PORTAVOCE DI SAN LEOPOLDO MANDIC - settembre 2019

Portavoce di san Leopoldo Mandic (Dal 1961, a Padova, la rivista del santuario di padre Leopoldo, francescano cappuccino, il santo della misericordia e dell'ecumenismo spirirituale)P Portavoce di san Leopoldo Mandic (Dal 1961, a Padova, la rivista del santuario di padre Leopoldo,

francescano cappuccino, il santo della misericordia e dell'ecumenismo spirirituale)P

edizionisanleopoldo
from edizionisanleopoldo More from this publisher
05.09.2019 Views

Portavoce N. 7 - SETTEMBRE-OTTOBRE 2019 di san Leopoldo Mandić Mensile - anno 59 - n. 7 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD LA SFIDA DEL DIALOGO CON L’ISLAM DA SAN FRANCESCO A PAPA FRANCESCO

Portavoce<br />

N. 7 - SETTEMBRE-OTTOBRE <strong>2019</strong><br />

di san Leopoldo Mandić<br />

Mensile - anno 59 - n. 7 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD<br />

LA SFIDA<br />

DEL <strong>DI</strong>ALOGO<br />

CON L’ISLAM<br />

DA <strong>SAN</strong> FRANCESCO<br />

A PAPA FRANCESCO


PER RICEVERE LA RIVISTA<br />

UN ANNO = 9 NUMERI, CON CALENDARIO<br />

Quota associativa<br />

Italia € 20<br />

Europa € 30<br />

Altri Paesi USD 38<br />

sostenitore da € 50<br />

Portavoce<br />

di san Leopoldo Mandić<br />

Periodico di cultura religiosa<br />

dell’Associazione «Amici di San Leopoldo»<br />

Direzione, Redazione, Amministrazione<br />

Associazione «Amici di San Leopoldo»<br />

Santuario san Leopoldo Mandić<br />

Piazzale Santa Croce, 44 - 35123 Padova<br />

Sito internet<br />

www.leopoldomandic.it<br />

Direttore e Redattore<br />

Giovanni Lazzara<br />

Dir. Responsabile<br />

Luciano Pastorello<br />

Hanno collaborato a questo numero<br />

Massimo E. Putano, Flaviano G. Gusella,<br />

Fabrizio Zaccarini, Lorenzo Tel,<br />

Pietro Brazzale, Alfredo Pescante,<br />

Gianfranco Tinello, Marco Roveroni<br />

e Fabio Camillo<br />

■ versamento su conto corrente postale<br />

n. 68943901, intestato a<br />

«Associazione Amici di San Leopoldo»<br />

■ versamento on-line sul c.c.p. n. 68943901<br />

riservato ai titolari di un conto Bancoposta<br />

o di una carta Postepay,<br />

al sito https: //bancopostaonline.poste.it<br />

■ bonifico intestato a<br />

«Associazione Amici di San Leopoldo»<br />

IBAN: IT07 V076 0112 1000 0006 8943 901<br />

BIC(SWIFT): BPPIITRRXXX<br />

Solo per i Paesi che non usano Euro:<br />

IBAN: IT07 V076 0112 1000 0006 8943 901<br />

BIC(SWIFT): POSOIT22XXX<br />

■ assegno non trasferibile intestato a:<br />

«Provincia Veneta dei Frati Minori Cappuccini» e inviato a:<br />

Santuario san Leopoldo Mandić,<br />

piazzale S. Croce, 44 - 35123 Padova<br />

L’associazione, che dà diritto di ricevere la rivista, può decorrere<br />

da qualsiasi mese dell’anno. Il cambio di indirizzo è gratuito:<br />

segnalatecelo al più presto per lettera o email<br />

Impaginazione<br />

Barbara Callegarin<br />

Stampa<br />

Stampe Violato - Bagnoli di Sopra (PD)<br />

Editore<br />

Associazione «Amici di san Leopoldo»<br />

Spedizione in abbonamento postale<br />

Pubblicazione registrata presso il Tribunale<br />

di Padova il 18 ottobre 1961, n. 209 e al R.O.C.,<br />

n. 13870. Con approvazione ecclesiastica<br />

e dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini<br />

Garanzia di riservatezza<br />

Nel rispetto del D.L. n. 196/2003 Portavoce di san<br />

Leopoldo Mandić garantisce che i dati personali<br />

relativi agli associati sono custoditi nel proprio<br />

archivio elettronico con le opportune misure di<br />

sicurezza. Tali dati sono trattati conformemente<br />

alla normativa vigente, non possono essere<br />

ceduti ad altri soggetti senza espresso consenso<br />

dell’interessato e sono utilizzati esclusivamente per<br />

l’invio della Rivista e iniziative connesse<br />

In copertina: Abbraccio tra san Francesco<br />

e il sultano, icona di fra Robert Lentz ofm<br />

Le foto, ove non espressamente indicato, hanno<br />

valore puramente illustrativo<br />

Questa testata non fruisce di contributi statali<br />

Chiuso in prestampa il 15 luglio <strong>2019</strong><br />

e consegnato a Poste Italiane<br />

tra il 19 e il 24 agosto <strong>2019</strong><br />

PER CONTATTARCI<br />

Invia una email a:<br />

Redazione: direttore@leopoldomandic.it<br />

Santuario: info@leopoldomandic.it<br />

Telefona a:<br />

Redazione e santuario: 049 8802727<br />

Scrivi per posta a:<br />

Direttore Portavoce di san Leopoldo M.<br />

Santuario san Leopoldo Mandić<br />

Piazzale S. Croce, 44 - 35123 Padova<br />

Rettore del santuario<br />

Fra Flaviano Giovanni Gusella<br />

Santuario san Leopoldo Mandić<br />

Piazzale S. Croce, 44 - 35123 Padova


Sommario<br />

N. 7 SETTEMBRE-OTTOBRE <strong>2019</strong> ANNO 59<br />

3<br />

8<br />

12<br />

17<br />

20<br />

24<br />

29<br />

30<br />

38<br />

4<br />

6<br />

32<br />

33<br />

35<br />

Editoriali<br />

SUONA LA CAMPANELLA (ANCHE PER LO SPIRITO) / AI LETTORI / di Giovanni Lazzara<br />

NELLA TERRA <strong>DI</strong> <strong>SAN</strong> GIOVANNI PAOLO II / LA VOCE DEL <strong>SAN</strong>TUARIO /<br />

di Flaviano G. Gusella<br />

Attualità ecclesiale<br />

PERISCOPIO CATTOLICO / a cura di Giovanni Lazzara<br />

BATTEZZATI E INVIATI / LA PAROLA DEL PAPA / di Francesco<br />

NELLA TENDA DEL SULTANO / di Fabrizio Zaccarini<br />

LA “FRATELLANZA”: IL SEGRETO DELLA PACE NEL MONDO / di Lorenzo Tel<br />

San Leopoldo ieri e oggi<br />

«<strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong> CI AIUTI AD AMARE LA NOSTRA FEDE» / di Pietro Brazzale<br />

