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Q u i n t a P a r e t e<br />
<strong>Verona</strong> Novembre 2010<br />
cultura e società è<br />
<strong>Verona</strong><br />
<strong>Quinta</strong> Parete<br />
Vi diremo qualsiasi cazzata vorrete sentire<br />
di Silvano Tommasoli silvanotommasoli@quinta<strong>parete</strong>.it<br />
Sono in video, ergo sum<br />
Eventi<br />
La magica lirica in Arena<br />
www.quinta<strong>parete</strong>.it<br />
cultura e società mensile on-line<br />
Anno II - n. 7 - Luglio 2011 Diretto da Federico Martinelli<br />
Scienza<br />
Ibernazione: istruzioni per l’uso<br />
Sport<br />
Schumi e il podio mancato<br />
teggiamenti è il denominatore missione di psicologi, sociologi e fanno pena, fino alla tenerezza. Ab-<br />
comune che unisce, tra loro, quasi antropologi per cercare di capire bagliati dal miraggio di diventare<br />
Blues, tutti i reclusi della “casa”. per E li uni- passione che cosa possa indurre alcuni e mi- per Vip, e di guadagnare una un sacco buona di causa<br />
sce anche alla presentatrice, Alessia lioni di persone normali ad abbrut- quattrini, si prostituiscono fino a un<br />
La a gambe musica sempre e la aperte solidarietà Marcuzzi. che Masi<br />
tire il proprio spirito davanti alle punto di non ritorno, rimanendo<br />
fondono. possibile che È questo nessuno lo spettacolo abbia mai incredibili esibizioni dei “ragazzi marchiati a vita da quel suffisso –<br />
che fatto si notare è tenuto a questa al Teatro povera Romara- della casa”. Forse la solita voglia di “del Grande Fratello” appunto –<br />
nogazza di – <strong>Verona</strong> addirittura sabato capace 18 la giugno scorsa sentirsi migliori?<br />
che li accompagnerà per tutta la<br />
in edizione occasione di sedersi dei sul quarantanni pavimento A farci respirare, fortunatamente, vita. Pochi finora hanno avuto la<br />
di dello attività studio, della sempre UILDM rigorosamente di Ve- c’è la Gialappa, che non ne lascia capacità di affrancarsene, e di far<br />
rona a gambe ONLUS aperte, (Unione spalancando italiana passare una sia alla conduttrice sia dimenticare questa squallida ori-<br />
lotta un’ampia alla panoramica distrofia sulle muscolare). propria ai concorrenti. Di più, per farci cagine mediatica. Per tutti, Luca Ar-<br />
Il biancheria veronese intima Rudy – Rotta, che, in video, granpire il livello di squallore (o di crugentero; e pochi altri che si possono<br />
dissimo assume delle bluesman posture di che fama fanno ina<br />
deltà?) dell’ufficio casting del contare sulle dita di una sola mano.<br />
ternazionale, è riuscito a riu-<br />
Non ritengo sia indenne da questo<br />
nire alcuni amici come Aldo<br />
baratro di volgarità l’editore di<br />
Tagliapietra (voce storica delle<br />
tanto spettacolo.<br />
Orme), Filippo Perbellini, Luca<br />
Vorrei chiedergli – se mai fosse per-<br />
Olivieri, Claudio “Biffo” Bassona<br />
abituata a rispondere alle dosi,<br />
La Carboneria, le HillBilly<br />
mande – se sarebbe contento di far<br />
Soul, Sbibu e molti altri musi-<br />
La figlia Giulia Rotta canta con un amico della<br />
assistere<br />
UILDM<br />
i suoi figli adolescenti, o i<br />
cisti, creando un preziosissimo<br />
suoi nipoti, a una porcheria simile.<br />
ventaglio di artisti che si sono ni meteorologiche non fossero della Ma forse UILDM conosco la recentemente<br />
risposta, diret-<br />
esibiti, per beneficenza, invi- state molto favorevoli. La serata scomparsa, tamente ispirata che dal avrebbe dio denaro. dovuto<br />
tando il pubblico a sostenere la è stata condotta dalla bravissi- cantare. Mi sono sempre Greta potrebbe ribellato a esse- ogni<br />
UILDM con un’offerta libera. ma Mariangela Bonfanti, che re forma definita di censura, una come vera “Paladina espressione<br />
Energia, emozione e una qua- ha presentato i diversi artisti della più Vita”, proterva perché volontà la forza, di anla<br />
lità musicale eccellente hanno che si sono esibiti. Durante l’e- voglia nientare, di nella vivere gente, e l’Amore il senso e che la<br />
conquistato i presenti, facendoli vento, è stata ricordata in modo ha capacità trasmesso, di critica. malgrado Ma devo la ma- dire<br />
rimanere malgrado le condizio- particolare Greta, una ragazza lattia e la difficile situazione,<br />
Società 13<br />
Tutti vediamo la volgarità del Grande<br />
Fratello, ma nessuno ne parla<br />
È cominciato con successo<br />
Sarà forse il vero elisir<br />
Nel Gran Premio del<br />
Omologati in TV. Peggio, l’89° Festival omoge- Areniano. pugni con un minimo di eleganza di lunga programma, vita? Il lavoro non ha mancato di<br />
neizzati. No, non mi Fino riferisco al 3 settembre, ai e di 49 buon gusto? Oddio, non è che di Robert proporre Ettinger una per selezione la – mamma-<br />
programmi televisivi, serate che imperdibili sem- siano tanto più signorili gli autori criogenetica mia! Una selezione… Chissà gli<br />
brano tutti “fatti con lo stampino” della trasmissione, che ricordano a altri! – dei provini, dove quasi nes-<br />
Canada, il “Kaiser” ha<br />
sfiorato quel traguardo<br />
che ancora aspetta<br />
da almeno dieci anni, a pagina peggio 4 ancora<br />
dei vari telegiornali che sono<br />
ogni piè sospinto il premio finale a di pagina suno 21dei<br />
candidati, per esempio, ha<br />
alcune centinaia di migliaia euro, saputo dare una risposta sensata, o<br />
a pagina 24<br />
proprio tutti uguali.<br />
come fosse l’unica molla a spingere almeno non insensata, alla richiesta<br />
Sto parlando dei Verso concorrenti l’infinito del questa e oltrevariopinta<br />
umanità a<br />
Grande Fratello, tutti conformi a un esporre le proprie miserie alla vista<br />
di Valentina Bazzani - fotografie di Chica Coltri<br />
modello standard tristissimo, quello di qualche milione di guardoni. E<br />
di dichiarare il proprio “tallone di<br />
Achille”.<br />
A ben pensarci, coloro che ne<br />
della volgarità estrema. Sì, la volga- qui cominciano le rogne vere, per- escono meno peggio sono proprio<br />
rità dei gesti, delle parole, degli atché sarebbe necessaria una com- i reclusi del Grande Fratello. Perché<br />
Intervista a Rudy Rotta in occasione di un evento musicale di solidarietà<br />
Via Leida, 8 37135 - <strong>Verona</strong> Tel. 045 82 13 434<br />
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hanno trasformato la vita di chi<br />
l’ha conosciuta. Lo stesso Rudy<br />
Rotta, visibilmente commosso,<br />
le ha dedicato il pezzo “You’re<br />
gone”. Sul palcoscenico anche<br />
Matteo Begali, un ragazzo della<br />
UILDM, che ha duettato con<br />
Giulia Rotta (figlia di Rudy) nel<br />
pezzo “Luce” di Elisa, e con lo<br />
stesso padrone di casa nell’intramontabile<br />
“Imagine”. La<br />
musica, che, di fronte unita a alla questo voglia osanna di alla lottare<br />
volgarità, presente comincio in tutto a capire coloro quella che<br />
quotidianamente striscia di carta bianca, combattono incollata, ai<br />
con tempi queste della malattie, mia adolescenza, riesce dav- sui<br />
vero manifesti a compiere e le locandine miracoli. dei film e<br />
degli spettacoli più “sconvenienti”,<br />
- che Com’è prescriveva stato il «V.M. tuo ingresso di 16 anni». alla<br />
UILDM? Forse, adesso, sul cartellone del<br />
Grande Fratello si dovrebbe scrivere<br />
Tramite «V.M. di 99 mia anni»… figlia Giulia, che<br />
ha Per fatto continuare volontariato con il giro vari di volga- anni<br />
alla rità e UILDM stupidità sui e mi media ha di fatto oggi, covi<br />
noscere rimando tutti all’ultima voi. È pubblicità stata pro- di<br />
Marc Jacobs. Ma tenetevi forte, eh!<br />
Segue a pag. 2<br />
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2 Musica<br />
Segue dalla prima<br />
prio lei a portarmi all’interno<br />
di questa vostra famiglia, devo<br />
ringraziare lei.<br />
- Come ti è venuta l’idea di un concerto<br />
per la uildm?<br />
Qualche anno fa avevamo già<br />
fatto un concerto per la UILDM<br />
a porte chiuse a Quinzano, con<br />
alcuni musicisti presenti anche<br />
sabato scorso al Teatro Romano.<br />
Poi dovevamo fare un concerto<br />
a Corte Molon, saltato a<br />
causa del tempo e quindi abbiamo<br />
detto: “se dobbiamo giocarci<br />
una carta giochiamoci un<br />
asso”. E quindi abbiamo<br />
pensato a un super evento<br />
come questo. Ho la fortuna<br />
di avere molti amici nel<br />
campo della musica che<br />
hanno risposto con grande<br />
entusiasmo a questo invito.<br />
La partecipazioni di questi<br />
colleghi è stata una delle<br />
cose che più mi ha caricato,<br />
oltre alla presenza<br />
dei ragazzi della UILDM.<br />
L’amore e la passione che<br />
ci hanno messo i musicisti,<br />
sono stati guidati da<br />
motivazioni assolutamente<br />
gratuite e forse proprio per<br />
questo state autentiche.<br />
Molti pezzi erano quasi<br />
completamente improvvisati<br />
regalando musica di<br />
alta qualità ma al contempo<br />
di nicchia. I personaggi che si<br />
sono esibiti sul palcoscenico del<br />
Teatro Romano sono tutti artisti<br />
di grande spessore musicale<br />
fortemente motivati e convinti<br />
dall’importanza di un evento<br />
come questo. Tutti coloro che<br />
hanno suonato hanno raccolto<br />
te la musica?<br />
una ricchezza di<br />
emozioni impagabile,<br />
perché noi<br />
avremmo emozionato<br />
il pubblico,<br />
ma i ragazzi hanno<br />
emozionato noi.<br />
Personalmente mi<br />
sono commosso<br />
quando ho sentito<br />
cantare mia figlia<br />
Giulia con Matteo<br />
Begali, amico<br />
della UILDM…<br />
queste cose non<br />
hanno prezzo e<br />
rimarranno per<br />
sempre nel cassetto<br />
del cuore.<br />
- Cosa rappresenta per<br />
Tutto. Nel senso che al di là<br />
degli affetti, la musica per me<br />
rappresenta la mia vita Io mi<br />
sveglio alla mattina suonando.<br />
Non suono tutto il giorno ma<br />
continuo a pensare ai miei pezzi,<br />
a come arrangiarli, a come<br />
potrei riproporli. Essendo una<br />
musica di nicchia però devo<br />
stare attento alle mie mosse, a<br />
quello che faccio e a come lo<br />
faccio. La stima e la credibilità<br />
che acquisisci nel corso degli<br />
anni da un lato ti dona tantissime<br />
soddisfazioni, dall’altro an-<br />
che qualche amarezza perché<br />
ci sono delle occasioni in cui<br />
dovresti esserci ma non ci sei<br />
per tanti motivi che potrebbero<br />
essere politici, il colore della<br />
pelle ecc. Fare l’artista non è facile,<br />
è molto più facile fare l’impiegato<br />
della musica lavorando<br />
come juke box... ma lavorare<br />
meccanicamente così non appaga<br />
veramente. Io non sono<br />
un impiegato della musica.<br />
- Tu quindi sei riuscito a coronare un<br />
tuo sogno…<br />
Alla fine sì perché personaggi ai<br />
quali negli anni ’70, primi anni<br />
’80, chiedevo un autografo ora<br />
mi è già capitato che si sono<br />
esibiti sul palcoscenico con me<br />
e mi hanno chiesto: ma ti è piaciuto<br />
quello che ho fatto o cambieresti<br />
qualcosa? Tutto quello<br />
che sono riuscito a ottenere lo<br />
devo soprattutto alla Musica e<br />
all’Amore per la musica, prima<br />
ancora che all’Amore del palcoscenico.<br />
Andare sul palco e<br />
cantare un pezzo che conoscono<br />
tutti avrai molte possibilità<br />
di avere successo, ma esibirsi<br />
in un festival dove solo il 30%<br />
del pubblico ti conosce è una<br />
sfida, perché nel secondo caso<br />
conquistare la gente con la tua<br />
musica diventa una vera vittoria.<br />
Talvolta il pubblico ha dei<br />
gesti veramente commoventi e<br />
si crea una sintonia fantastica.<br />
- Com’è la giornata di un bluesman<br />
di fama internazionale?<br />
Rudy e il suo gruppo di musicisti con Valentina Bazzani sul palco (a sin)<br />
La mia è tutto sommato normale,<br />
anomala nel settore della<br />
musica. Non avendo mai fatto<br />
uso di droghe o di alcol la mia<br />
vita è sport, mangiare bene,<br />
cercare di vivere fuori dallo<br />
stress e dal business e dedicarmi<br />
ai miei affetti. Dedico ogni<br />
giorno il mio tempo alla cura<br />
del mio corpo, senza farne<br />
un’idolatria. E poi con gli anni<br />
sono diventato molto selettivo<br />
Luglio 2011<br />
nelle amicizie e nelle persone<br />
che frequento. Cerco di cogliere<br />
delle motivazioni importanti<br />
dalla gente che frequento. Sono<br />
rimasto molto colpito dalla<br />
scomparsa di Greta e, lo dico<br />
in anteprima e mi auguro che<br />
si realizzerà, ho in mente di<br />
scrivere una canzone dedicata<br />
a lei ma non in maniera esplicita.<br />
Probabilmente il titolo sarà<br />
qualcosa del tipo “La canzone<br />
che non hai mai cantato”, visto<br />
che anche lei al Teatro Romano<br />
avrebbe dovuto cantare con<br />
noi. Queste sono le emozioni<br />
autentiche che condizionano il<br />
mio lavoro. Ricordiamoci sempre<br />
che la Musica è una forma<br />
d’arte.<br />
- Ci sono delle figure che ti ispirano?<br />
Ce ne sono state diverse. A livello<br />
umano le mie figlie, i miei<br />
genitori, i miei nipoti. A livello<br />
artistico invece sono cresciuto<br />
con il panorama musicale internazionale<br />
della Svizzera degli<br />
anni ’60 che offriva i Beatles,<br />
i Rolling Stones, Ray Charles,<br />
Stevie Wonder, Aretha<br />
Franklin, James Brown… quindi<br />
sono cresciuto con il massimo<br />
e sono tante le mie influenze<br />
musicali. Ecco perché faccio<br />
il polemico quando mi vengono<br />
a chiedere cosa ne penso della<br />
musica italiana, soprattutto<br />
nel campo del rock e<br />
del blues. I Beatles restano<br />
un punto fermo nella mia<br />
vita, tanto che anni fa ho<br />
registrato anche un disco<br />
“Beatles in blues”, ma detesto<br />
le forme maniacali<br />
che molte persone hanno.<br />
Ho sempre cercato di<br />
ascoltare cose che potessero<br />
darmi uno stimolo per i<br />
miei pezzi.<br />
- Un messaggio ai nostri lettori<br />
per concludere.<br />
Continuare andare avanti,<br />
ognuno deve fare ciò che<br />
può. Per quanto riguarda<br />
i giovani, sia come ascoltatori,<br />
che come artisti, di prendere<br />
come punti di riferimento musicali<br />
personaggi autentici e veri,<br />
che comunichino cose vere e<br />
donino voglia di vivere. Il mondo<br />
della musica è trasgressivo<br />
di suo, è importante prendere<br />
come modelli personaggi sani.
