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A // Traversate - Alpi Marittime e Liguri

TOUR TRA ALPI MARITTIME E LANGHE 8 guide con gli itinerari più belli per scoprire il territorio tra le Alpi Marittime e le Langhe. La collana "Top20 tra le Alpi Marittime e Langhe" è realizzata nell'ambito del "FEASR Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale - PSR 2014/2020" da Aree Protette Alpi Marittime in collaborazione con Unione Montana Valli Mongia Cevetta Langa Cebana Alta Valle Bormida, Unione Montana Valli Monregalesi, Unione Montana Alta Val Tanaro, Unione Montana Alpi Marittime e con il supporto di Piemonte Outdoor.

TOUR TRA ALPI MARITTIME E LANGHE
8 guide con gli itinerari più belli per scoprire il territorio tra le Alpi Marittime e le Langhe.

La collana "Top20 tra le Alpi Marittime e Langhe" è realizzata nell'ambito del "FEASR Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale - PSR 2014/2020" da Aree Protette Alpi Marittime in collaborazione con Unione Montana Valli Mongia Cevetta Langa Cebana Alta Valle Bormida, Unione Montana Valli Monregalesi, Unione Montana Alta Val Tanaro, Unione Montana Alpi Marittime e con il supporto di Piemonte Outdoor.

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TRAVERSATE<br />

<strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong> e <strong>Liguri</strong><br />

A<br />

To<br />

ur<br />

TRA ALPI<br />

MARITTIME<br />

E LANGHE


Coordinamento generale<br />

Aree Protette <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong><br />

www.areeprotettealpimarittime.it<br />

Partner<br />

Unione Montana Valli Mongia Cevetta Langa Cebana Alta Valle Bormida<br />

Unione Montana Valli Monregalesi<br />

Unione Montana Alta Val Tanaro<br />

Unione Montana <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong><br />

Coordinamento tecnico<br />

SEAcoop stp<br />

Testi<br />

Roberto Pockaj<br />

Fabrice Henon per la Grande Traversata delle <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong><br />

Referenze fotografiche<br />

Foto di Roberto Pockaj per Alta Via dei Re, Giro del Marguareis, Alto Tanaro Tour (pp. 6,7,<br />

10, 12).<br />

Foto di Nanni Villani per Grande Traversata delle <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong> (pp. 5, 8, 9, 88→, 92).<br />

Foto di Enzo Piacenza a (p. 35↓)<br />

In copertina: l'Argentera dal Bivacco Guiglia, © Roberto Pockaj<br />

Cartografia (scala 1:50.000)<br />

Fraternali Editore<br />

Direzione artistica e progetto grafico<br />

Bottini comunic@zioni visive + Volume1 visual design<br />

Stampa<br />

L'Artistica Savigliano (Cn), Edizione 2019


SOMMARIO<br />

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Le <strong>Alpi</strong> del Mediterraneo<br />

Note tecniche<br />

La Grande Traversata delle <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong><br />

01 // Dal Colle della Maddalena al Rifugio della Gardetta<br />

02 // Dal Rifugio della Gardetta a Sambuco<br />

03 // Da Sambuco a Bagni di Vinadio<br />

04 // Da Bagni di Vinadio a Sant'Anna di Vinadio<br />

05 // Da Sant'Anna di Vinadio al Rifugio Malinvern<br />

06 // Dal Rifugio Malinvern a Terme di Valdieri<br />

07 // Da Terme di Valdieri al Rifugio Genova<br />

08 // Dal Rifugio Genova a San Giacomo di Entracque<br />

09 // Da San Giacomo di Entracque a Trinità di Entracque<br />

10 // Da Trinità di Entracque a Palanfrè<br />

11a // Da Palanfrè all'agriturismo l'Agrifoglio<br />

12a // Dall'agriturismo l'Agrifoglio al<br />

Rifugio Pian delle Gorre<br />

13 // Dal Rifugio Pian delle Gorre al Rifugio Don Barbera<br />

11b // Da Palanfrè a Limonetto<br />

12b // Da Limonetto al Rifugio Garelli<br />

Le tappe in <strong>Liguri</strong>a della GTAM<br />

14 // Dal Rifugio Don Barbera a Realdo<br />

15 // Da Realdo al Rifugio Allavena<br />

16 // Dal Rifugio Allavena al Rifugio di Gouta<br />

17 // Dal Rifugio di Gouta a Rocchetta Nervina<br />

18 // Da Rocchetta Nervina a Torri<br />

19 // Da Torri ai Balzi Rossi<br />

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L'Alta Via dei Re<br />

01 // Da Sant'Anna di valdieri al Rifugio Livio Bianco<br />

02 // Dal Rifugio Livio Bianco al Rifugio Valasco<br />

03 // Dal Rifugio Valasco al Rifugio Remondino<br />

04 // Dal Rifugio Remondino al Rifugio Genova Figari<br />

05 // Dal Rifugio Genova Figari al Rifugio Soria Ellena<br />

06 // Dal Rifugio Soria Ellena al Rifugio Pagarì<br />

07 // Dal Rifugio Pagarì a San Giacomo di Entracque<br />

Il Giro del Marguareis<br />

01 // Dal Rifugio Pian delle Gorre al Rifugio Garelli<br />

02 // Dal Rifugio Garelli al Rifugio Mondovì<br />

03a // Dal Rifugio Mondovì al Rifugio Mongioie<br />

via passo delle Saline<br />

03b // Dal Rifugio Mondovì al Rifugio Mongioie<br />

via Bocchino dell'Aseo<br />

04 // Dal Rifugio Mongioie al Rifugio Don Barbera<br />

05 // Dal Rifugio Don Barbera al Rifugio Pian delle Gorre<br />

L'Alto Tanaro Tour<br />

01 // Da Barchi a Chionea<br />

02 // Da Chionea a Quarzina<br />

03 // Da Quarzina al Rifugio Mongioie<br />

04 // Dal Rifugio Mongioie al Rifugio Don Barbera<br />

05 // Dal Rifugio Don Barbera ad Upega<br />

06 // Da Upega al Colle di Nava<br />

07 // Dal Colle di Nava al Rifugio Pian dell'Arma<br />

08 // Dal Rifugio Pian dell'Arma a Garessio<br />

09 // Da Garessio a Barchi<br />

Mappa d'insieme<br />

Riferimenti bibliografici


LE ALPI DEL<br />

MEDITERRANEO<br />

5<br />

Nebbie del mattino<br />

in alta Valle Gesso


I colori dell'autunno dal sentiero tra<br />

Chioraira e La Colma (Valle Tanaro)<br />

IL TERRITORIO<br />

C’è un angolo di Piemonte in cui troviamo concentrati, nel raggio di pochi<br />

chilometri, ambienti alpini con panorami mozzafiato, fondovalle e colline<br />

punteggiati da paesi e borghi che racchiudono tradizioni, cultura e gastronomia,<br />

meraviglie naturalistiche custodite all’interno dei Parchi delle <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong> e<br />

del Marguareis e tanto altro.<br />

Questo territorio fa parte di uno spazio, le <strong>Alpi</strong> del Mediterraneo, che include<br />

le valli dei versanti ligure e francese e si estende fino al mare della Costa Azzurra<br />

e del Principato di Monaco, attualmente oggetto di candidatura al Patrimonio<br />

UNESCO per le sue caratteristiche geologiche uniche, che determinano una<br />

variabilità di ambienti incredibile. Insieme alla candidatura a Patrimonio<br />

dell’Umanità, si è sviluppata negli ultimi anni una spinta alla valorizzazione<br />

territoriale, per cercare di creare una destinazione turistica transfrontaliera in grado<br />

di unire mare e montagna. Una grande ricchezza e varietà che è proprio una delle<br />

peculiarità delle <strong>Marittime</strong> che, con le loro grandi montagne di granito, occupano<br />

l’estremità sud-occidentale delle <strong>Alpi</strong>. Questo mondo minerale, rifugio da millenni<br />

per uomini, piante e animali, si può considerare uno dei paradisi dell’arrampicata:<br />

cima emblematica è il Corno Stella, salito per la prima volta nel 1903 e oggi<br />

percorso da decine di vie di ogni difficoltà, tutte ottimamente attrezzate.<br />

Lungo i numerosi sentieri percorribili a piedi o in bicicletta si possono invece<br />

scoprire i segni, lasciati nei millenni dalla presenza umana: dalle incisioni<br />

rupestri nella Valle delle Meraviglie, alle strade utilizzate durante la pratica della<br />

transumanza dai pastori, passando per le vie di comunicazione risalenti all’epoca


7<br />

romana, agli insediamenti medioevali e le numerose infrastrutture militari situate<br />

in corrispondenza della linea di confine con la Francia.<br />

In queste montagne, vive e ricche d’acqua, punteggiate da decine di laghi<br />

di origine glaciale, è facile incontrare la tipica fauna alpina: camosci, stambecchi<br />

marmotte, lepri. Proprio sugli antichi territori di caccia di Casa Savoia, agli inizi<br />

degli anni Ottanta del secolo scorso, è nato il Parco naturale dell’Argentera,<br />

nel 1995 trasformato in Parco delle <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong>, al momento la più estesa area<br />

protetta del Piemonte, con oltre 28.000 ettari di territorio alpino sottoposto a<br />

tutela ambientale.<br />

Panorama sul Lago Biecai, in secca<br />

(Val Ellero)


8<br />

La ex strada militare del<br />

Valasco (Valle Gesso), nel<br />

tratto tra il Lago inferiore di<br />

Valscura e il Lago del Claus<br />

Le Valli delle <strong>Alpi</strong> <strong>Liguri</strong>, che si snodano nel tratto iniziale delle <strong>Alpi</strong> a cavallo<br />

fra Piemonte, <strong>Liguri</strong>a e Francia, racchiudono paesaggi di straordinaria varietà e<br />

bellezza. Nella Valle Pesio, caratterizzata da un ricco patrimonio forestale spicca<br />

la presenza dell’abete bianco, risultato di un’attenta gestione forestale iniziata con<br />

i frati certosini e portata avanti tutt’ora grazie alla presenza del Parco del Marguareis.<br />

L’area protetta, istituita nel 1978, tutela oggi circa 8.000 ettari di ambiente alpino<br />

ripartiti sulle due alte valli Pesio e Tanaro e sui comuni di Chiusa Pesio, Briga Alta<br />

e Ormea. In alta Valle Tanaro troviamo il bosco delle Larzelle costituito da pini<br />

uncinati e il maestoso bosco delle Navette in cui predomina il larice.<br />

In gran parte dell’area si riscontra il particolare fenomeno idrogeologico del<br />

carsismo, riconducibile alla particolare composizione geologica delle rocce<br />

(calcari e dolomie) che, essendo solubili in acqua, hanno consentito nel corso dei<br />

millenni, lo sviluppo di innumerevoli grotte e abissi. I segni del fenomeno sono<br />

visibili anche all’esterno, per esempio nella scenografica cascata del Pis del Pesio,<br />

che si attiva allo scioglimento delle nevi, o nelle grandi distese di campi solcati<br />

della Conca delle Carsene e del versante meridionale del Marguareis.<br />

I TREKKING<br />

La collana “Top20 tra <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong> e Langhe” nasce per selezionare le migliori<br />

proposte da offrire all’appassionato di outdoor che voglia vivere questo spazio<br />

così particolare, attraverso escursioni, passeggiate, percorsi in mountain bike<br />

o con le racchette da neve. In questo volume, il primo della collana, sono stati<br />

selezionati quattro grandi trekking, con caratteristiche variegate e adatte a livelli<br />

di preparazione diversi, che interessano tutta l’area delle <strong>Alpi</strong> del Mediterraneo.<br />

Fra i molti modi che si possono scegliere per visitare e scoprire le <strong>Alpi</strong><br />

del Mediterraneo infatti, il trekking è certamente uno dei più affascinanti.


Cosa c’è di meglio, per assaporare l’essenza di questo territorio, della percorrenza<br />

lenta di sentieri e itinerari d’alta quota, nel silenzio, lontano dalla frenesia delle<br />

mete turistiche più affollate, con la possibilità di godere di paesaggi superbi e<br />

natura incontaminata?<br />

La Grande Traversata delle <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong> è certamente la proposta più ambiziosa,<br />

il fil rouge che con le sue 19 tappe collega il Colle della Maddalena in Valle Stura ai<br />

Balzi Rossi nei pressi di Ventimiglia. Un percorso che per larga parte riprende<br />

il tracciato storico della GTA, concedendosi però varianti e divagazioni alla<br />

scoperta degli angoli più interessanti di questo angolo delle <strong>Alpi</strong>, che racchiude<br />

al suo interno caratteristiche uniche dal punto di vista della storia geologica<br />

ma anche della ricchezza floristica e faunistica, custodite da due Aree protette<br />

regionali e numerosi Siti di importanza comunitaria e Riserve naturali.<br />

9<br />

La Serra dell'Argentera dal<br />

Lago mediano di Fremamorta


L’Alta via dei Re, più breve ma molto tecnico e impegnativo, a tratti consigliato a<br />

escursionisti esperti, per andare alla scoperta degli ambienti più maestosi<br />

del Parco delle <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong> in Valle Gesso. I più avventurosi potranno inoltre<br />

inserire nel proprio programma l’ascesa alle principali cime della zona che<br />

superano i 3000 metri di quota come l’Argentera (3297) e il Monte Matto (3097).<br />

Nel cuore del Parco, non mancheranno gli avvistamenti di fauna selvatica né le<br />

testimonianze storiche di un luogo un tempo frequentato dai reali di casa Savoia.<br />

Il Giro del Marguareis, con le sue cinque tappe nelle alte valli Pesio, Tanaro ed Ellero<br />

con i loro tesori botanici e paesaggistici. Le stazioni botaniche C. Bicknell e Danilo<br />

Re, allestite a circa 2.000 metri di quota riproducono il più fedelmente possibile<br />

le condizioni naturali di oltre 500 entità vegetali spontanee, alcune rarissime.<br />

10<br />

Infine, l’Alto Tanaro Tour che permette di esplorare l’alta Val Tanaro, arrivando a<br />

sconfinare nella vicina <strong>Liguri</strong>a, con percorsi che spesso permettono di vedere<br />

il Mar ligure in lontananza da un lato e l’intero arco alpino dall’altro.<br />

Fra borghi e frazioni perfettamente conservate e piene di vita e altre abbandonate,<br />

testimonianza di un tempo che fu, in questa valle si torna a frequentare<br />

un ambiente in cui la presenza dell’uomo e delle sue attività è tangibile.<br />

Tutte e quattro le proposte si prestano, oltre a una percorrenza “tutta di un fiato”,<br />

a esser percorse in parte, grazie ai molti punti di accesso intermedi e alle infinite<br />

possibilità di varianti e modifiche all’itinerario, rese possibile da una rete di sentieri<br />

secondari ben battuti e segnalati. Così pure l’escursionista con un allenamento<br />

normale e disponibilità di tempo limitata potrà costruirsi il proprio tour su misura,<br />

selezionando magari poche tappe per poi ritornare in un secondo momento e<br />

riprendere il percorso da dove lo si era lasciato la volta precedente.<br />

L'ampia conca prativa<br />

di Plan Ambreuge


NOTE TECNICHE<br />

11<br />

// SCALA DELLE DIFFICOLTÀ DEL CAI<br />

Le difficoltà complessive di ciascun itinerario sono indicate dalle sigle<br />

convenzionali adottate dal Club <strong>Alpi</strong>no Italiano:<br />

T = per turisti: itinerari che si svolgono su stradine o su sentieri ben tracciati,<br />

agevoli e con dislivelli piuttosto contenuti.<br />

E = per escursionisti: itinerari su sentiero o comunque con percorso<br />

abbastanza evidente, che però richiedono una maggiore esperienza e<br />

allenamento alla fatica. A volte possono presentare brevi tratti esposti<br />

o elementari passaggi su roccia.<br />

EE = per escursionisti esperti: itinerari che presentano tratti esposti,<br />

passaggi su roccia o possibili segmenti in assenza di sentiero.<br />

// SEGNALETICA VERTICALE E ORIZZONTALE<br />

La segnaletica verticale, standardizzata con una legge regionale, è costituita<br />

da paline con frecce direzionali o placchette bianco-rosse. La segnaletica<br />

orizzontale è costituita da tacche segnavia bianche e rosse affiancate.<br />

Su terreni aperti, ovvero dove sia difficile realizzare la segnaletica orizzontale,<br />

si ricorre a paletti segnavia in legno, sui quali sono riportate le tacche bianche<br />

e rosse. Su quei terreni aperti che non consentono il posizionamento<br />

dei paletti, poiché caratterizzati dalla presenza di rocce o detriti, si ricorre<br />

ai cosiddetti “ometti”, piccoli cumuli di pietre accatastate che indicano<br />

il percorso da seguire. Nella pagina successiva è riportato il modello di una freccia<br />

di direzione con destinazioni, quote e tempi di percorrenza. All’estrema sinistra è<br />

presente il codice del sentiero (la lettera minuscola indica le eventuali varianti),<br />

i quadratini neri sono disponibili ad accogliere eventuali pittogrammi. In basso<br />

sono raffigurati un segnavia semplice, sulla sinistra, e un segnavia a bandierina,<br />

sulla destra: quest’ultimo, conosciuto anche come “segnaletica di continuità”,<br />

riporta il codice del sentiero. Entrambi, generalmente applicati a vernice, possono<br />

essere costituiti anche da una placchetta in laminato plastico.


000a<br />

Prima destinazione<br />

Altre informazioni turistiche<br />

Seconda destinazione<br />

Altre informazioni turistiche<br />

Terza destinazione<br />

Altre informazioni turistiche<br />

0000 m 0:00 h<br />

0000 m<br />

0:00 h<br />

0000 m 0:00 h<br />

12<br />

Nella nostra provincia, il codice che individua i sentieri è formato da una lettera<br />

e da un numero, composto da una o due cifre. La lettera individua una vallata<br />

della provincia o, al più, un versante di essa, mentre il numero caratterizza<br />

univocamente il sentiero nella valle in questione. Si parte dalla A per la Val Tanaro,<br />

e si finisce con la V per la Valle Po. Nella pratica, la segnaletica, sia orizzontale che<br />

verticale, sta convergendo verso quanto<br />

prescritto dalla legislazione vigente,<br />

Esistono tuttavia eccezioni e deroghe:<br />

alcune di esse sono legittime, come<br />

la segnaletica verticale nel Parco delle <strong>Alpi</strong><br />

<strong>Marittime</strong> – gialla e uniformata<br />

al confinante Parc du Mercantour –, altre<br />

sono frutto di una buona dose di fantasia<br />

da parte di chi è chiamato a realizzarle.<br />

Su alcuni sentieri meno frequentati,<br />

infine, resistono ancora le paline in legno<br />

pantografato e le vecchie tacche rosse, blu<br />

o gialle, utilizzate per la tracciatura alcuni<br />

decenni or sono.<br />

In territorio francese sono presenti paline in<br />

legno numerate che riportano l’indicazione<br />

delle destinazioni; per quanto riguarda la<br />

segnaletica orizzontale, gli itinerari di interesse locale sono evidenziati con tacche<br />

rettangolari gialle, mentre nel caso dei percorsi di Grande Randonnée le tacche<br />

sono bianco-rosse.<br />

In <strong>Liguri</strong>a, in attesa dell’uniformazione prevista dalla Rete Escursionistica<br />

Ligure (REL), oltre a indicazioni in bianco e rosso con sigla AV per l’Alta Via<br />

dei Monti <strong>Liguri</strong>, sono presenti pittogrammi di varia forma (rettangoli, cerchi,<br />

triangoli, ecc.) e colore.


SCORCIATOIE<br />

Le scorciatoie possono causare parecchi danni, sia all’ambiente che<br />

all’escursionista: velocizzano l’erosione del suolo da parte delle acque<br />

meteoriche, distruggono flora che potrebbe impiegare anni a ricrescere,<br />

complicano l’orientamento e l’individuazione del sentiero corretto, richiedono<br />

un dispendio maggiore di energie, sia in salita che in discesa. Tutto questo<br />

per guadagnare qualche minuto: non percorretele!<br />

// DESTRA E SINISTRA<br />

Quando non specificato diversamente, nelle descrizioni dei percorsi “destra” e<br />

“sinistra” sono riferite al senso di marcia. Dove indicato, è possibile ci si riferisca alla<br />

destra o sinistra idrografica di un vallone. In questo secondo caso, per esempio, la<br />

destra idrografica corrisponderà alla nostra destra una volta posti con la schiena rivolta<br />

alla sorgente del corso d'acqua, guardando nella direzione verso cui questo scorre.<br />

// TEMPI DI PERCORRENZA<br />

I tempi di percorrenza indicati si riferiscono a quelli per escursionisti medi,<br />

e non per assidui frequentatori dei sentieri di montagna. Sono calcolati<br />

con un apposito software a partire dalla traccia GPS, in modo da renderli<br />

il più possibili oggettivi e uniformi tra le varie escursioni. Si tratta sempre<br />

e comunque di tempi indicativi, che ciascuno potrà modificare in base al<br />

proprio allenamento e alle proprie capacità.<br />

// QUOTE<br />

Le quote sono prevalentemente tratte dalla cartografia di Fraternali Editore.<br />

Ove non presenti, nemmeno su altra cartografia disponibile, le quote sono<br />

ricavate con strumentazione satellitare (GPS), corretta con dati cartografici<br />

di elevazione. La misura delle quote è comunque soggetta a errore, e deve<br />

essere considerata indicativa.<br />

// SOCCORSO ALPINO<br />

Sui sentieri italiani, in caso di necessità, il numero telefonico da comporre è il 112,<br />

facente capo al centralino unico per le emergenze, al quale bisognerà specificare<br />

che stiamo richiedendo soccorso in montagna. A causa della possibile assenza<br />

di segnale in quota, c’è la possibilità che occorra spostarsi, anche di parecchio,<br />

per telefonare: se disponete di un ricevitore GPS, ricordatevi di segnare<br />

le coordinate del luogo in cui serve soccorso, e comunicatele alla centrale<br />

operativa. Nell’ipotesi che venga inviato l'elicottero per il soccorso, è<br />

fondamentale saper descrivere le condizioni meteo locali e individuare, se<br />

possibile, una zona per l'atterraggio lontana da cavi sospesi, ben visibile dall'alto<br />

e priva di ostacoli come alberi o pali in un raggio di 100 metri, preferibilmente<br />

sopraelevata e con fondo solido. Posizionatevi ai margini del luogo prescelto<br />

per l'atterraggio, con il vento alle spalle e le due braccia alzate verso il cielo,<br />

per indicare la necessità di soccorso.<br />

13


14<br />

// LA GRANDE<br />

TRAVERSATA<br />

DELLE ALPI<br />

MARITTIME


Il nome stesso di questo lungo itinerario<br />

suggerisce in parte il percorso che segue.<br />

La Grande Traversata delle <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong>,<br />

o GTAM, nasce nel 2017 per la promozione<br />

turistica di un vasto territorio che ha avanzato<br />

la propria candidatura a diventare Patrimonio<br />

dell’Umanità. Per la parte piemontese ricalca<br />

abbondantemente il tracciato della GTA.<br />

La partenza avviene al Colle della Maddalena,<br />

proprio al confine tra le <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong> e le <strong>Alpi</strong><br />

Cozie meridionali, e l’arrivo è sul Mar Ligure,<br />

nella zona dei Balzi Rossi presso Ventimiglia.<br />

In mezzo, 19 tappe (con qualche possibile<br />

variante nel percorso principale)<br />

che attraversano territori assai diversi<br />

dal punto di vista geologico e morfologico,<br />

ma che sono accomunati da una incredibile<br />

ricchezza faunistica e botanica.<br />

Si passa dai nevai perenni delle <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong><br />

alle piante di ulivo e di rosmarino delle coste<br />

liguri, dalle rocce cristalline del Massiccio<br />

dell’Argentera ai bianchissimi calcari<br />

del Massiccio del Marguareis, in un continuo<br />

mutare di paesaggi, colori e profumi.<br />

Il periodo ideale di percorrenza è l'estate,<br />

dalla metà di luglio alla metà di settembre.<br />

In annate di forti precipitazioni invernali la<br />

neve può permanere sui passi più in quota fino<br />

a stagione inoltrata. Per contro, normalmente<br />

le tappe in <strong>Liguri</strong>a e nelle <strong>Alpi</strong> <strong>Liguri</strong> piemontesi<br />

possono essere percorse già a inizio estate,<br />

godendo delle fioriture nel pieno del loro<br />

splendore.<br />

↑ Ai piedi di Rocca la Meja<br />

(Valle Maira)<br />

← La Valle dei Maestri (alta Val<br />

Tanaro); sullo sfondo il mare<br />

↓ La Testa del Malinvern, lato<br />

Valle Stura<br />

→ SEGNAVIA<br />

Il trekking si appoggia<br />

alla sentieristica già<br />

esistente. I sentieri sono<br />

quasi tutti in buone<br />

condizioni, e i segnavia<br />

sono in prevalenza quelli<br />

bianco-rossi. Più variabile<br />

la segnaletica verticale,<br />

a seconda delle aree<br />

attraversate. Alla data<br />

della pubblicazione,<br />

non era ancora presente<br />

sul terreno la segnaletica<br />

di continuità.<br />

15


Rocher<br />

Peyron<br />

.<br />

Monte<br />

Oronay<br />

1941 .<br />

Monte<br />

della Signora<br />

2774 .<br />

2469<br />

.<br />

C<br />

Ro<br />

16<br />

//TAPPA 01<br />

DAL COLLE DELLA<br />

MADDALENA<br />

AL RIFUGIO DELLA<br />

GARDETTA<br />

// ITINERARIO<br />

.<br />

1996<br />

Colle della<br />

Maddalena<br />

Punta Vallonetto<br />

2434 .<br />

Monte<br />

Ventasuso<br />

2712<br />

2675<br />

↑ Al . centro della foto, Il Colle .<br />

1918<br />

l'Enclausetta<br />

della Maddalena<br />

→ Il Lago dell'Oronaye<br />

. 2761<br />

Monte Pierass<br />

Dal parcheggio del Colle della Maddalena (1996 m), di fronte all’Albergo della<br />

Pace, si salgono le scale in legno da cui inizia un sentiero evidente, ma non<br />

segnalato che risale la riva sinistra idrografica del torrente Oronaye e traversa<br />

in quota per poi attraversare il rio a quota 2155 m (ometti in pietra) e collegarsi<br />

con il più marcato GR de Pays de la Frontière Fortifiée (tacche e gialle e rosse).<br />

A 2270 m di quota, su un piano, si continuare sempre dritto sul GR seguendo<br />

l’indicazione per il Lago dell’Oronaye. Si passa in prossimità di una sorgente<br />

al di sotto del sentiero, poi, nei pressi di una struttura d’alpeggio, si svolta<br />

a destra seguendo le indicazioni. Si procede sempre dritto ignorando i bivi<br />

per raggiungere con una salita graduale il lago (2411 m). Appena lo specchio<br />

d’acqua fa capolino, si imbocca il sentiero a sinistra e si costeggia in alto la<br />

sponda settentrionale del lago seguendo le indicazioni per Col de Roburent/<br />

Colle di Roburent, che si raggiunge rapidamente (2502 m), su un sentiero<br />

con pendenze moderate. Si continua sul GR de Pays du Tour du Chambeyron<br />

mantenendo la sinistra ed evitando i sentieri che scendono verso le rive<br />

del Lago Superiore di Roburent. Ci si tiene al di sopra del lago seguendo<br />

tacche di colore arancione meno evidenti, integrate da una segnalazione gialla<br />

più visibile. Si raggiunge così in breve un primo colle (filo spinato al suolo) e<br />

si prosegue in piano seguendo le indicazioni per il Colle Scaletta. Dal valico<br />

(2639 m) lasciato a destra il sentiero che sale al Monte Scaletta e al Bivacco<br />

Due Valli, si inizia a scendere seguendo le indicazioni per il Passo dell’Escalon.<br />

Si ignorano il bivio a sinistra in discesa (S26) e un secondo bivio per il Bivacco<br />

Due Valli sulla destra per raggiungere il passo (2450 m), bordato da due<br />

roccioni. Da lì si scende con curve più marcate, ignorando tutti i bivi in salita<br />

(S28, S27 per Colle Vittorio). A quota 2078 m, si lascia sulla destra il sentiero<br />

segnalato S27/S10 e si procede dritti verso il fondovalle dove si raggiunge<br />

1921<br />

della<br />

.<br />

1800 .<br />

A


e<br />

rgentera<br />

1757 .<br />

3099<br />

olle di<br />

burent<br />

2502<br />

in<br />

Bric<br />

Sabbiera<br />

2608<br />

1894<br />

.<br />

2840<br />

Passo<br />

Pra di Bals<br />

.<br />

Monte<br />

Vanclava<br />

2876<br />

1754 .<br />

2658<br />

.<br />

Monte<br />

Scaletta<br />

Il Bric<br />

.<br />

Ciarbonet<br />

2565<br />

.<br />

2557 .<br />

2603<br />

2667<br />

.<br />

Passo la<br />

Croce Orientale<br />

2249 .<br />

1624<br />

Viviere<br />

Bric Cassin<br />

.<br />

2623<br />

2439<br />

Passo della<br />

Gardetta<br />

2854<br />

Monte<br />

Oserot<br />

1867 2776<br />

Dal colle transfrontaliero della<br />

Maddalena, questa prima tappa<br />

propone un’incursione nella valle Maira<br />

fino al Rifugio della Gardetta, situato<br />

al centro di un grande altipiano<br />

in quota. Gli esperti considerano il sito<br />

della Gardetta come uno dei luoghi<br />

in Europa che meglio si prestano<br />

per l’osservazione delle stelle.<br />

Effettivamente, qui non c’è alcun<br />

inquinamento luminoso che possa<br />

alterare le condizioni del cielo notturno.<br />

2082 .<br />

Bric<br />

Boscasso<br />

2589<br />

Monte<br />

Cassorso<br />

2774<br />

2305<br />

2605<br />

Passo<br />

Rocca<br />

Brancia<br />

E<br />

6:00 h<br />

Colle<br />

delle Basse<br />

2369<br />

2338<br />

1894 .<br />

Rifugio<br />

della Gardetta<br />

2312<br />

Passo<br />

Bernoir<br />

+1040/-1230 m<br />

Colle<br />

Soleglio Bue<br />

Bric<br />

Balaco<br />

.<br />

2001 .<br />

1711 .<br />

2075<br />

B<br />

173 .<br />

Col del<br />

Preit<br />

una cappella in legno continuando a tenersi sulla sinistra. Dopo qualche<br />

curva in discesa, si perviene a una costruzione in rovina e a un alpeggio<br />

con rivendita di formaggio e burro. A quota 1955 m, si attraversa il torrente,<br />

e dopo due curve sulla pista sterrata ci si ricongiunge qui con la Grande<br />

Traversata delle <strong>Alpi</strong> (GTA): la si segue verso destra in direzione Passo della<br />

Gardetta (S8), che si raggiunge in breve (2440 m). Dal colle si prende a sinistra<br />

la strada carrozzabile per scendere lungo grandi tornanti (con scorciatoie<br />

comode) al Rifugio Gardetta (2335 m).


