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Aldo Cesar Fagà - Rivista dell'Associazione Analisti Ambientali - BIOTOPI URBANI E RIGENERAZIONE - La struttura come scultura mutante

Articolo di Aldo Cesar Fagà, testo in cui l'artista guarda alla città (e ai contesti più in generale) come aree dove si sperimentano le relazioni tra i sistemi viventi, processo dove l'arte interpreta le aree interessate attraverso il rapporto che intercorre tra l'uomo, l'animale e il territorio su cui agiscono, ampliando le implicazioni al di là della biosfera. Attraverso le tappe dei suoi progetti d'arte iniziati nei primi anni ottanta, segue questo nuovo punto di vista che considerò, sin da allora, il vivente come il focus progettuale per un nuovo linguaggio dell'arte.

Articolo di Aldo Cesar Fagà, testo in cui l'artista guarda alla città (e ai contesti più in generale) come aree dove si sperimentano le relazioni tra i sistemi viventi, processo dove l'arte interpreta le aree interessate attraverso il rapporto che intercorre tra l'uomo, l'animale e il territorio su cui agiscono, ampliando le implicazioni al di là della biosfera. Attraverso le tappe dei suoi progetti d'arte iniziati nei primi anni ottanta, segue questo nuovo punto di vista che considerò, sin da allora, il vivente come il focus progettuale per un nuovo linguaggio dell'arte.

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Biotopi urbani e rigenerazione: la <strong>struttura</strong> <strong>come</strong> <strong>scultura</strong> <strong>mutante</strong><br />

mondo fisico rappresenta l’antitesi del nuovo<br />

ideale virtuale, trascurando la natura fisica dello<br />

stesso fenomeno digitale. In alcune accezioni<br />

“cyberpunk” la materialità e, di riflesso lo spazio,<br />

evolverebbero verso nuove forme in direzione<br />

di un mondo immateriale. Dietro questa voga<br />

si cela in fondo il conflitto tra una visione determinista<br />

e meccanicista avversa al mondo biologico,<br />

erede di certo positivismo ottocentesco. E<br />

questo, a parte alcune eccezioni, anche quando<br />

più recentemente l’artista indossa il camice da<br />

scienziato prelevando tecniche dal mondo della<br />

biologia e dalla botanica con uno stilema dove<br />

imita la scienza. In arte e design queste tendenze<br />

guardano alla fantascienza e ai riflessi dell’ingegneria<br />

genetica, alle intrusioni protesiche e alle<br />

modifiche sia del corpo, quanto politiche, sociali,<br />

tecniche e psicologiche. Questa attitudine<br />

sembra però trascurare che in natura nulla resta<br />

immutato: cambiamento, simbiosi e metamorfosi<br />

costituiscono la regola. Tali esegeti pare non notino<br />

la soverchiante preponderanza di questi aspetti<br />

e sono così costretti ad un forzato inseguimento<br />

delle applicazioni tecnologiche e dei nuovi prodotti,<br />

esausto frutto della tarda era postindustriale.<br />

L’approccio risulta tautologico agendo dentro<br />

ad un sistema di segni, quello della natura, dei<br />

fenomeni e della società, dove è già all’opera la<br />

metamorfosi di cui si tratta.<br />

Relativamente alla metodologia utilizzata si deve<br />

evidenziare che il lavoro relativo ai principi di<br />

adattamento e mutazione <strong>come</strong> linguaggio che<br />

sta tra arte e design e interessa uomo ed animali è<br />

stato avviato nei primi anni Ottanta. Nel presente<br />

articolo, si propone dunque questo approccio<br />

sintetizzato nel neologismo “sistemi ecolutivi”<br />

ai fini della rigenerazione e sintetizzato nell’assioma<br />

così formulato: «Per ecolutivi si intendano<br />

sistemi che producono effetti in aree macroscopiche<br />

non limitate ai dispositivi materiali ed immateriali<br />

di origine e fisicamente sostanziati; sistemi<br />

capaci di generare esiti tangibili sull’ambiente,<br />

sull’uomo, organismi viventi tra loro connessi in<br />

ragione di tali procedimenti, modificando in senso<br />

adattativo-evolutivo, comportamento, linguaggio,<br />

<strong>struttura</strong> genetica» (<strong>Fagà</strong>, 2008).<br />

2. <strong>La</strong> <strong>struttura</strong> <strong>come</strong> <strong>scultura</strong><br />

<strong>mutante</strong><br />

Con ciò si intende il contesto urbano <strong>come</strong> l’area<br />

dove gli scambi tra i sistemi viventi siano l’aspetto<br />

basilare. Animali, piante, uomo sono parti dinamiche<br />

del processo che attivano il cambiamento<br />

delle aree interessate nell’atto di mutare tramite<br />

la comunicazione.<br />

2.1. Coevoluzione e mutualismo<br />

Se si guarda allo spazio urbano <strong>come</strong> ad un biotopo,<br />

si vede che specie diverse interagiscono<br />

spesso mediante strategie cooperative (la simbiosi):<br />

«Da quando esiste la vita sulla terra, animali e<br />

piante sono riuniti in comunità viventi. Nel caso<br />

della colonizzazione di un nuovo spazio vitale,<br />

di un “biotopo”, si tratta sulle prime di comunità<br />

assai precarie in cui ogni specie cerca la propria<br />

“nicchia ecologica”» (Lindauer, 1992, p. 11).<br />

2.2. Lo spazio e gli organismi<br />

Una grande varietà e quantità di esseri viventi vivono<br />

in spazi condivisi, spesso in un rapporto indissolubile<br />

secondo il principio del mutualismo.<br />

Però, ciò che qui chiamiamo spazio, ha una connotazione<br />

peculiare: spazio ha qui il senso della<br />

continuità tra il piano degli organismi e quello<br />

della biosfera sino ad arrivare al di fuori di essa.<br />

Spazio ed esseri viventi stanno in un rapporto<br />

osmotico. Quale che sia l’area condivisa, gli or-<br />

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