PADRE <strong>LEOPOLDO</strong> NELLA CHIESA <strong>DI</strong> <strong>SAN</strong> BENEDETTO / DEVOZIONE /<br />

di Alfredo Pescante<br />

SACERDOTE <strong>DI</strong> CRISTO / UNA CREATURA NASCOSTA > 7 / FUMETTO / di Marco Roveroni<br />

Rubriche<br />

LA FOTO RACCONTA<br />

LETTERE A <strong>PORTAVOCE</strong> / di Massimo Ezio Putano<br />

GRAZIE, <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong> / a cura della Redazione<br />

VITA DEL <strong>SAN</strong>TUARIO / a cura della Redazione<br />

CALENDARIO LITURGICO / di Gianfranco Tinello<br />

«Sei credente? Credi nel vangelo? Se Gesù è con te<br />

e tu sei con Gesù, di che cosa devi temere?»<br />

SETTEMBRE-OTTOBRE <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 5


LETTERE A <strong>PORTAVOCE</strong><br />

Caro padre, le scrivo per dirle la<br />

mia sofferenza di nonna. Ho una figlia<br />

sposata con due bambini piccoli.<br />

Negli ultimi tempi le cose, tra noi,<br />

sono andate sempre peggiorando.<br />

Al punto che adesso non vogliono<br />

più farmi vedere i miei nipotini. I loro<br />

genitori hanno deciso di non battezzarli:<br />

decideranno loro da grandi,<br />

hanno detto. Sanno che io sono<br />

praticante e li ha fatti arrabbiare il<br />

fatto di avermi sorpreso a insegnare<br />

una preghierina ai piccoli. Cosa<br />

posso fare? Sapesse come soffro…<br />

Antonia G. (Cittadella, PD)<br />

Caro padre, io e mio marito frequentiamo<br />

il santuario di San Leopoldo<br />

e siamo contenti del clima di<br />

accoglienza anche per i bambini<br />

piccoli. Non frequentiamo la nostra<br />

parrocchia perché non abbiamo<br />

buoni rapporti con il parroco. Ma il<br />

problema è un altro: siamo incerti<br />

se battezzare o no nostro figlio. Infatti<br />

molti amici nostri hanno fatto<br />

questa scelta perché, dicono, intendono<br />

lasciare libero il figlio di scegliere.<br />

Noi siamo stati battezzati da<br />

bambini, ma oggi non sarebbe più<br />

giusto fare che la fede sia una scelta<br />

personale? T.R. (Vicenza)<br />

Gentili lettori, rispondo insieme<br />

a queste due domande,<br />

perché ritengo convergano<br />

entrambe su una questione<br />

centrale della pastorale<br />

contemporanea. Occupandomi<br />

della formazione di frati giovani, ci<br />

si accorge che i giovani che chiedono<br />

di sperimentare la vita religiosa,<br />

pur ricchi di doti umane e di esperienze<br />

significative, nello scorrere<br />

del tempo manifestano una scarsa<br />

conoscenza e una povera manifestazione<br />

della vita battesimale<br />

ricevuta da piccoli.<br />

Inoltre, quanto più si viene a contatto<br />

con le persone che frequenta-<br />

Riscoprire il Battesimo<br />

per camminare nella fede<br />

no la chiesa per la vita sacramentale<br />

ordinaria, tanto più ci si accorge che<br />

per lo più il dono del Battesimo non<br />

è consapevolizzato, né vissuto dal<br />

cristiano. Questo ha portato a riattivare<br />

percorsi di iniziazione alla fede<br />

che, pur presenti nella prassi della<br />

prima Chiesa, nel tempo erano stati<br />

accantonati per privilegiare il catechismo<br />

ai bambini, o altri percorsi<br />

adatti a quanti dovrebbero aver già<br />

assimilato i fondamenti della vita<br />

cristiana.<br />

Manca spesso una riflessione<br />

condivisa con i laici sui “riti di passaggio”<br />

(come la Cresima, ndr) e la<br />

comprensione che essi hanno introdotto<br />

già nella Signoria di Cristo, ma<br />

senza averne dischiuso il senso e le<br />

possibilità. Si rischia di chiedere<br />

di agire da cristiani adulti, e di<br />

essere generatori di fede, a persone<br />

che prima non sono state<br />

immerse nella bellezza semplice<br />

e liberante dell’essere figli amati.<br />

Fatta eccezione, infatti, per alcuni<br />

percorsi ecclesiali di riscoperta<br />

della “vita nuova” in Cristo (come,<br />

ad esempio, il Rinnovamento nello<br />

Spirito o il Cammino Neocatecumenale),<br />

i fedeli sembrano ignorare il<br />

tesoro di Grazia che è stato riversato<br />

nei loro cuori attraverso l’immersione<br />

nelle acque battesimali, le quali<br />

comunicano la vita del Signore e innestano<br />

nel suo corpo mistico che è<br />

la Chiesa, comunione dei santi. Nei<br />

dialoghi con tante persone, emerge<br />

per lo più una dimensione<br />

psichica o morale del vissuto di<br />

fede, uno sguardo verso la realtà<br />

spesso incapace, o impossibilitato,<br />

di cogliere la presenza del<br />

Risorto nella propria e altrui esistenza.<br />

Si avverte che manca l’aver<br />

assunto «il pensiero di Cristo» (cf.<br />

1Cor 2,16) donato con il Battesimo,<br />

come pure il non vivere a partire dai<br />

«suoi sentimenti» (cf. Fil 2,5); manca<br />

cioè la mentalità e lo stile nuovi<br />

che il Signore ha portato sulla terra<br />

facendosi uomo, manca la capacità<br />

contemplativa di vedere nella realtà<br />

una “presenza” e una “parola” fedele<br />

più profonda.<br />

Perciò, la domanda che ci facciamo<br />

come educatori (potrebbe<br />

essere valida per i genitori e i nonni),<br />

è non solo se accompagniamo<br />

i nostri “piccoli” dentro le acque<br />

sante lasciandoli a loro stessi nella<br />

comprensione e nella manifestazio-<br />

6 | <strong>PORTAVOCE</strong> | SETTEMBRE-OTTOBRE <strong>2019</strong>


ne di quanto hanno lì ricevuto, ma<br />

se anche noi – come raccontato negli<br />

Atti degli Apostoli con l’episodio<br />

di Filippo e l’eunuco (cf. At 8,26-40)<br />

– aiutiamo queste generazioni<br />

“senza battesimo”, a rileggere la<br />

loro vita a partire dalla Parola di<br />

Dio che intercetta le loro storie e<br />

illumina di salvezza le loro ferite,<br />

e se anche noi ci immergiamo con<br />

loro nella stessa morte e nella stessa<br />

vita umano-divina di Gesù.<br />

Chiediamoci: siamo consapevoli<br />

di quale dono immenso sia il<br />

Battesimo; di quale forza operante<br />

e dirompente esso sia portatore,<br />

consentendo a noi e ai “nostri figli”<br />

di «rispondere al male con il bene»<br />

