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ARTE&AFFARI CHIAIA MAGAZINE 12 OSCAR MEDINA Il rischio, il denaro, la fama, a volte il cinismo: tra le luci di molte ribalte e le ombre di qualche illusione, tra talenti veri o prefabbricati, si aggirano i missionari dell’estro contemporaneo. Lo fanno per fede, o per business, o per entrambe le cose. Costruendo carriere: le proprie e quelle degli artisti che amano. E a Napoli non fanno eccezione: in città i galleristi che governano l’arte, ma anche gli enfant prodige del mestiere, si concentrano a Chiaia. Guru e matricole promettenti che fanno tendenza e hanno molto da dire. ALFONSO ARTIACO A Napoli è tra i senatori dell’arte contemporanea: la sua galleria in piazza dei Martiri 58 è crocevia di rigore per le griffes nazionali e internazionali dell’avanguardia artistica. Con la creatività moderna Alfonso Artiaco da 20 anni ha stretto un patto di ferro: il suo primo spazio lo inaugurò a Pozzuoli nell’’86 e da poco ha festeggiato il ventennale dell’attività. 1. Nel mio caso escludo un ruolo da pierre. Se poi per talent scout si intende uno che cerca la qualità dell’arte per offrirla a persone che nutrono la stessa passione, allora sono un talent scout. 2. Artisti: personaggi difficili per de- ALFONSO 1 finizione. Sono ipersensibili: occorre saper aspettare i loro tempi. 3. Fu un fatto divertente, ma anche inquietante. Anni fa, nella mia galleria di Pozzuoli, stavamo allestendo la mostra di un autore tedesco che lavorava con grossi blocchi di pietra: ci capitò di notte di dover scaricare da un camion 3 tonnellate di opere. Un gruppo di balordi iniziò a ostacolarci: infatti erano convinti che stessimo rubando gli scogli di corso Napoli. Per risolvere la situazione ci vollero ore e l’intervento dei carabinieri. Compro solo ed esclusivamente opere che mi piacciono. Vendo molto e vendo bene, faccio tanti soldi. Ma non acquisto mai pensando a un guadagno futuro. I più grandi artisti del dopoguerra sono Andy Warhol, Jackson Pollock e, probabilmente, Damien Hirst. Charles Saatchi Il Club dei GAL LER ISTI 4. Gli italiani, i napoletani in particolare, sono sottostimati e gli anglosassoni invece sono esaltati. MIMMO MIMMO SCOGNAMIGLIO Nel mestiere s’è fatto le ossa alla corte di Lucio Amelio, compianto principe dei galleristi partenopei. Reputazione di professionista pragmatico e tenace, Mimmo Scognamiglio, 44 anni, è attivo a Chiaia dal ‘99, con l’omonima galleria di arte contemporanea in via Mariano D’Ayala 6. 1. Il gallerista è più pierre o più talent scout? 2. Come gestisce gli artisti? 3. La cosa più strana che le è capitata nel suo lavoro? 4. Gli artisti sopravvalutati e quelli sottovalutati: che ne pensa? Tra reticenze e confessioni, i manager dell’arte raccontano il loro rapporto con gli artisti. Li giudicano ipersensibili, imprevedibili, fragili, seri e generosi, ma soprattutto indispensabili. Firme sopravvalutate? L’argomento è tabù. 2 3 1. Saper gestire la comunicazione è un elemento indispensabile nel mio lavoro. Ma amministrare idee e talenti dà soddisfazioni impagabili. Dalla mia scuderia creativa sono emersi nomi le cui opere adesso figurano in collezioni importanti. 2. L’approccio non facile con l’ego degli artisti lo affronto con pazienza e spirito di adattamento. In cambio mi dànno molto: anche grazie a loro questo è un mestiere unico. 3. Quella del gallerista è una carriera movimentata. Le dico l’emozione più 6 LA GALLERIA DEI GALLERISTI 1. Laura Trisorio (Studio Trisorio) 2. Umberto Di Marino (Di Marino Contemporary Art Gallery) 3. Salvatore Pica (Pica Gallery) 4. Mimmo Scognamiglio (Galleria Mimmo Scognamiglio. 5. Marco Izzolino (Not Gallery) 6. Alfonso Artiaco (Galleria Alfonso Artiaco) LE OPERE In questa pagina: in alto a sinistra particolare di «Atelier futurista» di Bruno Donzelli. Nella pagina accanto: in alto «Visions» di Antonio Adamo; al centro la locandina della mostra «Visioni» allo Smoking Area; in basso «Tavolozza Jim Dine» di B. Donzelli. 5 4 intensa: veder lavorare e creare dal vivo all’inizio degli anni ’90 Jannis Kounellis. Accadde allo studio Amelio: Kounellis, a poche ore dall’inaugurazione di una sua mostra, era davvero in trance creativa. Per me fu una folgorazione. 4. Artisti sottovalutati e sopravvalutati? Vecchia storia dell’arte mercatoriale. Direi piuttosto che ci sono artisti più sponsorizzati e altri meno: ma nomi non ne faccio. Ad ogni modo gli italiani in genere non sono «protetti»: e proprio tra loro cerco i miei talenti.
