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Giugno 2018

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Livorno<br />

Anno 32 - N° 651<br />

<strong>Giugno</strong><br />

<strong>2018</strong><br />

non stop<br />

Omaggio<br />

mensile indipendente «strettamente» livornese<br />

All’interno:<br />

Scoglio della Regina: Bagnante, statua bronzea di S. Chia (foto Onorati)<br />

Museo della Città,<br />

decisamente bello!<br />

Quando John Wayne<br />

parlava livornese<br />

Gruppo Labronico<br />

Livorno Calcio:<br />

Siamo di nuovo in B!<br />

La storia degli Stabilimenti balneari


▲▲▲<br />

▲<br />

LIVORNOnonstop<br />

2<br />

attualità<br />

Con adeguata promozione è anche l’occasione per sfatare il luogo comune “a Livorno non c’è nulla”<br />

Museo della Città,<br />

decisamente bello!<br />

di Marcello Faralli<br />

Vittorio Sgarbi presente all’inaugurazione<br />

del Museo della Città.<br />

L’angolo delle anfore romane in un suggestivo fondale sabbioso.<br />

“Il grande rettile” di Pino Pascali custodito nell’adiacente e splendida<br />

chiesetta sconsacrata di San Giuseppe.<br />

D o p o<br />

tanti rinvii<br />

e qualche<br />

polemica,<br />

il<br />

“Museo<br />

della città<br />

di Livorno”<br />

è<br />

stato finalmente inaugurato. Un<br />

evento cui ha partecipato il critico<br />

d’arte Vittorio Sgarbi e che<br />

il sindaco Nogarin, con malcelata<br />

enfasi, ha definito: “un museo<br />

straordinario”. Dal recupero<br />

dei vecchi “Bottini dell’olio”,<br />

con l’aggiunta di una moderna<br />

struttura prospiciente la piazza<br />

del Luogo Pio, con una spesa<br />

di 7,5 milioni (compresi gli arredi),<br />

si sono resi disponibili circa<br />

6 mila metri quadrati.<br />

Un percorso espositivo che racconta<br />

l’evoluzione sociale e culturale<br />

di Livorno, dalle sue origini<br />

ai giorni nostri. Vi si trovano<br />

esposti oltre 600 oggetti delle<br />

collezioni civiche, riesumati<br />

dai magazzini del museo Fattori<br />

e della Biblioteca Labronica. E’<br />

diviso in due sezioni: la prima<br />

ripercorre la storia della città,<br />

mentre la seconda è dedicata<br />

alla contemporaneità. Nell’adiacente<br />

piazza del Luogo Pio, nelpresentato<br />

da cimeli garibaldini<br />

tra cui le giubbe rosse, il poncho<br />

e lo scrittoio di Giuseppe<br />

Garibaldi.<br />

Si entra nella modernità con la<br />

grafica di Fattori, Nomellini, Cappiello,<br />

manoscritti e locandine di<br />

Pietro Mascagni. Si prosegue<br />

con la prima bandiera del Partito<br />

Comunista d’Italia, cucita dalle<br />

sarte livornesi nel 1921, custodita<br />

in una teca. Il percorso si<br />

conclude con le false teste di<br />

Modigliani che finalmente, riemerse<br />

dai polverosi magazzini<br />

comunali, hanno trovato una<br />

degna collocazione, dopo<br />

un’esposizione temporanea all’epoca<br />

del loro ritrovamento e<br />

qualche esposizione e mostre itineranti.<br />

La loro storia è nota ma<br />

è tornata di attualità con la presenza<br />

all’inaugurazione del museo<br />

dei tre autori, o meglio degli<br />

autori di una delle tre perché le<br />

altre due sono opera dell’artista<br />

livornese Angelo Froglia, prela<br />

chiesetta sconsacrata di San<br />

Giuseppe, sono custodite opere<br />

d’arte contemporanea, tra le<br />

quali spicca quella di Pino Pascali,<br />

il “grande rettile” che,<br />

acquistato dal Comune nel 1967<br />

per 350 mila lire, oggi può valere<br />

più di un milione di euro.<br />

Il percorso museale inizia dall’età<br />

del ferro con l’esposizione<br />

di reperti (vasellame, bronzi, busti<br />

marmorei) che testimoniano la<br />

presenza di antichi insediamenti<br />

attorno al Porto Pisano e la “collezione<br />

Chiellini” fatta di oggetti<br />

funerari di epoche etrusca e romana.<br />

Sul retro, su un fondale<br />

sabbioso si possono osservare<br />

anfore romane e un ceppo d’ancora<br />

dal relitto “Ardenza”.<br />

A seguire il medioevo con documenti<br />

del 1400/500 e un incunabolo<br />

del 1482. Dei secoli successivi<br />

si possono ammirare: il<br />

bozzetto in gesso dei 4 mori attribuito<br />

a Pietro Tacca, la ricostruzione<br />

della pianta della città<br />

del Buontalenti, stampe e quadri<br />

con viste varie del ‘600.<br />

Il ‘700 è rappresentato da tre<br />

grandi dipinti: la “Piazza d’Armi”<br />

di Tommaso Gheradini, la<br />

“Piazza Grande” del 1776 e la<br />

“Festa in Darsena”.<br />

La fiorente attività culturale che<br />

si sviluppò in città alla fine del<br />

secolo è documentata dalle celebri<br />

edizioni “Dei delitti e delle<br />

pene” di Cesare Beccaria e dell’enciclopedia<br />

di Diderot e<br />

D’Alambert stampate dalla tipografia<br />

Coltellini.<br />

Nella seconda parte sono esposti<br />

gli affreschi trecenteschi dell’Eremo<br />

della Sambuca,la ricostruzione<br />

del tempio ebraico distrutto<br />

dai bombardamenti, vari<br />

dipinti d’impatto e l’iconostasi<br />

greco-ortodossa della santissima<br />

trinità. Il Risorgimento è rapmaturamente<br />

scomparso.<br />

Pietro Luridiana, Michele Ghelarducci,<br />

Pierfrancesco Ferrucci<br />

(che si è fatta la fama di esperto!),<br />

oggi tutti affermati professionisti,<br />

che non hanno perso lo<br />

spirito goliardico di allora, si<br />

sono ritrovati all’inaugurazione<br />

lamentando il lungo oblio e di<br />

non avere colto<br />

l’occasione, nel<br />

massimo periodo<br />

di notorietà,<br />

per valorizzare,<br />

al di là della “burla”,<br />

il valore dell’opera<br />

di Modigliani,<br />

i beni artistici<br />

della città.<br />

Con una adeguata (e incessante)<br />

promozione, l’apertura del<br />

nuovo Museo della Città (con<br />

l’aggiunta magari del Museo Fattori<br />

di Villa Mimbelli) potrebbe<br />

essere anche l’occasione per<br />

sfatare il luogo comune: “a Livorno<br />

non c’è nulla”.<br />

La nostra Redazione si è trasferita nei più ampi uffici di via Gastone Razzaguta n. 26, int. 13 (zona Collinaia)<br />

Per info: 328/71.29.262


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▲<br />

cinema<br />

3<br />

LIVORNOnonstop<br />

Quattro eccezionali doppiatori concittadini, quasi coetanei, Emilio Cigoli,<br />

Carlo Romano, Stefano Sibaldi e Giorgio Capecchi, hanno ‘prestato’ la voce<br />

a tutti i più grandi attori internazionali e ai film d’animazione di Walt Disney<br />

Quando John Wayne<br />

parlava livornese<br />

Emilio Cigoli<br />

(Livorno 18/11/1909 - Roma 7/11/1980)<br />

Carlo Romano<br />

(Livorno 8/5/1908 - Roma 16/10/1975)<br />

Stefano Sibaldi<br />

(Livorno 11/6/1905 - Roma 2/7/1996)<br />

Giorgio Capecchi<br />

(Livorno 7/8/1902 - Roma 29/8/1978)<br />

Se adesso<br />

viene normale<br />

associare<br />

l’aggettivo<br />

“livornese”<br />

ai<br />

doppiaggi<br />

realizzati da Paolo Ruffini e<br />

dal “Nido del Cuculo”, diventati<br />

negli anni un vero e proprio<br />

fenomeno di costume e,<br />

soprattutto, un formidabile<br />

traino a cui collegare altre iniziative<br />

di grande impegno sociale,<br />

in molti ricorderanno<br />

che la nostra città ha legato il<br />

proprio nome a un gruppo di<br />

formidabili doppiatori, che<br />

hanno prestato la voce ai più<br />

grandi attori di Hollywood. A<br />

partire dagli anni Trenta del<br />

secolo scorso, quando il cinema<br />

sonoro che arrivava da<br />

altre nazioni, Stati Uniti in testa,<br />

portava con sé la necessità<br />

di rendere comprensibili<br />

i dialoghi recitati in un’altra<br />

lingua, le soluzioni erano essenzialmente<br />

due: sottotitola-<br />

di Marco Sisi*<br />

re i film o registrare una nuova<br />

colonna sonora coi dialoghi<br />

recitati nella lingua del<br />

pubblico cui erano destinati.<br />

In un paese ad alta densità di<br />

analfabeti, quale era l’Italia di<br />

quegli anni, non c’erano praticamente<br />

alternative. Nella<br />

nostra penisola la nascente industria<br />

cinematografica, vista<br />

da Mussolini anche come<br />

arma di propaganda, non poteva<br />

permettersi di perdere<br />

una larga fetta di pubblico, al<br />

quale proporre in sala anche<br />

cinegiornali e documentari<br />

che magnificavano le opere<br />

del regime, solo perché non<br />

comprendeva l’inglese, il<br />

francese o il tedesco.<br />

Dopo una serie di esperimenti<br />

realizzati direttamente a Hollywood<br />

da parte delle case<br />

produttrici (il primo film ad<br />

essere doppiato interamente<br />

in lingua italiana è “Carcere”<br />

di George W. Hill, prodotto<br />

dalla Metro-Goldwyn-Mayer;<br />

vennero impiegati attori italoamericani<br />

e il risultato fu<br />

“Francamente me ne infischio”, ecco il momento in cui Clark Gable in “Via col vento” pronuncia<br />

la celebre battuta che è passata alla storia. La voce, con l’inconfondibile timbro vocale del doppiatore,<br />

è del livornese Emilio Cigoli.<br />


▲▲▲<br />

▲<br />

LIVORNOnonstop<br />

4<br />

cinema<br />

Una schiera degli attori più famosi del mondo<br />

che hanno parlato ...livornese<br />

Clark Gable (1901 - 1960) Henry Fonda (1905 - 1982) John Wayne (1907 - 1979) Frank Sinatra (1915 - 1998)<br />

Gregory Peck (1916 - 2003) Glen Ford (1916 - 2006) Marlon Brando (1924 - 2004) Jerry Lewis (1926 - 2017)<br />