(Rm 12,21), di affrontare la vita segnata<br />

da fatiche e conflitti, con speranza<br />

e bontà? Abbiamo compreso<br />

che «senza di lui non possiamo far<br />

nulla» (cf. Gv 15,5), che non ci porteremo<br />

via niente da questo mondo se<br />

non i semi di amore eterno che avremo<br />

sparso nel suo nome? Abbiamo<br />

fatto abbastanza strada per vedere<br />

lucidamente che non siamo migliori,<br />

né meno complici, nell’egoismo,<br />

degli altri, per cogliere la necessità<br />

di avere un Salvatore che ci strappi<br />

dal male, ci mostri il senso della vita,<br />

ci riveli l’urgenza di farlo conoscere<br />

per la felicità di ogni uomo?<br />

Se tutto questo ci è chiaro, sono<br />

certo che la nostra fede si trasmetterà<br />

agli altri senza tante parole o<br />

insegnamenti, ma con la luminosità<br />

e fortezza della nostra vita. Chi ci<br />

guarderà non potrà che riconoscere<br />

una vita piena, felice, che suscita interrogativi<br />

del tipo: come fa a essere<br />

sereno nonostante tutto quello che<br />

gli è capitato? Le persone si avvicineranno<br />

e chiederanno: chi ti dà la<br />

forza per vivere così? Quella sarà<br />

occasione di dare testimonianza (cf.<br />

Lc 21,13), dopo aver mostrato, con il<br />

nostro comportamento, di chi e cosa<br />

viviamo.<br />

Una pastorale sana e vivificante<br />

della Chiesa è allora quella che<br />

sa tenere in equilibrio il Battesimo<br />

dei bambini e quello degli<br />

adulti all’interno di comunità che<br />

“iniziano” alla vita cristiana, in modo<br />

da confermare e far crescere il<br />

cammino di fede delle famiglie già<br />

entrate nella comprensione e nella<br />

celebrazione del mistero di Cristo,<br />

e da evangelizzare i tanti cristiani<br />

“dispersi”, per far loro scoprire la<br />

centralità e la bellezza del Dio uno<br />

e trino che li ama e li cerca per innestarli<br />

tra le sue membra.<br />

Se all’interno della nostra società<br />

agnostica (e per altri versi credulona),<br />

i valori della libertà di coscienza<br />

e della “pluriformità” vanno salvaguardati,<br />

è pur vero che i “grandi”<br />

non possono sottrarsi al compito<br />

responsabile di educare non solo<br />

alla vita civile, ma anche al senso<br />

religioso e a quello di fede che<br />

ogni uomo ha o riceve. Sono convinto<br />

che il Battesimo sia una scelta<br />

adulta, matura e consapevole, di chi<br />

decide di «non vivere più per sé stesso»<br />

(cf. 2Cor 5,15), ma per Lui e attraverso<br />

Lui per gli altri, ma proprio per<br />

questo non possiamo delegare solo<br />

ad altri l’accompagnamento a questa<br />

scoperta e realtà. Se non viviamo,<br />

noi per primi, il Battesimo, non indichiamo,<br />

non insegniamo, non facciamo<br />

cioè segno ai “piccoli” che c’è<br />

un oltre “in” e “a” questa vita, una<br />

trascendenza già attiva nel nostro<br />

cuore, come potranno loro, figli e nipoti,<br />

liberarsi dal materialismo e dal<br />

consumismo che rende lentamente<br />

schiavi e anestetizza lo spirito?<br />

Saper morire a noi stessi, mettendo<br />

al centro l’Amore di un<br />

altro, la gratuità disinteressata<br />

al posto del calcolo e della verifica<br />

in vista di un guadagno e di un risparmio,<br />

è un bene che scorgiamo<br />

e possiamo scegliere, solo se<br />

ci sono maestri e testimoni lieti,<br />

perché autentici, che incarnano<br />

davanti a noi questa possibilità<br />

di vita. Impariamo per imitazione<br />

e interiorizzazione, non a partire da<br />

noi stessi. La personalizzazione e<br />

la creatività seguono questo primo<br />

momento ricettivo del quale ogni<br />

battezzato è chiamato a farsi prima<br />

destinatario e poi promotore.<br />

Pertanto, bisogna tornare a<br />

guardare bene dentro al dono<br />

del Battesimo, iniziando a incarnarlo<br />

credibilmente anzitutto<br />

noi, senza imporre le nostre<br />

idee, ma stando accanto alla vita<br />

di quanti sono ancora lontani dalla<br />

scelta fondamentale della fede, mostrando<br />

che c’è un Altro in noi che<br />

dona ai nostri giorni luce e profumo.<br />

A livello di “magistero pastorale”<br />

è sempre più prioritario ripartire<br />

da qui, piuttosto che rivestire con<br />

un coperchio di metallo i battisteri<br />

di pietra e la vita dei battezzati con<br />

percorsi sofisticati o specializzati<br />

di fede, dando per scontata la presenza<br />

di una fiamma vivace dentro<br />

i cuori dei cristiani. Nel “ripensamento”<br />

che la Chiesa è invitata a fare<br />

in questo tempo di transizione e<br />

purificazione che ci sta facendo tornare<br />

alle origini, alla pregnanza dei<br />

riti e dei contenuti della nostra fede,<br />

siamo invitati a cogliere una opportunità<br />

per riscoprire la gioia<br />

e la forza del cristianesimo.<br />

Sia che si facciano battezzare i<br />

bambini appena nascono, sia che si<br />

affidi a loro la scelta del Battesimo<br />

in età adulta (come nella tradizione<br />

della Chiesa antica), sentiamoci invitati<br />

a considerare, nei nostri gesti<br />

e nelle nostre parole, la preziosità di<br />

quanto anzitutto noi abbiamo ricevuto<br />

e siamo chiamati a far crescere<br />

giorno dopo giorno. Senza questa<br />

premura da Risorti, vana e delegante<br />

sarebbe la nostra fede (cf. 1Cor<br />

15,14). P<br />

Massimo Ezio Putano<br />

SETTEMBRE-OTTOBRE <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 7


ATTUALITÀ ECCLESIALE<br />

Nella tenda del sultano<br />

C’è un evento della vita di<br />

frate Francesco che, più<br />

di ogni altro, ha condannato<br />

i suoi contemporanei<br />

a non capire. Del<br />

resto, i matti, di Cristo o d’altro sempre<br />

matti sono, chi li capisce? Ma<br />

ecco i fatti: giugno 1219, Francesco,<br />

mosso dal desiderio di annunciare<br />

il Vangelo anche a prezzo della propria<br />

vita, nel contesto della quinta<br />

crociata, al suo terzo tentativo (il<br />

primo lo vede muoversi verso la Siria<br />

nel 1211; il secondo, indirizzato<br />

verso il Marocco, è da collocare tra<br />

