fondo Monetario<br />

Internazionale e che adesso<br />

presiede la società TLSG International<br />

Advisors, il quale<br />

ha presentato una carrellata<br />

sui principali eventi dell’economia<br />

globale. E sul comportamento<br />

degli Stati che ne sono<br />

i protagonisti.<br />

Sadun non crede a un rallentamento<br />

clamoroso degli USA<br />

ma è stato critico sulla politica<br />

di Barack Obama e sulle<br />

mosse della FED. Secondo l’esperto,<br />

infatti, le iniziative di<br />

Obama in materia economica<br />

hanno inciso troppo sui redditi<br />

e sul potere di acquisto della<br />

classe media, che contribuisce<br />

in misura maggioritaria,<br />

con la sua spesa, al PIL della<br />

nazione. E che è quella che subisce<br />

più fortemente gli effetti<br />

della polarizzazione del mondo<br />

del lavoro, che premia con<br />

una maggiore possibilità di occupazione<br />

le professioni meno<br />

specializzate, da un lato, e<br />

quelle ultra-specializzate dall’altro.<br />

La FED invece era attesa<br />

al rialzo di tassi di interesse.<br />

Ma non ha provveduto a<br />

questa mossa giustificandosi<br />

(ed è questa la sua grave colpa,<br />

secondo Sadun) con ragioni<br />

che non hanno a che fare<br />

con il suo mandato originario.<br />

Anche se un rialzo è comunque<br />

più che possibile, a cavallo<br />

fra la fine di quest’anno e l’inizio<br />

del 2016. Come di consueto<br />

al FARO, molto si è riflettuto<br />

anche sulla Cina. Sadun ha<br />

osservato la sua fase di passaggio<br />

da un modello orientato<br />

alla manifattura e all’industria<br />

in senso stretto a un altro<br />

più indirizzato ai servizi.<br />

Anche da qui vengono le turbolenze<br />

e le difficoltà che in<br />

parte erano già state anticipate<br />

al 42 esimo Meeting. Ma la<br />

buona notizia è che la leadership<br />

cinese ha tutte le carte in<br />

regola per gestire il cambiamento,<br />

magari anche usando il<br />

classico pugno di ferro per<br />

fermare o calmare il malcontento.<br />

Al 42 esimo meeting Paolo<br />

Kauffmann aveva sostenuto di<br />

essere preoccupato dalla<br />

performance della borsa di<br />

Shanghai ed è stato buon profeta<br />

poiché un crollo si è verificato<br />

subito dopo lo scorso<br />

appuntamento. E d’altra parte<br />

le dinamiche cinesi continuano<br />

a pesare sui mercati delle<br />

commodity.<br />

Tempra d’acciaio<br />

Questo è stato il senso di<br />

parte delle argomentazioni di<br />

Alessandro Fossati, Chief<br />

of Steel business Unit di Deltasteel<br />

Ireland. Secondo Fossati<br />

la produzione siderurgica<br />

complessiva, nel mondo, ha<br />

toccato i suoi massimi fra il<br />

2013 e il 2014 con 1,6 miliardi<br />

di tonnellate, contro gli 1,2<br />

del 2009 e con i 905 milioni<br />

del 2002. Tuttavia nei mercati<br />

maturi le capacità degli impianti<br />

sono usate a scartamento<br />

ridotto, mentre al contrario<br />

nella vicina Russia gli<br />

stabilimenti viaggiano a pieno<br />

regime. E hanno adottato una<br />

logica dominata dalle vendite<br />

all’estero, visto che il consumo<br />

di acciaio di Mosca si è ridotto<br />

del 7%, pari a una diminuzione<br />

da 4 milioni di tonnellate,<br />

e visto che alcune industrie-clienti<br />

strategiche non<br />

attraversano certamente un<br />

buon momento di forma, oggi.<br />

Per esempio, gli acquisti di automobili,<br />

nel Paese, stanno calando<br />

per tassi non lontani dal<br />

30% ogni anno.<br />

Ma dinamiche simili, per tornare<br />

alla questione cinese, sono<br />

attestate anche in quella<br />

Cina che, più spesso di quanto<br />

non faccia la Russia, dirige<br />

verso l’Europa le sue produzioni<br />

in eccesso. A Pechino,<br />

come più volte si è ricordato<br />

nel corso del Meeting del<br />

Club FARO, il Prodotto Interno<br />

Lordo è in calo e insieme a<br />

esso anche i consumi di acciaio,<br />

in picchiata del 5-6% o,<br />

secondo statistiche non ufficiali,<br />

dell’8-10%. Si è così creata<br />

una sovrabbondanza da 40<br />

milioni di tonnellate che per<br />

le esportazioni può beneficiare<br />

inoltre, come ha notato<br />

Alessandro Fossati, di tariffe<br />

di trasporto marittimo quanto<br />

mai concorrenziali. Inoltre,<br />

la Cina ha cominciato a consegnare<br />

anche billette e questa<br />

novità ha sortito un impatto<br />

negativo sull’andamento<br />

del rottame. Ed è stato osservato<br />

durante il dibattito che<br />

in Turchia si segnalano 4 milioni<br />

di tonnellate di rottame sostituite<br />

da billette prodotte<br />

proprio in Turchia, col conseguente<br />

calo dei prezzi del rottame.<br />

A proposito del rottame, di<br />

interesse è stato anche il confronto<br />

avvenuto in occasione<br />

del Kerb Time, lo scambio di<br />

opinioni fra gli operatori che è<br />

consuetudine del FARO e che<br />

come sempre è stato coordinato<br />

dal presidente di Fersovere<br />

Srl Romano Pezzotti, in<br />

ottica molto critica.<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong> 29


ECONOMICO<br />

I mercati di sbocco<br />

in difficoltà<br />

Facendo riferimento alla situazione<br />

italiana Romano<br />

Pezzotti ha ricordato che<br />

dopo un primo semestre segnato<br />

da una certa stabilità<br />

proprio il prezzo del rottame<br />

si è inabissato perdendo in<br />

sole dieci settimane circa il<br />

40% del suo valore. E questo<br />

ha creato forti ripercussioni<br />

sull’industria perché, come<br />

Pezzotti ha detto, il prezzo dei<br />

prodotti siderurgici, e in particolare<br />

quello del tondo da<br />

cemento armato, si è ridotto<br />

a sua volta. Nel frattempo, per<br />

complicare ulteriormente il<br />

quadro, si è registrato un arretramento<br />

dei mercati nordafricani<br />

e soprattutto di<br />

quello algerino, che stavano<br />

dando ossigeno negli ultimi<br />

anni proprio alla produzione<br />

italiana. Ma nel corso del dibattito<br />

aperto si è anche avuto<br />

modo di apprendere che il<br />

tonfo delle quotazioni è stato<br />

determinato da una varietà di<br />

fattori concomitanti. Fra questi<br />

il basso prezzo del minerale<br />

di ferro che ha avvantaggiato<br />

le produzioni a ciclo integrale,<br />

minoritarie sul nostro<br />

territorio, e appunto l’eccesso<br />

dell’offerta di rottame a livello<br />

internazionale. Ancora, l’arrivo<br />

in Europa di quelle billette<br />

cinesi di cui si è già detto e<br />

che sono proposte con supersconti<br />

sul prezzo e un’ondata<br />

anomala di vendite, infine una<br />

informazione che è stata definita<br />

come distorta. Di recente<br />

però le quotazioni del rottame<br />

paiono avere esaurito la<br />

loro discesa lasciando intravedere<br />

non soltanto degli spiragli<br />

di stabilità ma anche una<br />

prevalenza della domanda sull’offerta<br />

e quindi i sintomi di<br />

una inversione del trend.<br />

Quanto poi al Nord Africa e<br />

all’Algeria, la loro performance<br />

è significativa per dare ragione<br />

delle tendenze che attraversano<br />

l’industria siderurgica<br />

e il mercato dei prodotti<br />

dell’acciaio. Perché infatti il<br />

problema non è soltanto che<br />

ad Algeri cominciano a manifestarsi<br />

criticità economiche<br />

importanti, ma anche che, come<br />

è stato detto, le produzioni<br />

cinesi stanno invadendo il<br />

mercato, a dispetto di ogni<br />

dazio. Per questo e per altri<br />

motivi l’avvenire della siderurgia<br />

non si presenta particolarmente<br />

roseo. In Italia, per una<br />

capacità produttiva da 6 milioni<br />

di tonnellate all’anno, i<br />

consumi sono invece fermi a<br />

due milioni di tonnellate scarsi,<br />

tenendo in considerazione<br />

anche i quantitativi destinati<br />

all’export.<br />

Il resto del paniere<br />

Di Cina e metalli non ferrosi<br />

ha parlato l’Head of Commodity<br />

Research di FastMarkets<br />

Ltd William Adams che<br />

guardando al rame ha previsto<br />

per il 2016 una situazione di<br />

complessivo equilibrio con la<br />

discesa dei prezzi pronta a lasciare<br />

spazio a una fase di destocking<br />

e di stabilizzazione,<br />

anche se i mercati internazionali<br />

devono abituarsi a fare i<br />

conti con la crescita cinese a<br />

tassi ben più modesti rispetto<br />

al recente passato. Sono invece<br />

«toro» gli outlook per il biennio<br />

2017-2018, sebbene non si<br />

escluda il perdurare della debolezza<br />

della domanda e la<br />

possibilità di altri momenti di<br />

forte volatilità. «Orso» dovrebbe<br />

essere il mercato dell’alluminio,<br />

un materiale che insieme<br />

ad acciaio e alle alternative<br />

come il carbonio e il magnesio<br />

sarà al centro del prossimo<br />

Meeting del Club FARO<br />

dedicato all’automotive e organizzato<br />

al Museo Ferrari di Maranello,<br />

il 10-11 Marzo 2016.<br />

L'industria dell'alluminio è alle<br />

prese con fenomeni di sovraproduzione<br />

e le materie prime<br />

bauxite, allumina, petrolio<br />

e carbone sono tutte in calo.<br />

In più, elementi di incertezza<br />

vengono dai volumi di esportazione<br />

dalla Cina ed è probabile<br />

che i prezzi possano<br />

scendere sino a 1.500 dollari<br />

fino a quando lo scenario non<br />

ritroverà una certa normalità.<br />

Sul nichel pesano discesa delle<br />

produzioni del pig iron del<br />

18% e il destocking; e nuove<br />

flessioni dei suoi prezzi non<br />

sarebbero sorprendenti. Con<br />

l’arrivo dei prezzi a 13.000<br />

dollari si potrebbe riattivare il<br />

restocking, mentre la ripresa<br />

delle produzioni di nickel pig<br />

iron è più complicata da prevedere.<br />

Basso anche il prezzo<br />

dello zinco, la cui domanda è<br />

cresciuta del 2,8% nel primo<br />

semestre e la cui offerta è in<br />

eccesso per 150 mila tonnellate.<br />

Il suo valore per il 2016 è<br />

previsto a 2.050 dollari. Dal<br />

canto suo il piombo ha registrato<br />

una discesa relativa dei<br />

prezzi che restano comunque<br />

posizionati al di sopra dei livelli<br />

precedenti il super-ciclo.<br />

L’aspettativa è che seguitino a<br />

oscillare attorno a 1.800 dollari<br />

nel 2016. Quanto allo stagno,<br />

esso ha fatto i conti con<br />

un trend discendente ora arrestatosi,<br />

con la previsione di<br />

un posizionamento a 17 mila<br />

dollari nel 2016.<br />

30<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>


Soluzioni per tutti i reparti della fonderia<br />

L’ampia ed esclusiva gamma di prodotti di Dantherm costituisce<br />

la base per la soluzione di qualsiasi necessità di filtrazione si<br />

presenti adattandosi agli impianti all’interno della fonderia.<br />

Linee di formatura<br />

Cubilotti<br />

Isole di sbavatura<br />

Impianti sabbie<br />

Forni a induzione<br />

Granigliatrici<br />

Filtro a maniche piatte con sistema di<br />

pulizia ad aria Tipo (FS)<br />

10<br />

a<br />

1 Cappa di ingresso<br />

2 Compartimento gas sporchi<br />

3 Maniche piatte con elementi<br />

distanziatori<br />

4 Telaio supporto maniche<br />

5 Compartimento aria pulita<br />

6 Parete a fessura con sistema a molla<br />

7 Carrello di pulizia con ugello<br />

8 Tubo flessibile di pulizia<br />

9<br />

Valvola di pulizia<br />

10 Ventilatore di pulizia<br />

11 Stazione guida del carrello di pulizia<br />

12 Stazione di comando con disco<br />

di posizionamento<br />

13<br />

14<br />

15<br />

Struttura di supporto<br />

Tramoggia di raccolta polveri<br />

con coclea di scarico<br />

Piattaforma di accesso e manutenzione<br />

a Ingresso gas sporchi<br />

b Uscita gas puliti<br />

c Uscita polveri<br />

d Ingresso aria di pulizia<br />

11<br />

9<br />

8<br />

15<br />

d<br />

b<br />

5<br />

c<br />

1<br />

4<br />

2<br />

7<br />

3<br />

6<br />

12<br />

13<br />

14<br />

Marco Fontanot Rappresentanze Industriali<br />

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DELLA SERIE FVNX<br />

Fondere getti di alta qualità<br />

La colata automatica corrisponde<br />

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Riduzione dei costi<br />

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Ereditare la competenza della siviera esistente<br />

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Installazione dell‘impianto in breve tempo<br />

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Ing. Frank Höhn<br />

frank.hoehn@wagner-sinto.de<br />

T el.: +49 2752 / 907 230 · Fax: +49 2752 / 907 49230


ECONOMICO<br />

ECONOMICO<br />

E. Zanin – E. Amici<br />

ECONOMICO<br />

ECONOMICO<br />

Lo sviluppo dei materiali<br />

per le centrali elettriche di potenza<br />

M. Favini<br />

Nonostante la crisi economica<br />

che attualmente investe diversi<br />

settori industriali, la International<br />

Energy Agency prevede, nell’Energy<br />

Outlook 2014, un incremento<br />

del 37% dei bisogni<br />

energetici nei prossimi 25 anni<br />

legato soprattutto ad una crescita<br />

demografica ed industriale<br />

nei paesi asiatici, seppur caratterizzato<br />

da una minore intensità<br />

energetica rispetto al passato.<br />

Questo incremento comporterà<br />

una nuova capacità di generazione<br />

di energia elettrica pari<br />

a 7200GW dovuto sia all’aumento<br />

della domanda che alla<br />

necessità di sostituire le centrali<br />

elettriche più vecchie che verranno<br />

dismesse (circa il 40% del<br />

parco di generazione attuale).<br />

Grazie alla distribuzione geografica<br />

che ne consente un approvvigionamento<br />

sicuro e all’abbondante<br />

disponibilità, una parte significativa<br />

della produzione di<br />

energia globale continuerà ad<br />

essere fornita dalle centrali elettriche<br />

a carbone (principalmente<br />

in Asia). Si stima incremento<br />

del mercato del carbone pari al<br />

15% , nonostante il condizionamento<br />

al consumo dovuto alle<br />

misure politiche volte a contrastare<br />

l’inquinamento.<br />

Questa crescita nella generazione<br />

di energia elettrica da<br />

carbone porterà a un forte aumento<br />

delle emissioni di anidride<br />

carbonica in contrasto con<br />

la necessità ambientale di ridurre<br />

le emissioni di gas serra.<br />

Essendo l’effetto serra e i conseguenti<br />

effetti di riscaldamento<br />

del pianeta un problema globale,<br />

è anche interesse dei paesi<br />

occidentali ridurre al minimo<br />

le emissioni di CO2.<br />

Esiste quindi una forte esigenza<br />

di operare per la riduzione delle<br />

emissioni di anidride carbonica<br />

da centrali a carbone, sia esistenti<br />

che nuove. Tale riduzione<br />

è possibile mediante due approcci<br />

complementari generalmente<br />

condivisi dalla comunità<br />

scientifica internazionale. Si tratta<br />

da un lato di migliorare l’efficienza<br />

degli impianti (generare<br />

più energia con minore produzione<br />

di anidride carbonica) e<br />

dall’altro di catturare l’anidride<br />

carbonica prodotta per il suo<br />

stoccaggio geologico (CCS).<br />

Va da sé che l’approccio che<br />

punta alla riduzione della CO2<br />

non esclude l’implementazione<br />

delle energie rinnovabili che<br />

negli ultimi anni stanno crescendo<br />

e hanno raggiunto livelli<br />

di produzione significativi.<br />

Tuttavia, nei momenti in cui l'energia<br />

rinnovabile non è sufficiente<br />

per soddisfare i picchi<br />

di domanda di energia elettrica<br />

vi è la necessità di disporre<br />

di centrali tradizionali di potenza<br />

per assicurare la funzionalità<br />

di base.<br />

Il metodo per aumentare l’efficienza<br />

delle centrali a carbone<br />

consiste principalmente nell’incremento<br />

della temperatura e<br />

pressione di esercizio del vapore<br />

fino a 350 bar e 700- 720 °C<br />

(contro gli attuali 270 bar e<br />

610°C). In queste condizioni si<br />

possono raggiungere valori di<br />

efficienza pari al 50-55% netto<br />

e si parla delle cosiddette centrali<br />

ultra super critiche avanzate<br />

(A-USC, Advanced Ultra<br />

Supercritical).<br />

Operare in tali condizioni comporta<br />

una vera e propria rivoluzione<br />

nei componenti utilizzati<br />

nelle caldaie, turbine e nei<br />

sistemi di adduzione ( tubazioni<br />

e valvole) che dovranno garantire<br />

prestazioni maggiori ed<br />

essere realizzati con materiali<br />

quali acciai speciali e leghe a base<br />

nichel, diversi da quelli tradizionalmente<br />

impiegati.<br />

In questo ambito assume una<br />

importanza fondamentale lo<br />

sviluppo di materiali operanti<br />

ad altissima temperatura e di<br />

conseguenza lo studio dei fenomeni<br />

di invecchiamento, quali<br />

il Creep, a cui sono soggetti i<br />

materiali che lavorano in queste<br />

condizioni. Il CSM ha storicamente<br />

una tradizione in questo<br />

settore con competenze di<br />

alto profilo e laboratori specializzati<br />

in grado di garantire lo<br />

sviluppo dei nuovi materiali attraverso<br />

test in temperatura,<br />

34<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>


ECONOMICO<br />

sotto carico e di lunga durata<br />

(prove di Creep fino a 100.000<br />

ore). Lo sviluppo è assistito nelle<br />

diverse fasi dallo studio dell’evoluzione<br />

della microstruttura<br />

con l’impego di microscopia<br />

elettronica a trasmissione<br />

(TEM) di ultima generazione.<br />

Diverse iniziative progettuali<br />

sono attualmente in fase di realizzazione<br />

con lo scopo di riunire<br />

le conoscenze ed esperienze<br />

dell’Unione Europea in materia<br />

di materiali ad alta temperatura,<br />

per la caldaia e i componenti,<br />

adatti per il funzionamento in<br />

condizioni A-USC. L’obiettivo<br />

comune è la riduzione dei rischi<br />

indicate in Tab. 1.<br />

L’industria europea ha investito<br />

molto nella tecnologia A-USC e<br />

diversi progetti finanziati dalla<br />

Comunità Europea sono in corso<br />

con lo scopo trovare una risposta<br />

alle seguenti problematiche:<br />

• Stato dell’arte delle conoscenze<br />

sulle proprietà dei materiali.<br />

• Stato delle conoscenze sull’effetto<br />

delle tecnologie di fabbricazione<br />

sulle proprietà finali<br />

dei componenti in particolare<br />

per i processi di fusione e<br />

formatura.<br />

• Identificare nuovi limiti ammissibili<br />

di progettazione.<br />

• Sviluppo di nuove linee guida<br />

di progettazione per impianti<br />

A-USC.<br />

Produzione lingotto in MARBN (Martentic microstructure and Boro and Nitrogen control)<br />

presso Cogne Acciai Speciali.<br />

• Minimizzazione dell’uso di materiali<br />

costosi.<br />

• Identificazione di possibili criticità<br />

nei componenti.<br />

Tra le diverse iniziative merita di<br />

essere citato il progetto europeo<br />

MACPLUS, (Material-<br />

Component Performance-driven<br />

Solutions for Long-Term Efficiency<br />

Increase in Ultra Supercritical<br />

Power Plants) coordinato<br />

dal Centro Sviluppo Materiali<br />

che vede coinvolti 24 partners<br />

(produttori di energia, aziende<br />

produttrici di materiali e componenti<br />

e Università) per un valore<br />

complessivo di 18 M€, mirato<br />

alla realizzazione di componenti<br />

innovativi per turbine,<br />

caldaie e sistemi di adduzione<br />

destinati alle centrali A-USC.<br />

I risultati preliminari del progetto<br />

Macplus sono incoraggianti in<br />

particolare per le aziende manifatturiere<br />

italiane che sono partner<br />

del progetto e che grazie ai<br />

risultati ottenuti potrebbero assumere<br />

un ruolo di primo piano<br />

a partire dalla fornitura di componentistica<br />

specializzata per le<br />

centrali A-USC fino alla fornitura<br />

di parti di impianto.<br />

Per maggiori informazioni sul<br />

progetto e sui componenti realizzati<br />

è possibile consultare il<br />

sito macplusproject.eu<br />

Tema Problematica Rischio<br />

Materiali Mancanza di informazioni sulle<br />

loro proprietà ad alta temperatura<br />

tecnico<br />

Supply chain Effetto del ciclo di fabbricazione<br />

sulle proprietà del materiale<br />

tecnico<br />

Codice ASME Altamente conservativo commerciale<br />

Leghe di nichel Alto costo commerciale<br />

Tab. 1<br />

ECCC – Industrial project<br />

Egidio Zanin - CSM, Market Development<br />

Manager<br />

Elisabetta Amici - CSM, Market<br />

Analysis<br />

Nato nel 1991, l’ECCC (European Creep Collaborative<br />

Committee) è la massima espressione<br />

degli esperti europei sui temi del creep e rappresenta<br />

le prospettive dei produttori di acciaio e<br />

leghe speciali, centrali termoelettriche e utilities.<br />

L’ECCC è fortemente impegnato nel coordinamento<br />

europeo dello sviluppo dati sul creep e nelle<br />

attività di valutazione e confronto dei dati. L’obiettivo<br />

è raccogliere le risorse disponibili in ogni<br />

paese per costruire una base ottimale di valutazione<br />

sui valori di creep e configurare elevati standard<br />

di produzione e design. Dal 2011 l’ECCC è<br />

organizzato come iniziativa industriale coordinata<br />

dal CSM che ne svolge le funzioni di segretariato.<br />

Informazioni sono disponibili sul sito www.c-s-m.it/en/eccc_projects/eccc_joint_industrial_project.html<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong> 35


