PORTAVOCE DI SAN LEOPOLDO MANDIC - luglio ag. 2019
Portavoce di san Leopoldo Mandic (Dal 1961, a Padova, la rivista del santuario di padre Leopoldo, francescano cappuccino, il santo della misericordia e dell'ecumenismo spirirituale)
Portavoce di san Leopoldo Mandic (Dal 1961, a Padova, la rivista del santuario di padre Leopoldo, francescano cappuccino, il santo della misericordia e dell'ecumenismo spirirituale)
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Portavoce<br />
N. 6 - LUGLIO-AGOSTO <strong>2019</strong><br />
di san Leopoldo Mandić<br />
Mensile - anno 59 - n. 6 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD<br />
FESTA <strong>DI</strong> <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong><br />
MONS. FISICHELLA:<br />
«PADRE <strong>LEOPOLDO</strong>, IL VOLTO<br />
<strong>DI</strong> <strong>DI</strong>O CHE PERDONA»
PER RICEVERE LA RIVISTA<br />
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Portavoce<br />
di san Leopoldo Mandić<br />
Periodico di cultura religiosa<br />
dell’Associazione «Amici di San Leopoldo»<br />
Direzione, Redazione, Amministrazione<br />
Associazione «Amici di San Leopoldo»<br />
Santuario san Leopoldo Mandić<br />
Piazzale Santa Croce, 44 - 35123 Padova<br />
Sito internet<br />
www.leopoldomandic.it<br />
Direttore e Redattore<br />
Giovanni Lazzara<br />
Dir. Responsabile<br />
Luciano Pastorello<br />
Hanno collaborato a questo numero<br />
Massimo E. Putano, Flaviano G. Gusella,<br />
Paolino Zilio, Bruno Ferrero, Rino Fisichella,<br />
Anna Boscolo Artmann, Gianfranco Tinello,<br />
Marco Roveroni e Fabio Camillo<br />
Imp<strong>ag</strong>inazione<br />
Barbara Callegarin<br />
Stampa<br />
Stampe Violato - B<strong>ag</strong>noli di Sopra (PD)<br />
Editore<br />
Associazione «Amici di san Leopoldo»<br />
Spedizione in abbonamento postale<br />
Pubblicazione registrata presso il Tribunale<br />
di Padova il 18 ottobre 1961, n. 209 e al R.O.C.,<br />
n. 13870. Con approvazione ecclesiastica<br />
e dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini<br />
Garanzia di riservatezza<br />
Nel rispetto del D.L. n. 196/2003 Portavoce di san<br />
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relativi <strong>ag</strong>li associati sono custoditi nel proprio<br />
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alla normativa vigente, non possono essere<br />
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dell’interessato e sono utilizzati esclusivamente per<br />
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In copertina: l<strong>ag</strong>o di Braies (foto di G.<br />
Lazzara)<br />
Le foto, ove non espressamente indicato, hanno<br />
valore puramente illustrativo<br />
Questa testata non fruisce di contributi statali<br />
Chiuso in prestampa il 20 m<strong>ag</strong>gio <strong>2019</strong><br />
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tra il 17 e il 22 giugno <strong>2019</strong><br />
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Santuario san Leopoldo Mandić<br />
Piazzale S. Croce, 44 - 35123 Padova<br />
Rettore del santuario<br />
Fra Flaviano Giovanni Gusella<br />
Santuario san Leopoldo Mandić<br />
Piazzale S. Croce, 44 - 35123 Padova
Sommario<br />
N. 6 LUGLIO-AGOSTO <strong>2019</strong> ANNO 59<br />
3<br />
8<br />
10<br />
12<br />
18<br />
19<br />
22<br />
23<br />
30<br />
38<br />
4<br />
6<br />
33<br />
34<br />
35<br />
Editoriali<br />
COSA PROVI QUANDO VE<strong>DI</strong> PIANGERE? / AI LETTORI / di Giovanni Lazzara<br />
FRA PLACIDO CORTESE: MARTIRE DELLA CARITÀ E DEL SILENZIO /<br />
LA VOCE DEL <strong>SAN</strong>TUARIO / di Flaviano G. Gusella<br />
Attualità ecclesiale<br />
<strong>SAN</strong> LORENZO, UN APOSTOLO SULLE STRADE DELL’EUROPA / 4° CENTENARIO DELLA<br />
MORTE <strong>DI</strong> <strong>SAN</strong> LORENZO DA BRIN<strong>DI</strong>SI / a cura di Giovanni Lazzara<br />
<strong>SAN</strong>TITÀ E SAPIENZA A SERVIZIO DELLA CHIESA / 4° CENTENARIO DELLA MORTE <strong>DI</strong><br />
<strong>SAN</strong> LORENZO DA BRIN<strong>DI</strong>SI / di Paolino Zilio<br />
Fede & vita<br />
L’ARTE <strong>DI</strong> RACCONTARE / di Bruno Ferrero<br />
TRE RACCONTI SUL PERDONO / di Bruno Ferrero<br />
San Leopoldo ieri e oggi<br />
IL SALUTO INIZIALE DEL RETTORE / SPECIALE FESTA <strong>DI</strong> <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong> /<br />
di Flaviano G. Gusella<br />
«PADRE <strong>LEOPOLDO</strong> È STATO IL VOLTO <strong>DI</strong> <strong>DI</strong>O CHE PERDONA» /<br />
SPECIALE FESTA <strong>DI</strong> <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong> / di mons. Rino Fisichella<br />
MADONNA CON IL BAMBINO E <strong>SAN</strong> FELICE DA CANTALICE / ARTE IN <strong>SAN</strong>TUARIO /<br />
di Anna Boscolo Artmann<br />
UN MIRACOLO DELLA MADONNA / UNA CREATURA NASCOSTA > 6 / FUMETTO /<br />
di Marco Roveroni<br />
Rubriche<br />
LA FOTO RACCONTA<br />
LETTERE A <strong>PORTAVOCE</strong> / di Massimo Ezio Putano<br />
GRAZIE, <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong> / a cura della Redazione<br />
VITA DEL <strong>SAN</strong>TUARIO / a cura della Redazione<br />
CALENDARIO LITURGICO / di Gianfranco Tinello<br />
LUGLIO-AGOSTO <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 5
LETTERE A <strong>PORTAVOCE</strong><br />
SCRIVETE A<br />
altà sacre di cui la creazione è<br />
parte, verso il compimento ultimo<br />
in cui ci sarà Dio che «asciugherà<br />
ogni lacrima dai nostri<br />
occhi e non vi sarà più la morte<br />
né lutto né lamento né affanno,<br />
perché le cose di prima sono<br />
passate» (cf. Ap 21,3b-4).<br />
L’amore oblativo può esistere,<br />
e compiutamente realizzarsi,<br />
esclusivamente tra persone<br />
(anche se non mancano esempi<br />
eroici di qualche animale che<br />
“salva” la vita a un uomo), poiché<br />
