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copri fuoco - CHIAIA MAGAZINE

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Anno II - N.1 gennaio 2007<br />

Distribuzione gratuita<br />

PRIMO PIANO<br />

Sicurezza,<br />

è l’ora di reagire<br />

La scelta è stata facile e amara:<br />

l’apertura di questo numero è dedicata<br />

all’emergenza criminalità. Lo<br />

dicemmo a maggio sullo Speciale<br />

Elezioni, indicando al futuro sindaco<br />

sette priorità: tra esse spiccava il<br />

tema sicurezza. Otto mesi dopo<br />

siamo all’allarme rosso. Chiaia, da<br />

sempre reputata zona franca, si<br />

riscopre teatro di un’escalation che<br />

fa paura. Gli appelli sono rimbalzati<br />

sui palazzi del potere come su<br />

un muro di gomma. Straripa l’illegalità,<br />

rozza, aggressiva e impunita.<br />

E si rischia la vita. Che fare?<br />

Il quartiere è compatto: il tempo è<br />

scaduto, servono leggi speciali.<br />

5 IL REPORTAGE<br />

Strade gruviera:<br />

la mappa delle buche<br />

6 QUARTIERISSIME<br />

Parco Margherita,<br />

l’ascensore dei sogni<br />

11 SOCIETÀ&COSTUME<br />

Viaggio tra i caffè<br />

letterari alla moda<br />

12 ARTE&AFFARI<br />

Lezioni di tendenza<br />

al club dei galleristi<br />

www.chiaiamagazine.it magazine<br />

<strong>CHIAIA</strong><br />

SAPER VIVERE LA CITTÀ<br />

In collaborazione con Nuove Botteghe dei Mille<br />

COPRI<br />

la vigilantes.r.l.<br />

la vigilantes.r.l.<br />

ISTITUTO DI VIGILANZA<br />

dal 1946<br />

Edizioni<br />

Iuppiter Group<br />

FUOCO<br />

Mille agenti contro la Malanapoli: la città ci credeva. Sono arrivati?<br />

Se ci sono, non se n’è accorto nessuno. Aggressioni in pieno centro,<br />

auto incendiate, turisti in fuga: a Chiaia teppisti da tutti i quartieri.<br />

•<br />

PAN<br />

•<br />

degli Interni da tre mesi. Ma di «occhi elettronici» nemmeno l’ombra.<br />

Lamberti e Malvano: «Troppi gli sconti di pena. Rivedere le leggi».<br />

Videosorveglianza: il Comune la promette da tre anni e il ministro<br />

pagina 3<br />

LRC 180447 - 23/6/98<br />

Direzione e Centro operativo: 80142 NAPOLI - Via Carlo di Tocco, 82/84<br />

Tel. 081 734 04 24 - 081 734 98 22 - Pronto intwervento 081 734 02 88 - Fax 081 734 98 18<br />

Internet: http//www.la-vigilante.com - E-mail: info@la-vigilante.com<br />

Part. IVA 03577570637 - Camera di Commercio n. 155962 - Iscritta al N 381 - R.I. Tribunale di Napoli


SOS <strong>CHIAIA</strong> <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 2<br />

Come migliorare la Municipalità 1? Scrivi a: info@chiaiamagazine.it<br />

ASCENSORE<br />

DI <strong>CHIAIA</strong><br />

FINO A<br />

MEZZANOTTE<br />

NUMERI UTILI<br />

EMERGENZE-SICUREZZA<br />

CARABINIERI 112<br />

Stazione CC (Via Orazio 73)<br />

Tel. 081.681122<br />

Stazione CC (Ferrantina a Chiaia 1)<br />

Tel. 081.417486<br />

POLIZIA 113<br />

Comm. Posillipo (via Manzoni 249)<br />

Tel. 081.5983211<br />

Comm. S. Ferdinando (Riv. di Chiaia 185)<br />

Tel. 081.5980311<br />

POLIZIOTTI DI QUARTIERE<br />

Tel. 335.5292755 (Pattuglia Chiaia)<br />

Tel. 349.2142396 (Pattuglia S. Ferdinando)<br />

Tel. 347.0752926 (Pattuglia Santa Lucia)<br />

POLIZIA STRADALE<br />

Tel. 081.5954111<br />

SOCCORSO STRADALE<br />

Tel. 081.803116<br />

VIGILI URBANI<br />

Tel. 081.7513177<br />

Unità oper. Riviera di Chiaia 105<br />

Tel. 081.7619001<br />

VIGILI DEL FUOCO 115<br />

GUARDIA DI FINANZA 117<br />

PRONTO SOCCORSO 118<br />

AMMINISTRAZIONE<br />

MUNICIPALITÀ 1<br />

Sede Consiglio. Tel. 081.7644876<br />

Anagrafe decentrata Tel. 081.7950501<br />

SANITÀ<br />

PRONTO SOCCORSO LORETO-CRISPI<br />

Tel. 081.2547256<br />

GUARDIA MEDICA LORETO-CRISPI<br />

Tel. 081.7613466<br />

OSPEDALE PAUSILIPON<br />

Tel. 081.2205111<br />

OSPEDALE FATEBENEFRATELLI<br />

Tel. 081.5981111 - 081.5757220<br />

DISTR. SAN. 44<br />

Assistenza Anziani Tel. 081.2547715<br />

Assistenza Diabetologica Tel. 081.2542928<br />

Assistenza Veterinaria Tel. 081.2547074<br />

magazine<br />

<strong>CHIAIA</strong><br />

SAPER VIVERE LA CITTÀ<br />

Anno II n. 1 - gennaio 2007<br />

Direttore Editoriale<br />

Nino De Nicola<br />

Direttore Responsabile<br />

Alvaro Mirabelli<br />

Art Director<br />

Massimiliano de Francesco<br />

Responsabile Saper Vivere<br />

Laura Cocozza<br />

Redazione<br />

Iuppiter Group<br />

via dei Mille, 59 - 80121 Napoli<br />

Tel.: 081 19361500 - Fax: 081 2140666<br />

info@chiaiamagazine.it<br />

Società Editrice<br />

Iuppiter Group<br />

via dei Mille, 59 - 80121 Napoli<br />

Concessionaria pubblicitaria<br />

Gianluca Gallo<br />

via Vannella Gaetani, 12 - Napoli<br />

infoline: 347 3728132<br />

gianlucagallo1@hotmail.com<br />

Quelli di Chiaia Magazine<br />

Antonio Biancospino, Aurora Cacopardo,<br />

Silvio Campione, Antonella Carlo, Paolo D’Angelo,<br />

Angelo Giuliani, Massimo Lo Iacono, Renato Rocco,<br />

Francesco Ruggieri, Luca Spoldi, Salvatore Tartaglione,<br />

Fabio Tempesta, Massimiliano Tomasetta, Tommy Totaro.<br />

Stampa<br />

Arti grafiche Litho 2<br />

Via Principe di Piemonte, 118 Casoria<br />

Reg. Tribunale di Napoli n. 93 del 27 dicembre 2005<br />

Tra le segnalazioni che ci sono arrivate - ringraziamo sempre i nostri lettori per la loro preziosa<br />

collaborazione nell’evidenziare problematiche ed emergenze della città - merita di essere citata<br />

quella della signora Raffaela Mustilli che ha scritto questa mail: «Nel settembre 2005 ho raccolto<br />

circa 500 firme per chiedere il prolungamento dell’orario di chiusura dell’ascensore di Chiaia<br />

fino a mezzanotte, almeno nei fine settimana. La petizione è depositata, da allora, in circoscrizione<br />

sensa esiti evidenti. Aiutateci a risolvere questo piccolo grande problema che coinvolge oltre<br />

noi adulti anche tutti i nostri figli che potrebbero più facilmente raggiungere bar e cinema di<br />

Chiaia». Il problema dei parcheggiatori abusivi a Chiaia è sentitissimo dai residenti e da chi<br />

frequenta la zona. Sull’argomento riportiamo una breve lettera firmata i residenti di Chiaia:<br />

«Perché in via Martucci gli spazi delimitati dalle strisce blu sono gestiti da arroganti parcheggiatori<br />

abusivi anziché da Napolipark dalle 17 alle 2 di notte? Sarà un caso ma da quando è attiva<br />

questa banda di parcheggiatori le auto dei residenti vengono spesso danneggiate».<br />

Luci d’arte e lampioni di morte<br />

LA PAROLA AI LETTORI. Dall’installazione luminosa di Holzer<br />

alle illuminazioni che crollano: i tragici paradossi napoletani<br />

LA CITTÀ DOVE REGNANO<br />

SOLO LE COSE INUTILI<br />

Caro direttore,<br />

una festa e una tragedia nel segno della luce:<br />

Napoli offre anche questo grazie a un’amministrazione<br />

che ormai si è allontanata decisamente<br />

dalla città reale. Un lampione, vicino al<br />

mare, cede di schianto e si porta via la vita di<br />

una madre. Un oggetto di pubblica utilità viene<br />

trascurato da chi dovrebbe controllarne l’efficacia<br />

e la sicurezza e si trasforma, purtroppo,<br />

in strumento di morte. A piazza del Plebiscito,<br />

invece, l’artista Jenny Holzer, ha festeggiato il suo<br />

ricco Natale «contemporaneo» con una mega<br />

installazione di scritte luminose. Un oggetto di<br />

pubblica inutilità rappresenta, al meglio, la politica<br />

dei nostri governanti: parole al vento e luce<br />

sprecata. Non sappiamo quanto Holzer abbia<br />

intascato per la sua installazione, ma abbiamo<br />

però assistito, dopo il tragico episodio del lampione<br />

caduto, con quanta tardiva premura il Comune<br />

si sia interessato alla manutenzione delle<br />

illuminazioni. C’è poco da fare: in questa città<br />

a regnare sono le cose e le idee inutili.<br />

Alessandro Tempura<br />

la<br />

S<br />

VIA DEI MILLE<br />

Inutili cordoli<br />

Siamo alle solite: i provvedimenti<br />

che si prendono a Napoli sono sempre<br />

temporanei e poco intelligenti.<br />

Il Comune deve avere un’antipatia<br />

per i cordoli. Segnalammo, mesi fa,<br />

lo spartitraffico mobile di via Carducci,<br />

formato da tanti grossi e<br />

provvisori blocchi di plastica. Rimosso,<br />

è stato sostituito da un cordolo<br />

che prevede tanti paletti piccoli<br />

e per nulla resistenti. Il suddetto<br />

cordolo, da quando è cambiato,<br />

per l’ennesima volta il piano del traffico,<br />

divide anche in due sensi di<br />

marcia un tratto di via dei Mille. Una<br />

divisione solo sulla carta poiché ormai<br />

la palettatura del nuovo sparti-<br />

PIAZZA VITTORIA: LA CARICA<br />

DEI PANNELLI PUBBLICITARI<br />

Gentile redazione,<br />

ho letto con interesse l’articolo del mese scorso<br />

di Chiaia Magazine sulla vergogna dei cartelloni<br />

pubblicitari installati a piazza Vittoria (nella<br />

foto). Si parla tanto di riqualificazione urbana,<br />

di rilanciare il decoro e l’arredo della città,<br />

e poi, dalla sera alla mattina, ti ritrovi una<br />

delle piazze più conosciute di Napoli - una delle<br />

poche con aree di verde - assediata da pannelli<br />

esteticamente infelici e sistemati uno vicino all’altro.<br />

Una domanda: ma sono stati installati<br />

più pannelli per raccogliere più pubblicità? Non<br />

dovrebbe esserci anche un vincolo paesaggistico<br />

prima di fare questi interventi così clamorosi?<br />

Perché i Verdi, molto attivi e impegnati su problematiche<br />

per la difesa dell’ambiente, non hanno<br />

fatto sentire la loro voce sull’argomento? C’è<br />

la possibilità di fare marcia indietro o perlomeno<br />

di eliminare qualche installazione di<br />

troppo? Intanto, quella che una volta era una<br />

piazza, ora sembra un circuito di formula 1. E’<br />

necessario smantellare i pannelli in eccesso.<br />

Cesare Grimaldi<br />

egnalazione<br />

traffico è già completamente saltata,<br />

formando così dei varchi facilmente<br />

percorribili dalle auto (vedi<br />

foto). Inoltre, il cordolo, praticamente<br />

semidistrutto, di notte diventa<br />

quasi invisibile poiché non solo<br />

è privo della maggior parte dei<br />

paletti, ma è anche di un colore giallo<br />

sporco non adatto all’oscurità.<br />

Massimo Gallotta<br />

SCEMPIO AMBIENTALE<br />

CON I VASI COLMI DI RIFIUTI<br />

Caro direttore,<br />

non è sempre colpa dell’amministrazione comunale<br />

se le strade del quartiere Chiaia sono<br />

impresentabili. Tralasciando il grave e indegno<br />

problema degli escrementi dei cani, che tempestano<br />

i marciapiedi senza pietà, fa rabbia vedere<br />

le pochissime piante, qua e là sparse nel<br />

territorio, piene di cartacce e altre schifezze. Segnalo,<br />

ad esempio, alcuni vasi, grandi e ingombranti,<br />

destinati a fiori e piante, completamente<br />

colmi di rifiuti. A via dei Mille, ce n’è<br />

uno (nella foto) che giorno dopo giorno si sta<br />

riempendo a tal punto da somigliare a una bocca<br />

piena di cibo. Le soluzioni per evitare questo<br />

scempio ambientale possono essere due: o si eliminano<br />

gli inutili vasi, diventati dei cesti per<br />

immondizia, o si provvede, seriamente, a riempire<br />

di fiori e verde queste bocche di cemento<br />

e pietra trasformate in discariche. Non credo<br />

che servano molti soldi per questo intervento<br />

che rende il quartiere più godibile per i residenti<br />

e per i turisti.<br />

Fausto Scognamiglio<br />

AI NOSTRI LETTORI<br />

«Sos Chiaia» è un contenitore<br />

di denunce e proteste contro<br />

disservizi, inciviltà ed emergenze<br />

urbane e non.<br />

La nostra intenzione è quella<br />

di affondare il bisturi nel<br />

degrado ambientale, segnalando<br />

tutto nero su bianco e<br />

richiamando chi di competenza<br />

alle proprie responsabilità.<br />

Invitiamo i nostri lettori a<br />

indicarci cosa non va nel quartiere<br />

e a proporci soluzioni per<br />

rendere più vivibile la città.<br />

Contiamo su di voi.<br />

Le lettere, firmate con nome e<br />

cognome, vanno inviate a<br />

Chiaia Magazine<br />

Via dei Mille, 59 - 80121 Napoli<br />

e-mail<br />

info@chiaiamagazine.it


PRIMO PIANO <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 3<br />

Invasioni barbariche, Chiaia al tappeto<br />

L’EMERGENZA. Aggressioni spietate, auto incendiate: i predatori alzano il tiro<br />

Il quartiere si scopre indifeso. Le proposte di Fabio Chiosi: subito leggi speciali<br />