il 1213 e il 1215), riesce ad arrivare in<br />

Oriente, in terra musulmana. Precisamente<br />

sul delta del Nilo, in Egitto,<br />

a Damietta, città posta sotto assedio<br />

in quel periodo da parte dei crociati.<br />

Il penitente di Assisi insoddisfatto<br />

dell’aiuto che stava prestando ai<br />

crociati feriti, amareggiati e delusi<br />

dalle divisioni che serpeggiavano<br />

tra le loro truppe, chiede al vescovo<br />

Pelagio, responsabile della direzione<br />

religiosa della crociata, di poter<br />

attraversare, senza alcuna protezione<br />

armata, le linee nemiche per<br />

incontrare personalmente il sultano<br />

Malik al-Kamil e annunciargli il Vangelo<br />

di Gesù Cristo, figlio di Dio.<br />

PERCHÉ INCONTRARE IL SULTANO?<br />

Ernoul, cronista della crociata, non<br />

appartenente alla famiglia francescana<br />

(ciò rende la sua testimonianza<br />

di particolare interesse), ci<br />

trasmette in modo del tutto verosimile<br />

la reazione del vescovo, che<br />

nega decisamente il permesso: andare<br />

nell’accampamento nemico e<br />

annunciarvi il Vangelo significava<br />

morte certa.<br />

800 anni fa, l’incontro tra Francesco d’Assisi e<br />

Malik al-Kamil, il sultano d’Egitto. Francesco è mosso<br />

dal desiderio di raggiungere Gerusalemme e di<br />

portare il vangelo ai musulmani, pronto al martirio.<br />

È un uomo sincero e di pace e al-Kamil un “nemico”<br />

disposto all’ascolto. Ma cosa accadde all’interno<br />

della tenda del capo musulmano?<br />

Perché andarvi dunque? E Francesco,<br />

lui e frate Illuminato, non<br />

si rendono conto che se andranno<br />

nell’accampamento nemico probabilmente<br />

saranno condannati a morte?<br />

Evidentemente sì, la prospettiva<br />

del martirio è stata messa in conto<br />

da Francesco e dal suo compagno.<br />

Anzi, credo sia del tutto verosimile<br />

che, come i primi martiri francescani<br />

che l’anno successivo moriranno<br />

decapitati in Marocco, anche Francesco<br />

e Illuminato desiderassero il<br />

martirio, come piena conformazione<br />

al Cristo e perciò testimonianza<br />

credibile di lui, il quale, «avendo<br />

amato i suoi, li amò sino alla fine» e<br />

diede la vita per loro. Risposero che<br />

«se ci andavano, lui [il vescovo, ndr]<br />

non avrebbe avuto nessuna colpa,<br />

perché non era lui che li mandava,<br />

ma semplicemente permetteva che<br />

vi andassero».<br />

A questo punto il vescovo inizia<br />

ad arrendersi: «Io non conosco quello<br />

che voi avete in cuore e quali siano<br />

i vostri pensieri, se buoni o cattivi;<br />

ma se ci andate, guardate che i<br />

vostri cuori e i vostri pensieri siano<br />

sempre rivolti al Signore Iddio». Il<br />

vescovo, constatando che era im-<br />

d i F a b r i z i o Z a c c a r i n i *<br />

possibile convincere i due frati a rinunciare<br />

al loro proposito, concede<br />

il suo permesso, alla condizione però,<br />

«che non si pensasse da nessuno<br />

che era lui a inviarli». Egli desidera<br />

essere sollevato da ogni responsabilità<br />

per una iniziativa evangelica in<br />

cui non vede né utilità alcuna, né,<br />

tanto meno, alcuna necessità.<br />

I due vanno e riescono effettivamente<br />

a raggiungere il sultano.<br />

Ciò che accade nella sua tenda è<br />

l’oggetto di maggior divergenza<br />

nelle fonti storiche. Le fonti che è<br />

più utile mettere a confronto sono la<br />

stessa cronaca di Ernoul e la Legenda<br />

major di san Bonaventura. Gli elementi<br />

strutturali da analizzare nelle<br />

due narrazioni sono tre: il discorso<br />

di Francesco e la reazione del sultano;<br />

la sfida del fuoco; il congedo e il ritorno<br />

all’accampamento cristiano.<br />

Da notare che il secondo elemento<br />

compare solo nella biografia<br />

di Bonaventura, il terzo, invece, è<br />

riportato nelle nostre due opere e<br />

in tutte quelle disponibili, in modo<br />

sostanzialmente identico.<br />

Il sultano, uomo di larghe vedute,<br />

ammirato dal coraggio dei due frati,<br />

offre loro possedimenti e doni pre-<br />

20 | <strong>PORTAVOCE</strong> | SETTEMBRE-OTTOBRE <strong>2019</strong>


Abbraccio tra san Francesco<br />

e il Sultano, icona moderna,<br />

opera di fra Robert Lentz ofm<br />

ziosi, che, a motivo della povertà,<br />

vengono rifiutati. Dopodiché i due<br />

frati vengono ricondotti sani e salvi<br />

al loro accampamento.<br />

Prendiamo ora in considerazione<br />

le divergenze più importanti.<br />

DAL “<strong>DI</strong>ALOGO” DELLE ARMI<br />

ALL’ARMA DEL <strong>DI</strong>ALOGO<br />

Settembre del 1219. La quinta crociata infuriava già da due anni tra i<br />

cristiani e l’islam. I crociati, guidati dal benedettino portoghese Pelagio<br />

Galvani, tentavano di prendere il porto di Damietta (oggi Dumya – t), a<br />

pochi chilometri dal Cairo, con l’intenzione di conquistare l’Egitto. È<br />

in queste circostanze che san Francesco d’Assisi decise di andare a<br />

predicare il Vangelo ai musulmani e di parlare di Cristo al sultano d’Egitto,<br />

Malik al-Kamil, nipote di Saladino.<br />

Scrive Zouhir Louassini: «Il sultano non dimenticò mai il sorriso di<br />

Francesco, la sua gentilezza e l’umiltà nell’espressione di una fede<br />

illimitata. Forse questo ricordo fu decisivo quando dieci anni dopo, senza<br />

nessuna costrizione di sorta, volle restituire Gerusalemme ai cristiani.<br />

Quello che le armate provenienti da tutta l’Europa non riuscivano a<br />

ottenere con la forza avrebbe potuto essere offerto dall’intelligenza e<br />

dalla tolleranza del musulmano Malik al-Kamil. Indubbiamente, la chiara<br />

visione di Francesco aveva continuato il suo lento lavoro nella coscienza di<br />

quest’uomo aperto al pensiero degli altri. Ottocento anni dopo l’incontro<br />

tra il santo e il sultano, c’è ancora chi non ha capito che l’unica strada<br />

da percorrere tra gli uomini è quella del dialogo e della pace. Sarebbe<br />

giusto ricordare il pellegrino di Damietta e il suo incontro rivoluzionario<br />