Luglio 2011<br />
Appuntamenti culturali<br />
di Stefano Campostrini<br />
Il nostro territorio si riempie di sagre, eventi, rassegne e tanto altro da non perdere<br />
La provincia è tutto un festival<br />
Si profila un mese assolutamente<br />
interessante questo luglio.<br />
Numerosissime sono le possibilità<br />
di svago che vanno dal teatro<br />
alla musica, dal cabaret all’arte,<br />
dal cinema ai dibattiti. Segnaliamo<br />
innanzitutto l’iniziativa<br />
“Estate a Sona” organizzata dal<br />
Teatro Impiria, che ha luogo a<br />
Sona e dintorni, iniziata il 16<br />
giugno ma che continuerà sino<br />
a fine agosto. I prossimi appuntamenti<br />
teatrali saranno “Toccata<br />
e fuga”, il 7 luglio a Lugagnano,<br />
una commedia a sfondo<br />
amoroso di Derek Benfield,<br />
continuando con “A qualcuno<br />
piace Zorro” di Paolo Panizza<br />
del Zarathustra Teatro, il 14 luglio<br />
a Sona. Si prosegue a San<br />
Giorgio in Salici il 21 luglio con<br />
“Ultima chiamata” di Andrea<br />
Castelletti, spettacolo tratto dal<br />
film “Phone Booth”. A chiudere<br />
il mese il 28 luglio a Corte Tacconi<br />
di Palazzolo è “Niente sesso,<br />
siamo inglesi” di Marriot e<br />
Foot, proposta dall’Accademia<br />
di Teamus.<br />
Il programma di agosto inizierà<br />
il 4 a Villa Trevisani di Sona<br />
con un’altra commedia con “Le<br />
sorprese del divorzio” di Bisson<br />
e Mars, con la compagnia del<br />
Piccolo Teatro di Sacile. Proseguendo<br />
nell’ambito teatrale il<br />
30 agosto toccherà ad “Assassinate<br />
la zitella”, di Giancarlo<br />
Pardini a cura della compagnia<br />
teatrale La Zattera, completare<br />
la rassegna sempre a Villa Trevisani.<br />
Gli spettacoli di agosto inizieranno<br />
alle 21 mentre quelli di<br />
luglio alle 21.15. Il biglietto ha<br />
un costo di 5€ intero, 4€ ridotto<br />
e ingresso gratuito per i bambini<br />
sotto i 12 anni. In caso di<br />
tempo avverso le serate avranno<br />
luogo nel teatro parrocchiale<br />
di Sona. Per informazioni contattare<br />
il numero 045.6091207<br />
o l’indirizzo mail biblioteca@<br />
comune.sona.vr.it.<br />
Sempre nel contesto di “Estate<br />
a Sona” avranno luogo anche<br />
alcune serate di intrattenimento<br />
anche musicale. La Festa di San<br />
Quirico è una di queste, si svolgerà<br />
dall’8 all’11 luglio sempre<br />
a Sona: musica dal vivo, stand<br />
gastronomici e naturalmente<br />
ingresso libero. La serata conclusiva<br />
sarà il 30 luglio al quartiere<br />
San Quirico in occasione<br />
del 3° torneo Giovanni e Alessandro<br />
Fasoli, con The Montagues<br />
in concerto dalle ore 21.<br />
Altra occasione interessante è<br />
“Sona in quattro passi”, camminata<br />
serale accompagnata<br />
da lettura di poesie, con partenza<br />
alle 21 da Guastalla Nuova e<br />
arrivo a Guastalla Vecchia con<br />
rinfresco (info: 3382482447).<br />
Tante altre proposte sono poi sparse su tutta la provincia.<br />
Ecco un elenco informativo, per appassionati<br />
o semplici curiosi.<br />
- Festival del Garda: musica sulle sponde del<br />
lago tra la provincia di Brescia e la nostra, da luglio<br />
a fine agosto. Info www.ilfestivaldelgarda.it<br />
- ad Opera d’Arte: rassegna teatrale tra il centro<br />
e il nord della provincia nel mese di luglio e finale<br />
a settembre, a cura di Fondazione Aida (www.fondazioneaida.it)<br />
- Estate Zeviana: fino al 7 agosto musica, teatro,<br />
danza e cabaret. Info www.comune.zevio.vr.it o<br />
045.6068411<br />
- San Giò Artfestival: tanta musica per tanti generi<br />
dal 1° luglio all’11 settembre. Info www.culturalupatotina.it<br />
- Voci e Luci in Lessinia: ri-scoprire il magico<br />
territorio montano a nord, tra musiche, percorsi,<br />
ospitalità. Info www.vocieluciinlessinia.net<br />
- Cinema al Cortile di S. Teresa: per tutto luglio<br />
fino al 5 agosto proiezioni all’aperto. Info www.<br />
teatrosantateresa.org<br />
- Italian bodypainting festival: interessante iniziativa<br />
il 9 luglio a Villa Carrara Bottagisio di Bardolino,<br />
dalle 12 fino a sera. Concorso e mostre fotografiche,<br />
info www.italianbodypaintingfestival.it<br />
- La sera in riva al fiume: alla terrazza sull’Adige<br />
del Circolo Ufficiali di Castelvecchio, musica e<br />
teatro in 4 serate. Segreteria tel. 045.8002868, info<br />
www.teatroimpiria.net<br />
- Estate Teatrale Arena Torcolo: a Cavaion<br />
Veronese commedie in dialetto e non, proposte da<br />
diverse compagnie.<br />
- XVII Film Festival della Lessinia: vita, storia<br />
e tradizioni in montagna, a Bosco Chiesanuova<br />
dal 20 al 28 agosto. Info www.filmfestivallessinia.it<br />
- Corte Molon, il teatro è servito: a teatro sotto<br />
le stelle fino al 28 agosto. Via della Diga 17, <strong>Verona</strong>.<br />
Info www.cortemolon.it<br />
- Music festival Pianura Veneta: seconda edizione<br />
di concerti classici in programma nelle province<br />
di Vr, Ro, Pd.<br />
- Estate Musicale Maffeiana: al Museo Lapi-<br />
Il 6 agosto a Villa<br />
Bressan in loc. San<br />
Rocco di San Giorgio<br />
in Salici, concerto lirico<br />
in memoria del tenore Giuseppe<br />
Lugo, nativo della zona.<br />
Gran finale dal 23 al 25 agosto<br />
con le esibizioni di alcuni gruppi<br />
di stampo black in occasione<br />
del “Coast to Coast Festival”,<br />
viaggio nelle radici musicali<br />
degli Stati Uniti; dalle ore<br />
21 a Villa Trevisani in Piazza<br />
Roma.<br />
Ce n’è per tutti<br />
Teatro/Eventi<br />
dario di P.zza Bra dal 4 luglio al 1° agosto, musiche<br />
di grandi compositori. Info 348.9973438 -<br />
347.6855925<br />
- Teatrofarm: il Teatro sull’Aia della Fattoria Didattica<br />
Giarol Grande nel Parco dell’Adige Sud a<br />
<strong>Verona</strong>, a cura del Teatro Impiria. Info www.fattoriagiarolgrandevr.it<br />
- Estate Teatrale al Castello di Montorio:<br />
programma di spettacoli fino a settembre, a cura<br />
dell’Associazione Due Valli<br />
- Valpolicella Live: in questo mese grandi star<br />
della musica all’Area Fiere di Sant’Ambrogio.<br />
In esclusiva anche Romeo e Giuliet on the water. Info<br />
www.ocliseventi.com<br />
- Teatro in Corte: in alcuni comuni della Bassa<br />
Veronese serate teatrali dirette da Officina Eventi e<br />
Comunicazione. Info www.officinaeventi.it<br />
- Estate Teatro Parona: poco fuori <strong>Verona</strong> tanti<br />
spettacoli di teatro e musica in luglio e agosto. Info<br />
348.0048783<br />
- E...state a San Martino: sempre poco distante<br />
dal centro città musica, danza, teatro e cinema nei<br />
mesi estivi.<br />
- Note in Villa: 150 anni di musica nei dintorni di<br />
Castelnuovo del Garda, con temi musicali e mostre<br />
d’arte. Info www.amicimusicalagodigarda.it<br />
- Est Veronese Festival: teatro e musica tra<br />
Soave, Illasi e circondario. A cura dello IAT, info<br />
045.6190773<br />
- Riso & Riso: incontri cultural-gastronomici sulla<br />
strada del riso nelle tradizionali zone di produzione.<br />
Info www.vivaoperacircus.it e www.stradadelriso.it<br />
- Arte Musica e Spettacolo a Concamarise, nella<br />
ex chiesa antica di S. Lorenzo e S. Stefano. Info<br />
349.5715926<br />
- Apeteatro: teatro in piazza per famiglie e bambini<br />
il 4 settembre a Valeggio e l’11 settembre a Gazzolo<br />
d’Arcole. A cura del Teatro Stabile di <strong>Verona</strong><br />
- Il Risorgimento a <strong>Verona</strong> e nel Veronese:<br />
nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia rievocazioni<br />
storiche in vari comuni in affascinanti località.<br />
www.provinciainfestival.it<br />
3
4 Musica<br />
Verso l’infinito e oltre<br />
di Francesco Fontana<br />
Sei titoli in programma e 49 serate per l’89° Festival Lirico in Arena<br />
Il grande festival della Lirica<br />
Sopra l’Arena riempita nella sua affascinante cornice e qui in basso una scena di balletto in “Aida”<br />
Dopo l’inaugurazione del 17<br />
giugno con La Traviata di Giuseppe<br />
Verdi, l’89º Festival Lirico<br />
dell’Arena di <strong>Verona</strong> accompagnerà,<br />
come di consueto, l’estate<br />
veronese nei mesi di luglio,<br />
agosto e settembre.<br />
La Traviata vede la regia di<br />
Hugo de Ana e la direzione<br />
d’orchestra di Carlo Rizzi, debuttante<br />
in Arena. Sulla scena,<br />
nelle vesti di Violetta, vedremo<br />
la cantante soprano albanese<br />
Ermonela Jaho, interprete di<br />
livello internazionale con grandissima<br />
esperienza nei più prestigiosi<br />
teatri del mondo, che si<br />
alternerà nel ruolo con Lana<br />
Kos e Inva Mula. Tra gli altri<br />
interpreti ci saranno il tenore<br />
Francesco Demuro e Francesco<br />
Meli, che si avvicenderanno nei<br />
panni di Alfredo, e il baritono<br />
bulgaro Vladimir Stoyanov,<br />
che sarà Giorgio Germont. Dopo<br />
le serate del 17 e del 24 giugno<br />
sono in programma ben altre 7<br />
repliche previste per le date del<br />
2, 12, 16, 21 e 28 luglio e 4 e 11<br />
agosto.<br />
Aida di Giuseppe Verdi invece<br />
sarà rappresentata per<br />
ben quindici serate. L’opera,<br />
quest’anno con l’allestimento<br />
storico del 1913 di Ettore Fagiuoli,<br />
dopo l’esordio del 18 giugno<br />
e le repliche del<br />
26 e 30, andrà<br />
in scena infatti il<br />
10, 13, 17, 19, 24,<br />
26, e 30 luglio,<br />
il 7, 14, 28, 31<br />
agosto e il 3 settembre.<br />
L’opera<br />
verdiana, per la<br />
regia di Gianfranco<br />
de Bosio,<br />
vedrà sul palcoscenico<br />
nel ruolo<br />
di Aida Micaela<br />
Carosi, che si<br />
alternerà con<br />
Amarilli Nizza,<br />
Hui He e Lucrezia<br />
Garcia.<br />
Ad interpretare<br />
Radamès saranno<br />
invece Fabio Armiliato, Salvatore<br />
Licitra, Carlo Ventre,<br />
Walter Fraccaro e Marcello<br />
Giordani. L’opera prevede anche<br />
tre debutti, seppur in ruoli<br />
minori: Gustáv Beláček (Il Re),<br />
Francesco Pittari (Un messaggero)<br />
e Giorgia Bertagni (Sacerdotessa).<br />
Il Barbiere di Siviglia di Gioacchino<br />
Rossini, che ha esordito<br />
lo scorso 25 giugno in Arena,<br />
presenta invece un gran numero<br />
di debuttanti sulla scena,<br />
che interpreteranno anche<br />
personaggi principali. Si potrà<br />
apprezzare la voce tenorile di<br />
Antonino Siragusa, nei panni<br />
del Conte d’Almaviva, che si avvicenderà<br />
nel ruolo con Lawrence<br />
Brownlee. Aleksandra Kurzak<br />
e Rocio Ignacio saranno<br />
invece Rosina. A vestire i panni<br />
di Figaro sarà invece il baritono<br />
greco Aris Argiris, una delle<br />
voci più promettenti a livello<br />
internazionale, che si alternerà<br />
nelle serate in programma con<br />
Dalibor Jenis. Dopo la replica<br />
del primo luglio andranno in<br />
scena altre quattro serate nelle<br />
Luglio 2011<br />
date dell’8, 14, 22 e 29 luglio.<br />
L’opera di Giuseppe Verdi Nabucco,<br />
presentata con particolari<br />
scenografie celebrative del 150º<br />
dell’Unità d’Italia, avrà il suo<br />
esordio nella cornice areniana<br />
il 9 luglio, con repliche previste<br />
per il 15, 20, 23, 27 luglio,<br />
il 5,12, 21 e 25 agosto e, in conclusione,<br />
il primo settembre. Ad<br />
avvicendarsi nel ruolo di Nabucco<br />
saranno Ambrogio Maestri,<br />
Marco Vratogna, Leonardo<br />
López Linares e George Gagnidze.<br />
La Boheme di Puccini andrà in<br />
scena invece solo a partire da<br />
agosto. Il 6 toccherà alla prima<br />
serata, con interprete Fiorenza<br />
Cedolins, nei panni di Mimì,<br />
che si alternerà nelle serate in<br />
programma con la debuttante<br />
in Arena Maria Agresta. Marcelo<br />
Álvarez sarà invece Rodolfo.<br />
Le repliche si terranno nelle<br />
date del 13, 19, 26, 30 agosto e<br />
2 settembre.<br />
La sesta opera in programma<br />
è Roméo et Juliette di Charles<br />
Gounod, in scena dal 20 agosto<br />
con i giovani Nino Machaidze<br />
e Stefano Secco nelle vesti dei<br />
protagonisti. Altri interpreti<br />
saranno Ketevan Kemoklidze<br />
(Stéphano), Jean-François Borras<br />
(Tybalt), Paolo Antognietti (Benvolio),<br />
Artur Rucinski (Mercutio)<br />
e Gianpiero Ruggeri (Grégorio).<br />
Le repliche avranno luogo il 24<br />
e 27 agosto.