ALVARO MIRABELLI<br />

e crolla Chiaia, crolla il ba-<br />

«Sricentro della città»: chi ci<br />

vive ne è convinto. L'orgoglio di<br />

campanile non c'entra: c'entra<br />

invece l'amara considerazione<br />

che non reggono più i tradizionali<br />

argini di contenimento<br />

alle infiltrazioni malavitose, anticorpi<br />

di civiltà che finora avevano<br />

sempre espulso l'illegalità<br />

come corpo estraneo. Notti da<br />

paura, stadio d'assedio, belve feroci<br />

con licenza alla rapina e al<br />

massacro fisico della preda, il<br />

quartiere messo in scacco dai<br />

teppisti: ora si trema davvero. Si<br />

trema, ad esempio, da quando<br />

a Cappella Vecchia un professionista<br />

ha guardato la morte<br />

negli occhi: gli occhi di chi gli<br />

ha rotto la testa dalla nuca allo<br />

zigomo, occhi - ha detto la vittima<br />

- «pieni di odio». Balordi, a<br />

quanto pare, in trasferta dalla<br />

zona flegrea: balordi di fuori<br />

che vanno a ingrossare le file<br />

dei predatori locali.<br />

Paura strisciante. Così, nel<br />

2007, Chiaia si risveglia con l'acqua<br />

alla gola, l'acqua di una<br />

marea che montava da tempo<br />

anche nel salotto buono di Napoli.<br />

Sulle pagine del Mattino,<br />

tempo fa, si chiedeva l'insigne<br />

giurista Piero Craveri: «Ci vorrebbe<br />

una mano dura e responsabile,<br />

quella che si usa anche<br />

in democrazia. Anzi, nei casi<br />

limite, questa mano è necessaria<br />

salvaguardia della credibilità<br />

delle istituzioni. Già, ma<br />

la mano di chi?». E’ ovvio che la<br />

domanda investa Napoli intera.<br />

A Chiaia, però, il rancore che<br />

gli aggressori esibiscono è veleno<br />

puro. E il quartiere lo ha capito<br />

benissimo: «Qui la violenza<br />

d'importazione sta mettendo<br />

radici: e il punto di non ritorno<br />

è vicino». Già, perché la paura<br />

viaggia a braccetto con l'assuefazione<br />

e con la voglia di girarsi<br />

dall'altra parte.<br />

La resistenza. Tutte pecore?<br />

No, per fortuna! Anzi. Un posto<br />

sulla barricata anticaos se l'è subito<br />

assicurato Fabio Chiosi,<br />

presidente della Municipalità<br />

1, che non ha perso tempo nello<br />

scatenare la controffensiva.<br />

Da lui richieste categoriche alle<br />

Istituzioni. La prima ai parlamentari:<br />

fare leggi speciali<br />

per il contrasto al crimine. E<br />

sfoglia le note dolenti: «Oggi, se<br />

non si è pregiudicati, c'è la sospensione<br />

della pena per i reati<br />

predatorii. E ancora: anche<br />

dopo il primo grado di giudizio,<br />

l'esecutività della pena non<br />

scatta. Inoltre: nel processo per<br />

direttissima chi patteggia gode<br />

di ampi sconti e questo deve finire.<br />

La buona condotta, poi, è<br />

un autentico colpo di spugna<br />

sulle responsabilità di chi delinque».<br />

Come curare il cancro<br />

con l'aspirina, lascia intendere<br />

il numero uno del governo di<br />

quartiere. E su questo terreno<br />

parte l'invito al sindaco Iervolino:<br />

«Il Primo Cittadino - dice -<br />

deve convocare le “grandi assise”<br />

di tutti i parlamentari napoletani,<br />

di maggioranza e di<br />

opposizione, per leggi nuove e<br />

più efficaci». Chiosi, poi, è andato<br />

a bussare anche alla porta<br />

del questore per chiedergli di<br />

«potenziare la sorveglianza in<br />

zona e alzare il tiro contro le<br />

bande armate locali». «Bonificare<br />

il territorio - insiste - è necessario<br />

per far comprendere,<br />

anche con la forza e l'autorevolezza<br />

dello Stato, che le Istituzioni<br />

reagiscono». Allarme che<br />

il presidente della Municipalità<br />

1 ha lanciato anche a dicem-<br />

bre, presentando la nascita del<br />

«Comitato Municipale per la Sicurezza»,<br />

che raccoglie tutti i<br />

rappresentanti delle forze dell'ordine<br />

territoriali: «Occorre assediare<br />

- ha tuonato - le aree<br />

criminali per evitare che i malviventi<br />

si infiltrino nelle zone<br />

commerciali, residenziali e della<br />

movida». Né Chiosi ha trascurato<br />

il capitolo, finora dribblato<br />

da enti locali e Governo,<br />

della videosorveglianza: ed ha<br />

subito girato l'urgenza al nuovo<br />

prefetto Alessandro Pansa.<br />

Il quartiere si ribella. Quello<br />

di Chiosi, ad ogni modo, non è<br />

un caso isolato: fermentata a<br />

lungo sottopelle, in zona la voglia<br />

di rivolta è esplosa anche<br />

tra chi di commercio ci vive<br />

(800 operatori, 500 milioni di<br />

fatturato annuale). Così non ci<br />

ha pensato su due volte Nino<br />

De Nicola, presidente delle<br />

«Nuove Botteghe dei Mille», promuovendo<br />

una serrata che ha<br />

coinvolto piccole e grandi griffe.<br />

«Le garanzie di chi opera e vive<br />

a Chiaia sono azzerate - sostiene<br />

lui - e il quartiere è ormai<br />

ostaggio di teppisti e malintenzionati.<br />

Dobbiamo reagire<br />

con fermezza ed esigere la mobilitazione<br />

delle forze dell'ordine,<br />

visto che finora il controllo<br />

del territorio è stato insufficiente.<br />

Una cosa è certa: il<br />

quartiere non si arrende».<br />

Verissimo, a dar retta alla gente<br />

per strada. E a chi glielo chie-<br />

de, il cittadino di qui, consegna<br />

anche il resto: i conti in sospeso<br />

tra la Malanapoli e Chiaia - dicono<br />

- non si riducono alle rapine.<br />

Insieme ai violenti, fanno<br />

danni da tempo anche gli specialisti<br />

della «spaccata» che con<br />

le auto-ariete sfondano le vetrine<br />

delle boutique, ripulendole<br />

in un lampo: nella lista dei depredati<br />

«Ferragamo», «Hogan»,<br />

«Angeli», «Carla G». Né si tirano<br />

indietro le bande del «buco»: fece<br />

ad esempio scalpore il «colpo»<br />

allo show-room Marinella.<br />

Infine, non concedono sconti a<br />

nessuno i vandali professionali<br />

e i parcheggiatori abusivi che<br />

adesso da queste parti hanno<br />

fatto il salto di qualità, incendiando<br />

le automobili altrui.<br />

Chiacchiere eccellenti. Un<br />

carnet criminale che sa di sconfitta<br />

istituzionale: vecchia storia<br />

per una città torchiata da<br />

piccoli e grandi delitti, schiaffeggiata<br />

per giunta dalle promesse<br />

mancate, intossicata dalle<br />

parole all'ingrosso. Solo a incassare,<br />

però, Chiaia non ci sta:<br />

e lo sta dimostrando.<br />

E un contributo, da parte sua,<br />

intende offrirlo anche «Chiaia<br />

Magazine» che a febbraio organizzerà<br />

un forum su «Chiaia<br />

sotto assedio». Sono invitati cittadini<br />

ed esponenti della Municipalità<br />

1. Un modo come un<br />

altro per alzare la voce, per dire<br />

che qui Gomorra la partita la<br />

perde.<br />

CORO UNANIME:<br />

«NO ALL’ESCALATION»<br />

Alessandro Iuliano, con<br />

farmacia in piazza dei<br />

Martiri: «Il controllo c'è.<br />

Ma è il tasso delinquenziale<br />

che è altissimo.<br />

Non si può massacrare,<br />

come è accaduto, per<br />

100 euro. E poi i rapinatori:<br />

ci sono i balordi,<br />

ma altri sono informatissimi<br />

sulle vittime».<br />

Attilio Coscia, gestore<br />

di Vinarium a Cappella<br />

Vecchia: «Rispetto al<br />

resto di Napoli, il<br />

territorio è presidiato.<br />

Ma i malviventi continuano<br />

a fare ciò che<br />

vogliono. E' gente<br />

spavalda: forse perché<br />

la legge è troppo morbida<br />

con loro».<br />

Ciko Orefice, gioielliere<br />

in san Pasquale a<br />

Chiaia: «Poche le divise<br />

in zona. E qui i delinquenti<br />

a momenti<br />

timbrano il cartellino<br />

visto che si presentano<br />

a orari regolari: il<br />

mattino presto e la sera<br />

tardi, proprio quando<br />

non ci sono le forze<br />

dell'ordine».<br />

Marina Maffei, gioielleria<br />

in via Santa Caterina<br />

a Chiaia: «Il controllo<br />

è solo scena: vedo<br />

scarso impegno. E basta<br />

uscire da piazza dei<br />

Martiri per constatare<br />

come il resto di Chiaia<br />

sia alla deriva. Il senso<br />

di impunità dei malviventi<br />

è raggelante».<br />

Paolo Petirro, titolare<br />

del ritrovo «Je goute»:<br />

«Chi ci governa sa che<br />

questa è una zona che,<br />

con la movida, richiama<br />

malintenzionati:<br />

siamo in balia dei<br />

predatori. E così diventa<br />

a rischio un by night<br />

che potrebbe essere<br />

pacifico ed europeo».<br />

Alessandro Iuliano<br />

Attilio Coscia<br />

Ciko Orefice<br />

Marina Maffei<br />

Paolo Petirro


PRIMO PIANO <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 4<br />

Il pacchetto sicurezza? Un paccotto<br />

I NUMERI DEL MINISTRO. Dovevano arrivare 1000 agenti, ma non è andata come<br />

previsto. Guerra di cifre sulle presenze effettive in città. Critici Malvano e Lamberti<br />

OSCAR MEDINA<br />

Ad ottobre, di fronte al solito,<br />

pesante bilancio di vittime,<br />

di rapina o di camorra, il ministro<br />

degli Interni Giuliano Amato<br />

ha sfornato il suo pacchetto sicurezza<br />

per la città. E in un autunno<br />

da bollettino di guerra si<br />

è presentato a muso duro: "Si<br />

punta al controllo capillare del<br />

territorio e al contrasto del crimine<br />

organizzato". Incorniciando<br />

la dichiarazione con una promessa:<br />

"Niente interventi tampone,<br />

solo soluzioni strutturali".<br />

E tra le cifre annunciate, una su<br />

tutte : "Subito a Napoli - ha detto<br />

- 1000 uomini in più". 1000 agenti,<br />

in parte da fuori, in parte già<br />

in città ma inchiodati alle scrivanie.<br />

Amato è un tipo riservato:<br />

e quel suo linguaggio forte, insolito,<br />

è piaciuto ai napoletani. Il<br />

piano, poi, è parso davvero un’accelerazione:<br />

in sintesi, 250 poliziotti<br />

in più (150 nuovi), 274 carabinieri<br />

in più (239 nuovi), 70<br />

unità della Guardia di Finanza<br />

(tutti nuovi) e persino 30 elementi<br />

della Forestale. Il ministro<br />

ci ha pure infilato altri 400 tra<br />

poliziotti e carabinieri per i blitz<br />

contro i santuari mafiosi.<br />

Un mare di sigle. Dunque, rinforzi<br />

da sogno: coi nuovi arrivi,<br />

le pattuglie della Ps su Napoli diventavano<br />

50 in più e 29 in più<br />

quelle dell’Arma.<br />

Il ministro, poi, si è persino inventato<br />

il «Rips» (Reparto d’intervento<br />

della Poizia stradale di<br />

Napoli) per vigilare su tangenziale<br />

e autostrade, la «Fir» (Forza<br />

d’intervento rapida) cioè i 400<br />

uomini citati prima per le bonifiche<br />

dei ghetti malavitosi, e la<br />

«Scit» (Squadra di controllo degli<br />

itinerari turistici) per battere le<br />

vie del turismo. Annunciata, infine,<br />

la videosorveglianza a fibre<br />

ottiche per rilevare tipi e targhe<br />

sospette. E così, tra Rips, Fir, Scit<br />

etc, lo scacco matto ai fuorilegge<br />

Era ora. La serrata dei commercianti<br />

a Chiaia per ottenere un maggior<br />

controllo del territorio, soprattutto<br />

dopo l’impennata delle aggressioni in<br />

pieno centro, è servita a qualcosa.<br />

Piazza dei Martiri ha un presidio in<br />

più: una stazione mobile dei carabinieri<br />

(vedi foto) che, dalle 8 alle 20,<br />

sorveglia la zona. Certo non basta, ma<br />

il provvedimento accelera quel processo<br />

di miglioramento della sicurezza<br />

del quartiere che ha subìto, ultimamente,<br />

violenze inaudite. Un incremento<br />

di pattuglie, promesso dal<br />

Comando dell’Arma ai promotori<br />

della serrata, è già partito con 6 unità<br />

in più nell’arco delle 24 ore.<br />

Se il pacchetto Amato, almeno per il<br />

momento, giace sulla carta e non se<br />

ne coglie ancora la forza, chi vive,<br />

lavora e frequenta Chiaia, sa bene<br />

quanto sia importante, di giorno e<br />

nelle ore critiche della notte, vedere lo<br />

Stato, sentire la legalità. Le luci di una<br />

IL FESTIVAL<br />

DELLE PROMESSE<br />

Videosorveglianza: mossa chiave<br />

nel contrasto al crimine. Ma<br />

a Napoli, su questo fronte, le<br />

istituzioni collezionano figuracce<br />

in serie. Ad aprile, poco prima<br />

delle elezioni, l'assessore Nicola<br />

Oddati giurò che avrebbe proposto<br />

la tanto attesa delibera<br />

sull'installazione in città (Chiaia<br />

in testa) di una efficiente rete di<br />

occhi elettronici. Promessa<br />

andata in cancrena. Ad ottobre,<br />

ad una Napoli in ginocchio, è<br />

stato il ministro Amato a garantire,<br />

in tempi stretti, l'indispensabile<br />

tecnologia. Altre parole al<br />

vento. Complimenti.<br />

volante rincuorano sempre. Soprattutto<br />

quando si esce da un cinema o<br />

quando si raggiunge la propria auto<br />

dopo una serata con amici o quando<br />

si sta semplicemente facendo una<br />

passeggiata. Luci che smorzano la<br />

paura in un quartiere che è diventato<br />

il salotto del Bronx. Il <strong>copri</strong><strong>fuoco</strong>, in<br />

quei giorni non toccati dalla movida,<br />

è sembrato fattibile, anche se<br />

qualche scettico ha calcolato che<br />

i nuovi effettivi previsti erano in<br />

realtà appena 489 e che si arrivava<br />

a 1000 solo distogliendo altri<br />

500 elementi dagli uffici o da<br />

altre funzioni. Un trucchetto,<br />

quindi, e a caro prezzo: per ricavare<br />

uomini sul territorio, il piano<br />

abolisce numerosi commissariati<br />

(a Chiaia, ad esempio, salterebbe<br />

il Commissariato Posillipo).<br />

Il presente. Questo accadeva ad<br />

ottobre. L’attuale consuntivo dell’operazione?<br />

Desolante. Chi lo<br />

dice? Praticamente tutti: la gente<br />

che fa la conta dei crani spaccati,<br />

dei turisti braccati, delle pistolettate<br />

e degli ammazzati, poi<br />

i sindacati delle forze dell’ordine,<br />

e anche l’opposizione politica<br />

cittadina che ha vita facile nel<br />

crocifiggere il «pacchetto Amato».<br />

E forse davvero il Viminale<br />

non la conta giusta se ha perso<br />

la pazienza persino la sindaca<br />

Iervolino, spossata da una stagione<br />

di rovesci infiniti. Una cosa<br />

di sicuro non si è capita: i mille<br />

uomini promessi ci sono o no?<br />

La parola a due esperti, espressione<br />

di aree ideologiche contrapposte.<br />

Franco Malvano. L’ex questore,<br />

Franco Malvano: «I mille<br />

uomini promessi dal ministro<br />

Amato? Non sono mai arrivati.<br />

E la nuova Forza d’Intervento<br />

Rapida è in realtà il vecchio<br />

Reparto Mobile riciclato».<br />

senatore con un posto in Commissione<br />

Antimafia, non ha dubbi:<br />

"I mille uomini? Non ci sono.<br />

Per quel che ne so, sono arrivati<br />

60 poliziotti, freschi di corso, e<br />

30 sono ripartiti. La Fir? La Forza<br />

d’Intervento Rapida, progettata<br />

da Amato, in realtà non è<br />

che il vecchio Reparto Mobile: è<br />

stato solo spostato dall’ordine<br />

pubblico al controllo del territorio.<br />

Così riciclato, ha fatto tre<br />

blitz in zone a rischio ed è finita<br />

lì. Con Alto Impatto, qualche anno<br />

fa, gestii in prima persona<br />

1500 agenti che controllavano il<br />

territorio dalle 7 di mattina alle<br />

2 di notte. Ma la cosa più grave è<br />

che la gente ha perso fiducia al<br />

punto che si denuncia la metà<br />

dei reati subìti. Sta cedendo persino<br />

Chiaia: nel quartiere c’è il<br />

<strong>copri</strong><strong>fuoco</strong>. La videosorveglianza<br />

“in tempi immediati”? Altro<br />

bluff. La verità è che il governo<br />

ha fallito. E quello che fa più rabbia<br />

sono i tempi di reazione: al limite<br />

dell’immobilità. Un esempio?<br />

Sul fronte legislativo si doveva<br />

agire rivedendo le leggi premiali<br />

e accelerando il processo<br />

penale. Troppi sconti, invece: e<br />

così chi delinque non paga".<br />

Amato Lamberti. Sociologo, docente<br />

di Politica della Sicurezza<br />

ormai da queste parti è palpabile. E<br />

giustificabile. Da piazza Amedeo a<br />

piazza dei Martiri, ad esempio, percorrendo<br />

via Vittoria Colonna, via dei<br />

Mille e poi via Filangieri, non v’è<br />

presenza delle forze dell’ordine se si<br />

esclude il miniblindato che presidia i<br />

consolati spagnolo e britannico a via<br />

dei Mille. A piazza Santa Caterina,<br />

Amato Lamberti: «Servono<br />

ritocchi di legge. La criminalità<br />

predatoria va giudicata sempre<br />

per direttissima, e il patteggiamento<br />

va bene solo se è senza<br />

sconti di pena».<br />

Sociale, ex presidente della Provincia<br />

di Napoli, Lamberti usa<br />

toni crudi : "Predatori e camorristi?<br />

Certo! Ma diciamola tutta.<br />

Napoli è una città lazzaronesca<br />

senza distinzioni di classe: lo è<br />

l’imprenditore che evade il fisco,<br />

il commerciante e l’artigiano che<br />

assumono a nero, i ceti discriminati<br />

che non hanno futuro. I<br />

politici? Beh! Prendiamo quelli<br />

che, in qualità di consiglieri, siedono<br />

sui banchi delle assemblee<br />

regionale, comunale e provinciale.<br />

In molti sono solo degli<br />

spicciafaccende che vanno per<br />

uffici a soddisfare pratiche e interessi<br />

della propria clientela<br />

elettorale. E’ così da sempre perché<br />

è tradizione che qui gli interessi<br />

privati prevalgano su quelli<br />

collettivi. Una città vittima?<br />

No, una città che ha i politici che<br />

si merita. E se lo sfondo è questo,<br />

il resto è legge da strada e di malavita.<br />

I mille uomini in più? Erano<br />

meglio mille assunzioni tra i<br />

ceti più svantaggiati. In ogni caso<br />

concordo con chi insiste su<br />

una diversa legislazione: ad<br />

esempio, la criminalità predatoria<br />

va giudicata sempre per direttissima,<br />

e il patteggiamento<br />

va bene solo se è senza sconti di<br />

pena.".<br />

Piazza dei Martiri, dopo la serrata ecco i carabinieri<br />

dopo mezzanotte, è fissa una vettura<br />

della «Vigilante», istituto di vigilanza<br />

privata. Il percorso preso a modello a<br />

dimostrazione della scarsità di controllo<br />

del territorio, inoltre, è inadeguatamente<br />

illuminato e privo di un<br />

sistema di videosorveglianza.<br />

Nei giorni caldi della movida (dal<br />

giovedì alla domenica), invece, il<br />

popolo della notte, inevitabilmente è<br />

braccato da quello dell’illegalità:<br />

scippatori, violenti, parcheggiatori<br />

abusivi, «parianti». Manca, o forse è<br />

troppo sguarnito di uomini e mezzi, il<br />

popolo della legge, quello che deve far<br />

sentire ogni cittadino a casa sua.<br />

Ovunque, in qualsiasi momento, in<br />

ogni vicolo o strada.<br />

Piazza dei Martiri è il cuore del cuore<br />

di Chiaia. Fino a pochi giorni fa gli<br />

unici a presidiarla erano tre cani che<br />

hanno messo su tana fuori la Libreria<br />

Feltrinelli. Tre randagi e una stazione<br />

mobile. Si riparte da qui.


IL REPORTAGE <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 5<br />

Benvenuti nel pianeta delle buche<br />

LA DENUNCIA. Fossi, rattoppi, voragini e basoli che saltano: viaggio nel degrado<br />

delle vie di Chiaia. Ridicola la somma impegnata per la manutenzione ordinaria<br />

