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Aldo Cesar Fagà - Urban biotopes and regeneration - The structure as a mutant sculpture

Article by Aldo Cesar Fagà, text in which the artist looks to the city (and to contexts more generally) as areas where relationships between living systems are experienced, a process where art interprets the areas concerned through the relationship between man, the animal and the territory on which they act, expanding the implications beyond the biosphere. Through the stages of his art projects started in the early eighties, he follows this new point of view which he considered, ever since, the living as the design focus for a new language of art.

Article by Aldo Cesar Fagà, text in which the artist looks to the city (and to contexts more generally) as areas where relationships between living systems are experienced, a process where art interprets the areas concerned through the relationship between man, the animal and the territory on which they act, expanding the implications beyond the biosphere. Through the stages of his art projects started in the early eighties, he follows this new point of view which he considered, ever since, the living as the design focus for a new language of art.

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RIVISTA<br />

DELLA<br />

ASSOCIAZIONE ANALISTI AMBIENTALI<br />

ISSN 2611-4321 | ISSN ONLINE 2611-5336 | www.levalutazioniambientali.it - N. 2 | Luglio-Dicembre 2018 - Periodico semestrale


LE VALUTAZIONI AMBIENTALI<br />

<br />

N. 2 | 2018 - VALUTARE LA RIGENERAZIONE URBANA<br />

DIRETTORE RESPONSABILE<br />

P<strong>as</strong>quale De Toro<br />

COMITATO SCIENTIFICO<br />

· Maria Belvisi<br />

· Gabriele Bollini<br />

· Angela Colucci<br />

· Sergio Malcevschi<br />

· Antonio Saturnino<br />

· Aless<strong>and</strong>ro Segale<br />

· Mario Cirillo<br />

· Giuseppe Gisotti<br />

· Marcello Magoni<br />

· <strong>Aldo</strong> Ravazzi<br />

· Renato Vismara<br />

· Mario Zambrini<br />

COMITATO EDITORIALE<br />

· Luca Bisogni<br />

· Aless<strong>and</strong>ro Bonifazi<br />

· Stefania De Medici<br />

· Giovanna Fontana<br />

· Nicola N<strong>as</strong>ini<br />

· Paola Pluchino<br />

www.levalutazioniambientali.it<br />

ISSN 2611-4321<br />

ISSN Online 2611-5336<br />

Periodico Semestrale<br />

UFFICIO EDITORIALE<br />

Via Montecalvario 40/3 | 85050 Brienza (PZ)<br />

REDAZIONE<br />

<br />

Piazzale Mor<strong>and</strong>i 2 | 20121 Milano<br />

IN COPERTINA<br />

Napoli, Campus Universitario dell’Ateneo Federico II a San<br />

Giovanni a Teduccio<br />

Foto di P<strong>as</strong>quale De Toro<br />

San Giovanni a Teduccio costituisce un quartiere dell’area periferica<br />

orientale della città di Napoli. Nell’aprile del 2015 è stato qui inaugurato<br />

il Polo Universitario che ospita i Corsi di Laurea in Ingegneria. Il<br />

<br />

ed ospitare, oltre a quelle della didattica, iniziative di ricerca e tr<strong>as</strong>ferimento<br />

tecnologico. Inizialmente ha offerto nove aule didattiche,<br />

capaci di ospitare circa 1.000 posti/studente, un’Aula Magna per 430<br />

posti, spazi di studio per circa 600 mq, laboratori informatici, biblioteche,<br />

un parcheggio per 400 posti/auto ed un parco pubblico. Esso<br />

è sorto nell’area dell’ex stabilimento industriale Cirio e ha costituito<br />

una occ<strong>as</strong>ione per la rigenerazione urbana e la rin<strong>as</strong>cita di Napoli Est,<br />

nell’ambito di un progetto più ampio previsto dal Piano <strong>Urban</strong>istico<br />

Attuativo di San Giovanni a Teduccio. Il polo universitario è anche<br />

sede della Federico II Hub (struttura per Spin-off, Start-up e Joint-Lab),<br />

per la cooperazione con il tessuto industriale e, da ottobre 2016, il<br />

polo universitario ospita i corsi della Apple Developer Academy volti<br />

ad offrire agli studenti l’acquisizione di competenze pratiche e una<br />

<br />

DISCLAIMER<br />

I comitati e l'editore non sono responsabili di eventuali errori o<br />

omissioni presenti negli articoli della rivista.<br />

L'editore publisher makes no warranty, express or implied, with<br />

respect to the material contained herein.<br />

EDITORE<br />

Le Penseur di Antonietta Andriuoli<br />

Via Montecalvario 40/3 | 85050 BRIENZA (PZ) - ITALY<br />

Tel. (+ 39) 0975 381775 | www.lepenseur.it<br />

<br />

www.levalutazioniambientali.it


INDICE<br />

In questo numero<br />

N. 2 | 2018<br />

LE VALUTAZIONI AMBIENTALI<br />

VALUTARE LA RIGENERAZIONE URBANA<br />

EDITORIALE<br />

P<strong>as</strong>quale De Toro<br />

7<br />

INTRODUZIONE AL TEMA<br />

Nuova urbanistica e rigenerazione urbana<br />

a cura di Gabriele Bollini<br />

9<br />

PARTE PRIMA<br />

STRATEGIE E APPROCCI PER LA RIGENERAZIONE URBANA<br />

Processi di rigenerazione e metabolismo urbano<br />

Maria Rosa Vittadini<br />

Morfologia termica della città. Un indicatore per la rigenerazione urbana<br />

sostenibile a supporto di azioni come il rinverdimento, il raffrescamento delle<br />

<br />

Alfonso Crisci, Marco Morabito, Luca Corsato, Aless<strong>and</strong>ro Messeri, Teodoro Georgiadis<br />

