Riflessi - FSNews

«Quando è toccato a me, lasciare tutto, ho
preso il treno. Potevo prendere la nave, ma
le navi avevano svuotato il Sud negli anni
prima. La nave era un addio. Il treno no,
il treno era allegro anche senza supporre
necessariamente un ritorno»
dividerli. Quando faccio una traduzione so che
la faccio per condividerla, mentre quando scrivo
una storia lo faccio per stare con essa.
D Dove ha imparato l’ebraico antico?
R Da solo, sulle grammatiche. Ho impiegato
molto tempo, ma la maniera migliore per imparare
è fare una cosa tutti i giorni.
D E cosa trova nei testi sacri che traduce?
R Sono un non credente, ma quello che guardo
nelle scritture non è tanto l’interpretazione
che è sprirituale ma la loro fisicità. La Bibbia è
un testo fisico che coinvolge tutti i sensi della
persona alla quale la divinità si rivela.
D Lei è su facebook. Ha scritto «vedo nelle
persone giovani il dolore di amare poco». Che
significa?
R Uso facebook solo come posta. Però, vede, i
giovani oggi portano addosso una reticenza
sentimentale, un’affettività impaurita. Non so
perché. Noi ci siamo conosciuti tutti. Avevamo
un’idea precisa del pronome personale “noi”.
Oggi questo non c’è più.
D Ma come? Siamo nell’era di internet.
R Internet collega i fili, non le persone.
D Ha scritto una poesia bellissima sul valore.
Cos’è il valore oggi?
R Quello era un elenco di affetti ed effetti personali.
Un suggerimento a tutti ad allungare la
lista o a depennarla e ad aggiungere altre cose.
E così è successo. Ho saputo di una scuola
Giugno 2009
Nelle foto
Erri De Luca,
59 anni. Nella sua vita ha
fatto l’operaio, il muratore,
il camionista, il magazziniere.
Durante la guerra in ex
Jugoslavia ha fatto l’autista
per i convogli umanitari. Oltre
che scrittore, è traduttore
dall’yiddish e dall’ebraico, che
ha studiato come autodidatta
in cui un’insegnante ha chiesto agli alunni di
riscrivere quell’elenco. Uno studente ha scritto
che considera valore il gesso con cui scrive
alla lavagna. Bello no?
D Cos’è il viaggio? Osservazione? Uno spostamento?
Un’assenza? Una fuga?
R Il viaggio è quello che comincia quando si
parte. È una parola nobile il viaggio. È quello
dei migratori che attraversano i continenti ma
è anche quello dell’alpinista. Quando è toccato
a me lasciare tutto, ho preso il treno. Potevo
prendere la nave, ma le navi avevano svuotato
il Sud negli anni prima. La nave era un
addio. Il treno no, il treno era allegro anche
senza supporre necessariamente un ritorno. Il
treno univa il Nord al Sud e per le elezioni il
treno riportava a casa, a poco prezzo, gli emigranti.
E poi si ascoltavano i racconti durante
il viaggio. Ed era bello raccontare e farsi raccontare.
Chi leggeva era un traditore.
D Si parla anche oggi sui treni.
R Oggi si parla col cellulare.
D Com’è la società di oggi?
R Quella nostra è provinciale, per di più collocata
in una parte di mondo, l’Europa, che è
storicamente insignificante. Siamo dunque in
una provincia del mondo in un tempo di provincia.
E cerchiamo sempre più di andare verso
un modello di Svizzera.
D Non lo dice con grande trasporto.
R Infatti.
D Cos’è la felicità?
R È un colpo improvviso quando va bene, sennò
è quello che prendiamo per buono alla memoria.
© Grazia Neri
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