Sentieri d'acqua - Natura Italia

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si utilizzano per corposi e succulenti sughi con i quali poi vengono conditi i vari tipi di pasta. A Satriano di Lucania il giorno della Madonna delle Grazie (2 luglio) è usanza mangiare il coniglio ripieno, insaporito da sugo e accompagnato da fagioli nani lessati, conditi con olio extravergine di oliva. Da non perdere a Sarconi un secondo piatto fatto con salsicce e fagioli autoctoni. Nel Lagonegrese c’è l’usanza di consumare il pesce conservato e salato. Diverse sono le ricette a base di baccalà, acciughe ed aringhe. Per gli amanti della polenta, imperdibile è la sagra di Nemoli. Ogni anno, il giorno di carnevale viene distribuita in piazza la polenta con salsiccia. È festa! Tutti a tavola Tante tradizioni gastronomiche sono fondate su credenze popolari legate a festività religiose. Durante l’Ascensione era vietato far cagliare il latte e perciò in quell’occasione veniva distribuito gratuitamente alla gente, che lo bolliva con una pasta sottile chiamata taglioline, condite con zucchero e cannella oppure con sale e prezzemolo. Passando per Pignola a dicembre, o a Marsiconuovo ad agosto durante la Festa di San Gianuario, è possibile assaggiare una zuppa tradizionale: la cuccìa, una minestra di cereali e legumi. La se- ra che precede la Festa di S. Lucia (13 dicembre) a Pignola, si mettono in ammollo i legumi, la mattina successiva vengono messi a bollire in un tegame di terraccotta e lasciati cuocere lentamente. Poi sono serviti il giorno di S. Lucia con un filo d’olio e un pizzico di sale. Molti piatti della tradizione del Parco dell’Appennino Lucano sono legati al Natale e alla Pasqua. Se vi capita di passare durante le festività natalizie a Marsicovetere avrete l’opportunità di assaggiare il baccalà areganato, cucinato con mollica di pane, peperoni e aglio. Invece durante il periodo pasquale a Sarconi, Moliterno, Marsicovetere e Tramutola, sulla tavola com- pare una focaccia ripiena di formaggio, soppressata e uova, conosciuta con nomi diversi: a Sarconi si chiama razzola, a Marsicovetere a’ pettola chiana, a Tramutola scarcedda. Simile a questa focaccia è la cuzzola sanmartinese. Molte di queste tradizioni sopravvivono ancora oggi e si ripropongono al turista che viaggia in questi borghi. Il trionfo della genuinità: i tesori del latte e gli insaccati L’escursionista che vuole fermarsi per una breve sosta tra un itinerario e l’altro, può approfittare delle numerose aziende agrituristiche, delle trattorie o dei ristoranti disseminati nei vari comuni dell’area protetta. Un mix di tradizione e modernità caratterizza i formaggi prodotti in questo territorio. Qui è possibile sostare per gustosi spuntini. Accanto al classico pecorino di Moliterno in tutte le sue varianti, si consiglia l’assaggio di treccioni, di ricotte fresche e di tome. Per gli amanti dei salumi e degli insaccati, invece, c’è l’imbarazzo della scelta tra la salsiccia a pasta macinata fine, la soppressata di Rivello, il capocollo, il prosciutto di Marsicovetere e il tipico pezzente, la salsiccia dei poveri composta da carne di scarto della lavorazione dei sala- mi, tritati grossolanamente e aromatizzati con abbondante pepe e aglio. La fragranza dei dolci E per i golosoni di dolci, miele o marmellate? La tradizione culinaria del territorio del parco è ricca anche di queste specialità, che si possono acquistare direttamente dal produttore. Prelibato è il pane minisc’c, a base di mosto cotto e farina di grano duro, a cui si aggiungono noci o pinoli. Ottimi sono i calzoncelli, pasta frolla ripiena di crema di castagne oppure i porcedduzzi, simili agli struffoli campani, da gustare con mandorle tostate, miele millefiori della Val d’Agri o cioccolato fondente. Questo dolce si trova durante il periodo di Natale insieme ai bucc’nott, dolci ottenuti da purea di castagne aromatizzata con cacao, cioccolato, grappa e cannella, avvolta in una sfoglia e fritta in olio. Sempre in questo periodo, a San Martino D’Agri troviamo i cicerotti, panzerotti ripieni di ceci e cioccolato. A Lauria da assaggiare sono invece i tipici ancinetti dal delicato sapore di limone che contrasta con la glassa dolciastra che li ricopre. Da non dimenticare un assaggio di lu sanguinaccio, fatto di sangue di maiale a cui si aggiunge cioccolato, mandorle tostate e tritate, cannella, latte e scorza di limone. Non perdetevi il genuino