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NUTSPAPER 5frutti rossi all

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ORIGINE E CENNI BOTANICI<br />

Il Vaccinium corymbosum, comunemente noto come “mirtillo”, è<br />

originario della regione del Nord America orientale, dove cresce<br />

tipicamente in boschi umidi e zone paludose. La sua domesticazione<br />

ha inizio nel 1908, quando un ricercatore del Dipartimento<br />

dell’Agricoltura degli Stati Uniti, il Dr. F.V. Coville, avvia lo studio dei<br />

mirtilli selvatici e la ricerca di piante superiori per la riproduzione.<br />

Nel 1911, Elizabeth White, una coltivatrice commerciale di mirtilli<br />

<strong>rossi</strong> del New Jersey, venne a conoscenza del suo lavoro e ne<br />

intuì il potenziale. Nel tempo questa specie si è ampiamente diffusa<br />

e oggigiorno i mirtilli blu sono coltivati ovunque nel mondo,<br />

persino in Giappone.<br />

Il nome del genere deriva da un antico nome latino, apparentemente<br />

derivato a sua volta da una lingua preistorica mediterranea.<br />

La pianta del mirtillo gigante americano si presenta come<br />

un arbusto perenne, a portamento eretto, alto tra i 180 e i 365<br />

cm. Le foglie sono caduche, alterne e semplici, di forma ellittica<br />

o ovata, lunghe da 1 a 3,5 cm e leggermente cerose nella parte<br />

alta, con pubescenza. Ha piccoli fiori bianchi o rosati riuniti<br />

in corimbi, è autofertile ma si avvantaggia dell’impollinazione incrociata.<br />

Presenta un apparato radicale superficiale con due<br />

tipologie di radici, sia più grosse (circa del diametro di una matita,<br />

se non più grandi), destinate <strong>all</strong>’accumulo di sostanze di riserva e<br />

<strong>all</strong>’ancoraggio al suolo della pianta, che molto fini, destinate invece<br />

<strong>all</strong>’assorbimento delle sostanze nutritive.<br />

PAESI PRODUTTORI<br />

I mirtilli blu hanno visto una crescita esponenziale a partire dal<br />

1996 quando ha preso il via la produzione mondiale, con un totale<br />

di 154.089 tonnellate, arrivando nel 2016 a un totale di 552.505<br />

tonnellate.<br />

Nel 2016 il maggior produttore risulta esser stato il Nord America,<br />

con una coltivazione di 96.241 acri e una produzione di 480.147<br />

Tonnellate<br />

600˙000<br />

500˙000<br />

400˙000<br />

300˙000<br />

200˙000<br />

100˙000<br />

0<br />

1995 2000 2006 2010 2015 2020<br />

tonnellate concentrata in particolare negli Stati Uniti e in Canada.<br />

Seguono l’Europa, con 13.016 acri e 64.959 tonnellate, e l’Australia,<br />

con 1.559 acri e 6.636 tonnellate.<br />

ESIGENZE CLIMATICHE e TERRENO<br />

La coltura presenta alcune esigenze pedoclimatiche che<br />

possono essere d’ostacolo <strong>all</strong>a sua diffusione. Tra queste, la necessità<br />

di utilizzare per gli impianti terreni a reazione acida –<br />

il pH ottimale presenta valori compresi tra il 4,5 e il 5,5 –, privi<br />

di calcare, ben dotati di sostanza organica e con una struttura<br />

sciolta per evitare ristagni. Inoltre, è necessaria anche una buona<br />

disponibilità di acqua per soddisfare le esigenze idriche della coltura<br />

nei periodi estivi.<br />

Il mirtillo sopporta bene i geli invernali e, se il legno è ben maturo,<br />

alcune varietà possono resistere anche fino a -29°C: risulta perciò<br />

importante sospendere la concimazione a fine giugno, per<br />

favorire una buona lignificazione dei tessuti giovani. Nel complesso<br />

è una pianta abbastanza resistente <strong>all</strong>e gelate tardive, la fase<br />

critica però si colloca nel periodo della fioritura quando abbassamenti<br />

termici con valori assoluti di 8-10°C sotto lo zero possono<br />

compromettere l’<strong>all</strong>egagione. Il limite altimetrico di coltivazione<br />

nei nostri climi arriva fino ai 1200 m s.l.m., ma già oltre i 700 m<br />

s.l.m. talune varietà vengono sensibilmente danneggiate dal freddo<br />

nel periodo tardo invernale, soprattutto nei primi anni di vita.<br />

Il mirtilleto, idealmente, dovrebbe essere ben esposto al sole e<br />

riparato dai venti.<br />

TECNICHE COLTURALI<br />

Preparazione dell’impianto<br />

La preparazione del terreno va fatta provvedendo <strong>all</strong>’eliminazione<br />

delle malerbe e <strong>all</strong>a fresatura del cotico erboso, praticando<br />

poi una leggera aratura, con interramento di grosse quantità di<br />

sostanza organica e di fertilizzanti per la concimazione di fondo. Il<br />

mirtillo esige un terreno molto acido (pH 4,5 - 5,5), privo di calcare<br />

e ricco di sostanza organica. Un pH del terreno non sufficientemente<br />

basso o troppo basso limita la disponibilità di nutrienti e lo<br />

sviluppo della pianta, pertanto quando il valore risulta essere più<br />

alto del valore ideale, sempre che il terreno non contenga calcare,<br />

occorre procedere <strong>all</strong>’acidificazione dello stesso.<br />

Forme di <strong>all</strong>evamento e potatura<br />

La forma di <strong>all</strong>evamento più consona è rappresentata dal cespuglio<br />

libero, che non necessita di sostegni, formato da 5-6<br />

branche produttive accanto a 1-2 polloni di rinnovo.<br />

Lo scopo principale della potatura è quello di regolare contemporaneamente<br />

la produzione e il rinnovo della pianta. Va perciò<br />

tenuto presente che tagli drastici squilibrano le piante, accentuandone<br />

la spinta vegetativa, mentre l’assenza di interventi,<br />

soprattutto in piante di età superiore ai 4 anni, causano l’invec-<br />

N/33

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