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Aldo Cesar Fagà - Rivista dell'Associazione Analisti Ambientali - BIOTOPI URBANI E RIGENERAZIONE - La struttura come scultura mutante

Articolo di Aldo Cesar Fagà, testo in cui l'artista guarda alla città (e ai contesti più in generale) come aree dove si sperimentano le relazioni tra i sistemi viventi, processo dove l'arte interpreta le aree interessate attraverso il rapporto che intercorre tra l'uomo, l'animale e il territorio su cui agiscono, ampliando le implicazioni al di là della biosfera. Attraverso le tappe dei suoi progetti d'arte iniziati nei primi anni ottanta, segue questo nuovo punto di vista che considerò, sin da allora, il vivente come il focus progettuale per un nuovo linguaggio dell'arte.

Articolo di Aldo Cesar Fagà, testo in cui l'artista guarda alla città (e ai contesti più in generale) come aree dove si sperimentano le relazioni tra i sistemi viventi, processo dove l'arte interpreta le aree interessate attraverso il rapporto che intercorre tra l'uomo, l'animale e il territorio su cui agiscono, ampliando le implicazioni al di là della biosfera. Attraverso le tappe dei suoi progetti d'arte iniziati nei primi anni ottanta, segue questo nuovo punto di vista che considerò, sin da allora, il vivente come il focus progettuale per un nuovo linguaggio dell'arte.

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Biotopi urbani e rigenerazione: la <strong>struttura</strong> <strong>come</strong> <strong>scultura</strong> <strong>mutante</strong><br />

la più complessa, ricca e rivoluzionaria vicenda<br />

del segno quale fenomeno che precede ogni interpretazione<br />

superficialmente significata, escludendo,<br />

a priori, una vastissima gamma di segni<br />

e possibilità. Questo modello non è rivolto alla<br />

città, all’animale o all’uomo, ma considera tutte<br />

le parti del contesto <strong>come</strong> oggetto di interesse nel<br />

cambiamento. Come abbiamo visto la biomimesi<br />

trae ispirazione dalle forme e dai principi della<br />

natura e talvolta il design prende spunto dalle forme<br />

prodotte dagli animali; ad esempio in architettura<br />

si copia la <strong>struttura</strong> del nido degli uccelli<br />

a fini progettuali. Considerando questo dal punto<br />

di vista solo umano si trascura, evidentemente,<br />

il fatto che anche gli animali tendono ad avere<br />

una parte attiva nel rapporto con il manufatto e le<br />

opere umane; modificano infatti i prodotti umani<br />

per i loro scopi (Figura 1).<br />

Figura 1 – Esempio di cicogne che occupano un elemento artificiale adattando le strutture presenti in area urbana ai propri<br />

scopi (foto <strong>Aldo</strong> <strong>Cesar</strong> <strong>Fagà</strong>).<br />

Dal nostro punto di vista l’uomo è quindi parte<br />

sostanziale del processo insieme agli altri soggetti.<br />

Gli aspetti visuali e “plastici” degli oggetti<br />

di cui si parla, modificati da parte degli animali<br />

o dall’uomo, non traggano in inganno; questo è<br />

solo uno degli aspetti. Il processo che qui è definito<br />

<strong>mutante</strong> interessa una vasta serie di elementi<br />

non solo materiali ed è in costante, progressiva<br />

espansione e integrazione, non ha fine ed è sempre<br />

aperto.<br />

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