Magazine Avventista N°20

4. CREDENZE Dalla gratuità alla grazia : Per un’economia del dono 9. INTERVISTA Lucienne Veckringer : Un secolo è da festeggiare! 12. OMAGGI M. Unternaehrer, M. Garcia, A. Broggini, Y. Lador, A. Walther, W. Morosoli 16. TESTIMONIANZA La trasformazione di Jamyle 20. FOCUS Roland Meyer : Ricco erede della Parola 25. Notizie Svizzera 4. CREDENZE Dalla gratuità alla grazia : Per un’economia del dono
9. INTERVISTA Lucienne Veckringer : Un secolo è da festeggiare!
12. OMAGGI M. Unternaehrer, M. Garcia, A. Broggini, Y. Lador, A. Walther, W. Morosoli
16. TESTIMONIANZA La trasformazione di Jamyle
20. FOCUS Roland Meyer : Ricco erede della Parola
25. Notizie Svizzera

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08.07.2019 Views

Roland Meyer RICCO EREDE DELLA PAROLA LUGLIO / AGOSTO / SETTEMBRE 2019 N°ISSN 2571-6859 CREDENZE Dalla gratuità alla grazia : Per un’economia del dono INTERVISTA Lucienne Veckringer Un secolo è da festeggiare! 20

Roland Meyer<br />

RICCO EREDE<br />

DELLA PAROLA<br />

LUGLIO / AGOSTO / SETTEMBRE 2019 N°ISSN 2571-6859<br />

CREDENZE<br />

Dalla gratuità alla<br />

grazia : Per un’economia<br />

del dono<br />

INTERVISTA<br />

Lucienne Veckringer<br />

Un secolo è da<br />

festeggiare!<br />

20


RICETTA<br />

Giornale trimestrale<br />

della Federazione<br />

avventista della Svizzera<br />

Romanda<br />

e del Ticino (FSRT)<br />

E IL TEMPO PASSA…<br />

EDITO<br />

SOMMARIO<br />

SANGRIA<br />

SENZA ALCOL<br />

Ingredienti<br />

1 l di succo d’uva<br />

Succo di 1 limone e mezzo<br />

3 bottigliette di Bitter<br />

1 l di acqua molto frizzante<br />

1 pesca + ½ melone, tagliati<br />

a piccoli pezzi<br />

Cubetti di ghiaccio<br />

Mescolare il succo d’uva, il limone, le bottigliette di Bitter<br />

e ¾ del litro di acqua frizzante.<br />

Aggiungere la frutta a pezzetti.<br />

Al momento di servire, aggiungere il restante ¼ di litro di<br />

acqua frizzante.<br />

Se lo si desidera, servire con i cubetti di ghiaccio.<br />

.<br />

Una ricetta di Yolande Grezet<br />

Vuoi presentare una ricetta e<br />

farla pubblicare su <strong>Magazine</strong> <strong>Avventista</strong>?<br />

Inviacela, insieme a una foto, a<br />

contact@adventistemagazine.com<br />

<strong>N°20</strong><br />

Luglio - Agosto - Settembre<br />

2019<br />

Rivista gratuita - Stampato in<br />

Germania - N° ISSN 2624-6686<br />

Caporedattore: Rickson Nobre<br />

Editore: Dipartimento delle<br />

Comunicazioni FSRT<br />

Redazione a cura di: Rickson<br />

Nobre, Eunice Goi, Yolande<br />

Grezet, Pierrick Avelin, Cédrick<br />

Fernandez Impaginazione e<br />

grafica: Cédrick Fernandez et<br />

Eunice Goi Redattori: Rickson<br />

Nobre, Roland Meyer, Gabriel<br />

Monet, Tiziana Càla, Eunice<br />

Goi, Dominik Frikart, Matthias<br />

Maag Traduttore: Tiziana<br />

Calà Correzione a cura di:<br />

Geneviève Montégut, Simone<br />

Charrière, Odette Cordas<br />

Photo credit<br />

Copertina, p20, p22 : Rickson<br />

Nobre p2, p4, p5, p6, p8, p16,<br />

p21 : Adobe Stock p9 : La Côte<br />

p10, 11 : Pietro Copiz p12 à<br />

15 : Les familles p17, p18 :<br />

Jamyle ; p19 : adventistas.org<br />

(adapté) p25 : Raphaël Grin (en<br />

haut à droite), Eunice Goi p26,<br />

p27 : Eunice Goi p28, p29 : Carlos<br />

Alvarenga p30 : La Lignière p31 :<br />

Dominil Frikart<br />

La responsabilità degli articoli<br />

firmati pubblicati su Adventiste<br />

<strong>Magazine</strong> è dei singoli autori.<br />

© FSRT - Tutti i diritti sono riservati in<br />

tutti i paesi.<br />

RICKSON<br />

NOBRE<br />

Pastore e<br />

Caporedattore<br />

È appena iniziato un nuovo capitolo della<br />

nostra Federazione. Dopo 12 anni di<br />

presidenza, David Jennah lascia il posto al<br />

nuovo presidente Olivier Rigaud e al nuovo<br />

staff. E il tempo passa…<br />

Roland Meyer, pronipote di pionieri<br />

avventisti che hanno lavorato in Svizzera e<br />

un po’ ovunque nel mondo, porta avanti il<br />

mettersi al servizio che caratterizza la sua<br />

famiglia. Al servizio della Chiesa <strong>Avventista</strong><br />

da decenni, lavora in particolare come formatore delle nuove<br />

generazioni presso la Facoltà di Teologia di Collonges-sous-<br />

Salève. E il tempo passa…<br />

Jamyle, con un passato difficile, è alla ricerca di un senso per la<br />

sua vita e a quella dei suoi figli. Dopo un sogno che mostrava<br />

una piccola casa blu, riscopre la Chiesa <strong>Avventista</strong>, quella che<br />

aveva lasciato 15 anni prima. Le loro vite iniziano a cambiare. E<br />

il tempo passa…<br />

Nicolas Walther lascia la clinica La Lignière dopo dieci anni di<br />

servizio per intraprendere un progetto personale che gli sta a<br />

cuore da molti anni. E il tempo passa…<br />

La storia di Lucienne Veckringer, che ha appena festeggiato il<br />

suo centesimo compleanno, si unisce alla storia della clinica<br />

La Lignière e della chiesa avventista di Gland, fin dal suo<br />

battesimo, 82 anni fa. E il tempo passa…<br />

C’è un tempo per tutto. Per le nascite e i decessi (rubriche<br />

speciali). Un tempo per dare e uno per ricevere, come lo<br />

ricorda Gabriel Monet. Il tempo passa per tutti, ma che<br />

significato gli attribuiamo?<br />

Lo scrittore Jules Romains una volta disse che “Il tempo passa.<br />

E ogni volta che il tempo passa, qualcosa scompare”. Questo<br />

numero di <strong>Magazine</strong> <strong>Avventista</strong> cerca di condividere queste<br />