solo nell’esercizio di una autentica<br />
libertà creata possiamo<br />
assistere alla scelta consapevole<br />
di perdere la propria vita per un<br />
altro.<br />
Questo non esclude la creazione;<br />
anzi, l’uomo nuovo è<br />
chiamato a donarsi e a lavorare<br />
instancabilmente proprio per<br />
guidare tutto il creato insieme<br />
al «Pastore grande delle pecore»<br />
(Eb 13,20) a poter ricevere<br />
la nuova creazione dove, come<br />
scrive il profeta Isaia, «il lupo<br />
dimorerà insieme con l’<strong>ag</strong>nello,<br />
la pantera si sdraierà accanto al<br />
capretto; il vitello e il leoncello<br />
pascoleranno insieme e un fanciullo<br />
li guiderà. La vacca e l’orsa<br />
pascoleranno insieme; si sdraieranno<br />
insieme i loro piccoli. Il<br />
leone si ciberà di p<strong>ag</strong>lia, come il<br />
bue. Il lattante si trastullerà sulla<br />
buca dell’aspide; il bambino<br />
metterà la mano nel covo di serpenti<br />
velenosi» (Is 11,6-8).<br />
Il punto della questione, a<br />
mio parere, sta nel modo della<br />
relazione, in quell’essere-con<br />
che caratterizza trasversalmente<br />
la vita trinitaria intradivina,<br />
quella di Dio con l’uomo,<br />
quella dell’uomo con i<br />
suoi simili, e quella dell’uomo<br />
con il creato. In quel «con<br />
me» che Gesù sulla croce rivolge<br />
al ladrone quando gli promette<br />
«l’oggi del Paradiso» (cf. Lc<br />
23,43), sono state accolte tutte<br />
le nostre relazioni di bene. E noi,<br />
suoi stessi eredi, siamo invitati a<br />
riferire e portare in Dio la creazione<br />
con cui ci rapportiamo,<br />
vigilando sulla correttezza dei<br />
nostri atteggiamenti verso di essa,<br />
siano questi caratterizzati da<br />
difetto o da eccesso.<br />
Senza le es<strong>ag</strong>erazioni e le<br />
distorsioni che caratterizzano<br />
il nostro tempo, incapace di<br />
affrontare la malattia e la morte,<br />
di creare legami duraturi e<br />
onesti anzitutto tra esseri umani,<br />
preferendo eccentriche o<br />
desolanti compensazioni, tutto<br />
ciò che già qui è fonte di riconoscimento<br />
del Creatore, e di<br />
riconoscenza verso il Padre,<br />
viene abbracciato nella sua<br />
eternità. È di fronte a un bimbo<br />
che piange per il suo cane morto<br />
che Francesco, senza fanatismi,<br />
si permette di rispondere, “sarà<br />
con te” perché «Il paradiso<br />
è aperto a tutte le creature»<br />
(3.12.2014).<br />
Questo non va né sminuito,<br />
né enfatizzato, ma colto dentro<br />
la Misericordiosa condiscendenza<br />
del Dio Uno-Trino che ci<br />
prende e ci parla lì dove siamo e<br />
possiamo udirlo. P<br />
Massimo Ezio Putano<br />
Redazione Portavoce di san Leopoldo<br />
Piazzale S. Croce, 44 35123 Padova e-mail: direttore@leopoldomandic.it<br />
La Redazione si riserva il diritto di sintetizzare le lettere.<br />
È garantito il rispetto dell’anonimato per chi lo richiede.<br />
San Leopoldo, tornato alla casa<br />
del Padre il 30 <strong>luglio</strong> di 77 anni fa,<br />
diceva, con edificante umiltà,<br />
di voler passare sulla terra<br />
«come un’ombra» senza lasciare<br />
traccia della sua persona.<br />
A un suo contemporaneo è purtroppo<br />
toccato un destino simile, non per sua<br />
volontà ma a causa della cattiveria<br />
umana. È praticamente «scomparso»,<br />
all’età di 37 anni, nell’autunno di 75<br />
anni fa. Si chiamava Placido Cortese,<br />
frate e sacerdote dei francescani minori<br />
conventuali. È sparito nel nulla, domenica<br />
8 ottobre 1944, verso le 13.00, quando<br />
fu arrestato dalle SS tedesche davanti<br />
alla basilica del Santo di Padova. Si<br />
seppe molto tempo dopo che fu portato<br />
a Trieste, nella sede della Gestapo, dove<br />
venne interrogato, bastonato, picchiato e<br />
torturato perché fornisse notizie sulla sua<br />
clandestina attività caritativa e rivelasse i<br />
nomi dei suoi collaboratori. Era il punto<br />
di riferimento di un’intensa attività<br />
umanitaria, illuminata dalla fede, che<br />
forniva generi di prima necessità, contatti<br />
con i familiari lontani <strong>ag</strong>li internati<br />
sloveni e croati deportati nel campo di<br />
Chiesanuova di Padova, documenti falsi<br />
per salvare dalla deportazione quanti<br />
erano ricercati dopo l’armistizio dell’8<br />
settembre 1943, ebrei, civili perseguitati,<br />
militari alleati evasi dai campi di prigionia.<br />
Padre Placido accettò con eroismo,<br />
in silenzio e senza tradire nessuno, le<br />
crudeltà e le sevizie della prigionia. Volle<br />
p<strong>ag</strong>are lui solo il prezzo per le tante<br />
persone salvate e restituite alla vita,<br />
alla libertà, alla dignità, <strong>ag</strong>li affetti, alla<br />
speranza di un futuro migliore. Immerso<br />
negli orrori di un tr<strong>ag</strong>ico conflitto<br />
mondiale, in un Paese stremato, in un<br />
primo tempo, dalla guerra e poi dilaniato<br />
al proprio interno da lotte fratricide,<br />
pienamente consapevole dei rischi che<br />
correva, si era sentito interpellato in<br />
prima persona a rispondere al grido dei<br />
sofferenti di ogni razza, nazione o etnia.<br />
Per cinquant’anni la sua vicenda, come<br />
quelle di tantissime altre vittime dell’odio<br />
nazifascista, rimase sepolta e sconosciuta<br />
nel suo epilogo, pur rimanendo il<br />
8 | <strong>PORTAVOCE</strong> | LUGLIO-AGOSTO <strong>2019</strong>
LA VOCE DEL <strong>SAN</strong>TUARIO<br />
Fra Placido Cortese:<br />
martire della carità e del silenzio<br />
ricordo della sua attività<br />
di soccorso ai perseguitati.<br />
«Soltanto testimonianze<br />
tardive, ma attendibili,<br />
riescono a ricostruire i<br />
tempi di un’<strong>ag</strong>onia, lucida e<br />
tremenda, che si concluderà<br />
con la morte, in un giorno<br />
imprecisato del novembre 1944, e<br />