2<br />

Passo de<br />

Gardett<br />

2249 .<br />

18<br />

//TAPPA 02<br />

DAL RIFUGIO<br />

GARDETTA<br />

A SAMBUCO<br />

.<br />

1956<br />

1917 .<br />

2854<br />

Monte<br />

Oserot<br />

↑ Sambuco e il Monte Bersaio<br />

← L'altopiano della Meja, con<br />

l'imponente sagoma della Rocca<br />

sulla destra<br />

2776<br />

// ITINERARIO<br />

Dal rifugio Gardetta (2335 m), si scende la pista sterrata verso est. Al primo<br />

bivio, si imbocca il ramo di sinistra seguendo l’indicazione Agriturismo La Colletta Meja Becc<br />

Rosso<br />

(segnalazione in giallo) fino a raggiungere il Colle del Preit (2066 m). Qui si<br />

imbocca la pista di destra che passa davanti all’agriturismo e poi a una stalla<br />

2235<br />

a<br />

. 2404<br />

2084 m di quota. Si prosegue sulla pista, evitando a quota 2134 m un sentiero<br />

che si stacca in salita sulla destra. Si oltrepassa un torrente su un ponte,<br />

Auta<br />

di Barel<br />

quindi, prima dell’alpeggio di Gias della Margherina, si imbocca il sentiero<br />

sulla sinistra che sale fra i pascoli. All’indicazione “Tour della Rocca La Meja”<br />

si segue per il Colle d’Ancoccia e si raggiunge senza difficoltà il Colle della<br />

2125<br />

Margherina (2420 m), per poi prendere a sinistra la pista che sale verso il Colle .<br />

d’Ancoccia per il sentiero segnalato TRM bianco e rosso. Si passa accanto<br />

ad alcuni ruderi militari e quindi vicino a un lago: appena dopo lo specchio Rifugio<br />

Talarico Cim<br />

d’acqua, all’altezza dell’indicazione a sinistra per Colletto della Meja, ci si tiene del Ro<br />

a destra sulla pista e si raggiunge in breve il Colle d’Ancoccia (2532 m).<br />

Dal valico, superati due tornanti, si imbocca sulla sinistra un sentiero che<br />

passa in prossimità di una pozza d’acqua e raggiunge il Colle della Bandia.<br />

Si prosegue sulla sinistra lungo la strada e appena oltre i ruderi delle caserme<br />

si imbocca sulla destra una pista che scende lungo la Val Chiaffrea. Un tratto<br />

di sentiero, tra le quote 2271 e 2196, permette di tagliare un tratto della pista.<br />

In breve si raggiunge la Grangia Bastiera (2067 m), località che ospita un rifugio<br />

privato (chiavi a Sambuco) intitolato a don Franco Martini. Si procede dritti<br />

sull’itinerario principale (P34) verso Sambuco, evitando un sentiero a sinistra<br />

in salita verso il Colle Serour.<br />

Oltre Gias Murè si tralascia il sentiero che sale a destra verso il Monte Bersaio<br />

e si continua sul tracciato principale perdendo rapidamente quota. A quota<br />

1344 m si ignora il bivio sulla sinistra per Colle Ciardoletta e, poco oltre,<br />

si tralascia il sentiero segnalato (tacche gialle e rosse) per continuare sempre<br />

1644 .<br />

1638 .<br />

.<br />

L e


2623<br />

439<br />

lla<br />

a<br />

2203 .<br />

o<br />

1413 .<br />

1497.<br />

.<br />

.<br />

dell’altipiano .<br />

1342 della Gardetta<br />

2277<br />

.<br />

Punta<br />

di Balaur<br />

2420<br />

. Monte<br />

a Arpetto<br />

uss<br />

. 2603<br />

Monte<br />

Cassorso<br />

2774<br />

2305<br />

2605<br />

Passo<br />

Rocca<br />

Brancia<br />

Bassa di<br />

Terra Rossa<br />

2425<br />

Colle della<br />

Montagnetta<br />

B a r r i c a t e<br />

1894 .<br />

Rifugio<br />

della Gardetta<br />

Passo<br />

2619 Bernoir<br />

2178<br />

2586<br />

2312<br />

2766<br />

.<br />

.1530<br />

.<br />

2744<br />

1928 .<br />

1711 .<br />

2075<br />

2526<br />

Colle<br />

. Vallonetto<br />

Dopo la panoramica . traversata<br />

Pontebernardo 1397<br />

1553<br />

Colle<br />

Servagno<br />

Monte<br />

Giordano<br />

2317<br />

Cima della<br />

Montagnetta<br />

1739 .<br />

Col del<br />

Preit<br />

Monte<br />

Bodoira<br />

Monte<br />

Arpet<br />

2258<br />

.<br />

si inizia una lunga discesa Pietraporzio verso<br />

il borgo alpino di Sambuco, 1294 nel cuore<br />

. 1800<br />

della Valle Stura. Secondo alcune<br />

Monte<br />

Bert<br />

. 2394<br />

Rocca<br />

la Meja<br />

.<br />

. 1577<br />

2833<br />

2259<br />

1913<br />

Bec di<br />

Brancia Courba<br />

. 2312<br />

Sambuco<br />

. 2479<br />

Rocca<br />

dell'Aquila<br />

2153<br />

Colletto<br />

della Meja<br />

2375<br />

2407<br />

Colle Colle della<br />

Margherina Bandia<br />

2408<br />

2454<br />

Colle di<br />

Salsas Blancias<br />

Colle<br />

della Guia<br />

.1593<br />

interpretazioni il toponimo “sambuco”<br />

si riferirebbe alla grande diffusione<br />

di questa pianta sul territorio<br />

del comune. Il fiore di sambuco<br />

può essere consumato in frittelle o<br />

utilizzato per fare sciroppo o vino.<br />

.<br />

2458<br />

Testa<br />

di Bandia<br />

Colle<br />

Piconiera<br />

Il Pilone 2305<br />

1137<br />

1402<br />

2565 .<br />

Cima<br />

Piconiera<br />

2385<br />

Monte<br />

Bersaio<br />

E<br />

6:00 h<br />

.1092<br />

.<br />

.<br />

+570/-1720 m<br />

2529<br />

2184 .<br />

Monte<br />

la Bianca<br />

1802 .<br />

. 1434<br />

1809<br />

2744<br />

Passo<br />

della Valletta<br />

Sottano<br />

2516<br />

.<br />

Colle<br />

del Mulo<br />

2417<br />

Colle<br />

Valcavera<br />

. 2423<br />

Colle<br />

Chiardoletta<br />

1577 .<br />

.<br />

1975<br />

.<br />

.<br />

.<br />

2466 .<br />

22<br />

Colle<br />

Salè<br />

2399<br />

2018<br />

F<br />

24<br />

Colle Mour<br />

delle Vinch<br />

M<br />

Ne<br />

Co<br />

Nera<br />

dritto fino al ponte che permette di attraversare il torrente e raggiungere<br />

la pista carrozzabile. A quota 1191 m, non si imbocca il ponte a sinistra,<br />

ma si procede dritti per raggiungere in breve il paese e guadagnare la piazza<br />

centrale davanti al comune (1184 m).


2<br />

2404<br />

Auta<br />

di Barel<br />

1553<br />

1497<br />

20<br />

//TAPPA 03<br />

DA SAMBUCO<br />

A BAGNI<br />

DI VINADIO<br />

2420<br />

Monte<br />

Cima Arpett<br />

del Rouss<br />

↑ Il caratteristico campanile 2603<br />

di Sambuco con il Bersaio<br />

2599<br />

in secondo piano<br />

← La conca sotto il Monte Costabella Vaccia<br />

→ Alcune delle borgate che del Piz<br />

formano il Comune di 2223 Sambuco Passo Sottano<br />

delle Scolettas<br />

// ITINERARIO<br />

2144<br />

Rifugio<br />

Zanotti<br />

Becco Alto<br />

d'Ischiator<br />

2996<br />

Dalla piazza del municipio di Sambuco (1184 m), si procede verso ovest nella<br />

viuzza seguendo le indicazioni bianche e rosse della Grande Traversata delle <strong>Alpi</strong><br />

(GTA). Si segue la strada asfaltata per due tornanti raggiungendo il fondovalle,<br />

dove si passa davanti al cimitero e alla cappella di San Giuliano. A 1132 metri<br />

Buco della<br />

di quota, all’intersezione con la SS21 del Colle della Maddalena, si attraversa Marmotta<br />

la statale e il ponte per continuare sull’asfalto fino alla palina che indica la<br />

3010<br />

direzione per il Monte Vaccia (P56). Si Imbocca il sentiero che si stacca sulla<br />

sinistra quindi, a quota 1520, presso una presa d’acqua del Comune di Cima Sambuco, del<br />

si svolta a sinistra seguendo le indicazioni. Il sentiero prende quota rapidamente<br />

Corborant<br />

con stretti tornanti in un lariceto prima fitto poi sempre più rado fino a<br />

un breve tratto pianeggiante. Qui si procede in direzione est-sudest<br />

guadagnando progressivamente dislivello. Dopo uno sperone roccioso<br />

si raggiunge una conca erbosa a 2243 m di quota. Si procede dritti seguendo<br />

l’indicazione per Bagni di Vinadio (P25). Poco oltre, si tiene la sinistra e<br />

si trascura un sentiero che si stacca sulla destra. Si procede in discesa lungo<br />

numerosi tornanti che conducono a Borgata Luca (1542 m). Qui si prende<br />

la pista carrozzabile a sinistra seguendo le indicazioni per Strepeis, senza entrare<br />

nelle proprietà private. Si attraversa quindi la borgata in linea retta tra le case<br />

seguendo le tacche bianche e rosse. Si procede sulla sinistra fino a raggiungere<br />

più in basso il margine del bosco. Si gira ad angolo retto sulla sinistra e<br />

oltrepassati alcuni tornanti si si attraversa il torrente su un ponte (tacche bianche<br />

e rosse al suolo). Si continua su una pista carrozzabile e si raggiunge in breve<br />

il tornante di una strada asfaltata. Lì si scende a sinistra sulla strada fino alla<br />

frazione di Besmorello. A questo punto si procede verso sinistra imboccando un<br />

sentiero segnalato in direzione Strepeis. Si arriva in una viuzza della frazione di<br />

Bagni di Vinadio che conduce alla chiesa di San Giovanni Battista.<br />

P<br />

di Ro<br />

2548<br />

2<br />

M<br />

Lar


Pontebernardo 1397<br />

1342<br />

1800<br />

277<br />

Punta<br />

di Balaur<br />

o<br />

1530<br />

1294<br />

Pietraporzio<br />

Testa<br />

di Ciavias<br />

Monte<br />

Schiatau<br />

2594<br />

Monte<br />

Ciaval<br />

asso<br />

stagno<br />

2622<br />

2597<br />

2393<br />

1617<br />

1577<br />

1593<br />

Bec di<br />

Brancia Courba<br />

1925<br />

2312<br />

Colletta<br />

Bernarda<br />

1658<br />

Sambuco<br />

1137<br />

1402<br />

1776<br />

2385<br />

Monte<br />

Bersaio<br />

1092<br />

2107<br />

Punta<br />

Combalet<br />

1434<br />

Colle<br />

Chiardoletta<br />

1809<br />

1463<br />

Colle Moura<br />

delle Vinche<br />

1018<br />

2600<br />

Monte<br />

Nebius<br />

2018<br />

Colle<br />

Neraissa<br />

Pianche<br />

943<br />

Serour<br />

2435<br />

2274<br />

21<br />

192<br />

Mont<br />

Aute<br />

19<br />

Pu<br />

Vent<br />

Rifugio<br />

Migliorero<br />

2403<br />

Monte<br />

Selta<br />

1337<br />

Bagni di Vinadio<br />

Testa<br />

del Robinier<br />

2191<br />

Monte<br />

Ciastella<br />

2324<br />

2471 Passo<br />

di Laroussa<br />

1418<br />

905 Una tappa che si svolge essenzialmente E<br />

Chiot<br />

2610<br />

del Picial6:00 h<br />

onte tra i boschi, sul Rif. versante Dahu orografico<br />

2250<br />

1686<br />

oussa<br />

destro della Valle Stura, serpeggiando<br />

+1160/-1060 m<br />

sotto il versante nord del Monte Vaccia<br />

e raggiungendo il Vallone dell’Ischiator.<br />

Le fonti termali di Bagni di Vinadio sono<br />

conosciute sin dall’antichità. Si tratta<br />

principalmente di acque calde solforose<br />

che scorrono a 75 °C, utili per curare<br />

numerose malattie e disturbi.<br />

Monte<br />

le Steliere<br />

Passo<br />

di Lausa Bruna<br />

2610<br />

A 50 metri dalla chiesa, una palina indica Strepeis / Via <strong>Alpi</strong>na (P25). Scendendo a<br />

sinistra sotto il livello della strada, si raggiunge in breve la strada asfaltata, dove<br />

si svolta a destra per raggiungere il centro della frazione di Strepeis (1292 m).


22<br />

//TAPPA 04<br />

DA BAGNI<br />

DI VINADIO<br />

A SANT'ANNA<br />

DI VINADIO<br />

↑ Il versante che ospita<br />

il santuario, visibile sulla destra<br />

della foto<br />

← Il lariceto nella parte superiore<br />

del Vallone di Tesina<br />

→↑ Baita d'alpeggio nel vallone<br />

di Tesina<br />

→↓ Panoramica verso l'alta valle<br />

Stura dal Passo di Tesina<br />

→→↓ Il santuario di Sant'Anna<br />

// ITINERARIO<br />

Da Strepeis (1292 m) si risale in direzione sud ovest la strada asfaltata<br />

del Vallone dei Bagni in direzione della borgata Callieri (tacche bianche e<br />

rosse; possibilità di imboccare sulla destra una variante parallela alla strada<br />

asfaltata). Dopo 30 minuti di cammino, a 1414 m, all’altezza di una bacheca,<br />

si supera un ponte seguendo l’indicazione per Cascata Marina, quindi, oltre<br />

un successivo ponte, si svolta a sinistra per raggiungere in qualche minuto<br />

le Grange Marina. Si risale la riva sinistra del torrente per raggiungere<br />

la Cascata Marina.<br />

A monte del belvedere sulla cascata, si imbocca il sentiero a sinistra seguendo<br />

l’indicazione per Passo di Tesina / Sant’Anna di Vinadio. A quota 1521 m,<br />

si prende a sinistra un sentiero più largo e più marcato, a tratti inerbito<br />

(tacche bianche e rosse). Giunti sui 1900 m si percorre un tratto pianeggiante<br />

in prossimità del torrente, sotto a un lariceto rado.<br />

A 1990 m si svolta a sinistra su una passerella di legno, seguendo l’indicazione<br />

per Passo Tesina / Sant’Anna di Vinadio (P19) lungo il tracciato della Grande<br />

Traversata delle <strong>Alpi</strong> (GTA) per prendere quota rapidamente con vari tornanti.<br />

Il sentiero si sviluppa decisamente sul lato sinistro per passare a lato di<br />

un piccolo lago a quota 2131 m (palina). Si prende quota arrivando infine a<br />

percorrere alcune svolte panoramiche che raggiungono la palina n. 433 del Passo<br />

di Tesina (2393 m).<br />

Si procede dritti per scendere dolcemente con larghi tornanti su un tracciato<br />

d’origine militare. Si raggiunge il Lago di Sant'Anna (2166 m) e si prosegue<br />

in discesa fino a che, a quota 2109 m, si prende il largo sentiero a sinistra<br />

seguendo l’indicazione della palina n. 342. Al parcheggio nei pressi<br />

del "masso dell'Apparizione", si scende lungo la strada asfaltata<br />

per raggiungere il santuario di Sant’Anna di Vinadio (2010 m).


to<br />

r<br />

la<br />

a<br />

l<br />

t<br />

Passo<br />

di Rostagno<br />

2806<br />

2548<br />

2905<br />

Monte<br />

Laroussa<br />

Becas<br />

del Corborant<br />

Rifugio<br />

Migliorero<br />

1884<br />

2471 Passo<br />

di Laroussa<br />

Guglia di<br />

S.Bernolfo<br />

2403<br />

Rif. Dahu<br />

1686<br />

Rif. De Alexandris<br />

2570<br />

1930<br />

1418<br />

Passo di<br />

Barbacana<br />

Punte<br />

2610<br />

Dopo<br />

2584<br />

la risalita di Gavia<br />

2584<br />

2595<br />

del Vallone del<br />

2760<br />

Colle<br />

Passo<br />

Corborant, un sentiero facile permette<br />

di Seccia<br />

del Bue<br />

Cima<br />

2456<br />

2566<br />

Passo di<br />

Collalunga<br />

2533<br />

Monte<br />

Selta<br />

Testa del<br />

Vallonetto<br />

di Collalunga<br />

di raggiungere il Passo di Tesina, che 2610<br />

2763<br />

Colle<br />

si apre su alcuni bei laghi e della dà accesso Guercia<br />

1925<br />

1337<br />

Monte<br />

Rima<br />

al santuario di Sant’Anna di Vinadio.<br />

Questo santuario, situato a 2100 metri<br />

di altitudine, è il più alto d’Europa e<br />

si ritiene che sia sorto nell’XI secolo<br />

quale cappella-ospizio per viandanti.<br />

Qui, secondo una leggenda, Sant’Anna<br />

sarebbe apparsa a una pastorella.<br />

Centinaia di ex-voto decorano le pareti<br />

2197<br />

2069<br />

Testa<br />

Sommetta<br />

della chiesa attuale, costruita nel 1681.<br />

1776<br />

Bagni di Vinadio<br />

2229<br />

Passo della<br />

Sommetta<br />

2460<br />

Colle<br />

Saboulè<br />

E<br />

Chiot<br />

del Picial<br />

6:00 h<br />

2250<br />

Passo<br />

Tesina<br />

2393<br />

Selletta<br />

2325<br />

Testa<br />

Mouton<br />

2521<br />

+1150/-400 m<br />

Testa<br />

del Robinier<br />

2191<br />

Monte<br />

le Steliere<br />

2610<br />

P<br />

di Lau<br />

2319<br />

Passo<br />

Bravaria<br />

Sant'Anna<br />

di Vinadio<br />

2033<br />

1900<br />

26


Pas<br />

Tes<br />

Passo della<br />

Sommetta<br />

2197<br />

Colle<br />

Saboulè<br />

2460<br />

24<br />

//TAPPA 05<br />

DA SANT'ANNA<br />

DI VINADIO<br />

AL RIFUGIO<br />

MALINVERN<br />

↑ Uno dei laghi d'Orgials con<br />

il Malinvern in fondo a destra<br />

← Il sentiero per il Colle 1547<br />

d'Orgials, lato Lombarda Guercha<br />

Soubeirane<br />

→ L'alto Vallone di Riofreddo,<br />

con sullo sfondo le cime di 1296<br />

Valrossa<br />

1432<br />

Coll<br />

Lau<br />

1<br />

Tête Blarot<br />

C<br />

// ITINERARIO<br />

Dal santuario di Sant’Anna (2010 m) si sale a destra lungo la strada asfaltata,<br />

lasciandosi alle spalle il negozio di souvenir. Alla palina n. 341 si procede<br />

in direzione del Colle della Lombarda fino a raggiungere il parcheggio alla<br />

fine della strada. Si passa ai piedi del "masso dell'Apparizione", si guadagna<br />

il sentiero a monte della roccia e si gira a sinistra. Alla palina 342, si imbocca<br />

l’itinerario P18 che conduce al Lago del Colle di Sant’Anna. Alla palina<br />

in prossimità del lago (2156 m), si prende a sinistra in direzione<br />

del Colle della Lombarda, lungo l’itinerario della Grande Traversata delle <strong>Alpi</strong><br />

(GTA, P57, tacche bianche e rosse). Dopo qualche tornante più ripido<br />

si attraversa una pietraia per poi continuare a sinistra sul P57 e raggiungere<br />

il Passo di Sant’Anna (2374 m). Si traversa in cresta sul sentiero (tacche<br />

bianche e rosse) in saliscendi. A quota 2378 m a un trivio si mantiene la sinistra<br />

per dirigersi verso alcune casematte, quindi si imbocca la pista di sinistra<br />

in discesa segnata in rosso che passa sotto alle casematte sul versante nord<br />

della Tête de l'Adrech d'en Baris. Si raggiunge la palina n. 100 del Colle<br />

della Lombarda (2350 m).<br />

Dal colle, si scende la provinciale n. 255 sul versante italiano fino a quota 2280<br />

m, dove a un tornante della strada si prende a destra il sentiero che sale<br />

in direzione del Passo d’Orgials (palina) e poi a destra alla palina seguente<br />

(n. 342, tacche bianche e rosse). Si raggiunge il Colle d’Orgials a 2600 m<br />

di quota e si inizia la discesa seguendo le paline che indicano la direzione<br />

per il Rifugio Malinvern lungo la Grande Traversata delle <strong>Alpi</strong> (GTA, P14).<br />

Si taglia il versante di Testa Badan per raggiungere i Laghi di Orgials. A quota<br />

2322, si prosegue dritti seguendo la palina. Si perde quota serpeggiando nelle<br />

praterie in quota seguendo le tacche bianche e rosse, integrate da frecce rosse


Testa<br />

Mouton<br />

so<br />

ina<br />

2393<br />

e del<br />

sfer<br />

2378<br />

Sant'Anna<br />

di Vinadio<br />

2033<br />

2307<br />

Colle di<br />

Sant'Anna<br />

1513<br />

1900<br />

2331<br />

Tête Grosse<br />

du Cheval<br />

Maladecia<br />

2034<br />

2740<br />

Testa<br />

Gias dei Laghi<br />

2480<br />

2670<br />

Colletto Costa<br />

S.Giovanni<br />

Testa<br />

Cairiliera<br />

2585<br />

Colle<br />

Aiver<br />

2749<br />

2600<br />

2267<br />

Monte<br />

della Valletta<br />

Colle<br />

d'Orgials<br />

Punta<br />

Cairillotta<br />

Lago<br />

Nero<br />

2800<br />

Testa<br />

Badan<br />

2276<br />

Cima della<br />

Lombarda<br />

1839<br />

2602<br />

Testa<br />

delle Novelle<br />

Rifugio<br />

Malinvern<br />

Val<br />

2507<br />

Rocchetta<br />

della Paur<br />

963<br />

Cime<br />

hallanc<br />

2458<br />

Cime des<br />

Crosilles<br />

2058<br />

M é n e<br />

1780<br />

Colle<br />

della Lombarda<br />

1842<br />

2351<br />

2660<br />

Passo<br />

del Lupo<br />

2939<br />

2628<br />

2533<br />

Testa<br />

Màlinvern<br />

Bassa<br />

del Drou<br />

Un magnifico percorso in cresta<br />

che costeggia la frontiera prima<br />

di intraprendere una lunga discesa<br />

per raggiungere il Rifugio Malinvern,<br />

annidato nella parte alta del Vallone<br />

di Riofreddo.<br />

Croci e piloni testimoniano il fervore<br />

religioso che circonda il santuario.<br />

Da notare anche i cippi numerati<br />

della frontiera italo-francese posti<br />

lungo la cresta.<br />

E<br />

5:00 h<br />

+860/-1060 m<br />

più visibili e da indicazioni “Via <strong>Alpi</strong>na” fino a guadagnare le rive dei laghi della<br />

Valletta. Si scende per un comodo sentiero passando nei pressi di un belvedere<br />

sulla cascata del rio d’Orgials. A quota 1870 m, il sentiero borda un risalto<br />

di roccia prima di prendere a destra su un sentiero lastricato che sfocia su una<br />

pista più ampia. Si prende a sinistra e si raggiunge il Rifugio Malinvern (1839 m).


26<br />

//TAPPA 06<br />

DAL RIFUGIO<br />

MALINVERN<br />

A TERME<br />

DI VALDIERI<br />

↑ Lungo la carrareccia militare,<br />

tra i laghi di Valscura e del Claus<br />

← Il pianoro del Valasco<br />

→↑ L'ex casa di caccia del re,<br />

oggi Rifugio del Valasco<br />

→↓ L'Argentera dai pressi del<br />

Lago inferiore di Valscura<br />

// ITINERARIO<br />

Al tornante della strada sotto al Rifugio Malinvern (1839 m) si imbocca<br />

il sentiero a sinistra che scende a passare il Rio Freddo su un ponticello.<br />

Sul versante opposto il sentiero punta a nord e guadagna quota. Lasciata una<br />

diramazione a sinistra, la salita prosegue con qualche lungo traverso e svariati<br />

tornanti ai piedi di una parete di rocciosa.<br />

Giunto sulla soglia che adduce alla conca del lago, il sentiero volge a destra<br />

(sud-ovest) e scende al Lago Malinvern (2123 m).<br />

A sud del lago si riprende a salire con lunghi tornanti; si supera una conca<br />

detritica con ripidi traversi e con un'ultima serie di stretti tornanti si arriva<br />

al Colletto di Valscura (2533 m). Da qui si scende il ripido versante inerbito a<br />

tornanti, poi ci si sposta verso il centro del vallone dove, con più ampie svolte<br />

la mulattiera raggiunge il Lago inferiore di Valscura (2265 m).<br />

Attraversato l'emissario, si svolta a destra (sud-est) per risalire un costone,<br />

si attraversa in saliscendi un'ampia valletta detritica su un incredibile tratto<br />

lastricato, e si raggiunge il Lago del Claus (2339 m).<br />

Poco oltre (palina) si prende il sentierino a destra che e sale tra roccette e<br />

magra erba. Scavalcato un modesto costone ci si porta sul sentiero di accesso<br />

al rifugio; lo si segue verso destra e si giunge al Rifugio Questa (2388 m).<br />

Si percorre a ritroso il sentiero di accesso al rifugio, scendendo fino<br />

alla sottostante mulattiera.<br />

Dopo una trentina di metri verso destra si svolta a sinistra sul sentiero che,<br />

tra rocce montonate, scende ripido verso nord-est. Dopo numerosi tornanti,<br />

il sentiero arriva ad incontrare un'ampia carrareccia ex militare; la si segue<br />

verso destra, e con ampie svolte si giunge al Piano superiore del Valasco.<br />

Si superano tre torrenti su altrettante passerelle, poi la carrareccia riprende a<br />

scendere, lascia a destra il bivio per il Rifugio Valasco e attraversa tutto<br />

il Piano inferiore del Valasco. A quota 1705 circa si lascia la strada e si scende a


2276<br />

lla<br />

a<br />

so<br />

upo<br />

1839<br />

2972 di Valrossa<br />

Cima<br />

Rifugio.<br />

Valrossa Nord Rocca<br />

Malinvern<br />

2909 . di Valmiana<br />

2507<br />

3008<br />

.<br />

2893 .<br />

2922<br />

Colle di<br />

Rocchetta Cima Centrale Valmiana<br />

della Paur di Valrossa<br />

. 2674<br />

2300 .<br />

Testa<br />

Màlinvern<br />

Colletto<br />

di Valscura<br />

2533<br />

2620<br />

Punta<br />

Passo di<br />

Graveiretta<br />

Costa Miana<br />

1662.<br />

2735<br />

. Cima<br />

del Latous<br />

2402<br />

.<br />

Terme .<br />

di Valdieri<br />

Rifugio del Valasco<br />

1763<br />

Rocca sott. .<br />

2660 2939<br />

di S. Giovanni<br />

.<br />

Punta<br />

2325<br />

Stella<br />

Cima<br />

1833.<br />

2567 .<br />

della<br />

Lago di<br />

2795<br />

2823 Làusa<br />

Valcuca Cima<br />

Cima di . .<br />

Valcuca<br />

Rifugio<br />

.<br />

Gias delle<br />

2608<br />

Bozano<br />

Tavels<br />

Testa<br />

Mosche<br />

del Claus 2389<br />

2454<br />

.<br />

. 1592<br />

2710 . 2889<br />

Rifugio<br />

Colletto di<br />

Tête de la<br />

E. Questa<br />

Valasco<br />

Costasse<br />

Testa di 2423<br />

Passo delle<br />

Tablasses<br />

2593 2853 .<br />

.<br />

Cim<br />

Portette Sud<br />

2119<br />

Ar<br />

destra (gradini artificiali) sul sentiero che corre più vicino al torrente. Il sentiero<br />

incontra la strada tre volte, poi ci si riunisce definitivamente a quota 1484.<br />

Tenendosi ora sulla rotabile, si scende in breve a Terme di Valdieri (1385 m).<br />

3087<br />

Cima<br />

Cougnè<br />

Monte<br />

Matto<br />

1368<br />

1811 .<br />

Tett<br />

11<br />

Una bella tappa di collegamento tra<br />

la Valle Stura e la Valle Gesso, nel<br />

cuore del Parco delle <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong>,<br />

con la salita al colletto di Valscura,<br />

sotto il Monte Malinvern.<br />

Il Rifugio Valasco, che si erge ai bordi<br />

di una grande torbiera d’altitudine,<br />

era originariamente la casa di caccia<br />

del Re Vittorio Emanuele II.<br />

E<br />

5:00 h<br />

+860/-1300 m


28<br />

//TAPPA 07<br />

DA TERME<br />

DI VALDIERI<br />

AL RIFUGIO<br />

GENOVA<br />

↑ Il Canalone di Lourousa, con<br />

a destra la parete nord-est del<br />

Corno Stella<br />

← Il Monte Matto dal Lagarot di<br />

Lourousa<br />

→↑ Le nebbie del pomeriggio<br />

risalgono verso il Rifugio Morelli<br />

→↓ Il bacino del Chiotas<br />

// ITINERARIO<br />

Si parte dal parcheggio a valle dello stabilimento termale (1385 m), da dove<br />

si seguono le indicazioni per il Rifugio Morelli-Buzzi e il Colle del Chiapous<br />

lungo la Grande Traversata delle <strong>Alpi</strong> (GTA, N8, tacche bianche e rosse,<br />

indicazioni “Via <strong>Alpi</strong>na”).<br />

Oltrepassata una passerella si risale a zig zag su fondo sempre molto bello<br />

il versante orografico destro del Vallone di Lourousa all’ombra di faggi e<br />

maggiociondoli in basso e di larici radi in alto. Dopo 4 chilometri di sviluppo e<br />

600 metri di dislivello si raggiunge il suggestivo specchio d’acqua del Lagarot<br />

di Lourousa, in cui si riflette la parete nord del Corno Stella.<br />

Si procede in salita (ignorare la deviazione a destra per il Bivacco Varrone,<br />

che si distingue chiaramente – arancione sullo sfondo della pietraia<br />

grigia – sotto alla parete del Corno Stella) in direzione del Rifugio Morelli-Buzzi<br />

(GTA, N8), che si raggiunge risalendo due dossi e affrontando un ultimo tratto<br />

di sentiero più scomodo attraverso la pietraia che permette in breve<br />

di raggiungere il Rifugio Morelli-Buzzi (2351 m).<br />

Si procede quindi lasciandosi il rifugio sulla sinistra in direzione del Colle<br />

Chiapous (2536 m), che si raggiunge in meno di mezz’ora. Da lì, seguendo<br />

le indicazioni, si imbocca in discesa il sentiero M9.<br />

Lasciando sulla destra la deviazione per Passo del Porco, si prosegue sulla<br />

sinistra perdendo quota su un bel sentiero a zig zag con begli scorci<br />

sul grande bacino artificiale del Chiotas. Raggiunta la diga, si scende lungo<br />

la strada asfaltata attraversando un tunnel, per poi salire a destra seguendo<br />

le indicazioni per il Rifugio Genova (palina).<br />

Ignorando il bivio sulla sinistra per il Colle di Fenestrelle, si costeggia la riva<br />

del lago sull’ampia sterrata fino al Rifugio Genova (2009 m), posto fra il grande<br />

bacino artificiale e l’incantevole laghetto naturale del Brocan.


Graveiretta<br />

a<br />

08<br />

2423<br />

1662<br />

2823<br />

2731<br />

a di<br />

morta<br />

e<br />

uè<br />

Lago di<br />

Valcuca<br />

Rocca sott.<br />

di S. Giovanni<br />

2325<br />

Cima<br />

Valcuca<br />

Colletto di<br />

Valasco<br />

Bivacco<br />

J. Guiglia<br />

1385<br />

1592<br />

1735<br />

Gias<br />

Colle di<br />

Fremamorta<br />

Terme<br />

di Valdieri<br />

Gias delle<br />

Mosche<br />

2479<br />

2616 1795<br />

Cima Est<br />

di Pagarì<br />

2448<br />

2686<br />

2582<br />

2613<br />

Baisse de Colle di<br />

Roguè Naucetas<br />

Punta<br />

Stella<br />

2616<br />

Rifugio<br />

Elena<br />

2567<br />

Cima del<br />

Souffi<br />

Cima del<br />

Piano della Casa<br />

Bassa della<br />

Madre di Dio<br />

Rifugio<br />

Bozano<br />

2865<br />

Rifugio<br />

Remondino<br />

2727<br />

2464<br />

Asta<br />

1847 Sottana<br />

2849<br />

Asta<br />

Soprana Nord<br />

2948<br />

Gias<br />

Lagarot<br />

Cima<br />

Maubert<br />

Tappa che si svolge in un severo<br />

1986<br />

Cima<br />

di Ciriegia<br />

Bivacco<br />

Varrone<br />

3050<br />

3290<br />

3108<br />

ambiente di alta montagna attorno<br />

al punto culminante del massiccio,<br />

2915<br />

Cima<br />

Mondini<br />

2998<br />

l’Argentera, con un passaggio ai piedi<br />

di un canalone celebre fra gli alpinisti:<br />

il Lourousa. Il Rifugio Genova è situato<br />

al centro di un antico circo glaciale,<br />

circondato dalle cime più imponenti<br />

del massiccio dell’Argentera-<br />

Mercantour, tra la Francia e l’Italia.<br />

2408<br />

Corno<br />

Stella<br />

Cima Sud<br />

Argentera<br />

2668<br />

Rifugio<br />

Morelli<br />

Bivacco<br />

Baus<br />

Cima<br />

di Nasta<br />

3067<br />

Cima<br />

3038<br />

Il del Baus<br />

Bastione<br />

Cima Ghilie'<br />

E<br />

2278<br />

Bivacco<br />

Costi-Falchero<br />

Passaggio<br />

Punto Nodale<br />

2805<br />

Cima<br />

del Chiapous<br />

2717<br />

2538<br />

Colle del<br />

Chiapous<br />

Passo<br />

della<br />

Rovina<br />

Rifugio<br />

Genova<br />

2981<br />

6:00 h 2724<br />

+1360/-750 m<br />

2009<br />

2485<br />

Punta<br />

Chistafort<br />

1532<br />

Punta<br />

del Limbo<br />

Gias del<br />

Pian del Torno<br />

1392<br />

2462<br />

Lago<br />

della<br />

Rovina<br />

Colle di<br />

Fenestrelle<br />

Cima di<br />

Malariva<br />

2860<br />

2118<br />

273<br />

Ca<br />

Ciam


30<br />

//TAPPA 08<br />

DAL RIFUGIO<br />

GENOVA A<br />

SAN GIACOMO<br />

DI ENTRACQUE<br />

↑ In discesa dal Colle<br />

di Fenestrelle; sullo sfondo<br />

il Gelas<br />

← Il Vallone di Fenestrelle,<br />

lato Praiet<br />

↓ Panoramica su Gelas e<br />

Saint Robert<br />

→↑ Il rifugio di San Giacomo<br />

→↓ Resti di ricovero militare al<br />

Colle di Fenestrelle<br />

// ITINERARIO<br />

Dal rifugio Genova (2009 m), si ripercorre il tratto finale della tappa precedente<br />

fino a imboccare sulla destra il sentiero in salita per il Colle di Fenestrelle<br />

(palina, GTA, tacche bianche e rosse). Si sale a zig zag su piacevole sentiero<br />

fino a una barra rocciosa dove il sentiero perde qualche metro di quota per<br />

poi risalire fino al valico (2462 m).<br />

Dal Colle di Fenestrelle si intraprende la lunga discesa lungo il sentiero M11<br />

(tacche bianche e rosse) per raggiungere dopo molti tornanti la piana<br />

del Praiet (1792 m) sovrastata dal Rifugio Ellena-Soria. Si prosegue la discesa<br />

imboccando la sterrata sulla sinistra (GTA, M11) in direzione San Giacomo<br />

di Entracque. Si passa ai piedi di una cascata a 1409 m di quota (sulla sinistra) e<br />

ci si lascia il Giàs (alpeggio) Isterpìs sulla destra per poi immergersi nel bosco<br />

di faggio e raggiungere la frazione di San Giacomo (1226 m).


