GARR News - n.20 - estate 2019
GARR News è il magazine semestrale che racconta le novità sulla rete dell'istruzione e della ricerca
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CAFFÈ SCIENTIFICO<br />
Good vibrations<br />
di Maddalena Vario<br />
La rivelazione delle onde<br />
gravitazionali ci ha dato un nuovo<br />
senso per percepire l’Universo. Dando<br />
il via all’astronomia multimessaggera,<br />
una nuova astronomia collaborativa e<br />
in tempo reale.<br />
C’erano una volta, in un punto molto lontano dell’Universo,<br />
due buchi neri che si sono fusi l’uno con l’altro. La<br />
loro fusione ha emesso delle vibrazioni che hanno viaggiato<br />
alla velocità della luce per 1 miliardo e 300 milioni di<br />
anni, giungendo fino a noi il 14 settembre 2015. Queste vibrazioni,<br />
riconosciute come onde gravitazionali, la cui rivelazione<br />
è avvenuta grazie alla collaborazione internazionale<br />
degli interferometri LIGO e Virgo, hanno cambiato<br />
per sempre il nostro modo di vedere l’Universo e hanno<br />
spalancato le porte ad altre incredibili scoperte.<br />
Ne abbiamo parlato con Eugenio Coccia, membro del<br />
gruppo premio Nobel 2017 per la fisica, uno degli autori<br />
della scoperta delle onde gravitazionali, e con Marica<br />
Branchesi, considerata dalla rivista “Nature” una delle<br />
personalità scientifiche più importanti del 2017 e dal<br />
magazine “Time” una delle 100 persone più influenti al<br />
mondo nel 2018.<br />
Entrambi hanno la loro base al Gran Sasso Science<br />
Institute (GSSI) all’Aquila, che nasce per merito<br />
dell’entusiasmo del rettore Eugenio Coccia, e in cui la magia<br />
della ricerca si respira in ogni angolo grazie all’instancabile<br />
lavoro di scienziati provenienti da ogni parte del mondo.<br />
“La rivelazione delle onde gravitazionali ha cambiato<br />
per sempre il nostro modo di vedere l’Universo” - ci spiega<br />
Eugenio Coccia – “perché adesso possiamo finalmente<br />
studiarlo con un altro senso. Fino ad allora conoscevamo<br />
l’Universo grazie ai fotoni, quindi avevamo<br />
un solo senso, quello della vista, ora grazie<br />
alle onde gravitazionali che sono vibrazioni<br />
dello spazio, è come se avessimo acquisito<br />
anche il senso dell’udito, e ciò ci permette di<br />
poter esplorare zone dell’Universo oscure, senza luce, che<br />
prima erano considerate irraggiungibili. Una data storica<br />
quella del 14 settembre 2015 che mi piace associare a<br />
quella del 7 gennaio 1610, quando l’umanità finalmente<br />
inizia a vedere l’Universo grazie a Galileo, che per primo<br />
innalza il cannocchiale verso il cielo. Scruta la volta celeste<br />
e scopre dei satelliti che ruotavano intorno a Giove. Si<br />
rende conto che Giove è un piccolo sistema solare in miniatura<br />
e che, se l’attrazione gravitazionale si manifesta<br />
anche in Giove, allora può essere ovunque e qualsiasi cosa<br />
può orbitare intorno ad un’altra. Per l’astronomia è una<br />
grande rivoluzione e circa 400 anni dopo, eccoci d’avanti<br />
ad un’altra grande rivoluzione”.<br />
Passa pochissimo tempo da quel settembre del 2015<br />
e nell’agosto del 2017 vengono rivelate altre onde gravitazionali,<br />
generate dalla fusione di due stelle di neutroni,<br />
avvenuta 130 milioni di anni prima. Questa fusione di<br />
stelle produce anche luci e colori, non solo suoni come era<br />
avvenuto nella fusione dei due buchi neri, ed è proprio la<br />
luce prodotta che permette agli astronomi di entrare in<br />
azione. Infatti, non appena rivelate le onde gravitazionali,<br />
grazie ad un perfetto lavoro di team tra fisici e astronomi,<br />
La rilevazione delle onde<br />
gravitazionali ha cambiato per sempre<br />
il nostro modo di vedere l’Universo<br />
i telescopi di tutto il mondo puntano sull’evento e l’Universo<br />
mostra in tutta la sua perfezione un film con suoni e<br />
immagini meravigliosi sincronizzati tra di loro. E’ l’inizio<br />
di una nuova era astronomica, quella multimessaggera,<br />
capace di esplorare l’Universo con luci e suoni. Pioniera di<br />
questa nuova astronomia è la scienziata Marica Branchesi<br />
che, grazie al suo paziente lavoro, entusiasmo, carisma e<br />
passione, è riuscita a far dialogare e lavorare insieme fisica<br />
e astronomia. Anche per questo Nature l’ha descritta<br />
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