03.07.2019 Views

PORTAVOCE DI SAN LEOPOLDO MANDIC - luglio ag. 2019

Portavoce di san Leopoldo Mandic (Dal 1961, a Padova, la rivista del santuario di padre Leopoldo, francescano cappuccino, il santo della misericordia e dell'ecumenismo spirirituale)

Portavoce di san Leopoldo Mandic (Dal 1961, a Padova, la rivista del santuario di padre Leopoldo, francescano cappuccino, il santo della misericordia e dell'ecumenismo spirirituale)

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Portavoce<br />

N. 6 - LUGLIO-AGOSTO <strong>2019</strong><br />

di san Leopoldo Mandić<br />

Mensile - anno 59 - n. 6 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD<br />

FESTA <strong>DI</strong> <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong><br />

MONS. FISICHELLA:<br />

«PADRE <strong>LEOPOLDO</strong>, IL VOLTO<br />

<strong>DI</strong> <strong>DI</strong>O CHE PERDONA»


PER RICEVERE LA RIVISTA<br />

UN ANNO = 9 NUMERI, CON CALENDARIO<br />

Quota associativa<br />

Italia € 20<br />

Europa € 30<br />

Altri Paesi USD 38<br />

sostenitore da € 50<br />

Portavoce<br />

di san Leopoldo Mandić<br />

Periodico di cultura religiosa<br />

dell’Associazione «Amici di San Leopoldo»<br />

Direzione, Redazione, Amministrazione<br />

Associazione «Amici di San Leopoldo»<br />

Santuario san Leopoldo Mandić<br />

Piazzale Santa Croce, 44 - 35123 Padova<br />

Sito internet<br />

www.leopoldomandic.it<br />

Direttore e Redattore<br />

Giovanni Lazzara<br />

Dir. Responsabile<br />

Luciano Pastorello<br />

Hanno collaborato a questo numero<br />

Massimo E. Putano, Flaviano G. Gusella,<br />

Paolino Zilio, Bruno Ferrero, Rino Fisichella,<br />

Anna Boscolo Artmann, Gianfranco Tinello,<br />

Marco Roveroni e Fabio Camillo<br />

Imp<strong>ag</strong>inazione<br />

Barbara Callegarin<br />

Stampa<br />

Stampe Violato - B<strong>ag</strong>noli di Sopra (PD)<br />

Editore<br />

Associazione «Amici di san Leopoldo»<br />

Spedizione in abbonamento postale<br />

Pubblicazione registrata presso il Tribunale<br />

di Padova il 18 ottobre 1961, n. 209 e al R.O.C.,<br />

n. 13870. Con approvazione ecclesiastica<br />

e dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini<br />

Garanzia di riservatezza<br />

Nel rispetto del D.L. n. 196/2003 Portavoce di san<br />

Leopoldo Mandić garantisce che i dati personali<br />

relativi <strong>ag</strong>li associati sono custoditi nel proprio<br />

archivio elettronico con le opportune misure di<br />

sicurezza. Tali dati sono trattati conformemente<br />

alla normativa vigente, non possono essere<br />

ceduti ad altri soggetti senza espresso consenso<br />

dell’interessato e sono utilizzati esclusivamente per<br />

l’invio della Rivista e iniziative connesse<br />

In copertina: l<strong>ag</strong>o di Braies (foto di G.<br />

Lazzara)<br />

Le foto, ove non espressamente indicato, hanno<br />

valore puramente illustrativo<br />

Questa testata non fruisce di contributi statali<br />

Chiuso in prestampa il 20 m<strong>ag</strong>gio <strong>2019</strong><br />

e consegnato a Poste Italiane<br />

tra il 17 e il 22 giugno <strong>2019</strong><br />

■ versamento su conto corrente postale<br />

n. 68943901, intestato a<br />

«Associazione Amici di San Leopoldo»<br />

■ versamento on-line sul c.c.p. n. 68943901<br />

riservato ai titolari di un conto Bancoposta<br />

o di una carta Postepay,<br />

al sito https: //bancopostaonline.poste.it<br />

■ bonifico intestato a<br />

«Associazione Amici di San Leopoldo»<br />

IBAN: IT07 V076 0112 1000 0006 8943 901<br />

BIC(SWIFT): BPPIITRRXXX<br />

Solo per i Paesi che non usano Euro:<br />

IBAN: IT07 V076 0112 1000 0006 8943 901<br />

BIC(SWIFT): POSOIT22XXX<br />

■ assegno non trasferibile intestato a:<br />

«Provincia Veneta dei Frati Minori Cappuccini» e inviato a:<br />

Santuario san Leopoldo Mandić,<br />

piazzale S. Croce, 44 - 35123 Padova<br />

L’associazione, che dà diritto di ricevere la rivista, può decorrere<br />

da qualsiasi mese dell’anno. Il cambio di indirizzo è gratuito:<br />

segnalatecelo al più presto per lettera o email<br />

PER CONTATTARCI<br />

Invia una email a:<br />

Redazione: direttore@leopoldomandic.it<br />

Santuario: info@leopoldomandic.it<br />

Telefona a:<br />

Redazione e santuario: 049 8802727<br />

Scrivi per posta a:<br />

Direttore Portavoce di san Leopoldo M.<br />

Santuario san Leopoldo Mandić<br />

Piazzale S. Croce, 44 - 35123 Padova<br />

Rettore del santuario<br />

Fra Flaviano Giovanni Gusella<br />

Santuario san Leopoldo Mandić<br />

Piazzale S. Croce, 44 - 35123 Padova


Sommario<br />

N. 6 LUGLIO-AGOSTO <strong>2019</strong> ANNO 59<br />

3<br />

8<br />

10<br />

12<br />

18<br />

19<br />

22<br />

23<br />

30<br />

38<br />

4<br />

6<br />

33<br />

34<br />

35<br />

Editoriali<br />

COSA PROVI QUANDO VE<strong>DI</strong> PIANGERE? / AI LETTORI / di Giovanni Lazzara<br />

FRA PLACIDO CORTESE: MARTIRE DELLA CARITÀ E DEL SILENZIO /<br />

LA VOCE DEL <strong>SAN</strong>TUARIO / di Flaviano G. Gusella<br />

Attualità ecclesiale<br />

<strong>SAN</strong> LORENZO, UN APOSTOLO SULLE STRADE DELL’EUROPA / 4° CENTENARIO DELLA<br />

MORTE <strong>DI</strong> <strong>SAN</strong> LORENZO DA BRIN<strong>DI</strong>SI / a cura di Giovanni Lazzara<br />

<strong>SAN</strong>TITÀ E SAPIENZA A SERVIZIO DELLA CHIESA / 4° CENTENARIO DELLA MORTE <strong>DI</strong><br />

<strong>SAN</strong> LORENZO DA BRIN<strong>DI</strong>SI / di Paolino Zilio<br />