MASSIMILIANO DE FRANCESCO<br />

Se fosse un’opera di arte contemporanea,<br />

avremmo già<br />

una rosa di titoli: «Il sirtaki dei<br />

crateri; «Io ballo con le buche»,<br />

«Groviera gallery», «E vissero felici<br />

e imbucati». Ma Chiaia non è<br />

un’installazione di Damien Hirst<br />

o una capuzzella di Rebecca Horn:<br />

è un territorio che, visto dall’alto<br />

e vissuto da dentro, è il pianeta<br />

delle buche. Non c’è via che non<br />

sembri uscita da un bombardamento.<br />

I marciapiedi si presentano<br />

come se un un tirannosauro<br />

avesse fatto un’ora di shopping<br />

al centro. Fino a qualche giorno<br />

fa a via Nisco, ad esempio, una<br />

cabina telefonica era stesa per terra<br />

come se fosse stata colpita da<br />

una testata di Zizou. Sradicata e<br />

senza più telefoni sembrava<br />

un’altra opera contemporanea<br />

che, se qualche critico di grido<br />

l’avesse vista, ne avrebbe elogiato<br />

l’intensità espressiva perché simbolo<br />

della «linea spezzata con la<br />

vivibilità».<br />

Cadono lampioni a Chiaia come<br />

alberi di velieri spezzati dalle<br />

tempeste; piovono pietre a<br />

Chiaia, e non è arte quella che<br />

viene giù, ma cornicioni di scuole.<br />

Il caso, poi, fa il resto. La sorte<br />

regola la città. Prendi le Rampe<br />

Brancaccio. A inizio anno, un basolo<br />

salta come un canguro e un<br />

taxi decolla come la Zebra 3 di<br />

Starsky e Hutch. La «Multipla» vola,<br />

si ribalta e si schianta sulle auto<br />

in sosta: tassita salvo. Un caso,<br />

appunto. Cede il corpo di Napoli<br />

e non è ancora arrivata la pioggia.<br />

Via Cavallerizza, stradina caratteristica<br />

del quartiere, non molto<br />

tempo fa rimessa a nuovo, è già<br />

sfiorita. Basta un poco d’acqua e<br />

il fondo stradale va giù. Infatti la<br />

pavimentazione appare decrepita<br />

poiché è stato utilizzato tra i<br />

basoli un impasto di sabbia e cemento<br />

senza procedere alla bitumazione.<br />

Stesso diabolico errore<br />

è stato commesso a via Nardones<br />

(ripavimentata quattro mesi fa).<br />

Conseguenze: l’acqua s’infiltra, i<br />

basoli fanno la danza della pioggia<br />

e lievitano pericolosamente.<br />

Se si aggiunge a questo anche il<br />

disastroso sistema fognario dell’intera<br />

Municipalità 1, è facile<br />

prevedere che, anche quando<br />

«schizzichea», diluvia per l’esigua<br />

squadra di fognatori che opera su<br />

strada. Piove sul bagnato a Chiaia<br />

e i crateri diventano pozzi. Non<br />

c’è nessuna luna da ammirare nel<br />

pozzo di via Partenope, all’altezza<br />

del civico 1. Una voragine,<br />

grossa e grassa, che aspetta la caviglia<br />

giusta da castigare. Da tempo,<br />

ha la bocca spalancata su quel<br />

marciapiede dove l’odore del mare<br />

ti si attacca alle narici. Ma la<br />

buca non è più sola: qualcuno si<br />

è ingegnato un sistema per disinnescarne<br />

la pericolosità: una<br />

tavola di compensato che a malapena<br />

riesce a <strong>copri</strong>re il fosso. Ci<br />

manca una bandierina e un cartello<br />

e l’opera è completa. Non è<br />

più facile colmarla e ridare decoro<br />

alla via? La stessa domanda<br />

LE FOTO DELLO SCANDALO<br />

1. Via San Pasquale: la «buca delle buche».<br />

2. Piazza Amedeo: un ex marciapiede.<br />

3. Via Partenope 1: voragine da record.<br />

4. Via Petrarca: sanpietrini come popcorn.<br />

5. Via dei Mille: il trionfo dei rattoppi.<br />

6. Via Vittoria Colonna: crateri e shopping.<br />

ci accompagna nel nostro viaggio<br />

al termine della buca. Via dei<br />

Mille è uno scuorno. Sul marciapiede<br />

che costeggia un cadente<br />

Palazzo D’Avalos, abbiamo contato<br />

6 buche, un raccoglitore cilindrico<br />

di rifiuti che non riusciamo<br />

a capire come riesca a<br />

stare in piedi e una serie infinita<br />

di rattoppi su rattoppi che trionfano,<br />

nella loro mostruosità contemporanea,<br />

proprio ai piedi di<br />

Palazzo Roccella, sede del Pan milionario,<br />

Museo delle Arti e degli<br />

sprechi di Napoli. Ma basta camminare<br />

per un’altra trentina di<br />

metri e raggiungere quel tratto<br />

di via San Pasquale che porta alle<br />

scale di Parco Margherita. Qui,<br />

sul marciapiede di fronte al «Miles»,<br />

la discoteca coinvolta nell’ultima<br />

bufera movida, scoviamo<br />

la buca delle buche. Recentemente<br />

era stata colmata, ma appartiene<br />

a quella categoria di crateri<br />

«ribelli»: si è riaperta, guadagnandone<br />

in larghezza. Qui il caso<br />

non c’entra: la colmatura è stata<br />

fatta male.<br />

Da un calcolo fatto dal presidente<br />

della Municipalità 1 Fabio<br />

Chiosi, dal vice presidente Maurizio<br />

Tesorone e dall’assessore alla<br />

Manutenzione Alberto Boccalatte,<br />

per le strade e i marciapiedi<br />

di Chiaia il Comune stanzia 7<br />

centesimi al metro quadro all’anno.<br />

Una miseria che si abbina<br />

ad un’altra miseria: «Per ben 2<br />

anni - sostiene Chiosi - la Municipalità<br />

1 non ha avuto la ditta di<br />

manutenzione per incuria ed inadeguatezza<br />

delle procedure messe<br />

in campo dall’amministrazione<br />

comunale». E le insidie dei sanpietrini<br />

e i trabocchetti dei basoli<br />

si moltiplicano. Basta consultare<br />

l’«archivio delibere» sul sito<br />

del Comune di Napoli per trovarci<br />

migliaia di resistenze in giudizio<br />

che il Comune oppone ai<br />

numerosi cittadini che chiedono<br />

di essere indennizzati per aver ceduto<br />

caviglia e altro alla buca.<br />

Per scarsità di risorse la «Groviera<br />

gallery Chiaia», quindi, ha un<br />

futuro bucato. A confermarlo è<br />

Francesco de Giovanni, presidente<br />

della commissione Manutenzione<br />

Urbana della Municipalità<br />

1, da sei anni instancabile<br />

cacciatore di buche. «Per la manutenzione<br />

ordinaria, affidata alla<br />

ditta appaltatrice Procogest, -<br />

afferma de Giovanni - dei 430mila<br />

euro previsti dal giugno 2006<br />

al giugno 2008, la metà è già stata<br />

spesa. Di questo passo per l’estate<br />

2007 non ci saranno più<br />

soldi». «Se fosse la Municipalità a<br />

gestire la cassa, - incalza de Giovanni<br />

- avremmo possibilità maggiori<br />

per risolvere i problemi della<br />

manuntezione del quartiere.<br />

Purtroppo, però, noi siamo dei<br />

“segnalatori”: rileviamo problemi<br />

e li comunichiamo al Servizio<br />

Tecnico Municipale, filiale dell’Ufficio<br />

Tecnico Comunale. E’<br />

sempre il governo centrale della<br />

città che decide e dispone gli interventi<br />

sul territorio».<br />

Crescono buche a Chiaia. Il sirtaki<br />

dei crateri non cede la scena.<br />

IL MORSO DELLA TARANTA<br />

di PAOLO D’ANGELO<br />

CARO PRESIDENTE...<br />

Caro Presidente Giorgio Napolitano è a lei che voglio<br />

dedicare il mio primo articolo del 2007. Come lei sicuramente<br />

saprà, l'anno appena trascorso si è chiuso con un<br />

bilancio sicuramente negativo per la nostra tanto amata<br />

città. E' iniziato male con la criminalità e microcriminalità<br />

più che agguerrita con i tanti morti ammazzati, furti,<br />

scippi e rapine e chi più ne ha più ne metta, ed è poi proseguito<br />

con la catastrofe dell'immondizia che ha finito per<br />

inondare, oltre che le strade, anche tutte le prime pagine<br />

dei giornali nazionali ed internazionali, contribuendo alla<br />

distruzione di quel poco di immagine di rilancio che la<br />

nostra città aveva faticosamente conquistato dal G7 ad oggi.<br />

Dove vorrei però soffermarmi in maniera più approfondita,<br />

è piuttosto su come quest'anno si è concluso. La notizia di<br />

cronaca di cui vorrei parlarle è quella che ha fortemente<br />

scosso l'opinione pubblica cittadina nei giorni antecedenti<br />

al Natale e che ha visto protagonista una giovane donna,<br />

vittima innocente a via Caracciolo. Questa volta però la<br />

vittima c'è stata non per mano della criminalità, ma a causa<br />

del caso e del degrado urbano. Una istruttrice di equitazione,<br />

una madre, una moglie, una figlia, una di noi, che in<br />

sella al suo motorino, e non al suo cavallo, ha affrontato,<br />

suo malgrado, l'ostacolo più duro della sua vita, andando<br />

incontro al suo destino crudele che in una maniera infame<br />

e subdola la sua città le aveva preparato con efferata tempistica<br />

e violenza. Vede Presidente, il mio rammarico e la mia<br />

solidarietà per l'accaduto vanno alla famiglia di questa<br />

giovane donna, anonima eroina metropolitana dei nostri<br />

tempi. Immagino e provo dolore ed indignazione per quello<br />

che i familiari hanno dovuto affrontare e sopportare, oltre<br />

alla perdita della loro cara, anche il valzer delle responsabilità<br />

per l'accaduto, che spesso mai si sono chiarite per il<br />

passato e che forse mai si chiariranno per il futuro. Caro<br />

Presidente, forse le sembrerà strano ma in questo momento<br />

lei rappresenta per noi Napoletani il bene di questa città. Il<br />

suo infaticabile lavoro, la sua dedizione, il suo impegno, la<br />

sua passione per i suoi ideali politici e sociali, ma soprattutto<br />

il suo forte ed evidente attaccamento per le sue radici,<br />

per la sua città. Amore per la sua terra d'origine che lei<br />

quotidianamente dimostra nei fatti anche a costo di qualche<br />

critica di campanilismo. Questo, caro Presidente, fa si<br />

che lei sia come un fascio di luce nel buio pesto di questa<br />

città. Un faro nella notte che spero orienti i Napoletani di<br />

buona volontà e di forti ideali. Sappiamo tutti che ad una<br />

morte così assurda ci sono delle responsabilità penali e<br />

civili che la magistratura certamente dovrà chiarire, ma<br />

sappiamo anche che esistono altre e non meno importanti<br />

responsabilità morali e politiche per tutto ciò che nel<br />

passato non è stato fatto a Napoli dalle amministrazioni.<br />

Responsabilità che vanno altrettanto chiarite se si vuole<br />

dare alla nostra città una classe politica degna del suo<br />

livello. Una classe politica, finalmente forte negli ideali e<br />

nei valori che sia capace di ridare dignità e lustro e che<br />

sappia finalmente orientare le nostre forze, il nostro valore.<br />

Una classe politica che deve essere pronta a rispondere delle<br />

proprie responsabilità e che sappia liberarsi da questa<br />

morsa di insopportabile immobilismo voluto da pochi.<br />

Guarire Napoli significa guarire l'Italia intera e lei Presidente<br />

credo ne convenga. Grazie di cuore per ciò che ha già<br />

fatto e che di sicuro farà ancora per il bene di Napoli.


QUARTIERISSIME <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 6<br />

Parco Margherita, un sogno in salita<br />

LA PROPOSTA. L’architetto Amato Rak ha un progetto nel cassetto: un ascensore<br />

per le rampe di San Pasquale. Un’idea per il Comune e un regalo per i residenti<br />

Lo scorcio è suggestivo: quel sistema<br />

di rampe, le «scale di<br />

San Pasquale», si inerpica spavaldo<br />

da via dei Mille a Parco<br />

Margherita. Un pezzo storico di<br />

città obliqua, un nodo pedonale<br />

strategico. Ma con due grossi difetti:<br />

in salita taglia le gambe,<br />

inoltre finisce ciclicamente nel<br />

tritacarne delle polemiche per<br />

un sacco di buoni motivi.<br />

Scale a pezzi, verde da jungla,<br />

buche assassine e immondizia<br />

al massimo storico. La popolarità<br />

delle rampe, poi, è schizzata in<br />

basso con l'addio all'ascensore<br />

privato di Palazzo Coppola Acquaviva:<br />

in passato ne approfittavano<br />

un po' tutti a cominciare<br />

da anziani e mamme con carrozzina.<br />

Poi l'impianto è diventato<br />

inaccessibile al pubblico.<br />

Insomma, una «bolla» terzomondista<br />

nel patinato cuore di<br />

MOTORINI IN SOSTA A VIA DEI MILLE<br />

TRASLOCO CHE ACCONTENTA TUTTI<br />

Dopo petizioni e proteste, finalmente, il Comune<br />

ha provveduto a spostare sul lato opposto la barriera<br />

di motorini che prima parcheggiavano sul<br />

marciapiede su cui si affacciano gli ingressi dei palazzi<br />

e delle vetrine di via dei Mille. Si concludono<br />

così le gimkane e le sofferenze dei passanti (soprattutto<br />

anziani e disabili). Resta ora da intervenire<br />

anche su via Filangieri, Riviera di Chiaia e via<br />

Chiaia. In attesa dei parcheggi interrati.<br />

Chiaia. Una sfida che qualcuno<br />

ha raccolto: Amato Rak, architetto,<br />

uno che coniuga idee e impegno,<br />

abita lì a due passi e da anni<br />

coltiva il chiodo fisso di recuperare<br />

le rampe. Per lui il poten-<br />

SANT’ANNA DI PALAZZO<br />

Mercatino rionale, al via il recupero<br />

Il Comune di Napoli, insieme con il Cat<br />

Confesercenti Campania, ha avviato una<br />

fase di ascolto e sensibilizzazione con i cittadini<br />

interessati per recuperare la struttura<br />

del mercatino rionale di Sant'Anna<br />

di Palazzo, consegnata dall'amministrazione<br />

cinque anni fa, ma che da allora versa<br />

in uno stato di quasi totale inutilizzazione.<br />

Box troppo piccoli per le forniture<br />

e per l'esposizione della merce ed eccessiva<br />

concorrenza degli ambulanti della<br />

zona: questi i principali disagi degli ope-<br />

ziale di quelle scale è formidabile,<br />

ma inespresso. Perciò da un<br />

pezzo ha nel cassetto il suo progetto<br />

di riqualificazione (vedi foto),<br />

cui ha collaborato il professor<br />

Renato Di Martino, e ogni tanto<br />

LA LETTERA<br />

lo sventola sotto il naso di Autorità<br />

un po' distratte.<br />

L'intento è semplice. In pillole,<br />

restyling di tutto l'itinerario, ma<br />

soprattutto: un ascensore a valle<br />

(dove iniziano le prime 2 rampe,<br />

quelle di via dei Mille) e un altro<br />

a monte (dove iniziano le 3 rampe<br />

che sbucano a Parco Margherita).<br />

Il primo supera un dislivello<br />

di 5 metri e sbarca i passeggeri<br />

sull'attuale tratto pianeggiante.<br />

Il secondo, quello più in alto,<br />

supera un dislivello di 12 metri<br />

e i suoi passeggeri li scarica sul<br />

terrazzino ad angolo di Parco<br />

Margherita, ad un metro dalla<br />

quota stradale. Portata: 10/11 persone<br />

ciascuno.<br />

I due ascensori sono immaginati<br />

a destra della salita con minimo<br />

ingombro della superficie.<br />

Le due strutture, poi, hanno ampie<br />

aperture ai lati che permet-<br />

CONTRO IL RINCARO ICI<br />

IN CAMPO UN POOL DI AVVOCATI<br />

Aumenti Ici: a Chiaia fioccano le proteste dei cittadini.<br />

Fabio Chiosi, presidente della Municipalità<br />

1, preannuncia: «Attiveremo un pool di avvocati<br />

per i ricorsi. In zona, infatti, non ci sono collegamenti<br />

con il Metrò, il trasporto pubblico è inefficiente,<br />

l’Ici è già la più alta della città e i fitti sono<br />

stellari. Le nuove aliquote sono, dunque, fuori da<br />

ogni logica e il Comune non può pretendere di fare<br />

cassa a tutti i costi, sulla pelle dei residenti».<br />

ratori all'interno del mercatino; ecco allora<br />

nascere l'esigenza di ripensare l'intero<br />

complesso attraverso soluzioni condivise<br />

che possano ridare vivacità alla struttura,<br />

meritevole di essere ottimizzata, anche<br />

in considerazione della sua collocazione<br />

in una zona centralissima e densamente<br />

abitata. Un'esperienza, dunque, innovativa,<br />

di bilancio partecipativo con la base,<br />

sollecitata attraverso questionari per sapere<br />

direttamente da cittadini e commercianti<br />

della zona come intendono rivalutare<br />

l'ex mercatino di vico Tiratoio.<br />

«Abbiamo scelto di provare a riutilizzare<br />

questa struttura - dichiara l'assessore comunale<br />

al Commercio e all'Artigianato<br />

VIA <strong>CHIAIA</strong>, STORIA DI UNA CADUTA<br />

A metà ottobre non imperversava Orione dal Cielo, nè c'era<br />

neve e gelo come ci ricorda Parini ne «La caduta», allorché<br />

uscendo dalla farmacia Salus si verificava un evento<br />

impensabile in una strada importante e famosa come è via<br />

Chiaia, evento che ha avuto per me conseguenze molto<br />

pesanti sul piano fisico. È accaduto, infatti, che sporgesse<br />

dal selciato un perno di ferro ben mimetizzato (nella foto),<br />

avendo esso il medesimo colore grigio della pavimentazione<br />

stradale. Il perno reggeva, in origine, un contenitore<br />

cilindrico per la raccolta di carte. A qualcuno, forse,<br />

quest'opera d'arte non piaceva, per cui l'ha divelta. Poi,<br />

ritenendo a ben ragione pericoloso il perno, lo ha ribattuto<br />

ma non completamente, per cui esso si è trasformato in una<br />

insidia che ha fatto sì che molte persone vi inciampassero e<br />

anche io, finendo lunga per terra. È ben vero che con pietosa<br />

sollecitudine mio marito ed altri mi sollevarono da terra,<br />

ma il risultato fu: mano sinistra fratturata, ginocchio<br />

destro contuso con un fortissimo ematoma di liquido e<br />

tono la vista dall'esterno verso<br />

l'interno e sono rivestite con superfici<br />

a specchio che impediscono<br />

di guardare all'esterno. Infine<br />

il motore che è oleodinamico:<br />

10 secondi per schizzare in cima<br />

in 2 tappe.<br />

Sognare conviene. E l'architetto<br />

si fa temerario quando, pensando<br />

alla qualità ambientale dell'area,<br />

accarezza l'apparente utopia<br />

di collegare le rampe ai giardini<br />

dell'adiacente Museo Pan<br />

per spingersi magari fino a quelli<br />

di Palazzo d'Avalos. Spazi privati<br />

questi ultimi, ma inselvatichiti<br />

e meritevoli di recupero:<br />

un'opzione da sondare, misurando<br />

anche la disponibilità dei<br />

proprietari.<br />

Un bel sogno e, tutto sommato,<br />

abbordabile: «700mila euro - si<br />

infiamma Rak - e ce la facciamo».<br />

A patto che il Comune gradisca.<br />

Nicola Oddati - senza decisioni dall'alto,<br />

ma impegnando un po’ tutto il quartiere,<br />

anche chi svolge un'attività commerciale<br />

o ha un ruolo professionale più significativo,<br />

per darci una mano a decidere come<br />

recuperare quest’area». «Sono tante le<br />

cose che qui si potrebbero fare - continua<br />

Oddati - : da un uso artistico, espositivo,<br />

tipo piccola galleria rionale a un mercato<br />

etnico. E ancora penso ad uno spazio<br />

per l'artigianato oppure ad un centro per<br />

la formazione. Dunque le idee ci sono -<br />

conclude - pero è chiaro che vorremmo<br />

tentare questa volta di fare scelte insieme<br />

con residenti e operatori».<br />

Angelo Giuliani<br />

sangue tanto da dover ricorrere ai<br />

medici del Cardarelli. Iniziò così per<br />

me un calvario che non è ancora<br />

concluso. Infatti, nonostante la<br />

bravura dell'ortopedico che al Cardarelli<br />

mi prese in cura, il risultato a<br />

tutt'oggi è che la mano sinistra ha,<br />

solo in parte, recuperato la funzionalità<br />

e che dovrò portare in relazione alla gamba destra<br />

ancora per moltissimo tempo il bastone canadese. Chi vive a<br />

Napoli spesso sperimenta come vi sia in questa città<br />

qualcosa di incomprensibile e di caotico, sfrenatezze verbali,<br />

politiche scadenti, solo i pavidi, e cioè nella democrazia la<br />

maggioranza, non ammettono l'evidenza dei fatti che<br />

invece sottolinea come Chiaia, che dovrebbe essere uno dei<br />

salotti della città, è piena di sporcizia, escrementi di cane,<br />

cicche di sigarette e lattine infilate nelle fioriere sempre più<br />

grigie e sifilitiche, disattenzione colpevole di chi dovrebbe<br />

controllare: l'elenco delle negligenze, a mio parere, è impressionante<br />

ed imperdonabile.<br />

Aurora Cacopardo


QUARTIERISSIME <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 7<br />

Fondazione Mondragone, atto secondo<br />

LA SVOLTA. Dopo il cambio di vertice, il neopresidente Parente parla del futuro<br />

L’ex commissaria Elena Perrella: «La mia esclusione? Provincialismo politico»<br />

Le polemiche non sono mancate.<br />

Ora, a distanza di oltre<br />

un mese, i toni aspri che hanno<br />

scandito il passaggio di consegne<br />

al vertice della Fondazione<br />

Mondragone, si sono decisamente<br />

smorzati. Resta il<br />

fatto che dall’11 dicembre in<br />

cabina di regia sono cambiate<br />

le cose. Adesso, infatti, nello<br />

splendido complesso monumentale<br />

a monte di via dei Mille<br />

che accoglie il museo della<br />

moda, da qualche settimana<br />

si è definitivamente insediato<br />

il nuovo presidente dell’ente:<br />

Giulia Parente, ex assessore<br />

comunale prima con Bassolino<br />

e poi con la Iervolino.<br />

Il caso. Il nuovo numero uno<br />

della Fondazione non risparmia<br />

parole distensive sul recente,<br />

movimentato trapasso<br />

di poteri, ma una cosa è certa:<br />

in quelle stanze non si dileguerà<br />

tanto presto l’ombra del<br />

predecessore, Elena Perrella,<br />

sette anni al timone della<br />

struttura nei panni di commissario,<br />

infine bruscamente<br />

congedata, appunto l’11 di dicembre,<br />

con una e-mail firmata<br />

dal governatore Antonio<br />

Bassolino. E’ stato lui a decretare<br />

il passaggio del testimone,<br />

indicando un nuovo consiglio<br />

d’amministrazione in<br />

cui la Perrella non figurava:<br />

forse un atto fisiologicamente<br />

dovuto dopo sette anni di<br />

commissariamento, ma i modi<br />

spicci del governatore non<br />

sono piaciuti. Un allontanamento<br />

on-line, quello piovuto<br />

dall’alto sulla Perrella, che ha<br />

avuto tre effetti: amareggiare<br />

la ormai ex commissaria, imbarazzare<br />

la Parente e consegnare<br />

entrambe alla macina<br />

delle polemiche. Le due sono<br />

amiche e non lesinano reciproci<br />

messaggi di stima, da vicino<br />

o a distanza. Ma per la<br />

Perrella, visceralmente legata<br />

alla Fondazione e ai sette anni<br />

Elena Perrella Giulia Parente<br />

di battaglie spesi per migliorarla,<br />

il distacco dalla propria<br />

«creatura» non è stata indolore:<br />

«Non contesto la scelta, ma<br />

le modalità: sono una donna<br />

delle istituzioni ed una e-mail<br />

di congedo non è stata il massimo<br />

della correttezza. Forse è<br />

colpa di un turn over delle nomine<br />

ormai troppo frenetico:<br />

un segnale di provincialismo<br />

politico». «Nel passaggio di gestione<br />

- concede Giulia Paren-<br />

te - c’è stata qualche tensione<br />

di troppo che non ha consentito<br />

il giusto riconoscimento<br />

ai meriti della dottoressa Perrella».<br />

Il futuro. Pura verità: al suo attivo<br />

la ex commissaria può esibire<br />

7 anni di buongoverno da<br />

manuale. «Lascio una struttura<br />

perfettamente in funzione»,<br />

riassume lei. E la Parente, intanto,<br />

prende le misure all’incarico<br />

e abbozza le priorità: «I<br />

tagli del bilancio regionale alla<br />

cultura non mi facilitano le<br />

cose, ma punterò sul coinvolgimento<br />

dei privati: qui c’è bisogno<br />

di fantasia. Poi il museo<br />

della moda: valorizzarlo - incalza<br />

lei - significa puntare anche<br />

sulla riqualificazione della<br />

zona per attirare turisti e<br />

spingerò anche su questo. Inoltre<br />

occorre insistere sull’attività<br />

di formazione di figure<br />

professionali legate alla moda<br />

e all’abbigliamento: raccolgo<br />

ad esempio in eredità un master<br />

universitario sull’alta moda<br />

con quindici allieve. E questa<br />

è una priorità».<br />

Un’altra cosa, infine, il neopresidente<br />

sa bene: quella di<br />

trovarsi da subito al tradizionale<br />

crocevia tra desideri e<br />

contabilità. Potrebbero, infatti,<br />

non bastare più i 300mila<br />

euro all’anno che finora hanno<br />

garantito la soglia minima<br />

di sopravvivenza alla Fondazione.<br />

Ma la Parente, dicono,<br />

ama le sfide.<br />

ENTE MORALE E MUSEO:<br />

IDENTIKIT DELLA STRUTTURA<br />

Fondazione Mondragone. La sede è<br />

situata nell’omonima piazzetta a<br />

monte di via dei Mille, al confine<br />

tra Chiaia e San Ferdinando, in<br />

uno splendido edificio del ‘600, di<br />

recente restaurato, con annessa<br />

chiesa e giardino. Fu in origine<br />

Conservatorio di Matrone e Vergini<br />

Nobili. Nell’’800 fu denominato<br />

Real Istituto di Mondragone con la<br />

funzione di collegio per «figlie del<br />

popolo». Nel ‘900 fu convitto per<br />

orfane e anche «Convento femminile<br />

di Lavoro». Nel 2003, grazie al<br />

protocollo d’intesa con la Regione<br />

Campania, la Fondazione ha assunto<br />

il ruolo di «Polo Regionale della<br />

Moda Femminile». Con due punti<br />

di forza: il «Museo del Tessile e<br />

dell’Abbigliamento», comprendente<br />

i beni della casata Aldobrandini<br />

e le collezioni di abiti donate da<br />

Fausto Sarli e da Tullia Passerini<br />

Gargiulo, e il centro per la valorizzazione<br />

della tradizione e della<br />

cultura connesse alla moda e al<br />

costume napoletani (corsi, master,<br />

esposizioni etc.). Nel cda sono<br />

rappresentati Comune, Regione,<br />

Curia, Università Federico II e<br />

Università di Salerno: il nuovo<br />

direttivo è presieduto da Giulia<br />

Parente, assistita dai consiglieri<br />

Ida Fornario, Bruno De Maria,<br />

Antonella Oliveti del Castillo,<br />

Mons. Ugo Dovere, Elvira Russo, e<br />

Raimondo Pasquino.<br />

magazine<br />

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QUARTIERISSIME <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 8<br />

