H // Racchette da neve - Alpi Marittime e Liguri

RACCHETTE
DA NEVE
Alpi Marittime
e Liguri
H

Coordinamento generale
Aree Protette Alpi Marittime
www.areeprotettealpimarittime.it
Partner
Unione Montana Valli Mongia Cevetta Langa Cebana Alta Valle Bormida
Unione Montana Valli Monregalesi
Unione Montana Alta Val Tanaro
Unione Montana Alpi Marittime
Coordinamento tecnico
SEAcoop stp
Testi
Alessandro Barabino (itinerari 06, 07), Irene Borgna (itinerario 14),
Elio e Valerio Dutto (itinerari 04, 08, 12, 13, 15, 19),
Roberto Pockaj (itinerari 03, 05, 09, 10, 11), Luca Reggiani / APAM (itinerari 01, 02),
Daniele Regine (itinerario 17), Nanni Villani (itinerari 16, 18, 20)
Cartografia (scala 1:50.000)
Fraternali Editore
Referenze fotografiche
Archivio APAM (p. 88), Alessandro Barabino (pp.34, 35, 36, 37, 38, 39, 40, 41),
Efrem Briatore (pp. 8, 14, 16→, 26, 27, 28↑), Marina Caramellino (p.15),
Erika Chiecchio (p.15), Gabriele Cristiani (pp.7↓,17), Elio e Valerio Dutto (pp.28↓, 42, 43↑,
59, 63, 65←, 66, 67↑, 68, 69, 71↑, 72, 73, 86, 87↑, 89), Riccardo Lussignoli / APAM (p.55↑),
Enzo Piacenza / APAM (pp. 83↑, 87↓), Roberto Pockaj (pp. 22, 23, 24, 31, 46, 47, 48),
Luca Reggiani / APAM (pp.16←, 18, 19, 20, 21), Daniele Regine (pp.5↑, 78, 79, 80, 81),
Nanni Villani (pp.4, 5, 6, 9, 25, 30, 33, 43↓, 44, 45, 49, 50, 51, 52, 55↓, 56, 57, 58, 60, 61, 62,
64, 65→, 67↓, 70, 71↓, 74, 75, 76, 77, 82, 83↓, 84, 85, 90, 91, 92, 93), Raffaella Zerbetto (p.29)
In copertina: Val Grande, © Nanni Villani
Direzione artistica e progetto grafico
Bottini comunic@zioni visive + Volume1 visual design
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L'Artistica Savigliano (Cn), Edizione 2019

SOMMARIO
4
11
13
14
18
22
26
30
34
38
42
46
50
54
58
62
66
70
74
78
82
86
90
94
96
La montagna invernale
Note tecniche
Le escursioni
01 // Il Monte Armetta
02 // Il Bosco delle Navette
03 // La Croce dei Gasti
04 // Il Bric Mindino
05 // Il Monte Alpet
06 // Il Colle del Prel
07 // La Cima del Fai
08 // Baita Elica
09 // Il giro delle borgate in Valle Pesio
10 // L'anello di San Bruno
11 // Pian delle Gorre e Pian del Creus
12 // La Sella Morteis
13 // Prato del Soglio
14 // Capanna Chiara
15 // Pian Madoro
16 // Gli alpeggi di Palanfrè
17 // La Colla di Prarosso
18 // L’anello di Santa Lucia
19 // Le Terme di Valdieri
20 // Il Colle dell’Arpione
Mappa d'insieme
Approfondimenti
3

4
LA MONTAGNA
INVERNALE

↑ Lungo la strada per le
Goderie (Valle Gesso)
↓ L'osservatorio astronomico
di Sella Morteis (Valle Pesio)
5
GLI ITINERARI PIÙ BELLI PER SCOPRIRE E VIVERE
IL TERRITORIO TRA LE ALPI MARITTIME E LE LANGHE
Gli itinerari presenti nella collana “Top20 - Tra Alpi Marittime e Langhe”
propongono un’accurata selezione di proposte volte a esplorare il suggestivo
territorio che si estende dalle vette delle Alpi Marittime e Liguri ai dolci rilievi delle
Langhe. Sono molteplici i paesaggi che caratterizzano quest’area straordinaria, in
grado di offrire a ogni tipologia di appassionato di natura e sport una gamma di
attività outdoor estremamente variegata, nonché di proporre percorsi naturalistici
e culturali con caratteristiche adatte a ogni stagione.
Questa pubblicazione presenta la descrizione di venti classiche escursioni con
le racchette da neve, in grado di regalare emozioni e divertimento a tutti, dai più
piccoli ai più grandi, dagli appassionati di natura agli alpinisti.
Le racchette costituiscono il mezzo più semplice per spostarsi sulla neve e
consentono all’escursionista di vivere a pieno la magia della montagna nella
stagione più fredda e silenziosa, lontano dalla confusione delle piste da sci.
Sconosciute agli sportivi fino a pochi decenni fa, le gite con le racchette da neve (o
ciastre o ciaspole) sono oggi diffuse su tutto l'arco alpino.

6
↑ Tracce su neve assestata
← Verso la Creusa (Valle
Vermenagna)
→↓ Panoramica sulle Alpi Liguri
dal Monte Armetta (Valle Tanaro)
Le Alpi Marittime e le Alpi Liguri costituiscono
un territorio che ben si presta alla pratica di
questa attività, grazie all’abbondanza delle
precipitazioni nevose, a rilievi che – soprattutto
nel settore delle Alpi Liguri – sono caratterizzati
da profili non accidentati. Inoltre, la presenza
di boschi di conifere (in Valle Pesio e Valle
Tanaro) rende più sicura che altrove
la frequentazione della montagna nel periodo
invernale. Una raccomandazione è d’obbligo.
Nella stagione invernale gli animali devono
fronteggiare condizioni climatiche fortemente
avverse. Ogni evento che possa rappresentare
una fonte di stress – e tra le principali c’è il
passaggio di sciatori alpinisti o di “ciastristi”
– comporta un dispendio di energie che
può risultare fatale per la sopravvivenza
dell’animale disturbato. È dunque
indispensabile muoversi con la dovuta
circospezione, evitando accuratamente le
aree di svenamento degli ungulati e le zone
cespugliate in cui si rifugia il gallo forcello.
In presenza di precedenti tracce di escursionisti
è bene seguirle anziché crearne di nuove, e
laddove si dovessero incontrare cartelli che
invitano a non oltrepassare determinati limiti,
è fondamentale rispettare l’indicazione. Se ci si
muove in compagnia di un cane, quest’ultimo
va tenuto rigorosamente al guinzaglio.
→ FALSE CREDENZE
La neve è una materia viva
in continuo metamorfismo,
cioè in continua evoluzione.
Essendo sensibile agli agenti
esogeni è influenzata da tutto
ciò che la circonda, dalla
forza peso, dall’alternarsi del
giorno e della notte, dalle
nebbie e dalla copertura
del cielo, dalla pioggia e
dal flusso geotermico della
terra, ma è il vento il fattore
più importante da tener
presente per l’evoluzione del
manto nevoso, anche perché
rappresenta il principale
“costruttore” di valanghe.
Ciò premesso, è bene sfatare
alcune false credenze.
Le irregolarità del terreno
ancorano il manto nevoso.
Le irregolarità del terreno
possono neutralizzare
solamente le valanghe
di fondo, senza impedire
quelle di superficie.

UN TERRENO DA AFFRONTARE
CON PREPARAZIONE E
PRUDENZA
L’ambiente montano è un terreno d’avventura
che espone chi lo frequenta a pericoli
che devono essere affrontati con le giuste
precauzioni, consci del fatto che quando si
decide di vivere un’esperienza in natura si
è direttamente responsabili delle proprie
scelte e dei propri comportamenti. Una
responsabilità personale richiamata dalla
stessa legislazione in vigore sul territorio della
Regione Piemonte: «I soggetti che praticano
lo sci alpinismo, lo sci fuori pista e le attività
escursionistiche, in ambienti innevati, anche
mediante le racchette da neve, al di fuori delle
piste e […] di eventuali percorsi individuati e
segnalati dai Comuni, lo fanno a proprio rischio
e pericolo. I medesimi soggetti sono tenuti ad
attenersi scrupolosamente alle informazioni
che vengono diffuse da enti pubblici o da altri
soggetti autorizzati a fornirle ufficialmente,
relativamente ai rischi legati allo svolgimento di
tale attività e a munirsi laddove, per condizioni
climatiche e della neve, sussistono evidenti
rischi di valanghe, di appositi sistemi elettronici
di segnalazione e ricerca, pala, sonda da neve
per garantire un idoneo intervento di soccorso».
Realtà quali il Club Alpino Italiano, le guide
alpine, CAI, il Soccorso Alpino, l’AINEVA
(Associazione Interregionale Neve e Valanghe),
talvolta supportati anche da enti territoriali,
da tempo sono impegnati nella divulgazione
di una cultura della prevenzione, favorendo la
diffusione delle conoscenze circa la sicurezza e
l’autosoccorso tramite specifiche pubblicazioni,
corsi, incontri e attività informative e formative.
Il freddo consolida la neve,
quindi non si rischia.
Questa è una delle
convinzioni più false,
pericolose e diffuse.
Quando, dopo un’intensa
nevicata, si protrae
un periodo caratterizzato
da temperature rigide,
il freddo prolunga
l’instabilità, ritardando
la trasformazione
(metamorfosi) e
l’assestamento del manto
nevoso.
Non c'è pericolo quando il
manto nevoso è poco spesso.
Quando il manto nevoso è
poco spesso e in presenza
di temperature basse
per lunghi periodi si ha
la formazione di brina
di fondo.
Secondo le statistiche,
negli inverni con poca neve
si hanno più vittime
da valanghe che in inverni
con molta neve.
Il bosco protegge
dalle valanghe.
L'effetto di protezione è
efficace soltanto nei boschi
fitti di piante sempreverdi.
Le tracce degli sci e
degli animali garantiscono
la sicurezza.
Le condizioni della neve
possono variare in tempi
molto brevi; inoltre anche il
peso di ciascun escursionista
o animale cambia da
soggetto a soggetto.
7

Un pendio di estensione
limitata non è pericoloso.
Si tende a sottostimare
il volume e il peso delle
masse di neve: un mini
lastrone di 20 x 30 x 0,35
metri pesa da 20 a 40
tonnellate a seconda
del tipo di neve.
8
Il bollettino valanghe
Fra i vari strumenti di prevenzione, il bollettino
nivometeorologico, conosciuto anche
con il nome di bollettino valanghe, riveste
una particolare importanza. È infatti uno
strumento che fornisce un quadro sintetico
dell’innevamento e dello stato del manto
nevoso, indicandone struttura e grado di
consolidamento su un determinato territorio.
Il riferimento per la consultazione è www.arpa.
piemonte.it/bollettini/elenco-bollettini-1/
bollettino-valanghe
In funzione del consolidamento del manto,
della probabilità di distacco, del numero e
delle dimensioni delle valanghe stesse,
il pericolo presente al momento dell’emissione
viene descritto con un testo sintetico e
un indice numerico crescente da 1 a 5.
A ogni grado è associata una situazione tipo
che facilita la comprensione e la sintesi
del bollettino stesso. Il bollettino non è solo
fonte di dati e di analisi, ma, sulla base
della previsione meteorologica più aggiornata,
definisce anche una possibile evoluzione
delle condizioni del manto, fornendo quindi
anche una vera e propria previsione
del pericolo di valanghe.
Il bollettino è quindi uno strumento
informativo che può dare un valido aiuto
nel prendere decisioni riguardanti la propria
o altrui incolumità; tuttavia, chi decide di
affrontare il “terreno innevato” deve avere
sufficienti basi conoscitive per muoversi
correttamente sul territorio e saper riconoscere
i momenti e i punti particolarmente critici.
I woom sono indizi di buon
assestamento.
I rumori sordi (woom) che
si possono udire durante
la progressione sono indizi
della debolezza del manto
nevoso, e dunque evidenti
segnali d'allarme!
Non ho mai visto valanghe
su questo pendio ripido,
dunque è sicuro.
Per definizione non esiste
alcun pendio ripido
assolutamente sicuro dalle
valanghe. Ogni pendio
con inclinazione superiore
ai 25/30° deve essere
considerato un potenziale
pendio valanghivo.
Possiamo aspettarci
le valanghe solo in caso
di cattivo tempo.
Oggi è bello dunque la
situazione è sicura.
Il primo giorno di bel
tempo dopo un periodo
di precipitazioni è
particolarmente pericoloso,
i pendii vergini nascondono
un potenziale pericolo.
↑ In cresta a monte
delle Navette (Valle Tanaro)

Il Gruppo internazionale di lavoro dei Servizi di previsione e prevenzione valanghe
di cui l’AINEVA fa parte ha sviluppato la scala unificata europea del pericolo
di valanghe. La scala in questione riporta i concetti fondamentali cui fanno
riferimento tutti gli strumenti di valutazione del pericolo di valanghe.
I caratteri peculiari su cui si basa la scala sono i seguenti:
• il pericolo è suddiviso in cinque gradi caratterizzati da un’aggettivazione e
numerazione crescente (debole 1, moderato 2, marcato 3, forte 4, molto forte 5);
• la progressione della scala non è lineare; infatti il grado di pericolo 3, pur
trovandosi al centro della scala, non rappresenta un grado di pericolo medio ma
una situazione già critica;
• Il grado di pericolo di valanghe è così indicato:
Grado 1 = generale buon consolidamento e stabilità ma non si escludono
pochissimi o isolati siti pericolosi;
Grado 2 = consolidamento moderato e localizzato: i siti pericolosi sono
localizzati e, in genere, richiedono carichi importanti per dare luogo a valanghe,
ma non si escludono isolate condizioni di debole consolidamento;
Grado 3 = consolidamento moderato su molti pendii (situazione già molto a
rischio), consolidamento debole su alcuni pendii localizzati;
Grado 4 = debole consolidamento sulla maggior parte dei pendii ripidi;
Grado 5 = il manto nevoso è in generale debolmente consolidato e instabile
anche su pendii a moderata pendenza.
9
SCALA DEL PERICOLO
STABILITÀ
DEL MANTO
NEVOSO
PROBABILITÀ
DI DISTACCO VALANGHE
INDICAZIONI
PER SCIATORI ED
ESCURSIONISTI
5
4
3
2
MODERATO MARCATO FORTE MOLTO FORTE
Il manto nevoso è in
generale debolmente
consolidato e per lo più
instabile.
Il manto nevoso è
debolmente consolidato
sulla maggior parte dei
pendii ripidi*.
Il manto nevoso
presenta
un consolidamento da
moderato a debole su
molti pendii ripidi*.
Il manto nevoso è solo
moderatamente
consolidato su alcuni
pendii ripidi*, altrimenti
è generalmente ben
consolidato.
Sono da aspettarsi numerose
valanghe spontanee molto grandi e
spesso anche valanghe di dimensioni
estreme, anche su terreno
moderatamente ripido*.
Il distacco è probabile già con un
debole sovraccarico** su molti pendii
ripidi*. Talvolta sono da aspettarsi
numerose valanghe spontanee di
grandi dimensioni e spesso anche
molto grandi.
Il distacco è possibile già con un
debole sovraccarico** soprattutto sui
pendii ripidi indicati*. Talvolta sono
possibili alcune valanghe spontanee
di grandi dimensioni e, in singoli casi,
anche molto grandi.
Il distacco è possibile principalmente
con un forte sovraccarico**,
soprattutto sui pendii ripidi* indicati.
Non sono da aspettarsi valanghe
spontanee molto grandi.
Le escursioni non sono
generalmente possibili.
Le possibilità per le
escursioni sono
fortemente limitate ed è
richiesta una grande
capacità di valutazione
locale.
Le possibilità per le
escursioni sono limitate
ed è richiesta una buona
capacità di valutazione
locale.
Condizioni favorevoli
per le escursioni ma
occorre considerare
adeguatamente locali
zone pericolose.
1
DEBOLE
Il manto nevoso è
in generale ben
consolidato e stabile.
Il distacco è generalmente possibile
solo con forte sovraccarico** su
pochissimi punti sul terreno ripido
estremo***. Sono possibili solo
piccole e medie valanghe spontanee.
Condizioni generalmente
sicure per le escursioni.

10
Come affrontare un’escursione
in ambiente innevato
Prima di effettuare un’uscita in ambiente innevato è bene pianificare l’escursione
cercando il maggior numero possibile di informazioni riguardanti l’itinerario che si
andrà a percorrere. Assolutamente fondamentale è consultare le previsioni meteo,
nonché verificare le condizioni del manto nevoso e il livello del rischio valanghe
leggendo l’apposito bollettino pubblicato da AINEVA e ARPA Piemonte tramite i
rispettivi siti web. Se possibile, è bene appurare in loco o sui siti di riferimento se
l’itinerario sia stato percorso nell’ultimo periodo. Assolutamente consigliabile è
l’utilizzo di mappe escursionistiche in scala adeguata che permettono di valutare
preventivamente la morfologia del terreno identificando criticità del percorso
e dei pendii. Quando poi dalla programmazione della gita si passa al momento
della sua effettuazione, è chiaro che ci si deve muovere secondo i principi della
massima prudenza. Le analisi sugli incidenti dimostrano che la maggior parte
dei distacchi valanghivi avvenuti durante le escursioni è provocata dagli stessi
escursionisti: da ciò si può affermare che una corretta valutazione delle condizioni
può ridurre fortemente il rischio. Per chi ama frequentare la montagna innevata,
diviene quindi fondamentale riconoscere i segnali di pericolo e le peculiarità
del terreno in cui ci si avventura. Indispensabile è un equipaggiamento idoneo
per l’autosoccorso, ovvero di un kit che in caso di incidente permetta di portare
soccorso a se stessi o ad altri. Il kit è composto da ARTVA (Apparecchio di Ricerca
Travolti da Valanga), pala e sonda.
Il Soccorso Alpino
In caso di incidente in montagna è necessario telefonare al 112 dove è presente
24 ore al giorno un operatore di Centrale Operativa del Corpo Nazionale del
Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) Piemonte che coordinerà le operazioni
di intervento. Sul territorio regionale piemontese sono presenti quattro basi di
elisoccorso (Torino, Cuneo-Levaldigi, Borgosesia, Alessandria) con un tecnico di
elisoccorso del CNSAS in servizio 365 giorni l'anno.
Presso le basi, nei mesi invernali, è anche operativa un’unità cinofila per intervento
in valanga. Gli interventi su terreno impervio vengono gestiti con l'elicottero e con
le squadre a terra in base alla tipologia dell'evento e alle condizioni meteo.
Per quanto riguarda l’allertamento, a causa della possibile assenza di segnale in
quota, può succedere che occorra spostarsi, anche di parecchio, per effettuare la
chiamata: se si dispone di un ricevitore GPS, è necessario prendere le coordinate
del luogo in cui serve il soccorso e comunicarle alla centrale operativa. Nell’ipotesi
che venga inviato l'elicottero per il soccorso, è fondamentale saper descrivere le
condizioni meteo locali e individuare, se possibile, una zona per l'atterraggio, ben
visibile dall'alto e priva di ostacoli come alberi o pali in un raggio di 100 metri,
preferibilmente sopraelevata e con fondo solido. Ci si deve posizionare ai margini
del luogo prescelto per l'atterraggio, con il vento alle spalle e le due braccia alzate
verso il cielo, per indicare la necessità di soccorso.