Fede & vita<br />

L’ARTE <strong>DI</strong> RACCONTARE / di Bruno Ferrero<br />

TRE RACCONTI SUL PERDONO / di Bruno Ferrero<br />

San Leopoldo ieri e oggi<br />

IL SALUTO INIZIALE DEL RETTORE / SPECIALE FESTA <strong>DI</strong> <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong> /<br />

di Flaviano G. Gusella<br />

«PADRE <strong>LEOPOLDO</strong> È STATO IL VOLTO <strong>DI</strong> <strong>DI</strong>O CHE PERDONA» /<br />

SPECIALE FESTA <strong>DI</strong> <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong> / di mons. Rino Fisichella<br />

MADONNA CON IL BAMBINO E <strong>SAN</strong> FELICE DA CANTALICE / ARTE IN <strong>SAN</strong>TUARIO /<br />

di Anna Boscolo Artmann<br />

UN MIRACOLO DELLA MADONNA / UNA CREATURA NASCOSTA > 6 / FUMETTO /<br />

di Marco Roveroni<br />

Rubriche<br />

LA FOTO RACCONTA<br />

LETTERE A <strong>PORTAVOCE</strong> / di Massimo Ezio Putano<br />

GRAZIE, <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong> / a cura della Redazione<br />

VITA DEL <strong>SAN</strong>TUARIO / a cura della Redazione<br />

CALENDARIO LITURGICO / di Gianfranco Tinello<br />

LUGLIO-AGOSTO <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 5


LETTERE A <strong>PORTAVOCE</strong><br />

SCRIVETE A<br />

altà sacre di cui la creazione è<br />

parte, verso il compimento ultimo<br />

in cui ci sarà Dio che «asciugherà<br />

ogni lacrima dai nostri<br />

occhi e non vi sarà più la morte<br />

né lutto né lamento né affanno,<br />

perché le cose di prima sono<br />

passate» (cf. Ap 21,3b-4).<br />

L’amore oblativo può esistere,<br />

e compiutamente realizzarsi,<br />

esclusivamente tra persone<br />

(anche se non mancano esempi<br />

eroici di qualche animale che<br />

“salva” la vita a un uomo), poiché<br />

solo nell’esercizio di una autentica<br />

libertà creata possiamo<br />

assistere alla scelta consapevole<br />

di perdere la propria vita per un<br />

altro.<br />

Questo non esclude la creazione;<br />

anzi, l’uomo nuovo è<br />

chiamato a donarsi e a lavorare<br />

instancabilmente proprio per<br />

guidare tutto il creato insieme<br />

al «Pastore grande delle pecore»<br />

(Eb 13,20) a poter ricevere<br />

la nuova creazione dove, come<br />

scrive il profeta Isaia, «il lupo<br />

dimorerà insieme con l’<strong>ag</strong>nello,<br />

la pantera si sdraierà accanto al<br />

capretto; il vitello e il leoncello<br />

pascoleranno insieme e un fanciullo<br />

li guiderà. La vacca e l’orsa<br />

pascoleranno insieme; si sdraieranno<br />

insieme i loro piccoli. Il<br />

leone si ciberà di p<strong>ag</strong>lia, come il<br />

bue. Il lattante si trastullerà sulla<br />

buca dell’aspide; il bambino<br />

metterà la mano nel covo di serpenti<br />

velenosi» (Is 11,6-8).<br />

Il punto della questione, a<br />

mio parere, sta nel modo della<br />

relazione, in quell’essere-con<br />

che caratterizza trasversalmente<br />

la vita trinitaria intradivina,<br />

quella di Dio con l’uomo,<br />

quella dell’uomo con i<br />

suoi simili, e quella dell’uomo<br />

con il creato. In quel «con<br />

me» che Gesù sulla croce rivolge<br />

al ladrone quando gli promette<br />

«l’oggi del Paradiso» (cf. Lc<br />

23,43), sono state accolte tutte<br />

le nostre relazioni di bene. E noi,<br />

suoi stessi eredi, siamo invitati a<br />

riferire e portare in Dio la creazione<br />

con cui ci rapportiamo,<br />

vigilando sulla correttezza dei<br />

nostri atteggiamenti verso di essa,<br />

siano questi caratterizzati da<br />

difetto o da eccesso.<br />

Senza le es<strong>ag</strong>erazioni e le<br />

distorsioni che caratterizzano<br />

il nostro tempo, incapace di<br />

affrontare la malattia e la morte,<br />

di creare legami duraturi e<br />

onesti anzitutto tra esseri umani,<br />

preferendo eccentriche o<br />

desolanti compensazioni, tutto<br />

ciò che già qui è fonte di riconoscimento<br />

del Creatore, e di<br />

riconoscenza verso il Padre,<br />

viene abbracciato nella sua<br />

eternità. È di fronte a un bimbo<br />

che piange per il suo cane morto<br />

che Francesco, senza fanatismi,<br />

si permette di rispondere, “sarà<br />

con te” perché «Il paradiso<br />

è aperto a tutte le creature»<br />

(3.12.2014).<br />

Questo non va né sminuito,<br />

né enfatizzato, ma colto dentro<br />

la Misericordiosa condiscendenza<br />

del Dio Uno-Trino che ci<br />

prende e ci parla lì dove siamo e<br />

possiamo udirlo. P<br />

Massimo Ezio Putano<br />

Redazione Portavoce di san Leopoldo<br />

Piazzale S. Croce, 44 35123 Padova e-mail: direttore@leopoldomandic.it<br />

La Redazione si riserva il diritto di sintetizzare le lettere.<br />

È garantito il rispetto dell’anonimato per chi lo richiede.<br />

San Leopoldo, tornato alla casa<br />

del Padre il 30 <strong>luglio</strong> di 77 anni fa,<br />

diceva, con edificante umiltà,<br />

di voler passare sulla terra<br />

«come un’ombra» senza lasciare<br />

traccia della sua persona.<br />

A un suo contemporaneo è purtroppo<br />

toccato un destino simile, non per sua<br />

volontà ma a causa della cattiveria<br />

umana. È praticamente «scomparso»,<br />

all’età di 37 anni, nell’autunno di 75<br />

anni fa. Si chiamava Placido Cortese,<br />

frate e sacerdote dei francescani minori<br />

conventuali. È sparito nel nulla, domenica<br />

8 ottobre 1944, verso le 13.00, quando<br />

fu arrestato dalle SS tedesche davanti<br />

alla basilica del Santo di Padova. Si<br />

seppe molto tempo dopo che fu portato<br />

a Trieste, nella sede della Gestapo, dove<br />

venne interrogato, bastonato, picchiato e<br />

torturato perché fornisse notizie sulla sua<br />

clandestina attività caritativa e rivelasse i<br />

nomi dei suoi collaboratori. Era il punto<br />

di riferimento di un’intensa attività<br />

umanitaria, illuminata dalla fede, che<br />

forniva generi di prima necessità, contatti<br />

con i familiari lontani <strong>ag</strong>li internati<br />

sloveni e croati deportati nel campo di<br />

Chiesanuova di Padova, documenti falsi<br />

per salvare dalla deportazione quanti<br />

erano ricercati dopo l’armistizio dell’8<br />

settembre 1943, ebrei, civili perseguitati,<br />

militari alleati evasi dai campi di prigionia.<br />

Padre Placido accettò con eroismo,<br />