Grenoble, porte aperte sulla Francia<br />

CULTURA. Fondato nel 1919, l’istituto di via Crispi non è solo scuola di lingua,<br />

ma anche centro d’incontro e di scambi artistici. Ricco il carnet di appuntamenti<br />

ANTONELLA CARLO<br />

Continua il nostro viaggio tra<br />

gli istituti culturali del quartiere<br />

Chiaia. Seconda puntata:<br />

Istituto Grenoble. A febbraio<br />

2007 il Goethe Institut.<br />

Le origini del mondo, tra natura<br />

ed archeologia, fotografia<br />

e documentario. Le indagini<br />

giornalistiche sull'Italia<br />

di Berlusconi e i cambiamenti<br />

nella nostra politica negli ultimi<br />

cinquanta anni. Le immagini<br />

suggestive e chic, che testimoniano<br />

“le goût de Naples,<br />

le goût de Capri, le goût de Rome”:<br />

così si può viaggiare, in<br />

pochi scatti, tra mondanità ed<br />

analisi sociologica. Il programma<br />

di eventi proposto dal Grenoble<br />

è davvero senza confini<br />

ed abbraccia, a trecentosessanta<br />

gradi, diverse espressioni artistiche:<br />

la politica culturale<br />

adottata dalla direttrice Danièle<br />

Rousselier (nella foto) si<br />

colloca, perfettamente, nel progetto<br />

«Porte aperte», realizzato<br />

dagli istituti stranieri a Napoli.<br />

«Non vogliamo definirci, in modo<br />

unilaterale, come scuola di<br />

lingua, ma piuttosto come centro<br />

di incontro e di dibattito.<br />

Puntare sull'arte è la strategia<br />

giusta per rivalutare una città<br />

contraddittoria, che sta attraversando<br />

un momento sociale<br />

difficile: noi del Grenoble siamo<br />

forse avvantaggiati, perché<br />

abbiamo radici molto profonde<br />

nel territorio», dice Danièle<br />

Rousselier.<br />

Ed, infatti, l'istituto di francese<br />

ha una lunga ed autorevole storia:<br />

fondato nel 1919, all'indomani<br />

della prima guerra mondiale,<br />

dall'Università di Grenoble,<br />

si sviluppò come una parallela<br />

e distaccata sede accademica.<br />

Negli anni Trenta, l'Institut<br />

Français de Naples venne<br />

spostato dal centro storico a via<br />

Crispi: da allora sino ad oggi, in<br />

questo splendido palazzo, generazioni<br />

di alunni salgono<br />

2000 le firme raccolte. E una<br />

nuova sfida: la sosta gratuita<br />

uno scalone bianco e luminoso<br />

per studiare la lingua e la cultura<br />

di Molière e Baudelaire, di<br />

Verlaine e Prévert. Un grande<br />

spazio (cinematografico e teatrale)<br />

offre accoglienti pareti e<br />

comode poltrone per conferenze,<br />

proiezioni, dibattiti,<br />

mentre le aule destinate alle lezioni<br />

si affacciano su riposanti<br />

e silenziosi angoli di verde.<br />

Scommettendo sul prestigio<br />

del proprio ruolo culturale ed<br />

istituzionale, il Grenoble non si<br />

ferma mai e propone una carrellata<br />

di appuntamenti colorati<br />

ed intriganti sin dai primi<br />

giorni del 2007: si ricomincia,<br />

MOVIMENTO PARCHEGGI A <strong>CHIAIA</strong> DEGRADO URBANO<br />

Il Movimento Parcheggi a Chiaia<br />

coglie al volo l'assist offerto dalla<br />

recente sentenza della Corte di Cassazione<br />

sul tema sosta. La disposizione<br />

annulla le multe comminate agli<br />

automobilisti che hanno parcheggiato,<br />

senza pagare, sulle strisce blu,<br />

motivando la decisione con la mancanza<br />

di aree di sosta gratuita (strisce<br />

bianche) nei dintorni. Passa,<br />

dunque, il principio della presenza<br />

obbligatoria in centro di zone di<br />

sosta gratuite, peraltro ribadito dal<br />

codice della strada. Sicchè, accanto<br />

alla nostra priorità numero uno<br />

(parcheggi sotterranei a Chiaia),<br />

affianchiamo anche l'obiettivo di<br />

rivendicare per il quartiere un'adeguata<br />

quota di strisce bianche. Ci<br />

sintonizziamo così sul governo della<br />

Municipalità 1, subito schieratosi lo<br />

scorso 9 gennaio. Secondo la presidenza<br />

di quartiere, da anni il Comune<br />

non istituisce aree di sosta gratuita<br />

in rapporto a quelle a pagamento».<br />

E l'assessore municipale alla<br />

Mobilità, Alfonso Brancaccio, insieme<br />

al presidente della Commissione<br />

Mobilità Mario Mele, ha già elaborato<br />

un progetto in merito che sarà<br />

sottoposto all’amministrazione<br />

comunale chiamata a farsi carico del<br />

problema e a fornire risposte secondo<br />

i dettami di legge.<br />

Per capire quanto sia elevata l’emergenza<br />

basti pensare che solo a Chiaia<br />

le richieste di sosta da parte dei<br />

residenti sono 11mila, mentre vi<br />

sono soltanto 5500 stalli in strisce<br />

blu.<br />

Intanto Chiaia Magazine raccoglie<br />

consensi e riscontri dei lettori sull’inchiesta<br />

dedicata ai progetti messi<br />

in campo dalle professionalità napoletane<br />

per realizzare parcheggi<br />

interrati nel territorio di Chiaia. In<br />

questo senso il mensile ribadisce la<br />

massima ospitalità ad ospitare nuove<br />

idee e nuovi contributi.<br />

Per la fine di febbraio, poi, sarà<br />

consegnata all'assessore al traffico<br />

Gennaro Mola una petizione per i<br />

parcheggi interrati in zona (per ora<br />

quasi 2000 le firme).<br />

dopo le vacanze natalizie, il 17<br />

gennaio con un dibattito sulla<br />

galanteria italiana e francese,<br />

interpretata alla luce di film,<br />

libri, fotografie. Da non perdere,<br />

il 29 gennaio ed il 26 febbraio,<br />

i concerti dell' “Appalachian<br />

Ensemble”, con la direzione<br />

di Aldo De Vero: in programma<br />

prima Bridge, Mozart,<br />

Bernstein, Copland, poi Crumb<br />

e Carter.<br />

Riflettori puntati, per questo<br />

nuovo anno, sui grandi fotografi<br />

d'oltralpe: “Les origènes”<br />

surreali ritratte da Claude-<br />

Charles Mollard si potranno intrecciare<br />

con le immagini di<br />

Napoli immortalate dall'obiettivo<br />

di Martine Voyeux. Dall'arte<br />

alla letteratura, dalla letteratura<br />

all'arte, dalla sociologia<br />

all'economia, dall'economia alla<br />

sociologia: la presenza, il 12<br />

febbraio, dello scrittore Marc<br />

Lazar costituirà un'altra, atipica<br />

prospettiva sulle distonie dei<br />

nostri tempi. «Analizzando le<br />

iscrizioni, anno dopo anno,<br />

possiamo dire di avere sempre<br />

bilanci positivi», dice Danièle<br />

Rousselier. «Il segreto del successo?<br />

Qui si parla di Napoli e<br />

di Parigi, dell'Albania e della<br />

Tunisia, dei quartieri spagnoli<br />

e delle banlieues: diverse culture,<br />

diverse lingue, ma con<br />

anime e sensibilità affini».<br />

2. Continua<br />

Sei livelli per imparare<br />

il francese, sei gradini<br />

che testimoniano la<br />

progressione da una<br />

conoscenza base della<br />

lingua ad una sua<br />

padronanza completa:<br />

si parte, con lezioni di<br />

carattere intensivo o<br />

generale, dall’A1 per<br />

arrivare al C2. Tra i<br />

corsi, incentrati su<br />

moduli semestrali, la<br />

possibilità di sostenere<br />

esami riconosciuti dal<br />

Consiglio d’Europa:<br />

sono il DELF ed il DALF,<br />

diplomi che accertano il<br />

grado di comprensione<br />

ed espressione, orale e<br />

scritta, di ciascun candidato.<br />

Nessun limite<br />

d’età è fissato per chi<br />

voglia studiare il francese:<br />

per i bambini e per<br />

gli adulti, il Grenoble<br />

prospetta una gamma<br />

variegata di corsi, basati<br />

sulla moderna ed aggiornata<br />

metodologia<br />

didattica del Français<br />

Langue Etrangère.<br />

Via Chiatamone, quel pannello<br />

degli orrori da smantellare<br />

Continua a Chiaia la battaglia contro<br />

i cartelloni pubblicitari fatiscenti.<br />

Dopo la rimozione del pannello degli orrori<br />

alle Rampe Brancaccio, la nuova sfida<br />

della Municipalità 1 è ripulire via<br />

Chiatamone (nella foto). Tra i più attivi e<br />

ostinati contro la cartellonistica degradata<br />

c’è Diego D’Alessio (Napoli 10), presidente<br />

della Commissione Attività Produttive.<br />

«Dopo la rimozione dell’enorme<br />

e indegno pannello delle Rampe Brancaccio<br />

- dice D’Alessio - ho già segnalato<br />

al presidente Chiosi gli inguardabili cartelloni<br />

che campeggiano, ormai da<br />

troppo tempo, a via Chiatamone». Ma<br />

qual è l’iter per smantellare la tabellonistica<br />

indecorosa? «Il presidente della<br />

Municipalità gira la segnalazione al servizio<br />

della Polizia Amministrativa - spie-<br />

CORSI<br />

ED ESAMI<br />

ga D’Alessio - che, a sua volta, la passa<br />

alla Elpis, la società che gestisce le attività<br />

del settore pubblicità e delle pubbliche<br />

affissioni nel Comune di Napoli.<br />

A questo punto scatta la verifica della Elpis<br />

che, se lo ritiene opportuno, chiama<br />

in causa la squadra rimozione. Ovviamente<br />

ogni azione di smantellamento<br />

deve essere comunicata ai vigili urbani.<br />

Purtroppo può capitare che la segnalazione<br />

rimanga ferma alla Polizia Amministrativa.<br />

In questo caso due sono le<br />

strade: aspettare, rischiando che la pratica<br />

finisca nel dimenticatoio oppure<br />

attivarsi e chiamare in causa direttamente<br />

la Elpis». Quest’ultima strada è<br />

quella che ho seguito per velocizzare la<br />

procedura di rimozione del pannello<br />

delle Rampe Brancaccio».


L’INTERVISTA <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 9<br />

Scalera: «Il mio omaggio a Moscati»<br />

L’INIZIATIVA. Il presidente dei medici napoletani presenta il numero speciale<br />

del bollettino dell’Ordine dedicato alla figura del santo. In arrivo il film su Rai 1<br />

Medico e anche santo: irripetibile<br />

e miracolosa<br />

la doppia dimensione di<br />

Giuseppe Moscati. Natali beneventani,<br />

napoletano d’adozione,<br />

il medico santo è<br />

una straordinaria bandiera<br />

per la classe medica partenopea<br />

di cui è punto di riferimento<br />

professionale, etico<br />

e spirituale: sono, ad esempio,<br />

migliaia i medici, napoletani<br />

e non, e i pellegrini<br />

che, in occasione delle ricorrenze<br />

in onore di Moscati,<br />

affollano la Chiesa del Gesù<br />

Nuovo che custodisce le<br />

spoglie del santo.<br />

Un concreto gesto di devozione<br />

per la figura del professore<br />

che coniugò fede e<br />

scienza, fino a diventare il<br />

santo di tutti, ha voluto allora<br />

firmarlo Giuseppe Scalera<br />

(nella foto), presidente<br />

dell’Ordine dei Medici di Napoli<br />

e Provincia, animatore a<br />

dicembre di uno speciale dedicato<br />

a Moscati sul bollettino<br />

dell’Ordine dei Medici<br />

partenopei. L’iniziativa monografica,<br />

collegata ai festeggiamenti<br />

dedicati a Moscati,<br />

ha rappresentato, nelle<br />

intenzioni del presidente<br />

dei medici, «un regalo dell’Ordine<br />

ai suoi iscritti».<br />

«Un piccolo evento, nato da<br />

un atto d’amore», si illumina<br />

Scalera. Vita, professione,<br />

rapporti, commenti: il ritratto<br />

del Santo, articolato a<br />

‘<br />

L’anteprima del tv-movie sulla vita di Moscati<br />

sarà proiettata nell’auditorium della sede<br />

dell’Ordine dei Medici in piazza Torretta.<br />

360 gradi, si snoda in una<br />

trentina di pagine, alimentato<br />

da uno scrupoloso lavoro<br />

documentale. Insomma<br />

un piccolo saggio, nato tra<br />

stanze e corridoi della sede<br />

dell’Ordine in piazza Torretta,<br />

nel cuore di Chiaia,<br />

nel quale ad esempio spicca<br />

la storia importante del rapporto<br />

tra Giuseppe Moscati<br />

ed Enrico Caruso: «Il bollettino<br />

- spiega Scalera - è riuscito<br />

a recuperare la significativa<br />

vicenda umana che<br />

vide il medico diagnostica-<br />

re per primo la fatale malattia<br />

del grande tenore».<br />

Uno slancio riconoscente<br />

quello dell’Ordine nei confronti<br />

di Giuseppe Moscati<br />

che, tuttavia, non si esaurisce<br />

tra le pagine della pubblicazione<br />

professionale.<br />

Scalera, scortato dal consenso<br />

e dalla collaborazione<br />

dei colleghi e degli iscritti, si<br />

è adoperato anche su altri<br />

versanti per un giusto tributo<br />

al medico santo, soprattutto<br />

in previsione delle<br />

imminenti celebrazioni per<br />

l’ottantesimo anniversario<br />

della morte di Moscati (12<br />

aprile): ai responsabili Rai,<br />

qualche tempo fa, il presidente<br />

ha efficacemente rappresentato<br />

l’attenzione dei<br />

medici napoletani verso l’eccezionale<br />

figura del medico<br />

canonizzato nel 1987.<br />

Immediata la sintonia di intenti,<br />

il risultato è, adesso,<br />

un tv-movie in 2 puntate,<br />

prodotto da Raiuno, sulla vita<br />

del medico: la fiction,<br />

scritta e diretta da Giacomo<br />

Campiotti (il giovane regista<br />

già autore di film come:<br />

«Mai più come prima e «Come<br />

due coccodrilli»), è interpretata<br />

da Beppe Fiorello<br />

e Antonella Stefanucci.<br />

Le riprese, concluse a dicembre,<br />

sono state effettuate<br />

a Cosenza (dove è stata ricostruita<br />

una ottocentesca<br />

via Cisterna dell’Olio con la<br />

dimora di Moscati) e a Napoli<br />

(via Tribunali, il Gesù<br />

Nuovo, Villa Pignatelli etc.).<br />

Nel montare, inoltre, il telaio<br />

storico e umano della<br />

narrazione si è rivelato prezioso<br />

il patrimonio di foto<br />

d’epoca, messo a disposizione<br />

dai medici partenopei. Il<br />

film andrà in onda tra breve<br />

sulla rete ammiraglia della<br />

Rai: e «l’ anteprima - anticipa<br />

Scalera - sarà proiettata<br />

nell’auditorium della sede<br />

dell’Ordine in piazza Torretta».<br />

QUANDO IL SANTO SCOPRÌ<br />

LA MALATTIA DI CARUSO<br />

Ricco e da collezione il numero<br />

speciale del bollettino dell’Ordine<br />

dei Medici di Napoli e Provincia<br />

(vedi copertina), tutto incentrato<br />

sulla vita e le opere di Giuseppe<br />

Moscati. Gli autori della pubblicazione,<br />

con un notevole lavoro<br />

d’archivio, hanno recuperato<br />

testimonianze ed episodi inediti o<br />

dimenticati sul medico santo.<br />

Critico ed appassionato, ad esempio,<br />

l’intervento di Moscati nel<br />

dibattito sul piano regolatore di<br />

Napoli del 1919. Suggestiva la<br />

narrazione del suo rapporto con il<br />

luminare Antonio Cardarelli.<br />

Ampio spazio, infine, è dedicato<br />

alla vicenda umana e professionale<br />

che vide incrociarsi le parabole<br />

di vita del medico con il tenore<br />

Enrico Caruso. Moscati gli diagnosticò<br />

esattamente il tumore, ma<br />

ormai era troppo tardi.


