Santa Pasqua 2019 Menù Euro 60,00 Per i bimbi con menù de<strong>di</strong>cato Euro 30,00 Aperitivo <strong>di</strong> Benvenuto con Fingers Antipasto <strong>di</strong> Mare e Terra Piovra scottata con Polenta grigliata, Spie<strong>di</strong>ni ai Gamberi all’olio tartufato e Salmone a da<strong>di</strong> con Wasabi Torta Pasqualina con Crudo <strong>di</strong> San Daniele Riso Carnaroli ai Pistilli <strong>di</strong> Zafferano afgano con Asparagi e Polpa d’Astice Paccheri <strong>di</strong> Gragnano con ragù <strong>di</strong> Capretto, Crema <strong>di</strong> Basilico e Pecorino romano Baccalà in Crosta <strong>di</strong> Semi <strong>di</strong> Papavero e Pistacchi con Crema <strong>di</strong> Patate Viola e Dorini Confit Sorbetto alla Mela Verde Costolette d’Agnello alle Noci con Patate e Carciofi Dolce della tra<strong>di</strong>zione Caffè La Cantina Pinot Nero in Bianco Brega, Buttafuoco Fiamberti Prosecco <strong>di</strong> Valdobbiadene Varaschin 8
Utero in affitto: amore o consumismo? Utero in affitto: quante volte ne abbiamo sentito parlare? Sicuramente tante, ma nonostante ciò risulta ancora estremamente complesso crearsi un’accurata opinione in merito. Eppure la colpa non è nostra, ma della questione in sé che è molto più <strong>di</strong>fficile da analizzare <strong>di</strong> quanto non sembri, in tutte le sue sfaccettature e con tutte le controversie che si porta al seguito. Da una parte il lecito desiderio <strong>di</strong> avere una famiglia e <strong>di</strong> dare amore a dei figli, dall’altro la denuncia <strong>di</strong> un lusso che secondo qualcuno non dovrebbe essere concesso, in quanto colpevole <strong>di</strong> trasformare un essere umano in un oggetto, in merce da compare. Dare un giu<strong>di</strong>zio favorevole o meno a questa pratica, senza inciampare nei numerosi ostacoli che la nostra morale si trova a dover affrontare, <strong>di</strong>venta così un compito arduo. Ma innanzitutto cosa si intende per ‘utero in affitto’? Sebbene spesso i mass me<strong>di</strong>a ne parlino, creando anche accese <strong>di</strong>scussioni in merito, molti hanno ancora parecchi dubbi sulla questione, dubbi che è bene chiarire prima <strong>di</strong> poter fare qualsiasi tipo <strong>di</strong> valutazione: quando una donna (la cosiddetta ‘madre surrogata’) decide <strong>di</strong> portare avanti una gravidanza al posto <strong>di</strong> una coppia sterile, alla quale verrà affidato il futuro nato, si parla <strong>di</strong> utero in affitto; la madre surrogata può o meno essere anche la madre biologica del bambino, così come uno dei genitori affidatari. La maternità surrogata oltre a non essere accettata e legale in tutti i paesi (come in Italia), è soggetta a <strong>di</strong>fferenti regolamentazioni a seconda degli Stati: se, per esempio, in Russia una donna può essere pagata per affittare il proprio utero, in altri paesi, come in Canada, è severamente vietato. Perché? Per capire queste scelte occorre analizzare le questioni etiche che si celano <strong>di</strong>etro questa complessa questione. L’utero in affitto può rappresentare una nuova faccia del consumismo, arrivato al punto <strong>di</strong> mercificare la donna e il bambino? Per molti la risposta è sì: si tratta <strong>di</strong> un business che pone le sue ra<strong>di</strong>ci nel desiderio <strong>di</strong> costruire una famiglia anche da parte <strong>di</strong> coloro che, un tempo, quando la scienza e la tecnologia non possedevano ancora i mezzi per sod<strong>di</strong>sfare le loro esigenze, avrebbero solo potuto rassegnarsi. Un business che però ha un prezzo, <strong>di</strong>cono i contrari, ovvero quello <strong>di</strong> portare molte donne a vendere il proprio corpo per poter guadagnare del denaro; la pratica dell’utero in affitto rischia <strong>di</strong> legittimare un grave tipo <strong>di</strong> abuso della donna che, facendo leva su alcune con<strong>di</strong>zioni economiche <strong>di</strong>sperate, si nasconde <strong>di</strong>etro la maschera della libertà <strong>di</strong> scelta. E