aprIle - Nuova Evangelizzazione

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Edith Petitclerc 44 Salvami Regina · Aprile 2009 storIa Per BamBInI... o aduLtI PIenI dI Fede? Il divino silenzio Davanti all’immagine di Gesù Crocifisso, il devoto frate pronunciò una solenne promessa. Sembrava facile da mantenere, ma… Caroline Fugiyama Nunes I n un antico monastero del nord Europa viveva un pietoso frate di nome Rodolfo, grande devoto della Passione del Signore Gesù. Egli frequentemente si rifugiava ai piedi di un grande crocifisso, molto venerato nella cappella, non solo dai religiosi, ma anche dalla popolazione della regione. Lì, a Frate Rodolfo piaceva meditare specialmente su queste parole del Divino Redentore: “Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?”. Aveva nel cuore il desiderio di consolare, in qualche, modo il Signore in quella situazione di agonia e abbandono. Un giorno, mosso da questo nobile e generoso desiderio, decise di farGli un’ audace supplica. Inginocchiatosi ai piedi della santa immagine, pregò così: — Signore, vedo bene quanto hai sofferto per tutti noi. Eccomi, come tuo povero figlio, vengo a sollecitarTi un favore speciale: concedimi la grazia di essere crocifisso al tuo posto, soffrendo per Te. Toccato da una grazia di profonda devozione, il buon frate non distoglieva lo sguardo dalla croce, come in attesa di una risposta. Per questo, non rimase sorpreso quando vide l’immagine prender vita e dirgli:

— Figlio mio, vedo con piacere il tuo desiderio di consolarMi sulla croce, ma sei ben sicuro di quello che Mi chiedi? — Sì, Signore, non desidero altro che questo! — D’accordo, io assumerò il tuo compito di frate e tu rimarrai qui crocifisso al mio posto, ma ad una condizione: qualunque cosa accada, qualsiasi cosa tu veda davanti a te, dovrai sempre mantenere il silenzio. Accetti? — Certo, Signore, accetto! — rispose Frate Rodolfo. Gesù assunse allora l’aspetto di Fra’ Rodolfo e occupò il suo posto nella comunità, esercitando alla perfezione le sue funzioni, mentre il frate soffriva sulla croce, consolandosi sapendo che stava alleviando i patimenti della Passione del Signore. Passarono i giorni e Fra’ Rodolfo, immobile, osservava le persone che venivano a pregare nella cappella ma, fedele alla sua promessa, non proferiva alcuna parola. Una sera, vide entrare il gioielliere della città vicina, con un piccolo sacchetto pieno di pietre preziose. Inginocchiatosi ai piedi del crocifisso, egli chiese al Signore di aiutarlo a fare buon uso delle pietre che aveva appena comperato, a buon prezzo, da un mercante; non si era nel frattanto accorto che il sacchetto si era staccato dalla cintura, rimanendo sul banco. Poco dopo, entrò un uomo dall’aspetto disonesto e con un modo di fare sospetto. Guardava da tutte le parti, come chi stesse cercando qualcosa o … volesse sapere se qualcuno lo stava o no osservando. Si fermò per alcuni istanti, con un’aria di ingordigia, davanti ai candelieri d’argento dell’altare. Fra’ Rodolfo ebbe l’impulso di gridargli di non toccarli… ma si trattenne in tempo. Proseguendo il suo cammino, lo strano personaggio si approssimò al banco dov’era stato il gioielliere e si accorse del piccolo sacchetto; lo aprì subito, vide il tesoro in esso contenuto, sorrise di soddisfazione, si guardò nuovamente intorno e uscì in tutta fretta. Frate Rodolfo si sentì sollevato per essere riuscito a mantenere la sua promessa, ma allo stesso tempo era indignato per questo furto in un luogo sacro. Alcuni istanti dopo, entrò una giovane contadina, con una valigia in mano, veniva a chiedere protezione per il viaggio in treno che si apprestava a fare. Si inginocchiò nel luogo esatto dove poco prima era stato il gioielliere. Subito dopo, questi tornò, in cerca del suo sacchetto smarrito, ma non lo vide sul banco né per terra. Supponendo che nessun altro fosse più entrato nella cappella… diffidò della povera ragazza e cominciò ad accusarla del furto, minacciando di chiamare la polizia. Per Frate Rodolfo, troppo grande era questa ingiustizia! Non riuscendo a rimanere in silenzio, la sua voce potente e chiara risuonò nella cappella: — Non faccia questo! Lei è innocente! Spaventati nell’udire la voce che, senza alcun dubbio, veniva dal crocifisso, il commerciante e la giovane contadina uscirono di corsa… La notte, una luce soprannaturale invase la cappella: era Gesù che entrava. Con tristezza, comunicò a Frate Ro- dolfo che sarebbe dovuto scendere dalla croce, perché non aveva mantenuto quanto promesso, pertanto, non avrebbe più potuto occupare il Suo posto. — Signore, io chiedo perdono… Ma come potevo rimanere zitto di fronte a una tale ingiustizia? Gesù gli rispose: — Oh! Guarda un po’ come la realtà è molto più complessa di quanto pensano gli uomini… Il ladro, che fino a quel momento la polizia non era riuscita a catturare, è stato alla fine preso, mentre tentava di vendere… false pietre preziose. Il gioielliere ha evitato un grande danno, riuscendo ad annullare il cattivo affare fatto col mercante e a ricevere di ritorno il suo denaro. Quanto alla giovane contadina — poveretta! — ha avuto un incidente durante il viaggio ed è rimasta gravemente ferita; sarebbe stato meglio che l’ingiusta accusa le avesse fatto perdere il treno… Tu non sapevi nulla di tutto questo, ma Io sì. Al contrario di te, sarei rimasto in silenzio. Con mansuetudine, il Signore tornò sulla Croce e riprese il Suo divino silenzio e Frate Rodolfo, ora più saggio e umile, riprese il suo posto nella comunità. * * * Non sono rare le volte in cui ci affliggiamo, quando il Signore Gesù non risponde immediatamente alle nostre richieste. Molte volte, Dio si mantiene in un silenzio a noi incomprensibile. Lui, invece, conosce ciò che più ci conviene. Impariamo dunque a rispettare i Suoi paterni indugi. Anche quando Dio sembra restare in silenzio, Egli ci accudisce nel modo più vantaggioso per la nostra anima! � Aprile 2009 · Salvami Regina 45