in silenzio e senza tradire nessuno, le<br />

crudeltà e le sevizie della prigionia. Volle<br />

p<strong>ag</strong>are lui solo il prezzo per le tante<br />

persone salvate e restituite alla vita,<br />

alla libertà, alla dignità, <strong>ag</strong>li affetti, alla<br />

speranza di un futuro migliore. Immerso<br />

negli orrori di un tr<strong>ag</strong>ico conflitto<br />

mondiale, in un Paese stremato, in un<br />

primo tempo, dalla guerra e poi dilaniato<br />

al proprio interno da lotte fratricide,<br />

pienamente consapevole dei rischi che<br />

correva, si era sentito interpellato in<br />

prima persona a rispondere al grido dei<br />

sofferenti di ogni razza, nazione o etnia.<br />

Per cinquant’anni la sua vicenda, come<br />

quelle di tantissime altre vittime dell’odio<br />

nazifascista, rimase sepolta e sconosciuta<br />

nel suo epilogo, pur rimanendo il<br />

8 | <strong>PORTAVOCE</strong> | LUGLIO-AGOSTO <strong>2019</strong>


LA VOCE DEL <strong>SAN</strong>TUARIO<br />

Fra Placido Cortese:<br />

martire della carità e del silenzio<br />

ricordo della sua attività<br />

di soccorso ai perseguitati.<br />

«Soltanto testimonianze<br />

tardive, ma attendibili,<br />

riescono a ricostruire i<br />

tempi di un’<strong>ag</strong>onia, lucida e<br />

tremenda, che si concluderà<br />

con la morte, in un giorno<br />

imprecisato del novembre 1944, e<br />

con la distruzione del cadavere, probabilmente<br />

in un forno crematorio» (G. Pettiti).<br />

Nicolò Matteo Cortese era nato a Cherso (in Istria) il<br />

7 marzo 1907, una terra passata, dopo la Prima guerra<br />

mondiale, dall’Austria all’Italia (1918). Fin da bambino<br />

aveva conosciuto i frati conventuali che erano al suo<br />

paese. A 13 anni, affascinato dalla vita dei francescani,<br />

decise di entrare in seminario a Camposampiero (Pd).<br />

Dopo il noviziato, all’età di 17 anni, divenne frate con<br />

il nome di Placido. Completò gli studi di teologia a<br />

Roma dove, nel 1930, venne ordinato sacerdote. Svolse<br />

i primi sette anni di ministero sacerdotale dapprima<br />

nella basilica del Santo e in seguito, per circa tre anni,<br />

come vicario parrocchiale in una parrocchia dei frati<br />

conventuali a Milano.<br />

Nel 1937 fu richiamato a Padova dove gli venne<br />

affidato il compito di direttore del Mess<strong>ag</strong>gero di<br />

sant’Antonio. In quel periodo padre Placido ebbe<br />

la possibilità di conoscere padre<br />

Leopoldo Mandić che era stato scelto<br />

come confessore ordinario della<br />

comunità dei frati della basilica del<br />

Santo. In comune hanno le origini<br />

dalmate, parlano entrambi il croato,<br />

«hanno anche caratteristiche fisiche<br />

che evidenziano una fr<strong>ag</strong>ilità non<br />

corrispondente al cor<strong>ag</strong>gio e alla<br />

profondità della loro ispirazione e della<br />

loro fede. Due “antieroi” nell’aspetto,<br />

ma due “giganti” nell’esempio che<br />

hanno donato a tutti coloro che hanno<br />

avuto modo d’incontrare»<br />

(cf. www.padreplacidocortese.org).<br />

San Giovanni Paolo II sintetizzò<br />

la figura di padre Leopoldo con le<br />

seguenti espressioni nell’omelia della<br />

canonizzazione (16.10.1983): «La vita<br />

del nostro Santo sembra un albero, a<br />

cui una mano invisibile e crudele abbia<br />

t<strong>ag</strong>liato, uno dopo l’altro, tutti i rami.<br />

Fu un sacerdote a cui era impossibile<br />

predicare per difetto di pronuncia. Fu<br />

un sacerdote che desiderò ardentemente di dedicarsi<br />

alle missioni e fino alla fine attese il giorno della<br />

partenza, ma che non partì mai perché la sua salute<br />

era fr<strong>ag</strong>ilissima. Fu un sacerdote che aveva uno spirito<br />

ecumenico così grande da offrirsi vittima al Signore, con<br />

donazione quotidiana, perché si ricostruisse la piena<br />

unità fra la Chiesa Latina e quelle Orientali ancora<br />

separate, ma che visse la sua vocazione ecumenica<br />

(continua a p. 37)<br />

LUGLIO-AGOSTO <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 9


L’ARTE <strong>DI</strong> RACCONTARE<br />

Il bandito entrò e sollevò il coperchio della pentola.<br />

C’erano solo radici e foglie che bollivano nell’acqua.<br />

L’uomo scosse le spalle poderose, afferrò la pentola e<br />

buttò tutto il contenuto dalla finestra. T<strong>ag</strong>liò a pezzi la<br />

tenera carne dell’<strong>ag</strong>nello che aveva rubato proprio quel<br />

giorno. Ravvivò ben bene la fiamma sotto la pentola e se<br />

ne andò, piangendo su tanta miseria.<br />

Quel giorno, l’albero morto fiorì.<br />

– A volte si affonda nelle sabbie mobili del risentimento,<br />

della rabbia, dell’odio, della violenza insensata. Più si gesticola<br />

e ci si <strong>ag</strong>ita, più si affonda. Solo la mano di chi ha<br />

bisogno di noi può tirarci fuori.<br />

Chiodi<br />

C’era una volta un r<strong>ag</strong>azzo dal carattere molto difficile.<br />

Si accendeva facilmente, era rissoso e attaccabrighe.<br />

Un giorno, suo padre gli consegnò un sacchetto di<br />

chiodi, invitandolo a piantare un chiodo nella palizzata<br />

che recintava il loro cortile tutte le volte che si arrabbiava<br />

con qualcuno.<br />

Il primo giorno, il r<strong>ag</strong>azzo piantò trentotto chiodi.<br />

Con il passare del tempo, comprese che era più facile<br />

controllare la sua ira che piantare chiodi e, parecchie<br />

settimane dopo, una sera, disse a suo padre che quel<br />

giorno non si era arrabbiato con nessuno.<br />

Il padre gli disse: «È molto bello. Adesso togli dalla<br />

palizzata un chiodo per ogni giorno in cui non ti arrabbi<br />

con nessuno».<br />

Dopo un po’ di tempo, il r<strong>ag</strong>azzo poté dire a suo padre<br />

che aveva tolto tutti i chiodi.<br />

Il padre allora lo prese per mano, lo condusse alla palizzata<br />

e gli disse: «Figlio mio, questo è molto bello, però<br />

guarda: la palizzata è piena di buchi. Il legno non sarà<br />

mai più come prima. Quando dici qualcosa mentre sei<br />

in preda all’ira, provochi nelle persone a cui vuoi bene<br />

ferite simili a questi buchi. E per quante volte tu chieda<br />

scusa, le ferite rimangono».<br />

– Gli esseri umani sono fr<strong>ag</strong>ili e vulnerabili. Tutti portano<br />

