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Giulia Senigaglia Di magazine dicembre 2018

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IMPERO COUTURE<br />

... <strong>Di</strong>re, fare,<br />

sognare.<br />

UN PROBLEMA SPESSO È LA MANCANZA DI MODELLI,<br />

PER CUI LE RAGAZZE PENSANO CHE IN CERTI RUOLI<br />

NON CI SIA POSTO PER LORO.<br />

In ogni società esistono idee precise su<br />

cosa significhi “essere Femmina o<br />

Maschio”, idee che influiscono nel modo<br />

in cui noi, donne o uomini, ci vestiamo,<br />

ci comportiamo, ci sentiamo, in una<br />

parola come sviluppiamo la nostra<br />

identità. In base al sesso biologico che<br />

abbiamo alla nascita, famiglia, scuola e<br />

società ci propongono abiti, giochi,<br />

modelli di comportamento e di relazione<br />

diversi e distinti tra loro: i cosiddetti<br />

modelli di ruolo di genere. Il ruolo di<br />

genere cioè la distinzione tra ruoli<br />

ritenuti “tipicamente” maschili e/o<br />

femminili, proprio perché determinato e<br />

trasmesso a livello sociale, è spesso<br />

influenzato da stereotipi cioè da<br />

aspettative consolidate riguardo i ruoli<br />

che uomini e donne dovrebbero<br />

assumere, in qualità del loro essere<br />

biologicamente uomini o donne.<br />

Aspettative che spesso, purtroppo,<br />

finiscono per ostacolare la realizzazione<br />

delle potenzialità e delle ambizioni<br />

personali. Il nostro comportamento è<br />

così influenzato fin dalla giovane età<br />

dagli stereotipi, anche se non ne siamo<br />

consapevoli. Infatti, il processo di<br />

socializzazione all’identità di genere,<br />

che prende avvio fin dalla più tenera<br />

età, risulta in buona parte condizionato<br />

dal contesto familiare di provenienza,<br />

dal gruppo dei pari, dai prodotti<br />

mediatici e da molteplici fattori<br />

ambientali. Lavorare sull’identità di<br />

genere e sui ruoli di genere per<br />

destrutturare gli stereotipi significa<br />

dunque lavorare sempre e soprattutto e<br />

costantemente a livello culturale. Il<br />

vedersi rappresentati, fin da piccole/i,<br />

solo in alcuni ruoli e attività può incidere<br />

sulla scelta occupazionale: i/le<br />

bambini/e hanno chiara idea di quali<br />

sono le professioni associate al loro<br />

genere e sviluppano una predilezione<br />

per tali professioni. Questo contribuisce<br />

a incrementare la segregazione<br />

professionale di genere. Gli uomini<br />

scartano alcune professioni, le donne<br />

hanno difficile accesso ad altre: ad<br />

esempio, i lavori “femminilizzati”, ossia<br />

legati a valori di cura (insegnamento<br />

nelle elementari, assistenza agli anziani<br />

e sociale in genere, ecc.) sono anche i<br />

lavori meno pagati, perché<br />

ritenuti non specialistici, in quanto<br />

basati su competenze che – si<br />

suppone - la donna<br />

possiede/dovrebbe possedere<br />

comunque per via del suo ruolo<br />

dentro casa (un altro stereotipo di<br />

genere). Viceversa, datori di lavoro e<br />

utenti di servizi di questo tipo,<br />

soprattutto quando si tratta di lavorare<br />

con bambini/e molto piccoli/e,<br />

tendono spesso a ritenere gli uomini<br />

poco adatti a svolgere tali lavori,<br />

mentre gli uomini che entrano in<br />

ambiti professionali tradizionalmente<br />

femminilizzati sono discriminati o<br />

guardati con sospetto, come<br />

confermano i rapporti della<br />

Commissione Europea citati in merito<br />

alle diffidenze che circondano gli<br />

uomini impiegati in scuole per<br />

l’infanzia. L’augurio è che i e le<br />

docenti, in continuità coi genitori,<br />

sostengano in maniera sempre più<br />

consapevole bambini e bambine nella<br />

generazione di modelli più autentici e<br />

vicini alle singole individualità e<br />

desideri. In tal modo, i soggetti in età<br />

evolutiva saranno agevolati nel<br />

compiere il necessario passaggio a<br />

Nella foto: il Presidente di Donna Impresa<br />

Valeriana Mariani al ROME FASHION WEEK<br />

by New Maveric di Riccardo Gubiani<br />

livello cognitivo e di consapevolezza,<br />

sessuata, riguardo a chi sono e al<br />

senso, biostorico, di uno stare al<br />

mondo nel corpo di donna o di uomo.<br />

Indipendentemente dal gioco cui<br />

giocano e dal colore del vestito che<br />

indossano. Le interazioni con gli adulti<br />

di riferimento (genitori, insegnanti,<br />

ecc.) e le pressioni socioculturali,<br />

strutturano nei bambini e nelle<br />

bambine ruoli sociali, modelli sociali di<br />

genere, percezioni ed immagini di sé<br />

destinati ad influenzare anche il futuro<br />

sviluppo multidimensionale della<br />

personalità infantile. Proprio per<br />

questo il consolidamento della propria<br />

identità sessuale e la percezione della<br />

differenza di genere non possono<br />

essere considerati un fatto<br />

prettamente biologico-naturalistico,<br />

ineluttabile, bensì eventi fortemente<br />

influenzati anche dai modelli educativi<br />

familiari, da condizionamenti storici<br />

socio-culturali e dalle proiezioni<br />

affettive che l’ambiente adulto riserva<br />

all’immaginario infantile.<br />

www.di<strong>magazine</strong>.it

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