storie, per far sì che non scompaiano mai…<br />

4CREDENZE<br />

Dalla gratuità alla<br />

grazia : Per un’economia<br />

del dono<br />

9INTERVISTA<br />

Lucienne Veckringer :<br />

Un secolo è da festeggiare!<br />

12<br />

OMAGGI<br />

M. Unternaehrer,<br />

M. Garcia, A. Broggini,<br />

Y. Lador, A. Walther,<br />

W. Morosoli<br />

16<br />

TESTIMONIANZA<br />

La trasformazione di<br />

Jamyle<br />

20<br />

FOCUS<br />

Roland Meyer :<br />

Ricco erede della<br />

Parola<br />

25<br />

NOTIZIE<br />

SVIZZERA<br />

2 3


CREDENZE<br />

DALLA GRATUITÀ<br />

ALLA GRAZIA<br />

Per un’economia del dono<br />

La gratuità delle cose differisce dalla gratuità degli<br />

atti o dell’essere, perché donare con grazia implica<br />

inevitabilmente donare se stessi.<br />

Siamo invasi quotidianamente dalla gratuità:<br />

che si tratti di un giornale, di una<br />

bevanda o di tanti altri prodotti che si possono<br />

ricevere senza pagare nulla. Tutto<br />

ha un prezzo. Se non<br />

l’abbiamo pagato, il<br />

giornale gratuito che<br />

leggiamo è finanziato<br />

da qualcun altro e la<br />

sua produzione non<br />

è affatto gratuita;<br />

lo stesso vale per la<br />

bevanda. Un prodotto<br />

cosiddetto “gratuito” è spesso pagato comprando<br />

un primo articolo a pagamento o<br />

grazie agli acquisti effettuati da un’altra<br />

persona.<br />

Poiché ciò che viene presentato come<br />

gratuito non lo è sempre, esiste la vera<br />

gratuità? È possibile donare e restare allo<br />

stesso tempo totalmente disinteressati?<br />

Certo, quando facciamo un regalo a una<br />

persona cara o quando dedichiamo del<br />

tempo o offriamo del denaro a qualcuno,<br />

la generosità è la forza trainante, ma il riconoscimento<br />

che riceviamo o la nostra<br />

immagine che ne deriva<br />

non è del tutto assente<br />

dalle nostre motivazioni,<br />

consapevolmente<br />

o inconsapevolmente.<br />

Infine, ci sono pochi<br />

casi in cui il dono è<br />

completamente gratuito.<br />

Ciò è tanto più vero<br />

in quanto il contesto attuale della nostra<br />

società è quasi universalmente monetizzato.<br />

Come homo economicus tendiamo a<br />

rapportare tutto al suo valore di mercato.<br />

Quando facciamo così, più niente vale davvero<br />

qualcosa. Un dono può quindi essere<br />

considerato solo per quello che è, e non<br />

per l’intenzione che esprime. Diventa un<br />

fine e non un mezzo.<br />

4 5


Può quindi essere utile considerare i pro e i<br />

contro di un’economia del dono, al fine di ripristinare<br />

o sostenere il piacere del dare e del<br />

ricevere.<br />

Marcel Mauss, il cui saggio sul dono 1 è diventato<br />

famoso, sottolinea che esiste una costante<br />

che regola tutti gli scambi umani. Si<br />

può riassumere in tre verbi: dare, ricevere e<br />

ricambiare. Senza negare che un dono implica<br />

solitamente una volontà, una libertà o una gratuità,<br />

l’atto di “dare” non può esistere senza che<br />

ci sia accoglienza, nel senso di accettazione, e<br />

il fatto di “ricevere” implica di fatto, in una forma<br />

o nell’altra, un “ricambiare”. Se<br />

dimostra che il dono, nella sua<br />

essenza, non è quindi disinteressato,<br />

sottolinea<br />

anche che non può<br />

essere ridotto all’interesse<br />

del donatore.<br />

La sua visione permette<br />

quindi di<br />

evitare due trappole<br />

legate alla<br />

nozione del dono. Il<br />

primo sarebbe quello<br />

di considerare il dono<br />

come un’illusione, perché<br />

ci sarebbe sempre un<br />

interesse dietro. Ma la seconda<br />

trappola sarebbe quella di considerare<br />

che il dono è destinato a essere “puro” e quindi<br />

completamente disinteressato. Per Marcel<br />

Mauss, le donazioni sembrano spesso spontanee,<br />

anche se il più delle volte rispondono<br />

agli obblighi sociali. Il dono è quindi un misto<br />

tra l’interesse per se stessi e quello per l’altro,<br />

tra obbligo e libertà. Questa tensione ha un<br />

lato positivo, ed è la sua esistenza che alla fine<br />

dà senso al donare. Se domina l’interesse per<br />

se stessi, non è più un regalo, è un acquisto. Se<br />

l’intenzione è troppo altruista, si rischia di cadere<br />

nel sacrificio. Se la donazione è motivata<br />

esclusivamente da obblighi sociali, perde il suo<br />

significato. Se è troppo gratuito, come donare<br />

qualcosa a chiunque, non significa più niente.<br />

Ogni dono contiene una parte della gratuità,<br />

ma solo una parte.<br />

Un’espressione<br />

della grazia?<br />

Tuttavia, se la gratuità nel senso commerciale<br />

del termine ha invaso il nostro linguaggio e<br />

relegato in secondo piano il suo significato<br />

profondo, esiste davvero una realtà, anche<br />

nell’etimologia del termine, che possiamo guadagnare<br />

non evitandolo. La parola<br />

“gratuità” è un derivato del<br />

termine latino gratia, da<br />

cui deriva anche la parola<br />

“grazia”. La gratuità<br />

nel suo senso più nobile<br />

è quella che si<br />

avvicina alla grazia.<br />

Tuttavia, la grazia<br />

è una nozione che<br />

articola il rapporto<br />

con il bene. Viene<br />

da qualcuno che è<br />

buono e altruista. Pur<br />

potendo essere ricevuta<br />

o resa, ottenuta o<br />

trovata, concessa o sollecitata,<br />

la grazia serve a qualificare la<br />

benevolenza del benefattore così come<br />

il riconoscimento del beneficiario. “Dove circola<br />

la grazia, circola un bene libero, senza spirito<br />

di scambio e senza l’esigenza di ricambiare,<br />

cosa che lascia al beneficiario una totale libertà<br />

di disporre e di godere pienamente di questo<br />

bene” 2 . Non esiste quindi la grazia senza la<br />

gratuità, così come non esiste gratuità nobile<br />

senza grazia.<br />

Tuttavia, la Bibbia parla della grazia ultima<br />

come proveniente da Dio; da un Dio che si<br />

offre in Gesù Cristo. Questo è ciò che afferma<br />

quello che forse è il versetto più famoso della<br />

Bibbia:<br />

“Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha<br />

dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque<br />

crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna”<br />

(Giovanni 3:16) 3 . Certo, questa grazia offerta<br />

che è la vita eterna per chi crede in Cristo è<br />

gratuita, ma ha un prezzo, il prezzo della vita di<br />

Gesù. È solo perché è stato pagato questo alto<br />

prezzo che questa grazia ha un valore inestimabile,<br />

nonostante il suo essere gratuito per<br />

noi.<br />

L’apostolo Paolo comprese bene questo<br />

concetto, sottolineando il legame tra gratuità<br />

e grazia quando affermò che siamo “giustificati<br />

gratuitamente per la sua grazia” (Romani<br />

3:24). Solo rivisitando e cercando, per quanto<br />

possibile, di cogliere la profondità del dono<br />

della grazia di Dio, noi possiamo a nostra volta<br />

entrare nella dinamica di una gratuità che<br />

è vera grazia. Era quello che intendeva Gesù<br />

quando disse ai suoi discepoli “gratuitamente<br />

avete ricevuto, gratuitamente date” (Matteo<br />

10:8). La grazia non è quindi in contraddizione<br />

con il costante scambio presentato da Mauss:<br />

dare, ricevere, ricambiare. Dio ha dato per primo;<br />

per noi è importante ricevere e non solo<br />

ringraziare (e ringraziarlo), ma anche entrare<br />

in questa stessa dinamica, donando a nostra<br />

volta in maniera gratuita e libera.<br />

L’effetto<br />

della libertà<br />

Il dono gratuito può solo essere tale: gratuito.<br />

Nel mondo anglosassone, questa vicinanza di<br />

significato è sottolineata dall’uso del termine<br />

“free”, che significa al tempo stesso “libero” e<br />

“gratuito”. Solo la nostra libertà può esistere<br />

e permetterci di entrare in un’economia del<br />

dono. In questa prospettiva, non è il dono in<br />

quanto tale a essere la cosa più importante;<br />

si tratta innanzitutto della manifestazione di<br />

un’intenzione, gioiosa e piena di grazia, ma<br />

anche della capacità di ricevere con semplicità<br />

e spontaneità. Alla fine, l’espressione “l’economia<br />

del dono” è sorprendente ma pur sempre<br />

pertinente, perché è quando doniamo che<br />

economizziamo. Il dono gratuito diventa fonte<br />

di arricchimento… Questo è quello che Simone<br />

Weil ha sottolineato in maniera così evidente:<br />

“Possediamo solo ciò a cui rinunciamo; ciò a<br />

cui non rinunciamo ci sfugge” 4 .<br />

In questo senso, la gratuità delle cose differisce<br />

dalla gratuità degli atti o dell’essere, perché<br />

donare con grazia implica inevitabilmente,<br />

seguendo l’esempio di Cristo, donare se stessi.<br />

Non è che non dobbiamo smettere di fare<br />

doni concreti e tangibili, ma questi avranno un<br />

significato ancora più grande perché saranno<br />

l’espressione di una grazia sincera che richiama<br />

la grazia che abbiamo saputo ricevere<br />

nei nostri cuori. Khalil Gibran esprime questo<br />

concetto così: “Donerete ben poco se donerete i<br />

vostri beni. È quando fate dono di voi stessi che<br />

donate veramente. […] E vi è infine chi dona senza<br />

pena, e non cerca gioia né si cura della virtù;<br />

è come il mirto, laggiù nella valle, che sparge<br />

nell’aria il suo profumo. Dio parla attraverso le<br />

mani di costoro e dietro i loro occhi Egli sorride<br />

alla terra” 5 .<br />

GABRIEL MONET<br />

« De la gratuité à la grâce : Pour une économie<br />

du don », Dialogue 30 (2018/2), pp. 19-20<br />

Note e riferimenti<br />

1. Marcel Mauss, Saggio sul dono. Forma e<br />

motivo dello scambio nelle società arcaiche,<br />

Parigi, PUF, 1989.<br />

2. Damien de Callataÿ, “Gratuità e grazia”, Rivista<br />

di MAUSS 35 (2010/1), p. 57.<br />

3. Salvo diversa menzione, tutti i riferimenti<br />

delle Scritture sono tratti dalla versione della<br />

Nuova Riveduta, 2006.<br />

4. Simone Veil, L’ombra e la grazia, Parigi,<br />

Pocket, 1993, p. 83<br />

5. Khalil Gibran, Il profeta, Parigi, Gallimard,<br />

1992, pp. 40-41.<br />

6 7


INTERVISTA<br />

LUCIENNE VECKRINGER<br />

Un secolo è da festeggiare!<br />

Alcuni<br />

compleanni<br />

raggiunti<br />

sono più<br />

importanti<br />

di altri.<br />

Quest’anno,<br />

la chiesa<br />

di Gland<br />

ha avuto<br />

il privilegio<br />

di celebrare il<br />

centesimo compleanno<br />

di uno dei suoi membri:<br />

Lucienne Veckringer. Per celebrare<br />

questo evento e la rara persona di<br />

Lucienne, il pastore Pietro Copiz le<br />

ha reso omaggio.<br />

AM - Dove è iniziata la vita di Lucienne?<br />

La nostra amica è nata a Etoy, vicino<br />

a Rolle, in una modesta famiglia di<br />

contadini. Si chiamava Lucienne<br />

Buchet. Sua madre era avventista e<br />

frequentava la chiesa di Rolle. Da una<br />

certa età, Lucienne la accompagnava.<br />