L’urbanistica nel terzo millennio<br />

Silvia Viviani<br />

Il terreno dei beni comuni<br />

Carmine Piscopo<br />

Beni comuni e resilienza<br />

Martina Bosone<br />

19<br />

35<br />

47<br />

61<br />

67<br />

3


Le Valutazioni Ambientali - Valutare la rigenerazione urbana N. 2-2018<br />

PARTE SECONDA<br />

VALUTAZIONI E PROGETTI PER LA RIGENERAZIONE URBANA<br />

Qualità e resilienza ambientale nelle proposte di intervento per il sud Milano:<br />

un’analisi quanti-qualitativa delle infr<strong>as</strong>trutture verdi<br />

Elena Mussinelli, Andrea Tartaglia, Davide Cerati, Giovanni C<strong>as</strong>taldo<br />

Caratterizzazione di suolo e vegetazione per lo sviluppo di orti urbani<br />

condivisi: il c<strong>as</strong>o studio del parco urbano di Scampia, Napoli<br />

Luigi Ruggiero, Diana Agrelli, Pierpaolo Moretti, Riccardo Motti, Paola Adamo<br />

<br />

Luca Caruso<br />

<br />

storico di Sessa Aurunca<br />

Carolina Capone, Rosa Corradino, Angela Galeano, Valentina Travaglino<br />

Una nuova porta per Monte di Procida: la stazione marittima e la piazza a mare<br />

<br />

Biotipi urbani e rigenerazione: la struttura come scultura <strong>mutant</strong>e<br />

<strong>Aldo</strong> <strong>Cesar</strong> <strong>Fagà</strong><br />

79<br />

99<br />

109<br />

127<br />

149<br />

157<br />

STUDI E RICERCHE<br />

<br />

Andrea Nardini, Giulio Conte<br />

175<br />

4


BIOTIPI URBANI E RIGENERAZIONE:<br />

LA STRUTTURA COME SCULTURA MUTANTE<br />

<strong>Aldo</strong> <strong>Cesar</strong> <strong>Fagà</strong><br />

SDS di Architettura - Siracusa, Università di Catania<br />

Parole chiave: Struttura <strong>mutant</strong>e, Biocomunicazione, Sistemi ecolutivi,<br />

Città, Segnali, Animali.<br />

ABSTRACT<br />

Nel presente articolo si propone un’analisi del contesto urbano dal punto di vista<br />

dei linguaggi e della biocomunicazione attraverso il rilievo dei segni/segnali comunicativi<br />

operanti nelle relazioni cooperative tra i sistemi biologici che colonizzano<br />

un’area. I temi vengono esaminati secondo il valore comunicativo, considerati<br />

per il loro contenuto espressivo, percettivo, materiale, tecnico, semiotico; l’arte,<br />

il design, gli spazi, non solo urbani, sono dunque valutati mediante il feedback<br />

interspecie uomo/animale e l’<strong>as</strong>sunto mira a indicare le strutture e i dispositivi a tal<br />

scopo orientati sia in contesti urbani che extraurbani riguardo alla rigenerazione<br />

