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N.5 <strong>2015</strong><br />
ASSOFOND<br />
FEDERAZIONE<br />
NAZIONALE<br />
FONDERIE<br />
Poste Italiane S.p.A. - Anno XL-Pubblicazione bimestrale - Spedizione in A.P. - 70% - Filiale di Milano<br />
La <strong>rivista</strong> delle Fonderie<br />
di Metalli Ferrosi e Non Ferrosi
di Perno Lazzari Rodolfo & C. snc<br />
Via P. Tamburini, 2/4 - 25136 Brescia<br />
Tel. 030.2092656 - Fax 030.2099868<br />
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per acciaierie, fonderie di acciaio e di ghisa,<br />
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ivista<br />
La<br />
delle<br />
Fonderie<br />
di Metalli<br />
Ferrosi<br />
e Non<br />
industria<br />
fusoria<br />
Ferrosi<br />
N. 5 <strong>2015</strong><br />
SOMMARIO<br />
ASSOFOND<br />
in igne vita<br />
ASSOFOND<br />
FEDERAZIONE<br />
NAZIONALE<br />
FONDERIE<br />
Pubblicazione bimestrale tecnico-economico ufficiale<br />
per gli atti dell’Associa zione Nazionale delle Fonderie<br />
Autorizzazione Tribunale di Milano<br />
n. 307 del 19.4.1990<br />
Direttore Responsabile<br />
Silvano Squaratti<br />
ECONOMICO<br />
Bilanci d’acciaio <strong>2015</strong>........................................................................................................................10<br />
La nuova UNI EN ISO 9001:<strong>2015</strong>................................................................................................14<br />
LEGGE 13 luglio <strong>2015</strong>, n. 107 - BUONA SCUOLA..................................................................18<br />
Inaugurazione con inizio lezioni open per l’HPDC School,<br />
il primo master in pressocolata .................................................................................................... 24<br />
Il FARO indica le rotte del cambiamento .................................................................................. 28<br />
Lo sviluppo dei materiali per le centrali elettriche di potenza .............................................. 34<br />
Euroguss 2016 .................................................................................................................................. 36<br />
Direzione e redazione<br />
Federazione Nazionale Fonderie<br />
20090 Trezzano S/Naviglio (MI), Via Copernico 54<br />
Tel. 02/48400967 - Telefax 02/48401282<br />
www.assofond.it - info@assofond.it<br />
Gestione editoriale e pubblicità<br />
S.A.S. - Società Assofond Servizi s.r.l.<br />
20090 Trezzano S/Naviglio (MI), Via Copernico 54<br />
Tel. 02/48400967 - Telefax 02/48401282<br />
Amministrazione e abbonamenti<br />
S.A.S. - Società Assofond Servizi s.r.l.<br />
20090 Trezzano S/Naviglio (MI), Via Copernico 54<br />
Tel. 02/48400967 - Telefax 02/48401282<br />
Abbonamenti per l’Italia,<br />
anno <strong>2015</strong> 105,00 euro<br />
RUBRICA LEGALE<br />
Condizioni Generali di Contratto delle Fonderie Europee:<br />
edizione Maggio 2014 .................................................................................................................. 44<br />
Abbonamento per l’estero,<br />
anno <strong>2015</strong> 180,00 euro<br />
Una copia 12,91 euro, estero 20,66 euro<br />
Numeri arretrati il doppio<br />
Spedizioni in A.P. - 70% - Filiale di Milano<br />
i<br />
TECNICO<br />
Comportamento a fatica ad alta temperatura di una ghisa sferoidale Si-Mo.................. 56<br />
Processo di formazione di un blister in una lega di alluminio ................................................64<br />
Getti in lost foam di componenti compositi bimetallici in ghisa bianca<br />
al cromo/acciaio al carbonio ............................................................................................................76<br />
INDICE<br />
Inserzionisti ..........................................................................................................................................88<br />
Progetto Grafico<br />
Draghi Luciano<br />
<strong>2015</strong>4 Milano - Via Messina 47<br />
Tel. 02/3313321-33604352<br />
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Stampa<br />
Nastro & Nastro s.r.l.<br />
21010 Germignaga (Va) - Via Stehli, 15<br />
Tel. 0332/531463 - www.nastroenastro.it<br />
È vietata la riproduzione degli articoli e illustrazioni di<br />
Industria Fusoria senza autorizzazione e senza citare<br />
la fonte. La collaborazione alla Rivista è subordinata<br />
insindacabilmente al giudizio della Redazione.<br />
Le idee espresse dagli Autori non impegnano ne la<br />
Rivista ne Assofond e la responsabilità di quanto<br />
viene pubblicato rimane agli Autori stessi.<br />
La pubblicità che appare non supera il 50% della<br />
superficie totale del periodico.<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong> 7
ECONOMICO<br />
ECONOMICO<br />
F. Bonetti<br />
ECONOMICO<br />
ECONOMICO<br />
Bilanci d’acciaio <strong>2015</strong><br />
Il convegno annuale di Siderweb “Bilanci d’Acciaio” ha registrato<br />
un successo senza precedenti, catturando anche gli occhi<br />
di gran parte della stampa italiana, che ha dedicato ampio<br />
spazio ai risultati della ricerca. A colpire l’opinione della<br />
stampa sono stati sia la frenata della discesa dei risultati sia<br />
il raggiungimento di un utile di sistema che mancava nei bilanci<br />
da oltre tre anni. Interessanti, inoltre, i focus proposti dai diversi giornali locali sulle realtà di riferimento<br />
analizzate, capaci di dare anche uno spaccato più dettagliato delle performance di comparto.<br />
BILANCI 2030<br />
I numeri che presentiamo quest’anno ci descrivono un quadro generale<br />
ancora incerto. L’anno scorso dicevamo: “Siamo ad un bivio storico: la fase<br />
congiunturale che stiamo vivendo può portare ad un ulteriore e pesante<br />
indebolimento della nostra economia oppure può essere l’occasione<br />
per un rilancio fondato sui pilastri della conoscenza, dell’innovazione<br />
e della sostenibilità”.<br />
Dopo un anno dobbiamo constatare che siamo ancora allo stesso bivio,<br />
incerti ed incapaci di imboccare con decisone la via dello sviluppo.<br />
Questa è già la settima edizione di Bilanci d’Acciaio e, con i dati storici alla<br />
mano, possiamo permetterci alcune riflessioni che esulano dal day by<br />
dayper capire l’impatto che alcuni nodi della “grande trasformazione”<br />
hanno avuto sui conti delle nostre aziende.<br />
Mai come oggi si rivelano particolarmente stretti i legami tra i dati di bilancio<br />
e le tendenze di lungo periodo, tra i numeri che vanno letti con il<br />
microscopio e quelli da mettere a fuoco solo con un buon cannocchiale.<br />
Sono sotto gli occhi di tutti gli effetti indotti dalla globalizzazione (pensiamo<br />
solo all’impatto della over-capacity cinese sui prezzi delle materie prime<br />
e dei prodotti in acciaio) e dalla rivoluzione tecnologica che sta cambiando<br />
i modelli di business di tutti i settori. Ma non è finita qui…<br />
Per coglierne meglio gli effetti basterebbe mettere a confronto il bilancio<br />
della nostra azienda (o del nostro settore) di 15 anni fa, con quello attuale<br />
e, con uno sforzo di immaginazione ancora più ardito, provare ad immaginare<br />
il bilancio della nostra azienda al 31/12/2030.<br />
Non sappiamo con esattezza che mondo ci aspetta, se il mondo della<br />
grande stagnazione secolare come temono molti, quello dell’era dominata<br />
dalle macchine intelligenti o altro ancora.<br />
Sappiamo però che continueremo a produrre, distribuire ed utilizzare acciaio!<br />
E sappiamo anche che la nostra filiera dell’acciaio sta rispondendo<br />
ancora con troppa lentezza ai grandi cambiamenti degli ultimi decenni.<br />
E se non possiamo prevedere il futuro dobbiamo però fare in modo di<br />
poterlo affrontare vivendo le trasformazioni in atto da protagonisti e non<br />
da semplici comparse. In che modo? Concentrando tutte le nostre risorse<br />
sull’innovazione; che non è solo tecnologica ma anche logistica, della<br />
distribuzione, organizzativa, nella governance, nel marketing, nella comunicazione<br />
ecc..<br />
Solo se sapremo trasformarci da industria “pesante” ad industria “pensante”<br />
i conti al 31/12/2030 quadreranno ancora!<br />
Emanuele Morandi<br />
Lievi miglioramenti<br />
per i conti dell’acciaio<br />
italiano. Utili per 150<br />
milioni nel 2014<br />
“I bilanci, oggi più che mai, ci<br />
mostrano il panorama che, in<br />
un futuro prossimo, ci troveremo<br />
a vivere” ha dichiarato il<br />
presidente di Siderweb, Emanuele<br />
Morandi, durante il suo<br />
intervento di apertura del convegno<br />
Bilanci d’Acciaio, progetto<br />
condotto dalla Community<br />
dell’Acciaio in collaborazione<br />
con l’Università degli Studi di<br />
Brescia e giunto alla settima<br />
edizione.<br />
È proprio questa, infatti, l’essenza<br />
che sta alla base dell’unico<br />
studio italiano fondato sull’analisi<br />
dei bilanci del settore<br />
siderurgico: guardare le cifre di<br />
oggi per “intuire” opportunità<br />
e problemi che le imprese potranno<br />
trovarsi ad affrontare<br />
nei prossimi anni.<br />
Ma partiamo proprio dai numeri,<br />
affidati alla relazione di<br />
Claudio Teodori, prorettore<br />
dell’Università degli Studi di<br />
Brescia (Figg. 1-2-3). Numeri<br />
che non si possono considerare<br />
esaltanti, ma non sono allo<br />
stesso tempo privi di segnali<br />
positivi.<br />
10<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>
ECONOMICO<br />
Fig. 1<br />
Fig. 2<br />
12,0%<br />
10,0%<br />
8,0%<br />
6,0%<br />
4,0%<br />
2,0%<br />
0,0%<br />
-2,0%<br />
6,0%<br />
5,0%<br />
4,0%<br />
3,0%<br />
2,0%<br />
1,0%<br />
Analisi evolutiva della situazione economico-finanziaria<br />
delle imprese del settore acciaio<br />
LA REDDITIVITÀ NETTA - TRIENNIO<br />
PROD DI STR CS ROTT<br />
2014 2013 2012<br />
LA REDDITIVITÀ OPERATIVA - TRIENNIO<br />
“Nel 2014 c’è stato un decremento<br />
contenuto del fatturato<br />
– ha spiegato Claudio Teodori<br />
-, che per la filiera siderurgica<br />
stretta si è attestato a<br />
40,7 miliardi di euro (-1,5% rispetto<br />
al 2013) al quale però<br />
ha fatto fronte un recupero<br />
sia del valore aggiunto, sia dell’EBITDA<br />
(salito del 7,7% a<br />
2,5 miliardi di euro)”. Inoltre,<br />
dopo un 2013 caratterizzato<br />
da una perdita complessiva<br />
del settore di circa 76 milioni<br />
di euro, nel 2014 l’utile netto<br />
totale è stato di 149,6 milioni<br />
di euro, il che si può leggere<br />
come “un modesto segnale di<br />
ripresa”. Le aziende, ha commentato<br />
Teodori, “sono entrate<br />
nel <strong>2015</strong> con una situazione<br />
che si può definire stazionaria,<br />
quasi di attesa, anche se<br />
alcuni indicatori sono migliorati”.<br />
Complessivamente, “il<br />
business tiene, ma i valori sono<br />
rischiosamente bassi” ha<br />
aggiunto Teodori “così come è<br />
preoccupante il valore aggiunto<br />
sul fatturato - +1% -, non<br />
più sufficiente”.<br />
Ma l’acciaio italiano, in quale<br />
contesto si sta muovendo?<br />
“Lo scenario mondiale è contraddistinto<br />
da commercio<br />
estero e Pil in crescita inferiore<br />
alle stime (Tab 1) -ha spiegato<br />
Gianfranco Tosini, responsabile<br />
dell’Ufficio Studi di<br />
Siderweb nel corso della propria<br />
relazione- così come l’inflazione<br />
ha lasciato il posto alla<br />
deflazione”.<br />
Fig. 3<br />
0,0%<br />
PROD DI STR CS ROTT<br />
2014 2013 2012<br />
Entrando più nel dettaglio,<br />
però, non si può non menzionare<br />
il tema del calo delle quo-<br />
I bilanci del 2014 delle oltre<br />
800 aziende della filiera siderurgica<br />
“stretta”, infatti, hanno<br />
evidenziato il 76% del totale<br />
che hanno chiuso in utile, a<br />
fronte del 70% registrato nel<br />
2013. Il 50% del totale, inoltre,<br />
ha evidenziato un aumento del<br />
fatturato, così come torna in<br />
territorio positivo il sistema<br />
che ritrova l’attivo, a fronte di<br />
un 2013 in perdita complessiva.<br />
Aree Var. % PIL 2014/13 Var. % Pil 2014/2007<br />
Paesi sviluppati 1,8 6,0<br />
UE 1,5 1,8<br />
USA 2,4 7,3<br />
Giappone -0,1 0,6<br />
Paesi emergenti e in via di sviluppo 4,6 44,1<br />
CIS 1,0 19,7<br />
Paesi asiatici 6,8 66,0<br />
America latina 1,3 22,8<br />
Medio Oriente e Nord Africa 2,6 30,2<br />
Africa Sub-Sahariana 5,0 42,8<br />
Tab. 1 – Pil 2014 (Var % rispetto al 2013 e al 2007)<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong> 11
ECONOMICO<br />
Fig. 4<br />
TREND MATERIE PRIME - (indici: gennaio 2008=100)<br />
Fonte: elaborazioni su dati FMI, EIA e IEA.<br />
lancia, oggi, mostri un andamento<br />
opposto”. Ma torniamo,<br />
quindi, ai numeri analizzati<br />
grazie a Bilanci d’Acciaio. “La<br />
redditività della maggior parte<br />
dei segmenti nel quale si articola<br />
la filiera siderurgica (produzione<br />
di semilavorati in acciaio,<br />
produzione di tubi e distribuzione<br />
di acciaio) ha avuto<br />
performance migliori in Italia<br />
rispetto alla media Ue -ha<br />
aggiunto Gianfranco Tosini-.<br />
Per questi tre comparti, l’utile<br />
si è attestato rispettivamente<br />
all’1,5%, al 4,1% ed allo 0,6%<br />
dei ricavi, contro il -0,3%, il -<br />
3,6% e lo 0,1% dei concorrenti<br />
europei”. Soffrono, invece, i<br />
produttori italiani di acciaio al<br />
carbonio e inox, con performance<br />
inferiori rispetto all’Europa.<br />
“La redditività delle<br />
aziende europee - ha continuato<br />
Tosini – è però al di sotto<br />
della media mondiale (in base<br />
ad un confronto tra i risultati<br />
delle prime 70 aziende siderurgiche<br />
globali), con un ebit<br />
tazioni delle materie prime e<br />
dell’energia (Fig. 4). In questo<br />
quadro, l’Italia dell’acciaio è caratterizzata<br />
da “stagnazione<br />
della domanda interna, commercio<br />
estero in calo, un incremento<br />
dell’1,1% del consumo<br />
apparente nel 2014 a fronte del<br />
2013 e un tasso di utilizzo della<br />
capacità installata in erosione”<br />
continua Tosini.<br />
Anche i settori utilizzatori<br />
(Tab. 2) – per i quali è doveroso<br />
spostare l’asse di confronto<br />
al periodo pre crisi - “le notizie<br />
positive si concentrano nell’automotive<br />
e nella produzione di<br />
mezzi di trasporto, benché in<br />
maniera più contenuta rispetto<br />
all’andamento positivo registrato<br />
nella media Ue”.<br />
SETTORI UTILIZZATORI<br />
Alcuni numeri curiosi, Tosini li<br />
ha presentati in relazione al<br />
calo dei prezzi delle materie<br />
prime che hanno evidenziato<br />
una convenienza che sembra<br />
pendere per la produzione da<br />
altoforno, rispetto a quella<br />
elettrosiderurgica. “Torniamo<br />
al 2008: una tonnellata di acciaio<br />
da ciclo integrale aveva<br />
un costo di produzione pari a<br />
677,8 dollari, a fronte di 540,7<br />
dollari del costo della produzione<br />
da forno elettrico. –<br />
spiega il responsabile del Centro<br />
Studi di Siderweb – Oggi i<br />
numeri sono molto cambiati:<br />
370,8 dollari la tonnellata da<br />
minerale e 440,7 dollari da<br />
rottame. È evidente che la bi-<br />
% SU CONSUMO<br />
DI ACCIAIO<br />
VARIAZIONE % PRODUZIONE<br />
ITALIA<br />
2014/13 2014/07 2014/12 2014/07<br />
COSTRUZIONI 35% 2,9 -19,4 -7,0 -42,0<br />
AUTOMOTIVE 18% 5,4 0,6 3,5 -36,2<br />
MACCHINE E APPARECCHI MECCANICI 14% 1,0 -9,6 -0,9 -24,9<br />
PRODOTTI IN METALLO 14% 1,5 -15,8 -0,1 -30,4<br />
TUBI 13% 1,1 -25,2 4,8 -21,6<br />
ELETTRODOMESTICI 3% -2,4 -35,1 -2,1 -54,7<br />
ALTRI MEZZI DI TRASPORTO 2% 0,9 11,1 11,0 -20,3<br />
CONSUMO REALE DI ACCIAIO TOTALE 2,2 -25,9 0,7 -34,1<br />
CONSUMO APPARENTE DI ACCIAIO TOTALE 3,5 -27,0 1,1 -35,5<br />
Tab. 2 – Variazione % dei tassi di attività dei settori utilizzatori di acciaio nell’UE e in Italia.<br />
AREE/PAESI<br />
VAR. RICAVI<br />
_ EBIT__<br />
RICAVI<br />
UTILE<br />
(Milioni €)<br />
UE<br />
____UTILE_____<br />
PATRIMONIO<br />
PATRIMONIO<br />
ATTIVO<br />
2014 2013 2014 2013 2014 2013 2014 2013 2014 2013<br />
UE 2,3% -5,0% 4,2% 2,0% -107 -3.686 -0,1% -3,7% 0,4 0,4<br />
TURCHIA 25,7% -19,5% 14,9% 12,3% 700 330 17,4% 9,6% 0,5 0,5<br />
RUSSIA E UCRAINA -6,9% -11,0% 13,9% 6,7% -6.426 -3.982 -31,2% -11,0% 0,3 0,4<br />
USA 22,9% -9,7% 5,3% 3,2% 817 -680 6,3% -5,7% 0,4 0,4<br />
AMERICA LATINA 4,2% -9,8% 8,5% 9,3% 799 835 3,4% 3,6% 0,4 4,0<br />
COREA 17,4% -8,7% 5,0% 4,4% 909 1.337 2,0% 3,3% 0,5 0,5<br />
GIAPPONE 3,2% -7,5% 5,9% 4,9% 3.375 3.467 7,4% 8,6% 0,5 0,4<br />
CINA 1,9% -2,1% 3,1% 2,0% 1.940 1,414 3,2% 2,6% 0,4 0,4<br />
INDIA 18,4% -1,0% 7,2% 8,2% 49 914 0,3% 7,4% 0,3 0,3<br />
MONDO 5,2% -6,2% 5,6% 3,8% 1.933 -207 0,6% -0,1% 0,4 0,4<br />
Tab. 3 – Confronti internazionali.<br />
sui ricavi del 4,2% contro il<br />
5,6% mondiale” (Tab. 3).<br />
Inoltre, seppur in miglioramento,<br />
le industrie siderurgiche<br />
europee nel 2014 hanno<br />
fatto registrare una perdita<br />
complessiva di 107 milioni di<br />
euro (-3,7 miliardi nel 2013),<br />
confermando che l’Ue è l’area<br />
12<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>
ECONOMICO<br />
più in difficoltà a livello internazionale<br />
dopo Russia e<br />
Ucraina, le cui acciaierie nel<br />
2014 hanno perso oltre 6,5<br />
miliardi di euro. Buone le<br />
performance giapponesi (+3,4<br />
miliardi di euro), della Cina<br />
(+1,9 miliardi di euro), della<br />
Turchia (+700 milioni di euro),<br />
della Corea del Sud (+909<br />
milioni di euro) e degli USA,<br />
passati da -680 milioni di euro<br />
nel 2013 a +817 milioni di euro<br />
l’anno scorso. Questi numeri,<br />
queste analisi – come affermato<br />
dal presidente di Siderweb<br />
– devono necessariamente<br />
rappresentare uno<br />
strumento per la lettura del<br />
futuro del settore siderurgico<br />
nazionale. Ma Siderweb ha intenzione<br />
di fornire, nei prossimi<br />
mesi, un ulteriore aiuto alla<br />
filiera dell’acciaio nazionale.<br />
“Il percorso di studio sul futuro<br />
del settore non si ferma<br />
con Industria e Acciaio 2030,<br />
(lo studio presentato nel corso<br />
dell’ultima edizione di Made<br />
in Steel) infatti, nella primavera<br />
del 2016 la Community<br />
dell’Acciaio organizzerà<br />
gli Stati Generali della Siderurgia<br />
all’interno dei quali<br />
verranno coinvolte le istituzioni<br />
europee e nazionali, le<br />
imprese, i sindacati e tutti i<br />
soggetti le cui riflessioni potranno<br />
risultare vitali per<br />
uscire dalle riflessioni day by<br />
day, e buttarci seriamente verso<br />
il futuro”.<br />
Fiorenza Bonetti<br />
Editor Sedierweb spa<br />
BILANCI D’ACCIAIO <strong>2015</strong><br />
Ecco gli otto vincitori degli «Oscar» di bilancio per i risultati 2014<br />
Non solo dati ed analisi ma anche riconoscimenti a chi<br />
ha saputo ottenere i risultati migliori. L’edizione <strong>2015</strong><br />
di Bilanci d’acciaio è stata anche questo. Al termine del<br />
convegno sono infatti stati consegnati quelli che si potrebbero<br />
ribattezzare gli «Oscar» di bilancio per le<br />
aziende di fatturato superiore ai 2 milioni di euro che<br />
hanno saputo meglio performare nel 2014 tra le categorie:<br />
produzione, prima trasformazione, trafilerie e lavorazione<br />
filo, fonderie, commercio acciaio, commercio<br />
di rottame e ferroleghe, forge e stampaggio acciaio e<br />
centri servizio acciaio.<br />
La classifica finale, spiega Claudio Teodori, prorettore<br />
dell’Università degli Studi di Brescia e presidente<br />
della commissione che ha assegnato il premio, è stata<br />
stilata mediando due diverse metodologie: “la distanza,<br />
per ciascun indicatore, dal valore medio attraverso<br />
un processo di standardizzazione che permette<br />
un’immediata comparabilità tra valori con caratteristiche<br />
e scale di misura diverse e la posizione<br />
relativa assunta, sempre attraverso un processo di<br />
standardizzazione, per ciascun indicatore utilizzato”.<br />
• Produzione:<br />
ITALFOND<br />
• Prima trasformazione:<br />
ILTA INOX<br />
• Trafilerie e lavorazioni da filo:<br />
SIDER LAMINATI<br />
• Forge e stampaggio a caldo:<br />
LUCCHINI RS<br />
• Fonderie:<br />
PAROLA E LURAGHI<br />
• Centri servizio acciaio:<br />
DELNA<br />
• Commercio di acciaio:<br />
EDILFERRO<br />
• Commercio di rottame e ferroleghe:<br />
S.I.R.MET.<br />
Società Industriale Recupero Metalli<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong> 13
ECONOMICO<br />
ECONOMICO<br />
M. Prando<br />
ECONOMICO<br />
ECONOMICO<br />
La nuova UNI EN ISO 9001:<strong>2015</strong><br />
M. Favini<br />
Lo scorso 24 Settembre, è stata<br />
pubblicata la norma internazionale<br />
UNI EN ISO 9001:<strong>2015</strong><br />
lo standard per la gestione della<br />
qualità più diffuso al mondo.<br />
La nuova versione della norma,<br />
che ritira e sostituisce la precedente<br />
del 2008, ha in sé la revisione<br />
più rilevante sin dal 2000<br />
ed è stata definita tenendo in<br />
considerazione l’attuale panorama<br />
economico.<br />
Il nuovo standard si adatta ad<br />
ogni tipo di organizzazione<br />
senza distinzione di settore o<br />
dimensione, offre numerosi benefici<br />
alle organizzazioni e rappresenta<br />
non solo uno strumento<br />
per la gestione della<br />
qualità ma anche per migliorare<br />
l’efficienza dei processi e la<br />
soddisfazione dei clienti.<br />
Di seguito riportiamo una sintesi<br />
delle principali novità della<br />
nuova norma.<br />
Ristrutturazione della<br />
norma secondo la HLS<br />
(High Level Structure)<br />
La prima grande differenza tra<br />
la norma UNI EN ISO 9001-<br />
<strong>2015</strong> e la precedente è nella<br />
struttura: I titoli dei capitoli, dei<br />
sottocapitoli, nonché la presentazione<br />
delle clausole e dei paragrafi<br />
sono stati completamente<br />
rivisti.<br />
La nuova struttura non modifica,<br />
di fatto, né il fondamento né<br />
le esigenze della norma ma rappresenta<br />
una evoluzione che,<br />
per una volontà strategica dell’ente<br />
normatore internazionale,<br />
si applica progressivamente a<br />
tutte le norme sui sistemi di gestione<br />
ISO.<br />
Questa struttura nuova e comune<br />
nasce con lo scopo di facilitare<br />
le aziende e le organizzazioni<br />
nell’integrazione di tutto o parte<br />
dei diversi sistemi di gestione<br />
e di ottenere un sistema di gestione<br />
unificato.<br />
Diventa così più semplice per<br />
un’azienda includere nel proprio<br />
sistema di gestione gli elementi<br />
di altre norme che considera<br />
pertinenti: elementi della norma<br />
ambientale ISO14001-<strong>2015</strong>, elementi<br />
della norma di gestione<br />
dell’energia ISO50001 o addirittura<br />
elementi della futura norma<br />
ISO45001 sulla gestione della salute<br />
e della sicurezza sul lavoro.<br />
La gestione dei rischi<br />
diventa una colonna<br />
portante della norma<br />
Ogni evoluzione importante<br />
della norma introduce un concetto<br />
che permette alle aziende<br />
certificate di raggiungere un livello<br />
superiore di maturità.<br />
La gestione dei rischi con un approccio<br />
“risk-based” diventa un<br />
elemento fondamentale della<br />
norma revisionata: l’individuazione<br />
dei rischi, la loro qualificazione,<br />
la loro gestione. La qualità<br />
è un risultato della corretta gestione<br />
di questi rischi, che vanno<br />
al di là del perimetro del prodotto<br />
o del servizio offerto: non<br />
ci può essere qualità se non si è<br />
in grado di offrire al cliente, a<br />
14<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>
ECONOMICO<br />
Anche un fornitore che consegna<br />
i materiali in ritardo, infine,<br />
può comportare dei rischi che<br />
andranno valutati prima di decidere<br />
se acquistare da lui.<br />
lungo termine, un prodotto o un<br />
servizio conforme. Il rischio ha il<br />
suo corollario opposto: l’opportunità.<br />
La norma UNI EN ISO<br />
9001:<strong>2015</strong> comprende anche<br />
questo concetto d’incertezza<br />
positiva.<br />
Ovviamente il concetto di rischio<br />
è un concetto aggiuntivo<br />
che non sostituisce affatto i concetti<br />
precedenti. Al contrario, si<br />
integra con questi ultimi e li<br />
completa. Il processo ed il PD-<br />
CA restano quindi 2 colonne<br />
basilari.<br />
Gestire il rischio vuol dire anche<br />
agire per un miglioramento permanente:<br />
un’azione correttiva<br />
corrisponde ad un rischio mal<br />
individuato o mal gestito, un’azione<br />
preventiva fa fronte ad un<br />
rischio, quello di una non<br />
conformità probabile ma non<br />
ancora avvenuta.<br />
Quello che sta a cuore alla<br />
nuova norma è soprattutto il<br />
fatto che tutti finalmente capiscano<br />
che mettere in piedi un<br />
Sistema Qualità non significa<br />
affiancare al lavoro quotidiano<br />
qualcosa di artificioso scandito<br />
da procedure che non leggerà<br />
mai nessuno perché il nostro<br />
modo di lavorare di tutti i giorni<br />
e il Sistema Qualità devono<br />
essere la stessa cosa.<br />
Non dovete pensare, quindi, che<br />
questo nuovo requisito inserito<br />
nella ISO 9001:<strong>2015</strong> significhi<br />
produrre altra carta da affiancare<br />
a quella che avete già prodotto<br />
per descrivere come funziona<br />
il vostro sistema. E’ vero, infatti,<br />
che il risk management può essere<br />
considerato come l’ossatura<br />
del nuovo documento ma<br />
non è forse vero che le organizzazioni<br />
più avvedute valutano e<br />
analizzano i rischi su base giornaliera?<br />
Quante volte, infatti, ci chiedono<br />
se sia o meno il caso di portare<br />
avanti un progetto (facendo una<br />
semplice analisi dei costi e dei<br />
benefici) o quali siano i rischi associati<br />
all’acquisto di un nuovo<br />
strumento o di un nuovo macchinario,<br />