Luglio 2011<br />
Verso l’infinito e oltre<br />
di Francesco Fontana<br />
Interessanti appuntamenti tra Arena di <strong>Verona</strong> e Castello Scaligero di Villafranca<br />
Eventi <strong>Verona</strong>: che luglio!<br />
Nel mese di luglio gli appuntamenti<br />
con gli spettacoli di<br />
Eventi <strong>Verona</strong> sono moltissimi<br />
e di grandissima qualità. Si comincia<br />
con i Gogol Bordello,<br />
una delle live band più coinvolgenti,<br />
che si esibirà la sera del 9<br />
luglio a partire dalle 21.30 nella<br />
splendida cornice del Castello<br />
Scaligero di Villafranca.<br />
Lunedì 11 luglio arriverà invece<br />
all’Arena di <strong>Verona</strong> Giorgio<br />
Panariello, per la data conclusiva<br />
della sua lunga tournèe dal<br />
titolo: “Panariello non esiste”.<br />
L’attore e presentatore, nello<br />
spettacolo rivisiterà alcuni dei<br />
personaggi che lo hanno reso<br />
famoso al grande pubblico<br />
come, tra gli altri, Il PR, la Signora<br />
Italia e Merigo, proponendo<br />
anche una serie di monologhi<br />
inediti legati a tematiche di attualità.<br />
Tornano a <strong>Verona</strong> anche i<br />
Modà, che si esibiranno al Castello<br />
Scaligero di Villafranca<br />
la sera del 13 luglio. Il gruppo,<br />
dopo la partecipazione a Sanremo<br />
con il prestigioso secondo<br />
posto nella categoria big, sta<br />
vivendo un ottimo momento<br />
artistico. Successivamente all’esperienza<br />
all’Ariston i Modà<br />
hanno pubblicato il disco “Viva<br />
i romantici”, accompagnato da<br />
un tour che li ha portati in tutta<br />
Italia, ottenendo grande riscontro<br />
sia di critica che di pubblico.<br />
Il Castello Scaligero di Villafranca<br />
ospiterà tutt’altro genere<br />
di spettacolo il 16 luglio, data<br />
nella quale è atteso Fabri Fibra.<br />
Il rapper farà tappa al Castello<br />
per il suo tour “Controcultura<br />
Tour estate 2011”.<br />
Sempre a Villafranca, il giorno<br />
successivo, arriveranno i<br />
grandissimi Toto. Il gruppo,<br />
icona del rock anni Ottanta,<br />
torna a esibirsi insieme per un<br />
ultimo tour dal titolo “Toto in<br />
Concert 2011 Tour”. Sul palco,<br />
oltre a Steve Lukather, saranno<br />
presenti David Paich, Steve<br />
Porcaro, Simon Phillips, Nathan<br />
East, e Joseph Williams.<br />
Per proseguire sul genere rock,<br />
il 18 luglio si potrà assistere<br />
all’Arena di <strong>Verona</strong> al concerto<br />
dei Deep Purple, per uno spettacolo<br />
intitolato “Live with Orchestra”.<br />
La band, infatti, sarà<br />
accompagnata nella performance<br />
da un’intera orchestra,<br />
in uno spettacolo che si prospetta<br />
unico e suggestivo. La<br />
formazione attuale è compo-<br />
La settima edizione di <strong>Verona</strong><br />
Folk è iniziata il 24 giugno al<br />
Teatro Romano con Francesco<br />
Renga ma ha da proporre in<br />
questo mese artisti di grande<br />
interesse. Il 2 luglio a San Giovanni<br />
Lupatoto, gratuitamente,<br />
si potranno ascoltare i Khorakhanè,<br />
gruppo di origine romagnola<br />
ed esponente del folk<br />
italiano.<br />
Il 7 luglio a Valeggio sul Mincio<br />
Enzo Iacchetti renderà omaggio<br />
al suo grande amico Giorgio<br />
Gaber con uno show dal<br />
titolo “Chiedo scusa al signor<br />
G” accompagnato dalla Wiz<br />
Orchestra.<br />
Dopo una pausa di due settimane,<br />
trasferta “straniera”<br />
sta da: Ian Gillan (voce), Steve<br />
Morse (chitarra), Roger Glover<br />
(basso), Don Airey (tastiere) e<br />
Ian Paice (batteria).<br />
Il 22 luglio al Castello di Zevio<br />
si esibirà invece il cantante Raf.<br />
Mentre al Castello Scaligero<br />
di Villafranca il 24 luglio sarà<br />
la volta del cantautore Franco<br />
Battiato. Sempre a Villafranca,<br />
la sera del 30 luglio, arriverà<br />
Ben Harper, per la tappa del<br />
tour che accompagna l’uscita<br />
del suo ultimo album “Give<br />
Till It’s Gone”.<br />
E c’è anche <strong>Verona</strong> Folk<br />
Musica<br />
nell’affascinante Villa Venier<br />
a Sommacampagna per poter<br />
ascoltare Lyle Lovett, la star<br />
americana della musica country,<br />
per la prima volta in Italia<br />
da solo.<br />
Il 22 luglio a Zevio sarà la volta<br />
di Raf che avrà modo quindi<br />
di presentare, oltre al suo repertorio,<br />
i brani del suo ultimo<br />
album di quest’anno “Numeri”,<br />
reduce da successo di critica e<br />
classifica.<br />
A chiudere il festival musicale<br />
sarà Franco Battiato e il suo inconfondibile<br />
stile cantautorale.<br />
Teatro il Castello di Villafranca<br />
il 24 luglio.<br />
Info:<br />
www.provinciainfestival.it<br />
Da centro pagina a sinistra, in senso antiorario: Modà, Deep Purple, Ben Harper e Lyle Lovett per la rassegna “<strong>Verona</strong> Folk”<br />
5
CINEMA ALL’APERTO<br />
FEMMINE CONTRO MASCHI<br />
Giovedì 30 giugno<br />
Regia: Fausto Brizzi<br />
Genere: Commedia<br />
Durata 96’<br />
Italia 2011<br />
IL CIGNO NERO<br />
Giovedì 14 luglio<br />
Regia: Darren Aronofsky<br />
Genere: Thriller<br />
Durata 110’<br />
U.S.A. 2010<br />
IMMATURI<br />
Giovedì 28 luglio<br />
Regia: Paolo Genovese<br />
Genere: Commedia<br />
Durata 108’<br />
Italia 2011<br />
SOAVE ESTATE 2011<br />
IL DISCORSO DEL RE<br />
Giovedì 7 luglio<br />
Regia: Tom Hooper<br />
Genere: Storico<br />
Durata 111’<br />
Gran Bretagna,<br />
Australia 2010<br />
HABEMUS PAPAM<br />
Giovedì 21 luglio<br />
Regia: Nanni Moretti<br />
Genere: Commedia<br />
Durata 104’<br />
Italia, Francia 2011<br />
LA VITA FACILE<br />
Giovedì 4 agosto<br />
Regia: Lucio Pellegrini<br />
Genere: Commedia<br />
Durata 102’<br />
Italia 2011<br />
Rassegna Cinematografica Parco Zanella<br />
Tutti i giovedì ore 21.15<br />
Ingresso: intero € 6,00 - ridotto € 5,00<br />
In caso di maltempo le proiezioni saranno recuperate<br />
giovedì 11 - 18 - 25 agosto 2011<br />
LEGAMBIENTE SOAVE<br />
www.legambientesoave.it
Luglio 2011<br />
Appuntamenti culturali<br />
di Lorenzo Magnabosco<br />
Programma di luglio 2011<br />
Rassegna di Teatro nei Cortili<br />
Prosegue anche nel mese di luglio<br />
la rassegna di teatro amatoriale<br />
nei cortili di Santa Eufemia,<br />
Santa Maria in Organo e<br />
Arsenale, organizzata e coordinata<br />
dall’Assessorato alla Cultura<br />
del Comune di <strong>Verona</strong>.<br />
Il cartellone si presenta , come<br />
sempre, ampio e variegato con<br />
opere e adattamenti di autori<br />
italiani e stranieri. A Santa Eufemia<br />
gli spettacoli iniziano dal<br />
4 al 10 luglio con la Compagnia<br />
Pocostabile, che presenterà ‘’Le<br />
Massere’’ di Carlo Goldoni,<br />
commedia rappresentata per<br />
la prima volta nel 1755, dove le<br />
serve protagoniste escono dagli<br />
schemi classici della Commedia<br />
dell’Arte per calarsi nella<br />
quotidianità in presa diretta,<br />
rappresentando la vita ordinaria<br />
della Venezia del tempo.<br />
Dall’11 al 14 sarà la volta della<br />
Compagna dell’Arca con ‘’La<br />
Bella e la Bestia’’ Valerio Bufacchi<br />
e Gilberto Lamacchi . E’<br />
una commedia musicale , tratta<br />
liberamente dalla favola originale<br />
di Madame Beaumont, in<br />
cui si intreccia una vicenda sul<br />
vero amore, capace di andare<br />
oltre le apparenze e di superare<br />
le difficoltà e le paure che<br />
lo ostacolano. Quadri onirici,<br />
composti dalle più’ amate maschere<br />
tradizionali veneziane,<br />
rievocano le atmosfere del castello<br />
incantato e delle strane<br />
creature che vi abitano e così<br />
portano lo spettatore in un’atmosfera<br />
da fiaba. Dal 15 al 22<br />
luglio continua la Compagnia<br />
Micromega con ‘’Harvey ‘’ di<br />
Mary Chase. Elwood, un simpatico<br />
e generoso signore di<br />
mezza età, vede Harvey come<br />
un coniglio bianco alto un metro<br />
e ottantasette centimetri,<br />
e a tutti lo presenta in questa<br />
veste e per questo motivo viene<br />
regolarmente avversato. Non<br />
si contano gli equivoci e i colpi<br />
di scena, i quali ci invitano<br />
a guardare e ad osservare il<br />
modo senza filtri, serenamente,<br />
lasciando spazio a diverse<br />
visioni ai problemi. La Compagnia<br />
Gli Insoliti Noti con<br />
‘’La Scuola in…. Mutande’’<br />
di Donato De Silvestri andrà<br />
in scena dal 23 luglio al 2 agosto.<br />
Un pensionato delle Poste<br />
Italiane si reca in una piccola<br />
repubblica del Sud America e<br />
si trova nel bel mezzo di una<br />
contestata riforma scolastica<br />
che ha molte assonanze con<br />
quello che sta avvenendo ora<br />
in Italia. Attraverso una fitta<br />
rete di gag, lazzi e personaggi<br />
divertenti , lo spettatore è portato<br />
a riflettere sull’attualità. A<br />
Santa Maria in Organo, invece,<br />
inizia la Compagnia Zeropunto.it<br />
che propone il celebra<br />
vaudeville di Georges Feydau<br />
‘’l’Hotel del libero scambio’’. A<br />
fare da protagonista è l’adulterio<br />
che trasporta i protagonisti<br />
in situazioni assurde ed esilaranti;<br />
adulterio che non viene<br />
mai consumato grazie alla<br />
bravura dell’autore, che inventa<br />
incidenti, colpi di scienza e<br />
incidenti che sconfinano anche<br />
nel surreale. Il testimone passerà<br />
poi a un classico, ‘’Le donne<br />
al Parlamento’’ di Aristofane ,<br />
interpretato dalla Compagnia<br />
Giorgio Totola. Dopo più di<br />
duemila anni i problemi sem-<br />
brano essere poco mutati: discriminazione<br />
fra sessi, razze<br />
e classi. Aristofane propone<br />
una ricetta: il potere alle donne.<br />
La stessa commedia viene<br />
proposta, ma reinterpretata<br />
dal G.A.D. Renato Simoni con<br />
‘’Letto a una piazza ovvero il<br />
potere alle donne’’. Il letto, la<br />
piazza e le donne sono i pro-<br />
Al Cortile dell’Arsenale<br />
dal 4 al 10 luglio apre<br />
la rassegna Soledarte con<br />
“Shakespeare+Queen: rock<br />
Hamlet’’, di Solimano Pontarollo,<br />
rivisitazione della tragedia<br />
shakespeariana sulle musiche<br />
dei Queen. Una band live scena,<br />
inserita nella struttura drammatica;<br />
musicisti al servizio del re<br />
e della regina, evocazione del<br />
fantasma, anzi di tutti i fantasmi<br />
di Amleto. La regia sottolinea<br />
la modernità di quanto accade<br />
Inoltre<br />
Musica<br />
7<br />
tagonisti: le donne passano dal<br />
letto alla piazza per soppiantare<br />
gli uomini nella gestione<br />
di un potere retto in maniera<br />
indegna e migliorare così le<br />
sorti della patria. Alcune diventeranno<br />
maschi nell’atteggiamento<br />
, oltre che nelle vesti,<br />
altre daranno sfoggio della loro<br />
femminilità.<br />
al protagonista, che affronta un<br />
mondo in pieno cambiamento<br />
rimarcandone le debolezze e<br />
fragilità. Dal 13 al 31 luglio ‘’La<br />
Barcaccia’’ presenta ‘’El ciacolon<br />
imprudente’’ di Carlo Goldoni.<br />
Viene recuperato il testo<br />
poco conosciuto della maturità<br />
dell’autore veneziano (1753) in<br />
cui agiscono personaggi già psicologicamente<br />
approfonditi, già<br />
presenti in diversi capolavori,<br />
che qui agiscono in un contesto<br />
di travolgente divertimento.
8 Teatro<br />
Ne hanno viste di cose questi occhi<br />
di Francesco Fontana<br />
In scena il Festival Shakespeariano al Teatro Romano<br />
L’Estate Teatrale Veronese<br />
La sessantatreesima edizione<br />
dell’Estate Teatrale Veronese,<br />
per quanto riguarda gli spettacoli<br />
di prosa, anche quest’anno è<br />
incentrata sulle grandi opere di<br />
William Shakespeare.<br />
Dal 6 al 9 luglio andrà in scena<br />
al Teatro Romano di <strong>Verona</strong><br />
Sogno di una notte di mezza estate,<br />
nella versione prodotta dal Teatro<br />
Stabile di <strong>Verona</strong> e da Bananas<br />
s.r.l.. Il Regista è il comico e<br />
attore di teatro Gioele Dix che,<br />
per la scelta del cast, ha puntato<br />
molto su giovani emergenti del<br />
laboratorio di Zelig quali Alessandro<br />
Betti, Maria Di Biase,<br />
Katia Follesa, Maurizio Lastrico,<br />
Corrado Nuzzo, Marco Silvestri<br />
e Marta Zoboli, avvalendosi<br />
anche della partecipazione<br />
speciale della cantante Petra<br />
Magoni e del contrabbassista<br />
Ferruccio Spinetti. Lo spettacolo<br />
si prospetta suggestivo: gli attori<br />
comici daranno senz’altro un<br />
colore tutto particolare all’opera<br />
classica di Shakespeare.<br />
Il Teatro Romano ospiterà invece<br />
l’Otello dal 13 al 16 luglio. Protagonista<br />
assoluto dello spettacolo<br />
sarà il celebre attore di cinema<br />
e teatro Alessandro Haber,<br />
per la regia di Nanni Garella e<br />
la messa in scena curata dal Teatro<br />
Stabile di Bologna “Nuova<br />
Scena – Arena del Sole”. Accanto<br />
ad Haber reciteranno, tra gli<br />
altri, Maurizio Donadoni, nel<br />
ruolo di Lago, e Lucia Lavia,<br />
nelle vesti di Desdemona. Il regista<br />
dell’opera e Haber hanno già<br />
collaborato in passato in molti<br />
altri spettacoli come Arlecchino<br />
servitore di due padroni e, recentemente,<br />
Platonov.<br />
Si conclude con la divertente<br />
opera farsesca La commedia degli<br />
errori, presentata per l’occasione<br />
nella doppia versione in lingua<br />
italiana e inglese. La storia racconta<br />
di equivoci, malintesi e<br />
molte situazioni esilaranti, mostrate<br />
con il sentimento amoroso<br />
quale filo conduttore dell’intero<br />
racconto.<br />
La versione in italiano, in scena<br />
dal 21 al 23 luglio, vede la regia<br />
di Leo Muscato, con interpreti<br />
Peppe Barra, Francesco Biscione,<br />
Giulio Baraldi, Alessandro<br />
Bertolini e Simone Luglio.<br />
Quella in lingua inglese, che porta<br />
il titolo originale The Comedy<br />
of errors, sarà invece interpretata<br />
dall’apprezzatissima compagnia<br />
britannica “Propeller Theater<br />
Company”, che prevede nella<br />
recita la presenza sul palco<br />
esclusivamente di attori di sesso<br />
maschile, come nella tradizione<br />
shakespeariana. La commedia,<br />
nella versione della compagnia<br />
teatrale inglese, è ambientata in<br />
Sud America e ha ottenuto ampio<br />
successo, sia di pubblico che<br />
di critica, in Inghilterra e nella<br />
recente tournee negli States.<br />
Notizia dell’ultim’ora<br />
Alessandro Haber (nella foto sopra) “licenziato” da “Otello”. Il<br />
ruolo che l’attore doveva interpretare nell’opera in scena al Teatro<br />
Romano di <strong>Verona</strong> è stato revocato per “gravi comportamenti” nei<br />
confronti della protagonista femminile Lucia Lavia. La figlia di Gabriele<br />
Lavia, che interpreta Desdemona, sarebbe stata avvicinata<br />
dall’attore anche in seguito al bacio durante prove sul palcoscenico.<br />
Secca la smentita e l’accusa di strumentalizzazione dallo stesso Haber,<br />
ma è stato sostituito da Franco Branciaroli.<br />
Luglio 2011<br />
Così parlò Eatwood<br />
Prima o poi la crisi creativa<br />
arriva per tutti. Interpellato<br />
qualche amico provo a scovare<br />
dentro me (che immagine<br />
orrida e viscerale) un motivo<br />
per dedicarmi ancora alla<br />
scrittura. Non lo trovo. Resisto.<br />
Prendo qualche giorno<br />
di pausa, mi calmo, rifletto.<br />
Niente. Ormai il vuoto assale<br />
la mia creatività e i tasti della<br />
tastiera appaiono come delle<br />
caselle bianche, lievemente<br />
ingiallite dai residui di cibo<br />
della pausa pranzo, ovviamente<br />
ottimizzata davanti al PC.<br />
Passa Eatwood e ride vedendomi<br />
digitare ossessivamente<br />
e a otto dita le pagine delle<br />
mie memorie. Ride e dice che<br />
sono megalomane. Le tue memorie?<br />
Ma se hai appena passato i<br />
vent’anni? D’impeto la tentazione<br />
di licenziarlo è forte ma poi<br />
penso ai sindacati e rifletto. In<br />
realtà non sopporto la sua ironia<br />
ne tantomeno la decisione<br />
di farmi dare del tu; ho anche<br />
io le mie colpe. Poi m’illumina<br />
un’aurea da genio: con abile<br />
mossa l’avrei messo a ciclostilare<br />
la nostra pubblicazione.<br />
Rido a crepapelle. Per vendetta<br />
il giornalista ironico sarebbe<br />
diventato un tecnico di stampa<br />
– come se la moglie di un produttore<br />
di vino si innamorasse di un venditore<br />
di acque minerali (come descrive<br />
un mio caro amico nel<br />
suo romanzo)-, un’ingiustizia.<br />
Ormai sono rosso, respiro a<br />
fatica, sembro colpito da mille<br />
mani solleticanti. Il divertimento<br />
è alle stelle, sono esaltato.<br />
Salto, corro, non riesco a<br />
stare fermo. Improvvisamente<br />
sbianco. Divento serio. Triste e<br />
cupo mi alzo. Barcollo. Tutto<br />
svanisce … siamo un mensile<br />
on-line, nessuna vendetta di<br />
quel tipo, quindi. E Eatwood<br />
capisce. Passa davanti al ciclostile,<br />
lo accarezza e dice: è solo<br />
per arredamento….non lo useremo<br />
mai. Poi ride, ride talmente<br />
tanto che cade a terra. Batte<br />
la testa. Si rialza e sembra un<br />
mostro gonfio a due zampe.<br />
Abbasso gli occhi, il mio viso<br />
sorride sereno e Eatwood, con<br />
una mano sul viso esce dalla<br />
stanza. Tolgo scarpe e calze<br />
e riprendo a scrivere la storia<br />
della mia vita. Dagli anni’80 al<br />
duemila e da Eatwood in poi.<br />
Che cambiamenti.