ECONOMICO<br />

ECONOMICO<br />

ECONOMICO<br />

ECONOMICO<br />

EUROGUSS 2016<br />

M. Favini<br />

Si è tenuta a Milano, in data 6<br />

ottobre <strong>2015</strong>, la presentazione<br />

della fiera EUROGUSS 2016, il<br />

Salone Internazionale della<br />

Pressofusione più grande d’Europa<br />

che vedrà riunita, per ben<br />

l’undicesima volta, l’industria<br />

internazionale della pressofusione.<br />

L’incontro europeo per<br />

il settore<br />

della pressofusione<br />

“Glück auf ” (buon ritorno), il<br />

tradizionale saluto dei minatori<br />

è l’augurio che ci si scambierà<br />

dal 12 al 14 gennaio 2016 all’EUROGUSS<br />

di Norimberga. Il<br />

Salone Internazionale della<br />

Pressofusione avrà di nuovo molto<br />

da offrire anche a questa edizione:<br />

le tecnologie, i processi e i<br />

prodotti più attuali agli stand dei<br />

circa 550 espositori, la mostra<br />

speciale “Forschung, die Wissen<br />

schaf(f)t” (Ricerca: scienza che<br />

crea sapere), il nuovo pavillon<br />

“Oberflächentechnik” (Tecnica<br />

delle superfici), le conferenze<br />

specialistiche sui trend e gli sviluppi<br />

del momento nel quadro<br />

del congresso, così come le cerimonie<br />

di premiazione dei due<br />

concorsi per la pressofusione di<br />

alluminio e di zinco. I pressoché<br />

11.000 visitatori attesi all’EU-<br />

ROGUSS sono decision maker<br />

appartenenti all’industria automobilistica,<br />

al comparto della<br />

costruzione di macchine e impianti,<br />

all’industria elettronica, al<br />

ramo della tecnologia energetica<br />

e medica, nonché alle fonderie<br />

di pressofusione.<br />

“L’EUROGUSS prosegue nella<br />

sua rotta di crescita”, commenta<br />

soddisfatta la responsabile<br />

della manifestazione,<br />

Heike Slotta della Nürnberg-<br />

Messe. “Già nel 2014, con 470<br />

espositori, abbiamo potuto<br />

registrare un plus di tutto rispetto<br />

pari a oltre il 20 percento.<br />

All’EUROGUSS 2016<br />

attendiamo ora circa 550<br />

espositori. Questo mostra<br />

che la concezione fieristica<br />

dell’EURO GUSS è assolutamente<br />

corretta, la domanda di<br />

prodotti pressofusi non dà segni<br />

di cedimento”. Al fine di<br />

assicurare spazio sufficiente a<br />

tutte le aziende presenti, ai<br />

due padiglioni finora occupati,<br />

il 7 e il 7A, si aggiungerà ora il<br />

padiglione 6.<br />

Più o meno della metà degli<br />

espositori dell’EUROGUSS è<br />

internazionale. Dopo la Germania,<br />

la lista dei principali<br />

paesi espositori europei vede<br />

in testa, con largo distacco, la<br />

nazione della pressofusione<br />

per tradizione: l’Italia, seguita<br />

da Turchia, Austria, Svizzera,<br />

Spagna, Francia e Slovenia. Gli<br />

espositori sono fonderie di<br />

pressofusione e il loro indotto<br />

a monte, nonché i rispettivi<br />

fornitori di attrezzature,<br />

componenti e servizi. Al salone<br />

saranno presentati prodotti<br />

pressofusi, tecnologie per la<br />

colata ad alta pressione come,<br />

ad esempio, macchinari, periferiche,<br />

forni, stampi, prototyping,<br />

metalli e leghe, nonché<br />

distaccanti e materiali di servizio.<br />

A ciò si affiancano proposte<br />

per la finitura dei getti, assicurazione<br />

qualità, tecniche di<br />

comando e azionamento, nonché<br />

software. Informazioni sugli<br />

espositori, sui prodotti e le<br />

piantine dei padiglioni sono disponibili<br />

in internet alla pagina<br />

www.euroguss.de/ausstellerprodukte.<br />

36<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>


ECONOMICO<br />

MOSTRA SPECIALE “FORSCHUNG,<br />

DIE WISSEN SCHAF(F)T”<br />

(RICERCA: SCIENZA CHE CREA SAPERE)<br />

Per ben la terza volta si terrà<br />

all’EUROGUSS la mostra speciale<br />

“Forschung, die Wissen<br />

schaf(f)t” (Ricerca: scienza che<br />

crea sapere). Nel padiglione 7,<br />

allo stand 642, circa dieci istituti<br />

di ricerca, università e istituti<br />

tecnici superiori permetteranno<br />

di farsi un’idea sui loro attuali<br />

progetti, faranno conoscere<br />

i servizi offerti e i punti chiave<br />

della loro ricerca e si presenteranno<br />

con le loro proposte<br />

di formazione, aggiornamento<br />

e perfezionamento professionale.<br />

Saranno presenti, tra<br />

gli altri:<br />

• Neue Materialien Fürth<br />

(Nuovi materiali Fürth).<br />

• Fraunhofer-Institut für Fertigungstechnik<br />

und Angewandte<br />

Materialforschung (Istituto<br />

Fraunhofer per la tecnica di<br />

produzione e la ricerca applicata).<br />

• Lehrstuhl Werkstoffkunde<br />

und Technologie der Metalle<br />

– WTM (Cattedra di scienza<br />

dei materiali e tecnologia dei<br />

metalli).<br />

• Fraunhofer-Entwicklungszentrum<br />

Röntgentechnik (Centro<br />

di sviluppo Fraunhofer<br />

per la tecnica radiologica).<br />

• Verein für praktische Gießereiforschung<br />

(Associazione<br />

DATI E FATTI<br />

Informazioni sul salone, il congresso, le cerimonie<br />

di premiazione, i biglietti, il viaggio, il pernottamento,<br />

ecc. al sito www.euroguss.de<br />

LUOGO E DATA<br />

Messezentrum Nürnberg (Centro Esposizioni<br />

Norimberga)<br />

12-14 gennaio 2016<br />

ORARI DI APERTURA<br />

Tutti i giorni dalle 9.00 alle 17.00<br />

BIGLIETTERIA ONLINE<br />

“ONLINE TICKETSHOP”<br />

Ordinare i ticket online all’indirizzo:<br />

www.euroguss.de/vorverkauf<br />

BIGLIETTERIA<br />

Biglietto d’ingresso giornaliero: EUR 35<br />

Abbonamento: EUR 45<br />

Catalogo: EUR 10<br />

PIATTAFORMA DEGLI ESPOSITORI ONLINE<br />

Tutti gli espositori e le loro ultime informazioni<br />

prodotto alla pagina:<br />

www.euroguss.de/aussteller-produkte<br />

ENTRATE E PADIGLIONI RISERVATI<br />

Entrata Ost per i padiglioni 6, 7A e 7<br />

ESPOSITORI<br />

480, di cui il 50% internazionali (2014: 470, di cui<br />

il 51% internazionali)<br />

SUPERFICIE ESPOSITIVA<br />

14.977 m² netti (2014: ca. 13.385 m² netti)<br />

VISITATORI PROFESSIONALI<br />

2014: 11.187, di cui il 32% internazionali<br />

PIANTINA DEI PADIGLIONI<br />

www.euroguss.de/hallenplan<br />

REPERTORIO MERCEOLOGICO<br />

• Industrie della pressofusione<br />

• Pressocolatrici e impianti<br />

• Unità e impianti periferici<br />

• Forni e accessori<br />

• Stampi e accessori<br />

• Rapid prototyping/rapid tooling<br />

• Distaccanti/materiali di servizio<br />

• Leghe/metalli<br />

• Finitura del pezzo fuso/lavorazione CNC<br />

• Tecniche di tempra e di trattamento superficiale<br />

• Tecniche di misurazione, comando e regolazione<br />

• Assicurazione qualità/controllo<br />

• Prove dei materiali<br />

• Tecniche di azionamento<br />

• Tecniche di trasporto, sollevamento e manipolazione<br />

• Tutela dell’ambiente/smaltimento/antinfortunistica<br />

• Soluzioni complete per l’industria della pressofusione<br />

• Sistemi di guida per l’industria della pressofusione<br />

• Sistemi CAD, CAM, DNC, CAE, PPS, CAQ,<br />

CASE<br />

• Procedimenti di simulazione e di calcolo<br />

• Ricerca/sviluppo/servizi<br />

• Engineering<br />

• Associazioni/riviste specializzate<br />

PROGRAMMA COLLATERALE:<br />

16. INTERNATIONALER DEUTSCHER<br />

DRUCKGUSSTAG<br />

(16 a GIORNATA INTERNAZIONALE<br />

DELLA PRESSOFUSIONE TEDESCA)<br />

12-14 gennaio 2016, conferenze specialistiche<br />

nel padiglione 6, stand 6-427<br />

VIAGGIO E SOGGIORNO A NORIMBERGA<br />

www.euroguss.de/a<strong>nr</strong>eise e<br />

hotels@nuernbergmesse.de<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong> 37