un’etichetta che dice: «Trattare con cura, maneggiare<br />

con cautela, merce delicata».<br />

Il giorno del perdono<br />

Un brav’uomo era rimasto affascinato da un rito degli<br />

ebrei, lo Yom Kippur, il “giorno dell’espiazione”, giorno<br />

in cui si chiedeva perdono a Dio e le colpe venivano perdonate.<br />

Decise di celebrarlo anche lui, pur non essendo<br />

ebreo. Operò soltanto una variante al rituale. Una volta<br />

l’anno, scriveva due liste di peccati. Poi si voltava verso<br />

la mont<strong>ag</strong>na più alta e sollevava la prima lista al cielo.<br />

«Signore, ecco qui i miei peccati contro di te» diceva,<br />

leggendo la lista dei peccati che aveva commesso. «Ho<br />

frodato il fisco molte volte; in dodici casi ho manipolato<br />

i contratti; ho tradito mia moglie; sono stato ingiusto<br />

con i vicini; ho detto il falso e calunniato; non mi sono<br />

ricordato di te per molti giorni. Ho peccato sul serio e ti<br />

chiedo perdono perché ti ho offeso».<br />

Poi estraeva un secondo elenco dalla tasca e lo sollevava<br />

di nuovo verso il cielo e la mont<strong>ag</strong>na dicendo: «Signore,<br />

ecco la lista dei peccati che tu hai commesso contro<br />

di me: mi hai dato molte preoccupazioni sul lavoro;<br />

mia figlia a dispetto delle mie preghiere si è ammalata;<br />

sono stato derubato da un amico di cui mi fidavo; ho sofferto<br />

per un brutto incidente avvenuto senza nessuna<br />

responsabilità da parte mia».<br />

Dopo il secondo elenco, l’uomo concludeva il rituale<br />

con queste parole: «Sono stato ingiusto con te e tu sei<br />

stato ingiusto con me. Ma oggi è il giorno del perdono.<br />

Tu dimentica i miei peccati, e io dimentico i tuoi così<br />

possiamo vivere insieme ed essere amici per un altro<br />

anno».<br />

(I racconti sono tratti dal libro 365 piccole storie per l’anima.<br />

Volume 2, Elledici, Torino 2016)<br />

Bruno Ferrero,<br />

L’ultima foglia. Piccole storie per l’anima<br />

Elledici, Torino <strong>2019</strong><br />

pp. 80, Euro 5,00<br />

Il ventunesimo titolo della serie di “libri per l’anima”.<br />

Un libro dal piccolo formato ma dai grandi contenuti,<br />

capace di spalancare lo spirito e la mente attraverso<br />

27 “pillole di s<strong>ag</strong>gezza” facili da assimilare e far proprie,<br />

utili per la meditazione personale, l’uso nella catechesi<br />

e nell’animazione con bambini e r<strong>ag</strong>azzi, o per una<br />

buona lettura in famiglia<br />

20 | <strong>PORTAVOCE</strong> | LUGLIO-AGOSTO <strong>2019</strong>


SPECIALE FESTA <strong>DI</strong> <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong><br />

12 MAGGIO<br />

FESTA <strong>DI</strong> <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong><br />

Al termine di una intensa giornata<br />

di fede e devozione, si è chiusa<br />

domenica 12 m<strong>ag</strong>gio, alle 19.00 con<br />

la solenne celebrazione presieduta<br />

da mons. Rino Fisichella, presidente<br />

del Pontificio consiglio per la nuova<br />

evangelizzazione, la novena<br />

dedicata a san Leopoldo.<br />

Alla celebrazione hanno presenziato<br />

il sindaco di Padova Sergio Giordani,<br />

il prefetto Renato Franceschelli,<br />

il vicepresidente della Provincia<br />

Marcello Bano e i vertici militari<br />

di Carabinieri, Guardia di Finanza<br />

e Aeronautica. Erano presenti, tra i<br />

fedeli, anche i rappresentanti delle<br />

comunità cristiane del Vicariato di<br />

Crespano del Grappa. Quest’anno<br />

sono stati i sindaci dei comuni<br />

di Borso del Grappa e Romano<br />

d’Ezzelino a inizio cerimonia,<br />

a offrire l’olio per la Lampada<br />

della riconciliazione che arde<br />

presso la tomba del santo<br />

LUGLIO-AGOSTO <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 21


SPECIALE FESTA <strong>DI</strong> <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong><br />

Il saluto iniziale del rettore,<br />

p. Flaviano G. Gusella<br />

Un fraterno benvenuto a voi tutti a nome dei frati cappuccini di Padova.<br />

Siamo qui riuniti per celebrare la gloria del Signore che risplende<br />

nell’umile figura di san Leopoldo Mandić.<br />

Esprimo innanzitutto viva riconoscenza a S. Ecc. Rev.ma Mons. Rino<br />

Fisichella, Presidente del Pontificio consiglio per la promozione<br />

della nuova evangelizzazione che, nonostante un’<strong>ag</strong>enda fittissima di<br />

impegni, ci ha fatto il dono di essere con noi a presiedere l’Eucaristia<br />

a conclusione delle annuali celebrazioni<br />

in onore del nostro Santo. Se permette, mi<br />

sembra di poter attribuire alla sua presenza<br />

un duplice importante significato.<br />

Innanzitutto, l’ideale conclusione dell’evento<br />

straordinario del pellegrin<strong>ag</strong>gio del<br />

corpo di san Leopoldo a Roma, nel mese<br />

di febbraio 2016, in occasione del Giubileo<br />

della Misericordia, del quale lei è stato un<br />

privilegiato e instancabile prot<strong>ag</strong>onista,<br />

nel realizzare il desiderio personale di papa<br />

Francesco al quale rinnoviamo, anche<br />

tramite lei, la nostra più viva e fraterna<br />

riconoscenza. È stata un’esperienza unica<br />

e indimenticabile che nessuno di noi avrebbe mai nemmeno potuto<br />

imm<strong>ag</strong>inare e che è rimasta incisa in maniera indelebile nel nostro<br />

cuore. Padre Leopoldo, a Roma e a San Pietro, dopo 100 anni dall’unico<br />

suo incontro con un Papa, Benedetto XV, nel mezzo della Prima<br />

guerra mondiale! Le spoglie mortali di padre Leopoldo, venerate, insieme<br />

a quelle di padre Pio, dal Papa, da cardinali, vescovi, sacerdoti,<br />

religiose e religiosi e da migliaia di fedeli! La sua presenza ci aiuti a<br />

leggere il significato e il valore profetico di quell’evento e a discernere<br />

quali frutti e impegni si attendono il Signore e la Chiesa da noi frati<br />

cappuccini e da tutti i devoti del Santo della Misericordia.<br />

In secondo luogo: l’11 febbraio 2017, con il Motu proprio Sanctuarium<br />

in Ecclesia il Santo Padre ha trasferito le competenze sui santuari<br />

al Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione<br />

di cui lei è Presidente. Da lei e da papa Francesco abbiamo ricevuto<br />

importanti indicazioni in occasione del Primo convegno internazionale<br />

per i rettori e gli operatori dei santuari celebrato a Roma lo scorso<br />

mese di novembre. Anche il nostro santuario, eccellenza, possa diventare<br />

un luogo per una pastorale di evangelizzazione alla luce della spiritualità<br />