▲<br />

una recitazione con forti<br />

accenti americani.<br />

Successivamente, la stessa<br />

Metro nel 1930 fece doppiare<br />

nei suoi studi di Culver<br />

City i film “La sivigliana” di<br />

Charles Brabin e “Trader<br />

Horn” diretto da W.S. Van<br />

Dyke e nel 1931 per non perdere<br />

la distribuzione in Italia,<br />

con la direzione di Carlo Boeuf<br />

intensificò la pratica del<br />

doppiaggio con gli attori<br />

Augustoe Rosina Galli, Argentina<br />

Ferraù, la cantante<br />

Milly e Francesca Braggiotti.<br />

Anche la 20th Century Fox,<br />

visto il successo della Metro,<br />

ingaggiò Alberto Valentino, il<br />

fratello del divo Rodolfo,<br />

come dialoghista, l’attore<br />

caratterista Frank Puglia<br />

come direttore di doppiaggio,<br />

e Franco Corsaro come primo<br />

doppiatore.<br />

Il primo film ad essere doppiato<br />

dalla Fox fu nel<br />

1931 “Tu che mi accusi” di<br />

Victor Fleming, doppiatori<br />

Franco Corsaro, Luisa Caselotti,<br />

Agostino Borgato e Guido<br />

Trento.<br />

La Paramount recuperò il<br />

tempo perso, mettendo su<br />

uno stabilimento centrale in<br />

Francia, a Joinville-le-Pont,<br />

dove poter convocare attori<br />

provenienti da ogni Paese<br />

europeo, Italia compresa, a<br />

doppiare le edizioni europee<br />

dei propri film. I primi film<br />

ad essere doppiati in questi<br />

studi sono “Il dottor Jekyll”<br />

di Rouben Mamoulian, con<br />

Fredric March doppiato da<br />

Olinto Cristina, e “Il segno<br />

della croce” di Cecil B. De-<br />

Mille, sempre con protagonista<br />

March, doppiato da Franco<br />

Schirato.<br />

Si arriva così al 1932, anno<br />

in cui un regio decreto-legge<br />

disponeva che un film straniero<br />

doppiato all’esterno del<br />

Regno non poteva essere proiettato<br />

nelle sale italiane. Il monopolio<br />

di produzione e distribuzione<br />

cinematografica era<br />

della Cines-Pittaluga, con a<br />

capo Emilio Cecchi e direttore<br />

Mario Almirante, che nell’estate<br />

del 1932 aprì a Roma<br />

il primo stabilimento di doppiaggio<br />

italiano; il primo film<br />

ad essere doppiato fu “A me<br />

la libertà!” di René Clair, dove<br />

si possono riconoscere le<br />

voci di Gino Cervi e Corrado<br />

Racca.<br />

La strada era ormai aperta:<br />

nello stesso periodo nacquero<br />

altre case di doppiaggio,<br />

come la Fotovox, fondata dall’ingegner<br />

Gentilini e diretta<br />

da Franco Schirato, l’Itala<br />

Acustica diretta da Vincenzo<br />

Sorelli, e la Fono Roma, fondata<br />

dall’ingegner Salvatore<br />

Persichetti, che diventò lo stabilimento<br />

primario nel settore<br />

grazie alla 20th Century Fox,<br />

alla Paramount e alla Warner<br />

Bros che le affidarono le edizioni<br />

italiane dei propri film.<br />

La Metro-Golden-Mayer invece<br />

aprì un proprio stabilimento,<br />

sempre a Roma, dove<br />

vennero doppiati “Il campione”<br />

di King Vidor e “Ingratitudine”<br />

di Clarence Brown,<br />

definiti dalla critica italiana i<br />

migliori doppiaggi mai sentiti<br />

fino a quel momento.<br />

Con la nascita delle case di<br />

doppiaggio si costituirono anche<br />

le prime cooperative di<br />

doppiatori, che si ritrovarono<br />

a gestire una mole impressionante<br />

di lavoro, dato che<br />


▲▲▲<br />

▲<br />

cinema<br />

5<br />

LIVORNOnonstop<br />

per qualche anno, almeno<br />

fino a quando i rapporti<br />

fra l’Italia e le democrazie occidentali<br />

non iniziarono a deteriorarsi,<br />

i film che venivano<br />

importati dall’estero erano<br />

davvero tanti. Molti dei<br />

doppiatori erano attori che<br />

avevano maturato unagrande<br />

esperienza lavorando in teatro<br />

o nella prosa radiofonica:<br />

tra questi i livornesi Emilio<br />

Cigoli, nato il 18 novembre<br />

1909, e Carlo Romano, nato<br />

l’8 maggio 1908, furono ben<br />

presto tra i più richiesti fra<br />

coloro che facevano parlare<br />

in italiano gli attori stranieri.<br />

Continuarono a recitare, nel<br />

cinema o alla radio, ma la loro<br />

attività prevalente, per lunghi<br />

anni, fu quella del doppiaggio.<br />

La lista degli attori che, grazie<br />

a loro, poterono “parlare<br />

in italiano” è quasi interminabile:<br />

Cigoli è stato soprattutto<br />

la voce italiana di Clark<br />

Gable (anche in “Via col vento”,<br />

dove la celebre battuta<br />

“Francamente me ne infischio”<br />

è passata alla storia<br />

con l’inconfondibile timbro<br />

vocale del doppiatore), di<br />

Gregory Peck, John Wayne,<br />

Burt Lancaster, William Holden,<br />

Jean Gabin, Henry Fonda,<br />

Orson Welles, Richard<br />

Burton, Charlton Heston…<br />

Questa premessa è doverosa<br />

▲<br />

per poter comprendere l’importanza<br />

avuta dal doppiaggio<br />

che, successivamente, avrebbe<br />

addirittura dominato tecnicamente<br />

la scena produttiva<br />

dato che anche molti film<br />

di produzione italiana iniziarono<br />

a essere prodotti impiegando<br />

un successivo doppiaggio<br />

anziché la registrazione dell’audio<br />

in presa diretta, come<br />

si era fatto sino a quel momento.<br />

Fu finalmente possibile<br />

evitare di girare un film<br />

più volte, come accadeva nel<br />

caso di coproduzioni internazionali,<br />

e soprattutto impiegare<br />

attori stranieri che di italiano<br />

non sapevano nemmeno<br />

una parola.<br />

Fu così che il tedesco Gustav<br />

Diessl, in “Calafuria” (1942,<br />

regia di Flavio Calzavara, dal<br />

romanzo di Delfino Cinelli),<br />

parlò con la voce di Emilio<br />

Cigoli, mentre gli altri protagonisti<br />

Doris Duranti e Aldo<br />

Silvani si doppiarono da soli.<br />

All’inizio dell’estate del 1943<br />

Cigoli si recò a Madrid per le<br />

riprese di “Dora, la espía”, un<br />

film di coproduzione ispanoitaliana,<br />

diretto da Raffaello<br />

Matarazzo.<br />

Suoi compagni di viaggio e lavoro<br />

erano Nerio Bernardi,<br />

Anita Farra, Franco Coop,<br />

Felice Romano (fratello di<br />

Carlo) e Paola Barbara che già<br />

si trovava sul posto.<br />

Al termine delle riprese gli attori,<br />

dopo gli avvenimenti del<br />

25 luglio e dell’8 settembre e<br />

considerata la difficoltà di intraprendere<br />

il viaggio di ritorno<br />

in patria, decisero di restare<br />

in Spagna. Fu un agente<br />

commerciale della 20th<br />

Century Fox a contattarli,<br />

proponendo loro di partecipare<br />

al doppiaggio di alcuni film<br />

della casa statunitense, che<br />

sarebbero così stati pronti per<br />

la proiezione quando le condizioni<br />

in Italia avrebbero permesso<br />

la riapertura del mercato<br />

cinematografico.<br />

Film come “Com’era verde la<br />

mia valle”, “Il sospetto”, “La<br />

zia di Carlo”, “Il pensionante”<br />

e “Il segno di Zorro” vennero<br />

così doppiati a Madrid e<br />

arrivarono in Italia al seguito<br />

delle truppe statunitensi.<br />

Nel 1945 il gruppo di attori<br />

tornò a Roma ed Emilio Cigoli<br />

riprese la sua attività negli<br />

studi di sincronizzazione rimessi<br />

in funzione dopo quasi<br />

due anni. Memorabili i doppiaggi<br />

di Marlon Brando nella<br />

parte di Antonio nel “Giulio<br />

Cesare” di Joseph L. Mankiewicz.<br />

Sua la voce narrante<br />

in molti film, come ad<br />

esempio i primi tre episodi<br />

della serie di Peppone e Don<br />

Camillo.<br />

Nel 1966 Cigoli abbandonò la<br />

CDC all’interno della quale<br />

aveva lavorato per decenni a<br />

causa di contrasti sull’attribuzione<br />

degli attori da doppiare,<br />

diventando socio della SAS-<br />

Società Attori Sincronizzatori:<br />

fu così che John Wayne,<br />

per quattro film, ovvero<br />

“Combattenti della notte”, “El<br />

Dorado”, “Carovana di fuoco”<br />

e “Ispettore Brannigan, la<br />

morte segue la tua ombra”,<br />

parlò tramite altri attori.<br />

Tutte le successive pellicole<br />

dell’attore statunitense furono<br />

poi inviate alla SAS e Cigoli<br />

riprese a doppiare Wayne<br />

fino al suo ultimo film, “Il<br />

pistolero” del 1976. Tra i suoi<br />

ultimi doppiaggi ci furono<br />

Trevor Howard nel film televisivo<br />

“La banda” e Conrad<br />

Bain nel ruolo di Philip Drummond<br />

nella prima stagione del<br />

telefilm “Il mio amico Arnold”,<br />

nota anche come “Harlem<br />

contro Manhattan”.<br />

Si calcola che Cigoli abbia<br />

doppiato più di settemila film<br />

nell’arco di oltre quarant’anni<br />

di carriera.<br />

Carlo Romano con il suo timbro<br />

di voce inconfondibile<br />

presta la voce a innumerevoli<br />

attori stranieri e italiani, arricchendo<br />

di sfumature caricaturali<br />

e, all’occorrenza, di inflessioni<br />

dialettali, numerosi<br />

personaggi cinematografici<br />

per almeno quattro decenni.<br />

Tra i suoi doppiaggi più<br />

▲<br />

I ‘nostri’ doppiatori sono stati anche bravi attori<br />

Emilio Cigoli nel film “Domenica d’agosto”(1950)<br />

di Luciano Emmer.<br />

Carlo Romano nel film “Campane a martello”<br />

di Luigi Zampa (1949) con Yvonne<br />

Sanson e Gina Lollobrigida.<br />

Stefano Sibaldi con Nella Maria Bonora<br />

e (sullo sfondo) Felice Romano nel “Don<br />

Giovanni” di Moliere.


▲▲▲<br />

▲<br />

cinema<br />

7<br />

LIVORNOnonstop<br />

▲<br />

La voce di Timoteo, Cappellano matto, Grillo parlante, Capitan Uncino, Biagio e tanti<br />

altri personaggi di Walt Disney è stata doppiata da Carlo Romano e Stefano Sibaldi.<br />

importanti quelli dei grandi<br />

comici come Jerry Lewis,<br />

Bob Hope, Lou Costello (il “Pinotto”<br />

in coppia con “Gianni”<br />

Bud Abbott) e il francese Louis<br />

de Funès (che in molti film<br />

ebbe la voce di un altro livornese,<br />

Stefano Sibaldi). E ancora<br />

Fred Astaire, James Cagney,<br />

Peter Lorre, Ernest Borgnine,<br />

Peter Ustinov, Eli Wallach,<br />

Rod Steiger in “Giù la<br />

testa” e Jason Robards in<br />

“C’era una volta il West”. La<br />

voce è inoltre legata al celebre<br />

attore francese Fernandel,<br />

che interpretò il personaggio<br />

di Don Camillo in cinque pellicole.<br />

La voce di Carlo Romano si<br />

sente anche in molti film<br />

d’animazione: per la Walt Disney<br />

Pictures ha doppiato il<br />

Grillo Parlante in “Pinocchio”<br />

(1940), il Re di “Cenerentola”<br />

(1950, e anche nel ridoppiaggio<br />

del 1967), il Cappellaio<br />

Matto in “Alice nel Paese delle<br />

Meraviglie” (1951), l’Avvoltoio<br />

ne “Il libro della giungla”<br />

(1967), l’Uccello segretario<br />

in “Pomi d’ottone e manici<br />

di scopa” (1971) e lo Sceriffo<br />

di Nottingham in “Robin<br />

Hood” (1973).<br />

Romano fu attivo anche sul<br />

piccolo schermo: iniziò a collaborare<br />

dal 1956, quando fu<br />

il coautore, insieme a Bruno<br />

Corbucci, dello sceneggiato<br />

televisivo per la Tv dei ragazzi<br />

“Il marziano Filippo”, una<br />

delle prime miniserie televisive<br />

prodotte dalla Rai. Nel<br />

1959 è nel cast del “Mattatore”<br />

di Vittorio Gassman, mentre<br />

negli anni ’60 recita in alcuni<br />

sceneggiati televisivi. È<br />

sua la voce italiana di Alfred<br />

Hitchcock (nel riquadro) nella<br />

serie “Alfred<br />

Hitchcock<br />

presenta” e<br />

doppia il<br />

Sergente<br />

Garcia nei<br />

telefilm di<br />

Zorro. Il<br />

suo ultimo<br />

lavoro è il<br />

doppiaggio<br />

di Nick Carter, realizzato da<br />

Bonvi, nelle trasmissioni dedicate<br />

ai fumetti in Tv “Gulp!”<br />

(1972) e “Supergulp!” curate<br />

da Giancarlo Governi e Guido<br />

De Maria.<br />

Dopo la morte di Carlo Romano,<br />

il doppiaggio di Nick Carter<br />

continuò con la voce del<br />

concittadino Stefano Sibaldi.<br />

Questi doppiatori livornesi,<br />

bravissimi e quindi molto richiesti,<br />

spesso, si ritrovarono<br />

a lavorare tutti insieme nel<br />

corso della lavorazione dei<br />

film. Accadde ad esempio in<br />

“Vacanze romane”, dove Gregory<br />

Peck aveva la voce di<br />

Cigoli, Eddie Albert quella di<br />

Stefano Sibaldi mentre Carlo<br />

Romano doppiava un tassista<br />

con accento napoletano.<br />

Stefano Sibaldi, nato l’11 giugno<br />

1905, anch’egli con un<br />

lungo passato professionale<br />

come attore di teatro e di sceneggiati<br />

radiofonici, prestò la<br />

voce, tra gli altri, a Frank Sinatra,<br />

Glenn Ford, Robert<br />

Cummings, Danny Kaye e<br />

Dan Dailey, poi tra gli anni<br />

1960 e 1970, come già detto,<br />

a Louis de Funès), dagli anni<br />

cinquanta si dedicò più intensamente<br />

alla radio. Anche lui<br />

ha doppiato molti personaggi<br />

di Disney, come il topolino<br />

Timoteo in “Dumbo”, uno dei<br />

due narratori nei “Tre Caballeros”,<br />

il granduca Monocolao<br />

in “Cenerentola” (doppiaggio<br />

del 1950), Fratel Coniglietto<br />

nei “Racconti dello zio<br />

Tom” (doppiaggio del 1950),<br />

lo Stregatto in “Alice nel paese<br />

delle meraviglie”, Capitan<br />

Uncino e la voce narrante in<br />

“Le avventure di Peter Pan”<br />

(doppiaggio del 1953), la<br />

voce narrante in “Pierino e il<br />

lupo” e Biagio in “Lilli e il Vagabondo”<br />

(doppiaggio del<br />

1955, che ritroviamo nel<br />

DVD del 2006 e del 2012).<br />

Sibaldi doppiò anche attori<br />

che recitarono in film girati a<br />

Livorno, come Pierre Claudé<br />

in “Senza pietà” e Jean-Paul<br />

Belmondo in “Mare matto”.<br />

Giorgio Capecchi, nato il 7<br />

agosto 1901, dopo aver iniziato<br />

alla radio e aver recitato<br />

nei primi film girati a Tirrenia,<br />

si dedica anche al doppiaggio<br />

prestando la voce<br />

grandi attori stranieri, come<br />

Karl Malden, Charles Laughton,<br />

Jack Palance, Broderick<br />

Crawford, Edward G.<br />

Robinson, Orson Welles,<br />

Spencer Tracy e moltissimi<br />

altri. È stato anch’egli molto<br />

attivo nel cinema d’animazione<br />

Disney, interpretando il<br />

Signor Serratura in “Alice nel<br />

paese delle meraviglie”, Beniamino<br />

Franklin ne “Il mio<br />

amico Ben” (1953), Re Uberto<br />

in “La bella addormentata<br />

nel bosco” (1959), il Colonnello<br />

in “La carica dei 101”<br />

(1961), Sir Ettore in “La spada<br />

nella roccia” (1963) e<br />

“Uffa” in Winny-Puh l’orsetto<br />

goloso (1966). Da segnalare<br />

anche il suo ultimo ruolo<br />

da attore nel film “La notte<br />

pazza del conigliaccio”<br />

(1967), opera prima del nipote<br />

Alfredo Angeli, trasferitosi<br />

a Roma da Livorno alcuni<br />

anni prima, che dopo aver<br />

lavorato a lungo nella produzione<br />

di caroselli televisivi<br />

scrisse e diresse questo thriller<br />

(comprendente anche una<br />

scena del making-of della<br />

pubblicità Punt E Mes).<br />

Nel celebre film Vacanze romane (Roman Holiday) del 1953 di<br />

William Wyler, Gregory Peck aveva la voce di Cigoli, Eddie Albert<br />

quella di Stefano Sibaldi mentre Carlo Romano doppiava un<br />

tassista con accento napoletano.


