aprIle - Nuova Evangelizzazione

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François Boulay no tutti i conti saranno pareggiati. Che la storia non è una vicenda iniqua e senza scopo; che niente va perduto di ciò che si fa e si soffre perché tutto cospira a portarci ad un traguardo, ad un traguardo di verità, di pace e di amore. Siate dunque, Araldi — ed è un nome bellissimo — della buona notizia. E quale è questa buona notizia? La Buona Notizia è che la morte è vinta, che la tristezza, il terrore di finire nel nulla sono dissolti dal momento che il Figlio di Dio, per noi morto e risorto, è stato messo a nostra disposizione, un destino di risurrezione, quindi di vita eterna. Siete araldi della Buona notizia; ovvero che non c’è peccato in noi che non sia già stato inghiottito dal sacrificio di Cristo, poiché ci lasciamo raggiungere dalla forza purificatrice di quel sangue preziosissimo che, dopo ogni indegnità e sconfitta, è sempre dato a tutti la possibilità di ricominciare da capo; che non c’è potenza di male che possa infierire su di noi in modo indefinito se appena desideriamo rientrare nella comunione con Colui che ha vinto il mondo. Annunziate tutto questo, 28 Salvami Regina · Aprile 2009 siate davvero araldi e sarà un annuncio di gioia, sarà la carità più alta e più preziosa che voi possiate fare al mondo, alla società. Evitare il pericolo di uno sdolcinato solidarismo Ma ricordate che in questa missione esaltante ci sono due pericoli da evitare, due scogli nell’evangelizzazione; il primo: la tentazione di risolvere il fatto salvifico che esige il salto coraggioso dell’atto di fede in una serie di valori agevolmente trovabili sui mercati di questo mondo. Così il Vangelo non è più precipuamente il Vangelo della morte redentrice, della Risurrezione, della Regalità di Cristo, ma diventa il Vangelo di un molliccio solidarismo, di un dialogo che non è finalizzato alla missione, allora serve a niente, se non a perdere il tempo; e di quest’ultimo dobbiamo rendere conto a Dio. Il dialogo è metodo splendido per la missione, non è un metodo per far salotto o per gli aperitivi, bensì il metodo più congruo per evangelizzazione nel rispetto di tutti nella carità per ciascuno. Non si tratta di promuove- “Siamo qui questa mattina, attorno all’altare di Dio, in questa Chiesa le cui mura sono pregne di preghiera e di storia; siamo qui soprattutto per rendere grazie a Dio per un anniversario d’approvazione pontificia” re marce ireniche per arrivare dove? a cosa? Non si tratta di fare manifestazioni per l’ecologia ecc. Certo, sono anche dei valori e come tali ad essi si deve porre attenzione e si devono anche perseguire in una tavolozza sinfonica, ma non sono dei valori supremi, sono dei mezzi. Se ci si ferma a questi “valori”, non si riesce a risalire all’evento pasquale che tutti li fonda, e più che evangelizzare, si viene mondanizzati. Più che offrire riscatto, che viene dall’alto, si da l’illusione che l’umanità possa riscattarsi da sola e questo non è assolutamente possibile. Senza Cristo, non c’è riscatto; senza il sacrificio della croce non c’è possibilità di salvezza; senza l’eucaristia non c’è alcuna prospettiva. In questo modo si diventerebbe rappresentanti dei miti secolaristici, ma non gli Araldi del Vangelo. La verità deve brillare più negli atti che nelle parole Una seconda tentazione è quella di nascondere che l’annuncio della Salvezza è contestualmente anche annuncio della conversione; “convertitevi e credete al Vangelo”. (Mc 1, 15). Convertitevi. “Convertitevi e credete al Vangelo” è il proemio a tutto ciò che poi si deve fare. Evangelizzazione, non interpretazione soggettiva della Parola, secon-