con la distruzione del cadavere, probabilmente<br />
in un forno crematorio» (G. Pettiti).<br />
Nicolò Matteo Cortese era nato a Cherso (in Istria) il<br />
7 marzo 1907, una terra passata, dopo la Prima guerra<br />
mondiale, dall’Austria all’Italia (1918). Fin da bambino<br />
aveva conosciuto i frati conventuali che erano al suo<br />
paese. A 13 anni, affascinato dalla vita dei francescani,<br />
decise di entrare in seminario a Camposampiero (Pd).<br />
Dopo il noviziato, all’età di 17 anni, divenne frate con<br />
il nome di Placido. Completò gli studi di teologia a<br />
Roma dove, nel 1930, venne ordinato sacerdote. Svolse<br />
i primi sette anni di ministero sacerdotale dapprima<br />
nella basilica del Santo e in seguito, per circa tre anni,<br />
come vicario parrocchiale in una parrocchia dei frati<br />
conventuali a Milano.<br />
Nel 1937 fu richiamato a Padova dove gli venne<br />
affidato il compito di direttore del Mess<strong>ag</strong>gero di<br />
sant’Antonio. In quel periodo padre Placido ebbe<br />
la possibilità di conoscere padre<br />
Leopoldo Mandić che era stato scelto<br />
come confessore ordinario della<br />
comunità dei frati della basilica del<br />
Santo. In comune hanno le origini<br />
dalmate, parlano entrambi il croato,<br />
«hanno anche caratteristiche fisiche<br />
che evidenziano una fr<strong>ag</strong>ilità non<br />
corrispondente al cor<strong>ag</strong>gio e alla<br />
profondità della loro ispirazione e della<br />
loro fede. Due “antieroi” nell’aspetto,<br />
ma due “giganti” nell’esempio che<br />
hanno donato a tutti coloro che hanno<br />
avuto modo d’incontrare»<br />
(cf. www.padreplacidocortese.org).<br />
San Giovanni Paolo II sintetizzò<br />
la figura di padre Leopoldo con le<br />
seguenti espressioni nell’omelia della<br />
canonizzazione (16.10.1983): «La vita<br />
del nostro Santo sembra un albero, a<br />
cui una mano invisibile e crudele abbia<br />
t<strong>ag</strong>liato, uno dopo l’altro, tutti i rami.<br />
Fu un sacerdote a cui era impossibile<br />
predicare per difetto di pronuncia. Fu<br />
un sacerdote che desiderò ardentemente di dedicarsi<br />
alle missioni e fino alla fine attese il giorno della<br />
partenza, ma che non partì mai perché la sua salute<br />
era fr<strong>ag</strong>ilissima. Fu un sacerdote che aveva uno spirito<br />
ecumenico così grande da offrirsi vittima al Signore, con<br />
donazione quotidiana, perché si ricostruisse la piena<br />
unità fra la Chiesa Latina e quelle Orientali ancora<br />
separate, ma che visse la sua vocazione ecumenica<br />
(continua a p. 37)<br />
LUGLIO-AGOSTO <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 9
L’ARTE <strong>DI</strong> RACCONTARE<br />
Il bandito entrò e sollevò il coperchio della pentola.<br />
C’erano solo radici e foglie che bollivano nell’acqua.<br />
L’uomo scosse le spalle poderose, afferrò la pentola e<br />
buttò tutto il contenuto dalla finestra. T<strong>ag</strong>liò a pezzi la<br />
tenera carne dell’<strong>ag</strong>nello che aveva rubato proprio quel<br />
giorno. Ravvivò ben bene la fiamma sotto la pentola e se<br />
ne andò, piangendo su tanta miseria.<br />
Quel giorno, l’albero morto fiorì.<br />
– A volte si affonda nelle sabbie mobili del risentimento,<br />
della rabbia, dell’odio, della violenza insensata. Più si gesticola<br />
e ci si <strong>ag</strong>ita, più si affonda. Solo la mano di chi ha<br />
bisogno di noi può tirarci fuori.<br />
Chiodi<br />
C’era una volta un r<strong>ag</strong>azzo dal carattere molto difficile.<br />
Si accendeva facilmente, era rissoso e attaccabrighe.<br />
Un giorno, suo padre gli consegnò un sacchetto di<br />
chiodi, invitandolo a piantare un chiodo nella palizzata<br />
che recintava il loro cortile tutte le volte che si arrabbiava<br />
con qualcuno.<br />
Il primo giorno, il r<strong>ag</strong>azzo piantò trentotto chiodi.<br />
Con il passare del tempo, comprese che era più facile<br />
controllare la sua ira che piantare chiodi e, parecchie<br />
settimane dopo, una sera, disse a suo padre che quel<br />
giorno non si era arrabbiato con nessuno.<br />
Il padre gli disse: «È molto bello. Adesso togli dalla<br />
palizzata un chiodo per ogni giorno in cui non ti arrabbi<br />
con nessuno».<br />
Dopo un po’ di tempo, il r<strong>ag</strong>azzo poté dire a suo padre<br />
che aveva tolto tutti i chiodi.<br />
Il padre allora lo prese per mano, lo condusse alla palizzata<br />
e gli disse: «Figlio mio, questo è molto bello, però<br />
guarda: la palizzata è piena di buchi. Il legno non sarà<br />
mai più come prima. Quando dici qualcosa mentre sei<br />
in preda all’ira, provochi nelle persone a cui vuoi bene<br />
ferite simili a questi buchi. E per quante volte tu chieda<br />
scusa, le ferite rimangono».<br />
– Gli esseri umani sono fr<strong>ag</strong>ili e vulnerabili. Tutti portano<br />
un’etichetta che dice: «Trattare con cura, maneggiare<br />
con cautela, merce delicata».<br />
Il giorno del perdono<br />
Un brav’uomo era rimasto affascinato da un rito degli<br />
ebrei, lo Yom Kippur, il “giorno dell’espiazione”, giorno<br />
in cui si chiedeva perdono a Dio e le colpe venivano perdonate.<br />
Decise di celebrarlo anche lui, pur non essendo<br />
ebreo. Operò soltanto una variante al rituale. Una volta<br />
l’anno, scriveva due liste di peccati. Poi si voltava verso<br />
la mont<strong>ag</strong>na più alta e sollevava la prima lista al cielo.<br />
«Signore, ecco qui i miei peccati contro di te» diceva,<br />
leggendo la lista dei peccati che aveva commesso. «Ho<br />
frodato il fisco molte volte; in dodici casi ho manipolato<br />
i contratti; ho tradito mia moglie; sono stato ingiusto<br />
con i vicini; ho detto il falso e calunniato; non mi sono<br />
ricordato di te per molti giorni. Ho peccato sul serio e ti<br />