quali strutture adattative e <strong>mutant</strong>i.<br />

1. Introduzione<br />

Le condotte riferite ai linguaggi nei contesti urbani sono qui intese<br />

come spiragli in chiave espressiva, concettuale e comportamentale<br />

quali possibili nuovi indici di relazione tra arte, architettura, design<br />

e la spazialità è saggiata quale sedizione dei segni comunicativi<br />

palesati o palesabili dagli animali e dagli uomini nelle aree interessate.<br />

Sotto questo <strong>as</strong>petto il contesto urbano non è considerato<br />

-<br />

<br />

vitali sorte tra gli organismi nel biotopo, forme di vita che hanno<br />

colonizzato l’area interessata. In questo senso, sarebbe la condotta<br />

-<br />

<br />

di questo concetto di crescita e di formazione è comportamento<br />

mente<br />

metaforico soggiacente all’idea di metabolismo urbano. In<br />

tal senso semiotico.<br />

157


Le Valutazioni Ambientali - Valutare la rigenerazione urbana N. 2-2018<br />

Sulle tracce del tema urbano ci imbattiamo nel<br />

movimento metabolista che nacque, come è noto,<br />

dall’incontro del gruppo di architetti giapponesi<br />

che lo fondò in occ<strong>as</strong>ione della World Design<br />

Conference di Tokyo del 1960, circostanza in cui<br />

<br />

<br />

frutto di metafore tese a considerare la metropoli<br />

<br />

di vista formale, quanto per l’idea di estensione<br />

nazioni<br />

modulari, sia additive che sottrattive. Si<br />

guardava a questo processo di crescita della città<br />

verso le aree limitrofe come a funzioni vitali, talvolta<br />

in osmosi con sistemi vegetali. Dall’utopia<br />

cetto<br />

si fa oggi ricerca di un equilibrio che studia<br />

i processi biologici cerc<strong>and</strong>o modi per conciliare<br />

il rapporto tra il consumo di risorse e le ricadute<br />

ambientali. Tali riferimenti <strong>as</strong>sumono in questa<br />

accezione anche il tratto distintivo di obiettivi<br />

tout<br />

court tica,<br />

dalla chimica e dall’ecologia urbana. Molto<br />

in sintesi: la città è un sistema aperto come una<br />

cellula che in ingresso ha scambi con l’esterno<br />

sotto forma di risorse nutritive, in uscita con la<br />

sortita di prodotti e scorie. In questi approcci, dal<br />

confronto con una numerosa serie di fattori multi-<br />

<br />

da seguire. La ricerca in tale direzione dovrà però<br />

tener conto di una eredità culturale e tecnologica<br />

<br />

presentarsi sotto forma di schemi derivati dalla<br />

<br />

matematicamente prevedibile se non appunto en-<br />

<br />

<br />

È un sapere tecnologico guidato dalla biomimesi,<br />

il ben noto procedimento con cui si guarda alla<br />

natura come fonte d’ispirazione per la progettazione<br />

di oggetti o attraverso il quale orientare<br />

<br />

cammino lunghissimo, cosa che i designer sanno<br />

bene; fuori da ogni pregiudizio, questi orientamenti<br />

verso la natura non sarebbero propri della<br />

scienza moderna né della nostra cultura. L’uomo<br />

ha sempre avuto una continua relazione simbiotica<br />

con il territorio; questi processi costituiscono<br />

piuttosto fattori imprescindibili. La tesi della<br />

<br />

gli umani, d<strong>and</strong>o (e sembra una tautologia) fon-<br />

<br />

tendenza dell’uomo verso la natura, verso il vi-<br />

<br />

un’acquisizione evolutiva da parte dell’uomo di<br />

questa tendenza in quanto coevoluzione genetica<br />

e culturale: «Insomma, la cultura è creata e<br />

modellata da processi biologici, mentre contemporaneamente<br />

i processi biologici sono alterati<br />

in risposta al mutamento culturale» (Lumsden &<br />

Wilson, 1984, p. 156).<br />

A tal proposito, scegliamo tra i tantissimi esempi<br />

noti nel design, nella scienza, nell’arte, il c<strong>as</strong>o del<br />

celebre Crystal Palace eretto a Londra in occ<strong>as</strong>ione<br />

della Great Exhibition del 1851, in cui il<br />

to,<br />

l’architetto e botanico Joseph Paxton, si ispirò<br />

alle caratteristiche strutturali della ninfea Victoria<br />

Amazonica. Ma l’atteggiamento verso la natura,<br />

la scienza, il progetto, non è sempre così simmetrico.<br />

Numerosi artisti, architetti e designer hanno<br />

guardato al corpo umano e, più ampiamente, alla<br />

materialità intendendo la faccenda naturale come<br />

da superare, talvolta come obsoleta. Ad esempio,<br />

autori partigiani della dicotomia analogico/digitale<br />

(atomi contro bit) come Nichol<strong>as</strong> Negroponte<br />

(Essere digitali, 1995) che, in fondo, ripropongono<br />

uno schema derivato dal dualismo cartesiano:<br />

res cogitans e res extensa, realtà dove il vecchio<br />

158


Biotipi urbani e rigenerazione: la struttura come scultura <strong>mutant</strong>e<br />

