GARR News - n.20 - estate 2019

GARR News è il magazine semestrale che racconta le novità sulla rete dell'istruzione e della ricerca GARR News è il magazine semestrale che racconta le novità sulla rete dell'istruzione e della ricerca

16.10.2019 Views

CAFFÈ SCIENTIFICO ET chiama, la Sardegna risponde di Maddalena Vario La ricerca italiana punta ad aggiudicarsi il privilegio di ospitare l’Einstein Telescope, la nuova generazione di infrastruttura per lo studio delle onde gravitazionali, presso il sito sardo di Sos Enattos. L’Italia e in particolare la Sardegna sono impegnate in una grande sfida per aggiudicarsi la presenza dell’infrastruttura dell’Einstein Telescope, conosciuta ormai come ET, legata alla ricerca sulle onde gravitazionali, ed essere di nuovo al centro della ricerca scientifica internazionale in questo campo. Sì, perché l’Italia vanta un’esperienza di 40 anni nello studio delle onde gravitazionali sviluppata all’interno dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN). La scuola Italiana ha le sue radici in Edoardo Amaldi, allievo di Enrico Fermi, uno dei padri fondatori del CERN di cui è stato il primo Direttore Generale. L’Italia ha dato i natali ai padri della ricerca scientifica sulle onde gravitazionali quali Adalberto Giazotto e Fulvio Ricci e ospita una scuola di fama mondiale sulle onde gravitazionali presso il Gran Sasso Science Institute (GSSI). Il coordinatore internazionale del progetto è Michele Punturo dell’INFN e tanti altri ricercatori italiani hanno dato un contributo eccezionale all’astronomia multimessaggera, tra cui il professor Eugenio Coccia, rettore dello stesso GSSI e la ricercatrice Marica Branchesi, considerata tra i dieci scienziati più importanti del 2018 secondo la rivista Nature. Senza parlare poi degli importanti risultati raggiunti dall’esperimento Virgo, finanziato dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, che ha aperto le porte all’astronomia multimessaggera e ha rivoluzionato la scienza. 4 GARR NEWS

CAFFÈ SCIENTIFICO calcolo internazionali. Il tutto accompagnato da tanta motivazione”. L’Italia vuole quindi mantenere la sua leadership e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca si è detto in prima linea a sostenere la candidatura della Regione Sardegna a ospitare l’infrastruttura di ET nella miniera di Sos Enattos a Lula. Il Ministero interverrà con fondi statali per 17 milioni di euro, mentre la Regione ha già stanziato un milione di euro per l’Università di Sassari per assicurare la riapertura del laboratorio di ricerca Sar-Grav nella miniera di Sos Enattos a Lula, 1 milione per l’infrastruttura di accesso del laboratorio alla rete GARR e 500 mila euro per l’Università di Cagliari per l’impiantistica e gli studi in ambito minerario. “Le carte da giocare sono tante, tutte di estremo rilievo” spiega Alberto Masoni, direttore dell’INFN di Cagliari, “c’è il sito perfetto, ci sono le competenze, c’è il coinvolgimento dei principali enti nazionali nel campo della ricerca e delle istituzioni regionali e nazionali, c’è un impegno diretto delle due università sarde, della Sezione INFN di Cagliari, in collaborazione con il locale gruppo di ricerca dell’INAF, e c’è una rete ad altissima capacità qual è la rete GARR pronta a far viaggiare i dati da ET verso i principali centri di Il ruolo di INFN, INAF e rete GARR Continua Alberto Masoni: “La Sardegna presenta un sito con caratteristiche tecniche perfette e la costruzione del laboratorio sotterraneo Sar-Grav a Lula, che ospita l’esperimento Archimede finanziato da INFN, lo sta dimostrando con una dettagliata caratterizzazione del territorio. Il rivelatore Virgo, unico al mondo, con LIGO negli Stati Uniti, ad avere osservato i segnali diretti delle onde gravitazionali, è stato finanziato con perseveranza dagli anni Novanta dall’INFN ed ha capitalizzato tutte le competenze tecniche che l’Italia aveva maturato nel tempo in questo campo. Oggi è il progetto ET ad essere diventato la nuova missione dell’INFN. La Sardegna a sua volta ospita il Sardinia Radio Telescope. Questa infrastruttura, che sta portando la regione ad avere un ruolo di primo piano nella ricerca astrofisica e nelle future missioni nello spazio, grazie ad un recente accordo con la NASA, ha un’ulteriore grande valenza: mostra infatti la capacità del territorio di ospitare una grande infrastruttura di ricerca. Inoltre la collaborazione già in atto, a livello locale tra fisici dell’INFN e astronomi dell’INAF è un ottimo esempio per la collaborazione futura. In questo quadro il finanziamento di 1 milione alla rete GARR, che già collega in fibra il Sardinia Radio Telescope, rappresenta il primo passo per portare connettività al laboratorio Sar-Grav. A questo intervento ne seguiranno degli altri 5 GARR NEWS

CAFFÈ SCIENTIFICO<br />

ET chiama,<br />

la Sardegna risponde<br />

di Maddalena Vario<br />

La ricerca italiana<br />

punta ad aggiudicarsi<br />

il privilegio di ospitare<br />

l’Einstein Telescope,<br />

la nuova generazione<br />

di infrastruttura per<br />

lo studio delle onde<br />

gravitazionali,<br />

presso il sito sardo<br />

di Sos Enattos.<br />

L’Italia e in particolare la Sardegna sono<br />

impegnate in una grande sfida per aggiudicarsi<br />

la presenza dell’infrastruttura<br />

dell’Einstein Telescope, conosciuta ormai<br />

come ET, legata alla ricerca sulle onde<br />

gravitazionali, ed essere di nuovo al centro<br />

della ricerca scientifica internazionale<br />

in questo campo. Sì, perché l’Italia<br />

vanta un’esperienza di 40 anni nello<br />

studio delle onde gravitazionali<br />

sviluppata all’interno dell’Istituto<br />

Nazionale di Fisica Nucleare<br />

(INFN). La scuola Italiana ha le sue radici<br />

in Edoardo Amaldi, allievo di Enrico<br />

Fermi, uno dei padri fondatori del CERN<br />

di cui è stato il primo Direttore Generale.<br />

L’Italia ha dato i natali ai padri della<br />

ricerca scientifica sulle onde gravitazionali<br />

quali Adalberto Giazotto e Fulvio<br />

Ricci e ospita una scuola di fama mondiale<br />

sulle onde gravitazionali presso il<br />

Gran Sasso Science Institute (GSSI). Il coordinatore<br />

internazionale del progetto è<br />

Michele Punturo dell’INFN e tanti altri ricercatori italiani hanno dato<br />

un contributo eccezionale all’astronomia multimessaggera, tra cui<br />

il professor Eugenio Coccia, rettore dello stesso GSSI e la ricercatrice<br />

Marica Branchesi, considerata tra i dieci scienziati più importanti del<br />

2018 secondo la rivista Nature. Senza parlare poi degli importanti risultati<br />

raggiunti dall’esperimento Virgo, finanziato dall’Istituto Nazionale<br />

di Fisica Nucleare, che ha aperto le porte all’astronomia multimessaggera<br />

e ha rivoluzionato la scienza.<br />

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