copri fuoco - CHIAIA MAGAZINE
copri fuoco - CHIAIA MAGAZINE
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Anno II - N.1 gennaio 2007<br />
Distribuzione gratuita<br />
PRIMO PIANO<br />
Sicurezza,<br />
è l’ora di reagire<br />
La scelta è stata facile e amara:<br />
l’apertura di questo numero è dedicata<br />
all’emergenza criminalità. Lo<br />
dicemmo a maggio sullo Speciale<br />
Elezioni, indicando al futuro sindaco<br />
sette priorità: tra esse spiccava il<br />
tema sicurezza. Otto mesi dopo<br />
siamo all’allarme rosso. Chiaia, da<br />
sempre reputata zona franca, si<br />
riscopre teatro di un’escalation che<br />
fa paura. Gli appelli sono rimbalzati<br />
sui palazzi del potere come su<br />
un muro di gomma. Straripa l’illegalità,<br />
rozza, aggressiva e impunita.<br />
E si rischia la vita. Che fare?<br />
Il quartiere è compatto: il tempo è<br />
scaduto, servono leggi speciali.<br />
5 IL REPORTAGE<br />
Strade gruviera:<br />
la mappa delle buche<br />
6 QUARTIERISSIME<br />
Parco Margherita,<br />
l’ascensore dei sogni<br />
11 SOCIETÀ&COSTUME<br />
Viaggio tra i caffè<br />
letterari alla moda<br />
12 ARTE&AFFARI<br />
Lezioni di tendenza<br />
al club dei galleristi<br />
www.chiaiamagazine.it magazine<br />
<strong>CHIAIA</strong><br />
SAPER VIVERE LA CITTÀ<br />
In collaborazione con Nuove Botteghe dei Mille<br />
COPRI<br />
la vigilantes.r.l.<br />
la vigilantes.r.l.<br />
ISTITUTO DI VIGILANZA<br />
dal 1946<br />
Edizioni<br />
Iuppiter Group<br />
FUOCO<br />
Mille agenti contro la Malanapoli: la città ci credeva. Sono arrivati?<br />
Se ci sono, non se n’è accorto nessuno. Aggressioni in pieno centro,<br />
auto incendiate, turisti in fuga: a Chiaia teppisti da tutti i quartieri.<br />
•<br />
PAN<br />
•<br />
degli Interni da tre mesi. Ma di «occhi elettronici» nemmeno l’ombra.<br />
Lamberti e Malvano: «Troppi gli sconti di pena. Rivedere le leggi».<br />
Videosorveglianza: il Comune la promette da tre anni e il ministro<br />
pagina 3<br />
LRC 180447 - 23/6/98<br />
Direzione e Centro operativo: 80142 NAPOLI - Via Carlo di Tocco, 82/84<br />
Tel. 081 734 04 24 - 081 734 98 22 - Pronto intwervento 081 734 02 88 - Fax 081 734 98 18<br />
Internet: http//www.la-vigilante.com - E-mail: info@la-vigilante.com<br />
Part. IVA 03577570637 - Camera di Commercio n. 155962 - Iscritta al N 381 - R.I. Tribunale di Napoli
SOS <strong>CHIAIA</strong> <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 2<br />
Come migliorare la Municipalità 1? Scrivi a: info@chiaiamagazine.it<br />
ASCENSORE<br />
DI <strong>CHIAIA</strong><br />
FINO A<br />
MEZZANOTTE<br />
NUMERI UTILI<br />
EMERGENZE-SICUREZZA<br />
CARABINIERI 112<br />
Stazione CC (Via Orazio 73)<br />
Tel. 081.681122<br />
Stazione CC (Ferrantina a Chiaia 1)<br />
Tel. 081.417486<br />
POLIZIA 113<br />
Comm. Posillipo (via Manzoni 249)<br />
Tel. 081.5983211<br />
Comm. S. Ferdinando (Riv. di Chiaia 185)<br />
Tel. 081.5980311<br />
POLIZIOTTI DI QUARTIERE<br />
Tel. 335.5292755 (Pattuglia Chiaia)<br />
Tel. 349.2142396 (Pattuglia S. Ferdinando)<br />
Tel. 347.0752926 (Pattuglia Santa Lucia)<br />
POLIZIA STRADALE<br />
Tel. 081.5954111<br />
SOCCORSO STRADALE<br />
Tel. 081.803116<br />
VIGILI URBANI<br />
Tel. 081.7513177<br />
Unità oper. Riviera di Chiaia 105<br />
Tel. 081.7619001<br />
VIGILI DEL FUOCO 115<br />
GUARDIA DI FINANZA 117<br />
PRONTO SOCCORSO 118<br />
AMMINISTRAZIONE<br />
MUNICIPALITÀ 1<br />
Sede Consiglio. Tel. 081.7644876<br />
Anagrafe decentrata Tel. 081.7950501<br />
SANITÀ<br />
PRONTO SOCCORSO LORETO-CRISPI<br />
Tel. 081.2547256<br />
GUARDIA MEDICA LORETO-CRISPI<br />
Tel. 081.7613466<br />
OSPEDALE PAUSILIPON<br />
Tel. 081.2205111<br />
OSPEDALE FATEBENEFRATELLI<br />
Tel. 081.5981111 - 081.5757220<br />
DISTR. SAN. 44<br />
Assistenza Anziani Tel. 081.2547715<br />
Assistenza Diabetologica Tel. 081.2542928<br />
Assistenza Veterinaria Tel. 081.2547074<br />
magazine<br />
<strong>CHIAIA</strong><br />
SAPER VIVERE LA CITTÀ<br />
Anno II n. 1 - gennaio 2007<br />
Direttore Editoriale<br />
Nino De Nicola<br />
Direttore Responsabile<br />
Alvaro Mirabelli<br />
Art Director<br />
Massimiliano de Francesco<br />
Responsabile Saper Vivere<br />
Laura Cocozza<br />
Redazione<br />
Iuppiter Group<br />
via dei Mille, 59 - 80121 Napoli<br />
Tel.: 081 19361500 - Fax: 081 2140666<br />
info@chiaiamagazine.it<br />
Società Editrice<br />
Iuppiter Group<br />
via dei Mille, 59 - 80121 Napoli<br />
Concessionaria pubblicitaria<br />
Gianluca Gallo<br />
via Vannella Gaetani, 12 - Napoli<br />
infoline: 347 3728132<br />
gianlucagallo1@hotmail.com<br />
Quelli di Chiaia Magazine<br />
Antonio Biancospino, Aurora Cacopardo,<br />
Silvio Campione, Antonella Carlo, Paolo D’Angelo,<br />
Angelo Giuliani, Massimo Lo Iacono, Renato Rocco,<br />
Francesco Ruggieri, Luca Spoldi, Salvatore Tartaglione,<br />
Fabio Tempesta, Massimiliano Tomasetta, Tommy Totaro.<br />
Stampa<br />
Arti grafiche Litho 2<br />
Via Principe di Piemonte, 118 Casoria<br />
Reg. Tribunale di Napoli n. 93 del 27 dicembre 2005<br />
Tra le segnalazioni che ci sono arrivate - ringraziamo sempre i nostri lettori per la loro preziosa<br />
collaborazione nell’evidenziare problematiche ed emergenze della città - merita di essere citata<br />
quella della signora Raffaela Mustilli che ha scritto questa mail: «Nel settembre 2005 ho raccolto<br />
circa 500 firme per chiedere il prolungamento dell’orario di chiusura dell’ascensore di Chiaia<br />
fino a mezzanotte, almeno nei fine settimana. La petizione è depositata, da allora, in circoscrizione<br />
sensa esiti evidenti. Aiutateci a risolvere questo piccolo grande problema che coinvolge oltre<br />
noi adulti anche tutti i nostri figli che potrebbero più facilmente raggiungere bar e cinema di<br />
Chiaia». Il problema dei parcheggiatori abusivi a Chiaia è sentitissimo dai residenti e da chi<br />
frequenta la zona. Sull’argomento riportiamo una breve lettera firmata i residenti di Chiaia:<br />
«Perché in via Martucci gli spazi delimitati dalle strisce blu sono gestiti da arroganti parcheggiatori<br />
abusivi anziché da Napolipark dalle 17 alle 2 di notte? Sarà un caso ma da quando è attiva<br />
questa banda di parcheggiatori le auto dei residenti vengono spesso danneggiate».<br />
Luci d’arte e lampioni di morte<br />
LA PAROLA AI LETTORI. Dall’installazione luminosa di Holzer<br />
alle illuminazioni che crollano: i tragici paradossi napoletani<br />
LA CITTÀ DOVE REGNANO<br />
SOLO LE COSE INUTILI<br />
Caro direttore,<br />
una festa e una tragedia nel segno della luce:<br />
Napoli offre anche questo grazie a un’amministrazione<br />
che ormai si è allontanata decisamente<br />
dalla città reale. Un lampione, vicino al<br />
mare, cede di schianto e si porta via la vita di<br />
una madre. Un oggetto di pubblica utilità viene<br />
trascurato da chi dovrebbe controllarne l’efficacia<br />
e la sicurezza e si trasforma, purtroppo,<br />
in strumento di morte. A piazza del Plebiscito,<br />
invece, l’artista Jenny Holzer, ha festeggiato il suo<br />
ricco Natale «contemporaneo» con una mega<br />
installazione di scritte luminose. Un oggetto di<br />
pubblica inutilità rappresenta, al meglio, la politica<br />
dei nostri governanti: parole al vento e luce<br />
sprecata. Non sappiamo quanto Holzer abbia<br />
intascato per la sua installazione, ma abbiamo<br />
però assistito, dopo il tragico episodio del lampione<br />
caduto, con quanta tardiva premura il Comune<br />
si sia interessato alla manutenzione delle<br />
illuminazioni. C’è poco da fare: in questa città<br />
a regnare sono le cose e le idee inutili.<br />
Alessandro Tempura<br />
la<br />
S<br />
VIA DEI MILLE<br />
Inutili cordoli<br />
Siamo alle solite: i provvedimenti<br />
che si prendono a Napoli sono sempre<br />
temporanei e poco intelligenti.<br />
Il Comune deve avere un’antipatia<br />
per i cordoli. Segnalammo, mesi fa,<br />
lo spartitraffico mobile di via Carducci,<br />
formato da tanti grossi e<br />
provvisori blocchi di plastica. Rimosso,<br />
è stato sostituito da un cordolo<br />
che prevede tanti paletti piccoli<br />
e per nulla resistenti. Il suddetto<br />
cordolo, da quando è cambiato,<br />
per l’ennesima volta il piano del traffico,<br />
divide anche in due sensi di<br />
marcia un tratto di via dei Mille. Una<br />
divisione solo sulla carta poiché ormai<br />
la palettatura del nuovo sparti-<br />
PIAZZA VITTORIA: LA CARICA<br />
DEI PANNELLI PUBBLICITARI<br />
Gentile redazione,<br />
ho letto con interesse l’articolo del mese scorso<br />
di Chiaia Magazine sulla vergogna dei cartelloni<br />
pubblicitari installati a piazza Vittoria (nella<br />
foto). Si parla tanto di riqualificazione urbana,<br />
di rilanciare il decoro e l’arredo della città,<br />
e poi, dalla sera alla mattina, ti ritrovi una<br />
delle piazze più conosciute di Napoli - una delle<br />
poche con aree di verde - assediata da pannelli<br />
esteticamente infelici e sistemati uno vicino all’altro.<br />
Una domanda: ma sono stati installati<br />
più pannelli per raccogliere più pubblicità? Non<br />
dovrebbe esserci anche un vincolo paesaggistico<br />
prima di fare questi interventi così clamorosi?<br />
Perché i Verdi, molto attivi e impegnati su problematiche<br />
per la difesa dell’ambiente, non hanno<br />
fatto sentire la loro voce sull’argomento? C’è<br />
la possibilità di fare marcia indietro o perlomeno<br />
di eliminare qualche installazione di<br />
troppo? Intanto, quella che una volta era una<br />
piazza, ora sembra un circuito di formula 1. E’<br />
necessario smantellare i pannelli in eccesso.<br />
Cesare Grimaldi<br />
egnalazione<br />
traffico è già completamente saltata,<br />
formando così dei varchi facilmente<br />
percorribili dalle auto (vedi<br />
foto). Inoltre, il cordolo, praticamente<br />
semidistrutto, di notte diventa<br />
quasi invisibile poiché non solo<br />
è privo della maggior parte dei<br />
paletti, ma è anche di un colore giallo<br />
sporco non adatto all’oscurità.<br />
Massimo Gallotta<br />
SCEMPIO AMBIENTALE<br />
CON I VASI COLMI DI RIFIUTI<br />
Caro direttore,<br />
non è sempre colpa dell’amministrazione comunale<br />
se le strade del quartiere Chiaia sono<br />
impresentabili. Tralasciando il grave e indegno<br />
problema degli escrementi dei cani, che tempestano<br />
i marciapiedi senza pietà, fa rabbia vedere<br />
le pochissime piante, qua e là sparse nel<br />
territorio, piene di cartacce e altre schifezze. Segnalo,<br />
ad esempio, alcuni vasi, grandi e ingombranti,<br />
destinati a fiori e piante, completamente<br />
colmi di rifiuti. A via dei Mille, ce n’è<br />
uno (nella foto) che giorno dopo giorno si sta<br />
riempendo a tal punto da somigliare a una bocca<br />
piena di cibo. Le soluzioni per evitare questo<br />
scempio ambientale possono essere due: o si eliminano<br />
gli inutili vasi, diventati dei cesti per<br />
immondizia, o si provvede, seriamente, a riempire<br />
di fiori e verde queste bocche di cemento<br />
e pietra trasformate in discariche. Non credo<br />
che servano molti soldi per questo intervento<br />
che rende il quartiere più godibile per i residenti<br />
e per i turisti.<br />
Fausto Scognamiglio<br />
AI NOSTRI LETTORI<br />
«Sos Chiaia» è un contenitore<br />
di denunce e proteste contro<br />
disservizi, inciviltà ed emergenze<br />
urbane e non.<br />
La nostra intenzione è quella<br />
di affondare il bisturi nel<br />
degrado ambientale, segnalando<br />
tutto nero su bianco e<br />
richiamando chi di competenza<br />
alle proprie responsabilità.<br />
Invitiamo i nostri lettori a<br />
indicarci cosa non va nel quartiere<br />
e a proporci soluzioni per<br />
rendere più vivibile la città.<br />
Contiamo su di voi.<br />
Le lettere, firmate con nome e<br />
cognome, vanno inviate a<br />
Chiaia Magazine<br />
Via dei Mille, 59 - 80121 Napoli<br />
e-mail<br />
info@chiaiamagazine.it
PRIMO PIANO <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 3<br />
Invasioni barbariche, Chiaia al tappeto<br />
L’EMERGENZA. Aggressioni spietate, auto incendiate: i predatori alzano il tiro<br />
Il quartiere si scopre indifeso. Le proposte di Fabio Chiosi: subito leggi speciali<br />
ALVARO MIRABELLI<br />
e crolla Chiaia, crolla il ba-<br />
«Sricentro della città»: chi ci<br />
vive ne è convinto. L'orgoglio di<br />
campanile non c'entra: c'entra<br />
invece l'amara considerazione<br />
che non reggono più i tradizionali<br />
argini di contenimento<br />
alle infiltrazioni malavitose, anticorpi<br />
di civiltà che finora avevano<br />
sempre espulso l'illegalità<br />
come corpo estraneo. Notti da<br />
paura, stadio d'assedio, belve feroci<br />
con licenza alla rapina e al<br />
massacro fisico della preda, il<br />
quartiere messo in scacco dai<br />
teppisti: ora si trema davvero. Si<br />
trema, ad esempio, da quando<br />
a Cappella Vecchia un professionista<br />
ha guardato la morte<br />
negli occhi: gli occhi di chi gli<br />
ha rotto la testa dalla nuca allo<br />
zigomo, occhi - ha detto la vittima<br />
- «pieni di odio». Balordi, a<br />
quanto pare, in trasferta dalla<br />
zona flegrea: balordi di fuori<br />
che vanno a ingrossare le file<br />
dei predatori locali.<br />
Paura strisciante. Così, nel<br />
2007, Chiaia si risveglia con l'acqua<br />
alla gola, l'acqua di una<br />
marea che montava da tempo<br />
anche nel salotto buono di Napoli.<br />
Sulle pagine del Mattino,<br />
tempo fa, si chiedeva l'insigne<br />
giurista Piero Craveri: «Ci vorrebbe<br />
una mano dura e responsabile,<br />
quella che si usa anche<br />
in democrazia. Anzi, nei casi<br />
limite, questa mano è necessaria<br />
salvaguardia della credibilità<br />
delle istituzioni. Già, ma<br />
la mano di chi?». E’ ovvio che la<br />
domanda investa Napoli intera.<br />
A Chiaia, però, il rancore che<br />
gli aggressori esibiscono è veleno<br />
puro. E il quartiere lo ha capito<br />
benissimo: «Qui la violenza<br />
d'importazione sta mettendo<br />
radici: e il punto di non ritorno<br />
è vicino». Già, perché la paura<br />
viaggia a braccetto con l'assuefazione<br />
e con la voglia di girarsi<br />
dall'altra parte.<br />
La resistenza. Tutte pecore?<br />
No, per fortuna! Anzi. Un posto<br />
sulla barricata anticaos se l'è subito<br />
assicurato Fabio Chiosi,<br />
presidente della Municipalità<br />
1, che non ha perso tempo nello<br />
scatenare la controffensiva.<br />
Da lui richieste categoriche alle<br />
Istituzioni. La prima ai parlamentari:<br />
fare leggi speciali<br />
per il contrasto al crimine. E<br />
sfoglia le note dolenti: «Oggi, se<br />
non si è pregiudicati, c'è la sospensione<br />
della pena per i reati<br />
predatorii. E ancora: anche<br />
dopo il primo grado di giudizio,<br />
l'esecutività della pena non<br />
scatta. Inoltre: nel processo per<br />
direttissima chi patteggia gode<br />
di ampi sconti e questo deve finire.<br />
La buona condotta, poi, è<br />
un autentico colpo di spugna<br />
sulle responsabilità di chi delinque».<br />
Come curare il cancro<br />
con l'aspirina, lascia intendere<br />
il numero uno del governo di<br />
quartiere. E su questo terreno<br />
parte l'invito al sindaco Iervolino:<br />
«Il Primo Cittadino - dice -<br />
deve convocare le “grandi assise”<br />
di tutti i parlamentari napoletani,<br />
di maggioranza e di<br />
opposizione, per leggi nuove e<br />