ECONOMICO<br />

per la ricerca pratica in fonderia).<br />

• Hochschule Aalen Gießereilabor<br />

(Istituto di istruzione<br />

superiore di Aalen, laboratorio<br />

di fonderia).<br />

• Universität Kassel Fachgebiet<br />

Gießereitechnik (Università<br />

di Kassel, dipartimento di<br />

tecnica della fonderia).<br />

NOVITÀ: PAVILLON<br />

“OBERFLÄCHENTECHNIK”<br />

(TECNICA DELLE SUPERFICI)<br />

La finitura e il rivestimento di<br />

getti funzionali capaci di sopportare<br />

forti sollecitazioni sono<br />

aspetti di gran rilievo per<br />

le fonderie di pressofusione.<br />

Tecnologie adeguate dei macchinari<br />

e dei processi permettono<br />

alle superfici dei pezzi<br />

fusi di raggiungere un aspetto<br />

qualitativamente pregiato. La<br />

sbavatura, la molatura, la lucidatura,<br />

il rivestimento e la finitura<br />

sono i relativi processi<br />

di lavorazione.<br />

A queste tematiche specifiche<br />

sarà dedicato per la prima<br />

volta un apposito spazio fieristico<br />

e un pavillon dell’EURO-<br />

GUSS, dove si presenteranno<br />

le aziende che si occupano<br />

della lavorazione e della finitura<br />

di metalli leggeri.<br />

INTERNATIONALER DEUTSCHER<br />

DRUCKGUSSTAG<br />

(GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA<br />

PRESSOFUSIONE TEDESCA)<br />

NEL PADIGLIONE 6<br />

Molto apprezzate dal pubblico<br />

sono le conferenze specialistiche<br />

dell’Internationaler<br />

Deutscher Druckgusstag<br />

(Giornata internazionale della<br />

pressofusione tedesca) che si<br />

svolgerà durante tutti i tre<br />

giorni del salone. Il forum, allestito<br />

nel bel mezzo dell’attività<br />

fieristica nel padiglione 6,<br />

offre un’ottima opportunità di<br />

scambiare opinioni ed esperienze<br />

con colleghi ed esperti<br />

sulle tematiche e sugli sviluppi<br />

attuali del settore. “Soluzioni<br />

di tempra innovative per il dimensionamento<br />

degli stampi”<br />

e “Industria 4.0 - L’influenza<br />

della digitalizzazione sui futuri<br />

processi produttivi nelle fonderie”<br />

sono soltanto due<br />

esempi delle avvincenti tematiche<br />

trattate nelle relazioni<br />

del prossimo Druckgusstag. Il<br />

programma completo si potrà<br />

consultare a partire da novembre<br />

alla pagina internet<br />

www.euroguss.de.<br />

Organizzatori del congresso<br />

specialistico sono il Verband<br />

Deutscher Druckgießereien -<br />

VDD (Associazione delle fonderie<br />

di pressofusione tedesche)<br />

e il Bundesverband der<br />

Gießerei-Industrie – BDG<br />

(Associazione federale dell’industria<br />

tedesca della fonderia).<br />

La partecipazione al<br />

congresso è compresa nel<br />

prezzo del biglietto di entrata<br />

al salone.<br />

INTERNATIONALER ALUMINIUM-<br />

DRUCKGUSS-WETTBEWERB 2016<br />

(CONCORSO INTERNAZIONALE PRES-<br />

SOFUSIONE DI ALLUMINIO 2016)<br />

Si attende con trepidazione<br />

che siano resi noti i vincitori<br />

dell’Aluminium- Druckguss-<br />

Wettbewerb (Concorso di<br />

pressofusione di alluminio).<br />

Con il concorso ci si ripropone<br />

di richiamare l’attenzione<br />

del pubblico sugli alti standard<br />

di qualità della pressofusione<br />

di alluminio. I pezzi iscritti dalle<br />

fonderie che lavorano per il<br />

fabbisogno interno o per conto<br />

terzi saranno esaminati e<br />

premiati da una giuria competente<br />

composta da esponenti<br />

del mondo della ricerca e della<br />

prassi. Ai tre contributi migliori<br />

sarà conferito un diploma,<br />

essi saranno inoltre esposti<br />

al salone allo stand del<br />

BDG/VDD nel padiglione 6,<br />

stand 6-428. La premiazione<br />

avverrà nell’ambito della cerimonia<br />

di inaugurazione il<br />

giorno antecedente l’apertura<br />

della fiera. Il concorso è realizzato<br />

dal Gesamtverband<br />

der Aluminiumindustrie e.V. –<br />

GDA (Associazione tedesca<br />

dell’industria dell’alluminio).<br />

ZINKDRUCKGUSS-WETTBEWERB<br />

(CONCORSO DI PRESSOFUSIONE<br />

DI ZINCO)<br />

Con il Zinkdruckguss-Wettbewerb<br />

(Concorso di pressofusione<br />

di zinco) l’Initiative<br />

Zink (Iniziativa zinco) renderà<br />

onore a getti pressofusi in<br />

zinco di particolare spicco. I<br />

pezzi iscritti soddisfano particolari<br />

requisiti per quanto<br />

concerne la costruzione, il design,<br />

la realizzazione degli<br />

stampi, la tecnica di fusione, la<br />

lavorazione, il trattamento<br />

della superficie ovvero le caratteristiche<br />

decorative, oppure<br />

si contraddistinguono<br />

per un’innovazione ossia la<br />

conversione alla pressofusione<br />

di zinco da altri materiali e<br />

processi produttivi. Il concorso<br />

si pone l’obiettivo di presentare<br />

la varietà di applicazioni,<br />

le straordinarie proprietà<br />

dei pressofusi in zinco<br />

e, non da ultimo, le capacità e<br />

la performance delle fonderie<br />

partecipanti.<br />

La premiazione avverrà parimenti<br />

nell’ambito della cerimonia<br />

ufficiale di inaugurazione<br />

il giorno antecedente l’apertura<br />

della fiera. Ulteriori<br />

informazioni sui vincitori e sui<br />

loro prodotti saranno disponibili<br />

presso l’Initiative Zink<br />

all’EUROGUSS nel padiglione<br />

6, stand 6-420.<br />

38<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>


ECONOMICO<br />

GLI OPERATORI SPECIALIZZATI NELLA PRESSOFUSIONE<br />

GUARDANO FIDUCIOSI AL FUTURO<br />

Gerhard Klügge - Bundesverband der Deutschen Gießerei-Industrie e.V. (BDG)<br />

Negli anni 2014 e <strong>2015</strong> le fonderie di pressofusione<br />

tedesche, nella loro maggioranza, hanno potuto<br />

incrementare i fatturati e la rispettiva produzione.<br />

Anche nel 2016 confidano di riuscire a proseguire<br />

su questo trend.<br />

Nel primo semestre del <strong>2015</strong> i tassi di crescita si<br />

sono mantenuti sui livelli dell’anno precedente:<br />

• pressofusione di alluminio più 4% (raggiungendo<br />

le 305.000 t);<br />

• pressofusione di magnesio meno 13% (raggiungendo<br />

le 6.800 t);<br />

• pressofusione di zinco più 3,6% (raggiungendo le<br />

27.300 t).<br />

Con ciò, in Germania, risulta essere prodotto in<br />

pressofusione più della metà del volume totale di<br />

getti di metalli non ferrosi, uno sviluppo che si delinea<br />

tale e quale da anni.<br />

Guardando al mercato della pressofusione si nota<br />

come la costruzione di veicoli assuma una posizione<br />

sempre più dominante: infatti, la quota detenuta<br />

ammonta ormai al 77%. Il restante 23% della<br />

produzione di pressofusi si suddivide tra numerosi<br />

settori di utenza diversi.<br />

Negli ultimi anni, in seguito all’andamento positivo<br />

della crescita nel comparto, anche gli investimenti<br />

(sia per la manutenzione che per l’ampliamento<br />

delle capacità) si sono aggirati tra il 4 e il 6% del<br />

fatturato di una pressofonderia. Stando ai dati rilevati<br />

dall’Associazione, negli ultimi quattro anni le<br />

ragioni che hanno spinto il settore a investire sono<br />

state per il 65% determinate dalla sostituzione;<br />

il 25% ha effettuato a investimenti per ampliamento.<br />

Più interessante è tuttavia la programmazione<br />

dei pressofonditori per i prossimi cinque anni: il<br />

69% degli operatori prevede investimenti di sostituzione<br />

e il 26% ha in progetto investimenti per<br />

promuovere l’espansione. La fiducia nel futuro rimane<br />

quindi immutata.<br />

La cosa sorprende considerato il fatto che il<br />

principale acquirente delle fonderie di pressofusione,<br />

l’industria automobilistica, sta attualmente<br />

soffrendo una perdita di dinamicità. Gli stati<br />

BRIC, a eccezione dell’India, sono scossi da crisi<br />

e premono sul freno anche per quanto concerne<br />

la richiesta di veicoli. A parte il mercato interno,<br />

aumenti degni di nota, seppur in genere a una<br />

sola cifra, registrano esclusivamente il Nordamerica<br />

e alcuni paesi dell’UE. In queste aree la<br />

domanda di pregiati modelli premium tedeschi,<br />

per i quali producono appunto in prevalenza i<br />

pressofonditori nazionali, non riscontra cedimenti.<br />

Nonostante singhiozzi, il motore di crescita<br />

“industria automobilistica” continua tuttavia<br />

a necessitare dei pezzi pressofusi prodotti in<br />

Germania, il tutto addirittura in ordini di grandezza<br />

considerevoli!<br />

L’industria automobilistica stessa si trova a sua volta<br />

ad affrontare grandi sfide. Entro il 2020, infatti, il<br />

limite di emissioni di CO 2<br />

per le autovetture di<br />

nuova immatricolazione non dovrà superare il tetto<br />

massimo di 95 g/km. Leggerezza e downsizing<br />

dei motori sono la risposta delle case automobilistiche.<br />

La cosa ha ovviamente un impatto sulle fonderie<br />

di pressofusione.<br />

Nella pressofusione lo sviluppo di componenti<br />

sempre nuovi procede a velocità vertiginosa. Sia<br />

che si tratti di elementi costruttivi strutturali,<br />

componenti per motori elettrici o moduli intelligenti<br />

per la regolazione dei motori tradizionali:<br />

ovunque si cerca di servirsi delle straordinarie<br />

possibilità offerte dalla pressofusione. È straordinario<br />

quali soluzioni e componenti innovativi si<br />

vengano così a creare, molti di essi saranno presentati<br />

alla prossima EUROGUSS. Tutte le fonderie<br />

europee potranno partecipare ai concorsi di pressofusione<br />

di alluminio e di zinco. La premiazione<br />

dei pezzi vincitori avverrà nell’ambito della cerimonia<br />

di inaugurazione del salone. Gli esemplari<br />

saranno esposti in fiera. Seguiranno poi articoli nei<br />

media di settore.<br />

Con questi sviluppi si confronterà anche il 16° Internationaler<br />

Deutscher Druckgusstag (Giornata<br />

internazionale della pressofusione tedesca), organizzato<br />

dal Verband Deutscher Druckgießereien<br />

(Associazione delle fonderie di pressofusione tedesche)<br />

e il Bundesverband der Deutschen<br />

Gießereiindustrie (Associazione federale dell’industria<br />

tedesca della fonderia), che si terrà all’EU-<br />

ROGUSS in parallelo all’evento fieristico. Saranno<br />

in programma relazioni lungo l’intera catena di<br />

processo della pressofusione. Ad esempio si parlerà<br />

di soluzioni di tempra innovative per il dimensionamento<br />

degli stampi. Si riprenderà inoltre<br />

il tema relativamente astratto “industria 4.0”,<br />

mostrando come l’interconnessione online influirà<br />

sui futuri processi produttivi nelle fonderie<br />

di pressofusione. Il programma sarà completato<br />

da avvincenti contributi sui temi dello sviluppo di<br />

materiali e di elementi costruttivi.<br />

L’Internationaler Deutscher Druckgusstag fa da<br />

corona all’alta qualità dei prodotti presentati dagli<br />

espositori!<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong> 39


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RUBRICA<br />

LEGALE<br />

RUBRICA<br />

LEGALE<br />

RUBRICA LEGALE<br />

Condizioni Generali di Contratto<br />

delle Fonderie Europee:<br />

edizione Maggio 2014<br />

La seduta plenaria degli organi direttivi<br />

delle associazioni aderenti<br />

al CAEF, hanno approvato il nuovo<br />

testo delle Condizioni Generali<br />

di Contratto delle Fonderie Europee<br />

che sono entrate in vigore<br />

a maggio del 2014.<br />

Nello specifico le modifiche al testo<br />

del documento riguardano:<br />

l’articolo 14 “Garanzia e responsabilità.<br />

Tenuto conto dell’importanza e<br />

della diffusione di dette clausole<br />

nell’ambito del settore, Assofond<br />

ha ritenuto utile procedere con la<br />

presente pubblicazione all’interno<br />

del proprio House Organ, a beneficio<br />

di coloro che ad oggi non<br />

hanno avuto occasione di prendere<br />

atto dell’avvenuta revisione.<br />

Ricordiamo che i testi in inglese,<br />

francese, tedesco ed italiano delle<br />

nuove Condizioni Generali di<br />

Contratto delle Fonderie Europee<br />

potranno essere direttamente<br />

scaricati dal sito dell’associazione<br />

www.assofond.it, consultando la<br />

homepage alla voce NEWS.<br />

CONDIZIONI GENERALI DI CONTRATTO<br />

DELLE FONDERIE EUROPEE<br />

Adottate da ASSOFOND - Federazione Nazionale Fonderie<br />

Edizione Maggio 2014<br />

ART. 1 - DISPOSIZIONI GENERALI<br />

a) Le presenti condizioni generali di contratto sono state predisposte sulla base degli usi in vigore nei<br />

paesi aderenti al Comitato delle Associazioni Europee di Fonderia (1). A questo titolo, ciascun paese<br />

membro riconosce loro il valore giuridico che il proprio ordinamento attribuisce agli usi professionali<br />

(2). Esse si applicano qualunque sia la nazionalità del Cliente relativamente ai contratti di fornitura<br />

di getti di metalli ferrosi e non ferrosi, di getti composti o assemblati, nonché di prestazioni, consigli<br />

e servizi che il Cliente richiede alla Fonderia. Di conseguenza, le condizioni generali costituiscono la<br />

base giuridica di detti contratti per tutte le disposizioni che non siano oggetto di specifici accordi<br />

scritti.<br />

b) Le presenti condizioni rendono inoperante qualsiasi clausola contraria in qualsiasi modo formulata<br />

dal Cliente, se la Fonderia non l’abbia accettata per iscritto.<br />

(1) Germania, Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Gran Bretagna, Italia, Norvegia, Lituania, Olanda, Polonia,<br />

Portogallo, Repubblica Ceca, Spagna, Svezia, Svizzera, Ungheria.<br />

(2) Le presenti condizioni generali di contratto sono depositate presso l’Ufficio Usi Professionali del Tribunale del Commercio<br />

di Parigi. La versione originale, in lingua francese, fa prova delle stesse.<br />

44<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>


RUBRICA LEGALE<br />

c) Nel caso in cui il Cliente o un gruppo di Clienti decidano di instaurare con le Fonderie loro subfornitrici<br />

stretti rapporti di partenariato industriale, le presenti condizioni generali costituiscono la base per<br />

predisporre il loro accordo.<br />

ART. 2 - OFFERTA E ORDINAZIONE<br />

a) La richiesta di offerta o l’ordinazione del Cliente devono essere accompagnate dal capitolato tecnico<br />

che stabilisce le specifiche atte a definire, sotto ogni aspetto, i getti da realizzare, la natura e le<br />

modalità delle ispezioni, i controlli e le prove prescritti per l’accettazione dei getti stessi. La richiesta<br />

di offerta, l’ordinazione e il capitolato tecnico sono redatti in forma scritta e il documento, all’occorrenza,<br />

può essere accompagnato da un supporto informatico, il quale tuttavia non è che un mezzo<br />

di lavoro e di comunicazione che in nessun caso fa fede delle obbligazioni sottoscritte dalla Fonderia.<br />

b) L’offerta della Fonderia non può esser considerata irrevocabile se non contiene un termine espresso<br />

di validità. Quanto precede vale altresì in tutti i casi in cui il Cliente apporti modifiche l capitolato tecnico<br />

o ai getti-campione che eventualmente gli siano stati sottoposti per accettazione dalla Fonderia.<br />

c) La Fonderia è obbligata solo nei termini dell’accettazione espressa della conferma d’ordine del Cliente.<br />

L’accettazione deve essere data per lettera o con altro mezzo di comunicazione idoneo a porre in<br />

essere un documento.<br />

d) Il cliente non ha il diritto di annullare alcun ordine. Nel caso in cui violi questo impegno, il cliente dovrà<br />

risarcire la fonderia per tutte le spese sostenute anche per le opere già realizzate alla data del recesso<br />

nonché per tutto ciò che la fonderia avrebbe potuto ottenere se avesse eseguito l’ordine e, più<br />

in generale, per tutte le altre conseguenze dirette e indirette di tale disdetta.<br />

In caso di annullamento di ordini aperti, con date di consegna stabilite in base alle quali la Fonderia<br />

abbia effettuato previsioni di produzione, si reputeranno annullate non solo le quantità già prodotte,<br />

ma anche quelle in corso di produzione in base alle regolari previsioni di produzione.<br />

e) Il cliente non è autorizzato a chiedere alcun rinvio della prestazione e / o la consegna di un ordine<br />

senza il consenso dell’altra parte.<br />

Il cliente non ha diritto di posticipare la data di consegna o di esecuzione di un ordine senza previo<br />

accordo con la Fonderia. In caso di rinvio concordato con la fonderia, il cliente dovrà pagare ogni e<br />

tutte le tasse/spese (stoccaggio, spese amministrative ecc ...) causate dal rinvio. Tali importi saranno<br />

corrisposti dal cliente immediatamente al ricevimento della fattura corrispondente dalla fonderia.<br />

I pezzi per i quali è stato concordato un rinvio di consegna saranno fatturati al cliente almeno al prezzo<br />

inizialmente convenuto e in caso di aumento dei prezzi dalla data di consegna inizialmente concordata,<br />

saranno fatturati alle condizioni di prezzo in vigore alla data della consegna effettiva.<br />

ART. 3 - PROPRIETÀ INTELLETTUALE E RISERVATEZZA<br />

a) La Fonderia appartiene al settore della subfornitura industriale. Ciò significa che, avendo fatto ricorso<br />

alle sue prestazioni, il Cliente ha deciso di rivolgersi ad uno specialista di fonderia che egli giudica<br />

disponga degli impianti e della competenza adatti alle proprie necessità.<br />

Salvo diverso accordo espresso, la Fonderia non progetta i getti da essa realizzati.<br />

Tuttavia, la progettazione può essere in tutto o in parte oggetto del contratto di subfornitura industriale;<br />

il Cliente, che ha la completa conoscenza del suo prodotto, ne assume sempre e in definitiva<br />

la piena responsabilità in relazione al risultato industriale che egli persegue e che egli solo conosce<br />

con precisione.<br />

Di conseguenza, ogni proposta della Fonderia accettata dal Cliente, volta a qualsivoglia miglioramento<br />

del capitolato tecnico o altresì a modifiche del disegno dei getti e dettata in particolare da considerazioni<br />

economiche proprie della tecnica di fabbricazione di fonderia, non può in alcun modo comportare<br />

trasferimento di responsabilità. Ciò vale, segnatamente, nel quadro di stretti rapporti di partenariato<br />

industriale o di rapporti contrattuali che comportino una fase di sviluppo. In questo ultimo<br />

caso, il contratto di subfornitura deve precisare l’ambito rispettivo di intervento delle parti.<br />

c) La consegna dei getti non comporta il trasferimento al Cliente dei diritti di proprietà della Fonderia su<br />

studi di fabbricazione, software, ricerche qualsivoglia e brevetti. Il Cliente si impegna conseguentemente<br />

a considerare e a tenere riservate informazioni di qualunque natura, scritte o no, quali disegni<br />

industriali, schemi, spiegazioni tecniche che gli siano comunicate dalla Fonderia a qualsiasi titolo.<br />

Quanto precede vale anche per le soluzione che la Fonderia propone per migliorare la qualità o il costo<br />

dei getti, mediante una modifica originale del capitolato tecnico. Se il Cliente le accetta egli deve<br />

concordare con la Fonderia le condizioni per il loro utilizzo nell’ambito dell’ordinazione.<br />

Analogamente, il prezzo delle attrezzature di fabbricazione previsto dalla Fonderia, siano le stesse<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong> 45


RUBRICA LEGALE<br />

realizzate o meno da questa, non comprende il valore della proprietà intellettuale, cioè l’apporto degli<br />

studi, dei brevetti o del know-how che la Fonderia abbia utilizzato per la loro messa a punto.<br />

Quanto sopra vale altresì per gli eventuali adattamenti che la Fonderia effettui sulle attrezzature fornite<br />

dal Cliente al fine di assicurare la buona esecuzione dei getti.<br />

c) In nessun caso il Cliente può disporre per sé o per altri degli studi della Fonderia o divulgarli, senza<br />

averne espressamente acquisito la proprietà.<br />

d) Il Cliente garantisce la Fonderia contro le conseguenze delle azioni che potrebbero essere intentate<br />

da parte di terzi, a causa dell’esecuzione di una ordinazione di getti coperti da diritti di proprietà industriale<br />

o intellettuale quali brevetti, marchi o modelli depositati o da diritti di privativa.<br />

e) Le presenti condizioni generali di contratto non si applicano al caso in cui la Fonderia sia essa sola progettista<br />

e produttrice di getti che vende, in tutto o in parte, su catalogo destinato ad ampia clientela.<br />

f) Le Fonderie d’arte, che richiamano gli impegni assunti nel “Codice di deontologia delle Fonderie<br />

d’arte”, aderiscono anche alle presenti condizioni generali di contratto che, occorrendo, dovranno<br />

essere interpretate alla luce delle “regole d’arte” contenute nel “Codice deontologico delle Fonderie<br />

d’arte”.<br />

ART. 4 - MODELLI E ATTREZZATURE<br />

a) Quando sono forniti dal Cliente, i modelli, e le attrezzature di fabbricazione (casse d’anima, sagome, dispositivi<br />

d’uso e di controllo, ecc.) devono obbligatoriamente evidenziare marchiature, riferimenti di<br />

montaggio e di impiego e devono essere gratuitamente forniti nel luogo precisato dalla Fonderia.<br />

Il Cliente assume la responsabilità della perfetta concordanza delle attrezzature con i disegni e il capitolato<br />

tecnico. Tuttavia, a richiesta del Cliente, la Fonderia verifica detta concordanza e si riserva il diritto<br />

di fatturare il costo di tali operazioni.<br />

Le spese per le eventuali modifiche, che la Fonderia giudica necessario apportare ai fini di una corretta<br />

esecuzione dei getti, sono a carico del Cliente, preventivamente informato per iscritto.<br />

In generale e salvo preventivo accordo scritto con il Cliente, la Fonderia non garantisce la durata di impiego<br />

delle attrezzature.<br />

Inoltre, nel caso in cui le attrezzature siano fornite dal Cliente con disegni e capitolato che non consentano<br />

la verifica completa della perfetta concordanza tra questi vari elementi, le forme, le dimensioni e<br />

gli spessori dei getti greggi saranno determinati da tali attrezzature. La responsabilità del risultato conseguente<br />

è, in tale ipotesi, a carico esclusivo del Cliente, preventivamente informato per iscritto dalla<br />

Fonderia.<br />

In ogni caso, se le attrezzature ricevute dalla Fonderia non sono conformi all’impiego che essa aveva<br />

il diritto di ragionevolmente ottenere, il prezzo dei getti inizialmente convenuto potrà essere oggetto<br />

di richiesta di revisione da parte della Fonderia e l’accordo tra le parti dovrà avvenire prima di<br />

iniziare l’esecuzione dei getti.<br />

b) Quando è incaricata dal Cliente di realizzare modelli o attrezzature, la Fonderia li esegue d’accordo<br />

con questi, secondo le esigenze della propria tecnica di fabbricazione.<br />

I costi della loro realizzazione, sostituzione, riparazione o ripristino a seguito di usura, sono a carico<br />

del Cliente e vengono pagati alla Fonderia indipendentemente dalla fornitura dei getti.<br />

La Fonderia non può essere tenuta responsabile delle spese di sostituzione delle attrezzature destinate<br />

a servire una sola volta, nel caso di scarto del getto imputabile ai normali rischi di fabbricazione.<br />

Salvo preventivo accordo con la Fonderia sulla maggiorazione del prezzo per coprire tale rischio,<br />

il Cliente è obbligato a fornire una nuova attrezzatura in sostituzione oppure a sostenere le spese di<br />

detta attrezzatura qualora questa sia eseguita dalla Fonderia.<br />

c) La proprietà delle attrezzature e dei relativi disegni appartiene alla Fonderia nel caso in cui si convenga<br />

che il Cliente sostiene solo una parte delle spese per la loro esecuzione. Tali spese sotto questa<br />

denominazione sono oggetto di distinta fatturazione.<br />

In caso contrario, le attrezzature appartengono al Cliente e restano in deposito presso la Fonderia<br />

dopo l’esecuzione dell’ordinazione. Esse sono conservate e restituite al Cliente, a sua richiesta o per<br />

iniziativa della Fonderia, nello stato di usura e di invecchiamento sussistenti al momento della restituzione.<br />

Tuttavia il Cliente può ritornarne in possesso solo dopo il pagamento di tutte le somme ancora<br />

dovute a qualunque titolo, e quindi anche per studi, brevetti, know-how della Fonderia visti al<br />

precedente art. 3b.<br />

Le attrezzature in deposito sono conservate gratuitamente per tre anni a decorrere dall’ultima consegna.<br />

Trascorso tale termine il Cliente può ritornarne in possesso fatto salvo il diritto di ritenzione visto<br />

al paragrafo precedente. Tuttavia, la Fonderia e il Cliente possono concordare una proroga del deposito<br />

e delle sue modalità. In mancanza di accordo, la Fonderia ha il diritto di procedere alla distruzione<br />

delle attrezzature, dopo che siano trascorsi tre mesi dalla messa in mora del Cliente rimasta senza<br />

effetto, di fatturare le spese di magazzinaggio o di restituire le attrezzature in porto pagato.<br />

46<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>


RUBRICA LEGALE<br />

d) La Fonderia si impegna a non utilizzare per conto di terzi le attrezzature che detiene, ne sia o no proprietaria,<br />

salva preventiva autorizzazione scritta del Cliente.<br />

e) Salvo diverso accordo, spetta al Cliente, che ha la completa responsabilità di custodire i modelli e le<br />

attrezzature depositati, provvedere ad assicurarli per il deterioramento o la distruzione in fonderia,<br />

con rinuncia a qualsiasi azione contro quest’ultima.<br />

ART. 5 - INSERTI<br />

Gli inserti forniti dal Cliente, destinati a essere incorporati nel getto prima o dopo la fusione, devono essere<br />

di qualità ineccepibile e il Cliente ne ha la piena ed esclusiva responsabilità.<br />

Essi devono essere consegnati alla sede della Fonderia gratuitamente in porto franco e in quantità sufficiente<br />

in relazione ai normali rischi di fabbricazione.<br />

ART. 6 - TERMINI DI CONSEGNA<br />

a) I termini di consegna decorrono dalla data di conferma dell’ordinazione da parte della Fonderia e comunque<br />

dalla data in cui tutti i documenti, materiali e dettagli di esecuzione sono stati forniti dal<br />

Cliente che ha l’obbligo di porre in essere tutte le altre condizioni preliminari.<br />

b) La natura del termine (termine di messa a disposizione, termine di presentazione per il controllo o il<br />

ricevimento, termine di consegna effettiva, ecc.) e il carattere tassativo dello stesso devono essere<br />

concordati e precisati nel contratto. In mancanza di queste precisazioni, il termine ha valore indicativo.<br />

c) In caso di consegna in ritardo rispetto al termine concordato di consegna rigorosa, ed in caso sia stato<br />

stipulato apposito accordo che preveda la corresponsione di somma a titolo di penale per ritardata consegna,<br />

questa non dovrà globalmente superare il 5% del valore contrattuale (tasse escluse) delle parti in<br />

ritardo.<br />

In ogni caso, nessuna penale sarà dovuta al cliente a meno che non venga dimostrato che il ritardo<br />

nella consegna sia da imputare a colpa della fonderia.<br />

Se tale prova verrà prodotta, le sanzioni, calcolate come sopra specificato, saranno dovute solo nella<br />

misura corrispondente al danno effettivo subito dal cliente, come concordato tra le parti. Se l’importo<br />

del danno effettivamente subito dal cliente sia superiore all’importo complessivo massimo come<br />

sopra definito, il cliente non potrà proporre alcun altro rimedio per il ritardo poiché l’importo come<br />

sopra calcolato è da ritenersi complessivo di ogni e qualsiasi altra pretesa.<br />

ART. 7 - CONSEGNA E TRASFERIMENTO DEI RISCHI<br />

a) La consegna dei getti si intende sempre effettuata presso la Fonderia, qualunque siano le clausole<br />

del contratto di fornitura in merito al pagamento delle spese di trasporto.<br />

