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Giulia Senigaglia Di magazine dicembre 2018

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Emanuela Splendorini<br />

SI RACCONTA<br />

“ Ho trovato subito interessante e stimolate<br />

l’iniziativa della rivista di<strong>magazine</strong> di<br />

raccontare la nostra vita a 360 gradi. Per noi<br />

donne spesso è difficile portare alla luce e<br />

rendere pubblica la nostra vita personale,<br />

perché almeno in certi ambiti e in certe<br />

professioni essere donne viene considerato<br />

un elemento di scarsa competitività e<br />

affidabilità e per molto tempo ho creduto che<br />

fosse realmente così. Sono cresciuta in una<br />

famiglia di imprenditori, mio padre a 14 anni<br />

mi ha regalato il libro “Come si legge il Sole<br />

24 ore” e ho passato tutte le estati dalla mia<br />

adolescenza in su con lui, in giro per l’Italia,<br />

per partecipare alle contrattazioni nelle varie<br />

sedi della Borsa Merci. Ho conosciuto<br />

personalmente molti grandi imprenditori<br />

italiani degli anni 90, ho visto i mediatori di<br />

borsa con i primi fantascientifici telefonini<br />

Motorola, il doppio petto grigio e la borsa da<br />

lavoro rettangolare rigida con la<br />

combinazione a scatto, ho visto molti uomini<br />

in quel mondo e pochissime donne. L’odore<br />

delle copie de Il Sole 24 ore lasciate in<br />

macchina sotto il sole è l’odore che mi ricorda<br />

quelle estati. Ma quelle erano anche le estati<br />

nelle quali, quando non andavo in Borsa con<br />

mio padre, lavoravo in azienda come<br />

dipendente senza nessuna differenza tra me<br />

e gli altri. Sorrido ancora quando penso ad<br />

una lontanissima estate nella quale mi ero<br />

tenacemente invaghita di un montgomery<br />

rosso di Valentino e avevo fatto anche gli<br />

straordinari per poterlo acquistare. Quando<br />

sono diventata avvocato, il diritto bancario e<br />

dell’intermediazione finanziaria, mi è<br />

sembrato l’unico ramo del diritto con<br />

un’anima e un cuore, ma quel settore,<br />

almeno all’inizio era, più di molti altri, un<br />

settore prevalentemente maschile. Numeri,<br />

matematica finanziaria, diritto. Creatività zero,<br />

flessibilità zero, empatia zero, considerazione<br />

dell’aspetto emotivo zero. Questa è stata la<br />

parte professionale della mia vita che ad un<br />

certo punto non si è più conciliata con quella<br />

personale, perché in quella ho dovuto<br />

affrontare molte prove importanti, impreviste<br />

e dolorose che mi hanno fatto attingere a<br />

piene mani a caratteristiche e risorse che<br />

pensavo di non avere. Quello che è accaduto<br />

nella mia vita personale, mi ha portato a<br />

cambiare atteggiamento e punto di vista<br />

anche in quella professionale. Per risolvere i<br />

miei casi non ho più guardato solo i numeri<br />

ma anche le persone legate ai quei numeri,<br />

non mi sono più fermata a studiare i contratti<br />

ma ho iniziato a capire chi li aveva sottoscritti<br />

e questo ha fatto davvero la differenza. Ho<br />

scoperto che ogni persona si porta dietro la<br />

sua storia ogni volta che compie una scelta e<br />

quella scelta spesso è proprio la<br />

conseguenza del suo passato. Il denaro, a<br />

qualunque livello lo si guardi, è legato alla<br />

sopravvivenza e al soddisfacimento di<br />

bisogni, primari e non, nostri e delle persone<br />

che amiamo e non può non avere radici<br />

emotive. Tutte le volte che i miei clienti mi<br />

hanno raccontato le loro storie, ho compreso<br />

perché avevano fatto quell’errore finanziario e<br />

da quale punto della loro storia arrivava.<br />

Così, oltre alla mia professione, ho creato un<br />

progetto che si chiama La Borsa delle Donne<br />

www.laborsadelledonne.it nel quale ho<br />

messo insieme tutti i pezzi della mia storia<br />

personale e professionale e della mia<br />

personalità con l’obbiettivo di accorciare le<br />

distanze tra le donne e la formazione<br />

finanziaria attraverso un linguaggio e degli<br />

argomenti inconsueti per questa materia ma<br />

comuni a tutte noi. Del denaro si è sempre<br />

affrontato l’aspetto tecnico, ma il rapporto con<br />

esso prima di tutto nasce dentro di noi e si<br />

nutre dei ricordi e delle emozioni che<br />

abbiamo legato ad esso. Noi donne, senza<br />

voler in alcun modo generalizzare, abbiamo<br />

un rapporto difficile con il denaro e tendiamo<br />

a non occuparci di questo argomento. Nella<br />

maggioranza dei casi veniamo educate con<br />

l’idea che non tocchi a noi occuparcene,<br />

perché il denaro non è roba per donne e che<br />

tale aspetto fondamentale della nostra vita sia<br />

naturale delegarlo alla parte maschile del<br />

rapporto familiare o di coppia. Se un tempo<br />

questa era la normalità, la vita di oggi non ci<br />

permette più di avere questo atteggiamento.<br />

Per superare le resistenze che si sono<br />

formate nel corso del tempo ho scoperto che<br />

occorre utilizzare la forma di linguaggio che<br />

per noi donne è più funzionale, ovvero quella<br />

delle emozioni che è l’unica in grado di<br />

condurci con dolcezza dentro la nostra<br />

personale sala comandi e sbloccare quello<br />

che deve essere sbloccato. Moltissime donne<br />

oggi sono sole e sono costrette a gestire il<br />

denaro senza saperlo fare perché nessuno<br />

ce lo ha insegnato ma soprattutto perché<br />

nessuno ci ha fatto capire che ne eravamo<br />

capaci. Se dovessi dire quale è stato il mio<br />

fattore x direi determinazione e coraggio. .<br />

”<br />

TITOLARE DEL PROGETTO<br />

DI FORMAZIONE FINANZIARIA<br />

AL FEMMINILE<br />

LA BORSA DELLE DONNE<br />

www.di<strong>magazine</strong>.it

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