chiedo perdono perché ti ho offeso».<br />
Poi estraeva un secondo elenco dalla tasca e lo sollevava<br />
di nuovo verso il cielo e la mont<strong>ag</strong>na dicendo: «Signore,<br />
ecco la lista dei peccati che tu hai commesso contro<br />
di me: mi hai dato molte preoccupazioni sul lavoro;<br />
mia figlia a dispetto delle mie preghiere si è ammalata;<br />
sono stato derubato da un amico di cui mi fidavo; ho sofferto<br />
per un brutto incidente avvenuto senza nessuna<br />
responsabilità da parte mia».<br />
Dopo il secondo elenco, l’uomo concludeva il rituale<br />
con queste parole: «Sono stato ingiusto con te e tu sei<br />
stato ingiusto con me. Ma oggi è il giorno del perdono.<br />
Tu dimentica i miei peccati, e io dimentico i tuoi così<br />
possiamo vivere insieme ed essere amici per un altro<br />
anno».<br />
(I racconti sono tratti dal libro 365 piccole storie per l’anima.<br />
Volume 2, Elledici, Torino 2016)<br />
Bruno Ferrero,<br />
L’ultima foglia. Piccole storie per l’anima<br />
Elledici, Torino <strong>2019</strong><br />
pp. 80, Euro 5,00<br />
Il ventunesimo titolo della serie di “libri per l’anima”.<br />
Un libro dal piccolo formato ma dai grandi contenuti,<br />
capace di spalancare lo spirito e la mente attraverso<br />
27 “pillole di s<strong>ag</strong>gezza” facili da assimilare e far proprie,<br />
utili per la meditazione personale, l’uso nella catechesi<br />
e nell’animazione con bambini e r<strong>ag</strong>azzi, o per una<br />
buona lettura in famiglia<br />
20 | <strong>PORTAVOCE</strong> | LUGLIO-AGOSTO <strong>2019</strong>
SPECIALE FESTA <strong>DI</strong> <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong><br />
12 MAGGIO<br />
FESTA <strong>DI</strong> <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong><br />
Al termine di una intensa giornata<br />
di fede e devozione, si è chiusa<br />
domenica 12 m<strong>ag</strong>gio, alle 19.00 con<br />
la solenne celebrazione presieduta<br />
da mons. Rino Fisichella, presidente<br />
del Pontificio consiglio per la nuova<br />
evangelizzazione, la novena<br />
dedicata a san Leopoldo.<br />
Alla celebrazione hanno presenziato<br />
il sindaco di Padova Sergio Giordani,<br />
il prefetto Renato Franceschelli,<br />
il vicepresidente della Provincia<br />
Marcello Bano e i vertici militari<br />
di Carabinieri, Guardia di Finanza<br />
e Aeronautica. Erano presenti, tra i<br />
fedeli, anche i rappresentanti delle<br />
comunità cristiane del Vicariato di<br />
Crespano del Grappa. Quest’anno<br />
sono stati i sindaci dei comuni<br />
di Borso del Grappa e Romano<br />
d’Ezzelino a inizio cerimonia,<br />
a offrire l’olio per la Lampada<br />
della riconciliazione che arde<br />
presso la tomba del santo<br />
LUGLIO-AGOSTO <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 21
SPECIALE FESTA <strong>DI</strong> <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong><br />
Il saluto iniziale del rettore,<br />
p. Flaviano G. Gusella<br />
Un fraterno benvenuto a voi tutti a nome dei frati cappuccini di Padova.<br />
Siamo qui riuniti per celebrare la gloria del Signore che risplende<br />
nell’umile figura di san Leopoldo Mandić.<br />
Esprimo innanzitutto viva riconoscenza a S. Ecc. Rev.ma Mons. Rino<br />
Fisichella, Presidente del Pontificio consiglio per la promozione<br />
della nuova evangelizzazione che, nonostante un’<strong>ag</strong>enda fittissima di<br />
impegni, ci ha fatto il dono di essere con noi a presiedere l’Eucaristia<br />
a conclusione delle annuali celebrazioni<br />
in onore del nostro Santo. Se permette, mi<br />
sembra di poter attribuire alla sua presenza<br />
un duplice importante significato.<br />
Innanzitutto, l’ideale conclusione dell’evento<br />
straordinario del pellegrin<strong>ag</strong>gio del<br />
corpo di san Leopoldo a Roma, nel mese<br />
di febbraio 2016, in occasione del Giubileo<br />
della Misericordia, del quale lei è stato un<br />
privilegiato e instancabile prot<strong>ag</strong>onista,<br />
nel realizzare il desiderio personale di papa<br />
Francesco al quale rinnoviamo, anche<br />
tramite lei, la nostra più viva e fraterna<br />
riconoscenza. È stata un’esperienza unica<br />
e indimenticabile che nessuno di noi avrebbe mai nemmeno potuto<br />
imm<strong>ag</strong>inare e che è rimasta incisa in maniera indelebile nel nostro<br />
cuore. Padre Leopoldo, a Roma e a San Pietro, dopo 100 anni dall’unico<br />
suo incontro con un Papa, Benedetto XV, nel mezzo della Prima<br />
guerra mondiale! Le spoglie mortali di padre Leopoldo, venerate, insieme<br />
a quelle di padre Pio, dal Papa, da cardinali, vescovi, sacerdoti,<br />
religiose e religiosi e da migliaia di fedeli! La sua presenza ci aiuti a<br />
leggere il significato e il valore profetico di quell’evento e a discernere<br />
quali frutti e impegni si attendono il Signore e la Chiesa da noi frati<br />
cappuccini e da tutti i devoti del Santo della Misericordia.<br />
In secondo luogo: l’11 febbraio 2017, con il Motu proprio Sanctuarium<br />
in Ecclesia il Santo Padre ha trasferito le competenze sui santuari<br />
al Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione<br />
di cui lei è Presidente. Da lei e da papa Francesco abbiamo ricevuto<br />
importanti indicazioni in occasione del Primo convegno internazionale<br />
per i rettori e gli operatori dei santuari celebrato a Roma lo scorso<br />
mese di novembre. Anche il nostro santuario, eccellenza, possa diventare<br />
un luogo per una pastorale di evangelizzazione alla luce della spiritualità<br />
di san Leopoldo e del suo attuale duplice carisma inerente<br />
l’impegno ecumenico e quello del sacramento della Penitenza.<br />
Ringrazio per la loro presenza tutte le autorità religiose, civili e militari<br />
e i sindaci di Romano d’Ezzelino e Borso del Grappa che offriranno,<br />