ogni volta che ci viene la tentazione di offendere gli altri perché non la<br />

pensano come noi. Il dialogo tra islam e occidente cristiano riparte dal<br />

Poverello di Assisi».<br />

IL <strong>DI</strong>SCORSO <strong>DI</strong> FRANCESCO<br />

E LA REAZIONE DEL SULTANO<br />

Nella versione di Ernoul, Francesco<br />

vorrebbe dimostrare razionalmente<br />

la falsità dell’Islam e la verità del<br />

Cristianesimo. Il sultano, allora, fa<br />

chiamare i teologi di corte, ma questi,<br />

appena udite le intenzioni del<br />

santo, affermano che la legge coranica<br />

non permette né di ascoltare<br />

discorsi contro l’Islam, né di dar<br />

credito a esponenti di altra religione<br />

e sostengono, anzi, che i due frati<br />

devono essere immediatamente decapitati.<br />

Ma il sultano reagisce così:<br />

«Non sia mai che io vi condanni<br />

a morte. Sarebbe una ricompensa<br />

malvagia fare morire voi, che avete<br />

voluto, coscientemente, affrontare<br />

la morte per salvare l’anima mia<br />

nelle mani del Signore Iddio».<br />

Nel racconto di Bonaventura, invece,<br />

Francesco «predicò al Soldano<br />

il Dio uno e trino e il Salvatore di tutti,<br />

Gesù Cristo». Si limitò ad annunciare<br />

la sua fede senza pretendere di<br />

dimostrare la falsità dell’Islam. Non<br />

per via razionale, almeno.<br />

Ma, allora, cosa avrà detto davvero<br />

Francesco?<br />

André Vauchez, nel suo Francesco<br />

d’Assisi, riporta un breve brano<br />

del vescovo Jacques da Vitry, che si<br />

trovava a Damietta nel 1219, quando<br />

Francesco e Illuminato sono nell’accampamento<br />

dei crociati. Nella sua<br />

Historia occidentalis scrive: «I Saraceni<br />

ascoltano molto volentieri i frati<br />

minori sin tanto che annunciano<br />

SETTEMBRE-OTTOBRE <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 21


NELLA TENDA DEL SULTANO<br />

la loro fede nel Cristo e la dottrina<br />

evangelica, mentre si oppongono<br />

apertamente a loro quando predicano<br />

di un Maometto mentitore e perfido.<br />

Allora questi empi, riempiendoli<br />

di colpi e, se Dio miracolosamente<br />

non li proteggesse, quasi trucidandoli,<br />

li cacciano dalle loro città».<br />

Questa testimonianza può essere<br />

letta, mi pare, come una parziale<br />

spiegazione dell’esito diverso che, a<br />

breve distanza di tempo, ha la missione<br />

di Francesco a Damietta, nel<br />

1219, e la missione dei protomartiri<br />

francescani in Marocco, nel 1220.<br />

I protomartiri (si veda il racconto<br />

della loro passione) insistono molto<br />

sulla falsità dell’Islam, e, anche dopo<br />

essere stati ripetutamente puniti<br />

e avvisati del pericolo cui andavano<br />

incontro, continuano sia ad annunciare<br />

Cristo, sia a minacciare inferno<br />

e dannazione ai destinatari del<br />

loro annuncio. Secondo la fonte citata<br />

sarà lo stesso re di Marocco Miramolino<br />

a decapitare i cinque frati.<br />

Ritengo che l’esito diverso di Damietta<br />

sia dovuto alla diversa disposizione<br />

di entrambe le parti in gioco.<br />

Al Malik al Kamil, prima di ricevere<br />

i due minori, aveva presieduto una<br />

controversia religiosa in cui erano<br />

intervenuti il patriarca copto e quello<br />

melchita. Perciò si deve ritenere<br />

non affidabile Ernoul quando fa dire<br />

ai suoi consiglieri: «La legge proibisce<br />

di prestar orecchio ai predicatori<br />

di altra religione».<br />

Per Francesco, poi, risulta evidente<br />

che la rinuncia al linguaggio<br />

polemico/apologetico, non è<br />

una scelta episodica, ma un tratto<br />

dell’identità familiare minoritica<br />

che egli vuol lasciare in eredità<br />

ai suoi figli/fratelli. Nella Regola bollata,<br />

dopo aver ricordato che tutti i<br />

frati devono vestire abiti vili, Francesco<br />

aggiunge: «Li ammonisco, però,<br />

e li esorto a non disprezzare e a<br />

non giudicare gli uomini che vedono<br />

vestiti di abiti molli e colorati […],<br />

ma piuttosto ciascuno giudichi e<br />

disprezzi sé stesso» (Regola Bollata).<br />

A proposito dei “sacerdoti poverelli”<br />

che tenevano una condotta indegna<br />

del ministero affidatogli da Dio e<br />

dalla Chiesa, dichiara «se io avessi<br />

tanta sapienza, quanta ne ebbe Salomone,<br />

e mi incontrassi in sacerdoti<br />

poverelli di questo mondo, nelle<br />

parrocchie in cui dimorano, non<br />

voglio predicare contro la loro volontà<br />

[…]. E non voglio considerare<br />

in loro il peccato, poiché in essi io<br />

riconosco il Figlio di Dio e sono miei<br />

signori» (Testamento). Agli eretici<br />

che credevano che solo lo spirito<br />

venisse da Dio, e che fosse opera del<br />

CON<strong>DI</strong>VIDERE I DONI <strong>DI</strong> <strong>DI</strong>O È POSSIBILE<br />

San Francesco […] arrivò al campo crociato fuori Damietta tra cristiani che<br />

disprezzavano i musulmani. Quei musulmani avevano a loro volta qualche<br />

ragione per disprezzarlo e di considerarlo un nemico. Oggi celebriamo ciò<br />

che nessuno avrebbe potuto prevedere: che questo uomo pieno di Spirito<br />

potesse attraversare le linee di battaglia, essere ricevuto con garbo e tornare<br />

con una nuova visione per coinvolgere i musulmani: «fare solo ciò che<br />

piace a Dio» (Regola non bollata, 16). Questo anniversario dell’incontro di<br />

Francesco con il sultano al-Malik al-Kamil ci chiama a considerare ciò che<br />

piace a Dio oggi.<br />

Il concilio Vaticano II ha affermato che il dialogo è essenziale per la<br />

missione della Chiesa. Ha esortato i cristiani a dialogare con i seguaci<br />

di altre religioni – compresi i musulmani ai quali guarda con stima – con<br />

prudenza, amore e fede viva. San Giovanni Paolo II ha portato avanti tale<br />

dialogo invitando i leader religiosi ad Assisi a pregare per quella pace che<br />

mosse Francesco: umiltà, profondo senso di Dio e impegno nel servizio.<br />

Benedetto XVI e Francesco hanno ripetuto questo invito e quest’ultimo ha<br />

invocato l’intercessione del Santo durante il suo viaggio in Egitto, pregando<br />

affinché cristiani e musulmani possano vivere in fraternità sotto il nostro Dio<br />

misericordioso. […]<br />

Viviamo in un’epoca in cui molte persone si dedicano alla demonizzazione dei<br />

musulmani. Oltre allo studio e alla preghiera sul tema del dialogo, incoraggio<br />