La consegna avviene con la rimessa diretta della merce al Cliente o la consegna al vettore indicato<br />

nel contratto o, in mancanza, al vettore scelto dalla Fonderia.<br />

In caso di assenza di istruzioni sulla destinazione o di impossibilità di spedizione non dipendente dalla<br />

volontà della Fonderia, la consegna si considera avvenuta con un semplice avviso di messa a disposizione;<br />

in questo caso i getti sono depositati e fatturati, a spese, rischio e pericolo del Cliente. Salvo<br />

diverso accordo contenuto nel contratto, a discrezione della Fonderia, sono autorizzate spedizioni<br />

parziali.<br />

b) Il trasferimento dei rischi al Cliente avviene al momento della consegna così come sopra intesa, nonostante<br />

il diritto di riserva di proprietà.<br />

ART. 8 - PREZZI<br />

a) Salvo diverso accordo, i prezzi contrattuali delle forniture sono unitari, tasse escluse, per partenza<br />

dalla Fonderia; i getti sono consegnati nello stato indicato dal contratto o, in mancanza di indicazione,<br />

greggi di fonderia, sbavati e smaterozzati.<br />

b) Secondo accordo espresso, i prezzi possono essere:<br />

- soggetti a revisione, in aumento o in diminuzione, sulla base di formule che tengano conto in particolare,<br />

delle variazioni dei tassi di cambio, dei corsi dei materiali, del costo dell’energia, del costo<br />

del lavoro, dei costi di trasporto e/o di altri costi collegati all’ordinazione, intervenute tra la data del<br />

contratto e quella della consegna contrattuale, in mancanza di altre date precisate nel contratto;<br />

- mantenuti fermi per un termine convenuto.<br />

ART. 9 - PESI<br />

Nel caso particolare di getti venduti a peso, è solo il peso effettivo (rilevato all’uscita dalla Fonderia) che<br />

fa fede, in quanto i pesi riportati nell’offerta e nell’ordinazione hanno valore puramente indicativo.<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong> 47


RUBRICA LEGALE<br />

ART. 10 - QUANTITÀ<br />

Dal punto di vista quantitativo il numero di getti da fornire è quello indicato nel contratto e ciò in particolare<br />

per i getti formati a mano. Nel caso di produzione di serie è consentita una certa tolleranza sul<br />

numero di pezzi prodotti e consegnati, da convenirsi tra la Fonderia e il Cliente durante le trattative. In<br />

mancanza di accordo, la tolleranza generalmente ammessa è del ±5% del numero di getti indicato nel<br />

contratto.<br />

ART. 11 - CONDIZIONI DI PAGAMENTO<br />

a) I pagamenti vanno effettuati alla sede della Fonderia.<br />

I termini e le modalità di pagamento, come pure il pagamento di eventuali acconti, devono essere<br />

oggetto di un accordo contrattuale espresso. In assenza di accordo, i pagamenti al netto e senza<br />

sconto devono effettuarsi entro 30 giorni dalla data della fattura. Salvo diverso accordo, le spese delle<br />

attrezzature sono da pagarsi entro 30 giorni dalla presentazione dei prototipi o dei getti campione.<br />

b) La mancata restituzione delle tratte con l’accettazione e la domiciliazione bancaria entro sette giorni<br />

dal loro invio, il mancato rispetto della scadenza di qualsiasi termine di pagamento, il verificarsi di circostanze<br />

che possono far sorgere gravi dubbi sulla solvibilità del Cliente e, in particolare, la sussistenza<br />

di un protesto o di un diritto reale di garanzia a carico dell’azienda, comportano di pieno diritto<br />

e a scelta della Fonderia, senza necessità di messa in mora:<br />

- sia la decadenza dal termine e, di conseguenza, l’esigibilità immediata delle somme ancora dovute<br />

a qualsiasi titolo nonché la sospensione di ogni ulteriore consegna;<br />

- sia la risoluzione di tutti i contratti in corso con il diritto di trattenere, fino alla definizione dell’eventuale<br />

risarcimento, gli acconti ricevuti, le attrezzature, i getti prodotti e ancora presso la Fonderia.<br />

c) Sulle somme esigibili decorrono di diritto e senza necessità di messa in mora, gli interessi pari al tasso<br />

di rifinanziamento stabilito dalla Banca Centrale Europea per la più recente e principale operazione<br />

di rifinanziamento effettuata l’ultimo giorno prima del semestre in questione aumentato di 8 punti<br />

(3). Il tasso di riferimento è così determinato: per il primo semestre dell’anno cui si riferisce il ritardo,<br />

è quello in vigore il 1° gennaio di quell’anno; per il secondo semestre dell’anno cui si riferisce il<br />

ritardo, è quello in vigore il 1° luglio di quell’anno.<br />

d) Nel caso di subfornitura il Cliente della Fonderia subfornitrice si impegna, nel rispetto delle disposizioni<br />

legislative vigenti in materia, a richiedere al proprio Cliente di pagare direttamente le somme dovute<br />

alla Fonderia.<br />

ART. 12 - GETTI-CAMPIONE, CONTROLLO E ACCETTAZIONE DEI GETTI<br />

Per le ordinazioni di serie il Cliente deve richiedere la fabbricazione di getti - campione che gli sono sottoposti<br />

dalla Fonderia per accettazione secondo il suo giudizio dopo tutti i necessari controlli e prove.<br />

L’accettazione deve essere comunicata dal Cliente alla Fonderia per lettera o con altro mezzo di comunicazione<br />

idoneo a produrre un documento.<br />

In ogni caso ed anche in mancanza di accettazione, la natura e l’estensione dei controlli e delle prove<br />

necessarie, le regole e le classi di durezza, le tolleranze di qualsiasi natura devono essere precisate sui<br />

disegni e nel capitolato che il Cliente è obbligato ad allegare alla sua richiesta di offerta e devono essere<br />

confermate nel contratto stipulato tra la Fonderia ed il Cliente.<br />

Nel caso di produzione di getti compositi o assemblati per saldatura dalla Fonderia, le parti devono delimitare<br />

ciascun componente, l’ambito e la natura delle zone di saldatura.<br />

Poiché il fondamento e le modalità dei controlli non distruttivi possono essere definiti soltanto in funzione<br />

della concezione dei getti, il Cliente deve sempre precisare, nella sua richiesta di offerta e nella sua<br />

ordinazione, i controlli<br />

che egli ha deciso, le parti dei getti ad essi destinati, le classi di durezza da applicare e questo per determinare,<br />

in particolare, le condizioni per far valere la garanzia definita all’art. 14.<br />

In mancanza di un capitolato tecnico relativo ai controlli e alle prove da eseguire sui getti, la Fonderia si<br />

limita ad effettuare solo un controllo visivo e dimensionale.<br />

I controlli e le prove ritenuti necessari dal Cliente, la loro natura ed estensione sono effettuati a sua richiesta<br />

dalla Fonderia, da lui stesso o da un laboratorio o da altri enti terzi e devono essere indicati non<br />

oltre il momento della stipula del contratto. Nel caso in cui sia richiesto un collaudo per l’accettazione,<br />

l’estensione e le condizioni di tale collaudo devono essere precisate nel contratto.<br />

(3) Quando la legge francese è applicabile, sulle somme esigibili decorrono di diritto e senza necessità di messa in mora, gli interessi ad<br />

un tasso pari al maggiore dei due seguenti tassi: tre volte il tasso di interesse legale o il tasso di interesse di rifinanziamento stabilito<br />

dalla Banca Centrale Europea per la più recente o principale operazione di rifinanziamento maggiorato di 10 punti percentuali. Al creditore<br />

spetta, senza che sia necessaria la costituzione in mora, un importo forfettario di 40 euro a titolo di risarcimento del danno. E’ fatta<br />

salva la prova del maggior danno, che puo’ comprendere i costi di assistenza per il recupero del credito (Dir. 2011/7/UE).<br />

48<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>


RUBRICA LEGALE<br />

Il prezzo dei controlli e delle prove è generalmente distinto da quello dei getti, ma può esservi incluso<br />

se la Fonderia e il Cliente sono d’accordo.<br />

Tale prezzo tiene conto dei lavori specifici necessari per ottenere le condizioni indispensabili per la<br />

buona esecuzione dei controlli, soprattutto nel caso di controlli non distruttivi.<br />

Salvo diverso accordo stabilito nel contratto, il collaudo di accettazione avviene presso la Fonderia,<br />

a spese del Cliente, al più tardi nella settimana successiva all’invio dell’avviso di messa a disposizione<br />

per la consegna, spedita dalla Fonderia al Cliente o all’ente incaricato del collaudo. Nel caso di<br />

inadempienza del Cliente o dell’ente di controllo, i getti sono depositati dalla Fonderia a spese e rischio<br />

del Cliente. Dopo la seconda comunicazione della messa a disposizione da parte della Fonderia<br />

rimasta senza effetto nei 15 giorni seguenti al suo invio, il materiale è ritenuto collaudato e la Fonderia<br />

ha il diritto di procedere alla sua spedizione e fatturazione.<br />

In ogni caso, i controlli e i collaudi sono effettuati nel quadro di norme adeguate, secondo le condizioni<br />

definite dai disegni e dal capitolato tecnico, decise dal Cliente e accettate dalla Fonderia.<br />

ART. 13 - ASSICURAZIONE QUALITÀ<br />

Qualora la produzione sia realizzata nel quadro di un sistema di Assicurazione Qualità, questa condizione<br />

deve essere resa nota dal Cliente nella richiesta di offerta e nell’ordinazione e la Fonderia, a sua<br />

volta, deve confermarla nella propria offerta ed accettazione dell’ordinazione, fatte salve le disposizioni<br />

degli articoli precedenti.<br />

ART. 14 - GARANZIA E RESPONSABILITA’<br />

a) La fonderia è vincolata solo secondo i termini del contratto. Di conseguenza, fatti salvi diversi accordi<br />

scritti tra le parti, la fonderia è tenuta soltanto a fornire al cliente i getti conformi ai disegni ed<br />

alle specifiche del capitolato tecnico contrattuale, come sopra definito, ovvero approvati dal cliente<br />

mediante l’accettazione dei getti-campione o prototipi.<br />

b) Garanzia<br />

i. I getti devono essere verificati dal cliente alla consegna.<br />

Qualsiasi reclamo, riserva o contestazione relativo a parti mancanti e/o vizi palesi deve essere<br />

avanzato al momento della scoperta ed, in ogni caso, entro 15 giorni dalla data della relativa<br />

consegna. Decorso tale periodo, il cliente decade dal diritto di garanzia e non saranno più ammissibili<br />

reclami o domande, anche se proposte in via riconvenzionale.<br />

Reclami, riserve o contestazioni relativi a qualsiasi altro vizio dovranno essere avanzati entro un<br />

mese, per le produzioni di serie, ed entro sei mesi, negli altri casi; entrambi i termini decorrono<br />

dalla data della relativa consegna. Decorso tale termine, il cliente decade definitivamente dal diritto<br />

di garanzia e non saranno più ammissibili reclami o domande, anche se proposte in via riconvenzionale.<br />

Il cliente deve fornire le prove che attestino la sussistenza effettiva dei vizi, fermo il diritto della<br />

Fonderia di procedere, direttamente o indirettamente, con eventuali accertamenti e verifiche in<br />

loco. Qualora il getto in esame risultasse effettivamente esente da vizi ovvero il cliente non fosse<br />

in grado di fornire la prova della responsabilità della Fonderia per la non conformità, alla Fonderia<br />

sarà riconosciuto di diritto un indennizzo a copertura di tutti i costi sostenuti, compresi<br />

quelli del personale.<br />

ii. Fatti salvi i casi di colpa grave e dolo, la garanzia prestata dalla Fonderia comporta esclusivamente<br />

che:<br />

- essa effettui o, a propria scelta, faccia effettuare da terzi la riparazione dei getti per rimediare<br />

ad ogni vizio coperto da garanzia ai sensi di quanto previsto nella presente sezione;<br />

- oppure, se del caso, qualora la Fonderia lo ritenga preferibile ovvero nessun’altra soluzione sia<br />

praticabile, essa sostituisca i getti.<br />

Solamente nel caso in cui la Fonderia ritenga di non essere in grado direttamente o avvalendosi<br />

dell’intervento di terzi di far riparare il vizio o di procedere alla sostituzione dei getti, la<br />

stessa rimborserà al cliente il valore dei getti non conformi nei limiti specificati al successivo<br />

punto iii).<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong> 49


RUBRICA LEGALE<br />

Pertanto, la garanzia della Fonderia non si estende in nessun caso alla copertura delle:<br />

- spese relative a lavori eseguiti sui getti non conformi e, se del caso, su quelli dati in sostituzione,<br />

quali, a titolo esemplificativo, trattamenti, lavorazioni a macchina, controlli e prove…<br />

- altri costi di ogni specie e, in particolare, costi di montaggio, smontaggio e ritiro dalla circolazione<br />

dei getti non conformi.<br />

iii. Ogni iniziativa intrapresa dal Cliente per riparare il vizio di un getto senza il preventivo accordo con<br />

la Fonderia sulla tipologia di iniziativa e sul suo costo comporterà la decadenza dalla garanzia<br />

stessa e non saranno più ammissibili reclami o domande comprese quelle proposte in via riconvenzionale.<br />

I getti sostituiti dalla Fonderia saranno oggetto di una nota di credito mentre i i getti sostitutivi saranno<br />

fatturati al medesimo prezzo di quelli sostituiti. La riparazione o sostituzione dei getti non<br />

modificano il regime della garanzia.<br />

La Fonderia non si farà carico di alcun costo per il trasporto dei getti a meno che abbia preventivamente<br />

dato il proprio consenso scritto al trasporto stesso ed ai relativi costi.<br />

c) Responsabilità<br />

i. La fonderia in nessun caso può essere ritenuta responsabile delle conseguenze riconducibili a atti<br />

e/o omissioni del cliente o di terzi.<br />

Chiunque intenda fondatamente evocare la responsabilità della Fonderia deve fornire la prova<br />

- che la fonderia ha violato una o più delle obbligazioni a suo carico;<br />

- del danno certo previsto o tipicamente prevedibile al momento della conclusione del contratto,<br />

- del nesso diretto di causalità tra la violazione ed il danno.<br />

ii. La responsabilità della fonderia non si estende in ogni caso:<br />

- ai danni a cose e persone e, in genere, ai danni causati da un getto difettoso nel corso del suo impiego<br />

quando il difetto è attribuibile alla progettazione del getto o dell’insieme nel quale lo stesso<br />

è incorporato, alle istruzioni di qualunque genere date dal cliente alla fonderia o ai trattamenti o<br />

modificazioni effettuati sul getto dopo la consegna;<br />

- ai danni a cose e persone e, in genere, a tutti i danni causati da un getto difettoso nel corso del<br />

suo impiego, se il cliente lo ha utilizzato senza avere effettuato, o fatto effettuare, tutti i controlli e<br />

le prove che sarebbero stati necessari in ragione della progettazione, della utilizzazione e del risultato<br />

industriale perseguito;<br />

- ai danni indiretti quali, a titolo esemplificativo, perdite di business, di profitti, di opportunità, commerciali,<br />

mancato guadagno, ecc.<br />

iii. In caso di responsabilità della fonderia, il risarcimento massimo, a qualsiasi titolo, che la fonderia può<br />

essere tenuta a corrispondere è tuttavia limitato, salvo i casi di colpa grave e dolo, al prezzo effettivamente<br />

pagato dal cliente alla Fonderia per il getto in questione.<br />

d) Rinuncia<br />

Il cliente rinuncia, e garantisce la stessa rinuncia da parte dei propri assicuratori e di eventuali terzi legati<br />

da un rapporto contrattuale con il cliente stesso, a pretese di qualsiasi genere contro la fonderia<br />

e/o i suoi assicuratori ulteriori rispetto ai limiti di garanzia e responsabilità stabiliti in queste condizioni<br />

generali di contratto.<br />

ART. 15 - FORZA MAGGIORE<br />

La fonderia è svincolata dalle conseguenze della mancata esecuzione di uno o più dei suoi impegni a<br />

condizione che tale inadempimento sia dovuto ad un evento che vada al di là del suo controllo che non<br />

poteva ragionevolmente prevedere al momento della conclusione del contratto o che si sarebbe potuto<br />

evitare o superare. In particolare sono considerati impedimenti i seguenti eventi: totale o parziale,<br />

sciopero, blocco, interruzioni o disturbi di servizi di trasporto, incendio, tempesta, altre calamità naturali,<br />

la demolizione dei materiali, delle difficoltà di approvvigionamento, ecc.<br />

50<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>


RUBRICA LEGALE<br />

ART. 16 - DIRITTO DI RISERVA DI PROPRIETÀ<br />

Le forniture dei getti sono effettuate con riserva di proprietà, secondo la legislazione dello Stato in cui<br />

si trova la merce al momento del reclamo.<br />

La presente clausola significa che il trasferimento di proprietà della merce consegnata avviene soltanto<br />

dopo l’integrale pagamento del prezzo.<br />

ART. 17 – CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA<br />

Nel caso di sopravvenienza di eventi e/o più genericamente di evoluzione di circostanze indipendenti<br />

ed esterne alla volontà delle parti e che compromettono l’economia del contratto in modo tale che l’esecuzione<br />

delle proprie obbligazioni divenga eccessivamente onerosa per una delle parti, queste negozieranno<br />

modifiche al contratto in modo da tener conto di tali eventi e/o di tale evoluzione.<br />

In mancanza di accordo su tali modifiche nel termine di 45 giorni dal ricevimento della comunicazione,<br />

da effettuarsi a mezzo di lettera raccomandata con ricevuta di ritorno, con cui una delle parti dichiara<br />

di volersi avvalere della disposizione del presente articolo, questa potrà risolvere di diritto il contratto<br />

decorso il preavviso di quindici giorni dalla comunicazione a mezzo di lettera raccomandata e ricevuta<br />

di ritorno.<br />

Non compromettono l’economica del contratto e quindi non permettono di applicare il presente articolo<br />

né le offerte più vantaggiose (in particolare a prezzi più bassi o termini inferiori inferiori, ecc.) né l’evoluzione<br />

di qualunque natura (per esempio, diminuzione dei volumi acquistati, rotture, ecc) e qualunque<br />

ne sia la causa ed il fondamento dei rapporti tra il cliente della fonderia ed i suoi propri clienti.<br />

ART. 18 - GIURISDIZIONE<br />

Le presenti condizioni generali di contratto e i contratti che vi fanno riferimento sono regolati dall’ordinamento<br />

dello Stato della Fonderia.<br />

Le parti dichiarano espressamente di non voler applicare la convenzione delle Nazioni Unite sulla vendita<br />

internazionale di merci sottoscritta a Vienna l’11 aprile 1980.<br />

Le parti si impegnano a compiere ogni sforzo per regolare in via amichevole qualsiasi controversia relativa<br />

alla loro interpretazione ed esecuzione.<br />

Nel caso in cui l’accordo non venga raggiunto, il tentativo di composizione amichevole è da considerarsi<br />

fallito qualora le parti non stipulino un accordo scritto entro 60 giorni dalla comunicazione del sorgere<br />

della controversia inviata dalla parte più diligente a mezzo di lettera raccomandata con ricevuta di<br />

ritorno; e, in mancanza di diverso accordo, è competente a risolvere le controversie unicamente il tribunale<br />

del luogo ove ha sede la fonderia, qualunque siano le condizioni contrattuali ed il sistema di pagamento<br />

concordato, anche in caso di chiamata in garanzia e di pluralità i convenuti.<br />

Data_______________________________________ li ______________________________________________<br />

Timbro e firma del Committente ______________________________________________________________<br />

Letto e confermato con approvazione di ogni clausola e più specificatamente quelle di cui agli artt. 3<br />

(Proprietà intellettuale e riservatezza), 4 (Modelli e attrezzature), 6 (Termini di consegna), 7 (Consegna e<br />

trasferimento dei rischi), 10 (Quantità), 11 (Condizioni di pagamento), 12 (Getti - campione, controllo e<br />

accettazione dei getti), 14 (Responsabilità civile e garanzia), 15 (Forza maggiore), 17 (Clausola di salvaguardia),<br />

18 (Giurisdizione), ai sensi dell’art. 1341 del Codice Civile.<br />

Data_______________________________________ li ______________________________________________<br />

Timbro e firma del Committente ______________________________________________________________<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong> 51