8<br />

Corno<br />

Stella<br />

ima Sud<br />

rgentera<br />

Bivacco<br />

Baus<br />

3067<br />

Cima<br />

8<br />

l<br />

del Baus<br />

ione<br />

998<br />

2745<br />

2668<br />

Cima<br />

di Nasta<br />

ma Ghilie'<br />

e de<br />

sette<br />

2538<br />

Colle del<br />

Chiapous<br />

2981<br />

Testa<br />

della<br />

Rovina<br />

Rifugio<br />

Genova<br />

Passo<br />

della<br />

Rovina<br />

2724<br />

2687<br />

2009<br />

1532<br />

Lago<br />

della<br />

Rovina<br />

2462<br />

Colle di<br />

Fenestrelle<br />

Cima di<br />

Malariva<br />

2860<br />

2921<br />

2736<br />

Cima di<br />

Tête des Cougourda<br />

Lacs Bessons<br />

Dopo una breve salita, la discesa<br />

del versante sud-est del Colle<br />

di Fenestrelle porta al Rifugio<br />

Soria-Ellena. Qui inizia l’ultima<br />

discesa verso San Giacomo<br />

d’Entracque, su una carrozzabile.<br />

Caire<br />

Ciamberline<br />

La località San Giacomo, situata alla<br />

confluenza dei valloni di Moncolomb<br />

e della Barra, fu scelta dal Re Vittorio<br />

Emanuele II per la costruzione<br />

di una residenza di caccia.<br />

1624<br />

2259<br />

Monte<br />

Barra<br />

S.Giacomo<br />

di Entracque<br />

Gias<br />

Isterpis<br />

1906<br />

1226<br />

Bec<br />

dell`Aignè<br />

1930<br />

Barra<br />

della Siula<br />

2289<br />

1939<br />

Colletto<br />

Cruset<br />

Gias<br />

della Pera<br />

Cima di<br />

Pantacrèus<br />

Rifugio<br />

2393<br />

Soria-Ellena 2673<br />

1792<br />

Punta<br />

2050<br />

della Siula<br />

E<br />

5:00 h<br />

+540/-1320 m<br />

2713<br />

Gias del Vei<br />

del Bouc Sottano<br />

1430<br />

Aie<br />

Pu<br />

dell<br />

Pass<br />

Frass<br />

Mo<br />

Car<br />

La<br />

Vei d<br />

Passo Sottano<br />

del Muraion<br />

C<br />

de


32<br />

//TAPPA 09<br />

DA SAN GIACOMO<br />

DI ENTRACQUE<br />

A TRINITÀ<br />

DI ENTRACQUE<br />

↑ Il Gesso della Barra<br />

← ll bacino artificiale della<br />

Piastra<br />

→↑ Il gruppo Clapier-Maledia-<br />

Gelas; la prima parte della tappa<br />

9 contorna alla base il Monte<br />

Aiera, visibile sulla sinistra<br />

→↓ Il Gelas dai pressi del ponte<br />

della Rovina<br />

→→↓ Rocce lavorate dal Gesso<br />

della Barra<br />

// ITINERARIO<br />

Dal posto tappa GTA si percorrono in discesa pochi metri di strada asfaltata<br />

per poi prendere il ponte a destra e raggiungere l’entrata del campeggio<br />

“Sotto il Faggio”.<br />

Si entra nel parcheggio del camping (palina in direzione Trinità, GTA, M22,<br />

tacche bianche e rosse) e dopo qualche metro si prende a destra lungo<br />

il sentiero che oltrepassa il ruscello tramite un ponticello.<br />

Si costeggia la riva destra del torrente Gesso della Barra fino a 1000 m di<br />

quota. Si gira a sinistra lungo l’itinerario GTA/M22 in direzione di Trinità.<br />

Si sale su un ripido sentiero fino a quota 1223 m dove un corrimano aiuta a<br />

procedere su lastre rocciose.<br />

Si raggiunge il Caire della Truccia (1542 m) e si prosegue in piano lungo<br />

un tratto roccioso e panoramico, dove il sentiero, sempre ben segnalato, volge<br />

a destra per raggiungere in breve il Colle del Vailetto (1515 m).<br />

Da lì, si prosegue in discesa in direzione Trinità (GTA/M22). Raggiunta<br />

una strada, si tiene la sinistra e si prosegue sempre in discesa lasciando<br />

sulla sinistra la frazione di Tetti Jose (1241 m) e sulla destra le due frazioni<br />

di Tetti Salmet Soprano (1176 m) e Sottano (1125 m) per raggiungere quindi<br />

Tetto Airetta (1089 m), dove si svolta a destra in salita lungo la strada.<br />

Dove termina l’asfalto, nei pressi di un edificio abbandonato, si procede dritti<br />

sulla pista in salita per poi girare a sinistra (palina GTA/M22) e scendere lungo<br />

un ripido versante ricoperto da una faggeta.<br />

Al termine della discesa, si imbocca a destra la pista carrozzabile detta<br />

“della Sartarìa” seguendo la segnalazione GTA/M22, quindi si svolta a sinistra<br />

poco dopo (palina) per raggiungere il torrente che si sorpassa su un ponte<br />

di legno da cui si risale in breve a Trinità d’Entracque (1084 m).


ima<br />

ausetto<br />

a<br />

fort<br />

2118<br />

Gias del<br />

ian del Torno<br />

1392<br />

2456<br />

2318<br />

Punta<br />

el Limbo<br />

Lago<br />

della<br />

Rovina<br />

Monte<br />

Ray<br />

Passo Barra<br />

della Vagliotta<br />

1424<br />

Rocca Garb<br />

Rocca<br />

Garner<br />

1998<br />

2259<br />

Monte<br />

Barra<br />

S.Giacomo<br />

di Entracque<br />

Centrale<br />

ENEL<br />

Bacino<br />

970<br />

artificiale<br />

della Piastra<br />

Caire<br />

della Truccia<br />

1542<br />

Punta Balur<br />

1906<br />

1226<br />

Viver<br />

Punta<br />

Casasco<br />

1941<br />

Monte<br />

Steirà<br />

2469<br />

1939<br />

Colletto<br />

Cruset<br />

Nuovamente in ambiente boschivo,<br />

Tetto<br />

Airetta<br />

Gias<br />

della Pera<br />

questa tappa collega San Giacomo e<br />

Trinità, due località del comune<br />

di Entracque. Il lago della Piastra è<br />

un bacino artificiale che alimenta<br />

la centrale idroelettrica Luigi Einaudi.<br />

Si tratta della più grande centrale<br />

italiana ad accumulo, e di una<br />

delle più grandi d’Europa.<br />

Tetti<br />

d`Ambrin<br />

1144<br />

2713<br />

1110<br />

1084<br />

2224<br />

Monte<br />

Costassa<br />

Monte<br />

Aiera<br />

2779<br />

Punta<br />

della Rua<br />

Passo di<br />

Frassinetto<br />

E/EE<br />

4:30 h<br />

Uia di<br />

S.Lucia<br />

2612<br />

1420<br />

1458<br />

Caire<br />

dell`Uglia<br />

Trinità<br />

di Entracque<br />

Ponte 1078<br />

Porcera<br />

2142<br />

+950/-1100 m<br />

1579<br />

1561<br />

Caire<br />

Becas<br />

Punta<br />

Barasiagna<br />

1752<br />

Punta<br />

Ambutur<br />

Punta<br />

dell`Aiera<br />

2302<br />

Il Cairas<br />

2313<br />

1566<br />

Punta<br />

di Costagrande<br />

Monte<br />

Lavasse'<br />

Monte<br />

Servatun<br />

2278<br />

2306<br />

d<br />

1<br />

Gias<br />

So


34<br />

//TAPPA 10<br />

DA TRINITÀ<br />

DI ENTRACQUE<br />

A PALANFRÈ<br />

↑ La Locanda del Sorriso a<br />

Trinità<br />

← La conca di Palanfrè<br />

↓ La costa di Pianard (a destra),<br />

lungo la quale si sviluppa<br />

la parte centrale dell'itinerario<br />

→↑ Vecchia baita nella borgata<br />

di Palanfrè<br />

→↓ Costa di Pianard e<br />

Rocca d'Orel<br />

// ITINERARIO<br />

Ci si lascia alle spalle la Locanda del Sorriso a Trinità d’Entracque (1084 m) e<br />

alla palina si imbocca a destra la strada asfaltata in salita in direzione Colle<br />

della Garbella – Palanfrè (GTA, L6, tacche bianche e rosse). Alla fine dell’asfalto<br />

si prende il sentiero sulla destra (indicazione GTA/L6). Si sale lungo la sponda<br />

sinistra orografica del torrente (tratto roccioso con corrimano). Si sale prima<br />

nel bosco di faggi e poi lungo aperte praterie fino al colletto del Caïre<br />

di Porcera (1802 m). Da qui il panorama su Entracque e sul Vallone<br />

del Sabbione è spettacolare. Si piega a sinistra e si traversa con un lungo<br />

mezzacosta per poi raggiungere il Colle della Garbella (2170 m).<br />

Si prosegue verso destra lungo la cresta a saliscendi seguendo le indicazioni per<br />

Palanfrè (GTA/L6, tacche bianche e rosse). Il sentiero scende quindi a sinistra in<br />

direzione della piccola frazione. A quota 1975 m, vicino a un blocco di roccia,<br />

una palina conferma la buona direzione lungo la GTA/L6. Si continua a scendere<br />

finché a quota 1600 m il sentiero si immette su una pista, da dove si svolta a<br />

destra seguendo le indicazioni fino al piccolo borgo di Palanfrè (1372 m).


o<br />

1<br />

Tetto<br />

Airetta<br />

Tetti<br />

d`Ambrin<br />

1144<br />

te<br />

irà<br />

9<br />

9<br />

tto<br />

set<br />

ias<br />

Pera<br />

2713<br />

1084<br />

2224<br />

Monte<br />

Costassa<br />

Monte<br />

Aiera<br />

2779<br />

Punta<br />

della Rua<br />

Passo di<br />

Frassinetto<br />

1458<br />

Caire<br />

dell`Uglia<br />

2612<br />

Trinità<br />

di Entracque<br />

Ponte 1078<br />

Porcera<br />

Punta<br />

Barasiagna<br />

1579<br />

2142<br />

1752<br />

Punta<br />

Ambutur<br />

Punta<br />

dell`Aiera<br />

2302<br />

Il Cairas<br />

2313<br />

1566<br />

Punta<br />

di Costagrande<br />

Monte<br />

Lavasse'<br />

Una magnifica tappa in quota<br />

2278<br />

su costoni e creste che mettono<br />

in collegamento le valli Gesso e<br />

Servatun<br />

Vermenagna offrendo spettacolari<br />

viste panoramiche.<br />

1512<br />

Gias Valera<br />

Sottano<br />

Attualmente, due famiglie di allevatori<br />

abitano a Palanfrè tutto l’anno.<br />

Le loro mandrie pascolano sui prati<br />

dei dintorni conferendo a questo<br />

paese un fascino speciale.<br />

Monte<br />

Bussàia<br />

2451<br />

Rocca<br />

d`Orel<br />

2439<br />

2306<br />

Monte<br />

Pianard<br />

2306<br />

2173<br />

Colle<br />

della Garbella<br />

Monte<br />

Garbella<br />

E<br />

I Doni<br />

Monte<br />

la Croce<br />

1958<br />

Palanfrè<br />

Monte<br />

Colombo<br />

5:00 h<br />

2261<br />

1425<br />

+1210/-890 m<br />

Gias<br />

della<br />

Barma<br />

1642<br />

Tetto<br />

Baru<br />

1715<br />

1223<br />

Rocca<br />

Cornalè<br />

Bric<br />

Brusatà<br />

Tetto<br />

Folchi<br />

1025<br />

Tet<br />

Mar<br />

Gias<br />

Creusa Sottano<br />

Monte<br />

Creusa<br />

2384<br />

2<br />

G


36<br />

//TAPPA 11A<br />

DA PALANFRÈ<br />

ALL'AGRITURISMO<br />

L’AGRIFOGLIO<br />

(LIMONE PIEMONTE)<br />

↑ Tetti Bertaina (Vallone Grande)<br />

← Palina lungo la discesa<br />

da Palanfrè a Vernante<br />

→ Rustico nel Vallone<br />

di San Bernardo<br />

// ITINERARIO<br />

Dal posteggio a valle di Palanfrè (1379 m) si segue una pista, poi si imbocca<br />

il sentiero a sinistra per Vernante. Un traverso e ripidi tornanti in faggeta<br />

conducono a Tetti Cucet. Si attraversa il Vallone di Franco, quindi si entra<br />

nell'angusto Vallone di Pioccia. Si superano in successione tre impluvi, poi<br />

si guada il torrente. Sul versante opposto il sentiero raggiunge Tetti Doni,<br />

quindi supera due valloncelli, nel secondo dei quali si incontrano i Tetti<br />

Bertaina. Una ripida discesa conduce dapprima a Tetti David, quindi<br />

all’intaglio della Bercia. Tornati nel bosco, con tracciato pianeggiante<br />

ci si porta a Tetti Colletta (1226 m). Si raggiunge la strada sterrata al servizio<br />

della borgata, scendendo fino al primo tornante. Si imbocca il sentiero a<br />

sinistra che si porta sul crinale tra Vallon Secco e Val Grande e perde quota<br />

nella faggeta fino a un evidente trivio, dove si prende a destra la ripida pista<br />

sterrata. Giunti di fronte all'ingresso di una cava dismessa, si svolta ancora a<br />

destra, scendendo fino alla strada asfaltata sottostante.<br />

Si va a sinistra fino a raggiungere il centro storico di Vernante (790 m).<br />

Da corso Umberto I si prende a sinistra via Mistral fino al bivio per Tetti Cesa.<br />

Tra le due strade asfaltate, si trova il sentiero per Limone Piemonte.<br />

Si sale a monte dei Tetti Cesa, dove si incontra una strada sterrata.<br />

Al primo tornante a sinistra si imbocca il sentiero di fronte, che doppia<br />

un costone e si immette su una mulattiera. Si continua a destra, nel Vallone<br />

Salet: la mulattiera perde quota e si immette su una pista forestale.<br />

Si va a destra e, attraversato un rio, si imbocca il sentiero a sinistra.<br />

Ci si immette su una mulattiera e si va a destra: dopo un rio, alla prima<br />

biforcazione si tiene la sinistra. Si risale a doppiare il costone che porta<br />

nel Vallone di Santa Lucia e si raggiungono i Tetti Tola. Si passano due rii e<br />

si giunge su una stradina asfaltata, che si segue verso destra. La strada<br />

lambisce i Tetti Rulin (986 m) e perde rapidamente quota. Si imbocca<br />

il sentiero segnalato a sinistra che, pianeggiante, tocca i ruderi di Tetti Pulenta


1719<br />

nta<br />

rosso<br />

ia<br />

Colla di<br />

Prarosso<br />

1868<br />

I Doni<br />

1300<br />

Monte<br />

Sapè<br />

Marghee<br />

1314<br />

1235<br />

916<br />

Bric<br />

Martinet<br />

1223<br />

Rocca<br />

Cornalè<br />

Monte<br />

Bianco<br />

1209<br />

Tetto<br />

Fustin<br />

Vernante<br />

800<br />

Tetto<br />

Gaspart<br />

1092<br />

Roccia<br />

del Pino<br />

1598<br />

1577<br />

Tetto<br />

Pulenta<br />

986<br />

Tetto<br />

Magela<br />

Tetto<br />

Buter<br />

966<br />

1030<br />

Ceresole<br />

1834<br />

Monte<br />

Piane<br />

Il Beccacc<br />

1634<br />

Agriturismo<br />

l'Agrifoglio<br />

Tetto<br />

Marro<br />

1090<br />

16<br />

Trucc<br />

Vudra<br />

ca<br />

rel<br />

3<br />

le<br />

rbella<br />

e<br />

lla<br />

Monte<br />

la Croce<br />

1958<br />

Palanfrè<br />

1425<br />

Tetto<br />

Baru<br />

Bric<br />

Brusatà<br />

1715<br />

Tetto<br />

Folchi<br />

1025<br />

Tetto<br />

Marun<br />

Gias<br />

Creusa Sottano<br />

Colle<br />

Arpiola<br />

Bric<br />

Castea<br />

L’itinerario percorre in discesa<br />

Gias<br />

Bec<br />

2128<br />

la “Via di Tàit”, della un bel percorso Baral che<br />

Barma<br />

Monte 1642<br />

2148 Bec<br />

Colombo collega numerose frazioni abbandonate Matlas<br />

Monte<br />

2214<br />

sul versante sinistro Creusa della Val Grande. Cima<br />

2261<br />

2384 Giosolette<br />

Da Vernante, un sentiero a balcone<br />

permette di risalire al fondo della<br />

Valle Vermenagna. Le vecchie case<br />

di montagna, oggi in rovina, e<br />

l’accogliente paese di Vernante,<br />

con le facciate dedicate a Pinocchio:<br />

una giornata sospesa tra le montagne<br />

di ieri e le montagne di oggi.<br />

1682<br />

1800<br />

1923<br />

Colletto<br />

di Cagera<br />

E<br />

Monte<br />

Vecchio<br />

Maira<br />

Mognin<br />

1009<br />

Tetti<br />

Gross<br />

6:10 h<br />

Limonetto<br />

1280<br />

+733/-1157 m<br />

Limone<br />

Piemonte<br />

Tetti<br />

Maschetta<br />

Punta<br />

Buffe<br />

Gherra<br />

1518<br />

1596<br />

Mo<br />

Mu<br />

e si immette su una strada sterrata. Si va a sinistra fino ai Tetti Riss.<br />

Si continua su sentiero e si giunge a una pista sterrata, che si segue a sinistra<br />

fino ai Tetti Cabila Adreit. Si aggirano a monte le case poi, dopo un rio e alcuni<br />

ruderi, con una brusca impennata si arriva a Tetti Buter. Si valica un colletto e<br />

si entra nel Vallone Ceresole. Il sentiero taglia in discesa nel bosco, poi<br />

per prati, e raggiunge la vicina strada asfaltata, che si segue verso destra fino<br />

all'Agriturismo l'Agrifoglio (955 m).


38<br />

//TAPPA 12A<br />

DALL'AGRITURISMO<br />

L’AGRIFOGLIO<br />

AL RIFUGIO<br />

PIAN DELLE GORRE<br />

↑ Il Rifugio del Pian delle Gorre<br />

← Panoramica sulle <strong>Alpi</strong><br />

<strong>Marittime</strong> dai pressi del Colle<br />

Vaccarile<br />

→ Al centro il Gias Vaccarile<br />

soprano; sullo sfondo il<br />

massiccio del Marguareis<br />

// ITINERARIO<br />

Dall'Agriturismo l'Agrifoglio (955 m) si sale su asfalto, poi si svolta a destra<br />

sulla sterrata che conduce alla panchina gigante gialla. Ora su sentiero si<br />

ignora a sinistra il bivio per Meire Vudrand e si continua in piano nel bosco.<br />

Si passa alle spalle di una abitazione, oltre la quale si ritrova il sentiero che<br />

porta su una stradina asfaltata presso la Cappella di San Bernardo (1013 m).<br />

Si va a sinistra, poi a destra sempre su asfalto. Passata una borgata, la strada<br />

diventa sterrata: al secondo tornante a sinistra si imbocca la pista inerbita<br />

di fronte che guada un rio (passerella a sinistra), serpeggia tra prati e diventa<br />

sentiero. Dopo i ruderi dei Casali Brozer il sentiero s'impenna e sale a lungo<br />

nella faggeta. Oltrepassata una diramazione sulla destra per il Bec Cucco<br />

(punto panoramico), il percorso prosegue in leggera salita e si porta al Colletto<br />

Almellina (1481 m). Si continua verso nord-est sul lungo crinale, uscendo<br />

dal bosco e salendo fin quasi alla testata del vallone.<br />

Giunti al Colletto Mirauda si incontra un bivio e si svolta a destra, con percorso<br />

a semicerchio che conduce al Colle Vaccarile (2046 m).<br />

Dal valico si scende verso sud-est, intuendo la traccia che porta al Gias<br />

Vaccarile soprano (1912 m, possibili problemi di orientamento in caso<br />

di scarsa visibilità). Una traccia porta su una fascia di rocce che si scende<br />

lungo un comodo intaglio: dopo una trentina di metri sul prato si svolta<br />

bruscamente a destra (sud-ovest). Con vari saliscendi si arriva ai piedi<br />

del caratteristico roccione del Bec 'd l'Uia: la discesa riprende tra arbusti e<br />

molte tracce di animali e porta al Gias Vaccarile sottano (1704 m).<br />

Si scende verso est poi si svolta a destra e si entra nella Gorgia da Furnasa.<br />

Si ignora a destra il sentiero per il Passo del Baban e, più a valle, si entra<br />

nel bosco. Dopo un mezzacosta riprende la discesa che conduce al ponte<br />

sul Torrente Pesio, vicino alla spettacolare Cascata di Gias Fontana. Si ignora a<br />

destra il sentiero per il Gias degli Arpi e si arriva al Gias Fontana (1218 m).


cia<br />

ino<br />

1598<br />

77<br />

letto<br />

gera<br />

Tetto<br />

Pulenta<br />

986<br />

Maira<br />

Mognin<br />

onetto<br />

1402<br />

Monte<br />

ecchio<br />

1280<br />

Tetto<br />

Buter<br />

966<br />

1030<br />

Passo<br />

Colette<br />

1009<br />

Limone<br />

Piemonte<br />

Tetti<br />

Gross<br />

Piane<br />

Agriturismo<br />

l'Agrifoglio<br />

Tetti<br />

Maschetta<br />

Punta<br />

Buffe<br />

Gherra<br />

1634<br />

1518<br />

Il Beccaccio<br />

Tetto<br />

Marro<br />

1090<br />

1596<br />

1676<br />

Trucco<br />

Vudrand<br />

Monte<br />

Murin<br />

Bec<br />

Cornigion<br />

1381<br />

1448<br />

Rifugio<br />

Capanna<br />

Chiara<br />

Bec<br />

Castellaccio<br />

1558<br />

2172<br />

Cima<br />

Pitte`<br />

Punta<br />

Colletto<br />

2072<br />

1851<br />

Il<br />

Crest<br />

Dopo una salita impegnativa e sostenuta<br />

sino al Colle Vaccarile, ci si addentra poco<br />

a poco nel territorio boschivo dell’alta<br />

Valle Pesio, per arrivare a Pian delle<br />

Gorre.La Valle Pesio è caratterizzata<br />

da una consistente copertura forestale e<br />

da un’attività umana legata da molte<br />

generazioni alla lavorazione del legno.<br />

Da notare la presenza dell’abete bianco,<br />

meno diffuso nelle altre vallate<br />

del Piemonte.<br />

2102<br />

Monte<br />

Jurin<br />

Gias<br />

Sottano del Colle<br />

1588<br />

Punta<br />

Cima di Beuse<br />

1336<br />

2186<br />

Cima<br />

della<br />

Fascia<br />

Punta<br />

Mirauda<br />

2155<br />

2064<br />

Colle Vaccarile<br />

Cima<br />

Baban<br />

2004<br />

Colle del<br />

Carbone<br />

E<br />

6:25 h<br />

2495<br />

Gias<br />

Fontana<br />

1758<br />

843<br />

Testa du Siet<br />

Rif. Pian<br />

delle Gorre<br />

Passo di<br />

Baban<br />

2219<br />

+1219/-1142 m<br />

1861<br />

1218<br />

Colla Piana<br />

di Malaberga<br />

1032<br />

1989<br />

Passo<br />

del Duca<br />

di Pe<br />

Fu<br />

Il P<br />

d<br />

1<br />

Testa<br />

del Duc<br />

1926<br />

di<br />

S<br />

Attraversata la radura, e lasciato a sinistra il sentiero per l'Osservatorio<br />

Faunistico delle Canavere, si sbuca sulla pista sterrata per Pian delle Gorre.<br />

La si percorre verso destra, in saliscendi, fino al ponte sul torrente del Saut.<br />

Si continua a sinistra e si giunge alla magnifica radura di Pian delle Gorre<br />

(1032 m), sede dell'omonimo rifugio.


40<br />

//TAPPA 13<br />

DAL RIFUGIO<br />

PIAN DELLE GORRE<br />

AL RIFUGIO<br />

DON BARBERA<br />

↑ Il versante settentrionale del<br />

Marguareis<br />

← La Capanna Saracco-Volante<br />

→↑ Panoramica<br />

dal Colle del Pas<br />

→↓ La Valle dei Maestri dal Colle<br />

dei Signori<br />

→→↓ Il Rifugio Don Barbera<br />

// ITINERARIO<br />

Da Pian delle Gorre si prende la sterrata che si inoltra nel Vallone del Saut verso<br />

sud-est. Trascurando diramazioni e sentieri, si segue la strada fino al suo termine,<br />

presso uno slargo, dove si imbocca a sinistra la mulattiera per il Rifugio Garelli.<br />

La mulattiera sale ripida e a lungo con numerosi tornanti; quando spiana, si passa<br />

un ponticello e si arriva al Rifugio Sestrera sottano (1341 m). Al gias, riattato,<br />

si svolta a sinistra e si sale a ripidi tornanti nell'abetina, fino a sbucare<br />

sul ripiano pascolivo sede del Gias soprano di Sestrera (1847 m). Tra pascoli e<br />

bassa vegetazione, con alcune svolte si supera infine il dislivello che separa il gias<br />

dal soprastante Rifugio Garelli (1966 m). Dal rifugio si segue verso est un evidente<br />

sentiero che si innalza zigzagando tra erba e roccette, poi su pendii inerbiti, fino<br />

al valico di Porta Sestrera (2228 m). Si scende oltre il passo tra prati e, giunti ad<br />

un bivio, si volge a destra (sud). Il sentiero scavalca un costone, si porta nell'ampia<br />

conca prativa sottostante, poi piega a est e, con una breve risalita, raggiunge<br />

le sponde del Lago Rataira (2204 m). Lasciato a sinistra lo specchio d'acqua, si punta<br />

a sud e con un breve ma ripido diagonale si raggiunge il Colle del Pas (2349 m).<br />

Si scende sul versante opposto con comodi tornanti tra prati; si trascurano a<br />

sinistra la traccia per la Capanna Saracco Volante e a destra quella per il Colle Palù,<br />

proseguendo diritti fino al margine orientale della conca carsica di Piaggia Bella.<br />

Tenendosi alti sulla conca, si tagliano a mezzacosta le pendici di Cima Palù,<br />

poi si supera un modesto costone poco a monte del Passo della Croce, quindi<br />

si punta a sud-ovest. Con qualche saliscendi il sentiero giunge a un caratteristico<br />

intaglio roccioso. Subito dopo, a un bivio non ben segnalato, si scende a sinistra<br />

per poi riprendere quota ad attraversare un secondo intaglio nella roccia.<br />

Poco oltre, si valica una sella prativa ai piedi del Dente di Framargal, poi si scende<br />

verso il fondovalle ad immettersi sul più ampio sentiero proveniente da Carnino<br />

superiore. Si va a destra, risalendo il Vallone dei Maestri; dopo un tratto più ripido<br />

tra roccette, si raggiungono infine il vecchio e il nuovo Rifugio Don Barbera<br />

(2079 m), poco distanti tra loro.


Bec<br />

Cornigion<br />

1381<br />

1448<br />

Rifugio<br />

Capanna<br />

Chiara<br />

Bec<br />

Castellaccio<br />

58<br />

a<br />

herra<br />

1925<br />

olletto<br />

mpanin<br />

2142<br />

4<br />

Monte<br />

Alpetta<br />

1851<br />

Il<br />

Crest<br />

2177<br />

2102<br />

Monte<br />

Jurin<br />

La<br />

Perla<br />

Cima<br />

della<br />

Fascia<br />

2054<br />

2064<br />

Colle Vaccarile<br />

Rif. Pian<br />

delle Gorre<br />

2186<br />

2312<br />

2086<br />

2102<br />

2004<br />

2495<br />

Col della<br />

Boaria<br />

Gias<br />

Fontana<br />

1218<br />

Passo di<br />

Baban<br />

1861<br />

2219<br />

Cime de<br />

Malabergue<br />

2188<br />

1032<br />

1231<br />

Testa<br />

del Duca<br />

1926<br />

Punta<br />

di Sestrera<br />

2302<br />

Castel<br />

Frippi<br />

2256<br />

Colle<br />

dei Signori<br />

Col<br />

2260<br />

della Perla<br />

Cime de<br />

I fitti boschi di conifere della Valle Pesio, Capoves<br />

Cime de<br />

Pepin<br />

Cima<br />

Baban<br />

Colle del<br />

Carbone<br />

Colla<br />

Malaberga<br />

Cima<br />

Aurusi<br />

Colla Piana<br />

di Malaberga<br />

1989<br />

Passo<br />

del Duca<br />

l’impressionante scenario del versante<br />

settentrionale del Marguareis, gli ampi<br />

catini carsici in quota: una tappa tra le<br />

più varie dell’intera GTAM. Il Marguareis<br />

è un massiccio calcareo la cui fama è<br />

dovuta essenzialmente alla celebre rete<br />

di cavità sotterranee di Piaggia Bella,<br />

la seconda per importanza in Italia con<br />

i suoi 43 km di sviluppo e 700 inghiottitoi.<br />

2107<br />

1947<br />

Cima<br />

Scarason<br />

2355<br />

Passo di<br />

Scarason<br />

E<br />

2404<br />

2357<br />

2079<br />

5:55 h<br />

1957<br />

Punta<br />

Bartivolera<br />

Rocche<br />

Rifugio Gaudioline<br />

2356<br />

Garelli<br />

2652<br />

2101<br />

Cima<br />

della Madonna<br />

1966<br />

Punta<br />

Marguareis<br />

Passo<br />

della Gaina<br />

Cima di<br />

San Lorenzo<br />

Porta<br />

Sestrera<br />

2541<br />

2298<br />

Rifugio Don Barbera<br />

+1542/-495 m<br />

Cima<br />

del Cars<br />

2228<br />

Porta<br />

Marguareis<br />

Cima Palù<br />

2023<br />

2306<br />

Passo<br />

delle Mastrelle<br />

Il Ferà<br />

2245


42<br />

//TAPPA 11B<br />

VARIANTE<br />

DA PALANFRÈ<br />

A LIMONETTO<br />

↑ Rocca dell'Abisso e Rocca<br />

Bastera da Pian Madoro<br />

← Il Lago degli Alberghi<br />

→↑ Pascoli e baite d'alpeggio a<br />

monte di Limonetto<br />

→↓ Vallone degli Alberghi<br />

// ITINERARIO<br />

Da Palanfrè (1372 m) si segue la stradina asfaltata a valle della borgata.<br />

La strada diventa sterrata e, quando svolta a destra, si continua diritti (sud)<br />

su mulattiera. La mulattiera attraversa alcuni rii, raggiunge il Gias Piamian<br />

(1432 m, fontana) e si trasforma in sentiero.<br />

Giunti ad un bivio si ignora il vecchio tracciato che prosegue innanzi (rischio<br />

frane) e si prende il ramo di sinistra che attraversa il letto secco del torrente.<br />

Il sentiero sale a lungo nella faggeta a tornanti, quindi ridiscende per guadare<br />

ancora il letto secco del torrente e riportarsi sul tracciato abbandonato<br />

in precedenza. Si prosegue verso sinistra e si incontra un bivio, dove si prende<br />

a sinistra per il Lago degli Alberghi. Si passa poco a valle del Gias Vilazzo e<br />

si attraversano due ruscelli alla loro confluenza.<br />

Il sentiero s'impenna d'improvviso, e rimonta a lungo il pendio con numerosi<br />

tornanti tra i pini. Un tratto tra i prati in minor pendenza porta a un bivio:<br />

a destra si tocca il vicino Lago degli Alberghi (2039 m), a sinistra si punta<br />

direttamente al colle, ma le due tracce si ricongiungono poco dopo.<br />

Con una ripida salita si rimontano le dirupate pareti rocciose che chiudono<br />

la testata della valle e un esile sentierino, in alcuni tratti aereo (funi), raggiunge<br />

il Passo di Ciotto Mien (2274 m).<br />

Oltre il valico il sentiero traversa verso sinistra su ripidi pendii prativi, aggira<br />

un roccione affiorante e piega a sud. La discesa presenta tratti ripidi alternati<br />

a conche prative: si tiene sempre il sentiero principale fino all'ampia piana<br />

pascoliva di Pian Madoro (1765 m, 0:50), sede di diverse trune (ricoveri<br />

in pietra con volta generalmente a botte). Sulla piana giunge una carrareccia<br />

sterrata, che si segue verso sinistra. Superato il Ciabot di Pedù, la carrareccia<br />

continua a scendere su un crinale, circondata dai pascoli; si ignora a destra<br />

la diramazione per i Prati della Chiesa e si giunge su una stradina asfaltata.<br />

Si svolta a destra e, trascurando le diramazioni che si staccano<br />

in corrispondenza dei due tornanti, si raggiunge Limonetto (1294 m).