▲▲▲<br />

▲<br />

LIVORNOnonstop<br />

8<br />

ricordi<br />

IL RICORDO DELLO STORICO COMMERCIANTE DI PIAZZA XX SETTEMBRE<br />

Ciao,<br />

Pupo!<br />

Il Prof. Luciano Martini durante la conferenza scientifica tenutasi al Museo di Storia Naturale<br />

di Livorno l’8 maggio 2010. Nel riquadro: la copertina del suo libro su Chavez.<br />

di Stefania D’Echabur<br />

▲Ciao Pupo<br />

Per tutti, Ennio Orsini, per gli<br />

amici Pupo.<br />

Era nato a Livorno il 24 maggio<br />

del 1934 e il 29 marzo alle 11,30<br />

ci ha lasciato.<br />

Un’icona della Piazza XX Settembre, Ennio per tutti<br />

quelli che lo conoscevano è rimasto un eterno ragazzo<br />

per l’entusiasmo che ha sempre messo nel suo<br />

lavoro, ma soprattutto per l’amicizia che nel tempo<br />

ha tessuto con tante persone.<br />

Il suo negozio, all’inizio di via Gazzarrini, è stato<br />

un’istituzione: indumenti da lavoro e vintage. Sì, perché<br />

anche se gli anni sono passati chi entrava nella<br />

sua bottega trovava ancora pezzi unici di quello che<br />

un giorno fu il famoso Mercatino Americano. Quel<br />

Mercatino “che non sarebbe mai dovuto andare<br />

via”, ha sempre sostenuto irremovibile, perché<br />

▲<br />

Così ci aveva salutato “Pupo” pochi giorni prima del Natale 2017.


▲▲▲<br />

▲<br />

ricordi<br />

9<br />

LIVORNOnonstop<br />

▲rinnovato sarebbe rimasto l’emblema della Piazza<br />

XX Settembre, e veicolo di gente per tenere<br />

vivo il commercio della zona .<br />

Pupo era sempre alla ricerca di merce innovativa,<br />

come la linea di abbigliamento ideata dagli amici<br />

inseparabili, Roberto Tani e Massimo Andorlini:<br />

39N, Nazarè.<br />

Il commercio lo aveva nel sangue, in molti lo ricorderanno<br />

così: instancabile fino all’ultimo, ironico nei<br />

tanti filmati tra il serio e il faceto al quale si è prestato<br />

molto volentieri con Roberto e Massimo, per far<br />

sì che non si spengessero i riflettori sull’amata piazza,<br />

ci teneva a salvare il tessuto storico del quartiere<br />

e la sua identità. Inoltre il suo negozio era un<br />

punto d’incontro dove si riuniva il CCN di Piazza I tre amici inseparabili: Massimo Andorlini, Roberto Tani e ‘Pupo’ Orsini.<br />

XX Settembre e da lì nascevano idee e confronti.<br />

L’ultimo della grande famiglia di Piazza XX Settembre<br />

ci ha lasciato.<br />

Ho aspettato diversi giorni prima di potere scrivere<br />

di Pupo: non è facile mettere per iscritto senza enfatizzare<br />

sentimenti e ricordi. Perché sono nata in<br />

via Poccianti, a quattordici anni facevo la commessa<br />

da Orlandina, e sono restata tutta la vita nella<br />

zona. Con le sorelle e la mamma di Ennio, insieme<br />

a Barba, Anna e Adelina le sigarettaie, i Lubrani,<br />

mamma Franca e tanti, tanti altri è stato essere come<br />

una grande famiglia. Il ricordo e i ricordi restano<br />

indelebili, catturati per sempre dentro una pellicola<br />

Felice Orsini e Velia Mancini, i genitori di Ennio.<br />

gigante di un film girato con i tanti attori che giornalmente<br />

venivano in Piazza XX.<br />

Con Velia Mancini, la mamma di Ennio Orsini, il giorno che hanno smantellato<br />

il Mercatino Americano, eravamo affacciate alla sua finestra e<br />

tenendoci per mano come due bimbe, abbiamo pianto tanto.<br />

Ciao amico caro, il nostro lavoro per la Piazza continua, imperterriti la<br />

facciamo vivere attraverso mercati, cultura e buon cibo. E nei giorni di<br />

festa sappi che un pensiero corre (sempre) a Te.<br />

Ciao Pupo!<br />

Veduta dall’alto di Piazza XX Settembre ai tempi del Mercatino Americano.<br />

Un mazzo di fiori appeso alla serranda del negozio<br />

di “Pupo” Orsini nel giorno della sua scomparsa.