Era un pastore di La Lignière che tutti<br />

i sabati si recava a Rolle per predicare.<br />

Pensando al futuro di questa ragazza,<br />

isolata in una piccola chiesa, suggerì a<br />

Lucienne di frequentare la chiesa della<br />

Lignière, cosa che la giovane accettò<br />

con entusiasmo. La Lignière era una<br />

realtà completamente diversa, con molti<br />

più membri, di cui tanti giovani. C’erano<br />

un certo numero di infermiere e una<br />

dozzina di giovani ragazze, che stavano<br />

frequentando<br />

dei corsi per<br />

diventarlo,<br />

avendo anche<br />

l’opportunità<br />

di osservare<br />

l’assistenza ai<br />

pazienti. Lucienne<br />

aveva 17 anni<br />

quando si è unita<br />

a questo gruppo,<br />

seguendo i corsi del dottor<br />

Müller. Nel frattempo, all’età<br />

di 18 anni, viene battezzata sul Lago<br />

Lemano, vicino alla clinica, diventando<br />

così membro della chiesa di Gland.<br />

Che ricordi ha della clinica di<br />

quell’epoca?<br />

Come si può immaginare, le abitazioni<br />

delle infermiere erano modeste<br />

prima della costruzione di edifici<br />

adeguati. La stanza di Lucienne era<br />

proprio sotto il tetto di quello che<br />

viene chiamato “lo chalet”. I membri<br />

del personale che Lucienne non<br />

dimenticherà mai sono il dottor De<br />

Forest. Nato in Canada nel 1867, Perry<br />

Alfred De Forest aveva studiato prima<br />

al sanatorio di Battle Creek, per poi<br />

laurearsi successivamente in medicina<br />

all’Università di Cincinnati. Nel 1895,<br />

quando si decise di iniziare l’attività<br />

sanitaria in Svizzera, la Conferenza<br />

Generale inviò il dottor De Forest<br />

a Basilea, come direttore medico.<br />

Lucienne ammirava e apprezzava molto<br />

8 9


il dottor De Forest. Lei non dimenticherà mai<br />

una delle abitudini di questo medico: pregava<br />

sempre prima di entrare nella stanza di un<br />

paziente, anche se nel corso della giornata<br />

ci tornava più volte. Ecco spiegata la sua<br />

ammirazione, ben condivisibile! Consigliata<br />

dal dottor De Forest, Lucienne si è recata<br />

a Basilea per un’ulteriore formazione. Ha<br />

conseguito il diploma di infermiera alla Croce<br />

Rossa di Losanna.<br />

Un’altra persona che ha<br />

incontrato nella clinica<br />

ha segnato la sua vita,<br />

in maniera ancora più<br />

profonda…<br />

Durante la seconda<br />

guerra mondiale,<br />

oltre alla medicina<br />

generale, la<br />

clinica si occupava<br />

anche di interventi<br />

chirurgici. Tra i pazienti<br />

c’era il pastore Oscar<br />

Meyer, che si innamorò<br />

di Lucienne e le chiese<br />

di sposarlo. Alcuni medici le<br />

consigliarono di non accettare, ma nel<br />

1951 Lucienne finì per dire di sì, nonostante la<br />

grande differenza di età (33 anni). Per quattro<br />

dei loro dieci anni di matrimonio, vissero<br />

a Nizza: fu l’unico momento della sua vita<br />

durante la quale Lucienne abitò lontano da<br />

Gland, dove tornò alla morte del marito, per<br />

lavorare di nuovo come infermiera nella sua<br />

amata clinica.<br />

Ha avuto dei figli?<br />

Gli anni passavano e alla fine, dopo essere<br />

stata vedova per 20 anni, Lucienne trovò<br />

il suo Lucien. Grazie a uno dei suoi nipoti<br />

in Svizzera, Lucienne conobbe Lucien<br />

Veckringer: la coppia si sposò il 27 maggio<br />

1979, quando Lucienne aveva 60 anni. Le due<br />

foto li ritraggono all’inizio della loro relazione.<br />

Per 32 anni (fino alla morte di Lucien), il loro<br />

è stato un matrimonio felice, grazie al quale<br />

Lucienne è diventata in qualche modo madre<br />

di due figli ormai adulti: Jean Paul e Claude-<br />

Philippe. Con questi figli e le loro mogli, ebbe<br />

anche otto nipoti.<br />

Quale tratto caratteriale contraddistingueva<br />

Lucienne?<br />

Tra le attività che la coppia amava fare,<br />

bisogna sicuramente nominare i viaggi con la<br />

roulotte attaccata alla macchina. Lucienne<br />

e Lucien erano dei membri attivi<br />

nella chiesa di Gland. In<br />

particolare, si occupavano<br />

del trasporto di abiti<br />

usati, sia in Svizzera che<br />

all’estero. Questo era lo<br />

spirito di ADRA, prima<br />

ancora che diventasse<br />

un’organizzazione<br />

anche in Svizzera.<br />

Dal 2011 Lucienne<br />

ha vissuto da sola<br />

nell’appartamento<br />

che aveva affittato con<br />

il marito. Questo non le<br />

impedì di continuare a invitare i<br />

suoi amici per mangiare insieme. È<br />

inoltre necessario menzionare la sua fedele<br />

partecipazione settimanale, dal 1981, alle<br />

lezioni di ginnastica a La Lignière.<br />

Un’altra particolarità è che ha appena<br />

festeggiato i suoi 100 anni!<br />

Festeggiare il proprio 100° compleanno è<br />

sicuramente un’esperienza sperimentata da<br />

pochi. Ma Lucienne ha anche stabilito un altro<br />

record. Visto che è rimasta iscritta nei registri<br />

della chiesa di Gland dal suo battesimo,<br />

sono ormai 82 anni che è membro di questa<br />

comunità! È difficile trovarne altri che possono<br />

vantare di essere membri della stessa<br />

comunità per così tanto tempo.<br />

Perché volevi renderle omaggio?<br />

Lucienne è stata la mia fedele diaconessa dal<br />

2001, quando mi sono trasferito dalla chiesa<br />

di Berna a quella di Gland. Se un sabato non<br />

andavo in chiesa senza prima informarla,<br />

mi chiamava per vedere se avevo bisogno<br />

del suo aiuto (pensandoci, se i diaconi, le<br />

diaconesse o anche solamente i membri<br />

delle classi della Scuola del Sabato facessero<br />

la stessa cosa, sicuramente ci sarebbero<br />

meno panche vuote nelle nostre chiese). Un<br />

sabato pomeriggio di cinque anni fa, mi sono<br />

sentito male e, dopo aver tolto la sicura dalla<br />

porta d’ingresso del mio appartamento, sono<br />

andato a letto. Non avevo nemmeno la forza<br />

di alzarmi. Ho quindi telefonato a Lucienne<br />

che è venuta subito (per fortuna conoscevo<br />

il suo numero a memoria) e ha chiamato<br />

immediatamente la guardia medica (servizio<br />

di cui non ero nemmeno a conoscenza).<br />

Erano le cinque del pomeriggio. Cinque ore<br />

dopo, sempre con Lucienne al mio fianco,<br />

la guardia medica mi ha visitato, per poi<br />

chiamare immediatamente<br />

l’ambulanza che mi ha<br />

portato in ospedale.<br />

Al mio risveglio, il<br />

giorno seguente, mi<br />

avevano tolto 180<br />

cm di intestino che<br />

stava cedendo.<br />

Ma tutto questo<br />

ha avuto anche<br />

una benedizione:<br />

ho avuto diritto<br />

a tre settimane<br />

di convalescenza,<br />

che naturalmente ho<br />

trascorso alla Lignière.<br />

Conoscevo la clinica, ma ho<br />

avuto l’opportunità di apprezzare<br />

la dedizione e lo spirito di servizio del<br />

personale. Lucienne mi veniva a trovare<br />

quasi ogni giorno, facendo il tragitto con la<br />

sua macchinina.<br />

Altre persone volevano festeggiare con lei il<br />

suo centesimo compleanno…<br />

Ci si può chiedere in che modo tutti coloro<br />

che conoscevano Lucienne avessero<br />

festeggiato questo compleanno così<br />

speciale. Come potevamo aspettarci, il<br />

giorno prima del compleanno la clinica La<br />

Lignière ha organizzato una festa in suo<br />

onore. Il pomeriggio successivo, secondo<br />

la tradizione, il sindaco di Gland è venuto a<br />

farle visita, accompagnato dal presidente<br />

della regione. Purtroppo, l’abituale articolo<br />

di questo evento, che doveva comparire sul<br />

giornale La Côte, non è stato pubblicato.<br />

Il sabato di quella settimana, la chiesa di<br />

Gland ha preparato un programma speciale.<br />

Innanzitutto è stato il figlio Claude-Philippe,<br />

pastore in Francia, a occuparsi del sermone.<br />

Poi, dopo aver sistemato tutti verso il pulpito,<br />

cercando di ottenere una sorta di scala che<br />

permettesse una maggiore visibilità, è stata<br />

scattata una foto ricordo, con Lucienne<br />

al centro e i bambini davanti a lei. Per<br />

evitare problemi, la foto non doveva essere<br />

pubblicata; ne è stata tuttavia<br />

stampata una copia, messa<br />

in una cornice. Questa<br />

foto ritrae Lucienne, con<br />

questo piccolo regalo<br />

in una mano e un<br />

mazzo di fiori offerto<br />

dalla chiesa nell’altra.<br />

Ci hai presentato<br />

una persona molto<br />

affettuosa alla quale<br />

anche noi vogliamo<br />

augurare buon<br />

compleanno!<br />

Pregando per lei, affidiamo<br />

Lucienne al Signore, che<br />

sceglierà il resto dei suoi giorni, in<br />

buona salute, in attesa del ritorno di Gesù<br />

e dell’incontro eterno con i nostri cari che si<br />

sono addormentati nella fede. Che l’esempio<br />

cristiano di Lucienne ci ispiri e ci incoraggi,<br />

anche se la nostra vita sarà “probabilmente”<br />

più corta della sua!<br />

PIETRO COPIZ<br />

Per <strong>Magazine</strong> <strong>Avventista</strong><br />

10<br />

11


OMAGGI<br />

A presto...<br />

Maria Unternaehrer<br />

Maria è nata il 21 luglio 1941 a Druento,<br />

vicino a Torino (Italia), in una famiglia con 6<br />

figli. Ha avuto un’infanzia felice e ha conosciuto<br />

la chiesa avventista quando aveva 10<br />

anni.<br />

Negli anni ’60 si trasferisce a Ginevra con il<br />

suo primo marito, Ignazio. Da questo matrimonio<br />

nasce Debora, la sua unica figlia,<br />

che le ha permesso comunque di diventare<br />

nonna di 3 nipoti.<br />

Negli anni ’80 Maria ha conosciuto Edmond,<br />

quello che sarebbe diventato il suo secondo<br />

marito. Edmond lavorava proprio accanto<br />

del suo negozio di moda, a Ginevra. Si sono<br />

sposati nel 1985, per vivere poi insieme un<br />

matrimonio felice. Maria ha rappresentato<br />

un esempio per Edmond, testimoniando<br />

della sua fede senza mai imporgli nulla.<br />

Anche Edmond ha poi scelto di donare il suo<br />

cuore a Gesù.<br />

Maria amava profondamente la sua chiesa e<br />

il suo prossimo. Aveva il dono dell’ospitalità<br />

e grandi talenti in cucina! Si è data tanto<br />

da fare per la sua chiesa, anche quando la<br />

malattia ha preso il sopravvento. È sempre<br />

rimasta una persona fedele.<br />

I suoi ultimi giorni hanno sottolineato la sua<br />

fede, la sua fiducia nel Salvatore. Si addormentata<br />

in pace, fiduciosa, in attesa del suo<br />

prossimo ritorno, così come lo promette<br />

nella Sua parola.<br />

Marcelino Garcia<br />

Il 24 dicembre 1926 nasce Marcelino,<br />

invalido da entrambe le gambe. I medici<br />

in Spagna dicevano che non avrebbe mai<br />

camminato. Arrivato in Francia con i suoi<br />

genitori nel 1927, dopo lunghe sofferenze,<br />

sballottato tra ospedali e cliniche, all’età<br />

di 4 anni riesce finalmente a camminare<br />

da solo. All’età di 8 anni, decise di chiedere<br />

l’elemosina per sfuggire alla carestia. A<br />

