Giulia Senigaglia Di magazine dicembre 2018

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A TU PER TU CON Alberto Sala Amministratore Delegato di Acme e Responsabile Business AWP del Gruppo Sisal Così per gioco di Valeriana Mariani L’identikit dell’uomo ideale: sensibile (non si discute), romantico (inutile dirlo), divertente (ovvio, altrimenti che gusto c’è?), intelligente (vogliamo proprio tutto), bello? no, grazie (ma siamo certe di essere sincere?), eclettico (quanto basta), un po’ leader (ma che non ci metta troppo in ombra), un po’ accudente (ci piace che qualcuno si prenda cura di noi senza esagerare). È ufficiale: noi donne pretendiamo davvero molto… insomma abbiamo troppe pretese. Sarà che stiamo diventando con loro ancora più esigenti di quel che siamo con noi stesse? Sarà che non siamo mai felici, noi donne, perché abbiamo aspettative poco realistiche? Ma esistono gli uomini che cerchiamo? Lui è perfetto, sembra avere proprio tutto ed è per questo che è già sentimentalmente impegnato. Comunque sia, conosciamolo più da vicino: Chi è Alberto Sala? Si descriva in 3 parole Impulsivo, coraggioso, leale! www.di<strong>magazine</strong>.it 95
Quali sono i suoi punti di forza? L’incosciente convinzione di poter fare qualsiasi cosa, la “feroce” determinazione nel perseguire qualsiasi obiettivo. Qual è stato il percorso che l’ha portata in Sisal? Un amico che non vedevo da anni mi ha proposto di collaborare nelle società di famiglia in un mercato a me totalmente sconosciuto. Mi sono sembrate da subito un’opportunità ed una sfida estremamente interessanti ed ho accettato. Alcuni anni più tardi decise di cedere il grosso delle proprie aziende a Sisal ed eccomi qui. Può descriverci la sua giornata tipo? Sveglia alle 6,15, giornata in Sisal a Milano se non impegnato in altre trasferte e, con i miei collaboratori, ci occupiamo della gestiamo della Business Unit oltre che delle aziende che amministro, la sera rientro intorno alle 19. Formazione ed esperienza sul campo: quanto incidono sulla forza di un buon Manager? Quale, in particolare, ha maggior rilievo? La formazione ti fornisce tantissime nozioni ed informazioni, l’esperienza sul campo diventa fondamentale per mettere in pratica tutte le conoscenze acquisite e per trovare continui spunti di miglioramento. Entrambe però, da sole, non faranno mai di un manager un buon manager se a guidarlo non ci sarà la Passione per ciò che fa. Se non sarà innamorato del proprio lavoro non otterrà mai grandi risultati. Durante il suo percorso professionale, quali sono state le esperienze che le sono servite maggiormente (anche negative)? Ogni esperienza ti arricchisce di qualcosa a volte senza nemmeno che tu te ne accorga, ma poi in determinate situazioni ti accorgi che stai agendo mettendo in pratica spunti diversi maturati in esperienze diverse. Se devo citarne alcune in particolare, direi sicuramente quella sportiva dove impari cosa significano regole, disciplina, sacrificio, la gioia della vittoria e la delusione della sconfitta ed in particolare ad avere il pieno controllo delle tue emozioni, perché non averlo significa commettere parecchi errori; il percorso nella Polizia di Stato nel quale ho provato la grandezza e la bellezza della generosità e dell’essere utile agli altri da un lato, mentre dall’altro ho vissuto miseria, violenza e l’emarginazione, cose che tutti bene o male conosciamo ma ben pochi sanno esattamente cosa significhino realmente. Infine l’esperienza biennale in un’azienda di multilevel marketing, non tanto per l’attività in sé ma per il grande valore ed importanza che dava alla formazione della persona, corsi bellissimi che mia hanno fatto sviluppare e rafforzare le competenze più importanti che ci siano al mondo, quelle che ognuno di noi ha dentro di se. Il leader dalla forte intelligenza emotiva ottiene sempre i migliori risultati o in certi casi è preferibile una leadership più “tradizionale”? Nella foto: Alberto Sala Credo che la leadership tradizionale sia come una buona base che tutti dovrebbero comunque avere e conoscere. La leadership tradizionale ti permette di essere pragmatico e di dare stabilità alla tua “struttura” da tutti i punti di vista. Detto questo in un mondo in continuo fermento in cui tutto si muove e cambia rapidamente, serve una grandissima intelligenza emotiva. Chi ne è privo è spacciato o, lo sarà presto. C’è il risvolto della medaglia nelle tecnologie? società sempre più dipendenti e sempre più deboli, ecco perSi e credo sia già evidente. Le tecnologie sono una parte fondamentale del progresso dell’umanità, ci aiutano vivere meglio, fare meno fatica, svolgere compiti ed attività molto più velocemente. Quindi sono favorevole alle tecnologie, certamente sì. Il risvolto della medaglia sta nell’uso che ne facciamo. Spesso purtroppo diventano un surrogato, un sostituto della nostra intelligenza e del nostro pensiero, a tal punto che quando dobbiamo fare qualcosa di nuovo il nostro primo pensiero non è come farlo ma capire se c’è una tecnologia UI Ah, gli uomini! www.di<strong>magazine</strong>.it disponibile che lo possa fare per me. Questo crea ché alla prima difficoltà vanno subito in crisi. Che consigli darebbe ai giovani che si affacciano al mondo del lavoro, che competenze secondo lei sono necessarie per essere all’altezza delle nuove sfide? Credere fortemente in se stessi, convincersi che qualsiasi cosa accadrà dipenderà essenzialmente da loro e dalle scelte che faremo nel corso della loro vita e dall’impegno e dai sacrifici che saranno disposti a fare per ottenere ciò che vogliono. Chi pensa di
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