DIARIO DELLA MUNICIPALITÀ 1 <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 10<br />

Chiosi-opposizione, contesa sui rom<br />

IL CASO. Nomadi a Chiaia: il presidente li sgombera perché molesti e senza regole<br />

Il centrosinistra insorge: «Sono poveri disperati, atto di forza controproducente»<br />

Rom a Chiaia. Sono loro, i nomadi<br />

sparsi per il quartiere,<br />

l’oggetto della contesa che sta divampando<br />

nella Municipalità 1.<br />

Un conflitto a colpi di comunicati,<br />

interrogazioni e scontri in<br />

aula, con due contendenti: il<br />

centrodestra, che amministra il<br />

quartiere, e il centrosinistra all'opposizione.<br />

Ad innescare lo<br />

scontro politico l'azione di sgombero,<br />

condotta a dicembre contro<br />

un gruppo di rumeni insediatisi<br />

in una grotta del Monte<br />

Movida nella zona di via Belledonne (e<br />

dintorni) e in quella dell'Ascensione. Riecco<br />

il caos. Con le feste, se ne sono andati<br />

via anche i dispositivi di traffico e di controllo<br />

che avevano assicurato un buon<br />

compromesso tra esigenze dei residenti<br />

da una parte e dei frequentatori ed esercenti<br />

del by night dall'altra. Così il malumore<br />

degli abitanti è arrivato al presidente<br />

Chiosi e all'assessore municipale al<br />

Divertimento Notturno, Alfonso Brancaccio.<br />

Ecco le loro soluzioni: proposta di<br />

vietare alle auto i vicoli tra via Fiorelli e<br />

piazza dei Martiri e la zona dell'Ascensione<br />

dal giovedì alla domenica, fino alle<br />

4 del mattino; richiesta di presidii contro<br />

sosta selvaggia e per l'ordine pubblico nel-<br />

Echia: iniziativa voluta dal presidente<br />

Fabio Chiosi e concretizzata<br />

dalle forze dell'ordine. Attacca<br />

Chiosi: «Queste persone,<br />

spesso ubriache o violente, non<br />

possono appropriarsi degli spazi<br />

pubblici per viverci. A Monte<br />

Echia c'erano anche minori utilizzati<br />

per raccogliere elemosine.<br />

Tra i rom anche un ricercato<br />

che è stato arrestato. Si è proceduto<br />

ad analoghe operazioni a<br />

via Fedro e largo Sermoneta».<br />

Dissenso frontale del centrosi-<br />

CAOS MOVIDA<br />

Operazione «notte tranquilla»<br />

MUNICIPALITÀ ON LINE<br />

Comune di Napoli on line. Sul sito<br />

ufficiale del municipio partenopeo<br />

(www.comune.napoli.it ) è stata<br />

inaugurata una sezione che è dedicata<br />

alle 10 Municipalità cittadine. E<br />

così ogni Municipalità sta provvedendo<br />

a riempire il proprio spazio con<br />

una scheda in cui siano indicati tutti<br />

i dati più importanti (ubicazione del<br />

governo di quartiere, nominativi del<br />

presidente, del suo vice e degli assessori<br />

di quartiere, il nome del dirigente<br />

amministrativo, e tutti i relativi<br />

recapiti telefonici e di posta elettronica).<br />

Finora, però, l'unica Municipalità<br />

ad aver portato a termine il compito,<br />

battendo sul tempo tutte le altre, è<br />

quella di Chiaia-Posillipo-San Ferdinando<br />

che già da adesso mette il<br />

nuovo servizio a disposizione dei suoi<br />

cittadini. Istruzioni per l'uso: una<br />

volta raggiunto il sito del Comune di<br />

Napoli (vedi sopra), per accedere alla<br />

scheda della Mun. 1 occorre cliccare<br />

su «Il Comune», poi su «Le Municipalità»,<br />

infine su «Chiaia-Posillipo-San<br />

Ferdinando». Il lavoro è stato condotto<br />

egregiamente dal dirigente amministrativo<br />

della Municipalità 1, Angelo<br />

Sacco (nella foto con Chiosi)<br />

nistra, e replica aspra del consigliere<br />

Francesco Esposito (Verdi):<br />

«Il metodo repressivo di Chiosi<br />

offre solo soluzioni di facciata<br />

e si limita a spostare il problema<br />

da un punto all'altro della città.<br />

I nomadi non possono certo sparire:<br />

occorre invece monitorarli,<br />

studiare ogni caso e offrire soluzioni<br />

abitative alternative. Monte<br />

Echia, piuttosto, è una piazza<br />

di spaccio in una zona alla deriva.<br />

Perché Chiosi, invece di perseguitare<br />

i disperati, non si oc-<br />

le aree suddette;<br />

decollo<br />

di «Chiaia notes»,<br />

progetto<br />

di aggregazionegiovanile<br />

ideato da<br />

Brancaccio<br />

per collegare<br />

tra loro i club<br />

della zona;<br />

proposta di<br />

creazione di<br />

uno sportello unico a disposizione dei locali<br />

della movida per agevolazioni amministrative;<br />

vigilanza stretta su sovraffollamento<br />

e irregolarità.<br />

BREVISSIME<br />

TACCUINO ASSEMBLEARE<br />

A dicembre il Consiglio della Municipalità 1 si è riunito 3 volte. Seduta<br />

del 5.12: approvati un ordine del giorno contro chiusura Commissariato<br />

Posillipo e una delibera per regolamento sulle pari opportunità<br />

( 7 assenti: 3 di magg. e e 4 di opp.). Seduta del 7.12: approvati<br />

un ordine del giorno su recupero di piazza Di Giacomo e una delibera<br />

su recupero di vico Santo Spirito di Palazzo (6 assenti: 3 di<br />

magg. e 3 di opp.). Seduta del 12.12: discussione su sito della Gaiola e<br />

incontro col responsabile Asìa (8 assenti: 5 di magg. e 3 di opp.).<br />

COMMISSIONE MANUTENZIONE: L’AGENDA<br />

I lavori di gennaio della Commissione Manutenzione della Mun. 1 (presidente<br />

Francesco de Giovanni). Si è già discusso dei problemi di vico<br />

S. Maria Apparente e di salita S. Carlo alle Mortelle. Ed è stato inviato<br />

il Servizio Fognature per intervenire su caditoie ostruite nel<br />

quartiere. In agenda: il 17 si discute dei problemi dell'illuminazione<br />

publica., il 24 della riqualificazione di via Bausan con invio del Serv.<br />

Arredo Urbano, il 26 si verifica l'installazione dei dissuasori di sosta<br />

in vico Vasto e via Vettriera, il 31 si vagliano le richieste d'intervento<br />

giunte dai cittadini.<br />

GALLERIA UMBERTO, CHIUSO SPORTELLO PER DISABILI<br />

Galleria Umberto I: chiuso lo sportello per i portatori di handicap. Avvertito,<br />

si è attivato il presidente Chiosi: «Ho subito reclamato preso<br />

la direzione delle Poste Italiane, chiedendo la riapertura immediata.<br />

Se il problema non sarà risolto, mi rivolgerò ad altre sedi»<br />

RIQUALIFICAZIONE STRADE, CANTIERI AL PALO<br />

Capitolo interventi di riqualificazione urbana delle strade di Chiaia.<br />

Resta, per adesso, ancora sulla carta la sbandierata agenda dei lavori<br />

di manutenzione. Un mese fa erano stati annunciati interventi, già<br />

appaltati e finanziati, nei tre punti di piazza Amedeo, via Carducci<br />

e via Martucci: apertura progressiva dei cantieri subito dopo Natale,<br />

s'era detto. A gennaio ormai inoltrato la situazione è al palo.<br />

Un secondo blocco di interventi, già muniti di copertura finanziaria<br />

ma non ancora appaltati, è previsto entro il 2007 in via Filangieri,<br />

via dei Mille, via Colonna, via Bausan, vico Vasto a Chiaia, largo Vasto<br />

a Chiaia, via Nisco, salita Ventriera e via Torelli. Su questo versante<br />

non ci sono ancora notizie circa l'assegnazione degli appalti.<br />

Intanto giace ancora in prefettura per i controlli di rito l’appalto relativo<br />

all’atteso restyling della zona di Santa Caterina da Siena.<br />

Sull'intero pacchetto di opere il governo della Municipalità 1 è chiamato<br />

a vigilare severamente.<br />

cupa di problemi seri come sicurezza<br />

e riqualificazione della<br />

Municipalità?». La sinistra, inoltre,<br />

censura Chiosi per il suo atteggiamento<br />

personalistico. Di<br />

sicuro spazi idonei all'accoglienza<br />

non ne esistono. Lo dice<br />

Chiosi, girando l'emergenza al<br />

Comune. Lo dice anche la sinistra<br />

che aggiunge: «Noi su questo<br />

almeno ci stiamo lavorando, insieme<br />

con l'Opera Nomadi e la<br />

Provincia di Napoli». La questione<br />

resta aperta.<br />

ALLARME CROLLI<br />

Controlli a tappeto sulle scuole<br />

Dopo l'allarme suscitato dal crollo del cornicione della scuola De Amicis in via Santa<br />

Teresa a Chiaia, dove si è sfiorata la tragedia, il presidente Chiosi, il vicepresidente<br />

Maurizio Tesorone e il presidente della Commissione Scuola Alberto Pierantoni<br />

riportano l'attenzione sul fatto che i lavori pubblici di recupero e messa<br />

in sicurezza effettuati sul territorio sono condotti in economia ed eseguiti male:<br />

ciò in conseguenza degli eccessivi ribassi d'asta che caratterizzano gli affidamenti.<br />

Sul piano operativo, inoltre, i 3 amministratori della Mun. 1 hanno chiesto al<br />

Servizio Tecnico Municipale e ai Vigili del Fuoco di procedere ad un monitoraggio<br />

di tutte le scuole del quartiere ed hanno, poi, sollecitato l'assessore comunale alla<br />

Pubblica Istruzione/Edilizia Scolastica, Giuseppe Gambale, ad indagare sulle opere<br />

di messa insicurezza già portate a termine sugli edifici scolastici del territorio.<br />

LA «SCOPERTA» DI MARCO ROSSI-DORIA<br />

Noi lo scriviamo da tempo, il maestro di strada ci torna sopra. E tuona su<br />

Repubblica (9 genn.): i poteri delle Municipalità sono «minimi»; non ci sono<br />

risorse economiche; i presidenti «non hanno potere reale»; i consiglieri<br />

fanno troppe riunioni e costano caro; la gente è esclusa dalle decisioni.


LAURA COCOZZA<br />

era un tempo in cui l'intel-<br />

C’ lighenzia italiana trascorreva<br />

ore a ragionare seduta ai tavolini<br />

di un bar. La voluttà di un<br />

caffè, di un thè, di un pasticcino,<br />

di un sorso di liquore o di birra<br />

faceva da soave preludio alle<br />

chiacchiere, ai sussurri, ai silenzi,<br />

agli sguardi insistenti e alle<br />

occhiate distratte, ai conciliaboli,<br />

alle poesie e ai progetti. A volte,<br />

persino ai complotti. Ozio<br />

creativo e noia epicurea convivevano<br />

senza intralciarsi in quei<br />

luoghi che simbolicamente, tra<br />

l’ ‘800 e il ‘900, vennero battezzati<br />

«Caffè letterari», perchè legati<br />

a scrittori, poeti e artisti che<br />

in essi si riunivano, lasciando<br />

tracce del loro passaggio.<br />

Questi luoghi oggi, nel Belpaese,<br />

sono come gli highlanders: ne sopravvivono<br />

pochissimi, forse ne<br />

resterà solo uno. E chissà che<br />

«l'ultimo immortale» non sarà<br />

proprio il Gran Caffè Gambrinus<br />

di Napoli, gioiello incastonato<br />

a Chiaia, meta obbligata di<br />

turisti e presidenti della Repubblica.<br />

Nato dal fervore creativo e<br />

dalle cospicue risorse di don Mariano<br />

Vacca (singolare personaggio<br />

a metà strada tra imprenditore<br />

e mecenate) con la<br />

dichiarata intenzione di raccogliere<br />

nelle proprie sale gli intellettuali<br />

cittadini e meridionali,<br />

il Gran Caffè Gambrinus<br />

viene inaugurato il 3 novembre<br />

del 1890. Il nome del locale concilia<br />

al proprio interno il caffè,<br />

nera bevanda mediterranea, e la<br />

birra, bionda bibita nordica inventata,<br />

secondo la tradizione,<br />

da un leggendario re germanico<br />

di nome Gambrinus. Nelle sue<br />

sale, realizzate da circa 40 tra<br />

scultori e pittori, si affollano artisti<br />

e poeti come Di Giacomo,<br />

Dalbono, Gemito, Murolo, Bovio<br />

e D'Annunzio, politici come Crispi,<br />

Labriola e Miraglia e nobili<br />

come i Filangieri, i Salazar, i Sirignano,<br />

i Caracciolo, i Pignatelli.<br />

Oggi il profumo dei caffè e dei<br />

dolci lambisce ancora le opere a<br />

parete di Volpe, Irolli, Pratella,<br />

Casciaro, Caprile e Postiglione,<br />

invitando il passante a fermarsi<br />

e a godere, soprattutto nell'ora<br />

pomeridiana, di quell'atmosfera<br />

quasi rarefatta. Magari in compagnia<br />

di un buon libro. Complice,<br />

da qualche mese, l'apertura<br />

poco distante, sotto i portici<br />

di Piazza del Plebiscito, della<br />

libreria Treves.<br />

E se il Gambrinus coltiva fieramente<br />

la tradizione, altrove a<br />

Chiaia si fanno strada indirizzi<br />

di nuova generazione. La filosofia<br />

è la stessa ma la forma è quella<br />

del «book bar»: un mix tra luogo<br />

di intrattenimento alla moda,<br />

caffè e salotto di casa. Ci si ritrova<br />

per incontrare gli amici o<br />

per spulciare un libro, per ascoltare<br />

uno scrittore o semplice-<br />

chiaiamagazine<br />

SAPERVIVERE<br />

SOCIETÀ • COSTUME • RELAX • MOVIDA • EVENTI • CURIOSITÀ<br />

Libri, musica e drink: arriva il book bar<br />

LA TENDENZA. Dal Nàis al nuovissimo Penguin, i caffè letterari tornano di moda<br />

Piacevoli, tecnologici e con librerie a vista: cinema e poesia tra i generi più amati<br />

mente buona musica, davanti<br />

ad un drink, ad un pranzo o una<br />

cena veloce. È l'ultima tendenza<br />

in tema di locali: da Milano a Roma<br />

a Palermo, ha attecchito un<br />

po' ovunque, in Italia, ma ha come<br />

antesignano il «The Library<br />

Cafè» di New York, situato tra la<br />

Sessantaduesima e la Seconda.<br />

Il bar dei libri di Piazza dei Martiri<br />

è, invece, quello situato all’interno<br />

della libreria Feltrinelli,<br />

affidato in gestione ad Augustus,<br />

e diventato un luogo di<br />

A sinistra: la copertina del libro «Le ore» consigliato da Diego Nuzzo («Penguin<br />

Cafè»). Sopra: interno del «Nàis», il book bar di via Ferrigni.<br />

ritrovo non solo per bibliofili. All'ora<br />

di pranzo è molto frequentato<br />

dai professionisti che lavorano<br />

in zona e che approfittano<br />

della pausa per godersi un momento<br />

di relax sfogliando una<br />

rivista davanti ad un panino, un<br />

rustico e una macedonia di frutta,<br />

lontano dai rumori della strada.<br />

Molto gettonato, oltre al caffè,<br />

anche il tè pomeridiano con<br />

i pasticcini. La lettura più adeguata<br />

in questi casi? Luigi Morra,<br />

dirigente di area La Feltri-<br />

nelli, non ha dubbi: un buon libro<br />

di poesie. «Penso a “La voce<br />

a te dovuta di Pedro Salinas - dice<br />

Morra - oppure a “La verità vi<br />

prego sull'amore” di W.H. Auden.<br />

O, altrimenti, un bel libro<br />

sulla Patagonia di Bruce Chatwin,<br />

per viaggiare con la fantasia».<br />

Poco distante dalla piazza, in via<br />

Ferrigni, libri, bar e punti di consultazione<br />

on line situati ad ogni<br />

tavolo: è il Nàis, un nome giocato<br />

sulla pronunzia dell'inglese<br />

nice (carino). E che si traduce, nei<br />

fatti, in nice moment, nice music,<br />

nice gallery. Aperto dalle 11<br />

del mattino a poco dopo mezzanotte,<br />

il bar «carino» offre un<br />

ambiente accogliente come un<br />

vero salotto e le possibilità di incontro<br />

di un locale trendy. La<br />

mattina e il pomeriggio funziona<br />

come light bar, dove sorseggiare<br />

il proprio caffè controllando<br />

magari la posta elettronica<br />

dal proprio portatile o scegliendo<br />

uno dei libri sugli scaffali.<br />

Il gestore, Pietro De Matteo,<br />

consiglia tra gli altri, «L'anno che<br />

doveva cambiare l'Italia» di Claudio<br />

Velardi, oppure «D'onde radio»<br />

di Raffaele D'Avanzo. La sera<br />

il locale si trasforma in vero e<br />

proprio luogo di intrattenimento,<br />

con le degustazioni di rum e<br />

i cocktail preparati dalle mani<br />

esperte del barman Marco e le<br />

presentazioni di cd di etichette<br />

indipendenti e di pittori napoletani<br />

emergenti, le cui opere restano<br />

poi in esposizione per uno<br />

o due mesi, come in una galleria<br />

d'arte. L'ultimo happening di<br />

gennaio ha avuto per tema il calendario<br />

2007 «365 nàis moment»,<br />

realizzato da Toni di Pace,<br />

in cui 12 ragazze e ragazzi,<br />

abituali frequentatori del locale,<br />

hanno posato per il calendario,<br />

vestiti dallo stilista Alessio<br />

Visone.<br />

Ultimo in ordine di tempo tra i<br />

book bar è il Penguin Cafè di via<br />

Santa Lucia, aperto dal martedì<br />

al sabato dalle 12 alle 15 e dalle<br />

19 alle 24 e il lunedì solo a pranzo.<br />

Qui la lettura è tematica, poichè<br />

la libreria è tutta dedicata al<br />

cinema, e si accoppia soprattutto<br />

al vino e a degustazioni di affettati,<br />

formaggi, piatti freddi e<br />

torte della nonna.<br />

Gli accostamenti più indicati secondo<br />

Diego Nuzzo, proprietario<br />

del moderno wine bar assieme<br />

a Stefano Rapillo ed Elio<br />

Pandolfi, potrebbero essere la<br />

nuova biografia di Cary Grant<br />

edita da Marsilio da leggere sorseggiando<br />

un Sauvignon Doc St.<br />

Magdalena freddo, e certamente<br />

«Le Ore» di Michael Cunningham,<br />

vincitore nel 1999 del premio<br />

Pulitzer, dal quale è stato<br />

tratto il film «The Hours» che ha<br />

portato un Oscar a Nicole Kidman.<br />

Da leggere bevendo un calice<br />

di Ripassa Della Valpolicella<br />

Zenato.<br />

Per i nottambuli e gli amanti del<br />

jazz, infine, c’è il Chiatamoon<br />

book and jazz cafè di via Chiatamone,<br />

una libreria notturna<br />

con oltre trecento titoli disponibili.<br />

Anche qui si beve, si chiacchiera,<br />

si legge, ci si connette ad<br />

internet. Divani bassi, pouf e tavolini,<br />

la grande libreria di legno,<br />

citazioni leggendarie dietro<br />

il bancone e, all’ingresso, un<br />

vespino da collezione. Un post<br />

serata avvincente tra musica,<br />

cultura e drink.


ARTE&AFFARI <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 12<br />

OSCAR MEDINA<br />

Il rischio, il denaro, la fama, a<br />

volte il cinismo: tra le luci di<br />

molte ribalte e le ombre di<br />

qualche illusione, tra talenti<br />

veri o prefabbricati, si aggirano<br />

i missionari dell’estro<br />

contemporaneo. Lo fanno per<br />

fede, o per business, o per<br />

entrambe le cose. Costruendo<br />

carriere: le proprie e quelle<br />

degli artisti che amano. E a<br />

Napoli non fanno eccezione: in<br />

città i galleristi che governano<br />

l’arte, ma anche gli enfant<br />

prodige del mestiere, si concentrano<br />

a Chiaia. Guru e<br />

matricole promettenti che<br />

fanno tendenza e hanno molto<br />

da dire.<br />

ALFONSO ARTIACO<br />

A Napoli è tra i senatori dell’arte contemporanea:<br />

la sua galleria in piazza<br />

dei Martiri 58 è crocevia di rigore<br />

per le griffes nazionali e internazionali<br />

dell’avanguardia artistica. Con<br />

la creatività moderna Alfonso Artiaco<br />

da 20 anni ha stretto un patto di<br />

ferro: il suo primo spazio lo inaugurò<br />

a Pozzuoli nell’’86 e da poco ha festeggiato<br />

il ventennale dell’attività.<br />

1. Nel mio caso escludo un ruolo da<br />

pierre. Se poi per talent scout si intende<br />

uno che cerca la qualità dell’arte<br />

per offrirla a persone che nutrono<br />

la stessa passione, allora sono un talent<br />

scout.<br />

2. Artisti: personaggi difficili per de-<br />

ALFONSO<br />

1<br />

finizione. Sono ipersensibili: occorre<br />

saper aspettare i loro tempi.<br />

3. Fu un fatto divertente, ma anche inquietante.<br />

Anni fa, nella mia galleria<br />

di Pozzuoli, stavamo allestendo la mostra<br />

di un autore tedesco che lavorava<br />

con grossi blocchi di pietra: ci capitò<br />

di notte di dover scaricare da un camion<br />

3 tonnellate di opere.<br />

Un gruppo di balordi iniziò a ostacolarci:<br />

infatti erano convinti che stessimo<br />

rubando gli scogli di corso Napoli.<br />

Per risolvere la situazione ci vollero<br />

ore e l’intervento dei carabinieri.<br />

Compro solo ed esclusivamente opere che mi piacciono.<br />

Vendo molto e vendo bene, faccio tanti soldi.<br />

Ma non acquisto mai pensando a un guadagno futuro.<br />

I più grandi artisti del dopoguerra sono Andy Warhol,<br />

Jackson Pollock e, probabilmente, Damien Hirst.<br />

Charles Saatchi<br />

Il Club dei<br />

GAL<br />

LER<br />

ISTI<br />

4. Gli italiani, i napoletani in particolare,<br />

sono sottostimati e gli anglosassoni<br />

invece sono esaltati.<br />

MIMMO<br />

MIMMO SCOGNAMIGLIO<br />

Nel mestiere s’è fatto le ossa alla corte<br />

di Lucio Amelio, compianto principe<br />

dei galleristi partenopei. Reputazione<br />

di professionista pragmatico<br />

e tenace, Mimmo Scognamiglio,<br />

44 anni, è attivo a Chiaia dal ‘99, con<br />

l’omonima galleria di arte contemporanea<br />

in via Mariano D’Ayala 6.<br />

1. Il gallerista è<br />

più pierre o più<br />

talent scout?<br />

2. Come gestisce<br />

gli artisti?<br />

3. La cosa più<br />

strana che le<br />

è capitata nel suo<br />

lavoro?<br />

4. Gli artisti<br />

sopravvalutati<br />

e quelli<br />

sottovalutati:<br />

che ne pensa?<br />

Tra reticenze e confessioni, i manager dell’arte<br />

raccontano il loro rapporto con gli artisti. Li<br />

giudicano ipersensibili, imprevedibili, fragili,<br />

seri e generosi, ma soprattutto indispensabili.<br />

Firme sopravvalutate? L’argomento è tabù.<br />

2<br />

3<br />

1. Saper gestire la comunicazione è<br />

un elemento indispensabile nel mio<br />

lavoro. Ma amministrare idee e talenti<br />

dà soddisfazioni impagabili. Dalla<br />

mia scuderia creativa sono emersi nomi<br />

le cui opere adesso figurano in collezioni<br />

importanti.<br />

2. L’approccio non facile con l’ego degli<br />

artisti lo affronto con pazienza e<br />

spirito di adattamento. In cambio mi<br />

dànno molto: anche grazie a loro questo<br />

è un mestiere unico.<br />

3. Quella del gallerista è una carriera<br />

movimentata. Le dico l’emozione più<br />

6<br />

LA GALLERIA DEI GALLERISTI<br />

1. Laura Trisorio (Studio Trisorio)<br />

2. Umberto Di Marino (Di Marino Contemporary<br />

Art Gallery)<br />

3. Salvatore Pica (Pica Gallery)<br />

4. Mimmo Scognamiglio (Galleria Mimmo<br />

Scognamiglio.<br />

5. Marco Izzolino (Not Gallery)<br />

6. Alfonso Artiaco (Galleria Alfonso Artiaco)<br />

LE OPERE<br />

In questa pagina: in alto a sinistra particolare<br />

di «Atelier futurista» di Bruno Donzelli.<br />

Nella pagina accanto: in alto «Visions» di<br />

Antonio Adamo; al centro la locandina della<br />

mostra «Visioni» allo Smoking Area; in basso<br />

«Tavolozza Jim Dine» di B. Donzelli.<br />

5<br />

4<br />

intensa: veder lavorare e creare dal vivo<br />

all’inizio degli anni ’90 Jannis Kounellis.<br />

Accadde allo studio Amelio:<br />

Kounellis, a poche ore dall’inaugurazione<br />

di una sua mostra, era davvero<br />

in trance creativa. Per me fu una folgorazione.<br />

4. Artisti sottovalutati e sopravvalutati?<br />

Vecchia storia dell’arte mercatoriale.<br />

Direi piuttosto che ci sono artisti<br />

più sponsorizzati e altri meno: ma nomi<br />

non ne faccio. Ad ogni modo gli<br />

italiani in genere non sono «protetti»:<br />

e proprio tra loro cerco i miei talenti.


