“INTEGRAZIONE DEL PROTOCOLLO EMDR NELLA TERAPIA ...
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“flotback” siamo riuscite ad individuare quello che a mio avviso è uno dei nodi problematici<br />
del tipo di funzionamento di Alessia e della sua relazione di con la madre.<br />
Sensi di colpa bruttissimi, flotback:<br />
Quando da piccola faceva qualcosa di male la madre le diceva “almeno tu Alessia” e<br />
piangeva tra l'arrabbiato e il disperato<br />
CN “Io non sono all'altezza, io sono una delusione”<br />
CP “Io vado bene così”<br />
VOC 2<br />
tristezza<br />
SUD 9<br />
nella pancia<br />
Dopo due elaborazioni su questo ricordo, Alessia è riuscita a recuperare associazioni con<br />
ricordi più recenti (più legati ad una prospettiva adulta) che le stanno consentendo di<br />
staccarsi dal vissuto infantile di dover essere perfetta per essere nel contempo accettata<br />
dalla madre e costituire la sua unica consolazione. In un passaggio dell'eleborazione di<br />
questo ricordo, Alessia accede alla consapevolezza del fatto che i suoi genitori<br />
baratterebbero tutti i suoi “risultati” con il suo “star bene”. A quel punto, rilevato che il<br />
livello di disturbo rispetto al ricordo originale non scendeva, ho ritenuto utile favorire la<br />
generalizzazione e l'integrazione delle informazioni attraverso un Intervento Cognitivo<br />
Integrativo. Ho chiesto ad Alessia quale poteva essere l'intenzione della madre nel dirle<br />
“Almeno tu Alessia” e questo ha consentito alla paziente di percepire anche la parte di<br />
“cura” insita nell'esortazione della madre.<br />
Concludendo, pur consapevole del fatto che siamo solo a metà dell'opera, penso che i<br />
passaggi del lavoro con l'<strong>EMDR</strong> che ho illustrato, siano stati utili nel superare quegli<br />
aspetti che a mio avviso rendevano lento e faticoso il cambiamento di Alessia. Tuttavia<br />
ritengo che il lavoro fatto in precedenza con Alessia e i suoi familiari sia stato altrettanto<br />
importante sia nell'individuare un'ipotesi eziopatogenetica che ci guidasse nel definire gli<br />
obiettivi del trattamento sia nell'aiutare Alessia ad individuare e mobilitare le risorse<br />
riparative sue e dei suoi familiari.<br />
OSSERVAZIONI SUI VANTAGGI E SULLE DIFFICOLTA'<br />
INCONTRATE NELL'UTILIZZO <strong>DEL</strong>L'<strong>EMDR</strong> IN ASSOCIAZIONE<br />
ALLA <strong>TERAPIA</strong> SISTEMICO RELAZIONALE <strong>NELLA</strong> PATOLOGIA<br />
ALIMENTARE CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLA<br />
SINTOMATOLOGIA RESTRITTIVA.<br />
Anche con le pazienti anoressiche l'applicazione dell'<strong>EMDR</strong>, dal nostro punto di vista,<br />
risulta particolarmente utile e con una funzione accelerante in particolare nel "...<br />
superare i cosiddetti "stadi pre-psicologici" del loro pensare il problema. Il più primitivo è<br />
quello della negazione o banalizzazione del problema, segue quello dell'onnipotenza (ce la<br />
faccio da sola), quindi quello della negazione della responsabilità (sono una vittima di<br />
cattivi genitori) per arrivare finalmente all'accettazione di una co-responsabilità. Una<br />
psicoterapia può diventare efficace solo quando il paziente e/o i suoi familiari sono arrivati<br />
a tale capacità riflessiva" ( Undici tipi di personalita', M.Selvini, 2007).<br />
Le pazienti anoressiche trattate presso il nostro Centro e alle quali è stato proposto<br />
l'<strong>EMDR</strong> sono pazienti già in carico da qualche anno. I tratti di personalità di queste pazienti<br />
sono prevalentemente di tipo ossessivo-compulsivo ed evitante. Per quanto riguarda le<br />
pazienti anoressiche con uno stile di personalità ossessivo-compulsivo, la maggior parte di