soprattutto nel caso di<br />
una formazione non ottimale<br />
degli operatori che dovranno<br />
utilizzarli?<br />
E chi, cambiando il proprio<br />
software, non si è soffermato a<br />
pensare a come affrontare il periodo<br />
della sua introduzione per<br />
gestire al meglio quel lasso di<br />
tempo in cui non tutti sono ancora<br />
in grado di padroneggiare il<br />
nuovo programma?<br />
E i rischi legati alla consegna di<br />
un prodotto particolare non<br />
vengono forse considerati?<br />
E che dire dei Commerciali che<br />
devono decidere se tentare di<br />
penetrare in un nuovo mercato<br />
oppure no? Non fanno forse<br />
un’analisi dei rischi?<br />
Siamo certi, insomma, che ognuno<br />
di voi abbia ben chiaro quello<br />
di cui stiamo parlando e abbia<br />
preso coscienza che, all’interno<br />
della sua organizzazione, si fa regolarmente<br />
un’analisi dei rischi<br />
anche più volte al giorno. Se la<br />
vostra è un’organizzazione che si<br />
mantiene bene sul mercato è<br />
certo, infatti, che stiate già facendo<br />
una seria analisi dei rischi nei<br />
quali potrebbe incorrere. Il risk<br />
management nella ISO 9001:<strong>2015</strong><br />
richiede semplicemente che venga<br />
data evidenza di come e quando<br />
gli stessi siano stati valutati e<br />
dei piani previsti per affrontarli.<br />
La leadership<br />
L’impegno per la qualità attraverso<br />
una leadership responsabile<br />
e visibile è rinforzato. La<br />
nuova UNI EN ISO 9001:<strong>2015</strong><br />
richiede che il management dimostri,<br />
più di prima, di avere il<br />
controllo del Sistema Qualità<br />
della propria organizzazione, di<br />
essere coinvolto nella Qualità e<br />
di esercitare una certa leadership<br />
portando avanti tutta una<br />
serie di attività che possiamo<br />
riassumere in questo modo:<br />
• prendersi la responsabilità<br />
dell’efficacia del Sistema Qualità;<br />
• stabilire, riesaminare periodicamente<br />
e rendere disponibile<br />
come informazione documentata<br />
la Politica per la Qualità<br />
facendo in modo che sia<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong> 15
ECONOMICO<br />
adeguata allo scopo dell’organizzazione<br />
e al contesto nel<br />
quale opera;<br />
• pensare la Politica per la Qualità<br />
come una struttura per<br />
fissare e riesaminare periodicamente<br />
gli obiettivi della<br />
Qualità;<br />
• assicurarsi che dalla Politica<br />
emerga l’impegno dell’organizzazione<br />
nel soddisfare i requisiti<br />
e nel migliorare su base<br />
continua;<br />
• assicurarsi che la Politica sia<br />
compatibile con la strategia<br />
decisa per l’organizzazione;<br />
• comprendere a fondo, comunicare<br />
e applicare la Politica<br />
per la Qualità;<br />
• fare in modo che il Sistema<br />
Qualità sia integrato con i<br />
normali processi aziendali;<br />
• far sì che vengano messe a disposizione<br />
le risorse necessarie<br />
per la gestione del Sistema<br />
Qualità;<br />
• assicurarsi che il Sistema<br />
Qualità raggiunga i risultati attesi;<br />
• fare in modo che i requisiti<br />
dei clienti e quelli normativi<br />
siano determinati e vengano<br />
soddisfatti;<br />
• individuare e analizzare i rischi<br />
e le opportunità che potrebbero<br />
riguardare la conformità<br />
di prodotti e servizi o la<br />
capacità dell’organizzazione di<br />
soddisfare la clientela;<br />
• coinvolgere le persone nel lavoro<br />
relativo alla Qualità, supportarle<br />
e guidarle;<br />
• fare in modo che le persone<br />
comprendano l’approccio per<br />
processi;<br />
• impegnarsi per il miglioramento<br />
continuo;<br />
• comunicare quanto sia importante<br />
una gestione efficace<br />
della Qualità e la conformità<br />
ai requisiti;<br />
• supportare i manager nel dimostrare<br />
la propria leadership<br />
per ciò che riguarda la rispettiva<br />
area di responsabilità;<br />
• fare in modo che responsabilità<br />
e autorità siano ben chiare<br />
a tutti, almeno per ciò che<br />
riguarda la verifica che il Sistema<br />
Qualità sia in linea con i<br />
requisiti della ISO 9001:<strong>2015</strong>,<br />
il monitoraggio dei processi<br />
per verificare che diano gli<br />
output attesi, il concentrarsi<br />
sul cliente e il mantenere l’integrità<br />
del Sistema Qualità anche<br />
se ci sono modifiche.<br />
Occorrerà, inoltre, assicurarsi<br />
che sia ben chiaro chi dovrà<br />
occuparsi delle performance<br />
delle diverse aree del Sistema,<br />
chi dovrà cogliere eventuali opportunità<br />
di miglioramento e<br />
chi si farà carico di individuare<br />
la necessità di cambiare e di innovarsi.<br />
Tutto questo è ben spiegato all’interno<br />
dei paragrafi 5.1 e 9.3<br />
(che si occupano, in particolare,<br />
del riesame della Direzione) e<br />
nel paragarfo B3 dell’Annex B<br />
dove si presenta per esteso l’idea<br />
di leadership.<br />
Rispetto alla ISO 9001:2008 vediamo<br />
che l’estensione dei requisiti<br />
è maggiore perché lo scopo<br />
è quello di coinvolgere maggiormente<br />
il top management<br />
nel lavoro sulla Qualità.<br />
La lista di attività che la Direzione<br />
deve dimostrare di svolgere<br />
regolarmente si allunga e, anche<br />
se in alcuni casi possono essere<br />
delegate, occorrerà assicurarsi<br />
che vengano svolte nella maniera<br />
corretta.<br />
Il manuale di qualità è<br />
destinato a<br />
scomparire?!<br />
Da sempre colonna portante<br />
della norma, il manuale di qualità<br />
è destinato a scomparire?<br />
In effetti la nuova norma non richiede<br />
più che l’organizzazione<br />
certificata tenga aggiornato un<br />
manuale di qualità, tuttavia è<br />
sempre necessario documentare,<br />
mantenere e conservare le<br />
informazioni pertinenti. Un manuale<br />
di qualità resta un elemento<br />
di risposta possibile a questa<br />
esigenza, anche se non è l’unico.<br />
L’obiettivo della norma è prendere<br />
in considerazione le evoluzioni<br />
tecnologiche ed etico-sociali.<br />
Le informazioni non sono<br />
più strutturate, organizzate, gestite,<br />
conservate, diffuse e accessibili<br />
come 20 anni fa quando il<br />
supporto cartaceo regnava sovrano.<br />
Questa evoluzione permette altresì<br />
una maggiore flessibilità<br />
nell’organizzazione delle aziende;<br />
sarà possibile essere in<br />
conformità con la norma senza<br />
mettere in pericolo una certa<br />
forma di flessibilità gestionale, se<br />
i principi fondamentali saranno<br />
rispettati.<br />
I tempi della<br />
transizione<br />
Le aziende hanno tre anni, dalla<br />
data di pubblicazione della nuova<br />
norma, per effettuare la<br />
transizione. La transizione dovrà<br />
quindi essere completata<br />
entro, al massimo, il 24 Settembre<br />
2018.<br />
16<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>
DENTRO di NOI:<br />
la POTENZA!<br />
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Euromac srl<br />
36035 Marano Vic.<br />
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ww.
ECONOMICO<br />
ECONOMICO<br />
ECONOMICO<br />
ECONOMICO<br />
LEGGE 13 luglio <strong>2015</strong>, n. 107<br />
BUONA SCUOLA<br />
La riforma Renzi-Giannini ha reso l’alternanza scuola-lavoro obbligatoria<br />
per tutti gli studenti a partire dalle classi terze delle scuole superiori.<br />
Le ore di formazione “on the job” sono salite ad almeno 400 negli istituti<br />
tecnici e professionali (almeno 200 nei licei) e il Miur ha inviato ai presidi<br />
una circolare di 94 pagine per illustrare tutte le novità in vigore da settembre.<br />
E oggi tocca alle imprese.<br />
Con l’approvazione della riforma<br />
della scuola, l’Italia sembra<br />
aver finalmente riconosciuto,<br />
sul piano culturale e legislativo,<br />
l’insostituibile valenza formativa<br />
del lavoro.<br />
L’introduzione dell’alternanza<br />
scuola-lavoro apre agli studenti<br />
le porte delle imprese, delle associazioni,<br />
delle istituzioni e di<br />
tutti quegli ambienti extra-scolastici<br />
che possono contribuire<br />
alla loro crescita formativa ed<br />
al loro orientamento.<br />
Questa duplice svolta, tuttavia,<br />
richiede una riflessione a tutto<br />
campo affinché diventi davvero<br />
l’inizio di un processo duraturo<br />
e non un’operazione isolata.<br />
Per vincere questa sfida occorre<br />
mettere a sistema modelli<br />
ed esperienze già maturate in<br />
modo che possano rappresentare<br />
un riferimento per le<br />
scuole e per le imprese che,<br />
pur riconoscendo l’importanza<br />
dell’alternanza, si domandano<br />
come si possa effettivamente<br />
realizzare nel proprio ambito di<br />
riferimento.<br />
Il vademecum<br />
per le aziende<br />
L’alternanza si farà prevalentemente<br />
nelle aziende: ma i datori<br />
sono pronti? A loro guarda<br />
Confindustria che ha voluto<br />
dedicare a questo tema la seconda<br />
giornata dell’Education<br />
che si i è svolta a Roma, il 13<br />
ottobre scorso, presso l’Aula<br />
Magna dell’Università Luiss.<br />
Per l’occasione è stato preparato<br />
un manuale di istruzioni<br />
per gli imprenditori; una sorta<br />
di “vademecum” che offre suggerimenti<br />
pratici per le imprese<br />
e una rassegna di buone<br />
pratiche, provenienti dalle associazioni<br />
industriali di Confindustria,<br />
che possono rappresentare<br />
dei modelli di riferimento<br />
nel lungo cammino<br />
sulla via italiana dell’alternanza<br />
scuola-lavoro.<br />
Il presupposto è che l’alternanza<br />
trasformerà in maniera significativa<br />
l’attuale assetto del sistema<br />
educativo ed è necessario<br />
affrontare il cambiamento<br />
con un’informazione e una formazione<br />
adeguata. Il manuale<br />
nasce dall’ascolto dei territori e<br />
delle categorie del sistema Confindustria,<br />
ma anche dal confronto<br />
con autorevoli esperti di<br />
Education: l’obiettivo è accompagnare<br />
la realizzazione pratica<br />
del processo di riforma della<br />
scuola che fa della formazione<br />
sul lavoro uno dei suoi punti più<br />
innovativi e caratterizzanti.<br />
Partendo dal quadro di riferimento<br />
europeo il testo spiega<br />
in sintesi il cambio di paradigma<br />
culturale, organizzativo e didattico<br />
che l’alternanza scuola-lavoro<br />
apporta al Paese. Nel dettaglio<br />
si riassumono i vantaggi<br />
e i benefici che il nuovo<br />
corso dell’alternanza potrà apportare<br />
a scuola e imprese, la<br />
cui reciproca collaborazione è<br />
indispensabile per la buona riuscita<br />
della riforma.<br />
18<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>
ECONOMICO<br />
IL CAMBIO DI PARADIGMA<br />
Finora i periodi di “studio e lavoro”<br />
hanno interessato una<br />
fetta marginale degli alunni italiani,<br />
poco più di 200mila, pari al<br />
10% circa degli studenti delle<br />
superiori. Con l’alternanza obbligatoria<br />
cambia il paradigma<br />
di riferimento culturale, organizzativo<br />
e didattico: il “vademecum”<br />
di Confindustria riassume,<br />
quindi, vantaggi e benefici<br />
che la “nuova” alternanza potrà<br />
apportare a scuole e imprese,<br />
la cui reciproca collaborazione<br />
è ora indispensabile.<br />
LE ISTRUZIONI<br />
PER GLI IMPRENDITORI<br />
Nel manuale pratico si fornisco<br />
i dettagli su come attivare<br />
i percorsi di alternanza scuola-lavoro:<br />
a partire dalla coprogettazione<br />
che coinvolge,<br />
su piani di comune responsabilità,<br />
scuole e imprese che<br />
nel vademecum possono trovare<br />
un riferimento utile per<br />
capire come incontrarsi.<br />
La guida chiarisce inoltre<br />
aspetti pratici quali le norme<br />
di sicurezza, la gestione dei<br />
costi di trasporto, la formazione<br />
di tutor scolastici e<br />
aziendali.<br />
C’è anche un paragrafo dedicato<br />
alla co-valutazione, responsabilità<br />
di scuola e impresa,<br />
che potrà esprimersi anche<br />
in occasione dell’esame di<br />
Stato: un’occasione per garantire<br />
agli studenti che seguono<br />
percorsi di alternanza una valutazione<br />
completa sulle competenze<br />
sviluppate durante il<br />
percorso formativo.<br />
Le 10 proposte di<br />
Confindustria<br />
per migliorare<br />
l’alternanza<br />
Le imprese sono, quindi, pronte<br />
a dare il loro contributo per<br />
garantire veri percorsi di alternanza<br />
e non semplici gite scolastiche.<br />
Per questo, Confindustria<br />
chiede al governo di migliorare<br />
alcuni aspetti contenuti<br />
nella riforma Renzi-Giannini.<br />
In particolare, si formulano 10<br />
proposte:<br />
INCENTIVI<br />
Le imprese sono disponibili ad<br />
aprire le porte dell’azienda agli<br />
studenti. Ma per supportare<br />
questo sforzo chiedono un aiuto<br />
all’esecutivo: incentivi e sgravi<br />
fiscali.<br />
INCONTRO DEL CTS<br />
CENTRO TURISTICO STUDENTESCO E GIOVANILE - PRESSO FONDERIE ARIOTTI<br />
La fonderia Ariotti ha ospitato, Il 14 ottobre scorso,<br />
presso la propria sede di Adro, l’incontro del<br />
CTS Comitato Tecnico Scientifico della Scuola superiore<br />
di Palazzolo dedicato all’avvicinamento<br />
“scuola-industria”<br />
La giornata ha visto la partecipazione di 28 presenze,<br />
tra imprenditori locali, Dirigenti di Assofond e<br />
di AIB, Dirigenti e docenti di ITIS e Liceo nonché i<br />
titolari ed alcuni rappresentanti dello Staff della<br />
Fonderia Ariotti.<br />
OBIETTIVO<br />
L’obiettivo è quello di creare una collaborazione<br />
tra scuola e azienda per far fronte in modo propositivo<br />
e utile alle disposizioni derivanti dalla LEG-<br />
GE 13 luglio <strong>2015</strong>, n. 107 - Buona Scuola.<br />
ARGOMENTI TRATTATI<br />
Oliva Marella, Dirigente scolastico, dell’Istituto<br />
Marzoli di Palazzolo, durante l’incontro, ha evidenziato<br />
la necessità di trovare aziende disposte ad<br />
accogliere in modo favorevole questa richiesta di<br />
collaborazione: solo all’istituto Marzoli ci sono 300<br />
alunni delle classi terze coinvolte in questo primo<br />
anno di alternanza obbligatoria.<br />
Compito della scuola è individuare i tutor (uno<br />
per ogni classe) e stabilire il periodo più favorevole<br />
in cui svolgere l’attività di alternanza.<br />
La Dirigente scolastica ha dichiarato che le esperienze<br />
di alternanza degli alunni possono essere<br />
personalizzate anche in funzione delle disponibilità<br />
delle aziende, ma vanno preventivamente concordate<br />
per integrarsi con il percorso scolastico.<br />
La scuola provvede già alla formazione generale sicurezza<br />
obbligatoria di 4 ore per tutti gli alunni. Alle<br />
aziende spetterà la formazione specifica in funzione<br />
della mansione che i ragazzi andranno a coprire.<br />
La scuola, inoltre, chiede la disponibilità delle<br />
aziende a provvedere sia logisticamente sia economicamente<br />
alla sorveglianza sanitaria mediante<br />
proprio medico competente che conosce anche i<br />
rischi aziendali.<br />
Compito delle aziende è di individuare al proprio<br />
interno il/i tutor aziendali che dovranno interfacciarsi<br />
con i tutor scolastici per creare insieme un<br />
percorso formativo, allo scopo la dirigente scolastica<br />
ha proposto un incontro preparatorio fra<br />
tutti i tutor con supporto da parte di AIB.<br />
PROPOSTE<br />
Poiché quest’anno l’obbligatorietà si applica SOLO<br />
alle classi terze, si ipotizza anche un’azione mista<br />
suddividendo l’alternanza in una prima fase di formazione<br />
fatta presso la scuola “IMPRENDITORI<br />
IN CATTEDRA” che diventi propedeutica all’ingresso<br />
in azienda, di modo che gli alunni possano<br />
avere una sorta di infarinatura generale valida per<br />
tutte le aziende (regole comportamentali, sicurezza,<br />
rispetto attrezzature e beni di uso comune, sistemi<br />
di gestione qualità ecc…).<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong> 19
ECONOMICO<br />
FORMAZIONE SULLA SICUREZZA<br />
Si chiede poi di inserire la formazione<br />
sulla sicurezza nei programmi<br />
scolastici di tutte le<br />
scuole secondarie superiori.<br />
RESPONSABILITÀ SOCIALE<br />
D’IMPRESE<br />
Un’altra richiesta è quella di inquadrare<br />
i progetti di alternanza<br />
scuola-lavoro nell’ambito della<br />
responsabilità sociale d’impresa<br />
tenendo conto delle differenze<br />
tra piccola e grande impresa.<br />
CO-PROGETTAZIONE<br />
DEL PERCORSO<br />
Si chiede anche di prestare attenzione<br />
non solo alla fase di<br />
orientamento e di preparazione/progettazione<br />
del percorso<br />
di alternanza, ma anche alla sua<br />
realizzazione e alla restituzione<br />
dei risultati per dare significato<br />
all’esperienza, curando la motivazione<br />
degli studenti e responsabilizzando<br />
il tutor/referente<br />
della scuola.<br />
VALUTAZIONE DEI PERCORSI<br />
Va poi avviata una sperimentazione<br />
per individuare quali<br />
possano essere - a legislazione<br />
vigente - le tipologie di prova<br />
più adatte alla valutazione delle<br />
esperienze di alternanza<br />
scuola-lavoro in sede di esame<br />
di Stato.<br />
RUOLO DI REGIA<br />
É importante poi attribuire alle<br />
organizzazioni di rappresentanza<br />
delle imprese il ruolo<br />
di regia locale organizzativa<br />
per il coordinamento, la coprogettazione<br />
e la pianificazione<br />
dei percorsi di alternanza<br />
prevedendo contestualmente<br />
una sufficiente copertura finanziaria.<br />
MODIFICARE L’ESAME<br />
DI MATURITÀ<br />
Un’altra richiesta è quella di articolare<br />
la seconda prova dell’esame<br />
di maturità sulla base di<br />
una tematica generale definita a<br />
livello centrale lasciando alle<br />
singole scuole la redazione di<br />
dettaglio.<br />
VALORIZZAZIONE<br />
DELL’ALTERNANZA<br />
Si chiede poi di inserire la partecipazione<br />
dello studente a<br />
un percorso di alternanza<br />
scuola-lavoro tra le motivazioni<br />
valide ai fini dell’integrazione<br />
del punteggio attribuibile<br />
dal consiglio di classe in sede<br />
di maturità nel rispetto del<br />
massimale di 20 punti complessivi.<br />
VIGILANZA MEDICA<br />
E ancora: Confindustria chiede<br />
di prevedere per le attività<br />
di alternanza effettuate all’interno<br />
del normale percorso<br />
curriculare che la prestazione<br />
del medico sia pagata da fondi<br />
dello Stato e delle Regioni sul<br />
modello di quanto previsto<br />
dalla normativa sugli stage rispetto<br />
alla posizione Inail.<br />
NUOVO STATUS<br />
DI STUDENTI<br />
IN ALTERNANZA<br />
La decima e ultima richiesta<br />
delle imprese sull’alternanza è<br />
quella di definire uno status<br />
dello studente in alternanza<br />
scuola-lavoro che lo distingua<br />
dal lavoratore.<br />
SECONDA GIORNATA DELL’EDUCATION - L’ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO<br />
Un vademecum per le imprese - Roma, 13 ottobre <strong>2015</strong><br />
Alternanza scuola-lavoro:<br />
UN’OPPORTUNITÀ PER LE IMPRESE<br />
Senza un sistema educativo all’altezza delle sfide della società<br />
della conoscenza l’Italia non potrà competere nei<br />
mercati internazionali: i giovani, vanno coltivati e accompagnati<br />
per poter esprimere tutto il loro potenziale.<br />
Eppure solo il 40% delle imprese italiane ha contatti frequenti<br />
con le scuole, a differenza del 70% registrato in<br />
Germania e Regno Unito. Ciò è dovuto non solo al costo<br />
della formazione, ma anche all’eccessiva burocrazia<br />
legata all’attivazione dei percorsi di alternanza.<br />
Oggi esiste un divario crescente tra le competenze possedute<br />
dai giovani “in uscita” dal sistema educativo e<br />
quelle effettivamente richieste dalle imprese e dal mondo<br />
del lavoro, con la conseguenza che molte imprese faticano<br />
a trovare le professionalità di cui hanno bisogno<br />
per crescere e restare competitive sui mercati di riferimento.<br />
Il rafforzamento dei percorsi di alternanza scuola-lavoro<br />
rappresenta la prima soluzione a questo problema consentendo<br />
di avvicinare i percorsi scolastici ai bisogni delle<br />
imprese e di orientare i giovani verso quegli indirizzi<br />
formativi maggiormente richiesti dal mondo del lavoro.<br />
La principale valenza dell’alternanza scuola-lavoro consiste,<br />
infatti, nel facilitare e orientare lo studente a comprendere<br />
l’attività professionale dei diversi settori e ambiti<br />
aziendali: è proprio per questo motivo che l’impresa<br />
assume in questo percorso didattico un ruolo formativo<br />
fondamentale. Tramite la convenzione e il progetto formativo<br />
concordati con la scuola, l’impresa propone interventi<br />
formativi, stipula convenzioni, riceve l’autorizzazione<br />
a formare, individua e forma il tutor aziendale che affianca<br />
lo studente.<br />
L’alternanza scuola-lavoro costituisce quindi un investimento<br />
a lungo termine per le imprese che attraverso<br />
questi percorsi acquisiscono una maggior consapevolezza<br />
di essere, oltre che luogo di produzione, anche un luogo<br />
di sviluppo del progetto educativo dei giovani e, proprio<br />
in quanto tali, portatrici di una notevole responsabilità<br />
sociale.<br />
Quando si crea un’integrazione concreta tra imprese e<br />
agenzie educative si innesca un processo virtuoso di riqualificazione,<br />
non solo dell’offerta formativa ma anche<br />
della domanda di formazione espressa dalle imprese, con<br />
effetti positivi sul sistema educativo, sui processi di selezione<br />
e recruitment delle imprese e, in definitiva, sulle dinamiche<br />
occupazionali.<br />
Affinché ciò sia possibile occorre costruire un nuovo clima<br />
di fiducia tra imprese, scuole e territori che non si riduca<br />
esclusivamente a una pura questione di costi e burocrazia.<br />
20<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>
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ECONOMICO<br />
ECONOMICO<br />
L. Zagni<br />
ECONOMICO<br />
ECONOMICO<br />
Inaugurazione con inizio lezioni open<br />
per l’HPDC School, il primo master<br />
in pressocolata<br />
M. Favini<br />
Lo scorso 21 settembre presso<br />
la sede di CSMT di Brescia si è<br />
tenuta la giornata inaugurale<br />
del master specialistico in pressocolata,<br />
nato dalla partnership<br />
tra CSMT e AQM. Accanto ai<br />
28 studenti iscritti, un esteso<br />
pubblico di aziende ed esperti<br />
del settore hanno seguito le<br />
prime ore di didattica in aula.<br />
Un percorso che si concluderà<br />
a giugno 2016 dopo 389 ore di<br />
lezioni teoriche e pratiche.<br />
Confermata la necessità formativa<br />
del settore e l’esigenza di<br />
accrescere e certificare le competenze<br />
dei dipendenti di fonderia,<br />
il piano formativo qualificante<br />
ha dimostrato di avere<br />
tutte le carte in regola per<br />
“educare” le tre figure professionali<br />
fondamentali nell’ambito<br />
della pressocolata: l’HPDC<br />
Technologist, cioè il tecnologo<br />
d’industrializzazione del processo,<br />
l’HPDC Project Manager,<br />
il tecnologo d’industrializzazione<br />
del prodotto, e l’HPDC<br />
Production Manager, responsabile<br />
della produzione. Le figure<br />
saranno qualificabili e certificabili<br />
secondo quanto previsto<br />
dalle Linee Guida IISCert, ad ulteriore<br />
garanzia delle competenze<br />
acquisite.<br />
L’intensa giornata di lavori si è<br />
avviata con i saluti da parte del<br />
presidente e del direttore di<br />
CSMT e AQM, Riccardo Trichilo<br />
e Gabriele Ceselin.“Un risultato<br />
al di sopra delle aspettative”,<br />
hanno commentato e da<br />
qui la decisione di avviare una<br />
seconda edizione già nell’autunno<br />
del 2016 affiancata anche<br />
da una scuola dedicata alla <strong>bassa</strong><br />
pressione per accogliere le<br />
richieste delle aziende. La giornata<br />
inaugurale è proseguita<br />
con l’intervento di Marco Bonometti,<br />
presidente di AIB, sostenitore<br />
del progetto: “Brescia<br />
grazie all’HPDC School è pronta<br />
per mettersi al servizio dell’industria<br />
italiana offrendo<br />
professionisti con un bagaglio<br />
d’eccellenza”, ha dichiarato Bonometti,<br />
“le macchine si possono<br />
comprare, ma gli uomini bisogna<br />
crearli”.<br />
Il primo modulo introduttivo<br />
del corso si è avviato con il<br />
prezioso intervento di Claudio<br />
Mus di Rheinfelden Alloys sulle<br />
prospettive di sviluppo del settore<br />
nel futuro in Italia, Europa<br />
e resto del mondo. Mus ha illustrato<br />
alla platea la situazione<br />
europea del mercato dell’alluminio,<br />
impiegato principalmen-<br />
24<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>
ECONOMICO<br />
Prospettive di sviluppo in futuro in Italia, Europa, resto del mondo - Claudio Mus, Presidente Rheinfelden Alloys GmbH & Co. KG, Germania.<br />
Statistiche mondiali sulla pressocolata - Claudio Mus, Presidente Rheinfelden Alloys GmbH & Co. KG, Germania.<br />
te nel settore Transport per ragioni<br />
ben note agli addetti ai lavori:<br />
l’alluminio permette un<br />
importante alleggerimento dei<br />
veicoli, con prestazioni superiori<br />
abbinate ad estetica, riduzioni<br />
dei consumi di carburante<br />
e delle immissioni. Il 75% delle<br />
fusioni di alluminio è assorbito<br />
dal settore automotive grazie<br />
all’elevata conducibilità termica<br />
e all’ integrazione di funzioni.<br />
Aldo Peli e Andrea Panvini, docenti<br />
della Scuola di Pressocolata,<br />
sono rispettivamente intervenuti<br />
su “Le principali aree<br />
industriali di utilizzo dei pressocolati”<br />
e sulle “Caratteristiche<br />
dei processi fusori: principi,<br />
possibilità e limiti”.<br />
Il master in pressocolata ha ottenuto<br />
l’importante supporto<br />
delle associazioni e di molteplici<br />
aziende, che hanno colto le<br />
potenzialità del progetto.<br />
