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Rivista "Agricoltura" Regione Piemonte - n.94 giugno 2018

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Maurizio Montobbio<br />

IL GAVI, IL VINO ELEGANTE CHE FA CULTURA<br />

Gavi 972<br />

www.consorziogavi.com<br />

“Gavi 972” è il nome del nostro progetto: la nostra è una lunga storia che inizia appunto dal 972, quando<br />

si ritrovano le prime tracce delle presenza di vite a Gavi, un patrimonio che si è mantenuto fino ad oggi con<br />

gli 11 comuni che fanno parte della denominazione. E’ un piccolo territorio molto vocato e che, ormai da<br />

qualche anno, per la sua valorizzazione punta sull’arte e sulla cultura.<br />

In che cosa consiste il progetto “Gavi 972”, che è stato finanziato dalla misura<br />

3.2 del PSR, come azione di promozione e valorizzazione del territorio?<br />

A fine maggio abbiamo proposto “Gavi for arts”, una tre giorni dedicata alla scoperta del territorio<br />

e del suo patrimonio culturale, con l’anteprima in degustazione dell’annata 2017. Quest’anno ricorre<br />

anche la celebrazione dei vent’anni di DOCG Gavi, un anniversario importante per il Grande Bianco<br />

<strong>Piemonte</strong>se, che continua a crescere.<br />

Nell’area archeologica di Libarna, risalente al I-II sec. a.C., a Serravalle Scrivia, si è svolta una rievocazione<br />

storica, concerti e appuntamenti culturali. In questo ambito è stato anche celebrato il premio<br />

Gavi “La Buona Italia” che ormai è un appuntamento conosciuto.<br />

Il premio e l’evento nel suo complesso hanno una peculiarità rispetto ad<br />

altri eventi del settore?<br />

Il Premio La Buona Italia è giunto alla quarta edizione e nasce nell’ambito del Laboratorio Gavi creato<br />

nel 2014. E’ un contesto in cui il Consorzio racconta e premia le realtà vitivinicole che si sono rese<br />

protagoniste di progetti di Responsabilità Sociale, un tema molto attuale e innovativo nel panorama<br />

degli eventi legati al vino. Da anni cerchiamo di valorizzare le buone pratiche enogastronomiche che<br />

portano il made in Italy nel mondo.<br />

Quest’anno è stata elaborata e firmata la Carta di Gavi del Vino Responsabile: oltre 100 tra produttori<br />

ed esponenti del panorama nazionale della comunicazione e della Responsabilità sociale di Impresa<br />

hanno firmato un ‘manifesto’ per la Responsabilità Sociale nel mondo vitivinicolo italiano.<br />

Ha ricevuto il riconoscimento Arnaldo Caprai di Montefalco (PG) e le due Menzioni sono andate al<br />

Consorzio per La Tutela del Franciacorta e a Castello Banfi, Montalcino (SI) per il loro impegno sociale<br />

e ambientale.<br />

Per completare il quadro dei nostri progetti, a fine agosto si svolge “Di Gavi in Gavi”, una manifestazione<br />

più popolare destinata al consumatore, con degustazioni, eventi, concerti, che coinvolgono<br />

tutti gli 11 Comuni ma con sede a Gavi.<br />

Il Gavi è una denominazione che ha un buon riscontro sui mercati?<br />

Quest’anno la produzione è stata in calo, ma per fortuna la denominazione è molto ben posizionata<br />

nella fascia della ristorazione medio-alta e l’export copre l’85% della produzione, soprattutto sul<br />

mercato inglese, tedesco, cui seguono Usa, Giappone e Malta.<br />

E’ un vino considerato di prestigio, promosso anche dai produttori di Barolo per completare la propria<br />

gamma, viene spesso considerato il “Barolo del bianco”, adatto anche a un certo invecchiamento.<br />

Il nostro Consorzio è una realtà piccola ma ben organizzata e compatta, svolge attività “Erga Omnes”<br />

nei confronti di tutta la filiera del Gavi docg. La nostra è una realtà non facile, perchè composta<br />

da un lato da grandi aziende che fanno la loro strada, dall’altro da piccoli produttori che solo in forma<br />

aggregata potrebbero fare promozione.<br />

Abbiamo cercato comunque di consolidare una nostra identità peculiare. Da poche settimane lascio il<br />

testimone del Consorzio a Roberto Ghio, neo eletto Presidente, a cui auguro buon lavoro.<br />

Come lavora il Consorzio?<br />

Il Consorzio lavora in collaborazione con gli enti pubblici e le associazioni per la conservazione, il<br />

miglioramento, la sostenibilità ambientale non solo della produzione, ma del terroir.<br />

E’ nato nel 1993. Dal 1997 lavora alla selezione clonale con gli esperti del CNR di Torino attraverso<br />

la quale sono stati selezionati i migliori esemplari di Cortese provenienti dai vigneti della denominazione;<br />

l’analisi fornisce una “mappa” scientifica per valutare al meglio le vocazioni dei singoli<br />

appezzamenti.<br />

Il Consorzio è stato inoltre il primo in Italia, in collaborazione con La Camera di Commercio e la <strong>Regione</strong>,<br />

a effettuare la sistematica verifica dei vigneti appartenenti alla denominazione sotto il profilo<br />

catastale e ampelografico.

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