15 anni, trova finalmente lavoro in una<br />

fabbrica, riuscendo così a mantenere la<br />

madre.<br />

In seguito, si è sposato e si è trasferito in<br />

Svizzera dove ha lavorato in una macelleria.<br />

Purtroppo, sua moglie si è ammalata,<br />

morendo poco dopo. Diventato ormai<br />

vedovo, va a vivere a Renens in una stanza<br />

di una sorella avventista. Un amico spagnolo,<br />

che aveva conosciuto Eliane Béal<br />

in un campo giovani, li fa conoscere ed è<br />

nel 1972 che cominciano a frequentarsi.<br />

Abbraccia la fede cristiana avventista, scegliendo<br />

di farsi battezzare nel giugno del<br />

1976 dal pastore Edgard Villeneuve, nella<br />

chiesa avventista di Renens. Il 24 ottobre<br />

dello stesso anno, la coppia si sposa a<br />

Bienne.<br />

Marcelino è stato ricoverato per un mese<br />

in ospedale a La Chaux-de-Fonds e, nonostante<br />

il dolore di essere separato dalla sua<br />

Eliane, lasciandola sola, ha conservato fino<br />

alla fine la fede in Gesù, con la certezza<br />

che sarebbe tornato a prenderli per farli<br />

stare insieme in cielo!<br />

Anne-Marie Broggini<br />

Anne-Marie Broggini è nata vicino all’Alsazia<br />

il 20 ottobre 1922. Molto legata al padre,<br />

al contrario della madre che era piuttosto<br />

rigida. Anne-Marie è la più piccola<br />

di una famiglia di 4 figli e ha lavorato per<br />

tanti anni come freelance; mai sposata,<br />

è diventata orfana di padre quando era<br />

molto giovane; ha vissuto con sua madre<br />

fino alla sua morte. Ha vissuto in Marocco<br />

per diversi anni. Anne-Marie non aveva<br />

un grande circondario di persone.<br />

Amava molto gli animali e prima di trasferirsi<br />

nella residenza le Flon aveva anche<br />

un gatto. Amava molto i dolci ed era<br />

una donna molto parsimoniosa; questi<br />

ultimi 15 anni ha frequentato le chiese<br />

avventiste di Losanna e Renens prima<br />

di ritornare nella residenza le Flon il 10<br />

febbraio 2015.<br />

Anne-Marie partecipava regolarmente<br />

alle meditazioni che si tenevano a le Flon<br />

e la sua fede è sempre stata forte. Questi<br />

ultimi due anni sono stati difficili per lei.<br />

Anne-Marie è morta nella residenza di le<br />

Flon il 29 aprile 2019.<br />

Un ringraziamento speciale va ai membri<br />

delle chiese avventiste di Renens e di<br />

Losanna per le visite, alla residenza di le<br />

Flon di Oron per l’investimento e a Jean-<br />

Pierre Zanolari per il sostegno.<br />

Debora Belloy,<br />

Anne-Lise Béal<br />

Dominik Frikart<br />

Figlia di Maria Unternaehrer<br />

Sorellastra di Marcelino Garcia<br />

Cappellano della residenza le Flon<br />

12 13


Yvonne Lador<br />

Sei venuta al mondo nel 1918. Buona<br />

studentessa, sembravi predestinata all’insegnamento,<br />

ma tu hai preferito partire a<br />

Zurigo per imparare il tedesco in un hotel.<br />

A 22 anni, nel pieno della seconda guerra<br />

mondiale, hai conosciuto un bel militare...<br />

Gli scriverai tutti i giorni, per poi sposarvi il<br />

12 luglio 1941. Vivrete insieme a Yverdon,<br />

dove metterai al mondo due figli: Marco,<br />

purtroppo nato morto, e poi, Ivan, in perfetta<br />

salute. Dopo esservi trasferiti nella<br />

zona di Montreux, lavorerai nel comune di<br />

Vevey alle Galeries du Léman.<br />

Dopo esserti convertita all’avventismo, per<br />

rispettare l’osservanza del sabato, sarai<br />

costretta a lasciare quel lavoro. Questa fu<br />

per te ed Etienne l’occasione di creare il<br />

vostro proprio negozio a Montreux, chiamato<br />

“Tentes Riviera”.<br />

Purtroppo nel 1973, perderai Etienne,<br />

troppo presto, portato via da un tumore.<br />

Saprai trovare la forza per continuare il<br />

tuo percorso, vivendo da sola, in maniera<br />

indipendente, nel tuo appartamento di<br />

Clarens fino ai tuoi 100 anni. Realista, ti<br />

sei dovuta arrendere all’evidenza che era<br />

giunto il momento per te di trasferirti nella<br />

residenza des Novalles, nel comune di<br />

Blonay, all’inizio del cammino per il regno<br />

dei cieli.<br />

Resterai per sempre nei nostri cuori; a<br />

presto, “super nonna”.<br />

Natacha e Viviane<br />

Nipoti di Yvonne Lador<br />

Ana Walther<br />

Nata a Stoccarda il 20 maggio 1935, Ana<br />

ha fatto un apprendistato nell’ambito della<br />

vendita e ha lavorato in seguito come<br />

segretaria presso Mercedes.<br />

Nel 1955, ha conosciuto il papà e si sono<br />

sposati nel 1957. La mamma si è trasferita<br />

nel Ticino, dove sono nate Ives, Silvia,<br />

Claudia e Sandra. Il loro matrimonio è stato<br />

felice e hanno potuto festeggiare quasi<br />

62 anni di vita insieme.<br />

Ha fatto la mamma a tempo pieno,<br />

dedicandosi completamente alla famiglia,<br />

sempre impegnata nella attività di<br />

chiesa, alle quali partecipava con piacere.<br />

È stata una mamma sempre presente,<br />

amorevole, disponibile per tutte noi figlie,<br />

dimostrandosi interessata alle nostre<br />

attività e vite anche da adulte.<br />

La famiglia si è allargata e sono arrivati i<br />

generi e i nipotini, Desirée e Andrea. Nel<br />

dicembre del 2017, ha avuto la gioia di<br />

diventare bisnonna del piccolo Kevin.<br />

Da diversi anni era diventata una consuetudine<br />

passare un weekend prolungato<br />

nel periodo di maggio-giugno con tutta la<br />

famiglia. Tutti noi aspettavamo con gioia<br />

questi momenti. Anche quest’anno siamo<br />

partiti in allegria.<br />

Ci ha lasciati in un momento felice in cui<br />

era circondata da tutta la sua famiglia,<br />

dopo aver trascorso insieme una bella<br />

giornata.<br />

Cara “mami”, ti vogliamo bene e resterai<br />

per sempre nei nostri cuori<br />

Le tue figlie<br />

Willi Morosoli<br />

Il Pastore Emerito Willi Morosoli nacque<br />

il 15.02.1918 a Pfàffikon ZH, ultimo di<br />

sei figli di fu Giovanni, cattolico, e fu<br />

Giovanna, protestante. Insieme ai fratelli<br />

trascorse un’infanzia e una gioventù<br />

spensierata. Non avendo idea in che<br />

settore trovare una soddisfazione lavorativa,<br />

su consiglio di uno zio da parte di<br />

madre, si rivolse a un produttore di film<br />

animati che gli permise di esercitare il<br />

tirocinio. Vide la possibilità di imparare<br />

un mestiere innovativo e stimolante, così<br />

rimase sia per i tre anni di apprendistato<br />

che per altri otto.<br />

Ebbe tuttavia un fervente interesse per<br />

un ciclo di conferenze che un evangelista<br />

della Chiesa Cristiana <strong>Avventista</strong> del<br />

Settimo Giorno presentava a Berna e<br />

prese la decisione di diventare membro<br />

di questa Chiesa attraverso il battesimo<br />

officiato dal Pastore Herbert Willi.<br />

In seguito manifestò interesse di<br />

frequentare l’Istituto Teologico di Collonges-sous-Salève<br />

nella Scuola Missionaria<br />

in Francia, perché gli fu proposto di<br />

entrare a lavorare nell’opera come aiuto<br />

pastorale di Herbert Willi a Bienne. Alla<br />

fine del secondo anno di studi conobbe<br />

Maria Rovati, con cui si unì in matrimonio.<br />

La loro unione fu benedetta dall’arrivo<br />

di Gabriele e Federica.<br />

Dopo quattro anni di impiego a Bienne,<br />

gli fu proposto di portare avanti l’evangelizzazione<br />

nella città di Lugano per poi<br />

coinvolgere tutto il Ticino e insieme alla<br />

sua famiglia accettò.<br />

Lavorò per sei anni benedetti dal Signore<br />

con il prezioso aiuto della moglie Maria,<br />

poi si mise a disposizione per portare<br />

l’evangelo anche nel Canton Vallese dove<br />

rimase insieme alla famiglia per altri 6<br />

anni, alla fine dei quali ritornò a Bienne<br />

per servire la Chiesa e costituire in Chiesa<br />

il gruppo italiano.<br />

Lavorò con impegno e dedizione per otto<br />

anni in cui le benedizioni del Signore<br />

abbondavano, fino a quando, nel 1972,<br />

venne di nuovo chiesta la sua presenza in<br />

Ticino, a Locarno, e per due anni anche<br />

nella Chiesa di Lugano; fu a Locarno che<br />

rimase anche dopo la pensione.<br />

La vita del Pastore Emerito Willi Morosoli<br />

fu caratterizzata da un profondo amore<br />

per la Chiesa <strong>Avventista</strong> derivato da un<br />

amore per il Signore che trasmetteva<br />

ai membri di Chiesa e a coloro con cui<br />

veniva in contatto per portare l’evangelo.<br />

Chiunque conobbe Willi Morosoli lo<br />

ricorda come una persona riconoscente<br />

all’Eterno nonostante le situazioni difficili<br />

della vita, una persona allegra che incoraggiava<br />

chi si trovava in difficoltà cercando<br />

il conforto nell’amore di Cristo.<br />

Sarà bellissimo al ritorno di Gesù ritrovarlo<br />

insieme a coloro che per anni<br />

ha incoraggiato a sperare in quel meraviglioso<br />

giorno, dove la sofferenza verrà<br />

cancellata dall’amore di Dio per tutto il<br />

suo popolo.<br />

Che il Signore torni presto, Amen!<br />

14 15


TESTIMONIANZA<br />

LA TRASFORMAZIONE DI<br />

Jamyle<br />

DAL SOFFRIRE DI DEPRESSIONE ALL’ESSERE<br />

UN ESEMPIO DI FEDE PER I SUOI FIGLI.<br />

Jamyle nasce in Brasile, da madre avventista<br />

e padre cattolico. Insieme alla sorella<br />

cresce nell’ambiente di chiesa, partecipando<br />

agli scout, al coro, lavorando come<br />

colportora. Dal carattere un po’ impulsivo<br />

e ribelle, vogliosa di sperimentare<br />

e vedere cose nuove, piano<br />

piano inizia ad allontanarsi<br />

dalla chiesa. Non più<br />

cercata, si sente abbandonata,<br />

non accolta,<br />

accantonata e<br />

giudicata per i suoi<br />

comportamenti<br />

non conformi alla<br />

chiesa. Questa distanza<br />

sempre maggiore<br />

tra lei e i fratelli<br />

di chiesa la porterà ad<br />

allontanarsi in maniera<br />

netta, arrivando a non voler<br />

nemmeno sentire parlare<br />

dell’avventismo e dei suoi fedeli, che<br />

ai suoi occhi erano solo degli ipocriti che<br />

predicavano bene ma razzolavano male.<br />

A 19 anni decide di lasciare tutto per andare<br />

a vivere in Italia, a Venezia, da una<br />

zia che conduceva una vita un po’ particolare,<br />

estrema. È un periodo poco bello<br />

quello che vive: ha difficoltà con la nuova<br />

lingua, si sente sola e si trova immischiata<br />

in un giro di persone poco raccomandabili.<br />

Conosce il mondo della droga, dell’alcol<br />

e del fumo. Ma in tutto questo, un raggio<br />

di sole: conosce un’altra ragazza<br />

brasiliana, anche lei ex-avventista,<br />

con cui lega molto; le<br />

due finiscono per diventare<br />

amiche, aiutandosi<br />

e sostenendosi a<br />

vicenda.<br />

Anche per uscire<br />

da quell’ambiente<br />

negativo, a 21 anni<br />

accetta di andare a<br />

convivere con il suo<br />

ragazzo, un italiano<br />

conosciuto lì. L’anno<br />

seguente decidono di sposarsi<br />

e due anni dopo nasce<br />