più efficaci». Chiosi, poi, è andato<br />
a bussare anche alla porta<br />
del questore per chiedergli di<br />
«potenziare la sorveglianza in<br />
zona e alzare il tiro contro le<br />
bande armate locali». «Bonificare<br />
il territorio - insiste - è necessario<br />
per far comprendere,<br />
anche con la forza e l'autorevolezza<br />
dello Stato, che le Istituzioni<br />
reagiscono». Allarme che<br />
il presidente della Municipalità<br />
1 ha lanciato anche a dicem-<br />
bre, presentando la nascita del<br />
«Comitato Municipale per la Sicurezza»,<br />
che raccoglie tutti i<br />
rappresentanti delle forze dell'ordine<br />
territoriali: «Occorre assediare<br />
- ha tuonato - le aree<br />
criminali per evitare che i malviventi<br />
si infiltrino nelle zone<br />
commerciali, residenziali e della<br />
movida». Né Chiosi ha trascurato<br />
il capitolo, finora dribblato<br />
da enti locali e Governo,<br />
della videosorveglianza: ed ha<br />
subito girato l'urgenza al nuovo<br />
prefetto Alessandro Pansa.<br />
Il quartiere si ribella. Quello<br />
di Chiosi, ad ogni modo, non è<br />
un caso isolato: fermentata a<br />
lungo sottopelle, in zona la voglia<br />
di rivolta è esplosa anche<br />
tra chi di commercio ci vive<br />
(800 operatori, 500 milioni di<br />
fatturato annuale). Così non ci<br />
ha pensato su due volte Nino<br />
De Nicola, presidente delle<br />
«Nuove Botteghe dei Mille», promuovendo<br />
una serrata che ha<br />
coinvolto piccole e grandi griffe.<br />
«Le garanzie di chi opera e vive<br />
a Chiaia sono azzerate - sostiene<br />
lui - e il quartiere è ormai<br />
ostaggio di teppisti e malintenzionati.<br />
Dobbiamo reagire<br />
con fermezza ed esigere la mobilitazione<br />
delle forze dell'ordine,<br />
visto che finora il controllo<br />
del territorio è stato insufficiente.<br />
Una cosa è certa: il<br />
quartiere non si arrende».<br />
Verissimo, a dar retta alla gente<br />
per strada. E a chi glielo chie-<br />
de, il cittadino di qui, consegna<br />
anche il resto: i conti in sospeso<br />
tra la Malanapoli e Chiaia - dicono<br />
- non si riducono alle rapine.<br />
Insieme ai violenti, fanno<br />
danni da tempo anche gli specialisti<br />
della «spaccata» che con<br />
le auto-ariete sfondano le vetrine<br />
delle boutique, ripulendole<br />
in un lampo: nella lista dei depredati<br />
«Ferragamo», «Hogan»,<br />
«Angeli», «Carla G». Né si tirano<br />
indietro le bande del «buco»: fece<br />
ad esempio scalpore il «colpo»<br />
allo show-room Marinella.<br />
Infine, non concedono sconti a<br />
nessuno i vandali professionali<br />
e i parcheggiatori abusivi che<br />
adesso da queste parti hanno<br />
fatto il salto di qualità, incendiando<br />
le automobili altrui.<br />
Chiacchiere eccellenti. Un<br />
carnet criminale che sa di sconfitta<br />
istituzionale: vecchia storia<br />
per una città torchiata da<br />
piccoli e grandi delitti, schiaffeggiata<br />
per giunta dalle promesse<br />
mancate, intossicata dalle<br />
parole all'ingrosso. Solo a incassare,<br />
però, Chiaia non ci sta:<br />
e lo sta dimostrando.<br />
E un contributo, da parte sua,<br />
intende offrirlo anche «Chiaia<br />
Magazine» che a febbraio organizzerà<br />
un forum su «Chiaia<br />
sotto assedio». Sono invitati cittadini<br />
ed esponenti della Municipalità<br />
1. Un modo come un<br />
altro per alzare la voce, per dire<br />
che qui Gomorra la partita la<br />
perde.<br />
CORO UNANIME:<br />
«NO ALL’ESCALATION»<br />
Alessandro Iuliano, con<br />
farmacia in piazza dei<br />
Martiri: «Il controllo c'è.<br />
Ma è il tasso delinquenziale<br />
che è altissimo.<br />
Non si può massacrare,<br />
come è accaduto, per<br />
100 euro. E poi i rapinatori:<br />
ci sono i balordi,<br />
ma altri sono informatissimi<br />
sulle vittime».<br />
Attilio Coscia, gestore<br />
di Vinarium a Cappella<br />
Vecchia: «Rispetto al<br />
resto di Napoli, il<br />
territorio è presidiato.<br />
Ma i malviventi continuano<br />
a fare ciò che<br />
vogliono. E' gente<br />
spavalda: forse perché<br />
la legge è troppo morbida<br />
con loro».<br />
Ciko Orefice, gioielliere<br />
in san Pasquale a<br />
Chiaia: «Poche le divise<br />
in zona. E qui i delinquenti<br />
a momenti<br />
timbrano il cartellino<br />
visto che si presentano<br />
a orari regolari: il<br />
mattino presto e la sera<br />
tardi, proprio quando<br />
non ci sono le forze<br />
dell'ordine».<br />
Marina Maffei, gioielleria<br />
in via Santa Caterina<br />
a Chiaia: «Il controllo<br />
è solo scena: vedo<br />
scarso impegno. E basta<br />
uscire da piazza dei<br />
Martiri per constatare<br />
come il resto di Chiaia<br />
sia alla deriva. Il senso<br />
di impunità dei malviventi<br />
è raggelante».<br />
Paolo Petirro, titolare<br />
del ritrovo «Je goute»:<br />
«Chi ci governa sa che<br />
questa è una zona che,<br />
con la movida, richiama<br />
malintenzionati:<br />
siamo in balia dei<br />
predatori. E così diventa<br />
a rischio un by night<br />
che potrebbe essere<br />
pacifico ed europeo».<br />
Alessandro Iuliano<br />
Attilio Coscia<br />
Ciko Orefice<br />
Marina Maffei<br />
Paolo Petirro
PRIMO PIANO <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 4<br />
Il pacchetto sicurezza? Un paccotto<br />
I NUMERI DEL MINISTRO. Dovevano arrivare 1000 agenti, ma non è andata come<br />
previsto. Guerra di cifre sulle presenze effettive in città. Critici Malvano e Lamberti<br />
OSCAR MEDINA<br />
Ad ottobre, di fronte al solito,<br />
pesante bilancio di vittime,<br />
di rapina o di camorra, il ministro<br />
degli Interni Giuliano Amato<br />
ha sfornato il suo pacchetto sicurezza<br />
per la città. E in un autunno<br />
da bollettino di guerra si<br />
è presentato a muso duro: "Si<br />
punta al controllo capillare del<br />
territorio e al contrasto del crimine<br />
organizzato". Incorniciando<br />
la dichiarazione con una promessa:<br />
"Niente interventi tampone,<br />
solo soluzioni strutturali".<br />
E tra le cifre annunciate, una su<br />
tutte : "Subito a Napoli - ha detto<br />
- 1000 uomini in più". 1000 agenti,<br />
in parte da fuori, in parte già<br />
in città ma inchiodati alle scrivanie.<br />
Amato è un tipo riservato:<br />
e quel suo linguaggio forte, insolito,<br />
è piaciuto ai napoletani. Il<br />
piano, poi, è parso davvero un’accelerazione:<br />
in sintesi, 250 poliziotti<br />
in più (150 nuovi), 274 carabinieri<br />
in più (239 nuovi), 70<br />
unità della Guardia di Finanza<br />
(tutti nuovi) e persino 30 elementi<br />
della Forestale. Il ministro<br />
ci ha pure infilato altri 400 tra<br />
poliziotti e carabinieri per i blitz<br />
contro i santuari mafiosi.<br />
Un mare di sigle. Dunque, rinforzi<br />
da sogno: coi nuovi arrivi,<br />
le pattuglie della Ps su Napoli diventavano<br />
50 in più e 29 in più<br />
quelle dell’Arma.<br />
Il ministro, poi, si è persino inventato<br />
il «Rips» (Reparto d’intervento<br />
della Poizia stradale di<br />
Napoli) per vigilare su tangenziale<br />
e autostrade, la «Fir» (Forza<br />
d’intervento rapida) cioè i 400<br />
uomini citati prima per le bonifiche<br />
dei ghetti malavitosi, e la<br />
«Scit» (Squadra di controllo degli<br />
itinerari turistici) per battere le<br />
vie del turismo. Annunciata, infine,<br />
la videosorveglianza a fibre<br />
ottiche per rilevare tipi e targhe<br />
sospette. E così, tra Rips, Fir, Scit<br />
etc, lo scacco matto ai fuorilegge<br />
Era ora. La serrata dei commercianti<br />
a Chiaia per ottenere un maggior<br />
controllo del territorio, soprattutto<br />
dopo l’impennata delle aggressioni in<br />
pieno centro, è servita a qualcosa.<br />
Piazza dei Martiri ha un presidio in<br />
più: una stazione mobile dei carabinieri<br />
(vedi foto) che, dalle 8 alle 20,<br />
sorveglia la zona. Certo non basta, ma<br />
il provvedimento accelera quel processo<br />
di miglioramento della sicurezza<br />
del quartiere che ha subìto, ultimamente,<br />
violenze inaudite. Un incremento<br />
di pattuglie, promesso dal<br />
Comando dell’Arma ai promotori<br />
della serrata, è già partito con 6 unità<br />
in più nell’arco delle 24 ore.<br />
Se il pacchetto Amato, almeno per il<br />
momento, giace sulla carta e non se<br />
ne coglie ancora la forza, chi vive,<br />
lavora e frequenta Chiaia, sa bene<br />
quanto sia importante, di giorno e<br />
nelle ore critiche della notte, vedere lo<br />
Stato, sentire la legalità. Le luci di una<br />
IL FESTIVAL<br />
DELLE PROMESSE<br />
Videosorveglianza: mossa chiave<br />
nel contrasto al crimine. Ma<br />
a Napoli, su questo fronte, le<br />
istituzioni collezionano figuracce<br />
in serie. Ad aprile, poco prima<br />
delle elezioni, l'assessore Nicola<br />
Oddati giurò che avrebbe proposto<br />
la tanto attesa delibera<br />
sull'installazione in città (Chiaia<br />
in testa) di una efficiente rete di<br />
occhi elettronici. Promessa<br />
andata in cancrena. Ad ottobre,<br />
ad una Napoli in ginocchio, è<br />
stato il ministro Amato a garantire,<br />
in tempi stretti, l'indispensabile<br />
tecnologia. Altre parole al<br />
vento. Complimenti.<br />
volante rincuorano sempre. Soprattutto<br />
quando si esce da un cinema o<br />
quando si raggiunge la propria auto<br />
dopo una serata con amici o quando<br />
si sta semplicemente facendo una<br />
passeggiata. Luci che smorzano la<br />
paura in un quartiere che è diventato<br />
il salotto del Bronx. Il <strong>copri</strong><strong>fuoco</strong>, in<br />
quei giorni non toccati dalla movida,<br />
è sembrato fattibile, anche se<br />
qualche scettico ha calcolato che<br />
i nuovi effettivi previsti erano in<br />
realtà appena 489 e che si arrivava<br />
a 1000 solo distogliendo altri<br />
500 elementi dagli uffici o da<br />
altre funzioni. Un trucchetto,<br />
quindi, e a caro prezzo: per ricavare<br />
uomini sul territorio, il piano<br />
abolisce numerosi commissariati<br />
(a Chiaia, ad esempio, salterebbe<br />
il Commissariato Posillipo).<br />
Il presente. Questo accadeva ad<br />
ottobre. L’attuale consuntivo dell’operazione?<br />
Desolante. Chi lo<br />
dice? Praticamente tutti: la gente<br />
che fa la conta dei crani spaccati,<br />
dei turisti braccati, delle pistolettate<br />
e degli ammazzati, poi<br />
i sindacati delle forze dell’ordine,<br />
e anche l’opposizione politica<br />
cittadina che ha vita facile nel<br />
crocifiggere il «pacchetto Amato».<br />
E forse davvero il Viminale<br />
non la conta giusta se ha perso<br />
la pazienza persino la sindaca<br />
Iervolino, spossata da una stagione<br />
di rovesci infiniti. Una cosa<br />
di sicuro non si è capita: i mille<br />
uomini promessi ci sono o no?<br />
La parola a due esperti, espressione<br />
di aree ideologiche contrapposte.<br />
Franco Malvano. L’ex questore,<br />
Franco Malvano: «I mille<br />
uomini promessi dal ministro<br />
Amato? Non sono mai arrivati.<br />
E la nuova Forza d’Intervento<br />
Rapida è in realtà il vecchio<br />
Reparto Mobile riciclato».<br />
senatore con un posto in Commissione<br />
Antimafia, non ha dubbi:<br />
"I mille uomini? Non ci sono.<br />
Per quel che ne so, sono arrivati<br />
60 poliziotti, freschi di corso, e<br />
30 sono ripartiti. La Fir? La Forza<br />
d’Intervento Rapida, progettata<br />
da Amato, in realtà non è<br />
che il vecchio Reparto Mobile: è<br />
stato solo spostato dall’ordine<br />
pubblico al controllo del territorio.<br />
Così riciclato, ha fatto tre<br />
blitz in zone a rischio ed è finita<br />
lì. Con Alto Impatto, qualche anno<br />
fa, gestii in prima persona<br />
1500 agenti che controllavano il<br />
territorio dalle 7 di mattina alle<br />
2 di notte. Ma la cosa più grave è<br />
che la gente ha perso fiducia al<br />
punto che si denuncia la metà<br />
dei reati subìti. Sta cedendo persino<br />
Chiaia: nel quartiere c’è il<br />
<strong>copri</strong><strong>fuoco</strong>. La videosorveglianza<br />
“in tempi immediati”? Altro<br />
bluff. La verità è che il governo<br />
ha fallito. E quello che fa più rabbia<br />
sono i tempi di reazione: al limite<br />
dell’immobilità. Un esempio?<br />
Sul fronte legislativo si doveva<br />
agire rivedendo le leggi premiali<br />
e accelerando il processo<br />
penale. Troppi sconti, invece: e<br />
così chi delinque non paga".<br />
Amato Lamberti. Sociologo, docente<br />
di Politica della Sicurezza<br />
ormai da queste parti è palpabile. E<br />
giustificabile. Da piazza Amedeo a<br />
piazza dei Martiri, ad esempio, percorrendo<br />
via Vittoria Colonna, via dei<br />
Mille e poi via Filangieri, non v’è<br />
presenza delle forze dell’ordine se si<br />
esclude il miniblindato che presidia i<br />
consolati spagnolo e britannico a via<br />
dei Mille. A piazza Santa Caterina,<br />
Amato Lamberti: «Servono<br />
ritocchi di legge. La criminalità<br />
predatoria va giudicata sempre<br />
per direttissima, e il patteggiamento<br />
va bene solo se è senza<br />
sconti di pena».<br />
Sociale, ex presidente della Provincia<br />
di Napoli, Lamberti usa<br />
toni crudi : "Predatori e camorristi?<br />
Certo! Ma diciamola tutta.<br />
Napoli è una città lazzaronesca<br />
senza distinzioni di classe: lo è<br />
l’imprenditore che evade il fisco,<br />
il commerciante e l’artigiano che<br />
assumono a nero, i ceti discriminati<br />
che non hanno futuro. I<br />
politici? Beh! Prendiamo quelli<br />
che, in qualità di consiglieri, siedono<br />
sui banchi delle assemblee<br />
regionale, comunale e provinciale.<br />
In molti sono solo degli<br />
spicciafaccende che vanno per<br />
uffici a soddisfare pratiche e interessi<br />
della propria clientela<br />
elettorale. E’ così da sempre perché<br />
è tradizione che qui gli interessi<br />
privati prevalgano su quelli<br />
collettivi. Una città vittima?<br />
No, una città che ha i politici che<br />
si merita. E se lo sfondo è questo,<br />
il resto è legge da strada e di malavita.<br />
I mille uomini in più? Erano<br />
meglio mille assunzioni tra i<br />
ceti più svantaggiati. In ogni caso<br />
concordo con chi insiste su<br />
una diversa legislazione: ad<br />
esempio, la criminalità predatoria<br />
va giudicata sempre per direttissima,<br />
e il patteggiamento<br />
va bene solo se è senza sconti di<br />
pena.".<br />
Piazza dei Martiri, dopo la serrata ecco i carabinieri<br />
dopo mezzanotte, è fissa una vettura<br />
della «Vigilante», istituto di vigilanza<br />
privata. Il percorso preso a modello a<br />
dimostrazione della scarsità di controllo<br />
del territorio, inoltre, è inadeguatamente<br />
illuminato e privo di un<br />
sistema di videosorveglianza.<br />
Nei giorni caldi della movida (dal<br />
giovedì alla domenica), invece, il<br />
popolo della notte, inevitabilmente è<br />
braccato da quello dell’illegalità:<br />
scippatori, violenti, parcheggiatori<br />
abusivi, «parianti». Manca, o forse è<br />
troppo sguarnito di uomini e mezzi, il<br />
popolo della legge, quello che deve far<br />
sentire ogni cittadino a casa sua.<br />
Ovunque, in qualsiasi momento, in<br />
ogni vicolo o strada.<br />
Piazza dei Martiri è il cuore del cuore<br />
di Chiaia. Fino a pochi giorni fa gli<br />
unici a presidiarla erano tre cani che<br />
hanno messo su tana fuori la Libreria<br />
Feltrinelli. Tre randagi e una stazione<br />
mobile. Si riparte da qui.