L’impiego del nuovo sistema Cold-Box vi aiuterà ad<br />

aumentare l’efficienza produttiva della vostra azienda<br />

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TECNICO<br />

TECNICO<br />

P. Matteis – G. Scavino<br />

A. Castello – D. Firrao<br />

TECNICO<br />

TECNICO<br />

Comportamento a fatica<br />

ad alta temperatura<br />

di una ghisa sferoidale Si-Mo<br />

M. Favini<br />

Le ghise sferoidali legate con silicio e molibdeno sono usate per<br />

fabbricare i collettori dei gas di scarico dei motori a combustione<br />

interna impiegati su automobili prodotte in grande serie. In questi<br />

componenti, la massima temperatura puntuale, quando il motore<br />

lavora a pieno carico, può essere superiore a 750 °C, ed i principali<br />

meccanismi di danneggiamento in servizio sono l’ossidazione ad alta<br />

temperatura e la fatica termo-meccanica. In questo lavoro si esamina<br />

il comportamento meccanico di una ghisa Si-Mo in funzione<br />

della temperatura, sia mediante prove di durata a fatica a termine<br />

di 10 milioni di cicli, sia anche mediante prove di trazione e di compressione,<br />

seguite da osservazioni frattografiche. I risultati delle<br />

prove meccaniche sono correlati con le microstrutture e con il<br />

precedente trattamento termico.<br />

Introduzione<br />

Le ghise sferoidali legate con<br />

silicio e molibdeno, contenenti<br />

4 - 6% Si e 0,5 - 2% Mo, sono<br />

usate per applicazioni ad alta<br />

temperatura. L’elevato tenore<br />

di Si incrementa la resistenza<br />

a corrosione ad alta temperatura,<br />

formando uno strato superficiale<br />

ossidato ricco in Si,<br />

e stabilizza la matrice ferritica,<br />

principalmente aumentando la<br />

temperatura di trasformazione<br />

A 1<br />

. Inoltre, il Mo aumenta la<br />

resistenza meccanica ad alta<br />

temperatura e migliora la resistenza<br />

allo scorrimento plastico<br />

ad alta temperatura, grazie<br />

alla formazione di carburi ricchi<br />

in Mo nella matrice ferritica<br />

|1-4|.<br />

Queste ghise sono spesso<br />

usate per fabbricare i collettori<br />

di scarico dei motori a combustione<br />

interna montati su<br />

automobili prodotte in grande<br />

serie |5|. In questa applicazione,<br />

quando il motore è usato<br />

alla massima potenza, la massima<br />

temperatura puntuale può<br />

essere maggiore di 750 °C, ed<br />

i principali meccanismi di danneggiamento<br />

sono l’ossidazione<br />

ad alta temperatura e la fatica<br />

termomeccanica, quest’ultima<br />

causata dai transitori di<br />

accensione e spegnimento ed<br />

in generale dalla variazione nel<br />

tempo della potenza erogata<br />

dal motore. I collettori di scarico<br />

possono essere soggetti<br />

in opera a deformazione plastica<br />

su piccola scala; per<br />

esempio quando il motore<br />

eroga la massima potenza si<br />

può verificare nel collettore,<br />

in determinati punti, una<br />

deformazione plastica equivalente<br />

del 0,4%; pertanto la fatica<br />

termomeccanica si verifica<br />

in regime elasto-plastico.<br />

In questo lavoro, il comportamento<br />

meccanico di una ghisa<br />

Si-Mo è esaminato in funzione<br />

della temperatura, mediante<br />

prove di trazione e di compressione<br />

e prove di durata a<br />

fatica ad alta frequenza, ed è<br />

correlato con la microstruttura<br />

e con il precedente trattamento<br />

termico del materiale.<br />

Prove sperimentali<br />

La ghisa Si-Mo in esame è stata<br />

modificata (sferoidizzata) con<br />

filo di lega di Mg ed inoculata<br />

con polveri Fe-Si, poi i campioni<br />

sono stati colati separatamente<br />

in stampi di sabbia, nella<br />

forma di barre con dimensioni<br />

trasversali comprese nell’intervallo<br />

da 25 a 50 mm. La composizione<br />

chimica media delle barre<br />

ottenute è: C 3,3, Si 4,0, Mo<br />

1,4, Ni 0,49, Cr 0,15, Mg 0,03, P<br />

0,05 e S 0,003 (percentuali in<br />

massa). Successivamente, le<br />

barre sono state “ferritizzate”,<br />

cioè ricotte ad 800 °C per 3,5<br />

h e raffreddate con velocità 0,6<br />

56<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>


TECNICO<br />

°C/min da 800 a 650 °C e 3<br />

°C/min da 650 a 300 °C. Infine,<br />

i campioni per le prove<br />

meccaniche sono stati ricavati<br />

dalle barre ferritizzate mediante<br />

lavorazioni per asportazione<br />

di truciolo.<br />

Le prove di trazione sono state<br />

svolte usando campioni cilindrici<br />

di diametro 8 mm e<br />

lunghezza utile (calibrata) 56<br />

mm; le prove di compressione<br />

sono state condotte fino alla<br />

deformazione massima<br />

dell’1,5%; entrambi i tipi di<br />

prove sono stati eseguiti in<br />

controllo di spostamento ed a<br />

diverse temperature.<br />

Le prove di durata a fatica sono<br />

state eseguite con rapporto<br />

di carico R = -1, a temperatura<br />

ambiente (22 °C), con<br />

frequenza di circa 80 Hz, ed<br />

alle temperature 400 e 700<br />

°C, con frequenza di circa 150<br />

Hz, usando campioni a clessidra<br />

con diametro minimo 9<br />

mm e raggio di raccordo 75<br />

mm (con fattore di concentrazione<br />

degli sforzi k tn<br />

=<br />

1,05). Infine, la resistenza a fatica<br />

a 10 milioni di cicli è stata<br />

calcolata con il metodo staircase.<br />

La tensione o resistenza<br />

a fatica è qui riportata in termini<br />

di massima tensione nominale.<br />

a) b)<br />

c) d)<br />

Fig. 1 - Microstruttura della ghisa Si-Mo dopo la ricottura di ferritizzazione ad 800 °C (a, b,<br />

c) e dopo una prova a 700 °C di durata circa 20 h (d). Attacco con Nital. Microscopia elettronica<br />

mediante elettroni retrodiffusi (a) ed elettroni secondari (b, c, d).<br />

Nelle prove di compressione,<br />

la velocità di deformazione è<br />

stata compresa tra -5,2⋅10 -5 e<br />

-3.1⋅10 -5 s -1 . Nelle prove di<br />

trazione, la velocità di deformazione<br />

era circa 1,3⋅10 -4 s -1<br />

all’inizio di ciascuna prova, veniva<br />

bruscamente aumentata<br />

a circa 5,9⋅10 -4 s -1 dopo il punto<br />

di snervamento, e poi decresceva<br />

leggermente per effetto<br />

dell’allungamento progressivo<br />

del campione. Il cambiamento<br />

della velocità di<br />

deformazione dopo lo snervamento<br />

è stato imposto per<br />

valutare la sensibilità alla velocità<br />

di deformazione nell’intervallo<br />

di deformazione plastica<br />

vera compreso tra 0,05%<br />

e 0,5 %. Infine, la velocità di<br />

deformazione stimata nel corso<br />

delle prove di fatica è compresa<br />

tra ±0,5 e ±0,8 s -1 nelle<br />

prove condotte a temperatura<br />

ambiente, e tra ±1,5 e ±2,3<br />

s -1 nelle prove condotte ad alta<br />

temperatura.<br />

Risultati<br />

Dopo la colata, la microstruttura<br />

è costituita da grafite, carburi<br />

eutettici ricchi di Mo (formati<br />

durante la solidificazione),<br />

ferrite e perlite lamellare, con<br />

rare porosità. La dimensione<br />

media degli sferoidi di grafite è<br />

di circa 17 µm, la frazione volumica<br />

di grafite è circa il 10%, e<br />

la frazione di grafite sferoidale<br />

è circa il 70%. Le particelle di<br />

grafite sono circondate da una<br />

camicia di ferrite ed i carburi<br />

eutettici sono distribuiti sui<br />

bordi delle celle di solidificazione<br />

(lontano dalla grafite) e circondati<br />

da perlite lamellare.<br />

Dopo la ricottura di ferritizzazione<br />

(cioè prima delle prove<br />

meccaniche), la grafite ed i carburi<br />

eutettici (primari) non risultano<br />

sensibilmente modificati<br />

(Fig. 1a), mentre la perlite lamellare<br />

è trasformata o in ferrite<br />

(con parziale migrazione<br />

del carbonio), o in perlite globulare;<br />

la ferrite inoltre presenta<br />

piccoli carburi secondari, di<br />

dimensione approssimativa<br />

0,25 µm in posizioni sia intergranulari<br />

che intragranulari<br />

(Fig. 1b,c). Tali carburi secondari<br />

sono ricchi in Mo.<br />

Infine, durante le prove svolte<br />

ad alta temperatura per tempi<br />

prolungati si verifica un’evoluzione<br />

microstrutturale lieve ma<br />

sensibile; per esempio, dopo<br />

circa 20 h a 700 °C la grafite ed<br />

i carburi eutettici sono invariati,<br />

ma i carburi secondari nella<br />

matrice ferritica aumentano sia<br />

in numero che in dimensione e<br />

sono ulteriormente arricchiti<br />

di Mo, mentre le aree che precedentemente<br />

erano perlitiche<br />

diventano quasi indistinguibili<br />

da quelle precedentemente ferritiche,<br />

mostrando soltanto più<br />

una lieve differenza nella forma<br />

e dimensione dei carburi secondari<br />

(Fig. 1d).<br />

Le proprietà tensili e di compressione<br />

del materiale in esame<br />

(allo stato ferritizzato) sono<br />

mostrate in Fig. 2 e 3, in funzione<br />

della temperatura. La differenza<br />

tra la tensione di snervamento<br />

e quella di rottura, nonché<br />

anche l’allungamento<br />

uniforme, in generale diminuiscono<br />

all’aumentare della tem-<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong> 57


TECNICO<br />

peratura di prova; in particolare,<br />

a temperatura pari o superiore<br />

a 500 °C la differenza tra<br />

la tensione di snervamento e<br />

quella di rottura è molto piccola;<br />

questa differenza potrebbe<br />

esser dovuta in larga parte al<br />

sopracitato cambiamento di<br />

velocità di prova (che è stato<br />

eseguito tra il punto di snervamento<br />

e la rottura).<br />

Fig. 2 - Proprietà a trazione ed a compressione della ghisa Si-Mo, in funzione della temperatura<br />

di prova: modulo elastico (E) e tensioni di snervamento (R p02<br />

) e di rottura (R m<br />

).<br />

Fig. 3 - Proprietà a trazione della ghisa Si-Mo in funzione della temperatura di prova: allungamento<br />

a frattura, riduzione di area, allungamento uniforme ed esponenti di incrudimento<br />

n e di sensibilità alla velocità di deformazione m, essendo σ = Κε n ε ⋅m , in cui σ è la tensione<br />

vera, Κ è una costante ed ε è la deformazione plastica vera, compresa tra 0,05% e 0,5%.<br />

A temperatura ambiente l’esponente<br />

di sensibilità alla velocità<br />

di deformazione è positivo<br />

ma molto piccolo (0,003);<br />

il medesimo esponente è negativo<br />

a 250 °C (-0,009), ed<br />

infine ritorna positivo ed aumenta<br />

in modo marcato con<br />

l’ulteriore aumento di temperatura,<br />

raggiungendo il valore<br />

di 0,1 a 750 °C.<br />

I campioni di trazione presentano<br />

una lieve strizione solo a<br />

temperature uguali a o maggiori<br />

di 550 °C. Le superfici di<br />

frattura a trazione sono macroscopicamente<br />

perpendicolari<br />

all’asse di trazione a tutte<br />

le temperature esaminate,<br />

mentre la loro rugosità aumenta<br />

all’aumentare della<br />

temperatura.<br />

A temperatura ambiente la<br />

superficie di frattura a trazione<br />

si forma per clivaggio della<br />

matrice ferritica e per distacco<br />

o rottura delle particelle di<br />

grafite dalla matrice stessa<br />

(Fig. 4a), ed il percorso di frattura<br />

è quasi piano. Aumentando<br />

la temperatura, il distacco<br />

a)<br />

Fig. 4 - Superfici di frattura a trazione a temperatura ambiente (a) ed a 750 °C (b).<br />

b)<br />

58<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>


TECNICO<br />

Fig. 5 - Prove di durata a fatica alle temperature di 22, 400 e 700 °C, con rapporto di carico<br />

-1, e resistenza a fatica a 10 milioni di cicli (σ D<br />

) a ciascuna temperatura. I campioni non rotti<br />

sono rappresentati con simboli vuoti.<br />

La rottura di fatica è sempre<br />

nucleata da una porosità di ritiro,<br />

dovuta al processo di colata,<br />

adiacente o almeno vicina<br />

alla superficie esterna del<br />

campione, e la superficie di<br />

frattura è sempre perpendicolare<br />

all’asse di trazione e<br />

prossima alla sezione minima<br />

del provino a clessidra. La crescita<br />

di cricca a fatica si verifica<br />

principalmente attraverso<br />

la matrice ferritica, nella quale<br />

si formano striature di fatica<br />

(Fig. 6), mentre le particelle di<br />

grafite, che si trovano sul percorso<br />

di frattura, sono distaccate<br />

dalla matrice. La rottura<br />

finale per sovraccarico si verifica<br />

con i medesimi meccanismi<br />

osservati nelle prove di<br />

trazione, in funzione della<br />

temperatura.<br />

delle particelle di grafite diventa<br />

più frequente e la loro<br />

rottura meno frequente; inoltre<br />

la superficie di frattura<br />

della matrice presenta una<br />

frazione crescente di frattura<br />

duttile, ed infine diventa completamente<br />

duttile a temperatura<br />

di 550 °C e superiore. La<br />

frattura duttile si verifica per<br />

coalescenza di microvuoti,<br />

mostrando sia microvuoti<br />

grandi originati dalle particelle<br />

di grafite che microvuoti<br />

piccoli originati da altre particelle<br />

di seconda fase della matrice.<br />

Aumentando ulteriormente la<br />

temperatura, la crescita dei<br />

microvuoti di dimensioni<br />

maggiori è progressivamente<br />

più marcata ed il percorso di<br />

frattura include un numero<br />

crescente di particelle di grafite<br />

distaccate (Fig. 4b).<br />

La resistenza a fatica a 10 milioni<br />

di cicli è di 256 ± 12 MPa<br />

a temperatura ambiente, è<br />

quasi invariata aumentando la<br />

temperatura fino a 400 °C<br />

(247 ± 8 MPa), e poi diminuisce<br />

in modo marcato, essendo<br />

140 ± 8 MPa a 700 °C (Fig. 5).<br />

Discussione<br />

e conclusioni<br />

La microstruttura della ghisa<br />

Si-Mo esaminata è costituita,<br />

dopo la colata, da grafite sferoidale,<br />

carburi eutettici (primari)<br />

ricchi di Mo, ferrite e perlite, ed<br />

è coerente con precedenti esami<br />

metallografici di ghise Si-Mo<br />

|4, 5|. La ricottura di ferritizzazione<br />

trasforma la perlite lamellare<br />

in perlite globulare e<br />

causa la precipitazione di carburi<br />

secondari, sia intergranulari<br />

che intragranulari.<br />

a)<br />

b)<br />

Fig. 6 - Superficie di crescita di cricca a fatica dei campioni provati come segue, con rapporto di carico -1: (a) temperatura ambiente, tensione<br />

massima 260 MPa, rottura dopo 588.000 cicli; (b) 700 °C, 140 MPa, 9.190.000 cicli.<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong> 59


TECNICO<br />

I risultati delle prove di trazione<br />

ad alta temperatura sono coerenti<br />

con i valori di tensione di<br />

rottura già precedentemente<br />

noti |1|, e dimostrano che, aumentando<br />

la temperatura, specialmente<br />

al di sopra di 500 °C,<br />

il materiale presenta una marcata<br />

diminuzione dell’allungamento<br />

uniforme (ridotto ad 1% al di<br />

sopra dei 600 °C, partendo da<br />

8% a temperatura ambiente) ed<br />

un considerevole aumento<br />

dell’esponente di sensibilità alla<br />

velocità di deformazione (fino a<br />

0,1, partendo da circa zero a<br />

temperatura ambiente).<br />

La resistenza a fatica a 10 milioni<br />

di cicli (ad alta frequenza) è<br />

quasi costante tra temperatura<br />

ambiente e 400 °C, e poi diminuisce<br />

all’aumentare della temperatura,<br />

ma molto meno di<br />

quanto diminuiscono le tensioni<br />

di snervamento e di rottura.<br />

In particolare, il rapporto tra la<br />

resistenza a fatica (ad alta frequenza)<br />

e la tensione di rottura<br />

(quasi statica) è 0,4 a temperatura<br />

ambiente, aumenta a 0,55<br />

a 400 °C, ed infine diventa 1,4 a<br />

700 °C. Quest’ultimo valore è<br />

ammissibile perché nelle prove<br />

di fatica la velocità di deformazione<br />

è circa 4 ordini di grandezza<br />

più elevata, rispetto alle<br />

prove di trazione.<br />

Si ipotizza che questo comportamento<br />

peculiare ad alta temperatura<br />

sia correlato al grande<br />

aumento, già sopra notato,<br />

della sensibilità alla velocità di<br />

deformazione, che si osserva<br />

nel medesimo intervallo di<br />

temperatura.<br />

Quest’ultima ipotesi si può sviluppare<br />

come segue. Le tensioni<br />

di snervamento e di rottura<br />

effettive ad una data velocità di<br />

deformazione si possono calcolare<br />

considerando: 1) le tensioni<br />

di snervamento e di rottura<br />

quasi statiche misurate; 2)<br />

l’esponente di sensibilità alla<br />

velocità di deformazione misurato;<br />

3) il rapporto tra la velocità<br />

di deformazione in esame e<br />

la velocità di deformazione applicata<br />

nel corso delle prove di<br />

trazione.<br />

Usando quest’ultimo metodo,<br />

nel caso delle prove svolte a<br />

700 °C, le tensioni di snervamento<br />

e di rottura effettive,<br />

corrispondenti alla velocità di<br />

deformazione usata nelle prove<br />

di fatica, risultano pari a circa<br />

210 e 230 MPa, rispettivamente,<br />

dunque esse sono ragionevolmente<br />

maggiori della resistenza<br />

a fatica misurata alla medesima<br />

temperatura (144 MPa),<br />

ed in particolare i rapporti tra<br />

la resistenza a fatica e la tensione<br />

di snervamento o di rottura,<br />

calcolati a parità di velocità di<br />

deformazione, risultano anch’essi<br />

ragionevoli (0,60 o<br />

0,65).<br />

Dunque i risultati qui esposti<br />

sono coerenti con l’ipotesi che<br />

le prove di fatica ad alta temperatura<br />

siano molto influenzate<br />

dalla velocità di deformazione<br />

e, in ultima analisi, dalla frequenza<br />

di lavoro della macchina<br />

di prova. Si deve comunque notare<br />

che questi ultimi calcoli<br />

sono estrapolazioni affette da<br />

una elevata incertezza, e pertanto<br />

dovrebbero esser verificati<br />

con nuovi esperimenti a diverse<br />

velocità di deformazione.<br />

Infine, l’analisi frattografica ha<br />

permesso di riconoscere le<br />

striature di fatica a tutte le<br />

temperature esaminate, ed ha<br />

dimostrato che la rottura per<br />

sovraccarico si verifica per clivaggio<br />

a temperatura ambiente,<br />

ed invece in modo duttile ad<br />

alta temperatura.<br />

Ringraziamenti<br />

Gli autori desiderano ringraziare:<br />

la fonderia FOM Tacconi<br />

(Perugia); S. Plano, afferente al<br />

Centro Ricerche FIAT (Torino);<br />

C. Mariotti, già afferente al Politecnico<br />

di Torino (Torino).<br />

Tratto da “La metallurgia Italiana”<br />

N. 5 <strong>2015</strong><br />

P. Matteis, G. Scavino, D. Firrao -<br />

Politecnico di Torino, DISAT, Torino.<br />

A. Castello - Magneti Marelli<br />

Shock Absorbers, Corbetta - Milano.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