Davide, il loro primogenito. Jamyle<br />

vive questo matrimonio con grande solitudine,<br />

soprattutto a livello mentale. Sente<br />

che tutto quello che le crea sofferenza per<br />

gli altri non è che banalità, sciocchezze e<br />

piccolezze superficiali. Si chiude quindi<br />

in se stessa e cade in una profonda depressione<br />

che tocca il suo apice nel 2008,<br />

quando nasce Elisa, la loro secondogenita.<br />

Per un anno Jamyle non parla con nessuno<br />

di quello che sta vivendo e provando,<br />

non chiede aiuto, sicura di poterne uscire<br />

da sola. Ma le cose non fanno altro che<br />

peggiorare: subentrano le crisi di panico,<br />

momenti di crisi in cui Elisa le cascava dalle<br />

mani; Jamyle si trova ad avere paura a restare<br />

da sola con la figlia, timorosa di poterle<br />

fare del male. Dopo oltre un anno, si decide<br />

a chiedere aiuto. Ne segue un altro periodo<br />

buio, caratterizzato da psicofarmaci, ansiolitici<br />

e medicine varie che Jamyle mischiava<br />

anche all’alcol, perdendo la lucidità<br />

e non riuscendo a prendersi<br />

cura al meglio dei suoi figli.<br />

Questo periodo dura per<br />

quasi cinque anni fino<br />

al momento in cui, un<br />

giorno, Jamyle sente<br />

un cambiamento<br />

nel suo cuore: le<br />

torna la voglia di<br />

ascoltare la musica<br />

cristiana, quei canti<br />

che aveva imparato<br />

da ragazza; riprende<br />

a leggere la Bibbia, a<br />

parlare con Dio. Non ha<br />

ancora nessuna intenzione<br />

di tornare nella chiesa avventista,<br />

anche perché in tutti questi anni aveva<br />

frequentato la chiesa cattolica, insieme al<br />

marito e ai figli. Eppure sente il bisogno di<br />

un cambiamento.<br />

Nel 2013, la sua vita riceve due grandi scossoni.<br />

Il primo arriva a dicembre, quando i<br />

medici diagnosticano a Davide un tumore<br />

nel cervelletto. È benigno ma è molto<br />

grande, cosa che ha provocato lo spostamento<br />

del cervelletto fuori dal cranio, arrivando<br />

a premere sul midollo spinale: ecco<br />

perché Davide stava male, vomitava, aveva<br />

giramenti di testa, svenimenti, senso di<br />

nausea. Viene operato d’urgenza e Jamyle<br />

si trova a doversi occupare del figlio da<br />

sola. Nonostante il tumore fosse benigno,<br />

l’operazione era comunque molto delicata<br />

e la convalescenza molto dolorosa. Inoltre<br />

Davide non si faceva toccare da nessuno,<br />

era sua mamma a occuparsi di tutto, dalle<br />

cose più piccole come restargli sempre accanto<br />

a quelle più grandi come lavarlo e<br />

cambiargli il catetere.<br />

L’altro suo grande cambiamento avviene<br />

grazie alla preghiera e al suo sempre maggiore<br />

attaccamento al Signore. Consapevole<br />

di avere una dipendenza, Jamyle prega<br />

il Signore chiedendogli di liberarla,<br />

sicura di non poterci riuscire<br />

da sola. E così, dall’oggi al<br />

domani, riesce a smettere<br />

completamente,<br />

senza nessuna ricaduta.<br />

Un vero e<br />

proprio miracolo<br />

divino! Lo psichiatra<br />

che la seguiva<br />

non era d’accordo,<br />

continuava a dire<br />

che non si poteva<br />

smettere così da un<br />

giorno all’altro, soprattutto<br />

dato l’alto dosaggio<br />

che assumeva giornalmente;<br />

le diceva che avrebbe avuto parecchi<br />

sbalzi e reazioni negative. Ma Jamyle<br />

si è ancora una volta attaccata alla sua<br />

fede, alla preghiera. Le cose hanno continuato<br />

a migliorare, nonostante le più tetre<br />

aspettative: sentiva le sue ansie interiori<br />

alleggerirsi, sentiva crescere in lei la voglia<br />

di pregare e di leggere la Bibbia.<br />

Dopo 17 anni, Jamyle decide di porre fine<br />

al suo matrimonio burrascoso e di chiedere<br />

la separazione. E poi, una sera, fa<br />

un sogno davvero strano: sogna di essere<br />

in macchina, in una strada che percorreva<br />

tutti i giorni, a Varese. Quando<br />

tutto d’un tratto, girandosi a destra, vede<br />

un giardino recintato con una casa blu,<br />

16 17


18<br />

un edificio che assomigliava molto a una<br />

chiesa. Il sogno finiva così, niente di eclatante.<br />

Dopo qualche giorno, Jamyle si<br />

trovava a casa; stava pulendo, ascoltando<br />

la musica con le cuffie. Era un periodo<br />

felice, pieno di gioia; si sentiva vicina al<br />

Signore, anche se “a modo suo”. Per la<br />

prima volta si trova a chiedersi se la chiesa<br />

avventista esisteva anche in Italia. E così<br />

accende il computer e ancor prima di poter<br />

scrivere “Milano”, dove era più probabile<br />

trovarla, le viene fuori il risultato per la città<br />

di Varese, in via Giuseppe Verdi,<br />

proprio quella via che aveva<br />

sognato. A Varese, la sua<br />

città? Incredibile! E così<br />

la mattina seguente,<br />

dopo aver accompagnato<br />

i ragazzi<br />

a scuola, passa<br />

da quella via per<br />

cercare la chiesa;<br />

ma non riesce a<br />

trovarla. Va avanti<br />

e indietro ma non la<br />

vede. Ripete la cosa<br />

per altri tre giorni fino<br />

a quando, ferma davanti<br />

a un semaforo, non nota<br />

una casetta blu, con un giardino<br />

recintato e la scritta “chiesa evangelica”,<br />

l’edificio che la chiesa avventista<br />

affitta per riunirsi nella città di Varese. In<br />

quel momento Jamyle si sente sopraffatta<br />

dall’emozione e dalle lacrime: capisce che<br />

il Signore la sta chiamando a sé.<br />

Il sabato successivo, Jamyle si organizza<br />

per andare in chiesa. Erano ormai 15 anni<br />

che non andava, aveva tutto un altro stile di<br />

vita e doveva anche convincere i ragazzi ad<br />

andare con lei, nonostante avessero sentito<br />

dei commenti negativi da parte del padre,<br />

che continuava a frequentare la chiesa<br />

cattolica. Erano prevenuti, specialmente<br />

Davide, ma alla fine hanno accettato. E<br />

così, nel giugno di cinque anni fa, Jamyle è<br />

ritornata nella chiesa avventista, prima in<br />

Italia e poi in Svizzera, per non lasciarla più.<br />

Ripensando al suo percorso, la cosa che la<br />

colpisce di più è il potere trasformatore di<br />

Dio che ha sperimentato non solo nella sua<br />

vita, in prima persona, ma anche in quella<br />

dei suoi figli. Non è facile trasmettere dei<br />

valori positivi ai ragazzi, ma Jamyle si è sentita<br />

sostenuta dal Padre celeste, consigliata<br />

e aiutata; ha cercato di lasciare la libertà<br />

di scelta ai suoi ragazzi, pur continuando<br />

a restare ferma nelle<br />

sue convinzioni. Numerosi<br />

sono i frutti e le benedizioni<br />

che raccoglie:<br />

non solo continua il<br />

suo percorso personale<br />

con il Signore,<br />

ma Elisa e Davide<br />

seguono le sue<br />

orme, scegliendo<br />

liberamente di frequentare<br />

la chiesa<br />

avventista e dando<br />

una testimonianza diretta<br />

anche al resto della<br />

famiglia.<br />

Avendo vissuto un cambiamento così<br />

radicale, avendo sperimentato una guarigione<br />

del cuore, Jamyle non ha nessun<br />

dubbio: l’amore di Dio trasforma i cuori, le<br />

persone, le vite. E, ancora più importante,<br />

il Signore non si stanca mai di chiamarci a<br />

sé, ci aspetta pazientemente fino a quando<br />

non decidiamo di permettergli di agire<br />

nelle nostre vite. Le benedizioni che ne seguiranno<br />

supereranno di gran lunga tutti<br />

gli ostacoli che troveremo lungo il nostro<br />

cammino.<br />

TIZIANA CALÁ<br />

Per <strong>Magazine</strong> <strong>Avventista</strong><br />

GIUVENTÙ<br />

C<br />

M<br />

Y<br />

CM<br />

MY<br />

CY<br />

CMY<br />

K<br />

Dicas Feliz<br />

ser<br />

Cuide Prenditi da cura sua saúde: della<br />

tua faça salute; exercícios, fai sport;<br />

mangia alimente-se bene e bevi<br />

bem acqua e beba a sufficienza. bastante<br />

água.<br />

Se Fale sei para vittima um<br />

di adulto bullismo, se<br />

estiver<br />

parlane<br />

sofrendo<br />

con<br />

un adulto.<br />

bullying.<br />

Trova<br />

sempre Seja dei<br />

motivi agradecido. per cui<br />

essere grato.<br />

Sii Seja un amico amigo<br />

de di Deus. Dio.<br />

…se o<br />

comportamento<br />

Se il comportamento<br />

de um colega di un<br />

amico mudar cambia de uma<br />

all’improvviso.<br />

hora para outra.<br />

…se seu amigo<br />

não<br />

Se<br />

quiser<br />

il tuo amico<br />

mais<br />

non vuole più<br />

brincar e só<br />

giocare con<br />

pensar<br />

te, preferendo<br />

em ficar<br />

restare sozinho. da solo.<br />

para<br />

10 consigli<br />

per essere<br />

Nunca<br />

Non<br />

consumare experimente<br />

drogas mai droghe e bebidas<br />

alcoólicas. o alcol.<br />

felice<br />

Non<br />

Não abbandonare desista de<br />

seus<br />

i tuoi<br />

sonhos.<br />

sogni.<br />

Fai dei progetti<br />

per il<br />

Faça planos para o<br />

futuro.<br />

futuro.<br />

Dimostra<br />

Demonstre<br />

che ami le<br />

persone.<br />

amor.<br />

Fique<br />

Acesse: www.quebrandoosilencio.org<br />

Valorize Sii contento o que<br />

di quello che<br />

você tem.<br />

hai: sei molto<br />

Você é especial.<br />

fortunato.<br />

Atento!<br />

Se …se un um tuo colega amico<br />

perder non si o dimostra interesse<br />

più interessato<br />

por atividades que,<br />

a un’attività che<br />

para ele, eram<br />

amava molto<br />

muito fare. legais.<br />

…tudo Tutto questo isso pode<br />

potrebbe indicar indicare um<br />

problema. un problema. Então,<br />

Sii quindi un buon<br />

seja amigo!<br />

amico, aiutalo e<br />

Procure ajudar.<br />

parlane con un<br />

adulto.<br />

Non<br />

Não esconda<br />

nascondere<br />

nada<br />

niente<br />

de<br />

ai<br />

seus<br />

tuoi<br />

genitori. pais.<br />

Presta<br />

attenzione...<br />

19


FOCUS<br />

Roland Meyer<br />

RICCO EREDE<br />

DELLA PAROLA<br />

Sant’Agostino ha detto: «Sia sempre in voi la radice dell’amore, perché solo da questa<br />

radice può scaturire l’amore». Probabilmente è quello che è successo con Roland<br />

Meyer. Le sue radici, la famiglia, gli hanno insegnato, attraverso la pratica, a servire<br />

Dio in ogni circostanza, l’amore per la sua chiesa e lo spirito di missione, con lo scopo<br />

di aiutare gli altri. Anche se il nostro albero genealogico non definisce chi saremo,<br />

l’esempio è come un sigillo duraturo. Roland Meyer era circondato da bellissimi e-<br />

sempi. Conosceva o aveva sentito parlare di missionari, professori, pastori, editori<br />

e persino “traghettatori” di persone di origine ebraica durante la seconda guerra<br />

mondiale. Tra di loro, alcuni hanno dato la loro vita in nome dell’amore per il proprio<br />

prossimo.<br />

Vi invitiamo quindi a fare un viaggio indietro nel tempo e a scoprire due famiglie<br />

che hanno influenzato la vita e il lavoro di Roland Meyer…così come della Chiesa<br />