IL REPORTAGE <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 5<br />
Benvenuti nel pianeta delle buche<br />
LA DENUNCIA. Fossi, rattoppi, voragini e basoli che saltano: viaggio nel degrado<br />
delle vie di Chiaia. Ridicola la somma impegnata per la manutenzione ordinaria<br />
MASSIMILIANO DE FRANCESCO<br />
Se fosse un’opera di arte contemporanea,<br />
avremmo già<br />
una rosa di titoli: «Il sirtaki dei<br />
crateri; «Io ballo con le buche»,<br />
«Groviera gallery», «E vissero felici<br />
e imbucati». Ma Chiaia non è<br />
un’installazione di Damien Hirst<br />
o una capuzzella di Rebecca Horn:<br />
è un territorio che, visto dall’alto<br />
e vissuto da dentro, è il pianeta<br />
delle buche. Non c’è via che non<br />
sembri uscita da un bombardamento.<br />
I marciapiedi si presentano<br />
come se un un tirannosauro<br />
avesse fatto un’ora di shopping<br />
al centro. Fino a qualche giorno<br />
fa a via Nisco, ad esempio, una<br />
cabina telefonica era stesa per terra<br />
come se fosse stata colpita da<br />
una testata di Zizou. Sradicata e<br />
senza più telefoni sembrava<br />
un’altra opera contemporanea<br />
che, se qualche critico di grido<br />
l’avesse vista, ne avrebbe elogiato<br />
l’intensità espressiva perché simbolo<br />
della «linea spezzata con la<br />
vivibilità».<br />
Cadono lampioni a Chiaia come<br />
alberi di velieri spezzati dalle<br />
tempeste; piovono pietre a<br />
Chiaia, e non è arte quella che<br />
viene giù, ma cornicioni di scuole.<br />
Il caso, poi, fa il resto. La sorte<br />
regola la città. Prendi le Rampe<br />
Brancaccio. A inizio anno, un basolo<br />
salta come un canguro e un<br />
taxi decolla come la Zebra 3 di<br />
Starsky e Hutch. La «Multipla» vola,<br />
si ribalta e si schianta sulle auto<br />
in sosta: tassita salvo. Un caso,<br />
appunto. Cede il corpo di Napoli<br />
e non è ancora arrivata la pioggia.<br />
Via Cavallerizza, stradina caratteristica<br />
del quartiere, non molto<br />
tempo fa rimessa a nuovo, è già<br />
sfiorita. Basta un poco d’acqua e<br />
il fondo stradale va giù. Infatti la<br />
pavimentazione appare decrepita<br />
poiché è stato utilizzato tra i<br />
basoli un impasto di sabbia e cemento<br />
senza procedere alla bitumazione.<br />
Stesso diabolico errore<br />
è stato commesso a via Nardones<br />
(ripavimentata quattro mesi fa).<br />
Conseguenze: l’acqua s’infiltra, i<br />
basoli fanno la danza della pioggia<br />
e lievitano pericolosamente.<br />
Se si aggiunge a questo anche il<br />
disastroso sistema fognario dell’intera<br />
Municipalità 1, è facile<br />
prevedere che, anche quando<br />
«schizzichea», diluvia per l’esigua<br />
squadra di fognatori che opera su<br />
strada. Piove sul bagnato a Chiaia<br />
e i crateri diventano pozzi. Non<br />
c’è nessuna luna da ammirare nel<br />
pozzo di via Partenope, all’altezza<br />
del civico 1. Una voragine,<br />
grossa e grassa, che aspetta la caviglia<br />
giusta da castigare. Da tempo,<br />
ha la bocca spalancata su quel<br />
marciapiede dove l’odore del mare<br />
ti si attacca alle narici. Ma la<br />
buca non è più sola: qualcuno si<br />
è ingegnato un sistema per disinnescarne<br />
la pericolosità: una<br />
tavola di compensato che a malapena<br />
riesce a <strong>copri</strong>re il fosso. Ci<br />
manca una bandierina e un cartello<br />
e l’opera è completa. Non è<br />
più facile colmarla e ridare decoro<br />
alla via? La stessa domanda<br />
LE FOTO DELLO SCANDALO<br />
1. Via San Pasquale: la «buca delle buche».<br />
2. Piazza Amedeo: un ex marciapiede.<br />
3. Via Partenope 1: voragine da record.<br />
4. Via Petrarca: sanpietrini come popcorn.<br />
5. Via dei Mille: il trionfo dei rattoppi.<br />
6. Via Vittoria Colonna: crateri e shopping.<br />
ci accompagna nel nostro viaggio<br />
al termine della buca. Via dei<br />
Mille è uno scuorno. Sul marciapiede<br />
che costeggia un cadente<br />
Palazzo D’Avalos, abbiamo contato<br />
6 buche, un raccoglitore cilindrico<br />
di rifiuti che non riusciamo<br />
a capire come riesca a<br />
stare in piedi e una serie infinita<br />
di rattoppi su rattoppi che trionfano,<br />
nella loro mostruosità contemporanea,<br />
proprio ai piedi di<br />
Palazzo Roccella, sede del Pan milionario,<br />
Museo delle Arti e degli<br />
sprechi di Napoli. Ma basta camminare<br />
per un’altra trentina di<br />
metri e raggiungere quel tratto<br />
di via San Pasquale che porta alle<br />
scale di Parco Margherita. Qui,<br />
sul marciapiede di fronte al «Miles»,<br />
la discoteca coinvolta nell’ultima<br />
bufera movida, scoviamo<br />
la buca delle buche. Recentemente<br />
era stata colmata, ma appartiene<br />
a quella categoria di crateri<br />
«ribelli»: si è riaperta, guadagnandone<br />
in larghezza. Qui il caso<br />
non c’entra: la colmatura è stata<br />
fatta male.<br />
Da un calcolo fatto dal presidente<br />
della Municipalità 1 Fabio<br />
Chiosi, dal vice presidente Maurizio<br />
Tesorone e dall’assessore alla<br />
Manutenzione Alberto Boccalatte,<br />
per le strade e i marciapiedi<br />
di Chiaia il Comune stanzia 7<br />
centesimi al metro quadro all’anno.<br />
Una miseria che si abbina<br />
ad un’altra miseria: «Per ben 2<br />
anni - sostiene Chiosi - la Municipalità<br />
1 non ha avuto la ditta di<br />
manutenzione per incuria ed inadeguatezza<br />
delle procedure messe<br />
in campo dall’amministrazione<br />
comunale». E le insidie dei sanpietrini<br />
e i trabocchetti dei basoli<br />
si moltiplicano. Basta consultare<br />
l’«archivio delibere» sul sito<br />
del Comune di Napoli per trovarci<br />
migliaia di resistenze in giudizio<br />
che il Comune oppone ai<br />
numerosi cittadini che chiedono<br />
di essere indennizzati per aver ceduto<br />
caviglia e altro alla buca.<br />
Per scarsità di risorse la «Groviera<br />
gallery Chiaia», quindi, ha un<br />
futuro bucato. A confermarlo è<br />
Francesco de Giovanni, presidente<br />
della commissione Manutenzione<br />
Urbana della Municipalità<br />
1, da sei anni instancabile<br />
cacciatore di buche. «Per la manutenzione<br />
ordinaria, affidata alla<br />
ditta appaltatrice Procogest, -<br />
afferma de Giovanni - dei 430mila<br />
euro previsti dal giugno 2006<br />
al giugno 2008, la metà è già stata<br />
spesa. Di questo passo per l’estate<br />
2007 non ci saranno più<br />
soldi». «Se fosse la Municipalità a<br />
gestire la cassa, - incalza de Giovanni<br />
- avremmo possibilità maggiori<br />
per risolvere i problemi della<br />
manuntezione del quartiere.<br />
Purtroppo, però, noi siamo dei<br />
“segnalatori”: rileviamo problemi<br />
e li comunichiamo al Servizio<br />
Tecnico Municipale, filiale dell’Ufficio<br />
Tecnico Comunale. E’<br />
sempre il governo centrale della<br />
città che decide e dispone gli interventi<br />
sul territorio».<br />
Crescono buche a Chiaia. Il sirtaki<br />
dei crateri non cede la scena.<br />
IL MORSO DELLA TARANTA<br />
di PAOLO D’ANGELO<br />
CARO PRESIDENTE...<br />
Caro Presidente Giorgio Napolitano è a lei che voglio<br />
dedicare il mio primo articolo del 2007. Come lei sicuramente<br />
saprà, l'anno appena trascorso si è chiuso con un<br />
bilancio sicuramente negativo per la nostra tanto amata<br />
città. E' iniziato male con la criminalità e microcriminalità<br />
più che agguerrita con i tanti morti ammazzati, furti,<br />
scippi e rapine e chi più ne ha più ne metta, ed è poi proseguito<br />
con la catastrofe dell'immondizia che ha finito per<br />
inondare, oltre che le strade, anche tutte le prime pagine<br />
dei giornali nazionali ed internazionali, contribuendo alla<br />
distruzione di quel poco di immagine di rilancio che la<br />
nostra città aveva faticosamente conquistato dal G7 ad oggi.<br />
Dove vorrei però soffermarmi in maniera più approfondita,<br />
è piuttosto su come quest'anno si è concluso. La notizia di<br />
cronaca di cui vorrei parlarle è quella che ha fortemente<br />
scosso l'opinione pubblica cittadina nei giorni antecedenti<br />
al Natale e che ha visto protagonista una giovane donna,<br />
vittima innocente a via Caracciolo. Questa volta però la<br />
vittima c'è stata non per mano della criminalità, ma a causa<br />
del caso e del degrado urbano. Una istruttrice di equitazione,<br />
una madre, una moglie, una figlia, una di noi, che in<br />
sella al suo motorino, e non al suo cavallo, ha affrontato,<br />
suo malgrado, l'ostacolo più duro della sua vita, andando<br />
incontro al suo destino crudele che in una maniera infame<br />
e subdola la sua città le aveva preparato con efferata tempistica<br />
e violenza. Vede Presidente, il mio rammarico e la mia<br />
solidarietà per l'accaduto vanno alla famiglia di questa<br />
giovane donna, anonima eroina metropolitana dei nostri<br />
tempi. Immagino e provo dolore ed indignazione per quello<br />
che i familiari hanno dovuto affrontare e sopportare, oltre<br />
alla perdita della loro cara, anche il valzer delle responsabilità<br />
per l'accaduto, che spesso mai si sono chiarite per il<br />
passato e che forse mai si chiariranno per il futuro. Caro<br />
Presidente, forse le sembrerà strano ma in questo momento<br />
lei rappresenta per noi Napoletani il bene di questa città. Il<br />
suo infaticabile lavoro, la sua dedizione, il suo impegno, la<br />
sua passione per i suoi ideali politici e sociali, ma soprattutto<br />
il suo forte ed evidente attaccamento per le sue radici,<br />
per la sua città. Amore per la sua terra d'origine che lei<br />
quotidianamente dimostra nei fatti anche a costo di qualche<br />
critica di campanilismo. Questo, caro Presidente, fa si<br />
che lei sia come un fascio di luce nel buio pesto di questa<br />
città. Un faro nella notte che spero orienti i Napoletani di<br />
buona volontà e di forti ideali. Sappiamo tutti che ad una<br />
morte così assurda ci sono delle responsabilità penali e<br />
civili che la magistratura certamente dovrà chiarire, ma<br />
sappiamo anche che esistono altre e non meno importanti<br />
responsabilità morali e politiche per tutto ciò che nel<br />
passato non è stato fatto a Napoli dalle amministrazioni.<br />
Responsabilità che vanno altrettanto chiarite se si vuole<br />
dare alla nostra città una classe politica degna del suo<br />
livello. Una classe politica, finalmente forte negli ideali e<br />
nei valori che sia capace di ridare dignità e lustro e che<br />
sappia finalmente orientare le nostre forze, il nostro valore.<br />
Una classe politica che deve essere pronta a rispondere delle<br />
proprie responsabilità e che sappia liberarsi da questa<br />
morsa di insopportabile immobilismo voluto da pochi.<br />
Guarire Napoli significa guarire l'Italia intera e lei Presidente<br />
credo ne convenga. Grazie di cuore per ciò che ha già<br />
fatto e che di sicuro farà ancora per il bene di Napoli.
QUARTIERISSIME <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 6<br />
Parco Margherita, un sogno in salita<br />
LA PROPOSTA. L’architetto Amato Rak ha un progetto nel cassetto: un ascensore<br />
per le rampe di San Pasquale. Un’idea per il Comune e un regalo per i residenti<br />
Lo scorcio è suggestivo: quel sistema<br />
di rampe, le «scale di<br />
San Pasquale», si inerpica spavaldo<br />
da via dei Mille a Parco<br />
Margherita. Un pezzo storico di<br />
città obliqua, un nodo pedonale<br />
strategico. Ma con due grossi difetti:<br />
in salita taglia le gambe,<br />
inoltre finisce ciclicamente nel<br />
tritacarne delle polemiche per<br />
un sacco di buoni motivi.<br />
Scale a pezzi, verde da jungla,<br />
buche assassine e immondizia<br />
al massimo storico. La popolarità<br />
delle rampe, poi, è schizzata in<br />
basso con l'addio all'ascensore<br />
privato di Palazzo Coppola Acquaviva:<br />
in passato ne approfittavano<br />
un po' tutti a cominciare<br />
da anziani e mamme con carrozzina.<br />
Poi l'impianto è diventato<br />
inaccessibile al pubblico.<br />
Insomma, una «bolla» terzomondista<br />
nel patinato cuore di<br />
MOTORINI IN SOSTA A VIA DEI MILLE<br />
TRASLOCO CHE ACCONTENTA TUTTI<br />
Dopo petizioni e proteste, finalmente, il Comune<br />
ha provveduto a spostare sul lato opposto la barriera<br />
di motorini che prima parcheggiavano sul<br />
marciapiede su cui si affacciano gli ingressi dei palazzi<br />
e delle vetrine di via dei Mille. Si concludono<br />
così le gimkane e le sofferenze dei passanti (soprattutto<br />
anziani e disabili). Resta ora da intervenire<br />
anche su via Filangieri, Riviera di Chiaia e via<br />
Chiaia. In attesa dei parcheggi interrati.<br />
Chiaia. Una sfida che qualcuno<br />
ha raccolto: Amato Rak, architetto,<br />
uno che coniuga idee e impegno,<br />
abita lì a due passi e da anni<br />
coltiva il chiodo fisso di recuperare<br />
le rampe. Per lui il poten-<br />
SANT’ANNA DI PALAZZO<br />
Mercatino rionale, al via il recupero<br />
Il Comune di Napoli, insieme con il Cat<br />
Confesercenti Campania, ha avviato una<br />
fase di ascolto e sensibilizzazione con i cittadini<br />
interessati per recuperare la struttura<br />
del mercatino rionale di Sant'Anna<br />
di Palazzo, consegnata dall'amministrazione<br />
cinque anni fa, ma che da allora versa<br />
in uno stato di quasi totale inutilizzazione.<br />
Box troppo piccoli per le forniture<br />
e per l'esposizione della merce ed eccessiva<br />
concorrenza degli ambulanti della<br />
zona: questi i principali disagi degli ope-<br />
ziale di quelle scale è formidabile,<br />
ma inespresso. Perciò da un<br />
pezzo ha nel cassetto il suo progetto<br />
di riqualificazione (vedi foto),<br />
cui ha collaborato il professor<br />
Renato Di Martino, e ogni tanto<br />
LA LETTERA<br />
lo sventola sotto il naso di Autorità<br />
un po' distratte.<br />
L'intento è semplice. In pillole,<br />
restyling di tutto l'itinerario, ma<br />
soprattutto: un ascensore a valle<br />
(dove iniziano le prime 2 rampe,<br />
quelle di via dei Mille) e un altro<br />
a monte (dove iniziano le 3 rampe<br />
che sbucano a Parco Margherita).<br />
Il primo supera un dislivello<br />
di 5 metri e sbarca i passeggeri<br />
sull'attuale tratto pianeggiante.<br />
Il secondo, quello più in alto,<br />
supera un dislivello di 12 metri<br />
e i suoi passeggeri li scarica sul<br />
terrazzino ad angolo di Parco<br />
Margherita, ad un metro dalla<br />
quota stradale. Portata: 10/11 persone<br />
ciascuno.<br />
I due ascensori sono immaginati<br />
a destra della salita con minimo<br />
ingombro della superficie.<br />
Le due strutture, poi, hanno ampie<br />
aperture ai lati che permet-<br />
CONTRO IL RINCARO ICI<br />
IN CAMPO UN POOL DI AVVOCATI<br />
Aumenti Ici: a Chiaia fioccano le proteste dei cittadini.<br />
Fabio Chiosi, presidente della Municipalità<br />
1, preannuncia: «Attiveremo un pool di avvocati<br />
per i ricorsi. In zona, infatti, non ci sono collegamenti<br />
con il Metrò, il trasporto pubblico è inefficiente,<br />
l’Ici è già la più alta della città e i fitti sono<br />
stellari. Le nuove aliquote sono, dunque, fuori da<br />
ogni logica e il Comune non può pretendere di fare<br />
cassa a tutti i costi, sulla pelle dei residenti».<br />
ratori all'interno del mercatino; ecco allora<br />
nascere l'esigenza di ripensare l'intero<br />
complesso attraverso soluzioni condivise<br />
che possano ridare vivacità alla struttura,<br />
meritevole di essere ottimizzata, anche<br />
in considerazione della sua collocazione<br />
in una zona centralissima e densamente<br />
abitata. Un'esperienza, dunque, innovativa,<br />
di bilancio partecipativo con la base,<br />
sollecitata attraverso questionari per sapere<br />
direttamente da cittadini e commercianti<br />
della zona come intendono rivalutare<br />
l'ex mercatino di vico Tiratoio.<br />
«Abbiamo scelto di provare a riutilizzare<br />
questa struttura - dichiara l'assessore comunale<br />
al Commercio e all'Artigianato<br />
VIA <strong>CHIAIA</strong>, STORIA DI UNA CADUTA<br />
A metà ottobre non imperversava Orione dal Cielo, nè c'era<br />
neve e gelo come ci ricorda Parini ne «La caduta», allorché<br />
uscendo dalla farmacia Salus si verificava un evento<br />
impensabile in una strada importante e famosa come è via<br />
Chiaia, evento che ha avuto per me conseguenze molto<br />
pesanti sul piano fisico. È accaduto, infatti, che sporgesse<br />
dal selciato un perno di ferro ben mimetizzato (nella foto),<br />
avendo esso il medesimo colore grigio della pavimentazione<br />
stradale. Il perno reggeva, in origine, un contenitore<br />
cilindrico per la raccolta di carte. A qualcuno, forse,<br />
quest'opera d'arte non piaceva, per cui l'ha divelta. Poi,<br />
ritenendo a ben ragione pericoloso il perno, lo ha ribattuto<br />
ma non completamente, per cui esso si è trasformato in una<br />
insidia che ha fatto sì che molte persone vi inciampassero e<br />
anche io, finendo lunga per terra. È ben vero che con pietosa<br />
sollecitudine mio marito ed altri mi sollevarono da terra,<br />
ma il risultato fu: mano sinistra fratturata, ginocchio<br />
destro contuso con un fortissimo ematoma di liquido e<br />
tono la vista dall'esterno verso<br />
l'interno e sono rivestite con superfici<br />
a specchio che impediscono<br />
di guardare all'esterno. Infine<br />
il motore che è oleodinamico:<br />
10 secondi per schizzare in cima<br />
in 2 tappe.<br />
Sognare conviene. E l'architetto<br />
si fa temerario quando, pensando<br />
alla qualità ambientale dell'area,<br />
accarezza l'apparente utopia<br />
di collegare le rampe ai giardini<br />
dell'adiacente Museo Pan<br />
per spingersi magari fino a quelli<br />
di Palazzo d'Avalos. Spazi privati<br />
questi ultimi, ma inselvatichiti<br />
e meritevoli di recupero:<br />
un'opzione da sondare, misurando<br />
anche la disponibilità dei<br />
proprietari.<br />
Un bel sogno e, tutto sommato,<br />
abbordabile: «700mila euro - si<br />
infiamma Rak - e ce la facciamo».<br />
A patto che il Comune gradisca.<br />
Nicola Oddati - senza decisioni dall'alto,<br />
ma impegnando un po’ tutto il quartiere,<br />
anche chi svolge un'attività commerciale<br />
o ha un ruolo professionale più significativo,<br />
per darci una mano a decidere come<br />
recuperare quest’area». «Sono tante le<br />
cose che qui si potrebbero fare - continua<br />
Oddati - : da un uso artistico, espositivo,<br />
tipo piccola galleria rionale a un mercato<br />
etnico. E ancora penso ad uno spazio<br />
per l'artigianato oppure ad un centro per<br />
la formazione. Dunque le idee ci sono -<br />
conclude - pero è chiaro che vorremmo<br />
tentare questa volta di fare scelte insieme<br />
con residenti e operatori».<br />
Angelo Giuliani<br />
sangue tanto da dover ricorrere ai<br />
medici del Cardarelli. Iniziò così per<br />
me un calvario che non è ancora<br />
concluso. Infatti, nonostante la<br />
bravura dell'ortopedico che al Cardarelli<br />
mi prese in cura, il risultato a<br />
tutt'oggi è che la mano sinistra ha,<br />
solo in parte, recuperato la funzionalità<br />
e che dovrò portare in relazione alla gamba destra<br />
ancora per moltissimo tempo il bastone canadese. Chi vive a<br />
Napoli spesso sperimenta come vi sia in questa città<br />
qualcosa di incomprensibile e di caotico, sfrenatezze verbali,<br />
politiche scadenti, solo i pavidi, e cioè nella democrazia la<br />
maggioranza, non ammettono l'evidenza dei fatti che<br />
invece sottolinea come Chiaia, che dovrebbe essere uno dei<br />
salotti della città, è piena di sporcizia, escrementi di cane,<br />
cicche di sigarette e lattine infilate nelle fioriere sempre più<br />
grigie e sifilitiche, disattenzione colpevole di chi dovrebbe<br />
controllare: l'elenco delle negligenze, a mio parere, è impressionante<br />
ed imperdonabile.<br />
Aurora Cacopardo
QUARTIERISSIME <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 7<br />
Fondazione Mondragone, atto secondo<br />
LA SVOLTA. Dopo il cambio di vertice, il neopresidente Parente parla del futuro<br />