|1| L. Jenkins, G. Ruff, F. Dube (eds.), 1990. Ductile<br />

iron data for design engineers. Rio Tinto Iron &<br />

Titanium Inc., Montreal, Canada.<br />

|2| D. Li, R. Perrin, G. Burger, D. McFarlan, B. Black,<br />

R. Logan, R. Williams, 2004. Solidification behavior,<br />

microstructure, mechanical properties, hot<br />

oxidation and thermal fatigue resistance of high<br />

silicon SiMo nodular cast irons. SAE Technical<br />

Paper 2004-01-0792.<br />

|3| F. Tholence, M. Norell, 2008. High temperature<br />

corrosion of cast alloys in exhaust environments<br />

I - Ductile cast irons. Oxidation of Metals<br />

69, 13-36.<br />

|4| Yoon-Jun Kim, Ho Jang, Yong-Jun Oh, 2009.<br />

High-temperature low-cycle fatigue property<br />

of heat-resistant ductile-cast irons. Metallurgical<br />

and Materials Transactions A 40, 2087-2097.<br />

|5| H.K. Zeytin, C. Kubilay, H. Aydin, A.A. Ebrinc, B.<br />

Aydemir, 2009. Effect of microstructure on exhaust<br />

manifold cracks produced from SiMo<br />

ductile iron. Journal of Iron and Steel Research<br />

International 16, 32-36.<br />

60<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>


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TECNICO<br />

TECNICO<br />

Processo di formazione di un blister<br />

in una lega di alluminio<br />

M. Favini<br />

Il processo di formazione di un blister in una lega di alluminio da<br />

fusione è stato osservato impiegando una metodologia combinata,<br />

che comprende un’osservazione 3D in situ tramite una microtomografia<br />

a raggi X, e una simulazione per immagini. È stato osservato,<br />

tramite un approccio inverso basato sulla simulazione, che<br />

azoto e anidride carbonica riempiono il nucleo del blister. Si verifica<br />

una crescita spontanea del nucleo del blister attraverso una<br />

deformazione da scorrimento dell’alluminio circostante, dovuta<br />

all’elevata pressione gassosa all’interno del nucleo del blister. Questa<br />

pressione gassosa interna provoca anche la precipitazione di<br />

idrogeno sotto forma di micro pori, che crescono rapidamente in<br />

una forma a guscio intorno al nucleo del blister. La crescita selettiva<br />

dei micro pori è attribuibile all’aumento dello stress idrostatico<br />

in direzioni parallele alla superficie del getto, che favorisce così lo<br />

sviluppo del blister (anch’esso parallelamente alla superficie), attraverso<br />

l’assorbimento da parte del nucleo dei pori circostanti.<br />

intensificazione della pressione,<br />

che tipicamente varia dai 70 ai<br />

100 MPa. Si può ragionevolmente<br />

supporre che anche il<br />

gas intrappolato nel getto sia a<br />

sua volta soggetto ad una pressione<br />

altissima. Questo, tuttavia,<br />

è in contrasto col fatto che<br />

il livello di pressione corrisponde<br />

ad una resistenza allo snervamento<br />

a 533K, o una resistenza<br />

al creep a 478K (9), e<br />

che un trattamento di eliminazione<br />

delle tensioni può essere<br />

applicato ai getti raggiungendo<br />

temperature simili.<br />

Introduzione<br />

Un blister è un difetto relativamente<br />

macroscopico su una<br />

superficie metallica, e tipicamente<br />

prende la forma di una<br />

bolla superficiale contenente<br />

gas. È risaputo che il meccanismo<br />

di formazione del blister<br />

consiste nell’intrappolamento<br />

di aria durante la fusione |1, 2|<br />

e/o precipitazione di un gas disciolto<br />

da un metallo solido |3-<br />

6|. Il primo caso è stato rilevato<br />

tipicamente nei processi di<br />

pressofusione, in cui si genera<br />

un fluido turbolento ad alta velocità<br />

nei contenitori, causando<br />

così l’intrappolamento del gas<br />

presente nel metallo fuso. Si<br />

nota che, nel caso della pressofusione<br />

delle leghe di alluminio,<br />

le sostanze intrappolate più<br />

frequentemente sono azoto,<br />

anidride carbonica e idrogeno<br />

|7|. Poiché il blistering si verifica<br />

di solito quando le pressocolate<br />

vengono riscaldate ad alte temperature,<br />

è difficile applicare un<br />

trattamento termico risolutivo<br />

alle pressocolate ordinarie per<br />

migliorare le loro proprietà<br />

meccaniche tramite invecchiamento.<br />

In più, rispetto alle precipitazioni<br />

gassose da solidi, l’alluminio<br />

e le sue leghe sono molto<br />

sensibili alla super saturazione<br />

da idrogeno dopo il raffreddamento<br />

da bagno fuso a solido, a<br />

causa della grande differenza di<br />

miscelabilità dell’alluminio allo<br />

stato liquido e solido |8|.<br />

Le pressocolate vengono prodotte<br />

utilizzando una grande<br />

Sorgono difficoltà anche nel<br />

misurare la pressione gassosa<br />

all’interno del nucleo microscopico<br />

di un blister. È perciò<br />

difficile valutare la nucleazione<br />

attuale e il processo di crescita<br />

di un blister causato dal gas intrappolato.<br />

In termini di precipitazione<br />

gassosa, è stato riportato<br />

che la pressione del gas è<br />

sempre in equilibrio termico<br />

con la tensione superficiale di<br />

una matrice metallica, basato<br />

sulla seguente equazione |10|:<br />

P = 4γ/d (1)<br />

Dove P è la pressione gassosa<br />

dell’idrogeno, γ è la tensione<br />

superficiale dell’alluminio, e d è<br />

il diametro di un poro. Un blister<br />

tipico (5 mm) produce un<br />

aumento della pressione di circa<br />

10 -3 MPa, assumendo γ=1,16<br />

64<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>


TECNICO<br />

Nm -1 , che è il valore misurato<br />

per il piano (111) |11|. Questa<br />

pressione interna del gas sarebbe<br />

inferiore di qualche ordine<br />

di grandezza al livello di resistenza<br />

al creep delle pressocolate<br />

di leghe d’alluminio ad alte<br />

temperature |9|.<br />

È perciò impossibile valutare il<br />

fenomeno di blistering solo sulla<br />

base della presenza dell’idrogeno<br />

supersaturo. L’obiettivo<br />

del presente studio è quello di<br />

indagare la nucleazione e i meccanismi<br />

di crescita del blister in<br />

una lega di alluminio pressofusa<br />

durante l’esposizione ad alte<br />

temperature, utilizzando la microtomografia<br />

a raggi X attualmente<br />

disponibile. Né le immagini<br />

né le tecniche di misura<br />

possono fornire dati diretti sulla<br />

pressione gassosa nel nucleo<br />

di un blister. È stato perciò applicato<br />

un approccio inverso<br />

per misurare la pressione, basato<br />

su una metodologia combinata<br />

di osservazione tridimensionale<br />

in situ e su una simulazione<br />

numerica basata su immagini<br />

tridimensionali.<br />

Procedure<br />

sperimentali e di<br />

simulazione numerica<br />

ESPERIMENTO<br />

DI MICROTOMOGRAFIA<br />

È stata utilizzata una lega Al-Si-<br />

Cu da pressocolata (ADC12,<br />

standard industriale giapponese).<br />

L’ADC12 ha una composizione<br />

chimica di silicio (tra 9,6 e<br />

12,0%), rame (1,5-3,5), ferro<br />

(


TECNICO<br />

pori<br />

Fig. 1(a) - Trasposizione in un’immagine 3d del nucleo del blister e dei micro pori (notare che<br />

soltanto queste caratteristiche sono state estratte, mentre l’alluminio sottostante e le particelle<br />

di seconda fase non vengono mostrate) e . 1(b) un modello di immagine ad elementi finiti,<br />

basato sul nucleo del blister e sui pori relativamente grossolani mostrati in fig. 1a.<br />

sa dell’enorme tempo di calcolo<br />

richiesto. Perciò, per raggiungere<br />

una grande riduzione della<br />

dimensione del modello, si è tenuto<br />

conto solo di un voxel<br />

ogni sette del volume tomografico<br />

originale, e sono stati modellati<br />

solo i pori con diametro<br />

maggiore di 10 mm. Le posizioni<br />

di vertice della mesh poligonale<br />

sono state determinate<br />

tramite interpolazione trilineare<br />

dei valori di grigio dei voxel<br />

circostanti. Il modello poligonale<br />

è stato esportato come file<br />

STL, consentendo la generazione<br />

della mesh per l’analisi visco-plastica<br />

ad elementi finiti<br />

utilizzando PATRAN per la<br />

conversione del formato. Sono<br />

stati utilizzati modelli tetraedrici<br />

a 4 nodi, con una certa perdita<br />

di precisione, per facilitare<br />

la conversione. Il modello di<br />

mesh è consistito in una lega di<br />

alluminio uniforme che incorporava<br />

con un complicato nucleo<br />

realistico di blister e 189<br />

micro pori da idrogeno modellati<br />

come sfere di pari volume<br />

per facilitare un’ulteriore riduzione<br />

di volume. Il numero iniziale<br />

di triangoli superficiali era<br />

di 16.520, e il numero di mesh<br />

e di nodi nel modello finale ad<br />

elementi finiti era 1.119.024 e<br />

583.806 rispettivamente.<br />

ottenuti dalla curva sperimentale<br />

stress-deformazione di un<br />

materiale grezzo corrispondente<br />

|15|. È stato impiegato il<br />

seguente modello generalizzato<br />

di Garofalo per il creep per<br />

analizzare la caratteristica<br />

istantanea di creep della lega<br />

di alluminio:<br />

Come da fusione<br />

Dove ε è la velocità di deformazione,<br />

T è la temperatura, σ è la<br />

tensione, Q è l’energia di attivazione<br />

del creep, R è la costante<br />

dei gas, A, n g<br />

e α sono parametri<br />

del materiale. Questo modello<br />

approccia un modello di una<br />

legge di potenza (creep Norton)<br />

a tensioni basse (es.<br />

ασ1,2) il termine della<br />

legge del seno iperbolico è vicino<br />

ad una curva del creep esponenziale.<br />

Questo modello può<br />

perciò coprire un intervallo più<br />

grande di tensione e temperatura<br />

rispetto al modello Norton. I<br />

dati della velocità di deformazione<br />

da creep vs carico applicato<br />

citati dal riferimento 16 sono<br />

stati adattati per ottenere il modello<br />

di Garofalo per il creep. I<br />

valori di Q, A, n g<br />

e α usati sono<br />

stati 125 KJ/mol, 8,8x10 17 , 8,9 e<br />

0,00005 rispettivamente. La<br />

pressione gassosa interna nei<br />

pori pre esistenti, formatisi durante<br />

o appena dopo la gettata,<br />

è stata calcolata o con l’equazione<br />

1, o incorporando il contenuto<br />

di gas riportato in una<br />

Un software commerciale per<br />

l’analisi ad elementi finiti, AN-<br />

SYS, è stato usato per la simulazione.<br />

I necessari parametri<br />

di input per le proprietà della<br />

matrice di alluminio sono stati<br />

Fig. 2 - Variazioni in sezioni virtuali identiche durante l’esposizione ad alte temperature. Le<br />

immagini sequenziali del nucleo del blister sono state estratte e riportate in 3d.<br />

66<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>


TECNICO<br />

La frazione di volume V f<br />

, (%)<br />

Tempo di esposizione t / s<br />

Densità numerica ρ p<br />

/ 10 10 m -3 Diametro più grande d max<br />

/μm<br />

Diametro medio d mean<br />

/μm<br />

Fig. 4 - Viste 3d in prospettiva del nucleo del blister e di un poro relativamente<br />

grossolano nelle vicinanze, all’istante (a) 5616 secondi, e<br />

(b) 17636 secondi.<br />

Superficie del getto<br />

Micro pori<br />

Tempo di esposizione t / s<br />

Fig. 3 - Variazioni: in (a) il diametro più grande e il diametro medio dei<br />

pori d max<br />

e d mean<br />

, e in (b) la frazione di volume V f<br />

, e la densità numerica<br />

ρ p<br />

dei micro pori, durante l’esposizione ad alte temperature. Il diametro<br />

più grande e il diametro medio dei pori sono espressi come<br />

diametri equivalenti per una sfera del medesimo volume.<br />

Fig. 5 - (a) una sezione trasversale virtuale dello stato finale, (b) una<br />

prospettiva ricavata in 3d di un blister.<br />

lega pressocolata ADC12 (24,6<br />

cc/100g S.T.P per N2, e 10,7<br />

cc/100 g S.T.P per CO2) |7|. Poiché<br />

la solubilità di N 2<br />

e CO 2<br />

nelle leghe d’alluminio è molto<br />

<strong>bassa</strong>, i valori di pressione gassosa<br />

interna per i pori preesistenti<br />

sono stati semplicemente<br />

calcolati utilizzando la legge per<br />

i gas ideali.<br />

Modalità di crescita<br />

dei blister<br />

IL NUCLEO DEL BLISTER<br />

ELASUACRESCITA<br />

Nell’osservazione in situ della<br />

formazione del blister e della<br />

sua modalità di crescita, il più<br />

grande poro preesistente nel<br />

campo visivo si è trasformato<br />

gradualmente in un blister sotto<br />

forma di nucleo. Il nucleo e la<br />

sua trasformazione durante l’esposizione<br />

ad alte temperature<br />

sono mostrati in Fig. 2. Le immagini<br />

3d estratte del nucleo del<br />

blister vengono mostrate in Fig.<br />

2, insieme alle loro corrispondenti<br />

immagini a 2 dimensioni su<br />

sezioni trasversali virtuali identiche.<br />

I risultati dell’analisi quantitativa<br />

delle immagini sono mostrati<br />

in Fig. 3, dove la dimensione<br />

del nucleo del blister è<br />

espressa come quella del poro<br />

più grande. Il nucleo del blister<br />

inizialmente ha mostrato una<br />

forma complessa (Fig. 2a), e successivamente<br />

è diventato pressoché<br />

sferico nel tempo di<br />

esposizione termica di 562 secondi<br />

(Fig. 2c). La dimensione<br />

del nucleo del blister, espressa<br />

come un diametro equivalente<br />

di una sfera di pari volume, variava<br />

monotonamente da 99 a<br />

254 µm, con un’esposizione termica<br />

di 70.920 secondi. È ragionevole<br />

pensare che il nucleo del<br />

blister sia riempito con gas ad<br />

alta pressione, e che la sua crescita<br />

e cambiamento di forma<br />

siano attribuibili alla deformazione<br />

da creep dell’alluminio circostante<br />

dovuta a questa alta<br />

pressione gassosa. In più, ha iniziato<br />

a formarsi una proiezione<br />

puntinata attorno alla cima del<br />

nucleo del blister dopo 562 secondi<br />

(Fig. 2 da c ad e), che si<br />

estendeva gradualmente in parallelo<br />

alla superficie del getto.<br />

Sul lato inferiore del nucleo del<br />

blister, è cresciuto un poro relativamente<br />

grossolano, a circa 40<br />

mm dal nuceo stesso, dopo un<br />

tempo di esposizione di 5.616<br />

secondi (Fig. 4). Un’immagine del<br />

blister a 92.520 secondi è mostrata<br />

in Fig. 5. Il nucleo si è signi-<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong> 67


TECNICO<br />

superficie del getto<br />

superficie del getto<br />

Fig. 6 - Vettori di scostamento delle particelle sul piano XZ, durante<br />

l’esposizione ad alte temperature da 5616 a 17640 secondi, ottenuti<br />

tramite la tecnica di tracciamento delle particelle.<br />

Fig. 7 - Illustrazioni dei profili di (a) ε x<br />

, (b) ε y<br />

, (c) ε z<br />

e (d) ε eq<br />

su una sezione<br />

trasversale virtuale, che mostrano gli incrementi della deformazione<br />

per l’esposizione ad alte temperature dall’istante 5616 all’istante<br />

17640. I pori preesistenti sono mostrati in nero, i micro pori da<br />

idrogeno sono bianchi.<br />

ficativamente agglomerato ai<br />

pori circostanti per formare un<br />

blister sottile, conglomerato, parallelo<br />

alla superficie del getto, e<br />

che raggiunge 1 mm di lunghezza<br />

nella direzione longitudinale.<br />

ELEVAZIONE SUPERFICIALE<br />

È stata osservata elevazione superficiale<br />

anche dopo il tempo<br />

di esposizione termica di 5.616<br />

secondi (Fig. 2 da c ad e), e la<br />

formazione del blister era osservabile<br />

macroscopicamente<br />

nella fase mostrata in Fig. 5. Il<br />

flusso del materiale di matrice è<br />

stato trasposto in 3d in Fig. 6,<br />

tracciando particelle tra 5.616 e<br />

17.640 secondi. I vettori rappresentano<br />

lo scostamento delle<br />

singole particelle, che si estende<br />

per una vasta area di circa 5 volte<br />

più grande del poro parallelo<br />

alla superficie, e tre volte più<br />

grande del poro perpendicolare<br />

alla superficie medesima. Lo<br />

scostamento delle particelle è<br />

molto più rilevante nella regione<br />

tra il nucleo del blister e la<br />

superficie del getto, rispetto alle<br />

altre zone. Questo naturalmente<br />

è dovuto alla minore costrizione<br />

nella regione sotto-superficiale,<br />

per via dell’esistenza di<br />

superficie libera. Le distribuzioni<br />

delle deformazioni misurate<br />

sperimentalmente (tutte e tre le<br />

deformazioni normali e la deformazione<br />

equivalente) sono mostrate<br />

in Fig. 7. È ovvio che l’espansione<br />

del nucleo del blister<br />

generi tensione in direzione circonferenziale,<br />

e compressione<br />

nella direzione radiale, nella matrice<br />

di alluminio attorno al nucleo<br />

del blister; questo spiega la<br />

formazione di una grande banda<br />

di deformazione, di circa il 30%<br />

del diametro del nucleo del blister,<br />

mostrato in Fig. 7d. Piccole<br />

tracce di deformazione rilevante<br />

sono anche sparse lungo il<br />

campo visivo.<br />

PRECIPITAZIONE DI IDROGENO<br />

Dopo un esame più attento della<br />

Fig. 2 da c ad e, si osserva che<br />

sono precipitati pori microscopici<br />

e pressoché sferici lungo il<br />

campo visivo, con una distribuzione<br />

nello spazio relativamente<br />

omogenea. La frazione di volume<br />

totale, la densità in numero<br />

e il diametro medio equivalente<br />

dei pori sono mostrati in Fig. 3.<br />

La densità in numero è aumentata<br />

rapidamente fino a 30 volte<br />

il valore iniziale a 1000 secondi,<br />

e poi ha iniziato a diminuire,<br />

mentre la frazione di volume totale<br />

è cresciuta monotonamente.<br />

Una formazione notevole di<br />

micro pori è confermata anche<br />

in Fig. 8, in cui tutti i pori osservati<br />

nel campo visivo sono visualizzati.<br />

Siccome l’idrogeno è<br />

Fig. 8 - Viste in 3d in prospettiva dei micro<br />

pori durante l’esposizione ad alta temperatura:<br />

(a) condizioni in fusione (b) trattamento<br />

termico dopo 178 secondi (c) 562 secondi<br />

(d) 5616 secondi ed (e) 17640 secondi.<br />

l’unico gas con solubilità misurabile<br />

nell’alluminio e nelle sue<br />

leghe |8|, è ragionevole pensare<br />

che questi micro pori siano pieni<br />

di idrogeno. È stato confermato<br />

che le modalità di crescita<br />

di questi micro pori da idrogeno<br />

ad alte temperature sono dominate<br />

dalla maturazione di<br />

Ostwald |17|. La corrispondente<br />

crescita continua di pori relativamente<br />

grossolani e la sparizione<br />

dei micro pori fini è osservata<br />

in Fig. 8, in cui la matrice<br />

68<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>


TECNICO<br />

superficie del getto<br />

Fig. 9 - llustrazione della deformazione equivalente ottenuta tramite simulazione numerica<br />

basata sulle immagini. I pori preesistenti e il nucleo del blister sono mostrati in nero, i micro<br />

pori da idrogeno in bianco. Il gas interno dei pori preesistenti e del nucleo del blister è stato<br />