<strong>Avventista</strong> in Svizzera.<br />

La famiglia<br />

Streit-dit-Provins<br />

Henri Streit-dit-Provins è nato nel 1866. Era<br />

il bisnonno materno di Roland. Sua moglie,<br />

Marie, è nata nel 1872. Nel corso degli anni, il<br />

cognome è stato semplificato in “Provin” senza<br />

la “s”. Henri e Marie vivevano nella cittadina<br />

di Le Locle, nel Giura Svizzero, dove gestivano<br />

una piccola impresa di orologeria. Hanno<br />

avuto tre figli, due femmine e un maschio:<br />

Marthe, Esther e Abel, il nonno materno di<br />

Roland. Il messaggio biblico insegnato dagli<br />

avventisti del settimo giorno ha colpito<br />

la famiglia Provin. Tra la fine del XIX<br />

e l’inizio del XX secolo decisero<br />

di vendere la loro azienda<br />

per avviare, a loro spese,<br />

un’attività autonoma di<br />

evangelizzazione. Ben<br />

presto Henri Provin è<br />

stato assunto come<br />

pastore dall’unione<br />

del Léman (l’attuale<br />

FSRT). Ha poi lavorato<br />

nella regione di Yverdon,<br />

poi nel Canton<br />

Vallese, dove ha avuto<br />

esperienze straordinarie<br />

con Dio. La famiglia Provin<br />

rimane il simbolo del sacrificio,<br />

della devozione, del coraggio<br />

e della fede nel servizio della chiesa e nei<br />

confronti del prossimo.<br />

La famiglia<br />

Meyer<br />

Contemporaneamente, nella regione di Losanna,<br />

un’altra famiglia scopre il messaggio<br />

avventista: la famiglia di Frédéric Meyer (il<br />

bisnonno paterno di Roland), nato nel 1854,<br />

e di Pauline Zbinden-Meyer, nata nello stesso<br />

anno. La coppia ha otto figli, quattro dei<br />

quali lavorano per il movimento avventista:<br />

Albert (il nonno paterno di Roland), Paul e<br />

Oscar decidono di diventare pastori mentre<br />

Ernest diventa tipografo. Paul e Oscar<br />

seguono una formazione biblica presso la<br />

scuola missionaria di La Lignère, a Gland,<br />

all’inizio del XX secolo. Come era tradizione<br />

all’epoca, la Svizzera forma pastori che poi<br />

partono all’estero, spesso per far conoscere<br />

la chiesa avventista e il suo messaggio o per<br />

sviluppare e sostenere una realtà avventista<br />

nascente.<br />

Paul, diventato pastore, venne nominato<br />

presidente dell’unione portoghese, e in seguito<br />

lavorò in Francia. Ed è lì che a sua volta<br />

la sua vita ha preso una svolta straordinaria,<br />

soprattutto per l’epoca.<br />

Durante i difficili anni della seconda guerra<br />

mondiale, fu pastore a Lione.<br />

Dopo l’armistizio del 1940<br />

e l’occupazione tedesca<br />

nell’Europa occidentale,<br />

si svilupparono reti di<br />

resistenza, compresa<br />

quella Olanda-Parigi<br />

di Jean Weidner, che<br />

aveva lo scopo di<br />

portare in Svizzera<br />

gli ebrei provenienti<br />

dai Paesi Bassi, dal<br />

Belgio e della Francia,<br />

così come di aiutare<br />

i numerosi piloti alleati<br />

dell’aviazione caduti in<br />

Francia a nascondersi e a ritornare<br />

alle loro basi. Paul Meyer<br />

e sua moglie Martha ospitano e ricevono un<br />

gran numero di rifugiati.<br />

Mentre una stretta collaboratrice di Jean<br />

Weidner stava per prendere il treno per<br />

Lione per compiere una missione a Tolosa,<br />

venne arrestata e portata alla stazione<br />

di polizia. Butta a terra un piccolo taccuino,<br />

raccolto pochi minuti dopo da un uomo ma<br />

sequestrato subito dalla polizia. Viene portata<br />

negli uffici della Gestapo dove viene sottoposta<br />

per giorni a interrogatori e torture<br />

indicibili, di indescrivibile crudeltà. La Gestapo<br />

vuole sapere dove vivono le persone<br />

i cui nomi erano scritti in questo taccuino.<br />

Finisce per crollare e decide di parlare. L’indirizzo<br />

del pastore Paul Meyer a Lione viene<br />

dato alla Gestapo: Paul venne arrestato<br />

dai servizi di Klaus Barbie il 27 marzo 1944.<br />

20<br />

21


Morì nel campo di concentramento di<br />

Dachau il 23 gennaio 1945, pochi mesi prima<br />

della liberazione.<br />

Oscar Meyer diventa docente e pastore in<br />

Francia. È stato segretario dell’unione di Léman<br />

(FSRT), presidente della FFS, della FFN e<br />

dell’UFB. Dal suo primo matrimonio, ha avuto<br />

due figli che sono morti precocemente,<br />

proprio come sua moglie.<br />

A lungo vedovo, sposò in seguito una giovane<br />

infermiera di La Lignère, Lucienne<br />

Buchet, che nella nostra chiesa è conosciuta<br />

come Lucienne Veckringer (dal secondo<br />

matrimonio) e che ha appena festeggiato<br />

il suo centesimo compleanno,<br />

sempre a Gland!<br />

(Andare alla pagina 8 per<br />

leggere la sua storia).<br />

Vivranno insieme per<br />

circa dieci anni, prima<br />

della morte di<br />

Oscar.<br />

Anche Ernest Meyer<br />

ha segnato la storia<br />

della chiesa. Tipografo,<br />

ha lavorato<br />

a La Lignère quando<br />

questa aveva una tipografia,<br />

prima che fosse<br />

trasferita a Dammarie-lès-Lys<br />

(in Francia). Ernest era anche un<br />

musicista, uno dei pionieri nella creazione<br />

della nota raccolta di canzoni, “Hymnes<br />

et Louanges”.<br />

Non dimentichiamoci di Albert, che ha lavorato<br />

come pastore in Francia e poi in Svizzera<br />

a Yverdon, Sainte-Croix, Neuchâtel e poi in<br />

Alsazia (bilingue), in Africa del Nord (Algeria<br />

e Marocco). Tornato in Francia, è stato pastore<br />

nel territorio occidentale, poi presidente<br />

della FSRT e dell’unione svizzera. Organizzava<br />

grandi campagne evangelistiche con<br />

più di 1.200 persone, contribuendo così alla<br />

promozione del vangelo e alla crescita delle<br />

chiese. Termina il suo ministero come segretario<br />

dell’associazione pastorale della divisione.<br />

Con sua moglie Marguerite, ha avuto<br />

tre figli: Raymond, Isabelle, che sposerà un<br />

pastore italiano, e Sylvain.<br />

Raymond è stato insegnante a Collonges,<br />

pastore in Francia, redattore della rivista<br />

Signes des Temps e di Revue adventiste, poi<br />

missionario in Tunisia e in Senegal e di nuovo<br />

pastore in Francia e nella Svizzera romanda.<br />

Sylvain è stato un giovane pastore nella<br />

Svizzera romanda, missionario nell’isola La<br />

Riunione, poi in Camerun (sviluppo della<br />

missione e del seminario di Nanga-Eboko),<br />

poi ancora pastore nella Svizzera romanda,<br />

direttore della clinica La Lignère,<br />

segretario-tesoriere della FSRT<br />

e segretario dell’unione<br />

svizzera, direttore della<br />

struttura Le Flon,<br />

a Oron. Sylvain e<br />

sua moglie Liliane<br />

hanno avuto due<br />

figli: Monique e<br />

Roland.<br />

Il lignaggio<br />

Streit-Meyer<br />

Da queste due famiglie, è<br />

nato Roland Meyer sull’isola<br />

La Riunione, per poi crescere in<br />

Camerun. Il suo hobby preferito era<br />

giocare nella foresta, che ama molto. Gli è<br />

stato insegnato che Gesù era un falegname<br />

e così da grande voleva lavorare “tagliando la<br />

legna” per Gesù. In questa famiglia, che ha<br />

molti pastori, non ci sono solo loro, quindi il<br />

suo orientamento verso il pastorato non era<br />

ovvio. Da piccolo, Roland voleva fare prima<br />

l’ebanista e poi il medico. Ma alla fine, è il<br />

gene pastorale che prevale. È nel 1975, dopo<br />

aver studiato teologia a Collonges-sous-Salève,<br />

che inizia il suo ministero come tirocinante<br />

a Losanna. Dopo nove mesi di tirocinio,<br />

gli viene offerta la possibilità di diventare<br />

insegnante presso la scuola di Renens. Come<br />

insegnante, insegna ma impara anche delle<br />

grandi lezioni dai bambini presenti nelle sue<br />

classi: la calma, la pazienza, l’uso di un vocabolario<br />

appropriato… Questo lo aiuterà a<br />

perfezionare il suo ministero di insegnante.<br />

Dopo alcuni anni, gli viene affidata la responsabilità<br />

di vari dipartimenti della FSRT e<br />

dell’unione svizzera. Ma spinto dal desiderio<br />

di apprendere e condividere le sue conoscenze,<br />

ha portato avanti anche degli studi<br />

paralleli, conseguendo il master di secondo<br />

livello presso l’università di Strasburgo, poi<br />

un dottorato in teologia protestante presso<br />

la stessa università. Nel 1989 è stato nominato<br />

pastore della chiesa La Lignère a Gland.<br />

Per perfezionare ulteriormente la sua formazione,<br />

alla fine del 1991 riceve una borsa<br />

di studio dalla Divisione, che gli permette di<br />

trascorrere un semestre di ricerca presso la<br />

Andrews University negli Stati Uniti, insieme<br />

alla sua famiglia. Dopo il suo ritorno a Gland,<br />

ecco che avviene qualcosa di speciale: riceve<br />

una telefonata dalla Andrews University: gli<br />

chiedevano di andare a insegnare teologia<br />

sistematica per l’anno accademico che iniziava<br />

nel settembre del 1992. Ma le cose non<br />

finiscono qui. Lo stesso giorno, un venerdì,<br />

riceve una telefonata dalla Francia: la facoltà<br />

di teologia di Collonges ha una proposta simile<br />

in serbo per lui! Ne segue un grande<br />

momento di riflessione e di preghiera con<br />

la sua famiglia, al termine della quale decide<br />

con grande calma di rifiutare l’offerta negli<br />

Stati Uniti, per mettersi invece a disposizione<br />

di Collonges… Attualmente sta entrando nel<br />

suo 28esimo anno di insegnamento in questa<br />

facoltà!<br />

Sono passati molti anni e sono numerose le<br />

sfide che ha affrontato. Centinaia di studenti<br />

sono stati arricchiti dai suoi corsi, in particolare<br />

nel campo del Nuovo Testamento e della<br />

teologia sistematica. Al suo fianco, la moglie<br />

Eliane, sempre pronta a sostenerlo, lavora<br />

come infermiera negli ospedali universitari<br />

di Ginevra, cosa che ha permesso di completare<br />

l’istruzione scolastica e universitaria dei<br />

tre figli. Roland prevede di interrompere il<br />

suo servizio attivo alla fine dell’anno accademico<br />

2019-2020, dopo quarantacinque anni<br />

di impegno al servizio della chiesa. Di recente<br />

ha finito diversi lavori per il nuovo dizionario<br />

teologico avventista, per la nuova enciclopedia<br />

e per il nuovo commentario biblico (SDAI-<br />

BC = Seventh-day Adventist International<br />

Bible Commentary), da cui ha ricevuto l’incarico<br />

di scrivere il commento alla prima lettera<br />

di Paolo ai Corinzi.<br />

Va detto che Roland Meyer ha continuato<br />

il lavoro della sua famiglia, facendo sua<br />

questa fibra spirituale presente da generazioni:<br />

l’amore e la passione per il servizio<br />

alla chiesa. La sua specialità è stata quella di<br />

trasmettere questa fiamma alle generazioni<br />

successive attraverso l’insegnamento e le<br />

sue pubblicazioni.<br />

Una questione<br />

di patrimonio<br />

Il suo viaggio ci riporta al nostro. Quale eredità<br />

abbiamo ricevuto? E quale eredità lasceremo<br />

dopo di noi? Come possiamo esserne<br />

sicuri? Mettendo la Bibbia al centro della<br />

nostra vita! La Bibbia è un libro che raccoglie<br />

storie vere che rivelano l’amore di Dio per<br />

l’umanità. Evidenzia anche il desiderio di Dio<br />

di collaborare con l’essere umano e di camminare<br />

con lui su questa terra e per l’eternità.<br />

È l’unico libro in cui l’autore è presente<br />

mentre il lettore sta leggendo. È il libro che<br />

ha certamente trasformato in maniera radicale<br />

tantissime vite. Si leggono storie incredibili<br />

di uomini e donne che hanno vissuto<br />

delle esperienze straordinarie insieme al loro<br />

Dio. Alcuni tendono a pensare che questi<br />

fatti incredibili non siano più attuali. Ma altre<br />

vite potrebbero essere trasformate, proprio<br />

come quelle delle famiglie Provin e Meyer. E<br />

come la tua!<br />

AM<br />

22<br />

23


Libretto rosa<br />

Jessica ed Eric, della chiesa luso-ispanica di Neuchâtel,<br />

sono lieti di presentare Pablo Rubén e<br />

Rodrigo Noé, nati il 19 febbraio 2019, dopo<br />

una gravidanza tumultuosa a sorpresa.<br />

A causa di una situazione particolare, la<br />

gravidanza era considerata ad alto rischio.<br />

Ma il Signore li ha protetti nel grembo<br />

materno: i medici si aspettavano una nascita<br />

prematura ma i bimbi sono riusciti ad arrivare<br />

al nono mese, in piena salute, per la grande<br />

gioia di tutta la famiglia. Benvenuti tra noi,<br />

Dio ha ancora grandi progetti per voi!<br />

Fate parte di una chiesa della FSRT e la vostra famiglia si è appena allargata? Per annunciare<br />

la buona notizia all'interno della nostra rivista, inviare le informazioni (nome del bebé,<br />

nome dei genitori, data di nascita e foto) all'indirizzo contact@adventistemagazine.com<br />