L’ex commissaria Elena Perrella: «La mia esclusione? Provincialismo politico»<br />
Le polemiche non sono mancate.<br />
Ora, a distanza di oltre<br />
un mese, i toni aspri che hanno<br />
scandito il passaggio di consegne<br />
al vertice della Fondazione<br />
Mondragone, si sono decisamente<br />
smorzati. Resta il<br />
fatto che dall’11 dicembre in<br />
cabina di regia sono cambiate<br />
le cose. Adesso, infatti, nello<br />
splendido complesso monumentale<br />
a monte di via dei Mille<br />
che accoglie il museo della<br />
moda, da qualche settimana<br />
si è definitivamente insediato<br />
il nuovo presidente dell’ente:<br />
Giulia Parente, ex assessore<br />
comunale prima con Bassolino<br />
e poi con la Iervolino.<br />
Il caso. Il nuovo numero uno<br />
della Fondazione non risparmia<br />
parole distensive sul recente,<br />
movimentato trapasso<br />
di poteri, ma una cosa è certa:<br />
in quelle stanze non si dileguerà<br />
tanto presto l’ombra del<br />
predecessore, Elena Perrella,<br />
sette anni al timone della<br />
struttura nei panni di commissario,<br />
infine bruscamente<br />
congedata, appunto l’11 di dicembre,<br />
con una e-mail firmata<br />
dal governatore Antonio<br />
Bassolino. E’ stato lui a decretare<br />
il passaggio del testimone,<br />
indicando un nuovo consiglio<br />
d’amministrazione in<br />
cui la Perrella non figurava:<br />
forse un atto fisiologicamente<br />
dovuto dopo sette anni di<br />
commissariamento, ma i modi<br />
spicci del governatore non<br />
sono piaciuti. Un allontanamento<br />
on-line, quello piovuto<br />
dall’alto sulla Perrella, che ha<br />
avuto tre effetti: amareggiare<br />
la ormai ex commissaria, imbarazzare<br />
la Parente e consegnare<br />
entrambe alla macina<br />
delle polemiche. Le due sono<br />
amiche e non lesinano reciproci<br />
messaggi di stima, da vicino<br />
o a distanza. Ma per la<br />
Perrella, visceralmente legata<br />
alla Fondazione e ai sette anni<br />
Elena Perrella Giulia Parente<br />
di battaglie spesi per migliorarla,<br />
il distacco dalla propria<br />
«creatura» non è stata indolore:<br />
«Non contesto la scelta, ma<br />
le modalità: sono una donna<br />
delle istituzioni ed una e-mail<br />
di congedo non è stata il massimo<br />
della correttezza. Forse è<br />
colpa di un turn over delle nomine<br />
ormai troppo frenetico:<br />
un segnale di provincialismo<br />
politico». «Nel passaggio di gestione<br />
- concede Giulia Paren-<br />
te - c’è stata qualche tensione<br />
di troppo che non ha consentito<br />
il giusto riconoscimento<br />
ai meriti della dottoressa Perrella».<br />
Il futuro. Pura verità: al suo attivo<br />
la ex commissaria può esibire<br />
7 anni di buongoverno da<br />
manuale. «Lascio una struttura<br />
perfettamente in funzione»,<br />
riassume lei. E la Parente, intanto,<br />
prende le misure all’incarico<br />
e abbozza le priorità: «I<br />
tagli del bilancio regionale alla<br />
cultura non mi facilitano le<br />
cose, ma punterò sul coinvolgimento<br />
dei privati: qui c’è bisogno<br />
di fantasia. Poi il museo<br />
della moda: valorizzarlo - incalza<br />
lei - significa puntare anche<br />
sulla riqualificazione della<br />
zona per attirare turisti e<br />
spingerò anche su questo. Inoltre<br />
occorre insistere sull’attività<br />
di formazione di figure<br />
professionali legate alla moda<br />
e all’abbigliamento: raccolgo<br />
ad esempio in eredità un master<br />
universitario sull’alta moda<br />
con quindici allieve. E questa<br />
è una priorità».<br />
Un’altra cosa, infine, il neopresidente<br />
sa bene: quella di<br />
trovarsi da subito al tradizionale<br />
crocevia tra desideri e<br />
contabilità. Potrebbero, infatti,<br />
non bastare più i 300mila<br />
euro all’anno che finora hanno<br />
garantito la soglia minima<br />
di sopravvivenza alla Fondazione.<br />
Ma la Parente, dicono,<br />
ama le sfide.<br />
ENTE MORALE E MUSEO:<br />
IDENTIKIT DELLA STRUTTURA<br />
Fondazione Mondragone. La sede è<br />
situata nell’omonima piazzetta a<br />
monte di via dei Mille, al confine<br />
tra Chiaia e San Ferdinando, in<br />
uno splendido edificio del ‘600, di<br />
recente restaurato, con annessa<br />
chiesa e giardino. Fu in origine<br />
Conservatorio di Matrone e Vergini<br />
Nobili. Nell’’800 fu denominato<br />
Real Istituto di Mondragone con la<br />
funzione di collegio per «figlie del<br />
popolo». Nel ‘900 fu convitto per<br />
orfane e anche «Convento femminile<br />
di Lavoro». Nel 2003, grazie al<br />
protocollo d’intesa con la Regione<br />
Campania, la Fondazione ha assunto<br />
il ruolo di «Polo Regionale della<br />
Moda Femminile». Con due punti<br />
di forza: il «Museo del Tessile e<br />
dell’Abbigliamento», comprendente<br />
i beni della casata Aldobrandini<br />
e le collezioni di abiti donate da<br />
Fausto Sarli e da Tullia Passerini<br />
Gargiulo, e il centro per la valorizzazione<br />
della tradizione e della<br />
cultura connesse alla moda e al<br />
costume napoletani (corsi, master,<br />
esposizioni etc.). Nel cda sono<br />
rappresentati Comune, Regione,<br />
Curia, Università Federico II e<br />
Università di Salerno: il nuovo<br />
direttivo è presieduto da Giulia<br />
Parente, assistita dai consiglieri<br />
Ida Fornario, Bruno De Maria,<br />
Antonella Oliveti del Castillo,<br />
Mons. Ugo Dovere, Elvira Russo, e<br />
Raimondo Pasquino.<br />
magazine<br />
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QUARTIERISSIME <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 8<br />
Grenoble, porte aperte sulla Francia<br />
CULTURA. Fondato nel 1919, l’istituto di via Crispi non è solo scuola di lingua,<br />
ma anche centro d’incontro e di scambi artistici. Ricco il carnet di appuntamenti<br />
ANTONELLA CARLO<br />
Continua il nostro viaggio tra<br />
gli istituti culturali del quartiere<br />
Chiaia. Seconda puntata:<br />
Istituto Grenoble. A febbraio<br />
2007 il Goethe Institut.<br />
Le origini del mondo, tra natura<br />
ed archeologia, fotografia<br />
e documentario. Le indagini<br />
giornalistiche sull'Italia<br />
di Berlusconi e i cambiamenti<br />
nella nostra politica negli ultimi<br />
cinquanta anni. Le immagini<br />
suggestive e chic, che testimoniano<br />
“le goût de Naples,<br />
le goût de Capri, le goût de Rome”:<br />
così si può viaggiare, in<br />
pochi scatti, tra mondanità ed<br />
analisi sociologica. Il programma<br />
di eventi proposto dal Grenoble<br />
è davvero senza confini<br />
ed abbraccia, a trecentosessanta<br />
gradi, diverse espressioni artistiche:<br />
la politica culturale<br />
adottata dalla direttrice Danièle<br />
Rousselier (nella foto) si<br />
colloca, perfettamente, nel progetto<br />
«Porte aperte», realizzato<br />
dagli istituti stranieri a Napoli.<br />
«Non vogliamo definirci, in modo<br />
unilaterale, come scuola di<br />
lingua, ma piuttosto come centro<br />
di incontro e di dibattito.<br />
Puntare sull'arte è la strategia<br />
giusta per rivalutare una città<br />
contraddittoria, che sta attraversando<br />
un momento sociale<br />
difficile: noi del Grenoble siamo<br />
forse avvantaggiati, perché<br />
abbiamo radici molto profonde<br />
nel territorio», dice Danièle<br />
Rousselier.<br />
Ed, infatti, l'istituto di francese<br />
ha una lunga ed autorevole storia:<br />
fondato nel 1919, all'indomani<br />
della prima guerra mondiale,<br />
dall'Università di Grenoble,<br />
si sviluppò come una parallela<br />
e distaccata sede accademica.<br />
Negli anni Trenta, l'Institut<br />
Français de Naples venne<br />
spostato dal centro storico a via<br />
Crispi: da allora sino ad oggi, in<br />
questo splendido palazzo, generazioni<br />
di alunni salgono<br />
2000 le firme raccolte. E una<br />
nuova sfida: la sosta gratuita<br />
uno scalone bianco e luminoso<br />
per studiare la lingua e la cultura<br />
di Molière e Baudelaire, di<br />
Verlaine e Prévert. Un grande<br />
spazio (cinematografico e teatrale)<br />
offre accoglienti pareti e<br />
comode poltrone per conferenze,<br />
proiezioni, dibattiti,<br />
mentre le aule destinate alle lezioni<br />
si affacciano su riposanti<br />
e silenziosi angoli di verde.<br />
Scommettendo sul prestigio<br />
del proprio ruolo culturale ed<br />
istituzionale, il Grenoble non si<br />
ferma mai e propone una carrellata<br />
di appuntamenti colorati<br />
ed intriganti sin dai primi<br />
giorni del 2007: si ricomincia,<br />
MOVIMENTO PARCHEGGI A <strong>CHIAIA</strong> DEGRADO URBANO<br />
Il Movimento Parcheggi a Chiaia<br />
coglie al volo l'assist offerto dalla<br />
recente sentenza della Corte di Cassazione<br />
sul tema sosta. La disposizione<br />
annulla le multe comminate agli<br />
automobilisti che hanno parcheggiato,<br />
senza pagare, sulle strisce blu,<br />
motivando la decisione con la mancanza<br />
di aree di sosta gratuita (strisce<br />
bianche) nei dintorni. Passa,<br />
dunque, il principio della presenza<br />
obbligatoria in centro di zone di<br />
sosta gratuite, peraltro ribadito dal<br />
codice della strada. Sicchè, accanto<br />
alla nostra priorità numero uno<br />
(parcheggi sotterranei a Chiaia),<br />
affianchiamo anche l'obiettivo di<br />
rivendicare per il quartiere un'adeguata<br />
quota di strisce bianche. Ci<br />
sintonizziamo così sul governo della<br />
Municipalità 1, subito schieratosi lo<br />
scorso 9 gennaio. Secondo la presidenza<br />
di quartiere, da anni il Comune<br />
non istituisce aree di sosta gratuita<br />
in rapporto a quelle a pagamento».<br />
E l'assessore municipale alla<br />
Mobilità, Alfonso Brancaccio, insieme<br />
al presidente della Commissione<br />
Mobilità Mario Mele, ha già elaborato<br />
un progetto in merito che sarà<br />
sottoposto all’amministrazione<br />
comunale chiamata a farsi carico del<br />
problema e a fornire risposte secondo<br />
i dettami di legge.<br />
Per capire quanto sia elevata l’emergenza<br />
basti pensare che solo a Chiaia<br />
le richieste di sosta da parte dei<br />
residenti sono 11mila, mentre vi<br />
sono soltanto 5500 stalli in strisce<br />
blu.<br />
Intanto Chiaia Magazine raccoglie<br />
consensi e riscontri dei lettori sull’inchiesta<br />
dedicata ai progetti messi<br />
in campo dalle professionalità napoletane<br />
per realizzare parcheggi<br />
interrati nel territorio di Chiaia. In<br />
questo senso il mensile ribadisce la<br />
massima ospitalità ad ospitare nuove<br />
idee e nuovi contributi.<br />
Per la fine di febbraio, poi, sarà<br />
consegnata all'assessore al traffico<br />
Gennaro Mola una petizione per i<br />
parcheggi interrati in zona (per ora<br />
quasi 2000 le firme).<br />
dopo le vacanze natalizie, il 17<br />
gennaio con un dibattito sulla<br />
galanteria italiana e francese,<br />
interpretata alla luce di film,<br />
libri, fotografie. Da non perdere,<br />
il 29 gennaio ed il 26 febbraio,<br />
i concerti dell' “Appalachian<br />
Ensemble”, con la direzione<br />
di Aldo De Vero: in programma<br />
prima Bridge, Mozart,<br />
Bernstein, Copland, poi Crumb<br />
e Carter.<br />
Riflettori puntati, per questo<br />
nuovo anno, sui grandi fotografi<br />
d'oltralpe: “Les origènes”<br />
surreali ritratte da Claude-<br />
Charles Mollard si potranno intrecciare<br />
con le immagini di<br />
Napoli immortalate dall'obiettivo<br />
di Martine Voyeux. Dall'arte<br />
alla letteratura, dalla letteratura<br />
all'arte, dalla sociologia<br />
all'economia, dall'economia alla<br />
sociologia: la presenza, il 12<br />
febbraio, dello scrittore Marc<br />
Lazar costituirà un'altra, atipica<br />
prospettiva sulle distonie dei<br />
nostri tempi. «Analizzando le<br />
iscrizioni, anno dopo anno,<br />
possiamo dire di avere sempre<br />
bilanci positivi», dice Danièle<br />
Rousselier. «Il segreto del successo?<br />
Qui si parla di Napoli e<br />
di Parigi, dell'Albania e della<br />
Tunisia, dei quartieri spagnoli<br />
e delle banlieues: diverse culture,<br />
diverse lingue, ma con<br />
anime e sensibilità affini».<br />
2. Continua<br />
Sei livelli per imparare<br />
il francese, sei gradini<br />
che testimoniano la<br />
progressione da una<br />
conoscenza base della<br />
lingua ad una sua<br />
padronanza completa:<br />
si parte, con lezioni di<br />
carattere intensivo o<br />
generale, dall’A1 per<br />
arrivare al C2. Tra i<br />
corsi, incentrati su<br />
moduli semestrali, la<br />
possibilità di sostenere<br />
esami riconosciuti dal<br />
Consiglio d’Europa:<br />
sono il DELF ed il DALF,<br />
diplomi che accertano il<br />
grado di comprensione<br />
ed espressione, orale e<br />
scritta, di ciascun candidato.<br />
Nessun limite<br />
d’età è fissato per chi<br />
voglia studiare il francese:<br />
per i bambini e per<br />
gli adulti, il Grenoble<br />
prospetta una gamma<br />
variegata di corsi, basati<br />
sulla moderna ed aggiornata<br />
metodologia<br />
didattica del Français<br />
Langue Etrangère.<br />
Via Chiatamone, quel pannello<br />
degli orrori da smantellare<br />
Continua a Chiaia la battaglia contro<br />
i cartelloni pubblicitari fatiscenti.<br />
Dopo la rimozione del pannello degli orrori<br />
alle Rampe Brancaccio, la nuova sfida<br />
della Municipalità 1 è ripulire via<br />
Chiatamone (nella foto). Tra i più attivi e<br />
ostinati contro la cartellonistica degradata<br />
c’è Diego D’Alessio (Napoli 10), presidente<br />
della Commissione Attività Produttive.<br />
«Dopo la rimozione dell’enorme<br />
e indegno pannello delle Rampe Brancaccio<br />
- dice D’Alessio - ho già segnalato<br />
al presidente Chiosi gli inguardabili cartelloni<br />
che campeggiano, ormai da<br />
troppo tempo, a via Chiatamone». Ma<br />
qual è l’iter per smantellare la tabellonistica<br />
indecorosa? «Il presidente della<br />
Municipalità gira la segnalazione al servizio<br />
della Polizia Amministrativa - spie-<br />
CORSI<br />
ED ESAMI<br />
ga D’Alessio - che, a sua volta, la passa<br />
alla Elpis, la società che gestisce le attività<br />
del settore pubblicità e delle pubbliche<br />
affissioni nel Comune di Napoli.<br />
A questo punto scatta la verifica della Elpis<br />
che, se lo ritiene opportuno, chiama<br />
in causa la squadra rimozione. Ovviamente<br />
ogni azione di smantellamento<br />
deve essere comunicata ai vigili urbani.<br />
Purtroppo può capitare che la segnalazione<br />
rimanga ferma alla Polizia Amministrativa.<br />
In questo caso due sono le<br />
strade: aspettare, rischiando che la pratica<br />
finisca nel dimenticatoio oppure<br />
attivarsi e chiamare in causa direttamente<br />
la Elpis». Quest’ultima strada è<br />
quella che ho seguito per velocizzare la<br />
procedura di rimozione del pannello<br />
delle Rampe Brancaccio».
L’INTERVISTA <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 9<br />
Scalera: «Il mio omaggio a Moscati»<br />
L’INIZIATIVA. Il presidente dei medici napoletani presenta il numero speciale<br />
del bollettino dell’Ordine dedicato alla figura del santo. In arrivo il film su Rai 1<br />
Medico e anche santo: irripetibile<br />
e miracolosa<br />
la doppia dimensione di<br />
Giuseppe Moscati. Natali beneventani,<br />
napoletano d’adozione,<br />
il medico santo è<br />
una straordinaria bandiera<br />
per la classe medica partenopea<br />
di cui è punto di riferimento<br />
professionale, etico<br />
e spirituale: sono, ad esempio,<br />
migliaia i medici, napoletani<br />
e non, e i pellegrini<br />
che, in occasione delle ricorrenze<br />
in onore di Moscati,<br />
affollano la Chiesa del Gesù<br />
Nuovo che custodisce le<br />
spoglie del santo.<br />
Un concreto gesto di devozione<br />
per la figura del professore<br />
che coniugò fede e<br />
scienza, fino a diventare il<br />
santo di tutti, ha voluto allora<br />
firmarlo Giuseppe Scalera<br />
(nella foto), presidente<br />
dell’Ordine dei Medici di Napoli<br />
e Provincia, animatore a<br />
dicembre di uno speciale dedicato<br />
a Moscati sul bollettino<br />
dell’Ordine dei Medici<br />
partenopei. L’iniziativa monografica,<br />
collegata ai festeggiamenti<br />
dedicati a Moscati,<br />
ha rappresentato, nelle<br />
intenzioni del presidente<br />
dei medici, «un regalo dell’Ordine<br />
ai suoi iscritti».<br />
«Un piccolo evento, nato da<br />
un atto d’amore», si illumina<br />
Scalera. Vita, professione,<br />
rapporti, commenti: il ritratto<br />
del Santo, articolato a<br />
‘<br />
L’anteprima del tv-movie sulla vita di Moscati<br />
sarà proiettata nell’auditorium della sede<br />
dell’Ordine dei Medici in piazza Torretta.<br />
360 gradi, si snoda in una<br />
trentina di pagine, alimentato<br />
da uno scrupoloso lavoro<br />
documentale. Insomma<br />
un piccolo saggio, nato tra<br />
stanze e corridoi della sede<br />
dell’Ordine in piazza Torretta,<br />
nel cuore di Chiaia,<br />
nel quale ad esempio spicca<br />
la storia importante del rapporto<br />
tra Giuseppe Moscati<br />
ed Enrico Caruso: «Il bollettino<br />
- spiega Scalera - è riuscito<br />
a recuperare la significativa<br />
vicenda umana che<br />
vide il medico diagnostica-<br />
re per primo la fatale malattia<br />
del grande tenore».<br />
Uno slancio riconoscente<br />
quello dell’Ordine nei confronti<br />
di Giuseppe Moscati<br />
che, tuttavia, non si esaurisce<br />
tra le pagine della pubblicazione<br />
professionale.<br />
Scalera, scortato dal consenso<br />
e dalla collaborazione<br />
dei colleghi e degli iscritti, si<br />
è adoperato anche su altri<br />
versanti per un giusto tributo<br />
al medico santo, soprattutto<br />
in previsione delle<br />
imminenti celebrazioni per<br />
l’ottantesimo anniversario<br />
della morte di Moscati (12<br />
aprile): ai responsabili Rai,<br />
qualche tempo fa, il presidente<br />
ha efficacemente rappresentato<br />
l’attenzione dei<br />
medici napoletani verso l’eccezionale<br />
figura del medico<br />
canonizzato nel 1987.<br />
Immediata la sintonia di intenti,<br />
il risultato è, adesso,<br />
un tv-movie in 2 puntate,<br />
prodotto da Raiuno, sulla vita<br />
del medico: la fiction,<br />
scritta e diretta da Giacomo<br />
Campiotti (il giovane regista<br />
già autore di film come:<br />
«Mai più come prima e «Come<br />
due coccodrilli»), è interpretata<br />
da Beppe Fiorello<br />
e Antonella Stefanucci.<br />
Le riprese, concluse a dicembre,<br />
sono state effettuate<br />
a Cosenza (dove è stata ricostruita<br />
una ottocentesca<br />
via Cisterna dell’Olio con la<br />
dimora di Moscati) e a Napoli<br />
(via Tribunali, il Gesù<br />
Nuovo, Villa Pignatelli etc.).<br />
Nel montare, inoltre, il telaio<br />
storico e umano della<br />
narrazione si è rivelato prezioso<br />
il patrimonio di foto<br />
d’epoca, messo a disposizione<br />
dai medici partenopei. Il<br />
film andrà in onda tra breve<br />
sulla rete ammiraglia della<br />
Rai: e «l’ anteprima - anticipa<br />
Scalera - sarà proiettata<br />
nell’auditorium della sede<br />
dell’Ordine in piazza Torretta».<br />
QUANDO IL SANTO SCOPRÌ<br />
LA MALATTIA DI CARUSO<br />
Ricco e da collezione il numero<br />
speciale del bollettino dell’Ordine<br />
dei Medici di Napoli e Provincia<br />
(vedi copertina), tutto incentrato<br />
sulla vita e le opere di Giuseppe<br />
Moscati. Gli autori della pubblicazione,<br />
con un notevole lavoro<br />
d’archivio, hanno recuperato<br />
testimonianze ed episodi inediti o<br />
dimenticati sul medico santo.<br />
Critico ed appassionato, ad esempio,<br />
l’intervento di Moscati nel<br />
dibattito sul piano regolatore di<br />
Napoli del 1919. Suggestiva la<br />
narrazione del suo rapporto con il<br />
luminare Antonio Cardarelli.<br />
Ampio spazio, infine, è dedicato<br />
alla vicenda umana e professionale<br />
che vide incrociarsi le parabole<br />
di vita del medico con il tenore<br />
Enrico Caruso. Moscati gli diagnosticò<br />
esattamente il tumore, ma<br />
ormai era troppo tardi.