NOTE TECNICHE
11
// SCALA DELLE DIFFICOLTÀ
Le difficoltà complessive di ciascun itinerario sono indicate in base
alle seguenti sigle:
T = per turisti: itinerari di facile individuazione che si svolgono su terreno con
pendenze moderate; richiedono un limitato impegno fisico.
E = per escursionisti: itinerari che necessitano di capacità di orientamento
e si sviluppano su terreno con pendenze a tratti pronunciate; richiedono un
discreto impegno fisico.
EE = per escursionisti esperti: itinerari che necessitano di notevoli capacità
di orientamento e si sviluppano su terreno con pendenze a tratti notevoli;
richiedono un forte impegno fisico.
// PERIODO
Tutte le gite descritte in questa pubblicazione sono percorribili in periodo invernale
(dalle prime nevicate a fine marzo). Fa eccezione l’itinerario n. 19 per le Terme di
Valdieri e il Rifugio del Valasco, affrontabile anche a inizio primavera, per lo meno nel
tratto Terme-Valasco.
// SEGNALETICA VERTICALE E ORIZZONTALE
La segnaletica verticale, standardizzata con una legge regionale, è costituita
da paline con frecce direzionali o placchette bianco-rosse. Su terreni aperti
si ricorre, talvolta, a paletti segnavia in legno, sui quali sono riportate le tacche
bianche e rosse. Nella pagina a fianco è riportato il modello di una freccia
di direzione con destinazioni, quote e tempi di percorrenza. Nella Provincia di Cuneo,
il codice che individua i sentieri è formato da una lettera e da un numero, composto
da una o due cifre. La lettera individua una vallata della provincia o, al più,

000a
Prima destinazione
Altre informazioni turistiche
Seconda destinazione
Altre informazioni turistiche
Terza destinazione
Altre informazioni turistiche
0000 m 0:00 h
0000 m
0:00 h
0000 m 0:00 h
12
un versante di essa, mentre il numero caratterizza univocamente il sentiero nella
valle in questione. Si parte dalla A per la Val Tanaro, e si finisce con la V per la Valle
Po. Nella pratica, la segnaletica sta convergendo verso quanto prescritto dalla
legislazione vigente. Esistono tuttavia eccezioni e deroghe: alcune di esse sono
legittime, come la segnaletica verticale nel Parco delle Alpi Marittime – gialla e
uniformata al confinante Parc du Mercantour –, altre sono frutto di una buona dose di
fantasia da parte di chi è chiamato a realizzarle.
// DESTRA E SINISTRA
Quando non specificato diversamente, nelle descrizioni dei percorsi “destra” e “sinistra”
sono riferite al senso di marcia. Dove indicato, è possibile ci si riferisca alla destra
o sinistra idrografica di un vallone. In questo secondo caso, per esempio, la destra
idrografica corrisponderà alla nostra destra una volta posti con la schiena rivolta
alla sorgente del corso d'acqua, guardando nella direzione verso cui questo scorre.
// TEMPI DI PERCORRENZA
I tempi di percorrenza indicati si riferiscono a quelli per escursionisti medi, e
non per assidui frequentatori della montagna. Sono calcolati con un apposito
software, in modo da renderli il più possibili oggettivi e uniformi tra le varie
escursioni. Si tratta sempre e comunque di tempi indicativi, che ciascuno
potrà modificare in base al proprio allenamento e alle proprie capacità.
// QUOTE
Le quote sono prevalentemente tratte dalla cartografia di Fraternali Editore.
Ove non presenti, nemmeno su altra cartografia disponibile, le quote sono
ricavate con strumentazione satellitare (GPS), corretta con dati cartografici
di elevazione. La misura delle quote è comunque soggetta a errore, e deve
essere considerata indicativa.

LE ESCURSIONI
13
La piana del Valasco
(Valle Gesso)

14
//01
IL MONTE
ARMETTA

← L'ampia dorsale del Monte
Armetta che scende verso
Colla Bassa
↑ Il rifugio Pian dell'Arma
15
Suggestivo itinerario nell'estrema
propaggine meridionale
della provincia di Cuneo, a soli 20
chilometri in linea d'aria dal mare,
che permette di effettuare
una lunga e piacevole escursione
sulla neve, ammirando dolci
e assolati pendii, interrotti
bruscamente a nord da strapiombi
sulla sottostante Val Tanaro.
Dalla dorsale del Monte Armetta è possibile
godere di una vista mozzafiato sull'intera
catena delle Alpi Liguri. Ci troviamo nell'alta
Val Pennavaire, nel comune di Caprauna,
dove ampi pascoli digradano lentamente
verso boschi di latifoglie dal sentore quasi
mediterraneo: non lontano compaiono infatti
i lecci e gli ulivi. Sullo sfondo, la costa ligure e
lo scintillio del mare.
→ IL NOCCIOLO
Il Nocciolo (Corylus
avellana L.), è un albero
da frutto, appartenente
alla famiglia
delle Betulaceae,
che si presenta
per lo più come
un arbusto policormico
con foglie subrotonde,
decidue e ruvide
al tatto. La corteccia è
grigia, liscia e coperta
di lenticelle chiare.
I frutti, dolci e oleosi,
sono racchiusi
in un coriaceo guscio
legnoso. È una specie
pioniera e rustica,
in grado di formare
fitti popolamenti
monospecifici e
di invadere coltivi e
pascoli abbandonati,
dalle quote di pianura
fino alla media montagna.

16
← Panoramica in direzione
del Pizzo d'Ormea
↑ Un tratto della discesa
→ ll Monte Galero dai pressi
della cima dell'Armetta
// ITINERARIO
Dal Colle di Caprauna si imbocca il sentiero che sale in cresta, seguendo
le indicazioni per il Monte Armetta. Tralasciando le deviazioni, si continua
sul sentiero principale, che si snoda all’interno di alcuni rimboschimenti
di conifere. Usciti dal bosco più fitto, si inizia a risalire, con tratti più ripidi,
tra radure e boschetti di noccioli e conifere. Proseguendo sotto la cresta
del Monte della Guardia, raggiungibile in pochi minuti con una deviazione verso
sinistra, ci si lascia definitivamente il bosco alle spalle, iniziando a scorgere,
dinnanzi, la morbida cima dell'Armetta. Giunti alla Colla Bassa d'Ormea (1570 m), è
possibile raggiungere il Rifugio Pian dell'Arma, scendendo verso destra.
Il percorso principale prosegue invece in cresta: tralasciato il bivio, sulla sinistra,
per Ormea, si raggiunge la vetta del Monte Armetta (1739 m). Da qui lo sguardo è
libero di spaziare, spostandosi dall'alta Val Tanaro alla Liguria: nelle giornate molto
limpide, poi, non è difficile individuare, oltre il Mar Ligure, la scura sagoma della
Corsica. Assaporata una meritata sosta, ci si rimette in cammino, scendendo nella
piccola conca ai piedi della cima, per poi risalire sul lato opposto. Da questo punto
in poi è necessario seguire con molta attenzione le tacche bianche e rosse sulle
rocce e sui tronchi degli alberi, poiché il sentiero, poco evidente, scende
in un pascolo arborato ricco di arbusti. Superata la malga isolata di Piano del Colle
(1484 m), si imbocca una strada che costeggia un rimboschimento di conifere, fino
all’intersezione con una seconda carrabile, nei pressi del Colle San Bartolomeo
(1446 m). Svoltando verso destra, si prosegue in direzione del Colle di Caprauna,
ignorando le deviazioni sui due lati del percorso, fino a incontrare uno stretto
sentiero sulla destra, nei pressi di un cartello che indica il Rifugio Pian dell'Arma.
Rimontato, per pochi minuti, il bel noccioleto, si incontra un bivio: si svolta
a sinistra, raggiungendo in breve il rifugio (1339 m). Dopo una doverosa sosta,
si sale alla fontana sul retro del rifugio, imboccando il sentiero che sale a sinistra,
ancora nel noccioleto. Giunti sulla cresta, si curva verso sinistra, ritornando
sul tragitto dell'andata fino al Colle di Caprauna.

.
Ormea
.
.
863
ieta
.
.
.
.
. 977
Case
.
1250
. 1439 .
.
.
1247
. .
1175.
Calcagnea
1515
. .
1023 1237
Bossi
1141
958 Alpisella
1028 .
Alpisella
.
. . 1093 Soprana
1188 Colla
973
974
Bassa
si
1266
e
ane
5
ivi
1
970
Prale
ami
Travi
556
Case
ellandi
Fasce
1005
Bossieta
Vespi
866
1095
Case
Baratti
.
1148
1252
864
578
503
.
949
.
Ponte dei
Sospiri
922
1336
.
Fontana
Fraja
1328.
.
Case di .973 1128
Marise
822
1203
488
Vallette
Ravin
Conioli
872
Armo
Campo Comune
Passo
di Prale
549
.
Monte
della Guardia
.
. 1246
.
666
Sbanue
Moano
1251
Fasce
Rio Bossi
1303
1621
.
1484
.1018
.
969
. 900
. 798
Rocca
Guardiale
.
820
600
1226
1420
Piano dei Prati
Riane
Ciazza
Vallon
Rocca
Aquila
Cuni
910
.
1421
1658
.
.
.
Rifugio Pian
dell'Arma
1382
. 757.
718
Rio della Valle
Costa dei Prati
1357
.
.
.
.
.
.
.
.
Ruora
1141.
Caprauna
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Passo
dei Sii
. 1152
.
Colle di Caprauna
// 0 1
. 1462 1101.
IL MONTE ARMETTA
Rocca delle Penne
.
1311
o Pennone
.
1503 Rocca
E
1476
. Tramontina
.
.
Monte
Bello
6:00 h
1483
.
.
673
Cà
dell'Aira .
605
Baccano
1614
1555
Cà
du Lu
1295
1371
Camporosso
1389
1710
Campi Rossi
1648
1570
.
Casa 882
dei Campi
Bandia
806
688
schei
Castello d'Ardea
Monte
Armetta
.
806
.
. .
1744
1521
1511
.
Case
dell'Arma
1339
1255
1077
Laboraira
1108
i scotto
1498
1397
Rio dei Ronchi
1139
1722
1470
1286
1067
Santuario
dell'Assunta
1492
920
Penne
Chiappe
1310
1179
Bandita
Cian del Ciappe
po
R
.
1677
1599
.
1264
Madonna
Guarneri
986
Chiazzuola
.
.
1251
Pianafea
sottana
1157
1520
1042
Case Piano
del Colle
.
.
1389
Case
Porcile
975
903
Rio Pennavaira
1115
1484
1030
.
.
1302
Pianafea
.
.
.
.
Colle San
Bartolomeo
.
928
.
1544
Poggio
Valle Pennavaira
Brutto
Pezza dei Quaranta
Brusai
Armassi
Sellette
Fasce di Prai
Le Fosse
1491
Monte
Pesauto
Mondino
Cian Boniverti
Case
dei Fan
Bandia
Pian Ambrogio
1321
848
Ponte
Romano
Teruzzi
1035
Faelli
1344
1120
1468
Colletta
Pian Desebe
1409
.
Roc
della S
1419
.
.
1446 1502
1085
Ferraia
835
Fenin
1141
1367
877
Sigara
1. 403
.
1350
Case Borr
di Mezz
Case Bo
Superi
Case
Sei
.
853
.
724.
.
Dente di
Caprauna
866
.
1209
.
.111
849
Cavat
Borghet
1320
+700 m
1089.
Colle di Caprauna
1241
. (1382 m) Santissimi
1190 .
Cosma
1160
.
.
e Damiano
Il Colle di Caprauna è
1060
1047
raggiungibile
.
. dal Piemonte
1133
1142 978
. tramite la Strada .
Monte Provinciale
1048
1053
216, che ha Cucco origine
844.
Tetto
Merizzi
del Frate
dalla frazione Cantarana Tetti Ciapai
1027.
.
di
910
. .
978 di Ormea, lungo 990 la
Panigazze
Strada
Statale 28 del Colle di 825 Nava.
Dalla BonvicinoLiguria, provenendo
877
.
da Albenga, si segue .
Colla
691
Domenica la Strada Provinciale
Madonna
582702
Della Neve
. fino a Martinetto, 563
imboccando quindi
752.
la
Strada Provinciale 14, che
in provincia di Cuneo
assume il nome di Strada
Provinciale 216.
Linai
.
910
55

18
//02
IL BOSCO
DELLE NAVETTE

← L'alta Valle Tanaro dal Bosco
delle Navette
↑ Case Cacciatori
↓ Lungo la ex militare nel Bosco
delle Navette
Questo itinerario, fra Piemonte e Liguria,
si sviluppa nel Bosco delle Navette che
circonda l’abitato di Upega,
“un piccolo villaggio che sembra
sepolto in un deserto e che non ha,
per così dire, alcuna comunicazione
con il resto del mondo. Circondato
da una vasta foresta di abeti e larici,
l’ascia non vi è mai penetrata e
gli alberi hanno raggiunto
dimensioni gigantesche”,
secondo la descrizione data dal Conte Gilbert
Chabrol de Volvic a inizio ‘800. Oltre due
secoli dopo, lo stupore del visitatore è
immutato: alla testata della Val Tanaro,
su oltre 2700 ettari di superficie, il bosco
continua a essere l’indiscusso protagonista.
Scrigno di un'altissima biodiversità e casa
di molti endemismi vegetali, è oggi tutelato
dal Parco del Marguareis. Il bosco deve il suo
particolare nome alle radure (dette “nave”)
che lo caratterizzano, da secoli utilizzate
per il pascolo del bestiame.
→ LA STRADA
EX-MILITARE MONESI-
LIMONE
Attraversato fin dall'antichità
dalla via Marenca, che
metteva in comunicazione
l'entroterra ligure con
la zona del Colle di Tenda,
il Bosco delle Navette vide,
negli anni 1938-39,
la realizzazione di una strada
militare, voluta da Mussolini.
Recentemente oggetto
di importanti lavori
di miglioramento, questa
strada è attualmente
soggetta a un regolamento
di fruizione, che ne consente
la percorrenza nei mesi
estivi, previo il pagamento
di un pedaggio.
19

20
// ITINERARIO
Parcheggiata l'auto presso la frazione di Upega, si segue la strada provinciale
per pochi minuti, fino a raggiungere la località Madonna della Neve (1325 m).
Da qui, seguendo il cartello che indica “Case Cacciatori”, si procede lungo
la strada che, passando davanti alla chiesetta, risale nel lariceto. Attraversati
due piccoli rii, seguendo le marche bianche e rosse sugli alberi, si prosegue
su una bella mulattiera che costeggia il Rio Ferla, salendo successivamente
sulla costiera che si affaccia sul vallone di Nivorina. Superato, sulla sinistra,
un rimboschimento di abete, ci si imbatte in un palo con cartello: si sale a
sinistra, nel lariceto, prestando particolare attenzione alle tacche colorate,
poiché il percorso risulta a tratti poco evidente. Risalendo tra i larici,
si incontrano altri pali con indicazioni per Case Cacciatori. Si raggiungono
queste ultime, ai bordi dell'ampia radura dove è possibile concedersi una
pausa prima dell'ultima breve salita. Recuperate le forze, si imbocca la strada
sterrata che conduce al Poggio del Lagone (1897 m), dal quale si apre
un ampio panorama sul circostante Bosco delle Navette.
Si prosegue poi sulla strada ex-militare Monesi-Limone, recentemente oggetto
di importanti lavori di miglioramento, in direzione Monesi, fino a incontrare,
presso la cresta di Pian del Manzo, il cartello che indica, sulla sinistra,
il sentiero per Upega. La traccia intercetta, in breve tempo, una strada sterrata,
che si discende fino a incontrare la strada provinciale, nei pressi del ponte
sul Rio Giaireto. Risalita la strada per circa 300 metri, si perviene alla Colletta
delle Salse (1627 m), presso la quale ha origine il sentiero che, superati
i rii Giaireto e Corvo attraverso boschi di larice e abete bianco, scende
alla frazione di Upega.

.
1711
o delle Navette
io Nivorina
1455
)
e g a
.
1586
io Bloun
sé
1955
o delle
ette
2142
2203
.
.
1835
Case dei
Cacciatori
1931
1946
.
1870
Torrente Corvo
.
1756
1889
.
1897
Poggio del
Lagone
Poggio Pian
di Manzo
1899 .
.
1856
1891
.
Costa del Gaglio
Goumbassa
etta
Mula
. 1641
→ IL LARICE
.
1903 .
1851
Privo di foglie Cima durante l'inverno, il larice
2355
(Larix decidua . Missun
2018
Mill.) si avvale d'estate .
di una 2351chioma . rada e luminosa, che
1853
permette lo sviluppo della copertura 1880
.
erbacea: proprio per questo motivo
quest’albero è stato, . in passato, favorito
2223
dell’uomo, con il fine di ottenere pascoli
arborati, essenziali per il contemporaneo
Punta 1826
2209 .
incremento della pastorizia e Farenga
per l’approvvigionamento di legname da
opera. Nel Bosco delle Navette, nelle ultime
decine d’anni, il bosco ha cominciato a
evolversi naturalmente,
con la comparsa dell’abete bianco sotto
le chiome del larice.
Farenga
Costa Pian
Rio Ferla
.
1468
Rio del Lansau
Rio Malapula
Piano del
Giaireto
Torrente Giaireto
.
1688
1359
Costa Peiron
.
.
1558
Madonna
della Neve
.
Rio Zn
.
1549
Colletta
delle Salse
1584
Pian del
Lupo
1419.
Gola delle
1280
Fascette
1240 Füsa
.
1262
Upega
Bric
Scravaglion
.
+620 m
.
. 1683
1745 Upega (1291 m)
.
.
1511 .
Le
Salse
1736 . .
Rio Banca
1816
Rio Uomo Morto
Costa Simone
1627
1745
Rio Pian d'Oreia
Bosco Negro
Rio Monaglie
Rio della Pignatta
// 0 2
IL BOSCO
1556
Rio Pian Cavallo
1612 1561
1442
Margheria
Binda
1490
.
1678
DELLE 1633 NAVETTE
Binda
E
4:30 h
Costa Carlon
Rio Brigobello
Pian di Selle
1351
Rio dell'Inferno
1404
Ciai
Veggi
1521
Nerci
1281 .
Rocca
Piano Ca
1608
.
.
1656
Rio Uomo Morto
Poggio Grana
1808
. Da Ceva si risale la 1531 Valle
Tanaro fino a Ponte
di Nava, dove si prende
il bivio a destra per Viozene.
Oltrepassato Viozene,
si prosegue fino a Upega.
Se si intende partire
dalla località Madonna
della Neve, è possibile
posteggiare nello spiazzo
presso il tornante
della strada provinciale.
1549
.
B
dei
Pog
Agn
.
1300
Case
Slige
Valcona
Sottana
1350
Valcona
Soprana
1426
1606
21
12
←← Nel cuore del Bosco
delle Navette
← La chiesetta della Madonna
della Neve a Upega

22
//03
LA CROCE
DEI GASTI

Un’escursione mediamente breve, ma
decisamente piacevole. Il versante sul quale
si svolge è ben esposto al sole e offre,
nelle giornate limpide, ampi scorci
sul Mar Ligure.
Molteplici i motivi di interesse:
la bella piana de La Colma,
ai margini della quale sorge
la piccola Chiesa di San Giovanni
Battista, il minuscolo laghetto
del Lao, che ospita una nutrita
colonia di tritoni alpestri,
gli antichi muretti a secco e
i begli scorci sul mare.
Unico neo, la quasi totale assenza di punti
di riferimento nella discesa: con le tacche
segnavia coperte dalla neve, non sarà facile
individuare la Croce dei Gasti, anche se
il terreno piuttosto agevole –
compatibilmente con le condizioni
della neve – e una buona cartina
consentiranno di identificare Biranco e
la strada che riporta a Quarzina senza
particolari problemi.
← La Colma e la Chiesa
di San Giovanni
↑ Lo spettacolare panorama
verso il mare
↓ Il lago del Lao
→ IL LAGO DEL LAO
Nel piccolo specchio
d'acqua, nonostante
l’utilizzo da parte delle
mandrie al pascolo, che
in estate arrivano quasi
a prosciugarlo, vive
una nutrita colonia
di specie anfibie. Oltre
alla rana temporaria, è
registrata la presenza
del ben più raro tritone
alpestre, che ha qui
una delle sue stazioni più
settentrionali. Questo
piccolo urodelo ha
una notevole longevità,
soprattutto quando
vive in habitat montani,
arrivando in alcuni casi
a raggiungere i 12 anni
di vita.
23

24
// ITINERARIO
Presso la chiesa di Quarzina, quando la strada asfaltata si biforca, si procede
verso destra. Al primo tornante, trascurata la sterrata per Biranco (di fronte
a noi), che verrà utilizzata per il ritorno, si svolta ancora verso destra.
Si raggiungono le Case Brignacchi, dove è presente una fontana, nei cui pressi
la strada compie un secondo tornante. Oltrepassatolo, si imbocca sulla destra
la mulattiera che, in breve, sale alla sterrata proveniente da Quarzina.
Si avanza verso destra per un centinaio di metri e poi, presso una piccola
costruzione, si riprende la mulattiera verso sinistra, mantenendo,
alla successiva biforcazione, ancora la destra. Tra vecchi muretti a secco,
la mulattiera torna sulla strada abbandonata in precedenza: la si attraversa,
inoltrandosi su una pista agro pastorale che piega lentamente verso nord,
conducendo al centro della piana pascoliva de La Colma (1500 m). Raggiunta
facilmente la Chiesa di San Giovanni, si imbocca, a destra dell'edificio,
la comoda mulattiera che, aggirato un costone, raggiunge il Lago del Lao (1570
m). Alle spalle del laghetto si estende una zona acquitrinosa: tenendosi sulla
destra, si sale verso sud-ovest, tra ondulati dossi, tornando ancora
una volta sull’ormai nota strada proveniente da Quarzina. La si segue verso
destra per circa 300 metri, fino alla palina segnavia che indica di andare
a sinistra. Da questo punto il percorso è poco evidente: ci si muove verso
sud-ovest, tra spogli pendii, fino alla località nota come Croce dei Gasti,
il cui unico riferimento è una malandata croce di legno (1616 m). Oltrepassata
la croce, ci si porta sul modesto costone sulla destra, discendendolo
in direzione sud-ovest fino a giungere alle spalle delle case di Biranco (1437 m).
Si lascia, a destra, una grossa abitazione ben ristrutturata e, trascurate varie
diramazioni, si scende a valle delle case sulla strada di accesso alla borgata.
La strada si allunga verso est, tra pendii terrazzati: all'unica biforcazione,
si va ancora a destra, tornando sulla stradina, già utilizzata per arrivare alle
Case Brignacchi, e, infine, a Quarzina (1326 m).