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S V I Z Z E R A<br />

64 esima Assemblea amministrativa della<br />

FSRT- Avanti col cambiamento!<br />

La Chiesa <strong>Avventista</strong> del Settimo Giorno è una<br />

chiesa mondiale la cui conferenza generale ha<br />

sede negli Stati Uniti, ma che conferisce gran<br />

parte dell’autorità della Chiesa all’assemblea<br />

locale dei credenti basata sull’esempio e<br />

sui valori di Gesù Cristo. A livello federale,<br />

è l’Assemblea, composta dai delegati delle<br />

chiese che la formano, a eleggere l’insieme dei<br />

vari responsabili. In Svizzera, questo cambio<br />

avviene ogni 4 anni. Il 20 e 31 maggio 2019<br />

si è quindi tenuta la 64esima Assemblea<br />

Amministrativa della Federazione <strong>Avventista</strong><br />

della Svizzera romanda e del Ticino, con lo<br />

scopo di scegliere il Comitato di presidenza<br />

2019-2023 e un comitato direttivo. I 120<br />

delegati riuniti a Losanna hanno votato.<br />

Olivier Rigaud, presidente<br />

Nato in Savoia (Francia), la vita<br />

di Olivier viene trasformata<br />

all’età di 20 anni, quando si<br />

sposa, conosce Dio e sente<br />

la chiamata per diventare<br />

pastore. Dopo gli studi<br />

teologici a Collonges-sous-<br />

Salève, il suo percorso pastorale<br />

lo porta in Francia, a Pau, poi a Roanne/Saint-<br />

Étienne. Nel 2007 consegue il dottorato in<br />

leadership presso la Andrews University (USA).<br />

Torna in Francia per 5 anni di pastorato nel<br />

nord della Francia. Nel 2015 si prende<br />

un anno sabbatico per portare avanti<br />

un progetto missionario. Alla fine del<br />

2016, la famiglia si stabilisce nella chiesa<br />

francofona di Ginevra. Con sua moglie<br />

Tantely, hanno tre figli: Andy (24 anni), Mélissa<br />

(22 anni) ed Emmanuel (18 anni).<br />

Raphaël Grin, segretario generale<br />

Raphaël è cresciuto nel<br />

Campus della Lignière,<br />

a Gland. Partecipando<br />

attivamente alla vita<br />

della sua chiesa,<br />

sceglie fin da giovane di<br />

consacrarsi al ministero<br />

pastorale. Dopo aver<br />

studiato teologia presso la<br />

Facoltà avventista di Collonges-sous-Salève<br />

(Francia), Raphaël è stato assunto dalla<br />

Federazione delle Chiese avventiste della<br />

Svizzera romanda e del Ticino come pastore,<br />

prima presso la Chiesa di Ginevra, poi a<br />

Losanna e infine a Friburgo. Allo stesso tempo,<br />

si occupa del Dipartimento della Gioventù,<br />

prima come vice e poi come direttore. 41enne,<br />

è sposato con Ana e insieme sono i genitori di<br />

un maschietto di 16 mesi.<br />

Nathalie Wagnon, tesoriera<br />

Nathalie Wagnon è nata in Normandia, dove<br />

è cresciuta nella chiesa di Rouen. Appena<br />

terminati gli studi, viene chiamata dal campus<br />

avventista di Collonges, dove lavorerà nel<br />

reparto di contabilità dal 1989 al 1996 e poi<br />

dal 2001 al 2015, prima di rispondere<br />

alla chiamata della FSRT. Nathalie<br />

vive a Beaumont con il marito<br />

Damien e con i loro gemelli di<br />

22 anni, Matthieu e Timothée.<br />

Suo marito è professore di<br />

Scienze della Vita e della Terra<br />

presso il complesso scolastico<br />

Maurice Tièche. Frequentano<br />

la chiesa Vivo a Ginevra. La FSRT ha<br />

25


innovato la sua fiducia in Nathalie nel ruolo di<br />

tesoriera, permettendole di dare una continuità<br />

a questo incarico che ricopre dal settembre<br />

2015.<br />

Rapporti dei dipartimenti<br />

Le assemblee amministrative sono anche<br />

l’occasione che i responsabili dei vari<br />

dipartimenti e ministeri della FSRT hanno<br />

per presentare il lavoro svolto durante il<br />

mandato. Tutti, uno dopo l’altro, hanno parlato<br />

dei programmi svolti tra il 2015 e la fine del<br />

2018: Associazione Pastorale: Daniello Barelli,<br />

Comunicazioni: Rickson Nobre, Scuola del<br />

Sabato: Ulrich Frikart, Educazione: Michel<br />

Dufournet: Evangelizzazione: David Jennah,<br />

Famiglia: Gilbert Grezet, Gestione Cristiana<br />

della Vita: Nathalie Wagnon, IEBC e Libreria Vita<br />

e Salute: Yolande Grezet, Giovani Avventisti:<br />

Raphaël Grin e Pierrick Avelin, Dipartimento<br />

Sociale: Patrick Maeder, Libertà religiosa: John<br />

Graz, MIB: Elena Zagara, Ministeri delle Donne<br />

e Dipartimento della Musica: Ildiko Jennah,<br />

Ministero degli Special Needs: Valérie Lefebvre.<br />

Il Comitato di presidenza allora in carica,<br />

composto da David Jennah (Presidente),<br />

Rickson Nobre (Segretario) e Nathalie Wagnon<br />

(Tesoriera), ha presentato anche le attività<br />

umane e finanziarie della Federazione negli<br />

ultimi quattro anni.<br />

Possiamo dire che nello scorso mandato gli<br />

sforzi sono stati concentrati<br />

David Jennah, presidente uscente della FSRT<br />

sull’evangelizzazione e sulla testimonianza, sia<br />

a livello locale che di federazione: “classiche”<br />

campagne di evangelizzazione, campi di<br />

Mission Caleb, creazione di nuove chiese<br />

per portare la buona notizia della salvezza<br />

alle nuove generazioni e ad altre culture,<br />

formazione di gruppi che si ritrovano nelle<br />

case, investimenti in edifici per la riapertura di<br />

una chiesa avventista in Ticino, formazione in<br />

omiletica, promozione della libertà religiosa<br />

in collaborazione con autorità politiche e<br />

religiose non avventiste, creazione di siti web<br />

a tema, come quello dedicato a Desmond<br />

Doss, per presentare i valori della nostra<br />

Chiesa, formazione dei pastori sulla cultura<br />

islamica per entrare meglio in contatto con i<br />

musulmani, studio preliminare per l’apertura di<br />

una scuola avventista in Svizzera, inaugurazione<br />

del Ministero degli Special Needs, creazione<br />

di un centro mediatico a Renens, ecc. La lista<br />

è ancora lunga e non si limita solo a questi<br />

progetti elencati.<br />

Tutti questi sforzi sono stati premiati con un<br />

mandato eccezionale in termini di crescita della<br />

Chiesa. Infatti, la FSRT ha battuto un record: in<br />

totale sono 201 le persone che hanno accettato<br />

Gesù come loro Salvatore, diventando membri<br />

delle nostre chiese.<br />

Nonostante non ci siano solo successi, il<br />

bilancio resta comunque positivo. È su questa<br />

nota che il Presidente, David Jennah, e il<br />

Segretario, Rickson Nobre, hanno terminato<br />

il loro mandato, accolti anche dagli appalusi<br />

dell’Assemblea, un modo per ringraziarli<br />

umilmente della loro energia e dedizione che<br />

hanno donato in favore della Federazione e<br />

della missione di Dio. Entrambi continueranno<br />

il proprio servizio all’interno della FSRT<br />

ricoprendo altri ruoli, che verranno presentati<br />

più avanti, così come per gli altri dipartimenti.<br />

Mario Brito, presidente DIA e Rickson Nobre,<br />

segretario uscente della FSRT<br />

Inizio dei lavori<br />

La nuova squadra è entrata in carica martedì<br />

4 giugno 2019. È previsto un periodo di<br />

passaggio di consegne prima che possa<br />

continuare in maniera autonoma. Che il Signore<br />

benedica tutti coloro che ricoprono un incarico,<br />

in nome della Sua gloria, del benessere delle<br />

chiese della FSRT e della salvezza di coloro che<br />

cercano ancora il proprio Salvatore.<br />

Battesimi Luana<br />

e Carla<br />

Ventidue anni fa, Carla ha<br />

conosciuto Pedro, suo marito, e<br />

nel gennaio 2001 è nata Luana,<br />

loro figlia. Nel giugno 2016<br />

il pastore Matthias Maag ha<br />

conosciuto Carla e Luana che<br />

partecipavano al campeggio scout<br />

nella Valle Maggia, a Gordevio. Era<br />

da quasi ventidue anni che Carla<br />

frequentava la chiesa avventista<br />

ma senza essere mai scesa nelle<br />

acque battesimale per stringere un<br />

patto con Gesù. Dopo aver stretto<br />

amicizia, il pastore si offrì anche<br />

di dare loro studi biblici. Una volta<br />

accettata la proposta, si sono<br />

ritrovati per quasi due anni per<br />

studiare e approfondire la Parola<br />

del Signore.<br />

Dopo due anni c’è stata questa<br />

bellissima cerimonia battesimale,<br />

svoltasi il 26 gennaio 2019.<br />

Numerosi sono stati i canti<br />

dedicati. I fratelli del gruppo di<br />

Arbedo e quelli della chiesa di<br />

Losone si sono commossi dalla<br />

loro testimonianza<br />

AM<br />

Presentazione di Olivier Rigaud (video)<br />

Adventiste <strong>Magazine</strong> TV<br />

Matthias Maag<br />

Pastore della chiesa avventista di<br />

Massagno<br />

Tutte le foto dell’Assemblea<br />

amministrativa 2019<br />

Adventistes en Suisse<br />

26<br />

Jean-Paul Barquon, presidente di sessione e Richard Lehmann, responsabile delle procedure<br />