do conformismi di moda o con timidezza di fronte alla cultura dominante, ma annuncio coraggioso, franco, leale e senza compromessi. Non si accende una lucerna per metterla sotto il moggio ma sopra il lucerniere, perché faccia luce a tutti coloro che entrano nella casa. Allora bisogna fare attenzione perché la luce del Vangelo non venga soffocata sotto il moggio di una nostra condotta incoerente o contraddittoria; la verità esige di risplendere nelle opere prima ancora che nelle parole. Siamo servi, non siamo padroni del messaggio che annunciamo. E ci dobbiamo conformare, in tutte le nostre fibre al messaggio che annunciamo. Questo richiede fatica, lavoro, ascesi, ma è anche una avventura splendida, è la grande avventura del Vangelo. Non sotto il moggio di conformismi in voga o d’intimidazioni delle culture dominanti, che vengono veicolate attraverso tutti i mezzi della comunicazione, ma di quella cultura che viene veicolata piuttosto attraverso le dolci mozioni dello Spirito Santo, percepitenell’orazione, soprattutto nella grande orazione di adorazione al Santissimo Sacramento dell’altare, nel calore della Maternità di Maria Santissima. La verità spesso è scomoda, e perciò talvolta capita, come ai tempi di Isaia, di sentirci almeno implicitamente dire “non fateci profezie sincere, diteci cose piacevoli, profetateci illusioni”. Qualche volta sem- bra che il mondo ci chieda questo. Ma noi non possiamo cedere perché mancheremo di carità verso il nostro prossimo. Le vostre tre devozioni Voi avete tre cardini che sono i punti della vostra grande Resistenza all’azione abrasiva dello spirito del mondo; essi sono quelli che noi chiamiamo comunemente i tre bianchi amori; il Santissimo Sacramento dell’Altare, la Vergine Immacolata, il Santo Padre. L’Eucaristia, certo, è il corpo dato per noi, e da Esso, nato da Maria e dato per noi, proviene ogni rimedio e salvezza non illusoria, ma vera. Quando Maria affonda le sue radici, dice San Luigi Maria Grignion de Montfort, in un anima, si producono le meraviglie della Grazia. Quando lo Spirito Santo, suo sposo, la trova presente in un’anima, vi penetra pienamente, manifestandosi abbondantemente. Il terzo bianco amore, Pietro, il Bianco Padre, la roccia. “Tu confer- merai i tuoi fratelli” (Lc 22, 32). Non ci confermano i messaggi della televisione, nè i messaggi dei giornali, o i messaggi delle radio e delle agenzie mediatiche; ci conferma solo Pietro. “Tu confermerai i tuoi fratelli”. È lui che ha risposto a Gesù: “Tu lo sai, Signore, che ti amo” (Gv. 21, 15). E noi ci mettiamo in questa professione di Pietro: “Tu lo sai, Signore, che ti amo!” * * * Oggi, 22 febbraio, Cattedra di San Pietro, data della firma del decreto di Approvazione della vostra Associazione. È una coincidenza, è un fatto fortuito, un caso? No. Sono le grandi linee della Divina Provvidenza e noi crediamo a queste, e per abbandonarci alla Divina Provvidenza ci abbandoniamo al Cuore Addolorato e Immacolato di Maria. In quel Cuore noi cresciamo nella Ecclesialità, e crescendo in Essa cresciamo nell’essere davvero Araldi di Cristo. Sia Lodato Gesù Cristo.� Il 22 febbraio, amici e terziari degli Araldi del Vangelo, si sono riuniti nella Chiesa di San Benedetto in Piscinula per celebrare otto anni dell’approvazione pontificia Aprile 2009 · Salvami Regina 29