DIARIO DELLA MUNICIPALITÀ 1 <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 10<br />
Chiosi-opposizione, contesa sui rom<br />
IL CASO. Nomadi a Chiaia: il presidente li sgombera perché molesti e senza regole<br />
Il centrosinistra insorge: «Sono poveri disperati, atto di forza controproducente»<br />
Rom a Chiaia. Sono loro, i nomadi<br />
sparsi per il quartiere,<br />
l’oggetto della contesa che sta divampando<br />
nella Municipalità 1.<br />
Un conflitto a colpi di comunicati,<br />
interrogazioni e scontri in<br />
aula, con due contendenti: il<br />
centrodestra, che amministra il<br />
quartiere, e il centrosinistra all'opposizione.<br />
Ad innescare lo<br />
scontro politico l'azione di sgombero,<br />
condotta a dicembre contro<br />
un gruppo di rumeni insediatisi<br />
in una grotta del Monte<br />
Movida nella zona di via Belledonne (e<br />
dintorni) e in quella dell'Ascensione. Riecco<br />
il caos. Con le feste, se ne sono andati<br />
via anche i dispositivi di traffico e di controllo<br />
che avevano assicurato un buon<br />
compromesso tra esigenze dei residenti<br />
da una parte e dei frequentatori ed esercenti<br />
del by night dall'altra. Così il malumore<br />
degli abitanti è arrivato al presidente<br />
Chiosi e all'assessore municipale al<br />
Divertimento Notturno, Alfonso Brancaccio.<br />
Ecco le loro soluzioni: proposta di<br />
vietare alle auto i vicoli tra via Fiorelli e<br />
piazza dei Martiri e la zona dell'Ascensione<br />
dal giovedì alla domenica, fino alle<br />
4 del mattino; richiesta di presidii contro<br />
sosta selvaggia e per l'ordine pubblico nel-<br />
Echia: iniziativa voluta dal presidente<br />
Fabio Chiosi e concretizzata<br />
dalle forze dell'ordine. Attacca<br />
Chiosi: «Queste persone,<br />
spesso ubriache o violente, non<br />
possono appropriarsi degli spazi<br />
pubblici per viverci. A Monte<br />
Echia c'erano anche minori utilizzati<br />
per raccogliere elemosine.<br />
Tra i rom anche un ricercato<br />
che è stato arrestato. Si è proceduto<br />
ad analoghe operazioni a<br />
via Fedro e largo Sermoneta».<br />
Dissenso frontale del centrosi-<br />
CAOS MOVIDA<br />
Operazione «notte tranquilla»<br />
MUNICIPALITÀ ON LINE<br />
Comune di Napoli on line. Sul sito<br />
ufficiale del municipio partenopeo<br />
(www.comune.napoli.it ) è stata<br />
inaugurata una sezione che è dedicata<br />
alle 10 Municipalità cittadine. E<br />
così ogni Municipalità sta provvedendo<br />
a riempire il proprio spazio con<br />
una scheda in cui siano indicati tutti<br />
i dati più importanti (ubicazione del<br />
governo di quartiere, nominativi del<br />
presidente, del suo vice e degli assessori<br />
di quartiere, il nome del dirigente<br />
amministrativo, e tutti i relativi<br />
recapiti telefonici e di posta elettronica).<br />
Finora, però, l'unica Municipalità<br />
ad aver portato a termine il compito,<br />
battendo sul tempo tutte le altre, è<br />
quella di Chiaia-Posillipo-San Ferdinando<br />
che già da adesso mette il<br />
nuovo servizio a disposizione dei suoi<br />
cittadini. Istruzioni per l'uso: una<br />
volta raggiunto il sito del Comune di<br />
Napoli (vedi sopra), per accedere alla<br />
scheda della Mun. 1 occorre cliccare<br />
su «Il Comune», poi su «Le Municipalità»,<br />
infine su «Chiaia-Posillipo-San<br />
Ferdinando». Il lavoro è stato condotto<br />
egregiamente dal dirigente amministrativo<br />
della Municipalità 1, Angelo<br />
Sacco (nella foto con Chiosi)<br />
nistra, e replica aspra del consigliere<br />
Francesco Esposito (Verdi):<br />
«Il metodo repressivo di Chiosi<br />
offre solo soluzioni di facciata<br />
e si limita a spostare il problema<br />
da un punto all'altro della città.<br />
I nomadi non possono certo sparire:<br />
occorre invece monitorarli,<br />
studiare ogni caso e offrire soluzioni<br />
abitative alternative. Monte<br />
Echia, piuttosto, è una piazza<br />
di spaccio in una zona alla deriva.<br />
Perché Chiosi, invece di perseguitare<br />
i disperati, non si oc-<br />
le aree suddette;<br />
decollo<br />
di «Chiaia notes»,<br />
progetto<br />
di aggregazionegiovanile<br />
ideato da<br />
Brancaccio<br />
per collegare<br />
tra loro i club<br />
della zona;<br />
proposta di<br />
creazione di<br />
uno sportello unico a disposizione dei locali<br />
della movida per agevolazioni amministrative;<br />
vigilanza stretta su sovraffollamento<br />
e irregolarità.<br />
BREVISSIME<br />
TACCUINO ASSEMBLEARE<br />
A dicembre il Consiglio della Municipalità 1 si è riunito 3 volte. Seduta<br />
del 5.12: approvati un ordine del giorno contro chiusura Commissariato<br />
Posillipo e una delibera per regolamento sulle pari opportunità<br />
( 7 assenti: 3 di magg. e e 4 di opp.). Seduta del 7.12: approvati<br />
un ordine del giorno su recupero di piazza Di Giacomo e una delibera<br />
su recupero di vico Santo Spirito di Palazzo (6 assenti: 3 di<br />
magg. e 3 di opp.). Seduta del 12.12: discussione su sito della Gaiola e<br />
incontro col responsabile Asìa (8 assenti: 5 di magg. e 3 di opp.).<br />
COMMISSIONE MANUTENZIONE: L’AGENDA<br />
I lavori di gennaio della Commissione Manutenzione della Mun. 1 (presidente<br />
Francesco de Giovanni). Si è già discusso dei problemi di vico<br />
S. Maria Apparente e di salita S. Carlo alle Mortelle. Ed è stato inviato<br />
il Servizio Fognature per intervenire su caditoie ostruite nel<br />
quartiere. In agenda: il 17 si discute dei problemi dell'illuminazione<br />
publica., il 24 della riqualificazione di via Bausan con invio del Serv.<br />
Arredo Urbano, il 26 si verifica l'installazione dei dissuasori di sosta<br />
in vico Vasto e via Vettriera, il 31 si vagliano le richieste d'intervento<br />
giunte dai cittadini.<br />
GALLERIA UMBERTO, CHIUSO SPORTELLO PER DISABILI<br />
Galleria Umberto I: chiuso lo sportello per i portatori di handicap. Avvertito,<br />
si è attivato il presidente Chiosi: «Ho subito reclamato preso<br />
la direzione delle Poste Italiane, chiedendo la riapertura immediata.<br />
Se il problema non sarà risolto, mi rivolgerò ad altre sedi»<br />
RIQUALIFICAZIONE STRADE, CANTIERI AL PALO<br />
Capitolo interventi di riqualificazione urbana delle strade di Chiaia.<br />
Resta, per adesso, ancora sulla carta la sbandierata agenda dei lavori<br />
di manutenzione. Un mese fa erano stati annunciati interventi, già<br />
appaltati e finanziati, nei tre punti di piazza Amedeo, via Carducci<br />
e via Martucci: apertura progressiva dei cantieri subito dopo Natale,<br />
s'era detto. A gennaio ormai inoltrato la situazione è al palo.<br />
Un secondo blocco di interventi, già muniti di copertura finanziaria<br />
ma non ancora appaltati, è previsto entro il 2007 in via Filangieri,<br />
via dei Mille, via Colonna, via Bausan, vico Vasto a Chiaia, largo Vasto<br />
a Chiaia, via Nisco, salita Ventriera e via Torelli. Su questo versante<br />
non ci sono ancora notizie circa l'assegnazione degli appalti.<br />
Intanto giace ancora in prefettura per i controlli di rito l’appalto relativo<br />
all’atteso restyling della zona di Santa Caterina da Siena.<br />
Sull'intero pacchetto di opere il governo della Municipalità 1 è chiamato<br />
a vigilare severamente.<br />
cupa di problemi seri come sicurezza<br />
e riqualificazione della<br />
Municipalità?». La sinistra, inoltre,<br />
censura Chiosi per il suo atteggiamento<br />
personalistico. Di<br />
sicuro spazi idonei all'accoglienza<br />
non ne esistono. Lo dice<br />
Chiosi, girando l'emergenza al<br />
Comune. Lo dice anche la sinistra<br />
che aggiunge: «Noi su questo<br />
almeno ci stiamo lavorando, insieme<br />
con l'Opera Nomadi e la<br />
Provincia di Napoli». La questione<br />
resta aperta.<br />
ALLARME CROLLI<br />
Controlli a tappeto sulle scuole<br />
Dopo l'allarme suscitato dal crollo del cornicione della scuola De Amicis in via Santa<br />
Teresa a Chiaia, dove si è sfiorata la tragedia, il presidente Chiosi, il vicepresidente<br />
Maurizio Tesorone e il presidente della Commissione Scuola Alberto Pierantoni<br />
riportano l'attenzione sul fatto che i lavori pubblici di recupero e messa<br />
in sicurezza effettuati sul territorio sono condotti in economia ed eseguiti male:<br />
ciò in conseguenza degli eccessivi ribassi d'asta che caratterizzano gli affidamenti.<br />
Sul piano operativo, inoltre, i 3 amministratori della Mun. 1 hanno chiesto al<br />
Servizio Tecnico Municipale e ai Vigili del Fuoco di procedere ad un monitoraggio<br />
di tutte le scuole del quartiere ed hanno, poi, sollecitato l'assessore comunale alla<br />
Pubblica Istruzione/Edilizia Scolastica, Giuseppe Gambale, ad indagare sulle opere<br />
di messa insicurezza già portate a termine sugli edifici scolastici del territorio.<br />
LA «SCOPERTA» DI MARCO ROSSI-DORIA<br />
Noi lo scriviamo da tempo, il maestro di strada ci torna sopra. E tuona su<br />
Repubblica (9 genn.): i poteri delle Municipalità sono «minimi»; non ci sono<br />
risorse economiche; i presidenti «non hanno potere reale»; i consiglieri<br />
fanno troppe riunioni e costano caro; la gente è esclusa dalle decisioni.
LAURA COCOZZA<br />
era un tempo in cui l'intel-<br />
C’ lighenzia italiana trascorreva<br />
ore a ragionare seduta ai tavolini<br />
di un bar. La voluttà di un<br />
caffè, di un thè, di un pasticcino,<br />
di un sorso di liquore o di birra<br />
faceva da soave preludio alle<br />
chiacchiere, ai sussurri, ai silenzi,<br />
agli sguardi insistenti e alle<br />
occhiate distratte, ai conciliaboli,<br />
alle poesie e ai progetti. A volte,<br />
persino ai complotti. Ozio<br />
creativo e noia epicurea convivevano<br />
senza intralciarsi in quei<br />
luoghi che simbolicamente, tra<br />
l’ ‘800 e il ‘900, vennero battezzati<br />
«Caffè letterari», perchè legati<br />
a scrittori, poeti e artisti che<br />
in essi si riunivano, lasciando<br />
tracce del loro passaggio.<br />
Questi luoghi oggi, nel Belpaese,<br />
sono come gli highlanders: ne sopravvivono<br />
pochissimi, forse ne<br />
resterà solo uno. E chissà che<br />
«l'ultimo immortale» non sarà<br />
proprio il Gran Caffè Gambrinus<br />
di Napoli, gioiello incastonato<br />
a Chiaia, meta obbligata di<br />
turisti e presidenti della Repubblica.<br />
Nato dal fervore creativo e<br />
dalle cospicue risorse di don Mariano<br />
Vacca (singolare personaggio<br />
a metà strada tra imprenditore<br />
e mecenate) con la<br />
dichiarata intenzione di raccogliere<br />
nelle proprie sale gli intellettuali<br />
cittadini e meridionali,<br />
il Gran Caffè Gambrinus<br />
viene inaugurato il 3 novembre<br />
del 1890. Il nome del locale concilia<br />
al proprio interno il caffè,<br />
nera bevanda mediterranea, e la<br />
birra, bionda bibita nordica inventata,<br />
secondo la tradizione,<br />
da un leggendario re germanico<br />
di nome Gambrinus. Nelle sue<br />
sale, realizzate da circa 40 tra<br />
scultori e pittori, si affollano artisti<br />
e poeti come Di Giacomo,<br />
Dalbono, Gemito, Murolo, Bovio<br />
e D'Annunzio, politici come Crispi,<br />
Labriola e Miraglia e nobili<br />
come i Filangieri, i Salazar, i Sirignano,<br />
i Caracciolo, i Pignatelli.<br />
Oggi il profumo dei caffè e dei<br />
dolci lambisce ancora le opere a<br />
parete di Volpe, Irolli, Pratella,<br />
Casciaro, Caprile e Postiglione,<br />
invitando il passante a fermarsi<br />
e a godere, soprattutto nell'ora<br />
pomeridiana, di quell'atmosfera<br />
quasi rarefatta. Magari in compagnia<br />
di un buon libro. Complice,<br />
da qualche mese, l'apertura<br />
poco distante, sotto i portici<br />
di Piazza del Plebiscito, della<br />
libreria Treves.<br />
E se il Gambrinus coltiva fieramente<br />
la tradizione, altrove a<br />
Chiaia si fanno strada indirizzi<br />
di nuova generazione. La filosofia<br />
è la stessa ma la forma è quella<br />
del «book bar»: un mix tra luogo<br />
di intrattenimento alla moda,<br />
caffè e salotto di casa. Ci si ritrova<br />
per incontrare gli amici o<br />
per spulciare un libro, per ascoltare<br />
uno scrittore o semplice-<br />
chiaiamagazine<br />
SAPERVIVERE<br />
SOCIETÀ • COSTUME • RELAX • MOVIDA • EVENTI • CURIOSITÀ<br />
Libri, musica e drink: arriva il book bar<br />
LA TENDENZA. Dal Nàis al nuovissimo Penguin, i caffè letterari tornano di moda<br />
Piacevoli, tecnologici e con librerie a vista: cinema e poesia tra i generi più amati<br />
mente buona musica, davanti<br />
ad un drink, ad un pranzo o una<br />
cena veloce. È l'ultima tendenza<br />
in tema di locali: da Milano a Roma<br />
a Palermo, ha attecchito un<br />
po' ovunque, in Italia, ma ha come<br />
antesignano il «The Library<br />
Cafè» di New York, situato tra la<br />
Sessantaduesima e la Seconda.<br />
Il bar dei libri di Piazza dei Martiri<br />
è, invece, quello situato all’interno<br />
della libreria Feltrinelli,<br />
affidato in gestione ad Augustus,<br />
e diventato un luogo di<br />
A sinistra: la copertina del libro «Le ore» consigliato da Diego Nuzzo («Penguin<br />
Cafè»). Sopra: interno del «Nàis», il book bar di via Ferrigni.<br />
ritrovo non solo per bibliofili. All'ora<br />
di pranzo è molto frequentato<br />
dai professionisti che lavorano<br />
in zona e che approfittano<br />
della pausa per godersi un momento<br />
di relax sfogliando una<br />
rivista davanti ad un panino, un<br />
rustico e una macedonia di frutta,<br />
lontano dai rumori della strada.<br />
Molto gettonato, oltre al caffè,<br />
anche il tè pomeridiano con<br />
i pasticcini. La lettura più adeguata<br />
in questi casi? Luigi Morra,<br />
dirigente di area La Feltri-<br />
nelli, non ha dubbi: un buon libro<br />
di poesie. «Penso a “La voce<br />
a te dovuta di Pedro Salinas - dice<br />
Morra - oppure a “La verità vi<br />
prego sull'amore” di W.H. Auden.<br />
O, altrimenti, un bel libro<br />
sulla Patagonia di Bruce Chatwin,<br />
per viaggiare con la fantasia».<br />
Poco distante dalla piazza, in via<br />
Ferrigni, libri, bar e punti di consultazione<br />
on line situati ad ogni<br />
tavolo: è il Nàis, un nome giocato<br />
sulla pronunzia dell'inglese<br />
nice (carino). E che si traduce, nei<br />
fatti, in nice moment, nice music,<br />
nice gallery. Aperto dalle 11<br />
del mattino a poco dopo mezzanotte,<br />
il bar «carino» offre un<br />
ambiente accogliente come un<br />
vero salotto e le possibilità di incontro<br />
di un locale trendy. La<br />
mattina e il pomeriggio funziona<br />
come light bar, dove sorseggiare<br />
il proprio caffè controllando<br />
magari la posta elettronica<br />
dal proprio portatile o scegliendo<br />
uno dei libri sugli scaffali.<br />
Il gestore, Pietro De Matteo,<br />
consiglia tra gli altri, «L'anno che<br />
doveva cambiare l'Italia» di Claudio<br />
Velardi, oppure «D'onde radio»<br />
di Raffaele D'Avanzo. La sera<br />
il locale si trasforma in vero e<br />
proprio luogo di intrattenimento,<br />
con le degustazioni di rum e<br />
i cocktail preparati dalle mani<br />
esperte del barman Marco e le<br />
presentazioni di cd di etichette<br />
indipendenti e di pittori napoletani<br />
emergenti, le cui opere restano<br />
poi in esposizione per uno<br />
o due mesi, come in una galleria<br />
d'arte. L'ultimo happening di<br />
gennaio ha avuto per tema il calendario<br />
2007 «365 nàis moment»,<br />
realizzato da Toni di Pace,<br />
in cui 12 ragazze e ragazzi,<br />
abituali frequentatori del locale,<br />
hanno posato per il calendario,<br />
vestiti dallo stilista Alessio<br />
Visone.<br />
Ultimo in ordine di tempo tra i<br />
book bar è il Penguin Cafè di via<br />
Santa Lucia, aperto dal martedì<br />
al sabato dalle 12 alle 15 e dalle<br />
19 alle 24 e il lunedì solo a pranzo.<br />
Qui la lettura è tematica, poichè<br />
la libreria è tutta dedicata al<br />
cinema, e si accoppia soprattutto<br />
al vino e a degustazioni di affettati,<br />
formaggi, piatti freddi e<br />
torte della nonna.<br />
Gli accostamenti più indicati secondo<br />
Diego Nuzzo, proprietario<br />
del moderno wine bar assieme<br />
a Stefano Rapillo ed Elio<br />
Pandolfi, potrebbero essere la<br />
nuova biografia di Cary Grant<br />
edita da Marsilio da leggere sorseggiando<br />
un Sauvignon Doc St.<br />
Magdalena freddo, e certamente<br />
«Le Ore» di Michael Cunningham,<br />
vincitore nel 1999 del premio<br />
Pulitzer, dal quale è stato<br />
tratto il film «The Hours» che ha<br />
portato un Oscar a Nicole Kidman.<br />
Da leggere bevendo un calice<br />
di Ripassa Della Valpolicella<br />
Zenato.<br />
Per i nottambuli e gli amanti del<br />
jazz, infine, c’è il Chiatamoon<br />
book and jazz cafè di via Chiatamone,<br />
una libreria notturna<br />
con oltre trecento titoli disponibili.<br />
Anche qui si beve, si chiacchiera,<br />
si legge, ci si connette ad<br />
internet. Divani bassi, pouf e tavolini,<br />
la grande libreria di legno,<br />
citazioni leggendarie dietro<br />
il bancone e, all’ingresso, un<br />
vespino da collezione. Un post<br />
serata avvincente tra musica,<br />
cultura e drink.
ARTE&AFFARI <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 12<br />
OSCAR MEDINA<br />
Il rischio, il denaro, la fama, a<br />
volte il cinismo: tra le luci di<br />
molte ribalte e le ombre di<br />
qualche illusione, tra talenti<br />
veri o prefabbricati, si aggirano<br />
i missionari dell’estro<br />
contemporaneo. Lo fanno per<br />
fede, o per business, o per<br />
entrambe le cose. Costruendo<br />
carriere: le proprie e quelle<br />
degli artisti che amano. E a<br />
Napoli non fanno eccezione: in<br />
città i galleristi che governano<br />
l’arte, ma anche gli enfant<br />
prodige del mestiere, si concentrano<br />
a Chiaia. Guru e<br />
matricole promettenti che<br />
fanno tendenza e hanno molto<br />
da dire.<br />
ALFONSO ARTIACO<br />
A Napoli è tra i senatori dell’arte contemporanea:<br />
la sua galleria in piazza<br />
dei Martiri 58 è crocevia di rigore<br />
per le griffes nazionali e internazionali<br />
dell’avanguardia artistica. Con<br />
la creatività moderna Alfonso Artiaco<br />
da 20 anni ha stretto un patto di<br />
ferro: il suo primo spazio lo inaugurò<br />
a Pozzuoli nell’’86 e da poco ha festeggiato<br />
il ventennale dell’attività.<br />
1. Nel mio caso escludo un ruolo da<br />
pierre. Se poi per talent scout si intende<br />
uno che cerca la qualità dell’arte<br />
per offrirla a persone che nutrono<br />
la stessa passione, allora sono un talent<br />
scout.<br />
2. Artisti: personaggi difficili per de-<br />
ALFONSO<br />
1<br />
finizione. Sono ipersensibili: occorre<br />
saper aspettare i loro tempi.<br />
3. Fu un fatto divertente, ma anche inquietante.<br />
Anni fa, nella mia galleria<br />
di Pozzuoli, stavamo allestendo la mostra<br />
di un autore tedesco che lavorava<br />
con grossi blocchi di pietra: ci capitò<br />
di notte di dover scaricare da un camion<br />
3 tonnellate di opere.<br />
Un gruppo di balordi iniziò a ostacolarci:<br />
infatti erano convinti che stessimo<br />
rubando gli scogli di corso Napoli.<br />
Per risolvere la situazione ci vollero<br />
ore e l’intervento dei carabinieri.<br />
Compro solo ed esclusivamente opere che mi piacciono.<br />
Vendo molto e vendo bene, faccio tanti soldi.<br />
Ma non acquisto mai pensando a un guadagno futuro.<br />
I più grandi artisti del dopoguerra sono Andy Warhol,<br />
Jackson Pollock e, probabilmente, Damien Hirst.<br />
Charles Saatchi<br />
Il Club dei<br />
GAL<br />
LER<br />
ISTI<br />
4. Gli italiani, i napoletani in particolare,<br />
sono sottostimati e gli anglosassoni<br />
invece sono esaltati.<br />
MIMMO<br />
MIMMO SCOGNAMIGLIO<br />
Nel mestiere s’è fatto le ossa alla corte<br />
di Lucio Amelio, compianto principe<br />
dei galleristi partenopei. Reputazione<br />
di professionista pragmatico<br />
e tenace, Mimmo Scognamiglio,<br />
44 anni, è attivo a Chiaia dal ‘99, con<br />
l’omonima galleria di arte contemporanea<br />
in via Mariano D’Ayala 6.<br />
1. Il gallerista è<br />
più pierre o più<br />
talent scout?<br />
2. Come gestisce<br />
gli artisti?<br />
3. La cosa più<br />
strana che le<br />
è capitata nel suo<br />
lavoro?<br />
4. Gli artisti<br />
sopravvalutati<br />
e quelli<br />
sottovalutati:<br />
che ne pensa?<br />
Tra reticenze e confessioni, i manager dell’arte<br />
raccontano il loro rapporto con gli artisti. Li<br />
giudicano ipersensibili, imprevedibili, fragili,<br />
seri e generosi, ma soprattutto indispensabili.<br />
Firme sopravvalutate? L’argomento è tabù.<br />
2<br />
3<br />
1. Saper gestire la comunicazione è<br />
un elemento indispensabile nel mio<br />
lavoro. Ma amministrare idee e talenti<br />
dà soddisfazioni impagabili. Dalla<br />
mia scuderia creativa sono emersi nomi<br />
le cui opere adesso figurano in collezioni<br />
importanti.<br />
2. L’approccio non facile con l’ego degli<br />
artisti lo affronto con pazienza e<br />
spirito di adattamento. In cambio mi<br />
dànno molto: anche grazie a loro questo<br />
è un mestiere unico.<br />
3. Quella del gallerista è una carriera<br />
movimentata. Le dico l’emozione più<br />
6<br />
LA GALLERIA DEI GALLERISTI<br />
1. Laura Trisorio (Studio Trisorio)<br />
2. Umberto Di Marino (Di Marino Contemporary<br />
Art Gallery)<br />
3. Salvatore Pica (Pica Gallery)<br />
4. Mimmo Scognamiglio (Galleria Mimmo<br />
Scognamiglio.<br />
5. Marco Izzolino (Not Gallery)<br />
6. Alfonso Artiaco (Galleria Alfonso Artiaco)<br />
LE OPERE<br />
In questa pagina: in alto a sinistra particolare<br />
di «Atelier futurista» di Bruno Donzelli.<br />
Nella pagina accanto: in alto «Visions» di<br />
Antonio Adamo; al centro la locandina della<br />
mostra «Visioni» allo Smoking Area; in basso<br />
«Tavolozza Jim Dine» di B. Donzelli.<br />
5<br />
4<br />
intensa: veder lavorare e creare dal vivo<br />
all’inizio degli anni ’90 Jannis Kounellis.<br />
Accadde allo studio Amelio:<br />
Kounellis, a poche ore dall’inaugurazione<br />
di una sua mostra, era davvero<br />
in trance creativa. Per me fu una folgorazione.<br />
4. Artisti sottovalutati e sopravvalutati?<br />
Vecchia storia dell’arte mercatoriale.<br />
Direi piuttosto che ci sono artisti<br />
più sponsorizzati e altri meno: ma nomi<br />
non ne faccio. Ad ogni modo gli<br />
italiani in genere non sono «protetti»:<br />
e proprio tra loro cerco i miei talenti.