tra breve, l’olio per la Lampada votiva della Riconciliazione che<br />
arde tutto l’anno accanto alla tomba di san Leopoldo. P<br />
Mons. Rino Fisichella<br />
22 | <strong>PORTAVOCE</strong> | LUGLIO-AGOSTO <strong>2019</strong>
«Padre Leopoldo è stato<br />
il volto di Dio che perdona»<br />
«Il volto di Dio si trasmette, si rende visibile laddove ci sono persone<br />
che si amano! Padre Leopoldo è diventato un segno della presenza di Dio<br />
nella nostra vita. È stato, per i suoi contemporanei, un’espressione vivente<br />
mediante la quale si poteva vedere il volto di Dio»<br />
d i m o n s . R i n o F i s i c h e l l a* - f o t o d i D . B e t t e l l a e L . M a r c o l o n g o<br />
Siamo qui raccolti per cogliere il mess<strong>ag</strong>gio<br />
che, ancora una volta, proviene a noi dalla<br />
figura di un semplice frate, padre Leopoldo.<br />
Abbiamo ascoltato, fratelli miei, la parola<br />
di Dio. Le letture proposte sono di una<br />
intensità profonda, che difficilmente si possono<br />
spiegare in dieci minuti. Ma credo che, focalizzando<br />
il nostro sguardo su padre Leopoldo, riusciamo<br />
a cogliere quanto ci è stato oggi manifestato.<br />
Nella prima lettura, l’evangelista Giovanni<br />
ci offre una espressione sintomatica: «Nessuno<br />
mai ha visto Dio» (cf. 1 Giovanni 4). Ed è vero.<br />
Nessuno di noi ha visto Dio. Anzi, l’evangelista<br />
<strong>ag</strong>giunge che, se qualcuno dicesse di averlo visto,<br />
«è un bugiardo».<br />
Dio non si vede. Dio non si vede in ciò<br />
che lui è realmente, nella sua essenza più<br />
profonda. Siamo chiamati a vederlo. La nostra<br />
preghiera chiede insistentemente: «Il tuo volto,<br />
Signore, io cerco, non nascondermi il tuo volto»<br />
(cf. Salmo 26). C’è un desiderio nel profondo di<br />
ognuno di noi di vedere Dio. Lo troviamo scritto<br />
anche nell’Antico Testamento: era il desiderio<br />
soprattutto di Mosè. Ci viene detto, da parte<br />
dell’autore sacro, che Mosè «parlava con Dio faccia<br />
a faccia, come un amico parla con un amico»<br />
(cf. Esodo 33). E nonostante questo, in Mosè<br />
sorgeva il desiderio: mostrami il tuo volto!<br />
E quando Dio decide di mostrare il suo volto,<br />
Mosè poté vedere soltanto «le spalle» di Dio.<br />
LUGLIO-AGOSTO <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 23
SPECIALE FESTA <strong>DI</strong> <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong><br />
E l’autore sacro commenta: perché «nessuno<br />
può vedere» il mio volto e «restare in vita».<br />
Abbiamo visto il volto di Dio, che si è<br />
manifestato nel volto di Gesù di Nazaret, suo figlio,<br />
il figlio di Dio. Ma nessuno di noi ha avuto la gioia<br />
di poter vedere il volto di Gesù. Per quanto l’arte,<br />
i poeti, gli artisti possano esprimere, il più<br />
possibile, la forza creatrice che posseggono…<br />
il volto di Gesù noi non lo conosciamo.<br />
Non è neanche l’interesse degli evangelisti<br />
doverci dire i tratti caratteristici della persona di<br />
Gesù. Non sappiamo il colore dei suoi occhi, la sua<br />
fisionomia, l’altezza. In fondo, non conosciamo<br />
nulla. Però, conosciamo il mess<strong>ag</strong>gio, conosciamo<br />
la parola, conosciamo i segni che lui ha compiuto.<br />
Siamo dunque, fratelli miei, destinati a non<br />
conoscere il volto di Dio? Penso proprio di no.<br />
Il volto di Dio si trasmette, si rende visibile<br />
laddove ci sono persone che si amano! Questo<br />
è quanto l’evangelista Giovanni ci dice nella prima<br />
lettura che abbiamo ascoltato.<br />
Padre Leopoldo è diventato un segno della<br />
presenza di Dio nella nostra vita. È stato, per<br />
i suoi contemporanei, un’espressione vivente<br />
mediante la quale si poteva vedere il volto di Dio,<br />
l’<strong>ag</strong>ire di Dio nei nostri confronti.<br />
E il fatto che siamo qui, oggi, numerosi,<br />
pellegrini per chiedere a lui intercessione e aiuto<br />
non fa altro che confermare, ancora una volta,<br />
questa esigenza profonda: il desiderio di vedere<br />
e la possibilità di toccare con mano quel volto<br />
misericordioso di Dio..<br />
Padre Leopoldo è stato, in mezzo a noi<br />
e a questo popolo, il volto del Dio che<br />
perdonava. Perché, vedete, fratelli miei, che<br />
cos’è l’amore? Amore: parola oggi tanto utilizzata<br />
quanto banalizzata.<br />
Che cos’è l’amore, se non la capacità di arrivare<br />
fino al perdono. Chi non perdona, chi non è<br />
capace di perdono, dubito che sia capace di un<br />
amore vero. Perché solo chi ama veramente, in<br />
profondità, arriva al perdono. Non in maniera<br />
automatica, non in maniera immediata. Forse ci<br />
sarà bisogno di un lungo percorso, perché ognuno<br />
deve “giocare” con il proprio limite, con la propria<br />
contraddittorietà, con la propria personalità. Ma la<br />
vera sfida che ci viene data è questa: se sei capace<br />
di amare, allora sei chiamato anche al perdono.<br />
Se in te, invece, rimane sempre l’astio, il rancore,<br />
il desiderio di vendetta, dubito che tu sia capace<br />
di un amore vero.<br />
Padre Leopoldo, allora, ci richiama proprio<br />
a questa dimensione. Padre Leopoldo, questo<br />
semplice frate, ha speso tutta la vita raccolto<br />
nello spazio ristretto di due metri per tre del<br />
suo confessionale. Qui insegnava come Dio ama:<br />
giungendo fino al perdono.<br />
Per lui non c’era nessun limite che non potesse<br />
essere perdonato. La misericordia non aveva limiti.<br />
E padre Leopoldo, poi, si faceva carico del<br />
peccato degli altri, delle difficoltà degli altri.<br />
Qualche testimone racconta che quando parlava<br />
a padre Leopoldo ed esponeva le sue difficoltà,<br />
padre Leopoldo rispondeva: «Non ti preoccupare,<br />
metti tutto sulle mie spalle».<br />
E questo, vedete, ci consente di cogliere<br />
