Aldo Cesar Fagà - Rivista dell'Associazione Analisti Ambientali - BIOTOPI URBANI E RIGENERAZIONE - La struttura come scultura mutante

Articolo di Aldo Cesar Fagà, testo in cui l'artista guarda alla città (e ai contesti più in generale) come aree dove si sperimentano le relazioni tra i sistemi viventi, processo dove l'arte interpreta le aree interessate attraverso il rapporto che intercorre tra l'uomo, l'animale e il territorio su cui agiscono, ampliando le implicazioni al di là della biosfera. Attraverso le tappe dei suoi progetti d'arte iniziati nei primi anni ottanta, segue questo nuovo punto di vista che considerò, sin da allora, il vivente come il focus progettuale per un nuovo linguaggio dell'arte. Articolo di Aldo Cesar Fagà, testo in cui l'artista guarda alla città (e ai contesti più in generale) come aree dove si sperimentano le relazioni tra i sistemi viventi, processo dove l'arte interpreta le aree interessate attraverso il rapporto che intercorre tra l'uomo, l'animale e il territorio su cui agiscono, ampliando le implicazioni al di là della biosfera. Attraverso le tappe dei suoi progetti d'arte iniziati nei primi anni ottanta, segue questo nuovo punto di vista che considerò, sin da allora, il vivente come il focus progettuale per un nuovo linguaggio dell'arte.

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Le Valutazioni Ambientali - Valutare la rigenerazione urbana N. 2-2018 quelle aree degli edifici che non interessano direttamente l’architettura, l’arredo o il progettista, costituisce un’estensione dell’edificio, ne è parte integrante, un ponte verso lo spazio. I segnali coprono grandi distanze e interessano la verticalità, l’orizzontalità e riguardano spesso le tecnologie satellitari rivestendo perciò un notevole interesse riguardo allo spazio più in generale. Le radiofrequenze costituiscono quindi un aspetto della rappresentazione spaziale decodificabile secondo diversi codici percettivi: visivi, uditivi, spaziali, interessando sia animali che umani. Figura 3 – Solarium, 1984, intervento urbano sugli edifici. Comunicazione umana e animale nel contesto urbano (foto Nino Privitera, particolare). La prima installazione 1 – Perché l’uccello?, che raffigura un uccello perché esso è dotato di una capacità di orientamento intrinseca – fa riferimento ad una sorta di antenna interna e “vede” il territorio dall’alto. E qui vediamo un altro tema che accompagnava questi lavori, la serie delle Mappe immaginarie, serie di opere riferite al tema delle mappe. L’antenna è, quindi, insieme all’animale (qui l’uccello) quel nesso causale che implica la possibilità che l’arte consideri la comunicazione, la biocomunicazione come elemento da introdurre nelle operazioni estetiche. Le Mappe immaginarie costituiscono una serie di opere realizzate con disegni, foto e dipinti, mappe non realistiche come se la terra fosse vista dal 1. Si è scelto di definire “accorpamento” questo tipo di interventi per distinguerli dalle tradizionali installazioni. satellite; le sculture sono ispirate alle serre, piccole biosfere artificiali, e alla trasparenza di insetti, protozoi ed organismi marini. Ecco che le mappe, la percezione, la rappresentazione dello spazio dall’alto e la comunicazione legano uomo, animali, territorio (Figura 4). Aspetto fondamentale è che ciò, inoltre, congiunge la biologia, la fisica, la comunicazione e il comportamento in una continuità qui considerata come informazione. In questa concezione quella che tradizionalmente era intesa come forma non è più distinta dalla comunicazione e dal linguaggio 2 . 2. Nel 2001 il progetto era stato esteso all’esterno della biosfera con il programma che prevedeva la spedizione di un piccolo satellite per la visualizzazione della terra. Il progetto che aveva interessato e coinvolto diversi enti e gruppi di lavoro fu sospeso per la mia posizione di rinuncia riguardo alla spedizione di un oggetto in orbita geostazionaria. 164