di san Leopoldo e del suo attuale duplice carisma inerente<br />

l’impegno ecumenico e quello del sacramento della Penitenza.<br />

Ringrazio per la loro presenza tutte le autorità religiose, civili e militari<br />

e i sindaci di Romano d’Ezzelino e Borso del Grappa che offriranno,<br />

tra breve, l’olio per la Lampada votiva della Riconciliazione che<br />

arde tutto l’anno accanto alla tomba di san Leopoldo. P<br />

Mons. Rino Fisichella<br />

22 | <strong>PORTAVOCE</strong> | LUGLIO-AGOSTO <strong>2019</strong>


«Padre Leopoldo è stato<br />

il volto di Dio che perdona»<br />

«Il volto di Dio si trasmette, si rende visibile laddove ci sono persone<br />

che si amano! Padre Leopoldo è diventato un segno della presenza di Dio<br />

nella nostra vita. È stato, per i suoi contemporanei, un’espressione vivente<br />

mediante la quale si poteva vedere il volto di Dio»<br />

d i m o n s . R i n o F i s i c h e l l a* - f o t o d i D . B e t t e l l a e L . M a r c o l o n g o<br />

Siamo qui raccolti per cogliere il mess<strong>ag</strong>gio<br />

che, ancora una volta, proviene a noi dalla<br />

figura di un semplice frate, padre Leopoldo.<br />

Abbiamo ascoltato, fratelli miei, la parola<br />

di Dio. Le letture proposte sono di una<br />

intensità profonda, che difficilmente si possono<br />

spiegare in dieci minuti. Ma credo che, focalizzando<br />

il nostro sguardo su padre Leopoldo, riusciamo<br />

a cogliere quanto ci è stato oggi manifestato.<br />

Nella prima lettura, l’evangelista Giovanni<br />

ci offre una espressione sintomatica: «Nessuno<br />

mai ha visto Dio» (cf. 1 Giovanni 4). Ed è vero.<br />

Nessuno di noi ha visto Dio. Anzi, l’evangelista<br />

<strong>ag</strong>giunge che, se qualcuno dicesse di averlo visto,<br />

«è un bugiardo».<br />

Dio non si vede. Dio non si vede in ciò<br />

che lui è realmente, nella sua essenza più<br />

profonda. Siamo chiamati a vederlo. La nostra<br />

preghiera chiede insistentemente: «Il tuo volto,<br />

Signore, io cerco, non nascondermi il tuo volto»<br />

(cf. Salmo 26). C’è un desiderio nel profondo di<br />

ognuno di noi di vedere Dio. Lo troviamo scritto<br />

anche nell’Antico Testamento: era il desiderio<br />

soprattutto di Mosè. Ci viene detto, da parte<br />

dell’autore sacro, che Mosè «parlava con Dio faccia<br />

a faccia, come un amico parla con un amico»<br />

(cf. Esodo 33). E nonostante questo, in Mosè<br />

sorgeva il desiderio: mostrami il tuo volto!<br />

E quando Dio decide di mostrare il suo volto,<br />

Mosè poté vedere soltanto «le spalle» di Dio.<br />

LUGLIO-AGOSTO <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 23


SPECIALE FESTA <strong>DI</strong> <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong><br />

