“INTEGRAZIONE DEL PROTOCOLLO EMDR NELLA TERAPIA ...
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3 - I genitori, e la madre in particolare, aumentavano il vissuto di impotenza di Alessia<br />
rispetto al sintomo, nel senso che qualsiasi miglioramento, pur riconosciuto, non era mai<br />
abbastanza perché permanevano le abbuffate.<br />
4 - Avendo iniziato l'università fuori sede Alessia conduceva una vita più autonoma anche<br />
dal punto di vista pratico.<br />
5 - Ci sembrava che un percorso individuale, in un contesto scelto ed accettato dalla<br />
madre, e a cui i genitori continuavano ad avere accesso, potesse aiutare Alessia a<br />
svicolarsi dalla dipendenza dal giudizio della madre.<br />
Motivi che mi hanno indotto a proporre la terapia con <strong>EMDR</strong>.<br />
1 - Il sintomo, pur essendosi ridotto in quantità e intensità, rimaneva comunque quotidiano<br />
(a parte rare eccezioni), facendo sentire Alessia sempre più scoraggiata e in balia di una<br />
cosa più grande di lei.<br />
2 - Alessia faticava ancora a connettere il sintomo ai suoi stati d'animo.<br />
3 - Alessia, pur essendo diventata capace di fare delle scelte anche in contrasto con<br />
l'opinione della madre, continuava ad aspirare all'assoluta approvazione di quest'ultima<br />
vivendo qualsiasi banale rimprovero come assolutamente distruttivo.<br />
4 - Anche se a livello cognitivo Alessia era più consapevole di certi suoi tratti come il<br />
perfezionismo, faticava a mettere in atto cambiamenti che modificassero nel profondo i<br />
suoi stati interni.<br />
5 - Io stessa, pur avendo fiducia nelle risorse di Alessia, sentivo che i cambiamenti erano<br />
così lenti che stavo rischiando di perderla.<br />
A mio avviso Alessia ha accolto subito bene la proposta di lavorare con l'<strong>EMDR</strong> anche<br />
perché la scelta è stata supportata dalla madre. Se non ci fosse stato alle spalle il lavoro<br />
con la famiglia d'origine probabilmente questo non sarebbe successo (I genitori, e in<br />
particolare la madre, avevano dato il loro contributo a far sì che Alessia interrompesse la<br />
precedente terapia individuale sia perché non vedevano miglioramenti sia perché quando<br />
la signora aveva tentato di capire che cosa stava succedendo e come poteva aiutare<br />
Alessia era stata allontanata dalla collega).<br />
La proposta dell'<strong>EMDR</strong> ha riacceso inoltre la speranza di Alessia di riuscire a stare bene in<br />
tempi ragionevoli.<br />
Alessia ha scelto come “Posto al sicuro” la coperta del letto dei genitori associata a<br />
sensazioni di protezione, calore e tranquillità. Alessia è stata molto collaborativa ed è<br />
riuscita subito ad esercitarsi anche a casa. E' tornata alla seduta successiva dicendomi<br />
che le abbuffate erano continuate, ma che era diminuito il senso d'urgenza e questo le<br />
aveva dato una sensazione di maggior controllo.<br />
Abbiamo proceduto all' “Installazione delle risorse”, alcune delle quali hanno avuto di<br />
nuovo a che fare con i genitori e con il fratello: il papà che l'abbraccia e le dice che ce la<br />
può fare (energia e coraggio), il papà che, durante una vacanza tutti insieme le dice<br />
“meno male che ci sei tu che ci fai arrivare ovunque” (senso di valore, essere capace), il<br />
fratello che nella stessa vacanza le mette una mano sulla spalla e le chiede come sta (Non<br />
sola, al settimo cielo). Nello stesso tempo sceglie anche delle risorse più centrate sui suoi<br />
stati fisici ed emotivi come lei che esce dalla palestra e si sente appagata e rilassata<br />
perché ha fatto una cosa piacevole per sé o che esce dall'acqua della piscina e prova una<br />
sensazione di benessere. Credo che questa parte del lavoro con l'<strong>EMDR</strong> abbia aiutato<br />
Alessia ad acquisire una senso di maggior autoefficacia . Alessia, infatti, è riuscita ad<br />
utilizzare queste risorse sia per procrastinare l'abbuffata anche di ore sia per affrontare<br />
altre situazioni che le procuravano molta ansia. Credo, inoltre, che il lavoro di installazione<br />
della risorse sia servite ad aiutare Alessia ad interiorizzare dei rimandi affettivi e<br />
valorizzanti da parte dei familiari, che erano presenti da tempo e che Alessia aveva