<br />

lo<br />

stesso fenomeno digitale. In alcune accezioni<br />

<br />

evolverebbero verso nuove forme in direzione<br />

di un mondo immateriale. Dietro questa voga<br />

minista<br />

e meccanicista avversa al mondo biologico,<br />

erede di certo positivismo ottocentesco. E<br />

questo, a parte alcune eccezioni, anche qu<strong>and</strong>o<br />

più recentemente l’artista indossa il camice da<br />

scienziato prelev<strong>and</strong>o tecniche dal mondo della<br />

biologia e dalla botanica con uno stilema dove<br />

imita la scienza. In arte e design queste tendenze<br />

gneria<br />

genetica, alle intrusioni protesiche e alle<br />

ciali,<br />

tecniche e psicologiche. Questa attitudine<br />

sembra però tr<strong>as</strong>curare che in natura nulla resta<br />

immutato: cambiamento, simbiosi e metamorfosi<br />

costituiscono la regola. Tali esegeti pare non notino<br />

la soverchiante preponderanza di questi <strong>as</strong>petti<br />

e sono così costretti ad un forzato inseguimento<br />

delle applicazioni tecnologiche e dei nuovi prodotti,<br />

esausto frutto della tarda era postindustriale.<br />

L’approccio risulta tautologico agendo dentro<br />

ad un sistema di segni, quello della natura, dei<br />

fenomeni e della società, dove è già all’opera la<br />

metamorfosi di cui si tratta.<br />

Relativamente alla metodologia utilizzata si deve<br />

evidenziare che il lavoro relativo ai principi di<br />

adattamento e mutazione come linguaggio che<br />

sta tra arte e design e interessa uomo ed animali è<br />

stato avviato nei primi anni Ottanta. Nel presente<br />

articolo, si propone dunque questo approccio<br />

<br />

sioma<br />

così formulato: «Per ecolutivi si intendano<br />

sistemi che producono effetti in aree macroscopiche<br />

non limitate ai dispositivi materiali ed imma-<br />

<br />

capaci di generare esiti tangibili sull’ambiente,<br />

sull’uomo, organismi viventi tra loro connessi in<br />

so<br />

adattativo-evolutivo, comportamento, linguaggio,<br />

struttura genetica» (<strong>Fagà</strong>, 2008).<br />

2. La struttura come scultura<br />

<strong>mutant</strong>e<br />

Con ciò si intende il contesto urbano come l’area<br />

dove gli scambi tra i sistemi viventi siano l’<strong>as</strong>petto<br />

b<strong>as</strong>ilare. Animali, piante, uomo sono parti dinamiche<br />

del processo che attivano il cambiamento<br />

delle aree interessate nell’atto di mutare tramite<br />

la comunicazione.<br />

2.1. Coevoluzione e mutualismo<br />

Se si guarda allo spazio urbano come ad un biotopo,<br />

si vede che specie diverse interagiscono<br />

spesso mediante strategie cooperative (la simbiosi):<br />

«Da qu<strong>and</strong>o esiste la vita sulla terra, animali e<br />

piante sono riuniti in comunità viventi. Nel c<strong>as</strong>o<br />

della colonizzazione di un nuovo spazio vitale,<br />

<br />

<strong>as</strong>sai precarie in cui ogni specie cerca la propria<br />

<br />

2.2. Lo spazio e gli organismi<br />

Una gr<strong>and</strong>e varietà e quantità di esseri viventi vivono<br />

in spazi condivisi, spesso in un rapporto indissolubile<br />

secondo il principio del mutualismo.<br />

Però, ciò che qui chiamiamo spazio, ha una connotazione<br />

peculiare: spazio ha qui il senso della<br />

continuità tra il piano degli organismi e quello<br />

della biosfera sino ad arrivare al di fuori di essa.<br />

Spazio ed esseri viventi stanno in un rapporto<br />

osmotico. Quale che sia l’area condivisa, gli or-<br />

159


Le Valutazioni Ambientali - Valutare la rigenerazione urbana N. 2-2018<br />

<br />

ganismi, sebbene <strong>as</strong>sai differenti, sono in rappor-<br />

ganismo<br />

ospite ed ospitato non potrebbero vivere<br />

l’uno senza l’altro.<br />

2.3. Segno, segnale e<br />

comunicazione<br />

Segno e segnale sono parte di questi processi e<br />

sono intesi, tanto come biologici che letti come<br />

informazione e, viceversa, come segno che si fa<br />

evidenza biologica. La teoria dell’informazione,<br />

la biosemiotica e la zoosemiotica possono interessare<br />

quali punti di congiunzione tra l’evento<br />

biologico e la semiotica. Questi costituiscono gli<br />

guaggio,<br />

l’<strong>as</strong>petto dell’informazione e della co-<br />

tori<br />

terminologici propri della patologia medica,<br />

-<br />

ne<br />

degli indici osservabili, relative ai mutamenti<br />

delle condizioni corporee, e cioè alle malattie,<br />

<br />

<br />

Carnap); in tal senso essa coinvolge lo studio di<br />

tutte le modalità di comunicazione tra organismi<br />

o tra frazioni di un organismo […] Secondo Sebeok,<br />

zoosemiotica e antroposemiotica occuperebbero<br />

due territori distinti, che verrebbero a sovrapporsi<br />

in quelle zone marginali in cui l’uomo<br />

condivide alcuni sistemi di comunicazione con<br />

altri esseri viventi» (Celli, 1976, p. 10).<br />

Come è vero che dobbiamo fare ricorso al contributo<br />

degli zoologi per tentare di avvicinarci al<br />

tema della biocomunicazione, è vero che questi<br />

hanno dovuto fare ricorso alla teoria dell’informazione<br />

formulata da Shannon & Weaver (1949)<br />

-<br />

<br />

usata come guida per la lettura della comunicazione<br />

animale sulle b<strong>as</strong>i di quella umana mediata<br />

dalla tecnologia: «In ambito specialistico questa<br />

<br />

univoca. Dipende dalla prospettiva in b<strong>as</strong>e alla<br />

quale si considera l’elemento essenziale della<br />

comunicazione. Pertanto ci imbatteremo in de-<br />

<br />

teorico dell’informazione, dallo psicologo, dal<br />

<br />

combinazione degli <strong>as</strong>petti parziali e dei criteri<br />

potrà illustrare come stanno effettivamente le<br />

cose» (Lindauer, 1992, p. 17).<br />

Certamente, ogni volta che si parla di uomo, si<br />

parla di linguaggio, si parla di animale, si parla di<br />

spazio. Da qualsi<strong>as</strong>i punto di questa quaterna si<br />

inizi, si giungerà inevitabilmente alle altre. Tale è<br />

il nesso sostanziale che in questo processo sulla<br />

città e sul segno interessa. L’approccio alla questione<br />

urbana ha considerato sin dal 1983, di primaria<br />

importanza il linguaggio, ma con ciò non<br />

<br />

intenti, lo si ribadisca, in quanto arte. Tutt’altro.<br />

Se si considera tale azione dal punto di vista dei<br />

segni nella realtà urbana in quanto struttura che<br />

<br />

segnale nella più ampia accezione ed evenienza.<br />

La comunicazione non è pensata solo come<br />

la ricerca di una vincolata e diretta interazione<br />

tra uomo ed animale come potrebbe intendersi;<br />

rebbe<br />

il suo obiettivo rendendo vana l’azione.<br />

Se, ad esempio, cerchiamo di tendere soltanto<br />

viamente,<br />

(per quel che ne sappiamo) il più vicino<br />

all’uomo e alla complessità di un linguaggio<br />

simbolico, lavoreremmo sotto l’effetto di un forte<br />

pregiudizio. Non già nell’umanizzare il processo<br />

ma perché, così oper<strong>and</strong>o, si perderebbe di vista<br />

160


Biotipi urbani e rigenerazione: la struttura come scultura <strong>mutant</strong>e<br />

la più complessa, ricca e rivoluzionaria vicenda<br />

del segno quale fenomeno che precede ogni in-<br />

dendo,<br />

a priori, una v<strong>as</strong>tissima gamma di segni<br />

e possibilità. Questo modello non è rivolto alla<br />

città, all’animale o all’uomo, ma considera tutte<br />

le parti del contesto come oggetto di interesse nel<br />

cambiamento. Come abbiamo visto la biomimesi<br />

trae ispirazione dalle forme e dai principi della<br />

natura e talvolta il design prende spunto dalle forme<br />

prodotte dagli animali; ad esempio in architettura<br />

si copia la struttura del nido degli uccelli<br />

<br />

di vista solo umano si tr<strong>as</strong>cura, evidentemente,<br />

il fatto che anche gli animali tendono ad avere<br />

una parte attiva nel rapporto con il manufatto e le<br />

<br />

per i loro scopi (Figura 1).<br />

<br />

<br />

Dal nostro punto di vista l’uomo è quindi parte<br />

sostanziale del processo insieme agli altri sog-<br />

<br />

<br />

o dall’uomo, non traggano in inganno; questo è<br />

nito<br />

<strong>mutant</strong>e interessa una v<strong>as</strong>ta serie di elementi<br />