E l’autore sacro commenta: perché «nessuno<br />

può vedere» il mio volto e «restare in vita».<br />

Abbiamo visto il volto di Dio, che si è<br />

manifestato nel volto di Gesù di Nazaret, suo figlio,<br />

il figlio di Dio. Ma nessuno di noi ha avuto la gioia<br />

di poter vedere il volto di Gesù. Per quanto l’arte,<br />

i poeti, gli artisti possano esprimere, il più<br />

possibile, la forza creatrice che posseggono…<br />

il volto di Gesù noi non lo conosciamo.<br />

Non è neanche l’interesse degli evangelisti<br />

doverci dire i tratti caratteristici della persona di<br />

Gesù. Non sappiamo il colore dei suoi occhi, la sua<br />

fisionomia, l’altezza. In fondo, non conosciamo<br />

nulla. Però, conosciamo il mess<strong>ag</strong>gio, conosciamo<br />

la parola, conosciamo i segni che lui ha compiuto.<br />

Siamo dunque, fratelli miei, destinati a non<br />

conoscere il volto di Dio? Penso proprio di no.<br />

Il volto di Dio si trasmette, si rende visibile<br />

laddove ci sono persone che si amano! Questo<br />

è quanto l’evangelista Giovanni ci dice nella prima<br />

lettura che abbiamo ascoltato.<br />

Padre Leopoldo è diventato un segno della<br />

presenza di Dio nella nostra vita. È stato, per<br />

i suoi contemporanei, un’espressione vivente<br />

mediante la quale si poteva vedere il volto di Dio,<br />

l’<strong>ag</strong>ire di Dio nei nostri confronti.<br />

E il fatto che siamo qui, oggi, numerosi,<br />

pellegrini per chiedere a lui intercessione e aiuto<br />

non fa altro che confermare, ancora una volta,<br />

questa esigenza profonda: il desiderio di vedere<br />

e la possibilità di toccare con mano quel volto<br />

misericordioso di Dio..<br />

Padre Leopoldo è stato, in mezzo a noi<br />

e a questo popolo, il volto del Dio che<br />

perdonava. Perché, vedete, fratelli miei, che<br />

cos’è l’amore? Amore: parola oggi tanto utilizzata<br />

quanto banalizzata.<br />

Che cos’è l’amore, se non la capacità di arrivare<br />

fino al perdono. Chi non perdona, chi non è<br />

capace di perdono, dubito che sia capace di un<br />

amore vero. Perché solo chi ama veramente, in<br />

profondità, arriva al perdono. Non in maniera<br />

automatica, non in maniera immediata. Forse ci<br />

sarà bisogno di un lungo percorso, perché ognuno<br />

deve “giocare” con il proprio limite, con la propria<br />

contraddittorietà, con la propria personalità. Ma la<br />

vera sfida che ci viene data è questa: se sei capace<br />

di amare, allora sei chiamato anche al perdono.<br />

Se in te, invece, rimane sempre l’astio, il rancore,<br />

il desiderio di vendetta, dubito che tu sia capace<br />

di un amore vero.<br />

Padre Leopoldo, allora, ci richiama proprio<br />

a questa dimensione. Padre Leopoldo, questo<br />

semplice frate, ha speso tutta la vita raccolto<br />

nello spazio ristretto di due metri per tre del<br />

suo confessionale. Qui insegnava come Dio ama:<br />

giungendo fino al perdono.<br />

Per lui non c’era nessun limite che non potesse<br />

essere perdonato. La misericordia non aveva limiti.<br />

E padre Leopoldo, poi, si faceva carico del<br />

peccato degli altri, delle difficoltà degli altri.<br />

Qualche testimone racconta che quando parlava<br />

a padre Leopoldo ed esponeva le sue difficoltà,<br />

padre Leopoldo rispondeva: «Non ti preoccupare,<br />

metti tutto sulle mie spalle».<br />

E questo, vedete, ci consente di cogliere<br />

l’insegnamento che ci viene dalla seconda lettura<br />

ascoltata, questa bella p<strong>ag</strong>ina della seconda lettera<br />

di San Paolo ai primi cristiani di Corinto. Scrive<br />

l’apostolo: «Lasciatevi riconciliare con Dio», perché<br />

sappiate bene questo, che «uno è morto per tutti»<br />

(cf. 2 Corinzi 5).<br />

Il figlio di Dio ha preso su di sé la colpa e il<br />

peccato dell’umanità. E l’ha inchiodato sulla<br />

croce. Quella morte dell’innocente, del figlio di<br />

Dio sulla croce, è il segno della salvezza e della<br />

riconciliazione che è stata offerta a ciascuno di noi.<br />

Non c’è peccato che non possa essere<br />

perdonato. Ogni peccatore che vuole<br />

autenticamente la conversione, che sente<br />

nel più profondo il rincrescimento per<br />

quello che ha fatto, trova il perdono<br />

e la misericordia di Dio.<br />

Ma abbiamo bisogno di qualcuno che si<br />

faccia carico di questo. Padre Leopoldo è stato<br />

autenticamente una persona che ha amato<br />

perché ha preso su di sé la colpa degli altri.<br />

Vedete, questo stride completamente con quello<br />

che tante volte accade nella nostra vita personale.<br />

Ricordate quando, nelle prime p<strong>ag</strong>ine della Bibbia,<br />

nel libro della Genesi, Dio chiede ad Adamo:<br />

«Adamo, che cosa hai fatto?». Adamo aveva<br />

disobbedito, aveva mangiato del frutto proibito.<br />

Dio gli chiede conto della disobbedienza.<br />

24 | <strong>PORTAVOCE</strong> | LUGLIO-AGOSTO <strong>2019</strong>


L’offerta dell’olio e l’accensione della lampada da parte dei sindaci<br />

Mons. Fisichella prega alla tomba del santo<br />

Le autorità civili e militari tra i numerosi fedeli<br />

L’offerta dei prodotti del territorio<br />

LUGLIO-AGOSTO <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 25


SPECIALE FESTA <strong>DI</strong> <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong><br />

L’arcivescovo Fisichella visita le reliquie di padre Leopoldo e la sua celletta-confessionale<br />

Ebbene che cosa fa Adamo? Dice: la colpa è di Eva,<br />

è stata lei. E lei, Eva, cosa fa? Dice: la colpa è del<br />

serpente. Vedete, c’è una ricerca a dare la colpa<br />

<strong>ag</strong>li altri. Mai nessuno, in questo racconto, ama<br />

perché nessuno è in grado di accogliere su di sé<br />

la colpa dell’altro.<br />

Quante volte ci scontriamo con questa<br />

dimensione: il non voler essere sinceri con noi<br />

stessi e non assumerci la responsabilità del nostro<br />

<strong>ag</strong>ire. Con le conseguenze che esso comporta.<br />

Oggi scopriamo che siamo, invece, chiamati<br />

a quell’amore autentico, profondo che mentre<br />

perdona si fa carico del problema del fratello.<br />

Amore che condivide la sorte del fratello. Sapendo<br />

che non è un estraneo quello che incontro: è tuo<br />

fratello, è tua sorella, e con te condivide la “vita<br />

nuova” della rinascita in Cristo Gesù.<br />

Padre Leopoldo, lo sappiamo, è segno della<br />

riconciliazione, quella riconciliazione che<br />

non è una nostra conquista in primo luogo,<br />

ma è frutto della grazia di Dio, dell’incontro<br />

di Dio verso ciascuno di noi. Più il suo volto<br />

diventa chiaro e genuino nella nostra vita – perché<br />

s’incontra con il volto di fratelli che sono nella<br />

necessità – e più scopriamo realmente chi siamo, e<br />

quanta profondità abbiamo dentro di noi da dover<br />

condividere con il mondo intero.<br />

Ecco, allora, che il richiamo al “buon<br />

pastore” che abbiamo ascoltato nel Vangelo<br />

(cf. Giovanni 10) diventa per ciascuno di noi<br />

un richiamo forte a non abbandonarci alla<br />

tristezza, a non abbandonarci al nostro limite,<br />

né a una forma di rassegnazione al nostro peccato.<br />

I peccati, purtroppo, sono sempre gli stessi. Siamo<br />

quasi monotoni nel nostro peccato. Sembra che<br />

non siamo neanche originali nel peccato.<br />

Ma ogni volta, fratelli miei, che ci accostiamo<br />

a quel “buon pastore”, l’esperienza del suo<br />

perdono è unica, è sempre originale, è sempre per<br />

ciascuno di noi, che così riscopre profondamente<br />

se stesso e la sua relazione con Dio.<br />

Padre Leopoldo, oggi, ci insegna ancora una<br />

volta ad avere fiducia in Dio, ad affidare tutta<br />

la nostra vita nelle mani di suo figlio, Gesù<br />

Cristo, lui che ha dato la vita per noi.<br />

Restiamo in silenzio: questa parola di Dio<br />

che ci è stata rivolta, continui a provocare<br />

la nostra mente a riflettere e apra il nostro cuore<br />

alla preghiera.<br />

Preghiamo con quelle parole con le quali<br />

abbiamo iniziato questa santa eucarestia: tu,<br />

o Signore, hai dato a padre Leopoldo la gioia<br />

e la grazia di poter sentire il desiderio di una<br />

unità profonda tra tutti i credenti. Possa la sua<br />

intercessione ottenere per ciascuno la riscoperta<br />

di quella unità profonda con noi stessi e, da qui,<br />

con il mondo intero! P<br />

(Letture della liturgia: 1Gv 4,7-16; 2Cor 5,14-20; Gv 10,11-16<br />

Intervento rilevato dalla registrazione, non rivisto dall’autore)<br />

* Presidente del Pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione<br />

26 | <strong>PORTAVOCE</strong> | LUGLIO-AGOSTO <strong>2019</strong>


BORSO DEL GRAPPA CON DON FABRIZIO TESSAROLO<br />

FOTOCRONACA DELLA NOVENA<br />

CORO E ORCHESTRA DALLA CROAZIA<br />

OR<strong>DI</strong>NE FRANCESCANO SECOLARE CON P. ANDREA SCORTEGAGNA<br />

LUGLIO-AGOSTO <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 27


SPECIALE FESTA <strong>DI</strong> <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong><br />

<strong>SAN</strong>T’EULALIA, LIEDOLO E SEMONZO<br />

CON MONS. M. FABRIS E DON G. BELLÒ<br />

ROMANO D’EZZELINO CON<br />

APOSTOLATO MON<strong>DI</strong>ALE <strong>DI</strong> FATIMA E GRUPPI MARIANI<br />