l’insegnamento che ci viene dalla seconda lettura<br />
ascoltata, questa bella p<strong>ag</strong>ina della seconda lettera<br />
di San Paolo ai primi cristiani di Corinto. Scrive<br />
l’apostolo: «Lasciatevi riconciliare con Dio», perché<br />
sappiate bene questo, che «uno è morto per tutti»<br />
(cf. 2 Corinzi 5).<br />
Il figlio di Dio ha preso su di sé la colpa e il<br />
peccato dell’umanità. E l’ha inchiodato sulla<br />
croce. Quella morte dell’innocente, del figlio di<br />
Dio sulla croce, è il segno della salvezza e della<br />
riconciliazione che è stata offerta a ciascuno di noi.<br />
Non c’è peccato che non possa essere<br />
perdonato. Ogni peccatore che vuole<br />
autenticamente la conversione, che sente<br />
nel più profondo il rincrescimento per<br />
quello che ha fatto, trova il perdono<br />
e la misericordia di Dio.<br />
Ma abbiamo bisogno di qualcuno che si<br />
faccia carico di questo. Padre Leopoldo è stato<br />
autenticamente una persona che ha amato<br />
perché ha preso su di sé la colpa degli altri.<br />
Vedete, questo stride completamente con quello<br />
che tante volte accade nella nostra vita personale.<br />
Ricordate quando, nelle prime p<strong>ag</strong>ine della Bibbia,<br />
nel libro della Genesi, Dio chiede ad Adamo:<br />
«Adamo, che cosa hai fatto?». Adamo aveva<br />
disobbedito, aveva mangiato del frutto proibito.<br />
Dio gli chiede conto della disobbedienza.<br />
24 | <strong>PORTAVOCE</strong> | LUGLIO-AGOSTO <strong>2019</strong>
L’offerta dell’olio e l’accensione della lampada da parte dei sindaci<br />
Mons. Fisichella prega alla tomba del santo<br />
Le autorità civili e militari tra i numerosi fedeli<br />
L’offerta dei prodotti del territorio<br />
LUGLIO-AGOSTO <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 25
SPECIALE FESTA <strong>DI</strong> <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong><br />
L’arcivescovo Fisichella visita le reliquie di padre Leopoldo e la sua celletta-confessionale<br />
Ebbene che cosa fa Adamo? Dice: la colpa è di Eva,<br />
è stata lei. E lei, Eva, cosa fa? Dice: la colpa è del<br />
serpente. Vedete, c’è una ricerca a dare la colpa<br />
<strong>ag</strong>li altri. Mai nessuno, in questo racconto, ama<br />
perché nessuno è in grado di accogliere su di sé<br />
la colpa dell’altro.<br />
Quante volte ci scontriamo con questa<br />
dimensione: il non voler essere sinceri con noi<br />
stessi e non assumerci la responsabilità del nostro<br />
<strong>ag</strong>ire. Con le conseguenze che esso comporta.<br />
Oggi scopriamo che siamo, invece, chiamati<br />
a quell’amore autentico, profondo che mentre<br />
perdona si fa carico del problema del fratello.<br />
Amore che condivide la sorte del fratello. Sapendo<br />
che non è un estraneo quello che incontro: è tuo<br />
fratello, è tua sorella, e con te condivide la “vita<br />
nuova” della rinascita in Cristo Gesù.<br />
Padre Leopoldo, lo sappiamo, è segno della<br />
riconciliazione, quella riconciliazione che<br />
non è una nostra conquista in primo luogo,<br />
ma è frutto della grazia di Dio, dell’incontro<br />
di Dio verso ciascuno di noi. Più il suo volto<br />
diventa chiaro e genuino nella nostra vita – perché<br />
s’incontra con il volto di fratelli che sono nella<br />
necessità – e più scopriamo realmente chi siamo, e<br />
quanta profondità abbiamo dentro di noi da dover<br />
condividere con il mondo intero.<br />
Ecco, allora, che il richiamo al “buon<br />
pastore” che abbiamo ascoltato nel Vangelo<br />
(cf. Giovanni 10) diventa per ciascuno di noi<br />
un richiamo forte a non abbandonarci alla<br />
tristezza, a non abbandonarci al nostro limite,<br />
né a una forma di rassegnazione al nostro peccato.<br />
I peccati, purtroppo, sono sempre gli stessi. Siamo<br />
quasi monotoni nel nostro peccato. Sembra che<br />
non siamo neanche originali nel peccato.<br />
Ma ogni volta, fratelli miei, che ci accostiamo<br />
a quel “buon pastore”, l’esperienza del suo<br />
perdono è unica, è sempre originale, è sempre per<br />
ciascuno di noi, che così riscopre profondamente<br />
se stesso e la sua relazione con Dio.<br />
Padre Leopoldo, oggi, ci insegna ancora una<br />
volta ad avere fiducia in Dio, ad affidare tutta<br />
la nostra vita nelle mani di suo figlio, Gesù<br />
Cristo, lui che ha dato la vita per noi.<br />
Restiamo in silenzio: questa parola di Dio<br />
che ci è stata rivolta, continui a provocare<br />
la nostra mente a riflettere e apra il nostro cuore<br />
alla preghiera.<br />
Preghiamo con quelle parole con le quali<br />
abbiamo iniziato questa santa eucarestia: tu,<br />
o Signore, hai dato a padre Leopoldo la gioia<br />
e la grazia di poter sentire il desiderio di una<br />
unità profonda tra tutti i credenti. Possa la sua<br />
intercessione ottenere per ciascuno la riscoperta<br />
di quella unità profonda con noi stessi e, da qui,<br />
con il mondo intero! P<br />
(Letture della liturgia: 1Gv 4,7-16; 2Cor 5,14-20; Gv 10,11-16<br />
Intervento rilevato dalla registrazione, non rivisto dall’autore)<br />
* Presidente del Pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione<br />
26 | <strong>PORTAVOCE</strong> | LUGLIO-AGOSTO <strong>2019</strong>
BORSO DEL GRAPPA CON DON FABRIZIO TESSAROLO<br />
FOTOCRONACA DELLA NOVENA<br />
CORO E ORCHESTRA DALLA CROAZIA<br />
OR<strong>DI</strong>NE FRANCESCANO SECOLARE CON P. ANDREA SCORTEGAGNA<br />
LUGLIO-AGOSTO <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 27
SPECIALE FESTA <strong>DI</strong> <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong><br />
<strong>SAN</strong>T’EULALIA, LIEDOLO E SEMONZO<br />
CON MONS. M. FABRIS E DON G. BELLÒ<br />
ROMANO D’EZZELINO CON<br />
APOSTOLATO MON<strong>DI</strong>ALE <strong>DI</strong> FATIMA E GRUPPI MARIANI<br />
CON DON ROBERTO RAVAZZOLO<br />