Luglio 2011<br />
Visto abbastanza?<br />
di Francesco Fontana<br />
Il film è stato proiettato a Cannes nella versione restaurata<br />
Torna L’assassino, opera prima di Elio Petri<br />
Il cinema è un occhio<br />
aperto sul mondo<br />
Joseph Bédier<br />
All’ultima edizione del Festival<br />
del Cinema di Cannes, tra<br />
molti titoli illustri, è stato presentato<br />
nella categoria Cannes<br />
Classics L’assassino (1961), film<br />
d’esordio del regista Elio Petri,<br />
proiettato nella versione recentemente<br />
restaurata.<br />
Lo stile di Petri è già da questa<br />
sua prima pellicola inconfondibile.<br />
La critica sociale,<br />
la volontà di indagare e denunciare<br />
il rapporto perverso<br />
tra il singolo e le strutture del<br />
Potere, con le conseguenti nevrosi<br />
e psico-patologie, la condanna,<br />
insomma, di un sistema<br />
“malato”, sono alcuni degli<br />
elementi caratteristici del suo<br />
cinema, che troveranno massima<br />
espressione nel successivo<br />
Indagine su un cittadino al di sopra<br />
Marcello Mastroianni e Micheline Presle, protagonisti del film<br />
di ogni sospetto (1970), film premiato<br />
con l’Oscar come “Miglior<br />
film straniero”.<br />
L’assassino racconta la vicenda<br />
di un giovane antiquario, tale<br />
Alfredo Martelli (Marcello<br />
Mastroianni), sospettato dell’omicidio<br />
dell’amante Adalgisa<br />
De Matteis (Micheline Presle)<br />
e conseguentemente trattenuto<br />
dalla Polizia per gli accertamenti<br />
del caso. Nel corso della<br />
vicenda, attraverso i numerosi<br />
flashback, ci viene mostrato lo<br />
spregevole passato, anche recente,<br />
del protagonista, caratterizzato<br />
da truffe e relazioni<br />
sentimentali esclusivamente<br />
per interesse. Alfredo Martelli<br />
subisce innumerevoli pressioni:<br />
prima viene prelevato<br />
dal suo appartamento, poi interrogato<br />
in commissariato e<br />
successivamente condotto in<br />
carcere, dove sarà nuovamente<br />
sottoposto all’interrogatorio<br />
e a insostenibili pressioni psi-<br />
cologiche da parte<br />
dei Funzionari di<br />
Polizia. Infine, dopo<br />
la confessione del<br />
reale colpevole, verrà<br />
rilasciato. Uscito<br />
dal carcere, però, si<br />
accorgerà che la sua<br />
foto pubblicata sul<br />
giornale, in qualità<br />
di “sospettato”, lo<br />
aveva trasformato<br />
agli occhi della<br />
gente in “assassino”:<br />
volgerà questa etichetta<br />
a suo favore.<br />
Quella di Petri,<br />
come di consueto,<br />
è un’esplorazione a<br />
360 gradi. Oltre a<br />
denunciare i metodi<br />
poco ortodossi utilizzati<br />
dalla Polizia,<br />
basati sulla coercizione, il regista<br />
riserva particolare attenzione<br />
all’esibizione, attraverso<br />
il suo protagonista, di una classe<br />
borghese immorale, mossa<br />
solo dal denaro e dal sesso. Diventa<br />
altresì fondamentale l’analisi<br />
della dimensione psicologica:<br />
dall’inizio alla fine del<br />
film l’antiquario sembra essere<br />
soffocato dagli eventi e dalle<br />
pressioni subite. Emblematica<br />
a tal proposito è la scena del<br />
carcere: due compagni di cella<br />
gli tolgono letteralmente il fiato,<br />
continuano ad accusarlo e<br />
a porgli domande, parlandogli<br />
da molto vicino e spesso strattonandolo<br />
per le vesti.<br />
Lo sviluppo della vicenda procede,<br />
seppur molto lentamente,<br />
in modo intelligente e mai<br />
è on-line il nuovo sito di <strong>Verona</strong> è<br />
www.quinta<strong>parete</strong>.it<br />
Cinema<br />
9<br />
banale. I continui pensieri sul<br />
passato, che costringono il protagonista<br />
a riflettere su aspetti<br />
riprovevoli della propria vita,<br />
sembrerebbero indurlo ad una<br />
riflessione e, una volta libero, a<br />
modificare la propria condotta.<br />
Non sarà così. Nel film si<br />
ritrova infatti quella circolarità<br />
del percorso compiuto dal protagonista,<br />
tipica dei personaggi<br />
di Petri: ci viene mostrato<br />
quanto sia inattuabile il cambiamento<br />
di una condizione di<br />
partenza negativa che, per vari<br />
motivi, è completamente radicata<br />
e immodificabile. Il nostro<br />
antiquario borghese, nell’ultima<br />
scena, parlando al telefono<br />
con un venditore d’auto dice<br />
infatti sorridendo: «Lei sa chi<br />
sono io? L’assassino».
10 Cinema<br />
Visto abbastanza?<br />
di Ernesto Pavan<br />
Il film biografico più noioso dell’anno<br />
Bronson, o delle botte fini a sè stesse<br />
Bronson, spogliato della sua premessa,<br />
non sarebbe altro che<br />
una storia di violenza. Michael<br />
Peterson, detto Charles Bronson<br />
(come l’attore), è il carcerato<br />
più violento e pericoloso<br />
del Regno Unito: ha passato<br />
trentaquattro dei suoi cinquantotto<br />
anni in carcere ed è stato<br />
spostato centoventi volte da una<br />
prigione all’altra nel tentativo<br />
di trovare quella in grado di<br />
Tom Hardy impersona Michael Peterson<br />
contenerlo. In ciascuno di quei<br />
carceri si è reso protagonista di<br />
atti di violenza che, cumulati,<br />
gli sono valsi una condanna a<br />
vita. Ci sono state molte persone<br />
peggiori Bronson, ma il<br />
fatto che rende quantomeno<br />
degna di interesse la sua vicenda<br />
è che, come dice lui stesso,<br />
la sua brutalità non ha origine<br />
in alcun trauma o educazione<br />
sbagliata: è nata assieme a lui<br />
ed esprime il<br />
suo desiderio<br />
di diventare<br />
famoso, perché<br />
egli non<br />
ha talento per<br />
altro che la<br />
rissa. Detta<br />
così, può lasciare<br />
un po’<br />
dubbiosi; e in<br />
effetti Bronson<br />
non convince,<br />
è noioso e<br />
ripetitivo. Il<br />
film si riduce a a una serie di<br />
scazzottate brevi e troppo simili<br />
fra loro, di primi piani sul volto<br />
sanguinante di Tom Hardy<br />
e di intermezzi surreali in cui<br />
Bronson, ben vestito e truccato<br />
come un pagliaccio, racconta<br />
la propria storia davanti al<br />
pubblico di un teatro immerso<br />
nell’oscurità. Il regista Nicolas<br />
Winding Refn deve aver pensato<br />
che una vicenda svoltasi perlopiù<br />
all’interno di celle e corridoi<br />
avesse bisogno di essere<br />
ravvivata un po’; idea, quest’ultima,<br />
comprensibile e messa<br />
in atto in modo soddisfacente<br />
grazie alla bravura di Hardy,<br />
che riempie lo schermo con il<br />
fisico statuario e la personalità<br />
schizzata del suo personaggio.<br />
Purtroppo, la storia su cui è<br />
basato il film non è resa spunto<br />
di alcuna critica o riflessione,<br />
né si cerca di indagare sulla<br />
psicologia o le motivazioni del<br />
protagonista, che viene sem-<br />
Luglio 2011<br />
plicemente messo in scena e lasciato<br />
percuotere tutto ciò che si<br />
muove. Allo stesso modo, manca<br />
una vera critica del sistema<br />
carcerario: è vero, Bronson viene<br />
ripetutamente picchiato e, in<br />
un’occasione, sedato in modo<br />
talmente pesante da non poter<br />
far altro che sbavarsi addosso,<br />
ma visto il suo comportamento<br />
abituale (che consiste nel brutalizzare<br />
chiunque gli sia vicino,<br />
con la sola eccezione dei familiari<br />
e delle donne), la cosa è abbastanza<br />
comprensibile.<br />
Questa recensione è più corta<br />
del solito, perché su Bronson c’è<br />
veramente poco da dire: è la<br />
biografia di una persona che<br />
potrebbe interessare qualcuno,<br />
ma che di per sé non è nulla<br />
di eccezionale (tranne che dal<br />
punto di vista della cronaca<br />
nera) e non è nemmeno realizzata<br />
in un modo tale da suscitare<br />
dibattiti. Manco a dirlo, non<br />
lo consigliamo.
Luglio 2011<br />
È la stampa, bellezza<br />
di Ernesto Pavan<br />
La storia della “rivoluzione militare” in Europa<br />
Come il Vecchio Continente conquistò il mondo<br />
Dopo La guerra nel medioevo di<br />
Contamine, proseguiamo la nostra<br />
rassegna di titoli storici con<br />
La rivoluzione militare di Geoffrey<br />
Parker. Il saggio, scritto in modo<br />
eccellente (l’unico difetto grave<br />
sono le note in fondo ai capitoli<br />
invece che a piè di pagina),<br />
si propone di rispondere a una<br />
domanda fondamentale per lo<br />
studioso dell’Età Moderna: cosa<br />
ha portato la piccola Europa a<br />
diventare la culla delle potenze<br />
mondiali fino al 1914? Secondo<br />
l’autore, la risposta risiede nella<br />
tecnologia e nelle pratiche<br />
militari degli europei, che hanno<br />
creato grandi imperi nonostante<br />
un’inferiorità numerica<br />
spesso schiacciante e condizioni<br />
ambientali di solito avverse.<br />
Parker analizza il modo di fare<br />
la guerra in Europa dal XVI al<br />
XVIII secolo in ogni suo aspetto:<br />
le armi, le tattiche, il reclutamento<br />
e l’addestramento dei<br />
soldati, le fortificazioni. Il risul-<br />
tato è un affresco sorprendente,<br />
ricco di sorprese e<br />
curiosità come i “cannoni<br />
di cuoio” svedesi del ‘600 o<br />
le complessità logistiche di<br />
un esercito in marcia, che<br />
rendono il saggio indispensabile<br />
per la biblioteca di<br />
ogni appassionato di storia<br />
militare.<br />
La rivoluzione militare è diviso<br />
in cinque capitoli. Il<br />
primo, “La rivoluzione militare<br />
in Europa”, si concentra<br />
sul continente dove<br />
tutto ha avuto origine e<br />
introduce molti dei concetti<br />
fondamentali espressi in<br />
seguito: le fortificazioni di<br />
nuova concezione, l’affermarsi<br />
degli eserciti professionali,<br />
la nascita dell’artiglieria<br />
campale. Il secondo<br />
capitolo, “Guerra e logistica”,<br />
affronta il tema del reclutamento,<br />
approvvigionamento e<br />
spostamento delle armate. Nel<br />
terzo, “Vittoria sui mari”, l’autore<br />
analizza la guerra navale<br />
e la sua importanza strategica<br />
Vuoi pubblicizzare la tua attività<br />
sul nostro sito Internet o sul giornale?<br />
Contattaci!<br />
quinta<strong>parete</strong>@quinta<strong>parete</strong>.it<br />
cell. 349 6171250<br />
Libri<br />
11<br />
negli scenari coloniali, mentre<br />
il quarto capitolo, “La rivoluzione<br />
militare oltremare”, è<br />
dedicato proprio allo studio<br />
del colonialismo e dei modi<br />
in cui gli europei sono riusciti<br />
ad avere la meglio sui potentati<br />
indigeni di tutto il mondo.<br />
Infine, nel capitolo “Oltre la<br />
rivoluzione”, Parker accenna<br />
alle conseguenze di questi<br />
cambiamenti sugli scenari europei<br />
e mondiali del Diciottesimo<br />
secolo e oltre.<br />
Chi, come noi, ritiene che non<br />
si possa comprendere il passato<br />
a prescindere dalla conoscenza<br />
della storia militare,<br />
troverà conferma delle sue<br />
opinioni nella lettura di questo<br />
saggio. Gli altri potranno<br />
scoprirvi una buona ragione<br />
per cambiare idea.<br />
Geoffrey Parker, La rivoluzione<br />
militare, il Mulino, pp. 346, €<br />
12,00
RICHIEDILO<br />
IN LIBRERIA
Luglio 2011<br />
Appuntamenti culturali<br />
di Silvano Tommasoli<br />
Ha inaugurato la galleria<br />
PH Neutro<br />
Ha fatto bene, Mauro Fiorese,<br />
a promuovere a <strong>Verona</strong> l’apertura<br />
di PH Neutro, nuovo spazio<br />
privato dedicato a produrre,<br />
diffondere e valorizzare la Fotografia<br />
Fine-Art.<br />
Ce n’era bisogno, in una città<br />
come quella scaligera, con una<br />
grande Storia dell’Arte e della<br />
Fotografia dietro le spalle, ma<br />
con un futuro “culturale” pubblico<br />
che non sembra in grado<br />
di soddisfare la voglia di vedere<br />
e di conoscere dei veronesi.<br />
Senza contare che <strong>Verona</strong> è la<br />
quarta città d’arte italiana, turisticamente<br />
parlando! Qui, i<br />
turisti accorrono attratti dalla<br />
cultura, dal desiderio di vedere<br />
e ascoltare.<br />
PH Neutro nasce dall’incontro<br />
professionale di Fiorese con<br />
Annamaria Schiavon Zanetti<br />
– forte di un’esperienza ventennale<br />
nella produzione della<br />
stampa fotografica – che ha<br />
costituito negli anni una straordinaria<br />
collezione di grandi<br />
L’Anima del Lago, nelle fotografie<br />
dei Tommasoli, 1920-1940<br />
Fotografia<br />
13<br />
M. Fiorese “Walk on earth” (2010), Fine art Glicée print on Dibond, cm. 110x110.<br />
Edizione di 10 esemplari 2 p.d’a.<br />
Malcesine, Castello Scaligero e Palazzo dei Capitani, dal 9 luglio al 15 ottobre 2011<br />
Un lago, il Garda. E un<br />
cognome, Tommasoli. Uniti in<br />
una storia che si snoda a partire<br />
dal 1920, quando Silvio,<br />
capostipite della dinastia dei<br />
fotografi veronesi Tommasoli,<br />
tra Bardolino e Malcesine<br />
andava cercando l’anima del<br />
grande lago nel rigore delle sue<br />
autori, dove si trovano, tra le<br />
altre, opere di Gabriele Basilico,<br />
Keith Carter, Henri<br />
Cartier-Bresson, Mario Cresci,<br />
Mario Giacomelli, Paolo<br />
Gioli, Duane Michals, Thomas<br />
Ruff, Luigi Veronesi, Joel Peter<br />
Witkin, Matthew Yates. E, naturalmente,<br />
di Mauro Fiorese,<br />
autore e docente di fotografia,<br />
attivo tra Italia e Stati Uniti.<br />
PH Neutro dichiara, già negli<br />
intenti, di voler affiancare, a<br />
opere di autori già affermati e<br />
di grandi maestri della scena<br />
internazionale, il lavoro di talenti<br />
nuovi ed emergenti, con il<br />
preciso proposito di sostenerli,<br />
offrendo loro opportunità di<br />
crescita, ricerca, visibilità.<br />
Così, l’undici marzo la galleria<br />
ha iniziato il suo percorso, offrendo<br />
al pubblico una grande<br />
mostra, curata da Fiorese stesso,<br />
e dal titolo significativo e<br />
paradigmatico di Open your eyes,<br />
quasi un “aprite bene gli occhi,<br />
ragazzi!” con opere dei più<br />
inquadrature. Poi, i suoi figli<br />
– Filippo e Fausto – che, con<br />
vigore impressionista, fermano<br />
sulle lastre del banco ottico<br />
quella loro visione dello spirito<br />
del lago. È un sentimento<br />
senza soluzione di continuità<br />
che, pur nello svolgersi di<br />
due decenni, implica padre e<br />
grandi Maestri della fotografia<br />
mondiale, alcuni citati poco sopra,<br />
molti mai visti a <strong>Verona</strong>.<br />
Il titolo di questa prima esposizione<br />
ci sembra molto azzeccato.<br />
Noi siamo pronti a tenere gli<br />
figli a raccontare la vita che<br />
ogni giorno si svolge sulle<br />
sponde del Garda, secondo<br />
ritmi e tempi così diversi da<br />
quelli della conosciuta città.<br />
Ma non lasciatevi ingannare<br />
dalle inquadrature dei piccoli<br />
gesti quotidiani: questa è<br />
una fotografia che ha scelto<br />
occhi ben aperti, Mauro. A te,<br />
colmarceli di meraviglia.<br />
PH NEUTRO è al n. 50 di Via<br />
Mazzini, a <strong>Verona</strong> (www.phneutro.com).<br />
di lasciare da parte la sua<br />
vocazione documentaristica<br />
e scrive la poesia della vita<br />
di ogni giorno attraverso<br />
immagini senza tempo e senza<br />
età, che consegnano l’anima del<br />
grande lago alla Storia dell’arte,<br />
piuttosto che all’Antropologia.