CON DON ROBERTO RAVAZZOLO<br />

<strong>SAN</strong> GIACOMO <strong>DI</strong> ROMANO<br />

CON DON MORENO NALESSO<br />

BENE<strong>DI</strong>ZIONE DELLA STATUA <strong>DI</strong> <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong> NELLA CATTEDRALE <strong>DI</strong> PADOVA,<br />

28 | <strong>PORTAVOCE</strong> | LUGLIO-AGOSTO <strong>2019</strong>


DON CESARINO BOR<strong>DI</strong>GNON<br />

FELLETTE E SACRO CUORE <strong>DI</strong> ROMANO D’EZZELINO<br />

CON DON TERESIO BAÙ<br />

L’ORCHESTRA <strong>DI</strong> PADOVA E DEL VENETO NEL SUO OMAGGIO MUSICALE A S. <strong>LEOPOLDO</strong><br />

CON P. ROBERTO GENUIN, GENERALE DEI CAPPUCCINI<br />

CRESPANO DEL GRAPPA<br />

LUGLIO-AGOSTO <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 29


VITA DEL <strong>SAN</strong>TUARIO<br />

Per la pubblicazione,<br />

inviate la foto del vostro<br />

pellegrin<strong>ag</strong>gio di gruppo a:<br />

web@leopoldomandic.it<br />

Dall’11 aprile al 12 m<strong>ag</strong>gio <strong>2019</strong>,<br />

hanno visitato il nostro santuario<br />

circa 70 gruppi, per un totale di<br />

3.600 persone provenienti da<br />

Livorno, Monghidoro (BO), Maserà<br />

di Padova (PD), Fossalta di Piave<br />

(VE), Mukačevo (Ucraina), Monselice<br />

(PD), Z<strong>ag</strong>abria, Daruvar (Croazia),<br />

Caerano di San Marco (TV),<br />

Innsbruck (Austria), Krk (Croazia),<br />

Loreo (RO), Segni (RM), Pompiano<br />

(BS), Concadirame (RO), Terni,<br />

Winterberg (Germania), Barletta (BA),<br />

Fiume (Croazia), Spalato (Croazia),<br />

Reggio Emilia, Drážovce (Slovacchia),<br />

Arzachena (SS), Herceg Novi<br />

(Montenegro), Ozzano Emilia (BO),<br />

Mostar (Bosnia ed Erzegovina),<br />

Pola (Croazia), San Giovanni in<br />

Persiceto (BO), Torino, Colonia<br />

(Germania), Borso del Grappa<br />

(VI), Sant’Eulalia (TV), Liedolo (TV),<br />

Semonzo (TV), Graz (Austria), Nova<br />

Gradiška (Croazia), Treponti di Teolo<br />

(PD), Santa Giustina in Colle (PD),<br />

Cervarese Santa Croce (PD), Padova,<br />

Cremona, Roma, San Giacomo di<br />

Romano (VI), Fellette di Romano (VI),<br />

Villafranca Padovana (PD), Illmitz<br />

(Austria), Crespano del Grappa (VI),<br />

Robbiate (LC), Istriana PN, Romano<br />

di Ezzelino (VI), Monteviale (VI),<br />

Roma, Abano Terme (PD), Križevci<br />

(Croazia), Lanivce (Croazia), Mestrino<br />

(PD), Denver (Usa), Cittadella (PD)<br />

e inoltre da altre località di Emilia<br />

Rom<strong>ag</strong>na, Germania, Austria,<br />

Croazia, Slovenia e Polonia<br />

<br />

13.4.<strong>2019</strong>: bambini<br />

del catechismo<br />

con genitori<br />

dalla parrocchia<br />

del Duomo<br />

di Monselice (PD)<br />

<br />

24.4.<strong>2019</strong>: r<strong>ag</strong>azzi<br />

del catechismo<br />

dalla parrocchia<br />

di Sant’Andrea<br />

di Pompiano (BS)<br />

con il parroco<br />

don Renato Finazzi<br />

<br />

25.4.<strong>2019</strong>:<br />

bambini del<br />

catechismo<br />

dell’unità pastorale<br />

di Boara Polesine,<br />

Concadirame<br />

e Granzette<br />

con don Daniele<br />

25.4.<strong>2019</strong>: pellegrini da Terni con don Angelo<br />

27.4.<strong>2019</strong>: bambini di prima confessione dalle parrocchie<br />

di Briana e Stigliano (VE)