assunto come: (a) H 2<br />

(b) N 2<br />

e (c) N 2<br />

+ CO 2<br />

, con una pressione gassosa interna per (a) al<br />

massimo 0,4, 5,7 e 8,2 MPa rispettivamente per (b) e (c).<br />

di alluminio e le particelle di seconda<br />

fase non sono visualizzati.<br />

Rimarchevolmente, si osserva<br />

una banda priva di pori attorno<br />

al nucleo del blister, come si può<br />

chiaramente vedere nelle sezioni<br />

trasversali virtuali catturate a<br />

5.616 e 17.640 secondi (Fig. 2d<br />

ed e); ed è inoltre interessante<br />

notare che la grandezza della<br />

banda priva di pori corrisponde<br />

bene a quella della grande banda<br />

di tensione mostrata in Fig.<br />

7d. Si può perciò ipotizzare che<br />

la formazione dei micro pori è<br />

disturbata a causa dell’esistenza<br />

della deformazione compressiva<br />

causata dall’espansione radiale<br />

del nucleo del blister.<br />

Valutazione della<br />

formazione del blister<br />

e meccanismi<br />

di crescita<br />

DETERMINAZIONE DELLE SPECIE DEI<br />

GAS INTERNI E DELLA PRESSIONE<br />

Come detto in precedenza, è<br />

ragionevole pensare che i micro<br />

pori precipitati durante<br />

l’esposizione ad alte temperature<br />

siano pieni di idrogeno,<br />

tuttavia la composizione del<br />

gas all’interno dei pori preesistenti<br />

e del nucleo del blister è<br />

ignota ed inaccessibile alle misurazioni,<br />

a causa delle piccolo<br />

volume di queste formazioni. È<br />

stata presupposta l’esistenza<br />

di tre differenti specie di gas<br />

nel caso di pori preesistenti e<br />

del nucleo del blister (Fig. 9 da<br />

a a c), mentre si è assunta la<br />

presenza del solo idrogeno nel<br />

caso dei micro pori precipitati<br />

durante l’esposizione termica.<br />

Siccome la pressione gassosa è<br />

sempre in equilibrio termico<br />

con la tensione superficiale di<br />

una matrice metallica nel caso<br />

di precipitazione di micro pori,<br />

il valore della pressione gassosa<br />

varia al variare del diametro<br />

dei micro pori, secondo l’equazione<br />

1.<br />

Nella Fig. 9a, si è assunta la presenza<br />

dell’idrogeno sia nei pori<br />

preesistenti che nel nucleo del<br />

blister. In questo caso, si suppone<br />

che essi si formino durante<br />

la solidificazione e/o durante il<br />

successivo raffreddamento. La<br />

pressione gassosa nei pori<br />

preesistenti e nel nucleo del<br />

blister è anche assunta come in<br />

equilibrio termico con la tensione<br />

superficiale di una matrice<br />

metallica, col risultato che la<br />

pressione gassosa dipende dal<br />

diametro, secondo l’equazione<br />

1. La pressione gassosa massima<br />

per i pori preesistenti, e<br />

quella per il nucleo del blister, è<br />

stata calcolata in 0,45 e 0,024<br />

MPa rispettivamente. Nella Fig.<br />

9b, si suppone che sia i pori<br />

preesistenti che il nucleo del<br />

blister siano pieni di azoto. In<br />

questo caso, si assume che l’azoto<br />

sia rimasto intrappolato<br />

durante la solidificazione. La<br />

pressione gassosa sia per i pori<br />

che per il nucleo dipende dalla<br />

quantità di gas intrappolato e<br />

dalla pressione applicata alla lega<br />

in fase di solidificazione all’interno<br />

dello stampo, col risultato<br />

che la pressione gassosa<br />

è indipendente dal diametro.<br />

La pressione gassosa per i pori<br />

e per il nucleo è stata calcolata<br />

in 5,7 MPa, dividendo la quantità<br />

di azoto intrappolato ipotizzata<br />

per il volume totale dei<br />

pori e del nucleo, come quantificato<br />

nelle immagini 3d della<br />

Fig. 8. Nella Fig. 9c, si aggiunge<br />

l’anidride carbonica all’azoto<br />

della Fig. 9b, e la pressione gassosa<br />

ammonta così a 8,2 MPa<br />

sia per i pori che per il nucleo.<br />

È ovvio che i valori di pressione<br />

gassosa ipotizzati nella Fig.<br />

9a e 9b sono troppo bassi per<br />

generare deformazione da<br />

creep, mentre nel caso della<br />

Fig. 9c si prevede una deformazione<br />

da creep significativa.<br />

L’entità simulata della deformazione<br />

attorno al nucleo del blister<br />

era simile alla deformazione<br />

equivalente mostrata in Fig.<br />

7. Sebbene sia ragionevole supporre<br />

che il contenuto di gas<br />

sia influenzato significativamente<br />

dalle condizioni di fusione,<br />

si può almeno concludere<br />

che il nucleo di un blister sia<br />

riempito di gas insolubile intrappolato<br />

durante la solidificazione,<br />

causando perciò una<br />

pressione gassosa sufficiente a<br />

causare deformazione da<br />

creep della matrice di alluminio<br />

durante l’esposizione ad alte<br />

temperature.<br />

I MECCANISMI DI CRESCITA<br />

DEL BLISTER<br />

Nel presente studio si è visto<br />

che la crescita del nucleo del<br />

blister avviene a causa della<br />

deformazione da creep della<br />

matrice di alluminio attorno al<br />

nucleo stesso, che è riempito di<br />

gas insolubili ad alta pressione.<br />

È stato anche osservato in Figg.<br />

2, 4 e 5, che il nucleo del blister<br />

pressoché sferico del diametro<br />

di poche centinaia di micrometri<br />

ha mostrato una crescita<br />

maggiore dopo un’esposizione<br />

termica di 562 secondi, a causa<br />

del meccanismo di assorbimento<br />

dei micro pori circostanti da<br />

parte del nucleo. È ragionevole<br />

supporre che i valori della<br />

deformazione assiale ed equivalente<br />

non siano sufficienti<br />

per valutare il comportamento<br />

in fase di crescita dei pori cir-<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong> 69


TECNICO<br />

Fig. 10 - Immagine di una deformazione idrostatica e m<br />

, ottenuta dalla simulazione numerica<br />

per immagini.<br />

costanti, e che la crescita dei<br />

pori è assicurata quando la tensione<br />

idrostatica locale attorno<br />

al poro è a trazione e raggiunge<br />

un certo livello. Si può osservare<br />

con precisione una variazione<br />

locale di deformazione idrostatica<br />

in Fig. 10. Sebbene la<br />

deformazione idrostatica sia<br />

molto alta nella grande banda di<br />

deformazione mostrata in Figg.<br />

7d e 9c, la deformazione da<br />

creep attorno al nucleo del blister<br />

non è uniforme. La deformazione<br />

idrostatica è altamente<br />

a compressione nella zona tra il<br />

nucleo e la superficie del getto,<br />

ma viene osservata una deformazione<br />

idrostatica a compressione<br />

dalla parte opposta del<br />

nucleo stesso. D’altra parte, la<br />

deformazione idrostatica è altamente<br />

a trazione attorno alla cima<br />

del nucleo del blister, che è<br />

stato esteso a causa della formazione<br />

della proiezione puntinata<br />

dopo 562 secondi, come<br />

mostrato nelle Fig. da 2c a 2e. Si<br />

vede ovviamente la presenza di<br />

una striscia ad alta deformazione<br />

idrostatica che collega i pori<br />

preesistenti A, B e C, e la direzione<br />

della striscia è compatibile<br />

con la direzione di crescita del<br />

nucleo del blister mostrata in<br />

Fig. 5.<br />

L’interazione tra i micro pori di<br />

idrogeno e il blister, e tra i pori<br />

preesistenti, è mostrata in Fig.<br />

11. La presenza dei micro pori<br />

di idrogeno nei pressi del nucleo<br />

del blister induce l’aumento<br />

della deformazione idrostatica<br />

tra di loro, a causa della<br />

pressione gassosa interna molto<br />

<strong>bassa</strong> nei micro pori da idrogeno,<br />

come mostrato in Fig.<br />

11a. L’alta deformazione idrostatica<br />

inevitabilmente accelera<br />

la nascita di micro vuoti secondari<br />

nel mezzo, favorendo perciò<br />

l’estensione del nucleo del<br />

blister come risultato della riunione<br />

con i micro pori da idrogeno.<br />

È anche ragionevole supporre<br />

che la solubilità dell’idrogeno<br />

aumenti sotto la tensione<br />

superficie del getto<br />

idrostatica. Si può perciò affermare<br />

che la generazione di tensione<br />

idrostatica locale attorno<br />

al nucleo del blister possa favorire<br />

ulteriormente la formazione<br />

del blister.<br />

Rimarchevolmente, c’è anche<br />

una quantità di pori preesistenti,<br />

come mostra la Fig. 8a, i quali<br />

talvolta causano fenomeni di<br />

clustering. La forte interazione<br />

tra i pori preesistenti, chiaramente<br />

osservabile in Fig. 11b,<br />

porta ad un aumento della<br />

deformazione idrostatica tra di<br />

loro, a causa della sovrapposizione<br />

dei campi di deformazione<br />

attorno a loro. Perciò essi<br />

sono soggetti a formare pori<br />

più ampi attraverso il meccanismo<br />

di coalescenza di pori<br />

preesistenti vicini tra loro.<br />

IMPLICAZIONI PRATICHE<br />

È stato mostrato che i contributi<br />

combinati di gas insolubili<br />

intrappolati e idrogeno sono<br />

essenziali per la formazione del<br />

blister. Sembra più verosimile<br />

che la pressione interna del nucleo<br />

del blister possa calare rapidamente<br />

con l’espansione del<br />

blister stesso e con la coalescenza<br />

con i micro pori posti<br />

nelle vicinanze. Si ipotizza perciò<br />

che il contributo della precipitazione<br />

dell’idrogeno diventa<br />

più importante al progredire<br />

del processo di formazione del<br />

blister. La Fig. 9 suggerisce chiaramente<br />

che c’è un distinto livello<br />

di soglia per la pressione<br />

gassosa interna a cui inizia la<br />

crescita del blister, e questa<br />

pressione gassosa di soglia dipende<br />

fondamentalmente dalla<br />

resistenza al creep delle leghe<br />

Fig. 11 - Illustrazioni della deformazione idrostatica e m<br />

, ottenute dalla simulazione per immagini,<br />

che mostrano viste ingrandite che illustrano l’interazione tra i micro pori da idrogeno<br />

e il blister, e con i pori preesistenti.<br />

70<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>


TECNICO<br />

di alluminio ad una specifica<br />

temperatura.<br />

Si può supporre che la formazione<br />

del blister possa essere<br />

ridotta riducendo il gas intrappolato<br />

e/o l’idrogeno, e in più<br />

che questa formazione possa<br />

essere minimizzata diminuendo<br />

il gas intrappolato sotto un valore<br />

di soglia e/o aumentando<br />

la resistenza al creep tramite<br />

l’aggiunta di elementi di lega<br />

come rame e silicio, che migliorano<br />

la resistenza alla deformazione<br />

ad alte temperature.<br />

Conclusione<br />

Le origini fondamentali e il meccanismo<br />

di crescita del blister in<br />

una lega di alluminio da fusione,<br />

mai osservati prima, sono stati<br />

osservati in situ usando la tecnica<br />

della microtomografia a raggi<br />

X con luce di sincrotrone. È stata<br />

impiegata anche la simulazione<br />

numerica per immagini, per<br />

ottenere la pressione gassosa<br />

interna del nucleo del blister,<br />

che era rimasto finora ignoto e<br />

inaccessibile ad ogni misurazione.<br />

È stato rivelato che i gas intrappolati<br />

durante la pressocolata,<br />

come azoto ed anidride<br />

carbonica, riempiono il nucleo<br />

del blister. Rimarchevolmente,<br />

l’alta pressione gassosa interna<br />

porta all’espansione del nucleo<br />

del blister a causa della deformazione<br />

da creep della matrice<br />

di alluminio circostante. La precipitazione<br />

dell’idrogeno e la<br />

crescita dei micro pori avvengono<br />

di pari passo con la crescita<br />

del nucleo del blister, portando<br />

ad un’ulteriore espansione dello<br />

stesso grazie all’assorbimento<br />

dei micro pori da idrogeno circostanti<br />

e di quelli preesistenti.<br />

A causa della distribuzione anisotropica<br />

della deformazione<br />

idrostatica attorno al blister, il<br />

nucleo subisce una crescita direzionale,<br />

essenzialmente parallela<br />

alla superficie del getto, col<br />

risultato di formare un blister<br />

che si estende tipicamente lungo<br />

la superficie stessa.<br />

Ringraziamenti<br />

Gli esperimenti con la radiazione<br />

di sincrotrone sono stati effettuati<br />

con l’approvazione di<br />

JASRI attraverso le richieste<br />

n°2007B1078 e 2010A1299.<br />

Gli autori desiderano ringraziare<br />

Mr. Shunzo Aoyama, Mr. Shin<br />

Orii e Mr. Shoji Ueda, della Ahresty<br />

corporation, per la fornitura<br />

del materiale da fusione. Si<br />

ringrazia inoltre HT per il supporto<br />

fornito tramite la Light<br />

Metal Educational Foundation.<br />

Tratto da: Foundry Trade Journal<br />

luglio/agosto <strong>2015</strong><br />

Traduzione: F. Calosso<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

|1| Verran G.O., Mendesb P.K., Rossic M.A., Journal<br />

of Material Process Technology, 2006, 179<br />

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2008, 2, pagg. 259-265.<br />

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18, pagg. 9-16.<br />

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Transactions, 2008, 39A, pagg. 87-97.<br />

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1975, 20, pagg. 166-184.<br />

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Ohio, ASM, 264, 1999.<br />

|10| Talbot D.E.J., Granger D.A., Journal of Institute<br />

of Metals, 1963-64, 92, pagg. 290-297.<br />

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Nakazawa M., Acta Materialia, 2008, 56, pagg.<br />

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|14| Barber C.B., Dobkin D.P., Huhdanpaa H.T.,<br />

ACM Transactions, Mathematical Software,<br />

1996, 22, pagg. 469-483.<br />

|15| Nishida K., Seisankenkyu, 1976, 28, pagg.464-<br />

473 (in lingua giapponese).<br />

|16| Akaike J., Hongo K., Matsuda N., Matsuura K.,<br />

Journal of Japan Institute of Metals, 1998, 62,<br />

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Takeuchi S., Horikawa K., Acta Materialia,<br />

2009, 57, pagg. 2277-2290.<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong> 71


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TECNICO<br />

Getti in lost foam<br />

di componenti compositi<br />

bimetallici in ghisa bianca al<br />

cromo/acciaio al carbonio<br />

Introduzione<br />

I componenti per i mulini a sfere<br />

per l’industria dei processi<br />

minerari devono affrontare urti,<br />

frizioni e idro-corrosione<br />

dalle sfere di macinazione e dal<br />

mezzo macinante durante il<br />

processo di macinazione, che<br />

portano a ogni genere di rotture,<br />

come usura da impatto, usura<br />

di scorrimento, usura abrasiva<br />

ed usura erosiva, ecc. |1|. La<br />

vita di servizio dei componenti<br />

eseguiti in materiale tradizionale,<br />

come acciai induriti, leghe di<br />

acciaio varie, ecc. è meno di<br />

dieci mesi. HCWCI (High Chromium<br />

White Cast Iron, Ghisa<br />

bianca ad elevato cromo), una<br />

delle leghe commerciali maggiormente<br />

indurenti è stata largamente<br />

studiata durante lo<br />

scorso mezzo secolo e selezionato<br />

come materiale attuale<br />

per questi mulini a sfere. La<br />

presenza di un’elevata frazione<br />

in volume di carburi duri del tipo<br />

M 7<br />

C 3<br />

-, è il maggior responsabile<br />

per l’eccellente resistenza<br />

all’usura abrasiva e corrosiva<br />

che questo tipo di leghe fornisce.<br />

Allo stesso tempo, gli stessi<br />

carburi sono responsabili per la<br />

fragilità osservata che a volte limita<br />

l’uso di queste leghe dove<br />

si hanno impatti ripetitivi. Inoltre,<br />

una resistenza alla frattura<br />

è una proprietà importante<br />

nello sviluppo di componenti in<br />

HCWCI |2|.<br />

Da quando una elevata proporzione<br />

di carburi nella struttura<br />

è richiesta per massimizzare la<br />

resistenza all’usura alcuni ricercatori<br />

hanno cercato di migliorare<br />

la tenacità attraverso modificazioni<br />

nella struttura dei<br />

carburi |3,4|. Purtroppo non<br />

importa quanto sia uniforme la<br />

distribuzione dei carburi, la tenacità<br />

a frattura della singola<br />

HCWCI non può raggiungere<br />

le richieste di resistenza alle<br />

condizioni necessarie per l’usura<br />

da impatto nei mulini a sfere.<br />

Per sorpassare il problema alcuni<br />

ricercatori hanno speso<br />

molta attenzione per garantire<br />

con un processo composito<br />

proprietà superiori, che sono,<br />

elevata durezza, elevata resistenza<br />

all’usura corrosiva ed<br />

una tenacità a frattura accettabile<br />

|5-7|. Compositi bimetallici<br />

possono essere ottenuti attraverso<br />

tre tipi di metodo, che includono<br />

getti ad inserimento<br />

|8|, getti a composito solido/liquido<br />

e getti a composito liquido/liquido<br />

|9|.<br />

Gli autori presenti hanno intrapreso<br />

uno studio sull’utilizzo<br />

dell’HCWCI e acciaio al carbonio<br />

per produrre componenti<br />

compositi da liquido/liquido<br />

con getti in lost foam (LFC) e<br />

sulle loro caratteristiche di interfaccia.<br />

LFC è un tipo di colata<br />

con modello evaporativo simile<br />

alla colata in cera persa<br />

tranne che viene utilizzata<br />

schiuma come modello invece<br />

di cera. Molto carbonio viene<br />

generato e accumulato intorno<br />

alla cavità mentre il modello in<br />

schiuma viene combusto dal<br />

metallo fuso. L’arricchimento di<br />

carbonio è svantaggioso per<br />

parti in acciaio colato, ma è<br />

molto consigliabile per produrre<br />

parti resistenti all’usura perché<br />

meno elementi metallici<br />

verranno ossidati e più carburi<br />

duri verranno prodotti. Inoltre,<br />

il processo LFC è anche dimensionalmente<br />

accurato, mantenendo<br />

una finitura della superficie<br />

eccellente, che non richiede<br />

finiture e non ha linee di bave<br />

dovute ai piani di accoppiamento.<br />

Questo dovrebbe evitare<br />

processi successivi o almeno<br />

76<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>


TECNICO<br />

diminuire la necessità di lavorazioni<br />

meccaniche, il che è un<br />

vantaggio per i getti in HCWCI<br />

perché materiali con elevata<br />

durezza come questo sono difficili<br />

da lavorare. Lo scopo<br />

dell’articolo presente è l’esplorazione<br />

di un nuovo metodo di<br />

processo di componenti compositi<br />

con una maggiore resistenza<br />

all’usura abrasiva e corrosiva,<br />

dimensioni maggiormente<br />

precise e costi ridotti.<br />

Strato in HCWCI<br />

sistemi di alimentazione di risalita<br />

e altre parti sono state incollate<br />

a caldo al modello come<br />

mostrato in Fig. 1a.<br />

Inoltre, il modello in schiuma è<br />

stato rivestito con rivestimento<br />

ceramico, con funzione di rivestimento<br />

refrattario, tramite<br />

immersione, asciugatura e<br />

spazzolamento. Questo rivestimento<br />

crea una barriera tra la<br />

liscia superficie della schiuma e<br />

la grossolana superficie della<br />

sabbia.<br />

Procedura sperimentale<br />

MATERIALI UTILIZZATI<br />

NELLA SPERIMENTAZIONE<br />

La frazione di carburi in peso<br />

(M 7<br />

C 3<br />

) nell’articolo presente è<br />

stata calcolata in 34% per garantire<br />

le condizioni di servizio<br />

nei mulini a sfere. Questa conclusione<br />

è stata ipotizzata da<br />

Tang |10|, mentre la frazione di<br />

carbonio uguale a 3 è un valore<br />

ottimizzato per raggiungere<br />

elevata resistenza all’usura, in<br />

accordo con l’espressione F.<br />

Maratray |11| riportata di seguito.<br />

wt(M 7<br />

C 3<br />

) = 12.33 wt(C) + 0.55<br />

wt(Cr) - 15.2<br />

Sostituendo a wt(M 7<br />

C 3<br />

) e<br />

wt(C) 34 e 3 rispettivamente, è<br />

possibile calcolare la percentuale<br />

di cromo. In questo modo<br />

è stata designata la composizione<br />

della HCWCI mostrata in<br />

Tab. 1. La composizione chimica<br />

dell’acciaio al carbonio è anch’essa<br />

descritta in Tab. 1.<br />

PROCESSO DI COLATA LOST FOAM<br />

PER UN COMPOSITO BIMETALLICO<br />

LIQUIDO/LIQUIDO<br />

Per prima cosa il modello in<br />

schiuma è realizzato con schiuma<br />

di polistirene. Grazie alla<br />

semplicità del profilo del modello,<br />

questo è stato tagliato da<br />

un blocco solido di schiuma. I<br />

Strato in HCWCI<br />

strato in acciaio<br />

al carbonio<br />

strato in acciaio<br />

al carbonio<br />

Fig. 1 - a) Modello in schiuma del componente<br />

composito; b) Getto del componente<br />

composito per un mulino a sfere da<br />

3,6 m; c) Getto del componente composito<br />

per un mulino a sfere da 5 m.<br />

vuoto<br />

vuoto<br />

Sistema di alimentazione<br />

Acciaio al carbonio fuso<br />

Cassa<br />

vuoto<br />

Secondariamente questo rivestimento<br />

controlla la permeabilità,<br />

permettendo ai gas creati<br />

dalla schiuma vaporizzata del<br />

modello di fuoriuscire attraverso<br />

il rivestimento e nella sabbia.<br />

Controllare la permeabilità<br />

è un passo cruciale per evitare<br />

l’erosione della sabbia. Infine<br />

forma una barriera in modo<br />

che il metallo fuso non possa<br />

penetrare o causare erosioni<br />

dello stampo durane il versamento.<br />

Dopo che il rivestimento<br />

è asciugato, il modello in<br />

schiuma viene piazzato in una<br />

cassa e preparato con sabbia al<br />

quarzo non legata. La sabbia<br />

viene poi compattata tramite<br />

l’utilizzo di una tavola vibrante.<br />

Una volta compattato lo stampo,<br />

visibile in Fig. 2a, è pronto<br />

per il versamento. Il processo<br />

Ghisa bianca ad elevato<br />

contenuto di cromo fusa<br />

Acciaio al carbonio<br />

HCWCI<br />

Schiuma<br />

Sabbia al quarzo<br />

Fig. 2 - Schema del processo LFC a) passo 1: riempimento con sabbia e compattazione. b)<br />

passo 2: versamento della HCWCI. c) passo 3: colata dell’acciaio al carbonio.<br />