517
e
.
Cacino
88
1229
te
celli
1411
na
celli
69
etti
nugi
.
1399
Merea
.
1222
.
.
Rocca
Rossa . 1312
Rocca
Castelletto
.
.
1431
Poggio
dell' Allodola
1532
.
.
.
1447
Spaula
1438
Rio dei Colletti
Costa Curvelletta
1188
Rio di Merea
895
1412
Torrente Negrone
Bandita
Castelletto
Cima dei
Prati di Cosio
.
Tetti di
Mezzo
1494
.
.
1537
.
.
.
1796
1643
Biranco
1361
1437
1111
.
1491
1382
1316
Tetti dei
Cani
Monte
Castello
di Quarzina
. 1782
Croce dei
Gasti
.
1407
.
Quarzina
.
.
Merli
1413
Ortigheo
1144
.
1296
Lago
Lao
1596
.
1562
San
Giovanni
Battista
Poggio
Brignacchi
1537
.
Ciapera
1097
1449
.
Sen
Ailan
.
.
. .
822
Brignacchi
Case
Figalli
1481
1523
1312
1140
Coturin
.
1186
1261
1364 .
1577
.
.
1344
.
Poggio
la Colma
.
1060
Rio Moglia
Valmarenca .
933
Grotta dell'Orso
1025
Quarzina (1337 m)
.
Chioraira
1097
.
1217
.
1366
.
975
Molino
del Fossato
Colletta
817 .
Ponte
di Nava 1013.
Rocca
Rocca Pizzo
// 0 3 Slanciata
1096
.
Rocca .
o Pennina
.
LA CROCE 1025 DEI Ferraira GASTI
1401
. .
1212
1058 1271
.
847. .
1301
E
Casa Rocca
Cava
. 1143
Pennina
952
2:00 h982
1122.
1029 877
+310 m
Case
TettiAugeri
Monte
Morisi
1133
1037
Ariolo
Rocca Rossa
La Pizza
Rivarini
Roccasso
Rinchiorea
Vernei
Abbi
1052
.
Pinale
.
.
.
1035
Aimoni
Rocca
Castel
Paiano
.
1152
Rio Cantarana
Cantarana
783
Fiume Tanaro
Da Ceva si risale la Valle
Tanaro fino a Ormea.
Superato il centro abitato
in direzione di Imperia,
si svolta verso destra, dopo
poche centinaia di metri,
seguendo le indicazioni
per Aimoni. Una tortuosa
strada supera la prima
borgata, raggiungendo
infine Quarzina, presso
la quale è disponibile
un limitato numero
di posteggi.
Case
Rocca
1221
25
790
.
829
B
9
.
B
←← Quarzina
← Il tratto iniziale della salita

26
//04
IL BRIC MINDINO

← I dolci pendii sotto la cima
↑ Gruppo in discesa
↓ La monumentale croce
di vetta
27
Il Bric Mindino (1879 m) è
una cima arrotondata che funge
da punto d’incontro tra le Valli
Tanaro, Casotto e Mongia.
Ha la caratteristica di offrire uno
spettacolare panorama sulle Alpi
Liguri e in direzione del Mar Ligure:
nelle giornate terse è possibile
godere di scorci sul golfo
della Liguria e, addirittura,
sulla Corsica.
L’esposizione favorevole del versante
di salita, e la semplicità dell’itinerario, fanno
sì che questo percorso risulti adatto anche
ai principianti delle racchette da neve o
a chi desideri avvicinarsi alla pratica
dello scialpinismo.

28
// ITINERARIO
Dalla Colla di Casotto (1379 m), nei pressi del cartello di confine tra la Valle
Tanaro e la Valle Casotto, si stacca sulla destra, salendo da Garessio, un’ampia
sterrata. Dopo averla percorsa per un centinaio di metri, la si abbandona,
per inoltrarsi, verso sinistra, su una sterrata che sale decisa in una faggeta.
Questa deviazione consente di accorciare parzialmente la salita, che
si sviluppa per la maggior parte sulla strada che venne costruita per facilitare
il trasporto della grande croce eretta a ricordo dei caduti in guerra. Risalito
un tratto nella faggeta, si ritrova la carrabile, in corrispondenza di un tornante
affiancato da un ampio spiazzo: la si segue in salita, trascurando le diramazioni
secondarie. Al bivio per il Colle di Prato Rotondo e la Rocca della Madonna
(1503 m), si prosegue verso sinistra, superando alcuni tornanti, fino a giungere
nei pressi di una radura dalla quale è ben visibile la croce di vetta.
Con un lungo traverso, in moderata salita, ai piedi delle Rocce del Rascazzo,
si arriva fin sotto l’arrotondata vetta del Bric Mindino, che si raggiunge
in breve, seguendo la sterrata. La monumentale croce di vetta, alta ben 25
metri, è stata inaugurata nel 1969, in ricordo dei caduti di tutte le guerre.
Dopo una meritata pausa sulla cima, ci si immette sulla via del ritorno, che
avviene sul medesimo tragitto utilizzato per la salita.

a
Cascina
delle Gombe
1195
.
725
1368
1926
1060
te Casotto
te
lione
ima
ietto
.
.
1128
.
.
Castello
. Reale
1089 di Casotto
1390
1123
Cascina
Mindino
1330
Costa Vatè
1442 .
.
1430
Gias
→ GARESSIO del Roccassone 2000.
1542
.
1174
1398 .
Irroi
1351
.
.
1329
Bric.
dei
Giassetti .
1414
.
1528
Garessio . 2000 è una stazione sciistica .
Nascio
1663
.
1219
1558
1343
dalla storia travagliata: . la sua nascita
1789
risale agli anni Sessanta,
1730 1600
Monte . durante il grande
1846
.
Berlino
boom economico, quando un imprenditore
.
.
decise di costruire degli . impianti 1532 a meno 1332
Rifugio
1662
di due ore
Savona
da Genova. Pian Bersi La posizione non
1553
1557
1489
. .
fu scelta in modo casuale: l’esposizione
Rifugio
1527
Silvietto
a nord dei tracciati e la vicinanza
con il Mar Ligure influiscono positivamente
sulle condizioni atmosferiche, proteggendo
la zona da improvvise variazioni climatiche.
Fin dall’inizio della creazione
di questo piccolo comprensorio
si susseguirono battaglie legali e fallimenti
societari, che lasciarono “sul campo”
diversi scheletri di strutture incompiute,
ormai in condizioni di degrado e
abbandono.
.
1539
.
1520
1347
.
.
.
.
.
.
.
.
Rocce del
Rascazzo
1447
1518
1413
1670
.
Bric Mindino
.
. 1593
.
.
di Prato
Rotondo
1304
.
.
Pratopiano 1194.
Garelli
.1410
1060
Cunni
Rive
1080
.
979
1038
.
.
. 1328
.
. 1490
.
.
1146
Colla di Casotto
1188.
.
1268
.
.
1131
1359
.
. 1190 1115
1280
. Cappello
1029
877
.
Sarezzo
Cascina
Cappello
// 0. 1067
4
775.
IL BRIC MINDINO
Rio di Luvia
T/E
881
. .
1357
1724
1775
Rio della Gombetta
Bric del
Praietto
I Mojazzi
La Bandita
1777
1878
1822
Costa Bruciata
1596
Rio Brutto
1693
1427
1410
1374
1
. 109
810
Borgo
1283
2:15 . h
992
1057 .
+520 m
.
898
1183
.
1199
.
Colla di Casotto . (1379 m)
1088
.
Da Ceva si segue la Strada
Statale 28, fino a Garessio.
Nei pressi degli ultimi edifici
del centro abitato, subito
dopo l’ufficio postale,
si svolta a destra sulla Strada
Provinciale 178 (Via Pian
dei Prati), percorrendola poi
per una dozzina di chilometri,
fino ai primi condomini,
in parziale stato di degrado,
del comprensorio sciistico
“Garessio 2000”.
Rocce Bassiette
1418
Rio di Piangranone
Costa di Maggio
Barche
Campo Piano
Bava
Bologna 1148
Rasoi
Luvia
1003
29
1015
Case d
Bellore
714 .
1033
1278
Ca
.
M
Colombin
←←↑ Dopo una nevicata,
l'itinerario è molto frequentato
←←↓ Il panorama dai pressi
della vetta in direzione del mare;
in basso Garessio
← In salita nel bosco ceduo
di faggi

30
//05
IL MONTE
ALPET

← Baita con tetto racchiuso in
prossimità di Case Rosa
↑ La croce di vetta
↓ Tavola d'orientamento presso
la cima; sullo sfondo il Mongioie
31
Ottimo itinerario invernale,
per lunghi tratti esposto al sole,
che prevede un’ascesa che
si svolge per intero lungo quelle
che in estate sono strade sterrate o
piste forestali. Capace di offrire
ampi panorami, sia durante la salita
che dalla vetta del Monte Alpet,
questo percorso si snoda
tra faggete, castagneti e pascoli.
Diversi ruderi sparsi, e alcune vecchie baite
recentemente ristrutturate, testimoniano
quanto le pendici del Monte Alpet fossero
in passato densamente antropizzate. L’unico
neo di questo percorso è il passaggio a fianco
delle piste da sci di San Giacomo di Roburent,
ma solamente nel breve tratto finale di poco
più di un quarto d'ora.

32
// ITINERARIO
Masocca
1081 .
Garacci
Lanza
Serra
Cima 1023
820
Dalla piazza principale di Pra di Roburent si segue la Ciandre strada asfaltata .
. . 973 che sale
1223
939
.
a monte del paese, fino a immettersi su una sterrata a mezzacosta, dove
si curva verso sinistra. Percorsi circa 500 metri, nei pressi 1098. di un bivio segnalato,
.
. 928
si svolta verso destra, inoltrandosi sulla strada che sale all'interno 948
940
Griseri
1130
760
del castagneto (fino a questo bivio è probabile trovare la strada pulita
dagli spazzaneve). Oltrepassato il primo tornante, si trascura un bivio 1024 .
1163 .
Seccata
798
sulla destra, per poi superare a valle una caratteristica baita 1173 ristrutturata, posta
a fianco di un roccione. Ormai fuori dal castagneto, si guadagna quota con
Roattini 910
qualche tornante fino alle Case Rosa, dove la strada si biforca.
Case
1115
Rian
(Nota: con le giuste condizioni di neve, specie al rientro, 1197 questo tratto può essere
percorso per gradoni raccordati tagliando fuori tre tornanti.) Case
Farneri
Dalla biforcazione è vivamente consigliata una deviazione verso destra:
1306
in pochi minuti si ragginge la borgata Barberis, ottimamente ristrutturata, dove
1280. Colla
è presente uno dei forni comunitari del Monte Alpet, recuperato alcuni anni or di Mora
Case
sono. Tornati al bivio, si continua sul ramo di sinistra, in direzione 1318 . le Stalle
del pilone di San Bernardo. La strada guadagna quota con stretti tornanti, 1108 Ca
Stalle
Ubb
supera una diramazione sulla destra per alcune case, quindi lapiega Penna verso nordovest.
Si traversa a lungo a mezzacosta, su pendii spogli, immettendosi 1470
1028
. poi
Case Bos
1609
sulla più ampia sterrata proveniente da Vernagli, che si imbocca . verso destra,
Becchetti
1115
Monte
in salita. Percorsi pochi metri, presso un tornante, Merdenzone si ignora a sinistra Case
94
Sorie
.
1764
la mulattiera (palina) per la Croce dei Cardini e si passa a fianco del 1277 Pilone Mundinot Vinè
Revell
1087
1375 .
1154
di San Bernardo (1373 m, 1:35 ore da Pra di Roburent), in posizione assai
Casera
950
panoramica. Alternando tratti aperti ad altri all'interno Vecchia della faggeta,
1188
la Fontane
1538
carrareccia risale la Serra del Pilone, ampio crinale che si dirama
Trucche Ciapè
dal Monte
Case
1225
Alpet. A quota 1520, su una spalla di questa lunga dorsale, si sbuca .
Filippi
1538 sulle piste
88
da sci di San Giacomo di Roburent: si prosegue diritti, cercando di mantenersi
al di fuori della pista, sul crinale che piega lentamente verso sud e conduce alla
stazione di arrivo della seggiovia. Continuando ancora in direzione sud, in pochi
minuti >>>AA> .si raggiunge la croce metallica posta sulla vetta del Monte
Alpet (1610 m).
Nuova
1137
Rio di Roccia Bianca
Costa Roccia Bianca
.
933
Partiare
825
Serra di Artic
.
700

.
. 1090
1103 Case
1019
1043
. 1295
Scianare .
1221.
1023 Croce
966
.
dei
683
Volpi
Cardini
1158
980.
1084
1261
1228
Pilone
.
1180 .
I Cardini
di San Bernardo
.
973
1373
1050
Case
.
1220
Corsaglia
Durei
1048 .
741 .
Cerese
. 698
1123
.
Cattanei
1375
823 Mirà
. 1191
997
1330
1360.
.
1520
970
.
Case
.
Pianetta
. Bric
1258
9
1210
dei Tie` L`
.950 Curamelli 877
. 1350 1490
.
.
1071
728
1070.
Barberis
1098
. .
Le Arotte
Scarrone
1283
.
1020
I Sotti
1188
1598 1603 Case
Case
Staglione
Ferrere
1610
1398
834
. .
1264
Case Case
1018
Monte Alpet
.
.
Berteri Ravotti
1058
1208 1047
Prà di Roburent
1142
742.
Case
.
Gore
793 Manera
940
1230
Roccia
1065
Ponte
Pamparina
Murato
.
.
871
1511
Bottera
1037
.
.
974 .
930
887
Case
Case
Vuzio 1090.
Case // 0 5
1060
il Piano
Potitta
952
1218
778
IL MONTE Bric ALPET
1121.
Castellano
Rifugio
.
SimonettiE
se 1354
→ I FORNI COMUNITARI Rocca
1432
e` 825
Lumazzao
Colla
Frassanea
Case
2:30
Grotte
1353
della h Navonera .
1118
sea Favoriti dalle quote relativamente basse Navonera
Case
825
Case
e dall'ottima esposizione Rocca
1188
al sole, questi
+610
1422
mNavonera
Piano
Brusetti
1243
1043
Briccazzo 948
4 versanti hanno . visto lo sviluppo . di molte
Punta
1092
820
.
1249 1418
. . delle Pra Rocchette di Roburent Punta (1014 m)
1426
i delle attività dell'uomo legate alla vita . 1527
del Nascio
.
1138
Costacalda
. 1256
di media montagna: la castanicoltura,
1379.
Da Torre Mondovì si risale
I
C
1270 Ghini
Fe
la coltivazione su terrazzamenti, il pascolo. la Valle Corsaglia. Superata
Cima Stalle 1226
Bric
del Nascio la frazione del Nascio Corsaglia, si
I forni comunitari Case delle varie borgate
Tagliantino
.
Bertoni
1180 .
1084
1336
toccate da questo itinerario, recentemente .
incontra sulla sinistra il bivio
1628
Case
5
Tagliante
. 1482
per Pra di Roburent. SelvaticiPercorsi
1218
restaurati, non costituiscono altro che
alcuni chilometri, su strada
una delle numerose testimonianze
stretta e tortuosa, si lascia
dell'intensa presenza umana, protrattasi
l'auto presso il posteggio
subito a valle della borgata.
in questi luoghi fino a pochi decenni fa.
Giurelli
Artic Soprano
Rocce l'Ancoffa
Torrente Corsaglia
Foresta
Furu
Torrente Ca
33
←← Le Alpi con al centro
il Monviso dalla parte alta
dell'itinerario
← Il forno comunitario di Case
Barberis
↑ Case Barberis, oggetto
di un bel progetto di recupero

34
//06
IL COLLE
DEL PREL

L’itinerario risale la “strada vecchia del Prel”,
l’antico tracciato che permette ai malgari
di Frabosa Soprana di raggiungere gli alpeggi
del Mondolé.
Lungo la pista forestale s’incontrano
molte testimonianze della presenza
umana: a monte e a valle, baite
e stalle dal tetto racchiuso
punteggiano le ampie praterie
della soleggiata costa
delle Lorgane.
Più sopra ecco i “Curumbé”, col solitario pilone
votivo, e i “Mortiss”, che occhieggiano verso Pra
Robert, mirando a quella porzione di Alpi Liguri
che si affaccia sulla Val Tanaro.
Il tratto finale conduce al Colle del Prel, antico
sito pastorale oggi invaso dalle strutture
turistiche di Prato Nevoso. È sufficiente
rientrare a valle per la via di andata per
ritrovare paesaggi dove la natura e l’uomo
sono andati a braccetto per secoli, magari
facendo una capatina all’accogliente Baita
Burrino, dal pastore “Giget”, quasi una sosta
obbligata per sciatori e amanti delle racchette
da neve: il suo raschera e il suo brüss con
il miele sono il miglior completamento allo
splendido panorama che si gode in direzione
della pianura piemontese con, sullo sfondo,
il Monte Rosa e il Cervino.
← Colla del Prel
↑ Baita Burrino
→ I TETTI
“RACCHIUSI”
Sono numerosi gli esempi
di vecchi tetti “racchiusi”,
nei quali la muratura
di uno o di entrambi
i frontespizi delle facciate
era sopraelevata oltre
il colmo del tetto e
coperta con lastre
di scisti. Si pensa che
questa tecnica fosse
utilizzata per meglio
proteggere i bordi
della copertura in paglia
delle falde e, forse,
per agevolare l'ispezione
della copertura stessa.
Questa tipologia
costruttiva è tipica
delle vallate monregalesi:
nonostante la copertura in
paglia fosse ampiamente
diffusa fino alla Valle
Stura, infatti, non si
trovano altrove altri
esempi di questi tetti.
35

36
← Costa Mortiss
↑ La cappella di San Bartolomeo
→ Tetti Lorgane
// ITINERARIO
Dalla partenza della seggiovia per Burrino-Malanotte (995 m), a Mongrosso,
si procede verso monte in direzione del traliccio dell’Enel, presso il quale
si svolta a sinistra per raggiungere la cappella di San Bartolomeo (1047 m).
Si sale alle spalle della cappella, seguendo la piccola dorsale, costeggiata
di betulle. Dopo pochi metri, si giunge a un bivio: svoltando su una piccola
stradina sulla sinistra, si percorrono alcuni brevi tornanti, e si prosegue
poi su una strada forestale che attraversa il vallone e giunge infine vicino
a un’abitazione diroccata. A lato della costruzione, si imbocca
la “strada vecchia del Prel”, che si segue verso sinistra. Questa taglia
una costa soleggiata, nei pressi delle rocce Ciandré, snodandosi tra praterie e
antiche baite e raggiungendo Tetti Lorgane (1289 m). A monte della borgata
si notano la seggiovia di Malanotte e la Baita Burrino, oltre ad alcuni bassi
edifici semidistrutti, antichi custodi di una tipologia architettonica tipica
di queste vallate: il tetto racchiuso. Chi desideri fare una sosta, può
raggiungere Baita Burrino, aperta nella stagione invernale, presso la quale è
possibile gustare prodotti tipici di quest’area, come il formaggio raschera e
il Brüss, uno spalmabile dal gusto particolarmente intenso. Da questo punto
è possibile godere di una splendida vista sulle Alpi Occidentali. Proseguendo
lungo la strada del Prel, si superano i Tetti Curumbè e il ponte sul Rio Geremia,
giungendo infine in vista della costa Mortiss. Si sale ancora, abbandonando
la faggeta e inoltrandosi su ampi pascoli: un traverso lungo le pendici
del Monte Malanotte permette di raggiungere il Colle del Prel (1605 m), situato
all’interno del comprensorio sciistico di Prato Nevoso. Dopo una meritata
sosta, si percorre al contrario l’itinerario di salita, ritornando soddisfatti
verso Mongrosso.