Assofond ha positivamente sostenuto<br />
questo nuovo percorso<br />
didattico patrocinando e partecipando<br />
ai lavori della prima<br />
giornata. Il direttore Silvano<br />
Squaratti ha presentato le statistiche<br />
italiane del settore della<br />
pressocolata e moderato l’animata<br />
tavola rotonda sulle aspettative<br />
e le sfide che attendono i<br />
produttori e gli utilizzatori dei<br />
getti pressocolati, durante la<br />
quale hanno preso la parola<br />
Marco Bruschi dell’omonima<br />
azienda, Alessandro Donati di<br />
Metalpres Donati Spa e Marco<br />
Bettinsoli di Tecnopress.<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong> 25
ECONOMICO<br />
Tra i patrocinatori anche Assomet,<br />
DIMI UniBs e NADCA.<br />
Tra gli sponsor si trovano, oltre<br />
ad AIB-Associazione Industriale<br />
Bresciana, alcuni dei<br />
protagonisti della pressocolata<br />
italiana, come Colosio, Faro-<br />
The International Commodities<br />
Club, Ghial, Idra, Lomopress,<br />
Metalpres Donati, Omr,<br />
Ops, Stain e Tecnopress. I supporter<br />
comprendono Apindustria,<br />
Brondolin, Karberg &<br />
Hennemann ed Esi Procast oltre<br />
ad Altea, Asta.Net, Automazioni<br />
Industriali, Co.Ram,<br />
EcoTre Valente, Fondermat,<br />
Meccanica Pierre, Oms presse<br />
e PIQ2 in qualità di supporter<br />
tecnici.<br />
All’interno del corpo docente<br />
si alternano professori dell’Università<br />
di Brescia, professionisti<br />
e operatori del settore<br />
esperti nella conduzione dei<br />
processi di pressocolata, nel<br />
testing, nella diagnostica e nella<br />
gestione della qualità di prodotto<br />
e processo, metallurgisti<br />
e specialisti di AQM. Dal mese<br />
di gennaio, oltre alle lezioni<br />
teoriche, dimostrazioni operative<br />
nel reparto fonderia del<br />
CSMT e nei laboratori AQM,<br />
partiranno i seminari tecnici e<br />
workshop d’approfondimento<br />
fruibili dai discenti e dalle<br />
aziende interessate.<br />
Caratteristiche dei processi fusori: principi possibilità e limiti – Andrea Panvini, Docente<br />
Scuola di Pressocolata.<br />
Licia Zagni, CSMT Gestione<br />
I numeri delle fonderie italiane - Silvano Squaratti Direttore Assofond.<br />
26<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>
ECONOMICO<br />
ECONOMICO<br />
G. Mèllori<br />
ECONOMICO<br />
ECONOMICO<br />
Il FARO<br />
indica le rotte del cambiamento<br />
Il 43 esimo appuntamento con il<br />
Meeting del Club specializzato<br />
nell’analisi sulle materie prime<br />
industriali si è svolto al Parco<br />
Scientifico Tecnologico Kilometro<br />
Rosso di Bergamo ed è<br />
stato caratterizzato dall’introduzione<br />
di nuovi temi di dibattito.<br />
Ma anche dalla sensazione<br />
che qualcosa, nel business, cominci<br />
a muoversi.<br />
Lo scorso 22 ottobre ha avuto<br />
luogo il meeting autunnale del<br />
Club FARO, la community fondata<br />
da Paolo Kauffmann che<br />
si occupa di analisi e strategie<br />
di protezione dei margini nel<br />
settore delle commodity industriali.<br />
Per il Club si è trattato<br />
di un ritorno in un luogo simbolico.<br />
Perché ben quattro delle<br />
edizioni dell’incontro, che<br />
raduna specialisti della ricerca<br />
e manager a dibattere dei temi<br />
più caldi dell’economia oltre<br />
che delle materie prime, si sono<br />
svolte in questo parco<br />
scientifico. E perché la vocazione<br />
stessa del centro, al cui<br />
cuore agisce la specialista italiana<br />
dei sistemi frenanti per il<br />
trasporto, Brembo, non è molto<br />
diversa da quella del FARO.<br />
Leonardo Marabini, direttore<br />
commerciale e marketing del<br />
Kilometro Rosso, ha parlato in<br />
apertura del progetto Cobra,<br />
in corso grazie al contributo<br />
unitario della stessa Brembo,<br />
dell’istituto farmaceutico e di<br />
biotecnologia Mario Negri e di<br />
Italcementi. È importante perché<br />
teso a realizzare dei sistemi<br />
frenanti basati anche su cemento<br />
e perché nel suo contesto<br />
il centro Mario Negri sta<br />
studiando gli effetti nocivi della<br />
frenata con tecnologie tradizionali<br />
sull’ambiente e sull’uomo.<br />
Questa è la filosofia che il<br />
Club FARO sta cercando, da<br />
sempre, di fare propria.<br />
Quella cioè di una collaborazione<br />
fra settori diversi che<br />
possa stimolare nuove invenzioni<br />
e nuovi prodotti perché<br />
il business italiano resti competitivo<br />
nel mondo. D’altra<br />
parte è questa la convinzione<br />
che anima gli eventi della comunità.<br />
Che, come ha detto<br />
Paolo Kauffmann nel suo intervento<br />
di welcome e introduzione,<br />
la produzione del nostro<br />
Paese continui a rappresentare<br />
un’eccellenza in ambito<br />
internazionale.<br />
Lo stesso Club FARO sta<br />
guardando con decisione crescente<br />
al di là dei nostri confini.<br />
Lo dimostra il fatto che all’ultimo<br />
seminario del London<br />
Metal Exchange è entrato nel<br />
gruppo degli sponsor, il che<br />
consolida il ruolo e la reputazione<br />
che esso è riuscito a<br />
raggiungere con la qualità del<br />
suo operato.<br />
28<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>
ECONOMICO<br />
Contraddizioni<br />
e opportunità<br />
Primo fra i relatori del convegno<br />
al Kilometro Rosso è stato<br />
Arrigo Sadun, che è stato<br />
membro del Fondo Monetario<br />
Internazionale e che adesso<br />
presiede la società TLSG International<br />
Advisors, il quale<br />
ha presentato una carrellata<br />
sui principali eventi dell’economia<br />
globale. E sul comportamento<br />
degli Stati che ne sono<br />
i protagonisti.<br />
Sadun non crede a un rallentamento<br />
clamoroso degli USA<br />
ma è stato critico sulla politica<br />
di Barack Obama e sulle<br />
mosse della FED. Secondo l’esperto,<br />
infatti, le iniziative di<br />
Obama in materia economica<br />
hanno inciso troppo sui redditi<br />
e sul potere di acquisto della<br />
classe media, che contribuisce<br />
in misura maggioritaria,<br />
con la sua spesa, al PIL della<br />
nazione. E che è quella che subisce<br />
più fortemente gli effetti<br />
della polarizzazione del mondo<br />
del lavoro, che premia con<br />
una maggiore possibilità di occupazione<br />
le professioni meno<br />
specializzate, da un lato, e<br />
quelle ultra-specializzate dall’altro.<br />
La FED invece era attesa<br />
al rialzo di tassi di interesse.<br />
Ma non ha provveduto a<br />
questa mossa giustificandosi<br />
(ed è questa la sua grave colpa,<br />
secondo Sadun) con ragioni<br />
che non hanno a che fare<br />
con il suo mandato originario.<br />
Anche se un rialzo è comunque<br />
più che possibile, a cavallo<br />
fra la fine di quest’anno e l’inizio<br />
del 2016. Come di consueto<br />
al FARO, molto si è riflettuto<br />
anche sulla Cina. Sadun ha<br />
osservato la sua fase di passaggio<br />
da un modello orientato<br />
alla manifattura e all’industria<br />
in senso stretto a un altro<br />
più indirizzato ai servizi.<br />
Anche da qui vengono le turbolenze<br />
e le difficoltà che in<br />
parte erano già state anticipate<br />
al 42 esimo Meeting. Ma la<br />
buona notizia è che la leadership<br />
cinese ha tutte le carte in<br />
regola per gestire il cambiamento,<br />
magari anche usando il<br />
classico pugno di ferro per<br />
fermare o calmare il malcontento.<br />
Al 42 esimo meeting Paolo<br />
Kauffmann aveva sostenuto di<br />
essere preoccupato dalla<br />
performance della borsa di<br />
Shanghai ed è stato buon profeta<br />
poiché un crollo si è verificato<br />
subito dopo lo scorso<br />
appuntamento. E d’altra parte<br />
le dinamiche cinesi continuano<br />
a pesare sui mercati delle<br />
commodity.<br />
Tempra d’acciaio<br />
Questo è stato il senso di<br />
parte delle argomentazioni di<br />
Alessandro Fossati, Chief<br />
of Steel business Unit di Deltasteel<br />
Ireland. Secondo Fossati<br />
la produzione siderurgica<br />
complessiva, nel mondo, ha<br />
toccato i suoi massimi fra il<br />
2013 e il 2014 con 1,6 miliardi<br />
di tonnellate, contro gli 1,2<br />
del 2009 e con i 905 milioni<br />
del 2002. Tuttavia nei mercati<br />
maturi le capacità degli impianti<br />
sono usate a scartamento<br />
ridotto, mentre al contrario<br />
nella vicina Russia gli<br />
stabilimenti viaggiano a pieno<br />
regime. E hanno adottato una<br />
logica dominata dalle vendite<br />
all’estero, visto che il consumo<br />
di acciaio di Mosca si è ridotto<br />
del 7%, pari a una diminuzione<br />
da 4 milioni di tonnellate,<br />
e visto che alcune industrie-clienti<br />
strategiche non<br />
attraversano certamente un<br />
buon momento di forma, oggi.<br />
Per esempio, gli acquisti di automobili,<br />
nel Paese, stanno calando<br />
per tassi non lontani dal<br />
30% ogni anno.<br />
Ma dinamiche simili, per tornare<br />
alla questione cinese, sono<br />
attestate anche in quella<br />
Cina che, più spesso di quanto<br />
non faccia la Russia, dirige<br />
verso l’Europa le sue produzioni<br />
in eccesso. A Pechino,<br />
come più volte si è ricordato<br />
nel corso del Meeting del<br />
Club FARO, il Prodotto Interno<br />
Lordo è in calo e insieme a<br />
esso anche i consumi di acciaio,<br />
in picchiata del 5-6% o,<br />
secondo statistiche non ufficiali,<br />
dell’8-10%. Si è così creata<br />
una sovrabbondanza da 40<br />
milioni di tonnellate che per<br />
le esportazioni può beneficiare<br />
inoltre, come ha notato<br />
Alessandro Fossati, di tariffe<br />
di trasporto marittimo quanto<br />
mai concorrenziali. Inoltre,<br />
la Cina ha cominciato a consegnare<br />
anche billette e questa<br />
novità ha sortito un impatto<br />
negativo sull’andamento<br />
del rottame. Ed è stato osservato<br />
durante il dibattito che<br />
in Turchia si segnalano 4 milioni<br />
di tonnellate di rottame sostituite<br />
da billette prodotte<br />
proprio in Turchia, col conseguente<br />
calo dei prezzi del rottame.<br />
A proposito del rottame, di<br />
interesse è stato anche il confronto<br />
avvenuto in occasione<br />
del Kerb Time, lo scambio di<br />
opinioni fra gli operatori che è<br />
consuetudine del FARO e che<br />
come sempre è stato coordinato<br />
dal presidente di Fersovere<br />
Srl Romano Pezzotti, in<br />
ottica molto critica.<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong> 29
ECONOMICO<br />
I mercati di sbocco<br />
in difficoltà<br />
Facendo riferimento alla situazione<br />
italiana Romano<br />
Pezzotti ha ricordato che<br />
dopo un primo semestre segnato<br />
da una certa stabilità<br />
proprio il prezzo del rottame<br />
si è inabissato perdendo in<br />
sole dieci settimane circa il<br />
40% del suo valore. E questo<br />
ha creato forti ripercussioni<br />
sull’industria perché, come<br />
Pezzotti ha detto, il prezzo dei<br />
prodotti siderurgici, e in particolare<br />
quello del tondo da<br />
cemento armato, si è ridotto<br />
a sua volta. Nel frattempo, per<br />
complicare ulteriormente il<br />
quadro, si è registrato un arretramento<br />
dei mercati nordafricani<br />
e soprattutto di<br />
quello algerino, che stavano<br />
dando ossigeno negli ultimi<br />
anni proprio alla produzione<br />
italiana. Ma nel corso del dibattito<br />
aperto si è anche avuto<br />
modo di apprendere che il<br />
tonfo delle quotazioni è stato<br />
determinato da una varietà di<br />
fattori concomitanti. Fra questi<br />
il basso prezzo del minerale<br />
di ferro che ha avvantaggiato<br />
le produzioni a ciclo integrale,<br />
minoritarie sul nostro<br />
territorio, e appunto l’eccesso<br />
dell’offerta di rottame a livello<br />
internazionale. Ancora, l’arrivo<br />
in Europa di quelle billette<br />
cinesi di cui si è già detto e<br />
che sono proposte con supersconti<br />
sul prezzo e un’ondata<br />
anomala di vendite, infine una<br />
informazione che è stata definita<br />
come distorta. Di recente<br />
però le quotazioni del rottame<br />
paiono avere esaurito la<br />
loro discesa lasciando intravedere<br />
non soltanto degli spiragli<br />
di stabilità ma anche una<br />
prevalenza della domanda sull’offerta<br />
e quindi i sintomi di<br />
una inversione del trend.<br />
Quanto poi al Nord Africa e<br />
all’Algeria, la loro performance<br />
è significativa per dare ragione<br />
delle tendenze che attraversano<br />
l’industria siderurgica<br />
e il mercato dei prodotti<br />
dell’acciaio. Perché infatti il<br />
problema non è soltanto che<br />
ad Algeri cominciano a manifestarsi<br />
criticità economiche<br />
importanti, ma anche che, come<br />
è stato detto, le produzioni<br />
cinesi stanno invadendo il<br />
mercato, a dispetto di ogni<br />
dazio. Per questo e per altri<br />
motivi l’avvenire della siderurgia<br />
non si presenta particolarmente<br />
roseo. In Italia, per una<br />
capacità produttiva da 6 milioni<br />
di tonnellate all’anno, i<br />
consumi sono invece fermi a<br />
due milioni di tonnellate scarsi,<br />
tenendo in considerazione<br />
anche i quantitativi destinati<br />
all’export.<br />
Il resto del paniere<br />
Di Cina e metalli non ferrosi<br />
ha parlato l’Head of Commodity<br />
Research di FastMarkets<br />
Ltd William Adams che<br />
guardando al rame ha previsto<br />
per il 2016 una situazione di<br />
complessivo equilibrio con la<br />
discesa dei prezzi pronta a lasciare<br />
spazio a una fase di destocking<br />
e di stabilizzazione,<br />
anche se i mercati internazionali<br />
devono abituarsi a fare i<br />
conti con la crescita cinese a<br />
tassi ben più modesti rispetto<br />
al recente passato. Sono invece<br />
«toro» gli outlook per il biennio<br />
2017-2018, sebbene non si<br />
escluda il perdurare della debolezza<br />
della domanda e la<br />
possibilità di altri momenti di<br />
forte volatilità. «Orso» dovrebbe<br />
essere il mercato dell’alluminio,<br />
un materiale che insieme<br />
ad acciaio e alle alternative<br />
come il carbonio e il magnesio<br />
sarà al centro del prossimo<br />
Meeting del Club FARO<br />
dedicato all’automotive e organizzato<br />
al Museo Ferrari di Maranello,<br />
il 10-11 Marzo 2016.<br />
L'industria dell'alluminio è alle<br />
prese con fenomeni di sovraproduzione<br />
e le materie prime<br />
bauxite, allumina, petrolio<br />
e carbone sono tutte in calo.<br />
In più, elementi di incertezza<br />
vengono dai volumi di esportazione<br />
dalla Cina ed è probabile<br />
che i prezzi possano<br />
scendere sino a 1.500 dollari<br />
fino a quando lo scenario non<br />
ritroverà una certa normalità.<br />
Sul nichel pesano discesa delle<br />
produzioni del pig iron del<br />
18% e il destocking; e nuove<br />
flessioni dei suoi prezzi non<br />
sarebbero sorprendenti. Con<br />
l’arrivo dei prezzi a 13.000<br />
dollari si potrebbe riattivare il<br />
restocking, mentre la ripresa<br />
delle produzioni di nickel pig<br />
iron è più complicata da prevedere.<br />
Basso anche il prezzo<br />
dello zinco, la cui domanda è<br />
cresciuta del 2,8% nel primo<br />
semestre e la cui offerta è in<br />
eccesso per 150 mila tonnellate.<br />
Il suo valore per il 2016 è<br />
previsto a 2.050 dollari. Dal<br />
canto suo il piombo ha registrato<br />
una discesa relativa dei<br />
prezzi che restano comunque<br />
posizionati al di sopra dei livelli<br />
precedenti il super-ciclo.<br />
L’aspettativa è che seguitino a<br />
oscillare attorno a 1.800 dollari<br />
nel 2016. Quanto allo stagno,<br />
esso ha fatto i conti con<br />
un trend discendente ora arrestatosi,<br />
con la previsione di<br />
un posizionamento a 17 mila<br />
dollari nel 2016.<br />
30<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>
Soluzioni per tutti i reparti della fonderia<br />
L’ampia ed esclusiva gamma di prodotti di Dantherm costituisce<br />
la base per la soluzione di qualsiasi necessità di filtrazione si<br />
presenti adattandosi agli impianti all’interno della fonderia.<br />
Linee di formatura<br />
Cubilotti<br />
Isole di sbavatura<br />
Impianti sabbie<br />
Forni a induzione<br />
Granigliatrici<br />
Filtro a maniche piatte con sistema di<br />
pulizia ad aria Tipo (FS)<br />
10<br />
a<br />
1 Cappa di ingresso<br />
2 Compartimento gas sporchi<br />
3 Maniche piatte con elementi<br />
distanziatori<br />
4 Telaio supporto maniche<br />
5 Compartimento aria pulita<br />
6 Parete a fessura con sistema a molla<br />
7 Carrello di pulizia con ugello<br />
8 Tubo flessibile di pulizia<br />
9<br />
Valvola di pulizia<br />
10 Ventilatore di pulizia<br />
11 Stazione guida del carrello di pulizia<br />
12 Stazione di comando con disco<br />
di posizionamento<br />
13<br />
14<br />
15<br />
Struttura di supporto<br />
Tramoggia di raccolta polveri<br />
con coclea di scarico<br />
Piattaforma di accesso e manutenzione<br />
a Ingresso gas sporchi<br />
b Uscita gas puliti<br />
c Uscita polveri<br />
d Ingresso aria di pulizia<br />
11<br />
9<br />
8<br />
15<br />
d<br />
b<br />
5<br />
c<br />
1<br />
4<br />
2<br />
7<br />
3<br />
6<br />
12<br />
13<br />
14<br />
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ECONOMICO<br />
ECONOMICO<br />
E. Zanin – E. Amici<br />
ECONOMICO<br />
ECONOMICO<br />
Lo sviluppo dei materiali<br />
per le centrali elettriche di potenza<br />
M. Favini<br />
Nonostante la crisi economica<br />
che attualmente investe diversi<br />
settori industriali, la International<br />
Energy Agency prevede, nell’Energy<br />
Outlook 2014, un incremento<br />
del 37% dei bisogni<br />
energetici nei prossimi 25 anni<br />
legato soprattutto ad una crescita<br />
demografica ed industriale<br />
nei paesi asiatici, seppur caratterizzato<br />
da una minore intensità<br />
energetica rispetto al passato.<br />
Questo incremento comporterà<br />
una nuova capacità di generazione<br />
di energia elettrica pari<br />
a 7200GW dovuto sia all’aumento<br />
della domanda che alla<br />
necessità di sostituire le centrali<br />
elettriche più vecchie che verranno<br />
dismesse (circa il 40% del<br />
parco di generazione attuale).<br />
Grazie alla distribuzione geografica<br />
che ne consente un approvvigionamento<br />
sicuro e all’abbondante<br />
disponibilità, una parte significativa<br />
della produzione di<br />
energia globale continuerà ad<br />
essere fornita dalle centrali elettriche<br />
a carbone (principalmente<br />
in Asia). Si stima incremento<br />
del mercato del carbone pari al<br />
15% , nonostante il condizionamento<br />
al consumo dovuto alle<br />
misure politiche volte a contrastare<br />
l’inquinamento.<br />
Questa crescita nella generazione<br />
di energia elettrica da<br />
carbone porterà a un forte aumento<br />
delle emissioni di anidride<br />
carbonica in contrasto con<br />
la necessità ambientale di ridurre<br />
le emissioni di gas serra.<br />
Essendo l’effetto serra e i conseguenti<br />
effetti di riscaldamento<br />
del pianeta un problema globale,<br />
è anche interesse dei paesi<br />
occidentali ridurre al minimo<br />
le emissioni di CO2.<br />
Esiste quindi una forte esigenza<br />
di operare per la riduzione delle<br />
emissioni di anidride carbonica<br />
da centrali a carbone, sia esistenti<br />
che nuove. Tale riduzione<br />
è possibile mediante due approcci<br />
complementari generalmente<br />
condivisi dalla comunità<br />
scientifica internazionale. Si tratta<br />
da un lato di migliorare l’efficienza<br />
degli impianti (generare<br />
più energia con minore produzione<br />
di anidride carbonica) e<br />
dall’altro di catturare l’anidride<br />
carbonica prodotta per il suo<br />
stoccaggio geologico (CCS).<br />
Va da sé che l’approccio che<br />
punta alla riduzione della CO2<br />
non esclude l’implementazione<br />
delle energie rinnovabili che<br />
negli ultimi anni stanno crescendo<br />
e hanno raggiunto livelli<br />
di produzione significativi.<br />
Tuttavia, nei momenti in cui l'energia<br />
rinnovabile non è sufficiente<br />
per soddisfare i picchi<br />
di domanda di energia elettrica<br />
vi è la necessità di disporre<br />
di centrali tradizionali di potenza<br />
per assicurare la funzionalità<br />
di base.<br />
Il metodo per aumentare l’efficienza<br />
delle centrali a carbone<br />
consiste principalmente nell’incremento<br />
della temperatura e<br />
pressione di esercizio del vapore<br />
fino a 350 bar e 700- 720 °C<br />
(contro gli attuali 270 bar e<br />
610°C). In queste condizioni si<br />
possono raggiungere valori di<br />
efficienza pari al 50-55% netto<br />
e si parla delle cosiddette centrali<br />
ultra super critiche avanzate<br />
(A-USC, Advanced Ultra<br />
Supercritical).<br />
Operare in tali condizioni comporta<br />
una vera e propria rivoluzione<br />
nei componenti utilizzati<br />
nelle caldaie, turbine e nei<br />
sistemi di adduzione ( tubazioni<br />
e valvole) che dovranno garantire<br />
prestazioni maggiori ed<br />
essere realizzati con materiali<br />
quali acciai speciali e leghe a base<br />
nichel, diversi da quelli tradizionalmente<br />
impiegati.<br />
In questo ambito assume una<br />
importanza fondamentale lo<br />
sviluppo di materiali operanti<br />
ad altissima temperatura e di<br />
conseguenza lo studio dei fenomeni<br />
di invecchiamento, quali<br />
il Creep, a cui sono soggetti i<br />
materiali che lavorano in queste<br />
condizioni. Il CSM ha storicamente<br />
una tradizione in questo<br />
settore con competenze di<br />
alto profilo e laboratori specializzati<br />
in grado di garantire lo<br />
sviluppo dei nuovi materiali attraverso<br />
test in temperatura,<br />
34<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>
ECONOMICO<br />
sotto carico e di lunga durata<br />
(prove di Creep fino a 100.000<br />
ore). Lo sviluppo è assistito nelle<br />
diverse fasi dallo studio dell’evoluzione<br />
della microstruttura<br />
con l’impego di microscopia<br />
elettronica a trasmissione<br />
(TEM) di ultima generazione.<br />
Diverse iniziative progettuali<br />
sono attualmente in fase di realizzazione<br />
con lo scopo di riunire<br />
le conoscenze ed esperienze<br />
dell’Unione Europea in materia<br />
di materiali ad alta temperatura,<br />
per la caldaia e i componenti,<br />
adatti per il funzionamento in<br />
condizioni A-USC. L’obiettivo<br />
comune è la riduzione dei rischi<br />
indicate in Tab. 1.<br />
L’industria europea ha investito<br />
molto nella tecnologia A-USC e<br />
diversi progetti finanziati dalla<br />
Comunità Europea sono in corso<br />
con lo scopo trovare una risposta<br />
alle seguenti problematiche:<br />
• Stato dell’arte delle conoscenze<br />
sulle proprietà dei materiali.<br />
• Stato delle conoscenze sull’effetto<br />
delle tecnologie di fabbricazione<br />
sulle proprietà finali<br />
dei componenti in particolare<br />
per i processi di fusione e<br />
formatura.<br />
• Identificare nuovi limiti ammissibili<br />
di progettazione.<br />
• Sviluppo di nuove linee guida<br />
di progettazione per impianti<br />
A-USC.<br />
Produzione lingotto in MARBN (Martentic microstructure and Boro and Nitrogen control)<br />
presso Cogne Acciai Speciali.<br />
• Minimizzazione dell’uso di materiali<br />
costosi.<br />
• Identificazione di possibili criticità<br />
nei componenti.<br />
Tra le diverse iniziative merita di<br />
essere citato il progetto europeo<br />
MACPLUS, (Material-<br />
Component Performance-driven<br />
Solutions for Long-Term Efficiency<br />
Increase in Ultra Supercritical<br />
Power Plants) coordinato<br />
dal Centro Sviluppo Materiali<br />
che vede coinvolti 24 partners<br />
(produttori di energia, aziende<br />
produttrici di materiali e componenti<br />
e Università) per un valore<br />
complessivo di 18 M€, mirato<br />
alla realizzazione di componenti<br />
innovativi per turbine,<br />
caldaie e sistemi di adduzione<br />
destinati alle centrali A-USC.<br />
I risultati preliminari del progetto<br />
Macplus sono incoraggianti in<br />
particolare per le aziende manifatturiere<br />
italiane che sono partner<br />
del progetto e che grazie ai<br />
risultati ottenuti potrebbero assumere<br />
un ruolo di primo piano<br />
a partire dalla fornitura di componentistica<br />
specializzata per le<br />
centrali A-USC fino alla fornitura<br />
di parti di impianto.<br />
Per maggiori informazioni sul<br />
progetto e sui componenti realizzati<br />
è possibile consultare il<br />
sito macplusproject.eu<br />
Tema Problematica Rischio<br />
Materiali Mancanza di informazioni sulle<br />
loro proprietà ad alta temperatura<br />
tecnico<br />
Supply chain Effetto del ciclo di fabbricazione<br />
sulle proprietà del materiale<br />
tecnico<br />
Codice ASME Altamente conservativo commerciale<br />
Leghe di nichel Alto costo commerciale<br />
Tab. 1<br />
ECCC – Industrial project<br />
Egidio Zanin - CSM, Market Development<br />
Manager<br />
Elisabetta Amici - CSM, Market<br />
Analysis<br />
Nato nel 1991, l’ECCC (European Creep Collaborative<br />
Committee) è la massima espressione<br />
degli esperti europei sui temi del creep e rappresenta<br />
le prospettive dei produttori di acciaio e<br />
leghe speciali, centrali termoelettriche e utilities.<br />
L’ECCC è fortemente impegnato nel coordinamento<br />
europeo dello sviluppo dati sul creep e nelle<br />
attività di valutazione e confronto dei dati. L’obiettivo<br />
è raccogliere le risorse disponibili in ogni<br />
paese per costruire una base ottimale di valutazione<br />
sui valori di creep e configurare elevati standard<br />
di produzione e design. Dal 2011 l’ECCC è<br />
organizzato come iniziativa industriale coordinata<br />
dal CSM che ne svolge le funzioni di segretariato.<br />
Informazioni sono disponibili sul sito www.c-s-m.it/en/eccc_projects/eccc_joint_industrial_project.html<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong> 35
ECONOMICO<br />
ECONOMICO<br />
