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Rivista "Agricoltura" Regione Piemonte - n.96 agosto 2019

Rivista a periodicità semestrale curata dalla Direzione Agricoltura Regione Piemonte per informazioni e approfondimenti sulle tematiche inerenti il settore agricolo piemontese

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Agricoltura > 96<br />

18<br />

><br />

Figura 2. Valori di HNV e impatti delle pratiche agricole per tipi di colture accorpate<br />

Il grado di naturalità di ciascuna<br />

categoria (di SAU e di bosco)<br />

è stato quindi definito sulla base<br />

di valutazioni esperte da parte di<br />

un gruppo di naturalisti, biologi,<br />

agronomi e forestali, mediante<br />

una matrice di confronto a coppie.<br />

I valori di naturalità così ottenuti<br />

sono stati poi adeguati considerando<br />

gli impatti delle pratiche agricole<br />

ordinarie, sulla base dei dati<br />

acquisiti presso le aziende agricole<br />

dalla rete di informazione contabile<br />

agricola (RICA), assegnando per<br />

ciascuna operazione di lavorazione<br />

del suolo, fertilizzazione, impiego<br />

di fitofarmaci e irrigazione, i valori<br />

di impatto da 1 (impatto basso) a 5<br />

(impatto elevato).<br />

La presenza di formazioni lineari<br />

con sviluppo di almeno 25 m ad<br />

ettaro, definita come soglia di funzionalità<br />

ecologica (la media regionale<br />

è di circa 7 m/ha) e le fascie<br />

riparie dei principali corsi d’acqua<br />

con vegetazione seminaturale interposta<br />

tra colture e corpo idrico,<br />

determinano l’attribuzione del<br />

valore minimo di naturalità HNV<br />

(50) per le celle che sono al di sotto<br />

di tale valore.<br />

Per passare a valutare l’effetto<br />

dell’eterogeneità colturale sul valore<br />

di naturalità le 68 categorie<br />

di colture sono state raggruppate<br />

in 8 macroclassi, di cui una relativa<br />

ai boschi ed una alle aree<br />

urbanizzate o infrastrutturate;<br />

confrontando ciascuna cella con le<br />

8 confinanti si è definito il livello di<br />

eterogeneità e corrispondente ecomosaico,<br />

da monocolturale (tutte<br />

le celle uguali) a eterogeneo (celle<br />

appartenenti a 3 o più classi colturali<br />

differenti).<br />

Le segnalazioni di presenze di specie<br />

d’interesse conservazionistico<br />

sono state tratte dalle Banche dati<br />

naturalistiche regionali – BDNR,<br />

ricche di centinaia di migliaia di<br />

segnalazioni e integrate ogni anno<br />

dai monitoraggi faunistici effettuati<br />

per il PSR (avifauna, lepidotteri)<br />

e per i siti della Rete Natura 2000;<br />

la presenza di segnalazioni di almeno<br />

2 specie determina il passaggio<br />

ad area HNV della cella interessata.<br />

Il valore HNV è stato poi assegnato<br />

a ciascun foglio di mappa adottando<br />

il valore più rappresentato<br />

nelle celle al suo interno.<br />

RISULTATI<br />

Applicando il solo criterio dell’uso<br />

del suolo con gli impatti colturali,<br />

le aree agricole HNV costituiscono<br />

circa il 25% del totale della superficie<br />

agricola regionale, come rappresentato<br />

in FIGURA 3.<br />

Aggiungendo l’effetto di connessione<br />

ecologica e di fascia tampone<br />

delle formazioni lineari e delle<br />

fasce fluviali con vegetazione seminaturale,<br />

oltre 60.000 ettari di<br />

SAU diventano HNV, soprattutto<br />

nell’ambito dei seminativi delle<br />

pianure Torinese e Cuneese. Considerando<br />

poi il mosaico colturale,<br />

ben ulteriori 100.000 ettari sono<br />

da considerare HNV, essenzialmente<br />

nelle aree collinari e pedemontane<br />

policolturali. La presenza<br />

di specie d’interesse conservazionistico<br />

aggiunge infine meno di<br />

2.000 ettari; questi possono apparire<br />

pochi ma si consideri che le<br />

altre segnalazioni riguardano aree<br />

già HNV per altri criteri, le quali<br />

ospitano ovviamente il maggior<br />

numero di specie.<br />

L’incentivazione della costituzione<br />

di formazioni lineari e di fasce<br />

tampone arboree-arbustive e della<br />

diversificazione colturale è quindi<br />

potenzialmente in grado di migliorare<br />

sensibilmente la qualità ambientale<br />

del territorio rurale. Il sostegno<br />

del PSR alla costituzione di<br />

formazioni lineari e fasce tampone<br />

(tipo di operazione 4.4.1) ha fatto<br />

riscontrare poche adesioni, con circa<br />

50 km realizzati, a fronte di circa<br />

200 km scomparsi tra il 2000 e il<br />

2016, su circa 7.000 km complessivi<br />

presenti in <strong>Piemonte</strong>. Maggiore<br />

impatto positivo ha avuto invece l’adesione<br />

al tipo di operazione 10.1.4<br />

(sistemi colturali ecocompatibili)<br />

che grazie alla rotazione agraria e<br />

all’introduzione della praticoltura<br />

permanente ha consentito di creare<br />

efficaci ecomosaici.<br />

La FIGURA 3 rappresenta il quadro<br />

regionale con suddivisione del ter-

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