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Si temeva il buio, e questo sicuramente ha permesso a tante
leggende di nascere, laddove la mente non sapeva dare una
spiegazione... Mi immagino quando ormai il giorno lasciava
spazio alla sera, intorno ai focolai delle case, i bambini in cerchio
seduti ad ascoltare il nonno mentre raccontava loro che sul
monte Cinto esisteva un buco nella roccia, accessibile tramite
dei gradini scolpiti nella montagna, dove si nascondevano i
briganti terrore dei viandanti, il cui capo grazie all’amore di una
donna divenne buono, e che nelle notti di luna lo si poteva
scorgere, con le braccia incrociate, in cima al sasso. O ancora
di come il diavolo abitava in queste terre e che proprio lì, su quel
macigno imponente circondato da massi minori, aveva scelto
il suo trono, da cui lusingava i passanti assumendo ogni volta
forme diverse con lo scopo di rubare loro l’anima, finchè un
giorno il sacrificio di tre anime pure adempì la profezia e liberò
questo luogo da ogni male. O di come il fango dei colli sia
miracoloso perchè era legato all’amore della splendida sirena
di Lispida per un giovane conte sofferente che un giorno la
incontrò sulle rive del lago. Lei, per punizione, perse le sue
fattezze da sirena ma i due amanti si unirono in un’anima sola
per sempre.
Se farete come me e salirete in cima a una collina guardando il
paesaggio intorno, molti sono i particolari che potranno attirare
la vostra attenzione, molti i pensieri, molte le sensazioni... ed
è giusto che sia il vostro cuore a condurvi, ma se dentro di
esso c’è qualcosa che pesa voglio salutarvi con le parole che
la sirena di Lispida disse al giovane del lago: “Perchè sei così
infelice quando tutto è così bello?”
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