ECONOMICO<br />
ECONOMICO<br />
EUROGUSS 2016<br />
M. Favini<br />
Si è tenuta a Milano, in data 6<br />
ottobre <strong>2015</strong>, la presentazione<br />
della fiera EUROGUSS 2016, il<br />
Salone Internazionale della<br />
Pressofusione più grande d’Europa<br />
che vedrà riunita, per ben<br />
l’undicesima volta, l’industria<br />
internazionale della pressofusione.<br />
L’incontro europeo per<br />
il settore<br />
della pressofusione<br />
“Glück auf ” (buon ritorno), il<br />
tradizionale saluto dei minatori<br />
è l’augurio che ci si scambierà<br />
dal 12 al 14 gennaio 2016 all’EUROGUSS<br />
di Norimberga. Il<br />
Salone Internazionale della<br />
Pressofusione avrà di nuovo molto<br />
da offrire anche a questa edizione:<br />
le tecnologie, i processi e i<br />
prodotti più attuali agli stand dei<br />
circa 550 espositori, la mostra<br />
speciale “Forschung, die Wissen<br />
schaf(f)t” (Ricerca: scienza che<br />
crea sapere), il nuovo pavillon<br />
“Oberflächentechnik” (Tecnica<br />
delle superfici), le conferenze<br />
specialistiche sui trend e gli sviluppi<br />
del momento nel quadro<br />
del congresso, così come le cerimonie<br />
di premiazione dei due<br />
concorsi per la pressofusione di<br />
alluminio e di zinco. I pressoché<br />
11.000 visitatori attesi all’EU-<br />
ROGUSS sono decision maker<br />
appartenenti all’industria automobilistica,<br />
al comparto della<br />
costruzione di macchine e impianti,<br />
all’industria elettronica, al<br />
ramo della tecnologia energetica<br />
e medica, nonché alle fonderie<br />
di pressofusione.<br />
“L’EUROGUSS prosegue nella<br />
sua rotta di crescita”, commenta<br />
soddisfatta la responsabile<br />
della manifestazione,<br />
Heike Slotta della Nürnberg-<br />
Messe. “Già nel 2014, con 470<br />
espositori, abbiamo potuto<br />
registrare un plus di tutto rispetto<br />
pari a oltre il 20 percento.<br />
All’EUROGUSS 2016<br />
attendiamo ora circa 550<br />
espositori. Questo mostra<br />
che la concezione fieristica<br />
dell’EURO GUSS è assolutamente<br />
corretta, la domanda di<br />
prodotti pressofusi non dà segni<br />
di cedimento”. Al fine di<br />
assicurare spazio sufficiente a<br />
tutte le aziende presenti, ai<br />
due padiglioni finora occupati,<br />
il 7 e il 7A, si aggiungerà ora il<br />
padiglione 6.<br />
Più o meno della metà degli<br />
espositori dell’EUROGUSS è<br />
internazionale. Dopo la Germania,<br />
la lista dei principali<br />
paesi espositori europei vede<br />
in testa, con largo distacco, la<br />
nazione della pressofusione<br />
per tradizione: l’Italia, seguita<br />
da Turchia, Austria, Svizzera,<br />
Spagna, Francia e Slovenia. Gli<br />
espositori sono fonderie di<br />
pressofusione e il loro indotto<br />
a monte, nonché i rispettivi<br />
fornitori di attrezzature,<br />
componenti e servizi. Al salone<br />
saranno presentati prodotti<br />
pressofusi, tecnologie per la<br />
colata ad alta pressione come,<br />
ad esempio, macchinari, periferiche,<br />
forni, stampi, prototyping,<br />
metalli e leghe, nonché<br />
distaccanti e materiali di servizio.<br />
A ciò si affiancano proposte<br />
per la finitura dei getti, assicurazione<br />
qualità, tecniche di<br />
comando e azionamento, nonché<br />
software. Informazioni sugli<br />
espositori, sui prodotti e le<br />
piantine dei padiglioni sono disponibili<br />
in internet alla pagina<br />
www.euroguss.de/ausstellerprodukte.<br />
36<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>
ECONOMICO<br />
MOSTRA SPECIALE “FORSCHUNG,<br />
DIE WISSEN SCHAF(F)T”<br />
(RICERCA: SCIENZA CHE CREA SAPERE)<br />
Per ben la terza volta si terrà<br />
all’EUROGUSS la mostra speciale<br />
“Forschung, die Wissen<br />
schaf(f)t” (Ricerca: scienza che<br />
crea sapere). Nel padiglione 7,<br />
allo stand 642, circa dieci istituti<br />
di ricerca, università e istituti<br />
tecnici superiori permetteranno<br />
di farsi un’idea sui loro attuali<br />
progetti, faranno conoscere<br />
i servizi offerti e i punti chiave<br />
della loro ricerca e si presenteranno<br />
con le loro proposte<br />
di formazione, aggiornamento<br />
e perfezionamento professionale.<br />
Saranno presenti, tra<br />
gli altri:<br />
• Neue Materialien Fürth<br />
(Nuovi materiali Fürth).<br />
• Fraunhofer-Institut für Fertigungstechnik<br />
und Angewandte<br />
Materialforschung (Istituto<br />
Fraunhofer per la tecnica di<br />
produzione e la ricerca applicata).<br />
• Lehrstuhl Werkstoffkunde<br />
und Technologie der Metalle<br />
– WTM (Cattedra di scienza<br />
dei materiali e tecnologia dei<br />
metalli).<br />
• Fraunhofer-Entwicklungszentrum<br />
Röntgentechnik (Centro<br />
di sviluppo Fraunhofer<br />
per la tecnica radiologica).<br />
• Verein für praktische Gießereiforschung<br />
(Associazione<br />
DATI E FATTI<br />
Informazioni sul salone, il congresso, le cerimonie<br />
di premiazione, i biglietti, il viaggio, il pernottamento,<br />
ecc. al sito www.euroguss.de<br />
LUOGO E DATA<br />
Messezentrum Nürnberg (Centro Esposizioni<br />
Norimberga)<br />
12-14 gennaio 2016<br />
ORARI DI APERTURA<br />
Tutti i giorni dalle 9.00 alle 17.00<br />
BIGLIETTERIA ONLINE<br />
“ONLINE TICKETSHOP”<br />
Ordinare i ticket online all’indirizzo:<br />
www.euroguss.de/vorverkauf<br />
BIGLIETTERIA<br />
Biglietto d’ingresso giornaliero: EUR 35<br />
Abbonamento: EUR 45<br />
Catalogo: EUR 10<br />
PIATTAFORMA DEGLI ESPOSITORI ONLINE<br />
Tutti gli espositori e le loro ultime informazioni<br />
prodotto alla pagina:<br />
www.euroguss.de/aussteller-produkte<br />
ENTRATE E PADIGLIONI RISERVATI<br />
Entrata Ost per i padiglioni 6, 7A e 7<br />
ESPOSITORI<br />
480, di cui il 50% internazionali (2014: 470, di cui<br />
il 51% internazionali)<br />
SUPERFICIE ESPOSITIVA<br />
14.977 m² netti (2014: ca. 13.385 m² netti)<br />
VISITATORI PROFESSIONALI<br />
2014: 11.187, di cui il 32% internazionali<br />
PIANTINA DEI PADIGLIONI<br />
www.euroguss.de/hallenplan<br />
REPERTORIO MERCEOLOGICO<br />
• Industrie della pressofusione<br />
• Pressocolatrici e impianti<br />
• Unità e impianti periferici<br />
• Forni e accessori<br />
• Stampi e accessori<br />
• Rapid prototyping/rapid tooling<br />
• Distaccanti/materiali di servizio<br />
• Leghe/metalli<br />
• Finitura del pezzo fuso/lavorazione CNC<br />
• Tecniche di tempra e di trattamento superficiale<br />
• Tecniche di misurazione, comando e regolazione<br />
• Assicurazione qualità/controllo<br />
• Prove dei materiali<br />
• Tecniche di azionamento<br />
• Tecniche di trasporto, sollevamento e manipolazione<br />
• Tutela dell’ambiente/smaltimento/antinfortunistica<br />
• Soluzioni complete per l’industria della pressofusione<br />
• Sistemi di guida per l’industria della pressofusione<br />
• Sistemi CAD, CAM, DNC, CAE, PPS, CAQ,<br />
CASE<br />
• Procedimenti di simulazione e di calcolo<br />
• Ricerca/sviluppo/servizi<br />
• Engineering<br />
• Associazioni/riviste specializzate<br />
PROGRAMMA COLLATERALE:<br />
16. INTERNATIONALER DEUTSCHER<br />
DRUCKGUSSTAG<br />
(16 a GIORNATA INTERNAZIONALE<br />
DELLA PRESSOFUSIONE TEDESCA)<br />
12-14 gennaio 2016, conferenze specialistiche<br />
nel padiglione 6, stand 6-427<br />
VIAGGIO E SOGGIORNO A NORIMBERGA<br />
www.euroguss.de/a<strong>nr</strong>eise e<br />
hotels@nuernbergmesse.de<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong> 37
ECONOMICO<br />
per la ricerca pratica in fonderia).<br />
• Hochschule Aalen Gießereilabor<br />
(Istituto di istruzione<br />
superiore di Aalen, laboratorio<br />
di fonderia).<br />
• Universität Kassel Fachgebiet<br />
Gießereitechnik (Università<br />
di Kassel, dipartimento di<br />
tecnica della fonderia).<br />
NOVITÀ: PAVILLON<br />
“OBERFLÄCHENTECHNIK”<br />
(TECNICA DELLE SUPERFICI)<br />
La finitura e il rivestimento di<br />
getti funzionali capaci di sopportare<br />
forti sollecitazioni sono<br />
aspetti di gran rilievo per<br />
le fonderie di pressofusione.<br />
Tecnologie adeguate dei macchinari<br />
e dei processi permettono<br />
alle superfici dei pezzi<br />
fusi di raggiungere un aspetto<br />
qualitativamente pregiato. La<br />
sbavatura, la molatura, la lucidatura,<br />
il rivestimento e la finitura<br />
sono i relativi processi<br />
di lavorazione.<br />
A queste tematiche specifiche<br />
sarà dedicato per la prima<br />
volta un apposito spazio fieristico<br />
e un pavillon dell’EURO-<br />
GUSS, dove si presenteranno<br />
le aziende che si occupano<br />
della lavorazione e della finitura<br />
di metalli leggeri.<br />
INTERNATIONALER DEUTSCHER<br />
DRUCKGUSSTAG<br />
(GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA<br />
PRESSOFUSIONE TEDESCA)<br />
NEL PADIGLIONE 6<br />
Molto apprezzate dal pubblico<br />
sono le conferenze specialistiche<br />
dell’Internationaler<br />
Deutscher Druckgusstag<br />
(Giornata internazionale della<br />
pressofusione tedesca) che si<br />
svolgerà durante tutti i tre<br />
giorni del salone. Il forum, allestito<br />
nel bel mezzo dell’attività<br />
fieristica nel padiglione 6,<br />
offre un’ottima opportunità di<br />
scambiare opinioni ed esperienze<br />
con colleghi ed esperti<br />
sulle tematiche e sugli sviluppi<br />
attuali del settore. “Soluzioni<br />
di tempra innovative per il dimensionamento<br />
degli stampi”<br />
e “Industria 4.0 - L’influenza<br />
della digitalizzazione sui futuri<br />
processi produttivi nelle fonderie”<br />
sono soltanto due<br />
esempi delle avvincenti tematiche<br />
trattate nelle relazioni<br />
del prossimo Druckgusstag. Il<br />
programma completo si potrà<br />
consultare a partire da novembre<br />
alla pagina internet<br />
www.euroguss.de.<br />
Organizzatori del congresso<br />
specialistico sono il Verband<br />
Deutscher Druckgießereien -<br />
VDD (Associazione delle fonderie<br />
di pressofusione tedesche)<br />
e il Bundesverband der<br />
Gießerei-Industrie – BDG<br />
(Associazione federale dell’industria<br />
tedesca della fonderia).<br />
La partecipazione al<br />
congresso è compresa nel<br />
prezzo del biglietto di entrata<br />
al salone.<br />
INTERNATIONALER ALUMINIUM-<br />
DRUCKGUSS-WETTBEWERB 2016<br />
(CONCORSO INTERNAZIONALE PRES-<br />
SOFUSIONE DI ALLUMINIO 2016)<br />
Si attende con trepidazione<br />
che siano resi noti i vincitori<br />
dell’Aluminium- Druckguss-<br />
Wettbewerb (Concorso di<br />
pressofusione di alluminio).<br />
Con il concorso ci si ripropone<br />
di richiamare l’attenzione<br />
del pubblico sugli alti standard<br />
di qualità della pressofusione<br />
di alluminio. I pezzi iscritti dalle<br />
fonderie che lavorano per il<br />
fabbisogno interno o per conto<br />
terzi saranno esaminati e<br />
premiati da una giuria competente<br />
composta da esponenti<br />
del mondo della ricerca e della<br />
prassi. Ai tre contributi migliori<br />
sarà conferito un diploma,<br />
essi saranno inoltre esposti<br />
al salone allo stand del<br />
BDG/VDD nel padiglione 6,<br />
stand 6-428. La premiazione<br />
avverrà nell’ambito della cerimonia<br />
di inaugurazione il<br />
giorno antecedente l’apertura<br />
della fiera. Il concorso è realizzato<br />
dal Gesamtverband<br />
der Aluminiumindustrie e.V. –<br />
GDA (Associazione tedesca<br />
dell’industria dell’alluminio).<br />
ZINKDRUCKGUSS-WETTBEWERB<br />
(CONCORSO DI PRESSOFUSIONE<br />
DI ZINCO)<br />
Con il Zinkdruckguss-Wettbewerb<br />
(Concorso di pressofusione<br />
di zinco) l’Initiative<br />
Zink (Iniziativa zinco) renderà<br />
onore a getti pressofusi in<br />
zinco di particolare spicco. I<br />
pezzi iscritti soddisfano particolari<br />
requisiti per quanto<br />
concerne la costruzione, il design,<br />
la realizzazione degli<br />
stampi, la tecnica di fusione, la<br />
lavorazione, il trattamento<br />
della superficie ovvero le caratteristiche<br />
decorative, oppure<br />
si contraddistinguono<br />
per un’innovazione ossia la<br />
conversione alla pressofusione<br />
di zinco da altri materiali e<br />
processi produttivi. Il concorso<br />
si pone l’obiettivo di presentare<br />
la varietà di applicazioni,<br />
le straordinarie proprietà<br />
dei pressofusi in zinco<br />
e, non da ultimo, le capacità e<br />
la performance delle fonderie<br />
partecipanti.<br />
La premiazione avverrà parimenti<br />
nell’ambito della cerimonia<br />
ufficiale di inaugurazione<br />
il giorno antecedente l’apertura<br />
della fiera. Ulteriori<br />
informazioni sui vincitori e sui<br />
loro prodotti saranno disponibili<br />
presso l’Initiative Zink<br />
all’EUROGUSS nel padiglione<br />
6, stand 6-420.<br />
38<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>
ECONOMICO<br />
GLI OPERATORI SPECIALIZZATI NELLA PRESSOFUSIONE<br />
GUARDANO FIDUCIOSI AL FUTURO<br />
Gerhard Klügge - Bundesverband der Deutschen Gießerei-Industrie e.V. (BDG)<br />
Negli anni 2014 e <strong>2015</strong> le fonderie di pressofusione<br />
tedesche, nella loro maggioranza, hanno potuto<br />
incrementare i fatturati e la rispettiva produzione.<br />
Anche nel 2016 confidano di riuscire a proseguire<br />
su questo trend.<br />
Nel primo semestre del <strong>2015</strong> i tassi di crescita si<br />
sono mantenuti sui livelli dell’anno precedente:<br />
• pressofusione di alluminio più 4% (raggiungendo<br />
le 305.000 t);<br />
• pressofusione di magnesio meno 13% (raggiungendo<br />
le 6.800 t);<br />
• pressofusione di zinco più 3,6% (raggiungendo le<br />
27.300 t).<br />
Con ciò, in Germania, risulta essere prodotto in<br />
pressofusione più della metà del volume totale di<br />
getti di metalli non ferrosi, uno sviluppo che si delinea<br />
tale e quale da anni.<br />
Guardando al mercato della pressofusione si nota<br />
come la costruzione di veicoli assuma una posizione<br />
sempre più dominante: infatti, la quota detenuta<br />
ammonta ormai al 77%. Il restante 23% della<br />
produzione di pressofusi si suddivide tra numerosi<br />
settori di utenza diversi.<br />
Negli ultimi anni, in seguito all’andamento positivo<br />
della crescita nel comparto, anche gli investimenti<br />
(sia per la manutenzione che per l’ampliamento<br />
delle capacità) si sono aggirati tra il 4 e il 6% del<br />
fatturato di una pressofonderia. Stando ai dati rilevati<br />
dall’Associazione, negli ultimi quattro anni le<br />
ragioni che hanno spinto il settore a investire sono<br />
state per il 65% determinate dalla sostituzione;<br />
il 25% ha effettuato a investimenti per ampliamento.<br />
Più interessante è tuttavia la programmazione<br />
dei pressofonditori per i prossimi cinque anni: il<br />
69% degli operatori prevede investimenti di sostituzione<br />
e il 26% ha in progetto investimenti per<br />
promuovere l’espansione. La fiducia nel futuro rimane<br />
quindi immutata.<br />
La cosa sorprende considerato il fatto che il<br />
principale acquirente delle fonderie di pressofusione,<br />
l’industria automobilistica, sta attualmente<br />
soffrendo una perdita di dinamicità. Gli stati<br />
BRIC, a eccezione dell’India, sono scossi da crisi<br />
e premono sul freno anche per quanto concerne<br />
la richiesta di veicoli. A parte il mercato interno,<br />
aumenti degni di nota, seppur in genere a una<br />
sola cifra, registrano esclusivamente il Nordamerica<br />
e alcuni paesi dell’UE. In queste aree la<br />
domanda di pregiati modelli premium tedeschi,<br />
per i quali producono appunto in prevalenza i<br />
pressofonditori nazionali, non riscontra cedimenti.<br />
Nonostante singhiozzi, il motore di crescita<br />
“industria automobilistica” continua tuttavia<br />
a necessitare dei pezzi pressofusi prodotti in<br />
Germania, il tutto addirittura in ordini di grandezza<br />
considerevoli!<br />
L’industria automobilistica stessa si trova a sua volta<br />
ad affrontare grandi sfide. Entro il 2020, infatti, il<br />
limite di emissioni di CO 2<br />
per le autovetture di<br />
nuova immatricolazione non dovrà superare il tetto<br />
massimo di 95 g/km. Leggerezza e downsizing<br />
dei motori sono la risposta delle case automobilistiche.<br />
La cosa ha ovviamente un impatto sulle fonderie<br />
di pressofusione.<br />
Nella pressofusione lo sviluppo di componenti<br />
sempre nuovi procede a velocità vertiginosa. Sia<br />
che si tratti di elementi costruttivi strutturali,<br />
componenti per motori elettrici o moduli intelligenti<br />
per la regolazione dei motori tradizionali:<br />
ovunque si cerca di servirsi delle straordinarie<br />
possibilità offerte dalla pressofusione. È straordinario<br />
quali soluzioni e componenti innovativi si<br />
vengano così a creare, molti di essi saranno presentati<br />
alla prossima EUROGUSS. Tutte le fonderie<br />
europee potranno partecipare ai concorsi di pressofusione<br />
di alluminio e di zinco. La premiazione<br />
dei pezzi vincitori avverrà nell’ambito della cerimonia<br />
di inaugurazione del salone. Gli esemplari<br />
saranno esposti in fiera. Seguiranno poi articoli nei<br />
media di settore.<br />
Con questi sviluppi si confronterà anche il 16° Internationaler<br />
Deutscher Druckgusstag (Giornata<br />
internazionale della pressofusione tedesca), organizzato<br />
dal Verband Deutscher Druckgießereien<br />
(Associazione delle fonderie di pressofusione tedesche)<br />
e il Bundesverband der Deutschen<br />
Gießereiindustrie (Associazione federale dell’industria<br />
tedesca della fonderia), che si terrà all’EU-<br />
ROGUSS in parallelo all’evento fieristico. Saranno<br />
in programma relazioni lungo l’intera catena di<br />
processo della pressofusione. Ad esempio si parlerà<br />
di soluzioni di tempra innovative per il dimensionamento<br />
degli stampi. Si riprenderà inoltre<br />
il tema relativamente astratto “industria 4.0”,<br />
mostrando come l’interconnessione online influirà<br />
sui futuri processi produttivi nelle fonderie<br />
di pressofusione. Il programma sarà completato<br />
da avvincenti contributi sui temi dello sviluppo di<br />
materiali e di elementi costruttivi.<br />
L’Internationaler Deutscher Druckgusstag fa da<br />
corona all’alta qualità dei prodotti presentati dagli<br />
espositori!<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong> 39
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RUBRICA LEGALE<br />
Condizioni Generali di Contratto<br />
delle Fonderie Europee:<br />
edizione Maggio 2014<br />
La seduta plenaria degli organi direttivi<br />
delle associazioni aderenti<br />
al CAEF, hanno approvato il nuovo<br />
testo delle Condizioni Generali<br />
di Contratto delle Fonderie Europee<br />
che sono entrate in vigore<br />
a maggio del 2014.<br />
Nello specifico le modifiche al testo<br />
del documento riguardano:<br />
l’articolo 14 “Garanzia e responsabilità.<br />
Tenuto conto dell’importanza e<br />
della diffusione di dette clausole<br />
nell’ambito del settore, Assofond<br />
ha ritenuto utile procedere con la<br />
presente pubblicazione all’interno<br />
del proprio House Organ, a beneficio<br />
di coloro che ad oggi non<br />
hanno avuto occasione di prendere<br />
atto dell’avvenuta revisione.<br />
Ricordiamo che i testi in inglese,<br />
francese, tedesco ed italiano delle<br />
nuove Condizioni Generali di<br />
Contratto delle Fonderie Europee<br />
potranno essere direttamente<br />
scaricati dal sito dell’associazione<br />
www.assofond.it, consultando la<br />
homepage alla voce NEWS.<br />
CONDIZIONI GENERALI DI CONTRATTO<br />
DELLE FONDERIE EUROPEE<br />
Adottate da ASSOFOND - Federazione Nazionale Fonderie<br />
Edizione Maggio 2014<br />
ART. 1 - DISPOSIZIONI GENERALI<br />
a) Le presenti condizioni generali di contratto sono state predisposte sulla base degli usi in vigore nei<br />
paesi aderenti al Comitato delle Associazioni Europee di Fonderia (1). A questo titolo, ciascun paese<br />
membro riconosce loro il valore giuridico che il proprio ordinamento attribuisce agli usi professionali<br />
(2). Esse si applicano qualunque sia la nazionalità del Cliente relativamente ai contratti di fornitura<br />
di getti di metalli ferrosi e non ferrosi, di getti composti o assemblati, nonché di prestazioni, consigli<br />
e servizi che il Cliente richiede alla Fonderia. Di conseguenza, le condizioni generali costituiscono la<br />
base giuridica di detti contratti per tutte le disposizioni che non siano oggetto di specifici accordi<br />
scritti.<br />
b) Le presenti condizioni rendono inoperante qualsiasi clausola contraria in qualsiasi modo formulata<br />
dal Cliente, se la Fonderia non l’abbia accettata per iscritto.<br />
(1) Germania, Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Gran Bretagna, Italia, Norvegia, Lituania, Olanda, Polonia,<br />
Portogallo, Repubblica Ceca, Spagna, Svezia, Svizzera, Ungheria.<br />
(2) Le presenti condizioni generali di contratto sono depositate presso l’Ufficio Usi Professionali del Tribunale del Commercio<br />
di Parigi. La versione originale, in lingua francese, fa prova delle stesse.<br />
44<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>
RUBRICA LEGALE<br />
c) Nel caso in cui il Cliente o un gruppo di Clienti decidano di instaurare con le Fonderie loro subfornitrici<br />
stretti rapporti di partenariato industriale, le presenti condizioni generali costituiscono la base per<br />
predisporre il loro accordo.<br />
ART. 2 - OFFERTA E ORDINAZIONE<br />
a) La richiesta di offerta o l’ordinazione del Cliente devono essere accompagnate dal capitolato tecnico<br />
che stabilisce le specifiche atte a definire, sotto ogni aspetto, i getti da realizzare, la natura e le<br />
modalità delle ispezioni, i controlli e le prove prescritti per l’accettazione dei getti stessi. La richiesta<br />
di offerta, l’ordinazione e il capitolato tecnico sono redatti in forma scritta e il documento, all’occorrenza,<br />
può essere accompagnato da un supporto informatico, il quale tuttavia non è che un mezzo<br />
di lavoro e di comunicazione che in nessun caso fa fede delle obbligazioni sottoscritte dalla Fonderia.<br />
b) L’offerta della Fonderia non può esser considerata irrevocabile se non contiene un termine espresso<br />
di validità. Quanto precede vale altresì in tutti i casi in cui il Cliente apporti modifiche l capitolato tecnico<br />
o ai getti-campione che eventualmente gli siano stati sottoposti per accettazione dalla Fonderia.<br />
c) La Fonderia è obbligata solo nei termini dell’accettazione espressa della conferma d’ordine del Cliente.<br />
L’accettazione deve essere data per lettera o con altro mezzo di comunicazione idoneo a porre in<br />
essere un documento.<br />
d) Il cliente non ha il diritto di annullare alcun ordine. Nel caso in cui violi questo impegno, il cliente dovrà<br />
risarcire la fonderia per tutte le spese sostenute anche per le opere già realizzate alla data del recesso<br />
nonché per tutto ciò che la fonderia avrebbe potuto ottenere se avesse eseguito l’ordine e, più<br />
in generale, per tutte le altre conseguenze dirette e indirette di tale disdetta.<br />
In caso di annullamento di ordini aperti, con date di consegna stabilite in base alle quali la Fonderia<br />
abbia effettuato previsioni di produzione, si reputeranno annullate non solo le quantità già prodotte,<br />
ma anche quelle in corso di produzione in base alle regolari previsioni di produzione.<br />
e) Il cliente non è autorizzato a chiedere alcun rinvio della prestazione e / o la consegna di un ordine<br />
senza il consenso dell’altra parte.<br />
Il cliente non ha diritto di posticipare la data di consegna o di esecuzione di un ordine senza previo<br />
accordo con la Fonderia. In caso di rinvio concordato con la fonderia, il cliente dovrà pagare ogni e<br />
tutte le tasse/spese (stoccaggio, spese amministrative ecc ...) causate dal rinvio. Tali importi saranno<br />
corrisposti dal cliente immediatamente al ricevimento della fattura corrispondente dalla fonderia.<br />
I pezzi per i quali è stato concordato un rinvio di consegna saranno fatturati al cliente almeno al prezzo<br />
inizialmente convenuto e in caso di aumento dei prezzi dalla data di consegna inizialmente concordata,<br />
saranno fatturati alle condizioni di prezzo in vigore alla data della consegna effettiva.<br />
ART. 3 - PROPRIETÀ INTELLETTUALE E RISERVATEZZA<br />
a) La Fonderia appartiene al settore della subfornitura industriale. Ciò significa che, avendo fatto ricorso<br />
alle sue prestazioni, il Cliente ha deciso di rivolgersi ad uno specialista di fonderia che egli giudica<br />
disponga degli impianti e della competenza adatti alle proprie necessità.<br />
Salvo diverso accordo espresso, la Fonderia non progetta i getti da essa realizzati.<br />
Tuttavia, la progettazione può essere in tutto o in parte oggetto del contratto di subfornitura industriale;<br />
il Cliente, che ha la completa conoscenza del suo prodotto, ne assume sempre e in definitiva<br />
la piena responsabilità in relazione al risultato industriale che egli persegue e che egli solo conosce<br />
con precisione.<br />
Di conseguenza, ogni proposta della Fonderia accettata dal Cliente, volta a qualsivoglia miglioramento<br />
del capitolato tecnico o altresì a modifiche del disegno dei getti e dettata in particolare da considerazioni<br />
economiche proprie della tecnica di fabbricazione di fonderia, non può in alcun modo comportare<br />
trasferimento di responsabilità. Ciò vale, segnatamente, nel quadro di stretti rapporti di partenariato<br />
industriale o di rapporti contrattuali che comportino una fase di sviluppo. In questo ultimo<br />
caso, il contratto di subfornitura deve precisare l’ambito rispettivo di intervento delle parti.<br />
c) La consegna dei getti non comporta il trasferimento al Cliente dei diritti di proprietà della Fonderia su<br />
studi di fabbricazione, software, ricerche qualsivoglia e brevetti. Il Cliente si impegna conseguentemente<br />