ARTE&AFFARI <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 13<br />
Vorrei segnalare, tra i tanti, Maddalena<br />
Ambrosio, Peppe e Lucio Perone,<br />
Alfonso Cannavacciuolo.<br />
LAURA TRISORIO<br />
Lo Studio Trisorio, Riviera di<br />
Chiaia 215, è certamente una tra le<br />
tappe canoniche del circuito galleristico<br />
napoletano. Le redini le impugnano<br />
saldamente Lucia Trisorio<br />
e sua figlia Laura, 33 anni. E<br />
malgrado la giovane età, Laura Trisorio,<br />
17 anni di carriera alle spalle,<br />
è da considerarsi una veterana.<br />
1. Le pubbliche relazioni e la ricerca di<br />
nuovi talenti hanno lo stesso peso. Senza<br />
dubbio, però, è emozionante valorizzare<br />
i creativi emergenti, condividerne<br />
le passioni, lavorarci in comune<br />
nel segno della qualità.<br />
2. Occorre delicatezza perché spesso<br />
gli artisti sono persone persino fragili.<br />
Ma non è una regola fissa: con alcuni<br />
ci si intende subito.<br />
3. In questo mestiere ogni passo si fa<br />
nell’imprevisto e nello straordinario.<br />
4. E’ una querelle antica. Chi è davvero<br />
bravo, però, alla fine si afferma sempre.<br />
La fama di un autore, ad ogni modo,<br />
dipende dall’intero «sistema arte»:<br />
critici, musei, galleristi, collezionisti,<br />
pubblico etc.<br />
LAURA<br />
MARCO IZZOLINO<br />
Al club dei giovani galleristi di<br />
successo Marco Izzolino, 31 anni,<br />
direttore creativo della Not Gallery<br />
di piazza Trieste e Trento 48,<br />
può iscriversi di diritto. Merito della<br />
tenacia, della gavetta e di un valore<br />
aggiunto che non di rado caratterizza<br />
la nouvelle vague partenopea<br />
dei gestori d’arte: l’alta<br />
specializzazione.<br />
1. L’uno e l’altro. Ma ribadisco che oggi<br />
la marcia in più dei giovani galleristi<br />
è il fattore «specializzazione». Non<br />
solo: siamo ormai creatori di rete tra<br />
gallerie, creativi (nel mio caso giovani)<br />
e utenti dell’arte. Insomma, «facciamo<br />
sistema».<br />
2. Non è una passeggiata. In alcuni casi<br />
l’artista è estremamente concentrato<br />
su sé stesso e per collegarlo col pubblico<br />
occorre lottare.<br />
3. In questo lavoro l’assurdo è di casa.<br />
Ad esempio, capita di restare in galleria<br />
per concludere disperatamente l’allestimento<br />
di una mostra anche la notte<br />
prima dell’evento, magari con i quadri<br />
freschi di pittura.<br />
4. Artisti sopravvalutati e sottovalutati?<br />
Quanti ne conosco. Nel primo caso,<br />
non faccio nomi: sono però riconoscibili<br />
dalle premure spasmodiche con<br />
cui li circondano le istituzioni.<br />
Nel secondo caso, i nomi li faccio perché<br />
meritano: Bianco Valente, Pennacchio<br />
Argentato e Cristian Leperino, ad<br />
esempio.<br />
MARCO<br />
SALVATORE PICA<br />
Per l’arte contemporanea sgomita<br />
da 40 anni: col chiodo fisso di divulgarla<br />
a colpi di mostre. Salvatore<br />
Pica, 68 anni, un po’ ci gioca<br />
con l’immagine del patriarca, un<br />
po’ si infila compiaciuto nel ruolo<br />
di monumento che molti creativi<br />
gli hanno cucito addosso con ago<br />
e filo della simpatia. Forse perché<br />
è un atipico, rigoroso sì ma trasgressivo<br />
ed ironico. Forse perché il<br />
suo covo, Pica Gallery in via Vetriera<br />
16, è in bilico tra pop e boheme<br />
e lui è l’ultimo dei bon vivant.<br />
1. Le pubbliche relazioni sono necessarie:<br />
tanto vale farle al meglio. Cacciatore<br />
di talenti? Certo! Lo faccio da 40<br />
SALVATORE<br />
«Sono nato a Napoli<br />
e vivo a Caserta, a<br />
San Leucio: amo<br />
svegliami e non<br />
sentire il caos della<br />
metropoli, amo il<br />
verde della natura<br />
che favorisce la mia<br />
ispirazione artistica»,<br />
dice il pittore<br />
Bruno Donzelli. «A<br />
cinquant’anni, con<br />
tanti viaggi ed<br />
esperienze diverse<br />
alle spalle, ho scelto<br />
di dedicarmi alla<br />
fotografia: così mi<br />
guardo dentro, così<br />
scopro il mio io.<br />
Lontano dal mondo,<br />
ma sempre insieme<br />
agli altri», aggiunge<br />
l’artista Antonio<br />
Adamo.<br />
Due creativi differenti,<br />
un’unica mostra:<br />
per parlare di «Visioni»,<br />
particolari,<br />
uniche, irripetibili.<br />
L’art café «Smoking<br />
Area», a via Fusaro<br />
n.248, inizia il 2007<br />
alla grande, con un<br />
evento che, sino al 12<br />
febbraio, attirerà<br />
tutti gli appassionati<br />
di pittura e fotografia:<br />
le opere di<br />
Donzelli ed Adamo,<br />
nelle differenze dei<br />
canali espressivi e<br />
dello stile, ci parlano,<br />
con un linguaggio<br />
universale, delle<br />
inquietudini e dei<br />
sogni più profondi<br />
del nostro animo. Tra<br />
l’atelier Warhol ed il<br />
Moma di New York,<br />
tra la faccia colorata<br />
di Picasso e lo sguardo<br />
malinconico di<br />
Edel, «Smoking area»<br />
si lancia in un<br />
viaggio surreale e<br />
fantastico, ai confini<br />
della realtà. Gioia,<br />
leggerezza, irraziona-<br />
Antonio<br />
Adamo<br />
e Bruno<br />
Donzelli:<br />
visioni<br />
e colori<br />
allo<br />
Smoking<br />
Area<br />
lità nei quadri di<br />
Donzelli; provocazione,<br />
simbologia,<br />
allucinazioni nelle<br />
foto di Adamo.<br />
Eppure trapela,<br />
sempre ineliminabile,<br />
la logica illogica<br />
delle visioni, la<br />
strategia, ora<br />
razionale, ora<br />
bizzarra, ora<br />
statica, ora dinamica,<br />
dell’uso dell’immagine.<br />
Donzelli,<br />
classe 1941, da anni<br />
si dedica agli studi<br />
sulla Pop Art, sul<br />
Dadaismo e sul<br />
Futurismo; Adamo,<br />
classe 1957, dopo<br />
molteplici esperienze<br />
nel mondo della<br />
regia, ha scelto, da<br />
poco tempo, di<br />
dedicarsi in modo<br />
esclusivo alla fotografia.<br />
Entrambi gli<br />
artisti, a marzo,<br />
porteranno le loro<br />
personali a Napoli:<br />
Donzelli al Maschio<br />
Angioino, Adamo<br />
alla galleria di<br />
Salvatore Serio a<br />
piazza Carità. Nella<br />
diversità del loro<br />
stile, Adamo e Donzelli<br />
si dicono d’accordo<br />
su un punto<br />
basilare: l’arte è una<br />
sfida costante, che<br />
coinvolge le leggi<br />
profonde dell’intelletto<br />
e del cuore.<br />
«Sfida è esaltare la<br />
cultura del colore e<br />
della spontaneità, in<br />
un mondo che privilegia<br />
la freddezza ed il<br />
lucido calcolo», dice<br />
Donzelli. «Sfida è<br />
parlare del corpo,<br />
delle sue dinamiche,<br />
delle sue regole. Sfida<br />
è sentirsi malinconici<br />
e riflessivi nel letto di<br />
un albergo, in una<br />
road newyorkese, in<br />
una polverosa strada<br />
egiziana», sostiene<br />
Adamo. Sfidare,<br />
provocare, costringere<br />
il pubblico a<br />
prendere parte al<br />
mistero della creatività:<br />
Donzelli ed<br />
Adamo hanno centrato<br />
questo obiettivo<br />
non solo con le loro<br />
idee, ma soprattutto<br />
con le loro visioni.<br />
Antonella Carlo<br />
anni e qualcuno tra i bravi artisti in circolazione<br />
ha debuttato con me.<br />
2. Io per la verità mi diverto: anzi, dell’imprevedibilità<br />
degli artisti mi nutro<br />
addirittura.<br />
3. Gliene racconto una divertente. Una<br />
sera qualunque degli anni’80 nella mia<br />
galleria cominciarono ad affluire decine<br />
di persone per l’inaugurazione di<br />
una collettiva di giovani artisti napoletani.<br />
Solo che non ne sapevo nulla. E<br />
dopo un po’ sono arrivati gli artisti,<br />
confessandomi che la mostra se l’erano<br />
inventata: alla fine abbiamo festeggiato<br />
lo scherzo in allegria.<br />
4. Le discriminazioni sono fisiologiche<br />
al mondo dell’arte e al commercio che<br />
se ne fa.<br />
UMBERTO DI MARINO<br />
Lucida attitudine manageriale, una<br />
traiettoria professionale tracciata con<br />
acume attico e ampie concessioni all’estro<br />
personale, Umberto Di Marino,<br />
46 anni, dirige l’omonima Contemporary<br />
Art Gallery in via Alabardieri<br />
1 dal maggio 2005. Uno abituato<br />
a risposte nette e a volte controcorrente.<br />
1. Per quanto riguarda il pierre, non mi<br />
sento tale. Forse si può dire che noi galleristi<br />
siamo dei talent scout nelle misura<br />
in cui riconosciamo i giovani artisti<br />
e decidiamo di investirci su. In questo<br />
caso, metto a disposizione la mia<br />
esperienza per aiutare chi credo abbia<br />
un futuro nel campo.<br />
2. Il rapporto difficile tra galleristi e artisti<br />
è un falso problema. I creativi sono<br />
persone che lavorano seriamente<br />
per portare avanti i propri progetti.<br />
L’artista volubile è uno stereotipo.<br />
3. In questo lavoro gli imprevisti sono<br />
all’ordine del giorno.<br />
4. In un caso e nell’altro l’elenco è infinito:<br />
sicuramente si sentono di frequente<br />
dei giudizi azzardati. In ogni<br />
caso, decidere chi resta nella storia dell’arte<br />
e chi invece non ne fa parte è percorso<br />
complesso e ci vuole tempo.<br />
UMBERTO<br />
PAOLA<br />
PAOLA GUADAGNINO<br />
Giovani galleristi crescono. E a volte<br />
hanno la stoffa dei campioni: come<br />
il binomio al timone della Galleria<br />
T293 a piazza Amendola 4:<br />
Paola Guadagnino, 30 anni, e Mar-<br />
co Altavilla, anche lui trentenne. In<br />
5 anni di presenza nel panorama<br />
scivoloso del gallerismo napoletano,<br />
i due si sono ritagliati un solido baricentro<br />
professionale. E qualcuno,<br />
dice Paola Guadagnino, si è accorto<br />
di noi persino all’estero.<br />
1. Nel nostro caso più talent scout. Ad<br />
esempio: la T293 ospita creativi stranieri,<br />
noti all’estero, ma sconosciuti in<br />
Italia. E spesso scelgono la nostra galleria<br />
per le loro «prime» italiane: bella<br />
soddisfazione per noi e per la città di<br />
Napoli.<br />
2. La sorpresa più bella è di qualche<br />
giorno fa. Abbiamo infatti saputo di<br />
essere stati scelti da una commissione<br />
internazionale per la prestigiosa rassegna<br />
d’arte contemporanea «ArtBasel»<br />
del 2007, nella sezione «Statement» dedicata<br />
ai giovani galleristi di tutto il<br />
mondo: a «Statement» sono ammesse<br />
solo 20 gallerie giovani dall’intero panorama<br />
internazionale. Ebbene, due<br />
sono napoletane, anzi di Chiaia: la nostra<br />
e la Galleria Fonti.<br />
3. Con pazienza e determinazione, e<br />
non solo con gli artisti, ma con tutti gli<br />
attori del mondo dell’arte.<br />
4. I sopravvalutati? Tanti, ma niente<br />
nomi. I sottovalutati? Meglio dire gli<br />
sconosciuti: e se sono bravi, ci adoperiamo<br />
per fornire loro visibilità.
SOCIETÀ&COSTUME <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 14<br />
Valigie pronte, si va al «Trip»<br />
lo pillo<br />
s<br />
LO SPILLO<br />
NOZZE D’ORO PER LA MAISON ISAIA<br />
PARTY ESCLUSIVO AL BLUENOTE<br />
Quest’anno la kermesse Milano<br />
Moda Uomo è stata ancor di più nel<br />
segno del made in Naples. Infatti tra<br />
gli eventi esclusivi della manifestazione<br />
- nel corso della quale sono<br />
state presentate ben 101 collezioni<br />
per l’autunno-inverno 2007/2008: 51<br />
sfilate per 50 brand, 35 presentazioni<br />
per 34 marchi e altre 17 su appuntamento<br />
- c’è stata la grande festa<br />
per celebrare il cinquantesimo<br />
anniversario della prestigiosa maison<br />
napoletana Isaia. Fondata a<br />
Casalnuovo, è nel 1957 che Enrico,<br />
Corrado e Rosario Isaia varano la<br />
loro prima fabbrica-laboratorio.<br />
L’evento si è tenuto al «Bluenote»,<br />
uno dei locali più esclusivi di Milano<br />
e d’Europa, autentico tempio del<br />
jazz, ed è stato tra i più gettonati<br />
dal jet set della moda.<br />
anteprima nazionale era fissata a Bologna,<br />
L’ in occasione del Motor Show. Great Wall<br />
Motor arriva in questi giorni sulle strade<br />
italiane. E certo non passerà inosservato il<br />
nuovo Suv cinese, l'Hover, caratterizzato da<br />
una linea imponente, ma decisamente piacevole,<br />
equilibrata che esprime sicurezza e<br />
robustezza, qualità quest'ultima che in Suv<br />
non deve ovviamente mancare. L'esclusivista<br />
per Napoli e provincia è Regina, che affianca<br />
al prestigioso marchio Alfa Romeo, il simbolo<br />
della grande muraglia anche se in chiave<br />
automobilistica. L'Hover da 4,62 metri, spinto<br />
da un affidabile motore benzina 2.400 Mitsubishi<br />
SOCH 16 valvole da 130 CV, è, tra l'altro,<br />
in vendita ad un prezzo molto competitivo,<br />
ANTONELLA CARLO<br />
Benvenuti a bordo, signore<br />
e signori: si parte da qui,<br />
da via Martucci, e la meta<br />
non è ancora stabilita. Trip,<br />
libreria, concept store e spazio<br />
espositivo per artisti partenopei<br />
(e non solo), occupa<br />
i 700 mq. di un'ex falegnameria:<br />
il presidente Franco<br />
Rendano e la direttrice Katià<br />
Bazzocchi (nella foto in alto) si<br />
dicono «pronti ad accettare<br />
la sfida, aprendo un nuovo<br />
punto d'incontro nella nostra<br />
città». La sfida, d'altro<br />
canto, era già iniziata a piazza<br />
De Nicola con «Lanificio<br />
25», laboratorio di creazione<br />
e sperimentazione: adesso<br />
con Trip, il cerchio si completa,<br />
stabilendo una stretta<br />
connessione tra zone diverse<br />
del centro di Napoli. «Le opere<br />
prodotte al Lanificio - spiegano<br />
Rendano e Bazzocchi -<br />
saranno esposte anche al<br />
Trip ed il pubblico di entrambi<br />
i locali riuscirà a rin-<br />
AUTOMANIA<br />
REGINA LANCIA L’HOVER, LO SCATTANTE SUV CINESE<br />
NEW ENTRY<br />
Da via Martucci<br />
parte la nuova<br />
sfida di Franco<br />
Rendano e Katià<br />
Bazzocchi: una<br />
megastruttura<br />
per viaggiare<br />
con la cultura<br />
tracciare il filo conduttore di<br />
una politica comune: nei nostri<br />
centri si è liberi di discutere,<br />
di intrattenersi con gli<br />
amici, di curiosare tra installazioni,<br />
libri e fotografie.<br />
Si è liberi di viaggiare con la<br />
mente e con la fantasia», Non<br />
a caso, appena si entra nella<br />
nuova struttura, ci si trova<br />
nella sala «Check-in», in cui si<br />
possono lasciare le borse ed<br />
i cappotti. «I segni dei sogni»<br />
di Gianni Lizio accolgono il<br />
pubblico con immagini che<br />
ricordano Mirò; proseguendo<br />
il percorso, nelle stanze<br />
dedicate a Lucio Amelio, Riccardo<br />
Dalisi ed i suoi allievi<br />
ripropongono opere in rame<br />
ed oro. Le sale si incastrano<br />
l'una dentro l'altra e suggeriscono,<br />
forse, l'interazione<br />
profonda ed ineliminabile<br />
tra diverse forme d'arte: pittura,<br />
scultura, fotografia, e<br />
poi cinema, nello spazio<br />
«Oscar». Il ristorante del Trip<br />
si può trasformare in spazioconferenza:<br />
su tutte la pare-<br />
circa 23 mila euro, comprensivo di tutti gli<br />
optional. Un listino strepitoso vista la qualità<br />
dei materiali (la pelle dei sedili è di ottima<br />
fattura), davvero validi, e la stessa meccanica<br />
che non dovrebbe assolutamente procurare<br />
brutte sorprese ai futuri acquirenti. Il lancio<br />
ufficiale in Europa focalizzerà l'attenzione sul<br />
CUV Hover e il Pick up Deer che rappresentano<br />
i due veicoli di punta nel mercato interno<br />
ed estero. Nell'immediato futuro i due veicoli<br />
saranno allestiti anche con la motorizzazione<br />
diesel, mentre immediata sarà invece la<br />
disponibilità della versione «bi-fuel» a benzina<br />
e GPL. Quest’anno verranno poi introdotti<br />
nuovi modelli appartenenti ai segmenti delle<br />
City Car, Passenger Car e MPV.<br />
ti ci sono grandi ganci bianchi<br />
che permettono di legare<br />
nuovi proiettori. All'insegna<br />
del multimediale, ma soprattutto<br />
seguendo le tracce<br />
dell'estemporaneità: il locale<br />
ospita mostre (da non perdere<br />
la personale di Nicolas<br />
Pascarel, fotografo del dopoguerra<br />
tra Cambogia e Vietnam)<br />
e, nello stesso tempo,<br />
offre l'opportunità di incontro<br />
e di dibattito. Tra le iniziative<br />
interessanti c’è anche<br />
quella di un gruppo di giovani<br />
studiosi, filosofi ed antropologi,<br />
che organizza un<br />
cineforum per i soci della<br />
«Carlo Rendano Association»,<br />
mentre un concorso sul viaggio,<br />
consentirà ai vincitori di<br />
esporre le proprie opere.<br />
«Molte sorprese - tengono a<br />
precisare Rendano e Bazzocchi<br />
- devono essere ancora<br />
svelate al pubblico. Siamo<br />
molto soddisfatti del nostro<br />
primo mese di programmazione:<br />
“chi ben comincia, è a<br />
metà dell'opera”».<br />
LA STANZA<br />
DEL DANDY<br />
di GIANCARLO<br />
MARESCA<br />
TONI ROSSI<br />
LEZIONI DI STILE<br />
Toni Rossi gestisce un negozio<br />
che ha la quadratura e l'atmosfera<br />
di un barbiere, luogo<br />
maschile e confidenziale per eccellenza.<br />
Qualche anno fa decide<br />
di creare una gamma di piccoli<br />
oggetti «pop», in quanto sempre<br />
ispirati alle cose comuni, sebbene<br />
trasformati da contaminazioni<br />
ed usi imprevedibili. Nasce<br />
così «Il Travaso delle Idee», nome<br />
ereditato dal nonno di sua moglie,<br />
Cesare Gobbo, grande vignettista<br />
parmigiano che caratterizzò<br />
col suo tratto la rivista<br />
che portava questa stessa testata.<br />
Come molti commercianti del<br />
suo settore, quello dell'abbigliamento,<br />
avverte profondamente<br />
il momento critico della città.<br />
«C'è tanta gente per<br />
bene a Napoli, ma<br />
si sente isolata. Chi<br />
è la gente per bene?<br />
Quella che fa, è contenta<br />
di fare e vorrebbe<br />
fare di più.<br />
L'altra è quella che<br />
sfrutta, non è contenta<br />
di nulla e vorrebbe<br />
fare ancora<br />
meno. Le istituzioni<br />
dovrebbero dare<br />
un esempio, ma<br />
proprio in questo momento in<br />
cui appaiono inadeguate i cittadini<br />
dovrebbero sentirsi più responsabili.<br />
La città appare come<br />
una frontiera, spaccata tra giacche<br />
blu ed indiani. Ed alla frontiera<br />
prevale il più furbo, il più<br />
prepotente, non il più capace».<br />
Questa dovrebbe essere una rubrica<br />
amena, ma si sa che la lingua<br />
batte dove il dente duole.<br />
Penso che comunque possa bastare<br />
e gli chiedo del ruolo del gusto.<br />
«Quando si parla di gusto si<br />
pensa naturalmente al buon gusto,<br />
che è talento nell'armonizzare<br />
le parti tra loro e col tutto.<br />
Il gusto personale è quello che si<br />
chiama stile. Se è un buon gusto<br />
in tutto, anche nei rapporti, si<br />
può parlare di classe. A cosa serve?<br />
Beh, l'abito, il portamento,<br />
l'arredamento, persino la cucina<br />
di casa, ci raccontano mentre noi<br />
stiamo zitti. E anche se parliamo,<br />
loro hanno una voce più alta<br />
che smaschera ogni trucco. La<br />
consapevolezza, la sicurezza e di<br />
conseguenza la propria immagine<br />
migliorano e si trasmettono<br />
con questi linguaggi non verbali.<br />
Coltivarli non è solo una soddisfazione,<br />
ma un'opportunità».