Biotopi urbani e rigenerazione: la struttura come scultura mutante Figura 4 – Da sinistra: Scultura con elemento vegetale riferita alle serre-biosfere, 1983, Cabana garden, 1985 (foto Stella Magliocco); opera della serie delle Mappe immaginarie, 1983; Aerea, scultura-biosfera, 1983 (foto Aldo Palazzolo). 4. Esplorazione e organismi viventi Un momento indicativo per quanto riguarda l’interesse del paesaggio e gli organismi viventi si esplicita nell’anno 2000 nei concetti di esplorazione ed esperimento, curando la direzione di una residenza per artisti tenutasi nei comuni di diversi centri del comprensorio ibleo, in Sicilia. I laboratori e le attività si svolsero per l’arco di trenta giorni tra il mese di luglio ed agosto in un residenziale presso il Plesso Vaccaro, antico convento di Palazzolo Acreide, comune della zona iblea. In quell’occasione furono oltre 50 giovani artisti provenienti da tutto il mondo a partecipare al workshop e gli argomenti ruotavano intorno ai temi dell’ambiente e dei contesti delle realtà urbane. Si indirizzò il programma di studi e le riflessioni su una sostanziale analisi del concetto di spazio e di esplorazione. Lo spazio concepito come luogo non vincolato all’urbanità, ma rivolto all’idea di esplorazione associata ai concetti di limite, ricerca ed esperimento. In questa occasione l’arte venne considerata come prova di un’esperienza e non come spettacolo performativo. Vennero coinvolte quelle aree proprie delle esplorazioni naturalistiche e dei contesti estremi in natura (fondali marini) e si tentò il collegamento tra aree delle superfici marine e degli abissi, tra fenomeni ed esseri viventi degli specifici contesti, interazione interspecie rivolta a gruppi di animali in ampie aree incontrollabili. Il linguaggio, ancora una volta, fu decisivo in questo concetto di forma che tenta di realizzarsi attraverso l’interazione tra organismi viventi diversi. 4.1. L’Esperimento Posologia Il laboratorio fu indirizzato alla realizzazione di un esperimento d’arte (Figura 5), il primo sulla bioluminescenza e con esseri viventi nel loro contesto naturale. Il cantiere allestito sulla costa vide la realizzazione di macchine-sculture galleggianti e luminose studiate per l’occasione, macchine che sarebbero state agite dai “performer” secondo l’obiettivo dell’esperimento. Il performer si trovava all’interno della scultura-struttura perché, come nel caso della simbiosi, all’interno di un altro sistema. Le macchine furono progettate come oggetti-scultura e considerare come enti di transizione linguistica, costruite con il rigoroso limite di utilizzare solo oggetti trovati in aree vicine. Le mutazioni mediate da comunicazione e influenzate dal comportamento dove si inserisce il concetto di osmosi tra uomini e altre specie nei contesti naturali furono, tra gli altri aspetti, 165

Le Valutazioni <strong>Ambientali</strong> - Valutare la rigenerazione urbana N. 2-2018<br />

quelle aree degli edifici che non interessano direttamente<br />

l’architettura, l’arredo o il progettista,<br />

costituisce un’estensione dell’edificio, ne è parte<br />

integrante, un ponte verso lo spazio. I segnali coprono<br />

grandi distanze e interessano la verticalità,<br />

l’orizzontalità e riguardano spesso le tecnologie<br />

satellitari rivestendo perciò un notevole interesse<br />

riguardo allo spazio più in generale. Le radiofrequenze<br />

costituiscono quindi un aspetto della rappresentazione<br />

spaziale decodificabile secondo<br />

diversi codici percettivi: visivi, uditivi, spaziali,<br />

interessando sia animali che umani.<br />

Figura 3 – Solarium, 1984, intervento urbano sugli edifici. Comunicazione umana e animale nel contesto urbano<br />

(foto Nino Privitera, particolare).<br />

<strong>La</strong> prima installazione 1 – Perché l’uccello?, che<br />

raffigura un uccello perché esso è dotato di una<br />

capacità di orientamento intrinseca – fa riferimento<br />

ad una sorta di antenna interna e “vede” il territorio<br />

dall’alto. E qui vediamo un altro tema che<br />

accompagnava questi lavori, la serie delle Mappe<br />

immaginarie, serie di opere riferite al tema delle<br />

mappe. L’antenna è, quindi, insieme all’animale<br />

(qui l’uccello) quel nesso causale che implica la<br />

possibilità che l’arte consideri la comunicazione,<br />

la biocomunicazione <strong>come</strong> elemento da introdurre<br />

nelle operazioni estetiche.<br />

Le Mappe immaginarie costituiscono una serie di<br />

opere realizzate con disegni, foto e dipinti, mappe<br />

non realistiche <strong>come</strong> se la terra fosse vista dal<br />

1. Si è scelto di definire “accorpamento” questo tipo di interventi<br />

per distinguerli dalle tradizionali installazioni.<br />

satellite; le sculture sono ispirate alle serre, piccole<br />

biosfere artificiali, e alla trasparenza di insetti,<br />

protozoi ed organismi marini. Ecco che le mappe,<br />

la percezione, la rappresentazione dello spazio<br />

dall’alto e la comunicazione legano uomo,<br />

animali, territorio (Figura 4).<br />

Aspetto fondamentale è che ciò, inoltre, congiunge<br />

la biologia, la fisica, la comunicazione e il<br />

comportamento in una continuità qui considerata<br />

<strong>come</strong> informazione. In questa concezione quella<br />

che tradizionalmente era intesa <strong>come</strong> forma non è<br />

più distinta dalla comunicazione e dal linguaggio 2 .<br />

2. Nel 2001 il progetto era stato esteso all’esterno della biosfera<br />

con il programma che prevedeva la spedizione di un<br />

piccolo satellite per la visualizzazione della terra. Il progetto<br />

che aveva interessato e coinvolto diversi enti e gruppi di<br />

lavoro fu sospeso per la mia posizione di rinuncia riguardo<br />

alla spedizione di un oggetto in orbita geostazionaria.<br />

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