a considerare e a tenere riservate informazioni di qualunque natura, scritte o no, quali disegni<br />
industriali, schemi, spiegazioni tecniche che gli siano comunicate dalla Fonderia a qualsiasi titolo.<br />
Quanto precede vale anche per le soluzione che la Fonderia propone per migliorare la qualità o il costo<br />
dei getti, mediante una modifica originale del capitolato tecnico. Se il Cliente le accetta egli deve<br />
concordare con la Fonderia le condizioni per il loro utilizzo nell’ambito dell’ordinazione.<br />
Analogamente, il prezzo delle attrezzature di fabbricazione previsto dalla Fonderia, siano le stesse<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong> 45
RUBRICA LEGALE<br />
realizzate o meno da questa, non comprende il valore della proprietà intellettuale, cioè l’apporto degli<br />
studi, dei brevetti o del know-how che la Fonderia abbia utilizzato per la loro messa a punto.<br />
Quanto sopra vale altresì per gli eventuali adattamenti che la Fonderia effettui sulle attrezzature fornite<br />
dal Cliente al fine di assicurare la buona esecuzione dei getti.<br />
c) In nessun caso il Cliente può disporre per sé o per altri degli studi della Fonderia o divulgarli, senza<br />
averne espressamente acquisito la proprietà.<br />
d) Il Cliente garantisce la Fonderia contro le conseguenze delle azioni che potrebbero essere intentate<br />
da parte di terzi, a causa dell’esecuzione di una ordinazione di getti coperti da diritti di proprietà industriale<br />
o intellettuale quali brevetti, marchi o modelli depositati o da diritti di privativa.<br />
e) Le presenti condizioni generali di contratto non si applicano al caso in cui la Fonderia sia essa sola progettista<br />
e produttrice di getti che vende, in tutto o in parte, su catalogo destinato ad ampia clientela.<br />
f) Le Fonderie d’arte, che richiamano gli impegni assunti nel “Codice di deontologia delle Fonderie<br />
d’arte”, aderiscono anche alle presenti condizioni generali di contratto che, occorrendo, dovranno<br />
essere interpretate alla luce delle “regole d’arte” contenute nel “Codice deontologico delle Fonderie<br />
d’arte”.<br />
ART. 4 - MODELLI E ATTREZZATURE<br />
a) Quando sono forniti dal Cliente, i modelli, e le attrezzature di fabbricazione (casse d’anima, sagome, dispositivi<br />
d’uso e di controllo, ecc.) devono obbligatoriamente evidenziare marchiature, riferimenti di<br />
montaggio e di impiego e devono essere gratuitamente forniti nel luogo precisato dalla Fonderia.<br />
Il Cliente assume la responsabilità della perfetta concordanza delle attrezzature con i disegni e il capitolato<br />
tecnico. Tuttavia, a richiesta del Cliente, la Fonderia verifica detta concordanza e si riserva il diritto<br />
di fatturare il costo di tali operazioni.<br />
Le spese per le eventuali modifiche, che la Fonderia giudica necessario apportare ai fini di una corretta<br />
esecuzione dei getti, sono a carico del Cliente, preventivamente informato per iscritto.<br />
In generale e salvo preventivo accordo scritto con il Cliente, la Fonderia non garantisce la durata di impiego<br />
delle attrezzature.<br />
Inoltre, nel caso in cui le attrezzature siano fornite dal Cliente con disegni e capitolato che non consentano<br />
la verifica completa della perfetta concordanza tra questi vari elementi, le forme, le dimensioni e<br />
gli spessori dei getti greggi saranno determinati da tali attrezzature. La responsabilità del risultato conseguente<br />
è, in tale ipotesi, a carico esclusivo del Cliente, preventivamente informato per iscritto dalla<br />
Fonderia.<br />
In ogni caso, se le attrezzature ricevute dalla Fonderia non sono conformi all’impiego che essa aveva<br />
il diritto di ragionevolmente ottenere, il prezzo dei getti inizialmente convenuto potrà essere oggetto<br />
di richiesta di revisione da parte della Fonderia e l’accordo tra le parti dovrà avvenire prima di<br />
iniziare l’esecuzione dei getti.<br />
b) Quando è incaricata dal Cliente di realizzare modelli o attrezzature, la Fonderia li esegue d’accordo<br />
con questi, secondo le esigenze della propria tecnica di fabbricazione.<br />
I costi della loro realizzazione, sostituzione, riparazione o ripristino a seguito di usura, sono a carico<br />
del Cliente e vengono pagati alla Fonderia indipendentemente dalla fornitura dei getti.<br />
La Fonderia non può essere tenuta responsabile delle spese di sostituzione delle attrezzature destinate<br />
a servire una sola volta, nel caso di scarto del getto imputabile ai normali rischi di fabbricazione.<br />
Salvo preventivo accordo con la Fonderia sulla maggiorazione del prezzo per coprire tale rischio,<br />
il Cliente è obbligato a fornire una nuova attrezzatura in sostituzione oppure a sostenere le spese di<br />
detta attrezzatura qualora questa sia eseguita dalla Fonderia.<br />
c) La proprietà delle attrezzature e dei relativi disegni appartiene alla Fonderia nel caso in cui si convenga<br />
che il Cliente sostiene solo una parte delle spese per la loro esecuzione. Tali spese sotto questa<br />
denominazione sono oggetto di distinta fatturazione.<br />
In caso contrario, le attrezzature appartengono al Cliente e restano in deposito presso la Fonderia<br />
dopo l’esecuzione dell’ordinazione. Esse sono conservate e restituite al Cliente, a sua richiesta o per<br />
iniziativa della Fonderia, nello stato di usura e di invecchiamento sussistenti al momento della restituzione.<br />
Tuttavia il Cliente può ritornarne in possesso solo dopo il pagamento di tutte le somme ancora<br />
dovute a qualunque titolo, e quindi anche per studi, brevetti, know-how della Fonderia visti al<br />
precedente art. 3b.<br />
Le attrezzature in deposito sono conservate gratuitamente per tre anni a decorrere dall’ultima consegna.<br />
Trascorso tale termine il Cliente può ritornarne in possesso fatto salvo il diritto di ritenzione visto<br />
al paragrafo precedente. Tuttavia, la Fonderia e il Cliente possono concordare una proroga del deposito<br />
e delle sue modalità. In mancanza di accordo, la Fonderia ha il diritto di procedere alla distruzione<br />
delle attrezzature, dopo che siano trascorsi tre mesi dalla messa in mora del Cliente rimasta senza<br />
effetto, di fatturare le spese di magazzinaggio o di restituire le attrezzature in porto pagato.<br />
46<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>
RUBRICA LEGALE<br />
d) La Fonderia si impegna a non utilizzare per conto di terzi le attrezzature che detiene, ne sia o no proprietaria,<br />
salva preventiva autorizzazione scritta del Cliente.<br />
e) Salvo diverso accordo, spetta al Cliente, che ha la completa responsabilità di custodire i modelli e le<br />
attrezzature depositati, provvedere ad assicurarli per il deterioramento o la distruzione in fonderia,<br />
con rinuncia a qualsiasi azione contro quest’ultima.<br />
ART. 5 - INSERTI<br />
Gli inserti forniti dal Cliente, destinati a essere incorporati nel getto prima o dopo la fusione, devono essere<br />
di qualità ineccepibile e il Cliente ne ha la piena ed esclusiva responsabilità.<br />
Essi devono essere consegnati alla sede della Fonderia gratuitamente in porto franco e in quantità sufficiente<br />
in relazione ai normali rischi di fabbricazione.<br />
ART. 6 - TERMINI DI CONSEGNA<br />
a) I termini di consegna decorrono dalla data di conferma dell’ordinazione da parte della Fonderia e comunque<br />
dalla data in cui tutti i documenti, materiali e dettagli di esecuzione sono stati forniti dal<br />
Cliente che ha l’obbligo di porre in essere tutte le altre condizioni preliminari.<br />
b) La natura del termine (termine di messa a disposizione, termine di presentazione per il controllo o il<br />
ricevimento, termine di consegna effettiva, ecc.) e il carattere tassativo dello stesso devono essere<br />
concordati e precisati nel contratto. In mancanza di queste precisazioni, il termine ha valore indicativo.<br />
c) In caso di consegna in ritardo rispetto al termine concordato di consegna rigorosa, ed in caso sia stato<br />
stipulato apposito accordo che preveda la corresponsione di somma a titolo di penale per ritardata consegna,<br />
questa non dovrà globalmente superare il 5% del valore contrattuale (tasse escluse) delle parti in<br />
ritardo.<br />
In ogni caso, nessuna penale sarà dovuta al cliente a meno che non venga dimostrato che il ritardo<br />
nella consegna sia da imputare a colpa della fonderia.<br />
Se tale prova verrà prodotta, le sanzioni, calcolate come sopra specificato, saranno dovute solo nella<br />
misura corrispondente al danno effettivo subito dal cliente, come concordato tra le parti. Se l’importo<br />
del danno effettivamente subito dal cliente sia superiore all’importo complessivo massimo come<br />
sopra definito, il cliente non potrà proporre alcun altro rimedio per il ritardo poiché l’importo come<br />
sopra calcolato è da ritenersi complessivo di ogni e qualsiasi altra pretesa.<br />
ART. 7 - CONSEGNA E TRASFERIMENTO DEI RISCHI<br />
a) La consegna dei getti si intende sempre effettuata presso la Fonderia, qualunque siano le clausole<br />
del contratto di fornitura in merito al pagamento delle spese di trasporto.<br />
La consegna avviene con la rimessa diretta della merce al Cliente o la consegna al vettore indicato<br />
nel contratto o, in mancanza, al vettore scelto dalla Fonderia.<br />
In caso di assenza di istruzioni sulla destinazione o di impossibilità di spedizione non dipendente dalla<br />
volontà della Fonderia, la consegna si considera avvenuta con un semplice avviso di messa a disposizione;<br />
in questo caso i getti sono depositati e fatturati, a spese, rischio e pericolo del Cliente. Salvo<br />
diverso accordo contenuto nel contratto, a discrezione della Fonderia, sono autorizzate spedizioni<br />
parziali.<br />
b) Il trasferimento dei rischi al Cliente avviene al momento della consegna così come sopra intesa, nonostante<br />
il diritto di riserva di proprietà.<br />
ART. 8 - PREZZI<br />
a) Salvo diverso accordo, i prezzi contrattuali delle forniture sono unitari, tasse escluse, per partenza<br />
dalla Fonderia; i getti sono consegnati nello stato indicato dal contratto o, in mancanza di indicazione,<br />
greggi di fonderia, sbavati e smaterozzati.<br />
b) Secondo accordo espresso, i prezzi possono essere:<br />
- soggetti a revisione, in aumento o in diminuzione, sulla base di formule che tengano conto in particolare,<br />
delle variazioni dei tassi di cambio, dei corsi dei materiali, del costo dell’energia, del costo<br />
del lavoro, dei costi di trasporto e/o di altri costi collegati all’ordinazione, intervenute tra la data del<br />
contratto e quella della consegna contrattuale, in mancanza di altre date precisate nel contratto;<br />
- mantenuti fermi per un termine convenuto.<br />
ART. 9 - PESI<br />
Nel caso particolare di getti venduti a peso, è solo il peso effettivo (rilevato all’uscita dalla Fonderia) che<br />
fa fede, in quanto i pesi riportati nell’offerta e nell’ordinazione hanno valore puramente indicativo.<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong> 47
RUBRICA LEGALE<br />
ART. 10 - QUANTITÀ<br />
Dal punto di vista quantitativo il numero di getti da fornire è quello indicato nel contratto e ciò in particolare<br />
per i getti formati a mano. Nel caso di produzione di serie è consentita una certa tolleranza sul<br />
numero di pezzi prodotti e consegnati, da convenirsi tra la Fonderia e il Cliente durante le trattative. In<br />
mancanza di accordo, la tolleranza generalmente ammessa è del ±5% del numero di getti indicato nel<br />
contratto.<br />
ART. 11 - CONDIZIONI DI PAGAMENTO<br />
a) I pagamenti vanno effettuati alla sede della Fonderia.<br />
I termini e le modalità di pagamento, come pure il pagamento di eventuali acconti, devono essere<br />
oggetto di un accordo contrattuale espresso. In assenza di accordo, i pagamenti al netto e senza<br />
sconto devono effettuarsi entro 30 giorni dalla data della fattura. Salvo diverso accordo, le spese delle<br />
attrezzature sono da pagarsi entro 30 giorni dalla presentazione dei prototipi o dei getti campione.<br />
b) La mancata restituzione delle tratte con l’accettazione e la domiciliazione bancaria entro sette giorni<br />
dal loro invio, il mancato rispetto della scadenza di qualsiasi termine di pagamento, il verificarsi di circostanze<br />
che possono far sorgere gravi dubbi sulla solvibilità del Cliente e, in particolare, la sussistenza<br />
di un protesto o di un diritto reale di garanzia a carico dell’azienda, comportano di pieno diritto<br />
e a scelta della Fonderia, senza necessità di messa in mora:<br />
- sia la decadenza dal termine e, di conseguenza, l’esigibilità immediata delle somme ancora dovute<br />
a qualsiasi titolo nonché la sospensione di ogni ulteriore consegna;<br />
- sia la risoluzione di tutti i contratti in corso con il diritto di trattenere, fino alla definizione dell’eventuale<br />
risarcimento, gli acconti ricevuti, le attrezzature, i getti prodotti e ancora presso la Fonderia.<br />
c) Sulle somme esigibili decorrono di diritto e senza necessità di messa in mora, gli interessi pari al tasso<br />
di rifinanziamento stabilito dalla Banca Centrale Europea per la più recente e principale operazione<br />
di rifinanziamento effettuata l’ultimo giorno prima del semestre in questione aumentato di 8 punti<br />
(3). Il tasso di riferimento è così determinato: per il primo semestre dell’anno cui si riferisce il ritardo,<br />
è quello in vigore il 1° gennaio di quell’anno; per il secondo semestre dell’anno cui si riferisce il<br />
ritardo, è quello in vigore il 1° luglio di quell’anno.<br />
d) Nel caso di subfornitura il Cliente della Fonderia subfornitrice si impegna, nel rispetto delle disposizioni<br />
legislative vigenti in materia, a richiedere al proprio Cliente di pagare direttamente le somme dovute<br />
alla Fonderia.<br />
ART. 12 - GETTI-CAMPIONE, CONTROLLO E ACCETTAZIONE DEI GETTI<br />
Per le ordinazioni di serie il Cliente deve richiedere la fabbricazione di getti - campione che gli sono sottoposti<br />
dalla Fonderia per accettazione secondo il suo giudizio dopo tutti i necessari controlli e prove.<br />
L’accettazione deve essere comunicata dal Cliente alla Fonderia per lettera o con altro mezzo di comunicazione<br />
idoneo a produrre un documento.<br />
In ogni caso ed anche in mancanza di accettazione, la natura e l’estensione dei controlli e delle prove<br />
necessarie, le regole e le classi di durezza, le tolleranze di qualsiasi natura devono essere precisate sui<br />
disegni e nel capitolato che il Cliente è obbligato ad allegare alla sua richiesta di offerta e devono essere<br />
confermate nel contratto stipulato tra la Fonderia ed il Cliente.<br />
Nel caso di produzione di getti compositi o assemblati per saldatura dalla Fonderia, le parti devono delimitare<br />
ciascun componente, l’ambito e la natura delle zone di saldatura.<br />
Poiché il fondamento e le modalità dei controlli non distruttivi possono essere definiti soltanto in funzione<br />
della concezione dei getti, il Cliente deve sempre precisare, nella sua richiesta di offerta e nella sua<br />
ordinazione, i controlli<br />
che egli ha deciso, le parti dei getti ad essi destinati, le classi di durezza da applicare e questo per determinare,<br />
in particolare, le condizioni per far valere la garanzia definita all’art. 14.<br />
In mancanza di un capitolato tecnico relativo ai controlli e alle prove da eseguire sui getti, la Fonderia si<br />
limita ad effettuare solo un controllo visivo e dimensionale.<br />
I controlli e le prove ritenuti necessari dal Cliente, la loro natura ed estensione sono effettuati a sua richiesta<br />
dalla Fonderia, da lui stesso o da un laboratorio o da altri enti terzi e devono essere indicati non<br />
oltre il momento della stipula del contratto. Nel caso in cui sia richiesto un collaudo per l’accettazione,<br />
l’estensione e le condizioni di tale collaudo devono essere precisate nel contratto.<br />
(3) Quando la legge francese è applicabile, sulle somme esigibili decorrono di diritto e senza necessità di messa in mora, gli interessi ad<br />
un tasso pari al maggiore dei due seguenti tassi: tre volte il tasso di interesse legale o il tasso di interesse di rifinanziamento stabilito<br />
dalla Banca Centrale Europea per la più recente o principale operazione di rifinanziamento maggiorato di 10 punti percentuali. Al creditore<br />
spetta, senza che sia necessaria la costituzione in mora, un importo forfettario di 40 euro a titolo di risarcimento del danno. E’ fatta<br />
salva la prova del maggior danno, che puo’ comprendere i costi di assistenza per il recupero del credito (Dir. 2011/7/UE).<br />
48<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>
RUBRICA LEGALE<br />
Il prezzo dei controlli e delle prove è generalmente distinto da quello dei getti, ma può esservi incluso<br />
se la Fonderia e il Cliente sono d’accordo.<br />
Tale prezzo tiene conto dei lavori specifici necessari per ottenere le condizioni indispensabili per la<br />
buona esecuzione dei controlli, soprattutto nel caso di controlli non distruttivi.<br />
Salvo diverso accordo stabilito nel contratto, il collaudo di accettazione avviene presso la Fonderia,<br />
a spese del Cliente, al più tardi nella settimana successiva all’invio dell’avviso di messa a disposizione<br />
per la consegna, spedita dalla Fonderia al Cliente o all’ente incaricato del collaudo. Nel caso di<br />
inadempienza del Cliente o dell’ente di controllo, i getti sono depositati dalla Fonderia a spese e rischio<br />
del Cliente. Dopo la seconda comunicazione della messa a disposizione da parte della Fonderia<br />
rimasta senza effetto nei 15 giorni seguenti al suo invio, il materiale è ritenuto collaudato e la Fonderia<br />
ha il diritto di procedere alla sua spedizione e fatturazione.<br />
In ogni caso, i controlli e i collaudi sono effettuati nel quadro di norme adeguate, secondo le condizioni<br />
definite dai disegni e dal capitolato tecnico, decise dal Cliente e accettate dalla Fonderia.<br />
ART. 13 - ASSICURAZIONE QUALITÀ<br />
Qualora la produzione sia realizzata nel quadro di un sistema di Assicurazione Qualità, questa condizione<br />
deve essere resa nota dal Cliente nella richiesta di offerta e nell’ordinazione e la Fonderia, a sua<br />
volta, deve confermarla nella propria offerta ed accettazione dell’ordinazione, fatte salve le disposizioni<br />
degli articoli precedenti.<br />
ART. 14 - GARANZIA E RESPONSABILITA’<br />
a) La fonderia è vincolata solo secondo i termini del contratto. Di conseguenza, fatti salvi diversi accordi<br />
scritti tra le parti, la fonderia è tenuta soltanto a fornire al cliente i getti conformi ai disegni ed<br />
alle specifiche del capitolato tecnico contrattuale, come sopra definito, ovvero approvati dal cliente<br />
mediante l’accettazione dei getti-campione o prototipi.<br />
b) Garanzia<br />
i. I getti devono essere verificati dal cliente alla consegna.<br />
Qualsiasi reclamo, riserva o contestazione relativo a parti mancanti e/o vizi palesi deve essere<br />
avanzato al momento della scoperta ed, in ogni caso, entro 15 giorni dalla data della relativa<br />
consegna. Decorso tale periodo, il cliente decade dal diritto di garanzia e non saranno più ammissibili<br />
reclami o domande, anche se proposte in via riconvenzionale.<br />
Reclami, riserve o contestazioni relativi a qualsiasi altro vizio dovranno essere avanzati entro un<br />
mese, per le produzioni di serie, ed entro sei mesi, negli altri casi; entrambi i termini decorrono<br />
dalla data della relativa consegna. Decorso tale termine, il cliente decade definitivamente dal diritto<br />
di garanzia e non saranno più ammissibili reclami o domande, anche se proposte in via riconvenzionale.<br />
Il cliente deve fornire le prove che attestino la sussistenza effettiva dei vizi, fermo il diritto della<br />
Fonderia di procedere, direttamente o indirettamente, con eventuali accertamenti e verifiche in<br />
loco. Qualora il getto in esame risultasse effettivamente esente da vizi ovvero il cliente non fosse<br />
in grado di fornire la prova della responsabilità della Fonderia per la non conformità, alla Fonderia<br />
sarà riconosciuto di diritto un indennizzo a copertura di tutti i costi sostenuti, compresi<br />
quelli del personale.<br />
ii. Fatti salvi i casi di colpa grave e dolo, la garanzia prestata dalla Fonderia comporta esclusivamente<br />
che:<br />
- essa effettui o, a propria scelta, faccia effettuare da terzi la riparazione dei getti per rimediare<br />
ad ogni vizio coperto da garanzia ai sensi di quanto previsto nella presente sezione;<br />
- oppure, se del caso, qualora la Fonderia lo ritenga preferibile ovvero nessun’altra soluzione sia<br />
praticabile, essa sostituisca i getti.<br />
Solamente nel caso in cui la Fonderia ritenga di non essere in grado direttamente o avvalendosi<br />
dell’intervento di terzi di far riparare il vizio o di procedere alla sostituzione dei getti, la<br />
stessa rimborserà al cliente il valore dei getti non conformi nei limiti specificati al successivo<br />
punto iii).<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong> 49
RUBRICA LEGALE<br />
Pertanto, la garanzia della Fonderia non si estende in nessun caso alla copertura delle:<br />
- spese relative a lavori eseguiti sui getti non conformi e, se del caso, su quelli dati in sostituzione,<br />
quali, a titolo esemplificativo, trattamenti, lavorazioni a macchina, controlli e prove…<br />
- altri costi di ogni specie e, in particolare, costi di montaggio, smontaggio e ritiro dalla circolazione<br />
dei getti non conformi.<br />
iii. Ogni iniziativa intrapresa dal Cliente per riparare il vizio di un getto senza il preventivo accordo con<br />
la Fonderia sulla tipologia di iniziativa e sul suo costo comporterà la decadenza dalla garanzia<br />
stessa e non saranno più ammissibili reclami o domande comprese quelle proposte in via riconvenzionale.<br />
I getti sostituiti dalla Fonderia saranno oggetto di una nota di credito mentre i i getti sostitutivi saranno<br />
fatturati al medesimo prezzo di quelli sostituiti. La riparazione o sostituzione dei getti non<br />
modificano il regime della garanzia.<br />
La Fonderia non si farà carico di alcun costo per il trasporto dei getti a meno che abbia preventivamente<br />
dato il proprio consenso scritto al trasporto stesso ed ai relativi costi.<br />
c) Responsabilità<br />
i. La fonderia in nessun caso può essere ritenuta responsabile delle conseguenze riconducibili a atti<br />
e/o omissioni del cliente o di terzi.<br />
Chiunque intenda fondatamente evocare la responsabilità della Fonderia deve fornire la prova<br />
- che la fonderia ha violato una o più delle obbligazioni a suo carico;<br />
- del danno certo previsto o tipicamente prevedibile al momento della conclusione del contratto,<br />
- del nesso diretto di causalità tra la violazione ed il danno.<br />
ii. La responsabilità della fonderia non si estende in ogni caso:<br />
- ai danni a cose e persone e, in genere, ai danni causati da un getto difettoso nel corso del suo impiego<br />
quando il difetto è attribuibile alla progettazione del getto o dell’insieme nel quale lo stesso<br />
è incorporato, alle istruzioni di qualunque genere date dal cliente alla fonderia o ai trattamenti o<br />
modificazioni effettuati sul getto dopo la consegna;<br />
- ai danni a cose e persone e, in genere, a tutti i danni causati da un getto difettoso nel corso del<br />
suo impiego, se il cliente lo ha utilizzato senza avere effettuato, o fatto effettuare, tutti i controlli e<br />
le prove che sarebbero stati necessari in ragione della progettazione, della utilizzazione e del risultato<br />
industriale perseguito;<br />
- ai danni indiretti quali, a titolo esemplificativo, perdite di business, di profitti, di opportunità, commerciali,<br />
mancato guadagno, ecc.<br />
iii. In caso di responsabilità della fonderia, il risarcimento massimo, a qualsiasi titolo, che la fonderia può<br />
essere tenuta a corrispondere è tuttavia limitato, salvo i casi di colpa grave e dolo, al prezzo effettivamente<br />
pagato dal cliente alla Fonderia per il getto in questione.<br />
d) Rinuncia<br />
Il cliente rinuncia, e garantisce la stessa rinuncia da parte dei propri assicuratori e di eventuali terzi legati<br />
da un rapporto contrattuale con il cliente stesso, a pretese di qualsiasi genere contro la fonderia<br />
e/o i suoi assicuratori ulteriori rispetto ai limiti di garanzia e responsabilità stabiliti in queste condizioni<br />
generali di contratto.<br />
ART. 15 - FORZA MAGGIORE<br />
La fonderia è svincolata dalle conseguenze della mancata esecuzione di uno o più dei suoi impegni a<br />
condizione che tale inadempimento sia dovuto ad un evento che vada al di là del suo controllo che non<br />
poteva ragionevolmente prevedere al momento della conclusione del contratto o che si sarebbe potuto<br />
evitare o superare. In particolare sono considerati impedimenti i seguenti eventi: totale o parziale,<br />
sciopero, blocco, interruzioni o disturbi di servizi di trasporto, incendio, tempesta, altre calamità naturali,<br />
la demolizione dei materiali, delle difficoltà di approvvigionamento, ecc.<br />
50<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>
RUBRICA LEGALE<br />
ART. 16 - DIRITTO DI RISERVA DI PROPRIETÀ<br />
Le forniture dei getti sono effettuate con riserva di proprietà, secondo la legislazione dello Stato in cui<br />
si trova la merce al momento del reclamo.<br />
La presente clausola significa che il trasferimento di proprietà della merce consegnata avviene soltanto<br />
dopo l’integrale pagamento del prezzo.<br />
ART. 17 – CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA<br />
Nel caso di sopravvenienza di eventi e/o più genericamente di evoluzione di circostanze indipendenti<br />