non solo materiali ed è in costante, progressiva<br />

pre<br />

aperto.<br />

161


Le Valutazioni Ambientali - Valutare la rigenerazione urbana N. 2-2018<br />

2.4. Lo spazio e il corpo<br />

Qui interessa una idea di spazio che include un<br />

concetto degli accadimenti vicino alla Physis greca,<br />

cioè quel divenire che comprende tutti i fenomeni<br />

del mondo. Per certi versi questi <strong>as</strong>petti<br />

hanno attraversato arte, architettura e design con<br />

varie declinazioni come accadde, ad esempio,<br />

con il Tattilismo futurista ed il Futurismo più in<br />

generale, la sinestesia in K<strong>and</strong>inskji, l’Arte Cinetica,<br />

lo Spazialismo di Fontana, la Body Art, la Performance<br />

Art, la L<strong>and</strong> Art e l’ineludibile <strong>as</strong>petto<br />

fenomenologico dell’architettura e molti altri fatti<br />

culturali. Questi ci dicono dell’interessamento<br />

del corpo e dello spazio come argomenti espressivi,<br />

di conoscenza ed esplorativi. In questo percorso<br />

i riferimenti furono, alle origini, solo per<br />

citarne alcuni, ad esempio: acque, arie, luoghi<br />

di Ippocrate, De rerum natura di Lucrezio, La<br />

Metamorfosi delle piante di Goethe. E fu, ancora,<br />

tentativo di superare il linguaggio senza corpo<br />

che si espresse per tanto tempo con le aporie di<br />

<br />

si tentò di evitare la visione di una natura addo-<br />

<br />

2.5. Limiti<br />

La consapevolezza della forzatura che si esercitò<br />

era, in questi studi e lavori, molto chiara: nel<br />

1983 è stata fondamentale la dom<strong>and</strong>a: cosa accade<br />

se l’arte e il design si rivolgono ad un altro<br />

essere o a un animale, direzione in cui non vi sia<br />

la realizzazione di un manufatto o un elaborato<br />

creato per l’umano, non più rivolto al suo appa-<br />

<br />

dom<strong>and</strong>e nate da osservazioni sulla presenza, il<br />

ruolo e la ventura degli animali nei contesti urbani<br />

ed extraurbani e rivolte a quei segni incompleti,<br />

discr<strong>as</strong>ici, mancanti. Ma non fu un lavoro<br />

antispecista o ecologista, anche se tali questioni<br />

vi erano, implicite. Era, sin dai primi p<strong>as</strong>si, una<br />

ne<br />

tra le lingue, i segni, i segnali, gli spazi, i corpi.<br />

Nel progetto per il libro e manifesto Le Macchine<br />

Cambiarne, nato dall’incontro con l’amico scrittore<br />

Salvo Baccio, lungo l’itinerario già avviato<br />

di questi lavori, vengono espressi alcuni intenti<br />

già avviati da alcuni anni: «[...] preferiamo le forme<br />

leggere e mobili, le mutazioni di Proteo come<br />

quelle animali e botaniche attraversino ancora<br />

la genealogia delle arti e sussultino la genialità,<br />

<br />

le,<br />

esperimento continuo, tradizione e non avan-<br />

<br />

[…]. Le bestie della scienza catturano la nostra attenzione,<br />

le forme naturali nel regno non escluso<br />

dell’uomo [...]» (Baccio & <strong>Fagà</strong>, 1986).<br />

3. Città e comunicazioni<br />

3.1. Antenne, mappe, uomini e<br />

animali<br />

tromagnetiche<br />

sul sistema di orientamento di<br />

molte specie animali, essi infatti si posizionano<br />

spazialmente grazie al campo magnetico terrestre<br />

attraverso particolari recettori; alcuni uccelli,<br />

-<br />

<br />

<br />

testa è presente la magnetite, sostanza sensibile<br />

alle frequenze dei campi magnetici e possono in<br />

qualche c<strong>as</strong>o visualizzare tali frequenze sotto forma<br />

di stimolo visivo nella loro retina. Un sistema<br />

di orientamento simile è presente tra i cetacei e le<br />

interferenze delle radiofrequenze sembrano forti.<br />

È stato riscontrato tale sistema in moltissimi animali,<br />

dai ruminanti ai vermi, alle formiche; le api<br />

162


Biotipi urbani e rigenerazione: la struttura come scultura <strong>mutant</strong>e<br />