i francescani che non sono personalmente a contatto con l’Islam a fare<br />

un semplice passo: incontrare i vicini musulmani. Imparate a conoscerli...<br />

22 | <strong>PORTAVOCE</strong> | SETTEMBRE-OTTOBRE <strong>2019</strong>


La prova del fuoco di san Francesco<br />

davanti al sultano, Beato Angelico,<br />

Lindenau museum, Altenburg<br />

maligno tutto ciò che spirito non è,<br />

risponde cantando «laudato sie, mi’<br />

Signore cum tutte le Tue creature,<br />

spezialmente messor lo frate Sole lo<br />

qual è iorno» (Cantico di frate sole).<br />

Come si vede, regolarmente, nella<br />

sua modalità di annuncio evangelico,<br />

Francesco annuncia la verità,<br />

ma non si scomoda affatto a smascherare<br />

la menzogna. Pensare che<br />

di fronte al sultano abbia tenuto un<br />

altro comportamento risulta quanto<br />

meno imprudente. In sostanza,<br />

riguardo a questo particolare, sembrerebbe<br />

doveroso attribuire maggior<br />

credibilità a Bonaventura e meno<br />

a Ernoul.<br />

LA SFIDA DEL FUOCO<br />

L’attestazione della verità del cristianesimo<br />

e della falsità dell’Islam,<br />

secondo Bonaventura, avrebbe<br />

preso tutt’altra strada. Francesco<br />

avrebbe, infatti, sfidato i teologi del<br />

sultano a gettarsi con lui nel fuoco:<br />

solo i credenti nella vera religione si<br />

sarebbero salvati. Costoro rifiutano<br />

la proposta di Francesco che vorrebbe<br />

allora sottoporsi alla prova in<br />

solitudine. A questo punto, è il sultano<br />

a impedirglielo, dicendo che in<br />

nessun caso potrebbe lasciare la sua<br />

fede, quando ciò potrebbe comportare<br />

una sollevazione popolare.<br />

Chi ritiene che questa sfida possa<br />

essere avvenuta (Vauchez e Massignon<br />

tra gli altri) si appella allo spirito<br />

cavalleresco di cui Francesco<br />

era profondamente intriso. Da parte<br />

mia osservo che la disponibilità<br />

a dare la vita per la salvezza del<br />

nemico era già contenuta nella<br />

stessa scelta di entrare disarmati<br />

nel suo accampamento. La sfida<br />

del fuoco risulta, dunque, un’ulteriore<br />

conferma iscritta, in modo più<br />

storicamente limitato, dentro a un<br />

codice culturale che, semplicemente,<br />

non è più il nostro.<br />

Jacques da Vitry scrivendo una<br />

lettera da Damietta sostiene che<br />

Francesco «per molti giorni predicò<br />

Imparate ad apprezzare l’esperienza di Dio che li anima e permettete loro<br />

di vedere l’amore che Dio ha riversato nel vostro cuore attraverso Cristo.<br />

Nonostante l’insegnamento del Concilio (anche i musulmani adorano l’unico<br />

e misericordioso Dio), molte voci sostengono che il dialogo è impossibile.<br />

Molti contemporanei di Francesco e del sultano avrebbero concordato:<br />

il conflitto era l’inevitabile risposta all’altro.<br />

Francesco e il sultano sono testimoni di una risposta diversa, che noi<br />

ritroviamo nelle vite di francescani e musulmani che condividono i doni<br />

che Dio ha dato loro attraverso le rispettive esperienze di fede. Restare<br />

fedeli alla visione di Francesco implica condividere con umiltà. Un dono<br />

tipicamente cristiano che possiamo davvero condividere è l’esperienza<br />

di un Dio umile. Francesco ha lodato Dio dicendo: «Tu sei umiltà» e<br />

parlava dell’umile sublimità di Dio. La nostra ricerca francescana di Dio<br />

riposa nell’umiltà del Presepe e della Croce. San Francesco ci invita a far<br />

riverberare quell’umiltà divina verso coloro che incontriamo, facendo<br />

il primo passo nel servizio e nell’amore.[…]<br />

Quella di Francesco fu una vita di conversione. Il cuore di Francesco era<br />

stato aperto dai lebbrosi; quando si trovò in presenza di un musulmano,<br />

che gli avevano insegnato a odiare, quel cuore si aprì ancora una volta.<br />

Anche noi siamo chiamati alla stessa apertura di cuore. In un mondo che<br />

aspira gemendo alla comprensione interreligiosa, possa il nostro Dio umile,<br />