2173<br />

Colle<br />

della Garbella<br />

1512<br />

Gias Valera<br />

Sottano<br />

Cima<br />

Plisser<br />

2318<br />

2281<br />

2306<br />

Punta Prà<br />

di Matteo<br />

Monte<br />

Garbella<br />

Palanfrè<br />

Monte<br />

Colombo<br />

2261<br />

2228<br />

Cima della<br />

Guglielma<br />

Cima<br />

Balmasca<br />

1425<br />

2301<br />

Gias<br />

della<br />

Barma<br />

1642<br />

Monte<br />

Frisson<br />

2637<br />

Bric<br />

Brusatà<br />

1715<br />

Marun<br />

Gias<br />

Creusa Sottano<br />

2384<br />

Il percorso storico della Grande<br />

Monte<br />

Creusa<br />

2274<br />

2405<br />

Passo del<br />

Diavolo<br />

Bec<br />

Baral<br />

2148<br />

Passo di<br />

Ciotto Mien<br />

Traversata delle <strong>Alpi</strong> da Palanfrè risale<br />

il vallone degli Alberghi e superato<br />

l’erto passo del Ciotto Mien scende<br />

per pascoli in direzione della borgata<br />

di Limonetto.<br />

Qui è possibile pernottare presso il<br />

Lodge Arrucador.<br />

Bric<br />

Castea<br />

2214<br />

Colle<br />

Arpiola<br />

2128<br />

Bec<br />

Matlas<br />

Cima<br />

Giosolette<br />

Gias<br />

Boero<br />

1631<br />

E/EE<br />

4:45 h<br />

1800<br />

1682<br />

Alpe<br />

Papa<br />

Giovanni<br />

Vecchio<br />

Maira<br />

Mognin<br />

Limonetto<br />

+936/-1021 m<br />

1280<br />

1871<br />

1009<br />

Limone<br />

Piemonte<br />

Tetti<br />

Gross<br />

Quota<br />

1400<br />

1784<br />

Te<br />

Masc<br />

Punt<br />

Buff<br />

Gherra


Bric<br />

Castea<br />

Bec<br />

Baral<br />

2128<br />

1800<br />

Mognin<br />

Limonetto<br />

1280<br />

Tetti<br />

Gross<br />

Tetti<br />

Maschetta<br />

Punta<br />

Buffe<br />

1518<br />

Gherra<br />

44<br />

//TAPPA 12B<br />

VARIANTE<br />

DA LIMONETTO<br />

AL RIFUGIO<br />

GARELLI<br />

Gias<br />

Boero<br />

1631<br />

1871<br />

Quota<br />

1400<br />

1784<br />

Colle di<br />

Tenda<br />

1907<br />

2176<br />

Cima La<br />

di Salauta↑ Il Marguareis Colletta dal Colle del Prel<br />

→↑ Colle di Tenda, Forte Alto<br />

→↓La Capanna Morgantini<br />

// ITINERARIO<br />

Dal centro Limonetto (1294 m) si scende lungo la strada provinciale in direzione<br />

di Limone fino a imboccare il bivio a destra per il Colle di Tenda. La stradina (nota<br />

come Strada Romana) sale alle spalle dei condomìni e si trasforma in mulattiera,<br />

quindi taglia una pista da sci, esce dal bosco e arriva su una pista sterrata<br />

pianeggiante. Si va a destra e, dopo 200 metri, nel mezzo della conca dei Prati<br />

di San Lorenzo (1505 m) si abbandona la pista e si imbocca a sinistra una traccia<br />

inerbita. La mulattiera sale lentamente, si riduce a sentiero talvolta anche poco<br />

evidente. Si rimontano con qualche svolta le distese pascolive verso est sud-est e<br />

si arriva nei pressi dello Chalet Le Marmotte. Si ignora la larga pista che prosegue<br />

diritta verso lo chalet e si svolta a destra; giunti poco sotto la strada del Colle di<br />

Tenda, si incontra un bivio con un poco evidente sentiero.<br />

(Nota: il percorso della GTA prevede di proseguire diritti fino al Colle di Tenda, per poi<br />

tornare verso il Fort Central. Di seguito si descrive invece un percorso meno battuto<br />

ma che concatena in maniera più logica i resti dei manufatti militari presenti sul colle.)<br />

Si sale a sinistra alla strada asfaltata, presso alcuni ruderi. Di fronte una vecchia<br />

mulattiera rimonta un valloncello prativo che conduce alla selletta a sinistra<br />

della Caserma difensiva Centrale, enorme edificio militare ormai diruto.<br />

Ora su una strada sterrata si attraversa il cortile interno della caserma, poi si sale<br />

al soprastante Fort Central (1908 m). Si scende verso est a una strada sterrata;<br />

si va a destra e in breve si giunge ad un'altra strada, che si segue ancora verso<br />

destra, a lungo. Alla successiva biforcazione si imbocca a destra il ramo che porta<br />

su un piccolo valico (1874 m). Qui si abbandona la strada e si sale sul ripido<br />

sentiero che si stacca a sinistra lungo il crinale. Dopo lunga salita, ci si immette<br />

su una mulattiera: si va a sinistra e si raggiunge il soprastante valico prativo e<br />

pianeggiante (2187 m). Ignorando le molteplici diramazioni, si sale sempre


Rifugio<br />

Capanna<br />

Chiara<br />

Bec<br />

Castellaccio<br />

1558<br />

Cima<br />

dei Gherra<br />

1858<br />

Colletto<br />

Campanin<br />

2142<br />

2344<br />

1851<br />

1925<br />

Monte<br />

Alpetta<br />

2177<br />

Cime de<br />

Pepin<br />

Jurin<br />

Il<br />

Crest<br />

La<br />

Perla<br />

Cima<br />

della<br />

Fascia<br />

2312<br />

2102<br />

2004<br />

Colle del<br />

Carbone<br />

Colla<br />

Malaberga<br />

2495<br />

2054<br />

Cima<br />

Aurusi<br />

Baban<br />

1861<br />

Colla Piana<br />

di Malaberga<br />

2219<br />

Col della<br />

Boaria<br />

2188<br />

1989<br />

Passo<br />

del Duca<br />

2086 Cime de<br />

Malabergue<br />

Col<br />

della Perla<br />

Da Limonetto seguendo la “Strada<br />

romana” si raggiungono le imponenti<br />

fortificazioni ottocentesche<br />

del Colle di Tenda. Con panoramico<br />

percorso di cresta, che si mantiene<br />

a poca distanza dall’ex strada<br />

militare Limone-Monesi, si giunge<br />

alla Capanna Morgantini, da cui,<br />

attraverso l’arida conca delle Carsene,<br />

si passa nel Vallone del Marguareis<br />

e al Rifugio Garelli, ricollegandosi<br />

all’itinerario principale.<br />

Castel<br />

Frippi<br />

1881 1926<br />

Punta<br />

di Sestrera<br />

2256<br />

2302<br />

Colle<br />

dei Signori<br />

2107<br />

2260<br />

Cime de<br />

Capoves<br />

E<br />

8:55 h<br />

1947<br />

Cima<br />

Scarason<br />

2355<br />

2404<br />

2357<br />

Rifugio<br />

Garelli<br />

2652<br />

1966<br />

Passo di<br />

Scarason Punta<br />

Marguareis<br />

+1752/-1080 m<br />

Passo<br />

della Gaina<br />

2079 Rifugio<br />

Don Barbera<br />

Cima<br />

di Pertegà<br />

2178<br />

Rocch<br />

Gaudiol<br />

2541<br />

2298<br />

2356<br />

22<br />

Port<br />

Sestr<br />

Porta<br />

Marguarei<br />

Cima Palù<br />

Passo<br />

delle Mast<br />

202<br />

Il F<br />

Passo<br />

di Framargal


46<br />

Il Rifugio Garelli<br />

→ Il mare, al fondo,<br />

dal Balcone di Marta<br />

sul crinale (si tagliano i tornanti della mulattiera) fino ad una spalla, dove si<br />

imbocca il sentiero segnalato che prosegue a sinistra dello spartiacque. Il piacevole<br />

sentiero taglia in piano le pendici della Cima Pepino, aggira la Cima del Becco, e<br />

infine scende al Colle della Perla (2086 m). Si ignora la sterrata che lo attraversa e<br />

si continua diritti sul crinale. Il sentiero guadagna quota con poche svolte, aggira<br />

la Cima del Cuni e ridiscende al Colle della Boaria (2102 m). Anche in questo caso<br />

si attraversa la sterrata che passa sul colle e si riprende la salita lungo il filo<br />

di cresta. Giunti a una selletta prativa, si continua a lungo sui fianchi della Testa<br />

Ciaudon, e infine ci si immette su una incompiuta mulattiera ex militare.<br />

Si sale allora a sinistra, fino alla vicina Colla Piana di Malaberga (2219 m).<br />

Appena oltre il valico la mulattiera si biforca ed è preferibile il ramo di sinistra che<br />

lambisce la Capanna Morgantini (non utilizzabile come punto di appoggio!).<br />

La mulattiera perde quota ai margini della Conca delle Carsene, poi incomincia<br />

un lungo semicerchio da sinistra verso destra per aggirare in quota la conca<br />

pascoliva sede del Gias dell'Ortica. Si lasciano a sinistra due sentieri (segnalati),<br />

si scende sul fondo della conca e se ne risale il fianco orientale. La vecchia<br />

mulattiera prosegue verso est con alcuni saliscendi, poi traversa in non faticosa<br />

salita fino allo stretto intaglio del Passo del Duca (1989 m).<br />

Appena oltre il valico si incontra un bivio: si va a destra fino al vicino Colle del Prel<br />

soprano, dove si svolta ancora a destra per scendere nel Vallone del Marguareis.<br />

A metà discesa conviene imboccare la recente traccia segnalata che si stacca verso<br />

destra e taglia a mezzacosta ai piedi delle imponenti pareti del Marguareis.<br />

La traccia si ricongiunge infine al sentiero principale, che si segue verso destra<br />

in salita; ripidi strappi portano fino al piccolo Laghetto del Marguareis (1924 m).<br />

Si attraversa l'emissario del laghetto e ci si porta sul versante destro orografico<br />

del vallone. Dopo una breve discesa, con un percorso quasi a ritroso si supera<br />

il costone che adduce al Vallone di Sestrera e si sbuca nella conca prativa di Pian<br />

del Lupo, sede del Rifugio Garelli (1966 m).


LE TAPPE<br />

IN LIGURIA<br />

DELLA GTAM<br />

47


48<br />

//TAPPA 14<br />

DAL RIFUGIO<br />

DON BARBERA<br />

A REALDO<br />

↑ Lungo la "cannoniera", tra<br />

Punta Farenga e Cima Missun<br />

↓ Scendendo dal Monte<br />

Saccarello verso il Passo<br />

di Tanarello<br />

Una lunga giornata di cammino per<br />

lo più in discesa a cavallo tra l’Italia e<br />

la Francia, su un percorso panoramico<br />

in cresta che permette di dominare<br />

tutta la valle francese della Roya e<br />

il Parco italiano delle <strong>Alpi</strong> <strong>Liguri</strong>. Realdo<br />

è una frazione del Comune di Triora,<br />

celebre per fatti storici e leggende<br />

legati alla stregoneria. In effetti,<br />

nel 1588 alcune donne di Triora furono<br />

vittime di un processo per stregoneria<br />

tra i più raccapriccianti della <strong>Liguri</strong>a.<br />

E<br />

5:00 h<br />

+900/-1950 m


49<br />

//TAPPA 15<br />

DA REALDO<br />

AL RIFUGIO<br />

ALLAVENA<br />

↑ Il mare dai pressi<br />

della Cima di Marta<br />

↓ Realdo<br />

Una tappa che si svolge su parte<br />

dell’Alta Via dei Monti <strong>Liguri</strong> e aggira<br />

il Monte Gerbonte sul fianco ovest,<br />

tra le valli Argentina, Nervia e Roya.<br />

Poco a poco si abbandona l’ambiente<br />

alpino e ci si lascia conquistare<br />

dall’atmosfera delle montagne<br />

mediterranee, dai rilievi vigorosi e<br />

dal marcato carattere.<br />

E<br />

5:00 h<br />

+1210/-700 m


50<br />

//TAPPA 16<br />

DAL RIFUGIO<br />

ALLAVENA<br />

AL RIFUGIO<br />

DI GOUTA<br />

↑ Sosta al Rifugio Allavena<br />

↓ L'endemico giglio pomponio<br />

Una bellissima tappa, nuovamente<br />

a cavallo della frontiera, che segue<br />

piste e strade militari, attorno a tre<br />

cime emblematiche: Pietravecchia,<br />

Toraggio e Lega. Il percorso passa in<br />

prossimità del “Sentiero degli alpini”<br />

(attualmente non percorribile),<br />

un tracciato vertiginoso scavato<br />

nelle pareti scoscese dei Monti<br />

Toraggio e Pietrevecchia che<br />

permetteva ai soldati italiani<br />

di presidiare la linea di cresta.<br />

E/EE<br />

6:00 h<br />

+710/-1070 m


51<br />

//TAPPA 17<br />

DAL RIFUGIO<br />

DI GOUTA<br />

A ROCCHETTA<br />

NERVINA<br />

↑ Rocchetta Nervina<br />

↓ Antico ponte sul Rio Barbaira<br />

Un’altra tappa a balcone sulla cresta<br />

frontaliera, segnata dalla traversata<br />

della Testa d’Alpe, prima di una lunga<br />

discesa verso il borgo medievale<br />

di Rocchetta Nervina.<br />

Il paese di Rocchetta segna l’ingresso<br />

nei borghi liguri dalla speciale<br />

atmosfera: facciate colorate,<br />

terrazzamenti con ulivi, case<br />

addossate le une alle altre,<br />

ponti di pietra, ecc.<br />

E<br />

5:00 h<br />

+500/-1480 m


52<br />

//TAPPA 18<br />

DA ROCCHETTA<br />

NERVINA<br />

A TORRI<br />

↑ La bassa Valle Roya, con a<br />

destra il Monte Grammondo<br />

↓ Ulivi in Valle Bevera<br />

Questa tappa piuttosto impegnativa<br />

è caratterizzata dal superamento di<br />

due linee di cresta che permettono di<br />

scavalcare le valli della Nervia e della<br />

Roya prima di raggiungere la Bevera,<br />

un corso d’acqua lungo 43 km che<br />

nasce in Francia e sfocia in Italia.<br />

Durante il cammino si incontrano<br />

numerosi paesini rannicchiati sui<br />

fianchi delle colline con attorno ampie<br />

zone con muretti in pietra a secco che<br />

proteggono gli ulivi.<br />

E<br />

5:30 h<br />

+850/-1080 m


53<br />

//TAPPA 19<br />

DA TORRI<br />

AI BALZI ROSSI<br />

↑ La Costa Azzurra da Grimaldi<br />

↓ Gli scogli dei Balzi Rossi<br />

Ultima salita fino alla cresta<br />

di frontiera, attraversando graziose<br />

frazioni rurali, un corto passaggio<br />

in Francia sul GR52, prima di rientrare<br />

in Italia sotto il Monte Carpano per<br />

affrontare l’ultima discesa.<br />

A Grimaldi, le grotte dei Balzi Rossi<br />

sono state occupate dall’uomo<br />

durante il paleolitico; al loro interno<br />

sono stati ritrovati utensili e statuette<br />

in pietra, sepolture umane e incisioni<br />

sulle pareti.<br />

E<br />

4:30 h<br />

+1150/-1250 m


54<br />

//L’ALTA<br />

VIA<br />

DEI RE


↑ Il Bacino artificiale del<br />

Chiotas dal sentiero per il Colle<br />

di Fenestrelle; sullo sfondo<br />

l'Altopiano del Baus e l'Argentera<br />

← Il bivio per Pian della Casa al<br />

Lago mediano di Fremamorta<br />

↓ Il Rifugio Remondino<br />

↓↓ Al Colle di Fenestrelle<br />

con il Monte Gelas sullo sfondo<br />

55<br />

L'Alta Via dei Re nasce su iniziativa del<br />

Parco delle <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong> nel 2010. Dei<br />

quattro percorsi a tappe descritti in questa<br />

pubblicazione è sicuramente quello che<br />

presenta i passaggi più impegnativi: in caso<br />

di neve, frequente anche in estate, il Colle di<br />

Brocan e il Passaggio dei Ghiacciai possono<br />

richiedere l'uso di piccozza e ramponi.<br />

Tuttavia si tratta di un percorso decisamente<br />

remunerativo, in sette tappe, che si snoda<br />

attraverso il Massiccio cristallino dell'Argentera<br />

quasi sempre a quote piuttosto elevate.<br />

Vette di oltre 3000 metri, rocce scure, valloni<br />

selvaggi, decine e decine di laghi glaciali e la<br />

tipica fauna alpina (impossibile non imbattersi<br />

in camosci e stambecchi) fanno da cornice a<br />

questo affascinante percorso.<br />

Il periodo ideale di percorrenza è la piena<br />

estate, dalla metà di luglio (fatte salve le<br />

considerazioni di cui sopra sulla neve) alla<br />

metà di settembre.<br />

→ SEGNAVIA<br />

Tutto il trekking si<br />

appoggia a sentieri<br />

preesistenti, tutti ben<br />

tracciati (salvo alcuni<br />

tratti impegnativi<br />

menzionati nelle<br />

tappe) con segnaletica<br />

orizzontale a strisce<br />

bianco-rosse affiancate<br />

(a volte associata a<br />

vecchie tracciature in<br />

giallo od arancione).<br />

La segnaletica verticale<br />

si basa su paline con<br />

cartelli indicatori gialli<br />

(per uniformità con la<br />

segnaletica del confinante<br />

parco francese del<br />

Mercantour). Non esiste<br />

segnaletica di continuità.


56<br />

//TAPPA 01<br />

DA SANT'ANNA<br />

DI VALDIERI AL<br />

RIFUGIO LIVIO<br />

BIANCO<br />

↑ Il Rifugio Livio Bianco<br />

← Il Lago sottano della Sella<br />

→ Il Chiot della Sella<br />

// ITINERARIO<br />

Tra gli edifici più a monte della frazione di Sant'Anna di Valdieri (980 m) si<br />

imbocca la stradina asfaltata che sale ripida tra le abitazioni, passando a<br />

fianco della Locanda <strong>Alpi</strong>na Balma Meris. Superate le ultime case, ci si inoltra<br />

nel bosco misto di latifoglie, proseguendo su un’erta mulattiera. Lasciato a<br />

destra il bivio con il viottolo per Tetti Bariau (“Lo Viol di Tàit”), il sentiero piega<br />

per un breve tratto verso ovest, diminuendo la pendenza. Si oltrepassano i<br />

ruderi di Tetti Bìaìsa e si continua la salita, dominando dall'alto il Rio della<br />

Meris, che qui forma limpide pozze. Pochi tornanti e lunghi traversi conducono<br />

a un fresco bosco di faggi e ai pochi ruderi di Tetti Paladin. Con pendenze più<br />

lievi, si procede fino ad uscire dal bosco: giunti all’altitudine di 1380 metri,<br />

si tralasciano sulla sinistra una scorciatoia, che si ricongiunge con<br />

la mulattiera poco oltre, e, sulla destra, la poco evidente traccia per il Monte<br />

Merqua. La salita si protrae lineare, con un lungo mezzacosta sul versante alla<br />

sinistra orografica della valle, fino a raggiungere un ampio pianoro pascolivo,<br />

sede dei ruderi del Gias del Prato (1513 m, 1:35 ore da Sant'Anna di Valdieri) e,<br />

alcune centinaia di metri più avanti, del Gias nuovo del Prato, dove è presente<br />

una fontana. La mulattiera si allunga sul fondo del vallone, tra pascoli e detriti<br />

morenici, affiancata, pochi metri più in basso, da un sentierino parallelo,<br />

con il quale si ricongiungerà più avanti. Dopo un lungo tratto, si perviene a<br />

un restringimento della valle, nel punto in cui il Rio della Meris ha inciso più<br />

profondamente il fondovalle. Trascurata a sinistra una mulattiera che scende<br />

a guadare il rio, si entra nel pianoro pascolivo del Gias del Chiot della Sella,<br />

sede di un casotto di sorveglianza del Parco delle <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong>. Superati<br />

il gias e un ruscelletto, ormai in vista della bella cascata formata dall'emissario<br />

del Lago sottano della Sella, la mulattiera riprende a salire in maniera<br />

più decisa. Giunti al Gias del Lago si incontra un bivio: si abbandona<br />

la mulattiera che prosegue a destra per il Lago soprano della Sella, e


i<br />

ottano<br />

alletta<br />

Rocca<br />

l Ciapous<br />

2657<br />

2488<br />

olletto Est<br />

ella Paur<br />

2890<br />

Nord<br />

3008<br />

Rocca<br />

i Valmiana<br />

le<br />

a<br />

a<br />

Testa<br />

del Reduc<br />

2573<br />

2718<br />

Cima Nanni<br />

Ugliengo<br />

2796<br />

Colle di<br />

Valmiana<br />

2922<br />

2674<br />

Monte<br />

Ventabren<br />

2462<br />

Cima<br />

Gorgia Cagna<br />

2608<br />

2015<br />

Punta<br />

Graveiretta<br />

Passo<br />

del Reduc<br />

Rifugio<br />

D. L. Bianco<br />

3087<br />

2402<br />

2735<br />

Monte<br />

Matto<br />

Rocca<br />

Arcoulon<br />

Cima<br />

Cougnè<br />

2461 Monte<br />

Bourel<br />

Bivacco<br />

S. Groppo<br />

Gias del Prato<br />

1529<br />

2617<br />

Cima<br />

del Latous<br />

1313<br />

2381<br />

Punta<br />

della Merà<br />

Tetti Niot<br />

Bivacco<br />

Gandolfo<br />

Monte<br />

Merqua<br />

1847<br />

2098<br />

Tetti<br />

Biaisa<br />

1228<br />

S. Anna<br />

di Valdieri<br />

Tetti 1054<br />

Ghedda<br />

Bivacco<br />

Barbero<br />

1669<br />

1780<br />

Asta<br />

Sottana<br />

1909<br />

963<br />

Gias della<br />

Vagliotta<br />

1581<br />

1308<br />

Rocc<br />

Rocca<br />

Roc<br />

Belve<br />

94<br />

Tappa breve, piuttosto facile, un poco<br />

faticosa soltanto nella ripida salita<br />

iniziale. Pittoresco il Lago sottano della<br />

Sella, che ospita sulle sue sponde il<br />

Rifugio Livio Bianco. A un tratto iniziale<br />

nel bosco seguono caldi e assolati<br />

pendii prativi. Durante il percorso si<br />

incontrano numerosi gias, testimonianze<br />

delle attività legate al pascolo estivo<br />

del bestiame, e i casolari del Chiot della<br />

Sella, un tempo utilizzati dai Savoia come<br />

casotti di caccia.<br />

E<br />

2:55 h<br />

+910/-0 m<br />

si attraversa il Rio della Meris su un ponte in legno. Un bel sentiero costeggia<br />

il Lago sottano della Sella (1862 m, 1:15 ore dal Gias del Prato) e in pochi minuti<br />

conduce al Rifugio Livio Bianco (1890 m, 0:05 ore dal Lago sottano della Sella),<br />

che da una splendida posizione si affaccia sul suggestivo specchio d'acqua.


T<br />

delle<br />

58<br />

//TAPPA 02<br />

DAL RIFUGIO<br />

LIVIO BIANCO AL<br />

RIFUGIO VALASCO<br />

Testa<br />

Badan<br />

2276<br />

↑ La salita al Colle di Valmiana<br />

1839<br />

← Al Colle di Valmiana<br />

→↑ Il Rifugio Valasco<br />

→↓ Panorama sull'Argentera dal<br />

sentiero che scende la Valmiana<br />

Ri<br />

Mal<br />

Testa<br />

Màlinvern<br />

2939<br />

2660<br />

Passo<br />

del Lupo<br />

// ITINERARIO<br />

Dal Rifugio Livio Bianco (1890 m) si torna bivio preso il Gias del Lago e si svolta<br />

a sinistra. Il sentiero taglia il pendio detritico, supera a tornanti una bastionata<br />

rocciosa e attraversa il ripiano sede del Gias Gros.<br />

Si riprende a salire a tornanti tra detriti, si supera un'altra bastionata e si arriva<br />

ad un bivio presso l'emissario del Lago soprano della Sella. Si svolta a sinistra,<br />

scavalcando una bastionata di rocce montonate e scendendo alla sottostante<br />

conca detritica.<br />

Lasciata a sinistra la traccia per il Monte Matto, ci s'innalza sulla sinistra<br />

orografica del vallone con una lunghissima serie di tornanti tra i macereti.<br />

I tornanti si fanno via via più stretti (la traccia tende a scomparire per brevi<br />

tratti) poi, con le ultime ampie svolte si arriva al Colle di Valmiana (2916 m,<br />

3:35 ore dal Rifugio Livio Bianco).<br />

Oltre il valico si scende a tornanti su detriti, seguendo il costone che digrada<br />

verso Punta Graveiretta. Senza raggiungere la modesta elevazione, il sentiero<br />

continua a scendere fino al bivio a quota 2483.<br />

Qui ci si tiene a sinistra (sud), alternando stretti tornanti a brevi traversi<br />

che spostano la discesa sul versante sinistro orografico del Vallone<br />

di Valmiana. Più in basso il sentiero si avvicina al rio che solca il vallone,<br />

poi piega a sinistra e taglia un costone roccioso (attenzione, brevi tratti<br />

in frana).<br />

Tornando verso il rio, se ne attraversa l'impluvio e infine si scende alla sterrata<br />

proveniente da Terme di Valdieri.Si va a destra e si attraversa il Piano inferiore<br />

del Valasco (1763 m): quando la rotabile si biforca, se ne percorre il ramo<br />

di sinistra, che termina poco dopo al Rifugio Valasco (1763 m, 2:25 ore<br />

dal Colle di Valmiana).


2602<br />

fugio<br />

invern<br />

2560<br />

esta<br />

Novelle<br />

2507<br />

Rocchetta<br />

della Paur<br />

2533<br />

2628<br />

Bassa<br />

del Drous<br />

2797<br />

Colletto<br />

di Valscura<br />

Testa<br />

del Claus<br />

2889<br />

Colle della<br />

Valletta<br />

2657<br />

2488<br />

Cima Sud<br />

di Valrossa<br />

Rifugio<br />

del Valasco<br />

Rifugio<br />

E. Questa<br />

Gorgia Cagna<br />

2715<br />

Rocca<br />

Pertusà<br />

Cima Nanni<br />

Ugliengo<br />

Rocca Colletto Est<br />

2796<br />

la Paur della Paur<br />

2972<br />

2890<br />

Cima<br />

Valrossa Nord<br />

3008<br />

2909<br />

Colle di<br />

Rocca Valmiana<br />

2893 di Valmiana 2922<br />

Cima Centrale<br />

di Valrossa<br />

2674<br />

1818<br />

Laghi glaciali, rocce montonate<br />

e interminabili distese di pietraie<br />

1662<br />

2015<br />

Punta<br />

Graveiretta<br />

Lago di<br />

Valcuca<br />

Rifugio<br />

D. L. Bianco<br />

3087<br />

2402<br />

2608 Cima<br />

Valcuca<br />

accompagnano l'escursionista per gran<br />

parte del percorso. Solo avvicinandosi al<br />

Piano del Valasco i larici ingentiliscono<br />

un ambiente quantomai selvaggio.<br />

Facile l'incontro con la fauna selvatica,<br />

in particolare stambecchi e camosci.<br />

2735<br />

Monte<br />

Matto<br />

Rocca sott.<br />

di S. Giovanni<br />

2325<br />

Cima<br />

Cougnè<br />

1385<br />

GiasE<br />

delle<br />

Mosche<br />

1592<br />

6:00 h<br />

Rocca<br />

Arcoulon<br />

Terme<br />

di Valdieri<br />

Gias del Prato<br />

1529<br />

2617<br />

Cima<br />

del Latous<br />

1313<br />

+1091/-1218 m<br />

Punta<br />

Stella<br />

2567<br />

Cima del<br />

Souffi<br />

2616<br />

Rifugio<br />

Bozano<br />

2381<br />

Punta<br />

della Merà<br />

Tetti Niot<br />

Bivacco<br />

Gandolfo<br />

1847<br />

G<br />

Asta<br />

Soprana Nor<br />

Gias<br />

29<br />

Lagarot<br />

1986<br />

Bivacco<br />

Varrone<br />

d<br />

2<br />

3050<br />

Cor<br />

Ste


60<br />

//TAPPA 03<br />

DAL RIFUGIO<br />

VALASCO AL<br />

RIFUGIO<br />

REMONDINO<br />

↑ Mulattiera ex militare che sale<br />

al Colletto del Valasco<br />

← Panoramica dal Lago<br />

mediano di Fremamorta<br />

→ Il Rifugio Remondino<br />

// ITINERARIO<br />

Dal Rifugio Valasco (1763 m) si sale al Piano superiore del Valasco. Al bivio<br />

appena oltre il ponte in legno, si imbocca la mulattiera a sinistra. La mulattiera<br />

s'innalza a tornanti nel lariceto, poi risale la Val Morta traversando in destra<br />

orografica ed infine volge a destra per immettersi sulla mulattiera proveniente<br />

dalla Valscura. Se ne segue l'ampio tracciato verso sinistra fino al Colletto<br />

del Valasco (2423 m, 2:20 ore dal Piano inferiore del Valasco).<br />

Oltre il valico, la mulattiera scende al vicino Lago sottano di Fremamorta (2354<br />

m), dove si trascura a sinistra il sentiero per il Gias delle Mosche. Si prosegue<br />

fino Lago mediano di Fremamorta (2375 m, 0:20 ore dal Colletto del Valasco),<br />

dove si imbocca a sinistra il sentiero per Pian della Casa.<br />

Trascurata a destra la mulattiera per i Laghi soprani di Fremamorta,<br />

si continua la discesa fino ai margini della conca del Gias sottano della Losa:<br />

qui si ignora a sinistra una traccia per Pian della Casa (più breve ma riservata<br />

a escursionisti esperti), e si risale a valicare un costone. Sul crinale si trascura<br />

a destra il sentiero per il Colle di Fremamorta e si riprende a scendere, a lungo,<br />

fino al più comodo sentiero diretto al Colle di Ciriegia.<br />

Lo si segue verso sinistra per una cinquantina di metri, fino a un trivio poco<br />

evidente: si abbandona allora il sentiero e si svolta a destra, seguendo radi<br />

segnavia bianchi che guidano attraverso i detriti.<br />

Giunti a pochi metri dal Rifugio Regina Elena (1833 m, 1:30 ore dal Lago<br />

mediano di Fremamorta), ci si tiene a sinistra sul sentiero principale<br />

di accesso al rifugio. Si scende verso Pian della Casa, si attraversano due rami<br />

del Torrente Gesso della Valletta ci si immette su una malandata pista sterrata.<br />

Si va a sinistra fino ad incontrare, a destra, il sentiero per il Rifugio Remondino.<br />

Invertendo il senso di marcia, il sentiero si tiene parallelo alla strada, poi piega<br />

a est. Si sale a stretti tornanti il roccioso Vallone dell'Assedras, con faticosi


sa<br />

rous<br />

Testa<br />

el Claus<br />

2889<br />

2619<br />

o delle<br />

te Nord<br />

Clot<br />

olombrons<br />

2137<br />

ïssi<br />

Cima Sud<br />

di Valrossa<br />

2797<br />

Colletto<br />

di Valscura<br />

Rifugio<br />

del Valasco<br />

Rifugio<br />

E. Questa<br />

2389<br />

1818<br />

Punta<br />

Graveiretta<br />

1662<br />

Testa di<br />

Tablasses 2423<br />

Testa delle 2552<br />

Portette<br />

2821<br />

Testa 2823<br />

Margiola Passo di<br />

2831 Tablasses<br />

2503<br />

Le Pulpite<br />

2616<br />

Colletto di<br />

Bresses<br />

Parc national<br />

u Mercantour<br />

Lago di<br />

Valcuca<br />

2608 Cima<br />

Valcuca<br />

2731<br />

Cima di<br />

Fremamorta<br />

Anche in questa tappa è notevole<br />

Rocca sott.<br />

di S. Giovanni<br />

2325<br />

Colletto di<br />

Valasco<br />

Bivacco<br />

J. Guiglia<br />

Colle di<br />

Fremamorta<br />

2582<br />

la varietà degli ambienti attraversati:<br />

2616<br />

si parte con la Val Morta che, a discapito<br />

del nome, si presenta desolata e<br />

detritica solo nei dintorni del Colletto<br />

del Valasco, si toccano poi due dei Laghi<br />

di Fremamorta, di origine glaciale,<br />

si scende attraverso un lariceto rado<br />

ai pascoli di Pian della Casa ed infine<br />

si termina nuovamente tra massi,<br />

rocce e macereti.<br />

1385<br />

Gias delle<br />

Mosche<br />

1592<br />

1735<br />

Gias<br />

Cima Est<br />

di Pagarì<br />

1313<br />

Terme<br />

di Valdieri<br />

E<br />

2479<br />

Cima del<br />

Souffi<br />

2616<br />

Rifugio<br />

1795 Elena<br />

2686<br />

Punta<br />

Stella<br />

2567<br />

Rifugio<br />

Bozano<br />

Cima del<br />

Piano della Casa<br />

6:35 h<br />

Rifugio<br />

Remondino<br />

+1477/-776 m<br />

1847<br />

Asta<br />

Soprana Nord<br />

Gias<br />

2948<br />

Lagarot<br />

2464<br />

1986<br />

Cima<br />

Maubert<br />

2865<br />

Bivacco<br />

Varrone<br />

Rifugio<br />

Morelli<br />

3290 Cima Sud<br />

Argentera<br />

Cima<br />

di Nasta<br />

3108<br />

Il<br />

Bastione<br />

2998<br />

3038<br />

Asta<br />

Sottan<br />

284<br />

P<br />

Pu<br />

2408 de<br />

3050<br />

Corno<br />

Stella<br />

Biva<br />

Ba<br />

26<br />

Cima Ghili<br />

tratti scalinati. Ignorato a destra il bivio per il Colle del Mercantour si prosegue<br />

a lungo l'ascesa a tornanti tra rocce e radi larici. Si rimonta un canale con<br />

ripidi tornantini poi, dopo l'ultima erta salita a gradoni, si arriva al Rifugio<br />

Remondino (2464 m, 2:25 ore dal Rifugio Regina Elena).


