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“INTEGRAZIONE DEL PROTOCOLLO EMDR NELLA TERAPIA ...

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consultazione aveva una vita sociale ridotta ai minimi termini, pur avendo un ragazzo.<br />

Alessia ha un fratello, Matteo, del 1982, che ha interrotto una scuola professionale dopo<br />

tre anni di insuccessi e ora lavora come operaio nella ditta di un parente. In adolescenza<br />

ha fatto uso di droghe e aveva rapporti molto conflittuali con i genitori. Alessia ha assistito<br />

a scene violentissime tra il fratello e il padre ed è stata in diverse occasioni picchiata dal<br />

fratello. Al momento della consultazione Matteo viveva in casa ed esibiva comportamenti<br />

“maschilisti”. Nonostante ciò era triangolato nella coppia genitoriale dalla madre che, a<br />

tratti, ammetteva che era un “despota”, ma nonostante ciò lo considerava “profondo e<br />

sensibile”.<br />

La madre, Nadia, del 1958, operaia part-time, è la secondogenita di tre sorelle che, come<br />

la loro madre, vivono nello stesso cortile. Nadia, al momento della consultazione, era<br />

estremamente sacrificale rispetto alla famiglia d'origine e costringeva la sua famiglia<br />

nucleare a seguire lo stesso destino. Lasciava, per esempio, che i figli dormissero in una<br />

stanza piccolissima, con i letti a pochi centimetri uno dall'altro, per tenere la taverna a<br />

disposizione dei pranzi con la sua famiglia di origine.<br />

Giuseppe, del 1955, operaio, è il quartogenito della sua famiglia d'origine. Ha una sorella<br />

disabile cresciuta in istituto fino ai 14 anni. Giuseppe, più svincolato della moglie dai<br />

servigi alla madre autoritaria, offriva però Alessia come vittima sacrificale. Al momento<br />

della consultazione Nadia e i figli definivano Giuseppe superficiale e incompetente come<br />

figura genitoriale, ma portavano degli esempi del tutto incongrui. Alla fine è emersa una<br />

fatica della coppia a livello coniugale.<br />

Abbiamo lavorato, con diversi formati, sulla fatica di Alessia ad identificarsi con un modello<br />

di madre sacrificale, che da un lato veniva vissuto come irraggiungibile dall'altro non<br />

rappresentava affatto un modello invidiabile. I tentativi di Alessia di essere la “figlia<br />

perfetta" e di prepararsi a diventare una “donna adulta perfetta” le portavano, infatti meno,<br />

riconoscimenti di quanti ne ricevessero Matteo o l' “intoccabile” cugina Federica, coetanea<br />

di Alessia. Abbiamo lavorato anche sugli episodi di mancata protezione e sul vissuto di<br />

ingiustizia di Alessia.<br />

Cambiamenti ottenuti con la terapia sistemico relazione familiare e individuale:<br />

1 - Matteo, pur continuando a pensare che il problema della sorella andasse trattato con la<br />

forza, si è svincolato dal ruolo di sostituto genitoriale, chiedendo esplicitamente alla madre<br />

di non coinvolgerlo più nel problema di Alessia perché lo faceva troppo soffrire.<br />

2 - Matteo ha iniziato a comportarsi da fratello maggiore, chiedendo ad Alessia di<br />

condividere con lui esperienze che piacevano ad entrambi.<br />

3 - Tutti i membri della famiglia sono, progressivamente arrivati ad una maggior<br />

valorizzazione del padre e della sua componente affettiva.<br />

4 - C'è stato un riavvicinamento della coppia coniugale che ha svincolato Alessia dal ruolo<br />

di consolatrice della madre.<br />

5 - Nadia ha dato inizio ad un parziale contenimento delle pretese della sua famiglia<br />

d'origine.<br />

6 - C'è stata una lenta ma progressiva apertura di Alessia ai propri bisogni e alla<br />

dimensione del piacere.<br />

7 - Alessia si è aperta maggiormente alla vita sociale.<br />

Motivazioni che ci hanno indotto a puntare su un percorso individuale.<br />

1 - I genitori ad un certo punto hanno verbalizzato che più di così loro non sarebbero<br />

riusciti a fare, rischiando di colpevolizzare sempre di più Alessia perché non faceva<br />

abbastanza.<br />

2 - Erano subentrati problemi economici che in parte erano oggettivi e in parte venivano<br />

utilizzati per indurre Alessia a smettere le abbuffate. Alessia da un lato si sentiva in colpa<br />

dall'altro esprimeva con il sintomo la forte rabbia verso i genitori che non capivano la sua<br />

sofferenza.

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