ARTE&AFFARI <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 13<br />

Vorrei segnalare, tra i tanti, Maddalena<br />

Ambrosio, Peppe e Lucio Perone,<br />

Alfonso Cannavacciuolo.<br />

LAURA TRISORIO<br />

Lo Studio Trisorio, Riviera di<br />

Chiaia 215, è certamente una tra le<br />

tappe canoniche del circuito galleristico<br />

napoletano. Le redini le impugnano<br />

saldamente Lucia Trisorio<br />

e sua figlia Laura, 33 anni. E<br />

malgrado la giovane età, Laura Trisorio,<br />

17 anni di carriera alle spalle,<br />

è da considerarsi una veterana.<br />

1. Le pubbliche relazioni e la ricerca di<br />

nuovi talenti hanno lo stesso peso. Senza<br />

dubbio, però, è emozionante valorizzare<br />

i creativi emergenti, condividerne<br />

le passioni, lavorarci in comune<br />

nel segno della qualità.<br />

2. Occorre delicatezza perché spesso<br />

gli artisti sono persone persino fragili.<br />

Ma non è una regola fissa: con alcuni<br />

ci si intende subito.<br />

3. In questo mestiere ogni passo si fa<br />

nell’imprevisto e nello straordinario.<br />

4. E’ una querelle antica. Chi è davvero<br />

bravo, però, alla fine si afferma sempre.<br />

La fama di un autore, ad ogni modo,<br />

dipende dall’intero «sistema arte»:<br />

critici, musei, galleristi, collezionisti,<br />

pubblico etc.<br />

LAURA<br />

MARCO IZZOLINO<br />

Al club dei giovani galleristi di<br />

successo Marco Izzolino, 31 anni,<br />

direttore creativo della Not Gallery<br />

di piazza Trieste e Trento 48,<br />

può iscriversi di diritto. Merito della<br />

tenacia, della gavetta e di un valore<br />

aggiunto che non di rado caratterizza<br />

la nouvelle vague partenopea<br />

dei gestori d’arte: l’alta<br />

specializzazione.<br />

1. L’uno e l’altro. Ma ribadisco che oggi<br />

la marcia in più dei giovani galleristi<br />

è il fattore «specializzazione». Non<br />

solo: siamo ormai creatori di rete tra<br />

gallerie, creativi (nel mio caso giovani)<br />

e utenti dell’arte. Insomma, «facciamo<br />

sistema».<br />

2. Non è una passeggiata. In alcuni casi<br />

l’artista è estremamente concentrato<br />

su sé stesso e per collegarlo col pubblico<br />

occorre lottare.<br />

3. In questo lavoro l’assurdo è di casa.<br />

Ad esempio, capita di restare in galleria<br />

per concludere disperatamente l’allestimento<br />

di una mostra anche la notte<br />

prima dell’evento, magari con i quadri<br />

freschi di pittura.<br />

4. Artisti sopravvalutati e sottovalutati?<br />

Quanti ne conosco. Nel primo caso,<br />

non faccio nomi: sono però riconoscibili<br />

dalle premure spasmodiche con<br />

cui li circondano le istituzioni.<br />

Nel secondo caso, i nomi li faccio perché<br />

meritano: Bianco Valente, Pennacchio<br />

Argentato e Cristian Leperino, ad<br />

esempio.<br />

MARCO<br />

SALVATORE PICA<br />

Per l’arte contemporanea sgomita<br />

da 40 anni: col chiodo fisso di divulgarla<br />

a colpi di mostre. Salvatore<br />

Pica, 68 anni, un po’ ci gioca<br />

con l’immagine del patriarca, un<br />

po’ si infila compiaciuto nel ruolo<br />

di monumento che molti creativi<br />

gli hanno cucito addosso con ago<br />

e filo della simpatia. Forse perché<br />

è un atipico, rigoroso sì ma trasgressivo<br />

ed ironico. Forse perché il<br />

suo covo, Pica Gallery in via Vetriera<br />

16, è in bilico tra pop e boheme<br />

e lui è l’ultimo dei bon vivant.<br />

1. Le pubbliche relazioni sono necessarie:<br />

tanto vale farle al meglio. Cacciatore<br />

di talenti? Certo! Lo faccio da 40<br />

SALVATORE<br />

«Sono nato a Napoli<br />

e vivo a Caserta, a<br />

San Leucio: amo<br />

svegliami e non<br />

sentire il caos della<br />

metropoli, amo il<br />

verde della natura<br />

che favorisce la mia<br />

ispirazione artistica»,<br />

dice il pittore<br />

Bruno Donzelli. «A<br />

cinquant’anni, con<br />

tanti viaggi ed<br />

esperienze diverse<br />

alle spalle, ho scelto<br />

di dedicarmi alla<br />

fotografia: così mi<br />

guardo dentro, così<br />

scopro il mio io.<br />

Lontano dal mondo,<br />

ma sempre insieme<br />

agli altri», aggiunge<br />

l’artista Antonio<br />

Adamo.<br />

Due creativi differenti,<br />

un’unica mostra:<br />

per parlare di «Visioni»,<br />

particolari,<br />

uniche, irripetibili.<br />

L’art café «Smoking<br />

Area», a via Fusaro<br />

n.248, inizia il 2007<br />

alla grande, con un<br />

evento che, sino al 12<br />

febbraio, attirerà<br />

tutti gli appassionati<br />

di pittura e fotografia:<br />

le opere di<br />

Donzelli ed Adamo,<br />

nelle differenze dei<br />

canali espressivi e<br />

dello stile, ci parlano,<br />

con un linguaggio<br />

universale, delle<br />

inquietudini e dei<br />

sogni più profondi<br />

del nostro animo. Tra<br />

l’atelier Warhol ed il<br />

Moma di New York,<br />

tra la faccia colorata<br />

di Picasso e lo sguardo<br />

malinconico di<br />

Edel, «Smoking area»<br />

si lancia in un<br />

viaggio surreale e<br />

fantastico, ai confini<br />

della realtà. Gioia,<br />

leggerezza, irraziona-<br />

Antonio<br />

Adamo<br />

e Bruno<br />

Donzelli:<br />

visioni<br />

e colori<br />

allo<br />

Smoking<br />

Area<br />

lità nei quadri di<br />

Donzelli; provocazione,<br />

simbologia,<br />

allucinazioni nelle<br />

foto di Adamo.<br />

Eppure trapela,<br />

sempre ineliminabile,<br />

la logica illogica<br />

delle visioni, la<br />

strategia, ora<br />

razionale, ora<br />

bizzarra, ora<br />

statica, ora dinamica,<br />

dell’uso dell’immagine.<br />

Donzelli,<br />

classe 1941, da anni<br />

si dedica agli studi<br />

sulla Pop Art, sul<br />

Dadaismo e sul<br />

Futurismo; Adamo,<br />

classe 1957, dopo<br />

molteplici esperienze<br />

nel mondo della<br />

regia, ha scelto, da<br />

poco tempo, di<br />

dedicarsi in modo<br />

esclusivo alla fotografia.<br />

Entrambi gli<br />

artisti, a marzo,<br />

porteranno le loro<br />

personali a Napoli:<br />

Donzelli al Maschio<br />

Angioino, Adamo<br />

alla galleria di<br />

Salvatore Serio a<br />

piazza Carità. Nella<br />

diversità del loro<br />

stile, Adamo e Donzelli<br />

si dicono d’accordo<br />

su un punto<br />

basilare: l’arte è una<br />

sfida costante, che<br />

coinvolge le leggi<br />

profonde dell’intelletto<br />

e del cuore.<br />

«Sfida è esaltare la<br />

cultura del colore e<br />

della spontaneità, in<br />

un mondo che privilegia<br />

la freddezza ed il<br />

lucido calcolo», dice<br />

Donzelli. «Sfida è<br />

parlare del corpo,<br />

delle sue dinamiche,<br />

delle sue regole. Sfida<br />

è sentirsi malinconici<br />

e riflessivi nel letto di<br />

un albergo, in una<br />

road newyorkese, in<br />

una polverosa strada<br />

egiziana», sostiene<br />

Adamo. Sfidare,<br />

provocare, costringere<br />

il pubblico a<br />

prendere parte al<br />

mistero della creatività:<br />

Donzelli ed<br />

Adamo hanno centrato<br />

questo obiettivo<br />

non solo con le loro<br />

idee, ma soprattutto<br />

con le loro visioni.<br />

Antonella Carlo<br />

anni e qualcuno tra i bravi artisti in circolazione<br />

ha debuttato con me.<br />

2. Io per la verità mi diverto: anzi, dell’imprevedibilità<br />

degli artisti mi nutro<br />

addirittura.<br />

3. Gliene racconto una divertente. Una<br />

sera qualunque degli anni’80 nella mia<br />

galleria cominciarono ad affluire decine<br />

di persone per l’inaugurazione di<br />

una collettiva di giovani artisti napoletani.<br />

Solo che non ne sapevo nulla. E<br />

dopo un po’ sono arrivati gli artisti,<br />

confessandomi che la mostra se l’erano<br />

inventata: alla fine abbiamo festeggiato<br />

lo scherzo in allegria.<br />

4. Le discriminazioni sono fisiologiche<br />

al mondo dell’arte e al commercio che<br />

se ne fa.<br />

UMBERTO DI MARINO<br />

Lucida attitudine manageriale, una<br />

traiettoria professionale tracciata con<br />

acume attico e ampie concessioni all’estro<br />

personale, Umberto Di Marino,<br />

46 anni, dirige l’omonima Contemporary<br />

Art Gallery in via Alabardieri<br />

1 dal maggio 2005. Uno abituato<br />

a risposte nette e a volte controcorrente.<br />

1. Per quanto riguarda il pierre, non mi<br />

sento tale. Forse si può dire che noi galleristi<br />

siamo dei talent scout nelle misura<br />

in cui riconosciamo i giovani artisti<br />

e decidiamo di investirci su. In questo<br />

caso, metto a disposizione la mia<br />

esperienza per aiutare chi credo abbia<br />

un futuro nel campo.<br />

2. Il rapporto difficile tra galleristi e artisti<br />

è un falso problema. I creativi sono<br />

persone che lavorano seriamente<br />

per portare avanti i propri progetti.<br />

L’artista volubile è uno stereotipo.<br />

3. In questo lavoro gli imprevisti sono<br />

all’ordine del giorno.<br />

4. In un caso e nell’altro l’elenco è infinito:<br />

sicuramente si sentono di frequente<br />

dei giudizi azzardati. In ogni<br />

caso, decidere chi resta nella storia dell’arte<br />

e chi invece non ne fa parte è percorso<br />

complesso e ci vuole tempo.<br />

UMBERTO<br />

PAOLA<br />

PAOLA GUADAGNINO<br />

Giovani galleristi crescono. E a volte<br />

hanno la stoffa dei campioni: come<br />

il binomio al timone della Galleria<br />

T293 a piazza Amendola 4:<br />

Paola Guadagnino, 30 anni, e Mar-<br />

co Altavilla, anche lui trentenne. In<br />

5 anni di presenza nel panorama<br />

scivoloso del gallerismo napoletano,<br />

i due si sono ritagliati un solido baricentro<br />

professionale. E qualcuno,<br />

dice Paola Guadagnino, si è accorto<br />

di noi persino all’estero.<br />

1. Nel nostro caso più talent scout. Ad<br />

esempio: la T293 ospita creativi stranieri,<br />

noti all’estero, ma sconosciuti in<br />

Italia. E spesso scelgono la nostra galleria<br />

per le loro «prime» italiane: bella<br />

soddisfazione per noi e per la città di<br />

Napoli.<br />

2. La sorpresa più bella è di qualche<br />

giorno fa. Abbiamo infatti saputo di<br />

essere stati scelti da una commissione<br />

internazionale per la prestigiosa rassegna<br />

d’arte contemporanea «ArtBasel»<br />

del 2007, nella sezione «Statement» dedicata<br />

ai giovani galleristi di tutto il<br />

mondo: a «Statement» sono ammesse<br />

solo 20 gallerie giovani dall’intero panorama<br />

internazionale. Ebbene, due<br />

sono napoletane, anzi di Chiaia: la nostra<br />

e la Galleria Fonti.<br />

3. Con pazienza e determinazione, e<br />

non solo con gli artisti, ma con tutti gli<br />

attori del mondo dell’arte.<br />

4. I sopravvalutati? Tanti, ma niente<br />

nomi. I sottovalutati? Meglio dire gli<br />

sconosciuti: e se sono bravi, ci adoperiamo<br />

per fornire loro visibilità.