62<br />

//TAPPA 04<br />

DAL RIFUGIO<br />

REMONDINO AL<br />

RIFUGIO<br />

GENOVA FIGARI<br />

↑ Le colate di sfasciumi verso<br />

il Colle di Brocan<br />

← Al Colle di Brocan<br />

→ La Cima di Nasta dal Rifugio<br />

Remondino<br />

// ITINERARIO<br />

Alle spalle del Rifugio Remondino (2464 m) si seguono le tacche bianco-rosse<br />

che puntano in direzione est. Ci si innalza da subito in notevole pendenza,<br />

rimontando alcuni canali e macereti. Si continua a salire tra roccioni levigati,<br />

piegando verso sud-est, e si trascura a sinistra la traccia per il Lago di Nasta<br />

(palina). Oltre la diramazione la traccia volge a sud, attraversando in leggero<br />

saliscendi grosse placconate quasi pianeggianti alternate a pietraie, sempre<br />

guidati dai segnavia bianco-rossi (sovente assieme ad altri gialli o rossi).<br />

Si raggiunge così una seconda biforcazione: una traccia prosegue innanzi<br />

in direzione del Colle est del Mercantour (o Colle Ghiliè), mentre svoltando a<br />

sinistra si punta il Colle di Brocan. Imboccata quest'ultima direzione, si sale tra<br />

pietraie non eccessivamente ripide e piuttosto stabili, quindi si traversa verso<br />

sinistra, si contorna una conchetta detritica lasciandola sulla destra ed infine,<br />

con una erta ma breve rampa, si guadagna il Colle di Brocan (2892 m, 1:40 ore<br />

dal Rifugio Remondino).<br />

La discesa nel Vallone della Rovina è subito ripida e conduce in breve alla<br />

sottostante conca detritica quasi sempre innevata. La si supera tenendosi<br />

sulla sinistra (quando non conviene passare direttamente il nevaio), si traversa<br />

ai piedi di pareti rocciose e si scende al sottostante avvallamento, anch'esso<br />

spesso ingombro di neve. Anche in questo caso ci si tiene a sinistra, andando<br />

a recuperare una discreta traccia di sentiero. La traccia conduce ad un tratto<br />

di pietraia malagevole, ripido, che perdura fino a circa quota 2700.<br />

La traccia si getta a capofitto lungo il pendio, verso est, più o meno lungo<br />

la linea di massima pendenza. Solo intorno ai 2400 metri di quota, dopo aver<br />

superato parecchie rocce montonate, i segnavia conducono a sinistra (nord).<br />

Dopo un breve traverso, si svolta nuovamente ad est per calarsi in un ripido<br />

canale di rocce e magra erba, proseguendo poi su un ampio crinale fino ad<br />

immettersi sul sentiero, finalmente agevole, per il Colle della Rovina.


Cima<br />

alcuca<br />

Colletto di<br />

Valasco<br />

privè<br />

dus<br />

Bivacco<br />

J. Guiglia<br />

Colle di<br />

emamorta<br />

di<br />

orta<br />

2616<br />

2582<br />

Baisse de<br />

Roguè<br />

Gias delle<br />

Mosche<br />

1592<br />

1735<br />

Gias<br />

Cima Est<br />

di Pagarì<br />

Colle di<br />

Naucetas<br />

2479<br />

Souffi<br />

2616<br />

Rifugio<br />

1795 Elena<br />

2686<br />

Parc national<br />

u Mercantour<br />

2396<br />

Rifugio<br />

Bozano<br />

Cima del<br />

Piano della Casa<br />

Rifugio<br />

Remondino<br />

1815<br />

2727<br />

Cima<br />

Maubert<br />

2865<br />

2464<br />

Cima<br />

di Ciriegia<br />

Mont<br />

Cavalet<br />

3050<br />

2768<br />

Rifugio<br />

Morelli<br />

3290 Cima Sud<br />

Argentera<br />

Cima<br />

di Nasta<br />

3108<br />

Il<br />

Bastione<br />

Corno<br />

Stella<br />

2998<br />

3038<br />

2981<br />

Testa<br />

della<br />

Rovina<br />

2745<br />

2538<br />

Bivacco<br />

Baus<br />

2668<br />

Cima Ghilié<br />

Cime de<br />

Baissette<br />

Mont Pèlago<br />

Rifugio<br />

Genova<br />

2717<br />

Colle del<br />

Chiapous<br />

Passo<br />

della<br />

Rovina<br />

2724<br />

2687<br />

2110<br />

Refuge<br />

de Cougourde<br />

2009<br />

Tête des<br />

Lacs Bessons<br />

1532<br />

1392<br />

2462<br />

Colle di<br />

Fenestrelle<br />

Cima di<br />

Malariva<br />

2860<br />

2842<br />

Lago<br />

della<br />

Rovina<br />

2921<br />

Cima<br />

del Lombard<br />

2736<br />

Cima di<br />

Cougourda<br />

Garn<br />

1624<br />

d<br />

Caire<br />

Ciamberline<br />

R<br />

Soria<br />

1792<br />

Punt<br />

Rocc<br />

Bastano poche righe per descrivere<br />

l'ambiente in cui si svolge la tappa:<br />

alta montagna, con pareti rocciose<br />

incombenti, sterminate chine di<br />

sfasciumi, conche spesso invase dalla<br />

neve anche in piena estate. Due laghi,<br />

uno dei quali artificiale, ci attendono<br />

all'arrivo al Rifugio Genova Figari.<br />

EE<br />

3:35 h<br />

+452/-907 m<br />

Lo si segue verso sinistra, scendendo a tornanti da una balza rocciosa.<br />

Una seconda breve serie di svolte porta a passare un rio, subito oltre il quale<br />

si ignora a destra la traccia che scende sulle sponde prative del Lago Brocan<br />

(2004 m). Il sentiero costeggia per intero la sponda nord occidentale del lago<br />

ed arriva al Rifugio Genova Figari (2009 m, 1:55 ore dal Colle di Brocan).


64<br />

//TAPPA 05<br />

DAL RIFUGIO<br />

GENOVA FIGARI AL<br />

RIFUGIO SORIA<br />

ELLENA<br />

↑ Al Colle di Fenestrelle con<br />

il Monte Gelas sullo sfondo<br />

← Le prime luci sul Colle<br />

di Fenestrelle, seminascosto<br />

al centro della foto<br />

→ Giovani stambecchi al Colle<br />

di Fenestrelle<br />

// ITINERARIO<br />

Si percorre a ritroso la strada sterrata di accesso al Rifugio Genova Figari<br />

(2009 m), in direzione del Bacino del Chiotas. Dopo qualche saliscendi<br />

si abbandona la sterrata per imboccare a destra il sentiero per il Colle<br />

di Fenestrelle. Il sentiero si porta nel piccolo pianoro prativo subito a monte<br />

della strada, lo attraversa e sale per poche decine di metri fino ad una<br />

seconda conchetta pianeggiante, passando vicino ad un ruscello (possibili<br />

alcuni tratti acquitrinosi). Il sentiero si sposta quindi verso sinistra (sul versante<br />

destro orografico del Vallone del Fenestrelle - entrambi i valloni che adducono<br />

al colle portano lo stesso nome). Con numerosi tornanti ci si innalza dapprima<br />

su un pendio inerbito, poi su una colata di detriti. Un breve traverso porta<br />

ai piedi di alcune balze rocciose levigate dai ghiacciai, che si superano con<br />

stretti tornanti. Oltre le balze si perdono alcuni metri di quota, poi si riprende<br />

a salire a tornanti tra rocce, detriti e magra erba. Per un breve tratto il sentiero<br />

serpeggia tra le rocce, lascia a sinistra una traccia malagevole che si dirige<br />

verso il colle (sconsigliata), poi perde nuovamente quota con alcune svolte.<br />

Si attraversa una conchetta detritica e ci si sposta sul versante sinistro<br />

orografico del vallone. Un'ultima serie di tornanti conduce all'allungata valletta<br />

che termina al Colle di Fenestrelle (2462 m, 1:45 ore dal Rifugio Genova Figari).<br />

Oltre il colle si scende in una minuscola conca prativa, risalendo poi<br />

sul margine opposto, ove si trovano i ruderi di un ricovero ottocentesco.<br />

La discesa prosegue seguendo fedelmente il tracciato di una vecchia<br />

mulattiera che mantiene incredibilmente invariata la pendenza. Tra magra<br />

erba e pietrame si scende fino a contornare, lasciandolo a destra, il minuscolo<br />

Lagarot di Fenestrelle (spesso asciutto in estate), poi si perde quota tra pendii<br />

prativi con una infinita serie di tornanti, ora stretti, ora molto ampi. Passati i<br />

ruderi del Gias Alvè, si arriva finalmente sulla carrareccia proveniente<br />

da San Giacomo di Entracque, in questo tratto invero piuttosto malandata.


Rifugio<br />

mondino<br />

2464<br />

Cima<br />

Ciriegia<br />

t<br />

815<br />

2727<br />

Cima<br />

Maubert<br />

2865<br />

Cima<br />

di Nasta<br />

3108<br />

Il<br />

Bastione<br />

2998<br />

2981<br />

Testa<br />

della<br />

Rovina<br />

2768<br />

3038<br />

2745<br />

Bivacco<br />

Baus<br />

2668<br />

Rifugio<br />

Genova<br />

Cima Ghilie'<br />

Cime de<br />

Baissette<br />

Mont Pèlago<br />

Passo<br />

della<br />

Rovina<br />

2724<br />

2687<br />

2110<br />

Refuge<br />

de Cougourde<br />

2009<br />

Tête des<br />

Lacs Bessons<br />

2462<br />

Colle di<br />

Fenestrelle<br />

Cima di<br />

Malariva<br />

2860<br />

2842<br />

2921<br />

Cima<br />

del Lombard<br />

2736<br />

Cima di<br />

Cougourda<br />

Caire<br />

Ciamberline<br />

1624<br />

2647<br />

Punta<br />

Roccati<br />

S.Giacomo<br />

di Entracque<br />

Gias<br />

Isterpis<br />

Rifugio<br />

Soria-Ellena<br />

1792<br />

2393<br />

2673<br />

Punta<br />

della Siula<br />

3143<br />

Bec<br />

dell`Aignè<br />

2289<br />

Monte<br />

Gelàs<br />

Gi<br />

della<br />

1930 14<br />

Barra<br />

della Siula<br />

Cima di<br />

Pantacrèus<br />

Passo Sot<br />

del Mura<br />

2<br />

Rifug<br />

Pag<br />

265<br />

Lasciati alle spalle il Bacino del Chiotas<br />

e il Massiccio dell'Argentera, al Colle<br />

di Fenestrelle appare la sagoma<br />

inconfondibile del Monte Gelas.<br />

Spicca il contrasto tra i versanti rocciosi<br />

della salita, e i morbidi pendii prativi<br />

nella discesa al Rifugio Soria Ellena.<br />

Sul valico non è difficile imbattersi<br />

in piccoli gruppi di stambecchi.<br />

E<br />

3:15 h<br />

+560/-729 m<br />

Seguendola verso destra, la carrareccia arriva a guadare il Torrente Gesso<br />

della Barra proprio all'imbocco dell'ampia conca pascoliva del Piano<br />

del Praiet (1812 m circa). Una passerella in legno, posizionata sulla sinistra<br />

pochi metri prima del torrente, consente di evitare il guado. Subito oltre<br />

la passerella si trova un bivio: si ignora il ramo di destra che raggiunge il rifugio<br />

ricollegandosi alla carrareccia e si prende a sinistra, risparmiando qualche<br />

minuto di cammino. Il sentierino attraversa un breve tratto di vegetazione<br />

nitrofila, lascia a sinistra il Ricovero Praiet quindi, con una breve ma ripida<br />

salita tra erba e roccette, guadagna il dosso su cui sorge il Rifugio Soria Ellena<br />

(1840 m, 1:30 ore dal Colle di Fenestrelle).


66<br />

//TAPPA 06<br />

DAL RIFUGIO<br />

SORIA ELLENA AL<br />

RIFUGIO PAGARÌ<br />

↑ Il Bivacco Moncalieri<br />

← Il Lago Blu<br />

→↑ Il Lago della Maura dal<br />

sentiero per la Pera de Fener<br />

→↓ Punta della Siula e il Lago<br />

Bianco del Gelas dal Bivacco<br />

Moncalieri<br />

// ITINERARIO<br />

Dal Rifugio Soria Ellena (1840 m) si scende al sottostante Piano del Praiet.<br />

Presso il torrente si imbocca il bivio a sinistra per il Colle di Finestra.<br />

La mulattiera, attraversa verso sud tutto il pianoro, poi s'innalza sul versante<br />

destro orografico del vallone. Dopo un paio di tornanti la si abbandona e<br />

si svolta a sinistra sul sentiero per la Pera de Fener. Il sentiero guadagna quota<br />

con una interminabile serie di tornanti: mai troppo faticoso, si porta a fianco<br />

di un ruscello e lo attraversa due volte. Staccata la traccia a sinistra per il Lago<br />

delle Maura, e poco oltre, quella a destra la traccia per la Forcella Roccati,<br />

si prosegue in ambiente ora marcatamente detritico. Si supera una bastionata<br />

rocciosa e si giunge al minuscolo ripiano della Pera de Fener (2685 m circa),<br />

oltre il quale ci si affida sovente agli ometti per proseguire nella pietraia.<br />

Si rimonta la morena frontale del Ghiacciaio Nord del Gelas, si attraversano<br />

le (probabili) lingue di neve che scendono dal ghiacciaio ed infine ci si inerpica<br />

sul pendio di detriti instabili, rocce e neve fino al Passaggio dei Ghiacciai<br />

del Gelas (2777 m, 3:40 ore dal Rifugio Soria Ellena).<br />

Sul filo di cresta si svolta a sinistra: rimontati pochi metri, si scende fino ad<br />

un colletto proprio alle spalle del Bivacco Città di Moncalieri (2700 m, 0:15<br />

ore dal Passaggio dei Ghiacciai). Dal bivacco si scende per traccia tra detriti al<br />

Lago Bianco del Gelas deviando poi a destra fino al vicino Lago Blu.<br />

Si attraversa l'emissario del lago, poi si perde ancora quota con poche svolte.<br />

Si supera un costone (breve scosceso tratto in frana), poi si rimonta la conoide<br />

detritica che porta al Passaggio soprano del Muraion.<br />

Sul versante opposto, il sentiero continua la salita, piega a sud-est e scavalca<br />

l'ennesimo costone. Si rimonta il dosso ove sorge il rifugio e ci si immette<br />

sul sentiero proveniente da valle: si svolta a destra e si arriva al Rifugio Federici<br />

Marchesini, meglio noto come Rifugio Pagarì (2627 m, 1:45 ore dal Bivacco<br />

Moncalieri).


ta<br />

ana<br />

Passo<br />

della<br />

Rovina<br />

2724<br />

2687<br />

Tête des<br />

cs Bessons<br />

2110<br />

Refuge<br />

de Cougourde<br />

Cime<br />

de Juisse<br />

2583<br />

2462<br />

Colle di<br />

Fenestrelle<br />

Cima di<br />

Malariva<br />

2860<br />

2921<br />

Cima di<br />

Cougourda<br />

Cima<br />

del Lombard<br />

2842<br />

1624<br />

Rifugio<br />

Soria-Ellena<br />

1792<br />

2647<br />

Punta<br />

Roccati<br />

2393<br />

2673<br />

Punta<br />

della Siula<br />

Monte<br />

Gelàs<br />

3143<br />

Colle di 2495 2917<br />

Cima<br />

Finestra Saint Robert<br />

2687 Cima<br />

Cime Est di Finestra Mont<br />

de l'Agnellière<br />

Colomb<br />

Lac<br />

2700<br />

Balaour<br />

2816<br />

Sebbene la parte iniziale della salita<br />

si svolga su comodo sentiero, non<br />

bisogna farsi ingannare: la traversata<br />

tra la Pera de Fener e il Lago Bianco<br />

è decisamente impegnativa.<br />

Laghi glaciali, ghiacciai, morene, e<br />

distese di detriti caratterizzano buona<br />

parte di questa tappa, dove<br />

la probabilità di incontri ravvicinati con<br />

gruppi di stambecchi è davvero elevata.<br />

2289<br />

1930 1430<br />

Barra<br />

della Siula<br />

Cima di<br />

Pantacrèus<br />

Rifugio<br />

Pagarì<br />

EE<br />

Passo Sottano<br />

del Muraion 2405<br />

2050<br />

Cima<br />

del Toro<br />

2650<br />

2819<br />

Passo<br />

di Pagarì<br />

5:40 h<br />

+1233/-446 m<br />

Monte<br />

Carbonè<br />

2908<br />

Lago del<br />

Vei del Bouc<br />

Cima di<br />

Pagarì<br />

Lago<br />

Cim<br />

Vallett<br />

Co<br />

Vei d<br />

Passo<br />

dell`Agn<br />

2560<br />

Lac de l'Agnel<br />

Cim<br />

Charn<br />

2827 O<br />

Ref<br />

de Valm


1532<br />

68<br />

//TAPPA 07<br />

DAL RIFUGIO<br />

PAGARÌ A<br />

SAN GIACOMO<br />

DI ENTRACQUE<br />

↑ Femmina di stambecco<br />

← Il Vallone di Moncolomb<br />

→ Il Rifugio Federici Marchesini<br />

al Pagarì. Sullo sfondo, la Cima<br />

della Maledia<br />

C<br />

Fe<br />

C<br />

M<br />

de<br />

// ITINERARIO<br />

Dal Rifugio Federici Marchesini al Pagarì (2627 m) si segue il sentiero<br />

che scende verso est perdendo quota con numerosi tornanti, via via più ampi.<br />

Si piega a nord-ovest (sinistra), per scendere con ripidi traversi, tra rocce e<br />

praterie alpine. Poco oltre il Rio Pagarì il sentiero spiana per un brevissimo<br />

tratto e supera il Passo sottano del Muraion, quindi riprende con<br />

una lunghissima serie di tornanti.<br />

Quando la pendenza diminuisce si perviene al Rio Pantacreus (che, in caso<br />

di piena, può essere attraversato sulla soprastante passerella in legno);<br />

subito dopo, presso un grosso masso, si ignora a sinistra il sentiero<br />

per il Bivacco Moncalieri.<br />

Ora su comoda mulattiera, con un lungo mezzacosta si scende al Gias<br />

Colombo, si piega a destra ad attraversare il torrente su una lunga passerellae<br />

si prosegue poi verso nord fino ai ruderi del Gias sottano del Vej del Bouc<br />

(1437 m, 2:30 ore dal Rifugio Federici Marchesini).<br />

Si segue la strada sterrata che raggiunge da valle il gias, si attraversa l'intero<br />

pianoro di Pra del Rasur, e si risale brevemente a scavalcare il costone dove<br />

si incontra il Gias del Rasur.<br />

Da questo punto si segue la strada sempre in discesa, ignorando varie<br />

scorciatoie, fino ad arrivare alle spalle delle ex Palazzine Reali di Caccia,<br />

oggi colonie estive proprietà di enti religiosi (fontana).<br />

Qui si incontra una stradina afaltata che continua la discesa fino al ponte<br />

sul Torrente Gesso della Barra e quindi a San Giacomo di Entracque<br />

(1209 m, 1:00 ore dal Gias sottano del Vej del Bouc).<br />

de<br />

2


della<br />

Rovina<br />

Monte<br />

Barra<br />

S.Giacomo<br />

di Entracque<br />

1226<br />

1939<br />

Colletto<br />

Cruset<br />

2779<br />

Punta<br />

della Rua<br />

2142<br />

Punta<br />

di Costagrande<br />

2462<br />

olle di<br />

nestrelle<br />

ima di<br />

alariva<br />

2860<br />

2921<br />

Cima di<br />

Cougourda<br />

Cima<br />

l Lombard<br />

2842<br />

2736<br />

Caire<br />

Ciamberline<br />

1624<br />

2647<br />

Punta<br />

Roccati<br />

Gias<br />

Isterpis<br />

Rifugio<br />

Soria-Ellena<br />

1792<br />

2393<br />

2673<br />

Punta<br />

della Siula<br />

3143<br />

Bec<br />

dell`Aignè<br />

Colle di 2495 2917<br />

Cima<br />

Finestra Saint Robert<br />

2687 Cima<br />

Cime Est di Finestra Mont<br />

l'Agnellière<br />

Colomb<br />

Lac<br />

700<br />

Balaour<br />

2816<br />

1930<br />

Barra<br />

della Siula<br />

2289<br />

Cima di<br />

Pantacrèus<br />

Rifugio<br />

Pagarì<br />

Gias<br />

della Pera<br />

1430<br />

Passo Sottano<br />

del Muraion<br />

2050<br />

2650<br />

2819<br />

Passo<br />

di Pagarì<br />

Passo di<br />

Frassinetto<br />

2908<br />

2802<br />

2612<br />

Monte<br />

Carbonè<br />

Lago del<br />

Vei del Bouc<br />

Cima<br />

del Toro<br />

Cima di<br />

Pagarì<br />

2313<br />

Monte<br />

Lavasse'<br />

Cima del<br />

Lago Carbonè<br />

2803<br />

Passo<br />

dell`Agnel<br />

2560<br />

2802<br />

Cima della<br />

Valletta Grande<br />

2618<br />

2405<br />

Colle del<br />

Vei del Bouc<br />

Lac de l'Agnel<br />

Cime de la<br />

Charnassère<br />

2827 Ovest<br />

Refuge 2221<br />

de Valmasque<br />

Pu<br />

d<br />

Colle Ov<br />

del Sabbi<br />

23<br />

2705<br />

Cim<br />

dell<br />

Scande<br />

Vas<br />

de Val<br />

Dal rifugio più alto delle <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong>,<br />

una lunga discesa con infiniti tornanti<br />

porta al pianoro di Pra del Rasur.<br />

Qui una comoda strada sterrata<br />

conduce a San Giacomo di Entracque.<br />

Se la prima parte della discesa si svolge<br />

a lungo in ambiente selvaggio, tra<br />

cime di 3000 metri, la tappa, e l'intero<br />

trekking, si concludono all'interno<br />

di un fresco bosco. Spettacolari i faggi<br />

monumentali che si incontrano<br />

nei pressi delle ex Palazzine Reali,<br />

vicino a San Giacomo.<br />

E<br />

3:30 h<br />

+24/-1442 m


70<br />

//IL GIRO<br />

DEL<br />

MARGUAREIS


Il Giro del Marguareis nasce nel 2006 a seguito<br />

di una iniziativa del Parco Naturale Alta Valle<br />

Pesio e Tanaro, poi divenuto Parco<br />

del Marguareis e dei gestori dei rifugi dell’area<br />

protetta. È un bel trekking ad anello attorno<br />

alle due vette principali delle <strong>Alpi</strong> <strong>Liguri</strong>,<br />

immersi nel regno del carsismo, dove a farla<br />

da padrona sono pascoli a perdita d'occhio<br />

inframezzati da verticali pareti calcaree.<br />

E poi doline, campi solcati e distese di rocce<br />

bianchissime, quasi lunari. Poiché il terreno<br />

carsico assorbe l'acqua, mancano laghi e corsi<br />

d'acqua in quota; ma nel fondo dei valloni i<br />

reticoli idrografici sotterranei vengono alla<br />

luce, non di rado con con spettacolari risorgive.<br />

Il percorso ufficiale consta di cinque tappe, ma<br />

la presenza di numerose varianti permette di<br />

modificarlo secondo proprie esigenze<br />

con estrema facilità: si può optare per tappe<br />

più lunghe o più brevi, compiere solo l'anello<br />

intorno al Massiccio del Marguareis o girare<br />

attorno anche al Mongioie, con durate<br />

che vanno dai due ai cinque giorni.<br />

Se la partenza classica è da Pian delle Gorre,<br />

in Valle Pesio, anche Carnino o Viozene in<br />

Valle Tanaro possono essere località adatte ad<br />

iniziare il trekking.<br />

Il periodo migliore per effettuare il Giro<br />

del Marguareis coincide con il periodo<br />

di apertura dei rifugi, da metà giugno a metà<br />

settembre. A giugno, a seconda delle annate,<br />

è possibile ancora incontrare neve sui valichi<br />

mentre, compatibilmente con l'apertura<br />

delle strutture, non si hanno problemi fino<br />

alla metà di ottobre.<br />

← La Cima delle Saline<br />

↑ Il Colle del Prel<br />

↓ I “campi carreggiati”, fenomeni<br />

erosivi su rocce calcaree<br />

→ SEGNAVIA<br />

Il Giro del Marguareis<br />

si appoggia su sentieri<br />

preesistenti, per i quali<br />

la segnaletica orizzontale<br />

è a tacche bianco-rosse<br />

affiancate e la segnaletica<br />

verticale è costituita dalle<br />

tipiche paline con cartelli<br />

indicatori bianco-rossi.<br />

La segnaletica<br />

di continuità è costituita<br />

da una placchetta<br />

raffigurante il logo<br />

del Giro del Marguareis<br />

applicata in genere<br />

sulle paline.<br />

71


72<br />

//TAPPA 01<br />

DAL RIFUGIO PIAN<br />

DELLE GORRE AL<br />

RIFUGIO GARELLI<br />

↑ Il Rifugio Garelli<br />

← Il Gias soprano di Sestrera<br />

→↑ Gias Madonna<br />

→↓ Pian del Creus<br />

// ITINERARIO<br />

Da Pian delle Gorre (1032 m), sede dell'omonimo rifugio, si prende la sterrata<br />

chiusa al traffico che si inoltra all'interno del bosco nel Vallone del Saut<br />

(del Salto), in direzione sud-est.<br />

Si prosegue fino ad imboccare, a sinistra, il sentiero (palina) per il Pian<br />

del Creus. Si sale ripidi nel Vallone di Serpentera all'interno del bosco<br />

fino alla radura di Pian del Creus (1279 m, 0:45 ore da Pian delle Gorre).<br />

Si trascura il bivio a destra per il Gias sottano di Sestrera e si prosegue diritti<br />

per il Gias Madonna, attraversando la radura a fianco del torrente.<br />

Passato il torrente su ponticello, si riprende la salita a tornanti<br />

su un ripido crinale nel bosco.<br />

Si esce dal bosco proprio ai piedi di un dosso prativo, che si risale fino alla<br />

sommità, dove sorge il Gias Madonna (1652 m, 1:10 ore da Pian del Creus).<br />

Si prosegue a destra per il Gias soprano di Sestrera, scendendo dal dosso<br />

prativo. Si rientra nel bosco e si scende fino all'impluvio della Comba Comune.<br />

Guadati alcuni rii, con un ripido traverso scalinato su scoscesi pendii<br />

si riguadagna la quota persa.<br />

Dopo un lungo mezzacosta (si ignora il bivio a sinistra per il Giaset)<br />

si giunge al Gias della Costa. Si traversa in salita, superando l'ampia<br />

displuviale che separa il Vallone di Serpentera dal Vallone di Sestrera e<br />

si arriva all'ampio pianoro pascolivo sede del Gias soprano di Sestrera<br />

(1847 m, 1:25 ore dal Gias Madonna, fontana). Qui ci si immette sul sentiero<br />

proveniente da Pian delle Gorre e si svolta a sinistra, rimontando l'ultimo<br />

centinaio di metri di dislivello che separa dal soprastante Rifugio Garelli<br />

(1966 m, 0:20 ore dal Gias soprano di Sestrera).


o<br />

2<br />

Punta<br />

Mirauda<br />

2155<br />

2064<br />

le Vaccarile<br />

1758<br />

Testa du Siet<br />

Rif. Pian<br />

delle Gorre<br />

1032<br />

Testa<br />

del Pari<br />

Il Pulpito<br />

1231<br />

Testa del<br />

Grupas<br />

1804<br />

1957<br />

Punta<br />

Bartivolera<br />

2097<br />

Punta<br />

Pellerina<br />

2217<br />

Cima<br />

del Cars<br />

161<br />

Passo<br />

della Colle<br />

Colla 19<br />

Rossa<br />

2102<br />

onte<br />

Jurin<br />

Il<br />

est<br />

Cima<br />

Baban<br />

2186<br />

2495<br />

Cima<br />

della<br />

Fascia<br />

2004<br />

Colle del<br />

Carbone<br />

2312<br />

Gias<br />

Fontana<br />

1218<br />

Passo di<br />

Baban<br />

1861<br />

Colla Piana<br />

di Malaberga<br />

2219<br />

1989<br />

Passo<br />

del Duca<br />

Testa<br />

del Duca<br />

1926<br />

Punta<br />

di Sestrera<br />

2302<br />

1947<br />

Cima<br />

Scarason<br />

2355<br />

2101<br />

Cima<br />

della Madonna<br />

2652<br />

Cima di<br />

San Lorenzo<br />

Rifugio<br />

Garelli<br />

1966<br />

2298<br />

2306<br />

2228<br />

Porta<br />

Sestrera<br />

Porta<br />

Marguareis<br />

Passo di<br />

È una via Colla alternativa e più lunga PuntaE<br />

Scarason<br />

Malaberga<br />

Marguareis 2541<br />

Col di della accesso al rifugio Castel Garelli, che si svolge 3:40 h<br />

Boaria<br />

2256<br />

Frippi<br />

2357<br />

Cima Palù<br />

comunque<br />

2102<br />

su sentieri ben segnalati. Colle<br />

Passo+1018/-84 m<br />

dei Signori della Gaina<br />

La traversata dal Vallone di Serpentera<br />

al Vallone di Sestrera presenta numerosi<br />

spunti di interesse: dai boschi<br />

di abete bianco, ai numerosi alpeggi,<br />

ai panorami sulla parete nord<br />

del Marguareis.<br />

Porta<br />

Biecai<br />

163<br />

P<br />

Punte del Ci<br />

Pontetto<br />

2253<br />

2203<br />

Punta Havis<br />

De Giorgio<br />

Cima<br />

delle Saline<br />

2460<br />

Cima<br />

degli Arpetti<br />

de<br />

241


74<br />

//TAPPA 02<br />

DAL RIFUGIO<br />

GARELLI AL<br />

RIFUGIO MONDOVÌ<br />

↑ Il Rifugio Mondovì - De Giorgio<br />

← La conca del Lago Biecai,<br />

asciutto quasi tutto l'anno<br />

→ Il vallone che, dal Rifugio<br />

Garelli, conduce a Porta Sestrera<br />

// ITINERARIO<br />

Proprio di fronte alla terrazza del Rifugio Garelli (1966 m) si stacca verso est un<br />

evidente sentiero che attraversa il ripiano prativo di Pian del Lupo. Il sentiero<br />

rimonta il vallone tra erba e roccette, tenendosi inizialmente sulla sinistra<br />

orografica, quindi costeggia una pietraia e poi si sposta verso sinistra.<br />

Dopo aver risalito un lungo dosso, il sentiero si sposta sulla destra orografica<br />

e serpeggia tra ondulati pendii prativi. Le numerose tracce, anche create dagli<br />

animali al pascolo, complicano un poco l'individuazione del percorso corretto:<br />

con alcune svolte, e senza eccessivi problemi, si guadagna comunque l'ampia<br />

e prativa insellatura di Porta Sestrera (o Passo di Lapassè, 2228 m, 0:50 ore dal<br />

Rifugio Garelli).<br />

Praticamente sul valico, si ignora la esile traccia che si dirama a sinistra verso<br />

il Lago delle Moie, e si incomincia la discesa sul versante della Valle Ellero.<br />

Anche in questo caso si perde quota tra arrotondati dossi prativi. Lasciata<br />

a destra una prima diramazione per il Colle del Pas, si continua a scendere<br />

guidati dai paletti segnavia, tenendosi a destra del profondo impluvio di un<br />

ruscelletto, finché ci si immette su un secondo sentiero diretto al Colle del Pas<br />

proveniente dal Rifugio Mondovì Havis De Giorgio.<br />

Lo si segue verso sinistra, traversando in diagonale pendii prativi, alti sulla<br />

conca del Lago Biecai.<br />

Dopo aver passato un piccolo rio, con una breve risalita si giunge ad una poco<br />

evidente biforcazione presso alcuni ruderi. Si trascura la traccia di sinistra<br />

per il Lago delle Moie e si prosegue innanzi. Si aggira ora a mezzacosta tutta<br />

la conca del Lago Biacai, toccando altri ruderi, e raggiungendo lo stretto<br />

passaggio noto come Porta Biecai (2004 m). Con serpentine via via più ampie,<br />

ci si cala abbastanza ripidi dalla bastionata rocciosa che chiude la conca del<br />

Lago Biecai e si entra nella valletta del Rio Ciappa.