▲▲▲<br />

▲<br />

boia dé<br />

11<br />

LIVORNOnonstop<br />

BOIA DÉ: - La pittura livornese (7ª puntata)<br />

Gruppo Labronico<br />

Proseguendo<br />

il<br />

racconto<br />

della storia<br />

della<br />

pittura livornese,<br />

dopo aver<br />

analizzato<br />

nei numeri precedenti Macchiaioli<br />

e PostMacchiaioli, l’ultima<br />

puntata aveva riguardato<br />

la nascita del Gruppo Labronico,<br />

uno dei più longevi, se non<br />

il più longevo in assoluto, dei<br />

gruppi pittorici tuttora in essere,<br />

boia dè!<br />

Ci eravamo lasciati dopo aver<br />

detto qualcosa sui Maestri Fondatori<br />

del Gruppo colla promessa<br />

di affrontare stavolta e<br />

nei prossimi numeri i soci cultori<br />

(cioè pittori).<br />

In realtà il Gruppo prevede<br />

anche due soci onorari e 106<br />

soci amatori (62 scomparsi e<br />

34 viventi) fra cui l’attuale presidente<br />

(dal 2011) Gianfranco<br />

Magonzi che, nel ruolo, segue<br />

Ulvi Liegi (1921-23), Guglielmo<br />

Tomei (1923), ancora Ulvi<br />

Liegi (1923-28), Plinio Nomeldi<br />

Marco Rossi<br />

Piero Monteverde: Senza titolo.<br />

lini (1928-43), Gino Romiti<br />

(1943-67), Mario Borgiotti<br />

(1967-77), Renato Natali<br />

(1977-79), Carlo Domenici<br />

(1979-81), Alberto Zampieri<br />

(1981-91), Giulio da Vicchio<br />

(1992-93), Nedo Luschi<br />

(1993-2001) e Sira Borgiotti<br />

Caglieri (2001-11).<br />

Attuale segretario, invece, è il<br />

cultore Massimo Lomi, in carica<br />

dal 1995 dopo Adriano<br />

Baracchini Caputi (1920-21),<br />

Gastone Razzaguta (1921-<br />

50), Franco Crovetti (1951-<br />

61), Bruno Miniati (1961-66),<br />

Gustavo Bardi (1966-67),<br />

Luciano Bonetti (1967-90),<br />

ancora Massimo Lomi (1990-<br />

91) e Mario Michelucci<br />

(1991-95).<br />

Dovendo, per limiti di spazio,<br />

limitarci ai 113 cultori (80<br />

scomparsi e 33 in vita) ci limiteremo<br />

ulteriormente considerando<br />

solo i nati a Livorno.<br />

Conseguentemente non<br />

dettaglieremo Valmore Gemignani<br />

(Carrara 1878-Firenze<br />

1956) anche scultore (sua la<br />

statua di Fattori), Lando Landozzi<br />

(Pisa 1887-Livorno<br />

Luigi Servolini: Natura morta con kaki.<br />

1957), Mario Carlesi (1890-<br />

Lucca 1968) scultore, Francesco<br />

Lipizer (Ruda 1901-Livorno<br />

1973) anche calciatore<br />

(portiere nazionale), Vittorio<br />

Nomellini (Genova 1901-<br />

1965) figlio di Plinio, Francesco<br />

Buonapace (Lecce,1902-<br />

?) scultore, Beppe Guzzi (Genova<br />

1902-Roma, 1982), Paulo<br />

Ghiglia (Firenze 1905-Roma<br />

1979) figlio di Oscar, Ghigo<br />

Tommasi (Firenze 1906-Livorno<br />

1985) nipote dei fratelli<br />

Angiolo e Ludovico, Osvaldo<br />

Peruzzi (Milano, 1907-Livorno<br />

2004) futurista, Giovanni<br />

Sircana (Olbia1909-Livorno,<br />

1984), Giulio Guiggi (Pomarance,<br />

1912-1993) scultore<br />

(prelevò il calco del cadavere<br />

di Costanzo Ciano e fu autore<br />

del bassorilievo al Partigiano in<br />

Via Ernesto Rossi e di quello<br />

di Mascagni al suo Mausoleo<br />

presso il cimitero della Misericordia),<br />

Giulio Chimenti (Altopascio<br />

1914-1995), Vitaliano<br />

De Angelis (Firenze 1916-<br />

Livorno 2002) scultore, Alfredo<br />

Mainardi (Castagneto Carducci<br />

1921-2002), Giulio Da<br />

Vicchio (Vicchio 1925-Livorno<br />

2004) figlio di Ferruccio<br />

Rontini (nonno di Pia Rontini,<br />

uccisa nel 1974 dalla mano<br />

dell’uomo che passerà alla storia<br />

della cronaca nera come<br />

mostro di Firenze), Vito Ferrara<br />

(Napoli 1928-2007), Ugo<br />

Bertini (Firenze 1931-?),<br />

Francesco Maria Pieri (Castagneto<br />

Carducci 1941-Livorno<br />

1989).<br />

Non si hanno notizie, invece<br />

di Umberto Bartoli, Ghino<br />

Maffi, Dino Mannucci e Dino<br />

Menichetti.<br />


▲▲▲<br />

▲<br />

LIVORNOnonstop<br />

12<br />

boia dé<br />

Dei rimanenti cultori<br />

scomparsi, avendo già parlato<br />

nei numeri precedenti dei<br />

post-macchiaioli Adolfo Tommasi,<br />

Bicchi, Corcos, Micheli,<br />

Gambogi, Cappiello, De<br />

Witt, Lloyd e Vinzio, ci limiteremo<br />

alla sola citazione per lo<br />

scultore Ermenegildo Bois<br />

(1863-1933) e per i non documentabili<br />

Eugenio Caprini<br />

(1875-1932), Ettore Castaldi<br />

(1877-1956), Gino Mazzanti<br />

(1885-1971), Piera Funaro<br />

(1890-1974) scultrice, Ugo<br />

Serravalle (1892-1964), Dino<br />

Visibelli (1894-1976), Laura<br />

Bedarida Franco (1897-1987),<br />

Elio Zeme (1897-1978), Gustavo<br />

Bardi (1898-1967), Gastone<br />

Conti (1905-1988), Raffaello<br />

Giannelli (1911-1974),<br />

Danilo Gedè (1911-?), Giovanni<br />

Fucini (1913-1963),<br />

Romano Morando (1936-?).<br />

Qualcosa in più, invece, per<br />

▲<br />

gli altri in ordine cronologico<br />

per data di nascita.<br />

Lo scultore Umberto Fioravanti<br />

(1882-1918), morto giovane<br />

di ‘spagnola’ mentre militare,<br />

realizzò il busto di Marradi<br />

nel Famedio di Montenero<br />

ed acquistò la Metallurgica<br />

II di Puccini.<br />

Giulio Ghelarducci (1883<br />

-1970) fu un sostenitore giovanile<br />

del compositore Puccini<br />

ed entrò in contatto con<br />

Nomellini.<br />

Cafiero Filippelli (1889-<br />

1973), conosciuto Fattori,<br />

sviluppò una pittura lungo il<br />

solco della tradizione postmacchiaiola<br />

fatta di interni a<br />

luce artificiale di dimensioni<br />

assai ridotte che mettono in<br />

evidenza un’anima ed un’inclinazione<br />

intimista.<br />

Eugenio Carraresi (1893<br />

-1964), allievo di Angiolo<br />

Tommasi, si distinse per i di-<br />

Renzo Casali (1898-1977),<br />

cofondatore del Premio Rotonda,<br />

penetrò nelle campagne<br />

toscane, dialogò coi soggetti<br />

più semplici ed amò il litorale<br />

tirrenico.<br />

Mario Cocchi (1898-1957) fu<br />

inizialmente divisionista e poi<br />

impressionista.<br />

Guido Guidi (1901-1998),<br />

autodidatta, sponsorizzato dal<br />

tenore Galliano Masini, nel<br />

1936 la Real Casa acquistò un<br />

suo dipinto. Dal 1938 a tutti gli<br />

anni ‘40 subirà una grave crisi<br />

depressiva da cui seppe uscire<br />

anche grazie alla pittura.<br />

Luigi Servolini (1906-1981),<br />

figlio del post-macchiaiolo<br />

Carlo, è stato uno dei grandi<br />

maestri dell’incisione italiana,<br />

fondando insieme a Carlo Carrà<br />

nel 1955, l’associazione degli<br />

Incisori d’Italia.<br />

Mario Borgiotti (1906-1977),<br />

pittore e collezionista, stupinti<br />

campagnoli semplici ed<br />

efficaci.<br />

Giovanni Lomi (1889-1969),<br />

iniziato alla pittura da Adolfo<br />

Tommasi, dotato anche di buone<br />

qualità canore da baritono,<br />

eccelse in marine dai riflessi<br />

madreperlacei e dorati che assumono<br />

un risalto assoluto ed<br />

accentatuatamente lirico: a<br />

lungo membro del Gruppo, nel<br />

1994 un suo busto scultoreo<br />

fu collocato dal Comune nel<br />

parco di Villa Fabbricotti.<br />

Giulio Allori (1894-1966) all’arte<br />

cominciò ad avvicinarsi<br />

come collezionista ed ebbe rapporti<br />

di stima e di amicizia con<br />

Nomellini, Ulvi Liegi, Romiti e<br />

Filippelli.<br />

Carlo Domenici (1897-1981),<br />

iniziò il percorso artistico su<br />

suggerimento del giornalista e<br />

poeta Giosuè Borsi: nel 1917<br />

Mascagni ne acquistò l’opera<br />

Venezia Livornese.<br />

▲<br />

Cafiero Filippelli: Serata lieta (1964).<br />

Nello Giovannelli: Livorno (Quartiere La Venezia).<br />

Mario Cocchi: Volto di ragazza.


▲▲▲<br />

▲<br />

boia dé<br />

13<br />

LIVORNOnonstop<br />

Renzo Casali: Baracchina d’Ardenza.<br />

te, decise, spontanee da innamorato<br />

del vero con un tocco<br />

moderno scaturito però dalla<br />

gloriosa tradizione post-macchiaiola.<br />

Fu cofondatore del<br />

Premio Rotonda.<br />

Voltolino Fontani (1920-<br />

1976) conobbe Nomellini e,<br />

dopo il periodo figurativo/<br />

espressionista (1941-47), il 3<br />

settembre del 1948 contribuì<br />

alla stesura del manifesto artistico-estetico<br />

dell’Eaismo<br />

(Era Atomica ismo) per dichiarare<br />

la necessità della presenza<br />

di un contesto umano<br />

nitidamente distinguibile all’interno<br />

di ogni singolo dipinto.<br />

La Traslazione di Cristo del<br />

1974 è l’apice del periodo<br />

“onirico” (1956-79) che ne<br />

portò alle estreme conseguenze<br />

le istanze teoriche.<br />

Dal 1966 alla scomparsa fu insegnante<br />

e poi direttore della<br />

“Libera Accademia d’Arte<br />

Trossi-Uberti”.<br />

Nel 1996 il Comune di Livorno<br />

gli ha intitolato una strada<br />

e nel 2006 ha apposto una lapide<br />

nel luogo in cui nacque,<br />

in via Sant’Andrea col patrocinio<br />

del Gruppo Labroni-<br />

▲<br />

Carlo Domenici: Buoi e contadino al riposo (anni ‘30).<br />

diò violino e conobbe Ulvi<br />

Liegi e Gino Romiti. Fu intensa<br />

la sua attività di ritrattista che<br />

vide immortalati nelle sue tele<br />

Pietro Mascagni, Giovanni Bartolena<br />

ed Ulvi Liegi. Confondatore<br />

del Premio Rotonda, il<br />

Comune di Livorno gli ha dedicato<br />

un busto nel parco di<br />

Villa Fabbricotti.<br />

Mario Petri (1908-2000), cercando<br />

l’antitesi fra il disegno<br />

toscano ed il colore veneziano<br />

ottenne un figurativismo moderno<br />

dal cromatismo vario e<br />

materico.<br />

Giorgio Bianchi (1909-1984)<br />

▲<br />

fu noto coll’appellativo pittore<br />

della folla per la sua predilezione<br />

di luoghi affollati.<br />

Pier Luigi Garzelli (1916 -<br />

2000), allievo di Servolini, fu<br />

espressionista.<br />

Rolando Crociani (1913-<br />

1981) predilesse la campagna.<br />

Piero Monteverde (1914-<br />

2002), amico di Fontani, fu<br />

uno dei primi astrattisti del<br />

Gruppo.<br />

Piero Benassi (1915-2002)<br />

rappresentò il realismo sognante<br />

di un artista gentile con<br />

soggetti tendenti all’assottigliamento<br />

e figure quasi filiformi.<br />

Nedo Luschi (1916-2016),<br />

pittore sin da giovanissimo, furono<br />

abbondanti i colori sulle<br />

sue tele con pennellate irruen-<br />

Mario Borgiotti:<br />

Ritratto di Giorgio De Chirico.


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▲<br />

boia dé<br />

15<br />

LIVORNOnonstop<br />

▲<br />

Piero Vaccari: In spiaggia.<br />

co (di cui era entrato a far<br />

parte nel 1951).<br />

Nello Giovanelli (1922-1996)<br />

ritrasse soprattutto Livorno.<br />

▲<br />

Piero Vaccari (1928-1997)<br />

predilesse una pittura estremamente<br />

sintetica.<br />

Franco Mazzaccherini (1940-<br />

1999) privilegiò la vecchia<br />

Livorno con personalissimi<br />

lumi e colori dai cromatismi<br />

intensi ed unici.<br />

Masaniello Luschi (1942 -<br />

1995), solo biscugino di<br />

Nedo, ebbe una pittura fatta<br />

di semplicità e modestia, ricca<br />

di colori e materica.<br />

Piero Tonfoni (1944-2015) si<br />

definisce pittore del silenzio<br />

prediligendo paesaggi senza<br />

personaggi.<br />

Per i cultori in vita alla prossima<br />

puntata.<br />

(6. continua)<br />

Masaniello Luschi: Giornata di primavera<br />

Mario Petri: Scene di porto o Venditrice di pesce.<br />

Franco Mazzaccherini: Davanti ai Quattro Mori


▲▲▲<br />

▲<br />

LIVORNOnonstop<br />

16<br />

scuola<br />

“Viaggio tra le scuole pubbliche livornesi”: 9ª puntata<br />

La scuola Giuseppe Micheli<br />

di Luciano Canessa<br />

Una nuova<br />

scuola<br />

elementare<br />

fu costruita,<br />

sotto il<br />

sindaco<br />

Niccola<br />

Costella,<br />

di fronte<br />

alla porta San Marco e prese il<br />

nome di Giuseppe Micheli (1823-<br />

1883), progettista e costruttore<br />

navale livornese. Il terreno era<br />

stato acquistato nel 1883 dal<br />

sig. Faiani a un prezzo convenientissimo,<br />

almeno così riferì<br />

Ettore Toci in Consiglio Comunale,<br />

il 1 ottobre. Pochi giorni<br />

dopo, il 22 novembre, il Circolo<br />

degli Educatori donò al Comune<br />

il ritratto del compianto concittadino<br />

Giuseppe Micheli,<br />

opera di Gaspero Romiti, perché<br />

venisse posto nella scuola<br />

che si andava costruendo.<br />

Il progetto, presentato dall’ing.<br />

Ugo Vaccari nell’aprile successivo,<br />

fu discusso a lungo ma le<br />

cronache del tempo dicono che<br />

il 2 marzo 1885 era ancora fermo<br />

perché ritenuto troppo costoso.<br />

D’altro canto, dovendo sorgere<br />

di fronte alla stazione S. Marco,<br />

si voleva<br />

fare un edificio<br />

che tutti i<br />

visitatori della<br />

città, scendendo<br />

dal<br />

treno, dovevano<br />

ammirare,<br />

entusiasti.<br />

Era previsto<br />

anche un prato<br />

davanti alla<br />

scuola, non<br />

praticabile<br />

dagli alunni.<br />

Comunque<br />

ne venne presentato<br />

un altro,<br />

quello<br />

dell’ing. Angiolo<br />

Badaloni,<br />

che fu ritenuto<br />

realizzabile.<br />

I lavori<br />

cominciarono<br />

alla fine del<br />

1887 e l’inaugurazione<br />

della scuola<br />

avvenne il 18<br />

agosto 1889<br />

alla presenza<br />

del Ministro<br />

La Scuola Giuseppe Micheli. In alto: la costruzione originaria del 1887 su progetto dell’ing.<br />

Angiolo Badaloni. Sotto: dopo la sopraelevazioone del 1907 ad opera di Ubaldo Sardelli.<br />

La classe 5ªA femminile dell’anno scolastico 1959/60 con la maestra Lardicci.<br />

della P.I. Paolo Boselli. In verità<br />

la scuola doveva essere inaugurata<br />

l’11 agosto, ma a seguito della<br />

morte del patriota Benedetto<br />

Cairoli, la Giunta Municipale rinviò<br />

la cerimonia alla settimana<br />

successiva. In quella circostanza<br />

il ministro Boselli pose la prima<br />

pietra dell’edificio Antonio<br />

Benci, in piazza Poerio.<br />

La scuola “Micheli”, dotata di<br />

ventiquattro aule oltre ai locali<br />

della direzione, della segreteria<br />

e servizi, era articolata su un piano<br />

terra e il primo piano e fu considerata<br />

un fiore all’occhiello<br />

della città, niente a che fare con<br />

la precedente scuola “Carlo<br />

Bini”. Nell’atrio della scuola fu<br />

posta una lapide con questa epigrafe:<br />

“Per dare alle scuo-<br />


▲▲▲<br />

▲<br />

scuola<br />

17<br />

LIVORNOnonstop<br />

le del popolo comoda e degna<br />

sede eresse questo edificio<br />

il Comune Sindaco Niccola Costella”.<br />

Ai lati i busti del re e della<br />

regina. In fondo al salone il<br />

busto del compianto Giuseppe<br />

Micheli.<br />

Il giorno dell’inaugurazione,<br />

bandiere nazionali e tappeti<br />

ovunque, sui torrini della barriera<br />

e sulla porta S.Marco, su<br />

molte finestre della via Palestro<br />

e della via Solferino, ed inoltre<br />

le bande musicali di Montenero<br />

e Antignano all’ingresso della<br />

scuola.<br />

Oggi non c’è nell’atrio né la lapide<br />

del Costella né i busti. Ci<br />

sono una lapide in marmo della<br />

Società per le Biblioteche Popolari,<br />

datata 1928, alla memoria del<br />

direttore Oscar Masoni, un’altra<br />

lapide in marmo degli insegnanti<br />

al direttore Achille Mecarelli<br />

e una targa ricordo al dirigente<br />

Giuliano Canterini che ha<br />

diretto la scuola dal 1989 al 2009.<br />

In breve la capienza della scuola<br />

divenne insufficiente a causa<br />

della maggiore utenza scolastica,<br />

così nel 1904 fu decisa la sopraelevazione<br />

e la costruzione<br />

di una tettoia. Dopo due aste<br />

andate deserte si deliberò un aumento<br />

di spesa per i lavori da<br />

appaltarsi, ma appena cominciata<br />

l’opera di abbattimento del<br />

tetto si dovette aumentare di<br />

nuovo la spesa perché le travature<br />

interne dei muri erano marcite<br />

e si pose la loro sostituzione<br />

per rinforzare tutte le testate<br />

delle travature delle impalcazioni.<br />

Dai banchi dell’opposizione,<br />

in Consiglio Comunale, tuonò<br />

la voce dell’avv. Modigliani. Il<br />

legname usato era difettoso e i<br />

nuovi lavori consentirono di<br />

evitare una disgrazia che prima<br />

o poi si sarebbe verificata. Il collaudo<br />

dei lavori avvenne il 30<br />

giugno 1907 ad opera dell’ing.<br />

Valentino Cardi, alla presenza<br />

dell’ing. Badaloni e del sig. Ubaldo<br />

Sardelli, cui era stata affidata<br />

l’opera, consistente nel rialzamento<br />

di un piano e modificazioni<br />

interne, cioè: parte muraria,<br />

infissi, ponteggi, finimenti e<br />

decorazioni come da disegni e<br />

dalla stima unita al contratto, per<br />

un totale di lire 59.135,18.<br />

▲<br />

La classe 5ªA maschilee dell’anno scolastico 1967/68 con il maestro Ugo Pieri<br />