SOCIETÀ&COSTUME <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 14<br />

Valigie pronte, si va al «Trip»<br />

lo pillo<br />

s<br />

LO SPILLO<br />

NOZZE D’ORO PER LA MAISON ISAIA<br />

PARTY ESCLUSIVO AL BLUENOTE<br />

Quest’anno la kermesse Milano<br />

Moda Uomo è stata ancor di più nel<br />

segno del made in Naples. Infatti tra<br />

gli eventi esclusivi della manifestazione<br />

- nel corso della quale sono<br />

state presentate ben 101 collezioni<br />

per l’autunno-inverno 2007/2008: 51<br />

sfilate per 50 brand, 35 presentazioni<br />

per 34 marchi e altre 17 su appuntamento<br />

- c’è stata la grande festa<br />

per celebrare il cinquantesimo<br />

anniversario della prestigiosa maison<br />

napoletana Isaia. Fondata a<br />

Casalnuovo, è nel 1957 che Enrico,<br />

Corrado e Rosario Isaia varano la<br />

loro prima fabbrica-laboratorio.<br />

L’evento si è tenuto al «Bluenote»,<br />

uno dei locali più esclusivi di Milano<br />

e d’Europa, autentico tempio del<br />

jazz, ed è stato tra i più gettonati<br />

dal jet set della moda.<br />

anteprima nazionale era fissata a Bologna,<br />

L’ in occasione del Motor Show. Great Wall<br />

Motor arriva in questi giorni sulle strade<br />

italiane. E certo non passerà inosservato il<br />

nuovo Suv cinese, l'Hover, caratterizzato da<br />

una linea imponente, ma decisamente piacevole,<br />

equilibrata che esprime sicurezza e<br />

robustezza, qualità quest'ultima che in Suv<br />

non deve ovviamente mancare. L'esclusivista<br />

per Napoli e provincia è Regina, che affianca<br />

al prestigioso marchio Alfa Romeo, il simbolo<br />

della grande muraglia anche se in chiave<br />

automobilistica. L'Hover da 4,62 metri, spinto<br />

da un affidabile motore benzina 2.400 Mitsubishi<br />

SOCH 16 valvole da 130 CV, è, tra l'altro,<br />

in vendita ad un prezzo molto competitivo,<br />

ANTONELLA CARLO<br />

Benvenuti a bordo, signore<br />

e signori: si parte da qui,<br />

da via Martucci, e la meta<br />

non è ancora stabilita. Trip,<br />

libreria, concept store e spazio<br />

espositivo per artisti partenopei<br />

(e non solo), occupa<br />

i 700 mq. di un'ex falegnameria:<br />

il presidente Franco<br />

Rendano e la direttrice Katià<br />

Bazzocchi (nella foto in alto) si<br />

dicono «pronti ad accettare<br />

la sfida, aprendo un nuovo<br />

punto d'incontro nella nostra<br />

città». La sfida, d'altro<br />

canto, era già iniziata a piazza<br />

De Nicola con «Lanificio<br />

25», laboratorio di creazione<br />

e sperimentazione: adesso<br />

con Trip, il cerchio si completa,<br />

stabilendo una stretta<br />

connessione tra zone diverse<br />

del centro di Napoli. «Le opere<br />

prodotte al Lanificio - spiegano<br />

Rendano e Bazzocchi -<br />

saranno esposte anche al<br />

Trip ed il pubblico di entrambi<br />

i locali riuscirà a rin-<br />

AUTOMANIA<br />

REGINA LANCIA L’HOVER, LO SCATTANTE SUV CINESE<br />

NEW ENTRY<br />

Da via Martucci<br />

parte la nuova<br />

sfida di Franco<br />

Rendano e Katià<br />

Bazzocchi: una<br />

megastruttura<br />

per viaggiare<br />

con la cultura<br />

tracciare il filo conduttore di<br />

una politica comune: nei nostri<br />

centri si è liberi di discutere,<br />

di intrattenersi con gli<br />

amici, di curiosare tra installazioni,<br />

libri e fotografie.<br />

Si è liberi di viaggiare con la<br />

mente e con la fantasia», Non<br />

a caso, appena si entra nella<br />

nuova struttura, ci si trova<br />

nella sala «Check-in», in cui si<br />

possono lasciare le borse ed<br />

i cappotti. «I segni dei sogni»<br />

di Gianni Lizio accolgono il<br />

pubblico con immagini che<br />

ricordano Mirò; proseguendo<br />

il percorso, nelle stanze<br />

dedicate a Lucio Amelio, Riccardo<br />

Dalisi ed i suoi allievi<br />

ripropongono opere in rame<br />

ed oro. Le sale si incastrano<br />

l'una dentro l'altra e suggeriscono,<br />

forse, l'interazione<br />

profonda ed ineliminabile<br />

tra diverse forme d'arte: pittura,<br />

scultura, fotografia, e<br />

poi cinema, nello spazio<br />

«Oscar». Il ristorante del Trip<br />

si può trasformare in spazioconferenza:<br />

su tutte la pare-<br />

circa 23 mila euro, comprensivo di tutti gli<br />

optional. Un listino strepitoso vista la qualità<br />

dei materiali (la pelle dei sedili è di ottima<br />

fattura), davvero validi, e la stessa meccanica<br />

che non dovrebbe assolutamente procurare<br />

brutte sorprese ai futuri acquirenti. Il lancio<br />

ufficiale in Europa focalizzerà l'attenzione sul<br />

CUV Hover e il Pick up Deer che rappresentano<br />

i due veicoli di punta nel mercato interno<br />

ed estero. Nell'immediato futuro i due veicoli<br />

saranno allestiti anche con la motorizzazione<br />

diesel, mentre immediata sarà invece la<br />

disponibilità della versione «bi-fuel» a benzina<br />

e GPL. Quest’anno verranno poi introdotti<br />

nuovi modelli appartenenti ai segmenti delle<br />

City Car, Passenger Car e MPV.<br />

ti ci sono grandi ganci bianchi<br />

che permettono di legare<br />

nuovi proiettori. All'insegna<br />

del multimediale, ma soprattutto<br />

seguendo le tracce<br />

dell'estemporaneità: il locale<br />

ospita mostre (da non perdere<br />

la personale di Nicolas<br />

Pascarel, fotografo del dopoguerra<br />

tra Cambogia e Vietnam)<br />

e, nello stesso tempo,<br />

offre l'opportunità di incontro<br />

e di dibattito. Tra le iniziative<br />

interessanti c’è anche<br />

quella di un gruppo di giovani<br />

studiosi, filosofi ed antropologi,<br />

che organizza un<br />

cineforum per i soci della<br />

«Carlo Rendano Association»,<br />

mentre un concorso sul viaggio,<br />

consentirà ai vincitori di<br />

esporre le proprie opere.<br />

«Molte sorprese - tengono a<br />

precisare Rendano e Bazzocchi<br />

- devono essere ancora<br />

svelate al pubblico. Siamo<br />

molto soddisfatti del nostro<br />

primo mese di programmazione:<br />

“chi ben comincia, è a<br />

metà dell'opera”».<br />

LA STANZA<br />

DEL DANDY<br />

di GIANCARLO<br />

MARESCA<br />

TONI ROSSI<br />

LEZIONI DI STILE<br />

Toni Rossi gestisce un negozio<br />

che ha la quadratura e l'atmosfera<br />

di un barbiere, luogo<br />

maschile e confidenziale per eccellenza.<br />

Qualche anno fa decide<br />

di creare una gamma di piccoli<br />

oggetti «pop», in quanto sempre<br />

ispirati alle cose comuni, sebbene<br />

trasformati da contaminazioni<br />

ed usi imprevedibili. Nasce<br />

così «Il Travaso delle Idee», nome<br />

ereditato dal nonno di sua moglie,<br />

Cesare Gobbo, grande vignettista<br />

parmigiano che caratterizzò<br />

col suo tratto la rivista<br />

che portava questa stessa testata.<br />

Come molti commercianti del<br />

suo settore, quello dell'abbigliamento,<br />

avverte profondamente<br />

il momento critico della città.<br />

«C'è tanta gente per<br />

bene a Napoli, ma<br />

si sente isolata. Chi<br />

è la gente per bene?<br />

Quella che fa, è contenta<br />

di fare e vorrebbe<br />

fare di più.<br />

L'altra è quella che<br />

sfrutta, non è contenta<br />

di nulla e vorrebbe<br />

fare ancora<br />

meno. Le istituzioni<br />

dovrebbero dare<br />

un esempio, ma<br />

proprio in questo momento in<br />

cui appaiono inadeguate i cittadini<br />

dovrebbero sentirsi più responsabili.<br />

La città appare come<br />

una frontiera, spaccata tra giacche<br />

blu ed indiani. Ed alla frontiera<br />

prevale il più furbo, il più<br />

prepotente, non il più capace».<br />

Questa dovrebbe essere una rubrica<br />

amena, ma si sa che la lingua<br />

batte dove il dente duole.<br />

Penso che comunque possa bastare<br />

e gli chiedo del ruolo del gusto.<br />

«Quando si parla di gusto si<br />

pensa naturalmente al buon gusto,<br />

che è talento nell'armonizzare<br />

le parti tra loro e col tutto.<br />

Il gusto personale è quello che si<br />

chiama stile. Se è un buon gusto<br />

in tutto, anche nei rapporti, si<br />

può parlare di classe. A cosa serve?<br />

Beh, l'abito, il portamento,<br />

l'arredamento, persino la cucina<br />

di casa, ci raccontano mentre noi<br />

stiamo zitti. E anche se parliamo,<br />

loro hanno una voce più alta<br />

che smaschera ogni trucco. La<br />

consapevolezza, la sicurezza e di<br />

conseguenza la propria immagine<br />

migliorano e si trasmettono<br />

con questi linguaggi non verbali.<br />

Coltivarli non è solo una soddisfazione,<br />

ma un'opportunità».


SOCIETÀ&COSTUME <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 15<br />

1<br />

Missione compiuta: l’iniziativa<br />

promossa da Chiaia Magazine<br />

del Gran Burraco di beneficenza<br />

di Natale ha sortito l'effetto<br />

sperato. Grazie ai tanti lettori<br />

e amici che hanno partecipato<br />

alla serata, 1300 euro di ricavato<br />

sono stati donati all'associazione<br />

«Carmine Gallo Onlus»,<br />

rappresentata dalla vicepresidente,<br />

Marie France Boccalatte<br />

(nella foto 1 al centro tra Massimiliano<br />

de Francesco, Nino De<br />

Nicola, Lilly Laudiero e Laura Cocozza).<br />

La somma andrà ad aumentare<br />

il fondo speciale della<br />

Onlus, destinato ad aiutare i<br />

bambini del Dipartimento di Oncoematologia<br />

pediatrica dell’Ospedale<br />

Pausilipon. Il fondo, in<br />

particolare, serve a sostenere l’impiego<br />

di risorse umane, attraverso<br />

borse di studio destinate a infermieri<br />

o medici, per rinforzare<br />

2<br />

l’organico, sempre carente. Per il<br />

2007, grazie ad esso, sarà possibile<br />

confermare la presenza di<br />

due medici e aggiungere quella di<br />

una infermiera professionale, che<br />

presteranno la loro opera nei settori<br />

che più necessitano di personale,<br />

e cioè la Banca del sangue<br />

del cordone ombelicale e il<br />

3<br />

Day Hospital a misura di bambino.<br />

Questo aiuto, in particolare è<br />

estremamente importante per<br />

migliorare la qualità del reparto<br />

e permettere un puntuale aggiornamento<br />

scientifico a medici<br />

ed infermieri, obiettivi principali<br />

dell'Associazione Carmine<br />

Gallo. Ma non è tutto. Non di-<br />

4<br />

GALLERY. Silenzio, si gioca: pinelle e sorrisi in campo. 1. Fabiola Morano chiama le<br />

coppie per l’ultimo e decisivo turno di gioco. 2. Intervallo al tavolo verde: riconosciamo<br />

Giuseppe Letizia, Rosa Lombardi e, in fondo, Leila Cimmino 3. Aldo Foggia si congratula<br />

con un’amica che ha vinto un premio. 4. Al centro la bruna Francesca Morano e la bionda<br />

Elena Petrone. 5. La vulcanica e sorridente Angela Doria.<br />

«Gran Burraco», trionfa la solidarietà<br />

L’EVENTO. Con l’iniziativa di Chiaia Magazine raccolti 1300 euro per l’associazione<br />

Carmine Gallo in favore del Pausilipon. Torneo vinto dalla coppia Morano-Improta<br />

1 2 3<br />

mentichiamo che la serata aveva<br />

anche un risvolto ludico. Nei saloni<br />

dell’Associazione «Ritrovare<br />

il tempo», infatti, si sono dati battaglia<br />

i burrachisti della Napoli<br />

bene che, tra un turno e un altro,<br />

hanno potuto non solo definire<br />

strategie, ma soprattutto gustare<br />

il sontuoso buffet offerto dal<br />

Gran Caffè Cimmino e la prelibata<br />

cioccolata «foresta» donata<br />

da Gay Odin.<br />

E come ogni torneo che si rispetti<br />

- rigorosamente supervisionato<br />

da Fabiola Morano e Massimiliano<br />

Tomasetta - anche quello<br />

di Chiaia Magazine ha avuto i<br />

suoi vincitori. I primi classificati<br />

del girone «A» sono stati gli osannati<br />

Franco Morano e Maria Grazia<br />

Improta (foto 2). A loro le coppe<br />

della vittoria, donate dal San<br />

Paolo Banco di Napoli, e due orologi<br />

offerti da Nino De Nicola.<br />

5<br />

Raggiante il signor Morano, soprannominato<br />

ormai dagli amici,<br />

per la sua indiscutibile abilità<br />

con le carte, «il Professore». Seconda<br />

classificata la coppia Frasca<br />

premiata con regali forniti da<br />

Lotto Zero; i terzi classificati, invece,<br />

hanno conquistato i premi<br />

messi a disposizione dalle gioiellerie<br />

Maffei e Barbara Barra. La<br />

coppia Elvira e Pasquale Mandico<br />

(foto 3), prima classificata del<br />

girone «B», ha portato a casa, oltre<br />

alle coppe, anche i regali firmati<br />

ottica d’Abundo e Whim abbigliamento.<br />

Altri premi (offerti<br />

da Junior, Caracciolo, Marino, Capri<br />

People, Merisol, Divina), a fine<br />

serata, sono stati distribuiti ai<br />

fortunati estratti. Evento magico,<br />

tavoli verdi in grande fermento e<br />

soprattutto, quel che più conta,<br />

una bel contributo per i bambini<br />

dell’Ospedale Pausilipon.


SOCIETÀ&COSTUME <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 16<br />

ASPETTANDO IL CARNEVALE. Ancora numeri, ancora<br />

combinazioni per sbancare il lotto: il Carnevale si avvicina e<br />

alla tabaccheria di Largo Ferrantina a Chiaia, Alberto Postiglione<br />

studia e medita i terni della vittoria. «Per gennaio e<br />

inizio febbraio - dice Postiglione - consiglio di credere in due<br />

terni: 5 - 6 - 89 e 8 - 31 - 20. Bisogna giocarli almeno per due<br />

estrazioni a settimana, possibilmente il sabato, sia sulla<br />

terni favole<br />

&<br />

SFIZI&NOTE<br />

di MASSIMO LO IACONO<br />

IL DINAMISMO DELLA SBEGLIA<br />

Con i consueti sorrisi e slanci (che la vedono<br />

tuttavia percorrere sempre pacatamente le<br />

strade di Chiaia, vicino piazza dei Martiri soprattutto),<br />

con il consueto impegno luminoso, che mai<br />

mostrerebbe, celandolo, l’ovvio affanno, che impone<br />

l’adempiere bene tante incombenze, Maria<br />

Sbeglia ha presentato la stagione concertistica 2007<br />

della «Fondazione F. M. Napolitano», di cui è direttrice<br />

artistica, con la presidenza del professore<br />

Sergio Sciarelli. Maria Sbeglia è pianista ed organizzatrice<br />

culturale, dinamica mamma e docente in<br />

Conservatorio (Salerno), solerte nell’attività nell’amministrazione<br />

di Anacapri, sua patria d’elezione,<br />

dove pure d’estate cura un piacevole festival ed una<br />

soddisfacente rassegna concertistica.<br />

Tanto dinamismo va tutto a buon fine anche<br />

perché l’affianca il marito solerte e discreto,<br />

ottimo pianista anche lui, Umberto Zamuner, che<br />

insegna più lontano; e condividono ormai l’entusiasmo<br />

fattivo dei genitori anche i figli adolescenti, tra<br />

studi classici e musicali, magari aiutando in momenti<br />

d’emergenza con piccoli incarichi, e si sentono<br />

fieri e un po’ grandi ormai.<br />

I concerti inizieranno il 24 gennaio con uno spettacolo<br />

di Flamenco nella consueta sede del teatro<br />

Sannazaro, proseguiranno tra Hotel Excelsior, Chiesa<br />

Anglicana di via S. Pasquale, con occasionali<br />

puntate al San Pietro a Maiella, e si terranno come<br />

sempre il mercoledì, fino al prossimo dicembre.<br />

Sono appuntamenti di carattere assai vario, amati<br />

dal pubblico che li segue con assiduità da anni. Tra i<br />

tanti appuntamenti ci sarà anche un concerto con<br />

Maria ed Umberto solisti, il 28 marzo.<br />

AURORA CACOPARDO<br />

La vita ed il pensiero di Luigi Incoronato negli 84<br />

racconti, presentati da Francesco d'Episcopo e<br />

Miriam Lombardi in un volume dal titolo L'imprevisto<br />

ed altri racconti (Tullio Pironti Editore, 16,50<br />

euro), sono un viaggio nella memoria e nella cultura<br />

degli anni 1950-1960. I racconti, pure essendo<br />

diversi tra di loro, compendiano quattro momenti<br />

cruciali - come osserva Miriam Lombardi - della<br />

storia del meridione d'Italia: il fascismo, il primo e<br />

il secondo dopoguerra, la cultura d'avanguardia<br />

degli anni '60. Tali racconti hanno in comune un<br />

personaggio che, sebbene trasformato, è riferibile<br />

all'autore. Nato a Montreal in Canada nel 1920, a<br />

ruota di Napoli che su quella di Roma». Ma non finisce qui.<br />

Postiglione, mentre distribuisce «Batti banco» con la pala, ha<br />

segnato su un foglietto un’altra terzina di numeri: 17 - 14 -<br />

80. «Questo terno - aggiunge - è da giocare sempre e solo su<br />

Bari, la ruota dei sogni, e su Venezia, la ruota del Carnevale.<br />

Non dimenticate mai di puntare anche l’ambo nel terno e di<br />

non esagerare troppo con le puntate». Infine, per tutti quelli<br />

che amano giocare gli ambi, Postiglione dà le sue combinazioni:<br />

«Credete nel 6 e 33, e poi, subito dopo nel 67 e 45. Le<br />

ruote migliori per questi ambi sono Roma, Napoli e Milano.<br />

Potete anche unire gli ambi e giocarvi il terno nella quaterna».<br />

Non ci resta che puntare e sperare.<br />

GIANLUCA GALLO<br />

Dall'esperienza di Giorgio Rosolino,<br />

titolare dello storico<br />

ristorante «La Cantinella» e del<br />

«Club della Cantinella», ormai<br />

punti di riferimento per napoletani<br />

e turisti che vogliono gustare<br />

antiche ricette della cucina napoletana<br />

oppure rivivere l'atmosfera<br />

del night club (e non solo),<br />

nasce a pochi passi dal Borgo Marinari,<br />

a via Nazario Sauro 21, un<br />

nuovo ristorante, La Piazzetta (infotel<br />

081.7646195). L'intento è<br />

quello di rivolgersi ad una clientela<br />

sempre più numerosa ed esigente<br />

- precisa Rosolino - con un<br />

prodotto più giovanile e accessibile,<br />

lasciando inalterata la qualità<br />

e l'atmosfera consolidata della<br />

Cantinella».<br />

Alla «Piazzetta», infatti, è possibile<br />

pranzare, cenare oppure consumare<br />

un aperitivo dalle 19 in<br />

poi «gustando» uno dei panorami<br />

più suggestivi del golfo. Il locale<br />

è un indirizzo sicuro per chi<br />

vuole assaggiare un ventaglio di<br />

proposte della cucina tradizionale<br />

napoletana o un'ottima pizza<br />

realizzata ancora alla vecchia maniera.<br />

Le ampie sale del ristorante<br />

riproducono il clima di un piccolo<br />

sobborgo della Napoli antica,<br />

su tre livelli con due piazzette e<br />

una terrazza (vedi foto); l’ambien-<br />

LIBRIDINE<br />

Luigi Incoronato, il poeta dei racconti brevi<br />

dieci anni si trasferisce con la famiglia in Italia,<br />

trascorre l'adolescenza a Palermo e poi a Pisa. Diviene<br />

adulto con la chiamata alle armi nel 1940, combatte<br />

sul fronte greco albanese, ferito, ritorna in<br />

Italia decorato con medaglia di bronzo. Dopo la<br />

tragedia della guerra assiste al boom economico ma<br />

non morale e al miracolo della società di massa.<br />

Come osserva d'Episcopo gli scritti di Luigi Incoronato<br />

rimarcano il ritorno al racconto breve. In essi<br />

l'autore vuole esprimere il mistero della vita in un<br />

momento particolare della storia d'Italia e della<br />

città di Napoli cioè quella degli anni che vanno dal<br />

1954 al 1961. Anni che segnano una nuova fase<br />

culturale e che coincidono con una crisi della politica;<br />

si colgono, inoltre, le passioni contrastanti del<br />

te, quindi, esclusivo e allo stesso<br />

tempo familiare, è ideale per colazioni<br />

di lavoro o per cene a lume<br />

di candela, ed è adatto a un<br />

pubblico giovanile, dinamico, esigente<br />

e raffinato.<br />

Il ricco menu propone tra gli antipasti<br />

il polpo con sedano e patate,<br />

le scamorzine di Agerola alla<br />

piastra con olive nere e prosciutto<br />

cotto, il classico sauté di<br />

frutti di mare o l’intramontabile<br />

frittura all'italiana. Tra i primi:<br />

fusilli avellinesi allo scarpariello,<br />

vermicelli alle vongole, pasta e<br />

patate e i mitici paccheri di Gragnano<br />

con la genovese classica.<br />

Ci sono poi secondi di mare come<br />

Dio creò l’uomo<br />

e poi gli disse:<br />

«Comincia<br />

pure<br />

senza di me».<br />

Renato Rocco<br />

VIAGGIO NEL GUSTO<br />

Alla «Piazzetta» la tradizione è servita<br />

il pesce azzurro alla griglia o all'acqua<br />

pazza con patate, le seppie<br />

con patate e piselli e filetto di spigola,<br />

oppure secondi di carne come<br />

il coniglio alla cacciatora, chateau<br />

briand, fiorentina e chinina,<br />

pollo con pomodorini e cipolline<br />

novelle e l'entrecòte al pepe verde.<br />

Sono a disposizione anche insalate<br />

fantasiose o le freselle napoletane<br />

con prodotti di terra o di<br />

mare. Tra i dessert: dolci e gelati<br />

al carrello e il sublime soufflè.<br />

Infine, ma non di minore importanza,<br />

anzi, la pizza è sicuramente<br />

una delle migliori di Napoli:<br />

morbida, ben lievitata, leggera.<br />

I prezzi partono dai 10 euro<br />

per una pizza e una birra alla spina,<br />

18 per il menu fisso, 25 per un<br />

pranzo completo a terminare con<br />

cifre leggermente più elevate per<br />

i piatti più sofisticati. Una struttura<br />

polivalente, dunque, che si<br />

presta per riunioni e meeting con<br />

una agenda ricca di incontri dediti<br />

a degustazione di vini e prodotti<br />

campani fino al più mondano<br />

aperitivo, una vera e propria<br />

piazza dove intrattenersi in<br />

piacevoli conversazioni e nuovo<br />

luogo d'incontro per il jet set napoletano<br />

«affamato» di novità.<br />

L'invito di Giorgio Rosolino: «Volate<br />

con noi dove il gusto per la<br />

tradizione della buona cucina napoletana,<br />

è rimasto inalterato».<br />

decennio su citato ed i caratteri fondamentalmente<br />

ambigui di coloro che guidano la città. La cultura<br />

che Incoronato esprime non è solo quella di Napoli<br />

ma più in generale della società italiana della quale<br />

egli ha interpretato i gusti segreti e sotterranei, le<br />

pulsioni, traducendole in un sistema di racconti e<br />

di romanzi. Nei racconti di Luigi Incoronato si<br />

avverte la responsabilità dello scrittore che si pone<br />

come attento testimone di una società tesa a soddisfare<br />

solo i propri bisogni ed a sperperare il superfluo<br />

più che ad ascoltare le esigenze e i dolori altrui.<br />

I suoi personaggi evidenziano la caducità della<br />

vita, la sua relatività rispetto al tempo ed alla storia.<br />

La voce dei protagonisti è la voce dell'anima senza<br />

più memoria con ricordi confusi, la realtà si fonde<br />

con il sogno come avviene nella vicenda di Sebastiano<br />

Criscuolo che smarrisce le coordinate del proprio<br />

essere, per diventare la befana e volare sul<br />

Golfo di Napoli a cavallo di una scopa.