così figli e madri <strong>di</strong>ventano degli strumenti per raggiungere la felicità. Eticamente risulta scorretto, agli occhi <strong>di</strong> molti, sfruttare le gravi situazioni economiche <strong>di</strong> tante donne che, sebbene infelicemente, accettano <strong>di</strong> dare ad altri il figlio che hanno messo al mondo. È stato proprio questo a spingere vari paesi a regolamentare la maternità surrogata, ponendo dei limiti nella sua pratica, al fine <strong>di</strong> garantire la spontaneità dell’atto della donatrice ed evitare lo sfruttamento <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> povertà. Elisabeth Ba<strong>di</strong>nter, filosofa e scrittrice francese femminista, si <strong>di</strong>chiara favorevole al modello britannico, in cui la richiesta dell’utero in affitto può essere fatta solo da coppie sterili o che per motivi <strong>di</strong> salute non possono in alcun modo portare avanti una gravidanza. Nel Regno Unito, inoltre, la madre surrogata - che necessariamente deve godere <strong>di</strong> buone con<strong>di</strong>zioni economiche e fisiche - non riceve alcun compenso, le è concesso unicamente il rimborso delle spese me<strong>di</strong>che e ha la possibilità <strong>di</strong> scegliere la coppia a cui verrà affidato il neonato al termine della gravidanza; tutto questo per evitare la mercificazione della pratica. L’atto <strong>di</strong> donare, in modo consenziente, il proprio utero, al fine <strong>di</strong> realizzare un desiderio nobile - come quello <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare genitori - non renderebbe la madre surrogata un mezzo, in quanto questo non implicherebbe che la donna venga utilizzata a piacimento <strong>di</strong> chi può permettersi <strong>di</strong> pagare il suo corpo. Il limite tra lo sfruttamento e l’atto spontaneo sembrerebbe essere rappresentato così dalla consensualità, dal <strong>di</strong>ritto fondamentale <strong>di</strong> ogni in<strong>di</strong>viduo <strong>di</strong> scegliere per se stesso. E così da un lato troviamo i sostenitori <strong>di</strong> una maternità surrogata eticamente regolamentata e dall’altro i fautori della necessità <strong>di</strong> abolirla ra<strong>di</strong>calmente in ogni sua forma ed accezione. Ma se quello della madre surrogata sembra essere un ruolo controverso, nella questione dell’utero in affitto, <strong>di</strong> certo non possiamo <strong>di</strong>menticarci dei figli, che a loro volta si ritrovano spiazzati <strong>di</strong> fronte ad una situazione che faticano a comprendere. Purtroppo non è facile prevedere quali risvolti psicologici possa avere su un bambino il fatto <strong>di</strong> essere nato da una madre che ha scelto in partenza <strong>di</strong> affidarlo ad altri, così questo rimane l’ennesimo interrogativo aperto: egli si sentirà il figlio <strong>di</strong> un grande amore che lo ha voluto così tanto da metterlo al mondo ad ogni con<strong>di</strong>zione o il risultato <strong>di</strong> un desiderio egoistico e <strong>di</strong> una necessità economica? Si sentirà desiderato o abbandonato? Quello dell’utero in affitto rimane un tema spinoso, per il quale risulta ancora <strong>di</strong>fficile trovare una soluzione su cui tutti siano concor<strong>di</strong>; però forse vale la pena <strong>di</strong> farsi qualche domanda in più, <strong>di</strong> non soffermarsi sulla semplice idea del “si può, quin<strong>di</strong> lo faccio”, <strong>di</strong> non arrivare a conclusioni affrettate sui nostri <strong>di</strong>ritti senza riflettere su cosa possano comportare le nostre scelte. Forse dovremmo avere la libertà <strong>di</strong> scegliere se metterci o meno a <strong>di</strong>sposizione del mondo per renderlo un posto più felice, o forse dovremmo solamente cercare <strong>di</strong> tenere a mente che, come <strong>di</strong>sse l’antropologo francese Gustave Le Bon, “per molti, la libertà è la facoltà <strong>di</strong> scegliere le proprie schiavitù”. Martina Cogni 9
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