Ma il problema della sicurezza<br />

della scuola si ripresentò di lì a<br />

poco. L’ing. Badaloni, già il 28<br />

ottobre di quel 1907, quindi<br />

poco dopo l’inaugurazione del<br />

secondo piano, scriveva al sindaco<br />

per informarlo di avere<br />

ispezionato i pavimenti delle<br />

aule della scuola e di non aver<br />

trovato niente di anormale, ma<br />

si riservava di esaminare le travi<br />

dei corridoi anche se escludeva<br />

ogni pericolo (28.10.1907,<br />

affari generali fasc. n° 30). Però,<br />

ahimè, il 1 luglio del 1909 scrisse<br />

al sindaco per informarlo che<br />

a suo tempo furono eseguiti dei<br />

rinforzi alla travature delle aule,<br />

ma non nelle gallerie dove poi<br />

si sono riscontrati degli avallamenti<br />

(!). Nuova spesa pari a lire<br />

820.000 per cambiare il legno<br />

ammarcito e ricostruire i pavimenti<br />

dei corridoi (1909, affari<br />

generali n°173). Al riguardo,<br />

niente altro si trova nei grossi<br />

faldoni, polverosi, dell’archivio<br />

storico comunale.<br />

Il direttore didattico Carpita, con<br />

lettera del 27 luglio 1908, sollecitava<br />

il Municipio per munire<br />

di reti metalliche le finestre perché<br />

i ragazzi che giocavano in<br />

strada, disturbando le lezioni,<br />

rompevano troppo spesso i vetri<br />

con i sassi. Nel 1910 si decise<br />

la costruzione di un recinto,<br />

a protezione, sul tergo della<br />

scuola, fronteggiante via Agostino<br />

Santelli e via della Cappellina,<br />

da dove entravano, separatamente,<br />

le femmine e i maschi.<br />

Con ciò si poté utilizzare il cortile,<br />

opportunamente recintato,<br />

come palestra all’aperto per gli<br />

alunni.<br />

Più tardi, nel 1920, fu decisa una<br />

nuova apertura con cancello sul<br />

muro di cinta, lato via Palestro,<br />

per rendere più facile l’accesso<br />

alle femmine, che fino a quel momento<br />

entravano da un piccola<br />

porta di servizio (1921, affari<br />

generali fasc. 168).<br />

A partire dall’a.s. 1926/27 l’amministrazione<br />

comunale deliberò<br />

di aprire un dopo-scuola<br />

La classe 5ªA , tempo pieno, dell’anno scolastico 2003/04 con le maestre Maria Grazia Del Bravo e Paola Petri.<br />


