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Sentieri d'acqua - Natura Italia

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prescindibile per comprendere la<br />

civiltà e la tradizione lucana, trova<br />

un punto di riferimento importante.<br />

Qui infatti il Museo della<br />

Civiltà Contadina offre una mostra<br />

permanente di utensili, vasellame,<br />

vestiario, documenti e scorci<br />

di vita rurale. Il paese è inoltre<br />

patria di una gustosa varietà di fagiolo,<br />

che dal borgo prende il nome.<br />

Ogni anno il fagiolo di Sarconi<br />

viene celebrato con un’apposita<br />

sagra il 18 e il 19 di agosto, in un<br />

tripudio di profumi e sapori. Annotazione<br />

storica: gran parte dell’ammodernamento<br />

del borgo si<br />

deve al contributo di molti sarconesi<br />

emigrati nelle Americhe a<br />

partire dalla fine del secolo scorso,<br />

che non hanno mai dimenticato la<br />

loro origine.<br />

Palazzi e loggette ornano invece il<br />

centro storico della vicina Moliterno,<br />

dove fa mostra di sé il castello<br />

di origine normanna, costruito<br />

intorno alla torre merlata<br />

longobarda, simbolo del paese e<br />

dichiarato monumento d’interesse<br />

nazionale. Non solo monumenti,<br />

però: il paese dà il suo nome ad un<br />

pregiatissimo formaggio, il canestrato,<br />

un pecorino di notevole<br />

qualità celebrato in agosto con<br />

una sagra e una mostra mercato.<br />

Ritornati lungo la SS598 incontriamo<br />

le acque tranquille del Lago<br />

del Pertusillo, costeggiato dalla<br />

statale.<br />

Non lontano da qui, una breve deviazione<br />

a nord ci porta a Montemurro,<br />

abitato già in epoca preromana,<br />

ricco di straordinari affreschi<br />

conservati nel convento francescano.<br />

Il paese è patria del poeta-<br />

94 APPENNINO LUCANO<br />

ingegnere Leonardo Sinisgalli che<br />

fu membro del gruppo “I Poeti<br />

dello Specchio” assieme a Quasimodo,<br />

Ungaretti e Montale. Nel<br />

territorio del paese si produce una<br />

pregiata varietà di olio consacrato<br />

nella sagra annuale in agosto con<br />

abbondanza di bruschette e l’immancabile<br />

zuppa di fagioli con<br />

freselle.<br />

Subito a Sud del lago incontriamo<br />

i ricchi palazzi ornati da portali in<br />

pietra con le facciate in bugnato<br />

del centro storico di Spinoso. Il<br />

borgo è famoso per la tradizione<br />

della musica popolare. Già dai primi<br />

dell’ottocento la scuola fondata<br />

da Francesco Antonio Casale<br />

attirò qui molti allievi, dando vita<br />

ai famosi “Canti Popolari del<br />

1800”. Ma anche la gastronomia<br />

non è da meno: la tradizione semplice<br />

della cucina locale ha dato vita<br />

a piatti come la Rappasciola, i<br />

Strazzat cu l’alic’ e molti altri che<br />

si possono apprezzare alla sagra dei<br />

sapori.<br />

L’etimologia della vicina Armento<br />

(da arimiento, “terra da pascolare”),<br />

ricorda l’antico legame del<br />

borgo con il territorio e le sue attività<br />

produttive. La parte più inte-<br />

ressante è il rione Casale, di periodo<br />

romano, dove si trova il Palazzo<br />

del Proconsole Terenzio Lucano<br />

che, al ritorno dalla guerra con<br />

Cartagine, venne a vivere qui e affrancò<br />

uno schiavo che prese il<br />

suo nome: si trattava di Terenzio,<br />

destinato a divenire uno dei massimi<br />

poeti latini.<br />

Ancora vicoli stretti e case addossate<br />

a Gallicchio, raggiungibile<br />

seguendo la SS92, altro prezioso<br />

borgo senza tempo, così come la<br />

sagra dei sapori perduti che si tiene<br />

ogni anno in agosto. Ritornando<br />

sulla SS598 e piegando verso<br />

Sud in prossimità di Masseria<br />

Sant’Angiolo raggiungiamo San<br />

Martino d’Agri, originata, come<br />

gran parte dei paesi circostanti,<br />

dalla distruzione dell’antica Grumentum.<br />

Anche qui il centro storico<br />

si articola in tante piccole<br />

stradine sulle quali si affacciano<br />

casette in pietra e palazzi nobiliari<br />

arricchiti da loggette e portali decorati.<br />

Ripide scalinate consentono<br />

di accedere al livello superiore<br />

del borgo. La cinquecentesca<br />

Chiesa di San Francesco è il più<br />

importante edificio monumentale:<br />

custodisce il seicentesco affre-<br />

sco della Crocifissione con la città<br />

di Gerusalemme di Giovanni De<br />

Gregorio, detto il Pietrafesa e una<br />

statua lignea della Madonna della<br />

Rupe, realizzata nel XVII secolo su<br />

copia dell’antica Madonna lignea<br />

d’origine bizantina. Immancabile<br />

da qui una gita al Santuario della<br />

Madonna della Rupe, sul Monte<br />

Raparello, una costruzione in pietra<br />

dove viene venerata per alcuni<br />

mesi dell’anno la statua della Vergine.<br />

Da non perdere in agosto la<br />

Sagra “Maccaruni u’firriciedd”,<br />

piatto tipico della tradizione contadina<br />

e il 19 agosto la Festa solenne<br />

della Madonna la cui statua fa<br />

ritorno al paese. Proseguendo verso<br />

Sud seguiamo le indicazioni per<br />

San Chirico Raparo. Adagiato su<br />

uno sperone roccioso nella Valle<br />

del Racanello, il paese è un’altra<br />

gemma poco conosciuta. Nell’unico<br />

frantoio rimasto si può acquistare<br />

un olio raro, pregiato e<br />

antico. La patrona del paese è Santa<br />

Siforosa, festeggiata ogni anno<br />

intorno alla metà di luglio con dovizia<br />

di paste tipiche fatte in casa.<br />

Visitiamo poi Castelsaraceno,<br />

dalla curiosa origine: popolata e<br />

fondata inizialmente dai monaci<br />

basiliani inviati dal re normanno<br />

Ruggero, si trasformò, da piccolo<br />

borgo contadino, in importante e<br />

ricco centro di commerci. Interessante<br />

il Palazzo dei San Severino<br />

del 1510 e i resti di un antico mulino<br />

nella vicina Mancusi.<br />

Giungiamo infine a Carbone, dove<br />

pure si riconosce un’antica fondazione<br />

religiosa, essendo stato anch’esso<br />

un grande centro monastico.<br />

L’antico monastero non esiste<br />

più, ma alcuni oggetti che gli appartenevano<br />

sono stati recuperati e<br />

custoditi nella cinquecentesca<br />

Chiesa Madre. Il paese è un vero<br />

borgo di pietra, che ben rappresenta<br />

i piccoli centri di montagna,<br />

anche se non mancano i palazzi<br />

nobiliari che punteggiano tutti i<br />

borghi di questa parte di Lucania.<br />

Interessante notare come Carbone<br />

appartenga contemporaneamente<br />

al territorio del Parco del Pollino e<br />

a quello dell’Appennino Lucano,<br />

nell’ambito di un antico crocevia<br />

di culture, tradizioni, scambi.<br />

APPENNINO LUCANO<br />

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