<strong>SAN</strong> GIACOMO <strong>DI</strong> ROMANO<br />
CON DON MORENO NALESSO<br />
BENE<strong>DI</strong>ZIONE DELLA STATUA <strong>DI</strong> <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong> NELLA CATTEDRALE <strong>DI</strong> PADOVA,<br />
28 | <strong>PORTAVOCE</strong> | LUGLIO-AGOSTO <strong>2019</strong>
DON CESARINO BOR<strong>DI</strong>GNON<br />
FELLETTE E SACRO CUORE <strong>DI</strong> ROMANO D’EZZELINO<br />
CON DON TERESIO BAÙ<br />
L’ORCHESTRA <strong>DI</strong> PADOVA E DEL VENETO NEL SUO OMAGGIO MUSICALE A S. <strong>LEOPOLDO</strong><br />
CON P. ROBERTO GENUIN, GENERALE DEI CAPPUCCINI<br />
CRESPANO DEL GRAPPA<br />
LUGLIO-AGOSTO <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 29
VITA DEL <strong>SAN</strong>TUARIO<br />
Per la pubblicazione,<br />
inviate la foto del vostro<br />
pellegrin<strong>ag</strong>gio di gruppo a:<br />
web@leopoldomandic.it<br />
Dall’11 aprile al 12 m<strong>ag</strong>gio <strong>2019</strong>,<br />
hanno visitato il nostro santuario<br />
circa 70 gruppi, per un totale di<br />
3.600 persone provenienti da<br />
Livorno, Monghidoro (BO), Maserà<br />
di Padova (PD), Fossalta di Piave<br />
(VE), Mukačevo (Ucraina), Monselice<br />
(PD), Z<strong>ag</strong>abria, Daruvar (Croazia),<br />
Caerano di San Marco (TV),<br />
Innsbruck (Austria), Krk (Croazia),<br />
Loreo (RO), Segni (RM), Pompiano<br />
(BS), Concadirame (RO), Terni,<br />
Winterberg (Germania), Barletta (BA),<br />
Fiume (Croazia), Spalato (Croazia),<br />
Reggio Emilia, Drážovce (Slovacchia),<br />
Arzachena (SS), Herceg Novi<br />
(Montenegro), Ozzano Emilia (BO),<br />
Mostar (Bosnia ed Erzegovina),<br />
Pola (Croazia), San Giovanni in<br />
Persiceto (BO), Torino, Colonia<br />
(Germania), Borso del Grappa<br />
(VI), Sant’Eulalia (TV), Liedolo (TV),<br />
Semonzo (TV), Graz (Austria), Nova<br />
Gradiška (Croazia), Treponti di Teolo<br />
(PD), Santa Giustina in Colle (PD),<br />
Cervarese Santa Croce (PD), Padova,<br />
Cremona, Roma, San Giacomo di<br />
Romano (VI), Fellette di Romano (VI),<br />
Villafranca Padovana (PD), Illmitz<br />
(Austria), Crespano del Grappa (VI),<br />
Robbiate (LC), Istriana PN, Romano<br />
di Ezzelino (VI), Monteviale (VI),<br />
Roma, Abano Terme (PD), Križevci<br />
(Croazia), Lanivce (Croazia), Mestrino<br />
(PD), Denver (Usa), Cittadella (PD)<br />
e inoltre da altre località di Emilia<br />
Rom<strong>ag</strong>na, Germania, Austria,<br />
Croazia, Slovenia e Polonia<br />
<br />
13.4.<strong>2019</strong>: bambini<br />
del catechismo<br />
con genitori<br />
dalla parrocchia<br />
del Duomo<br />
di Monselice (PD)<br />
<br />
24.4.<strong>2019</strong>: r<strong>ag</strong>azzi<br />
del catechismo<br />
dalla parrocchia<br />
di Sant’Andrea<br />
di Pompiano (BS)<br />
con il parroco<br />
don Renato Finazzi<br />
<br />
25.4.<strong>2019</strong>:<br />
bambini del<br />
catechismo<br />
dell’unità pastorale<br />
di Boara Polesine,<br />
Concadirame<br />
e Granzette<br />
con don Daniele<br />
25.4.<strong>2019</strong>: pellegrini da Terni con don Angelo<br />
27.4.<strong>2019</strong>: bambini di prima confessione dalle parrocchie<br />
di Briana e Stigliano (VE)
25 21a Dom. del t. ord.<br />
(salt. 1 a sett.)<br />
Is 66,18b-21 • Sal 116 • Eb 12,5-7.11-13 • Lc 13,22-30<br />
Qualche volta c’è il rischio di fraintendere la misericordia<br />
divina con un certo “qualunquismo” nel vivere la fede, per<br />
il quale in fondo va bene tutto. Si pensa: Dio ci ama e, allora,<br />
non servono i sacramenti e nemmeno le opere buone,<br />
perché in fondo già essere creature di Dio è un lasciapassare<br />
per vivere nel suo oceano di pace. Nel Vangelo di questa<br />
domenica Gesù è davvero misericordioso. Egli manifesta la<br />
sua premura verso di noi indicandoci la via e l’obiettivo. La<br />
via sembrerebbe essere quella dello sforzo e dell’impegno<br />
(«Sforzatevi di entrare per la porta stretta…») per poter<br />
sedere già su questa terra al banchetto di Dio. La proposta<br />
è fatta a tutti gli uomini, perché l’umanità intera è oggetto<br />
dell’amore divino. Serve impegno e fatica, che però è<br />
sinonimo di libertà e di dignità. Ognuno, secondo il proprio<br />
passo e le proprie possibilità, si senta chiamato a camminare<br />
verso il Signore e poter gustare la sua dolcezza. P<br />
Gianfranco Tinello<br />
(segue da p. 9)<br />
in un modo del tutto nascosto». E il rettore della<br />
basilica di sant’Antonio descrisse così la figura di<br />
padre Placido quando denunciò al questore di<br />
Padova la sua scomparsa: «È una persona di media<br />
statura, corporatura piuttosto gracile e snella, storto<br />
negli arti inferiori, viso oblungo, capigliatura bionda,<br />
occhi celesti con occhiali a stanghetta, dall’incedere<br />
claudicante». Tra i due ci furono certamente contatti,<br />
caratterizzati da amicizia e vicendevole stima. Lo<br />
testimoniano due biglietti (a noi finora sconosciuti<br />
e provvidenzialmente rinvenuti tra le carte di padre<br />
Placido) che padre Leopoldo inviò al direttore del<br />
Mess<strong>ag</strong>gero raccomandando «alla sua carità» due<br />
persone in necessità. La prima era già stata segnalata<br />
dal cappuccino di S. Croce. Si tratta di un padre di<br />
famiglia numerosa, «che ha bisogno di guad<strong>ag</strong>no».<br />
Il secondo «raccomandato» sta particolarmente a<br />
cuore a padre Leopoldo. Si chiama Marco Ercolin, un<br />
infermiere di Ponte San Nicolò (PD) che, nell’aprile 1942,<br />
per ben quattro volte aveva offerto il suo sangue<br />
al santo confessore.<br />
C’è un’altra significativa testimonianza di affetto<br />
nel sintetico e acuto ritratto con il quale padre Placido<br />
annunciava la morte di padre Leopoldo ai lettori della<br />
rivista di sant’Antonio: «La notizia che padre Leopoldo,<br />