14 L’opinione<br />
Il re è nudo<br />
di Silvano Tommasoli<br />
La società si disgrega. Ma io c’ho da fare<br />
L’orgoglio di Jane,<br />
mentre Tarzan faceva dell’altro<br />
Dite la verità, l’avete pensato<br />
anche voi che la società di oggi<br />
sia in disfacimento. Che non<br />
ci sia più il rispetto dei valori<br />
e delle cose importanti di una<br />
volta.<br />
Alla ricerca di un responsabile<br />
di tanta disgregazione, negli ultimi<br />
anni la colpa è stata data<br />
un po’ a tutto e a tutti. Abbiamo<br />
addirittura sentito Marcello<br />
Veneziani – durante la<br />
presentazione di un suo libro –<br />
attribuirne la responsabilità al<br />
Sessantotto. Sì, a “quel” Sessantotto,<br />
quello della contestazione<br />
giovanile in tutto il mondo.<br />
Che, se lo guardiamo a più di<br />
quarant’anni di distanza, non<br />
è stato quel movimento rivoluzionario<br />
che potevamo sperare,<br />
noi che c’eravamo e vi<br />
abbiamo partecipato. Anzi,<br />
diciamocela tutta, oggi il<br />
Sessantotto ci fa piuttosto<br />
tenerezza. Perché eravamo<br />
giovani, e le cose che fai<br />
quando hai diciotto anni ti<br />
restano nel cuore e ti tornano<br />
alla mente riportando<br />
alle labbra il sapore dei<br />
primi baci. E se un po’ di<br />
trambusto lo ha provocato,<br />
almeno nell’immediato, a<br />
quarant’anni di distanza<br />
sembra passato senza lasciare<br />
traccia di sé. Salvo che nella<br />
musica, grazie all’immortalità<br />
che le note hanno dato a John<br />
Lennon e a Paul McCartney.<br />
La decomposizione della società,<br />
dunque. Significata da valori<br />
che non esistono più, dai fondamenti<br />
della civile convivenza<br />
che si sono persi, e che molti<br />
degli appartenenti alla specie<br />
umana non sentono il bisogno<br />
di rispettare. La famiglia, la<br />
scuola, la società civile, tutti<br />
siamo accomunati nel calderone<br />
della grande colpa. Siamo<br />
proprio sicuri che sia così?<br />
Qualche tempo fa, sono rimasto<br />
molto impressionato da un<br />
episodio al quale mi è occorso<br />
di assistere, in un’aula di corte<br />
d’Assise, dove stavo seguendo<br />
le fasi di un processo. Cinque<br />
ventenni erano chiamati a rispondere<br />
dell’omicidio di un<br />
altro giovane, avvenuto a calci<br />
e pugni, senza una ragione, se<br />
non quella di voler eliminare –<br />
soprattutto per noia – chi non<br />
fosse giudicato dal branco conforme<br />
a un modello stabilito,<br />
dio solo sa con quale scienza e<br />
coscienza. Alla fine dell’udienza,<br />
mentre gli imputati venivano<br />
condotti via<br />
in catene, la<br />
madre di<br />
u n o<br />
dei cinque galantuomini<br />
ha gridato al figlio assassino<br />
«Sono orgogliosa di te!».<br />
Ecco, in quel momento ho capito<br />
molte cose. Che non può<br />
essere colpa della società, né<br />
tanto meno della scuola, se in<br />
una famiglia apparentemente<br />
“normale” cresce un assassino.<br />
Mi domando e chiedo: con una<br />
madre così, poteva crescere un<br />
ragazzo diverso? Difficilmente,<br />
credo che siamo tutti d’accordo.<br />
Perché ho forti dubbi che<br />
una simile persona sia riuscita<br />
a insegnare a qualcuno la differenza<br />
tra il bene e il male, tra il<br />
lecito e l’illecito. Freud sosteneva<br />
che tutti noi siamo ostaggio<br />
dell’educazione che abbiamo<br />
ricevuto da piccoli. Certo, il<br />
padre della psicanalisi è vissuto<br />
in un periodo storico durante<br />
il quale l’educazione ai giovani<br />
veniva impartita secondo<br />
regole molto severe, almeno<br />
nella classe borghese che rappresentava<br />
il riferimento per i<br />
suoi studi. Successivamente, la<br />
“Scuola di Francoforte” ha ritenuto<br />
che un’educazione troppo<br />
repressiva fosse all’origine<br />
di molti mali. Sicuramente! Ma<br />
nessuno ha<br />
mai pens<br />
a t o<br />
c h e<br />
possano esserci<br />
anche ragazzi che assumono<br />
comportamenti asociali non<br />
come risposta ribelle a un’educazione<br />
troppo rigida, ma<br />
come conseguenza della totale<br />
mancanza di educazione a una<br />
vita di normale e civile convivenza,<br />
secondo regole condivise?<br />
Ritorniamo al nocciolo del<br />
problema. La decomposizione<br />
della società, sotto i colpi di<br />
maglio della caduta di certi valori.<br />
Ma siamo sicuri che questi<br />
valori prima fossero presenti<br />
in tutti? Che il giovane assassino<br />
– che ha ucciso per noia<br />
e per disprezzo della sua vittima<br />
– abbia deciso di diventare<br />
carnefice “gettando via” valori<br />
Luglio 2011<br />
che aveva appreso da bambino<br />
e che riteneva troppo oppressivi?<br />
Che sua madre, quella madre,<br />
glieli avesse inculcati nella<br />
testa? E, naturalmente, che la<br />
stessa madre li avesse imparati<br />
da un padre responsabile, e<br />
questi, a sua volta, da un genitore<br />
in grado di capire la differenza<br />
tra il bene e il male?<br />
Il problema non è che la famiglia<br />
si stia disgregando, ma<br />
piuttosto che molte famiglie si<br />
sono formate su basi diverse da<br />
quelle alle quali sono portati a<br />
pensare coloro che si occupano<br />
di famiglia e società. Ci sono<br />
unioni del tipo “Io Tarzan, tu<br />
Jane”; e i figli, liberi di scorrazzare<br />
per la giungla accompagnati<br />
dalla scimmia Cita, ci<br />
pensano da soli a imparare le<br />
regole della sopravvivenza.<br />
Alt! Questo è il punto. Per vivere<br />
in una società civile non<br />
bisogna imparare le regole<br />
della sopravvivenza, ma<br />
quelle della convivenza civile,<br />
basata sul rispetto e la<br />
tolleranza per l’altro.<br />
Qualcuno le deve insegnare,<br />
queste regole. Lo deve fare<br />
il nucleo minimo che è alla<br />
base di una società, cioè la<br />
famiglia. Ma dovremmo accertarci<br />
che, in tutte le famiglie,<br />
gli adulti abbiano appreso<br />
queste regole, a loro volta, dalla<br />
loro famiglia. E così via. Che<br />
siano in grado di insegnarle.<br />
Solo così potranno gridare ai<br />
loro figli di essere orgogliosi di<br />
loro.<br />
Vorrei tanto che qualcuno dei<br />
capoccioni che reggono il timone<br />
anche delle nostre vite mi<br />
spiegasse perché, per guidare<br />
un’automobile, sia necessario<br />
superare esami fisici molto rigorosi<br />
e imparare regole di<br />
comportamento stradale molto<br />
dettagliate, mentre per fare un<br />
figlio e gettarlo nella giungla<br />
del mondo, è sufficiente che<br />
Tarzan e Jane siano reciprocamente<br />
attratti per cinque minuti.
Luglio 2011<br />
Tempo libero<br />
Annunciata l’edizione Gold del celebre gioco di ruolo<br />
La Ruota è tornata e brucia più di prima<br />
The Burning Wheel (di Luke Crane)<br />
è uno dei giochi di ruolo più<br />
importanti degli ultimi anni:<br />
dalla sua pubblicazione nel novembre<br />
2002 ha visto l’uscita<br />
di due edizioni, l’ultima delle<br />
quali (del 2005) ha venduto più<br />
di 7.000 copie. Dal suo sistema<br />
sono nati due giochi, Burning<br />
Empires e Mouse Guard, il secondo<br />
dei quali ha vinto nel 2009<br />
l’Origin Award come miglior<br />
gioco di ruolo. Ora l’autore ha<br />
annunciato per agosto l’uscita<br />
di Burning Wheel Gold, una versione<br />
rivista e aggiornata in un<br />
tomo unico di 600 pagine: sembrano<br />
tante e lo sono, perché<br />
Burning Wheel trae da sempre la<br />
sua forza dal livello di dettaglio<br />
e dalla complessità del sistema.<br />
Non un gioco per tutti, dunque,<br />
ma un gioco per chi ama essere<br />
sempre a contatto con le regole<br />
e interagire con essere per vivere<br />
un’esperienza interessante.<br />
Dal sito del gioco (http://www.<br />
burningwheel.org/) è possibile<br />
scaricare un’anteprima di 75<br />
pagine che è di per sé sufficiente<br />
per giocare, purché ci si<br />
accontenti di utilizzare i personaggi<br />
inclusi (le regole per<br />
la creazione non sono presenti).<br />
Come anticipato, le regole<br />
sono molte, ma ruotano tutte<br />
attorno a un principio basilare:<br />
i personaggi sono la cosa più<br />
importante. Ciascun giocatore<br />
ne ha uno, tranne il Game<br />
Master, e ciascuno è definito<br />
da una serie di caratteristiche<br />
riassunte nell’acronimo BITs:<br />
Beliefs, Instincts e Traits. I Beliefs<br />
(“Credenze”) sono gli ide-<br />
Nessun uomo è un fallito se ha degli amici<br />
di Ernesto Pavan<br />
ali del personaggio, espressi da<br />
affermazioni in prima persona<br />
(“Devo provare il mio valore”);<br />
gli Instincts (“Istinti”) sono le<br />
sue reazioni istintive, come<br />
“Se qualcuno mi minaccia, gli<br />
do un pugno”; infine, i Traits<br />
(“Tratti”) sono abilità o<br />
caratteristiche particolari,<br />
come Ambidestro o Determinato.<br />
Ci sono poi una<br />
serie di caratteristiche numeriche<br />
(sei in tutto) da cui<br />
derivano altri valori, usati<br />
per i tiri di dado, nonché<br />
valori numerici per le risorse<br />
economiche del personaggio,<br />
le sue relazioni<br />
e il suo equipaggiamento;<br />
ma il cuore del sistema è<br />
nei BITs. Non a caso, il<br />
primo compito del Game<br />
Master è proprio quello di<br />
fornire un’opposizione ai<br />
personaggi, mettendoli in<br />
situazioni che contrastano<br />
con le loro Credenze e<br />
spingendoli a tirar fuori i<br />
lati negativi dei loro Istinti<br />
e Tratti.<br />
I personaggi possiedono<br />
anche delle Abilità (Skills)<br />
che rappresentano le loro conoscenze<br />
e capacità acquisite. Per<br />
utilizzarle, i giocatori devono<br />
dichiarare l’intento e le azioni<br />
compiute dal personaggio e<br />
tirare un numero di dadi a sei<br />
facce a seconda dell’attributo<br />
numeri sul quale l’abilità è basata;<br />
ogni risultato pari o superiore<br />
a quattro è un “successo”.<br />
Per ottenere quello che desidera,<br />
il personaggio ha bisogno<br />
di un numero di successi pari<br />
alla difficoltà del tiro (determinata<br />
dal GM a seconda della<br />
situazione e dell’abilità usata) o<br />
superiore ai successi dell’avversario<br />
(nel caso di un tiro contrastato);<br />
esistono altre tipologie di<br />
tiri, ma queste due sono le più<br />
comuni. Il successo consente<br />
al giocatore di descrivere la<br />
vittoria del personaggio; il fallimento<br />
dà al GM la facoltà di<br />
descriverne la sconfitta. In ogni<br />
caso, il personaggio ha l’opportunità<br />
di crescere, migliorando<br />
l’abilità utilizzata, sia in caso<br />
di successo che in caso di fallimento,<br />
a differenza di quanto<br />
accade in alcuni giochi dove<br />
solo il successo ha conseguenze<br />
positive in tal senso.<br />
è on-line il nuovo sito di <strong>Verona</strong> è<br />
www.quinta<strong>parete</strong>.it<br />
15<br />
L’ultimo elemento fondamentale<br />
delle regole del gioco è<br />
l’Artha, una parola sanscrita<br />
che si riferisce al potere della<br />
persona. L’Artha è una risorsa<br />
che si guadagna mettendo in<br />
gioco i BITs ed è suddivisa in<br />
varie tipologie (Fate, Persona<br />
e Deeds), ciascuna<br />
delle quali può essere spesa<br />
in modo diverso: l’Artha<br />
di tipo Fate, per esempio,<br />
può concedere un “colpo<br />
di fortuna” al personaggio,<br />
mentre quella di tipo<br />
Persona può evitare le<br />
complicazioni dovute a un<br />
tiro fallito. Il guadagno e<br />
la spesa di Artha sono un<br />
aspetto fondamentale del<br />
sistema di gioco, ma introducono<br />
anche diverse<br />
complicazioni, sottolineando<br />
una volta per tutte<br />
che Burning Wheel non è<br />
un gioco da prendere alla<br />
leggera.<br />
Onestamente, non abbiamo<br />
un’opinione su Burning<br />
Wheel. È sicuramente<br />
un gioco interessante, ma<br />
il suo impianto per certi<br />
versi tradizionale e la grande<br />
complessità richiedono molto<br />
tempo per essere analizzati a<br />
fondo; aiuterebbe, poi, avere a<br />
disposizione il gioco completo<br />
e non una semplice (per quanto<br />
completa) preview. A queste<br />
condizioni, non possiamo certo<br />
raccomandare il preordine della<br />
prossima edizione; forse, in<br />
futuro, quando ne sapremo di<br />
più, potremmo dare un parere<br />
definitivo.