Pian<br />

Gorre<br />

1032<br />

2302<br />

2107<br />

2260<br />

1231<br />

tel<br />

2256<br />

pi<br />

Colle<br />

dei Signori<br />

Cime de<br />

Capoves<br />

Il Pulpito<br />

2355<br />

2079<br />

2357<br />

1957<br />

Testa<br />

del Duca<br />

1926<br />

Punta<br />

di Sestrera<br />

1989<br />

sso<br />

1947<br />

Duca<br />

Cima<br />

Scarason<br />

1804<br />

Punta<br />

Bartivolera<br />

2652<br />

Rifugio<br />

Don Barbera<br />

2101<br />

Cima<br />

della Madonna<br />

Rifugio<br />

Garelli<br />

1966<br />

Passo di<br />

Scarason Punta<br />

Marguareis<br />

Cima di<br />

San Lorenzo<br />

2298<br />

2217<br />

2306<br />

2228<br />

Porta<br />

Sestrera<br />

Porta<br />

Marguareis<br />

2541<br />

Cima Palù<br />

Passo<br />

della Gaina<br />

Cima<br />

del Cars<br />

2023<br />

Tappa abbastanza varia e panoramica,<br />

seppur assai breve. Dalla Valle Pesio<br />

si passa in Valle Ellero attraverso Porta<br />

Sestrera, sempre su sentieri agevoli.<br />

Pascoli, rocce calcaree lavorate dalle<br />

acque di ruscellamento, ed un lago<br />

effimero (che scompare in estate)<br />

sono i temi di interesse per questa<br />

breve traversata.<br />

Porta<br />

Biecai<br />

Passo<br />

della Colletta<br />

1589<br />

Colla 1960<br />

Rossa<br />

Punte del<br />

Pontetto<br />

2253<br />

2203<br />

Punta Havis<br />

De Giorgio<br />

Cima<br />

delle Saline<br />

2460<br />

Cima<br />

degli Arpetti<br />

Passo<br />

delle Mastrelle<br />

1634<br />

Ponte<br />

Ciappa<br />

2415<br />

Carnino<br />

E<br />

Rifugio<br />

Mondovi<br />

1755<br />

2613<br />

2219<br />

Monte<br />

Castello<br />

Cima<br />

delle<br />

Masche<br />

2392<br />

Passo<br />

delle Saline<br />

1931<br />

2177<br />

Rocca<br />

Garbo<br />

delle<br />

del Manco<br />

Donzelle<br />

1:55 h<br />

+279/-490 m<br />

1767<br />

Monte<br />

Mondolè<br />

Colletta<br />

Seirasso<br />

2097<br />

Cima<br />

Seirasso<br />

2436<br />

Colle<br />

Brignola-Seir<br />

Gias<br />

Gruppetti della<br />

1862<br />

M<br />

Mo<br />

Bocchin<br />

delle Scag<br />

Passo<br />

del Cavallo<br />

2238<br />

Con un lungo traverso in leggera discesa, sulla destra orografica della valletta,<br />

il sentiero taglia ora prati, ora tratti acquitrinosi (ma su fondo opportunamente<br />

selciato), ora macchie fitte di rododendri e altri arbusti. Aggirate le propaggini<br />

settentrionali di Punta Havis De Giorgio il sentiero inverte il senso di marcia e<br />

scende in pochi minuti al Rifugio Mondovì Havis De Giorgio (1755 m, 1:05 ore<br />

da Porta Sestrera).


76<br />

//TAPPA 03A<br />

DAL RIFUGIO<br />

MONDOVÌ AL<br />

RIFUGIO MONGIOIE<br />

VIA PASSO DELLE SALINE<br />

↑ Cima delle Saline dal Passo<br />

delle Saline<br />

← Panorama su Pian Marchisio,<br />

Cima delle Saline e Cima delle<br />

Masche<br />

→ Il Rifugio Mongioie<br />

// ITINERARIO<br />

Dal Rifugio Mondovì Havis de Giorgio si segue la tappa precedente fino<br />

al bivio per il Passo delle Saline poco oltre il Gias Pra Canton.<br />

Quando la strada poco dopo si biforca, si prende il ramo di destra.<br />

La strada prosegue a lungo in piano e guada due volte il corso d'acqua che<br />

scorre sul fondo del vallone. Poco oltre il Gias Pra Canton, la sterrata rimonta<br />

una balza rocciosa e raggiunge il bivio sulla destra con il sentiero per il Passo<br />

delle Saline. Imboccato il sentiero, si sale al pianoro soprastante.<br />

Paletti segnavia guidano tra prati e rocce affioranti. Ora tra praterie alpine<br />

il sentiero (ancora paletti segnavia) piega a destra e s'innalza a una conca<br />

prativa. Si rimonta il ripido pendio (inopportune scorciatoie) che porta al<br />

Passo delle Saline (2177 m, 1:40 ore dal Rifugio Mondovì).<br />

Al colle si ignorano due sentieri: a destra per Cima delle Saline e a sinistra<br />

per il Mongioie, e si divalla piuttosto ripidi nel Vallone delle Saline,<br />

tra arrotondati pendii e conche pascolive. Oltre il riattato Gias delle Saline<br />

il paesaggio muta drasticamente. Si entra infatti nell'angusta Gola delle Saline,<br />

rinserrata tra ripide pareti di rocce calcaree, che si supera spostandosi<br />

sulla sinistra orografica. Fuori la gola si taglia in discesa un pendio detritico,<br />

poi, entrati nel bosco, si lascia a destra la breve deviazione per il Rifugio Ciarlo<br />

Bossi (1526 m). Poco oltre si giunge ad ruderi di Tetti delle Donzelle (1516 m,<br />

1:10 ore dal Passo delle Saline).<br />

Al bivio presso i ruderi, si svolta a sinistra sull'ampio sentiero che raggiunge<br />

la Colla di Carnino (1594 m, 0:15 ore da Tetti delle Donzelle) attraverso<br />

un bel bosco di pini. Si continua sul versante opposto del modesto valico,<br />

in falsopiano e leggera discesa, e si passa il torrente che scorre nel Vallone<br />

delle Fuse su un ponte sospeso (se inagibile, usare il sentiero a sinistra poco<br />

prima del ponte).


2652<br />

4<br />

Rifugio<br />

Garelli<br />

1966<br />

unta<br />

guareis<br />

2228<br />

Porta<br />

Sestrera<br />

Porta<br />

Marguareis<br />

2541<br />

2245<br />

2178<br />

Passo<br />

di Framargal<br />

1587<br />

2298<br />

57<br />

Cima Palù<br />

sso<br />

Gaina<br />

2023<br />

Il Ferà<br />

Porta<br />

Biecai<br />

1589<br />

2253<br />

2203<br />

Punta Havis<br />

De Giorgio<br />

Cima<br />

delle Saline<br />

2460<br />

Cima<br />

degli Arpetti<br />

Passo<br />

delle Mastrelle<br />

Cima<br />

Caplet<br />

1958<br />

2415<br />

Rifugio<br />

Mondovi<br />

Carnino<br />

1747<br />

1755<br />

2613<br />

Cima<br />

delle<br />

Masche<br />

2392<br />

1359<br />

Passo<br />

del Lagarè<br />

Sentieri privi di difficoltà durante<br />

la traversata del valico, tuttavia con<br />

2177<br />

Passo<br />

delle Saline<br />

1594<br />

1767<br />

Colla<br />

di Carnino<br />

tracce non sempre evidenti. Intrigante il<br />

passaggio sul ponte sospeso delle Vene.<br />

Percorso che si snoda in prevalenza tra<br />

pascoli e praterie alpine.<br />

Evidenti le tracce di fenomeni carsici,<br />

dall'erosione dovuta alle acque di<br />

ruscellamento alle doline e inghiottitoi.<br />

La parte finale attraversa una bella<br />

pineta e i pascoli di Pian Rosso.<br />

Garbo<br />

del Manco<br />

2436<br />

2329<br />

Colle<br />

Brignola-Seirasso<br />

2475<br />

Gias<br />

Gruppetti<br />

1862<br />

Passo<br />

del Cavallo<br />

2238<br />

E<br />

1353<br />

Rifugio<br />

Mongioie<br />

1520<br />

Viozene<br />

1274<br />

1134<br />

2325<br />

2276<br />

Cima<br />

della Brignola<br />

Bocchino<br />

delle Scaglie<br />

4:05 h<br />

Bric del<br />

Pagano<br />

+626/-831 m<br />

Punta<br />

del Lusco<br />

2631<br />

Cima Ferlette<br />

2397<br />

Bocchino<br />

della Brignola<br />

P<br />

dell<br />

1442<br />

Toria<br />

1318<br />

1991<br />

F.<br />

Monte<br />

Mongioie<br />

2295<br />

Bocchino<br />

dell`Aseo<br />

252<br />

Bric di Co<br />

1<br />

Scesi con qualche svolta si riprende il percorso a mezzacosta. Si trascura<br />

il sentiero a destra per Viozene e si risale lentamente: si esce dal bosco e<br />

si continua in piano su un assolato costone prativo. Giunti sull'ampio pianoro<br />

di Pian Rosso ci si immette su una strada sterrata; seguendola verso sinistra<br />

si arriva al Rifugio Mongioie (1550 m, 1:00 ore dalla Colla di Carnino).


78<br />

//TAPPA 03B<br />

DAL RIFUGIO<br />

MONDOVÌ AL<br />

RIFUGIO MONGIOIE<br />

VIA BOCCHINO DELL'ASEO<br />

↑ Il Rifugio Mongioie<br />

← Al Colle Brignola Seirasso<br />

→ Il maggiore dei Laghi della<br />

Brignola<br />

// ITINERARIO<br />

Dal Rifugio Mondovì Havis de Giorgio si segue la tappa n.3 "dal Rifugio Mondovì<br />

al Rifugio Mongioie via Passo delle Saline" {->57} fino al bivio per il Passo delle<br />

Saline poco oltre il Gias Pra Canton. Qui ci si tiene sulla sterrata che termina al<br />

Gias Gruppetti (0:50 ore dal Rifugio Mondovì Havis De Giorgio). Si lascia a destra<br />

il gias e si sale per prati. Oltrepassato un ruscello, la salita si fa subito ripida, e<br />

bisogna individuare le rare tacche o i paletti segnavia senza farsi fuorviare<br />

dalle tracce degli animali al pascolo. A quota 1990, ad un ripiano sede<br />

di un vecchio gias, la traccia si perde tra la vegetazione. Si seguono, ove<br />

presenti, i paletti segnavia, finchè non si ritrova la traccia del sentiero.<br />

Si svolta a nord, ancora per ripidi pendii prativi, fino al successivo gias dove<br />

il sentiero volge a est e si perde nuovamente. La traccia riappare a monte<br />

del gias e rimonta lungo la linea di massima pendenza al margine destro<br />

di un tratto di pendio fortemente eroso dalle acque meteoriche.<br />

Il sentiero infine piega a destra e raggiunge il Colle Brignola Seirasso<br />

(1:30 ore dal Gias Gruppetti). Sul versante della Valle Corsaglia il sentiero perde<br />

velocemente quota, poi piega a est e traversa tra detriti tenendosi alto<br />

sul maggiore dei Laghi della Brignola. Ci si immette sul più marcato sentiero<br />

proveniente dal lago e lo si percorre verso destra, guadagnando in breve<br />

il Bocchino della Brignola (2276 m, 0:35 ore dal Colle Brignola Seirasso).<br />

Si scende sul versante opposto, con poche svolte, alla sottostante conca prativa.<br />

Si contorna a meridione la conca, seguendo una labile traccia su un modesto<br />

costone prativo, poi si svolta a destra per scendere dal costone e si risale fino al<br />

Lago Raschera (2109 m, 0:30 ore dal Bocchino della Brignola).<br />

Si costeggia la sponda orientale del lago e si raggiunge l'evidente sentiero<br />

che traversa lungamente ai piedi della parete nord-est del Mongioie.<br />

Si piega quindi a sud, si lascia a sinistra la diramazione per il Bivacco Cavarero e<br />

ci si porta al Bocchino dell'Aseo (2295 m, 0:35 ore dal Lago Raschera).


2306<br />

ima di<br />

Lorenzo<br />

2228<br />

Porta<br />

Sestrera<br />

Porta<br />

Marguareis<br />

2541<br />

2178<br />

Passo<br />

Framargal<br />

1587<br />

2298<br />

ima Palù<br />

2023<br />

2245<br />

Il Ferà<br />

Porta<br />

Biecai<br />

Punte del<br />

Pontetto<br />

1589<br />

2253<br />

2203<br />

Punta Havis<br />

De Giorgio<br />

Cima<br />

delle Saline<br />

2460<br />

Cima<br />

degli Arpetti<br />

Passo<br />

delle Mastrelle<br />

Cima<br />

Caplet<br />

Ponte<br />

Ciappa<br />

2415<br />

Rifugio<br />

Mondovi<br />

Carnino<br />

1747<br />

1755<br />

2613<br />

Cima<br />

delle<br />

Masche<br />

2392<br />

1359<br />

Castello<br />

2177<br />

Passo<br />

delle Saline<br />

Garbo<br />

del Manco<br />

1594<br />

1767<br />

Colla<br />

di Carnino<br />

Tappa lunga e su traccia non sempre<br />

1958 Passo<br />

evidente nella salita<br />

del<br />

al Colle<br />

LagarèBrignola<br />

Seirasso. Un poco faticosa la discesa al<br />

Rifugio Mongioie. Tre colli e ben tre valli<br />

attraversate: Ellero, Corsaglia e Tanaro.<br />

Il maestoso panorama verso la Cima<br />

delle Saline e la spettacolare parete<br />

nord-est del Mongioie mostrano il volto<br />

"dolomitico" delle <strong>Alpi</strong> <strong>Liguri</strong>. Poi laghi,<br />

pascoli e praterie alpine, per una tappa<br />

davvero interessante.<br />

Cima<br />

Seirasso<br />

2436<br />

Colle<br />

Brignola-Seirasso<br />

Gias<br />

Gruppetti<br />

1862<br />

Passo<br />

del Cavallo<br />

2238<br />

1353<br />

2329<br />

2475<br />

Rifugio<br />

Mongioie<br />

1520<br />

Viozene<br />

1274<br />

2277<br />

2325<br />

2276<br />

Cima<br />

della Brignola<br />

Monte<br />

Mongioie<br />

Bocchino<br />

delle Scaglie<br />

E<br />

Bric del 1134<br />

Pagano 5:20 h<br />

+900/-1105 m<br />

Dente<br />

Brignola<br />

Punta<br />

del Lusco<br />

Bocchino<br />

della Brignola<br />

2631<br />

1442<br />

Toria<br />

1318<br />

Punta<br />

dello Zucco<br />

1991 2370<br />

Bivacco<br />

F. Cavarero<br />

2<br />

Bocchino<br />

dell`Aseo<br />

2295<br />

2524<br />

1309<br />

Cima<br />

Rocc<br />

1471<br />

2480<br />

Bric di Co<br />

Mo<br />

Barac<br />

Dal valico si divalla verso sud in Valle Tanaro. Discesa una balza chiusa tra<br />

imponenti pareti calcaree, il sentiero si sposta sul versante destro orografico<br />

del vallone e giunge al ripiano prativo di Pian dell'Olio. Dopo una serie<br />

di tornanti il sentiero piega a sinistra, quindi riprende a scendere ed entra<br />

in un boschetto di pini, dove prosegue ripido a stretti tornanti in un area<br />

fortemente erosa. Un ultimo lungo traverso porta ai margini di Pian Rosso e<br />

al vicino Rifugio Mongioie (1550 m, 1:20 ore dal Bocchino dell'Aseo).


80<br />

//TAPPA 04<br />

DAL RIFUGIO<br />

MONGIOIE AL<br />

RIFUGIO<br />

DON BARBERA<br />

↑ Il nuovo Rifugio Don Barbera<br />

← Il vecchio Rifugio Don Barbera<br />

e il Vallone dei Maestri dal Colle<br />

dei Signori<br />

→ Carnino inferiore, scorcio<br />

// ITINERARIO<br />

Dal Rifugio Mongioie (1550 m) si imbocca la sterrata verso ovest. Si trascura<br />

una pista sterrata a destra e, poco oltre, si abbandona la strada per imboccare<br />

a destra il sentiero per Carnino inferiore. Il sentiero procede a lungo<br />

in falsopiano e, ignorata una diramazione a sinistra per Viozene, sale a un<br />

bivio: a destra si stacca il sentiero per la Grotta delle Vene, diritti (consigliato)<br />

si raggiunge il ponte sospeso sul rio che scorre nel Vallone delle Fuse.<br />

Un ultimo traverso in salita raggiunge la Colla di Carnino (1594 m, 1:00 ore<br />

dal Rifugio Mongioie). Si scende sul versante opposto del valico con<br />

un ampio sentiero che, nei pressi dei ruderi di Tetti delle Donzelle (1516 m,<br />

0:15 ore dalla Colla di Carnino), si immette sulla strada sterrata proveniente da<br />

Carnino inferiore. La si segue verso sinistra e la si abbandona dopo<br />

il secondo tornante verso destra: qui su imbocca il sentiero che si stacca a<br />

sinistra, scende abbastanza ripido, incrocia la sterrata più a valle, poi piega<br />

verso est a mezzacosta e giunge a Carnino inferiore (1359 m, 0:15 ore da Tetti<br />

delle Donzelle). Serpeggiando tra le viuzze della borgata si arriva al sottostante<br />

posteggio asfaltato. Si segue la strada sterrata che si stacca verso nord-ovest,<br />

lasciandola subito per svoltare a sinistra su un ponte e imboccare la comoda<br />

mulattiera che sale al posteggio di Carnino superiore (1384 m, 0:10 ore<br />

da Carnino inferiore). Si attraversa la borgata, si ignora il bivio a sinistra per<br />

il Passo Lagaré, e ci si addentra nel Vallone di Carnino. Il percorso, tortuoso,<br />

si snoda su assolati pendii; superata una fontana, il sentiero taglia il versante<br />

sinistro orografico del vallone, lascia a destra il bivio per il Passo delle<br />

Mastrelle e raggiunge lo stretto intaglio della Gola della Chiusetta<br />

(1811 m, 1:20 ore da Carnino superiore). L'angusto passaggio, che da accesso<br />

al Vallone dei Maestri, conduce a una prima piana pascoliva, cui ne segue<br />

una seconda, più ampia, sede del recente alpeggio delle Selle di Carnino e<br />

della Cappella di Sant'Erim.


i<br />

2107<br />

60<br />

de<br />

es<br />

Scarason<br />

2162<br />

2355<br />

2079<br />

2043<br />

2357<br />

2652<br />

Passo di<br />

carason Punta<br />

Marguareis<br />

Cima<br />

i Pertegà<br />

delle<br />

ecchie<br />

Passo<br />

della Gaina<br />

Rifugio<br />

Don Barbera<br />

2404<br />

Porta<br />

Marguareis<br />

2245<br />

2178<br />

Passo<br />

di Framargal<br />

1587<br />

2298<br />

2541<br />

Cima Palù<br />

2023<br />

Il Ferà<br />

De Giorgio<br />

Cima<br />

delle Saline<br />

1589<br />

2460<br />

Cima<br />

degli Arpetti<br />

Passo<br />

delle Mastrelle<br />

Cima<br />

Caplet<br />

1958<br />

2415<br />

2613<br />

Carnino<br />

1747<br />

delle<br />

Masche<br />

2392<br />

1359<br />

Passo<br />

del Lagarè<br />

2177<br />

Passo<br />

delle Saline<br />

Garbo<br />

del Manco<br />

1594<br />

1767<br />

Colla<br />

di Carnino<br />

Gias<br />

Gruppetti<br />

1862<br />

Passo<br />

del Cavallo<br />

2238<br />

1353<br />

Cima<br />

della Brignola<br />

Monte<br />

Mongioie<br />

Bocchino<br />

delle Scaglie<br />

Rifugio<br />

Mongioie<br />

Bric del<br />

Pagano<br />

1520<br />

Viozene<br />

1274<br />

1134<br />

2325<br />

B<br />

d<br />

2480<br />

2384<br />

Monte<br />

Bertrand<br />

1835 Case dei<br />

Cacciatori<br />

Spesso a quote non elevate, la tappa<br />

si snoda sempre su facili sentieri;<br />

un pizzico di attenzione a seguire<br />

i segnavia nel tratto oltre la Gola della<br />

Chiusetta. Dopo l'attraversamento<br />

di pascoli e boschi di pini, oltre la Gola<br />

della Chiusetta si ritorna in ambiente<br />

d'alta quota, con i tipici panorami<br />

di un ambiente carsico: pendii aridi,<br />

laghi trasformati in torbiere e pascoli.<br />

Da notare l'architettura tipica delle<br />

borgate di Carnino.<br />

1280<br />

Upega<br />

E<br />

Cima<br />

Cantalupo<br />

1893<br />

1549<br />

4:05 h<br />

Colla<br />

Bassa<br />

+879/-350 m<br />

Mo<br />

1896 Cim<br />

Cima di<br />

Piano Cavallo 18<br />

1488<br />

d<br />

Tenendosi a destra delle costruzioni, si prosegue sul sentiero che con un lungo<br />

diagonale tra pascoli e roccette guadagna lentamente quota, lascia a destra<br />

la diramazione per il Colle del Pas e infine, dopo un breve tratto più ripido,<br />

giunge al Rifugio Don Barbera (2079 m, 1:05 ore dalla Gola della Chiusetta).


82<br />

//TAPPA 05<br />

DAL RIFUGIO<br />

DON BARBERA AL<br />

RIFUGIO PIAN<br />

DELLE GORRE<br />

↑ La Capanna scientifica e<br />

speleologica Morgantini<br />

← Escursionisti a cavallo<br />

nei pressi del Gias dell'Ortica<br />

→ La cascata del Saut<br />

// ITINERARIO<br />

Dal Rifugio Don Barbera (2079 m) si sale al vicino Colle dei Signori (2107 m) e<br />

si imbocca a destra la vecchia mulattiera inerbita che serpeggia in saliscendi<br />

verso nord tra bianche rocce calcaree. Si raggiunge la rotabile per il Colle<br />

di Tenda e la si percorre verso destra per circa 700 metri. Giunti nella conca<br />

carsica di Plan Ambreuge (Pian Ambrogi, 2107 m, 0:40 ore dal Rifugio Don<br />

Barbera), si svolta a destra per prati (palina). Si lascia a destra il sentiero per<br />

il Passo di Scarason, si piega a sinistra e si scavalca un profondo avvallamento.<br />

Puntando ora verso ovest si giunge ad un bivio presso i ruderi di una caserma,<br />

dove si sale a destra alla vicina depressione della Colla Piana di Malaberga<br />

(2219 m, 1:05 ore da Plan Ambreuge). Oltre il valico la mulattiera si biforca:<br />

ambo i rami si ricongiungono, ma conviene quello di sinistra che lambisce<br />

la Capanna Morgantini (2219 m). La mulattiera scende ai margini della Conca<br />

delle Carsene poi, con un lungo semicerchio da sinistra verso destra, aggira<br />

in quota la conca pascoliva del Gias dell'Ortica (1860 m). Si lasciano a sinistra<br />

due sentieri, rispettivamente per il Colle del Carbone e per il Passo<br />

di Baban, quindi, ripresa la salita, si ignora a destra anche la traccia per<br />

il Passo Scarason e si giunge al Passo del Duca (1989 m, 1:45 ore dalla Colla<br />

Piana di Malaberga), stretto intaglio che dà accesso alla Valle Pesio. Oltre<br />

il valico un sentiero scende ripido fino al vicino bivio, dove si tiene la destra<br />

per arrivare al Colle del Prel soprano (1926 m); qui si ignora il bivio a destra<br />

per il Vallone del Marguareis e si scende a sinistra, lungo il ripido sentiero che<br />

porta sul tracciato di una vecchia rotabile ex militare. Si scende nel Vallone<br />

degli Arpi con lunghissimi tornanti e, ormai nel bosco, si raggiunge il Gias degli<br />

Arpi (1435 m, 1:15 ore dal Passo del Duca, fontana). Ignorato il bivio a sinistra<br />

per il Gias Fontana, una lunga discesa in modesta pendenza aggira un costone<br />

e conduce all'impluvio del Vallone del Saut. Si passa il Torrente del Saut su<br />

una passerella in legno, poi un altro ramo del torrente sfruttando il ponte


lletto<br />

2072<br />

1<br />

2177<br />

2102<br />

Monte<br />

Jurin<br />

Mirauda<br />

2186<br />

2495<br />

2155<br />

2064<br />

Colle Vaccarile<br />

c<br />

gion<br />

Il<br />

Crest<br />

ccio<br />

te<br />

tta<br />

La<br />

Perla<br />

de<br />

in<br />

Cima<br />

Baban<br />

Cima<br />

della<br />

Fascia<br />

Col della<br />

Boaria<br />

2102<br />

2004<br />

Colle del<br />

Carbone<br />

2054<br />

Cima<br />

Aurusi<br />

2312<br />

2188<br />

Gias<br />

Fontana<br />

Passo di<br />

Baban<br />

1861<br />

Rif. Pian<br />

delle Gorre<br />

1218<br />

Colla Piana<br />

di Malaberga<br />

2219<br />

Colla<br />

Malaberga<br />

2086<br />

Cime de<br />

Malabergue<br />

Col<br />

della Perla<br />

Testa du Siet<br />

1032<br />

1989<br />

Passo<br />

del Duca<br />

Castel<br />

Frippi<br />

1231<br />

Testa<br />

del Duca<br />

1926<br />

Punta<br />

di Sestrera<br />

2256<br />

2302<br />

Colle<br />

dei Signori<br />

2107<br />

2260<br />

Cime de<br />

Capoves<br />

Si attraversano ambienti carsici tra<br />

i più importanti delle <strong>Alpi</strong>, di indubbio<br />

fascino, come Plan Ambreuge o<br />

la Conca delle Carsene, caratterizzati<br />

Il Pulpito<br />

1947<br />

Cima<br />

Scarason<br />

2355<br />

2079<br />

2357<br />

Grupas<br />

1804<br />

1957<br />

2652<br />

Rifugio<br />

Garelli<br />

Rifugio<br />

Don Barbera<br />

2404<br />

Punta<br />

Bartivolera<br />

2101<br />

Cima<br />

della Madonna<br />

1966<br />

Passo di<br />

Scarason Punta<br />

Marguareis<br />

Cima<br />

di Pertegà<br />

da distese di rocce bianchissime o pendii<br />

prativi ricchi di doline e inghiottitoi,<br />

nei quali si aprono decine di ingressi<br />

di cavità sotterranee.<br />

La parte finale della discesa avviene<br />

in una fitta abetina di pregio.<br />

Passo<br />

della Gaina<br />

E<br />

5:50 h<br />

Cima di<br />

San Lorenzo<br />

2298<br />

2178<br />

Passo<br />

di Framargal<br />

2217<br />

2306<br />

2228<br />

Porta<br />

Sestrera<br />

Porta<br />

Marguareis<br />

+460/-1507 m<br />

Pellerina<br />

Cima<br />

del Cars<br />

2541<br />

Cima Palù<br />

2023<br />

2245<br />

Il Ferà<br />

Porta<br />

Biecai<br />

Pa<br />

della C<br />

1589<br />

Co<br />

Ros<br />

Punte de<br />

Pontetto<br />

2253<br />

2203<br />

Punta Havis<br />

De Giorgio<br />

Cima<br />

delle Sali<br />

2460<br />

Cima<br />

degli Arpett<br />

Passo<br />

delle Mastrelle<br />

Pas<br />

del La<br />

in legno sulla destra. In breve si raggiunge lo spiazzo dove termina la strada<br />

sterrata proveniente da Pian delle Gorre: si lascia a destra il sentiero per<br />

il Rifugio Garelli e si scende sulla strada fino alla radura di Pian delle Gorre<br />

(1032 m, 1:05 ore dal Gias degli Arpi).