▲▲▲<br />

▲<br />

LIVORNOnonstop<br />

12<br />

scuola<br />

▲<br />

nelle istituzioni dotate di<br />

giardino e/o cortile, quindi individuò<br />

le Micheli, Thouar, De<br />

Amicis. La scuola che durante<br />

la guerra era stata ospedale per<br />

militari, vide molti locali occupati<br />

dall’88° reggimento fanteria<br />

dopo il crollo, nel 1927, della<br />

caserma Cucchiari nella vicina<br />

via dell’Industria. Il disagio per<br />

gli studenti durò a lungo, fino<br />

alla fine di settembre 1933, allorchè<br />

i locali furono finalmente<br />

restituiti all’attività didattica. Era<br />

già direttore della scuola Carlo<br />

Sordi. Agli inizi del 1935, a cura<br />

dell’Opera Nazionale Balilla era<br />

stata decisa l’istituzione della<br />

refezione mattutina per gli alunni<br />

poveri, refezione che era curata<br />

alla scuola Micheli dall’inserviente<br />

Duilio Francioli.<br />

Una ex alunna della scuola negli<br />

anni 1933-39, Mila Rondanina,<br />

oggi novantenne, ricorda<br />

quei tempi in questo modo:<br />

“Ogni mattina il custode Duilio<br />

era sulla porta per distribuire ai<br />

bambini più bisognosi una tazza<br />

di caffè latte. Appena entrati,<br />

siccome in inverno le aule erano<br />

gelide, permettevano a tutti,<br />

a turno, di scaldare le mani alla<br />

grossa stufa presente, una, in<br />

ciascuno dei corridoi; a metà<br />

mattinata, alla ricreazione, si ripeteva<br />

questa concessione per<br />

evitare di rimanere intirizziti dal<br />

freddo. La maestra era la signorina<br />

Gina Salutini di Pisa, residente<br />

a Livorno, in via dei Fulgidi,<br />

alla quale era costume portare<br />

i confetti il giorno della Comunione.<br />

Con la bella stagione<br />

riprendevano le lezioni di attività<br />

fisica nel grande cortile della<br />

scuola, all’esterno, dove a turno<br />

si esercitavano le classi femminili<br />

e quelle maschili. Infatti<br />

non esistevano le classi miste e<br />

la “giovane” novantenne non<br />

poteva dunque essere assieme<br />

al cugino Fausto, cosa che addolorava<br />

entrambi, in quanto in<br />

famiglia erano noti col nome di<br />

“Bibi” e “Bobo” per le numerose<br />

marachelle che assai spesso<br />

si divertivano a combinare assieme<br />

inventandone di tutti i colori”.<br />

Per i più curiosi, aggiungo<br />

che il cugino si chiamava Fausto<br />

Cappellini.<br />

Proseguiva intanto l’iniziativa<br />

utilissima del doposcuola. Nell’a.s.<br />

1936/37 i docenti erano<br />

Cesara Caracalli Cecchini nella<br />

sezione A, Clementina Folena<br />

Gianetti nella sezione B,<br />

Nella Panconesi nella sezione<br />

C. Proseguendo in alcune curiosità,<br />

con delibera del podestà<br />

in data 13.12.1936 fu deciso<br />

di ridurre a porte i due finestroni<br />

immediatamente ai lati<br />

della porta principale d’ingresso,<br />

prospiciente la piazza XI<br />

Maggio. Nel 1937, infine, fu<br />

tolta la cancellata antistante la<br />

piazza per costruire un muro<br />

alto m. 2,20 a specchi e pilastri<br />

con una spesa pari a lire<br />

13.439. La vecchia casa del custode<br />

è oggi destinata ad archivio<br />

storico.<br />

La scuola di cui si tratta è stata<br />

antesignana, a Livorno, per<br />

il tempo pieno, già dalla fine<br />

anni settanta; si ricordano le<br />

insegnanti Tosca Ricci, Anna<br />

Maria Mangoni e Paola Lavorenti.<br />

La attuale dirigente è<br />

Anna Rita Baldi. Sua valida<br />

collaboratrice è Sonia Filippi<br />

che insegna in questa scuola<br />

dagli anni ottanta. Da quella<br />

data si sono succeduti alla dirigenza<br />

della scuola Picchi,<br />

Carlo Selmi, Tevené come reggente,<br />

Giuliano Canterini, Ricciardelli<br />

proveniente da Caserta,<br />

quindi come reggente Gianna<br />

Valente.<br />

Si deve inoltre ricordare il già<br />

citato Carlo Sordi, direttore didattico<br />

dall’anteguerra, che,<br />

anche nel dopoguerra, faceva<br />

cantare agli alunni inni patriottici<br />

nell’atrio.<br />

Tra gli insegnanti gli ex alunni<br />

ricordano, oltre la già menzionata<br />

maestra Gina Salutini, Lorenza<br />

Palla, Gina Doveri, Lucia Buttari,<br />

Piera Santini, Brilli, Grigher,<br />

Rinaldi, Lardicci, il maestro Del<br />

Corona, Ugo Pieri, Rossi ecc.<br />

Il principio secondo cui in ogni<br />

castello che si rispetti ci sono i<br />

fantasmi vale anche per le scuole.<br />

Ci sono numerose testimonianze<br />

sulla loro presenza nella<br />

scuola. Fantasmi che si manifestano<br />

senza voler incutere timore<br />

in alcuno, sia chiaro: bambini<br />

che corrono nei corridoi, strani<br />

rumori, porte che sbattono improvvisamente,<br />

richieste di informazioni<br />

al personale quando<br />

è di spalle, salvo rendersi poi<br />

conto che non c’è nessuno…<br />

Nel piazzale davanti all’ingresso<br />

della scuola c’è, dalla metà<br />

degli anni ottanta, una locomotiva<br />

835 delle FF.SS. acquistata<br />

dalla Circoscrizione 2 e restaurata<br />

dalle maestranze del deposito<br />

FF.SS. La presenza della locomotiva<br />

è da collegarsi alla vicina<br />

stazione San Marco che fu<br />

la prima in Toscana. Purtroppo,<br />

oggi si trova in pessimo stato.<br />

La scuola è oggetto, al momento,<br />

di importanti lavori alla facciata,<br />

dopo quelli già effettuati<br />

nel 1981. Auguriamoci che gli<br />

interventi manutentivi previsti<br />

interessino anche la locomotiva.<br />

(9. continua)<br />

Fonti: A.S.C.L.; Il Telegrafo; Giovanni Ghio<br />

Rondanina “Ricordi di una novantenne”;<br />

Sonia Filippi.<br />

dal 1989<br />

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▲▲▲<br />

▲<br />

mare<br />

19<br />

LIVORNOnonstop<br />

La storia dei nostri stabilimenti balneari<br />

Bagni Lido<br />

E' il “Bagno<br />

più<br />

amato dai<br />

livornesi”<br />

così ha decretato<br />

lo<br />

scorso<br />

anno il<br />

concorso<br />

de Il Tirreno in base alle migliaia<br />

di tagliandi ricevuti dai propri<br />

lettori. Tutto questo inorgogli-<br />

di Edoardo Damari<br />

sce Riccardo Ganni, soprattutto<br />

nel ricordo del padre, il mitico<br />

Enrico scomparso il 1° luglio<br />

del 2010, che ha “modellato” lo<br />

stabilimento balneare a partire<br />

dagli anni Sessanta fino a trasformarlo<br />

in uno dei più funzionali<br />

e frequestati della costa livornese.<br />

Enrico Ganni è stato<br />

apprezzato per lunghi anche alla<br />

guida dell’Assobalneari, portando<br />

avanti le battaglie a difesa<br />

della categoria e di tutti gli<br />

altri stabilimenti livornesi.<br />

Agli inizi del 1900 la struttura<br />

nacque all’altezza dei Tre Ponti,<br />

o meglio all’inizio di quello che<br />

è oggi il viale di Antignano, con<br />

cabine costruite su palafitte unite<br />

alla spiaggia da un pontile. Le<br />

fu dato il nome di Bagni Arenosi<br />

ma dopo alcune trasformazioni<br />

effettuate da Tito Neri, che era il<br />

concessionario, prese l’attuale<br />

denominazione, quella dei Bagni<br />

Lido, in virtù della morbida<br />

ghiaia del Lido di Venezia sulla<br />

quale furono costruite una serie<br />

di cabine. Nel 1930 lo stabilimento<br />

venne poi trasferito nella<br />

attuale collocazione, a lato<br />

della Rotonda d’Ardenza. Dopo<br />

l’acquisto dalle famiglie D’Alesio<br />

e Castaldi, nel 1962 entrò in<br />

scena Enrico Ganni, con a fianco<br />

il socio Aldo Bartolozzi<br />


▲▲▲<br />

▲<br />

mare<br />

(al quale subentrò in seguito<br />

Tiepolo Ceccherelli), che iniziò a<br />

ingrandire lo stabilimento, con la<br />

costruzione della piscina, dell’immancabile<br />

gabbione e tutte le attrezzature<br />

e comodità che resero<br />

la struttura sempre più moderna<br />

ed efficiente sotto tutti i punti<br />

di vista.<br />

I miglioramenti sono in pratica<br />

all’ordine del giorno: quest’anno,<br />

oltre ad aver ampliato l'area<br />

giochi sulla spiaggina, i bambini<br />

potranno usufruire anche di<br />

un nuovo pedalò, aggiunto al<br />

servizio di noleggio sup già attivo<br />

da diverse stagioni.<br />

Nel ricordare il passato, non<br />

possiamo però dimenticare la<br />

figura di Mario, anzi Marione, il<br />

bagnino tutto fare, conosciutissimo<br />

dai frequentatori dei bagni,<br />

al quale tutti volevano bene per<br />

la sua cordialità, simpatia e competenza<br />

nello svolgere il lavoro,<br />

scomparso purtroppo prematuramente<br />

molti anni fa ma<br />

che è ancora nel ricordo e nel<br />

cuore dei vecchi abbonati. Così<br />

come è rimasto nel cuore Vinicio<br />

Gabbriellini, per trent’anni<br />

storico “portiere” dello stabilimento,<br />

persona educata, simpatica<br />

e gentile, che ci ha lasciati<br />

lo scorso anno.<br />

Un altro aspetto da sottolineare<br />

dei Bagni Lido è l’impronta<br />

data, ormai da decine di stagioni,<br />

da Riccardo Ganni e Monica<br />

Ceccherelli, gli attuali proprietari<br />

che hanno raccolto il testimone<br />

dei genitori, facendo divenire<br />

i Bagni Lido una specie<br />

di villaggio turistico. Sì, perchè,<br />

oltre ai bagni in mare o in piscina,<br />

oltre alle accoglienti piazzole<br />

per i solarium, alle attività<br />

sportive e di pesca, lo stabilimento<br />

presenta un nutrito programma<br />

di eventi per tutti i gusti<br />

e per tutte le generazioni. Si<br />

passa così dal disco-music al cabaret,<br />

dalla “Festa dei Rioni” a<br />

incontri di boxe (attrattiva<br />

esclusiva), mentre un occhio di<br />

riguardo è sempre riservato ai<br />

colori amaranto del Livorno Calcio<br />

con la presenza di tutti i giocatori<br />

e tecnici. Poi le “Lidiadi”<br />

(le Olimpiadi dei Lido), la sangria-party,<br />

l’elezione di Miss e<br />

Mister Lido ma anche la simpaticissima<br />

sfilata per Miss e Mi-<br />

▲<br />

21<br />

ster baby Lido, e tante, tantissime,<br />

altre giornate di sano e gustoso<br />

divertimento.<br />

Non mancano le iniziative dedicate<br />

al sociale e alla beneficenza,<br />

tema che è sempre stato<br />

nei cuori dei proprietari. A tal<br />

scopo un punto fisso è diventato<br />

il Memorial Enrico Ganni,<br />

una nuotata di circa un chilometro<br />

fra le acque dello stabilimento<br />

a ricordo dello storico<br />

proprietario, che ogni anno appassiona<br />

centinaia di bagnanti,<br />

con relativa premiazione dei vincitori,<br />

mentre il ricavato è devoluto<br />

alla associazione Cure palliative.<br />

Sabato 16 giugno è in<br />

programma invece una cena di<br />

beneficenza con Massimiliano<br />

Tre cartoline dei Bagni Lido datate 1930 ca.<br />

LIVORNOnonstop<br />

Allegri, anche lui sempre in prima<br />

fila per le iniziative dedicate<br />

al sociale.<br />

Ultimo, ma non certo per importanza,<br />

il rinomato ristorante (si<br />

mangia davvero bene, complimenti!),<br />

self-service, un bar aperto<br />

dalla prima colazione fino a<br />

cena, tanto per non far mancare<br />

niente...


▲▲▲<br />

▲<br />

LIVORNOnonstop<br />

22<br />

mare<br />

La storia dei nostri stabilimenti balneari<br />

Bagni Fiume<br />

L’origine dei Bagni Fiume risale<br />

tra la fine del 1800 e i primi anni<br />

del 1900 quando Costante Neri<br />

fece costruire una piccola struttura,<br />

che fu poi ampliata intorno<br />

al 1918 dal figlio, il Cavaliere<br />

del Lavoro Tito Neri. Inizialmente<br />

fu un bagno privato, ovvero<br />

riservato ai proprietari, ai parenti<br />

e ai (tantissimi) amici, nonché<br />

ai più noti sportivi locali. Tra gli<br />

altri, oltre ai piloti di auto che<br />

disputavano la Coppa Montenero,<br />

erano di casa gli Scarronzoni,<br />

il mitico armo degli «otto»<br />

che fece sognare non solo Livorno<br />

ma anche tutta l’Italia,<br />

una “leggenda” che è rimasta<br />

nel cuore di tutti gli sportivi del<br />

mondo. Alle Olimpiadi di Los<br />

Angeles 1932 e Berlino 1936 gli<br />

Scarronzoni furono, in entrambe<br />

le gare, bruciati di un soffio<br />

dai giganti e (soprattutto) dai<br />

più attrezzati americani per appena<br />

due decimi di secondo (sei<br />

decimi invece in Germania). Sarebbero,<br />

insomma, bastati un<br />

paio di metri in più (o anche in<br />

meno) del campo di regata per<br />

far sì che vincessero i livornesi<br />

che passarono al comando subito<br />

dopo la linea del traguardo<br />

per via delle alterne palate in<br />

mare tra i due armi. Le cronache<br />

americane allora parlarono di<br />

una avvincente sfida tra gli atleti<br />

delle Università di California,<br />

di Cambridge (gli inglesi terminarono<br />

al terzo posto) e quelli<br />

della Leghorn University. Per<br />

quanto riguardava i vogatori di<br />

casa nostra in effetti si trattava<br />

di semplici ma rudi e tenaci lavoratori<br />

del Porto. “Sì, l’università<br />

dei costoloni” rispose ironicamente<br />

uno del gruppo livornese.<br />

Val la pena ricordare i componenti<br />

di quei favolosi scarronzoni:<br />

Mario Balleri, Renato Barbieri,<br />

Renato Bracci, Dino Barsotti,<br />

Guglielmo Del Bimbo, Vittorio<br />

Cioni, Enrico Garzelli, Roberto<br />

Vestrini e il timoniere Cesare<br />

Milani per l’«otto» di Los<br />

Angeles e Dino Barsotti, Guglielmo<br />

Del Bimbo, Mario Checcacci,<br />

Dante Secchi, Enrico Garzelli,<br />

Enzo Bartolini, Ottorino<br />

Quaglierini, Oreste Grossi e ancora<br />

timoniere Cesare Milani per<br />

quello di Berlino.<br />

Negli anni Sessanta fu la volta<br />

di Armando, anzi “Armandi-<br />


▲▲▲<br />

▲<br />

mare<br />

23<br />

LIVORNOnonstop<br />

Una cartolina dei Bagni Fiume degli anni ‘30<br />

no” Picchi, che in pratica inventò<br />

il “gabbione”. Il rettangolo<br />

di gioco che prima era dedicato<br />

alla pallacanestro e pallavolo<br />

l’indimenticabile campione<br />

livornese, che con la maglia<br />

dell’Inter di Helenio Herrera ha<br />

scritto tre le pagine più belle<br />

pagine della storia della società<br />

nerazzurra, lo trasformò in campo<br />

di calcio, o meglio calcetto,<br />

date le sue ridotte proporzioni.<br />

Armandino dette vita a partite<br />

memorabili, seguite da un foltissimo<br />

gruppo, anche perché<br />

coinvolse altri campioni nerazzurri<br />

del tipo di Luisito Suarez,<br />

Sandro Mazzola, Tarcisio Burgnich<br />

e Giacinto Facchetti, ma<br />

anche gli amici di sempre, Costanzo<br />

Balleri, Mauro Lessi,<br />

Eolo Falorni e tanti altri.<br />

In tempi più recenti la scena se<br />

l’è presa nientemeno che Massimiliano<br />

Allegri, un habituè dello<br />

stabilimento fin da piccolo.<br />

Sempre restando in campo sportivo-ricreativo,<br />

mitiche sono divenute<br />

anche le Fiumiadi, la manifestazione<br />

dell’altrettanto mitico<br />

Adriano Tramonti in sella<br />

▲<br />

L’indimenticato Armandino Picchi ai Bagni Fiume: in alto con il<br />

campione spagnolo Luis Suarez (compagno di squadra all’Inter),<br />

e, sotto, con l’amico di sempre Costanzo Balleri (compagno di<br />

squadra con Livorno, Spal e Inter).<br />

dal 2006, che coinvolge tutto lo<br />

stabilimento e circa un migliaio<br />

di partecipanti tra sfide di calcio,<br />

beach volley, canotto, tuffi,<br />

sup, bocce, ecc, con l’elezione<br />

pure della Miss e del Mister.<br />

Lasciata l’impronta dei bagni<br />

privati nel dopoguerra quando<br />

le strutture furono completamente<br />

ricostruite per i danni subiti<br />

dai bombardamenti, i Bagni<br />

Fiume sono divenuti un sicuro<br />

punto di riferimento per l’estate<br />

delle famiglie livornesi ma anche<br />

per molti bagnanti della Toscana<br />

e di tutta la penisola. Sotto<br />

la direzione di Piero Neri, figlio<br />

del Cavaliere Tito Neri, grazie<br />

a continui ammodernamenti<br />

lo stabilimento, già dotato di<br />

due grandi piscine naturali con<br />

gli inconfondibili trampolini (i<br />

più alti di Livorno), tre spiaggie<br />

e accattivanti spazi per la passeggiata,<br />

ha assunto col tempo<br />

una immagine ancor più moderna<br />

e funzionale con un’ampia<br />

terrazza per il fitness, vari solarium<br />

forniti di corredo balneare<br />

e docce calde, oltre al rinnovato<br />

ristorante e alla nuova gestione<br />

del self-service pizzeria con<br />

Hamburger Gourmet (affidata a<br />

I’m Burger), il tutto condito da<br />

un programma di intrattenimento<br />

degno della più nota Versiliana.<br />

E’rimasto invece inalterato<br />

l’ingresso e l’antica scalinata di<br />

pietra e marmo, un perfetto connubio<br />

tra storia e modernità, rappresentato<br />

anche da una continuità<br />

di gestione aziendale da<br />

parte della famiglia Neri che proprio<br />

quest’anno festeggia la sua<br />

centenaria attività. Auguroni!<br />

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Foto di gruppo dei partecipanti della Fiumiadi 2017.<br />

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▲<br />

LIVORNOnonstop<br />

24<br />

sport<br />

Siamo di nuovo in B!<br />

Mister Andrea Sottil portato in trionfo dai tifosi amaranto dopo la promozione in B. (foto Roberto Onorati)<br />

Il Livorno<br />

è dunque<br />

tornato<br />

tra i<br />

Cadetti,<br />

dopo appena<br />

due<br />

anni di<br />

“inferno” della serie C.<br />

Una impresa che ridà entusiasmo<br />

e apre, anzi riapre,<br />

nuovi scenari non solo nell’ambiente<br />

amaranto, ma anche<br />

per tutta la città.<br />

Avere una squadra in serie B<br />

significa, almeno due volte al<br />

mese, ospitare centinaia di<br />

persone - tra tifosi, addetti ai<br />

lavori, giornalisti, emittenti<br />

televisive ecc. - e quindi incrementare<br />

i servizi legati a<br />

questo tipo di “movimento”,<br />

pensiamo agli alberghi, ai ristoranti,<br />

ai bar e compagnia<br />

bella. Livorno stesso ne può<br />

trarre vantaggio dal punto di<br />

di Bruno Damari<br />

scagni (ancor più impreziosita<br />

dall’utilizzo di un drone) e del<br />

Palazzo Municipale.<br />

Ma tornando al discorso sportivo,<br />

la squadra amaranto si è<br />

ripreso il ruolo che più le compete.<br />

A partire dagli anni 2000<br />

il Livorno ha conosciuto i palcoscenici<br />

più importanti del<br />

calcio nazionale, con una pun-<br />

Milan-Livorno 2-2 dell’11 settembre 2004: tifosi amaranto con<br />

la bandana per irridere Silvio Berlusconi (nel riquadro).<br />

vista turistico, facendo conoscere<br />

la città a molti, ampliando<br />

magari le conoscenze che<br />

ultimamente hanno reso il nostro<br />

capoluogo centro di importanti<br />

location, leggi Romanzo<br />

famigliare e la pubblicità<br />

martellante di UniCredit (ancora<br />

in corso) con riprese accattivanti<br />

della Terrazza Matatina<br />

anche in Europa. Dopo<br />

la storica promozione in B al<br />

termine del campionato 2001/<br />

02 (traguardo raggiunto dopo<br />

30 anni di attesa), ha fatto seguito<br />

quella ancora più storica<br />

nella massima serie dove i colori<br />

amaranto mancavano addirittura<br />

da 50 anni (ultima presenza<br />

campionato 1948/49)<br />

con un debutto da stropicciarsi<br />

gli occhi: la matricola Livorno<br />

impose il pareggio per 2-2 ai<br />

campioni d’Italia del Milan di<br />

Carlo Ancellotti (con nelle proprie<br />

file campioni del calibro<br />

di Kakà, Shevchenko, Seeforf,<br />

Maldini, Ambrosini, Dida<br />

ecc.). Ai gol di Seedorf rispose<br />

sempre Cristiano Lucarelli<br />

che, all’ultimo istante del match,<br />

si vide anche annullare il<br />

gol della vittoria, palla battuta<br />

direttamente da calcio d’angolo<br />

che solo il collaboratore di<br />

linea dell’arbitro Pieri giudi-<br />


▲▲▲<br />

▲<br />

sport<br />

25<br />

LIVORNOnonstop<br />

cò uscita dalla linea bianca di<br />

bordo campo (episodio molto,<br />

ma molto dubbio che anche<br />

le moviole non seppero<br />

chiarire). Quell’11 settembre<br />

2004 fu anche la giornata degli<br />

sfottò dei livornesi verso<br />

Silvio Berlusconi. I diecimila<br />

tifosi amaranto al seguito si<br />

presentarono quasi al completo<br />

con la famosa bandana<br />

bianca o amaranto sul capo,<br />

per imitare appunto sarcasticamente<br />

il premier Berlusconi<br />

che l’aveva indossata durante<br />

le vacanze in Sardegna.<br />

“Fra slogan, striscioni rivoltanti<br />

e violenze di ogni tipo,<br />

questo è il modo più elegante<br />

ed ironico di ripresentarsi in<br />

serie A e di irridere un nemico<br />

storico”: questo fu il com-<br />

▲<br />

Il presidente Aldo Spinelli.<br />

mento, in prima pagina, della<br />

Gazzetta dello Sport.<br />

Era il Livorno di Protti, dei Lucarelli,<br />

Cristiano e Alessandro,<br />

di Amelia, di Balleri, di Passoni,<br />

di Doga, ecc., poi quello di<br />

Diamanti, Candreva, Galante,<br />

Tavano, Paulinho ecc., guidato<br />

inizialmente dal ‘grande’<br />

Osvaldo Jaconi che ha avuto<br />

il merito di dare il via a quella<br />

squadra granitica e di carattere<br />

che ci tolse dall’inferno della<br />

C, poi passato di mano ai vari<br />

Donadoni, Mazzarri, Nicola,<br />

allenatori che ancor oggi sono<br />

tra i più gettonati della serie A.<br />

Insomma, ne abbiamo viste<br />

tante e goduto a dismisura<br />

sotto la gestione Spinelli (6 stagioni<br />

A, 8 di B, una coppa<br />

Uefa), sicuramente la mi-<br />


▲▲▲<br />

▲<br />

LIVORNOnonstop<br />

26<br />

sport<br />

La formazione che ha battuto il Pisa nel decisivo derby di ritorno per 2-0 con reti di Doumbia e Vantaggiato. Da sin.: Vantaggiato,<br />