16 Società<br />
Storie di ordinaria follia<br />
di Giordana Vullo<br />
Jacopo e Elena sono stati dimenticati<br />
ancora una volta, i<br />
giornali e i media non parlano<br />
più di loro e dei loro genitori.<br />
un mese fa ci portano indietro<br />
mitologici dove gli infanti veni-<br />
società. Oggi i bambini sono<br />
dimenticati da genitori frenetici<br />
con mille impegni che come<br />
dimenticano le chiavi a casa<br />
lasciano sul sedile i loro piccoli<br />
indifesi al chiuso delle auto parcheggiate<br />
al caldo sole di tarda<br />
primavera. Si è trattato di fatalità,<br />
di imprevedibile disgrazia<br />
ma loro non ci sono più e non<br />
ci sono più le loro risate e i loro<br />
pianti.<br />
Cosa sta accadendo all’umanità?<br />
La vita frenetica, la continua<br />
corsa, i mille impegni, lo<br />
stress, le abitudini consolidate,<br />
la routine stanno distruggendo<br />
la vita stessa e con essa amore,<br />
affetti, famiglie, il futuro dell’umanità.<br />
Elena e Jacopo: bambini vittime<br />
della disattenzione dei padri. Il<br />
padre di Elena era andato a lavoro,<br />
convinto di avere lasciato<br />
la piccola alla scuola materna.<br />
Ma così non era. La piccola<br />
Elena è morta in conseguenza<br />
alla disidratazione da colpo di<br />
calore, dovuta alla permanenza<br />
della bambina per varie ore<br />
nell’auto.<br />
Un altro padre due giorni dopo<br />
auto, Jacopo, 11 mesi, morto per<br />
il troppo caldo che gli ha causato<br />
un arresto cardiocircolatorio.<br />
Un’altra inerme vita se ne è andata,<br />
un’altra vita così giovane.<br />
Dove siamo arrivati? Dove an-<br />
Della cosa più bella e importante<br />
che la vita gli ha donato?<br />
Cosa succede nella mente di<br />
queste persone da procurargli<br />
questa dimenticanza?<br />
Si tratta di dimenticarsi di<br />
-<br />
glio, di un essere umano.<br />
Gli organi della bambina sono<br />
stati donati e altri tre bambini<br />
grazie a lei potranno ancora<br />
sorridere e diventare<br />
adulti.<br />
Il dramma di Teramo<br />
ha trovato la pietas della<br />
moglie che ha capito<br />
e perdonato il proprio<br />
compagno, difeso contro<br />
tutti elogiandone<br />
le qualità di uomo e<br />
padre. La donna lo<br />
stringe e abbraccia affettuosamente<br />
per dare<br />
e avere consolazione.<br />
La rabbia e il rancore, sentimenti<br />
che sgorgano violenti e<br />
immediati di fronte alla crudeltà<br />
del destino, non albergano<br />
nell’anima di questa mamma.<br />
Ha perso la sua piccola, sta<br />
per mettere al mondo un’altra<br />
creatura, e il padre di entrambe,<br />
suo marito, è contemporaneamente<br />
responsabile della<br />
loro vita e della loro morte.<br />
Le mancanze di un padre o di<br />
una madre non sempre provo-<br />
-<br />
siamo quanti piccoli vengono<br />
persi sulle spiagge, cadono dai<br />
balconi, vengono rubati, molestati,<br />
drogati e uccisi.<br />
Il ruolo dei genitori viene - da<br />
loro stessi - dato troppo per<br />
scontato e vissuto con distrazio-<br />
Il dramma di un genitore che<br />
insuperabile tra i tormenti<br />
possibili, è contro l’ordine naturale<br />
delle cose, è l’aggressione<br />
al futuro immaginato.<br />
La situazione che ti porta via<br />
-<br />
ne per la responsabilità, o l’irresponsabilità,<br />
di uno o entrambi<br />
i genitori.<br />
In questi casi non c’è volontà. È<br />
un fatalismo causato dalla mente<br />
dell’uomo che, concentrata<br />
sull’obiettivo del lavoro, rimuove<br />
completamente il pensiero<br />
Il problema, comunque, resta a<br />
monte. La vita frenetica porta<br />
i genitori a trattare i bambini,<br />
Luglio 2011<br />
Lo stress ci fa dimenticare quanto di più bello ogni uomo possa desiderare<br />
Infanzia dimenticata<br />
I pensieri di una mamma<br />
Parcheggiati con la macchina e lasciati cuocere sotto il sole.<br />
Dimenticati come si dimentica un telefonino andando al lavoro .<br />
Bambini lasciati soli per gioco, per divertirsi; la mamma e il papà<br />
hanno diritto di uscire quando ne hanno voglia, non importa se<br />
gioco.<br />
Tutto è concesso basta che non parli che non disturbi, perché la<br />
mamma lavora non ha tempo, il papà è impegnato torna stanco,<br />
stressato dal lavoro e non bisogna disturbarlo.<br />
E i nonni dove sono i nonni?<br />
I nonni spesso vengono, una volta spogliati di tutto, dimenticati in<br />
qualche casa di riposo dove non c’è il tempo di andarli a trovare-<br />
dove stanno bene.<br />
E così muoiono i nonni come i bambini, dimenticati come i bambini<br />
,<br />
Eppure questi genitori li hanno desiderati, genitori che hanno fatto<br />
di tutto per avere un piccolo fra le braccia da coccolare, da amare<br />
e da dimenticare.<br />
E’ necessario che qualcuno, qualcosa ci ricordi cosa dobbiamo fare<br />
perché non abbiamo il tempo di pensare o abbiamo troppe cose a<br />
cui pensare .<br />
Enrica<br />
anche di pochi mesi, da<br />
adulti. I ritmi di un piccolo<br />
sono altri.<br />
I bambini devono avere<br />
i loro tempi per mangiare,<br />
per giocare, per<br />
dormire. Molti genitori<br />
non sono disposti a rinunciare<br />
alle loro libertà<br />
in questa società e,<br />
purtroppo, queste sono<br />
le conseguenze.<br />
Nel caso di Elena e Jacopo<br />
si tratta situazioni eccezionali<br />
che sconvolgono la vita<br />
di chi porterà sulla coscienza la<br />
morte del proprio piccolo.<br />
Fortunatamente sono casi rari,<br />
eccezionali, ma ciò non toglie<br />
che la società attuale sta perdendo<br />
attenzione nei confronti<br />
sta mettendo a dura<br />
prova il proprio senso di responsabilità<br />
verso i più piccoli.<br />
Edito da<br />
<strong>Quinta</strong> Parete<br />
Via Vasco de Gama 13<br />
37024 Arbizzano di Negrar, <strong>Verona</strong><br />
Direttore responsabile<br />
Federico Martinelli<br />
Coordinatore editoriale<br />
Silvano Tommasoli<br />
Assistente di redazione<br />
Stefano Campostrini<br />
Hanno collaborato<br />
Daniele Adami<br />
Paolo Antonelli<br />
Valentina Bazzani<br />
Anna Chiara Bozza<br />
Stefano Campostrini<br />
Giulia Cerpelloni<br />
Francesco Fontana<br />
Lorenzo Magnabosco<br />
Federico Martinelli<br />
Ernesto Pavan<br />
Alice Perini<br />
Silvano Tommasoli<br />
Giordana Vullo<br />
Stefano Campostrini<br />
Autorizzazione del Tribunale di <strong>Verona</strong><br />
del 26 novembre 2008<br />
Registro stampa n° 1821
Luglio 2011<br />
Storie di ordinaria follia<br />
In merito ai drammatici casi dei piccoli Jacopo<br />
ed Elena abbiamo chiesto il parere alla<br />
Dott.ssa Laura Facchinetti, Psicologa responsabile<br />
della consulenza psicologica per<br />
gli studenti universitari di <strong>Verona</strong>.<br />
La Dott.ssa Facchinetti, in merito ai drammatici<br />
avvenimenti dei bambini dimenticati<br />
in auto -oggetto della nostra indagine- ha<br />
dato il suo parere professionale.<br />
Queste sono le sue dichiarazioni:<br />
‹‹La situazione a mio parere può essere definita come<br />
drammatica fatalità ››<br />
La nostra società purtroppo produce una moltitudine<br />
di uomini sottoposti a ritmi di vita stressati, ma la<br />
società deve andare avanti non può rallentare il suo<br />
cammino.<br />
Il futuro è e sarà sicuramente più impegnativo e<br />
difficile per tutti noi , ma bisogna guardare avanti,<br />
agli sviluppi che abbiamo e che avremo non possiamo<br />
Il parere dell’esperto<br />
pensare di fare un passo indietro e tornare alla società<br />
dei nostri nonni.<br />
Queste disgrazie sono sempre accadute ma sono state,<br />
in tempi precedenti, vissute come accadimenti prevedibili.<br />
I genitori sapevano, già dalla nascita, che non tutti<br />
i figli sarebbero arrivati all’età adulta o all’adolescenza,<br />
era possibile una piccola disattenzione della<br />
madre o di chi si occupava dei piccoli, per trovarli a<br />
ridosso di una scarpata o annegati in un torrente, ci si<br />
appellava alla sola fatalità, al tragico destino.<br />
Nessuno avrebbe mai pensato di additare i genitori<br />
come colpevoli di disattenzione o disinteresse nei confronti<br />
delle loro creature.<br />
Oggi, in questa situazione così drammatica, non si<br />
può scaricare il dolore e l’impotenza sulle spalle di<br />
persone che non sono dei disadattati o che non sono<br />
attenti ai loro figli.<br />
Sono padri dediti alle loro famiglie , professionisti<br />
Società<br />
soggetti ad un’ amnesia temporanea causata dalla<br />
routine di tutti i giorni, che ci fa agire come se tutto<br />
fosse già preordinato, prestabilito.<br />
Quello che invece la società dovrebbe chiedersi è il<br />
perché della negligenza di coloro che avranno visto,<br />
sentito i pianti e non hanno fatto nulla! “Tanto ci<br />
penserà qualcuno”! Non è possibile che nessuno si sia<br />
accorto di nulla!<br />
La società cerca sempre un colpevole a cui addossare<br />
la propria responsabilità.<br />
Per la morte di Elena e Jacopo abbiamo i loro padri<br />
che vivranno la vita futura nel rimorso e nella sofferenza<br />
il male più terribile che un uomo possa subire:<br />
“La morte del proprio figlio”.<br />
La Dott.ssa Laura Facchinetti è disponibile<br />
per appuntamento al numero 348.8980139<br />
oppure via mail : consulenza.psicologica@<br />
esu.vr.it<br />
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mondo Apple.<br />
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17
18 Viaggi<br />
Houston, abbiamo un problema<br />
di Alice Perini<br />
Combinazione Plitvice: quando nel paradiso s’intrufola il disastro umano<br />
In Croazia: laghi, cascate, boschi &...<br />
Le nostre valigie erano di<br />
nuovo ammucchiate sul marciapiede;<br />
avevamo molta strada<br />
da fare. Ma non importava, la<br />
strada è la vita<br />
Jack Kerouac<br />
Di strada da percorrere ce n’è:<br />
circa cinquecento chilometri di<br />
vita direbbe Kerouac, che di<br />
strada (e dunque di viaggio) se<br />
ne intendeva davvero. Un percorso<br />
verso l’Est, in un Paese<br />
tanto vicino quanto a lungo dimenticato,<br />
meta, da alcuni anni<br />
a questa parte, di almeno due<br />
diversi itinerari turistici: quello<br />
dentistico, ben radicato soprattutto<br />
in Istria, regione ricca di<br />
testimonianze storico-culturali<br />
uniche, e quello “classico”, ovvero<br />
la vera vacanza vissuta<br />
senza alcun cruccio odontoiatrico.<br />
La Croazia è un’alchimia, una<br />
giovane combinazione di realtà<br />
difformi affacciatasi alla storia<br />
solo nel 1991, quando dichiarò<br />
la propria indipendenza dalla<br />
Repubblica Socialista Federale<br />
di Jugoslavia. La Croazia<br />
rappresenta la determinazione<br />
nel voler emergere da un recente<br />
passato contrassegnato<br />
da problemi enormi, mentre<br />
i suoi sforzi raccontano di un<br />
desiderio, quello di essere a tutti<br />
gli effetti un Paese europeo<br />
riconosciuto come tale. Detto<br />
ciò, non aspettate il 1° luglio del<br />
2013, giorno in cui questo Stato<br />
entrerà ufficialmente a far parte<br />
dell’Unione Europea, per un<br />
viaggio da queste parti: sarebbe<br />
un vero peccato rimandare ad<br />
allora la vostra visita.<br />
Se la storia c’insegna che la<br />
Croazia fu nei millenni un crocevia,<br />
una terra d’incontri e<br />
scontri, una zona di confine, allora<br />
l’itinerario di questo mese<br />
non potrà che reinterpretare in<br />
chiave turistica questi concetti,<br />
e Plitvička jezera, il Parco Nazionale<br />
dei Laghi di Plitvice, fa<br />
proprio al caso nostro.<br />
Il suo territorio occupa una superficie<br />
di quasi 33 mila ettari e<br />
si estende per circa il 90% nella<br />
regione della Ličko-senjska<br />
e per il restante 10% nella re-<br />
Qui sopra, il lago Koz jak e a centro pagina uno splendido scenario dei laghi di Plitvice<br />
gione di Karlovačka: un vero<br />
e proprio smeraldo da oltre 22<br />
mila ettari di boschi e foreste<br />
incastonato nell’area delle Dinaric<br />
Mountains, a 170 Km da<br />
Fiume e a da 140 da Zagabria.<br />
Per rimanere in tema di numeri,<br />
la riserva fu istituita nel<br />
1949, data da Guinness, visto<br />
che si tratta di uno dei parchi<br />
nazionali più vecchi in Europa,<br />
e fu dichiarata patrimonio<br />
dell’umanità dell’UNESCO<br />
già nel 1979.<br />
Quando ci si trova di fronte a<br />
certe meraviglie, la storia da<br />
sola non basta. È la leggenda<br />
che deve valorizzare l’oggettività<br />
delle cose. E leggenda vuole<br />
che i laghi di Plitvice nascessero<br />
dopo un lungo periodo<br />
di siccità, quando la gente, gli<br />
animali e le piante erano alla<br />
disperata ricerca di una pozza<br />
d’acqua. Impietosita dalle continue<br />
preghiere degli uomini,<br />
la Regina Nera mandò la pioggia<br />
su questa terra martoriata:<br />
piovve così tanto e così a lungo<br />
che il livello dell’acqua si alzò<br />
abbastanza da creare questa<br />
rete di laghi, sedici in tutto, inseriti<br />
dalla rivista Budget Travel<br />
tra i dieci più belli di tutto il<br />
mondo.<br />
Sedici specchi d’acqua distinti<br />
tra Laghi Superiori e Inferiori,<br />
una classificazione che potrebbe<br />
sembrare ovvia, dato che si<br />
tratta di un unico sistema lacustre:<br />
in realtà, la valenza di<br />
tale ripartizione è soprattutto<br />
di carattere geologico, poiché<br />
i bacini del primo gruppo<br />
sono di roccia dolomia, mentre<br />
quelli del secondo di tufo;<br />
l’incontro tra i due ha luogo<br />
nel lago Kozjak, il più grande<br />
Luglio 2011<br />
e profondo di tutti. Tuttavia,<br />
lo spettacolo della natura non<br />
si manifesta “solo” attraverso<br />
l’acqua, elemento al quale,<br />
prevalentemente nelle regioni<br />
carsiche, viene conferita un’impronta<br />
mitologica. A forgiare<br />
questo paesaggio spettacolare<br />
contribuisce un fenomeno biodinamico<br />
molto particolare: le<br />
acque del fiume Bianco e Nero,<br />
i due corsi che alimentano l’insieme<br />
dei laghi, sono ricche di<br />
sali calcarei, in particolare carbonato<br />
di calcio e carbonato<br />
di magnesio, provenienti dalla<br />
dissoluzione delle rocce che formano<br />
la struttura morfologica<br />
del sito. È il carsismo, ovvero<br />
l’azione corrosiva dell’acqua<br />
esercitata a danno delle rocce<br />
calcaree; ed è grazie a questo<br />
incantesimo scientifico che si<br />
sono formati ruscelli, cascate<br />
e barriere tufacee ricoperte da<br />
uno strato di muschi sedimentatosi<br />
nel tempo.<br />
Un universo in perenne evoluzione.<br />
Basti pensare che il travertino,<br />
la roccia formatasi per<br />
evaporazione di acque di sorgenti<br />
calcaree, è, per i Laghi di<br />
Plitvice, una ragione di vita. Infatti,<br />
è al tiburtīnus che questo<br />
insieme di bacini deve la propria<br />
esistenza: in virtù della sua<br />
rapida e continua formazione<br />
e stratificazione, questa roccia<br />
contribuisce, assieme all’acqua,<br />
a creare singolari configurazioni<br />
ambientali e nuovi percorsi<br />
a velocità impressionante (circa
Luglio 2011<br />
un centimetro all’anno).<br />
Un’alchimia tanto preziosa<br />
quanto fragile, come testimoniano<br />
le indagini dei ricercatori,<br />
i quali hanno scoperto che,<br />
nel corso dei millenni, si sono<br />
susseguiti molti periodi critici<br />
per Plitvice: la mancanza della<br />
giusta combinazione di temperatura,<br />
umidità e purezza<br />
dell’acqua ha rischiato più volte<br />
di compromettere l’esistenza di<br />
questo luogo. Una precarietà<br />
che dura ancor’oggi e che, a<br />
causa dell’inquinamento atmosferico<br />
e dei fertilizzanti usati<br />
in agricoltura, si prevede possa<br />
peggiorare nel corso degli anni.<br />
Le sfide per Plitvice non si<br />
Houston, abbiamo un problema<br />
Viaggi<br />
19<br />
fermano qui: le sue colline nascondono<br />
ancora mine e bombe<br />
inesplose lasciate dai soldati durante<br />
la devastante guerra civile<br />
degli anni ’90, quando il parco,<br />
grazie alla sua conformazione,<br />
venne sfruttato come rifugio<br />
dai ribelli. Tre milioni di mine<br />
sepolte in questo angolo di paradiso.<br />
E uno sforzo immane<br />
del governo croato nell’operazione<br />
di de-mining, l’unica strada<br />
da percorrere affinché Plitvice<br />
potesse riguadagnare la propria<br />
popolarità, riconquistata a<br />
tutti gli effetti verso la fine degli<br />
anni ‘90, quando il Parco è dichiarato<br />
sicuro per i visitatori.<br />
Purtroppo, resistono altre orme<br />
lasciate dalla guerra: intere<br />
zone di foresta torturate e ancora<br />
convalescenti, mentre la popolazione<br />
di orsi, cervi e uccelli<br />
sta gradualmente riprendendo<br />
possesso del proprio habitat naturale.<br />
Un paradiso? Tolte le mine, le<br />
bombe, la guerra, l’inquinamento…<br />
Come dire, una volta<br />
tolto l’uomo, la speranza c’è. E<br />
se proprio non volessimo togliere<br />
il disturbo, allora cerchiamo<br />
di non creare ulteriori casini.<br />
Un miracolo, a proposito di paradiso.<br />
In questa pagina, dall’alto:<br />
un sentiero attraversa le acque,<br />
l’inverno dei laghi di Plitvice,<br />
la fauna e la flora, in particolare<br />
l’orchidea detta “Scarpetta di Venere”<br />
Rarità<br />
L’area dei laghi di Plitvice<br />
è oggetto di studio già nella<br />
prima metà del 1800, il che<br />
ci conferma che le peculiarità<br />
del luogo erano note anche<br />
agli studiosi del tempo. Ne è<br />
un esempio la grande diversità<br />
delle specie floreali presenti<br />
nel Parco: ben 1267 appartenenti<br />
a 112 famiglie, molte<br />
delle quali inserite nel Libro<br />
rosso delle specie vegetali della<br />
Repubblica di Croazia e<br />
protette dalla Legge sulla tutela<br />
della natura. Tra queste,<br />
la Scarpetta di Venere (Cypripedium<br />
calceolus), considerata<br />
l’orchidea più bella di tutta<br />
Europa.