84<br />

// L’ALTO<br />

TANARO<br />

TOUR


Uno degli ultimi nati tra i percorsi ad anello nelle<br />

vallate cuneesi, l'Alto Tanaro Tour vede la luce<br />

nel 2015 grazie all'impegno del Parco Naturale<br />

del Marguareis e di una serie di operatori<br />

turistici della valle. Per le quote non elevate e<br />

la vicinanza al mare, può essere uno dei primi<br />

trekking percorribili allo scioglimento delle<br />

nevi. Il trekking presenta un notevole sviluppo<br />

altitudinale, passando dai 600 metri di Garessio<br />

ai quasi 2200 metri della Colla Rossa. Molti<br />

gli ambienti attraversati: boschi di latifoglie,<br />

di conifere, pascoli in quota; ma anche i segni<br />

della passata antropizzazione del territorio,<br />

specie sul versante sinistro orografico della<br />

Valle Tanaro, con numerosi insediamenti<br />

e borgate. Ed infine il mare, sempre ben<br />

visibile all'orizzonte nelle tappe tra il Rifugio<br />

Don Barbera e Garessio. L'Alto Tanaro Tour si<br />

appoggia in buona parte a preesistenti tracciati,<br />

quali la Balconata di Ormea, la Via <strong>Alpi</strong>na o<br />

l'Alta Via dei Monti <strong>Liguri</strong>, rispetto ai quali<br />

tuttavia apporta alcune variazioni sicuramente<br />

migliorative. Il percorso, di nove tappe, ha<br />

partenza e arrivo a Barchi (frazione di Ormea),<br />

ma può essere modulato a piacere per<br />

la vicinanza delle tappe con il fondovalle e<br />

la presenza di un servizio di corriere di linea.<br />

Difficile indicare il periodo ideale di percorrenza,<br />

proprio per le diverse quote cui si sviluppano<br />

e tappe: forse tra settembre e ottobre, sempre<br />

previa verifica dell'apertura dei posti tappa.<br />

Se non si teme il caldo, salvo anni<br />

eccezionalmente nevosi, il trekking è percorribile<br />

già dalla tarda primavera, in concomitanza<br />

con l'apertura del Rifugio Don Barbera, ed anche<br />

molto prima nelle tappe di bassa quota.<br />

↑ Forte Pozzanghi<br />

↓ Chioraira, con il campanile<br />

della chiesa dei SS. Gioachino<br />

ed Anna<br />

←← Panorama dal Colle delle<br />

Selle Vecchie<br />

→ SEGNAVIA<br />

La segnaletica orizzontale<br />

è a strisce bianco-rosse<br />

affiancate, quella<br />

verticale si appoggia sulla<br />

preesistente segnaletica<br />

escursionistica a norma,<br />

costituita da paline<br />

bianche e rosse. Su parte<br />

del tracciato è presente<br />

una segnaletica di<br />

continuità, costituita dal<br />

logo dell'Alto Tanaro Tour<br />

riprodotto sulle paline<br />

segnavia.<br />

85


86<br />

//TAPPA 01<br />

DA BARCHI A<br />

CHIONEA<br />

↑ Dipinto di Eugenio Arduino<br />

all'interno del Pilone delle<br />

Caranche<br />

← La bella borgata di Santa<br />

Libera<br />

→↑ La Chiesa del Santo Sudario<br />

di Albra<br />

→↓ Chionea<br />

→→↓ Il museo dei Ricordi a<br />

Chionea<br />

// ITINERARIO<br />

Da Barchi si attraversa il ponte sul Fiume Tanaro e si arriva a di Nasagò.<br />

Si attraversa la strada statale e si sale su mulattiera prima, poi ancora su<br />

strada, fino a Santa Libera. A destra della chiesetta una mulattiera prosegue<br />

la salita fino a San Giacomo di Eca (859 m, 0:35 ore da Barchi).<br />

Una bella mulattiera tocca in sequenza le borgate di Vacieu (fontana), Cariò<br />

(o Carià, 1155 m, fontana) ed arriva ad Albra (1078 m, 1:15 ore da San Giacomo<br />

di Eca). Si va a destra tra le case, poi con un sentierino si scende nel vallone<br />

del Rio Peisino, che si attraversa. Nuovamente su una comoda mulattiera<br />

si arriva alle case di Villaro (1038 m, 0:40 ore da Albra).<br />

Presso la chiesa ci si immette sulla strada asfaltata e si svolta a destra, si<br />

attraversa borgata Lunghi (fontana) e si ridiscende sull'asfalto. Si va a destra<br />

sulla strada fino al primo tornante, dove si sale a sinistra ad Airola (1111 m,<br />

0:25 ore da Villaro).<br />

Oltre la borgata il sentiero nel querceto s'innalza al Pilone delle Caranche;<br />

giunti a quota 1180 circa si scende a sinistra e si attraversa il Rio Conche.<br />

Con un lungo tratto in falsopiano si arriva alla borgata di Perondo sottano,<br />

si attraversano i ruderi e giunge ad un panoramico costone roccioso, da dove<br />

si scende a sinistra nel castagneto alla frazione Valdarmella (1045 m, 1:15 ore<br />

da Airola). Qui si ritrova la strada asfaltata e si sale a destra.<br />

Si continua innanzi fino a trovare a sinistra il sentiero che scende ad<br />

attraversare il Torrente Armella su ponte in legno.<br />

Oltre il ponte i segnavia guidano in salita nel noccioleto fino alla Colla<br />

di Chionea (1223 m, 0:55 ore da Valdarmella). Dal valico si scende a sinistra,<br />

fino alle case di Chionea. Qui si svolta ancora a sinistra fino alla Chiesa<br />

di Santa Maria Assunta (1104 m, 0:15 ore dalla Colla di Chionea).<br />

Il Rifugio Chionea si trova poche decine di metri dopo la chiesa, in direzione<br />

Ormea, in alto a sinistra della strada asfaltata.


Punta dei<br />

Termini<br />

1638<br />

Ronzino<br />

1712<br />

a<br />

era<br />

1716<br />

Chioraira<br />

Valdarmella<br />

Colla<br />

Chionea<br />

1097<br />

1045<br />

1223<br />

1154<br />

Chionea<br />

Rocca Fea<br />

1539<br />

Poggio<br />

1191<br />

1555<br />

Bric<br />

Ciapazzo<br />

Villaro Albra Eca<br />

741<br />

1073<br />

Ormea<br />

1011<br />

Bric<br />

Lurdera<br />

862<br />

Trucco<br />

della Mazza<br />

1297<br />

Nasagò<br />

1100<br />

860<br />

671<br />

Pianafea<br />

1302<br />

Giorrea<br />

Barchi<br />

C<br />

de<br />

Be<br />

a<br />

1577<br />

998 Calcagnea<br />

Monte<br />

Armetta 1744<br />

Colle San<br />

Bartolomeo<br />

1446<br />

Poggio Aimoni<br />

la Colma 1035<br />

<strong>Alpi</strong>sella<br />

Monte<br />

1093 Colla Pesauto 1544<br />

1152<br />

Bassa<br />

1570<br />

La tappa tocca Rocca numerose pittoresche<br />

E<br />

Monte<br />

Castel Prale della Guardia<br />

Paiano 1089<br />

1658<br />

borgate, alcune parzialmente riattate,<br />

5:20 h<br />

Ponte 817<br />

Rocca<br />

Rifugio Pian<br />

Poggio<br />

1339<br />

di Navaaltre +1063/-629 m<br />

Slanciata abitate da una manciata di<br />

dell'Arma<br />

975<br />

1058 Rocca<br />

Caprauna<br />

residenti, altre Ferraira ormai abbandonate,<br />

ma tutte ricche di fascino e di<br />

storia. Notevole la Chiesa di Albra,<br />

perfettamente restaurata e in magnifica<br />

posizione panoramica, e degno di<br />

nota anche il dipinto conservato al<br />

Pilone delle Caranche. Bei castagneti<br />

si incontrano a Villaro e Valdarmella,<br />

la Colla di Chionea offre ampi panorami.<br />

de<br />

D<br />

853


TAPPA 02<br />

DA CHIONEA A<br />

QUARZINA<br />

↑ Baita con tetto racchiuso a<br />

Quarzina.<br />

← Quarzina<br />

88<br />

// ITINERARIO<br />

Dal Rifugio Chionea (1107 m circa) si sale verso la Chiesa di Santa Maria<br />

Assunta. Si imbocca la strada asfaltata che scende a sinistra della chiesa, esce<br />

dal paese e diventa sterrata; al primo bivio si segue la mulattiera sulla destra<br />

che raggiunge Porcirette sottane (1094 m, fontana). Si attraversa la borgata<br />

proseguendo sulla mulattiera e si giunge nei pressi della chiesa di Case Rian.<br />

Prima della chiesa si svolta a sinistra, si attraversa la borgata, si scende a<br />

superare il Rio Chiapino, e si risale sul versante opposto. Ci si immette<br />

su un'altra mulattiera, pianeggiante, che si segue verso sinistra; giunti<br />

su una stradina asfaltata si va ancora a sinistra e si entra nella frazione<br />

Chioraira (1097 m, 0:45 ore da Chionea, fontane). Tra le case si imbocca a<br />

destra una pista sterrata e, poco oltre, si prende ancora a destra su una strada<br />

sterrata. Salendo con lunghi tornanti si superano le borgate Rizzi e La Costa, e<br />

si arriva a Stalle Colletto (1312 m). La strada termina: si imbocca allora<br />

la mulattiera a sinistra che, dopo un tratto nel bosco, si abbandona per<br />

un sentiero a destra. Il sentiero guadagna quota e si immette sulla strada<br />

sterrata che sale da Aimoni. La si segue verso destra e si raggiunge l'ampia<br />

dorsale pascoliva de La Colma (1500 m, 1:35 ore da Chioraira).<br />

Si prosegue sulla pista sterrata a fianco della quale è posizionata una palina<br />

segnavia (sud-est) e al bivio successivo si tiene la destra. Giunti ai margini<br />

dell'ampia dorsale pascoliva, la pista inizia a scendere. Si incrocia la già nota<br />

sterrata proveniente da Aimoni e si continua la discesa lungo una vecchia<br />

mulattiera delimitata da muretti a secco. Si torna sulla sterrata e si va a sinistra<br />

per un centinaio di metri: qui si riprende la mulattiera che si stacca a sinistra<br />

della strada e conduce alle Case Brignacchi. Tra le case (fontana) si trova<br />

una stradina asfaltata che scende fino alla frazione Quarzina (1326 m, 0:30 ore<br />

da La Colma). Il Rifugio Quarzina (1319 m circa) si trova lungo la strada<br />

asfaltata per Ponte di Nava.


71<br />

1380<br />

Monte<br />

Baraccone<br />

a<br />

Conoia<br />

Case<br />

Pollaio<br />

1517<br />

1910<br />

1782<br />

Bric<br />

Cornia Monte<br />

dei Cancelli Rocca<br />

1546 1424 Castelletto<br />

Rocca<br />

Valdoera<br />

1716<br />

Monte<br />

Castello<br />

di Quarzina<br />

1326<br />

Quarzina<br />

Ponte<br />

di Nava<br />

1401<br />

Tappa di indubbio 1431 fascino per la varietà<br />

Rocca Pizzo<br />

1438<br />

dei Madonna paesaggi, per le borgate toccate, o Pennina<br />

dei Cancelli<br />

per i magnifici castagni secolari, per<br />

Cima dei<br />

Prati di Cosio<br />

gli ampi panorami che dal pianoro de<br />

La Colma si aprono fino al mare.<br />

817<br />

1097<br />

Chioraira<br />

1577<br />

Colla<br />

Chionea<br />

Poggio<br />

la Colma<br />

1223<br />

Chionea<br />

Rocca<br />

Slanciata<br />

1301<br />

1058 E<br />

Rocca<br />

Ferraira<br />

1154<br />

Poggio<br />

1191<br />

Aimoni<br />

1035<br />

1152<br />

Rocca<br />

Castel<br />

Paiano 1089<br />

2:50 h<br />

+487/-265 m<br />

Prale<br />

Bric<br />

Castagnino<br />

741<br />

998 Calcagnea<br />

1215<br />

<strong>Alpi</strong>sel<br />

109<br />

Monte<br />

della Guar<br />

1<br />

1246<br />

Passo<br />

di Prale<br />

1073<br />

Orme<br />

Rifu<br />

de<br />

// VARIANTE PER AIMONI<br />

Al momento della pubblicazione di questa guida il rifugio di Quarzina risulta<br />

non agibile. Se il problema dovesse perdurare, due le possibili opzioni:<br />

accorpare le tappe 2 e 3 (7:20 ore in totale), o utilizzare l’Albergo Payarin<br />

di Aimoni quale posto tappa intermedio. Di seguito si descrive tale variante.<br />

Raggiunta da Chionea la sterrata proveniente da Aimoni (vedi pagina a fianco)<br />

la si segue in discesa verso sinistra per circa 2 km e si giunge a<br />

un bivio con palina. Si gira a sinistra imboccando una strada forestale che<br />

scende attraverso un bosco di latifoglie. Al secondo tornante si devia a destra<br />

proseguendo su una mulattiera che conduce a una radura da cui si gode<br />

di ampio panorama. Poco sotto si incrocia la strada sterrata che collega<br />

Chioraira ad Aimoni. Svoltando a destra, dopo avere ammirato l'imponente<br />

"Castagno di Napoleone", si arriva a borgata Colletta. Proseguendo si giunge<br />

sulla strada asfaltata che sale da Ormea in prossimità dell'abitato di Aimoni.<br />

Svoltando a destra, si raggiunge in pochi minuti l'isolato edificio dell'Albergo<br />

Payarin (1:40 ore da inizio della variante).<br />

Per raggiungere Quarzina, dall'albergo si ritorna alla frazione Aimoni.<br />

Trascurato il sentiero a sinistra che scende a Ormea, giunti nei pressi<br />

dell'ultima casa si prende il sentiero che scende a sinistra nella faggeta fino<br />

a incontrare un monumentale castagno. Da qui, seguendo le tacche bianche<br />

e rosse si sale verso destra nel bosco e con una serie di tornanti si raggiunge<br />

la strada asfaltata, che si percorre verso sinistra per circa 2,5 km fino a<br />

raggiungere Quarzina (1:30 ore dall'albergo Payarin).


90<br />

//TAPPA 03<br />

DA QUARZINA AL<br />

RIFUGIO<br />

MONGIOIE<br />

↑ Pilone votivo a Merea,<br />

particolare dell'affresco<br />

← Terrazzamenti nei pressi<br />

di Pian dell'Arma<br />

→ Un tratto di sentiero nella<br />

faggeta fitta dopo Celle di Pian<br />

del Fo<br />

// ITINERARIO<br />

Dal Rifugio Quarzina (1319 m circa) si sale verso il centro di Quarzina (1326 m)<br />

e si svolta poi a sinistra (ovest) sulla stradina asfaltata diretta a La Colma e<br />

percorsa nella tappa precedente. Al primo tornante (verso destra) si continua<br />

sulla strada sterrata che prosegue innanzi. Quando la strada volge a destra e<br />

si biforca ci si tiene a sinistra, traversando in leggera salita fino a Biranco<br />

(1437 m, 0:35 ore da Quarzina). All'ingresso della borgata si lascia la sterrata e<br />

si prosegue sulla mulattiera che si stacca a sinistra. La mulattiera entra<br />

nel bosco, incrocia una pista sterrata e continua come sentiero fino a Merea<br />

(1222 m, 0:30 ore da Biranco, fontana). Si scende alla sottostante strada<br />

sterrata e la si segue verso destra, giungendo a Fasce (1235 m circa).<br />

Si continua sulla strada, si attraversano il Rio Borgosozzo ed un suo affluente,<br />

e si perviene ad una biforcazione, dove si prende a destra in salita.<br />

Al primo bivio si abbandona la sterrata e si svolta a destra, lungo la Costa<br />

del Baraccone. Poco dopo si imbocca il sentiero che si stacca a sinistra, rientra<br />

nel bosco e giunge alla radura di Pian della Madonna, sede di una minuscola<br />

cappelletta.<br />

Ora su un'ampia mulattiera si riprende la salita nel bosco di pini e ci si porta<br />

su una pista forestale. Si va a sinistra, fino ad una strada sterrata, dove si tiene<br />

la destra e si sale a Celle di Pian del Fo (1412 m, 1:25 ore da Merea).<br />

Si continua su mulattiera fino a un bivio, dove si va a sinistra. Il sentiero passa<br />

su una briglia in cemento un affluente del Rio Bianco, poi si inoltra nella<br />

faggeta. Si seguono i segnavia sui tronchi salendo fino ad un successivo bivio:<br />

qui si segue il sentiero a sinistra che, dopo lungo saliscendi in costa, arriva a<br />

guadare il Rio Bianco. Fuori dallo stretto impluvio e ci si trova su<br />

una mulattiera che con un lunghissimo mezzacosta doppia un costone.<br />

Si raggiungono pochi ruderi tra prati terrazzati dove, ad una biforcazione,<br />

ci si tiene sulla mulattiera a destra. Si tagliano i pendii meno scoscesi


delle Scaglie 2325<br />

Passo<br />

l Cavallo<br />

38<br />

1353<br />

Rifugio<br />

Mongioie<br />

Bric del<br />

Pagano<br />

1433<br />

Pizzo<br />

eulfu<br />

1518<br />

1520<br />

Viozene<br />

1274<br />

1134<br />

1896<br />

Cima di<br />

Piano Cavallo<br />

Bric<br />

dell' Ase<br />

Monte<br />

Cimone<br />

1334<br />

Bocchino<br />

dell`Aseo<br />

1442<br />

Toria<br />

1318<br />

1771<br />

1832<br />

Garbo<br />

del Cimone<br />

2524<br />

1309<br />

1471<br />

962<br />

Ponte<br />

dell'Isola<br />

Cima delle<br />

Roccate<br />

2480<br />

Bric di Conoia<br />

1380<br />

Monte<br />

Baraccone<br />

Belle borgate, sebbene alcune dirute;<br />

fitti boschi che spaziano dal faggio,<br />

al pino, all'abete, al larice; belle vedute<br />

sull'alta Valle Tanaro.<br />

Questi i principali temi di interesse<br />

della tappa, che ha forse la pecca<br />

di essere eccessivamente lunga, non<br />

in senso assoluto, ma per i lunghi tratti<br />

da percorrere lungo sterrate, piste e<br />

mulattiere, serpeggiando tra i boschi.<br />

L'arrivo al Rifugio Mongioie, in bella<br />

posizione, ripaga delle fatiche<br />

della giornata.<br />

2318<br />

Case<br />

Pollaio<br />

1517<br />

1438<br />

Madonna<br />

dei Cancelli<br />

2196<br />

2476<br />

Pizzo d'Ormea<br />

1431<br />

1910<br />

2022<br />

Rifugio Valcaira<br />

1782<br />

Bric<br />

Cornia Monte<br />

dei Cancelli Rocca<br />

1546 1424 Castelletto<br />

E<br />

4:30 h<br />

+699/-475 m<br />

Rocca<br />

Valdoera<br />

1716<br />

Monte<br />

Castello<br />

di Quarzina<br />

1326<br />

Quarzina<br />

Ponte<br />

di Nava<br />

1401<br />

Rocca Pizzo<br />

o Pennina<br />

817<br />

Va<br />

Chioraira<br />

1577<br />

Co<br />

Chi<br />

Pogg<br />

la Col<br />

Roc<br />

Slanc<br />

1058<br />

di Pian dell'Arma, poi, su sentiero, si sale ad un ulteriore bivio, dove<br />

si svolta a sinistra. Il sentiero si fa più esile, s'inerpica e poi traversa in costa<br />

pendii nuovamente assai ripidi fino a Pian Rosso. In breve ci si immette<br />

sul frequentato sentiero che sale da Viozene: si piega leggermente a destra e<br />

si arriva al vicino Rifugio Mongioie (1550 m, 2:00 ore da Celle di Pian del Fo).


92<br />

//TAPPA 04<br />

DAL RIFUGIO<br />

MONGIOIE AL<br />

RIFUGIO<br />

DON BARBERA<br />

↑ All'imbocco della Gola della<br />

Chiusetta<br />

← La piana di Sant'Erim<br />

→ Architettura tradizionale a<br />

Carnino superiore<br />

// ITINERARIO<br />

Dal Rifugio Mongioie (1550 m) si imbocca la sterrata verso ovest.<br />

Si trascura una pista sterrata a destra e, poco oltre, si abbandona la strada<br />

per imboccare a destra il sentiero per Carnino inferiore. Il sentiero procede a<br />

lungo in falsopiano e, ignorata una diramazione a sinistra per Viozene, sale a<br />

un bivio: a destra si stacca il sentiero per la Grotta delle Vene, diritti<br />

(consigliato) si raggiunge il ponte sospeso sul rio che scorre nel Vallone<br />

delle Fuse. Un ultimo traverso in salita raggiunge la Colla di Carnino (1594 m,<br />

1:00 ore dal Rifugio Mongioie). Si scende sul versante opposto del valico con<br />

un ampio sentiero che, nei pressi dei ruderi di Tetti delle Donzelle (1516 m,<br />

0:15 ore dalla Colla di Carnino), si immette sulla strada sterrata proveniente<br />

da Carnino inferiore. La si segue verso sinistra e la si abbandona dopo<br />

il secondo tornante verso destra: qui su imbocca il sentiero che si stacca a<br />

sinistra, scende abbastanza ripido, incrocia la sterrata più a valle, poi piega<br />

verso est a mezzacosta e giunge a Carnino inferiore (1359 m, 0:15 ore da Tetti<br />

delle Donzelle). Serpeggiando tra le viuzze della borgata si arriva al sottostante<br />

posteggio asfaltato. Si segue la strada sterrata che si stacca verso nord-ovest,<br />

lasciandola subito per svoltare a sinistra su un ponte e imboccare la comoda<br />

mulattiera che sale al posteggio di Carnino superiore (1384 m, 0:10 ore<br />

da Carnino inferiore). Si attraversa la borgata, si ignora il bivio a sinistra per<br />

il Passo Lagaré, e ci si addentra nel Vallone di Carnino. Il percorso, tortuoso,<br />

si snoda su assolati pendii; superata una fontana, il sentiero taglia il versante<br />

sinistro orografico del vallone, lascia a destra il bivio per il Passo delle<br />

Mastrelle e raggiunge lo stretto intaglio della Gola della Chiusetta<br />

(1811 m, 1:20 ore da Carnino superiore).<br />

L'angusto passaggio, che da accesso al Vallone dei Maestri, conduce a<br />

una prima piana pascoliva, cui ne segue una seconda, più ampia, sede<br />

del recente alpeggio delle Selle di Carnino e della Cappella di Sant'Erim.


Passo di<br />

Scarason Punta<br />

Marguareis<br />

ori<br />

2107<br />

260<br />

de<br />

es<br />

2162<br />

2079<br />

2357<br />

Cima<br />

i Pertegà<br />

lle<br />

chie<br />

Passo<br />

della Gaina<br />

Rifugio<br />

Don Barbera<br />

2404<br />

2245<br />

2178<br />

Passo<br />

di Framargal<br />

1587<br />

2298<br />

2541<br />

Cima Palù<br />

2023<br />

Il Ferà<br />

delle Saline<br />

1589<br />

2460<br />

Cima<br />

degli Arpetti<br />

Passo<br />

delle Mastrelle<br />

1958<br />

Cima<br />

Caplet<br />

2415<br />

Carnino<br />

Passo<br />

del Lagarè<br />

1747<br />

1359<br />

2177<br />

Passo<br />

delle Saline<br />

Garbo<br />

del Manco<br />

1767<br />

1594<br />

Colla<br />

di Carnino<br />

Bocchino<br />

delle Scaglie<br />

Passo<br />

del Cavallo<br />

2238<br />

1353<br />

Rifugio<br />

Mongioie<br />

Bric del<br />

Pagano<br />

Mong<br />

1520<br />

Viozene<br />

1274<br />

1134<br />

2325<br />

2480<br />

2384<br />

Monte<br />

Bertrand<br />

2172<br />

Colla<br />

Rossa<br />

1835 Case dei<br />

Cacciatori<br />

1889<br />

Poggio del<br />

Lagone<br />

1280<br />

Upega<br />

Bric<br />

Scravaglion<br />

Poggio Pian<br />

1745<br />

di Manzo<br />

1856<br />

1584<br />

Spesso a quote non elevate, la tappa<br />

si snoda sempre su facili sentieri;<br />

un pizzico di attenzione a seguire<br />

i segnavia nel tratto oltre la Gola della<br />

Chiusetta. Dopo l'attraversamento<br />

di pascoli e boschi di pini, oltre la Gola<br />

della Chiusetta si ritorna in ambiente<br />

d'alta quota, con i tipici panorami<br />

di un ambiente carsico: pendii aridi,<br />

laghi trasformati in torbiere e pascoli.<br />

Da notare l'architettura tipica delle<br />

borgate di Carnino.<br />

E<br />

Cima<br />

Cantalupo<br />

1893<br />

1656<br />

1549<br />

4:05 h<br />

Colla<br />

Bassa<br />

Poggio<br />

Agnelli<br />

+879/-350 m<br />

Mo<br />

1896 Cim<br />

Cima di<br />

Piano Cavallo 18<br />

1433<br />

Bric<br />

dell' Ase<br />

1334<br />

d<br />

Tenendosi a destra delle costruzioni, si prosegue sul sentiero che con un lungo<br />

diagonale tra pascoli e roccette guadagna lentamente quota, lascia a destra<br />

la diramazione per il Colle del Pas e infine, dopo un breve tratto più ripido,<br />

giunge al Rifugio Don Barbera (2079 m, 1:05 ore dalla Gola della Chiusetta).


94<br />

//TAPPA 05<br />

DAL RIFUGIO<br />

DON BARBERA A<br />

UPEGA<br />

↑ Uno dei pochi tratti<br />

pianeggianti del bel sentiero che<br />

attraversa il Bosco delle Navette<br />

← Il piccolo specchio d'acqua al<br />

Poggio del Lagone<br />

→ La Cappella della Madonna<br />

della Neve presso Upega<br />

// ITINERARIO<br />

Dal Rifugio Don Barbera (2079 m) si segue la sterrata che si dirige al vicino<br />

Colle dei Signori, ma la si lascia quasi subito per imboccare un sentiero a<br />

sinistra. Il sentiero attraversa la rotabile per Monesi quindi prosegue come<br />

mulattiera alle pendici della Cime de Seneca. Arrivata ad un panoramico<br />

colletto, la mulattiera piega a sinistra alle pendici della Cima di Pertegà e poi<br />

scende al Colle delle Selle Vecchie (2097 m, 0:50 ore dal Rifugio Don Barbera).<br />

Sempre sul crinale, con un saliscendi si arriva al Colle del Vescovo (2162 m,<br />

0:25 ore dal Colle delle Selle Vecchie). La mulattiera s'innalza fin presso della<br />

vetta della Cima di Vèlega, poi scende ad un colletto, dove si riduce a sentiero;<br />

ci si porta a sinistra dello spartiacque, perdendo quota per aggirare il Monte<br />

Bertrand, poi si continua la discesa fino alla Colla Rossa (2172 m, 1:30 ore dal<br />

Colle del Vescovo). Sul valico si incrocia il poco evidente sentiero che collega<br />

Upega a Morignole. Lo si segue verso sinistra, facendosi guidare dai segnavia<br />

nel lariceto del Bosco delle Navette. Giunto sull'ampio crinale, il sentiero<br />

scende rettilineo fino al Poggio del Lagone (1897 m, 0:30 ore da Colla Rossa).<br />

In questo crocevia, si ignora la strada sterrata per il lontano Colle di Tenda e si<br />

imbocca la sterrata, di fronte un poco a sinistra, che punta a nord. Lasciata a<br />

destra una traccia per Upega la strada giunge di fronte al cancello delle Case<br />

dei Cacciatori (1835 m). Si aggira la recinzione (proprietà privata) verso sinistra.<br />

Ripreso il sentiero, ci si porta nuovamente sul crinale all'interno del lariceto e<br />

si scende abbastanza ripidi; si ignorano vari bivi (segnalati da paline) e<br />

ci si immette infine su una mulattiera, che si segue verso destra. La mulattiera,<br />

ripida e sconnessa, perde quota velocemente: dopo due tornanti ravvicinati,<br />

con Upega ormai in vista, la mulattiera (a tratti non evidente) conduce alla<br />

Cappella della Madonna della Neve e alla strada provinciale. Seguendo<br />

la strada verso sinistra si scende a Upega. Se si vuole evitare l'asfalto, invece,<br />

si sale a destra per poche decine di metri e si imbocca poi a sinistra una


astel<br />

rippi<br />

2241<br />

2256<br />

Colle<br />

dei Signori<br />

2107<br />

2260<br />

Cime de<br />

Capoves<br />

Colle delle<br />

Selle Vecchie<br />

Cima del<br />

Vescovo<br />

.<br />

1684<br />

Roche<br />

Falconare<br />

1616<br />

.<br />

Scarason Punta<br />

Marguareis<br />

2162<br />

2480<br />

2384<br />

2079<br />

2357<br />

Cima<br />

di Pertegà<br />

Rifugio<br />

Don Barbera<br />

2404<br />

Monte<br />

Bertrand<br />

Colla<br />

Rossa<br />

Passo<br />

della Gaina<br />

2172<br />

2245<br />

2178<br />

Passo<br />

di Framargal<br />

2355<br />

2541<br />

Cima Palù<br />

1587<br />

1835<br />

Case dei<br />

Cacciatori<br />

1889<br />

Poggio del<br />

Lagone<br />

Cima<br />

Missun<br />

2023<br />

Ci si sposta prima sullo spartiacque<br />

Il Ferà<br />

2018<br />

alpino, a quote sempre superiori ai 2000<br />

metri, con spettacolari panorami;<br />

poi ci si cala su Upega attraverso<br />

il meraviglioso Bosco delle Navette,<br />

un lariceto che in ogni stagione<br />

offre scorci magici, che diventano<br />

indimenticabili nella seconda metà<br />

di ottobre, quando si colora d'oro.<br />

Anche Upega, villaggio in stile<br />

"tibetano" sulle <strong>Alpi</strong> <strong>Liguri</strong>, è una piccola<br />

frazione che merita la visita.<br />

1589<br />

1958<br />

Cima<br />

Caplet<br />

Poggio Pian<br />

di Manzo<br />

1856<br />

1584<br />

2460<br />

Cima<br />

degli Arpetti<br />

Passo<br />

delle Mastrelle<br />

2415<br />

Carnino<br />

Passo<br />

del Lagarè<br />

1359<br />

1594<br />

Cima<br />

Cantalupo<br />

Upega<br />

1893<br />

1280<br />

1745<br />

1747<br />

Bric<br />

Scravaglion<br />

Colletta<br />

delle Salse<br />

E<br />

4:40 h<br />

Passo<br />

delle Saline<br />

Garbo<br />

del Manco<br />

1656<br />

+509/-1307 m<br />

1549<br />

1767<br />

Colla<br />

di Carnino<br />

Colla<br />

Bassa<br />

Poggio<br />

Agnelli<br />

1303<br />

Case<br />

Giabissa<br />

Bocchin<br />

delle Scag<br />

Passo<br />

del Cavallo<br />

2238<br />

Rifugio<br />

Mongio<br />

1353<br />

152<br />

Cima di<br />

Piano Cava<br />

1896<br />

1433<br />

1518<br />

2<br />

Bric de<br />

Pagan<br />

Bric<br />

dell' A<br />

Pizzo<br />

Reulfu<br />

mulattiera inerbita non segnalata. Seguendo i radi segnavia, si supera il bivio a<br />

destra per il Poggio del Lagone e si scende sulla provinciale. Seguendola verso<br />

destra, si arriva in breve a Upega (1280 m, 1:25 ore dal Poggio del Lagone).