era .
1270
Case
mpasso
1108
.
1358
Gruppo
. del Dente
1230
ona
Case
Monmo
1354
1262
.
.
1605
Baita delle
Stelle
1150
.
1738
Case
Rocce Sottane
.
.
. 1196
1340
1671
Monte
Moro
.
.
1102
.
1550
982
Costa di Labia
1338
Case
Berniè
1108
Case
Sapina
.
1328
1062
1143
.
1093
.
Tetti
Cilota
Case
Pellissera
955
940
Lanza
La
Villa
Casazza
La 1021
Croce Frabosa
1049 Nuova
Mongrosso
1363
.
Burrino
Tetti
Lorgane
Bric
Masocca
1081 .
Garacci
Monte
Sapel
.
Lanza
Serra
1023
820
.
. 973
.
939
Cima
.
Ciandre
1098.
.
. 928
948
940
Griseri
760
//06
IL COLLE 1024 DEL PREL .
.
798
1740
1280
1173
Prato Nevoso
Monte
Case
E
Columbè
1620
Malanotte
1380 .
Roattini 910
Case
.
Case
5:301115
h
Rian
1460
1417 Morussi
1142
.
1197
.
Case
1510
1615
Monastero Case
+640 m
1520
. Case
Colla del Prel
Farneri
Ciarancia 1318
1306
Località Mongrosso
1532
Frabosa Soprana
Case
.1305
1280.
(995 m)
Colla
Arfel 1695
.
di Mora
Trucca
Cima
Da Villanova Mondovì, Case
1480
1318
1548 . . la Balmetta 1762 Ciujera
.
.
le Stalle
Tetti
si seguono le indicazioni
1557
1490 del Formaggio
1108
per Case
1824
Stalle Frabosa Sottana, prima,
Ubbe`
la Penna
1028
Trucca
Punta
e per Frabosa Soprana,
1716 .
1470
Grotte
Sapè
del Vallon
poi. Giunti . alla rotatoria
. Case Bossea
1602
1828
1609
1558 .
. di Frabosa Soprana, Becchetti
825
588 1700 1115
Monte si procede Case in direzione
Merdenzone
944
Sorie
. 820
Alpe
Mezzarina
.
Mongrosso, presso
1277 Mundinot Vinè
Revelli
. Trucche
.1772
1764 il cui posteggio si lascia 1087
1750
1779 1702 delle Piè 1695
1375 .
1154
l’automobile.
950
Lubet
1130
1223
1130
1137
1163
Casera
Vecchia
941
Rio di Roccia Bianca
Costa Roccia Bianca
Filippi
Straluzzo
886
1000
655
Campovecchio
1000
775 .
.
933
.
Partiare
825
Seccata
Serra di Artic
.
928
.
914
Robresti
698
700
.
.
.
683
741
.
37
828
Cor
. 698
.950
. 1020
B
Ver
Torrente Corsaglia
110
V
Giurel
Artic Sopran
106
Rocce l'Ancof
7
825
→ IL FORMAGGIO RASCHERA DOP
Il Raschera di alpeggio DOP, che deve
il suo nome all’Alpe Raschera, presso
il Monte Mongioie, è il formaggio tipico
delle vallate alpine del Monregalese.
Formaggio a pasta cruda, consistente
ma elastica, caratterizzato da un colore
avorio e da piccole occhiature irregolari,
viene fatto stagionare per almeno
un mese, prima di essere messo
in vendita. Dal sapore delicato e
profumato, moderatamente piccante e
sapido se stagionato, il Raschera DOP viene
prodotto senza l’aggiunta di conservanti.
→ L’itinerario si presta
a essere percorso anche
soltanto in discesa, dal Colle
del Prel, per poi rientrare
con le seggiovie a Monte
Malanotte.

38
//07
LA CIMA
DEL FAI

Itinerario poco difficile, che si snoda
tra castagneti e faggete, permettendo
all’escursionista di ammirare affascinanti
panorami e alcune antiche baite, suggestivi
esempi di architettura alpina, e di conoscere
il carattere intimo della Valle Maudagna.
Il percorso ha origine nei pressi
del camposanto di Miroglio, dal quale
si ascende percorrendo la pista forestale
che porta alla chiesetta alpina della Borgata
Crevirola.
Salendo alle Case Lasere si scorge
verso ovest l’antica cava del Bric
Miroglio e, sullo sfondo, la Cima
della Pigna, proprio mentre si entra
nel vallone del Rio della Sotta,
con le sue grigie faggete, dal quale
si può osservare, in alto, la “Testa
d’Om”, il gruppo quarzitico
del Dente di Monte Moro.
La stradina nel bosco giunge ai piedi di Pian
Brün, zona prediletta dalla fauna selvatica,
dove si abbandona la salita per avventurarsi
lungo la piccola dorsale, in direzione
della solitaria e timida Cima del Fai, che vigila
sulla valle abbarbicata tra cespugli e
muretti a secco.
← Un tratto nel bosco
↑ Sulla Cima del Fai
→ DAL MONDOLÈ
AL MONVISO
Dalla Cima del Fai,
il panorama è notevole:
verso sud si possono
notare la Baita delle Stelle
di Monte Moro (1674 m) e,
sullo sfondo, il Mondolé
(2382 m slm). Verso sud
ovest, invece, ecco Cima
Cars (2217 m), dalla quale
si allunga la dorsale
della Gardiola-Monte
Pigna, spartiacque
tra le Valli Ellero e Pesio.
Verso ovest, la caratteristica
punta bifida
della Besimauda (2231 e
2194 m), con sullo sfondo
le Alpi Cozie e il Monviso
(3841 m slm). Abbassando
lo sguardo verso fondovalle
osserviamo
la media Valle Maudagna,
mentre, in direzione
delle Langhe monregalesi,
ecco palesarsi l’abitato
di Mondovì Piazza.
39

40
// ITINERARIO
A Miroglio, dal ponte sul torrente Maudagna (805 m), si segue la strada che
procede in direzione del cimitero. Al bivio, presso cui è presente un palo
in cemento con un segnavia bianco e rosso, si mantiene la sinistra.
Oltrepassata una baracca, si affrontano un paio di tornanti, giungendo così
alla Cappella di Crevirola (875 m). A fianco della palina, si abbandonano
i segnavia bianchi e rossi, imboccando la strada forestale che si stacca
sulla sinistra di un traliccio elettrico. Percorsi meno di 300 metri in salita,
si giunge a uno spiazzo, presso il quale si svolta verso destra, procedendo
fino a intersecare il tornante di un’altra pista forestale (tenere a mente questo
punto, che risulterà importante durante il ritorno). Si sale, verso sinistra, fino
a Case Lasere (960 m): poco sopra, al bivio, si avanza verso destra, inoltrandosi
sulla carrareccia che, traversato il vallone, guada un paio di rii e si innesta
su un’altra strada forestale. In questo punto si svolta a sinistra, raggiungendo in
salita una diramazione, dove si tiene ancora una volta la sinistra, seguitando in
falsopiano, confermando questa direzione anche una volta pervenuti
a un terzo bivio. Addentrandosi nella faggeta, si supera un rio, sfiorando, poco
sopra, alcune case con “tetto racchiuso”, avanzando poi, con alcune svolte,
prima verso destra e poi verso sinistra. Nei pressi di un tornante destrorso,
intorno alla quota di 1170 metri, è necessario abbandonare la strada forestale,
curvando verso sinistra per percorrere lo spartiacque in direzione nord.
Si perde leggermente quota, a fianco di un muretto in pietra, avvicinandosi
ad alcune rocche quarzitiche e giungendo infine, poco oltre, alla Cima del Fai
(1147 m). Il rientro viene affrontato sullo stesso itinerario percorso durante
la salita, con una piccola differenza: sotto Case Lasere, al bivio citato
nel corso dell’ascesa, si svolta a sinistra, discendendo la strada di servizio
al lotto boschivo ed evitando così le diramazioni laterali dei tornanti.

ho
.
i
.
676
.
aracco
Il Pino
lle Colletto)
3
644
1181
I Rastelli
.
.
Case Frera
755
979
Case
Pellone
980
.
1061
Bric
Rodorera .
Cima Fornelli
.
→ LE GROTTE Falesia DEL CAUDANO1230
1332 . dei Distretti
L'itinerario .
1238
1074
descritto . si sviluppa nell'area delle
Grotte Colledel Fornelli Caudano. Il termine "caudano"
Cascina
Case
deriva dal piemontese 1128 “caud”, Prinzi
Cuppe .
1260 Case
Monmo
che significa caldo, e fa riferimento al torrente
Case
1354
sotterraneo Benin che attraversa queste grotte, e
che mantiene Case la temperatura costante di 10°C
Baraba`
per tutto 1314l’anno. Le grotte furono individuate Prato Nevoso
1221
casualmente nel
.
1201 1898,
1620
.
da una squadra di operai intenti alla
costruzione dell’invaso della centrale
idroelettrica di Frabosa Sottana. All’inizio
degli anni ’60, le grotte furono utilizzate
per l’esperimento scientifico
“700 ore sotto terra”: al fine di condurre
un completo studio bio-ambientale
in ambiente sotterraneo, dieci speleologi
vi vissero ininterrottamente per un mese.
1191
Rio Frera
780
4
684 .
Colletto
nzi
. . Merlatti
659
758 975
Norea
. 1108
694
.
. 1064
829
o .
Cima
. .
Friosa
.
1100
Cava
891 . 995
Colle
876
.
.
. Friosa
902
928
Bric
Miroglio
.
Miroglio .
861
.
Punta
Bricca
Cima
Castelletto
Rio Bati
790
Rio della Sona
1270
Case
Ciampasso
1108
.
1071
Cima
918
. Ronco
.
711
Rocca Davì
.
Gruppo
del Dente
879
jotto
Case
Ponza
Rio Gavot
894
.
Grotte del
Caudano
Case
Colletto
.
790
811
.
San Sebastiano
858
.
Rio Mondagnola
Serro 868
. .
1004 905
Cima
Frabosa
del Fai
.
975 Soprana
1147
Case
Rocce Sottane 982
1102
.
Case
1150
Berniè
1108
1262 .
1062
. 1196
Case
Varino
I Chiatti
. 1340
1143
.
1358
. 1605
1093.
// 0 7
Case
Sapina
LA . CIMA DEL FAI
Baita delle 1671
Stelle
Tetti
1338
E Monte
Cilota
. Moro
1363
3:30 1738 h
1550.
+360 m
1328 .
Miroglio 1740
.
(805 m)
Monte
Da Villanova MalanotteMondovì,
1380 .
si seguono le indicazioni
per Frabosa Sottana. Giunti
alla rotatoria nell’abitato
di Frabosa, si procede
in direzione di Prato Nevoso
prima e di Miroglio poi:
qui pervenuti, si posteggia
l’automobile.
Costa di Labia
←←Case Lasere
↓← Sosta presso i massi
di quarziti poco sotto la cima
↓→ Cappella lungo il percorso
. Mondagnola
.
.
778
Burrino
Tetti
Lorgane
. 880
Cas
Riz
Case
Pellissera
955
940
Lanza
La
Villa
Casazza
La 1021
Croce
1049
Frabosa
Nuova
1130
41
1280
Case
Columbè
Ca
Gam
C
Tart
Forner
1137
Cima
Ciandr
. 12
1130
1163
.
G
1

42
//08
BAITA ELICA

← Lungo il tracciato di salita:
sullo sfondo il Monte Pigna
↑ Baita Elica
↓ Il santuario di Sant'Anna
di Prea
43
Baita Elica è uno chalet alpino
collocato sul crinale che divide
la Valle Ellero dalla pianura.
Per la posizione offre un panorama
a giro d’orizzonte che
nelle giornate terse può arrivare
fino ai lontanissimi Cervino
e Monte Rosa.
La baita è situata nel cuore del comprensorio
sciistico Lurisia Monte Pigna, storica stazione
del cuneese dal destino incerto. Volendo,
camminando a lato delle piste (se aperte),
è possibile proseguire sulla ripidissima e
faticosa rampa che dal Colle Pigna porta
alla vetta omonima (1761 m), da cui
il panorama si amplia ancora di più.
→ IL SANTUARIO
DI SANT'ANNA
Durante l’itinerario è
impossibile non notare
il piccolo santuario
dedicato a Sant’Anna,
la cui notevole facciata,
risalente al Settecento,
costituisce un esempio
di rococò francese,
unico tra gli edifici sacri
piemontesi. La leggenda
vuole sia stata realizzata
da un artista francese
in ringraziamento
alla santa che qui
gli apparve salvandolo
dalle persecuzioni
della Rivoluzione
Francese.
Il Monte Pigna è ben riconoscibile
dalla pianura per la caratteristica struttura
metallica a balcone sorretta da un solo
piloncino in acciaio.

dell'Olocco 985
974
44
// ITINERARIO
705
. Monte
Morondo
1013 .
Borgata
Fiolera
762
Castel
873
Colletto
968
.
Rocca
1030
Baussalina
1104 .
1063
822
. 1232
Lavandin Rocca Luchin
S.Bartolomeo
856
. 1042
. 783 Giassetto
1048
.
Prà da Turta
.
.
1038
1228
1125
Tumbarel
. 1052
S.Bruno
868
1284
. 970
806
Cascina
S.Paolo
680
Vigna
762
Gambera
Sottana
784
892
879
.
923
1075
Tetti
Stalle
Fuggin Rivoira
917 Tetti
Fidè
Tetto
844.
Nonetta
898 1199
Tetti
Biroe
Borgata
Baudinet
903
1115
Vallone dei Mauri
Vallone Cavalet
Si segue la strada che sale dolcemente verso est con lunghi e numerosi
tornanti in ambiente boschivo, intervallato da alcuni gruppi di case.
Dopo oltre tre chilometri si giunge a Sant’Anna (1097 m), sede di un piccolo
santuario dalla particolare facciata in stile rococò francese. Alcune case
della borgata hanno mantenuto la facciata a vela, caratteristica di questa zona.
Dalla borgata si ha una prima bella visuale sulla Cima Cars (2217 m),
che spicca in lontananza verso sud nell’alta Valle Ellero. Si prosegue
sulla strada che continua a destra del santuario salendo tra castagni, betulle
e qualche bella baita ristrutturata. Quando si biforca si svolta a destra,
oltrepassando una sbarra, sulla stradina panoramica che volge verso nord
per addentrarsi in una corta pineta. Più su si raggiungono spazi sempre più
aperti, con panoramiche verso la Cima delle Saline (2613 m), che spicca
al fondo a sinistra, e le altre cime dell’alta Valle Ellero. Dopo aver superato
alcune graziose baite ristrutturate, si passa a lato dell'ex Rifugio Margherita
(1446 m). Si sale con un traverso che conduce al Colle Pigna (1446 m), dove
si apre l’ampio panorama sulla pianura e su tutte le Alpi piemontesi.
Di qua si svolta a destra in una pineta e si giunge in breve alla Baita Elica
(1440 m). Il ritorno avviene sullo stesso tragitto dell’andata.
.
1225
104
113
.
C
13
Gi
.
Vallone di Sa
1

9
5
17
.
.
1447
939
1052.
Stalle
Pian Garac
Gias Mascarone
Sottano
as Mascarone
di Mezzo
429
Stalle
del Re
1034
osta Serra Lunga
n Bruno
1548
1505
Zucco Alto
1284
Monte Pigna
1655
.
.
1582
1644
Mascarone
Gardiola
.
1362
.
.
Gias
della Crösa
Ciavera
822
1761
Rio degli Asili
1503
.
1749 1814
Stalle
Cussa
1251
Baita Elica Tregs
Costa Mascarone
La
Gardiola
1884
Rio di
.
1450
Baita Monte Pigna
Maciap
1217
983
Rocca
Soprana
. 1462
.
.
Roccelle
soprane
1264
Ponte
del sale
Ponte Murato
1223
1219
976
.
Pera
Riunda
Roccelle
Sottane
911
.
Torrente Ellero
Casa
del sale
989
.
1068
.
1167
.
1187
1054
Case
Biule
.
1036
1139
Loc. Pietra
Rotonda
1321
Roccelle
Rognone
.
.
1035
Case
Suardi
2:30 1312
.
h
Prea
.
908
822
.
Bric
Baracco
. .
.
Balmassi
.
.
891
.
902
.
761 Baracco
1043
.
Rifreddo
873 779
. 1101
1000
Frè
Bric .
1181
Perrino .
1140
1061
Rastello
Il Pino
(Stalle Colletto)
830
il Cappelletto
//08
1079
.
1191
BAITA ELICA Case
Borrello
1203
Bric
Borgognone
Agacio
Rio Capanne
957
T
+650/-650
Rio S. Gr
Prea (820 m)
Borrello
767
742
1618
902
1233
1503
876
La
Celletta
Da Roccaforte Mondovì
si imbocca la Valle Ellero. 1433.
Poco prima Sella della
1741frazione
della
Prea, ad Rifugio
Turra un bivio, si segue .
"Mettolo Castelino
la strada verso 1755 sinistra Oreste Gastone"
che conduce nei pressi
del cimitero, dove . 1838si lascia
l’auto e parte la deviazione
per la borgata Sant’Anna,
in inverno interrotta per neve.
45
Rifugio
"F.I.E. Arte
1310
1481
Trucca
Ceresole
Sella
Pogliola
1612
→ D’inverno la strada della
Val Ellero viene sbarrata
dopo Rastello rendendo
la parte alta del solco vallivo
praticamente inaccessibile
visto l’alto pericolo
di valanghe e il lunghissimo
spostamento, superiore
agli 11 km, necessario
per raggiungere il Pian
Marchisio.
←← L'ex rifugio Margherita
↑ Il tratto finale della salita;
sullo sfondo il Monviso
← Baite al limite superiore
del bosco, a metà itinerario

46
//09
IL GIRO
DELLE BORGATE
IN VALLE PESIO

← Il grande faggio
di Tetti Baudinet
↑ Tetti Baudinet; sullo sfondo
il Monviso
Questo itinerario ad anello,
con partenza e arrivo a San
47
Bartolomeo di Chiusa di Pesio,
prevede l’attraversamento
di numerose borgate, testimoni
silenziosi dei tempi in cui
questa valle era densamente
popolata, complice anche
la secolare presenza dei monaci
certosini, che avevano trasformato
le cascine in vere e proprie imprese
agro-silvo-pastorali.
Notevoli i panorami che si apprezzano
dalle belle e assolate selle su cui sorgono
i Tetti Baudinet e i Tetti Colletto, luoghi ideali
per una sosta pranzo. Il percorso è sempre ben
segnato, per quanto sia necessario prestare
attenzione alla segnaletica verticale e
alle tacche segnavia poste sugli alberi, a causa
dei numerosi bivi e incroci.
→ IL GRANDE
FAGGIO DI TETTI
BAUDINET
Subito a monte
delle poche case di Tetti
Baudinet, è possibile
ammirare un enorme
faggio, originatosi
probabilmente
dalla fusione di più
polloni di un'unica
ceppaia. Il tronco,
nel punto più stretto
della ceppaia, vanta
una circonferenza di oltre
sette metri, mentre
la sua enorme chioma,
che si è potuta sviluppare
senza altri alberi intorno,
disegna una semisfera
quasi perfetta. I prati che
lo circondavano, oggi non
più falciati, sono in fase
di colonizzazione da parte
di numerosi frassini
che, nel breve volgere
di qualche anno, andranno
a celare alla vista
il maestoso faggio.