ARTE&AFFARI CHIAIA MAGAZINE 13 Vorrei segnalare, tra i tanti, Maddalena Ambrosio, Peppe e Lucio Perone, Alfonso Cannavacciuolo. LAURA TRISORIO Lo Studio Trisorio, Riviera di Chiaia 215, è certamente una tra le tappe canoniche del circuito galleristico napoletano. Le redini le impugnano saldamente Lucia Trisorio e sua figlia Laura, 33 anni. E malgrado la giovane età, Laura Trisorio, 17 anni di carriera alle spalle, è da considerarsi una veterana. 1. Le pubbliche relazioni e la ricerca di nuovi talenti hanno lo stesso peso. Senza dubbio, però, è emozionante valorizzare i creativi emergenti, condividerne le passioni, lavorarci in comune nel segno della qualità. 2. Occorre delicatezza perché spesso gli artisti sono persone persino fragili. Ma non è una regola fissa: con alcuni ci si intende subito. 3. In questo mestiere ogni passo si fa nell’imprevisto e nello straordinario. 4. E’ una querelle antica. Chi è davvero bravo, però, alla fine si afferma sempre. La fama di un autore, ad ogni modo, dipende dall’intero «sistema arte»: critici, musei, galleristi, collezionisti, pubblico etc. LAURA MARCO IZZOLINO Al club dei giovani galleristi di successo Marco Izzolino, 31 anni, direttore creativo della Not Gallery di piazza Trieste e Trento 48, può iscriversi di diritto. Merito della tenacia, della gavetta e di un valore aggiunto che non di rado caratterizza la nouvelle vague partenopea dei gestori d’arte: l’alta specializzazione. 1. L’uno e l’altro. Ma ribadisco che oggi la marcia in più dei giovani galleristi è il fattore «specializzazione». Non solo: siamo ormai creatori di rete tra gallerie, creativi (nel mio caso giovani) e utenti dell’arte. Insomma, «facciamo sistema». 2. Non è una passeggiata. In alcuni casi l’artista è estremamente concentrato su sé stesso e per collegarlo col pubblico occorre lottare. 3. In questo lavoro l’assurdo è di casa. Ad esempio, capita di restare in galleria per concludere disperatamente l’allestimento di una mostra anche la notte prima dell’evento, magari con i quadri freschi di pittura. 4. Artisti sopravvalutati e sottovalutati? Quanti ne conosco. Nel primo caso, non faccio nomi: sono però riconoscibili dalle premure spasmodiche con cui li circondano le istituzioni. Nel secondo caso, i nomi li faccio perché meritano: Bianco Valente, Pennacchio Argentato e Cristian Leperino, ad esempio. MARCO SALVATORE PICA Per l’arte contemporanea sgomita da 40 anni: col chiodo fisso di divulgarla a colpi di mostre. Salvatore Pica, 68 anni, un po’ ci gioca con l’immagine del patriarca, un po’ si infila compiaciuto nel ruolo di monumento che molti creativi gli hanno cucito addosso con ago e filo della simpatia. Forse perché è un atipico, rigoroso sì ma trasgressivo ed ironico. Forse perché il suo covo, Pica Gallery in via Vetriera 16, è in bilico tra pop e boheme e lui è l’ultimo dei bon vivant. 1. Le pubbliche relazioni sono necessarie: tanto vale farle al meglio. Cacciatore di talenti? Certo! Lo faccio da 40 SALVATORE «Sono nato a Napoli e vivo a Caserta, a San Leucio: amo svegliami e non sentire il caos della metropoli, amo il verde della natura che favorisce la mia ispirazione artistica», dice il pittore Bruno Donzelli. «A cinquant’anni, con tanti viaggi ed esperienze diverse alle spalle, ho scelto di dedicarmi alla fotografia: così mi guardo dentro, così scopro il mio io. Lontano dal mondo, ma sempre insieme agli altri», aggiunge l’artista Antonio Adamo. Due creativi differenti, un’unica mostra: per parlare di «Visioni», particolari, uniche, irripetibili. L’art café «Smoking Area», a via Fusaro n.248, inizia il 2007 alla grande, con un evento che, sino al 12 febbraio, attirerà tutti gli appassionati di pittura e fotografia: le opere di Donzelli ed Adamo, nelle differenze dei canali espressivi e dello stile, ci parlano, con un linguaggio universale, delle inquietudini e dei sogni più profondi del nostro animo. Tra l’atelier Warhol ed il Moma di New York, tra la faccia colorata di Picasso e lo sguardo malinconico di Edel, «Smoking area» si lancia in un viaggio surreale e fantastico, ai confini della realtà. Gioia, leggerezza, irraziona- Antonio Adamo e Bruno Donzelli: visioni e colori allo Smoking Area lità nei quadri di Donzelli; provocazione, simbologia, allucinazioni nelle foto di Adamo. Eppure trapela, sempre ineliminabile, la logica illogica delle visioni, la strategia, ora razionale, ora