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Riflessi - FSNews

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di fare massa critica rispetto alla competizione,<br />

su un piano di parità. Le difficoltà nell’integrazione?<br />

Certo, esistono, e sono i segnali di<br />

un ritardo: più è difficile raggiungere una forte<br />

coesione, più tardi l’Europa risponde a queste<br />

sfide».<br />

R In questo contesto che fonde l’Italia con<br />

l’Europa per il raggiungimento di obiettivi comuni,<br />

ritiene che le istituzioni repubblicane<br />

siano all’altezza delle sfide in gioco?<br />

B «La Costituzione italiana non è un totem intoccabile.<br />

Probabilmente ha bisogno di ritocchi,<br />

nel rispetto però dei principi supremi che la contraddistinguono,<br />

come il pluralismo, la centralità<br />

dell’uomo e della dignità umana. È chiaro che<br />

deve accompagnare lo sviluppo dell’Italia in un<br />

mondo totalmente diverso».<br />

R I principi di libertà devono armonizzarsi con la<br />

logica del mercato: è possibile, questo, nella Repubblica<br />

di oggi?<br />

B «La libertà è la maggior leva di sviluppo, e il<br />

mercato è in qualche modo la prosecuzione della<br />

libertà stessa in campo economico. Le condizioni<br />

ideali per realizzare il connubio presuppongono<br />

però l’esistenza di regole: come ci ha insegnato<br />

Adam Smith, dove mancano le regole non<br />

ci può infatti essere mercato. La recente crisi finanziaria,<br />

dovuta proprio alla carenza di regole<br />

generali, e i conseguenti abusi della libertà da<br />

parte di tanti operatori finanziari, è la dimostrazione<br />

palese di questo principio. È quindi in<br />

questa direzione che si deve operare, evitando<br />

che il concetto di mercato resti vago e, soprattutto,<br />

inapplicabile».<br />

R Per stare al passo con i tempi, quali altri importanti<br />

problemi dovrebbero essere risolti prioritariamente?<br />

B «Penso prima di tutto all’adeguamento<br />

dell’apparato pubblico – dagli organi costituzionali<br />

a quelli amministrativi – per farlo diventare<br />

più efficiente e meno costoso per la collettività.<br />

Finché non avremo una pubblica amministrazione<br />

capace di mettere le imprese italiane a livello<br />

di quelle degli altri Paesi, non possiamo pensare<br />

di creare valore per la società. L’importante è<br />

Giugno 2009<br />

A sinistra, la facciata<br />

del Quirinale. Sopra,<br />

un ritratto di Antonio<br />

Baldassarre<br />

anniversari<br />

quindi finalizzare le riforme pubbliche verso il<br />

mondo produttivo».<br />

R In un’Italia sempre più aperta all’Europa e al<br />

mondo, c’è un rischio per la nostra identità culturale?<br />

B «L’Italia è sempre stata una nazione variopinta,<br />

nella quale tende a dominare più l’identità<br />

locale che quella nazionale. Questa nostra caratteristica<br />

ci ha permesso di sviluppare un forte<br />

spirito di accoglienza verso gli stranieri, un atteggiamento<br />

messo oggi in crisi, purtroppo, da<br />

alcune paure, spesso ingiustificate, anche per<br />

politiche pubbliche sbagliate. Spesso l’immigrato<br />

è contrapposto all’italiano come colui che<br />

sottrae lavoro, ma in realtà non ci rendiamo conto<br />

che molti lavori senza gli extracomunitari non<br />

sarebbero più garantiti. Noi restiamo italiani,<br />

ma dobbiamo essere capaci di creare principi di<br />

convivenza e allo stesso tempo di garantire un<br />

livello di sicurezza alto, anche per non alimentare<br />

proprio quella fobia che è nemica dell’integrazione<br />

fra le genti. Sono questi, credo, i compiti<br />

che spettano a chi governa sia al centro che sul<br />

territorio».<br />

73<br />

© Olycom

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