e altre specie hanno subito una pesante riduzione<br />

anche a causa dell’inquinamento elettromagnetico.<br />

Dunque, anche se si può riferire al fenomeno<br />

più generale dell’inquinamento elettromagnetico<br />

-<br />

<br />

vediamo quanto questo <strong>as</strong>petto interessi il territorio,<br />

la sua visualizzazione, la rappresentazione, il<br />

mi<br />

biologici. Nei primi progetti del 1983, come<br />

si vedrà, lo spazio venne inteso come continuità<br />

tra gli esseri ed i fenomeni nella biosfera, dove le<br />

radiofrequenze mediate da antenne, non più intese<br />

come disturbo, fossero considerate collega-<br />

<br />

reciprocamente (Figura 2). Nessi tra insetti, pesci,<br />

ragni, uomini, animali e piante che vengono problematicamente<br />

avvinti dai linguaggi, linguaggi<br />

essi stessi. Si ricorderà che, al tempo, di questi<br />

primi progetti, la diffusa tecnologia georeferenziata<br />

doveva ancora apparire: cellulari, Internet,<br />

Google Street e Google Maps, Google Earth, ovviamente,<br />

non esistevano e non si parlava certo<br />

<br />

<br />

<br />

3.2. Solarium<br />

Tra il 1983 e il 1985 gli interventi/installazioni<br />

ti<br />

nella zona del quartiere popolare di Grotta<br />

Santa in Siracusa e costituirono un deciso p<strong>as</strong>so<br />

verso l’osservazione e l’azione rivolta alla città.<br />

L’intervento prese il titolo latino Solarium, in italiano<br />

terrazza, interess<strong>and</strong>o quell’area degli edi-<br />

<br />

<br />

quanto l’animale-antenna sono enti di comunicazione.<br />

Concepiti inoltre come intrecci, bozzoli<br />

come intessuti da un ragno con forme di insetti,<br />

pesci, uccelli, libellule ed altre forme animali (Figura<br />

3). Lo stare in alto, sul terrazzo, è fondamen-<br />

<br />

muovono e arrivano.<br />

Restringendo la questione alla ricezione e tr<strong>as</strong>missione<br />

di informazioni via etere, vediamo come<br />

l’antenna sia strumento di mediazione della no-<br />

<br />

163


Le Valutazioni Ambientali - Valutare la rigenerazione urbana N. 2-2018<br />

rettamente<br />

l’architettura, l’arredo o il progettista,<br />

<br />

integrante, un ponte verso lo spazio. I segnali coprono<br />

gr<strong>and</strong>i distanze e interessano la verticalità,<br />

l’orizzontalità e riguardano spesso le tecnologie<br />

satellitari rivestendo perciò un notevole interesse<br />

riguardo allo spazio più in generale. Le radiofrequenze<br />

costituiscono quindi un <strong>as</strong>petto della rap-<br />

<br />

diversi codici percettivi: visivi, uditivi, spaziali,<br />

interess<strong>and</strong>o sia animali che umani.<br />

<br />

<br />

La prima installazione 1 <br />

<br />

capacità di orientamento intrinseca – fa riferimen-<br />

ritorio<br />

dall’alto. E qui vediamo un altro tema che<br />

accompagnava questi lavori, la serie delle Mappe<br />

immaginarie, serie di opere riferite al tema delle<br />

mappe. L’antenna è, quindi, insieme all’animale<br />

(qui l’uccello) quel nesso causale che implica la<br />

possibilità che l’arte consideri la comunicazione,<br />

la biocomunicazione come elemento da introdurre<br />

nelle operazioni estetiche.<br />

Le Mappe immaginarie costituiscono una serie di<br />

opere realizzate con disegni, foto e dipinti, mappe<br />

non realistiche come se la terra fosse vista dal<br />

venti<br />

per distinguerli dalle tradizionali installazioni.<br />

satellite; le sculture sono ispirate alle serre, picco-<br />

<br />

protozoi ed organismi marini. Ecco che le mappe,<br />

la percezione, la rappresentazione dello spazio<br />

dall’alto e la comunicazione legano uomo,<br />

animali, territorio (Figura 4).<br />

Aspetto fondamentale è che ciò, inoltre, congiun-<br />

<br />

comportamento in una continuità qui considerata<br />

come informazione. In questa concezione quella<br />

che tradizionalmente era intesa come forma non è<br />

più distinta dalla comunicazione e dal linguaggio 2 .<br />

2. Nel 2001 il progetto era stato esteso all’esterno della biosfera<br />

con il programma che prevedeva la spedizione di un<br />

piccolo satellite per la visualizzazione della terra. Il progetto<br />

che aveva interessato e coinvolto diversi enti e gruppi di<br />

lavoro fu sospeso per la mia posizione di rinuncia riguardo<br />

alla spedizione di un oggetto in orbita geostazionaria.<br />

164


Biotipi urbani e rigenerazione: la struttura come scultura <strong>mutant</strong>e<br />

-<br />

<br />

4. Esplorazione e organismi<br />

viventi<br />

Un momento indicativo per quanto riguarda<br />

l’interesse del paesaggio e gli organismi viventi<br />

si esplicita nell’anno 2000 nei concetti di esplorazione<br />

ed esperimento, cur<strong>and</strong>o la direzione di<br />

una residenza per artisti tenut<strong>as</strong>i nei comuni di<br />

diversi centri del comprensorio ibleo, in Sicilia.<br />

I laboratori e le attività si svolsero per l’arco di<br />

trenta giorni tra il mese di luglio ed agosto in un<br />

residenziale presso il Plesso Vaccaro, antico convento<br />

di Palazzolo Acreide, comune della zona<br />

iblea. In quell’occ<strong>as</strong>ione furono oltre 50 giovani<br />

artisti provenienti da tutto il mondo a partecipare<br />

al workshop e gli argomenti ruotavano intorno<br />

ai temi dell’ambiente e dei contesti delle realtà<br />

urbane. Si indirizzò il programma di studi e le<br />

<br />

di spazio e di esplorazione. Lo spazio concepito<br />

come luogo non vincolato all’urbanità, ma rivolto<br />

all’idea di esplorazione <strong>as</strong>sociata ai concetti<br />

di limite, ricerca ed esperimento. In questa occ<strong>as</strong>ione<br />

l’arte venne considerata come prova di<br />

un’esperienza e non come spettacolo performativo.<br />

Vennero coinvolte quelle aree proprie delle<br />

esplorazioni naturalistiche e dei contesti estremi<br />

in natura (fondali marini) e si tentò il collegamen-<br />

<br />

<br />

interazione interspecie rivolta a gruppi di animali<br />

in ampie aree incontrollabili. Il linguaggio, ancora<br />

una volta, fu decisivo in questo concetto di forma<br />

che tenta di realizzarsi attraverso l’interazione<br />

tra organismi viventi diversi.<br />

4.1. L’Esperimento Posologia<br />

Il laboratorio fu indirizzato alla realizzazione di<br />

un esperimento d’arte (Figura 5), il primo sulla<br />

bioluminescenza e con esseri viventi nel loro<br />

contesto naturale. Il cantiere allestito sulla costa<br />

vide la realizzazione di macchine-sculture galleggianti<br />

e luminose studiate per l’occ<strong>as</strong>ione, mac-<br />

<br />

secondo l’obiettivo dell’esperimento. Il performer<br />

si trovava all’interno della scultura-struttura<br />

perché, come nel c<strong>as</strong>o della simbiosi, all’interno<br />

di un altro sistema. Le macchine furono progettate<br />

come oggetti-scultura e considerare come enti<br />

di transizione linguistica, costruite con il rigoroso<br />

limite di utilizzare solo oggetti trovati in aree<br />

vicine. Le mutazioni mediate da comunicazione<br />

sce<br />

il concetto di osmosi tra uomini e altre specie<br />

nei contesti naturali furono, tra gli altri <strong>as</strong>petti,<br />

165


Le Valutazioni Ambientali - Valutare la rigenerazione urbana N. 2-2018<br />

l’oggetto di questo lavoro svoltosi durante il residenziale,<br />

poi sfociato in un cantiere sulle coste di<br />

Avola e Noto (Figura 6).<br />

Il laboratorio fu dapprima rivolto agli studi sul<br />

corpo umano e alle sculture realizzate a partire<br />

dagli anni Ottanta, tr<strong>as</strong>parenti e legate al mon-<br />

Figura 5 – Da sinistra: Esperimento Posologia, riferimenti, momenti durante l’esperimento con le macchine in azione.<br />