27


Siamo andati avanti! Racconto<br />

dell’Assemblea spirituale FSRT 2019<br />

Ogni due anni, la FSRT desidera<br />

riunire le sue chiese e gruppi per una<br />

celebrazione spirituale. Per un giorno,<br />

tutti i membri e i simpatizzanti della<br />

Federazione sono invitati a incontrarsi<br />

e a comunicare insieme. Ogni volta la<br />

FSRT cerca di proporre un’Assemblea<br />

eccezionale e innovativa. La Gioia e<br />

la scelta sono state le parole chiave<br />

della celebrazione del 1° giugno 2019, a<br />

Losanna, come ormai da tradizione,<br />

per la prima volta però<br />

nell’affascinante Teatro di<br />

Beaulieu.<br />

La FSRT ha presentato<br />

una serie di attività<br />

per cercare di<br />

raggiungere tutti i<br />

suoi membri, con i vari<br />

interessi e preferenze.<br />

Per gli adulti e non<br />

solo, quindici attività<br />

sono state proposte<br />

sia in momenti diversi che<br />

in contemporanea. Dopo<br />

il momento del culto, i<br />

partecipanti hanno potuto scegliere il tema<br />

del proprio workshop: lo studio tradizionale<br />

della Scuola del Sabato o altri tre temi<br />

legati alla Chiesa <strong>Avventista</strong>. Con Roland<br />

Meyer si è posta la domanda: il XXI secolo è<br />

ancora favorevole allo sviluppo del pensiero<br />

avventista? Gabriel Monet ha lanciato alcuni<br />

spunti di riflessione sulla missione di Dio e<br />

della sua Chiesa. Rivan Dos Santos ha posto<br />

al suo pubblico la seguente domanda: la<br />

Chiesa <strong>Avventista</strong> del Settimo Giorno è un<br />

movimento profetico?<br />

Gabriel Monet,<br />

La sera, stesso scenario con scelte multiple:<br />

due concerti di genere diverso, una<br />

conferenza, un’anteprima del film “Papas”,<br />

e persino un gioco realizzato in un camion!<br />

Questa Escape Room lanciava una sfida<br />

ai partecipanti: ritrovare due persone<br />

scomparse nel Giura svizzero.<br />

Durante il giorno, popcorn e uno stand<br />

fotografico hanno fatto la felicità di giovani<br />

e bambini. La prova? Le migliaia di foto<br />

scattate! C’era una fila per arrivare…<br />

Seguendo una tendenza della<br />

società moderna, l’obiettivo di<br />

queste attività era che ogni<br />

membro e amico potesse<br />

rallegrarsi di essere<br />

stato presente a questa<br />

Assemblea, uscendone<br />

arricchito secondo<br />

le proprie esigenze e<br />

aspirazioni del momento,<br />

senza imporre a tutti un<br />

unico tipo di programma.<br />

Considerando i feedback<br />

ottenuti, è stato un successo.<br />

Anche all’interno della grande sala del<br />

Teatro, che assomigliava a una grande fiera<br />

dei talenti, doni e ministeri che abbondano<br />

sul nostro territorio, c’era una vasta scelta.<br />

ADRA Svizzera, Collonges-sous-Salève, la<br />

scuola di musica 7 notes, Mission Caleb,<br />

Radio Life Style 74, il Ministero per gli<br />

Special Needs, la Lega Vita e Salute e il<br />

nuovo Centro Multimediale “Espoir Médias”.<br />

Insomma… tantissimi stand da vedere e<br />

scoprire.<br />

La gioia di incontrare gli amici di altre chiese<br />

che non sempre abbiamo l’opportunità<br />

di vedere. Questo è ciò che più è rimasto<br />

nei cuori dei partecipanti. Dio ha ragione<br />

nel dire che l’uomo non è fatto per stare<br />

da solo. Ancora una volta, l’Assemblea<br />

Spirituale è riuscita nel suo intento di<br />

avvicinare le persone.<br />

La gioia di ascoltare un messaggio biblico<br />

stimolante! “Avanti”: questo era il tema<br />

dell’Assemblea. E Gabriel Monet, decano<br />

della Facoltà avventista di teologia a<br />

Collonges-sous-Salève e relatore ospite,<br />

è stato di grande ispirazione durante la<br />

sua predicazione. Come lo ha ricordato,<br />

“Avanti” rappresenta la promessa di una vita<br />

quotidiana che si rinnova costantemente.<br />

“Avanti” è la certezza della presenza<br />

benevola di un Dio che ci accompagna in<br />

ogni circostanza. “Avanti” significa<br />

mettere in pratica il privilegio<br />

di essere compagni di Dio<br />

nella sua opera. “Avanti”<br />

significa mettere alla<br />

prova la propria fede<br />

per poterla fare<br />

crescere e rafforzare.<br />

La gioia di vedere<br />

tre gruppi diventare<br />

chiese. Infatti, il giorno<br />

prima, durante l’Assemblea<br />

Amministrativa della FSRT,<br />

i gruppi di Arbedo, quello<br />

lusofono di Losanna e quello luso-ispanico<br />

di Neuchâtel hanno ottenuto lo status<br />

di chiesa. Sono stati presentati sabato<br />

1° giugno, insieme a due nuovi gruppi<br />

che fanno ora ufficialmente parte della<br />

federazione: il gruppo Tagalog a Ginevra e il<br />

gruppo anglofono di Vaud.<br />

La gioia di vedere di persona alcune delle<br />

201 persone che sono state battezzate<br />

durante l’ultimo mandato. Una ventina di<br />

persone erano lì a raccontare la loro storia,<br />

tra sorrisi, lacrime e tanta convinzione.<br />

Un caloroso applauso ha confermato che<br />

questa è la ragione principale della nostra<br />

Chiesa: condividere la buona novella e<br />

formare nuovi discepoli.<br />

La gioia di ascoltare testimonianze che<br />

rafforzano la fede di chi le ascolta. Darlène,<br />

segretaria volontaria di Mission Caleb<br />

Suisse, per la quale FSRT aveva chiesto<br />

di pregare, ha raccontato quanto le è<br />

successo, dalla rottura dell’aneurisma nel<br />

luglio 2017 fino a oggi: una guarigione<br />

miracolosa derivata interamente da Dio.<br />

La gioia di accompagnare Leandro Lopez,<br />

pastore a Ginevra, nella sua consacrazione<br />

al pastorato. L’emozione era forte. I suoi<br />

genitori, che vivono in Argentina, non<br />

riuscivano a essere presenti ma ci tenevano<br />

a mandargli un video-messaggio<br />

a sorpresa. I membri delle<br />

chiese ispaniche di Ginevra<br />

e Vivo hanno espresso<br />

l’affetto per il loro pastore,<br />

con parole di amicizia<br />

e doni. E i pastori che<br />

hanno partecipato<br />

alla consacrazione<br />

hanno anche cantato<br />

per l’occasione. Un vero<br />

momento di festa!<br />

Alla fine i proiettori sono stati<br />

spenti, le sale del teatro sono state<br />

chiuse. Tutti hanno trovato la strada per<br />

tornare alla loro chiesa locale. Ma la festa<br />

continua, perché, proprio come quel 1°<br />

giugno, la festa è stare con Dio. Ci diamo<br />

appuntamento tra due anni, per ritrovarci<br />

ancora e raccontarci tutto quello che<br />

abbiamo vissuto nel frattempo. Che il<br />

Signore ci custodisca fino a quel momento e<br />

che ci faccia vivere delle grandi esperienze,<br />

da condividere nel 2021!<br />

AM<br />

28 29


Nicolas Walther ha deciso di lasciare<br />

la Clinica La Lignière e le sue entità consorelle<br />

Nasce il primo gruppo di preghiera<br />

avventista a Mendrisio<br />

Dopo dieci anni alla guida della Clinica<br />

La Lignière a Gland (VD), Nicolas Walther<br />

ha deciso di lasciare la sua posizione<br />

per un nuovo orientamento della<br />

sua vita professionale. Il Consiglio di<br />

Amministrazione lo ringrazia per il suo<br />

importante contributo alla ristrutturazione<br />

giuridica e organizzativa di La Lignière<br />

e delle sue istituzioni, tutte in<br />

buona salute finanziaria<br />

e con un’ottima<br />

reputazione nella rete<br />

sanitaria regionale.<br />

Nicolas Walther<br />

(48 anni) ha<br />

conseguito un<br />

master in letteratura<br />

all’Università di<br />

Ginevra e ha iniziato la<br />

sua carriera lavorativa<br />

nell’ambito delle risorse<br />

umane, presso la Banca<br />

Cantonale di Friburgo. È stato<br />

poi nominato direttore della residenza Le<br />

Flon, a Oron-la-Ville. Ha lasciato questa<br />

posizione dopo quattro anni per diventare<br />

direttore generale della Clinica La Lignière,<br />

a Gland (VD).<br />

Ora vuole intraprendere un progetto<br />

di formazione personale che gli sta a<br />

cuore da molti anni. “Abbiamo preso<br />

atto con rammarico della decisione di<br />

Nicolas Walther di lasciare la Clinica La<br />

Lignière e le sue entità consorelle dopo<br />

10 anni di attività, comprendendo le sue<br />

motivazioni e incoraggiandolo nel suo<br />

progetto di formazione”, ha commentato<br />

Mario Brito, Presidente del Consiglio di<br />

Amministrazione. Desideriamo esprimergli<br />

i nostri sinceri ringraziamenti per il suo<br />

importante impegno. Gli siamo grati di<br />

accompagnarci nel processo di nomina,<br />

assicurando una transizione senza<br />

intoppi con il nuovo Direttore Generale,<br />

donna o uomo che sia. A tal<br />

fine è stato costituito un<br />

comitato di selezione, di<br />

cui Nicolas Walther è<br />

membro invitato. Si<br />

prevede che rimarrà<br />

Direttore Generale fino<br />

all’insediamento del<br />

suo successore.<br />

Elemento di spicco<br />

della rete sanitaria<br />

regionale, La Lignière è<br />

stata protagonista, sotto la<br />

direzione di Nicolas Walther, di<br />

una ristrutturazione organizzativa<br />

e giuridica che ha portato alla creazione<br />

di nuove entità giuridiche per un<br />

migliore funzionamento e una maggiore<br />

trasparenza delle sue diverse attività: la<br />

Clinica La Lignière SA, il Centro Medico<br />

& Terapeutico La Lignière SA, il centro<br />

ambulatoriale inaugurato nel 2017 e attivo<br />

dal maggio 2018, e il Centro di Salute La<br />

Lignière SA, di nuova creazione.<br />

Comunicato stampa della Clinique La<br />

Lignière<br />

23 maggio 2019<br />

Siamo un gruppo di 10-12 persone che<br />

ha deciso di ritrovarsi tutti i martedì, dalle<br />

19 alle 21, a casa della famiglia Pozzi, per<br />

condividere momenti di lode tramite la<br />

preghiera, la lettura di salmi, la riflessione<br />

su un passo biblico e alcuni canti. Questo<br />

gruppo è nato dalle nostre preghiere, a cui<br />

si sono aggiunte quelle del pastore Felipe<br />

Moura e di altri fratelli del Mendrisiotto<br />

e di Como. Essendo distante da Lugano,<br />

volevamo costituire un gruppo in questo<br />

territorio, che ne era ancora privo, con il<br />

desiderio di evangelizzare questa città e i<br />

suoi abitanti.<br />

Ringraziamo il Signore per le benedizioni<br />

che ci ha concesso, compresa l’armonia di<br />

stare bene insieme e la forza di pregare gli<br />

uni per gli altri. La nostra lista di soggetti<br />

di preghiera si è già molto allungata: sono<br />

tante infatti le persone che, sapendo del<br />

nostro gruppo di preghiera, ci chiedono<br />

di pregare per loro e per alcune loro<br />

tematiche. Lo scopo di questo gruppo è<br />

quello di evangelizzare, di portare la Parola<br />

e di far conoscere la Chiesa <strong>Avventista</strong> nel<br />

Mendrisiotto, dove ancora non abbiamo<br />

una chiesa nonostante alcuni abitanti<br />

avventisti.<br />

Abbiamo avuto anche un nostro primo<br />

momento di “agape comunitaria” in cui<br />

abbiamo colto l’occasione per mangiare,<br />

pregare e consolidare l’unità del nostro<br />

gruppo. In questa occasione abbiamo<br />

anche salutato, per il momento, il pastore<br />

Moura che ad aprile lascerà il Ticino.<br />

Tra le numerose preghiere che eleviamo<br />

al Signore, abbiamo il desiderio di<br />

portare in piazza a Mendrisio la Bibbia<br />

Expò, un’esperienza evangelistica di<br />

approfondimento nella storia e nella<br />

cultura biblica che si è già svolta in alcune<br />

città spagnole e italiane e che presto<br />

arriverà anche in Svizzera, nel Ticino.<br />

Maurizio Pozzi, membro del gruppo<br />

di preghiera di Mendrisio<br />

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