48
// ITINERARIO
A San Bartolomeo, sul lato sud del grosso piazzale alle spalle dell'Albergo Valle
Pesio, si imbocca la stradina che sale lungo il versante destro orografico
del Vallone Cavalet, tralasciando le diramazioni che di tanto in tanto si incontrano.
Superato il primo tornante, quando la strada si biforca nei pressi di alcune
abitazioni, si tiene la destra, superando in rapida successione i Tetti Cavalet e
i Tetti Burdei, raggiungendo infine, tra bei castagneti, i Tetti Colletto (968 m).
Si prosegue verso sinistra, sul sentiero in leggera salita, puntando verso nord.
Entrati nel bosco, si percorre un breve mezzacosta, scendendo a una pista e
raggiungendo, dopo aver mantenuto la destra, i Tetti Truna. Si ricomincia dunque
a scendere sulla carrareccia, fino a una più ampia strada sterrata, proveniente
da Fiolera. Si procede verso sinistra per pochi metri, imboccando poi, sulla destra,
la pista per Tetti Mauri, serrata da una sbarra in metallo.
Si sale lentamente fino ai piedi di Tetti Rumanin, dove la pista si biforca: prediletto
il ramo di destra, si giunge ai vicini Tetti Castel (873 m). Subito prima
delle abitazioni, si svolta verso destra, sul sentiero che costituisce la via diretta
per Tetti Baudinet. Si sale fino ai ruderi di Tetti Barril (934 m), nei cui pressi
si riceve, proveniente da destra, il sentiero che giunge dai Tetti Mauri.
La salita prosegue nel bosco con un traverso: giunti a una biforcazione, si svolta
decisi verso sinistra, tornando sul crinale, e, con una ripida rampa, si raggiunge
la panoramica sella dove sorgono i Tetti Baudinet (1065 m).
Attraversata la borgata, si imbocca sulla destra la pista forestale che scende
lentamente fin sul fondo del Vallone dei Mauri. Nei pressi di una presa idrica,
si abbandona la strada, svoltando a sinistra sul sentiero che si dipana a
mezzacosta, lungo uno scosceso pendio boschivo: percorsi pochi minuti
su sentiero quasi pianeggiante, si raggiungono i Tetti Colletto (968 m), dai quali,
dopo una meritata pausa, si rientra agevolmente a San Bartolomeo, seguendo a
ritroso il percorso dell'andata.

68
nte
1117
i Merlet
1045
.
.
920
960
Balzo
della Croce
Rio dell` Oy
cca
chiet
n
Bric
Ciccioni
.
Combe
1034 1162
934
904
Vallone Pittè
one di Rumiano
C r a v i n a
. 1023
Rocca
del Castello
.
La Stalla
del Rio dell'Oy
916
Tetti
Pela
978
Cordè
Tetti
Turtu
Tetto
Rugè
828
Tetti
Tiracül
Tetto
Rumianotto
Cascina
Barona
726
← Tetti Colletto
843
↓ La Besimauda da Baudinet Terre
1156
Cascina
Correria
Certosa
di Pesio
Croce
del Frate
1155
843
836
Tetti
Teresia
705
800
S.Bartolomeo
872
857
866
SP42
865
. Monte
Morondo
1013 .
742
806
822
Cascina
S.Paolo
868
680
Vigna
762
Colletto
968
856
Sottana
784
Borgata
Fiolera
762
Castel
873
Lavandin
857
892
Rocca
Baussalina
1104
. 783
1048
.
1038 .
1125
.
S.Bruno
. 970 .
.
.
923
1075
Tetti
Stalle
Fuggin Rivoira
917 Tetti
Fidè
Tetto
844.
Nonetta
898 1199
Tetti
Biroe
Borgata
Baudinet
903
. 1232
Rocca Luchin
1063
Vallone del Cavallo
1115
1042
Giassetto
Prà da Turta
.
1228
Tumbarel
1052
1284
.
1030
Vallone dei Mauri
Vallone Cavalet
1049
1135
.
1317
.
1052.
Stalle
Pian Garac
San Bartolomeo (752 m)
.
1429
Da Chiusa Pesio si risale
la Valle Pesio, in direzione
.
della Certosa, fino a San .
1505
1225 Bartolomeo. Nei pressi delle
ultime case della frazione,
all'altezza dell'Albergo Valle
Pesio, si svolta a sinistra e
si attraversa il torrente
su un ponte, raggiungendo
un ampio piazzale, dove
si lascia l'auto.
.
1447
Gias Mascarone
di Mezzo
del Re
1034
Costa Serra Lunga
Vallone di San Bruno
1548
Zucco Alto
1284
.
.
1362
Monte
Pigna
1761 .
//09
Gias Mascarone
IL GIRO Sottano 1582
DELLE BORGATE
E
3:00 h
+460 m
1655
1644
Mascarone
Gardiola
.
Gias
della Crösa
Rio degli Asili
1503
49
.
1749 1814
1251
M
Costa Mascar
La
Gardiol
1884
→ La salita da San
Bartolomeo a Tetti Colletto è
ben esposta al sole. In caso
di poca neve, o neve pesante,
può convenire iniziare e
terminare l'anello da Fiolera:
dalla chiesa della borgata,
si sale verso Tetti Manesseri e,
poco prima di raggiungere
la borgata, si imbocca
la strada che prosegue diritta,
seguendola fino a incontrare
il percorso “classico”, al bivio
con la pista per Tetti Castel.

50
//10
L'ANELLO
DI SAN BRUNO

L'escursione si snoda
← Lungo la pista nel Vallone
del Cavallo
↑ Statua di santo certosino
nel chiostro superiore
della Certosa
tra il Vallone del Cavallo e il Vallone
51
di San Bruno, nei boschi che,
per secoli, hanno fornito legname
e carbone alla Certosa di Pesio:
qui i monaci certosini
programmarono minuziosamente,
nei secoli, le attività
agro-silvo-pastorali, denotando
grandi sensibilità e attenzione
per la natura. L’itinerario si sviluppa
su sentieri facili e ben tenuti,
che si alternano con piste
e strade sterrate.
La segnaletica non manca, ma è necessario
prestare un po' di attenzione ai numerosi bivi
nei quali, di tanto in tanto, ci si imbatte. Le
esposizioni al sole cambiano di frequente,
ma la Cascina San Michele, con la sua
splendida posizione, costituisce il luogo
perfetto per la sosta per il pranzo.
→ LA CERTOSA
DI SANTA MARIA
Fondata nel 1173,
la Certosa di Santa Maria
– meglio nota come
“Certosa di Pesio” – fu
la terza costruita in Italia.
In origine assai modesta,
si ingrandì nel corso
degli anni, subendo
gli ampliamenti maggiori
tra i secoli XVI e XVII e
conoscendo periodi
di alterne fortune.
Subì un tracollo
definitivo nel 1802,
con la soppressione
degli ordini monastici
da parte di Napoleone,
venendo spogliata
di gran parte dei suoi
possedimenti.
Nel 1934, i Padri
Missionari della Consolata
iniziarono a curarne
la rinascita.

Gorgia Gireaud
Gias Giraud
1839
// 1 0
L'ANELLO
DI SAN BRUNO
E
3:10 h
Gias 1623
Sottano Pittè
1105
Ponte
1014
Ponte
delle Borche dei Roani
1610
.
La Tourra
.
1323
G L I A G N E L L I
1929
+476/-476 m
Vall
52
→ LA GESTIONE
DELLE RISORSE NATURALI
AI TEMPI DELLA CERTOSA
Il Vallone del Cavallo e il Vallone di San Bruno
sono stati utilizzati in passato
per l'approvvigionamento di legname e
per la produzione di carbone.
A testimonianza del lavoro dei frati certosini,
che governavano tutte le attività agropastorali
dell'alta valle, si possono trovare
ancor oggi pietre infisse in verticale
nel terreno, marchiate con la croce rossa
della Certosa e utilizzate per delimitare
i confini dei vari appezzamenti.
Certosa di Pesio (843 m)
Da Chiusa di Pesio si risale
1
Funtanas
la Valle Pesio,
1588
superando
Gias
le frazioni 1843 di Vigna Sottano e del Colle
San Bartolomeo e
.2096
giungendo infine 1523
.
alla Certosa di Santa Maria,
dove è presente un ampio Tes
posteggio
Gias Soprano
presso
del Colle 1687 . il quale
Punta
lasciare 1963 l’automobile. Labiaia Mir
1971
.
. Porta
Colletto
2155
2072 .
→ Il traverso dal Gias sottano
Punta
del Baus Mirauda 'd l'Ula fino al rio
nell'impluvio del Vallone
di San Bruno può comportare
Colle Vaccarile
2064 problemi in caso di condizioni
di neve sfavorevoli (molto
dura, Punta rischio ghiaccio . 1871 o
neve Melasso fresca eccessiva).
Se . le 2076condizioni 1912 non sono
buone, si raccomanda
di seguire la variante più
breve come segnalato
nel testo della descrizione.
V a l l o n e
Vallone Cravina
Bauscius
Vallone Mirauda
←↑ Il fitto bosco di abeti
del Vallone del Cavallo
←↓ Cascina San Michele
↑ Il castagno secolare di Cascina
San Michele

092
.
Villaggio
Cioma
. 1293 Ardua
1336
920
.
Punta
Cima di Beuse
ta du Siet
.
auda
Vallone Pittè
one di Rumiano
C r a v i n a
1758
Rocca
del Castello
.
1156
Tetto
Rumianotto
Cascina
Correria
Certosa di Pesio
Croce
del Frate
1155
843
872
843
Terre
918
// ITINERARIO
Malavanca della Chiusa
980
.
865
806
Cascina
S.Paolo
889
868
casotto di
sorveglianza
.
1050
1038
.
Testa
del Pari
.
1227
S.Bruno
Testa del
Colletto
Grupas
Pellerina
Dall’ingresso della Certosa . di Pesio si avanza verso
1804 . est, sulla strada sterrata
2017
che
950
costeggia le mura. Si trascurano l’inizio del “Sentiero Naturalistico”
21
1985
Fontana
.
per Pian delle Gorre e la diramazione per Cascina San Ciot 'd L'Urs Paolo, proseguendo fino 2217 Cima
Grotta
.
1912
. .
1231
1957
del Cars
a immettersi
Camosciere
su un’altra strada sterrata. La si percorre verso sinistra, tenendo
Il Pulpito
Punta
2035 Colle
la sinistra anche alla 1032 biforcazione successiva. Bartivolera Si valica l’esile displuviale,
Serpen
Pian delle Gorre
traversando a lungo verso nord-est nel fitto bosco. Quando
Osservatorio
1652
Gias
Faunistico la strada si divide in due,
.1062 in caso . di condizioni di neve favorevoli, Madonna si imbocca
1065
1279
1466
Fontana
1798
il ramo di destra. (In caso di neve molto dura
del
o di
Mentras
eccessiva neve fresca,
1300
Gias Soprano
.
di Serpentera
Vallone del Salto
1125
.
1048
. 970
Funtanin
.
Pian del Creus
1370
1270
.
Gias di Mezzo
del Pari
Prà da Turta
.
1228
Tumbarel
1052
1284
Vallone del Cavallo
Vallone del Funtanin
.
1225
Vallone di Serpentera
.
Sottano
Gias Mascarone
di Mezzo
Vallone di San Bruno
1429
Vallone del Pari
1592
.
1505
1655
.
.
1582
1644
Gias
della Crösa
Vallone della Piastra
1543
1605
Baus d'
l' Ula
Mascarone
Gardiola
Punta
Pellerina
2097
Co
La
Gardiol
1884
.
1749 1814
si consiglia di svoltare a sinistra a questo bivio, attraversando il rio e salendo
direttamente a Cascina San Michele.) Tralasciate un paio di diramazioni,
con un lungo traverso si rientra nel Vallone del Cavallo: la pista guadagna
quota con pochi tornanti e arriva al Gias sottano del Baus ‘d l’Ula (1284 m).
Al gias si imbocca il comodo sentiero che passa davanti alla costruzione:
questo attraversa, in leggero saliscendi, pendii coperti da abeti e faggi,
guadando poi il rio nell’impluvio del Vallone di San Bruno. Inizia ora
un lungo tratto, in lieve discesa, che porta al Pra da Turta. Qui si piega
a sinistra, scendendo lungo il crinale fino alla vicina Cascina San Michele
(1125 m). Si prosegue sull’ampia e pianeggiante dorsale prativa, fino
a rientrare nel bosco, dove il sentiero perde quota velocemente, raggiungendo
la Cascina San Paolo (1035 m). Si segue, verso sinistra, la pista che sale
da valle: questa conduce sulla più ampia sterrata nei pressi del fondo idrico
del Vallone di San Bruno. La si imbocca verso destra, ignorando la pista
sulla sinistra e quella che prosegue diritta. In corrispondenza di questo bivio
si torna nel Vallone del Cavallo e, in pochi metri, ci si immette su una strada,
che si segue verso destra. Ci si trova ora sul percorso dell’andata,
sul quale si rientra alla Certosa di Pesio.
Casino
del Cars
Carset
2048
Cim
Pias
.
18
1

54
//11
PIAN
DELLE GORRE E
PIAN DEL CREUS

← Il Rifugio di Pian delle Gorre
↑ Il Pian del Creus
↓ Abetina in alta valle
Agevole escursione con le racchette
55
la neve, che non manca tuttavia
di svariati elementi di interesse:
il Torrente Pesio, dalle acque
limpide, che offre molteplici scorci
suggestivi; l’emozionante incontro
- sia per i più piccini che per i loro
genitori - con i cervi nel recinto
del Parco; la splendida radura
di Pian delle Gorre, luogo incantato
dopo una nevicata, dove è presente
un bel rifugio; i magnifici boschi
di abete bianco, che accompagnano
→ LE ABETINE
DEL PARCO
La presenza di abetine
costituisce una
delle caratteristiche
principali del Parco, nonché
una delle più importanti
ragioni che portarono
alla sua istituzione.
Preservate dal taglio
dall'oculata gestione
dei certosini, sono
attualmente in piena
crescita, assumendo
un ruolo fondamentale
per molte specie di ungulati
che, sotto la chioma
dei grandi abeti, possono
trovare il nutrimento
necessario al superamento
dell'inverno.
il percorso fino al Pian del Creus.
I meno allenati possono decidere di fermarsi
al Rifugio Pian delle Gorre, dove è possibile
gustare un piatto caldo, tornando comunque
appagati da questa piacevolissima uscita
nella natura.

56
.
2022
Gias Ciapusa
Valle Armellina
Punta
Colletto .
2114
Porta
Colletto
.2096
2028
Colletto
Mirauda 2064
Miniera
Ubaiet
Punta
Melasso
.
1523
.
1687 .
2155
.
Punta
Mirauda
Colle Vaccarile
. 1871
Gias Soprano
del Colle
1963
2072
1912
2076
Gias Vaccarile
Soprano
1668
Gias Vaccarile
Sottano
Cima
Bec . Baban
Rosso
2102
2151
.
2188
// ITINERARIO
. 2149
Monte
Oltre le ultime case del Villaggio d'Ardua, si imbocca in sinistra Jurin orografica
una strada sterrata, in inverno utilizzata come percorso escursionistico.
1808.
In leggera salita nel bosco, si raggiunge il casotto Il dei guardiapesca, presso
Crest
il quale si tralascia, sulla sinistra, il ponte che attraversa . il Torrente Pesio,
1851 Fontana
proseguendo innanzi. La strada aumenta la pendenza, 1959 pervenendo
Cichin
a un secondo bivio. (Chi intende dirigersi direttamente a Pian delle Gorre,
manterrà qui la sinistra). Ci si tiene sulla destra, imboccando poco dopo,
sulla sinistra, il sentiero per il recinto faunistico. Si attraversa una piccola
radura, salendo poi nel bosco a fianco del torrente, e arrivando infine alla
rete metallica che delimita il recinto faunistico delle Canavere (1065 m).
Costeggiata verso destra la recinzione, fino alla torretta di osservazione
dove giunge la strada abbandonata in precedenza, si imbocca la carrabile
in discesa, ignorando la diramazione verso sinistra, e si torna al bivio
con la pista per Pian delle Gorre.
Qui si svolta a destra, scendendo leggermente, e poi, volgendo verso sud-est,
si riprende quota con alcune brevi e ripide rampe. Giunti al bivio presso
l'impluvio del Vallone del Saut, si svolta verso sinistra, oltrepassando
il torrente su un ponte in legno. Una comoda mulattiera pianeggiante punta
ora a nord, conducendo al Pian delle Gorre, sede dell'omonimo rifugio
(1032 m). Da qui si prosegue sulla strada che si inoltra nel Vallone del Saut,
in direzione sud-est, all'interno di un bosco misto di latifoglie e abeti bianchi.
Superato un ponte in muratura, a fianco di una fragorosa cascatella,
si tralascia una pista sulla destra, imboccando infine il sentiero per il Pian
del Creus, che si inerpica nel Vallone di Serpentera con numerosi e ripidi
tornanti. Quando la pendenza del sentiero si addolcisce, si è ormai giunti
all'ampia radura di Pian del Creus (1279 m), alla cui estremità meridionale
sorge il rifugio privato Villa Soche. La discesa si effettua per l'itinerario di salita.
Vallone
1
.
Testa d
Baban
.
2004
Colle del
Carbone
B
Val

.
Punta
Cima di Beuse
918 .
Villaggio Ardua
Testa du Siet
.
1758
Punta
Labiaia Mirauda
.
auscius
Cravina
1971
Malavanca della Chiusa
950
.
casotto di
sorveglianza
.
1050
Testa
del Pari
.
1227
allone del Funtanin
1270
Gias di Mezzo
del Pari
Testa del
Grupas
1804 .
Vallone del Pari
1592
.
Baus d'
l' Ula
Punta
Pellerin
2097
Colletto
Pellerina
2017
lone Mirauda
643
i
2060
.
1427
Pis
→ IL 1410 TOPONIMO 1858 .
“PIAN DELLE GORRE”
1644
.
del Pesio
Osservatorio
Faunistico
Torrente Pesio
1065
Gias
Fontana
1218
1435
Gias
degli Arpi
Grotta
Camosciere
.1062
Il toponimo “Pian delle Gorre” 1881 potrebbe
1861 Passo di
1926Testa
far riferimento
Baban
alla presenza, nella
del Duca
radura,
di alberi di salice: “gura” 1989 (o “gora”) è infatti
il nome dialettale di
Passo
queste piante.
del Duca
In particolare, “gorre”, “gore” o anche
“gorín” erano i termini con cui erano
chiamati i lunghi rami flessibili del salice,
un tempo utilizzati dagli abitanti di queste
vallate per intessere ceste e canestri,
utilizzati per il trasporto e la conservazione
dei beni.
.
1300
1231
Il Pulpito
1032
Pian delle Gorre
Vallone del Salto
.
Colle
del Prel
1190
1279
.
.
Salto
Cascata
del Saut
Pian del Creus
.
. . 1957
Punta
Bartivolera
1912
Vallone di Serpentera
1714.
Croce
di Sestrera
Gias Sottano
1341 di Sestrera
Gias Sottano
del Marguareis
1551
Giaset
Fontana
Ciot 'd L'Urs
1652
Gias
Madonna
1466
Fontana
del Mentras
// 1 1
PIAN DELLE GORRE
E PIAN DEL CREUS
E
2:20 h
+456/-97 m
1847
Valle Sestrera
Villaggio d'Ardua (920 m)
Giardino
botanico
1985
Rocche .
Gaudioline
Da Chiusa di Pesio si risale
la Valle Pesio, superando
le frazioni di Vigna e San
Bartolomeo e giungendo
infine alla Certosa di Santa
Maria. Qui pervenuti,
si seguono le indicazioni per
il Villaggio d’Ardua, raggiunto
il quale si posteggia l’auto.
22
1798
Gias Soprano
di Serpentera
57
2361
2356
de
Cima d
San Loren
Colletto d
Rocche di Ser
←← Il Pesio a monte
della Certosa
← Il Rifugio del Pian delle Gorre
↑ Un tratto nel bosco di abeti

58
//12
LA SELLA
MORTEIS

La Sella Morteis è un balcone
naturale situato a est del Monte
← L'osservatorio astronomico
(al momento non agibile) in
prossimità della Sella Morteis
↑ La sella e la Besimauda
↓ Sulla strada verso Le Meschie
Besimauda, sulla via normale
59
per chi intende raggiungere la cima
di questa montagna salendo
da Pradeboni. Costituisce un punto
particolarmente panoramico:
da qui lo sguardo è libero
di spaziare su buona parte dell'arco
delle Alpi Liguri, dal Monte Pigna
al Bric Costa Rossa, raggiungendo
inoltre la ripida parete nord
del Marguareis (2652 m),
la vetta più alta delle Alpi Liguri.
Per la sua facilità l’itinerario è abbastanza
frequentato e non pone problemi
di orientamento, anche perché non di rado
lo si trova perfettamente battuto
dagli scialpinisti. Dato che Pradeboni, punto
di partenza dell’itinerario, si raggiunge in meno
di mezz’ora di auto da Cuneo, questo percorso
risulta indicato anche per chi ha soltanto
mezza giornata di tempo a disposizione.