25 21a Dom. del t. ord.<br />

(salt. 1 a sett.)<br />

Is 66,18b-21 • Sal 116 • Eb 12,5-7.11-13 • Lc 13,22-30<br />

Qualche volta c’è il rischio di fraintendere la misericordia<br />

divina con un certo “qualunquismo” nel vivere la fede, per<br />

il quale in fondo va bene tutto. Si pensa: Dio ci ama e, allora,<br />

non servono i sacramenti e nemmeno le opere buone,<br />

perché in fondo già essere creature di Dio è un lasciapassare<br />

per vivere nel suo oceano di pace. Nel Vangelo di questa<br />

domenica Gesù è davvero misericordioso. Egli manifesta la<br />

sua premura verso di noi indicandoci la via e l’obiettivo. La<br />

via sembrerebbe essere quella dello sforzo e dell’impegno<br />

(«Sforzatevi di entrare per la porta stretta…») per poter<br />

sedere già su questa terra al banchetto di Dio. La proposta<br />

è fatta a tutti gli uomini, perché l’umanità intera è oggetto<br />

dell’amore divino. Serve impegno e fatica, che però è<br />

sinonimo di libertà e di dignità. Ognuno, secondo il proprio<br />

passo e le proprie possibilità, si senta chiamato a camminare<br />

verso il Signore e poter gustare la sua dolcezza. P<br />

Gianfranco Tinello<br />

(segue da p. 9)<br />

in un modo del tutto nascosto». E il rettore della<br />

basilica di sant’Antonio descrisse così la figura di<br />

padre Placido quando denunciò al questore di<br />

Padova la sua scomparsa: «È una persona di media<br />

statura, corporatura piuttosto gracile e snella, storto<br />

negli arti inferiori, viso oblungo, capigliatura bionda,<br />

occhi celesti con occhiali a stanghetta, dall’incedere<br />

claudicante». Tra i due ci furono certamente contatti,<br />

caratterizzati da amicizia e vicendevole stima. Lo<br />

testimoniano due biglietti (a noi finora sconosciuti<br />

e provvidenzialmente rinvenuti tra le carte di padre<br />

Placido) che padre Leopoldo inviò al direttore del<br />

Mess<strong>ag</strong>gero raccomandando «alla sua carità» due<br />

persone in necessità. La prima era già stata segnalata<br />

dal cappuccino di S. Croce. Si tratta di un padre di<br />

famiglia numerosa, «che ha bisogno di guad<strong>ag</strong>no».<br />

Il secondo «raccomandato» sta particolarmente a<br />

cuore a padre Leopoldo. Si chiama Marco Ercolin, un<br />

infermiere di Ponte San Nicolò (PD) che, nell’aprile 1942,<br />

per ben quattro volte aveva offerto il suo sangue<br />

al santo confessore.<br />

C’è un’altra significativa testimonianza di affetto<br />

nel sintetico e acuto ritratto con il quale padre Placido<br />

annunciava la morte di padre Leopoldo ai lettori della<br />

rivista di sant’Antonio: «La notizia che padre Leopoldo,<br />

l’umile e santo cappuccino di S. Croce, s’è spento<br />

placidamente la mattina del 30 <strong>luglio</strong>, ha destato non<br />

solo in città ma anche fuori vasta eco di cordoglio perché<br />

la fama di questo piccolo uomo è da molti anni un fatto<br />

largamente accertato. E non è solo la buona, povera gente<br />

che cercava o trovava in lui il consolatore, ma anche i<br />

dotti e i fortunati nel possesso di beni terreni volevano<br />

sentire la sua parola che era sempre richiamo all’amore<br />

dei beni eterni. Abbiamo detto piccolo uomo perché nulla<br />

di esteriore nella sua persona ma soltanto i segni della<br />

mortificazione esercitata in lunghi anni di vita religiosa<br />

esemplarmente vissuta. Ma in quel po’ di corpo c’era un<br />

cuore grande e un’anima bellissima. Bastava avvicinarlo<br />

una sola volta e vi si ritornava ancora perché egli aveva il<br />

dono di parlarci di Dio e di richiamarci al bene. Autentico<br />

francescano, egli aveva compreso il programma del<br />

“serafico in ardore” ardendo per le anime nella costante<br />

e paziente ricerca della loro salvezza eterna. Il bene che<br />

egli fece non è facile conoscerlo perché fatto in umiltà, in<br />

una piccola celluzza, ma ci fu rivelato nell’andare e venire<br />

di popolo alla sua bara, nella preghiera raccolta e devota<br />

davanti alla sua salma. È così bella e simpatica questa<br />

testimonianza al padre Leopoldo che nulla ebbe d<strong>ag</strong>li<br />

uomini in vita, che nulla voleva da essi, ma solo donava<br />

tesori di carità e sapienza.<br />

Questo piccolo dalmata d<strong>ag</strong>li occhi vivi e penetranti,<br />

che rivelavano un’intelligenza superiore, non è più ma<br />

resterà ancora e a lungo sulla terra nel ricordo di tante<br />

anime che lo ebbero padre e maestro.<br />

Lo abbiamo ricordato in queste p<strong>ag</strong>ine non solo perché<br />

fu per alcuni anni confessore ordinario del convento<br />

ma anche perché egli amava il Santo, e nostro e suo<br />

confratello. Ogni anno poi, nella festa di san Leopoldo<br />

(d’Austria), veniva a celebrare in Basilica».<br />

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il<br />

5 giugno 2017, ha conferito la med<strong>ag</strong>lia d’oro al merito<br />

civile alla memoria di padre Placido: «fulgido esempio di<br />

alti valori cristiani e di dedizione al servizio della società<br />

civile». Il processo di beatificazione è stato aperto a<br />

Trieste nel 2002.<br />

Di padre Placido, come per il confratello san<br />

Massimiliano Kolbe e altri milioni di vittime dell’odio e<br />

della follia umana, non ci sono nemmeno i resti di un<br />

corpo martoriato o ceneri da venerare. Ma c’è un’eredità<br />

difficile ma affascinante da incarnare, quella di un<br />

amore straordinario verso il Signore e di una carità<br />

eroica verso ogni persona che chieda, oggi come allora,<br />

accoglienza, compassione e solidarietà.<br />

Signore, Padre santo e misericordioso, concedi<br />

che il tuo Servo padre Placido Cortese, sacerdote,<br />

sia glorificato, che sia riconosciuto il suo martirio,<br />

proclamata la sua santità. P<br />

Flaviano Giovanni Gusella, rettore<br />

LUGLIO-AGOSTO <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 37


Provincia Veneta dei Frati Minori Cappuccini - Biblioteca Provinciale Cappuccini Trento<br />

San Lorenzo da Brindisi<br />

doctor apostolicus<br />

nell’Europa tra Cinque e Seicento<br />

Convegno internazionale di studi<br />

per il IV centenario della morte<br />

(1619-<strong>2019</strong>)<br />

Venezia, 17-19 ottobre <strong>2019</strong><br />

■ quadro politico e religioso dell’Europa e della Repubblica di Venezia<br />

tra Cinque e Seicento<br />

■ vita dell’Ordine cappuccino e governo<br />

■ teologia e predicazione di san Lorenzo da Brindisi<br />

Sede: Studio Teologico «Laurentianum» (Venezia-Giudecca, 194), presso il convento<br />

del SS. Redentore dove san Lorenzo compì gli studi e iniziò la propria attività<br />

Info e segreteria: Alessandro Carollo - convegnosanlorenzo@gmail.com - 0414583394<br />

«La Parola del Signore è luce per l’intelletto<br />

e fuoco per la volontà,<br />

perché l’uomo possa conoscere e amare Dio»<br />

(san Lorenzo da Brindisi, cappuccino)<br />

ORARI DEL <strong>SAN</strong>TUARIO<br />

APERTURA<br />

Chiesa<br />

ore 6.00-12.00 / 15.00-19.00<br />

Cappella del santo<br />

ore 7.00-12.00 / 15.00-19.00<br />

PENITENZIERIA<br />

Festivo<br />

ore 6.15-12.00 / 15.00-19.00<br />

Feriale<br />

ore 7.00-12.00 / 15.00-19.00<br />

Il lunedì pomeriggio i frati sono<br />

impegnati in comunità, pertanto<br />

non sono disponibili<br />

per le confessioni<br />

<strong>SAN</strong>TE MESSE<br />

Festivo<br />

ore 6.30, 7.45, 9.00, 10.15,<br />

11.30, 16.00, 18.00<br />

Sabato pomeriggio e vigilia<br />

delle feste sante messe festive<br />

ore 16.00, 18.00<br />

Feriale<br />

ore 7.00, 8.30, 10.00, 18.00<br />

PELLEGRINAGGI<br />

Per informazioni o prenotazioni,<br />

telefonare al numero<br />

049 8802727 (orario di ufficio),<br />

email: info@leopoldomandic.it<br />

Chiediamo di indicare il numero<br />

dei pellegrini, la data e l’ora prevista<br />

dell’arrivo, la necessità di una<br />

presentazione del santuario,<br />

l’intenzione di celebrare la santa<br />

messa con un sacerdote del gruppo.<br />

Ricordiamo che il santuario<br />

rimane chiuso dalle 12 alle 15<br />

APPUNTAMENTI<br />

29 <strong>luglio</strong>, ore 21.00:<br />

celebrazione del Transito<br />

di padre Leopoldo.<br />

30 <strong>luglio</strong><br />

77.mo anniversario<br />

della morte di padre Leopoldo<br />

I<br />

IN CASO <strong>DI</strong> MANCATO RECAPITO, RINVIARE ALL’UFFICIO POSTALE <strong>DI</strong> PADOVA C.M.P., DETENTORE<br />

DEL CONTO, PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE CHE SI IMPEGNA A PAGARE LA RELATIVA TARIFFA

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!