François Boulay<br />

no tutti i conti saranno pareggiati.<br />

Che la storia non è una vicenda<br />

iniqua e senza scopo; che niente<br />

va perduto di ciò che si fa e si soffre<br />

perché tutto cospira a portarci<br />

ad un traguardo, ad un traguardo di<br />

verità, di pace e di amore.<br />

Siate dunque, Araldi — ed è un<br />

nome bellissimo — della buona notizia.<br />

E quale è questa buona notizia?<br />

La Buona Notizia è che la morte<br />

è vinta, che la tristezza, il terrore<br />

di finire nel nulla sono dissolti<br />

dal momento che il Figlio di Dio,<br />

per noi morto e risorto, è stato messo<br />

a nostra disposizione, un destino<br />

di risurrezione, quindi di vita eterna.<br />

Siete araldi della Buona notizia; ovvero<br />

che non c’è peccato in noi che<br />

non sia già stato inghiottito dal sacrificio<br />

di Cristo, poiché ci lasciamo<br />

raggiungere dalla forza purificatrice<br />

di quel sangue preziosissimo<br />

che, dopo ogni indegnità e sconfitta,<br />

è sempre dato a tutti la possibilità<br />

di ricominciare da capo; che non<br />

c’è potenza di male che possa infierire<br />

su di noi in modo indefinito se<br />

appena desideriamo rientrare nella<br />

comunione con Colui che ha vinto<br />

il mondo. Annunziate tutto questo,<br />

28 Salvami Regina · Aprile 2009<br />

siate davvero araldi e sarà un annuncio<br />

di gioia, sarà la carità più alta e<br />

più preziosa che voi possiate fare al<br />

mondo, alla società.<br />

Evitare il pericolo di uno<br />

sdolcinato solidarismo<br />

Ma ricordate che in questa missione<br />

esaltante ci sono due pericoli<br />

da evitare, due scogli nell’evangelizzazione;<br />

il primo: la tentazione di<br />

risolvere il fatto salvifico che esige<br />

il salto coraggioso dell’atto di fede<br />

in una serie di valori agevolmente<br />

trovabili sui mercati di questo mondo.<br />

Così il Vangelo non è più precipuamente<br />

il Vangelo della morte<br />

redentrice, della Risurrezione,<br />

della Regalità di Cristo, ma diventa<br />

il Vangelo di un molliccio solidarismo,<br />

di un dialogo che non è finalizzato<br />

alla missione, allora serve a<br />

niente, se non a perdere il tempo;<br />

e di quest’ultimo dobbiamo rendere<br />

conto a Dio. Il dialogo è metodo<br />

splendido per la missione, non è<br />

un metodo per far salotto o per gli<br />

aperitivi, bensì il metodo più congruo<br />

per evangelizzazione nel rispetto<br />

di tutti nella carità per ciascuno.<br />

Non si tratta di promuove-<br />

“Siamo qui questa<br />

mattina, attorno<br />

all’altare di Dio,<br />

in questa Chiesa<br />

le cui mura sono<br />

pregne di preghiera<br />

e di storia; siamo<br />

qui soprattutto per<br />

rendere grazie a Dio<br />

per un anniversario<br />

d’approvazione<br />

pontificia”<br />

re marce ireniche per<br />

arrivare dove? a cosa?<br />

Non si tratta di fare<br />

manifestazioni per<br />

l’ecologia ecc. Certo,<br />

sono anche dei valori<br />

e come tali ad essi<br />

si deve porre attenzione<br />

e si devono anche perseguire<br />

in una tavolozza sinfonica, ma non<br />

sono dei valori supremi, sono dei<br />

mezzi. Se ci si ferma a questi “valori”,<br />

non si riesce a risalire all’evento<br />

pasquale che tutti li fonda, e più<br />

che evangelizzare, si viene mondanizzati.<br />

Più che offrire riscatto, che<br />

viene dall’alto, si da l’illusione che<br />

l’umanità possa riscattarsi da sola<br />

e questo non è assolutamente possibile.<br />

Senza Cristo, non c’è riscatto;<br />

senza il sacrificio della croce<br />

non c’è possibilità di salvezza; senza<br />

l’eucaristia non c’è alcuna prospettiva.<br />

In questo modo si diventerebbe<br />

rappresentanti dei miti secolaristici,<br />

ma non gli Araldi del Vangelo.<br />

La verità deve brillare più<br />

negli atti che nelle parole<br />

Una seconda tentazione è quella<br />

di nascondere che l’annuncio della<br />

Salvezza è contestualmente anche<br />

annuncio della conversione; “convertitevi<br />

e credete al Vangelo”. (Mc 1, 15).<br />

Convertitevi. “Convertitevi e<br />

credete al Vangelo” è il proemio a<br />

tutto ciò che poi si deve fare. <strong>Evangelizzazione</strong>,<br />

non interpretazione<br />

soggettiva della Parola, secon-

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