60
→ LA MINIERE DI URANIO
DELLA BISALTA
Non si tratta di una leggenda: la Bisalta
è davvero radioattiva. Alle sue pendici,
precisamente nella Val Fredda di San
Giovenale di Peveragno, tra il 1949 e il 1962
furono aperte alcune cave per estrarre
l’uranio. A quei tempi i minatori erano
inconsapevoli dei rischi che correvano e
le maestranze, pur essendo a conoscenza
del pericolo, si guardarono bene
dall’informarli. Lavorando dunque senza
alcuna protezione, i minatori non ebbero
scampo dalle radiazioni. Ancora oggi, un
cartello presente nei pressi delle ex miniere
recita: “1949-1962. Qui si estraeva l’uranio.
Qui molti uomini lasciarono la loro salute.”
// 1 2
LA SELLA MORTEIS
E
2:00 h
+600 m
Pradeboni (883 m)
Da Chiusa di Pesio,
si imbocca la Valle Pesio:
poco prima di raggiungere
la frazione Vigna, si svolta
a destra, pervenendo
a Pradeboni. Lasciando
la chiesa sulla destra, dopo
qualche centinaio di metri
si perviene a un bivio, dove è
presente un cartello
con le indicazioni per
la località Meschie e per
il Monte Besimauda. Qui si
lascia l’automobile, poiché
un segnale di divieto nega
il transito ai non residenti.
←↑ “Crotin” (piccola struttura
utilizzata per la conservazione
dei formaggi) alle Meschie
←↓ La partenza della scorciatoia
a monte del Rio Grosso
↓ Lungo i tornanti della pista
forestale
→ La testata della Valle Pesio,
con al centro il Marguareis,
dalla Sella Morteis

Bric
Sor Magior
Gorgia Ser
1979
s Sot
1781
. Testa
delle
Gore
Chiesetta
degli alpini
1925
1913
1589
Monte
esimauda
(Bisalta)
llone Croeusa
Gorgia Lampion
Sella
Artondù
1532
Gias
Pusin
Vallone Sot
1602
1467
Sep
.
Gorgia della Galleria
1464
Valle Salto dell`
1239 .
Bric
della Ciarma
. 1465
Groppo del Fajet
.
.
1330
Vallone del Sabot
1386
Serra Barmetta
Gorgia Gireaud
Rio Grosso
Gias Morteis
1243
1165
Meschie
1176
Vallone Pravinè
Valle della Ciarm
1057
1076
1027
.
1339
Stalla di Rou
1243
Osservatorio
Tetti
Gallina
Tetti
990 Grossi
909
I Gori
1008
1014
Rocche
Nuvolente
.
1268
Comba Ruscun
1117
Pradeboni
Bric
Fusare
. 1047
886
943
La
Truna
Tetti
Ciot
1075
Bric Bluva
.
.
920
1011
960
Balzo
della Croce
Rio dell` Oy
Vallone Pittè
776
812
Rovina
Tetto
Biasas
.889
.934
Tetti
Caban
La Stalla
del Rio dell'Oy
916
Tetti
Pela
836
Costa
.
.
la Serra
806
Tetti
Teresia
705
Cascina
Barona
726
800
Ravere
Serra della Piastra
SP42
805
Tetto
Cagne
686
680
686
Vigna
1468 Morteis
Tetti
1450
Turtu . Monte
Gias Pravinè
742
Soprano
Sella
. Morondo
1023
Morteis Rocca
Tetto
1013 .
1819
di Vinchiet
89
1251.
.
Bric
Rugè
1270
1677
Ciccioni
Colletto
828
.
968
. 1632
.
R
// ITINERARIO
Combe
S.Bartolomeo
Bau
1569 Cima
1034 1162
752
110
Pravinè
978
Lasciata Giasl’auto, Pravinè si segue la strada asfaltata che, procedendo verso sinistra, 822
1687 Sottano
Cordè
Lava
conduce con percorso tranquillo e regolare a Tetti Marro . (1008 m). Transitati
934
857
857
a lato di un grande prato, in vista della borgata La Truna, in poco tempo 856
Tetti
si
Tetti Merlet
Tiracül
raggiunge l’area attrezzata delle Meschie (1176 m), molto
1045
904 frequentata in estate.
866
. .
.
Mantenendosi sulla sterrata principale, si procede in direzione sud-ovest,
783
1105 1014
passando davanti a case in pietra Ponte ben Ponte ristrutturate. Percorso un lungo
Tetto
delle Borche dei Roani
865
Rumianotto
rettilineo, che devia verso sinistra nella sua parte finale, si supera,
Gias Giraud
su un ponticello, 1839 il Rio Grosso: si tralascia, sulla destra, una scorciatoia,
843
proseguendo sui lunghi tornanti che si addentrano all’interno di un bosco
misto, poco a valle della Rocca della Losera (1339 m). In prossimità della fine
del bosco, la pendenza si attenua: tra i larici, in poco tempo, si perviene
alla Sella Morteis (1450 m). A lato, su un poggio poco distante, è stato eretto
un osservatorio astronomico (1468 m): la Valle Pesio, che si avvale
di uno scarso inquinamento luminoso, rappresenta un luogo ideale dal quale
osservare la volta celeste. Dopo una meritata pausa, ci si avvia sul tragitto
del ritorno, che avviene sul medesimo percorso di salita.
762
671
66
78
G
B
F
7
C

62
//13
PRATO
DEL SOGLIO

Un bellissimo itinerario privo
di pericoli che conduce al Prato
← L'inconfondibile sagoma
dell'Argentera, dalla displuviale
tra Colla e Vermenagna
↑ La baita situata sul margine
inferiore della radura
↓ Il casotto a Prato del Soglio
63
del Soglio, o “Pra du Söi” in dialetto
bovesano, un’ampia e soleggiata
distesa erbosa situata in stupenda
posizione a cavallo tra le valli Colla
e Vermenagna da cui si può godere
di un paesaggio meraviglioso
verso la Bisalta e le cime delle Valli
Vermenagna e Gesso, fino
al lontano Monviso.
Dal Prato del Soglio parte la lunga dorsale,
ben visibile anche dalla pianura cuneese,
che, passando per la Cima di Francia, conduce
al Passo Ceresole e poi svolta bruscamente
verso la Cima la Motta e il Bric Costa Rossa
chiudendo la testata della Valle Colla.
L’itinerario è particolarmente interessante
dopo una nevicata, motivo per cui è descritta
la salita direttamente dalla frazione Castellar.
Con poca neve si può abbreviare partendo
direttamente dalla frazione Rosbella
per evitare il tratto su asfalto che in quel caso
risulterebbe monotono.

64
// ITINERARIO
Ci si incammina sulla strada asfaltata verso monte in direzione della frazione
San Giacomo. Circa 250 metri dopo si imbocca a destra una stradina in
discesa che va a scavalcare su un ponte il Torrente Colla. Al termine di una
breve risalita si tiene la sinistra proseguendo su strada fino al bivio per la
frazione Rosbella (cartello). Svoltando a destra e seguendo la strada asfaltata
la si raggiunge dopo numerosi e ripidi tornanti (chi volesse abbreviare il
percorso può partire direttamente da qui con l’auto). Vale la pena fare una
deviazione all’interno della pittoresca borgata. Tornando su Via Peroca
all’ingresso della frazione, la si contorna da nord seguendo ancora la strada
asfaltata. Nei pressi delle ultime case, in presenza di neve, si calzano le
racchette perché qui si ferma lo spartineve. Seguendo la strada che sale
verso Prato del Soglio si passa nei pressi di alcune villette situate in posizione
straordinaria, tra boschi di castagni e betulle, con ampi panorami verso la
pianura. Ignorando lungo il cammino alcune diramazioni laterali, si prosegue
per un chilometro transitando ai margini di un’abetaia. Arrivati a un trivio di
stradine (cartello L 21), si abbandona quella principale (da cui si farà ritorno)
per salire direttamente a destra, in senso inverso, un sentiero che conduce
verso la graziosissima baita situata sul margine inferiore del Prato del Soglio.
Dalla baita si risale tutto il prato innevato raggiungendo il casotto che sta sul
displuvio tra le valli Colla e Vermenagna e subito dopo, la sterrata che arriva
dal Pilone del Moro. È notevole il panorama sul versante ovest verso la Valle
Vermenagna e indietro verso il massiccio della Bisalta. Si svolta a sinistra del
casotto, costeggiando il tratto di pineta fino ad uno slargo (1126 m) dal quale
partono le diramazioni per Rosbella, Passo di Ceresole, Montasso. Si imbocca
quella che scende a sinistra. Arrivati al trivio già raggiunto in salita si effettua il
ritorno sulle tracce dell’andata.

Tetto
Verdura
940
tto
chi
etto
iop
Tetto
Oliva
860
.
940
Tetto
Splun
1021
.
910
Tetto
Malizia
Tetto
Pettavino
Soprano
ttavino
Colletto
del Moro Cima
del Brusatà
.
957
Pra del Soglio
1100 .
Tetto
763
.
1280
848
1012
Tetti
Chiri
.
1140
1013
.
1154
Cima
di Francia
.
1421
1289
873
Tetti
Gigotin Soprano
1096
1223
Tetti
Rosbella
Tetto
Lisot
1078
.
Bec Alto
.
1294
Costa Rosbella
1176
881
Tetto
Pritin
1101 Tetto
Caviglia
822
Valle Peroca
Valle Rebut
838
819
888
Tetto
La Lana
Tetto
Lereta
Tetto
Merlot
726
844
Brocia
→ ROSBELLA
1110
.
Tetto Dinet
1350
Rosbella è la frazione di Boves posta alla
quota più elevata (952 m). Negli anni recenti
è stata ben recuperata grazie alla tenacia
1494
1144
. dei suoi pochi abitanti . fissi che, ogni inverno,
1208
sfidano le . difficili
Rocca
condizioni della ripida
Alta
Tetto
strada
1076
Carlet e il consistente innevamento che,
Punta
nonostante 1100 i pochi Tre Confini chilometri in linea d’aria
e la modesta altitudine, 1483 . è in genere ben
superiore a quello del capoluogo. All’ingresso
fa bella mostra di sé una piccola chiesa del
primo Novecento dedicata a Nostra Signora
del Sacro Cuore fortemente voluta da due
sacerdoti bovesani.
Gorgie di Francia
Sagnaschi
Tetti
Meni
758
Tetto
Larcia
San
Giacomo
870
758
Tetto
Isabella
954
Tetto
Grosso
1018
Buscajè
.
Tetto
Marcionda
Tetto
Mol
917
1008
Truc
la Croce
1116 .
Gianet
Costabella
Linda
674
Tetto
Barale
1051
Tetto
Marro
706
Castellar
724
Baudine
757
806
.
855
842
1054 .
Cima
Bercia
. 1253
1276
Minet
.
//13
1241
Colle
PRATO 995 1100 DEL Bercia SOGLIO.
1492
1043 .
Cima
T
di Sieis
Valle Cialangie
1:00 h ▶ Rosbella . 1338.
1185
2:00 h ▶ Prato del
Soglio
1189
.
+420/-420 m Cima
1432
Giasetto
Castellar (715 m) . 1549
.
.
Tetto Truc
881 Ramosi
Sciolla
Frange
Tetto
Cumba
826 1012
923
938
928
800
Croce
Romana
1054
Cima
Croce
1267 .
Peiron
Tetto
Cava
893 . 9
793 Tetto Barano
Fenera
978
Val Fredda
1083
Pian la Soglia
891
901
1014
Case
Ser
.
1151
Bric
Carleret
.
1616
Costa
.
1424
86
T
19
Vallone R
F
←← Panoramica verso il Monviso
← In lontananza il campanile
della chiesa di Rosbella
↑ Il casotto di Prato del Soglio;
sullo sfondo la Besimauda

66
//14
CAPANNA
CHIARA

Classico e facile itinerario ad anello,
← L'attraversamento del Vallone
del Cros; sono visibili i piloni
della seggiovia, oggi dismessa
↑ Lungo la strada di accesso
a Capanna Chiara, nel tratto
a monte di Casali Braia
↓ Tracce di animali nella neve
fresca
67
molto frequentato nella stagione
invernale. Il percorso risale lungo
una strada innevata – e spesso
battuta – l’affascinante vallone
dell’Almellina, fino a raggiungere
il balcone panoramico di Capanna
Chiara, una baita rifugio aperta
tutto l’anno e affacciata su Limone
Piemonte.
L’itinerario si snoda nei pressi di alcune borgate
abbandonate, fra boschi di faggio e panorami
aperti sulle cime dell’alta valle. Per il dislivello
modesto, le quote e le distanze contenute, è
un itinerario adatto a tutti e consigliato alle
famiglie. L’unico tratto che può presentare
qualche difficoltà – per la pendenza e per il
fondo roccioso in caso di poca neve – è l’inizio
della discesa da Capanna Chiara.
La traccia gpx può essere utile per non perdere
il cammino sulla via del rientro, nel caso in cui
la neve copra i segnavia.

68
// ITINERARIO
Dal parcheggio, si segue la strada che si inoltra nel Vallone dell’Almellina,
prestando attenzione alle paline con indicazioni segnaletiche per “Lu Viasol”,
“Costa Rossa”, “Fascia” e “Jurin”. Ignorate, lungo il cammino, alcune deviazioni
sulla sinistra, si tralascia anche una biforcazione, questa volta sulla destra, che
conduce a Capanna Chiara e ai ruderi di Maire Gavel, che verrà utilizzata per
il ritorno. Nei pressi di una curva della strada, si affiancano e si superano
i Casali Braia (1282 m): la strada volge ora verso sud, snodandosi di fronte
alle rocciose pareti del Bec Rosso (2151 m). Raggiunte, poco più avanti,
le antiche costruzioni delle Maire Gavel (1408 m), poste sul lato destro della
strada, con alcune ampie curve si prosegue prima verso il Vallone del Cros,
sovrastato dalla Cima della Fascia (2495 m), presso la quale permangono
ancora gli scheletri di alcuni impianti sciistici, e poi verso il piccolo pilone
della Madonnina del Cros. Una breve discesa conduce alla Capanna Chiara:
dalla balconata naturale di fronte al rifugio si ha una splendida visuale su
Limone Piemonte. Dopo una meritata pausa, si riprende la discesa ad anello,
scendendo a fianco della piscina. Più in basso, oltre un tratto roccioso,
si seguono le tacche gialle e verdi che conducono ai Tetti Astegiani: subito a
valle delle case, il sentiero riparte con una deviazione verso destra. Percorso
un ultimo segmento nel bosco, con un occhio di riguardo nei confronti
delle tacche, non sempre evidenti, si raggiunge la strada percorsa in salita:
svoltando a sinistra, si torna, in breve, al posteggio.
← Il Vallone del Cros
↓ Il tratto di bosco che
si percorre in discesa
→ Panoramica su Limone

.
1077
. 1195 .
Tetti
Biava
1307
.
. Monte
1320
.
Murin
.
.
1520
Gherra
→ IL PRIMO IMPIANTO
1510
1631
Lago
A FUNE AEREA DELLA GRANDA
Secco
. 1483
Pochi sanno che 1545il primo impianto a fune Monte
.
1765 Alpetta
San aerea di Limone e della provincia di Cuneo . 1925
è la seggiovia che collegava Ponte Lago di Nana
Terrasole
alle Maire del Cros, costruita nel 1948 .
1776
2022
dalla Società Anonima Cuneese Industrie
Turistiche. Modernissima per i tempi,
copriva un dislivello di 450 metri e
un percorso di 1600 metri, permettendo
agli sciatori di raggiungere in 14 minuti
la splendida conca del Cros, dove era posta
una baracca di servizio. Nel 1952 venne
costruito un secondo troncone, fino
a quota 2060: per l’epoca si trattava di una
delle seggiovie più lunghe d'Italia! L’anno
successivo venne edificata Capanna Chiara,
così chiamata in onore della figlia di uno
dei maggiori azionisti della società.
1258
Pancrazio
Tetti
Veuva
Tetti
Maschetta
Roccia
del Murin
La
Grogia
Tetti
Galino
Limone Piemonte
1048
1220
1518
Punta
Buffe
1075
1174
Casali
Brick
Fontana
Borraccia
1596
Bec
Cornigion .
1381
Tetti
Astegiani
1179
1144
Casali
Magher
1242 1227
Vallone Gherra
San
Giovanni
1330
1448
Cima
Bec . Baban
Rosso
2102
2151
.
2188
. 2149
Monte
Jurin
Rifugio Capanna Chiara .
Maire
Savoia
1500
1558
.
Tetti
Almellina
1411
Casali
Braia
1282
Maire
Rocca
Rossa
Bec 1485
Castellaccio
Valle Armellina
Il Crest
.
1851
Ubaiet
Punta
Melasso
1959
Fontana
Cichin
1808
Vallone San Giovanni
1661 Gias
della Perla
sottano
.
1912
2076
Gias Vaccarile
Soprano
// 1 4
CAPANNA CHIARA
1668
Gias Vaccarile
Sottano
2295
Cima
E 1500
.
della 2495
3:00 h Fascia
2421
.
+500 m
Punta San
Salvatore .
Limone Piemonte (1067 m) 2415
1651 .
2312
Bec Da Borgo Testa San San Dalmazzo, . si Colla
Valletta
2163
Salvatore Malaberga
.
risale la Valle Vermenagna,
superando i centri abitati
di Roccavione, Robilante e
Vernante. Raggiunto Limone
Piemonte, è necessario
deviare verso il centro del
paese, percorrendo Corso
Torino fino alla prima
rotatoria. Qui giunti si
svolta verso sinistra, in
Via Valleggia, transitando
quindi sotto il cavalcavia
ferrroviario. Si prosegue
fino a incrociare Via
Almellina, che si imbocca,
posteggiando l’automobile
poco oltre le indicazioni
sulla sinistra per Barat,
Braia e Almellina.
Tes
Ba
Colle d
Carbon
69
Collett
del C
Capann
Morgant
T
C
2386

70
//15
PIAN MADORO

Pian Madoro è un appartato ripiano
pascolivo, situato al centro
di una valletta a ovest di Limonetto
← Tra sole e ombra, Pian Madoro,
sovrastato dalla piramide nevosa
del Monte Chiamossero
↑ Panoramica verso il Colle di Tenda
↓ L'itinerario è molto frequentato
anche dagli sciatori alpinisti, con i
quali si condivide la pista di risalita
71
e a sud del Monte Creusa.
Da questo luogo è possibile godere
di un bel panorama, ammirando
il Bric Costa Rossa e la poderosa
Rocca dell’Abisso, la prima
montagna delle Alpi Marittime
che si incontra dal Colle di Tenda.
Altrettanto suggestiva è la vista sui
tre poderosi forti ottocenteschi, il
“Centrale”,
il “Pernante” e quello “della Giaura”,
costruiti sulla cresta di confine
con la Francia.
Questo è un angolo quieto dell’alta Valle
Vermenagna, che permette di lasciarsi alle
spalle il caos del traffico del traforo di Tenda e
degli impianti sciistici di Limone Piemonte.

