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Groppi : from cake to art !<br />
La pasticceria europea è entrata nelle case degli egiziani grazie a Giacomo Groppi, che<br />
fu il primo a far assaggiare al popolo del Nilo alcune specialità dolciarie dai nomi per loro<br />
impronunciabili, entrati oggi nel lessico quotidiano egiziano come la crema chantilly, le<br />
millefoglie, i marron glacé.<br />
Sembra incredibile, ma le ricette delle delizie di Groppi per tutti questi anni sono rimaste<br />
segrete: nessun impiegato, cameriere o pasticcere della catena aveva accesso all’intera lista<br />
degli ingredienti, che per di più era scritta solo in francese.<br />
Groppi : chi erano?<br />
Di origine ticinese, i Groppi sono stati tra i tanti khawagah, europei naturalizzati egiziani,<br />
che nel corso del XX secolo trovarono la loro fortuna in Egitto e contribuirono a delineare<br />
tratti fondamentali della cultura e della quotidianità del paese.<br />
Nelle Maison Groppi si potevano degustare qualità di cioccolato, succhi di frutta esclusivi,<br />
ma la più ingegnosa delle bontà ideata dai Groppi fu quella che univa le specialità<br />
dell’oriente e dell’occidente, i deliziosi datteri delle palme d’Egitto e il cioccolato svizzero,<br />
unico al mondo. Queste erano le famose chocolate balls, un esperimento di fusion tra i<br />
meglio riusciti.<br />
Non esiste egiziano che non abbia assaggiato, almeno una volta nella vita, il gelato di<br />
Groppi, un tripudio di cremosità e sapori, irripetibile e inimitabile.<br />
Giacomo Groppi, nato nel 1863, era appena ventunenne quando nel 1884 lasciò Rovio alla<br />
ricerca di prospettive migliori, aspettative e sogni che concretizzò prima ad Alessandria<br />
nel 1890, e poi al Cairo, dove, insieme al figlio Achille, aprì le due sedi nel 1909 e nel 1925.<br />
Il Caffè Groppi, frutto dell’indiscutibile genio di Giacomo, e del tocco artistico di Achille,<br />
seppe coniugare l’amore per la pasticceria con la passione per l’arte.<br />
“Groppi” il richiamo più atteso dai bambini del Cairo<br />
Il carretto dei gelati aspettava i bambini davanti alle scuole, il grido “Groppiiiii” era<br />
l’unico in grado di superare i suoni e i rumori del traffico, per vibrare nei cuori di quelle<br />
generazioni che non si sono mai perse un “Groppi Stick”. Quel richiamo magico ancora<br />
risuona in una lingua universale, scritta in caratteri arabi e latini, come l’insegna luminosa<br />
che troneggiava sull’ingresso del locale e che da fuori permetteva di scoprire la bellezza<br />
nascosta delle mura, e di comprendere che Groppi era e sarebbe sempre rimasto un luogo<br />
unico, che aveva riunito i bambini attorno a se, generazioni e popoli intorno allo stesso<br />
tavolo, facendoli sentire un po tutti uguali, un po tutti uomini, un po tutti liberi.<br />
Groppi : luogo di incontri, in tutte le forme…<br />
Groppi non era solo un locale di ristorazione, ma mirava ad esser un vero e proprio<br />
progetto culturale. Il locale di Giacomo ospitava infatti spesso spettacoli, balletti, concerti<br />
musicali dei più rinomati artisti dell’epoca: salire su quel palco rappresentava un sogno.<br />
Anche il giardino si trasformava in una sala cinema, dove venivano proiettate le pellicole<br />
più amate, amata dai beh, dai pashà, dai soldati stranieri in missione al Cairo, dalla gente<br />
comune e dalle stelle del cinema.<br />
I dolci dei “Groppi” erano una leggenda, e le élite aristocratiche facevano a gara per<br />
accaparrarsi i dolci più famosi del Cairo. Divenne consuetudine tra principi e re donarsi e<br />
scambiarsi le prelibatezze preparate da Giacomo. Un episodio in particolare ha segnato la<br />
storia del locale: quando le figlie del re Carlo II d’Inghilterra andarono in visita in Egitto,<br />
il Re Farouk offrì loro il cioccolato di Groppi, e queste ne rimasero tanto entusiaste che lui<br />
volle omaggiarle con un dono speciale che le raggiunse al loro ritorno in patria: 100 kg di<br />
cioccolato Groppi.<br />
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