Edith Petitclerc<br />

44 Salvami Regina · Aprile 2009<br />

storIa Per BamBInI... o aduLtI PIenI dI Fede?<br />

Il divino silenzio<br />

Davanti all’immagine di Gesù Crocifisso, il<br />

devoto frate pronunciò una solenne promessa.<br />

Sembrava facile da mantenere, ma…<br />

Caroline Fugiyama Nunes<br />

I<br />

n un antico monastero del<br />

nord Europa viveva un pietoso<br />

frate di nome Rodolfo,<br />

grande devoto della Passione<br />

del Signore Gesù. Egli<br />

frequentemente si rifugiava ai piedi di<br />

un grande crocifisso, molto venerato<br />

nella cappella, non solo dai religiosi, ma<br />

anche dalla popolazione della regione.<br />

Lì, a Frate Rodolfo piaceva meditare<br />

specialmente su queste parole del<br />

Divino Redentore: “Mio Dio, mio Dio,<br />

perché mi hai abbandonato?”. Aveva<br />

nel cuore il desiderio di consolare, in<br />

qualche, modo il Signore in quella situazione<br />

di agonia e abbandono. Un<br />

giorno, mosso da questo nobile e generoso<br />

desiderio, decise di farGli un’ audace<br />

supplica. Inginocchiatosi ai piedi<br />

della santa immagine, pregò così:<br />

— Signore, vedo bene quanto hai<br />

sofferto per tutti noi. Eccomi, come<br />

tuo povero figlio, vengo a sollecitarTi<br />

un favore speciale: concedimi la grazia<br />

di essere crocifisso al tuo posto,<br />

soffrendo per Te.<br />

Toccato da una grazia di profonda<br />

devozione, il buon frate non distoglieva<br />

lo sguardo dalla croce, come<br />

in attesa di una risposta. Per questo,<br />

non rimase sorpreso quando vide<br />

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