bizzarra, ora statica, ora dinamica, dell’uso dell’immagine. Donzelli, classe 1941, da anni si dedica agli studi sulla Pop Art, sul Dadaismo e sul Futurismo; Adamo, classe 1957, dopo molteplici esperienze nel mondo della regia, ha scelto, da poco tempo, di dedicarsi in modo esclusivo alla fotografia. Entrambi gli artisti, a marzo, porteranno le loro personali a Napoli: Donzelli al Maschio Angioino, Adamo alla galleria di Salvatore Serio a piazza Carità. Nella diversità del loro stile, Adamo e Donzelli si dicono d’accordo su un punto basilare: l’arte è una sfida costante, che coinvolge le leggi profonde dell’intelletto e del cuore. «Sfida è esaltare la cultura del colore e della spontaneità, in un mondo che privilegia la freddezza ed il lucido calcolo», dice Donzelli. «Sfida è parlare del corpo, delle sue dinamiche, delle sue regole. Sfida è sentirsi malinconici e riflessivi nel letto di un albergo, in una road newyorkese, in una polverosa strada egiziana», sostiene Adamo. Sfidare, provocare, costringere il pubblico a prendere parte al mistero della creatività: Donzelli ed Adamo hanno centrato questo obiettivo non solo con le loro idee, ma soprattutto con le loro visioni. Antonella Carlo anni e qualcuno tra i bravi artisti in circolazione ha debuttato con me. 2. Io per la verità mi diverto: anzi, dell’imprevedibilità degli artisti mi nutro addirittura. 3. Gliene racconto una divertente. Una sera qualunque degli anni’80 nella mia galleria cominciarono ad affluire decine di persone per l’inaugurazione di una collettiva di giovani artisti napoletani. Solo che non ne sapevo nulla. E dopo un po’ sono arrivati gli artisti, confessandomi che la mostra se l’erano inventata: alla fine abbiamo festeggiato lo scherzo in allegria. 4. Le discriminazioni sono fisiologiche al mondo dell’arte e al commercio che se ne fa. UMBERTO DI MARINO Lucida attitudine manageriale, una traiettoria professionale tracciata con acume attico e ampie concessioni all’estro personale, Umberto Di Marino, 46 anni, dirige l’omonima Contemporary Art Gallery in via Alabardieri 1 dal maggio 2005. Uno abituato a risposte nette e a volte controcorrente. 1. Per quanto riguarda il pierre, non mi sento tale. Forse si può dire che noi galleristi siamo dei talent scout nelle misura in cui riconosciamo i giovani artisti e decidiamo di investirci su. In questo caso, metto a disposizione la mia esperienza per aiutare chi credo abbia un futuro nel campo. 2. Il rapporto difficile tra galleristi e artisti è un falso problema. I creativi sono persone che lavorano seriamente per portare avanti i propri progetti. L’artista volubile è uno stereotipo. 3. In questo lavoro gli imprevisti sono all’ordine del giorno. 4. In un caso e nell’altro l’elenco è infinito: sicuramente si sentono di frequente dei giudizi azzardati. In ogni caso, decidere chi resta nella storia dell’arte e chi invece non ne fa parte è percorso complesso e ci vuole tempo. UMBERTO PAOLA PAOLA GUADAGNINO Giovani galleristi crescono. E a volte hanno la stoffa dei campioni: come il binomio al timone della Galleria T293 a piazza Amendola 4: Paola Guadagnino, 30 anni, e Mar- co Altavilla, anche lui trentenne. In 5 anni di presenza nel panorama scivoloso del gallerismo napoletano, i due si sono ritagliati un solido baricentro professionale. E qualcuno, dice Paola Guadagnino, si è accorto di noi persino all’estero. 1. Nel nostro caso più talent scout. Ad esempio: la T293 ospita creativi stranieri, noti all’estero, ma sconosciuti in Italia. E spesso scelgono la nostra galleria per le loro «prime» italiane: bella soddisfazione per noi e per la città di Napoli. 2. La sorpresa più bella è di qualche giorno fa. Abbiamo infatti saputo di essere stati scelti da una commissione internazionale per la prestigiosa rassegna d’arte contemporanea «ArtBasel» del 2007, nella sezione «Statement» dedicata ai giovani galleristi di tutto il mondo: a «Statement» sono ammesse solo 20 gallerie giovani dall’intero panorama internazionale. Ebbene, due sono napoletane, anzi di Chiaia: la nostra e la Galleria Fonti. 3. Con pazienza e determinazione, e non solo con gli artisti, ma con tutti gli attori del mondo dell’arte. 4. I sopravvalutati? Tanti, ma niente nomi. I sottovalutati? Meglio dire gli sconosciuti: e se sono bravi, ci adoperiamo per fornire loro visibilità.
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