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copri fuoco - CHIAIA MAGAZINE

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PRIMO PIANO <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 3<br />

Invasioni barbariche, Chiaia al tappeto<br />

L’EMERGENZA. Aggressioni spietate, auto incendiate: i predatori alzano il tiro<br />

Il quartiere si scopre indifeso. Le proposte di Fabio Chiosi: subito leggi speciali<br />

ALVARO MIRABELLI<br />

e crolla Chiaia, crolla il ba-<br />

«Sricentro della città»: chi ci<br />

vive ne è convinto. L'orgoglio di<br />

campanile non c'entra: c'entra<br />

invece l'amara considerazione<br />

che non reggono più i tradizionali<br />

argini di contenimento<br />

alle infiltrazioni malavitose, anticorpi<br />

di civiltà che finora avevano<br />

sempre espulso l'illegalità<br />

come corpo estraneo. Notti da<br />

paura, stadio d'assedio, belve feroci<br />

con licenza alla rapina e al<br />

massacro fisico della preda, il<br />

quartiere messo in scacco dai<br />

teppisti: ora si trema davvero. Si<br />

trema, ad esempio, da quando<br />

a Cappella Vecchia un professionista<br />

ha guardato la morte<br />

negli occhi: gli occhi di chi gli<br />

ha rotto la testa dalla nuca allo<br />

zigomo, occhi - ha detto la vittima<br />

- «pieni di odio». Balordi, a<br />

quanto pare, in trasferta dalla<br />

zona flegrea: balordi di fuori<br />

che vanno a ingrossare le file<br />

dei predatori locali.<br />

Paura strisciante. Così, nel<br />

2007, Chiaia si risveglia con l'acqua<br />

alla gola, l'acqua di una<br />

marea che montava da tempo<br />

anche nel salotto buono di Napoli.<br />

Sulle pagine del Mattino,<br />

tempo fa, si chiedeva l'insigne<br />

giurista Piero Craveri: «Ci vorrebbe<br />

una mano dura e responsabile,<br />

quella che si usa anche<br />

in democrazia. Anzi, nei casi<br />

limite, questa mano è necessaria<br />

salvaguardia della credibilità<br />

delle istituzioni. Già, ma<br />

la mano di chi?». E’ ovvio che la<br />

domanda investa Napoli intera.<br />

A Chiaia, però, il rancore che<br />

gli aggressori esibiscono è veleno<br />

puro. E il quartiere lo ha capito<br />

benissimo: «Qui la violenza<br />

d'importazione sta mettendo<br />

radici: e il punto di non ritorno<br />

è vicino». Già, perché la paura<br />

viaggia a braccetto con l'assuefazione<br />

e con la voglia di girarsi<br />

dall'altra parte.<br />

La resistenza. Tutte pecore?<br />

No, per fortuna! Anzi. Un posto<br />

sulla barricata anticaos se l'è subito<br />

assicurato Fabio Chiosi,<br />

presidente della Municipalità<br />

1, che non ha perso tempo nello<br />

scatenare la controffensiva.<br />

Da lui richieste categoriche alle<br />

Istituzioni. La prima ai parlamentari:<br />

fare leggi speciali<br />

per il contrasto al crimine. E<br />

sfoglia le note dolenti: «Oggi, se<br />

non si è pregiudicati, c'è la sospensione<br />

della pena per i reati<br />

predatorii. E ancora: anche<br />

dopo il primo grado di giudizio,<br />

l'esecutività della pena non<br />

scatta. Inoltre: nel processo per<br />

direttissima chi patteggia gode<br />

di ampi sconti e questo deve finire.<br />

La buona condotta, poi, è<br />

un autentico colpo di spugna<br />

sulle responsabilità di chi delinque».<br />

Come curare il cancro<br />

con l'aspirina, lascia intendere<br />

il numero uno del governo di<br />

quartiere. E su questo terreno<br />

parte l'invito al sindaco Iervolino:<br />

«Il Primo Cittadino - dice -<br />

deve convocare le “grandi assise”<br />

di tutti i parlamentari napoletani,<br />

di maggioranza e di<br />

opposizione, per leggi nuove e<br />

più efficaci». Chiosi, poi, è andato<br />

a bussare anche alla porta<br />

del questore per chiedergli di<br />

«potenziare la sorveglianza in<br />

zona e alzare il tiro contro le<br />

bande armate locali». «Bonificare<br />

il territorio - insiste - è necessario<br />

per far comprendere,<br />

anche con la forza e l'autorevolezza<br />

dello Stato, che le Istituzioni<br />

reagiscono». Allarme che<br />

il presidente della Municipalità<br />

1 ha lanciato anche a dicem-<br />

bre, presentando la nascita del<br />

«Comitato Municipale per la Sicurezza»,<br />

che raccoglie tutti i<br />

rappresentanti delle forze dell'ordine<br />

territoriali: «Occorre assediare<br />

- ha tuonato - le aree<br />

criminali per evitare che i malviventi<br />

si infiltrino nelle zone<br />

commerciali, residenziali e della<br />

