15.12.2012 Views

Eco n. 76 - Luglio 10:Layout 1 - Eco della Brigna

Eco n. 76 - Luglio 10:Layout 1 - Eco della Brigna

Eco n. 76 - Luglio 10:Layout 1 - Eco della Brigna

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

e12<br />

Nel censimento del 1881, Mezzojuso contava <strong>76</strong>83 abitanti, naturalmente<br />

erano compresi gli abitanti di Campofelice di Fitalia<br />

che allora era frazione del nostro paese.<br />

Secondo i dati dell’Istituto nazionale di statistica, nel periodo compreso<br />

fra il 1882 e il 1915 da Mezzojuso sono partiti 6157 persone. Intanto<br />

nel censimento del 1901 la popolazione era scesa a 6235 abitanti e nel<br />

1911 a 5841. Gli anni cruciali per l’emigrazione di questo periodo sono<br />

sicuramente il 1897 che vide la partenza di 7<strong>10</strong> mezzojusari e nell’anno<br />

successivo partirono 678 persone. In soli due anni 1388 abitanti<br />

abbandonarono Mezzojuso.<br />

Come si sa, l’emigrazione è un fenomeno molto importante e per tale<br />

ragione è molto studiato dagli storici e dai studiosi di geografia perché<br />

consente di comprendere questioni quali l’identità, l’integrazione,<br />

lo scambio di culture e di informazioni. Non è certo questa la sede e<br />

il momento per approfondire la questione. Mi limiterò a raccontare un<br />

fatto che ha coinvolto una ventina di mezzojusari i quali hanno offerto<br />

il loro tributo perché altri potessero migliorare le proprie condizioni<br />

di vita. La storia che intendo raccontarvi è accaduta nel 1891, proprio<br />

negli anni di massima espansione del flusso migratorio che ha<br />

riguardato gli abitanti di Mezzojuso alla fine dell’Ottocento.<br />

Era l’anno in cui si verificarono i famosi fasci dei lavoratori che furono<br />

repressi con la forza dal “nostro” corregionale primo ministro,<br />

Francesco Crispi. Anche a Mezzojuso si era costituito un fascio dei<br />

lavoratori, di cui parleremo in un prossimo articolo, e le condizioni di<br />

vita dei mezzojusari, come del resto di tutto il meridione, non erano di<br />

certo allettanti. Si stava male, si guadagnava poco e non sempre si riusciva<br />

ad arrivare ad agosto a pagare i vari affitti dei terreni.<br />

Molto spesso da parte di molti contadini si era costretti a chiedere un<br />

prestito di frumento al proprio padrone, proprietario terriero, talora già<br />

nei mesi primaverili, un prestito che veniva poi pagato il doppio.<br />

E così facendo, al tempo del nuovo raccolto, il triste contadino aveva<br />

già prosciugato tutto il guadagno di un anno, ancora prima che l’anno<br />

fosse iniziato.<br />

Il viaggio in America era l’utopia che si sarebbe concretizzata per<br />

questi poveri disgraziati.<br />

E COSÌ AFFONDÒ<br />

L’UTOPIA<br />

DEI MEZZOJUSARI<br />

di Roberto Lopes<br />

Il dodici marzo del 1891 il<br />

tempo non era affatto<br />

bello. Dopo cinque giorni<br />

di navigazione, a sera<br />

tarda arrivò a Gibilterra ed<br />

entrò nel porto. In questo<br />

inferno, col buio che impediva<br />

la visibilità delle altre<br />

presenze in mare, soprattutto<br />

navi da guerra,<br />

l’Utopia, per una falsa<br />

manovra, urtando con la<br />

corazzata inglese Anson,<br />

riporta un grande squarcio<br />

di circa dieci metri sulla<br />

mezzeria e cola a picco.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!