ed esterne alla volontà delle parti e che compromettono l’economia del contratto in modo tale che l’esecuzione<br />
delle proprie obbligazioni divenga eccessivamente onerosa per una delle parti, queste negozieranno<br />
modifiche al contratto in modo da tener conto di tali eventi e/o di tale evoluzione.<br />
In mancanza di accordo su tali modifiche nel termine di 45 giorni dal ricevimento della comunicazione,<br />
da effettuarsi a mezzo di lettera raccomandata con ricevuta di ritorno, con cui una delle parti dichiara<br />
di volersi avvalere della disposizione del presente articolo, questa potrà risolvere di diritto il contratto<br />
decorso il preavviso di quindici giorni dalla comunicazione a mezzo di lettera raccomandata e ricevuta<br />
di ritorno.<br />
Non compromettono l’economica del contratto e quindi non permettono di applicare il presente articolo<br />
né le offerte più vantaggiose (in particolare a prezzi più bassi o termini inferiori inferiori, ecc.) né l’evoluzione<br />
di qualunque natura (per esempio, diminuzione dei volumi acquistati, rotture, ecc) e qualunque<br />
ne sia la causa ed il fondamento dei rapporti tra il cliente della fonderia ed i suoi propri clienti.<br />
ART. 18 - GIURISDIZIONE<br />
Le presenti condizioni generali di contratto e i contratti che vi fanno riferimento sono regolati dall’ordinamento<br />
dello Stato della Fonderia.<br />
Le parti dichiarano espressamente di non voler applicare la convenzione delle Nazioni Unite sulla vendita<br />
internazionale di merci sottoscritta a Vienna l’11 aprile 1980.<br />
Le parti si impegnano a compiere ogni sforzo per regolare in via amichevole qualsiasi controversia relativa<br />
alla loro interpretazione ed esecuzione.<br />
Nel caso in cui l’accordo non venga raggiunto, il tentativo di composizione amichevole è da considerarsi<br />
fallito qualora le parti non stipulino un accordo scritto entro 60 giorni dalla comunicazione del sorgere<br />
della controversia inviata dalla parte più diligente a mezzo di lettera raccomandata con ricevuta di<br />
ritorno; e, in mancanza di diverso accordo, è competente a risolvere le controversie unicamente il tribunale<br />
del luogo ove ha sede la fonderia, qualunque siano le condizioni contrattuali ed il sistema di pagamento<br />
concordato, anche in caso di chiamata in garanzia e di pluralità i convenuti.<br />
Data_______________________________________ li ______________________________________________<br />
Timbro e firma del Committente ______________________________________________________________<br />
Letto e confermato con approvazione di ogni clausola e più specificatamente quelle di cui agli artt. 3<br />
(Proprietà intellettuale e riservatezza), 4 (Modelli e attrezzature), 6 (Termini di consegna), 7 (Consegna e<br />
trasferimento dei rischi), 10 (Quantità), 11 (Condizioni di pagamento), 12 (Getti - campione, controllo e<br />
accettazione dei getti), 14 (Responsabilità civile e garanzia), 15 (Forza maggiore), 17 (Clausola di salvaguardia),<br />
18 (Giurisdizione), ai sensi dell’art. 1341 del Codice Civile.<br />
Data_______________________________________ li ______________________________________________<br />
Timbro e firma del Committente ______________________________________________________________<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong> 51
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TECNICO<br />
TECNICO<br />
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TECNICO<br />
TECNICO<br />
Comportamento a fatica<br />
ad alta temperatura<br />
di una ghisa sferoidale Si-Mo<br />
M. Favini<br />
Le ghise sferoidali legate con silicio e molibdeno sono usate per<br />
fabbricare i collettori dei gas di scarico dei motori a combustione<br />
interna impiegati su automobili prodotte in grande serie. In questi<br />
componenti, la massima temperatura puntuale, quando il motore<br />
lavora a pieno carico, può essere superiore a 750 °C, ed i principali<br />
meccanismi di danneggiamento in servizio sono l’ossidazione ad alta<br />
temperatura e la fatica termo-meccanica. In questo lavoro si esamina<br />
il comportamento meccanico di una ghisa Si-Mo in funzione<br />
della temperatura, sia mediante prove di durata a fatica a termine<br />
di 10 milioni di cicli, sia anche mediante prove di trazione e di compressione,<br />
seguite da osservazioni frattografiche. I risultati delle<br />
prove meccaniche sono correlati con le microstrutture e con il<br />
precedente trattamento termico.<br />
Introduzione<br />
Le ghise sferoidali legate con<br />
silicio e molibdeno, contenenti<br />
4 - 6% Si e 0,5 - 2% Mo, sono<br />
usate per applicazioni ad alta<br />
temperatura. L’elevato tenore<br />
di Si incrementa la resistenza<br />
a corrosione ad alta temperatura,<br />
formando uno strato superficiale<br />
ossidato ricco in Si,<br />
e stabilizza la matrice ferritica,<br />
principalmente aumentando la<br />
temperatura di trasformazione<br />
A 1<br />
. Inoltre, il Mo aumenta la<br />
resistenza meccanica ad alta<br />
temperatura e migliora la resistenza<br />
allo scorrimento plastico<br />
ad alta temperatura, grazie<br />
alla formazione di carburi ricchi<br />
in Mo nella matrice ferritica<br />
|1-4|.<br />
Queste ghise sono spesso<br />
usate per fabbricare i collettori<br />
di scarico dei motori a combustione<br />
interna montati su<br />
automobili prodotte in grande<br />
serie |5|. In questa applicazione,<br />
quando il motore è usato<br />
alla massima potenza, la massima<br />
temperatura puntuale può<br />
essere maggiore di 750 °C, ed<br />
i principali meccanismi di danneggiamento<br />
sono l’ossidazione<br />
ad alta temperatura e la fatica<br />
termomeccanica, quest’ultima<br />
causata dai transitori di<br />
accensione e spegnimento ed<br />
in generale dalla variazione nel<br />
tempo della potenza erogata<br />
dal motore. I collettori di scarico<br />
possono essere soggetti<br />
in opera a deformazione plastica<br />
su piccola scala; per<br />
esempio quando il motore<br />
eroga la massima potenza si<br />
può verificare nel collettore,<br />
in determinati punti, una<br />
deformazione plastica equivalente<br />
del 0,4%; pertanto la fatica<br />
termomeccanica si verifica<br />
in regime elasto-plastico.<br />
In questo lavoro, il comportamento<br />
meccanico di una ghisa<br />
Si-Mo è esaminato in funzione<br />
della temperatura, mediante<br />
prove di trazione e di compressione<br />
e prove di durata a<br />
fatica ad alta frequenza, ed è<br />
correlato con la microstruttura<br />
e con il precedente trattamento<br />
termico del materiale.<br />
Prove sperimentali<br />
La ghisa Si-Mo in esame è stata<br />
modificata (sferoidizzata) con<br />
filo di lega di Mg ed inoculata<br />
con polveri Fe-Si, poi i campioni<br />
sono stati colati separatamente<br />
in stampi di sabbia, nella<br />
forma di barre con dimensioni<br />
trasversali comprese nell’intervallo<br />
da 25 a 50 mm. La composizione<br />
chimica media delle barre<br />
ottenute è: C 3,3, Si 4,0, Mo<br />
1,4, Ni 0,49, Cr 0,15, Mg 0,03, P<br />
0,05 e S 0,003 (percentuali in<br />
massa). Successivamente, le<br />
barre sono state “ferritizzate”,<br />
cioè ricotte ad 800 °C per 3,5<br />
h e raffreddate con velocità 0,6<br />
56<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>
TECNICO<br />
°C/min da 800 a 650 °C e 3<br />
°C/min da 650 a 300 °C. Infine,<br />
i campioni per le prove<br />
meccaniche sono stati ricavati<br />
dalle barre ferritizzate mediante<br />
lavorazioni per asportazione<br />
di truciolo.<br />
Le prove di trazione sono state<br />
svolte usando campioni cilindrici<br />
di diametro 8 mm e<br />
lunghezza utile (calibrata) 56<br />
mm; le prove di compressione<br />
sono state condotte fino alla<br />
deformazione massima<br />
dell’1,5%; entrambi i tipi di<br />
prove sono stati eseguiti in<br />
controllo di spostamento ed a<br />
diverse temperature.<br />
Le prove di durata a fatica sono<br />
state eseguite con rapporto<br />
di carico R = -1, a temperatura<br />
ambiente (22 °C), con<br />
frequenza di circa 80 Hz, ed<br />
alle temperature 400 e 700<br />
°C, con frequenza di circa 150<br />
Hz, usando campioni a clessidra<br />
con diametro minimo 9<br />
mm e raggio di raccordo 75<br />
mm (con fattore di concentrazione<br />
degli sforzi k tn<br />
=<br />
1,05). Infine, la resistenza a fatica<br />
a 10 milioni di cicli è stata<br />
calcolata con il metodo staircase.<br />
La tensione o resistenza<br />
a fatica è qui riportata in termini<br />
di massima tensione nominale.<br />
a) b)<br />
c) d)<br />
Fig. 1 - Microstruttura della ghisa Si-Mo dopo la ricottura di ferritizzazione ad 800 °C (a, b,<br />
c) e dopo una prova a 700 °C di durata circa 20 h (d). Attacco con Nital. Microscopia elettronica<br />
mediante elettroni retrodiffusi (a) ed elettroni secondari (b, c, d).<br />
Nelle prove di compressione,<br />
la velocità di deformazione è<br />
stata compresa tra -5,2⋅10 -5 e<br />
-3.1⋅10 -5 s -1 . Nelle prove di<br />
trazione, la velocità di deformazione<br />
era circa 1,3⋅10 -4 s -1<br />
all’inizio di ciascuna prova, veniva<br />
bruscamente aumentata<br />
a circa 5,9⋅10 -4 s -1 dopo il punto<br />
di snervamento, e poi decresceva<br />
leggermente per effetto<br />
dell’allungamento progressivo<br />
del campione. Il cambiamento<br />
della velocità di<br />
deformazione dopo lo snervamento<br />
è stato imposto per<br />
valutare la sensibilità alla velocità<br />
di deformazione nell’intervallo<br />
di deformazione plastica<br />
vera compreso tra 0,05%<br />
e 0,5 %. Infine, la velocità di<br />
deformazione stimata nel corso<br />
delle prove di fatica è compresa<br />
tra ±0,5 e ±0,8 s -1 nelle<br />
prove condotte a temperatura<br />
ambiente, e tra ±1,5 e ±2,3<br />
s -1 nelle prove condotte ad alta<br />
temperatura.<br />
Risultati<br />
Dopo la colata, la microstruttura<br />
è costituita da grafite, carburi<br />
eutettici ricchi di Mo (formati<br />
durante la solidificazione),<br />
ferrite e perlite lamellare, con<br />
rare porosità. La dimensione<br />
media degli sferoidi di grafite è<br />
di circa 17 µm, la frazione volumica<br />
di grafite è circa il 10%, e<br />
la frazione di grafite sferoidale<br />
è circa il 70%. Le particelle di<br />
grafite sono circondate da una<br />
camicia di ferrite ed i carburi<br />
eutettici sono distribuiti sui<br />
bordi delle celle di solidificazione<br />
(lontano dalla grafite) e circondati<br />
da perlite lamellare.<br />
Dopo la ricottura di ferritizzazione<br />
(cioè prima delle prove<br />
meccaniche), la grafite ed i carburi<br />
eutettici (primari) non risultano<br />
sensibilmente modificati<br />
(Fig. 1a), mentre la perlite lamellare<br />
è trasformata o in ferrite<br />
(con parziale migrazione<br />
del carbonio), o in perlite globulare;<br />
la ferrite inoltre presenta<br />
piccoli carburi secondari, di<br />
dimensione approssimativa<br />
0,25 µm in posizioni sia intergranulari<br />
che intragranulari<br />
(Fig. 1b,c). Tali carburi secondari<br />
sono ricchi in Mo.<br />
Infine, durante le prove svolte<br />
ad alta temperatura per tempi<br />
prolungati si verifica un’evoluzione<br />
microstrutturale lieve ma<br />
sensibile; per esempio, dopo<br />
circa 20 h a 700 °C la grafite ed<br />
i carburi eutettici sono invariati,<br />
ma i carburi secondari nella<br />
matrice ferritica aumentano sia<br />
in numero che in dimensione e<br />
sono ulteriormente arricchiti<br />
di Mo, mentre le aree che precedentemente<br />
erano perlitiche<br />
diventano quasi indistinguibili<br />
da quelle precedentemente ferritiche,<br />
mostrando soltanto più<br />
una lieve differenza nella forma<br />
e dimensione dei carburi secondari<br />
(Fig. 1d).<br />
Le proprietà tensili e di compressione<br />
del materiale in esame<br />
(allo stato ferritizzato) sono<br />
mostrate in Fig. 2 e 3, in funzione<br />
della temperatura. La differenza<br />
tra la tensione di snervamento<br />
e quella di rottura, nonché<br />
anche l’allungamento<br />
uniforme, in generale diminuiscono<br />
all’aumentare della tem-<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong> 57
TECNICO<br />
peratura di prova; in particolare,<br />
a temperatura pari o superiore<br />
a 500 °C la differenza tra<br />
la tensione di snervamento e<br />
quella di rottura è molto piccola;<br />
questa differenza potrebbe<br />
esser dovuta in larga parte al<br />
sopracitato cambiamento di<br />
velocità di prova (che è stato<br />
eseguito tra il punto di snervamento<br />
e la rottura).<br />
Fig. 2 - Proprietà a trazione ed a compressione della ghisa Si-Mo, in funzione della temperatura<br />
di prova: modulo elastico (E) e tensioni di snervamento (R p02<br />
) e di rottura (R m<br />
).<br />
Fig. 3 - Proprietà a trazione della ghisa Si-Mo in funzione della temperatura di prova: allungamento<br />
a frattura, riduzione di area, allungamento uniforme ed esponenti di incrudimento<br />
n e di sensibilità alla velocità di deformazione m, essendo σ = Κε n ε ⋅m , in cui σ è la tensione<br />
vera, Κ è una costante ed ε è la deformazione plastica vera, compresa tra 0,05% e 0,5%.<br />
A temperatura ambiente l’esponente<br />
di sensibilità alla velocità<br />
di deformazione è positivo<br />
ma molto piccolo (0,003);<br />
il medesimo esponente è negativo<br />
a 250 °C (-0,009), ed<br />
infine ritorna positivo ed aumenta<br />
in modo marcato con<br />
l’ulteriore aumento di temperatura,<br />
raggiungendo il valore<br />
di 0,1 a 750 °C.<br />
I campioni di trazione presentano<br />
una lieve strizione solo a<br />
temperature uguali a o maggiori<br />
di 550 °C. Le superfici di<br />
frattura a trazione sono macroscopicamente<br />
perpendicolari<br />
all’asse di trazione a tutte<br />
le temperature esaminate,<br />
mentre la loro rugosità aumenta<br />
all’aumentare della<br />
temperatura.<br />
A temperatura ambiente la<br />
superficie di frattura a trazione<br />
si forma per clivaggio della<br />
matrice ferritica e per distacco<br />
o rottura delle particelle di<br />
grafite dalla matrice stessa<br />
(Fig. 4a), ed il percorso di frattura<br />
è quasi piano. Aumentando<br />
la temperatura, il distacco<br />
a)<br />
Fig. 4 - Superfici di frattura a trazione a temperatura ambiente (a) ed a 750 °C (b).<br />
b)<br />
58<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>
TECNICO<br />
Fig. 5 - Prove di durata a fatica alle temperature di 22, 400 e 700 °C, con rapporto di carico<br />
-1, e resistenza a fatica a 10 milioni di cicli (σ D<br />
) a ciascuna temperatura. I campioni non rotti<br />
sono rappresentati con simboli vuoti.<br />
La rottura di fatica è sempre<br />
nucleata da una porosità di ritiro,<br />
dovuta al processo di colata,<br />
adiacente o almeno vicina<br />
alla superficie esterna del<br />
campione, e la superficie di<br />
frattura è sempre perpendicolare<br />
all’asse di trazione e<br />
prossima alla sezione minima<br />
del provino a clessidra. La crescita<br />
di cricca a fatica si verifica<br />
principalmente attraverso<br />
la matrice ferritica, nella quale<br />
si formano striature di fatica<br />
(Fig. 6), mentre le particelle di<br />
grafite, che si trovano sul percorso<br />
di frattura, sono distaccate<br />
dalla matrice. La rottura<br />
finale per sovraccarico si verifica<br />
con i medesimi meccanismi<br />
osservati nelle prove di<br />
trazione, in funzione della<br />
temperatura.<br />
delle particelle di grafite diventa<br />
più frequente e la loro<br />
rottura meno frequente; inoltre<br />
la superficie di frattura<br />
della matrice presenta una<br />
frazione crescente di frattura<br />
duttile, ed infine diventa completamente<br />
duttile a temperatura<br />
di 550 °C e superiore. La<br />
frattura duttile si verifica per<br />
coalescenza di microvuoti,<br />
mostrando sia microvuoti<br />
grandi originati dalle particelle<br />
di grafite che microvuoti<br />
piccoli originati da altre particelle<br />
di seconda fase della matrice.<br />
Aumentando ulteriormente la<br />
temperatura, la crescita dei<br />
microvuoti di dimensioni<br />
maggiori è progressivamente<br />
più marcata ed il percorso di<br />
frattura include un numero<br />
crescente di particelle di grafite<br />
distaccate (Fig. 4b).<br />
La resistenza a fatica a 10 milioni<br />
di cicli è di 256 ± 12 MPa<br />
a temperatura ambiente, è<br />
quasi invariata aumentando la<br />
temperatura fino a 400 °C<br />
(247 ± 8 MPa), e poi diminuisce<br />
in modo marcato, essendo<br />
140 ± 8 MPa a 700 °C (Fig. 5).<br />
Discussione<br />
e conclusioni<br />
La microstruttura della ghisa<br />
Si-Mo esaminata è costituita,<br />
dopo la colata, da grafite sferoidale,<br />
carburi eutettici (primari)<br />
ricchi di Mo, ferrite e perlite, ed<br />
è coerente con precedenti esami<br />
metallografici di ghise Si-Mo<br />
|4, 5|. La ricottura di ferritizzazione<br />
trasforma la perlite lamellare<br />
in perlite globulare e<br />
causa la precipitazione di carburi<br />
secondari, sia intergranulari<br />
che intragranulari.<br />
a)<br />
b)<br />
Fig. 6 - Superficie di crescita di cricca a fatica dei campioni provati come segue, con rapporto di carico -1: (a) temperatura ambiente, tensione<br />
massima 260 MPa, rottura dopo 588.000 cicli; (b) 700 °C, 140 MPa, 9.190.000 cicli.<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong> 59
TECNICO<br />
I risultati delle prove di trazione<br />
ad alta temperatura sono coerenti<br />
con i valori di tensione di<br />
rottura già precedentemente<br />
noti |1|, e dimostrano che, aumentando<br />
la temperatura, specialmente<br />
al di sopra di 500 °C,<br />
il materiale presenta una marcata<br />
diminuzione dell’allungamento<br />
uniforme (ridotto ad 1% al di<br />
sopra dei 600 °C, partendo da<br />
8% a temperatura ambiente) ed<br />
un considerevole aumento<br />
dell’esponente di sensibilità alla<br />
velocità di deformazione (fino a<br />
0,1, partendo da circa zero a<br />
temperatura ambiente).<br />
La resistenza a fatica a 10 milioni<br />
di cicli (ad alta frequenza) è<br />
quasi costante tra temperatura<br />
ambiente e 400 °C, e poi diminuisce<br />
all’aumentare della temperatura,<br />
ma molto meno di<br />
quanto diminuiscono le tensioni<br />
di snervamento e di rottura.<br />
In particolare, il rapporto tra la<br />
resistenza a fatica (ad alta frequenza)<br />
e la tensione di rottura<br />
(quasi statica) è 0,4 a temperatura<br />
ambiente, aumenta a 0,55<br />
a 400 °C, ed infine diventa 1,4 a<br />
700 °C. Quest’ultimo valore è<br />
ammissibile perché nelle prove<br />
di fatica la velocità di deformazione<br />
è circa 4 ordini di grandezza<br />
più elevata, rispetto alle<br />
prove di trazione.<br />
Si ipotizza che questo comportamento<br />
peculiare ad alta temperatura<br />
sia correlato al grande<br />
aumento, già sopra notato,<br />
della sensibilità alla velocità di<br />
deformazione, che si osserva<br />
nel medesimo intervallo di<br />
temperatura.<br />
Quest’ultima ipotesi si può sviluppare<br />
come segue. Le tensioni<br />
di snervamento e di rottura<br />
effettive ad una data velocità di<br />
deformazione si possono calcolare<br />
considerando: 1) le tensioni<br />
di snervamento e di rottura<br />
quasi statiche misurate; 2)<br />
l’esponente di sensibilità alla<br />
velocità di deformazione misurato;<br />
3) il rapporto tra la velocità<br />
di deformazione in esame e<br />
la velocità di deformazione applicata<br />
nel corso delle prove di<br />
trazione.<br />
Usando quest’ultimo metodo,<br />
nel caso delle prove svolte a<br />
700 °C, le tensioni di snervamento<br />
e di rottura effettive,<br />
corrispondenti alla velocità di<br />
deformazione usata nelle prove<br />
di fatica, risultano pari a circa<br />
210 e 230 MPa, rispettivamente,<br />
dunque esse sono ragionevolmente<br />
maggiori della resistenza<br />
a fatica misurata alla medesima<br />
temperatura (144 MPa),<br />
ed in particolare i rapporti tra<br />
la resistenza a fatica e la tensione<br />
di snervamento o di rottura,<br />
calcolati a parità di velocità di<br />
deformazione, risultano anch’essi<br />
ragionevoli (0,60 o<br />
0,65).<br />
Dunque i risultati qui esposti<br />
sono coerenti con l’ipotesi che<br />
le prove di fatica ad alta temperatura<br />
siano molto influenzate<br />
dalla velocità di deformazione<br />
e, in ultima analisi, dalla frequenza<br />
di lavoro della macchina<br />
di prova. Si deve comunque notare<br />
che questi ultimi calcoli<br />
sono estrapolazioni affette da<br />
una elevata incertezza, e pertanto<br />
dovrebbero esser verificati<br />
con nuovi esperimenti a diverse<br />
velocità di deformazione.<br />
Infine, l’analisi frattografica ha<br />
permesso di riconoscere le<br />
striature di fatica a tutte le<br />
temperature esaminate, ed ha<br />
dimostrato che la rottura per<br />
sovraccarico si verifica per clivaggio<br />
a temperatura ambiente,<br />
ed invece in modo duttile ad<br />
alta temperatura.<br />
Ringraziamenti<br />
Gli autori desiderano ringraziare:<br />
la fonderia FOM Tacconi<br />
(Perugia); S. Plano, afferente al<br />
Centro Ricerche FIAT (Torino);<br />
C. Mariotti, già afferente al Politecnico<br />
di Torino (Torino).<br />
Tratto da “La metallurgia Italiana”<br />
N. 5 <strong>2015</strong><br />
P. Matteis, G. Scavino, D. Firrao -<br />
Politecnico di Torino, DISAT, Torino.<br />
A. Castello - Magneti Marelli<br />
Shock Absorbers, Corbetta - Milano.<br />
BIBLIOGRAFIA<br />
|1| L. Jenkins, G. Ruff, F. Dube (eds.), 1990. Ductile<br />
iron data for design engineers. Rio Tinto Iron &<br />
Titanium Inc., Montreal, Canada.<br />
|2| D. Li, R. Perrin, G. Burger, D. McFarlan, B. Black,<br />
R. Logan, R. Williams, 2004. Solidification behavior,<br />
microstructure, mechanical properties, hot<br />
oxidation and thermal fatigue resistance of high<br />
silicon SiMo nodular cast irons. SAE Technical<br />
Paper 2004-01-0792.<br />
|3| F. Tholence, M. Norell, 2008. High temperature<br />
corrosion of cast alloys in exhaust environments<br />
I - Ductile cast irons. Oxidation of Metals<br />
69, 13-36.<br />
|4| Yoon-Jun Kim, Ho Jang, Yong-Jun Oh, 2009.<br />
High-temperature low-cycle fatigue property<br />
of heat-resistant ductile-cast irons. Metallurgical<br />
and Materials Transactions A 40, 2087-2097.<br />
|5| H.K. Zeytin, C. Kubilay, H. Aydin, A.A. Ebrinc, B.<br />
Aydemir, 2009. Effect of microstructure on exhaust<br />
manifold cracks produced from SiMo<br />
ductile iron. Journal of Iron and Steel Research<br />
International 16, 32-36.<br />
60<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>
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TECNICO<br />
TECNICO<br />
Processo di formazione di un blister<br />
in una lega di alluminio<br />
M. Favini<br />
Il processo di formazione di un blister in una lega di alluminio da<br />
fusione è stato osservato impiegando una metodologia combinata,<br />
che comprende un’osservazione 3D in situ tramite una microtomografia<br />
a raggi X, e una simulazione per immagini. È stato osservato,<br />
tramite un approccio inverso basato sulla simulazione, che<br />
azoto e anidride carbonica riempiono il nucleo del blister. Si verifica<br />
una crescita spontanea del nucleo del blister attraverso una<br />
deformazione da scorrimento dell’alluminio circostante, dovuta<br />
all’elevata pressione gassosa all’interno del nucleo del blister. Questa<br />
pressione gassosa interna provoca anche la precipitazione di<br />
idrogeno sotto forma di micro pori, che crescono rapidamente in<br />
una forma a guscio intorno al nucleo del blister. La crescita selettiva<br />
dei micro pori è attribuibile all’aumento dello stress idrostatico<br />
in direzioni parallele alla superficie del getto, che favorisce così lo<br />
sviluppo del blister (anch’esso parallelamente alla superficie), attraverso<br />
l’assorbimento da parte del nucleo dei pori circostanti.<br />
intensificazione della pressione,<br />
che tipicamente varia dai 70 ai<br />
100 MPa. Si può ragionevolmente<br />
supporre che anche il<br />
gas intrappolato nel getto sia a<br />
sua volta soggetto ad una pressione<br />
altissima. Questo, tuttavia,<br />
è in contrasto col fatto che<br />
il livello di pressione corrisponde<br />
ad una resistenza allo snervamento<br />
a 533K, o una resistenza<br />
al creep a 478K (9), e<br />
che un trattamento di eliminazione<br />
delle tensioni può essere<br />
applicato ai getti raggiungendo<br />
temperature simili.<br />
Introduzione<br />
Un blister è un difetto relativamente<br />
macroscopico su una<br />
superficie metallica, e tipicamente<br />
prende la forma di una<br />
bolla superficiale contenente<br />
gas. È risaputo che il meccanismo<br />
di formazione del blister<br />
consiste nell’intrappolamento<br />
di aria durante la fusione |1, 2|<br />
e/o precipitazione di un gas disciolto<br />
da un metallo solido |3-<br />
6|. Il primo caso è stato rilevato<br />
tipicamente nei processi di<br />
pressofusione, in cui si genera<br />
un fluido turbolento ad alta velocità<br />
nei contenitori, causando<br />
così l’intrappolamento del gas<br />
presente nel metallo fuso. Si<br />
nota che, nel caso della pressofusione<br />
delle leghe di alluminio,<br />
le sostanze intrappolate più<br />
frequentemente sono azoto,<br />
anidride carbonica e idrogeno<br />
|7|. Poiché il blistering si verifica<br />
di solito quando le pressocolate<br />
vengono riscaldate ad alte temperature,<br />
è difficile applicare un<br />
trattamento termico risolutivo<br />
alle pressocolate ordinarie per<br />
migliorare le loro proprietà<br />
meccaniche tramite invecchiamento.<br />
In più, rispetto alle precipitazioni<br />
gassose da solidi, l’alluminio<br />
e le sue leghe sono molto<br />