Mazzoni, Gonnelli, Bresciani, Pedrelli, Maiorino, Perico, Bruno, Valiani, Giandonato, Doumbia.<br />

gliore nella ultra centenaria storia<br />

del nostro amato Livorno<br />

calcio, anche se, negli ultimi<br />

anni, una “fetta” di tifoseria ne<br />

reclama il suo allontanamento<br />

e la cessione della società.<br />

Ma siamo tornati di nuovo in<br />

B, grazie ad una stagione dai<br />

mille volti, fantastica all’inizio,<br />

tremendamente sofferta a tre<br />

quarti del percorso, col fiatone<br />

corto nel finale ma sufficiente<br />

per tagliare la linea del traguardo.<br />

La squadra di Sottil ha così<br />

potuto festeggiare alla grande<br />

la promozione perché nel momento<br />

opportuno ha saputo tirare<br />

fuori il carattere e la grinta<br />

dei giorni migliori mettendo<br />

praticamente ko negli scontri<br />

diretti le due più agguerrite inseguitrici:<br />

Siena (ma qui c’è lo<br />

zampino di Foschi) e Pisa.<br />

Tanti i protagonisti in campo<br />

dai ‘senatori’ Luci, Mazzoni<br />

eVantaggiato (re dei bomber)<br />

ai maratoneti Valiani e Bruno,<br />

dai riconfermati Murilo, Franco,<br />

Gasbarro, Gonnelli, Borghese,<br />

Giandonato e Morelli ai<br />

brillanti innesti di Doumbia,<br />

Maiorino, Pedrelli, Pirrello e<br />

Perico, Kabaschi, ai giovani<br />

Pulidori e Bresciani e a tutto il<br />

resto della truppa.<br />

Il Livorno ora è già proiettato<br />

al futuro, anche se, al momento<br />

in cui scriviamo, è in una<br />

fase di... studio. Spinelli ha già<br />

confermato mister Sottil e<br />

Facci come “uomo mercato”<br />

ma ci sarà da capire quali saranno<br />

i ruoli dei soci Marco<br />

Arturo Romano (che sem-<br />

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▲<br />

boia dé<br />

27<br />

LIVORNOnonstop<br />

Luca Mazzoni acclamato dai tifosi della Nord dopo il trionfo nel derby col Pisa. (foto R. Onorati)<br />

bra orientato a non esercitare<br />

l’opzione per riscattare<br />

le quote ora in possesso<br />

della famiglia Spinelli, anche<br />

perché contestato da una minoranza<br />

della tifoseria) e Mirco<br />

Peiani, così come quelli<br />

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è in buone mani!<br />

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dell’area tecnica e della stessa<br />

figura di Igor Protti. Aldo<br />

Spinelli (e questa volta anche<br />

il figlio Roberto) sembrano<br />

però intenzionati a non lasciare<br />

(ciò è una bella garanzia) e<br />

a costruire una compagine di<br />

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medio-alto livello. Lasciamoli<br />

lavorare in pace. L’importante<br />

è che il Livorno sia di nuovo<br />

in B, con l’augurio che si<br />

riapra un nuovo filotto di<br />

(grandi) soddisfazioni.<br />

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▲<br />

LIVORNOnonstop<br />

28<br />

boia dé<br />

La storia delle nostre strade<br />

...a spasso<br />

per la città<br />

dallo Stradario Storico di Livorno,<br />

antico, moderno e illustrato di Beppe<br />

Leonardini e Corrado Nocerino (Editrice<br />

Nuova Fortezza, Livorno).<br />

Via Enrico Chiellini - Da via<br />

De Larderel a via Sproni.<br />

Chiellini fu assessore comunale<br />

ed è ricordato per il dono<br />

fatto alla sua Livorno di una<br />

vasta raccolta archeologica e<br />

numismatica ricavata in parte<br />

dagli scavi che lui stesso fece<br />

nelle immediate vicinanze della<br />

nostra città.<br />

Via della Ginestra - Da via<br />

del Littorale, presso la piazza<br />

G. Bartolommei (Antignano).<br />

D’intonazione silvestre questo<br />

nome le fu assegnato nel<br />

1954. Precedentemente era<br />

una parte della via della Giuncaiola.<br />

Proverbi<br />

livornesi<br />

✔ Sei simpati’o come un<br />

gatto attaccato a ‘oglioni.<br />

✔ Fritta è bona anco ‘na<br />

ciabatta.<br />

✔ Brutta in viso, e sotto ‘r<br />

paradiso.<br />

✔ Da qui a un anno, nasce<br />

‘n gobbo e va’ ‘ritto.<br />

✔ Il libro der perchè andò<br />

‘n mare e si perdè.<br />

✔ Il piatto e la scodella<br />

hanno la donna bella.<br />

Se trovi degli<br />

errori in<br />

questo giornale,<br />

tieni<br />

presente<br />

che sono<br />

stati messi<br />

di proposito. Abbiamo cercato<br />

di soddisfare tutti, anche<br />

coloro che sono sempre<br />

alla ricerca di errori!<br />

QUIZ A PUNTEGGIO PER SAGGIARE LA TUA LIVORNESITÀ<br />

LIVORNESE DOC O ALL’ACQUA DI ROSE?<br />

Scoprilo rispondendo a queste domande; quindi controlla punteggio e valutazione:<br />

1<br />

A<br />

B<br />

C<br />

2<br />

A<br />

B<br />

C<br />

3<br />

A<br />

B<br />

C<br />

4<br />

A<br />

B<br />

C<br />

Dove si trova il prestigioso<br />

Palazzo Huigens?<br />

Scali D’Azeglio<br />

Viale Italia<br />

Via Borra<br />

In quale chiesa si trova il dipinto<br />

ad olio del Vasari “L’Inconorazione<br />

della Vergine”?<br />

Santuario Montenero<br />

Cattedrale<br />

Santa Caterina<br />

Quale Chiesa è considerata<br />

cosmopolita per<br />

eccellenza?<br />

Chiesa Olandese-Alemanna<br />

Chiesa della Madonna<br />

Chiesa dei Greci Uniti<br />

Quanti metri è lunga la<br />

piazza-ponte della Repubblica?<br />

160 ca.<br />

200 ca.<br />

130 ca,<br />

A quale epoca si riferiscono i più<br />

antichi ex voto nell’apposita Galleria<br />

del Santuario di Montenero? 5 9<br />

A 1700<br />

B 1600<br />

C 1800<br />

A<br />

B<br />

C<br />

A<br />

B<br />

C<br />

Quante sono le Bandiere Blu dell’Unione<br />

Europea assegnate quest’anno<br />

a Livorno e provincia?<br />

Otto<br />

Tre<br />

Cinque<br />

Quali di questi comuni<br />

si trova più a sud di Livorno?<br />

San Vincenzo<br />

Castagneto Carducci<br />

Bibbona<br />

In quale anno iniziò la<br />

costruzione della Fortezza<br />

Vecchia?<br />

A 1602<br />

B 1521<br />

C 1494<br />

Dove si trova il Museo<br />

Ebraico Yeshivà Marini?<br />

RISPOSTE: 1 (C), 2 (C), 3 (B), 4 (B), 5 (C), 6 (A), 7 (A), 8 (B), 9 (B), 10 (B), 11 (A), 12 (B)<br />

Meno di 2 risposte corrette: ...all’acqua di rose - Da 3 a 6 risposte corrette: ...sui generis<br />

Da 7 a 10 risposte corrette: alla moda - Nessun errore: LIVORNESE DOC honoris causa<br />

Quiz visivo e di orientamento a conferma del tuo grado di livornesità<br />

Che razza di livornese sei?<br />

...di SCOGLIO,<br />

di FORAVIA<br />

o... PISANO?<br />

Qui a fianco c'è la foto di una strada<br />

della tua città. Sai riconoscere di<br />

quale via si tratta?<br />

Se rispondi ESATTAMENTE significa<br />

che sei un... livornese di scoglio!<br />

Se rispondi CONFONDENDO la via<br />

con altra della stessa zona, significa<br />

che sei un... livornese di foravia,<br />

Se NON RIESCI A CAPACITARTI di<br />

quale via si tratta, allora significa<br />

che... sei un pisano!<br />

Per la risposta, vedi pag. 23<br />

6<br />

7<br />

8<br />

Grado di difficoltà:<br />

A<br />

B<br />

C<br />

10<br />

Piazza Benamozegh<br />

Via Micali<br />

Via Borra<br />

In quale anno fu istituita<br />

l’A.A.M.P.S.?<br />

A 1968<br />

B 1949<br />

C 1956<br />

11<br />

In quale anno fu effettuato ‘Casting<br />

Livorno’, il progetto fotografico di<br />

Oliviero Toscani e Fabrica?<br />

A 1998<br />

B 2004<br />

C 1990<br />

12<br />

A<br />

B<br />

C<br />

Contro quale squadra Cristiano Lucarelli<br />

segnò quattro reti in serie A 2004/<br />

05 con la maglia del Livorno?<br />

Milan<br />

Parma<br />

Siena


▲▲▲<br />

▲<br />

attualità<br />

29<br />

LIVORNOnonstop<br />

Attualmente è gestore dell’unico coworking e incubatore di imprese hightech di Livorno<br />