paziente e misericordioso mostrarci ciò che Gli piace.<br />

fra Michael Anthony Perry, Ministro generale dei Frati minori<br />

(© Terrasanta)<br />

ai Saraceni la parola di Dio, ma senza<br />

molto frutto». In realtà il frutto<br />

ci fu. Sarà infatti al Malik al Kamil a<br />

proporre la restituzione di Gerusalemme<br />

ai cristiani, in pratica l’obiettivo<br />

della crociata, in cambio dell’abbandono<br />

dell’assedio a Damietta. Il<br />

cardinale Pelagio scioccamente rifiutò,<br />

ma nel 1229 l’accordo venne<br />

ratificato tra lo stesso sultano e Federico<br />

II, senza neanche combattere.<br />

Che Francesco avesse avanzato<br />

una richiesta analoga al sultano,<br />

non esistono motivi validi per ipotizzarlo,<br />

ma, d’altra parte, sembra<br />

necessario chiedersi quale nesso ci<br />

sia stato tra l’incontro di Damietta e<br />

le proposte di pace ripetutamente<br />

avanzate dallo stesso sultano.<br />

Ottocento anni dopo l’incontro<br />

di Damietta (un altro frutto?<br />

Non oserei dirlo, ma chi dirà che<br />

sia stato solo un caso?), il Papa e<br />

il Grande imam di Al Azhar si<br />

sono incontrati e hanno firmato<br />

un documento sulla fratellanza<br />

umana. Ecco alcune significative<br />

parole da loro condivise: «Questa<br />

Dichiarazione sia un invito alla riconciliazione<br />

e alla fratellanza tra<br />

tutti i credenti, anzi tra i credenti e i<br />

non credenti, e tra tutte le persone di<br />

buona volontà; sia un appello a ogni<br />

coscienza viva che ripudia la violenza<br />

aberrante e l’estremismo cieco; appello<br />

a chi ama i valori di tolleranza e di<br />

fratellanza, promossi e incoraggiati<br />

dalle religioni; sia una testimonianza<br />

della grandezza della fede in Dio che<br />

unisce i cuori divisi ed eleva l’animo<br />

umano; sia un simbolo dell’abbraccio<br />

tra Oriente e Occidente, tra Nord e<br />

Sud e tra tutti coloro che credono che<br />

Dio ci abbia creati per conoscerci, per<br />

cooperare tra di noi e per vivere come<br />

fratelli che si amano. Questo è ciò che<br />

speriamo e cerchiamo di realizzare,<br />

al fine di raggiungere una pace universale<br />

di cui godano tutti gli uomini<br />

in questa vita». P<br />

* Frate cappuccino, Vicemaestro<br />

dei postulanti, laureato in Lettere<br />

SETTEMBRE-OTTOBRE <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 23


GRAZIE, <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong><br />

Malattia, preghiere<br />

e “sante coincidenze”<br />

A<br />

Milano, nei primi anni ’90, conobbi Laura, la<br />

persona che poi divenne mia moglie. Nel frequentarci,<br />

eravamo soliti raccontarci anche<br />

le vicende salienti delle rispettive famiglie di<br />

origine. Lei spesso citava i nonni paterni, visto<br />

che avevano abitato per lungo tempo nella stessa casa<br />

a Cernusco sul Naviglio, e quindi molto del loro vissuto<br />

era comune e intimo. Il rapporto con i nonni era molto<br />

stretto e sentito, purtroppo cessò alla loro morte, avvenuta<br />

negli anni ’70. Nella nostra famiglia, religiosa e praticante,<br />

ogni anno si organizzavano con i nonni pellegrinaggi,<br />

tra i quali a Caravaggio e a Padova. Fu proprio qui,<br />

negli anni ’50, che nonna Emilia scoprì l’allora chiesa<br />

di un umile mistico, padre Leopoldo, oggetto delle sue<br />

preghiere, offerte e donazioni.<br />

Nel 1992, nel corso di una visita alla casa di famiglia<br />

di Laura, tra vecchi ricordi trovai casualmente<br />

un’immagine con preghiera, un “santino” di “padre<br />

Leopoldo, cappuccino, Servo di Dio”. Il ritrovamento<br />

fu motivo di una nuova, entusiastica narrazione<br />

di Laura, e io mi sentii in qualche modo coinvolto<br />

emotivamente. Misi il santino nel portafogli, per poi<br />

dimenticarne la presenza.<br />

Nel 1995, un periodo turbolento per perdita del<br />

lavoro e inizio di una nuova attività, patii ripetute<br />

perdite di sangue nelle urine. Visto che, con Laura,<br />

viaggiavo per una nuova attività sia in Italia sia in<br />

Europa, ebbi difficoltà a trovare uno specialista in<br />

grado di formulare una diagnosi precisa. In particolare,<br />

mi fu indicata una probabile infiammazione interna<br />

dovuta alla ripetuta guida in auto. In Francia nel 1996,<br />

fui anche ricoverato per analisi e verifiche, ma non si<br />

andò oltre una ecografia ed esami ematici di routine.<br />

Nel 1997, dopo una verifica finalmente accurata,<br />

mi fu diagnosticato un tumore maligno alla vescica<br />

in stadio avanzato e un tumore benigno alla prostata.<br />

Ma i problemi non erano terminati. Ebbi difficoltà a<br />

concordare luogo e tipologia di intervento, ricorrendo<br />

a diverse strutture ospedaliere lombarde e a differenti<br />

specialisti. Viste le probabili difficoltà per un intervento<br />

invasivo e per una lunga degenza, ci risolvemmo di<br />

contattare l’ospedale più vicino possibile alla nostra<br />

residenza. Scegliemmo Merate, in provincia di Lecco.<br />

Fu così che incontrai lo specialista urologo che, con<br />

estrema chiarezza, mi indicò la strada da percorrere:<br />

ricovero immediato e intervento secondo un protocollo<br />

innovativo, che egli aveva appreso a Padova da un<br />

luminare locale. Ci fidammo di questa persona e mi<br />

ricoverai per il necessario periodo di preparazione e un<br />

ciclo di chemioterapia.<br />

Seguì l’intervento che durò dodici ore, tre giorni di<br />

rianimazione e due mesi di degenza ospedaliera. Fui<br />

l’ultimo paziente di Urologia all’ospedale di Merate,<br />

perché poco dopo l’Unità Operativa fu chiusa e lo<br />

specialista trasferito ad altra sede. A casa, nella lunga<br />

convalescenza, rileggendo la cartella clinica, mi<br />

accorsi stupefatto di un particolare che mi era sempre<br />

sfuggito. L’ospedale che mi aveva ridato speranze<br />

di vita è intitolato a Padre Leopoldo Mandić. Solo in<br />

quel momento misi insieme le preghiere della nonna<br />

di mia moglie Laura e il mio caso particolare. Da quel<br />

momento, ho avuto una particolare considerazione per<br />

quel frate cappuccino e rilessi mentalmente i dettagli<br />

e le coincidenze del mio caso: prima, due anni di<br />

decorso della malattia tumorale senza distribuzione di<br />

metastasi; poi, l’incontro con un urologo competente<br />

ed esperto in un intervento di minor invasività,<br />

secondo una tecnica divenuta protocollo operatorio<br />

a Padova; infine, la scelta dell’ospedale di Merate, pur<br />

essendo ignari della sua intestazione a padre Leopoldo.<br />

Ho pensato anche che le preghiere di nonna Emilia<br />

a padre Leopoldo per la cura e la protezione della<br />

tanto cara nipote, mia moglie, si siano “distribuite”<br />

anche a me.<br />

Qualche giorno fa, un programma televisivo ha<br />

parlato di san Leopoldo che i vescovi italiani hanno<br />

riconosciuto come patrono degli ammalati di tumore.<br />

Questo ultimo dettaglio mi ha fatto decidere di inviare<br />