SOCIETÀ&COSTUME <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 15<br />
1<br />
Missione compiuta: l’iniziativa<br />
promossa da Chiaia Magazine<br />
del Gran Burraco di beneficenza<br />
di Natale ha sortito l'effetto<br />
sperato. Grazie ai tanti lettori<br />
e amici che hanno partecipato<br />
alla serata, 1300 euro di ricavato<br />
sono stati donati all'associazione<br />
«Carmine Gallo Onlus»,<br />
rappresentata dalla vicepresidente,<br />
Marie France Boccalatte<br />
(nella foto 1 al centro tra Massimiliano<br />
de Francesco, Nino De<br />
Nicola, Lilly Laudiero e Laura Cocozza).<br />
La somma andrà ad aumentare<br />
il fondo speciale della<br />
Onlus, destinato ad aiutare i<br />
bambini del Dipartimento di Oncoematologia<br />
pediatrica dell’Ospedale<br />
Pausilipon. Il fondo, in<br />
particolare, serve a sostenere l’impiego<br />
di risorse umane, attraverso<br />
borse di studio destinate a infermieri<br />
o medici, per rinforzare<br />
2<br />
l’organico, sempre carente. Per il<br />
2007, grazie ad esso, sarà possibile<br />
confermare la presenza di<br />
due medici e aggiungere quella di<br />
una infermiera professionale, che<br />
presteranno la loro opera nei settori<br />
che più necessitano di personale,<br />
e cioè la Banca del sangue<br />
del cordone ombelicale e il<br />
3<br />
Day Hospital a misura di bambino.<br />
Questo aiuto, in particolare è<br />
estremamente importante per<br />
migliorare la qualità del reparto<br />
e permettere un puntuale aggiornamento<br />
scientifico a medici<br />
ed infermieri, obiettivi principali<br />
dell'Associazione Carmine<br />
Gallo. Ma non è tutto. Non di-<br />
4<br />
GALLERY. Silenzio, si gioca: pinelle e sorrisi in campo. 1. Fabiola Morano chiama le<br />
coppie per l’ultimo e decisivo turno di gioco. 2. Intervallo al tavolo verde: riconosciamo<br />
Giuseppe Letizia, Rosa Lombardi e, in fondo, Leila Cimmino 3. Aldo Foggia si congratula<br />
con un’amica che ha vinto un premio. 4. Al centro la bruna Francesca Morano e la bionda<br />
Elena Petrone. 5. La vulcanica e sorridente Angela Doria.<br />
«Gran Burraco», trionfa la solidarietà<br />
L’EVENTO. Con l’iniziativa di Chiaia Magazine raccolti 1300 euro per l’associazione<br />
Carmine Gallo in favore del Pausilipon. Torneo vinto dalla coppia Morano-Improta<br />
1 2 3<br />
mentichiamo che la serata aveva<br />
anche un risvolto ludico. Nei saloni<br />
dell’Associazione «Ritrovare<br />
il tempo», infatti, si sono dati battaglia<br />
i burrachisti della Napoli<br />
bene che, tra un turno e un altro,<br />
hanno potuto non solo definire<br />
strategie, ma soprattutto gustare<br />
il sontuoso buffet offerto dal<br />
Gran Caffè Cimmino e la prelibata<br />
cioccolata «foresta» donata<br />
da Gay Odin.<br />
E come ogni torneo che si rispetti<br />
- rigorosamente supervisionato<br />
da Fabiola Morano e Massimiliano<br />
Tomasetta - anche quello<br />
di Chiaia Magazine ha avuto i<br />
suoi vincitori. I primi classificati<br />
del girone «A» sono stati gli osannati<br />
Franco Morano e Maria Grazia<br />
Improta (foto 2). A loro le coppe<br />
della vittoria, donate dal San<br />
Paolo Banco di Napoli, e due orologi<br />
offerti da Nino De Nicola.<br />
5<br />
Raggiante il signor Morano, soprannominato<br />
ormai dagli amici,<br />
per la sua indiscutibile abilità<br />
con le carte, «il Professore». Seconda<br />
classificata la coppia Frasca<br />
premiata con regali forniti da<br />
Lotto Zero; i terzi classificati, invece,<br />
hanno conquistato i premi<br />
messi a disposizione dalle gioiellerie<br />
Maffei e Barbara Barra. La<br />
coppia Elvira e Pasquale Mandico<br />
(foto 3), prima classificata del<br />
girone «B», ha portato a casa, oltre<br />
alle coppe, anche i regali firmati<br />
ottica d’Abundo e Whim abbigliamento.<br />
Altri premi (offerti<br />
da Junior, Caracciolo, Marino, Capri<br />
People, Merisol, Divina), a fine<br />
serata, sono stati distribuiti ai<br />
fortunati estratti. Evento magico,<br />
tavoli verdi in grande fermento e<br />
soprattutto, quel che più conta,<br />
una bel contributo per i bambini<br />
dell’Ospedale Pausilipon.
SOCIETÀ&COSTUME <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 16<br />
ASPETTANDO IL CARNEVALE. Ancora numeri, ancora<br />
combinazioni per sbancare il lotto: il Carnevale si avvicina e<br />
alla tabaccheria di Largo Ferrantina a Chiaia, Alberto Postiglione<br />
studia e medita i terni della vittoria. «Per gennaio e<br />
inizio febbraio - dice Postiglione - consiglio di credere in due<br />
terni: 5 - 6 - 89 e 8 - 31 - 20. Bisogna giocarli almeno per due<br />
estrazioni a settimana, possibilmente il sabato, sia sulla<br />
terni favole<br />
&<br />
SFIZI&NOTE<br />
di MASSIMO LO IACONO<br />
IL DINAMISMO DELLA SBEGLIA<br />
Con i consueti sorrisi e slanci (che la vedono<br />
tuttavia percorrere sempre pacatamente le<br />
strade di Chiaia, vicino piazza dei Martiri soprattutto),<br />
con il consueto impegno luminoso, che mai<br />
mostrerebbe, celandolo, l’ovvio affanno, che impone<br />
l’adempiere bene tante incombenze, Maria<br />
Sbeglia ha presentato la stagione concertistica 2007<br />
della «Fondazione F. M. Napolitano», di cui è direttrice<br />
artistica, con la presidenza del professore<br />
Sergio Sciarelli. Maria Sbeglia è pianista ed organizzatrice<br />
culturale, dinamica mamma e docente in<br />
Conservatorio (Salerno), solerte nell’attività nell’amministrazione<br />
di Anacapri, sua patria d’elezione,<br />
dove pure d’estate cura un piacevole festival ed una<br />
soddisfacente rassegna concertistica.<br />
Tanto dinamismo va tutto a buon fine anche<br />
perché l’affianca il marito solerte e discreto,<br />
ottimo pianista anche lui, Umberto Zamuner, che<br />
insegna più lontano; e condividono ormai l’entusiasmo<br />
fattivo dei genitori anche i figli adolescenti, tra<br />
studi classici e musicali, magari aiutando in momenti<br />
d’emergenza con piccoli incarichi, e si sentono<br />
fieri e un po’ grandi ormai.<br />
I concerti inizieranno il 24 gennaio con uno spettacolo<br />
di Flamenco nella consueta sede del teatro<br />
Sannazaro, proseguiranno tra Hotel Excelsior, Chiesa<br />
Anglicana di via S. Pasquale, con occasionali<br />
puntate al San Pietro a Maiella, e si terranno come<br />
sempre il mercoledì, fino al prossimo dicembre.<br />
Sono appuntamenti di carattere assai vario, amati<br />
dal pubblico che li segue con assiduità da anni. Tra i<br />
tanti appuntamenti ci sarà anche un concerto con<br />
Maria ed Umberto solisti, il 28 marzo.<br />
AURORA CACOPARDO<br />
La vita ed il pensiero di Luigi Incoronato negli 84<br />
racconti, presentati da Francesco d'Episcopo e<br />
Miriam Lombardi in un volume dal titolo L'imprevisto<br />
ed altri racconti (Tullio Pironti Editore, 16,50<br />
euro), sono un viaggio nella memoria e nella cultura<br />
degli anni 1950-1960. I racconti, pure essendo<br />
diversi tra di loro, compendiano quattro momenti<br />
cruciali - come osserva Miriam Lombardi - della<br />
storia del meridione d'Italia: il fascismo, il primo e<br />
il secondo dopoguerra, la cultura d'avanguardia<br />
degli anni '60. Tali racconti hanno in comune un<br />
personaggio che, sebbene trasformato, è riferibile<br />
all'autore. Nato a Montreal in Canada nel 1920, a<br />
ruota di Napoli che su quella di Roma». Ma non finisce qui.<br />
Postiglione, mentre distribuisce «Batti banco» con la pala, ha<br />
segnato su un foglietto un’altra terzina di numeri: 17 - 14 -<br />
80. «Questo terno - aggiunge - è da giocare sempre e solo su<br />
Bari, la ruota dei sogni, e su Venezia, la ruota del Carnevale.<br />
Non dimenticate mai di puntare anche l’ambo nel terno e di<br />
non esagerare troppo con le puntate». Infine, per tutti quelli<br />
che amano giocare gli ambi, Postiglione dà le sue combinazioni:<br />
«Credete nel 6 e 33, e poi, subito dopo nel 67 e 45. Le<br />
ruote migliori per questi ambi sono Roma, Napoli e Milano.<br />
Potete anche unire gli ambi e giocarvi il terno nella quaterna».<br />
Non ci resta che puntare e sperare.<br />
GIANLUCA GALLO<br />
Dall'esperienza di Giorgio Rosolino,<br />
titolare dello storico<br />
ristorante «La Cantinella» e del<br />
«Club della Cantinella», ormai<br />
punti di riferimento per napoletani<br />
e turisti che vogliono gustare<br />
antiche ricette della cucina napoletana<br />
oppure rivivere l'atmosfera<br />
del night club (e non solo),<br />
nasce a pochi passi dal Borgo Marinari,<br />
a via Nazario Sauro 21, un<br />
nuovo ristorante, La Piazzetta (infotel<br />
081.7646195). L'intento è<br />
quello di rivolgersi ad una clientela<br />
sempre più numerosa ed esigente<br />
- precisa Rosolino - con un<br />
prodotto più giovanile e accessibile,<br />
lasciando inalterata la qualità<br />
e l'atmosfera consolidata della<br />
Cantinella».<br />
Alla «Piazzetta», infatti, è possibile<br />
pranzare, cenare oppure consumare<br />
un aperitivo dalle 19 in<br />
poi «gustando» uno dei panorami<br />
più suggestivi del golfo. Il locale<br />
è un indirizzo sicuro per chi<br />
vuole assaggiare un ventaglio di<br />
proposte della cucina tradizionale<br />
napoletana o un'ottima pizza<br />
realizzata ancora alla vecchia maniera.<br />
Le ampie sale del ristorante<br />
riproducono il clima di un piccolo<br />
sobborgo della Napoli antica,<br />
su tre livelli con due piazzette e<br />
una terrazza (vedi foto); l’ambien-<br />
LIBRIDINE<br />
Luigi Incoronato, il poeta dei racconti brevi<br />
dieci anni si trasferisce con la famiglia in Italia,<br />
trascorre l'adolescenza a Palermo e poi a Pisa. Diviene<br />
adulto con la chiamata alle armi nel 1940, combatte<br />
sul fronte greco albanese, ferito, ritorna in<br />
Italia decorato con medaglia di bronzo. Dopo la<br />
tragedia della guerra assiste al boom economico ma<br />
non morale e al miracolo della società di massa.<br />
Come osserva d'Episcopo gli scritti di Luigi Incoronato<br />
rimarcano il ritorno al racconto breve. In essi<br />
l'autore vuole esprimere il mistero della vita in un<br />
momento particolare della storia d'Italia e della<br />
città di Napoli cioè quella degli anni che vanno dal<br />
1954 al 1961. Anni che segnano una nuova fase<br />
culturale e che coincidono con una crisi della politica;<br />
si colgono, inoltre, le passioni contrastanti del<br />
te, quindi, esclusivo e allo stesso<br />
tempo familiare, è ideale per colazioni<br />
di lavoro o per cene a lume<br />
di candela, ed è adatto a un<br />
pubblico giovanile, dinamico, esigente<br />
e raffinato.<br />
Il ricco menu propone tra gli antipasti<br />
il polpo con sedano e patate,<br />
le scamorzine di Agerola alla<br />
piastra con olive nere e prosciutto<br />
cotto, il classico sauté di<br />
frutti di mare o l’intramontabile<br />
frittura all'italiana. Tra i primi:<br />
fusilli avellinesi allo scarpariello,<br />
vermicelli alle vongole, pasta e<br />
patate e i mitici paccheri di Gragnano<br />
con la genovese classica.<br />
Ci sono poi secondi di mare come<br />
Dio creò l’uomo<br />
e poi gli disse:<br />
«Comincia<br />
pure<br />
senza di me».<br />
Renato Rocco<br />
VIAGGIO NEL GUSTO<br />
Alla «Piazzetta» la tradizione è servita<br />
il pesce azzurro alla griglia o all'acqua<br />
pazza con patate, le seppie<br />
con patate e piselli e filetto di spigola,<br />
oppure secondi di carne come<br />
il coniglio alla cacciatora, chateau<br />
briand, fiorentina e chinina,<br />
pollo con pomodorini e cipolline<br />
novelle e l'entrecòte al pepe verde.<br />
Sono a disposizione anche insalate<br />
fantasiose o le freselle napoletane<br />
con prodotti di terra o di<br />
mare. Tra i dessert: dolci e gelati<br />
al carrello e il sublime soufflè.<br />
Infine, ma non di minore importanza,<br />
anzi, la pizza è sicuramente<br />
una delle migliori di Napoli:<br />
morbida, ben lievitata, leggera.<br />
I prezzi partono dai 10 euro<br />
per una pizza e una birra alla spina,<br />
18 per il menu fisso, 25 per un<br />
pranzo completo a terminare con<br />
cifre leggermente più elevate per<br />
i piatti più sofisticati. Una struttura<br />
polivalente, dunque, che si<br />
presta per riunioni e meeting con<br />
una agenda ricca di incontri dediti<br />
a degustazione di vini e prodotti<br />
campani fino al più mondano<br />
aperitivo, una vera e propria<br />
piazza dove intrattenersi in<br />
piacevoli conversazioni e nuovo<br />
luogo d'incontro per il jet set napoletano<br />
«affamato» di novità.<br />
L'invito di Giorgio Rosolino: «Volate<br />
con noi dove il gusto per la<br />
tradizione della buona cucina napoletana,<br />
è rimasto inalterato».<br />
decennio su citato ed i caratteri fondamentalmente<br />
ambigui di coloro che guidano la città. La cultura<br />
che Incoronato esprime non è solo quella di Napoli<br />
ma più in generale della società italiana della quale<br />
egli ha interpretato i gusti segreti e sotterranei, le<br />
pulsioni, traducendole in un sistema di racconti e<br />
di romanzi. Nei racconti di Luigi Incoronato si<br />
avverte la responsabilità dello scrittore che si pone<br />
come attento testimone di una società tesa a soddisfare<br />
solo i propri bisogni ed a sperperare il superfluo<br />
più che ad ascoltare le esigenze e i dolori altrui.<br />
I suoi personaggi evidenziano la caducità della<br />
vita, la sua relatività rispetto al tempo ed alla storia.<br />
La voce dei protagonisti è la voce dell'anima senza<br />
più memoria con ricordi confusi, la realtà si fonde<br />
con il sogno come avviene nella vicenda di Sebastiano<br />
Criscuolo che smarrisce le coordinate del proprio<br />
essere, per diventare la befana e volare sul<br />
Golfo di Napoli a cavallo di una scopa.