72
→ I FORTI DI TENDA
Verso la fine dell’Ottocento, per contrastare
un’eventuale invasione d’oltralpe,
intorno al Colle di Tenda furono edificate,
in splendida posizione panoramica
sulla cresta di confine, sei imponenti
fortificazioni che dal 1947, per ironia
del destino, divennero di proprietà
francese. I forti non furono mai oggetto
di assalto, ma rimasero comunque armati
fino alla prima guerra mondiale, quando
le artiglierie qui collocate vennero trasferite
sul fronte austriaco.
// 1 5
PIAN MADORO
E
1:45 h
+500 m
Limonetto (1300 m)
Da Borgo San Dalmazzo
si segue la Strada Statale
che si inoltra nella Valle
Vermenagna, attraversando
in sequenza Roccavione,
Robilante, Vernante e Limone.
Poco prima di raggiungere
il tunnel di Tenda, si svolta
verso destra, in direzione
della frazione di Limonetto.
Dove finisce l’abitato,
nei pressi di un bivio, si tiene
la destra, posteggiando l’auto
nel grande spiazzo che
si incontra poco più avanti,
sulla sinistra.
↑ Veduta di Limonetto
↓ Il Monte Chiamossero (a
sinistra) e il Passo di Ciotto Mien
(al centro) dall'itinerario di salita
→ Nel tratto iniziale
dell'itinerario; sullo sfondo i
contrafforti rocciosi della Rocca
dell'Abisso, Rocca della Bastera
e il Monte Chiamossero

la
Monte
e Creusa
ien
.
.
378
Reina
.
2238
.
2148 .
Bec
Matlas
Passo di
Giosolette .
. 2214
. Cima
Giosolette
1761
// ITINERARIO.
.
. 1765
Gias
Boero 1631
Ciabot
di Pedu`
.
1660.
1551
Case
Brunda
.1566
2101
Forte
Dal parcheggio si segue, sulla . destra di una struttura in legno, la rampa della Alto
2083.
1907 1871
stradina asfaltata che si inoltra a monte del paese, pervenendo quasi Colle subito di
2000
1961
a un bivio. Tralasciata, 2070
Tenda
2176
sulla destra, la strada che sale in La direzione del Bec
Colletta
Baral e del Colle Arpiola, Cima
. si svolta verso Pian Madoro e Passo di Ciotto Mien.
di Salauta
2074
Lunghi traversi tra bellissimi faggi, con Fort vedute su Limonetto, prima, e sul
Pernante
Monte Vecchio, poi, conducono in quota. Al termine della faggeta, poco prima
2080
di un tornante,
2048 . si ignora la .
1843 diramazione che sale verso l’Alpe di Limonetto
1842
. 1279
e la Rocca . dell’Abisso, proseguendo invece Fort de lasulla Marguerie strada principale. Percorsi
alcuni tornanti, la si abbandona, seguendo i cartelli segnaletici e svoltando a
sinistra su un costone sterrato che divide due avvallamenti. Si prosegue ora tra
betulle e faggi, con suggestivi scorci in direzione della Rocca dell’Abisso e della
sottostante aguzza Rocca della Bastera. Poco più in alto, si devia verso destra,
superando alcuni leggeri dossi che precedono il Ciabot di Pedù (1679 m),
piccolo gruppo di casolari che si aggirano sulla sinistra. Proseguendo ancora
verso monte, in breve si raggiunge il Pian Madoro (1760 m). Dopo una meritata
pausa per rifocillarsi, si intraprende il percorso di ritorno, che avviene sullo
stesso tragitto dell’andata.
Laghetto
dell'Abisso
2207
2384
Passo di
iotto Mien
del
lo
allone Boero
llone Valet
2224
2337
Lagun
2147
Pian Madoro
2073
Bec
Baral
2128
1800
Ballor
1628
1665
1446
.
Tetti
Cortassa
1468
Croce
1752 . di Baral
Alpe
Papa
Giovanni
Case San
Lorenzo
Vallone Salauta
1753
Piarnaud
.
Tetti
Gigant
1280
.
.
1480
Bragard
.
.
Limonetto
1835
1584
1784
SS20
1419
Quota
1400
.
1596
Forte
Centrale
.
1633
. 1195 .
Tetti
Biava
1258
1307
Gherra
San
Pancrazio
. 1435
Galleria
di Napoleone
Tunnel di Tenda
73
1874

74
//16
GLI ALPEGGI
DI PALANFRÈ

Una bella borgata di montagna,
una faggeta con esemplari secolari,
← Nella parte alta dell'itinerario,
con sullo sfondo la Bisalta
↑ Baita a Palanfrè
↓ In basso, la borgata
di Palanfrè; alle sue spalle la
Rocca d'Orel
un piacevole ambiente con ampi
75
panorami verso la Bisalta e le Alpi
Liguri. Non mancano i motivi
di interesse per questa tranquilla
passeggiata con le racchette
da neve in Valle Vermenagna,
seppure sia soprattutto il formaggio
uno dei principali elementi
di richiamo dell’itinerario proposto.
Dopo il giro per i famosi alpeggi della zona,
non bisogna lasciarsi sfuggire l’assaggio
dei formaggi locali presso “L’Arbergh”,
la locanda del Parco delle Alpi Marittime.
Se la voglia di farsi una scorta risulta poi
insopprimibile, nessun problema: l’azienda
che li produce, “L’Isola”, si trova a pochi passi
dalla locanda. Abbandonata nella stagione
invernale a partire dagli anni Settanta
del secolo scorso, dai primi anni del Duemila
Palanfrè è tornata a essere abitata tutto
l’anno, grazie al ritorno di due famiglie
di allevatori originari di questa frazione
di Vernante.

76
→ LA VALANGA DEL 1972
Negli anni Sessanta e Settanta del secolo
scorso, le Alpi Marittime furono interessate
da precipitazioni nevose di forte intensità.
Le cronache dell’epoca riportano notizie
di grandi valanghe che bloccarono le vie
di transito, lasciando diverse borgate
montane isolate per più giorni. Tra
gli eventi di maggior rilievo, si ricorda
il distacco di un’enorme massa nevosa
dalle pendici del Monte Garbella e
della Costa Pianard, a monte di Palanfrè,
che rovinò a valle per oltre tre chilometri.
Nella sua corsa, la valanga risparmiò
la borgata di Palanfrè e Tetti Fuet, centrando
invece in pieno i Tetti Baru e seppellendo
Beppe Dalmasso e la madre Lucia. Il giorno
seguente vennero estratti dalla stalla
i corpi senza vita della donna e delle sue
dodici mucche, mentre quello del figlio
venne ritrovato soltanto un mese dopo.
//16
GLI ALPEGGI
DI PALANFRÈ
T/E
2:30 h
+260 m
Palanfrè (1380 m)
Da Borgo San Dalmazzo,
si risale la Valle Vermenagna,
oltrepassando i centri abitati
di Roccavione e Robilante.
Giunti a Vernante, presso
il semaforo sulla statale
si svolta verso destra,
inoltrandosi nella Val Grande,
fino a raggiungere l’ampio
parcheggio subito a valle
della frazione di Palanfrè.
← Verso il Gias del Chiot
↓ In discesa, a lato del canalone
che scende dal Pianard
→ La borgata di Palanfrè

Valera
o
.
.
2306
Monte
Pianard
ne Cairas
1876
Gias
Pianard.
1933
2203.
.
Monte
Garbella
Gias
Garbella
.1897
Pascariund
.
1565.
Gias
del Chiot
Monte
la Croce
.
Gias
Piàmiàn
Gias
della
Barma
1642.
Dal parcheggio di Palanfrè si segue la strada principale, che taglia in basso
Monte
la borgata e termina in corrispondenza Colombo dell’azienda agricola ”L'Isola”. Imboccata
Gias Valera
.
. la pista Sottanosulla sinistra, in direzione sud, ci si 1731 imbatte,
2261
. nei pressi del primo tornante
1583
della strada, nel . sentiero per il Vallone degli Alberghi, che si stacca sulla
2238
sinistra. .
Tralasciatolo, si prosegue verso Passo destra, sulla
della
Gias pista di accesso al Gias della Garbella. Monte
.
Vilazzo
Ai limiti del bosco, il percorso affronta Guglielmaun tratto più
2115
1896 pianeggiante: .
Monte qui è possibile Creusa
.
abbandonare il tracciato della carrabile, 2170 salendo direttamente Ciotto al Gias Mien del Chiot
. 2378
2384
Lago Vilazzo
(1607 m), nei cui pressi è stata realizzata una stazione di rilevamento di dati
meteorologici. Si prosegue sulla destra puntando, con un traverso in leggera salita,
a una caratteristica “truna” per la stagionatura dei formaggi. In moderata discesa si
taglia lo sbocco del vallone della Garbella, fino a raggiungere l’omonimo alpeggio
(1679 m). Seguendo il costone a valle del gias, si scende in direzione
del solco che divide il Monte Pianard dalla Rocca d’Orel, lungo il quale si scaricano
spesso grandi valanghe. Senza raggiungere il fondo, si procede al limite del bosco,
in direzione sud est, rientrando infine al punto di partenza.
1759
Plissè
Il Merà
2126
2173 Colle
della Garbella
Costa di Pianard
2306
// ITINERARIO
Val Garbella
Costa Garbella
Vallone del Sabbione
La Valletta
Costa del Colombo
1891
1952
1958
Stubietta
1479.
1425
.
Vallone degli Alberghi
1490
.
1504
Tetti
Paluret
Tetto
Fuet
Palanfrè
1372
Vallo
1205
Costa Lausea
Piano
Tetto
Baru
1170.
Campaula
.
.
Bric
Brusatà
.
1715
2002
della
1070
.
Reina
Tetto
Vertamun
Vallone Grande
1400
1025
Gias
Creusa Sottano
.
.
.
1088
Tetti
Creusa
Vallone Valet
1374
1385
.
77
1603
2337
Tetto
Marun
Passo
Gioso
Lagun
Va
C
Gio

78
//17
LA COLLA
DI PRAROSSO

← La Colla di Prarosso
↑ Arrivo alla Colla, durante una
nevicata
↓ Veduta dalla Colla in direzione
della Valle Vermenagna
79
Piacevole itinerario sul tracciato della comoda
strada sterrata intervalliva delle Goderie, chiusa
al traffico nella stagione invernale, che collega
Roaschia in Valle Gesso con Vernante in Valle
Vermenagna.
Dalla Colla di Prarosso, aperto
valico prativo, si gode di un vasto
panorama che spazia dalla Bisalta
alla pianura piemontese,
fino all’arco alpino occidentale e
al Monviso. L’itinerario attraversa
boschi e prati, alcune borgate
ancora abitate e alcune altre
abbandonate e ormai ridotte
in rovina.
→ IL VALLONE
DI ROASCHIA
Questo bel vallone laterale
della Valle Gesso era
celebre, in passato,
per la presenza della tipica
razza ovina Frabosana
Roaschina, presidio Slow
Food a partire dall’anno
2016. Durante l’inverno,
i pastori nomadi
scendevano a valle,
inoltrandosi nella pianura
padana e spingendosi
fino al Torinese e
all’Alessandrino.
A Roaschia aveva sede
una scuola estiva,
con lo scopo di istruire
i ragazzi che, durante
l’inverno, erano via
con le greggi dei pastori.

80
// ITINERARIO
Punta
Rocciaia
. 1347
Roaschia
1073
.
.
Monte
Casternau
. 1289
.
1266
1850
.
Tetti
1037 Virotta 1350
Rocce della
Soprana
.
Pironetto
Scregna
.
.
1449
1826
Colla la
. 1357
1634
.
Busunera
1521
Punta
1816
Baral
Passo 1763
del Van
.
.
. Punta
1714
1972 del Van
1922
Passo della Monte Monte
1826
1554
. Passera Testa Balur
.
.
1952
1588
Monte
Rifugio Balur
Guardiola .
1988
1951
Passo
del
Caire
Canton
del Lupo Caire
. 1359 Becas
Tetti
.
Tancias
.
1180
1561
Uia di
.
S.Lucia
2176
. 1420
.
1458
.
1678
Caire
.
2278
dell`Uglia
Gorgie
della Reina
PONTILE
a l l o n e S. B e r n a r d o
C o s t a B a l m e r a
Tetti
Crivella soprano
ISARD
922
V a l l o n e d e l l e B a l m e r e
C o s t a d i R a i e t
.
Vallone Pautajol
883
V a l l o n e d e l l a F r e i d a
803
Tetti
Virotta Sottana
Serra Garb
Torrente Biale
Tetto
Franch
Punta
della Riva
L’itinerario prende avvio dalla borgata di Tetto Bambes (1028 m): da qui è
necessario proseguire lungo la strada che attraversa il vallone, con percorso
a mezzacosta, fino alla borgata di Tetto Colla, situata su un poggio panoramico che
si innalza sulle gole del torrente Biale e sul Vallone Ciapusa. In alto, contro
il cielo, si elevano due delle cime più alte della zona: la Bussaia (2451 m),
con la sua rocciosa parete nord, e la bella piramide nevosa del Servatun (2278
m), ben visibile anche dalla pianura. In direzione nord, ecco una bella veduta sul
vallone di Roaschia, al quale fa da sfondo la cuspide rocciosa del Monviso (3841
m). La borgata, abitata solamente durante il periodo estivo, conserva ancora un
bel forno a legna, tutt’oggi utilizzato per cuocere il pane.
Scendendo verso il torrente, ecco far capolino le rovine dell’antica borgata di Tetto
Limbo, conosciuta forse soltanto ai pochi che, in inverno, si avventurano nella gola
del torrente, passaggio obbligato per chi intende raggiungere la cascata ghiacciata
del Monte Bussaia. Da Tetto Colla si prosegue innanzi, lungo la strada che continua
a traversare il vallone con tratti più o meno pendenti. Sul versante opposto, si
notano i ruderi della borgata di Tetto Goderie Sottano. Oltrepassata un’ampia
curva verso sinistra, si passa a fianco delle rovine di un’altra borgata, giungendo
quindi al fondo del vallone, sotto i ripidi prati della Colla di Prarosso.
La strada risale il versante con due lunghi tornanti e, lasciato sulla sinistra il bivio
per la Colla Goderie, con un ultimo traverso raggiunge la larga insellatura
della Colla di Prarosso (1300 m). Spostandosi fuori dal bosco, sul crinale prativo,
per un centinaio di metri, è possibile godere di un ampio panorama: verso nord
appaiono il vallone di Roaschia, il Monviso e l’arco alpino occidentale, verso sud
ecco invece la Val Vermenagna, la Besimauda, il Bric Costa Rossa e l’arrotondata
cima del Marguareis. Il rientro a valle avviene seguendo il medesimo itinerario
di ascesa.
Val
1829
.
Mont
Testa
Rio la S
Mon
Serva

Malanus
ini
d
Tetto
Muni 951
Tetto
Peire
.
1204
.883
1041
Tetto
Beloimo
1152
.
Tetto
Gore
1028
Monte 1032
Maluna
Tetto
Limbo
.
Tetto
Goderie
Punta
Colla
Culet
Guderie
1271
.
. 1306
.
1417
Punta
del Brusà
1300
Colla di Prarosso
.
1114
e 1177 . Punta
Tetti Goderie
s
Prarosso
.
1399.
1719
→ LA SORGENTE DRAGONERA
ieia
te
tun
Colla .
. 1235
Giorgia
1288 Grande
1451
. 1366
Tetto Lombardo
Monte
Plunea
Situata a circa 200 metri dall’abitato
di Roaschia, all’inizio del Monte vallone
Sapè
di Fontana 1797
.
Fredda, è una delle sorgenti
1738
1868 .
1831
carsiche più importanti di quest’area,
nonché dell’intera provincia di Cuneo.
Attiva tutto . l’anno, ha una portata che varia
1969
tra i 100 e i 2000 litri di acqua al secondo.
Un tempo conosciuta dai locali soltanto
come “l’öy”, deve il suo nome a un’antica
leggenda, che narra che un drago femmina,
per sfuggire alla morte, si rifugiò
nella grotta presso questa sorgente.
Vallone Ciapusa
Vallone Biale
Costa del Liret
Vallone Bartiulet
1170
1395
Colla di
Monte Cala
Serra Saraiundo
1276
.
1390
Gianot
Tetto
Catinas
951
Tetto
Sordello
Tetto
Bonassera
Tetti
Sariund
.1164
Tetto
Carasun
Tetti
Cërsè
Ravalio
1184
.
1156
Marghee
.
1266
Vallone Bralongia
Tetto
Snive
.1351
Costa del Sapè
ioletta
Tetti
Bertaina
954
S.Giacomo
955
Tetto
Rola
1314
Tetti Bas
Tetti Culëtta
Tetto
Centin
Mundèt
. 991
813 .
915
.
1039
Tetto
Cuca
903
842
Vallone Bralongia
Tetti
Büseia
Sutan
Tetto
Fussa
//17
LA COLLA
GODERIE
E
2:00 h
+370 m
Costa Croce Coltura
Tetto
Carlet
1202.
Tetto
Neuf
989
Da Borgo Bric San Dalmazzo,
Martinet
si risale la Valle Gesso.
1235
1226
All’altezza . del centro abitato
di Andonno si svolta verso
sinistra, oltrepassando Tetti il
Buin
torrente e procedendo 1010 poi, 918
verso destra, in direzione
Roaschia. Rocca Qui giunti, si supera
l’abitato, 1223 Cornalè seguitando prima
lungo il fondovalle e poi
risalendo il versante sulla
destra orografica. Superata
la località di Tetto Lombardo,
si incontra un bivio: qui ci si
dirige verso destra, seguendo
le indicazioni per la “Strada
intervalliva delle Goderie”.
Raggiunta la località Tetto
Bambes, si posteggia
l’automobile sul fianco della
strada, facendo attenzione
a lasciare libera la rampa di
accesso alla piccola borgata.
Tetti
Pëdrin
Rocca
Molere
755
.
Tetti
Serre
1039
Tetti
Seculèe
1067
Tetto Bambes, Roaschia Tetti
(1028 m)
Sufranin
916.
Vallone Secco
Tetto
Giudice
910
.
Truc
Murgiun
Vallone
Tetto
Ruinas
Monte
. Bianco
1209
Tetti
Culunel
823
T
G
Vernan
Tett
Pertu
851
Tetto
Rumesin
851
812
SS 20
81
Tetti
Pursil
Tetto
Fustin
←← I boschi della parte centrale
dell'itinerario
← Panoramica sulla costiera che
chiude a occidente la Valle
di Roaschia

82
//18
L’ANELLO
DI SANTA LUCIA

A partire dal secondo dopoguerra, la bella
conca di Entracque è stata interessata
da numerosi interventi legati, da un lato,
alla costruzione degli impianti idroelettrici
dell’Enel e, dall’altro, alla realizzazione
di una piccola stazione di sci da discesa e
del centro di fondo Gelas, uno dei più estesi
e attrezzati del Piemonte. Al fianco di queste
opere, non sono poche le tracce più antiche,
e senza dubbio più discrete, della presenza
umana: lungo l’itinerario è infatti possibile
ammirare tratti di mulattiera con grandi muri
a secco, terrazzi e ricoveri.
← La barriera calcarea che
chiude la conca di Santa Lucia
↑ Sotto il Monte Viver, con
sullo sfondo Pianard e Rocca
dell'Abisso
↓ Palina a monte di Tetti Tancias
83
È sorprendente come sia possibile
percorrere un così bell’anello
nelle immediate vicinanze
di Entracque, in ambienti poco
compromessi da infrastrutture
di qualsivoglia genere, respirando
un’atmosfera d’altri tempi.
Per quanti desiderassero percorrere
un itinerario più lungo, da Tetti Violin è
possibile seguire una pista che sale in direzione
dei ruderi di Tetti Stramondin e, attraverso
il Colletto della Lausa, riporta a Entracque,
su un tracciato molto panoramico.

84
// ITINERARIO
Dalla chiesetta di Sant’Antonio ci si dirige verso il centro del paese, seguendo
le vie Sant’Antonio, Blua e Cucetta. Quest’ultima si inserisce in via Ponte
dei Gerbini, che si segue sulla sinistra. Oltrepassato il ponte si percorre, ancora
sulla sinistra, la strada vicinale della Croce, dove si calzano le racchette da neve.
In corrispondenza di una curva verso sinistra, si imbocca, proseguendo diritto, una
bella mulattiera, contornata da imponenti muri a secco. Si procede fino
a raggiungere un tratto in cui il sentiero taglia un costone, dal quale è possibile
ammirare, in lontananza, le caratteristiche sagome della Rocca dell’Abisso e
del Monte Frisson. Dopo un breve tratto in discesa, si giunge in vista di un pilone
dell’alta tensione: qui ci si dirige verso sinistra, transitando a lato del pilone, e,
con l’aiuto di una palina, si individua il punto in cui il tracciato cambia versante e
prosegue nel bosco. Si avanza in leggera salita, per poi ridiscendere fino a portarsi
nei pressi di una recinzione metallica, che si abbassa fino alla provinciale che
collega Entracque a Trinità. Tramite un brevissimo tratto su asfalto, verso monte,
si perviene a una seconda palina segnavia, che indica sulla sinistra una pista
che percorre in falsopiano il bosco che si estende ai piedi dell’Uia di Santa Lucia.
Si transita a monte di Tetto Colletta soprano, fino a raggiungere il fondo
del valloncello a monte di Tetto Tancias (1100 m circa). Qui si piega decisamente
verso sinistra, scendendo a Tetto Colletta soprano, accompagnati da un bel
panorama sull’Argentera. Si procede su una stradina che si tiene a destra delle
case, fino a individuare una placca della Gran Fondo Alpi Marittime, posta su
un albero, che invita a scendere lungo il breve pendio sulla destra, portandosi
a lato del rio, che si segue verso valle fino a incrociare la strada che, dalla cappella
di Santa Lucia, conduce a Tetti Violin. Qui giunti, due sono le opzioni: attraversare
la strada, proseguendo sulla destra lungo le terrazze a valle della carrabile, fino
a Tetti Violin, oppure togliersi le racchette e avanzare direttamente lungo
la strada, fino alla borgata. A Tetti Violin (1042 m), transitati in mezzo alle case,
si arriva in corrispondenza di una fontana, all’imbocco dell’itinerario per le Gorge
della Reina, dove un cartello indica le varie diramazioni: ignorando la stradina
a destra (direzione “Ferrata”), si scende a scavalcare il rio (direzione “Entracque”),
seguendo quindi l’ampia mulattiera che collega Tetti Violin a Entracque, fino a
sbucare in prossimità della chiesetta di Sant’Antonio.