<br />

<br />

- Comune di Palazzolo Acreide. Comunità Europea, rada di Avola e Noto, <strong>Aldo</strong> <strong>Cesar</strong> <strong>Fagà</strong>, 2000.<br />

166


Biotipi urbani e rigenerazione: la struttura come scultura <strong>mutant</strong>e<br />

do animale, contenuti che avrebbero interessato<br />

le strutture realizzate sul mare (Figura 7). Altro<br />

elemento inserito fu quello del mezzo attraverso<br />

cui linguaggio di interazione si sarebbe espresso,<br />

la luce. La bioluminescenza è il linguaggio e la<br />

forma di comunicazione più antica apparsa sul<br />

nostro pianeta, esso è utilizzato da tempi remoti<br />

dai pescatori per attirare i pesci; particolari batteri<br />

inoltre, utilizzano la bioluminescenza come<br />

forma di comunicazione producendo il famoso<br />

portamenti<br />

primordiali sono stati mantenuti dalle<br />

cellule di tutto il vivente ed utilizzati come principio<br />

comunicativo tra loro. Quindi, oltre che linguaggio<br />

comunicativo rivolto ad un altro essere,<br />

tali componenti e comportamenti di interazione,<br />

sono dentro di noi, i principi costitutivi di quella<br />

informazione fanno parte dell’uomo.<br />

L’esperimento ha cercato di superare le barriere<br />

esistenti tra l’<strong>as</strong>petto performativo, l’esperienza,<br />

la prova, la dimostrazione, la comunicazione e la<br />

scienza nel territorio dell’arte, nei contesti naturali<br />

e coinvolgendo esseri viventi di diversa specie.<br />

Figura 7 – Momenti del workshop internazionale, elementi tematici insetti e organismi degli abissi di riferimento. Esperimen-<br />

<br />

Comunità Europea.<br />

167


Le Valutazioni Ambientali - Valutare la rigenerazione urbana N. 2-2018<br />

5. Interazione urbana<br />

5.1. Segnali animali, segnali umani<br />

Tra i momenti di studio sulla città e i processi che<br />

interessano la presenza di diverse specie nelle<br />

aree urbane vi è nel 2008 l’occ<strong>as</strong>ione in cui fu<br />

presentata una relazione ed una installazione per<br />

la Generative Art Conference tenut<strong>as</strong>i al Politecnico<br />

di Milano 3 . In sintesi, fu proposta l’idea che<br />

<br />

<br />

Le forme che si muovono e crescono all’interno<br />

di un dispositivo digitale rimangono estranee alla<br />

vita nel nostro mondo. Con il progetto Sistemi<br />

ecolutivi venne ripresa la questione della topo-<br />

<br />

urbani ed extraurbani, costituiscono l’estensione<br />

del linguaggio, non più rivolto dall’uomo all’uomo,<br />

ma dall’uomo all’animale, dall’animale<br />

all’uomo. L’arte che cambia la prospettiva di riferimento,<br />

non più pensata dall’uomo per l’uomo.<br />

Dispositivi comunicativi mediati da sistemi georeferenziati,<br />

traducono la possibilità di interazione<br />

simultanea tra le specie umana ed animale nella<br />

rete viaria, dove il progetto sperimentale si fa<br />

estensione invertita del linguaggio non più nelle<br />

gallerie, non più solo umana. Dispositivi ad azione<br />

sensoriale, acustica, impulsi visivi, elettronici,<br />

installati nelle reti viarie urbane ed extraurbane,<br />

aeree e marine e comunicazione via satellite poste<br />

tra le comuni segnaletiche e tracciati, e inseri-<br />

<br />

<br />

relativi contesti ambientali (Figura 8).<br />

Figura 8 – Ecoluzione, <strong>Aldo</strong> <strong>Cesar</strong> <strong>Fagà</strong>, 2008. Frame due stadi dell’evoluzione del sistema nel contesto stradale. Installazione<br />

e presentazione alla Conferenza Internazionale di Arte Generativa 2008. DIAP-Dipartimento di Progettazione dell’Architettura,<br />

Politecnico di Milano.<br />

Ma fu anche e soprattutto una congettura urbanistica<br />

e spaziale dove la progettualità venne estesa<br />

alle relazioni possibili tra l’uomo e le altre specie.<br />

Un’interazione allargata, ottenuta non solo<br />

attraverso dispositivi informatici, sensori ed altri,<br />

3. Presso il convegno internazionale di Arte Generativa si<br />

presentano articoli, lavori, studi, opere, installazioni sull’arte<br />

<br />

attraverso algoritmi.<br />

indagine sul nesso percettivo e comunicativo-linguistico<br />

intercorrente tra uomo e animale, tecnologia,<br />

veicoli. L’idea nacque dalla constatazione<br />

su come non fosse affatto scontato che numerosi<br />

animali giacessero morti ai bordi delle strade.<br />

Mancava una considerazione adeguata del problema.<br />

Così venne fuori l’ipotesi di creare un’arte<br />

di sistemi estesi, un processo di cambiamento<br />

che spostava gli interessi agli ambiti contestuali<br />

168


Biotipi urbani e rigenerazione: la struttura come scultura <strong>mutant</strong>e<br />

