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Riflessi - FSNews

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© IStock Photos © IStock Photos<br />

mercati sono pieni di merce ma sono sempre più<br />

frequenti infezioni e intossicazioni e il benessere<br />

dell’Occidente, che ha portato all’aumento di disturbi<br />

come diabete e obesità, non ha evitato la<br />

fame nel mondo. Con un finale poco ottimista<br />

che lega ai cambiamenti climatici e all’impoverimento<br />

delle risorse naturali la fine dell’“età aurea”<br />

del cibo.<br />

E ancora Michael Pollan ha pubblicato con<br />

Adelphi In difesa del cibo, che smonta la tesi secondo<br />

la quale a renderci sani e belli non sono le<br />

cose che ingeriamo ma le sostanze che le compongono.<br />

E promuove una soluzione: «non mangiare<br />

nulla che la nostra nonna non avrebbe<br />

mangiato»; ovvero poco e “verde”. In pieno contrasto<br />

con le politiche dell’industria<br />

alimentare, tra le più potenti<br />

al mondo.<br />

Anche Carlo Cannella, docente<br />

di Scienza dell’Alimentazione a<br />

La Sapienza, e Giovanni Carrada,<br />

autore di SuperQuark, nel loro<br />

saggio Che cosa mangeremo analizzano<br />

le evoluzioni del sistema,<br />

tra nuove problematiche e le esigenze<br />

dei consumatori, sempre<br />

più attenti a sicurezza e qualità.<br />

L’introduzione storica spiega<br />

che «nel giro di alcuni decenni, i<br />

Paesi industrializzati sono passati<br />

dalla malnutrizione al cibo sufficiente per<br />

tutti», con la conclusione che «dopo l’orgia di<br />

consumi che ha seguito l’immensa disponibilità<br />

di alimenti, resa possibile dall’industria, e che<br />

ha portato all’appiattimento dei consumi e al dilagare<br />

di sovrappeso e obesità, è arrivato il momento<br />

di scegliere qualità più alta e quantità più<br />

basse». La premessa è la dipendenza dei cittadini<br />

dai sistemi di distribuzione (che hanno imposto<br />

nuove valenze al mangiare e nuovi riti ad esso<br />

connessi). Ma c’è un futuro legato alle biotecnologie,<br />

a nuove tecnologie per la conservazione<br />

e a un maggiore controllo della tracciabilità. Gli<br />

alimenti che mangeremo saranno sempre gli<br />

stessi ma cambieranno le modalità di consumo.<br />

La globalizzazione avanza e al supermercato si<br />

troveranno sempre più facilmente cibi da tutto il<br />

mondo. Ma al contempo si afferma la “biodiversità<br />

gastronomica” tutelata da marchi protetti<br />

come DOP, DOC, IGP.<br />

riflessi

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