movida». Né Chiosi ha trascurato<br />

il capitolo, finora dribblato<br />

da enti locali e Governo,<br />

della videosorveglianza: ed ha<br />

subito girato l'urgenza al nuovo<br />

prefetto Alessandro Pansa.<br />

Il quartiere si ribella. Quello<br />

di Chiosi, ad ogni modo, non è<br />

un caso isolato: fermentata a<br />

lungo sottopelle, in zona la voglia<br />

di rivolta è esplosa anche<br />

tra chi di commercio ci vive<br />

(800 operatori, 500 milioni di<br />

fatturato annuale). Così non ci<br />

ha pensato su due volte Nino<br />

De Nicola, presidente delle<br />

«Nuove Botteghe dei Mille», promuovendo<br />

una serrata che ha<br />

coinvolto piccole e grandi griffe.<br />

«Le garanzie di chi opera e vive<br />

a Chiaia sono azzerate - sostiene<br />

lui - e il quartiere è ormai<br />

ostaggio di teppisti e malintenzionati.<br />

Dobbiamo reagire<br />

con fermezza ed esigere la mobilitazione<br />

delle forze dell'ordine,<br />

visto che finora il controllo<br />

del territorio è stato insufficiente.<br />

Una cosa è certa: il<br />

quartiere non si arrende».<br />

Verissimo, a dar retta alla gente<br />

per strada. E a chi glielo chie-<br />

de, il cittadino di qui, consegna<br />

anche il resto: i conti in sospeso<br />

tra la Malanapoli e Chiaia - dicono<br />

- non si riducono alle rapine.<br />

Insieme ai violenti, fanno<br />

danni da tempo anche gli specialisti<br />

della «spaccata» che con<br />

le auto-ariete sfondano le vetrine<br />

delle boutique, ripulendole<br />

in un lampo: nella lista dei depredati<br />

«Ferragamo», «Hogan»,<br />

«Angeli», «Carla G». Né si tirano<br />

indietro le bande del «buco»: fece<br />

ad esempio scalpore il «colpo»<br />

allo show-room Marinella.<br />

Infine, non concedono sconti a<br />

nessuno i vandali professionali<br />

e i parcheggiatori abusivi che<br />

adesso da queste parti hanno<br />

fatto il salto di qualità, incendiando<br />

le automobili altrui.<br />

Chiacchiere eccellenti. Un<br />

carnet criminale che sa di sconfitta<br />

istituzionale: vecchia storia<br />

per una città torchiata da<br />

piccoli e grandi delitti, schiaffeggiata<br />

per giunta dalle promesse<br />

mancate, intossicata dalle<br />

parole all'ingrosso. Solo a incassare,<br />

però, Chiaia non ci sta:<br />

e lo sta dimostrando.<br />

E un contributo, da parte sua,<br />

intende offrirlo anche «Chiaia<br />

Magazine» che a febbraio organizzerà<br />

un forum su «Chiaia<br />

sotto assedio». Sono invitati cittadini<br />

ed esponenti della Municipalità<br />

1. Un modo come un<br />

altro per alzare la voce, per dire<br />

che qui Gomorra la partita la<br />

perde.<br />

CORO UNANIME:<br />

«NO ALL’ESCALATION»<br />

Alessandro Iuliano, con<br />

farmacia in piazza dei<br />

Martiri: «Il controllo c'è.<br />

Ma è il tasso delinquenziale<br />

che è altissimo.<br />

Non si può massacrare,<br />

come è accaduto, per<br />

100 euro. E poi i rapinatori:<br />

ci sono i balordi,<br />

ma altri sono informatissimi<br />

sulle vittime».<br />

Attilio Coscia, gestore<br />

di Vinarium a Cappella<br />

Vecchia: «Rispetto al<br />

resto di Napoli, il<br />

territorio è presidiato.<br />

Ma i malviventi continuano<br />

a fare ciò che<br />

vogliono. E' gente<br />

spavalda: forse perché<br />

la legge è troppo morbida<br />

con loro».<br />

Ciko Orefice, gioielliere<br />

in san Pasquale a<br />

Chiaia: «Poche le divise<br />

in zona. E qui i delinquenti<br />

a momenti<br />

timbrano il cartellino<br />

visto che si presentano<br />

a orari regolari: il<br />

mattino presto e la sera<br />

tardi, proprio quando<br />

non ci sono le forze<br />

dell'ordine».<br />

Marina Maffei, gioielleria<br />

in via Santa Caterina<br />

a Chiaia: «Il controllo<br />

è solo scena: vedo<br />

scarso impegno. E basta<br />

uscire da piazza dei<br />

Martiri per constatare<br />

come il resto di Chiaia<br />

sia alla deriva. Il senso<br />

di impunità dei malviventi<br />

è raggelante».<br />

Paolo Petirro, titolare<br />

del ritrovo «Je goute»:<br />

«Chi ci governa sa che<br />

questa è una zona che,<br />

con la movida, richiama<br />

malintenzionati:<br />

siamo in balia dei<br />

predatori. E così diventa<br />

a rischio un by night<br />

che potrebbe essere<br />

pacifico ed europeo».<br />

Alessandro Iuliano<br />

Attilio Coscia<br />

Ciko Orefice<br />

Marina Maffei<br />

Paolo Petirro

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