pensati in ragione di una maggiore complessità<br />

di rapporti tra ambiente, uomo, mappe, linguaggi<br />

e spazio. «C’è un rapporto circolare, una interazione<br />

tra diversi livelli e fattori. Il sistema segnaletica<br />

per animali ha un livello tecnologico, fatto<br />

di sensori, tr<strong>as</strong>duttori, tr<strong>as</strong>mettitori, un software<br />

programmato secondo qualità più pl<strong>as</strong>tiche che<br />

risponde in maniera diversa, a seconda dei comportamenti<br />

dell’animale e dell’uomo. Ha l’avvio<br />

da un dispositivo programmato a livello di algoritmo,<br />

arriva all’ambiente, ha un’interazione forte,<br />

ha un ritorno nel dispositivo e con i feedback<br />

<br />

questo tipo di azione come una qualità comuni-<br />

<br />

caratteristiche sono generative» (<strong>Fagà</strong>, 2008).<br />

5.2. Sistemi ecolutivi e contesti<br />

controllati<br />

Nel 2009 viene presentato un progetto per l’Emu<br />

Festival di Musica elettronica ed acusmatica<br />

promosso dal Conservatorio di Santa Cecilia di<br />

Roma che ospita anche installazioni d’arte. In<br />

quell’occ<strong>as</strong>ione il progetto proposto fu un’installazione<br />

ambientale dove un uomo e un cane entrano<br />

in relazione in un contesto controllato. In<br />

quel contesto i due soggetti interagiscono attraverso<br />

dispositivi predisposti in un ambiente dove<br />

<br />

ad arrivare alla costruzione di una scena, muo-<br />

<br />

<br />

Studio per interazione in contesto controllato animale uomo. Progetto e disegno <strong>Aldo</strong> <strong>Cesar</strong> <strong>Fagà</strong>. Controllo suoni, Albino<br />

Taggeo. Rendering Luca Di Giovanni.<br />

169


Le Valutazioni Ambientali - Valutare la rigenerazione urbana N. 2-2018<br />

5.3. Il congresso Biotopi <strong>Urban</strong>i<br />

Nel corso di oltre trenta anni di studi ed attività<br />

riguardo a questi temi sono emersi quesiti, problemi<br />

e nuove istanze. Il congresso Biotopi Ur-<br />

<br />

di studi in cui focalizzare, trattare e studiare in<br />

<br />

fenomeni interessati nel processo comunicativo<br />

tra esseri umani ed animali dal punto di vista dei<br />

linguaggi. I temi sono stati affrontati con il contributo<br />

di numerosi studiosi e sono stati divisi<br />

nelle diverse aree di interesse. Sono intervenuti<br />

-<br />

<br />

studiosi.<br />

I temi trattati divisi per aree di interesse sono:<br />

il segno, il segnale, la comunicazione e il visivo<br />

nell’arte;<br />

arte e biocomunicazione;<br />

<br />

linguaggio umano - linguaggio animale;<br />

urbanità - contesto segnale - linguaggio;<br />

innatismo e apprendimento nell’uomo e nell’animale;<br />

biocomunicazione e ambienti urbani;<br />

segnaletica per umani/segnaletica per animali;<br />

sostanze, suoni, visione e messaggi;<br />

interfacce, tr<strong>as</strong>duttori, dispositivi - comunicazione,<br />

mappe e interazioni;<br />

urbanità e biotopi;<br />

<br />

<br />

Il convegno si è rivolto perciò ad unarea di studi<br />

interdisciplinari, in questo c<strong>as</strong>o coesi dall’arte intorno<br />

alla complessità delle relazioni tra diversi<br />

soggetti, umani e non umani nei contesti urbani<br />

(Figura 10).<br />

Figura 10 – Biotopi urbani, Sistemi ecolutivi – Segnaletica per animali, Manifesto e loc<strong>and</strong>ina del congresso di studi a cura<br />

di <strong>Aldo</strong> <strong>Cesar</strong> <strong>Fagà</strong>. Novembre 2013, Palazzo di Cultura, Comune di Catania. Con workshop, mostre, installazioni ed interventi<br />

di musica acusmatica.<br />

170


Biotipi urbani e rigenerazione: la struttura come scultura <strong>mutant</strong>e<br />

6. Conclusioni<br />

La via dei linguaggi viene qui indicata come indispensabile<br />

attivatore di principi attraverso cui<br />

superare le discr<strong>as</strong>ie tra ambiente urbano, espressione<br />

progettuale, tecnica ed elementi vitali. In<br />

questo senso, tali percorsi possono rivelarsi di<br />

particolare interesse in fatto di rigenerazione.<br />

vo<br />

se saranno incrementate serie sempre più ampie<br />

di segni, di scambi e di relazioni tra sistemi<br />

viventi.<br />

<br />

Baccio, S., <strong>Fagà</strong>, A. C. (1986), Le Macchine Cambiarne - Macchine, Frattali e <strong>Fagà</strong>. Testo del libro/manifesto redatto sulle<br />

tracce delle opere di A. C. <strong>Fagà</strong>.<br />

Celli, G. (1976), Introduzione. In: von Frisch, K., Il linguaggio delle api. Boringhieri Editore, Torino, Italia.<br />

<strong>Fagà</strong>, A. (2008), Sistemi ecolutivi. DiAP, Politecnico di Milano University. Edited by Celestino Soddu Domus Argenia Publisher<br />

Generative Design Lab<br />

Lindauer, M. (1992), Messaggio senza parole. Mondadori Editore, Milano, Italia.<br />

Lumsden, C. J., Wilson, E. O. (1984), Il fuoco di Prometeo. Mondadori Editore, Milano, Italia.<br />

Negroponte, N. (2004), Essere digitali. Sperling & Kupfer, Milano, Italia.<br />

Sacchetti, A. (1985), L’uomo antibiologico. Giangiacomo Feltrinelli Editore, Milano, Italia.<br />

von Frish, K. (1976 ), Il linguaggio delle api. Boringhieri Editore, Torino, Italia.<br />

171

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