20 Viaggi<br />
di Anna Chiara Bozza<br />
Le cascate del Niagara sono<br />
indubbiamente da annoverare<br />
tra le meraviglie del mondo<br />
per la loro bellezza e maestosità.<br />
Superato il confine con il<br />
Canada, dalla città di Niagara<br />
Falls dello stato di New York ci<br />
si trova nell’omonima cittadina<br />
dell’Ontario. La cosa che più<br />
colpisce i visitatori è la tranquillità<br />
e lo stile di vita della<br />
popolazione canadese, che si<br />
discosta molto dalla caotica<br />
frenesia delle metropoli americane.<br />
Ma il senso di calma e<br />
serenità dura solo pochi istanti<br />
perché gli altissimi hotel, i ristoranti<br />
e il casinò sorti davanti<br />
alla meravigliosa grandezza<br />
della natura sono dietro l’angolo.<br />
Hilton, Sheraton e Marriot,<br />
i più importanti marchi, non si<br />
sono lasciati sfuggire l’occasione<br />
di offrire ai turisti, che ogni<br />
anno popolano la zona, straordinarie<br />
camere con vista sulle<br />
cascate, pagate a peso d’oro.<br />
La cittadina di Niagara Falls,<br />
ribattezzata la “Nuova Las Vegas”,<br />
rappresenta un mix tra<br />
natura e modernità che rende<br />
lo scenario quasi inquietante.<br />
Case dei fantasmi, degli specchi<br />
e luna park vi faranno sentire<br />
nel posto più kitsch della terra.<br />
Migliaia di turisti in rigorosa<br />
mantellina blu affollano ogni<br />
giorno la “Maid of the Mist”, il<br />
battello che offre il giro panoramico<br />
fin sotto al salto dell’ac-<br />
Giro giro tondo, io giro intorno al mondo<br />
Attrazione fatale per i Daredevils<br />
Niagara Falls: scenografica meraviglia<br />
e limite del pericolo<br />
Le due cascate principali, sotto il temerario Bobby Leach<br />
qua.<br />
Ma estraniandosi per qualche<br />
secondo dal contorno creato<br />
per i visitatori, ci si riesce a<br />
concentrare sulla meraviglia e<br />
l’imponenza del luogo. Il rumore<br />
delle cascate è assordante, la<br />
natura si manifesta in tutta la<br />
sua forza, facendo sentire l’uomo<br />
piccolo e insignificante.<br />
La maestosità delle rapide non<br />
soltanto attrae orde di viaggiatori<br />
tutto l’anno, ma ha ispirato<br />
ed ispira gli amanti del rischio<br />
sfrenato. I “Daredevils” (Scavezza<br />
collo), sono coloro che nel<br />
corso degli anni hanno tentato<br />
di gettarsi dall’alto delle casca-<br />
te dentro una botte o senza protezioni.<br />
Sam Patch nel 1829 fu il primo<br />
uomo, di cui si abbia notizia,<br />
a sopravvivere al tuffo dalla<br />
cascata principale, Horseshoe<br />
Falls. Per non essere da meno<br />
molti cercarono di emularlo,<br />
alcuni con esito positivo, altri<br />
annegarono o si ferirono. Nel<br />
1901 Annie Edson Taylor sopravvisse<br />
alla caduta dentro<br />
una botte di legno; mentre nel<br />
1911 Bobby Leach trascorse<br />
sei mesi in ospedale per essere<br />
sceso dentro un barile di ferro.<br />
Questi sono solo alcuni dei<br />
temerari che tentarono questa<br />
folle impresa nel secolo scorso,<br />
altri non furono così fortunati<br />
da poterlo raccontare. Per limitare<br />
il propagarsi di tale iniziativa,<br />
le autorità erano solite<br />
multare coloro che si cimentavano<br />
in questo folle “sport”,<br />
considerato illegale. Nessuno,<br />
comunque, è mai sopravvissuto<br />
nel tentativo di saltare dalle cascate<br />
americane. I soli supersti-<br />
Luglio 2011<br />
ti hanno tentato il lancio dalle<br />
cascate a Ferro di cavallo che si<br />
trovano sul versante canadese.<br />
L’unico invece ad essersi gettato<br />
senza protezione e averla<br />
scampata è Kirk Jones, un quarantenne<br />
di Carton, Michigan.<br />
Il 20 ottobre del 2003 è entrato<br />
in acqua ad un centinaio di<br />
metri prima del salto, ed otto<br />
secondi dopo si è ritrovato a<br />
precipitare per ben cinquantatre<br />
metri. La storia di Jones è<br />
resa ancora più sorprendente<br />
per il fatto che dalla caduta ha<br />
riportato soltanto qualche ferita<br />
superficiale. Dalla cascata Horseshoe,<br />
infatti, l’acqua del fiume<br />
Niagara precipita con una velocità<br />
di 150.000 litri al secondo.<br />
L’americano accolto come un<br />
eroe da chi ammira questo tipo<br />
di imprese, però, è stato multato<br />
e bandito a vita dal Canada.<br />
La lista di coloro che hanno<br />
tentato questo tipo di “sport”<br />
è molto lunga, e sicuramente<br />
in futuro altri proveranno. Ma<br />
tutti questi temerari hanno sicuramente<br />
qualcosa in comune:<br />
il desiderio di prendere coscienza<br />
della loro vita, mettendola<br />
a rischio cercando di superare<br />
un limite. L’arte del temerario<br />
è così sofisticata che le probabilità<br />
di sopravvivenza non contano,<br />
conta soltanto l’emozione<br />
e la possibilità di entrare nella<br />
storia.
Luglio 2011<br />
Giro giro tondo, io giro intorno al mondo<br />
di Alice Perini<br />
Vita (la solita) - morte (in sospeso) - vita (un’altra?!): l’ibernazione<br />
Un intermezzo molto sotto zero<br />
La scienza è un cimitero di<br />
idee morte, anche se ne può<br />
uscire la vita<br />
Miguel de Unamuno<br />
Se la scienza abitasse in un freezer,<br />
piuttosto che in un cimitero?<br />
Non in un comune congelatore<br />
casalingo, ma in uno<br />
speciale refrigeratore capace<br />
di garantire temperature a dir<br />
poco glaciali che si aggirano intorno<br />
ai meno 190 °C.<br />
E se in questo freezer<br />
stesse di casa anche la<br />
speranza/il desiderio<br />
dell’essere umano di<br />
vivere oltre la morte?<br />
Nella realtà, questi<br />
congelatori polari esistono<br />
già: qualcuno<br />
in Russia e qualcun<br />
altro negli Stati Uniti,<br />
gli unici due Paesi<br />
al mondo alle prese<br />
con la crioconservazione.<br />
La convivenza<br />
degli inquilini refrigerati<br />
inizia a farsi problematica,<br />
visto l’affollamento nel<br />
freddo sarcofago: l’ambizione<br />
dell’uomo di ritornare in vita;<br />
la scienza, la cui esistenza va di<br />
pari passo con quella umana;<br />
il corpo di chi è in stand-by e<br />
attende di essere riacceso. Dimenticavo<br />
il cervello! No, non il<br />
mio, che al momento soggiorna<br />
ancora nella mia testa. Intendevo<br />
il cervello da conservare nel<br />
freezer. Perché se proprio siete<br />
timorosi e volete fare un passettino<br />
alla volta, potete partire<br />
con un congelamento del vostro<br />
encefalo; una volta che la scienza<br />
avrà compiuto i suoi passi (da<br />
gigante, questa volta), vi risveglierete,<br />
anzi, la vostra materia<br />
grigia si riaccenderà, vivrà in<br />
un altro corpo e, quando sarà<br />
il momento, se l’esperienza sarà<br />
stata di suo gradimento, potrà<br />
decidere di procedere a un trattamento<br />
completo, con ibernazione<br />
di tutto il corpo.<br />
Se siete in pena per il vostro<br />
portafoglio, ecco la buona notizia.<br />
I costi non sono così proibitivi<br />
come si potrebbe pensare:<br />
in Russia, la cifra da versare è<br />
pari a 30 mila euro per l’ibernazione<br />
totale e a 10 mila per<br />
l’ibernazione della sola testa. A<br />
questo punto, converrebbe optare<br />
per il servizio al completo:<br />
del resto, se è vero che, come<br />
stabilì lo scultore Policleto con<br />
la sua proporzione, le dimensioni<br />
della testa sono 1/8 del<br />
corpo, il prezzo ideale sarebbe<br />
di 3.750 euro.<br />
Che siano soldi ben investiti?<br />
Per chi ci crede, per chi proprio<br />
Unità di crioconservazione (foto di Taryn Simon)<br />
non vuol saperne di essere morto<br />
per sempre, per chi vuol vedere<br />
il mondo tra quattrocento<br />
anni, non c’è denaro meglio impiegato.<br />
Robert Ettinger, il padre<br />
della criogenetica, la scienza<br />
che si occupa di preservare i<br />
corpi in stand-by<br />
di esseri umani (o<br />
animali) a basse<br />
temperature nella<br />
speranza che<br />
i progressi della<br />
tecnologia consentano<br />
un ritorno<br />
alla vita, è un<br />
signore di 93 anni<br />
che ha alle spalle<br />
l’ibernazione della<br />
madre, avvenuta<br />
nel 1977, e<br />
delle due mogli.<br />
È il fondatore del<br />
Cryonics Institute, nel Michigan,<br />
struttura di riferimento in questo<br />
settore e attuale dimora di<br />
101 corpi (qui non è ammessa<br />
la possibilità della sola neuroconservazione)<br />
di persone che<br />
hanno scelto la via della criogenetica.<br />
101 morti in atto e vivi in po-<br />
tenza. 101 esseri umani che<br />
forse mangeranno ancora la<br />
pizza, leggeranno un libro,<br />
guarderanno un film, andranno<br />
in vacanza, avranno mal di<br />
denti e taglieranno l’erba del<br />
prato. Mi domando se questi<br />
101 non si siano interrogati su<br />
un dilemma esistenziale: dovranno<br />
ritornare al lavoro? Se<br />
sì, quando avranno diritto alla<br />
pensione? Perché potrebbe anche<br />
essere che tra 400 anni, l’età<br />
media si sia allungata<br />
ulteriormente e<br />
che, di conseguenza,<br />
se ancora esisterà il<br />
concetto di pensione,<br />
può darsi che i 101<br />
uomini si ritrovino a<br />
dover maturare qualche<br />
anno di lavoro.<br />
Oppure, vista la spiccata<br />
predisposizione<br />
ottimistica di chi intraprende<br />
la strada<br />
del freezer, potrebbe<br />
prospettarsi un mondo<br />
senza guerre, malattie,<br />
tsunami e magari senza<br />
lavoro (meglio, senza bisogno<br />
di andare al lavoro, perché senza<br />
lavoro ci siamo quasi).<br />
Indipendentemente da come<br />
vedete il bicchiere, se mezzo<br />
pieno o mezzo vuoto, sappiate<br />
Robert Ettinger, il padre della criogenetica<br />
che i primi 6 minuti dopo la vostra<br />
provvisoria (?) morte sono,<br />
mai come in questo caso, vitali.<br />
Entro 6 minuti occorre procedere<br />
a un repentino abbassamento<br />
della temperatura corporea,<br />
al fine di evitare lesioni<br />
irreparabili al cervello e agli altri<br />
organi. Oggi, gli studiosi di<br />
Viaggi<br />
21<br />
criogenetica sono al lavoro per<br />
perfezionare il processo di vitrificazione:<br />
infatti, la rapida diminuzione<br />
del grado di calore<br />
corporeo non deve permettere<br />
all’acqua nel corpo di formare<br />
i cristalli di ghiaccio. Altri problemi<br />
irrisolti riguardano sia<br />
le sostanze tossiche adoperate<br />
durante l’ibernazione che la capacità<br />
di agire su tessuti umani<br />
complessi senza causare danni.<br />
Ora, supponiamo che il tutto si<br />
sia svolto nel migliore dei modi.<br />
La scienza si evolve, com’è probabile<br />
che accada, la tecnologia<br />
progredisce e diventa possibile<br />
scongelare i pazienti. Possono<br />
passare vent’anni. Può essere<br />
che le cose vadano a rilento e<br />
che solo tra 50 o 100 anni il<br />
desiderio di queste persone si<br />
avveri. Si sveglieranno, immagino,<br />
si tireranno un po’ la pelle<br />
e via. Una volta aperta la porta<br />
del Cryonics Institute, troveranno…<br />
Troveranno… Che cosa<br />
troveranno?<br />
Familiari? Se anche questi non<br />
si sono fatti ibernare, sarà difficile.<br />
Amici? Tutti andati in<br />
un’altra direzione. Casa? Può<br />
essere, quella non ha bisogno<br />
di essere congelata per rimanere<br />
sulla Terra. Problemi che si<br />
crea chi scrive e che forse non<br />
sono condivisi da<br />
chi sostiene la pratica<br />
della criogenetica.<br />
Perché per loro,<br />
forse, è importante<br />
vivere, non vivere<br />
assieme agli altri.<br />
Qual è la differenza<br />
tra la vita dopo la<br />
morte per chi crede<br />
nell’Aldilà e la ri-vita<br />
nell’Aldiqua dopo<br />
una “pausa di riflessione”?<br />
Fede a parte,<br />
nell’Aldilà, per chi ci<br />
crede, troveremo chi<br />
se n’è andato dall’Aldiqua prima<br />
di noi. Sappiamo che non saremo<br />
soli.<br />
Per chi ci crede, qualora volessimo<br />
restare nell’Aldiqua, sappiamo<br />
che potremmo ritrovarci<br />
soli in quello che è stato un<br />
tempo anche il nostro mondo. È<br />
diverso, ma non troppo.
22 Animali<br />
Amici miei<br />
di Alice Perini<br />
Versione riadattata di un’impresa di Garibaldi, socio fondatore dell’ENPA<br />
Chi vive a 6 zampe, lo faccia per sempre<br />
Due cose mi hanno sempre<br />
sorpreso: l’intelligenza degli<br />
animali e la bestialità degli<br />
uomini<br />
Tristan Bernard<br />
Di Giuseppe si sa che fu ferito:<br />
è il 1862 quando il generale e<br />
condottiero italiano è raggiunto<br />
da una pallottola mentre si trova<br />
a combattere in Aspromonte.<br />
Sapere che è stato l’Eroe dei due<br />
mondi è tutta un’altra storia,<br />
perché, questa volta, nessuna<br />
canzoncina ha immortalato le<br />
gesta del patriota italiano compiute<br />
in Europa e in America<br />
Latina. E pensate all’ironia della<br />
sorte: Giuseppe muore il 2<br />
giugno del 1882, sessantaquattro<br />
anni prima che gli Italiani<br />
fossero chiamati a decidere le<br />
sorti del Paese.<br />
Mi domando quale potrebbe essere<br />
la prima cosa che Garibaldi<br />
vorrebbe dire a noi, agli “Italiani<br />
del 150°”. È evidente che il<br />
generale non si è perso nulla di<br />
quanto accaduto in questi centoventinove<br />
anni dalla sua morte:<br />
del resto, vista la sua presenza<br />
statuaria in gran parte delle città<br />
italiane, come avrebbe potuto<br />
lasciarsi sfuggire qualcosa? In<br />
realtà, spero che quel suo sguardo<br />
rivolto verso Roma gli abbia<br />
risparmiato qualche atroce orrore<br />
umano. Perché in qualità<br />
di socio fondatore dell’ENPA,<br />
l’Ente Nazionale Protezione<br />
Animali, il nostro patriota<br />
proverebbe un senso di vera e<br />
propria ripugnanza nell’essere<br />
testimone di “certe cose”, una<br />
nausea tale da cadere da quel<br />
cavallo su cui ormai è seduto da<br />
decenni.<br />
Forse non tutti sanno che è proprio<br />
per volere del nostro Eroe<br />
ferito ad una gamba che venne<br />
fondata a Torino, il 1° aprile<br />
1871, la “Società protettrice<br />
degli animali”: su sollecitazione<br />
di una nobildonna<br />
inglese, lady Anna<br />
Winter, Garibaldi<br />
affidò a Timoteo<br />
Riboldi, suo medico<br />
personale, l’istituzione<br />
di un organismo<br />
la cui prima<br />
preoccupazione<br />
fosse la protezione<br />
degli animali da<br />
ogni forma di maltrattamento.<br />
Ed è<br />
così che, da quel 1°<br />
aprile di centoquarant’anni fa,<br />
gli uomini non dovrebbero più<br />
scherzare con i loro coinquilini di<br />
questo mondo. Ciò non significa<br />
che fino al 31 marzo 1871 fosse<br />
consentita ogni forma di sevizia:<br />
nonostante la notte porti<br />
consiglio, una sola notte non è<br />
mai riuscita a far rinsavire la coscienza<br />
umana. Eppure<br />
Giuseppe volle<br />
provarci, togliendo a<br />
noi, agli uomini predicanti<br />
il rispetto (di<br />
chi?) e la libertà (da<br />
cosa?), la presunzione<br />
di poter dire “l’ho<br />
inventato io”. Giuseppe,<br />
infatti, pensò davvero<br />
a tutto, anche al<br />
distintivo che i soci<br />
fondatori avrebbero<br />
dovuto portar con sé “per farsi<br />
riconoscere e rispettare dai conduttori<br />
genti municipali e dalla<br />
forza pubblica, onde aver diritto<br />
di ammonire i trasgressori”,<br />
come si apprende leggendo la<br />
storia di questa associazione.<br />
Per completare il quadro, lo<br />
stesso fondatore era consapevole<br />
di quanto fosse indispensabile<br />
la “mano forte” contro chi si<br />
fosse reso colpevole di violenze;<br />
multe, denunce e arresti erano<br />
le modalità previste già allora<br />
per punire i contravventori.<br />
Da allora si è rimasti in standby,<br />
aspettando il 2004, “l’anno<br />
dell’inasprimento delle pene”, il<br />
momento in cui vengono final-<br />
mente apportate significative<br />
modifiche al Codice penale in<br />
materia di maltrattamento degli<br />
animali. Proprio come aveva in<br />
mente Giuseppe.<br />
Ma di quali colpe potevano<br />
macchiarsi i contemporanei del<br />
patriota? Considerando sia i<br />
tempi che le necessità di quel periodo,<br />
le torture potevano essere<br />
inflitte, in particolare, ai cavalli,<br />
mezzo di trasporto ancora<br />
pressoché unico e assai diffuso<br />
a fine Ottocento. Colpi di frusta,<br />
pungoli, carichi smisurati<br />
e ogni altra fatica “alla Ercole”,<br />
almeno fino a quando<br />
il cavallo non si fosse<br />
accasciato per sempre.<br />
La vita non doveva<br />
essere facile nemmeno<br />
per i cani se Garibaldi<br />
volle specificare che<br />
uno dei compiti della<br />
nuova società era proteggere<br />
questi animali<br />
dai “mali trattamenti”<br />
dei guardiani.<br />
Chissà, invece, se il ge-<br />
nerale abbia mai affrontato casi<br />
di abbandono in quegli anni in<br />
cui l’idea di “andare in ferie”<br />
non apparteneva ancora alla<br />
comune mente umana.<br />
L’abbandono: ecco la cafonaggine<br />
dei nostri tempi (una delle<br />
tante); tutto ciò che di negativo<br />
si può dire dell’uomo. Non posso<br />
aggiungere nient’altro, poiché<br />
ormai è già stato detto tutto, tra<br />
l’istituzione di una Task Force e<br />
l’altra. Tra una campagna di<br />
comunicazione e l’altra. Da “Il<br />
bastardo sei tu” a “Gli manca<br />
la parola. Per tua fortuna”. Non<br />
aggiungo altro perché mi sembra<br />
impossibile che oggi si debba<br />
ancora parlare di certe cose.<br />
Luglio 2011<br />
Non voglio aggiungere una sola<br />
parola, perché faccio troppa fatica<br />
a interrogarmi su certe disgrazie<br />
umane senza lasciarmi<br />
sfuggire termini che non possono<br />
essere scritti.<br />
Se solo gli animali sapessero<br />
cosa manca davvero a noi uomini,<br />
almeno prenderebbero provvedimenti.<br />
Posso solo pensare<br />
che se c’è una cosa a cui qualche<br />
essere umano proprio non sa<br />
porre fine, quella è senza dubbio<br />
la mancanza di umanità.<br />
Il problema è che, purtroppo,<br />
non ho scoperto nulla di nuovo.<br />
Da Kora a Jerzu<br />
È il 25 agosto 2004 quando<br />
Kora arriva a casa. È stata fortunata,<br />
lei. Solo qualche giorno<br />
trascorso in canile dopo<br />
aver girovagato per le campagne<br />
mantovane per poco più<br />
di una settimana. Per Jerzu<br />
la fortuna arriva all’inizio di<br />
settembre del 2010, quando io<br />
e il mio ragazzo, in vacanza<br />
in Sardegna, decidiamo di<br />
fermarci per soccorrere un<br />
cucciolo di pastore tedesco<br />
che insegue tutte le macchine<br />
che passano di lì. La buona<br />
sorte, per Jerzu, non arriva né<br />
dalle istituzioni né dalle forze<br />
dell’ordine. La felicità, in<br />
questo caso, ha il nome di un<br />
signore sardo appassionato di<br />
bici e, soprattutto, di animali:<br />
semplicemente un uomo<br />
che ha salvato altri cani nelle<br />
stesse condizioni del piccolo<br />
Jerzu.<br />
E se doveste mai trovare una<br />
morale in questa favola vera,<br />
allora avrò raggiunto il mio<br />
scopo.