Composizione (% in peso)<br />

C Si mN C Si mN C Si mN<br />

HCWCI 2,9-3,1


TECNICO<br />

carico<br />

carico<br />

acciaio al carbonio<br />

HCWCI<br />

Fig. 3 - Schema delle provette per prova di resilienza (a) e di resistenza a flessione (b).<br />

di riempimento nelle colate<br />

composite in liquido/liquido è<br />

significativamente più critico<br />

che nella pratiche convenzionali<br />

di fonderia. Come mostrato<br />

in Fig. 2b gli autori hanno proceduto<br />

versando quantitativamente<br />

HCWCI fusa ed in seguito<br />

versando acciaio al carbonio<br />

tempestivamente, come<br />

mostrato in Fig. 2c. Il getto del<br />

componente mostrato in Fig.<br />

1b e 1c è stato ottenuto con<br />

successo.<br />

Sfere di macinazione<br />

Particelle di minerale<br />

Componenti compositi<br />

Componenti in acciaio legato<br />

Fig. 4 - Schema rappresentativo dei movimenti delle sfere di macinazione in un mulino a sfere.<br />

TRATTAMENTI TERMICI<br />

I componenti compositi e i<br />

campioni sono stati trattati a<br />

1223 K per 120 minuti per destabilizzare<br />

l’austenite e poi raffreddati<br />

in aria a temperatura<br />

ambiente. Lo scopo del trattamento<br />

termico è stato quello<br />

di ottenere una matrice martensitica<br />

per migliorare la resistenza<br />

all’usura del composito.<br />

RIASSUNTO<br />

DELLA SPERIMENTAZIONE<br />

In questo studio HCWCI eutettica<br />

sotto forma di componenti<br />

e campioni con condizioni chimiche<br />

e dimensioni controllati<br />

precisamente sono stati preparati.<br />

I campioni sono stai lucidati<br />

con una finitura al diamante da<br />

1 mm e attaccati chimicamente<br />

in una soluzione appena preparata<br />

che contiene 50 ml di Fe-<br />

Cl 3<br />

, 20 ml di Hcl e 20 ml di etanolo,<br />

che attacca preferenzialmente<br />

la matrice lasciando i carburi<br />

intatti, il che procura un<br />

buon contrasto tra carburi e<br />

matrice |12|. La microstruttura<br />

dei campioni in HCWCI è stata<br />

caratterizzata utilizzando un microscopio<br />

ottico, un diffrattometro<br />

ai raggi X (XRD) ed un<br />

microscopio elettronico a scansione<br />

(SEM/EDX).<br />

I campioni, realizzati per prove<br />

di proprietà meccaniche che<br />

comprendono durezza, tenacità<br />

e resistenza a flessione sono<br />

stati realizzai secondo il diagramma<br />

schematizzato nelle<br />

Fig. 3a e 3b.<br />

Le prove di confronto per la<br />

resistenza ad usura tra componenti<br />

in composito bimetallico<br />

ed in acciaio legato sono state<br />

eseguite in un mulino a sfere di<br />

ematite industriale della Wisco<br />

(Wuhan Iron and Steel Corporation)<br />

secondo il diagramma<br />

schematico di Fig. 4.<br />

Risultati e discussioni<br />

MICROSTRUTTURA DELLA HCWCI<br />

E DELL’ACCIAIO AL CARBONIO<br />

I campioni con uno strato di<br />

HCWCI e di acciaio al carbonio<br />

sono stati ottenuti dai<br />

componenti bimetallici e la loro<br />

composizione è mostrata in<br />

Tab. 1. Come visibile dalla Fig. 5<br />

la tipica microstruttura della<br />

Elementi Punto in Fig. 7a Punto in Fig. 7b Punto in Fig. 7c<br />

% in peso % atomico % in peso % atomico % in peso % atomico<br />

C 10,20 33,50 8,96 31,02 7,54 26,37<br />

O — — — — 2,07 5,42<br />

Si — — 0,46 0,68 0,27 0,40<br />

Cr 57,60 43,70 15,32 12,25 0,70 0,57<br />

Mn — — — — 1,32 1,01<br />

Fe 31,44 22,21 75,26 56,05 88,09 66,22<br />

Tab. 2 - Analisi EDS del composito.<br />

78<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>


TECNICO<br />

Fig. 5 - Fotografie ottiche della microstruttura nello stato as-cast: a) strato HCWCI b) strato<br />

in acciaio al carbonio.<br />

carburi<br />

carburi<br />

austenite<br />

martensite<br />

ferrite<br />

perlite<br />

martensite<br />

carburi<br />

Fig. 6 -Fotografie della microstruttura della ghisa bianca dopo il trattamento termico: a) microscopio<br />

ottico b) fotografia al SEM.<br />

La microstruttura è stata inoltre<br />

caratterizzata con diffrazione<br />

ai raggi X. Due tracciati di<br />

raggi X per i materiali allo stato<br />

As-cast e trattato termicamente<br />

sono mostrati in Fig. 8. Per le<br />

condizione as-cast sono visibili<br />

solamente i picchi relativi all’austenite<br />

e ai carburi eutettici;<br />

mentre nelle condizioni trattate<br />

termicamente l’intensità del<br />

picco di austenite diminuisce e<br />

questo per l’aumento del picco<br />

relativo alla martensite. Questo<br />

conferma la modifica microstrutturale<br />

osservata nelle micrografie<br />

di Figg. 5 e 6.<br />

INTERFACCIA DEL COMPOSITO<br />

I campioni con interfaccia composita<br />

mostrati in Fig. 9 sono<br />

ottenuti dai componenti mostrati<br />

in Fig. 1b che sono stati<br />

prodotti attraverso LFC composita<br />

di liquido / liquido.<br />

HCWCI consiste in carburi eutettici<br />

in una matrice principalmente<br />

austenitica, mentre la tipica<br />

microstruttura dell’acciaio<br />

al carbonio AS-Cast è composta<br />

da ferrite e perlite.<br />

I carburi, la matrice dello strato<br />

di HCWCI e lo strato di acciaio<br />

al carbonio sono stati<br />

analizzati con l’utilizzo del SEM<br />

con EDS ed i risultati mostrati<br />

in Fig. 7, mentre in Tab. 2 sono<br />

riportate le percentuali in peso<br />

degli elementi rilevanti riscontrati,<br />

provando che l’analisi<br />

microstrutturale di inizio paragrafo<br />

è ragionevole. Dopo il<br />

trattamento di destabilizzazione<br />

una precipitazione secondaria<br />

dei carburi contribuisce<br />

al cambiamento della microstruttura<br />

da una matrice austenitica<br />

(Fig. 5) ad una principalmente<br />

martensitica con alcuna<br />

austenite residua rinforzata<br />

da carburi secondari del<br />

tipo M 7<br />

C 3<br />

(Fig. 6b). Per un contenuto<br />

in cromo similare a<br />

quello utilizzato per questi<br />

materiali a temperature di<br />

trattamento di 1200 K, anche<br />

altri autori hanno riscontrato<br />

questo tipo di carburi secondari<br />

|13-14|.<br />

Fig. 7 - Analisi al SEM con EDS sul composito: a) carburi della ghisa b) matrice della HCWCI<br />

c) acciaio al carbonio.<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong> 79


TECNICO<br />

Fig. 8 - Diagramma delle fasi presenti nella microstruttura della HCWCI nello stato as-cast<br />

a), e dopo il trattamento termico b).<br />

strato in acciaio al carbonio<br />

strato HCWCI<br />

piccoli carburi<br />

strato HCWCI<br />

porosità<br />

Fig. 9 - Microstruttura all’interfaccia del composito dopo il trattamento termico: a) microscopio<br />

ottico b) immagine SEM.<br />

strato in acciaio al carbonio<br />

porosità dovuti alla seguente<br />

causa: la grana fine del rivestimento<br />

riduce la permeabilità<br />

e, di conseguenza la velocità<br />

dei gas generati dalla pirolisi<br />

dell’EPS |15|.<br />

L’elevata temperatura e velocità<br />

del versamento dell’acciaio<br />

al carbonio combinato<br />

con la più <strong>bassa</strong> velocità di<br />

uscita dei gas induce una intensificazione<br />

di temperatura,<br />

generando le porosità.<br />

DUREZZA, TENACITÀ<br />

E RESISTENZA A FLESSIONE<br />

Le proprietà meccaniche sono<br />

indicate in Tab. 3 e 4.<br />

RESISTENZA ALL’USURA<br />

CORROSIVA E ABRASIVA<br />

La resistenza all’usura confrontata<br />

tra componenti in<br />

composito bimetallico e componenti<br />

in acciaio legato è<br />

stata testata in un mulino a<br />

sfere di ematite industriale<br />

della Wisco, le cui dimensioni<br />

e produttività sono 3,6 x 6<br />

In accordo con la microstruttura<br />

all’interfaccia del composito<br />

mostrata il Fig. 9a, il confine<br />

dell’interfaccia del composito<br />

nella regione di combinazione<br />

bimetallica è sfalsata come denti<br />

di cane, i due metalli liquidi<br />

non sono miscelati e l’interfaccia<br />

presenta un’eccellente stato<br />

di legame metallurgico. In Fig.<br />

9b si può notare che si è formata<br />

una regione di transizione<br />

spessa 0,1 mm tra l’acciaio al<br />

carbonio e l’HCWCI. In più<br />

tramite l’analisi SEM-EDX si<br />

trova una distribuzione di alcuni<br />

elementi intorno all’interfaccia<br />

del composito. In accordo<br />

con le analisi EDX mostrate in<br />

Fig. 10 lo spessore dello strato<br />

di diffusione degli elementi Cr<br />

e C erano rispettivamente circa<br />

0,1 e 0,2 mm.<br />

A temperature superiori alla<br />

temperatura di fusione dell’HCWCI<br />

durante il versamento<br />

nell’acciaio al carbonio<br />

gli elementi Cr e C gradualmente<br />

di dissolvono,<br />

creando una soluzione sovra<br />

satura vicina all’interfaccia<br />

Fig. 10 - Analisi SEM-EDX degli elementi nella zona di interfaccia del composito.<br />

del composito che al diminuire<br />

della temperatura tende a<br />

precipitare in accordo con i<br />

principi delle cinetiche di cristallizzazione<br />

sotto forma di<br />

fini carburi mostrati in Fig. 9<br />

nucleando e cristallizzando<br />

nella regione di transizione<br />

tra l’HCWCI e l’acciaio al<br />

carbonio.<br />

In Fig. 9 si notano anche delle<br />

mt. e 160 tonnellate/ora rispettivamente.<br />

Come mostrato in Fig. 4 i<br />

componenti compositi ed in<br />

acciaio legato sono stati assemblati<br />

e sistemati separatamente<br />

gli uni dagli altri nel<br />

mulino dagli autori. La prova è<br />

stata eseguita in ambiente bagnato<br />

di macinazione per cin-<br />

80<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>


TECNICO<br />

Numero<br />

del campione<br />

que mesi, come mostrato in<br />

Fig. 11a, si può notare che i<br />

componenti in composito<br />

hanno una resistenza all’usura<br />

maggiore di quelle in acciaio.<br />

Dopo otto mesi di servizio a<br />

tempo pieno i componenti<br />

sono stai smontati dal mulino.<br />

Dimensioni della<br />

sezione (mm)<br />

α k<br />

/(Jcm -2 )<br />

1 10 x 10 18,8<br />

2 10 x 10 20,2<br />

3 10 x 10 16,9<br />

Tab. 3 - Risultati della resilienza.<br />

Numero Dimensione della Tensione di Durezza<br />

del campione sezione (mm) flessione (MPa) (HRC)<br />

1 20 x 30 1.610 61,8<br />

2 20 x 30 1.745 62,3<br />

3 20 x 30 1.683 62,5<br />

Tab. 4 - Risultati della prova di flessione.<br />

Come visibile in Fig. 11b i<br />

componenti costruiti in acciaio<br />

al carbonio non sono più<br />

utilizzabili per la loro minima<br />

dimensione della pareti di circa<br />

10 mm, e le loro superfici<br />

di lavoro si presentano seriamente<br />

rovinate, deformate e<br />

completamente ossidate. Al<br />

contrario le superfici di lavoro<br />

dei componenti in composito<br />

hanno mantenuto il loro<br />

profilo originale e sono consumate<br />

uniformemente; la superficie<br />

bianco-argentea prova<br />

che i componenti in composito<br />

si sono ossidati leggermente<br />

sono grazie all’alto<br />

contenuto di Cr.<br />

La perdita in peso dei componenti<br />

in composito e di quelli<br />

in acciaio legato può essere<br />

osservata in Tab. 5, e si può<br />

notare che la vita di servizio<br />

del componente in composito<br />

è 3 volte più lunga di quella di<br />

un componente in acciaio legato.<br />

La differenza di resistenza<br />

all’usura tra i due componenti<br />

testati deriva dalla loro composizione<br />

e microstruttura, e<br />

può essere spiegata come di<br />

seguito: Dopo il trattamento<br />

Tipo di Numero dei Peso originale Perso attuale Perdita di peso Fattore di<br />

materiale campioni (kg) (kg) (kg) resistenza all’usura<br />

Composito 1 170 133 37 3<br />

2 170 138 32<br />

Acciaio legato 1 185 82 103 1<br />

2 185 81 104<br />

Tab. 5 - Perdita in peso in ambiente di macinatura umida.<br />

componenti in compositi<br />

componenti in<br />

acciaio legato<br />

componenti in<br />

compositi<br />

componenti in<br />

acciaio legato<br />

Fig. 11 - Confronto della resistenza all’usura dei componenti bimetallici in un mulino industriale ad ematite: a) Dopo 5 mesi di servizio b)<br />

Smontati dopo 8 mesi di servizio.<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong> 81


TECNICO<br />

termico la microstruttura dell’acciaio<br />

legato presenta una<br />

struttura di sola martensite.<br />

Diversamente la HCWCI del<br />

composito ha una struttura<br />

che dopo il trattamento termico<br />

consiste in carburi eutettici<br />

(M 7<br />

C 3<br />

) in una matrice<br />

principalmente martensitica.<br />

Conclusioni<br />

1) HCWCI e acciaio al carbonio<br />

compositi sono stati<br />

sviluppati e prodotti tramite<br />

processo liquido-liquido<br />

in LFC in modo efficace.<br />

In composito ha acquisito<br />

proprietà superiori,<br />

principalmente La durezza,<br />

un’elevata resistenza<br />

all’usura corrosiva, ed una<br />

ragionevole tenacità a frattura.<br />

2) In accordo con la microstruttura<br />

il legame nell’interfaccia<br />

del composito<br />

nella zona di legame tra lle<br />

componenti bimetalliche si<br />

è sfalsata in una conformazione<br />

come denti di cane,<br />

le due fasi metalliche non<br />

si sono miscelate ma presentano<br />

un eccellente stato<br />

di legame metallurgico.<br />

3) Dopo il trattamento termico<br />

i campioni ottenuti<br />

direttamente dai componenti<br />

in composito hanno<br />

subìto prove meccaniche. I<br />

risultati mostrano una durezza<br />

>61HRC, una tenacità<br />

a frattura α k<br />

>16.5<br />

J/cm 2 , ed una resistenza a<br />

flessione >1600MPa.<br />

4) Il confronto per la resistenza<br />

a corrosione tra un<br />

acciaio legato ed un composito<br />

bimetallico è stato<br />

eseguito in un mulino a<br />

sfere in ematite della WI-<br />

SCO. I risultati dimostrano<br />

una vita di servizio del<br />

composito di circa 3 volte<br />

maggiore di quello in acciaio<br />

legato.<br />

Tratto da Fonderie N. 46 – giugno/luglio<br />

2014<br />

Traduzione: F. Calosso<br />

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the lost foam process, Scripta Metall. Mater.<br />

33 (1995), 39-46.<br />

82<br />

Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>


Riduci gli sprechi<br />

e aumenta la tua competitività<br />

In un contesto in cui l’ottimizzazione di tutti centri di costo<br />

è necessaria per mantenere competitività soprattutto<br />

rispetto a competitors esteri, diventa cruciale e strategico<br />

estendere tale attività anche alle utilities energetiche.<br />

GESTIONE ENERGETICA<br />

Riduzione dei consumi per unità di prodotto<br />

• Variabili controllabili internamente<br />

• Ampi margini di intervento<br />

• Consolidamento dei savings<br />

MONITORAGGIO CONTINUO<br />

PROGRAMMARE<br />

FARE<br />

VERIFICARE<br />

AGIRE


INSERZIONISTI<br />

INSERZIONISTI<br />

INSERZIONISTI<br />

A<br />

ABB . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/13<br />

Abrasystem . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1<br />

ASK Chemical . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 - 41<br />

B<br />

Brain force . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/13<br />

C<br />

Carbones . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40<br />

Cavenaghi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Copertina 1 / 2-3<br />

Crossmedia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo II/15<br />

CSMT. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27<br />

E<br />

Eca Consult . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 75<br />

Ecotre . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo I/15<br />

Ekw Italia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 73<br />

Elkem. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4 - 63<br />

Emerson . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo I/15<br />

Energy Team . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 83<br />

Enginsoft . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/14<br />

Ervin Armasteel . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52<br />

Euromac . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17<br />

F<br />

Fae. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo II/13<br />

Farmetal SA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 87<br />

Faro. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31<br />

Fomet . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/13<br />

Fontanot . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32<br />

Foseco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23<br />

G<br />

Gerli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/14<br />

Gerli Metalli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6<br />

Guerra Autotrasporti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 84<br />

H<br />

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I<br />

Icm . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/14<br />

Imf . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 85<br />

Imic . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 42<br />

Impianti Morando. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/13<br />

Italiana Coke . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/14<br />

M<br />

Mazzon F.lli. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 61<br />

Metal Trading . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo 1V/13<br />

Montalbetti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/I3<br />

N<br />

Nitor. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9<br />

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Primafond . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 62<br />

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Sibelco Europe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo II/15<br />

Sidermetal . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22<br />

Sogemi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 72<br />

Speroni Remo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 54-55<br />

T<br />

Tesi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21<br />

Tiesse Robot. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43<br />

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V<br />

Vincon Guido . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo III/15<br />

Z<br />

Zappettini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 86<br />

Zetamet . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo IV/15<br />

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