sapore di una fetta di buon pane casereccio con le gustose confetture o marmellate di frutti di bosco. Speciale è anche il miele di questa zona. Il miele millefiori o di castagno è ottimo come dolcificante oppure abbinato ai formaggi freschi o stagionati. Dopo questo intermezzo gastronomico sarete pronti per affrontare con più vigore i sentieri più o meno ardui del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano. Una preziosa delizia: il tartufo I boschi della zona intorno a Marsicovetere sono un’importante risorsa per i tartufi. Qui se ne trovano di vari tipi e dimensioni. Le varietà maggiormente presenti sono: il Bianchetto, l’Uncinato e l’Estivo. Spesso gli abili tartufai trovano anche tartufi neri o bianchi. Il comune di Marsicovetere, in collaborazione con la Comunità Montana, organizza ogni anno, nella prima metà di agosto, la tradizionale e molto frequentata Sagra del Tartufo. APPENNINO LUCANO 77
I mille volti della tradi zione tracce di storia tra botteghe e musei T ESTO DI I LIA A NTONGINI / FOTO DI M ASSIMO P IACENTINO E A NTONIO C ONTE Uomini dalle mani d’oro lavorano il legno, il ferro, il rame e la ceramica, trasmettendo la passione di una vita, a chi fa loro visita. La stessa passione che ritroviamo nei musei, curati nei dettagli, testimoni di tradizioni antiche. Dal punto di vista delle tradizioni artigianali, il parco è un vero microcosmo di colori, tecniche, saperi, forme e gusti, unici nel loro genere. Passeggiando tra le piccole vie dei 29 comuni del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, si ha la sensazione di sfogliare un libro di storia dell’arte popolare. Iniziamo questo nostro viaggio dal legno, materia prima per la realizzazione di attrezzi agricoli legati alla tradizione contadina e per altri oggetti ancora in uso nelle case: mestoli, cucchiai, contenitori per alimenti e vassoi. Sarà emozionante udire l’inusuale ticchettio di mazzette, martelli e scalpelli, che una tempo erano soliti risuonare in ogni vicolo. Oggi troviamo le botteghe del legno nei comuni di Marsiconuovo,Viggiano, San Martino d’Agri, Montemurro,Tramutola, Castelsaraceno, Carbone e Paterno. Un’attenzione particolare meritano gli artigiani specializzati nella creazione di strumenti musicali, come i produttori di zampogne e ciaramelle di Viggiano. Questi strumenti si costruiscono con pelli di capra e legno di bosso tornito a mano. Purtroppo, si tratta di un antico mestiere che va scomparendo. Viggiano è nota anche per la grande e nobile tradizione dei suoi arpisti girovaghi. Nelle botteghe degli ebanisti locali vengono prodotte raffinate e preziose arpe. Per gli appassionati di strumenti musicali, una visita a Viggiano svelerà i segreti dell’arpa diatonica, meglio conosciuta come “arpa viggianese”, antichissimo strumento che ha reso i viggianesi famosi in tutto il mondo. Tra i mestieri di un tempo, quando gli arnesi e gli utensili erano costruiti unicamente a mano, troviamo anche quello dell’impagliatore di sedie. Un comune del parco che produce sedie realizzate con la cannuccia palustre è quello di Abriola. Dopo aver costruito un telaio di legno, l’artigiano procede con l’intreccio della lesca, un’erba che cresce spontaneamente lungo corsi d’acqua o nei terreni acquitrinosi e viene impiegata per impagliare le sedie. Da non dimenticare cesti e canestri realizzati con questa particolare erba secca, di cui ricordiamo alcuni nomi: fescn’, canestr’, fusciedd e spassel. Tra quelli citati, le spassel sono usate per l’essiccazione della pasta fatta in casa, mentre i fusciedd accolgono i formaggi locali, tra i quali il Canestrato di Moliterno. Agli amanti dei cesti e dei panieri intrecciati si segnala la sagra del prosciutto a Marsicovetere, nel mese di agosto, durante la quale è possibile acquistare questi interessanti oggetti. Quando ferro, rame e pietra si fanno arte Altra attività che riveste una grande importanza dal punto di vista storico e tradizionale è la lavorazione del ferro battuto e 78 APPENNINO LUCANO APPENNINO LUCANO 79
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Page 5 and 6: Prodotti IGP: il Canestrato di Moli
Page 7: Pause di piacere golose tradizioni
Page 11 and 12: Nuovi musei, nuovi progetti Ad Abri
Page 13 and 14: Il mondo arcaico Durante il periodo
Page 15 and 16: stoso e colorato carnevale. Sempre
Page 17 and 18: prescindibile per comprendere la ci

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