l’umile e santo cappuccino di S. Croce, s’è spento<br />
placidamente la mattina del 30 <strong>luglio</strong>, ha destato non<br />
solo in città ma anche fuori vasta eco di cordoglio perché<br />
la fama di questo piccolo uomo è da molti anni un fatto<br />
largamente accertato. E non è solo la buona, povera gente<br />
che cercava o trovava in lui il consolatore, ma anche i<br />
dotti e i fortunati nel possesso di beni terreni volevano<br />
sentire la sua parola che era sempre richiamo all’amore<br />
dei beni eterni. Abbiamo detto piccolo uomo perché nulla<br />
di esteriore nella sua persona ma soltanto i segni della<br />
mortificazione esercitata in lunghi anni di vita religiosa<br />
esemplarmente vissuta. Ma in quel po’ di corpo c’era un<br />
cuore grande e un’anima bellissima. Bastava avvicinarlo<br />
una sola volta e vi si ritornava ancora perché egli aveva il<br />
dono di parlarci di Dio e di richiamarci al bene. Autentico<br />
francescano, egli aveva compreso il programma del<br />
“serafico in ardore” ardendo per le anime nella costante<br />
e paziente ricerca della loro salvezza eterna. Il bene che<br />
egli fece non è facile conoscerlo perché fatto in umiltà, in<br />
una piccola celluzza, ma ci fu rivelato nell’andare e venire<br />
di popolo alla sua bara, nella preghiera raccolta e devota<br />
davanti alla sua salma. È così bella e simpatica questa<br />
testimonianza al padre Leopoldo che nulla ebbe d<strong>ag</strong>li<br />
uomini in vita, che nulla voleva da essi, ma solo donava<br />
tesori di carità e sapienza.<br />
Questo piccolo dalmata d<strong>ag</strong>li occhi vivi e penetranti,<br />
che rivelavano un’intelligenza superiore, non è più ma<br />
resterà ancora e a lungo sulla terra nel ricordo di tante<br />
anime che lo ebbero padre e maestro.<br />
Lo abbiamo ricordato in queste p<strong>ag</strong>ine non solo perché<br />
fu per alcuni anni confessore ordinario del convento<br />
ma anche perché egli amava il Santo, e nostro e suo<br />
confratello. Ogni anno poi, nella festa di san Leopoldo<br />
(d’Austria), veniva a celebrare in Basilica».<br />
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il<br />
5 giugno 2017, ha conferito la med<strong>ag</strong>lia d’oro al merito<br />
civile alla memoria di padre Placido: «fulgido esempio di<br />
alti valori cristiani e di dedizione al servizio della società<br />
civile». Il processo di beatificazione è stato aperto a<br />
Trieste nel 2002.<br />
Di padre Placido, come per il confratello san<br />
Massimiliano Kolbe e altri milioni di vittime dell’odio e<br />
della follia umana, non ci sono nemmeno i resti di un<br />
corpo martoriato o ceneri da venerare. Ma c’è un’eredità<br />
difficile ma affascinante da incarnare, quella di un<br />
amore straordinario verso il Signore e di una carità<br />
eroica verso ogni persona che chieda, oggi come allora,<br />
accoglienza, compassione e solidarietà.<br />
Signore, Padre santo e misericordioso, concedi<br />
che il tuo Servo padre Placido Cortese, sacerdote,<br />
sia glorificato, che sia riconosciuto il suo martirio,<br />
proclamata la sua santità. P<br />
Flaviano Giovanni Gusella, rettore<br />
LUGLIO-AGOSTO <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 37
Provincia Veneta dei Frati Minori Cappuccini - Biblioteca Provinciale Cappuccini Trento<br />
San Lorenzo da Brindisi<br />
doctor apostolicus<br />
nell’Europa tra Cinque e Seicento<br />
Convegno internazionale di studi<br />
per il IV centenario della morte<br />
(1619-<strong>2019</strong>)<br />
Venezia, 17-19 ottobre <strong>2019</strong><br />
■ quadro politico e religioso dell’Europa e della Repubblica di Venezia<br />
tra Cinque e Seicento<br />
■ vita dell’Ordine cappuccino e governo<br />
■ teologia e predicazione di san Lorenzo da Brindisi<br />
Sede: Studio Teologico «Laurentianum» (Venezia-Giudecca, 194), presso il convento<br />
del SS. Redentore dove san Lorenzo compì gli studi e iniziò la propria attività<br />
Info e segreteria: Alessandro Carollo - convegnosanlorenzo@gmail.com - 0414583394<br />
«La Parola del Signore è luce per l’intelletto<br />
e fuoco per la volontà,<br />
perché l’uomo possa conoscere e amare Dio»<br />
(san Lorenzo da Brindisi, cappuccino)<br />
ORARI DEL <strong>SAN</strong>TUARIO<br />
APERTURA<br />
Chiesa<br />
ore 6.00-12.00 / 15.00-19.00<br />
Cappella del santo<br />
ore 7.00-12.00 / 15.00-19.00<br />
PENITENZIERIA<br />
Festivo<br />
ore 6.15-12.00 / 15.00-19.00<br />
Feriale<br />
ore 7.00-12.00 / 15.00-19.00<br />
Il lunedì pomeriggio i frati sono<br />
impegnati in comunità, pertanto<br />
non sono disponibili<br />
per le confessioni<br />
<strong>SAN</strong>TE MESSE<br />
Festivo<br />
ore 6.30, 7.45, 9.00, 10.15,<br />
11.30, 16.00, 18.00<br />
Sabato pomeriggio e vigilia<br />
delle feste sante messe festive<br />
ore 16.00, 18.00<br />
Feriale<br />
ore 7.00, 8.30, 10.00, 18.00<br />
PELLEGRINAGGI<br />
Per informazioni o prenotazioni,<br />
telefonare al numero<br />
049 8802727 (orario di ufficio),<br />
email: info@leopoldomandic.it<br />
Chiediamo di indicare il numero<br />
dei pellegrini, la data e l’ora prevista<br />
dell’arrivo, la necessità di una<br />
presentazione del santuario,<br />
l’intenzione di celebrare la santa<br />
messa con un sacerdote del gruppo.<br />
Ricordiamo che il santuario<br />
rimane chiuso dalle 12 alle 15<br />
APPUNTAMENTI<br />
29 <strong>luglio</strong>, ore 21.00:<br />
celebrazione del Transito<br />
di padre Leopoldo.<br />
30 <strong>luglio</strong><br />
77.mo anniversario<br />
della morte di padre Leopoldo<br />
I<br />
IN CASO <strong>DI</strong> MANCATO RECAPITO, RINVIARE ALL’UFFICIO POSTALE <strong>DI</strong> PADOVA C.M.P., DETENTORE<br />
DEL CONTO, PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE CHE SI IMPEGNA A PAGARE LA RELATIVA TARIFFA