sensibili alla super saturazione<br />
da idrogeno dopo il raffreddamento<br />
da bagno fuso a solido, a<br />
causa della grande differenza di<br />
miscelabilità dell’alluminio allo<br />
stato liquido e solido |8|.<br />
Le pressocolate vengono prodotte<br />
utilizzando una grande<br />
Sorgono difficoltà anche nel<br />
misurare la pressione gassosa<br />
all’interno del nucleo microscopico<br />
di un blister. È perciò<br />
difficile valutare la nucleazione<br />
attuale e il processo di crescita<br />
di un blister causato dal gas intrappolato.<br />
In termini di precipitazione<br />
gassosa, è stato riportato<br />
che la pressione del gas è<br />
sempre in equilibrio termico<br />
con la tensione superficiale di<br />
una matrice metallica, basato<br />
sulla seguente equazione |10|:<br />
P = 4γ/d (1)<br />
Dove P è la pressione gassosa<br />
dell’idrogeno, γ è la tensione<br />
superficiale dell’alluminio, e d è<br />
il diametro di un poro. Un blister<br />
tipico (5 mm) produce un<br />
aumento della pressione di circa<br />
10 -3 MPa, assumendo γ=1,16<br />
64<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>
TECNICO<br />
Nm -1 , che è il valore misurato<br />
per il piano (111) |11|. Questa<br />
pressione interna del gas sarebbe<br />
inferiore di qualche ordine<br />
di grandezza al livello di resistenza<br />
al creep delle pressocolate<br />
di leghe d’alluminio ad alte<br />
temperature |9|.<br />
È perciò impossibile valutare il<br />
fenomeno di blistering solo sulla<br />
base della presenza dell’idrogeno<br />
supersaturo. L’obiettivo<br />
del presente studio è quello di<br />
indagare la nucleazione e i meccanismi<br />
di crescita del blister in<br />
una lega di alluminio pressofusa<br />
durante l’esposizione ad alte<br />
temperature, utilizzando la microtomografia<br />
a raggi X attualmente<br />
disponibile. Né le immagini<br />
né le tecniche di misura<br />
possono fornire dati diretti sulla<br />
pressione gassosa nel nucleo<br />
di un blister. È stato perciò applicato<br />
un approccio inverso<br />
per misurare la pressione, basato<br />
su una metodologia combinata<br />
di osservazione tridimensionale<br />
in situ e su una simulazione<br />
numerica basata su immagini<br />
tridimensionali.<br />
Procedure<br />
sperimentali e di<br />
simulazione numerica<br />
ESPERIMENTO<br />
DI MICROTOMOGRAFIA<br />
È stata utilizzata una lega Al-Si-<br />
Cu da pressocolata (ADC12,<br />
standard industriale giapponese).<br />
L’ADC12 ha una composizione<br />
chimica di silicio (tra 9,6 e<br />
12,0%), rame (1,5-3,5), ferro<br />
(
TECNICO<br />
pori<br />
Fig. 1(a) - Trasposizione in un’immagine 3d del nucleo del blister e dei micro pori (notare che<br />
soltanto queste caratteristiche sono state estratte, mentre l’alluminio sottostante e le particelle<br />
di seconda fase non vengono mostrate) e . 1(b) un modello di immagine ad elementi finiti,<br />
basato sul nucleo del blister e sui pori relativamente grossolani mostrati in fig. 1a.<br />
sa dell’enorme tempo di calcolo<br />
richiesto. Perciò, per raggiungere<br />
una grande riduzione della<br />
dimensione del modello, si è tenuto<br />
conto solo di un voxel<br />
ogni sette del volume tomografico<br />
originale, e sono stati modellati<br />
solo i pori con diametro<br />
maggiore di 10 mm. Le posizioni<br />
di vertice della mesh poligonale<br />
sono state determinate<br />
tramite interpolazione trilineare<br />
dei valori di grigio dei voxel<br />
circostanti. Il modello poligonale<br />
è stato esportato come file<br />
STL, consentendo la generazione<br />
della mesh per l’analisi visco-plastica<br />
ad elementi finiti<br />
utilizzando PATRAN per la<br />
conversione del formato. Sono<br />
stati utilizzati modelli tetraedrici<br />
a 4 nodi, con una certa perdita<br />
di precisione, per facilitare<br />
la conversione. Il modello di<br />
mesh è consistito in una lega di<br />
alluminio uniforme che incorporava<br />
con un complicato nucleo<br />
realistico di blister e 189<br />
micro pori da idrogeno modellati<br />
come sfere di pari volume<br />
per facilitare un’ulteriore riduzione<br />
di volume. Il numero iniziale<br />
di triangoli superficiali era<br />
di 16.520, e il numero di mesh<br />
e di nodi nel modello finale ad<br />
elementi finiti era 1.119.024 e<br />
583.806 rispettivamente.<br />
ottenuti dalla curva sperimentale<br />
stress-deformazione di un<br />
materiale grezzo corrispondente<br />
|15|. È stato impiegato il<br />
seguente modello generalizzato<br />
di Garofalo per il creep per<br />
analizzare la caratteristica<br />
istantanea di creep della lega<br />
di alluminio:<br />
Come da fusione<br />
Dove ε è la velocità di deformazione,<br />
T è la temperatura, σ è la<br />
tensione, Q è l’energia di attivazione<br />
del creep, R è la costante<br />
dei gas, A, n g<br />
e α sono parametri<br />
del materiale. Questo modello<br />
approccia un modello di una<br />
legge di potenza (creep Norton)<br />
a tensioni basse (es.<br />
ασ1,2) il termine della<br />
legge del seno iperbolico è vicino<br />
ad una curva del creep esponenziale.<br />
Questo modello può<br />
perciò coprire un intervallo più<br />
grande di tensione e temperatura<br />
rispetto al modello Norton. I<br />
dati della velocità di deformazione<br />
da creep vs carico applicato<br />
citati dal riferimento 16 sono<br />
stati adattati per ottenere il modello<br />
di Garofalo per il creep. I<br />
valori di Q, A, n g<br />
e α usati sono<br />
stati 125 KJ/mol, 8,8x10 17 , 8,9 e<br />
0,00005 rispettivamente. La<br />
pressione gassosa interna nei<br />
pori pre esistenti, formatisi durante<br />
o appena dopo la gettata,<br />
è stata calcolata o con l’equazione<br />
1, o incorporando il contenuto<br />
di gas riportato in una<br />
Un software commerciale per<br />
l’analisi ad elementi finiti, AN-<br />
SYS, è stato usato per la simulazione.<br />
I necessari parametri<br />
di input per le proprietà della<br />
matrice di alluminio sono stati<br />
Fig. 2 - Variazioni in sezioni virtuali identiche durante l’esposizione ad alte temperature. Le<br />
immagini sequenziali del nucleo del blister sono state estratte e riportate in 3d.<br />
66<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>
TECNICO<br />
La frazione di volume V f<br />
, (%)<br />
Tempo di esposizione t / s<br />
Densità numerica ρ p<br />
/ 10 10 m -3 Diametro più grande d max<br />
/μm<br />
Diametro medio d mean<br />
/μm<br />
Fig. 4 - Viste 3d in prospettiva del nucleo del blister e di un poro relativamente<br />
grossolano nelle vicinanze, all’istante (a) 5616 secondi, e<br />
(b) 17636 secondi.<br />
Superficie del getto<br />
Micro pori<br />
Tempo di esposizione t / s<br />
Fig. 3 - Variazioni: in (a) il diametro più grande e il diametro medio dei<br />
pori d max<br />
e d mean<br />
, e in (b) la frazione di volume V f<br />
, e la densità numerica<br />
ρ p<br />
dei micro pori, durante l’esposizione ad alte temperature. Il diametro<br />
più grande e il diametro medio dei pori sono espressi come<br />
diametri equivalenti per una sfera del medesimo volume.<br />
Fig. 5 - (a) una sezione trasversale virtuale dello stato finale, (b) una<br />
prospettiva ricavata in 3d di un blister.<br />
lega pressocolata ADC12 (24,6<br />
cc/100g S.T.P per N2, e 10,7<br />
cc/100 g S.T.P per CO2) |7|. Poiché<br />
la solubilità di N 2<br />
e CO 2<br />
nelle leghe d’alluminio è molto<br />
<strong>bassa</strong>, i valori di pressione gassosa<br />
interna per i pori preesistenti<br />
sono stati semplicemente<br />
calcolati utilizzando la legge per<br />
i gas ideali.<br />
Modalità di crescita<br />
dei blister<br />
IL NUCLEO DEL BLISTER<br />
ELASUACRESCITA<br />
Nell’osservazione in situ della<br />
formazione del blister e della<br />
sua modalità di crescita, il più<br />
grande poro preesistente nel<br />
campo visivo si è trasformato<br />
gradualmente in un blister sotto<br />
forma di nucleo. Il nucleo e la<br />
sua trasformazione durante l’esposizione<br />
ad alte temperature<br />
sono mostrati in Fig. 2. Le immagini<br />
3d estratte del nucleo del<br />
blister vengono mostrate in Fig.<br />
2, insieme alle loro corrispondenti<br />
immagini a 2 dimensioni su<br />
sezioni trasversali virtuali identiche.<br />
I risultati dell’analisi quantitativa<br />
delle immagini sono mostrati<br />
in Fig. 3, dove la dimensione<br />
del nucleo del blister è<br />
espressa come quella del poro<br />
più grande. Il nucleo del blister<br />
inizialmente ha mostrato una<br />
forma complessa (Fig. 2a), e successivamente<br />
è diventato pressoché<br />
sferico nel tempo di<br />
esposizione termica di 562 secondi<br />
(Fig. 2c). La dimensione<br />
del nucleo del blister, espressa<br />
come un diametro equivalente<br />
di una sfera di pari volume, variava<br />
monotonamente da 99 a<br />
254 µm, con un’esposizione termica<br />
di 70.920 secondi. È ragionevole<br />
pensare che il nucleo del<br />
blister sia riempito con gas ad<br />
alta pressione, e che la sua crescita<br />
e cambiamento di forma<br />
siano attribuibili alla deformazione<br />
da creep dell’alluminio circostante<br />
dovuta a questa alta<br />
pressione gassosa. In più, ha iniziato<br />
a formarsi una proiezione<br />
puntinata attorno alla cima del<br />
nucleo del blister dopo 562 secondi<br />
(Fig. 2 da c ad e), che si<br />
estendeva gradualmente in parallelo<br />
alla superficie del getto.<br />
Sul lato inferiore del nucleo del<br />
blister, è cresciuto un poro relativamente<br />
grossolano, a circa 40<br />
mm dal nuceo stesso, dopo un<br />
tempo di esposizione di 5.616<br />
secondi (Fig. 4). Un’immagine del<br />
blister a 92.520 secondi è mostrata<br />
in Fig. 5. Il nucleo si è signi-<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong> 67
TECNICO<br />
superficie del getto<br />
superficie del getto<br />
Fig. 6 - Vettori di scostamento delle particelle sul piano XZ, durante<br />
l’esposizione ad alte temperature da 5616 a 17640 secondi, ottenuti<br />
tramite la tecnica di tracciamento delle particelle.<br />
Fig. 7 - Illustrazioni dei profili di (a) ε x<br />
, (b) ε y<br />
, (c) ε z<br />
e (d) ε eq<br />
su una sezione<br />
trasversale virtuale, che mostrano gli incrementi della deformazione<br />
per l’esposizione ad alte temperature dall’istante 5616 all’istante<br />
17640. I pori preesistenti sono mostrati in nero, i micro pori da<br />
idrogeno sono bianchi.<br />
ficativamente agglomerato ai<br />
pori circostanti per formare un<br />
blister sottile, conglomerato, parallelo<br />
alla superficie del getto, e<br />
che raggiunge 1 mm di lunghezza<br />
nella direzione longitudinale.<br />
ELEVAZIONE SUPERFICIALE<br />
È stata osservata elevazione superficiale<br />
anche dopo il tempo<br />
di esposizione termica di 5.616<br />
secondi (Fig. 2 da c ad e), e la<br />
formazione del blister era osservabile<br />
macroscopicamente<br />
nella fase mostrata in Fig. 5. Il<br />
flusso del materiale di matrice è<br />
stato trasposto in 3d in Fig. 6,<br />
tracciando particelle tra 5.616 e<br />
17.640 secondi. I vettori rappresentano<br />
lo scostamento delle<br />
singole particelle, che si estende<br />
per una vasta area di circa 5 volte<br />
più grande del poro parallelo<br />
alla superficie, e tre volte più<br />
grande del poro perpendicolare<br />
alla superficie medesima. Lo<br />
scostamento delle particelle è<br />
molto più rilevante nella regione<br />
tra il nucleo del blister e la<br />
superficie del getto, rispetto alle<br />
altre zone. Questo naturalmente<br />
è dovuto alla minore costrizione<br />
nella regione sotto-superficiale,<br />
per via dell’esistenza di<br />
superficie libera. Le distribuzioni<br />
delle deformazioni misurate<br />
sperimentalmente (tutte e tre le<br />
deformazioni normali e la deformazione<br />
equivalente) sono mostrate<br />
in Fig. 7. È ovvio che l’espansione<br />
del nucleo del blister<br />
generi tensione in direzione circonferenziale,<br />
e compressione<br />
nella direzione radiale, nella matrice<br />
di alluminio attorno al nucleo<br />
del blister; questo spiega la<br />
formazione di una grande banda<br />
di deformazione, di circa il 30%<br />
del diametro del nucleo del blister,<br />
mostrato in Fig. 7d. Piccole<br />
tracce di deformazione rilevante<br />
sono anche sparse lungo il<br />
campo visivo.<br />
PRECIPITAZIONE DI IDROGENO<br />
Dopo un esame più attento della<br />
Fig. 2 da c ad e, si osserva che<br />
sono precipitati pori microscopici<br />
e pressoché sferici lungo il<br />
campo visivo, con una distribuzione<br />
nello spazio relativamente<br />
omogenea. La frazione di volume<br />
totale, la densità in numero<br />
e il diametro medio equivalente<br />
dei pori sono mostrati in Fig. 3.<br />
La densità in numero è aumentata<br />
rapidamente fino a 30 volte<br />
il valore iniziale a 1000 secondi,<br />
e poi ha iniziato a diminuire,<br />
mentre la frazione di volume totale<br />
è cresciuta monotonamente.<br />
Una formazione notevole di<br />
micro pori è confermata anche<br />
in Fig. 8, in cui tutti i pori osservati<br />
nel campo visivo sono visualizzati.<br />
Siccome l’idrogeno è<br />
Fig. 8 - Viste in 3d in prospettiva dei micro<br />
pori durante l’esposizione ad alta temperatura:<br />
(a) condizioni in fusione (b) trattamento<br />
termico dopo 178 secondi (c) 562 secondi<br />
(d) 5616 secondi ed (e) 17640 secondi.<br />
l’unico gas con solubilità misurabile<br />
nell’alluminio e nelle sue<br />
leghe |8|, è ragionevole pensare<br />
che questi micro pori siano pieni<br />
di idrogeno. È stato confermato<br />
che le modalità di crescita<br />
di questi micro pori da idrogeno<br />
ad alte temperature sono dominate<br />
dalla maturazione di<br />
Ostwald |17|. La corrispondente<br />
crescita continua di pori relativamente<br />
grossolani e la sparizione<br />
dei micro pori fini è osservata<br />
in Fig. 8, in cui la matrice<br />
68<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>
TECNICO<br />
superficie del getto<br />
Fig. 9 - llustrazione della deformazione equivalente ottenuta tramite simulazione numerica<br />
basata sulle immagini. I pori preesistenti e il nucleo del blister sono mostrati in nero, i micro<br />
pori da idrogeno in bianco. Il gas interno dei pori preesistenti e del nucleo del blister è stato<br />
assunto come: (a) H 2<br />
(b) N 2<br />
e (c) N 2<br />
+ CO 2<br />
, con una pressione gassosa interna per (a) al<br />
massimo 0,4, 5,7 e 8,2 MPa rispettivamente per (b) e (c).<br />
di alluminio e le particelle di seconda<br />
fase non sono visualizzati.<br />
Rimarchevolmente, si osserva<br />
una banda priva di pori attorno<br />
al nucleo del blister, come si può<br />
chiaramente vedere nelle sezioni<br />
trasversali virtuali catturate a<br />
5.616 e 17.640 secondi (Fig. 2d<br />
ed e); ed è inoltre interessante<br />
notare che la grandezza della<br />
banda priva di pori corrisponde<br />
bene a quella della grande banda<br />
di tensione mostrata in Fig.<br />
7d. Si può perciò ipotizzare che<br />
la formazione dei micro pori è<br />
disturbata a causa dell’esistenza<br />
della deformazione compressiva<br />
causata dall’espansione radiale<br />
del nucleo del blister.<br />
Valutazione della<br />
formazione del blister<br />
e meccanismi<br />
di crescita<br />
DETERMINAZIONE DELLE SPECIE DEI<br />
GAS INTERNI E DELLA PRESSIONE<br />
Come detto in precedenza, è<br />
ragionevole pensare che i micro<br />
pori precipitati durante<br />
l’esposizione ad alte temperature<br />
siano pieni di idrogeno,<br />
tuttavia la composizione del<br />
gas all’interno dei pori preesistenti<br />
e del nucleo del blister è<br />
ignota ed inaccessibile alle misurazioni,<br />
a causa delle piccolo<br />
volume di queste formazioni. È<br />
stata presupposta l’esistenza<br />
di tre differenti specie di gas<br />
nel caso di pori preesistenti e<br />
del nucleo del blister (Fig. 9 da<br />
a a c), mentre si è assunta la<br />
presenza del solo idrogeno nel<br />
caso dei micro pori precipitati<br />
durante l’esposizione termica.<br />
Siccome la pressione gassosa è<br />
sempre in equilibrio termico<br />
con la tensione superficiale di<br />
una matrice metallica nel caso<br />
di precipitazione di micro pori,<br />
il valore della pressione gassosa<br />
varia al variare del diametro<br />
dei micro pori, secondo l’equazione<br />
1.<br />
Nella Fig. 9a, si è assunta la presenza<br />
dell’idrogeno sia nei pori<br />
preesistenti che nel nucleo del<br />
blister. In questo caso, si suppone<br />
che essi si formino durante<br />
la solidificazione e/o durante il<br />
successivo raffreddamento. La<br />
pressione gassosa nei pori<br />
preesistenti e nel nucleo del<br />
blister è anche assunta come in<br />
equilibrio termico con la tensione<br />
superficiale di una matrice<br />
metallica, col risultato che la<br />
pressione gassosa dipende dal<br />
diametro, secondo l’equazione<br />
1. La pressione gassosa massima<br />
per i pori preesistenti, e<br />
quella per il nucleo del blister, è<br />
stata calcolata in 0,45 e 0,024<br />
MPa rispettivamente. Nella Fig.<br />
9b, si suppone che sia i pori<br />
preesistenti che il nucleo del<br />
blister siano pieni di azoto. In<br />
questo caso, si assume che l’azoto<br />
sia rimasto intrappolato<br />
durante la solidificazione. La<br />
pressione gassosa sia per i pori<br />
che per il nucleo dipende dalla<br />
quantità di gas intrappolato e<br />
dalla pressione applicata alla lega<br />
in fase di solidificazione all’interno<br />
dello stampo, col risultato<br />
che la pressione gassosa<br />
è indipendente dal diametro.<br />
La pressione gassosa per i pori<br />
e per il nucleo è stata calcolata<br />
in 5,7 MPa, dividendo la quantità<br />
di azoto intrappolato ipotizzata<br />
per il volume totale dei<br />
pori e del nucleo, come quantificato<br />
nelle immagini 3d della<br />
Fig. 8. Nella Fig. 9c, si aggiunge<br />
l’anidride carbonica all’azoto<br />
della Fig. 9b, e la pressione gassosa<br />
ammonta così a 8,2 MPa<br />
sia per i pori che per il nucleo.<br />
È ovvio che i valori di pressione<br />
gassosa ipotizzati nella Fig.<br />
9a e 9b sono troppo bassi per<br />
generare deformazione da<br />
creep, mentre nel caso della<br />
Fig. 9c si prevede una deformazione<br />
da creep significativa.<br />
L’entità simulata della deformazione<br />
attorno al nucleo del blister<br />
era simile alla deformazione<br />
equivalente mostrata in Fig.<br />
7. Sebbene sia ragionevole supporre<br />
che il contenuto di gas<br />
sia influenzato significativamente<br />
dalle condizioni di fusione,<br />
si può almeno concludere<br />
che il nucleo di un blister sia<br />
riempito di gas insolubile intrappolato<br />
durante la solidificazione,<br />
causando perciò una<br />
pressione gassosa sufficiente a<br />
causare deformazione da<br />
creep della matrice di alluminio<br />
durante l’esposizione ad alte<br />
temperature.<br />
I MECCANISMI DI CRESCITA<br />
DEL BLISTER<br />
Nel presente studio si è visto<br />
che la crescita del nucleo del<br />
blister avviene a causa della<br />
deformazione da creep della<br />
matrice di alluminio attorno al<br />
nucleo stesso, che è riempito di<br />
gas insolubili ad alta pressione.<br />
È stato anche osservato in Figg.<br />
2, 4 e 5, che il nucleo del blister<br />
pressoché sferico del diametro<br />
di poche centinaia di micrometri<br />
ha mostrato una crescita<br />
maggiore dopo un’esposizione<br />
termica di 562 secondi, a causa<br />
del meccanismo di assorbimento<br />
dei micro pori circostanti da<br />
parte del nucleo. È ragionevole<br />
supporre che i valori della<br />
deformazione assiale ed equivalente<br />
non siano sufficienti<br />
per valutare il comportamento<br />
in fase di crescita dei pori cir-<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong> 69
TECNICO<br />
Fig. 10 - Immagine di una deformazione idrostatica e m<br />
, ottenuta dalla simulazione numerica<br />
per immagini.<br />
costanti, e che la crescita dei<br />
pori è assicurata quando la tensione<br />
idrostatica locale attorno<br />
al poro è a trazione e raggiunge<br />
un certo livello. Si può osservare<br />
con precisione una variazione<br />
locale di deformazione idrostatica<br />
in Fig. 10. Sebbene la<br />
deformazione idrostatica sia<br />
molto alta nella grande banda di<br />
deformazione mostrata in Figg.<br />
7d e 9c, la deformazione da<br />
creep attorno al nucleo del blister<br />
non è uniforme. La deformazione<br />
idrostatica è altamente<br />
a compressione nella zona tra il<br />
nucleo e la superficie del getto,<br />
ma viene osservata una deformazione<br />
idrostatica a compressione<br />
dalla parte opposta del<br />
nucleo stesso. D’altra parte, la<br />
deformazione idrostatica è altamente<br />
a trazione attorno alla cima<br />
del nucleo del blister, che è<br />
stato esteso a causa della formazione<br />
della proiezione puntinata<br />
dopo 562 secondi, come<br />
mostrato nelle Fig. da 2c a 2e. Si<br />
vede ovviamente la presenza di<br />
una striscia ad alta deformazione<br />
idrostatica che collega i pori<br />
preesistenti A, B e C, e la direzione<br />
della striscia è compatibile<br />
con la direzione di crescita del<br />
nucleo del blister mostrata in<br />
Fig. 5.<br />
L’interazione tra i micro pori di<br />
idrogeno e il blister, e tra i pori<br />
preesistenti, è mostrata in Fig.<br />
11. La presenza dei micro pori<br />
di idrogeno nei pressi del nucleo<br />
del blister induce l’aumento<br />
della deformazione idrostatica<br />
tra di loro, a causa della<br />
pressione gassosa interna molto<br />
<strong>bassa</strong> nei micro pori da idrogeno,<br />
come mostrato in Fig.<br />
11a. L’alta deformazione idrostatica<br />
inevitabilmente accelera<br />
la nascita di micro vuoti secondari<br />
nel mezzo, favorendo perciò<br />
l’estensione del nucleo del<br />
blister come risultato della riunione<br />
con i micro pori da idrogeno.<br />
È anche ragionevole supporre<br />
che la solubilità dell’idrogeno<br />
aumenti sotto la tensione<br />
superficie del getto<br />
idrostatica. Si può perciò affermare<br />
che la generazione di tensione<br />
idrostatica locale attorno<br />
al nucleo del blister possa favorire<br />
ulteriormente la formazione<br />
del blister.<br />
Rimarchevolmente, c’è anche<br />
una quantità di pori preesistenti,<br />
come mostra la Fig. 8a, i quali<br />
talvolta causano fenomeni di<br />
clustering. La forte interazione<br />
tra i pori preesistenti, chiaramente<br />
osservabile in Fig. 11b,<br />
porta ad un aumento della<br />
deformazione idrostatica tra di<br />
loro, a causa della sovrapposizione<br />
dei campi di deformazione<br />
attorno a loro. Perciò essi<br />
sono soggetti a formare pori<br />
più ampi attraverso il meccanismo<br />
di coalescenza di pori<br />
preesistenti vicini tra loro.<br />
IMPLICAZIONI PRATICHE<br />
È stato mostrato che i contributi<br />
combinati di gas insolubili<br />
intrappolati e idrogeno sono<br />
essenziali per la formazione del<br />
blister. Sembra più verosimile<br />
che la pressione interna del nucleo<br />
del blister possa calare rapidamente<br />
con l’espansione del<br />
blister stesso e con la coalescenza<br />
con i micro pori posti<br />
nelle vicinanze. Si ipotizza perciò<br />
che il contributo della precipitazione<br />
dell’idrogeno diventa<br />
più importante al progredire<br />
del processo di formazione del<br />
blister. La Fig. 9 suggerisce chiaramente<br />
che c’è un distinto livello<br />
di soglia per la pressione<br />
gassosa interna a cui inizia la<br />
crescita del blister, e questa<br />
pressione gassosa di soglia dipende<br />
fondamentalmente dalla<br />
resistenza al creep delle leghe<br />
Fig. 11 - Illustrazioni della deformazione idrostatica e m<br />
, ottenute dalla simulazione per immagini,<br />
che mostrano viste ingrandite che illustrano l’interazione tra i micro pori da idrogeno<br />
e il blister, e con i pori preesistenti.<br />
70<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>
TECNICO<br />
di alluminio ad una specifica<br />
temperatura.<br />
Si può supporre che la formazione<br />
del blister possa essere<br />
ridotta riducendo il gas intrappolato<br />
e/o l’idrogeno, e in più<br />
che questa formazione possa<br />
essere minimizzata diminuendo<br />
il gas intrappolato sotto un valore<br />
di soglia e/o aumentando<br />
la resistenza al creep tramite<br />
l’aggiunta di elementi di lega<br />
come rame e silicio, che migliorano<br />
la resistenza alla deformazione<br />
ad alte temperature.<br />
Conclusione<br />
Le origini fondamentali e il meccanismo<br />
di crescita del blister in<br />
una lega di alluminio da fusione,<br />
mai osservati prima, sono stati<br />
osservati in situ usando la tecnica<br />
della microtomografia a raggi<br />
X con luce di sincrotrone. È stata<br />
impiegata anche la simulazione<br />
numerica per immagini, per<br />
ottenere la pressione gassosa<br />
interna del nucleo del blister,<br />
che era rimasto finora ignoto e<br />
inaccessibile ad ogni misurazione.<br />
È stato rivelato che i gas intrappolati<br />
durante la pressocolata,<br />
come azoto ed anidride<br />
carbonica, riempiono il nucleo<br />
del blister. Rimarchevolmente,<br />
l’alta pressione gassosa interna<br />
porta all’espansione del nucleo<br />
del blister a causa della deformazione<br />
da creep della matrice<br />
di alluminio circostante. La precipitazione<br />
dell’idrogeno e la<br />
crescita dei micro pori avvengono<br />
di pari passo con la crescita<br />
del nucleo del blister, portando<br />
ad un’ulteriore espansione dello<br />
stesso grazie all’assorbimento<br />
dei micro pori da idrogeno circostanti<br />
