Rivista "Agricoltura" Regione Piemonte - n.95 dicembre 2018
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SALUTE INDIVIDUALE/<br />
SALUTE COLLETTIVA<br />
Chi sta nel bosco può vedere la salute degli<br />
alberi ma per valutare la salute del bosco<br />
è necessario uscirne. Analogamente, chi sta<br />
in ospedale vede la salute dei pazienti ma<br />
la salute collettiva si valuta al di fuori degli<br />
ospedali mettendo in relazione dati sanitari,<br />
ambientali, sociali ed economici.<br />
L’epidemiologia è la scienza che studia la salute<br />
collettiva e che, utilizzando informazioni<br />
disponibili, strumenti di analisi statistica ed<br />
eventuali modelli predittivi è in grado di valutare<br />
lo stato di salute della popolazione e di<br />
individuare le principali fonti di rischio.<br />
È solo tramite l’incrocio tra dati ambientali,<br />
territoriali e urbanistici, epidemiologici,<br />
della mortalità così come di altri indicatori<br />
sanitari, demografici, culturali e sociali che<br />
si può tracciare, per una determinata popolazione,<br />
una serie di scenari utili a regolare<br />
e a prevedere, quando necessario, azioni di<br />
politica sanitaria che possano migliorare la<br />
salute della popolazione.<br />
L’ambiente può influire indirettamente<br />
o direttamente sulla salute: può favorire la<br />
circolazione di agenti patogeni e altri fattori<br />
biologici, come ad esempio i pollini e altri allergeni,<br />
che colpiscono, quando presenti, la<br />
popolazione suscettibile ma può anche agire<br />
per mezzo di fattori non biologici, come la<br />
presenza di contaminanti chimici e fisici.<br />
In quest’ultimo caso, è più difficile determinare<br />
una relazione causa-effetto<br />
perché i segnali di malattia possono verificarsi<br />
dopo anni dall’esposizione al rischio<br />
e non sono quasi mai così specifici<br />
da poter essere collegati con certezza ad<br />
un’unica fonte di rischio.<br />
In generale, la prevenzione delle malattie<br />
di origine ambientale richiede attenzioni<br />
su tutte le politiche (urbanistiche, industriali,<br />
agricole, energetiche, dei trasporti<br />
ecc.) che modellano il territorio, utilizzano<br />
risorse primarie o immettono nell’ambiente<br />
sostanze inquinanti.<br />
Tutti abbiamo in famiglia almeno un<br />
parente che, pur conducendo una vita sregolata,<br />
ha superato gli 80 anni senza gravi<br />
acciacchi. Chi non si preoccupa della propria<br />
salute (fin quando è sano!) ama chiamare<br />
in causa questi esempi negativi per<br />
giustificare le proprie debolezze.<br />
Non tutti sanno, invece, che oltre il 70%<br />
della mortalità è dovuta a malattie croniche<br />
non infettive, come il cancro, il diabete,<br />
l’infarto e l’ictus e che le principali cause<br />
che generano questi eventi spesso mortali<br />
sono l’alimentazione scorretta e la sedentarietà<br />
(entrambe alla base dell’obesità),<br />
il fumo, l’eccesso di alcool e l’esposizione<br />
prolungata a sostanze chimiche pericolose.<br />
Non tutti sanno che, alle condizioni attuali,<br />
circa il 25% della popolazione piemontese ha<br />
già incontrato o incontrerà un tumore nella<br />
propria vita e che le scienze mediche, oltre ad<br />
occuparsi della clinica e della chirurgia su pazienti<br />
oncologici, hanno dimostrato che una<br />
buona parte dei tumori potrebbe essere prevenuta<br />
ed evitata adottando semplicemente<br />
uno stile di vita appropriato. Gli esperti parlano<br />
di “stili di vita” non corretti e invitano<br />
ad abbandonare le cattive abitudini facendo<br />
cose semplici che aiutano a vivere meglio e<br />
più a lungo, come mangiare più frutta e verdura,<br />
mangiare bene senza esagerare in quantità,<br />
camminare molto, non fumare, limitare<br />
il consumo di alcool, stare il più possibile<br />
all’aria pulita, ridere ed amare senza limiti.<br />
Queste semplici regole funzionano sulle persone<br />
sane perché aiutano a prevenire le gravi<br />
malattie già citate ma sono molto efficaci<br />
anche sulle persone che si sono già ammalate<br />
perché aiutano a prevenire le recidive.<br />
La prevenzione<br />
delle malattie di<br />
origine ambientale<br />
richiede attenzioni<br />
su tutte le politiche<br />
che modellano il<br />
territorio, utilizzano<br />
risorse primarie<br />
o immettono<br />
nell’ambiente<br />
sostanze inquinanti<br />
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