RELAX&MOVIDA <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 17<br />

«White», l’eleganza al potere<br />

IL RITROVO. Musica, cocktail e fashion: a vico Satriano il locale<br />

di Aruta e soci fa scintille. Tra i punti forti l’esclusività del design<br />

Via Carlo Poerio, un vocio nella<br />

notte annuncia le magie<br />

del White. Bianco: questa è la parola<br />

chiave del locale, nato nel<br />

2002, in vico Satriano 3. Il primo<br />

impatto con uno dei ritrovi più<br />

gettonati di Chiaia è con l'arredamento:<br />

domina ovviamente il<br />

bianco, regna, poi, un design essenziale<br />

ed elegante, trendy ma<br />

non troppo, ideato da uno dei<br />

proprietari Ernesto Aruta con<br />

la complicità dell'architetto<br />

Edoardo Covino e la supervisione<br />

degli altri proprietari e gestori:<br />

Diego Marengo, Paolo<br />

Aruta, Marco Di Lisio e Stefano<br />

Vitucci. Il White piace anche perché<br />

oltre ai giochi architettonici<br />

moderni ha conservato un legame<br />

con il passato testimoniato<br />

dalle vecchie grate in ferro, gli archi<br />

per le finestre, una mangiatoia<br />

del 700 incastonata ad arte<br />

sulla parete di fondo, la pavimentazione<br />

antica filtrata da lastre<br />

di vetro calpestabili che si<br />

1<br />

g llery<br />

a<br />

GALLERY<br />

1. Sorrisi dal White: Paolo ed Ernesto Aruta.<br />

2. Appuntamento fisso per il popolo della notte è<br />

l’edicola dalle ore piccole della Riviera di Chiaia<br />

dove c’è il sorridente Enrico Monetti.<br />

3. Spazio ai movimentatori della movida doc:<br />

Luigi Niespolo, Alessandro Papadia, Francesco<br />

Falco, Massimo Niespolo.<br />

4. Chi o cosa sta guardando Tony de Rinaldis?<br />

5. Belle e sorprendenti: Marita e Viola.<br />

6. Lucilla Sicoli, Nanni Resi, Giuliana Balia.<br />

Le foto di Gallery sono di Tommy Totaro<br />

fondono in un'unità del tutto<br />

nuova. Sei suite privè, con tende<br />

coprenti, danno, poi, una perfetta<br />

insonorizzazione al locale,<br />

formando degli angoli di relax<br />

davvero esclusivi. Notevoli gli<br />

specchi obliqui di forma pentagonale<br />

distribuiti nella struttura<br />

e convincenti le luci in fibra ottica<br />

per il lungo bancone del bar.<br />

L'eleganza del ritrovo è sottolineata<br />

anche la presenza del<br />

«bubble», divano bianco in po-<br />

VIAGGIO NEL «GIARDINO DELLE DELIZIE»<br />

CON RANUCCI E I MUSICISTI DI NAPOLI-EST<br />

Presentato alla Feltrinelli di piazza dei Martiri il cd «Il giardino<br />

delle delizie» di Vito Ranucci & musicisti di Napoli-Est (CNI-<br />

RaiTrade) Ranucci, compositore, arrangiatore e sassofonista<br />

napoletano per realizzare il cd ha raccolto intorno a sé alcuni<br />

tra i più talentuosi artisti di Napoli-Est: Antonio Imparato, Annalisa<br />

Madonna, Gabriele Borrelli, Tony Miele, Davide Costagliola.<br />

Le «delizie», citate nel titolo, sono quelle del dipinto<br />

di Hieronymus Bosch, celebre metafora della fertilità della<br />

natura, come fertile è il carattere musicale delle composizioni.<br />

Il disco, selezionato per la colonna sonora del film di Mario<br />

Monicelli «Le rose del deserto», è nato grazie alla poliedricità<br />

culturale di Ranucci, il quale ha ripreso i dettami della musica<br />

a programma ma secondo una prospettiva assolutamente<br />

inedita. Lo showcase del disco è stato accompagnato dalla<br />

proiezione di fotografie di Giampiero Assumma, anima visiva<br />

del progetto.<br />

2<br />

4<br />

lietilene disegnato da Philippe<br />

Starck e voluto da Ernesto Aruta.<br />

Divertimento assicurato al White<br />

con i movidiani appoggiati al<br />

sinuoso bancone bar, ad assaggiare<br />

le fantasiose alchimie dei<br />

barman. Tanti sono gli artisti e i<br />

personaggi dello spettacolo che<br />

non mancano di fare un salto ai<br />

numerosi happening del locale<br />

come Francesco Paolantoni, Simone<br />

Schettino, Alessandro e<br />

Andrea Cannavale e tanti altri.<br />

5<br />

3<br />

Da segnalare è il passaggio al<br />

White dei maggiori dj del circuito<br />

napoletano, nazionale ed<br />

internazionale: Marco Piccolo,<br />

Marco Corvino, Roberto Biccari,<br />

Enzo Cipolletta, Marco Carola.<br />

Musica, cocktail e fashion:<br />

il White è un locale camaleontico<br />

che, di volta in volta, nel corso<br />

della notte, si trasforma in teatro<br />

di visioni, paradiso bianco e<br />

circo di sorrisi e specchi.<br />

Tommy Totaro<br />

6<br />

IL PERSONAGGIO<br />

ALBERTAZZI:<br />

«ECCO IL MIO<br />

ADRIANO»<br />

Ha una lunga tunica bianca, che<br />

riporta immagini e figure di<br />

storia antica: eppure indossa, al<br />

posto dei coturni, un bel paio di<br />

scarpe da ginnastica. È l'imperatore<br />

Adriano il protagonista<br />

dell'ultimo lavoro di Giorgio<br />

Albertazzi: rileggendo l'opera di<br />

Marguerite Yourcenar nella<br />

riduzione di Jean Launay, ecco<br />

uno sguardo su un passato<br />

misterioso e difficile, tormentato<br />

e labirintico, soltanto apparentemente<br />

lontano. Proprio<br />

quelle scarpe da ginnastica<br />

sanciscono, infatti, un legame<br />

indissolubile tra ieri ed oggi: i<br />

sogni, le meditazioni, le suggestioni<br />

hanno lo stesso ritmo e la<br />

stessa voce di un tempo.<br />

«Adriano è un uomo di sconcertante<br />

attualità» - racconta<br />

Albertazzi - e in questo lavoro c'è<br />

tutto: il rimpianto per un passato<br />

di giovinezza ed amori, il<br />

sogno della libertà, la paura<br />

della fine. Ci sono vittorie e<br />

sconfitte, rimpianti e rancori,<br />

grandi ideali e piccoli momenti<br />

di meschinità: Adriano è un<br />

imperatore, ma è soprattutto un<br />

uomo contraddittorio».<br />

Di nuovo a Napoli, dopo lo<br />

straordinario successo di «Diario<br />

privato», in scena durante la<br />

scorsa stagione al Mercadante,<br />

Albertazzi è profondamente<br />

legato alla nostra città: «Al Sud<br />

si respira un'aria diversa, che<br />

trasmette forza e carnalità dei<br />

sentimenti. Ho recitato al Politeama,<br />

all'Augusteo, al Mercadante<br />

e al Bellini: i miei amici<br />

più cari sono partenopei e<br />

tornare a Napoli è come proiettarsi<br />

nel passato, arricchendo il<br />

presente. Questa città è appassionata<br />

e nella sua straordinaria<br />

peculiarità potrà trovare, se ben<br />

guidata, l'energia per superare<br />

la crisi. Dalla grandezza delle<br />

proprie radici si trae l'alimento<br />

necessario per guardare al<br />

futuro: ce lo insegna l'imperatore<br />

Adriano, con le sue tormentate<br />

memorie. E forse, per rinascere,<br />

bisognerebbe partire da qui,<br />

dalla bellezza dei monumenti,<br />

dei reperti archeologici: il<br />

passato, molto spesso, è più<br />

ricco e civile del presente. Ed ha<br />

ancora molto, molto da dirci».<br />

Antonella Carlo


EVENTI&CURIOSITÀ<br />

OCCHIO DI RIGUARDO<br />

Villa Pignatelli, i paesaggi di Gigante<br />

Figura tra le più luminose ed autentiche<br />

dell''800 Napoletano, quella di Giacinto Gigante:<br />

a lui è dedicata la mostra di Villa Pignatelli<br />

(Riviera di Chiaia 205). Dell'erede partenopeo<br />

di William Turner e Camille Corot sono<br />

proposte circa 150 opere, in prevalenza di-<br />

L’ESPOSIZIONE<br />

Alla Casina Pompeiana<br />

si «viaggia» con 70 artisti<br />

Arrivi e partenze, trip mentali, esperienze on the road,<br />

nostalgia canaglia, congedi, sogni, speranze, trionfi di<br />

ricordi: questo e altro ancora si può trovare nella mostra<br />

«Cagliari/Napoli, diario di bordo» (alla Casina Pompeiana fino<br />

al 19 febbraio 2007), manifestazione<br />

internazionale d’arte itinerante, che ha<br />

come filo conduttore il tema intramontabile<br />

del viaggio. L’evento, oltre a<br />

collezionare una serie di prestigiosi<br />

patrocini, è stato organizzato dall’Associazione<br />

Culturale di Arte Etnica «Fraria»<br />

(Cagliari) e dal Centro Culturale<br />

Arianna (Napoli), associazioni che sono<br />

riuscite a creare un sodalizio artistico,<br />

costruendo un ponte di colori e sensazioni<br />

tra la Campania e la Sardegna. Il<br />

gemellaggio tra l’arte sarda e quella<br />

partenopea è stato possibile grazie<br />

all’impegno e all’estro degli ideatori e<br />

coordinatori del progetto: Antonio<br />

Ledda e Imma Maddaloni, già insieme<br />

in altre due mostre di successo come «Il<br />

Labirinto» e «Dialoghi e culture a confronto».<br />

Tre i critici d’arte impegnati in<br />

questo «diario di bordo»: Angelo Calabrese, Giorgio Auneddu<br />

e Paolo Sirena. Prima di arrivare a Napoli, l’esposizione<br />

itinerante è stata ospitata alla Cittadella dei Musei a Cagliari e<br />

poi, lo scorso dicembre, a Casa Mesina ad Olzai, comune di<br />

Nuoro. Oltre ai due ideatori dell’evento, ecco gli altri artisti<br />

che espongono: Ahmad Alaa Eddin, Francesco Alessio, Giuseppe<br />

Amura, Sabato Angiero, Francesco Argiolu, Giorgio Auneddu,<br />

Sesella Balletto, Giovanni Boccia, Giuseppe Bosich, Jana<br />

Brike, Laura Bruno, Tegi Canfari, Lorenzo Cazzaniga, Alessandra<br />

Columbu, Tino Columbu, Francesca Corradini, Grazia<br />

Sterlocchi, Giorgio Russo, Pietro Costa, Elena Costin, Elisa<br />

Countandin, Anna Crescenzi, Roberto Cuneo, Luisa Delzotto,<br />

Giampaolo Desogus, Giovanni De Stefano, Giovanni De Vincenzo,<br />

Prisco De Vivo, Carlo Fatigoni, Roberto Floris, Carmela<br />

Foddai, Marta Fontana, Antonio Frusciante, Lucia Gangheri,<br />

Giuseppe Gargiulo, Domenico Giglio, Gennaro Ippolito,<br />

Izaaks Toms, Ilze Jaunberga, Angelo Liberati, Matteo Licitra,<br />

Giovanni Mancini, Marcello Manunza, Makoto, Carla Melis,<br />

Meloniski, Nunzio Meo, Nicola Mette, Adriana Montariello,<br />

Aghim Muka, Davide Paderi, Vincenzo Piatto, Francesco<br />

Pintus, M.L. Eurania Pusceddu, Angela Raimondi, Jill Rock,<br />

Antonietta Rotella, Giorgio Saba, Alberto Scalas, Antonello<br />

Serra, Giovanni Serra, Domenico Severino, Giovanni Simbula,<br />

Caterina Tarantino, Sisinnio Usai, Paolo Uttieri, Diego Vargiu,<br />

Carla Veronese, Matteo Volontè.<br />

(Nella foto: particolare de «Il viaggio» di Imma Maddaloni)<br />

ACCADDE A NAPOLI<br />

QUANDO MATILDE SERAO<br />

GIRAVA IN AUTOMOBILE<br />

Una delle grandi protagoniste del Novecento<br />

è stata, senza dubbio, l'automobile<br />

che inizialmente si chiamava lo automobile<br />

o gli automobili, fin quando Gabriele<br />

D'Annunzio decretò: l'auto è femmina.<br />

Grandi amanti delle quattro ruote furono<br />

i futuristi con il loro amore per lo<br />

«scoppiettante movimento».<br />

L'interessante libro di Giorgio Boatti<br />

Bolidi. Quando gli italiani incontrarono le<br />

prime automobili (Mondadori, 18,00 euro)<br />

pinti ed acquerelli. L'allestimento restituisce<br />

fedelmente il segno romantico che, sullo sfondo<br />

della Scuola di Posillipo, il maestro impresse<br />

al paesaggismo locale, rilevando la lezione del<br />

precursore Anton Pitloo.<br />

Fino al 3 giugno. Tel. 081.669675<br />

TEATRI<br />

è ricco di episodi che sembrano aneddoti<br />

ma sono testimonianze di percorsi storici<br />

importanti che riguardano la politica,<br />

l'economia e la storia del costume. Basti<br />

ricordare che nel 1903 Eduardo Scarfoglio<br />

girava in auto con Matilde Serao<br />

(nella foto) per le vie di Napoli, città nella<br />

quale vi erano solo 31 possessori di<br />

macchine oltre al corpo dei Vigili del<br />

Fuoco ed ovviamente alla società Napoletana<br />

di Automobili, la cui sede era a<br />

Mergellina. Ciò che rende interessante la<br />

lettura del libro è che la storia della<br />

nascita delle automobili in Italia è posta<br />

tra due eventi storici, simboli del secolo<br />

appena trascorso: l'assassinio a Monza<br />

AUGUSTEO (p.tta Duca d’Aosta 263)<br />

Infotel 081.414243<br />

fino al 28 gennaio<br />

«Scugnizzi» di Claudio Mattone. Con Sal Da Vinci<br />

e i suoi scugnizzi. Regia di Bruno Garofalo.<br />

29 gennaio<br />

Concerto del pianista Giovanni Allevi: repertorio<br />

dal classico al pop.<br />

DELLE PALME (via Vetriera a Chiaia 12)<br />

Infotel 081.418134<br />

fino al 27 gennaio<br />

«Bello di papà», scritto, diretto e interpretato da<br />

Vincenzo Salemme.<br />

30 e 31 gennaio<br />

Recital brillante di Simone Schettino.<br />

SANNAZARO (via Chiaia 157)<br />

Infotel 081.411723<br />

fino al 28 gennaio<br />

«Matto da legale», recital comico di Ciro Ceruti<br />

e Ciro Villani<br />

CAPOLAVORI SALVATI<br />

SANCARLUCCIO (via San Pasquale a Chiaia 49)<br />

Infotel 081.405000<br />

dal 25 al 28 gennaio<br />

«Knorrband. Sotto la tua bianca stella», musiche<br />

e parole yiddish per non dimenticare. Di e con<br />

Mario Mauro.<br />

ISTITUTI DI CULTURA<br />

GRENOBLE (via F. Crispi 86)<br />

Infotel 081.669665<br />

22 gen. Per i «Lunedì letterari»: proiezione del<br />

video «L'Atelier d'écriture de Valère Novarina»<br />

(42'). Regia di Pascale Bouhénic. Ore 19.<br />

29 gen. L'«Appalachian Ensemble» esegue brani<br />

di Bridge, Mozart, Bernstein, Porter, Ellington.<br />

Il gruppo «Camerata Key Largo» esegue Copland<br />

e la composizione Appalachian String<br />

Suite. Ore 20.30<br />

CERVANTES (via N. Sauro 23)<br />

Infotel 081.19563311<br />

15 gen. Il pianista Michele Campanella interpreta<br />

Scarlatti, Mompou e Ravel. Ore 18<br />

31 gen. Liliana Bernardi (violino) e Mario Muccitto<br />

(fisarmonica) in brani di Bach, Zilcher,<br />

Piazzolla, Bacalov, Morricone e Precz. Ore 18<br />

7 febbraio. Concerto di Carlo Ambrosio (liutochitarra):<br />

musiche di Neusidler, Dowland,<br />

Kropfganss, Tarrega, de Falla, Ambrosio e Villa<br />

Lobos. Ore 18<br />

GOETHE (Riviera di Chiaia 202)<br />

Infotel 081.411923<br />

Fino al 1° febbraio. Mostra fotografica di Emanuel<br />

Raab. La Personale napoletana del maestro<br />

tedesco, le cui opere sono esposte in tutto<br />

il mondo, è dedicata al tema della patria: il titolo<br />

dell'esposizione, infatti, è «Heimat», che in<br />

tedesco non vuol dire solo patria, ma anche<br />

sentimento del luogo di appartenenza. Clic introspettivi<br />

all’insegna della nostalgia.<br />

Dice tutto il titolo: «Saggi di pulitura. Mostra d'opere d'arte restaurate».<br />

La mostra del Maschio Angioino offre tele mirabili del<br />

'500 e del ' 600, rimosse dalle sedi originarie di chiese terremotate.<br />

Opere sconosciute, da tempo in attesa di recupero e restaurate<br />

in extremis per la gioia del pubblico. Tra esse una «Madonna<br />

della Purità» di Fabrizio Santafede e una «Cena in casa di Simone»<br />

di Leonardo Castellano. Fino all'8 dicembre 2007.<br />

Tel. 081.7955877<br />

del Re d'Italia nel 1900 e l'attentato<br />

all'Arciduca Francesco Ferdinando a<br />

Sarajevo 14 anni dopo. Il Re Umberto<br />

venne colpito mentre procedeva in una<br />

vettura scoperta trainata da cavalli,<br />

l'erede al trono d'Austria era a bordo di<br />

un'auto. In quindici anni il costume era<br />

cambiato così come il concetto di spazio<br />

e tempo. Direi che con l'auto nascono<br />

anche nuove figure diremmo oggi professionali<br />

come lo chauffeur e il meccanico.<br />

Anche lo spirito agonistico assume un<br />

aspetto importante grazie alle organizzazioni<br />

di raid come quella famosa tra<br />

Parigi e Pechino.<br />

Aurora Cacopardo


EVENTI&CURIOSITÀ <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 19<br />

LA FOTO<br />

Tito Livio, il coro degli angeli<br />

Natale 2006, scuola media Tito Livio: come<br />

ogni anno il cortile dell’istituto si è<br />

trasformato in Betlemme con il presepe<br />

vivente, animato da tutti gli alunni della<br />

scuola e amorevolmente curato dai docenti,<br />

con la regia, sempre attenta, del-<br />

MOSTRE<br />

fino al 3 febbraio<br />

GALLERIA ARTIACO (piazza dei Martiri 58)<br />

La Galleria ci ha abituato a proposte forti: la personale del<br />

giovane venezuelano Raffaele Luongo non sfugge alla regola.<br />

Lui si racconta con schizzi e disegni su cartoncini<br />

bianchi satinati: e lo fa col sangue, il suo. Più autobiografico<br />

di così! Tel. 081.4976072.<br />

fino al 5 febbraio<br />

DI MARINO ART GALLERY (via Alabardieri, 1)<br />

Jota Castro è creativo socialmente «sensibile». Debutta a<br />

Napoli con «Enjoy your travel». Cinque le installazioni. In<br />

«500 ways» un gommone pieno di monetine, metafora disperata<br />

degli immigrati; poi gli specchi di «Borders», promemoria<br />

del primo confine da valicare: noi stessi; «China»<br />

sintetizza l'impatto dell'invasione cinese sul mercato<br />

mondiale; «Energy» denuncia i tranelli del pregiudizio.<br />

Tel. 081.0609318.<br />

fino al 15 febbraio<br />

GALLERIA LIA RUMMA (via Vannella Gaetani 12)<br />

«Vita di Galileo»: Franco Scognamiglio traccia a suo modo<br />

la parabola umana e storica dello scienziato. Un vano<br />

grigio per simboleggiare la cella del grande prigioniero<br />

dell'Inquisizione, sulle pareti la videoproiezione<br />

di uno spazio cosmico che allude alle teorie dell'astronomo<br />

ed un profilo scandito da aghi che rievocano le<br />

torture subite. Poi 5 light box con immagini simbolo.<br />

Infotel 081.7643619<br />

fino al 3 marzo<br />

STUDIO TRISORIO (Riviera di Chiaia, 215)<br />

Performance di Lucia Romualdi dal titolo «Variazione op.<br />

K10°-n.». Installazioni sospese tra poesia, musica e matematica.<br />

L’artista proietta sulle pareti un film di Lu-<br />

la Preside Giovanna Esposito. Sempre<br />

nell'ambito di questo evento, va ricordato<br />

il sognante concerto natalizio, eseguito<br />

dal coro degli allievi (nella foto) diretto<br />

dalle insegnanti Ida Armano, Francesca<br />

De Angelis e Rosa Orlando.<br />

miere, segni luminosi, numeri e geometrie che rievocano<br />

i movimenti di rematori antichi e annotazioni di<br />

Galilei. Sullo sfondo il ritmo dell’alfabeto Morse. Un coinvolgente<br />

viaggio nel tempo. Infotel 081.414306.<br />

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SEDE DI PIAZZA DEI MARTIRI<br />

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carnet di gennaio<br />

20. L'ossessione delle donne? Bellezza e forma fisica.<br />

Una nevrosi consumista messa a nudo nell'ultimo libro<br />

di Eve Ensler. Se ne parla con l’autrice.<br />

21. L'ensemble Camerata Kei Largo (Francesco Maggio,<br />

violino/Marina Giugliano, violoncello/Aldo De Vero, piano)<br />

esegue brani di Haydn, Mendelssohn e Linkoda.<br />

25. Sul tema appassionante, astratto quanto basta, dell'arte<br />

di ascoltare dibattito aperto in vecchio stile: a «Citarsi<br />

addosso», happening della parola, intervengono<br />

Diego Da Silva e Valeria Parrella.<br />

26. Per tornare da Auschwitz a Torino Primo Levi ci mise<br />

10 mesi e 6.000 km. Nel film «La strada di Levi» il regista<br />

Davide Ferrario e lo scrittore Marco Belpoliti rivisitano<br />

nell'Europa postcomunista quel dolente tragitto.<br />

28. Il pianista Francesco Pareti esegue musiche di Haydn,<br />

Beethoven, Kummel e Schubert.<br />

31. Con Carlo Knight ed il suo ultimo romanzo «Le memorie<br />

postume di lord Grantley» alla scoperta della<br />

straordinaria vicenda di un nobile inglese che si innamora<br />

di Capri e di una popolana. Se ne discute con l'autore.<br />

1 febbraio. «Di sana pianta» è il titolo dell'album solista<br />

di J-Ax (vedi Articolo 31) cui hanno partecipato rockstar<br />

internazionali. 15 pezzi: ascolto dal vivo.<br />

fino al 4 febbraio. «Thailandia, porta d’Oriente»: mostra<br />

fotografica di Giuliano Montieri.<br />

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