e di quelli preesistenti.<br />
A causa della distribuzione anisotropica<br />
della deformazione<br />
idrostatica attorno al blister, il<br />
nucleo subisce una crescita direzionale,<br />
essenzialmente parallela<br />
alla superficie del getto, col<br />
risultato di formare un blister<br />
che si estende tipicamente lungo<br />
la superficie stessa.<br />
Ringraziamenti<br />
Gli esperimenti con la radiazione<br />
di sincrotrone sono stati effettuati<br />
con l’approvazione di<br />
JASRI attraverso le richieste<br />
n°2007B1078 e 2010A1299.<br />
Gli autori desiderano ringraziare<br />
Mr. Shunzo Aoyama, Mr. Shin<br />
Orii e Mr. Shoji Ueda, della Ahresty<br />
corporation, per la fornitura<br />
del materiale da fusione. Si<br />
ringrazia inoltre HT per il supporto<br />
fornito tramite la Light<br />
Metal Educational Foundation.<br />
Tratto da: Foundry Trade Journal<br />
luglio/agosto <strong>2015</strong><br />
Traduzione: F. Calosso<br />
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of Material Process Technology, 2006, 179<br />
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Takeuchi S., Horikawa K., Acta Materialia,<br />
2009, 57, pagg. 2277-2290.<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong> 71
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Getti in lost foam<br />
di componenti compositi<br />
bimetallici in ghisa bianca al<br />
cromo/acciaio al carbonio<br />
Introduzione<br />
I componenti per i mulini a sfere<br />
per l’industria dei processi<br />
minerari devono affrontare urti,<br />
frizioni e idro-corrosione<br />
dalle sfere di macinazione e dal<br />
mezzo macinante durante il<br />
processo di macinazione, che<br />
portano a ogni genere di rotture,<br />
come usura da impatto, usura<br />
di scorrimento, usura abrasiva<br />
ed usura erosiva, ecc. |1|. La<br />
vita di servizio dei componenti<br />
eseguiti in materiale tradizionale,<br />
come acciai induriti, leghe di<br />
acciaio varie, ecc. è meno di<br />
dieci mesi. HCWCI (High Chromium<br />
White Cast Iron, Ghisa<br />
bianca ad elevato cromo), una<br />
delle leghe commerciali maggiormente<br />
indurenti è stata largamente<br />
studiata durante lo<br />
scorso mezzo secolo e selezionato<br />
come materiale attuale<br />
per questi mulini a sfere. La<br />
presenza di un’elevata frazione<br />
in volume di carburi duri del tipo<br />
M 7<br />
C 3<br />
-, è il maggior responsabile<br />
per l’eccellente resistenza<br />
all’usura abrasiva e corrosiva<br />
che questo tipo di leghe fornisce.<br />
Allo stesso tempo, gli stessi<br />
carburi sono responsabili per la<br />
fragilità osservata che a volte limita<br />
l’uso di queste leghe dove<br />
si hanno impatti ripetitivi. Inoltre,<br />
una resistenza alla frattura<br />
è una proprietà importante<br />
nello sviluppo di componenti in<br />
HCWCI |2|.<br />
Da quando una elevata proporzione<br />
di carburi nella struttura<br />
è richiesta per massimizzare la<br />
resistenza all’usura alcuni ricercatori<br />
hanno cercato di migliorare<br />
la tenacità attraverso modificazioni<br />
nella struttura dei<br />
carburi |3,4|. Purtroppo non<br />
importa quanto sia uniforme la<br />
distribuzione dei carburi, la tenacità<br />
a frattura della singola<br />
HCWCI non può raggiungere<br />
le richieste di resistenza alle<br />
condizioni necessarie per l’usura<br />
da impatto nei mulini a sfere.<br />
Per sorpassare il problema alcuni<br />
ricercatori hanno speso<br />
molta attenzione per garantire<br />
con un processo composito<br />
proprietà superiori, che sono,<br />
elevata durezza, elevata resistenza<br />
all’usura corrosiva ed<br />
una tenacità a frattura accettabile<br />
|5-7|. Compositi bimetallici<br />
possono essere ottenuti attraverso<br />
tre tipi di metodo, che includono<br />
getti ad inserimento<br />
|8|, getti a composito solido/liquido<br />
e getti a composito liquido/liquido<br />
|9|.<br />
Gli autori presenti hanno intrapreso<br />
uno studio sull’utilizzo<br />
dell’HCWCI e acciaio al carbonio<br />
per produrre componenti<br />
compositi da liquido/liquido<br />
con getti in lost foam (LFC) e<br />
sulle loro caratteristiche di interfaccia.<br />
LFC è un tipo di colata<br />
con modello evaporativo simile<br />
alla colata in cera persa<br />
tranne che viene utilizzata<br />
schiuma come modello invece<br />
di cera. Molto carbonio viene<br />
generato e accumulato intorno<br />
alla cavità mentre il modello in<br />
schiuma viene combusto dal<br />
metallo fuso. L’arricchimento di<br />
carbonio è svantaggioso per<br />
parti in acciaio colato, ma è<br />
molto consigliabile per produrre<br />
parti resistenti all’usura perché<br />
meno elementi metallici<br />
verranno ossidati e più carburi<br />
duri verranno prodotti. Inoltre,<br />
il processo LFC è anche dimensionalmente<br />
accurato, mantenendo<br />
una finitura della superficie<br />
eccellente, che non richiede<br />
finiture e non ha linee di bave<br />
dovute ai piani di accoppiamento.<br />
Questo dovrebbe evitare<br />
processi successivi o almeno<br />
76<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>
TECNICO<br />
diminuire la necessità di lavorazioni<br />
meccaniche, il che è un<br />
vantaggio per i getti in HCWCI<br />
perché materiali con elevata<br />
durezza come questo sono difficili<br />
da lavorare. Lo scopo<br />
dell’articolo presente è l’esplorazione<br />
di un nuovo metodo di<br />
processo di componenti compositi<br />
con una maggiore resistenza<br />
all’usura abrasiva e corrosiva,<br />
dimensioni maggiormente<br />
precise e costi ridotti.<br />
Strato in HCWCI<br />
sistemi di alimentazione di risalita<br />
e altre parti sono state incollate<br />
a caldo al modello come<br />
mostrato in Fig. 1a.<br />
Inoltre, il modello in schiuma è<br />
stato rivestito con rivestimento<br />
ceramico, con funzione di rivestimento<br />
refrattario, tramite<br />
immersione, asciugatura e<br />
spazzolamento. Questo rivestimento<br />
crea una barriera tra la<br />
liscia superficie della schiuma e<br />
la grossolana superficie della<br />
sabbia.<br />
Procedura sperimentale<br />
MATERIALI UTILIZZATI<br />
NELLA SPERIMENTAZIONE<br />
La frazione di carburi in peso<br />
(M 7<br />
C 3<br />
) nell’articolo presente è<br />
stata calcolata in 34% per garantire<br />
le condizioni di servizio<br />
nei mulini a sfere. Questa conclusione<br />
è stata ipotizzata da<br />
Tang |10|, mentre la frazione di<br />
carbonio uguale a 3 è un valore<br />
ottimizzato per raggiungere<br />
elevata resistenza all’usura, in<br />
accordo con l’espressione F.<br />
Maratray |11| riportata di seguito.<br />
wt(M 7<br />
C 3<br />
) = 12.33 wt(C) + 0.55<br />
wt(Cr) - 15.2<br />
Sostituendo a wt(M 7<br />
C 3<br />
) e<br />
wt(C) 34 e 3 rispettivamente, è<br />
possibile calcolare la percentuale<br />
di cromo. In questo modo<br />
è stata designata la composizione<br />
della HCWCI mostrata in<br />
Tab. 1. La composizione chimica<br />
dell’acciaio al carbonio è anch’essa<br />
descritta in Tab. 1.<br />
PROCESSO DI COLATA LOST FOAM<br />
PER UN COMPOSITO BIMETALLICO<br />
LIQUIDO/LIQUIDO<br />
Per prima cosa il modello in<br />
schiuma è realizzato con schiuma<br />
di polistirene. Grazie alla<br />
semplicità del profilo del modello,<br />
questo è stato tagliato da<br />
un blocco solido di schiuma. I<br />
Strato in HCWCI<br />
strato in acciaio<br />
al carbonio<br />
strato in acciaio<br />
al carbonio<br />
Fig. 1 - a) Modello in schiuma del componente<br />
composito; b) Getto del componente<br />
composito per un mulino a sfere da<br />
3,6 m; c) Getto del componente composito<br />
per un mulino a sfere da 5 m.<br />
vuoto<br />
vuoto<br />
Sistema di alimentazione<br />
Acciaio al carbonio fuso<br />
Cassa<br />
vuoto<br />
Secondariamente questo rivestimento<br />
controlla la permeabilità,<br />
permettendo ai gas creati<br />
dalla schiuma vaporizzata del<br />
modello di fuoriuscire attraverso<br />
il rivestimento e nella sabbia.<br />
Controllare la permeabilità<br />
è un passo cruciale per evitare<br />
l’erosione della sabbia. Infine<br />
forma una barriera in modo<br />
che il metallo fuso non possa<br />
penetrare o causare erosioni<br />
dello stampo durane il versamento.<br />
Dopo che il rivestimento<br />
è asciugato, il modello in<br />
schiuma viene piazzato in una<br />
cassa e preparato con sabbia al<br />
quarzo non legata. La sabbia<br />
viene poi compattata tramite<br />
l’utilizzo di una tavola vibrante.<br />
Una volta compattato lo stampo,<br />
visibile in Fig. 2a, è pronto<br />
per il versamento. Il processo<br />
Ghisa bianca ad elevato<br />
contenuto di cromo fusa<br />
Acciaio al carbonio<br />
HCWCI<br />
Schiuma<br />
Sabbia al quarzo<br />
Fig. 2 - Schema del processo LFC a) passo 1: riempimento con sabbia e compattazione. b)<br />
passo 2: versamento della HCWCI. c) passo 3: colata dell’acciaio al carbonio.<br />
Composizione (% in peso)<br />
C Si mN C Si mN C Si mN<br />
HCWCI 2,9-3,1
TECNICO<br />
carico<br />
carico<br />
acciaio al carbonio<br />
HCWCI<br />
Fig. 3 - Schema delle provette per prova di resilienza (a) e di resistenza a flessione (b).<br />
di riempimento nelle colate<br />
composite in liquido/liquido è<br />
significativamente più critico<br />
che nella pratiche convenzionali<br />
di fonderia. Come mostrato<br />
in Fig. 2b gli autori hanno proceduto<br />
versando quantitativamente<br />
HCWCI fusa ed in seguito<br />
versando acciaio al carbonio<br />
tempestivamente, come<br />
mostrato in Fig. 2c. Il getto del<br />
componente mostrato in Fig.<br />
1b e 1c è stato ottenuto con<br />
successo.<br />
Sfere di macinazione<br />
Particelle di minerale<br />
Componenti compositi<br />
Componenti in acciaio legato<br />
Fig. 4 - Schema rappresentativo dei movimenti delle sfere di macinazione in un mulino a sfere.<br />
TRATTAMENTI TERMICI<br />
I componenti compositi e i<br />
campioni sono stati trattati a<br />
1223 K per 120 minuti per destabilizzare<br />
l’austenite e poi raffreddati<br />
in aria a temperatura<br />
ambiente. Lo scopo del trattamento<br />
termico è stato quello<br />
di ottenere una matrice martensitica<br />
per migliorare la resistenza<br />
all’usura del composito.<br />
RIASSUNTO<br />
DELLA SPERIMENTAZIONE<br />
In questo studio HCWCI eutettica<br />
sotto forma di componenti<br />
e campioni con condizioni chimiche<br />
e dimensioni controllati<br />
precisamente sono stati preparati.<br />
I campioni sono stai lucidati<br />
con una finitura al diamante da<br />
1 mm e attaccati chimicamente<br />
in una soluzione appena preparata<br />
che contiene 50 ml di Fe-<br />
Cl 3<br />
, 20 ml di Hcl e 20 ml di etanolo,<br />
che attacca preferenzialmente<br />
la matrice lasciando i carburi<br />
intatti, il che procura un<br />
buon contrasto tra carburi e<br />
matrice |12|. La microstruttura<br />
dei campioni in HCWCI è stata<br />
caratterizzata utilizzando un microscopio<br />
ottico, un diffrattometro<br />
ai raggi X (XRD) ed un<br />
microscopio elettronico a scansione<br />
(SEM/EDX).<br />
I campioni, realizzati per prove<br />
di proprietà meccaniche che<br />
comprendono durezza, tenacità<br />
e resistenza a flessione sono<br />
stati realizzai secondo il diagramma<br />
schematizzato nelle<br />
Fig. 3a e 3b.<br />
Le prove di confronto per la<br />
resistenza ad usura tra componenti<br />
in composito bimetallico<br />
ed in acciaio legato sono state<br />
eseguite in un mulino a sfere di<br />
ematite industriale della Wisco<br />
(Wuhan Iron and Steel Corporation)<br />
secondo il diagramma<br />
schematico di Fig. 4.<br />
Risultati e discussioni<br />
MICROSTRUTTURA DELLA HCWCI<br />
E DELL’ACCIAIO AL CARBONIO<br />
I campioni con uno strato di<br />
HCWCI e di acciaio al carbonio<br />
sono stati ottenuti dai<br />
componenti bimetallici e la loro<br />
composizione è mostrata in<br />
Tab. 1. Come visibile dalla Fig. 5<br />
la tipica microstruttura della<br />
Elementi Punto in Fig. 7a Punto in Fig. 7b Punto in Fig. 7c<br />
% in peso % atomico % in peso % atomico % in peso % atomico<br />
C 10,20 33,50 8,96 31,02 7,54 26,37<br />
O — — — — 2,07 5,42<br />
Si — — 0,46 0,68 0,27 0,40<br />
Cr 57,60 43,70 15,32 12,25 0,70 0,57<br />
Mn — — — — 1,32 1,01<br />
Fe 31,44 22,21 75,26 56,05 88,09 66,22<br />
Tab. 2 - Analisi EDS del composito.<br />
78<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>
TECNICO<br />
Fig. 5 - Fotografie ottiche della microstruttura nello stato as-cast: a) strato HCWCI b) strato<br />
in acciaio al carbonio.<br />
carburi<br />
carburi<br />
austenite<br />
martensite<br />
ferrite<br />
perlite<br />
martensite<br />
carburi<br />
Fig. 6 -Fotografie della microstruttura della ghisa bianca dopo il trattamento termico: a) microscopio<br />
ottico b) fotografia al SEM.<br />
La microstruttura è stata inoltre<br />
caratterizzata con diffrazione<br />
ai raggi X. Due tracciati di<br />
raggi X per i materiali allo stato<br />
As-cast e trattato termicamente<br />
sono mostrati in Fig. 8. Per le<br />
condizione as-cast sono visibili<br />
solamente i picchi relativi all’austenite<br />
e ai carburi eutettici;<br />
mentre nelle condizioni trattate<br />
termicamente l’intensità del<br />
picco di austenite diminuisce e<br />
questo per l’aumento del picco<br />
relativo alla martensite. Questo<br />
conferma la modifica microstrutturale<br />
osservata nelle micrografie<br />
di Figg. 5 e 6.<br />
INTERFACCIA DEL COMPOSITO<br />
I campioni con interfaccia composita<br />
mostrati in Fig. 9 sono<br />
ottenuti dai componenti mostrati<br />
in Fig. 1b che sono stati<br />
prodotti attraverso LFC composita<br />
di liquido / liquido.<br />
HCWCI consiste in carburi eutettici<br />
in una matrice principalmente<br />
austenitica, mentre la tipica<br />
microstruttura dell’acciaio<br />
al carbonio AS-Cast è composta<br />
da ferrite e perlite.<br />
I carburi, la matrice dello strato<br />
di HCWCI e lo strato di acciaio<br />
al carbonio sono stati<br />
analizzati con l’utilizzo del SEM<br />
con EDS ed i risultati mostrati<br />
in Fig. 7, mentre in Tab. 2 sono<br />
riportate le percentuali in peso<br />
degli elementi rilevanti riscontrati,<br />
provando che l’analisi<br />
microstrutturale di inizio paragrafo<br />
è ragionevole. Dopo il<br />
trattamento di destabilizzazione<br />
una precipitazione secondaria<br />
dei carburi contribuisce<br />
al cambiamento della microstruttura<br />
da una matrice austenitica<br />
(Fig. 5) ad una principalmente<br />
martensitica con alcuna<br />
austenite residua rinforzata<br />
da carburi secondari del<br />
tipo M 7<br />
C 3<br />
(Fig. 6b). Per un contenuto<br />
in cromo similare a<br />
quello utilizzato per questi<br />
materiali a temperature di<br />
trattamento di 1200 K, anche<br />
altri autori hanno riscontrato<br />
questo tipo di carburi secondari<br />
|13-14|.<br />
Fig. 7 - Analisi al SEM con EDS sul composito: a) carburi della ghisa b) matrice della HCWCI<br />
c) acciaio al carbonio.<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong> 79
TECNICO<br />
Fig. 8 - Diagramma delle fasi presenti nella microstruttura della HCWCI nello stato as-cast<br />
a), e dopo il trattamento termico b).<br />
strato in acciaio al carbonio<br />
strato HCWCI<br />
piccoli carburi<br />
strato HCWCI<br />
porosità<br />
Fig. 9 - Microstruttura all’interfaccia del composito dopo il trattamento termico: a) microscopio<br />
ottico b) immagine SEM.<br />
strato in acciaio al carbonio<br />
porosità dovuti alla seguente<br />
causa: la grana fine del rivestimento<br />
riduce la permeabilità<br />
e, di conseguenza la velocità<br />
dei gas generati dalla pirolisi<br />
dell’EPS |15|.<br />
L’elevata temperatura e velocità<br />
del versamento dell’acciaio<br />
al carbonio combinato<br />
con la più <strong>bassa</strong> velocità di<br />
uscita dei gas induce una intensificazione<br />
di temperatura,<br />
generando le porosità.<br />
DUREZZA, TENACITÀ<br />
E RESISTENZA A FLESSIONE<br />
Le proprietà meccaniche sono<br />
indicate in Tab. 3 e 4.<br />
RESISTENZA ALL’USURA<br />
CORROSIVA E ABRASIVA<br />
La resistenza all’usura confrontata<br />
tra componenti in<br />
composito bimetallico e componenti<br />
in acciaio legato è<br />
stata testata in un mulino a<br />
sfere di ematite industriale<br />
della Wisco, le cui dimensioni<br />
e produttività sono 3,6 x 6<br />
In accordo con la microstruttura<br />
all’interfaccia del composito<br />
mostrata il Fig. 9a, il confine<br />
dell’interfaccia del composito<br />
nella regione di combinazione<br />
bimetallica è sfalsata come denti<br />
di cane, i due metalli liquidi<br />
non sono miscelati e l’interfaccia<br />
presenta un’eccellente stato<br />
di legame metallurgico. In Fig.<br />
9b si può notare che si è formata<br />
una regione di transizione<br />
spessa 0,1 mm tra l’acciaio al<br />
carbonio e l’HCWCI. In più<br />
tramite l’analisi SEM-EDX si<br />
trova una distribuzione di alcuni<br />
elementi intorno all’interfaccia<br />
del composito. In accordo<br />
con le analisi EDX mostrate in<br />
Fig. 10 lo spessore dello strato<br />
di diffusione degli elementi Cr<br />
e C erano rispettivamente circa<br />
0,1 e 0,2 mm.<br />
A temperature superiori alla<br />
temperatura di fusione dell’HCWCI<br />
durante il versamento<br />
nell’acciaio al carbonio<br />
gli elementi Cr e C gradualmente<br />
di dissolvono,<br />
creando una soluzione sovra<br />
satura vicina all’interfaccia<br />
Fig. 10 - Analisi SEM-EDX degli elementi nella zona di interfaccia del composito.<br />
del composito che al diminuire<br />
della temperatura tende a<br />
precipitare in accordo con i<br />
principi delle cinetiche di cristallizzazione<br />
sotto forma di<br />
fini carburi mostrati in Fig. 9<br />
nucleando e cristallizzando<br />
nella regione di transizione<br />
tra l’HCWCI e l’acciaio al<br />
carbonio.<br />
In Fig. 9 si notano anche delle<br />
mt. e 160 tonnellate/ora rispettivamente.<br />
Come mostrato in Fig. 4 i<br />
componenti compositi ed in<br />
acciaio legato sono stati assemblati<br />
e sistemati separatamente<br />
gli uni dagli altri nel<br />
mulino dagli autori. La prova è<br />
stata eseguita in ambiente bagnato<br />
di macinazione per cin-<br />
80<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>
TECNICO<br />
Numero<br />
del campione<br />
que mesi, come mostrato in<br />
Fig. 11a, si può notare che i<br />
componenti in composito<br />
hanno una resistenza all’usura<br />
maggiore di quelle in acciaio.<br />
Dopo otto mesi di servizio a<br />
tempo pieno i componenti<br />
sono stai smontati dal mulino.<br />
Dimensioni della<br />
sezione (mm)<br />
α k<br />
/(Jcm -2 )<br />
1 10 x 10 18,8<br />
2 10 x 10 20,2<br />
3 10 x 10 16,9<br />
Tab. 3 - Risultati della resilienza.<br />
Numero Dimensione della Tensione di Durezza<br />
del campione sezione (mm) flessione (MPa) (HRC)<br />
1 20 x 30 1.610 61,8<br />
2 20 x 30 1.745 62,3<br />
3 20 x 30 1.683 62,5<br />
Tab. 4 - Risultati della prova di flessione.<br />
Come visibile in Fig. 11b i<br />
componenti costruiti in acciaio<br />
al carbonio non sono più<br />
utilizzabili per la loro minima<br />
dimensione della pareti di circa<br />
10 mm, e le loro superfici<br />
di lavoro si presentano seriamente<br />
rovinate, deformate e<br />
completamente ossidate. Al<br />
contrario le superfici di lavoro<br />
dei componenti in composito<br />
hanno mantenuto il loro<br />
profilo originale e sono consumate<br />
uniformemente; la superficie<br />
bianco-argentea prova<br />
che i componenti in composito<br />
si sono ossidati leggermente<br />
sono grazie all’alto<br />
contenuto di Cr.<br />
La perdita in peso dei componenti<br />
in composito e di quelli<br />
in acciaio legato può essere<br />
osservata in Tab. 5, e si può<br />
notare che la vita di servizio<br />
del componente in composito<br />
è 3 volte più lunga di quella di<br />
un componente in acciaio legato.<br />
La differenza di resistenza<br />
all’usura tra i due componenti<br />
testati deriva dalla loro composizione<br />
e microstruttura, e<br />
può essere spiegata come di<br />
seguito: Dopo il trattamento<br />
Tipo di Numero dei Peso originale Perso attuale Perdita di peso Fattore di<br />
materiale campioni (kg) (kg) (kg) resistenza all’usura<br />
Composito 1 170 133 37 3<br />
2 170 138 32<br />
Acciaio legato 1 185 82 103 1<br />
2 185 81 104<br />
Tab. 5 - Perdita in peso in ambiente di macinatura umida.<br />
componenti in compositi<br />
componenti in<br />
acciaio legato<br />
componenti in<br />
compositi<br />
componenti in<br />
acciaio legato<br />
Fig. 11 - Confronto della resistenza all’usura dei componenti bimetallici in un mulino industriale ad ematite: a) Dopo 5 mesi di servizio b)<br />
Smontati dopo 8 mesi di servizio.<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong> 81
TECNICO<br />
termico la microstruttura dell’acciaio<br />
legato presenta una<br />
struttura di sola martensite.<br />
Diversamente la HCWCI del<br />
composito ha una struttura<br />
che dopo il trattamento termico<br />
consiste in carburi eutettici<br />
(M 7<br />
C 3<br />
) in una matrice<br />
principalmente martensitica.<br />
Conclusioni<br />
1) HCWCI e acciaio al carbonio<br />
compositi sono stati<br />
sviluppati e prodotti tramite<br />
processo liquido-liquido<br />
in LFC in modo efficace.<br />
In composito ha acquisito<br />
proprietà superiori,<br />
principalmente La durezza,<br />
un’elevata resistenza<br />
all’usura corrosiva, ed una<br />
ragionevole tenacità a frattura.<br />
2) In accordo con la microstruttura<br />
il legame nell’interfaccia<br />
del composito<br />
nella zona di legame tra lle<br />
componenti bimetalliche si<br />
è sfalsata in una conformazione<br />
come denti di cane,<br />
le due fasi metalliche non<br />
si sono miscelate ma presentano<br />
un eccellente stato<br />
di legame metallurgico.<br />
3) Dopo il trattamento termico<br />
i campioni ottenuti<br />
direttamente dai componenti<br />
in composito hanno<br />
subìto prove meccaniche. I<br />
risultati mostrano una durezza<br />
>61HRC, una tenacità<br />
a frattura α k<br />
>16.5<br />
J/cm 2 , ed una resistenza a<br />
flessione >1600MPa.<br />
4) Il confronto per la resistenza<br />
a corrosione tra un<br />
acciaio legato ed un composito<br />
bimetallico è stato<br />
eseguito in un mulino a<br />
sfere in ematite della WI-<br />
SCO. I risultati dimostrano<br />
una vita di servizio del<br />
composito di circa 3 volte<br />
maggiore di quello in acciaio<br />
legato.<br />
Tratto da Fonderie N. 46 – giugno/luglio<br />
2014<br />
Traduzione: F. Calosso<br />
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82<br />
Industria Fusoria 5/<strong>2015</strong>
Riduci gli sprechi<br />
e aumenta la tua competitività<br />
In un contesto in cui l’ottimizzazione di tutti centri di costo<br />
è necessaria per mantenere competitività soprattutto<br />
rispetto a competitors esteri, diventa cruciale e strategico<br />
estendere tale attività anche alle utilities energetiche.<br />
GESTIONE ENERGETICA<br />
Riduzione dei consumi per unità di prodotto<br />
• Variabili controllabili internamente<br />
• Ampi margini di intervento<br />
• Consolidamento dei savings<br />
MONITORAGGIO CONTINUO<br />
PROGRAMMARE<br />
FARE<br />
VERIFICARE<br />
AGIRE
INSERZIONISTI<br />
INSERZIONISTI<br />
INSERZIONISTI<br />
A<br />
ABB . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/13<br />
Abrasystem . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1<br />
ASK Chemical . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 - 41<br />
B<br />
Brain force . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/13<br />
C<br />
Carbones . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40<br />
Cavenaghi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Copertina 1 / 2-3<br />
Crossmedia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo II/15<br />
CSMT. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27<br />
E<br />
Eca Consult . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 75<br />
Ecotre . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo I/15<br />
Ekw Italia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 73<br />
Elkem. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4 - 63<br />
Emerson . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo I/15<br />
Energy Team . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 83<br />
Enginsoft . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/14<br />
Ervin Armasteel . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52<br />
Euromac . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17<br />
F<br />
Fae. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo II/13<br />
Farmetal SA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 87<br />
Faro. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31<br />
Fomet . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/13<br />
Fontanot . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32<br />
Foseco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23<br />
G<br />
Gerli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/14<br />
Gerli Metalli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6<br />
Guerra Autotrasporti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 84<br />
H<br />
Hei<strong>nr</strong>ich Wagner Sinto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33<br />
I<br />
Icm . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/14<br />
Imf . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 85<br />
Imic . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 42<br />
Impianti Morando. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/13<br />
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