la presente testimonianza, confidando che possa essere<br />

utile al maggior riconoscimento delle facoltà di una<br />

persona santa quale padre Leopoldo.<br />

Ancora oggi il mio portafoglio contiene il suo<br />

“santino” del 1946!<br />

Vittorio Filesi, Cernusco sul Naviglio (MI), 20.11.2018<br />

a cura della Redazione<br />

Scriveteci e inviateci testimonianze e racconti su<br />

grazie ricevute, esperienze umane e spirituali che<br />

riguardano il vostro rapporto con p. Leopoldo.<br />

Redazione Portavoce di san Leopoldo Mandić<br />

Piazzale Santa Croce, 44 – 35123 Padova<br />

email: direttore@leopoldomandic.it<br />

32 | <strong>PORTAVOCE</strong> | SETTEMBRE-OTTOBRE <strong>2019</strong>


VITA DEL <strong>SAN</strong>TUARIO<br />

Per la pubblicazione, inviate la foto del vostro<br />

pellegrinaggio di gruppo a: web@leopoldomandic.it<br />

28.4.<strong>2019</strong>: gruppo di ragazzi di Azione Cattolica<br />

da Reggio Emilia<br />

30.4.<strong>2019</strong>: pellegrini da Ozzano Emilia (BO)<br />

Dal 13 maggio al 12 luglio <strong>2019</strong>, hanno visitato il nostro<br />

santuario circa 126 gruppi, per un totale di 7.500 persone<br />

provenienti da Zagabria (Croazia), Cracovia Polonia),<br />

Montebelluna (TV), Graz (Austria), Padova, Bressanvido<br />

(VI), Villaguattera (PD), Bresega di Ponso (PD), Bergamo,<br />

Trier (Germania), Fiume (Croazia), Bovolenta (PD), Kosice<br />

(Slovacchia), Tolmin (Slovenia), Scanzorosciate (BG),<br />

Laberweinting (Germania), Stroppare -Tezze sul Brenta<br />

(VI), Zenoviay (Ucraina), Kistalje (Croazia), Brtonigla -Buie<br />

(Croazia), Lubiana (Slovenia), Viškovo (Croazia), Marsango<br />

(PD), Caselle di Santa Maria di Sala (VE), Merate (LC),<br />

Campolongo Maggiore (VE), Zaprešić (Croazia), Mayenne<br />

(Francia), Donegal (Irlanda), Potenza, Sibenik (Croazia), Pula<br />

(Croazia), Delnice (Croazia), Berna (Svizzera), Romentino<br />

(NO), Este (PD), Jaslo (Polonia), Carpenedolo (BS), Grude<br />

(Bosnia Erzegovina), San Mauro di Saline (VR), Assisi<br />

(PG), Fiesso Umbertino (RO), Rosolina (RO), Martellago<br />

(VE), S.Ambrogio (TV), Montebelluna (TV), San Canziano<br />

(GO), Dublino (Irlanda), S.Giorgio Pertiche (PD), Cologna<br />

Veneta (VR), Taranto, Osijek (Croazia), Cerro Maggiore (MI),<br />

Zurigo (Svizzera), Bienno (BS), Conegliano (TV), Kutina<br />

(Croazia), Lugo (RA), Legnano (MI), Valpolicella (VR), Como,<br />

Reggio Emilia, Torino, Karlovac (Croazia), Zadar (Croazia),<br />

Montecchio (VI), Como, Grosseto, Spalato (Croazia), Cameri<br />

(NO), Crevalcore (BO), Varallo (VC), Sanok (Polonia), Pecs<br />

(Ungheria), Lendava (Slovenia), Bielovak (Croazia), Brescia,<br />

Val di Non (TN), Piombino (LI), Macerata, Asolo (TV), Monaco<br />

(Germania), Mostar (Bosnia-Erzegovina), Mazowiecka<br />

(Polonia), Athlone-Westmeath (Irlanda), Wieliczka (Polonia),<br />

Guadalupa (Francia), Cracovia (Polonia), Stara Lubovna<br />

(Slovacchia) e inoltre da altre località di Uganda, Ungheria,<br />

Germania, Austria, Slovenia e Croazia<br />

4.5.<strong>2019</strong>: ragazzi di seconda media dalla parrocchia<br />

di Padova-Guizza<br />

4.5.<strong>2019</strong>: bambini di quarta elementare dalle parrocchie<br />

di Bresseo e di Santa Giustina in Colle (PD)<br />

4.5.<strong>2019</strong>: giovani dalla provincia di Cremona<br />

con religiose Adoratrici del SS. Sacramento<br />

SETTEMBRE-OTTOBRE <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 33


5.5.<strong>2019</strong>: frati cappuccini dalla Curia generale di Roma.<br />

Al centro, il ministro generale dell’Ordine, fra Roberto<br />

Genuin<br />

11.5.<strong>2019</strong>: bambini di prima confessione dalla parrocchia<br />

di Cittadella con don Roberto Frigo<br />

11.5.<strong>2019</strong>:<br />

bambini di quarta<br />

elementare<br />

dalla parrocchia<br />

di Mestrino (PD)<br />

11.5.<strong>2019</strong>: pellegrini a piedi dalla parrocchia di San Lorenzo<br />

di Abano Terme con il parroco don Alessio Bertesso<br />

18.5.<strong>2019</strong>: gruppo di alunni del catechismo da Bressandivo<br />

e Poianella (VI)<br />

18.6.<strong>2019</strong>: l’arcivescovo mons. Santo Marcianò,<br />

ordinario militare d’Italia<br />

30.6.<strong>2019</strong>: 60° anniversario di matrimonio<br />

dei coniugi Pietro Benelli e Sofia Adriana Vailati<br />

di Offanengo (CR), grati della protezione<br />

di san Leopoldo<br />

34 | <strong>PORTAVOCE</strong> | SETTEMBRE-OTTOBRE <strong>2019</strong>


PADRE <strong>LEOPOLDO</strong><br />

di LUIGI FERRARESSO<br />

Illustrazioni di ALIDA MASSARI<br />

Presentazione e profilo biografico<br />

di GIANNI GENNARI<br />

Attraverso splendide tavole a colori a piena<br />

pagina e il piacevole ritmo dei versi, il libro<br />

racconta la storia – e alcuni curiosi aneddoti –<br />

di san Leopoldo Mandić.<br />

copertina cartonata plastificata<br />

formato cm 21 x 29,7<br />

pagine 80<br />

30 tavole a colori<br />

inserto fotografico di 10 pagine<br />

PREZZO<br />

SPECIALE<br />

ORARI DEL <strong>SAN</strong>TUARIO<br />

APERTURA<br />

6.00-12.00 / 15.00-19.00<br />

Cappella del santo<br />

7.00-12.00 / 15.00-19.00<br />

PENITENZIERIA<br />

€ 15,00<br />

€ 8,00<br />

Per ordini multipli, un ulteriore<br />

sconto è riservato a parroci,<br />

catechisti e insegnanti.<br />

Telefonare per informazioni<br />

Festivo: 6.15-12.00 / 15.00-19.00<br />

Feriale: 7.00-12.00 / 15.00-19.00<br />

Il lunedì pomeriggio i frati sono<br />

impegnati in comunità, pertanto non<br />

sono disponibili per le confessioni<br />

<strong>SAN</strong>TE MESSE<br />

Festivo: 6.30, 7.45, 9.00, 10.15,<br />

11.30, 16.00, 18.00<br />

Feriale: 7.00, 8.30, 10.00, 18.00<br />

Sabato pomeriggio e vigilia<br />

delle feste: 16.00, 18.00<br />

«Un bel libro, bei versi, bellissime illustrazioni.<br />

Il tutto destinato a banbini e adulti. L’ideale<br />

sarebbe se lo leggessero insieme, con vantaggi<br />

per ambedue: la saggezza dei grandi,<br />

la tenerezza dei piccoli… per ripensare,<br />

per immaginare e, perché no?, per pregare»<br />

PREGARE CON I FRATI<br />

(dalla Presentazione)<br />

6.20: celebrazioni delle Lodi,<br />

meditazione e s. messa.<br />

19.00: recita del santo rosario e Vespri<br />

(giovedì: adorazione eucaristica e Vespri)<br />

PELLEGRINAGGI<br />

Per informazioni o prenotazioni, telefonare alllo 049 8802727 (orario di ufficio),<br />

email: info@leopoldomandic.it. Chiediamo di indicare il numero dei pellegrini, la data e l’ora<br />

prevista dell’arrivo, la necessità di una presentazione del santuario, l’intenzione di celebrare<br />

la santa messa con un sacerdote del gruppo. Il santuario rimane chiuso dalle 12 alle 15<br />

IN CASO <strong>DI</strong> MANCATO RECAPITO, RINVIARE ALL’UFFICIO POSTALE <strong>DI</strong> PADOVA C.M.P., DETENTORE DEL CONTO, PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE CHE SI IMPEGNA A PAGARE LA RELATIVA TARIFFA

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!