Cima<br />

Caplet<br />

Upega<br />

1280 Cima<br />

Cantalupo<br />

1893<br />

Cim<br />

Piano C<br />

96<br />

//TAPPA 06<br />

DA UPEGA AL<br />

COLLE<br />

DI NAVA<br />

// ITINERARIO<br />

Bric<br />

Scravaglion<br />

Poggio Pian<br />

1745<br />

di Manzo<br />

1856<br />

1584<br />

1956<br />

Punta<br />

Farenga<br />

2209<br />

Piaggia<br />

1303<br />

Case<br />

Giabissa<br />

Monesi di<br />

Mendatica<br />

Col de<br />

la Lariée Case<br />

1374<br />

Dal centro di Upega (1280 m) si scende la 2094 provinciale verso Bavera Viozene per 500m;<br />

1664 Monesi di<br />

qui un sentiero a destra scende ad attraversare Monteil torrente su un ponte, oltre<br />

Tanarello<br />

Triora<br />

il quale una mulattiera continua verso est, guada un rio, e si trasforma in sentiero<br />

che piegando a destra, attraversa il Rio Pian Cavallo e inizia a salire nella faggeta<br />

fino alla Colla Bassa (1549 m, 1:15 ore da Upega).<br />

Si svolta a sinistra e si comincia un lunghissimo mezzacosta pianeggiante.<br />

Dopo circa 1,5 km si scende ad attraversare un rio, poi si entra in un lariceto.<br />

Un ultimo tratto pianeggiante porta ad un bivio poco evidente, dove si seguono a<br />

destra le tacche segnavia. Si scende tra roccette e arbusti: a un bivio si tiene<br />

la destra per Nava, si tocca un pilone votivo, si attraversa un boschetto di pini e<br />

infine si giunge ai ruderi di Dova soprana (1334 m).<br />

Si scende a sinistra su una mulattiera, sulla sinistra orografica di un incassato<br />

vallone. Usciti dal vallone, la mulattiera arriva su una sterrata, lungo la quale<br />

si procede sulla sinistra. La rotabile segue il Rio Tanarello e raggiunge il Ponte<br />

Schiarante (951 m, 2:05 ore da Colla Bassa). Si abbandona la rotabile e<br />

si attraversa a destra sul ponte il Rio Tanarello, quindi si sale a sinistra nella<br />

faggeta, con pendenze sostenute e tornanti via via più stretti.<br />

Doppiato il costone che scende dal Bric Cornia, si prosegue lungo una traccia<br />

che traversa a mezzacosta, in saliscendi, poi si perde tra ampi prati terrazzati.<br />

Tenendosi in quota si raggiungono i ruderi di Tetti Cornia (1404 m, 1:45 ore<br />

dal Ponte Schiarante). Oltre i ruderi una mulattiera inerbita conduce verso destra<br />

(est), in piano, a una sterrata. Si ignora il bivio a sinistra per la Cappella della<br />

Madonna dei Cancelli e si prosegue diritti. La sterrata si allunga verso sud e giunge<br />

a uno slargo: cinquanta metri dopo si imbocca a destra un sentiero che porta<br />

al Forte Montescio. Si segue la sterrata di accesso al forte fino al primo tornante,<br />

dove si prende il secondo sentiero a destra. Si discende il crinale nella pineta,<br />

poi ci si immette sull’Alta Via dei Monti <strong>Liguri</strong>. In breve si arriva su una sterrata che,<br />

2018<br />

1404<br />

Passo<br />

della Porta<br />

Passo<br />

di Tanarello 1823<br />

2040<br />

1333<br />

1656<br />

1549<br />

1423<br />

Colla<br />

Bassa<br />

Poggio<br />

Agnelli<br />

Colletta<br />

delle Salse<br />

← Panorama dai<br />

pressi della Madonna<br />

dei Cancelli<br />

→ L'altare della Cappella<br />

di San Bernardo Valcona<br />

Sottana<br />

Valcona<br />

Soprana<br />

1241<br />

1300<br />

143<br />

B<br />

dell<br />

Pizzo<br />

Reulfu<br />

1


a di<br />

avallo<br />

1896<br />

3<br />

ric<br />

' Ase<br />

518<br />

Ponte<br />

Tanarello<br />

1039<br />

1109<br />

Poggio<br />

Pra Villan<br />

1324<br />

1334<br />

1771<br />

1832<br />

Garbo<br />

del Cimone<br />

962<br />

Ponte<br />

dell'Isola<br />

Cima<br />

del Griletto<br />

Poggio<br />

la Croce<br />

1332<br />

1264<br />

San Bernardo<br />

di Mendatica<br />

1325<br />

1309<br />

Baraccone<br />

1380<br />

Poggio<br />

dei Preti<br />

1358<br />

790<br />

1277<br />

1144<br />

Cacino<br />

1188<br />

1438<br />

Madonna<br />

dei Cancelli<br />

1314<br />

1142 Colla<br />

del Fieno<br />

698<br />

Mendatica<br />

Cosio<br />

d'Arroscia<br />

Il percorso si snoda spesso in ambienti<br />

1800<br />

Cima<br />

Caruetta<br />

Monte<br />

Cimone<br />

Colla<br />

Rinella<br />

suggestivi, tra boschi di faggio o<br />

di conifere, oppure lungo<br />

panoramicissimi sentieri balcone<br />

che guardano il mare.<br />

L'arrivo al Colle di Nava permette<br />

di ammirare alcune fortificazioni<br />

ottocentesche costruite a difesa<br />

Poggio<br />

Colletti<br />

dell'importante valico tra la pianura<br />

e il mare.<br />

1431<br />

Cima dei<br />

Prati di Cosio<br />

1326<br />

Quarzina<br />

Bric<br />

Cornia Monte<br />

dei Cancelli Rocca<br />

1546 1424 Castelletto<br />

Colla dei<br />

Boschetti<br />

1228<br />

951<br />

1193<br />

Bric<br />

Bruciato<br />

EE<br />

7:10 h<br />

Ponte<br />

di Nava<br />

1401<br />

Rocca Pizzo<br />

o Pennina<br />

Case<br />

Rosse<br />

+998/-1339 m<br />

817<br />

900<br />

Nava<br />

Poggio<br />

delle<br />

Forche<br />

Colle<br />

di Nava<br />

652<br />

1577<br />

939<br />

Pornassio<br />

630<br />

Poggio<br />

la Colma<br />

Rocca<br />

Slanciata<br />

1301<br />

1058<br />

Roc<br />

Ferr<br />

C<br />

B<br />

1<br />

B<br />

de<br />

verso destra, porta sulla strada provinciale proveniente da Nava. Si imbocca<br />

il sentiero di fronte (a fianco di un traliccio) e al primo incrocio si continua diritti.<br />

Il sentiero serpeggia a lungo a mezzacosta e porta su una pista, che continua<br />

in piano nel bosco e giunge al Forte Pozzanghi. Dal forte una mulattiera si abbassa<br />

nel bosco. A uno spiazzo presso una grossa cisterna si svolta a sinistra e si scende<br />

su una sterrata fino al Colle di Nava (939 m, 2:05 ore da Tetti Cornia).


98<br />

//TAPPA 07<br />

DAL COLLE<br />

DI NAVA AL<br />

RIFUGIO PIAN<br />

DELL'ARMA<br />

↑ Pale eoliche al Passo di Prale<br />

← Panorama dai pressi di Pian<br />

Preallo<br />

→ Il Rifugio Pian dell'Arma<br />

// ITINERARIO<br />

Al fondo del posteggio presso il Forte Centrale al Colle di Nava (939 m),<br />

si imbocca la piccola strada asfaltata che passa a fianco degli impianti sportivi.<br />

Alla prima biforcazione ci si tiene a sinistra, alla seconda, poco oltre,<br />

si imbocca a destra una stradina asfaltata che sale a un maneggio.<br />

Si prosegue verso destra su un sentiero che sale nel bosco e si immette sulla<br />

strada asfaltata per la Colla San Bernardo. Si va a destra fino primo tornante,<br />

dove si imbocca la sterrata che continua diritta.<br />

L'ascesa nel bosco è lunga e con pendenze modeste: giunti al secondo slargo<br />

si prende un sentierino che sale in qualche minuto sul Monte Ariolo (1221<br />

m, 1:15 ore dal Colle di Nava). Una breve discesa riporta sulla sterrata, dove<br />

questa termina. Si continua verso est sul crinale, prima in saliscendi, poi<br />

calandosi ripidi al Bocchino<br />

di Semola (1102 m, 0:20 ore dal Monte Ariolo). Ignorando le strade che toccano<br />

il valico, si continua su sentiero sul crinale. Il sentiero s'innalza assai ripido<br />

fino alla vicina vetta del Bric Castagnino (1215 m), poi scende al sottostante<br />

colletto e riprende la faticosa risalita fino alla successiva elevazione.<br />

Qui ci si immette su una pista inerbita: seguendola verso destra si arriva<br />

al Passo di Prale (1267 m circa, 0:55 ore dal Bocchino di Semola).<br />

Ancora una volta si ignorano le varie sterrate che qui convergono e si resta<br />

sul sentiero, salendo alla vicina strada asfaltata per il Colle di Caprauna.<br />

La si attraversa e si riprende il sentiero che entra nel lariceto. Poco sopra<br />

si ritrova la strada asfaltata, che si segue verso sinistra fin dopo un tornante,<br />

dove si riprende il sentiero a sinistra.<br />

Il sentiero si immette su una pista sterrata e si va a sinistra. Si incontrano a<br />

questo punto due bivi ravvicinati: al primo si va a destra, al secondo si svolta a<br />

sinistra.Una sorta di mulattiera s'innalza ripidissima e s'innesta sulla<br />

più comoda mulattiera inerbita proveniente dal Colle di Caprauna.


Rocca<br />

stelletto<br />

a dei<br />

i Cosio<br />

1326<br />

Quarzina<br />

Colla dei<br />

Boschetti<br />

1228<br />

951<br />

1193<br />

Bric<br />

ruciato<br />

Ponte<br />

di Nava<br />

1401<br />

Rocca Pizzo<br />

o Pennina<br />

Poggio<br />

delle<br />

Forche<br />

652<br />

Case<br />

Rosse<br />

817<br />

900<br />

Nava<br />

1577<br />

939<br />

Pornassio<br />

630<br />

Poggio<br />

la Colma<br />

Rocca<br />

Slanciata<br />

1301<br />

1058<br />

Rocca<br />

Ferraira<br />

Colle<br />

di Nava<br />

Rocca<br />

Castel<br />

Paiano<br />

1152<br />

Colla San<br />

Bernardo<br />

1061<br />

1089<br />

1180<br />

Monte<br />

Bellarasco<br />

1198<br />

Rocca<br />

del Geppo<br />

Prale<br />

Bric<br />

Castagnino<br />

Trastanello<br />

998 Calcagnea<br />

1215<br />

1102<br />

Bocchino<br />

di<br />

Semola<br />

Armo<br />

612<br />

Trovasta<br />

<strong>Alpi</strong>sella<br />

1093<br />

1570<br />

Monte<br />

della Guardia<br />

1658<br />

864<br />

1246<br />

1128<br />

578 820<br />

678<br />

Passo<br />

di Prale<br />

Rocca<br />

Aquila<br />

549<br />

Moano<br />

1339<br />

Poggio<br />

dei Carmi<br />

888<br />

Armetta<br />

Rifugio Pian<br />

dell'Arma<br />

1382<br />

Colle di<br />

Caprauna<br />

Madonna<br />

Della Neve<br />

850<br />

1744<br />

1483<br />

Rocca<br />

Tramontina<br />

Rocca<br />

Guardiale<br />

Colla<br />

Bassa<br />

Poggio<br />

Alto<br />

1082<br />

978<br />

1190<br />

Po<br />

1042<br />

975<br />

Capra<br />

1311<br />

Monte<br />

Bello<br />

545<br />

C<br />

Ba<br />

Monte<br />

Pesauto<br />

Colla<br />

Domenica<br />

1<br />

M<br />

C<br />

Quattro passi in <strong>Liguri</strong>a.<br />

Questo potrebbe essere il riassunto<br />

di questa tappa, non tanto per questioni<br />

geografiche (si saltella al di qua e<br />

al di là del confine) quanto per<br />

gli aspetti paesaggistici: lunghi tratti<br />

di crinale al cospetto di monti<br />

arrotondati coperti di fitti boschi<br />

che digradano fino al mare.<br />

E<br />

3:20 h<br />

+701/-301 m<br />

La si segue verso sinistra fino al vicino bivio, dove si svolta a destra.<br />

Dopo una breve discesa la mulattiera si riduce a sentiero e, ignorando varie<br />

diramazioni laterali, conduce alle spalle del Rifugio Pian dell'Arma (1339 m,<br />

0:45 ore dal Passo di Prale).


100<br />

//TAPPA 08<br />

DAL RIFUGIO<br />

PIAN DELL'ARMA A<br />

GARESSIO<br />

↑ I torrioni rocciosi formati<br />

da brecce alle pendici<br />

del Monte Galero<br />

← Panorama dalla vetta del<br />

Monte Armetta<br />

→↑ Un tavolo da pic-nic<br />

nei pressi del Colle del Prione<br />

→↓ In vetta al Monte Armetta<br />

// ITINERARIO<br />

Sotto al Rifugio Pian dell'Arma (1339 m) si segue la pista sterrata verso sinistra;<br />

al primo bivio si sale a sinistra fino ad una abitazione. Un sentiero prosegue<br />

verso nord-est, tra vecchi terrazzamenti e giunge a un bivio: si sale a sinistra<br />

in un canale, con stretti tornanti, giungendo alla soprastante dorsale prativa.<br />

Si piega a sinistra, risalendo l'ampio crinale: si susseguono varie biforcazioni e<br />

passaggi sterrate dove aiutano i segnavia; all'altezza di una baita riattata<br />

si lascia definitivamente la pista sterrata per il sentiero che si stacca a destra.<br />

Il sentiero sale abbastanza ripido fino alla Colla Bassa.<br />

Qui si svolta a destra (nord), e si segue l'amplissima dorsale prativa<br />

che conduce sulla vetta del Monte Armetta (1744 m, 1:25 ore dal Rifugio<br />

Pian dell'Arma).<br />

Dalla sommità si scende verso est per prati, poi si piega a sinistra e si discende<br />

il crinale, in questo punto ben più esile. Il sentiero volge quindi a sud-est e<br />

perde velocemente quota arrivando all'ampia conca prativa di Pian del Colle.<br />

Qui ci si immette su una piccola pista, e si va a destra, così come si va a destra<br />

anche quando si incontra la successiva sterrata. La strada costeggia<br />

un boschetto di conifere poi compie una lunga curva a sinistra, che si taglia<br />

con una scorciatoia. Tornati sulla sterrata si è ormai giunti al Colle San<br />

Bartolomeo (1446 m, 0:50 ore dal Monte Armetta).<br />

Di fronte, oltre la strada, si imbocca il sentiero che sale per prati alle pendici<br />

del Monte Dubasso. Si lascia a destra il sentiero che ne raggiunge la vetta e<br />

si volge a nord, tornando sullo spartiacque. Si segue a lungo il crinale,<br />

in un continuo saliscendi che porta al Colle del Prione (1297 m, 1:00 ore<br />

dal Colle San Bartolomeo), attraversato da una sterrata. Si imbocca il sentiero<br />

di fronte che rimonta assai ripido la Costa del Prione, supera i fianchi<br />

del modesto Monte Fontanette e giunge ai piedi della ripidissima dorsale<br />

del Monte Galero (1507 m circa, 0:55 ore dal Colle del Prione).


101<br />

Tappa assai spettacolare per due terzi<br />

del percorso, dalla partenza fino ai piedi<br />

della ripida dorsale che scende dal Monte<br />

Galero, dove ci si muove su ampi crinali<br />

prativi con il mare da un lato, e le <strong>Alpi</strong><br />

dall'altro, sempre all'orizzonte.<br />

Poi ci si perde un po', tra sentierini,<br />

mulattiere, piste forestali, a tratti pure<br />

malandate, sempre chiusi nel bosco.<br />

Meritevole di una visita il bel centro<br />

storico di Garessio.<br />

E<br />

6:50 h<br />

+891/-1646 m<br />

Si lascia a destra la diramazione per il Monte Galero, e si va a sinistra,<br />

scendendo tra boschi di faggio e aree disboscate fino al Prato del Poco.<br />

Si svolta a destra (est) sui resti di una vecchia pista forestale; giunti all'impluvio<br />

del Rio Bianco, devastato da una frana, si scende a sinistra su un sentierino.<br />

Il sentierino si cala a lungo tra i faggi poi riprende velocemente quota con una<br />

serie di strette svolte e arriva alla Fontana delle Meraviglie (1174 m, 1:00 ore<br />

dalla dorsale del Monte Galero) e alla soprastante e vicina pista sterrata.


102<br />

↑ Albenga e il Mar Ligure<br />

→ Garessio<br />

Si tiene la sinistra, scendendo lentamente nel bosco di latifoglie fino ad<br />

una malandata strada sterrata presso un tornante di quest'ultima.<br />

Si va ancora a sinistra, fino al successivo tornante, quando si imbocca la pista<br />

sterrata che prosegue diritta. Raggiunti i ruderi della minuscola Cappella<br />

di Sant'Anna, si imbocca ancora a sinistra una pista sterrata che continua<br />

la discesa e porta al Colletto di Pennino, piccolo crocevia ove si trova il Pilone<br />

di Sant'Anna (969 m, 0:35 ore dalla Fontana delle Meraviglie).<br />

Si svolta a destra sulla mulattiera che continua nel bosco e giunge al bivio<br />

(segnalato) a sinistra per il Monte Pietra Ardena. Si ignora la diramazione e si<br />

piega a destra, trascurando anche la vicina deviazione a destra per Pianchette.<br />

La discesa prosegue su un tratto fortemente eroso e danneggiato dalle acque<br />

meteoriche, che presenta comunque ancora alcuni tratti ben selciati:<br />

si ignorano le infinite diramazioni laterali e si arriva finalmente al piccolo<br />

Ponte dei Corni (642 m, 0:40 ore dal Pilone di Sant'Anna), che scavalca<br />

il Rio San Giacomo e adduce alla strada provinciale.<br />

Si segue la provinciale verso sinistra fino ad una piccola chiesetta: qui<br />

si attraversa la strada e si imbocca Via Cavour, entrando nel centro storico<br />

di Garessio, a Borgo Maggiore. Si percorre per intero Via Cavour, poi Strada<br />

Provinciale 213, ed infine Corso Statuto. La tappa termina convenzionalmente<br />

in Piazza Vittorio Veneto, a Borgo Ponte, nel centro di Garessio<br />

(584 m, 0:25 ore dal Ponte dei Corni).


L'Arma<br />

Borgo<br />

a<br />

Case<br />

Griuppo<br />

Rifugio<br />

Savona<br />

Passo<br />

Scaletta<br />

Carpanetto<br />

Borgo<br />

Piave<br />

Nasagò<br />

Pianafea<br />

Case<br />

Villaro<br />

Case del<br />

Bellore<br />

Cappello<br />

Borgo<br />

Rifugio<br />

Silvietto<br />

Giorrea<br />

Case<br />

dell'Isola<br />

Case Pian<br />

Bernardo<br />

Parone<br />

Garelli<br />

Poggio<br />

Albra<br />

Valsord<br />

574<br />

Barchi<br />

Trappa<br />

Valdinferno<br />

Eca<br />

Vignolo<br />

Nasino<br />

Alto<br />

Caprauna<br />

Rifugio Pian<br />

dell'Arma<br />

Garessio<br />

475<br />

640<br />

3<br />

658<br />

1382<br />

1490<br />

1446<br />

1219<br />

1523<br />

1570<br />

1544<br />

1744<br />

862<br />

975<br />

856<br />

1042<br />

1339<br />

1205<br />

1441<br />

1206<br />

788<br />

972<br />

875<br />

1789<br />

1712<br />

1638<br />

1553<br />

712<br />

649<br />

803<br />

908<br />

94<br />

1057<br />

969<br />

1042<br />

1103<br />

1180<br />

1272<br />

1312<br />

1375<br />

1568<br />

1534<br />

1714<br />

1412<br />

1424<br />

665<br />

671<br />

1385<br />

1302<br />

607<br />

993<br />

1396<br />

1297<br />

714<br />

1029<br />

1379<br />

1413<br />

1489<br />

660<br />

922<br />

909<br />

860<br />

1011<br />

1100<br />

1254<br />

1297<br />

1435<br />

730<br />

776<br />

1000<br />

855<br />

813<br />

1108<br />

Monte<br />

Galero<br />

Monte<br />

Dubasso<br />

Monte<br />

Armetta<br />

ne<br />

Pizzo dell<br />

Penne<br />

Monte<br />

Pietra<br />

Ardena<br />

Pian<br />

dei Fio<br />

Monte<br />

Fontanette<br />

Pizzo<br />

di Carlo<br />

Cima<br />

Autero<br />

dia<br />

Colle di<br />

Caprauna<br />

Trucco<br />

della Mazza<br />

Rocca<br />

della Spina<br />

Colle San<br />

Bartolomeo<br />

Monte<br />

Pesauto<br />

Colla<br />

Bassa<br />

Rocca<br />

Asperiosa<br />

Rocca<br />

Dorata<br />

Rocca<br />

Battaglina<br />

nta<br />

apea<br />

Monte<br />

Berlino<br />

e<br />

o<br />

assa<br />

Monte<br />

Fuetto<br />

Pizz<br />

Castel<br />

Monte<br />

Pennino<br />

Truc<br />

Prato<br />

del Poco<br />

Bric<br />

della Penna<br />

Monte<br />

Cornare<br />

Grappiolo<br />

Monte<br />

Scalabrino<br />

Truc<br />

Berengero<br />

Colle del<br />

Prione<br />

Bric del<br />

Praietto<br />

Bric dei<br />

Giassetti<br />

Casotto<br />

Bric<br />

Lurdera<br />

Bric<br />

Ronzino<br />

Colletto<br />

di<br />

Pennino<br />

Bric<br />

Bandito<br />

Bocchino<br />

delle<br />

Meraviglie<br />

Colla d<br />

Peragall


TAPPA 09<br />

DA GARESSIO A<br />

BARCHI<br />

↑ Un tratto della mulattiera<br />

che porta a Pian Bernardo<br />

← Case Lurdera<br />

→ San Giacomo di Eca<br />

104<br />

// ITINERARIO<br />

Da piazza Vittorio Veneto a Garessio (584 m) si percorre via Marro, poi Via Rovere.<br />

Dopo il sottopasso ferroviario si volge a destra e si prosegue su una stradina<br />

asfaltata. Ignorando le diramazioni laterali, si oltrepassa una prima piccola<br />

borgata e se ne raggiunge una seconda, in località Sparvaira. Dopo le abitazioni<br />

si scende a destra e si attraversa il Fiume Tanaro su un ponte stradale.<br />

Si sottopassa nuovamente la ferrovia e si arriva sulla strada statale n.28 presso<br />

Trappa (614 m, 1:00 ore da Garessio). Si continua a sinistra e si imbocca a destra<br />

Via Pianbernardo. La stradina asfaltata prosegue tra le abitazioni: quando<br />

si biforca si attraversa su un ponte il Rio Parone. Poco oltre si prende a sinistra<br />

il sentiero che s'innalza deciso nel bosco, incrociando varie volte la strada.<br />

Più in alto riappare una vecchia mulattiera selciata, che torna per l'ultima volta<br />

sulla strada con le case di di Pian Bernardo (940 m, 1:00 ore da Trappa) ormai<br />

in vista. Tra le case e subito oltre si incontrano numerosi bivi ravvicinati e bisogna<br />

non perdere i segnavia bianco-rossi: a monte delle abitazioni si continua<br />

su una malandata pista sterrata e, quando questa piega a destra, si prosegue<br />

diritti su una vecchia mulattiera.<br />

Ci s'innalza a lungo nella faggeta. Usciti dal fitto bosco, su ampi pendii prativi,<br />

si segue la traccia in salita fino ai Prati sopra Le Balze. Qui si piega a sinistra e<br />

si raggiunge il Colletto Prati sopra Le Balze (1457 m, 1:45 ore da Pian Bernardo).<br />

Oltre il crinale il sentiero taglia pendii aridi, rientra nel bosco e incontra i ruderi<br />

di Case Lurdera (1328 m, 0:20 ore dal Colletto Prati sopra Le Balze).<br />

Passati i ruderi si scende su mulattiera, si volge a sinistra e si scende con poche<br />

svolte e lunghi traversi. Si ignora un bivio a destra per Vacieu, e si svolta a destra<br />

al suvvessivo bivio, arrivando a Giorrea soprana (1016 m, 0:30 ore da Case Lurdera).<br />

Si scende alla sottostante strada sterrata e si va a destra. La strada giunge in vista<br />

delle case di Vacieu: senza raggiungerle, si imbocca la mulattiera a sinistra.<br />

La mulattiera, in moderata discesa, arriva a San Giacomo di Eca (859 m, 0:35 ore


Monte<br />

Mussiglione<br />

2007<br />

1555<br />

Villaro<br />

741<br />

1943<br />

Monte<br />

Grosso<br />

1851<br />

Colla Bassa<br />

2149<br />

Monte<br />

Antoroto<br />

Bric<br />

Ciapazzo<br />

1073<br />

Ormea<br />

Praietto<br />

1789<br />

Monte<br />

Berlino<br />

Rifugio<br />

1553 Rifugio<br />

Savona<br />

Silvietto<br />

1489<br />

Passo<br />

Scaletta<br />

1638<br />

Albra<br />

1011<br />

1435<br />

Bric<br />

Ronzino<br />

1712<br />

Bric<br />

Lurdera<br />

862<br />

Trucco<br />

della Mazza<br />

1297<br />

1254<br />

Valdinferno<br />

Nasagò<br />

1100<br />

Eca<br />

Giorrea<br />

di tracciato. La percorribilità 1744<br />

è sempre<br />

860<br />

Barchi<br />

Dalla strada asfaltata alla traccia Pianafea<br />

1302<br />

nei prati, si sperimentano Monte tutti i tipi<br />

Armetta<br />

agevole, anche se qualche bivio non<br />

troppo segnalato può creare qualche<br />

dubbio. Tolto il trasferimento su asfalto<br />

da Garessio a Trappa, la tappa scorre<br />

via piacevole e varia: boschi di betulle,<br />

671<br />

faggete e la curatissima borgata di<br />

Pian Bernardo durante la salita; vecchie<br />

borgate, alcune dirute, collegate tra<br />

loro da un dedalo di mulattiere,<br />

nella discesa su Barchi.<br />

922<br />

Parone<br />

730<br />

Case Pian<br />

Bernardo<br />

909<br />

Case<br />

dell'Isola<br />

712<br />

Carpanetto 714<br />

660<br />

Monte<br />

Scalabrino<br />

1385<br />

E<br />

Truc<br />

Berengero<br />

1396<br />

Trappa<br />

5:40 h<br />

607<br />

Grappiolo<br />

1312<br />

Case<br />

Villaro Truc<br />

993 Prato<br />

del Poco<br />

Garessio<br />

1042<br />

908<br />

Bric<br />

della Penna<br />

1375<br />

Monte<br />

Fontanette<br />

1568<br />

1297<br />

Colle del<br />

Prione<br />

+928/-842 m<br />

Monte<br />

Pietra<br />

Ardena<br />

Bocchino<br />

delle<br />

Meraviglie<br />

1714<br />

969<br />

Monte<br />

Galero<br />

Borgo<br />

Piave<br />

1103<br />

1057<br />

Mo<br />

Pen<br />

127<br />

1180<br />

1534<br />

7<br />

Coll<br />

d<br />

Penn<br />

Mo<br />

Fu<br />

da Giorrea soprana). Si svolta a destra presso la chiesa e si scende alla piccola<br />

borgata di Santa Libera (780 m circa). Giunti sull'asfalto, si va a destra: un centinaio<br />

di metri dopo il primo tornante a sinistra si imbocca (non ben segnalata)<br />

la mulattiera a destra. Si traversa in discesa nel bosco e si arriva sulla statale n.28 a<br />

Nasagò. Si attraversa la statale, si sottopassa la ferrovia e si supera il Fiume Tanaro<br />

su ponte carrabile, raggiungendo il posteggio presso le Case Breo di Barchi (670 m,<br />

0:30 ore da San Giacomo di Eca).


M. Oronaye<br />

Colle della<br />

Maddalena<br />

01<br />

GTAM<br />

02<br />

GTAM<br />

Rocca La Meja<br />

C. Corborant<br />

03<br />

GTAM<br />

04<br />

GTAM<br />

Sambuco<br />

Bagni<br />

di Vinadio<br />

Sant'Anna<br />

Vinadio<br />

05<br />

GTAM<br />

Vinadio<br />

06<br />

GTAM<br />

02<br />

AVDR<br />

01<br />

AVDR<br />

M. Matto<br />

07<br />

GTAM<br />

05<br />

AVDR<br />

08<br />

GTAM<br />

Valdieri<br />

09<br />

GTAM<br />

Entracque<br />

Colle della<br />

Lombarda<br />

Malinvern<br />

06<br />

GTAM<br />

03<br />

AVDR<br />

C. Argentera<br />

Colle del<br />

Mercantour<br />

San Giacomo<br />

di Entracque<br />

M. Carbonè<br />

C. di Gelas<br />

04<br />

AVDR<br />

05<br />

AVDR<br />

07<br />

AVDR<br />

06<br />

AVDR<br />

Bern<br />

B<br />

Lyon<br />

Genève<br />

Torino<br />

A32<br />

Grenoble<br />

A6<br />

Cuneo A33<br />

A5<br />

A4<br />

Milano<br />

Genova<br />

Marseille<br />

Nice


Mondovì<br />

To<br />

ur<br />

TRA ALPI<br />

MARITTIME<br />

E LANGHE<br />

CUNEO<br />

Borgo San Dalmazzo<br />

10<br />

GTAM<br />

11A<br />

GTAM<br />

Rocca<br />

dell'Abisso<br />

Vernante<br />

Bric Costa Rossa<br />

Limone Piemonte<br />

11B<br />

GTAM<br />

Colle<br />

di Tenda<br />

Tende<br />

13<br />

GTAM<br />

12B<br />

GTAM<br />

04<br />

GDM<br />

La Brigue<br />

17<br />

GTAM<br />

12A<br />

GTAM<br />

05<br />

GDM<br />

C. di Marta<br />

Chiusa di Pesio<br />

GDM<br />

Certosa di Pesio<br />

14<br />

GTAM<br />

15<br />

GTAM<br />

01<br />

GDM<br />

02<br />

GDM<br />

P.ta Margureis<br />

Carnino Viozene<br />

16<br />

GTAM<br />

03A<br />

05<br />

ATT<br />

Briga Alta<br />

Triora<br />

Frabosa Soprana<br />

03B<br />

GDM<br />

03<br />

ATT<br />

Pian Marchisio<br />

M. Mongioie<br />

Pizzo d'Ormea<br />

Pamparato<br />

Certosa Casotto<br />

01<br />

Garessio<br />

M. Armetta M. Galero<br />

Ormea<br />

Caprauna<br />

09<br />

06 07 08<br />

ATT<br />

04<br />

ATT<br />

02<br />

ATT<br />

ATT<br />

ATT<br />

A<br />

ATT<br />

ATT<br />

Alto<br />

reil-sur-Roya<br />

18<br />

GTAM<br />

Pigna<br />

19<br />

GTAM<br />

Ventimiglia<br />

Balzi Rossi


APPROFONDIMENTI<br />

108<br />

// LIBRI E GUIDE<br />

AA.VV., Le Valli tra i Parchi, Più Eventi Edizioni, 2018<br />

Graziani M., Grande Traversata delle <strong>Alpi</strong> – Vol. 1<br />

da Viozene a Susa, Editrek e L’Escursionista<br />

Editore, 2011<br />

Kürschner I., GTA Grande Traversata delle <strong>Alpi</strong>,<br />

Bergverlag Rother, 2012<br />

Parodi A., Pockaj R., Costa A., Sentieri e meraviglie<br />

delle <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong>, collana Sentieri e Rifugi,<br />

Parodi Editore, 2010<br />

Parodi A., Pockaj R., Costa A., Nel cuore delle <strong>Alpi</strong><br />

<strong>Liguri</strong>, collana Sentieri e Rifugi, Parodi Editore, 2012<br />

Parodi A., Pockaj R., Costa A., Tra <strong>Marittime</strong> e Cozie,<br />

collana Sentieri e Rifugi, Andrea Parodi Editore, 2014<br />

Pockaj R., Dalle <strong>Alpi</strong> al Mare, Edizioni<br />

del Capricorno, 2015<br />

Pockaj R., S. Delfino, I sentieri della storia,<br />

Blu Edizioni, 2014<br />

// SITI<br />

alpicuneesi.it<br />

areeprotettealpimarittime.it<br />

piemonteoutdoor.it<br />

trek.marittimemercantour.eu<br />

// CARTE<br />

Fraternali Editore, 1:25.000<br />

n. 13 Alta Valle Stura di Demonte<br />

Fraternali Editore, 1:25.000<br />

n. 15 Valle Gesso, Parco Naturale<br />

delle <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong><br />

Fraternali Editore, 1:25.000<br />

n. 16 Val Vermenagna, Valle Pesio,<br />

Alta Valle Ellero, Parco Naturale<br />

del Marguareis<br />

Fraternali Editore, 1:25.000<br />

n. 19 Alta Val Tanaro, Alta Valle<br />

Arroscia, Alta Valle Argentina<br />

Fraternali Editore, 1:25.000<br />

n. 22 Mondovì, Val Ellero,<br />

Val Maudagna, Val Corsaglia,<br />

Val Casotto<br />

Fraternali Editore, 1:25.000<br />

n. 23 Sanremo, Ventimiglia,<br />

Bassa Val Roia, Val Nervia<br />

Fraternali Editore, 1:25.000<br />

n. 26 Bassa Val Tanaro, Val Bormida<br />

e Cebano<br />

Fraternali Editore, 1:50.000<br />

n. 50-3 Val Maira, Val Grana,<br />

Valle Stura, Valle Gesso<br />

Fraternali Editore, 1:50.000<br />

n. 50-4 Cuneo, Valli Monregalesi,<br />

Val Vermenagna, Val Pesio,<br />

Alta Val Tanaro<br />

Istituto Geografico Centrale, 1:50.000<br />

n. 8 <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong> e <strong>Liguri</strong><br />

Istituto Geografico Centrale, 1:50.000<br />

n. 18 Le Langhe meridionali


109

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