Darya Majidi,<br />

imprenditrice,<br />

ex assessore<br />

ora anche scrittrice<br />

di Ruggero Morelli<br />

Due ore sono passate in un soffio.<br />

Il libro di Darya “Donne 4.0”<br />

- ed. Amazon, <strong>2018</strong> - posato al<br />

centro del tavolo ovale, il manifesto<br />

con la descrizione della<br />

prossima iniziativa della Daxo<br />

Group per la formazione delle<br />

donne denominato “Empowerment<br />

Donne 4.0”, al centro della<br />

sala.<br />

Una serie di domande e risposte<br />

che hanno toccato gli anni<br />

durante i quali Darya ha vissuto<br />

le molte esperienze raccontate<br />

con passione nel libro che<br />

descrive bene la sua personalità<br />

prorompente e il suo essere<br />

donna determinata.<br />

Dopo gli anni di Teheran in una<br />

famiglia numerosa e la prematura<br />

scomparsa della mamma, la<br />

laurea in informatica ed i master<br />

in strategia aziendale, arrivano<br />

quelli dell’impegno nel lavoro e<br />

nell’associazione dei giovani industriali.<br />

Mentre crea alcune società<br />

high-tech - la prima delle quali<br />

una spinoff della Scuola Superiore<br />

Sant’Anna di Pisa grazie a<br />

collaborazioni con il Prof. Paolo<br />

Dario -, il Sindaco Alessandro<br />

Cosimi la chiama nella sua giunta<br />

e le affida la delega alla innovazione.<br />

Intanto sono arrivati anche il<br />

tempo dell’amore, del matrimonio<br />

e della figlia. Saranno anni<br />

impegnativi tra lavoro, famiglia<br />

e assessorato, ma la sua filosofia<br />

le consente di considerare il<br />

tempo dedicato al lavoro utile e<br />

non sottratto alla famiglia, e così<br />

quello passato con marito e figlia<br />

goduto appieno senza ansie<br />

per il lavoro o l'impegno pubblico.<br />

Si sofferma di più sulla esperienza<br />

di assessore - sapendo dei<br />

miei precedenti simili e lontani -<br />

e racconta delle difficoltà derivate<br />

dalla non appartenenza ai<br />

partiti ed in particolare al partito<br />

di maggioranza. Naturalmente<br />

avvertiva anche la condizione<br />

di donna tra molti uomini con<br />

una cultura ancora antica.<br />

Tra l’altro ricordiamo che anche<br />

a Livorno ed in Toscana i partiti<br />

e gli enti sono stati e sono diretti<br />

soltanto da uomini. Si può<br />

citare la esperienza di Edda Fagni<br />

come eccezione che conferma<br />

la regola.<br />

Per una sorta di destino felice la<br />

sua azienda ha la sede al n°35<br />

nella via Edda Fagni, a lei dedicata<br />

di recente. Guarda caso, è<br />

una delle pochissime vie dedicate<br />

a donne.<br />

Mi descrive le innovazioni che<br />

ritenne necessarie per la amministrazione<br />

pubblica se si voleva<br />

che la parte privata, cittadini<br />

e imprese, potessero godere dei<br />

servizi e dialogare con il comune:<br />

“la rete wi-fi gratuita, il cablaggio<br />

in fibra della città, l’anagrafe<br />

digitale online, gli sportelli<br />

online per imprese e cittadini,<br />

sono risultati concreti lasciati in<br />

dote alla città. Nel frattempo<br />

purtroppo alcuni settori del Comune<br />

non progredirono come<br />

avevano promesso, la crisi economica<br />

e finanziaria incombeva<br />

Darya Majidi con la gigantografia del suo libro “Donne 4.0”<br />

e la situazione della città decadeva”.<br />

Le conseguenze le abbiamo<br />

vedute e vissute insieme.<br />

Le sue caratteristiche di donna<br />

intraprendente e competente<br />

erano state notate tanto che il<br />

gruppo che faceva capo a Luca<br />

Montezemolo le propose un incarico.<br />

“Conoscevo Montezemolo<br />

già dai tempi di Confindustria<br />

e non accettai pensando<br />

che fosse una passione temporanea<br />

per la politica. Feci<br />

la scelta giusta per fortuna, visto<br />

come si è conclusa l’esperienza<br />

di Scelta Civica”.<br />

Un tratto decisivo della sua formazione,<br />

accompagnata dalle tre<br />

C - Cuore, Coraggio e Competenza<br />

- avvenne nel tempo del<br />

master in gestione aziendale diretto<br />

dal prof. Silvio Bianchi,<br />

che subito dopo la volle come<br />

docente nei suoi corsi.<br />

Si stratificavano esperienze che<br />

incidevano sulla sua maturità di<br />

donna-mamma e di imprenditrice,<br />

con l'attenzione rivolta sempre<br />

alla emancipazione delle<br />

donne di talento. “Ce ne sono<br />

tante che restano in ombra sia<br />

per carenza di spinta dei genitori,<br />

sia per l’assenza di supporto<br />

dai compagni e dalla società,<br />

sia per la mancanza di<br />

coraggio e di autostima”.<br />

Da qui altre iniziative sino alla<br />

nascita della società Daxo Group<br />

e della controllata Daxolab, che<br />

facilità l’incontro tra soggetti diversi,<br />

nella fase di avvio di attività<br />

professionali, e offre guida<br />

e servizi per consolidare conoscenze<br />

e relazioni sulle quali costruire<br />

il futuro.<br />

La sede dove siamo per l’intervista,<br />

è un coworking e una startup<br />

house, con più di 400 mq.<br />

divisi su più ambienti dotati di<br />

scrivanie, connettività e attrezzature<br />

d’ufficio complete, che<br />

ospita professionisti ed imprese<br />

innovative.<br />

Ormai anche in Italia sono molte<br />

le società di coworking che svolgono<br />

questo ruolo. A Livorno<br />

soltanto la Daxolab è certificata<br />

dalla Regione Toscana come<br />

coworking accreditato e come<br />

startup house riconosciuta. La<br />

Regione Toscana da tempo ha<br />

inserito questo settore tra le proprie<br />

attività di sviluppo. A breve<br />

ulteriori 300 mq. verranno inaugurati<br />

da Darya e il suo team e<br />

dedicati a sviluppare nuovi progetti<br />

imprenditoriali.<br />

Mentre si parla del libro, dei successi<br />

e degli insuccessi, entrano<br />

in sala alcune ‘grandi’<br />


▲▲▲<br />

▲<br />

LIVORNOnonstop<br />

30<br />

attualità<br />

amiche che si aggiungono<br />

agli argomenti della intervista.<br />

Sono amiche e lo si vede, ma<br />

sono anche imprenditrici che<br />

hanno in ponte corsi e progetti<br />

da realizzare in collaborazione<br />

con Darya; e perché no anche<br />

momenti di relax tra donne.<br />

Le ho quindi fatto 3 domande.<br />

- Come vedi il futuro della città:.“<br />

Sono delusa dalla politica, dai<br />

partiti esistenti e dall’immobilismo<br />

della città, mentre sono<br />

affascinata dalla creatitività e<br />

dalla forza dei giovani. L’attuale<br />

classe dirigente livornese<br />

dovrebbe far un passo indietro<br />

e dare spazio a energie e idee<br />

fresche. Spazio ai ‘bimbi motosi’,<br />

che hanno dimostrato l’orgoglio,<br />

la generosità e l’anima<br />

▲<br />

vera dei livornesi, spazio a giovani<br />

preparati che abbiano voglia<br />

di essere protagonisti della<br />

ripresa e rinascita di Livorno”.<br />

- Quali sono i rapporti col mondo<br />

degli imprenditori.<br />

“Le mie aziende sono iscritte<br />

da sempre in Confindustria<br />

dove sono cresciuta e dove c’è<br />

stima e supporto tra gli imprenditori<br />

che sono riusciti in qualche<br />

modo a superare la grande<br />

crisi recessiva che ha devastato<br />

non solo Livorno, ma<br />

l’Italia e il mondo intero. Tante<br />

aziende non ci sono più e<br />

tanti imprenditori hanno sofferto<br />

molto. Le famiglie storiche,<br />

stanno affrontando il passaggio<br />

generazionale, mentre<br />

ultimamente stanno arrivando<br />

i nuovi imprenditori con nuove<br />

aziende di pima generazione.<br />

Queste aziende trovano in<br />

Daxolab, un ambiente unico a<br />

Livorno, dove poter valutare<br />

l’idea imprenditoriale e con il<br />

supporto di esperti, definire al<br />

meglio il proprio modello di<br />

business. I primi mesi di una<br />

startup sono vitali e noi cerchiamo<br />

di supportare questa<br />

fase con le competenze necessarie”.<br />

- Oggi le donne che scrivono<br />

libri (ricordo di passaggio Tinagli,<br />

Giovannini, Panza, Depas,<br />

Possenti, Carrozza) sono parte<br />

numerosa in vari settori: scuola,<br />

sanità, magistratura, editoria,<br />

giornali, anche tra le laureate. Si<br />

avverte una crescita della consapevolezza<br />

delle donne nella<br />

Darya Majidi, la mia storia<br />

Mi sono laureata in Informatica all’Università di Pisa ed ho successivamente<br />

conseguito un Master in “Strategia e Governance Aziendale”<br />

al Dipartimento di Economia. A soli 28 anni ho creato la mia prima<br />

start up, Synapsis, spin-off della Scuola Superiore S. Anna di Pisa,<br />

oggi parte di Dedalus Group dopo una positiva esperienza di private<br />

equity. Sono stata eletta Presidente del Gruppo Giovani di Confindustria<br />

Livorno (2004-2007) e Vice Presidente di Confindustria Livorno<br />

(2008-2009) ricoprendo la delega alla innovazione creando anche il<br />

“Club degli Innovatori” con un focus costante sui giovani e sulle startup.<br />

Ho avuto l’onore di essere Assessore alla Semplificazione e allo Sviluppo<br />

Economico del Comune di Livorno (2009- 2014), trasformando<br />

la mia città in una Smart City, creando una fitta rete di aree wifi gratuite,<br />

portando la fibra in tutta le città e digitalizzando i processi e servizi<br />

principali del Comune, in primis l’Anagrafe e gli Sportelli per le<br />

imprese. Ho fondato e sviluppato negli anni alcune società high tech<br />

(tra cui Daxo specializzata in tecnologie Mobile & Rfid nel 2005 e Dcare joint venture con<br />

Dedalus, focalizzata nella tracciabilità di processi logistici in sanità nel 2012), che oggi<br />

danno vita alla holding DAXO Group. DaxoLab è la mia nuova idea imprenditoriale: creare<br />

a Livorno un ambiente piacevole ma formativo per startup e professionisti.<br />

Sono stata anche professore a contratto nelle Università di Pisa, Bocconi e Scuola<br />

Superiore S. Anna di Pisa e attualmente sono mentore presso la Stanford University nel<br />

Corso “Technology Entrepreneurship”.<br />

Darya Majidi è nata a Teheran<br />

(Iran), da padre iraniano e madre<br />

italiana. All’età di 12 anni si trasferisce<br />

in Italia con la famiglia.<br />

Imprenditrice con cultura internazionale,<br />

parla tre lingue (italiano,<br />

inglese e farsi).<br />

loro capacità e sensibilità e che<br />

fare per accrescerle.<br />

“I numeri parlano chiaro. Ormai<br />

in molti settori il numero<br />

delle laureate ha superato il<br />

numero dei laureati: basti pensare<br />

a medicina. Ma ancora nei<br />

settori più tipicamente tecnici<br />

e maschili, ad esempio nei vari<br />

settori di ingegneria; vi è un<br />

gender gap importante da colmare<br />

ed ecco perché nel mio<br />

libro incito le donne a non temere<br />

le tecnologie, ma a vederle<br />

come le proprie migliori<br />

alleate per creare nuovi servizi<br />

e nuovi modelli di business.<br />

La cultura italiana è ancora<br />

molto maschilista, ma<br />

molta strada è stata fatta e<br />

sono convinta che le giovani<br />

donne mettendo a frutto le<br />

proprie competenze e lottando<br />

con cuore e coraggio sapranno<br />

prendere il ruolo che<br />

meritano e fare una reale differenza.<br />

Come dice Nelson<br />

Mandela: sappiamo cosa deve<br />

essere fatto, basta avere la volontà<br />

di farlo”.<br />

Pensionato ‘La Provvidenza’<br />

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▲▲▲<br />

▲<br />

cartoline d’epoca 31<br />

LIVORNOnonstop<br />

Cara, vecchia Livorno<br />

Reg. Tribunale Livorno<br />

n. 451 del 6/3/1987<br />

Direzione e Redazione:<br />

Editrice «Il Quadrifoglio» sas<br />

di Giulia Palandri & C.<br />

Via G. Razzaguta 26, int. 13<br />

Livorno<br />

Tel. e fax. 0586/814033<br />

e-mail: ediquad@tin.it<br />

Direttore responsabile:<br />

Bruno Damari<br />

Redattori:<br />

Luciano Canessa<br />

Claudia Damari<br />

Edoardo Damari<br />

Stefania D’Echabur<br />

Marcello Faralli<br />

Michela Gini<br />

Giovanni Giorgetti<br />

Marco Rossi<br />

Fotoreporter:<br />

Roberto Onorati<br />

Pubblicità:<br />

Ed. Il Quadrifoglio sas<br />

info@editriceilquadrifoglio.it<br />

Stampa:<br />

Tipografia Sagittario<br />

Via Malignani 7- Bibione (VE)<br />

Chiuso in tipografia: 25/5/18<br />

Ma che razza<br />

di livornese sei?<br />

Scali Olandesi Anni ‘30<br />

La strada in questione, di cui a<br />

pag. 28, è:<br />

Via dell’Olmo<br />

posta tra il viale Carducci e il<br />

viale Alfieri.<br />

oltre che alla ns. Redazione<br />

di via G. Razzaguta 26, int. 13<br />

è in distribuizione presso:<br />

Antichità Numismatica Gasparri<br />

C.so Mazzini 317/323<br />

Caffè Greco<br />

Via della Madonna 8<br />

Edicola Toriani<br />

Largo Vaturi<br />

Rist. L’Andana degli Anelli<br />

Via del Molo Mediceo 22<br />

Pizzeria Il Ventaglio<br />

Via Grande 145<br />

Caffè Grande<br />

Via Grande 59<br />

Pizzeria Lo Squalo<br />

Via del Castellaccio 2<br />

(Montenero basso)<br />

Osteria-Pizzeria Baffo Matto<br />

Via di Montenero 91<br />

Pescheria Fanelli Andrea<br />

Mercato C.le - Banco 304<br />

Rinaldo Bartolini “Riri”<br />

Mercato C.le - Banco 307<br />

Ag. Viaggi Cosmotours<br />

Via Magenta 65<br />

Fotografo Del Secco<br />

Via Cambini<br />

Genepesca MB Surgelati<br />

Via di Salviano 27<br />

Ferramenta Fabbrini<br />

Via Marradi (ang. v.le Mameli)<br />

Grease Caffè<br />

Via Montebello 1<br />

Macelleria Paolo Pini<br />

Viale Mameli 55<br />

"Centro Libri"<br />

Via Garibaldi 8<br />

Tabaccheria Cialdini F. e M.<br />

Via Prov. Pisana 44<br />

Norcineria "Regoli"<br />

Via Mentana 102<br />

Tutto Olive di Crestacci Andrea<br />

Piazza del Cardinale<br />

Bar Sant'Agostino<br />

Viale della Libertà 33<br />

PRA.DE.MAR.<br />

Via Firenze 128<br />

Circolo «G. Masini»<br />

Piazza Manin<br />

Galleria d’Arteb «Athena»<br />

Via di Franco 17-19<br />

La rivista è distribuita anche<br />

sugli Stabilimenti balneari di<br />

Livorno e Quercianella che<br />

hanno aderito alla ns. iniziativa.


L’ORT<br />

’ORTO O DELLA SALUTE<br />

Infusi & Decotti ◆ Estratti & Compresse ◆ Fiori di Bach & Oli Essenziali<br />

IL GIARDINO DELLA BELLEZZA<br />

Latti & Acque ◆ Creme & Maschere ◆ Essenze & Bagni<br />

LE NOSTRE SEDI:<br />

Fonti del Corallo - Tel 0586 427515 ■ Parco di Levante - Tel. 0586 815175<br />

Via Marradi, 205 - Tel. 0586 807111 ■ Via Ricasoli, 50 - Tel. 0586 880424

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