RELAX&MOVIDA <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 17<br />
«White», l’eleganza al potere<br />
IL RITROVO. Musica, cocktail e fashion: a vico Satriano il locale<br />
di Aruta e soci fa scintille. Tra i punti forti l’esclusività del design<br />
Via Carlo Poerio, un vocio nella<br />
notte annuncia le magie<br />
del White. Bianco: questa è la parola<br />
chiave del locale, nato nel<br />
2002, in vico Satriano 3. Il primo<br />
impatto con uno dei ritrovi più<br />
gettonati di Chiaia è con l'arredamento:<br />
domina ovviamente il<br />
bianco, regna, poi, un design essenziale<br />
ed elegante, trendy ma<br />
non troppo, ideato da uno dei<br />
proprietari Ernesto Aruta con<br />
la complicità dell'architetto<br />
Edoardo Covino e la supervisione<br />
degli altri proprietari e gestori:<br />
Diego Marengo, Paolo<br />
Aruta, Marco Di Lisio e Stefano<br />
Vitucci. Il White piace anche perché<br />
oltre ai giochi architettonici<br />
moderni ha conservato un legame<br />
con il passato testimoniato<br />
dalle vecchie grate in ferro, gli archi<br />
per le finestre, una mangiatoia<br />
del 700 incastonata ad arte<br />
sulla parete di fondo, la pavimentazione<br />
antica filtrata da lastre<br />
di vetro calpestabili che si<br />
1<br />
g llery<br />
a<br />
GALLERY<br />
1. Sorrisi dal White: Paolo ed Ernesto Aruta.<br />
2. Appuntamento fisso per il popolo della notte è<br />
l’edicola dalle ore piccole della Riviera di Chiaia<br />
dove c’è il sorridente Enrico Monetti.<br />
3. Spazio ai movimentatori della movida doc:<br />
Luigi Niespolo, Alessandro Papadia, Francesco<br />
Falco, Massimo Niespolo.<br />
4. Chi o cosa sta guardando Tony de Rinaldis?<br />
5. Belle e sorprendenti: Marita e Viola.<br />
6. Lucilla Sicoli, Nanni Resi, Giuliana Balia.<br />
Le foto di Gallery sono di Tommy Totaro<br />
fondono in un'unità del tutto<br />
nuova. Sei suite privè, con tende<br />
coprenti, danno, poi, una perfetta<br />
insonorizzazione al locale,<br />
formando degli angoli di relax<br />
davvero esclusivi. Notevoli gli<br />
specchi obliqui di forma pentagonale<br />
distribuiti nella struttura<br />
e convincenti le luci in fibra ottica<br />
per il lungo bancone del bar.<br />
L'eleganza del ritrovo è sottolineata<br />
anche la presenza del<br />
«bubble», divano bianco in po-<br />
VIAGGIO NEL «GIARDINO DELLE DELIZIE»<br />
CON RANUCCI E I MUSICISTI DI NAPOLI-EST<br />
Presentato alla Feltrinelli di piazza dei Martiri il cd «Il giardino<br />
delle delizie» di Vito Ranucci & musicisti di Napoli-Est (CNI-<br />
RaiTrade) Ranucci, compositore, arrangiatore e sassofonista<br />
napoletano per realizzare il cd ha raccolto intorno a sé alcuni<br />
tra i più talentuosi artisti di Napoli-Est: Antonio Imparato, Annalisa<br />
Madonna, Gabriele Borrelli, Tony Miele, Davide Costagliola.<br />
Le «delizie», citate nel titolo, sono quelle del dipinto<br />
di Hieronymus Bosch, celebre metafora della fertilità della<br />
natura, come fertile è il carattere musicale delle composizioni.<br />
Il disco, selezionato per la colonna sonora del film di Mario<br />
Monicelli «Le rose del deserto», è nato grazie alla poliedricità<br />
culturale di Ranucci, il quale ha ripreso i dettami della musica<br />
a programma ma secondo una prospettiva assolutamente<br />
inedita. Lo showcase del disco è stato accompagnato dalla<br />
proiezione di fotografie di Giampiero Assumma, anima visiva<br />
del progetto.<br />
2<br />
4<br />
lietilene disegnato da Philippe<br />
Starck e voluto da Ernesto Aruta.<br />
Divertimento assicurato al White<br />
con i movidiani appoggiati al<br />
sinuoso bancone bar, ad assaggiare<br />
le fantasiose alchimie dei<br />
barman. Tanti sono gli artisti e i<br />
personaggi dello spettacolo che<br />
non mancano di fare un salto ai<br />
numerosi happening del locale<br />
come Francesco Paolantoni, Simone<br />
Schettino, Alessandro e<br />
Andrea Cannavale e tanti altri.<br />
5<br />
3<br />
Da segnalare è il passaggio al<br />
White dei maggiori dj del circuito<br />
napoletano, nazionale ed<br />
internazionale: Marco Piccolo,<br />
Marco Corvino, Roberto Biccari,<br />
Enzo Cipolletta, Marco Carola.<br />
Musica, cocktail e fashion:<br />
il White è un locale camaleontico<br />
che, di volta in volta, nel corso<br />
della notte, si trasforma in teatro<br />
di visioni, paradiso bianco e<br />
circo di sorrisi e specchi.<br />
Tommy Totaro<br />
6<br />
IL PERSONAGGIO<br />
ALBERTAZZI:<br />
«ECCO IL MIO<br />
ADRIANO»<br />
Ha una lunga tunica bianca, che<br />
riporta immagini e figure di<br />
storia antica: eppure indossa, al<br />
posto dei coturni, un bel paio di<br />
scarpe da ginnastica. È l'imperatore<br />
Adriano il protagonista<br />
dell'ultimo lavoro di Giorgio<br />
Albertazzi: rileggendo l'opera di<br />
Marguerite Yourcenar nella<br />
riduzione di Jean Launay, ecco<br />
uno sguardo su un passato<br />
misterioso e difficile, tormentato<br />
e labirintico, soltanto apparentemente<br />
lontano. Proprio<br />
quelle scarpe da ginnastica<br />
sanciscono, infatti, un legame<br />
indissolubile tra ieri ed oggi: i<br />
sogni, le meditazioni, le suggestioni<br />
hanno lo stesso ritmo e la<br />
stessa voce di un tempo.<br />
«Adriano è un uomo di sconcertante<br />
attualità» - racconta<br />
Albertazzi - e in questo lavoro c'è<br />
tutto: il rimpianto per un passato<br />
di giovinezza ed amori, il<br />
sogno della libertà, la paura<br />
della fine. Ci sono vittorie e<br />
sconfitte, rimpianti e rancori,<br />
grandi ideali e piccoli momenti<br />
di meschinità: Adriano è un<br />
imperatore, ma è soprattutto un<br />
uomo contraddittorio».<br />
Di nuovo a Napoli, dopo lo<br />
straordinario successo di «Diario<br />
privato», in scena durante la<br />
scorsa stagione al Mercadante,<br />
Albertazzi è profondamente<br />
legato alla nostra città: «Al Sud<br />
si respira un'aria diversa, che<br />
trasmette forza e carnalità dei<br />
sentimenti. Ho recitato al Politeama,<br />
all'Augusteo, al Mercadante<br />
e al Bellini: i miei amici<br />
più cari sono partenopei e<br />
tornare a Napoli è come proiettarsi<br />
nel passato, arricchendo il<br />
presente. Questa città è appassionata<br />
e nella sua straordinaria<br />
peculiarità potrà trovare, se ben<br />
guidata, l'energia per superare<br />
la crisi. Dalla grandezza delle<br />
proprie radici si trae l'alimento<br />
necessario per guardare al<br />
futuro: ce lo insegna l'imperatore<br />
Adriano, con le sue tormentate<br />
memorie. E forse, per rinascere,<br />
bisognerebbe partire da qui,<br />
dalla bellezza dei monumenti,<br />
dei reperti archeologici: il<br />
passato, molto spesso, è più<br />
ricco e civile del presente. Ed ha<br />
ancora molto, molto da dirci».<br />
Antonella Carlo
EVENTI&CURIOSITÀ<br />
OCCHIO DI RIGUARDO<br />
Villa Pignatelli, i paesaggi di Gigante<br />
Figura tra le più luminose ed autentiche<br />
dell''800 Napoletano, quella di Giacinto Gigante:<br />
a lui è dedicata la mostra di Villa Pignatelli<br />
(Riviera di Chiaia 205). Dell'erede partenopeo<br />
di William Turner e Camille Corot sono<br />
proposte circa 150 opere, in prevalenza di-<br />
L’ESPOSIZIONE<br />
Alla Casina Pompeiana<br />
si «viaggia» con 70 artisti<br />
Arrivi e partenze, trip mentali, esperienze on the road,<br />
nostalgia canaglia, congedi, sogni, speranze, trionfi di<br />
ricordi: questo e altro ancora si può trovare nella mostra<br />
«Cagliari/Napoli, diario di bordo» (alla Casina Pompeiana fino<br />
al 19 febbraio 2007), manifestazione<br />
internazionale d’arte itinerante, che ha<br />
come filo conduttore il tema intramontabile<br />
del viaggio. L’evento, oltre a<br />
collezionare una serie di prestigiosi<br />
patrocini, è stato organizzato dall’Associazione<br />
Culturale di Arte Etnica «Fraria»<br />
(Cagliari) e dal Centro Culturale<br />
Arianna (Napoli), associazioni che sono<br />
riuscite a creare un sodalizio artistico,<br />
costruendo un ponte di colori e sensazioni<br />
tra la Campania e la Sardegna. Il<br />
gemellaggio tra l’arte sarda e quella<br />
partenopea è stato possibile grazie<br />
all’impegno e all’estro degli ideatori e<br />
coordinatori del progetto: Antonio<br />
Ledda e Imma Maddaloni, già insieme<br />
in altre due mostre di successo come «Il<br />
Labirinto» e «Dialoghi e culture a confronto».<br />
Tre i critici d’arte impegnati in<br />
questo «diario di bordo»: Angelo Calabrese, Giorgio Auneddu<br />
e Paolo Sirena. Prima di arrivare a Napoli, l’esposizione<br />
itinerante è stata ospitata alla Cittadella dei Musei a Cagliari e<br />
poi, lo scorso dicembre, a Casa Mesina ad Olzai, comune di<br />
Nuoro. Oltre ai due ideatori dell’evento, ecco gli altri artisti<br />
che espongono: Ahmad Alaa Eddin, Francesco Alessio, Giuseppe<br />
Amura, Sabato Angiero, Francesco Argiolu, Giorgio Auneddu,<br />
Sesella Balletto, Giovanni Boccia, Giuseppe Bosich, Jana<br />
Brike, Laura Bruno, Tegi Canfari, Lorenzo Cazzaniga, Alessandra<br />
Columbu, Tino Columbu, Francesca Corradini, Grazia<br />
Sterlocchi, Giorgio Russo, Pietro Costa, Elena Costin, Elisa<br />
Countandin, Anna Crescenzi, Roberto Cuneo, Luisa Delzotto,<br />
Giampaolo Desogus, Giovanni De Stefano, Giovanni De Vincenzo,<br />
Prisco De Vivo, Carlo Fatigoni, Roberto Floris, Carmela<br />
Foddai, Marta Fontana, Antonio Frusciante, Lucia Gangheri,<br />
Giuseppe Gargiulo, Domenico Giglio, Gennaro Ippolito,<br />
Izaaks Toms, Ilze Jaunberga, Angelo Liberati, Matteo Licitra,<br />
Giovanni Mancini, Marcello Manunza, Makoto, Carla Melis,<br />
Meloniski, Nunzio Meo, Nicola Mette, Adriana Montariello,<br />
Aghim Muka, Davide Paderi, Vincenzo Piatto, Francesco<br />
Pintus, M.L. Eurania Pusceddu, Angela Raimondi, Jill Rock,<br />
Antonietta Rotella, Giorgio Saba, Alberto Scalas, Antonello<br />
Serra, Giovanni Serra, Domenico Severino, Giovanni Simbula,<br />
Caterina Tarantino, Sisinnio Usai, Paolo Uttieri, Diego Vargiu,<br />
Carla Veronese, Matteo Volontè.<br />
(Nella foto: particolare de «Il viaggio» di Imma Maddaloni)<br />
ACCADDE A NAPOLI<br />
QUANDO MATILDE SERAO<br />
GIRAVA IN AUTOMOBILE<br />
Una delle grandi protagoniste del Novecento<br />
è stata, senza dubbio, l'automobile<br />
che inizialmente si chiamava lo automobile<br />
o gli automobili, fin quando Gabriele<br />
D'Annunzio decretò: l'auto è femmina.<br />
Grandi amanti delle quattro ruote furono<br />
i futuristi con il loro amore per lo<br />
«scoppiettante movimento».<br />
L'interessante libro di Giorgio Boatti<br />
Bolidi. Quando gli italiani incontrarono le<br />
prime automobili (Mondadori, 18,00 euro)<br />
pinti ed acquerelli. L'allestimento restituisce<br />
fedelmente il segno romantico che, sullo sfondo<br />
della Scuola di Posillipo, il maestro impresse<br />
al paesaggismo locale, rilevando la lezione del<br />
precursore Anton Pitloo.<br />
Fino al 3 giugno. Tel. 081.669675<br />
TEATRI<br />
è ricco di episodi che sembrano aneddoti<br />
ma sono testimonianze di percorsi storici<br />
importanti che riguardano la politica,<br />
l'economia e la storia del costume. Basti<br />
ricordare che nel 1903 Eduardo Scarfoglio<br />
girava in auto con Matilde Serao<br />
(nella foto) per le vie di Napoli, città nella<br />
quale vi erano solo 31 possessori di<br />
macchine oltre al corpo dei Vigili del<br />
Fuoco ed ovviamente alla società Napoletana<br />
di Automobili, la cui sede era a<br />
Mergellina. Ciò che rende interessante la<br />
lettura del libro è che la storia della<br />
nascita delle automobili in Italia è posta<br />
tra due eventi storici, simboli del secolo<br />
appena trascorso: l'assassinio a Monza<br />
AUGUSTEO (p.tta Duca d’Aosta 263)<br />
Infotel 081.414243<br />
fino al 28 gennaio<br />
«Scugnizzi» di Claudio Mattone. Con Sal Da Vinci<br />
e i suoi scugnizzi. Regia di Bruno Garofalo.<br />
29 gennaio<br />
Concerto del pianista Giovanni Allevi: repertorio<br />
dal classico al pop.<br />
DELLE PALME (via Vetriera a Chiaia 12)<br />
Infotel 081.418134<br />
fino al 27 gennaio<br />
«Bello di papà», scritto, diretto e interpretato da<br />
Vincenzo Salemme.<br />
30 e 31 gennaio<br />
Recital brillante di Simone Schettino.<br />
SANNAZARO (via Chiaia 157)<br />
Infotel 081.411723<br />
fino al 28 gennaio<br />
«Matto da legale», recital comico di Ciro Ceruti<br />
e Ciro Villani<br />
CAPOLAVORI SALVATI<br />
SANCARLUCCIO (via San Pasquale a Chiaia 49)<br />
Infotel 081.405000<br />
dal 25 al 28 gennaio<br />
«Knorrband. Sotto la tua bianca stella», musiche<br />
e parole yiddish per non dimenticare. Di e con<br />
Mario Mauro.<br />
ISTITUTI DI CULTURA<br />
GRENOBLE (via F. Crispi 86)<br />
Infotel 081.669665<br />
22 gen. Per i «Lunedì letterari»: proiezione del<br />
video «L'Atelier d'écriture de Valère Novarina»<br />
(42'). Regia di Pascale Bouhénic. Ore 19.<br />
29 gen. L'«Appalachian Ensemble» esegue brani<br />
di Bridge, Mozart, Bernstein, Porter, Ellington.<br />
Il gruppo «Camerata Key Largo» esegue Copland<br />
e la composizione Appalachian String<br />
Suite. Ore 20.30<br />
CERVANTES (via N. Sauro 23)<br />
Infotel 081.19563311<br />
15 gen. Il pianista Michele Campanella interpreta<br />
Scarlatti, Mompou e Ravel. Ore 18<br />
31 gen. Liliana Bernardi (violino) e Mario Muccitto<br />
(fisarmonica) in brani di Bach, Zilcher,<br />
Piazzolla, Bacalov, Morricone e Precz. Ore 18<br />
7 febbraio. Concerto di Carlo Ambrosio (liutochitarra):<br />
musiche di Neusidler, Dowland,<br />
Kropfganss, Tarrega, de Falla, Ambrosio e Villa<br />
Lobos. Ore 18<br />
GOETHE (Riviera di Chiaia 202)<br />
Infotel 081.411923<br />
Fino al 1° febbraio. Mostra fotografica di Emanuel<br />
Raab. La Personale napoletana del maestro<br />
tedesco, le cui opere sono esposte in tutto<br />
il mondo, è dedicata al tema della patria: il titolo<br />
dell'esposizione, infatti, è «Heimat», che in<br />
tedesco non vuol dire solo patria, ma anche<br />
sentimento del luogo di appartenenza. Clic introspettivi<br />
all’insegna della nostalgia.<br />
Dice tutto il titolo: «Saggi di pulitura. Mostra d'opere d'arte restaurate».<br />
La mostra del Maschio Angioino offre tele mirabili del<br />
'500 e del ' 600, rimosse dalle sedi originarie di chiese terremotate.<br />
Opere sconosciute, da tempo in attesa di recupero e restaurate<br />
in extremis per la gioia del pubblico. Tra esse una «Madonna<br />
della Purità» di Fabrizio Santafede e una «Cena in casa di Simone»<br />
di Leonardo Castellano. Fino all'8 dicembre 2007.<br />
Tel. 081.7955877<br />
del Re d'Italia nel 1900 e l'attentato<br />
all'Arciduca Francesco Ferdinando a<br />
Sarajevo 14 anni dopo. Il Re Umberto<br />
venne colpito mentre procedeva in una<br />
vettura scoperta trainata da cavalli,<br />
l'erede al trono d'Austria era a bordo di<br />
un'auto. In quindici anni il costume era<br />
cambiato così come il concetto di spazio<br />
e tempo. Direi che con l'auto nascono<br />
anche nuove figure diremmo oggi professionali<br />
come lo chauffeur e il meccanico.<br />
Anche lo spirito agonistico assume un<br />
aspetto importante grazie alle organizzazioni<br />
di raid come quella famosa tra<br />
Parigi e Pechino.<br />
Aurora Cacopardo
EVENTI&CURIOSITÀ <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 19<br />
LA FOTO<br />
Tito Livio, il coro degli angeli<br />
Natale 2006, scuola media Tito Livio: come<br />
ogni anno il cortile dell’istituto si è<br />
trasformato in Betlemme con il presepe<br />
vivente, animato da tutti gli alunni della<br />
scuola e amorevolmente curato dai docenti,<br />
con la regia, sempre attenta, del-<br />
MOSTRE<br />
fino al 3 febbraio<br />
GALLERIA ARTIACO (piazza dei Martiri 58)<br />
La Galleria ci ha abituato a proposte forti: la personale del<br />
giovane venezuelano Raffaele Luongo non sfugge alla regola.<br />
Lui si racconta con schizzi e disegni su cartoncini<br />
bianchi satinati: e lo fa col sangue, il suo. Più autobiografico<br />
di così! Tel. 081.4976072.<br />
fino al 5 febbraio<br />
DI MARINO ART GALLERY (via Alabardieri, 1)<br />
Jota Castro è creativo socialmente «sensibile». Debutta a<br />
Napoli con «Enjoy your travel». Cinque le installazioni. In<br />
«500 ways» un gommone pieno di monetine, metafora disperata<br />
degli immigrati; poi gli specchi di «Borders», promemoria<br />
del primo confine da valicare: noi stessi; «China»<br />
sintetizza l'impatto dell'invasione cinese sul mercato<br />
mondiale; «Energy» denuncia i tranelli del pregiudizio.<br />
Tel. 081.0609318.<br />
fino al 15 febbraio<br />
GALLERIA LIA RUMMA (via Vannella Gaetani 12)<br />
«Vita di Galileo»: Franco Scognamiglio traccia a suo modo<br />
la parabola umana e storica dello scienziato. Un vano<br />
grigio per simboleggiare la cella del grande prigioniero<br />
dell'Inquisizione, sulle pareti la videoproiezione<br />
di uno spazio cosmico che allude alle teorie dell'astronomo<br />
ed un profilo scandito da aghi che rievocano le<br />
torture subite. Poi 5 light box con immagini simbolo.<br />
Infotel 081.7643619<br />
fino al 3 marzo<br />
STUDIO TRISORIO (Riviera di Chiaia, 215)<br />
Performance di Lucia Romualdi dal titolo «Variazione op.<br />
K10°-n.». Installazioni sospese tra poesia, musica e matematica.<br />
L’artista proietta sulle pareti un film di Lu-<br />
la Preside Giovanna Esposito. Sempre<br />
nell'ambito di questo evento, va ricordato<br />
il sognante concerto natalizio, eseguito<br />
dal coro degli allievi (nella foto) diretto<br />
dalle insegnanti Ida Armano, Francesca<br />
De Angelis e Rosa Orlando.<br />
miere, segni luminosi, numeri e geometrie che rievocano<br />
i movimenti di rematori antichi e annotazioni di<br />
Galilei. Sullo sfondo il ritmo dell’alfabeto Morse. Un coinvolgente<br />
viaggio nel tempo. Infotel 081.414306.<br />
LIBRERIA FELTRINELLI<br />
SEDE DI PIAZZA DEI MARTIRI<br />
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carnet di gennaio<br />
20. L'ossessione delle donne? Bellezza e forma fisica.<br />
Una nevrosi consumista messa a nudo nell'ultimo libro<br />
di Eve Ensler. Se ne parla con l’autrice.<br />
21. L'ensemble Camerata Kei Largo (Francesco Maggio,<br />
violino/Marina Giugliano, violoncello/Aldo De Vero, piano)<br />
esegue brani di Haydn, Mendelssohn e Linkoda.<br />
25. Sul tema appassionante, astratto quanto basta, dell'arte<br />
di ascoltare dibattito aperto in vecchio stile: a «Citarsi<br />
addosso», happening della parola, intervengono<br />
Diego Da Silva e Valeria Parrella.<br />
26. Per tornare da Auschwitz a Torino Primo Levi ci mise<br />
10 mesi e 6.000 km. Nel film «La strada di Levi» il regista<br />
Davide Ferrario e lo scrittore Marco Belpoliti rivisitano<br />
nell'Europa postcomunista quel dolente tragitto.<br />
28. Il pianista Francesco Pareti esegue musiche di Haydn,<br />
Beethoven, Kummel e Schubert.<br />
31. Con Carlo Knight ed il suo ultimo romanzo «Le memorie<br />
postume di lord Grantley» alla scoperta della<br />
straordinaria vicenda di un nobile inglese che si innamora<br />
di Capri e di una popolana. Se ne discute con l'autore.<br />
1 febbraio. «Di sana pianta» è il titolo dell'album solista<br />
di J-Ax (vedi Articolo 31) cui hanno partecipato rockstar<br />
internazionali. 15 pezzi: ascolto dal vivo.<br />
fino al 4 febbraio. «Thailandia, porta d’Oriente»: mostra<br />
fotografica di Giuliano Montieri.<br />
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