Luglio 2011<br />
Quando il gioco si fa duro<br />
di Daniele Adami<br />
Fra questi tre elementi come dovrebbe essere la reazione del tifoso?<br />
Scommesse (?)- calcio (?)- mercato<br />
L’atteggiamento di fondo della<br />
mia vita è stata la passione.<br />
Per realizzare i miei sogni ho<br />
agito sempre spinto solo dalla<br />
passione. La passione muove<br />
ogni cosa, è una forza davvero<br />
straordinaria<br />
Roberto Baggio<br />
Il primo termine del nostro titolo<br />
verrà trattato con il condizionale<br />
(ecco perché la scelta del<br />
punto interrogativo). Non si farà<br />
alcun nome. Il discorso sarà<br />
centrato sul valore di uno sport,<br />
il calcio, che viene messo in crisi<br />
dalle odierne parole, discussioni<br />
e indagini circa l’esistenza o<br />
meno di un sistema volto a indirizzare<br />
certi risultati di certe<br />
partite, in diversi campionati.<br />
Le accuse sono pesanti: modificare<br />
uno dei tratti più affascinanti<br />
e carichi di tensione. L’incertezza<br />
di un risultato. E le persone<br />
coinvolte, per prima cosa,<br />
dovranno rispondere proprio di<br />
questo. Dovranno rispondere<br />
a una domanda: hai tradito lo<br />
sport? Si, no. Vedremo.<br />
La miccia che starebbe alla<br />
base di tutto ciò? Il denaro.<br />
Tra il desiderio di avere sempre<br />
di più, o il bisogno di saldare<br />
qualche debito dovuto a un affare<br />
andato male. Si parlerebbe<br />
di medicinali dati ai compagni<br />
di squadra per allentarne le<br />
prestazioni sul campo. Si parlerebbe<br />
di una intensa, duratura<br />
e fitta rete di informazioni tra<br />
giocatori concentrata sulle condizioni<br />
fisiche (precarie e non)<br />
di calciatori con cui ci si allena<br />
fianco a fianco ogni giorno della<br />
settimana. Di amici, magari.<br />
Comunicare agli avversari (o<br />
ai non addetti ai lavori) simili<br />
dettagli, porterebbe, in seguito,<br />
a scommettere soldi su una<br />
particolare gara. Combinare<br />
un risultato per un profitto personale.<br />
Se tutto questo dovesse<br />
essere confermato, credo che<br />
una sola parola sarebbe adatta:<br />
squallore. Prima di tutto per<br />
aver annullato la propria lealtà.<br />
Poi per aver perso dignità<br />
e rispetto. Infine, per i tifosi,<br />
che investono fatiche, passioni,<br />
delusioni e denaro sugli avveni-<br />
menti che si svolgono su di un<br />
verde rettangolo di gioco. Su<br />
azioni che compiono altri individui,<br />
sui quali essi ripongono<br />
fiducia.<br />
La mia riflessione voleva proprio<br />
concentrarsi sul rapporto<br />
di un tifoso con quello che si<br />
sta ora leggendo sui giornali e<br />
ascoltando in televisione. Che<br />
immagine si costruirebbe di<br />
questo sport se le accuse si rivelassero<br />
fondate? Non facile da<br />
dire. Si sentirebbe tradito? Credo<br />
di sì. Sarebbe indignato e<br />
deluso? Credo di sì. Continuerebbe<br />
a seguire il calcio, pagando<br />
biglietti e abbonamenti? Ancora<br />
una volta, credo di sì. Non<br />
tutti, forse. E la risposta a tale<br />
domanda deriva dal fatto che la<br />
passione di un sostenitore continua<br />
imperterrita a muoversi<br />
nelle vene e nei muscoli. Anche<br />
con la presenza di un possibile<br />
scandalo come quello odierno.<br />
Questa cosa deve far pensare,<br />
e molto. Tacita accettazione?<br />
Voglia di affermare una propria<br />
estraneità ai fatti? Consapevolezza<br />
di superare il difficile<br />
ostacolo? La uno, la due o la<br />
tre? Anche un pizzico di tutte<br />
e tre.<br />
Passiamo al terzo termine del<br />
nostro titolo. Ci si allontanerà<br />
dalla prima parte dell’articolo,<br />
ma non troppo. Finito il campionato,<br />
sotto col calciomercato.<br />
Allenatori, dirigenti e<br />
giocatori che cambiano squadra<br />
e città. Per cercare nuove<br />
Sport<br />
23<br />
sensazioni e nuovi stimoli, per<br />
tentare altre sfide, per contrasti<br />
con le società, per uno stipendio<br />
diverso e più cospicuo. Le motivazioni,<br />
abbiamo visto (e non<br />
le abbiamo elencate tutte), possono<br />
essere di differente natura.<br />
Il tifoso, dal canto suo, come reagisce<br />
a un cambio di casacca?<br />
Con indifferenza, con fastidio,<br />
con amarezza. Dipende dal<br />
calciatore, potrebbe affermare<br />
qualcuno. Se si tratta di uno<br />
sportivo amato prevarranno<br />
amarezza e fastidio. Per un altro<br />
solo indifferenza. I membri<br />
di una squadra cambiano, la<br />
fede del sostenitore rimane. Ci<br />
si può sentire traditi, ma l’amore<br />
continua. Amaro, a volte. Per<br />
un atleta che decide di andar<br />
via solo per i soldi, magari ben<br />
voluto dalle tifoserie, potrebbe<br />
scaturire un sentimento di disprezzo.<br />
E il tradimento, qui,<br />
scotta.<br />
È proprio qui che risiede il legame<br />
fra gli estremi del nostro<br />
titolo. Il denaro. Banale? Non<br />
tanto. Il primo estremo verrà<br />
verificato (tenete presente il<br />
punto di domanda), il secondo è<br />
sotto gli occhi di tutti (non ha il<br />
punto di domanda). Si verifica<br />
ciclicamente ogni estate. Anche<br />
in inverno.<br />
Nel mezzo, il calcio. Con la<br />
predominante forza messa sulle<br />
scene dai tifosi, da coloro che<br />
sono appassionati. Le voci che<br />
corrono in questi tempi non<br />
fanno bene allo sport, come anche<br />
il cambiare continuamente<br />
maglia solo per i soldi. Sono i<br />
soldi che muovono il calcio? È<br />
questo il calcio? Tra scommesse(?)<br />
e mercato? L’interpretazione<br />
del titolo è personale.
24 Sport<br />
di Daniele Adami<br />
Michael Schumacher e la Formula 1: tra un quarto posto e la speranza di...<br />
Quel podio ancora fermo nell’aria<br />
Nello sport non potrà mai<br />
esistere un momento<br />
uguale ad un altro<br />
Quando il gioco si fa duro<br />
Michael Schumacher<br />
Per un soffio. O forse due. Nella<br />
gara più lunga, strana e pazza<br />
degli ultimi anni è mancata<br />
una piccola ciliegina sulla torta:<br />
il podio di Michael Schumacher,<br />
che, invece, ha tagliato il<br />
traguardo in quarta posizione.<br />
Lo vogliamo dire subito. Il secondo<br />
posto (ma anche il terzo)<br />
sarebbe stato il giusto coronamento<br />
di un’ottima prova. Il<br />
sette volte campione del mondo<br />
di Formula 1 (due titoli iridati<br />
con la Benetton e cinque con<br />
la Ferrari), capace di portare,<br />
sulla pista bagnata di Montreal,<br />
un bagaglio di classe ed<br />
esperienza che non ha eguali in<br />
questo momento, ha lottato fino<br />
alla fine per cogliere quell’obiettivo<br />
che manca da quando è<br />
risalito su una monoposto. Dal<br />
suo ritorno alle corse, infatti, il<br />
campione tedesco non è riuscito<br />
ad alzare al cielo un trofeo.<br />
Con una opportuna strategia<br />
diramata dal muretto, il<br />
42enne pilota della Mercedes<br />
si è trovato fra le mani un tesoro<br />
da difendere con gli artigli.<br />
Una seconda posizione che non<br />
pareva reale. Il passo di gara,<br />
per un certo numero di giri,<br />
era simile a quello di Vettel. Se<br />
non migliore. Ma alle sue spalle<br />
si facevano sempre più intense<br />
e nitide le ombre di Webber e<br />
I tempi d’oro in cui festeggiava i suoi titoli...<br />
Schumi oggi, in tenuta Mercedes, costretto ad essere spesso sorpassato (da Webber sotto)<br />
Button. E le carenze strutturali<br />
della sua vettura si sono<br />
fatte sentire. Prima il soffio di<br />
Webber, poi quello di Jenson<br />
Button. Dalla medaglia d’argento<br />
a quella di carta in pochi<br />
secondi. Sceso dalla vettura i<br />
suoi occhi erano colmi<br />
sia di gioia che<br />
di rammarico. Non<br />
poteva non essere felice<br />
della sua prestazione.<br />
D’altro lato, il<br />
desiderio di riuscire<br />
a calcare nuovamente<br />
un podio è rimasto<br />
ancora nell’aria. Un<br />
desiderio che sperava<br />
si potesse realizzare<br />
su quel tracciato che<br />
per ben sette volte lo<br />
ha incoronato vincitore.<br />
Ma ogni corsa,<br />
si sa, ha una vita<br />
propria, che inizia<br />
con lo spegnimento<br />
dei semafori rossi e<br />
termina con lo sventolare<br />
della bandiera<br />
a scacchi. Gli imprevisti<br />
sono nascosti<br />
in ogni angolo. Un<br />
Luglio 2011<br />
piccolo errore può essere determinante<br />
per il prosieguo della<br />
stagione, o della gara stessa.<br />
Michael Schumacher ci ha regalato<br />
grandi emozioni. I tifosi<br />
della rossa di Maranello lo<br />
sanno bene. Quando, due anni<br />
fa, il pilota tedesco ha deciso di<br />
mettersi nuovamente in gioco<br />
nel “suo” mondo dello sport,<br />
le reazioni furono diverse. Chi<br />
accolse bene questa scelta, chi<br />
la vide come un patetico tentativo<br />
di tornare alla ribalta dopo<br />
un periodo di grandi successi,<br />
come qualcuno che non vuole<br />
che il tempo scorra in avanti.<br />
Venne visto come un intruso.<br />
Io non condivido questa posizione.<br />
Sposo la prima idea. Mi<br />
piace rivederlo in pista. Penso<br />
sia difficile e, talvolta, straziante<br />
(passatemi questa espressione,<br />
forse poco adatta per una<br />
simile situazione) convivere<br />
con la consapevolezza di “aver<br />
finito” col proprio sport. Sono<br />
convinto che Schumacher possa<br />
dare ancora molto alla Formula<br />
1, e all’attività sportiva in<br />
generale. Alla fine, quando un<br />
soffio silenzioso lo accarezzerà,<br />
(ri)appenderà il casco al chiodo.<br />
Al termine di questa stagione?<br />
Quella prossima ancora?<br />
...e saltava sul gradino più alto del podio
Luglio 2011<br />
Serviti il pasto, cowboy<br />
di Giulia Cerpelloni<br />
Tra Mantova e <strong>Verona</strong> la ricetta per una dolce tradizione<br />
La “sbrisolona” a regola d’arte<br />
Sul piano di lavoro disponete<br />
a fontana le farine mescolate<br />
tra loro e nel centro mettete lo<br />
zucchero, le mandorle tritate, i<br />
tuorli, la scorza grattugiata del<br />
limone, un pizzico di sale e uno<br />
di vanillina.<br />
Mescolate bene tra loro gli<br />
ingredienti, poi riformate la<br />
fontana e nel centro mettete il<br />
burro fatto ammorbidire e lo<br />
strutto e impastate bene il tutto.<br />
Non riuscirete ad ottenere un<br />
impasto compatto: l’importante<br />
è che i singoli ingredienti si<br />
amalgamino bene tra loro.<br />
Imburrate e infarinate una tortiera,<br />
quindi distribuite all’interno<br />
la pasta sbriciolandola<br />
accuratamente in modo da formare<br />
uno strato uniforme.<br />
Prima di infornare battere con<br />
un paio di colpi secchi la base<br />
dello stampo sul piano di lavoro,<br />
in modo da colmare gli<br />
eventuali spazi vuoti che si potrebbero<br />
formare fra le “briciole”<br />
della pasta.<br />
Fate quindi cuocere in forno a<br />
180°C per circa un’ora; lasciate<br />
raffreddare e servite spolverizzando<br />
con zucchero a velo.<br />
La tradizione veronese/mantovana<br />
vuole che questo dolce<br />
tipico venga bagnato con la<br />
grappa, buonissima!<br />
Gnam gnam...cotto e sbafato!<br />
Difficoltà: media<br />
Tempo di preparazione: 30<br />
minuti<br />
Tempo di cottura: 1 ora<br />
200 gr di farina di frumento<br />
200 gr di farina di mais fine<br />
200 gr di mandorle spellate<br />
2 uova<br />
Informazioni e ingredienti<br />
Cucina<br />
150 gr di zucchero<br />
120 gr di burro<br />
100 gr di strutto<br />
1 limone<br />
1 cucchiaio di zucchero a<br />
velo<br />
vanillina<br />
sale<br />
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nella loro intimità. L'atrio Nafura, il Lounge panoramico Gioia<br />
& Gaia, la cantina del Trabucco, il Coffee Lounge tutti con arredi<br />
eleganti, diversi, con un tocco d'oriente legati da toni materiali ed<br />
effetti di luce e colore che rispecchiano alla logica di mirabili equilibri.<br />
Il Casale la Spighetta è un ristorante collocato nelle colline della<br />
Valpolicella a <strong>Verona</strong>, i suoi ambienti eleganti sono indicati per cene<br />
romantiche, banchetti e cene aziendali. Dal giardino estivo si può<br />
RISTORANTE<br />
Casale Spighetta<br />
... dove la cucina tradizionale italiana<br />
viene rivisitata con un sapore d'Oriente ...<br />
Le sale esprimono un’atmosfera ariosa ed elegante perfettamente in<br />
linea con la cucina dello Chef Patron. Un’esigenza per chi, come lo<br />
Chef Angelo Zantedeschi va al di la dell’arte culinaria, un grande<br />
amore per la tradizione e l’arte moderma.<br />
godere di un meraviglioso panorama.<br />
Via Spighetta 15<br />
37020 Torbe di Negrar, <strong>Verona</strong><br />
Tel/fax: +39 045 750 21 88<br />
www.casalespighetta.it