.
Morta
17
.
876
1075
881
.
Sede
Parco
n e del Fus
1369
a y
970
.
1138
Bacino
rtificiale
lla Piastra
.
Caire
della Truccia
899
S.Giovanni 1669
890
Centrale
ENEL
890
.
1476
Vallon
LA PR A
Punta
Barbera
.
Caire
Cabanas
1515
.
.
.
Colle del
Vailetto
.
1667
Vallone Splaiera
958
900
882
1467
1551
900
S.Rocco
1354
Tetto Airetta
.
1525
1615
Splaiera
.
Passo
Passo Prato
1634
di Costabella . della Colla
. 1521
1816
. 1345
Punta
Passo
Balmarossa
1763
. 1377
Tetti
del Van
Stramondin
1307 .
.
Monte
1972
Lausa
Punta
Entracque
.
Stramondin
1138
.
1046
1300
Tetti .
. Violin
.
1033
948
.
961
Tetti
1125
Fumel
Tetti Salmet
Tetti 1176
Jose
Vallone del Laus
Costa Ganola
.
1441
→ L’UIA DI SANTA LUCIA
Tetti
d`Ambrin
1292
1046.
1110 .
Monte
Viver
963 .
.1144
PISTE
DI
FONDO
S.Lucia
Colletta
Sottana
Tetti
Dietro
Colletto
S e r r e r a d e i C a s t a g n i
L’Uia di Santa Lucia è un curioso monolite
di roccia calcarea che si stacca dal Caire
dell’Uia, a monte della borgata Colletta
Soprana. Alto una quarantina di metri, ha
forme molto slanciate che hanno attirato
negli anni l’attenzione degli arrampicatori.
La prima salita è del 1933, quando la
sommità del campanile venne raggiunta dai
forti alpinisti locali Ellena, Quaranta e Soria.
Purtroppo, anche a causa della cattiva
qualità della roccia, due delle non frequenti
salite effettuate negli anni successivi si
trasformarono in tragedia. Nel 1946 cadde
Silvio Varrone (al quale è dedicato il bivacco
alla base del Canalone di Lourousa), mentre
nel giugno del 1957 precipitò la cordata
formata dai fratelli Carlo e Renzo Berardo e
da Renato Alloa.
Tetti
Toni Lup
PIAN DI FUNS
Colletta
Soprana
.
Uia di
S.Lucia
1420 .
.
Caire
dell`Uglia
Tetti
Traversa
Gorgie
della Reina
1554
V a l l o n e i l R i o
Tetti
Tancias
.
1180
1458
NTILE
Passo della
Passera
Caire
del Lupo
. 1359
//18
1065
L’ANELLO
DI SANTA LUCIA
C o s t a B a l m e r a
Vallone del Cugnet
Tetti
Prer
Caire
Becas
.
Tetti
E
Notti
.
Trinita`
1295
3:00 h
1084 Bec
Cavallera
. 1068
+250 m .
.
1052
1232 .
1476
Entracque (894 m)
Caire .
di Porcera
Da Borgo San Dalmazzo
si imbocca la Strada
Provinciale della Valle Gesso.
Superato il centro di Valdieri
si giunge nei pressi di una
rotonda, dalla quale si esce
seguendo le indicazioni
per Entracque. All’inizio
del paese ci si tiene
sulla sinistra, sulla provinciale
per Trinità, raggiungendo
in breve la chiesetta
di Sant’Antonio, dove è
disponibile un piazzale
per il parcheggio.
.
Punta
del Van
1678
1561
1922
1952
ARD
Vallone della
M
. T
Monte
Guardio
19
V a l l o n e d e l l e B a l m
← Veduta di Entracque dall'alto
←→ L'Uia di Santa Lucia
↑ L'Argentera (sulla sinistra) vista
da Tetti Colletta
Vallone P
C o s t a d i R a
C
V

86
//19
LE TERME
DI VALDIERI

← Lungo la strada da tetti Gaina
alle Terme di Valdieri
↑ La ex casa di caccia
del Valasco, oggi rifugio
↓ La Rocca di San Giovanni
87
Il Rifugio Casa Savoia, inaugurato
nel dicembre 2017, si trova
all’interno del complesso termale
delle Terme di Valdieri, a pochi passi
dall’ottocentesco Hotel Royal, ed è
agevolmente raggiungibile tramite
un percorso di circa 5 chilometri,
normalmente battuto dal gestore.
Non bisogna sottovalutare, in caso di neve
abbondante o di improvviso rialzo
delle temperature, il pericolo delle valanghe
che possono originarsi dai ripidi pendii
del Monte Matto. Quando le condizioni
lo permettono, il rifugio resta aperto anche
durante i week-end invernali e le festività.
A monte delle Terme si trova la ex Casa Reale
di Caccia, anch’essa adibita a rifugio, collocata
nel mezzo del pianoro del Valasco, molto
frequentato nel periodo estivo e meno in
quello invernale, a causa della lunghezza del
percorso e dello snodarsi prevalentemente
all’ombra della strada che lo raggiunge.
→ PERICOLO
VALANGHE
Su questo itinerario non è
da sottovalutare il pericolo
causato dalle valanghe che,
in caso di neve abbondante
o rialzo delle temperature,
si staccano dai grandi
colatoi discendenti
dal Monte Matto,
precipitando fin
sulla strada. Entrambe
le mete vanno quindi
raggiunte solo con neve
perfettamente assestata:
è fondamentale leggere
il bollettino valanghe
e informarsi presso i gestori
dei rifugi, molto attivi
anche sui social network,
sulle aggiornate condizioni
di sicurezza.

.
2832
.
2533
.
2618
.
2817
.
2836
2613
s s a
l r o
V a
Miana
Costa
2669.
Rocca
di Valmiana
3008
2877
.
2563
2620
Passo di
Costa Miana
Colle di
Valmiana
2483
.
Passo
Cabrera
2922
.
.
2779
2674
2710
Vallone Cabrera
Punta
Graveiretta
.
2877
.
3064
.
2521
Vallone di Valmiana
88
. 2176
Rifugio
del Valasco
VALLE DI V
1662
.
// ITINERARIO
2626 .
Dai Tetti Gaina, si inizia ad avanzare lungo la carrareccia che sale . 2404
alle Terme Lago di
Valcuca
di Valdieri. Il percorso, normalmente battuto dai gestori dei rifugi, si sviluppa
2624
sulla sinistra orografica del vallone del Gesso della Valletta, ai piedi delle pendici
.
Cima
rocciose del Monte Matto. Percorsi circa 700 metri, si tralascia, sulla sinistra,
. Valcuca
il Ponte della Vagliotta, con il sentiero che, attraversato l’omonimo
.
2127 vallone,
2608
conduce alla Capanna Sociale Barbero (1669 m), alla Cima del Lausetto 2300
.
2535 .
(2686 m) e al Bivacco Costi Falchero (2278 m). Superati, sulla destra, alcuni
grandi caseggiati, si oltrepassano anche i Tetti Lup, posti leggermente più
Punta di
Colletto di
a monte. Seguendo fedelmente la strada e ignorando, Prefouns sulla sinistra, il bel Valasco
. 2694
2423
ponte tibetano che scavalca il torrente Gesso, si percorrono due brevi tornanti,
Testa di .2552
ritrovandosi sull’ultimo lungo traverso che conduce alle Tablasses Terme . di Valdieri. Testa di Bresses
Nord
Lungo questo tratto, se si aguzza la vista, è possibile scorgere in lontananza,
2853
.
a sinistra della Rocca di San Giovanni, il Bivacco Guiglia (2437 m). Per raggiungere
il Rifugio Casa Savoia (1368 m), è necessario entrare nel recinto termale e superare
l’Hotel Royal. Volendo proseguire verso l'ex Casa di Caccia, superato il ponte
sul Gesso, si procede lungo la carrareccia che si inoltra nel vallone del Valasco,
incuneandosi tra la Rocca Sottana di San Giovanni (2325 m), sulla sinistra, e
gli impervi valloni che scendono dalla cima centrale del Monte Matto (3097 m),
posti invece sulla destra. È sempre bene verificare le condizioni del percorso,
poiché alcuni punti sono soggetti a eventi valanghivi. Raggiunto infine il pianoro
del Valasco e la ex Reale Casa di Caccia (1763 m), oggi adibita a confortevole
rifugio, è possibile concedersi una meritata pausa, prima di intraprendere
il percorso del ritorno, che si snoda sul medesimo tragitto dell’andata.
1818
Vallone del Prefouns
Piano di Valasco
Val Morta
V a l l e V a l c u c a
Val Morta
.
2156
V a l C
Cresta S. G

iovanni
.
2474
3087
Monte
Matto
Cima
del Latous
Colletto .
del Matto
.
Vallone
.
.
.
2033
.
Gias .
1398
. Cima
2033
1962
.
.
Cougnè
Bivacco
2402
1313.
Gandolfo
1778
1723
.
1847
2422 .
Terme
1458
.
Asta
di Valdieri
Sottana
1368
1811
.
Cima
S. Giovanni
del Dragonet
2849
Asta
1385
. Soprana Nord
1484 .
2948 .
2781
.
Vallone
ALASCO
2758
Il Cougn
Cougne
2554
Giardino botanico
Valderia
2735
del
Matto
2338
1928
Vallone di Lourousa
2070
Vallone della
Tiera
.
2140
Vallone
.
1725
Gias
della Merà
Tetti Niot
1179
Gias
Lagarot
Mondono
Torrente Gesso della Valletta
Ubac di Rougerol
CATENA DELLE GUIDE
Vallone
Tetti 1054
Ghedda
Tetti Gaina
Vallone
Dragonet
1093
.
Fund
1254
.
Va
Bivacco
Barbero
1669
Asta
1489
Soprana Sud
.
.
2915
Rocca sott.
1986 .
1993
Lagarot
.
di S. Giovanni
di Lourousa
.
Cima
2325
Mondini
Punta //19
2249
Stella
.
.
2204
2567
LE TERME
.
2503 Bivacco 2512
DI VALDIERI
2399
Varrone
1649
Passo del
.
Souffi
Rifugio
E ▶ Rifugio Casa Savoia Morelli
Cima del EE ▶ Rifugio Valasco
Gias delle
Souffi
.
. 2408
Mosche
2616 Rifugio
del
Bozano 1:45 h ▶ Rifugio Casa
2685
2454
.
2033.
.
Savoia
1592
. Corno
.
3050 Stella
2292
3:00 h ▶ Rifugio Valasco 2538
Monte Stella 3282 Colle del
Gias della
Gias del Saut
. Chiapous
Roccia
Gias +320 m ▶ Rifugio 3261 Casa
1947
Soprano Savoia
2850
.
Cima Nord
2064
+700 m ▶ Rifugio
Argentera 3287 Valasco
2492
Cima Sud
3290
. Tetti Gaina (1054
2119
.
Argentera
m)
Gias
.
della Casa
2361
Cima 3191
Pas
Genova
P
u b e r t a
DELLA VALLETTA
VALLONE DEL GESSO
Vallone del Souffi
Vallone dell'Argentera
Da Borgo San Dalmazzo,
si risale la Valle Gesso.
Superato il comune Valdieri
si continua fino alla frazione
Sant’Anna, raggiungendo
infine località Tetti Gaina,
dove la strada in inverno è
solitamente interrotta a causa
della neve caduta.
←← La piana del Valasco,
con al fondo la Testa del Claus
← Le Terme di Valdieri
2950

90
//20
IL COLLE
DELL’ARPIONE

← Il Colle dell'Arpione,
sulla sinistra
↑ Il tratto finale della salita
↓ Scorcio della conca di
Entracque
91
Buona parte dell’alta Valle Gesso, durante
l’inverno, può essere definita come
un mondo quasi del tutto isolato. I suoi
valloni, lunghi e incassati, sono spesso sede
di valanghe, andando così a rappresentare
una barriera che in pochi si sentono
di affrontare.
Fa eccezione il vallone sospeso
di Desertetto, un solco laterale
a monte dell’abitato di Valdieri,
con buona esposizione a est, che
può essere percorso senza grande
sforzo fino al Colle dell’Arpione,
porta d’accesso alla confinante
Valle Stura.
Muovendosi ai confini del Parco Naturale
delle Alpi Marittime, sono buone
le possibilità di incrociare caprioli e camosci.
Per i più allenati, è consigliabile
la prosecuzione fino alla Cima
della Cialancia, dalla quale è possibile
godere di un panorama davvero suggestivo.

92
→ LE CAVE DI MARMO
La zona di Desertetto e il vallone dell’Arpione
sono famosi per le cave di marmo, utilizzate
da Casa Savoia fin dagli inizi del Settecento.
Il “Bardiglio di Valdieri”, un marmo
di color grigio facilmente levigabile, venne
utilizzato per lungo tempo in Piemonte
nella costruzione di chiese e monumenti.
Ancora più pregiato era il “Cipollino dorato”,
estratto a partire dai primi del Novecento e
usato soprattutto per decorazioni
e rivestimenti in edifici pubblici,
di rappresentanza e di culto in tutto
il mondo, tra i quali meritano una citazione
il palazzo reale di Bangkok, la moschea
di Tripoli, i palazzi della borsa di Londra e
quelli del governo a L’Avana, oltre agli edifici
dell’Accademia Militare di Sofia e a quelli
del Circolo Italiano di Buenos Aires.
//20
IL COLLE
DELL’ARPIONE
E
5:00 h
+640 m
Desertetto (1085 m)
Da Borgo San Dalmazzo,
si imbocca la Provinciale
della Valle Gesso. Superato
il centro di Valdieri, si giunge
a una rotatoria, che ci si lascia
alle spalle seguendo
le indicazioni per Terme
di Valdieri. In breve si perviene
a San Lorenzo: sulla destra
si dirama la strada
per Desertetto, che si percorre
fino allo spiazzo che precede
la chiesa di San Bernardo,
dove si lascia l’automobile.
←↑ I pendii a monte del colle
←↓ Demonte e la media Valle
Stura visti dal colle
↓ Il ripiano a valle del valico
→ Il tratto finale della salita

Bianca
.
1694
1669
.
1358 .
1532
. 1400
.
1884
.
1821 .
Cima
1629
.
1606 .
1758
Cialancia .
Colle dell'Arpione
1570
.
.
1559
1732
96 1721
1475 .
Località
1470 .
Borghignon .1365
1275
1765
1557
Tetti
.
dei Fre`
Gias del col
1924
. dell'Arpione
1. 769 .
.
. . San Bernardo
1976 .
1780
1308
1096
Rocca
Tetto
Roccaset
dei Blua Tetto Col
1205 .
Monte
Tetti
2098
1909
Merqua
Luiset
Tetti920
Gias
Culin
Merqua
.
Tetti
1795
1292
Melan
1756.
.
1157
1756
1348
Rocca
// ITINERARIO . 1650 882
Belvedere
30
Dalla piazzetta di Desertetto
1461
Tetti
. 1490 si segue, in direzione ovest, Bastianet la strada S.P.22 che transita 1111
Tetti
Paladin
.
1107
tra le case e prosegue, in leggera salita, tra fasce
Bartola Tetti 942
Tetti
Babau
prative delimitate da muretti a
Biaisa
Rocca
secco e macchie .
951
1228di alberi. Superati i Tetti dei Frè (1183 m), si avanza Mori
Tetti
.1211
. sul fondo del vallone, ignorando
Bariau
1122 . una deviazione sulla sinistra.
In corrispondenza dei ruderi di Borghignon si tralascia, sulla destra, la strada
1732
.
che sale a una ex cava S. di Anna marmo, 963 continuando a percorrere il fondo
1479
Punta
.
del vallone. Un tratto dimaggiormente Valdieri ripido, nel bosco, conduce a
981
una
2059
Palazzine Reali
radura: qui il tracciato si biforca. È possibile raggiungere il colle seguendo
due differenti itinerari, ma è preferibile percorrere il lungo traversone sulla
destra che, risalito il pendio sovrastante, sbuca nella conca terminale
del vallone, racchiusa tra il Monte Merqua, a sud, e la Cima Cialancia,
a nord. Si attraversa, nel centro, l’ampio avvallamento e, con un’ultima serie
di serpentine ai bordi di un bosco di conifere, si guadagna infine il Colle
dell’Arpione (1729 m). Notevole il panorama sulle Marittime, che diventa
ancora più spettacolare procedendo in cresta, in direzione nord est, fino
alla cima Cialancia (1884 m), dalla quale la vista è libera di spaziare
sulla Valle Stura e sulle cime delle Alpi Cozie meridionali.
La discesa si effettua per l'itinerario di salita.
1678
Morionera
Vallone della Sauma
Vallone dei
Gorgia del Sart
Vallone Bollina
Veschi
CIAPERASSE
Tetti
C O S T A D E L L ' A R P
Vallone di Mezzo
Vallone
V a l l o n e d i L u c c o
Babau
Gorgia Garan
1309
Vallone del
.
1548
Tetto
Tremai
93
.
1528
Lausetto
Cr
del
1566
T
Tu
8
T
Ar

To
p 20
TRA ALPI
MARITTIME
E LANGHE
CUNEO
BORGO SAN DALMAZZO
PEVERAGNO
20
VALDIERI
13
12
19
18
16
LIMONE PIEMONTE
15
14
Bern
Lyon
Genève
Torino
A32
Grenoble
A6
Cuneo A33
A5
A4
Milano
Genova
Marseille
Nice

MONDOVÌ
CEVA
09
10
08
07
06
05
11
04
GARESSIO
ORMEA
UPEGA
02
03
01

APPROFONDIMENTI
96
// LIBRI E GUIDE
AA.VV., Escursioni con le ciastre dal Monviso
all’Argentera, GEM Communications, 2008
AA.VV., Escursioni con le racchette da neve
nelle Valli Vermenagna, Colla, Pesio, Ellero
e Tanaro, GEM Communications, 2011
Caroni P., Andar per cime in inverno – Vol. 1,
Primalpe, 2004
Caroni P., Andar per cime in inverno – Vol. 2,
Primalpe, 2009
Per la parte introduttiva sono stati consultati:
AA.VV., La neve, A.I.N.E.VA, 2009
AA.VV., Le valanghe, A.I.N.E.VA, 2019
AA.VV., Sci Alpinismo, Collana “I Manuali del Club
Alpino Italiano” n. 13, 2004
// SITI
areeprotettealpimarittime.it
cuneotrekking.com
piemonteoutdoor.it
trek.marittimemercantour.eu
// CARTE
Fraternali Editore, 1:25.000
n. 15 Valle Gesso, Parco Naturale
delle Alpi Marittime
Fraternali Editore, 1:25.000
n. 16 Val Vermenagna, Valle Pesio,
Alta Valle Ellero, Parco Naturale
del Marguareis
Fraternali Editore, 1:25.000
n. 19 Alta Val Tanaro, Alta Valle
Arroscia, Alta Valle Argentina
Fraternali Editore, 1:25.000
n. 22 Mondovì, Val Ellero,
Val Maudagna, Val Corsaglia,
Val Casotto
Fraternali Editore, 1:50.000
n. 50-3 Val Maira, Val Grana,
Valle Stura, Valle Gesso
Fraternali Editore, 1:50.000
n. 50-4 Cuneo, Valli Monregalesi,
Val Vermenagna, Val Pesio,
Alta Val Tanaro
Istituto Geografico Centrale, 1:50.000
n. 8 Alpi Marittime e Liguri
Istituto Geografico Centrale, 1:50.000
n. 18 Le Langhe meridionali