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n.57 - dicembre 2010 - Gruppo bancario Credito Valtellinese

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tiva sul versante dei debiti sovrani. Gli indici<br />

azionari restano altamente volatili ed<br />

i differenziali tra titoli tedeschi e periferici<br />

nel corso del corrente mese di novembre<br />

hanno toccato e superato i massimi storici.<br />

Allo scopo di prevenire futuri squilibri<br />

e disordini che possano mettere in forse la<br />

ripresa dell’economia europea, nel nuovo<br />

anno è prevista la costituzione di tre authority<br />

che vigileranno rispettivamente su<br />

banche, assicurazioni e mercati europei.<br />

Nel complesso il 2011 si prospetta quindi<br />

come un anno di “transizione”, verso una<br />

ripresa più intensa per l’anno successivo.<br />

Il nuovo stimolo monetario americano<br />

– finalizzato ad accelerare la congiuntura<br />

– potrebbe sortire effetti positivi; se tali<br />

ricadute si manifestassero prima del previsto,<br />

come si auspica la FED, il quadro<br />

congiunturale mondiale ne beneficerebbe<br />

in misura sostanziale.<br />

Cambi:<br />

la debolezza del dollaro sostiene l’euro<br />

La debolezza del dollaro, indotta dalle<br />

politiche monetarie della FED, ha sostenuto<br />

i corsi dell’euro negli ultimi mesi,<br />

portando il cambio a ridosso di 1,40.<br />

In questo modo l’export americano ha<br />

ritrovato slancio a danno di quello europeo.<br />

Dal punto di vista dei fondamentali<br />

macroeconomici, l’America chiuderà il<br />

<strong>2010</strong> con un incremento del Pil del 2,7%<br />

e l’Europa dell’1,6%. Nel 2011 la crescita<br />

americana è stimata al 2,4% e quella europea<br />

all’1,4%. L’evidenza di un’America<br />

che si riprende più velocemente dell’Europa<br />

dovrebbe avvantaggiare il biglietto<br />

verde, ma a pesare sull’andamento del<br />

cambio abbiamo tassi d’interesse all’1%<br />

in Eurolandia e allo 0,25% al di là dell’Atlantico.<br />

Questo favorisce il cosiddetto<br />

“carry trade”, che si basa sull’indebitamento<br />

in dollari a tassi bassi e il contestuale<br />

investimento in euro a maggior<br />

rendimento. Per il momento l’apprezzamento<br />

della nostra moneta sembra anche<br />

frutto di questa operatività. Nel più lungo<br />

termine, invece, dovrebbe essere la crescita<br />

economica a guidare le valute, restituendo<br />

forza al dollaro sulla base delle<br />

proiezioni del PIL.<br />

andamento oro <strong>2010</strong><br />

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Borse: due mesi di ripresa<br />

Gli indici azionari sono stati uno specchio<br />

più fedele, rispetto al mercato valutario,<br />

delle indicazioni provenienti dai dati<br />

macroeconomici. Da settembre le borse<br />

americane ed europee hanno registrato<br />

performance crescenti, grazie ad un<br />

ciclo economico che è risultato migliore<br />

delle attese. Il Dow Jones segna +9% e il<br />

Nasdaq +15,7%. L’indice Dax di Francoforte<br />

è risultato il migliore tra le piazze<br />

finanziarie europee (+10,7%) mentre<br />

il FTSE MIB di Milano registra +2,3%.<br />

Per l’indice del nostro paese, tuttavia, tale<br />

importante risultato non è sufficiente a<br />

riportare in positivo il bilancio da inizio<br />

anno (-10,4%). Altre borse rimangono su<br />

livelli inferiori (Madrid -14,2% e Atene<br />

-31,8%). In Europa il settore <strong>bancario</strong><br />

è stato appesantito dal difficile contesto<br />

economico, a causa della crescita delle<br />

sofferenze e degli adeguamenti patrimoniali<br />

necessari ad ottemperare alle nuove<br />

norme di Basilea 3. Per queste ragioni sul<br />

listino italiano sono già comparsi annunci<br />

di corposi aumenti di capitale.<br />

Obbligazioni: la qualità continua<br />

a premiare Treasury e Bund<br />

L’anno della crisi greca e irlandese ha trascinato<br />

al rialzo anche il rendimento dei<br />

titoli statali italiani, nonostante il nostro<br />

paese non abbia recentemente promosso<br />

manovre fiscali espansive. Dopo i massimi<br />

di fine settembre vi è stata un’inversione di<br />

tendenza per i BTP, con il restringimento<br />

dei differenziali con il Bund tedesco, così<br />

come avvenuto per i titoli ellenici e irlandesi.<br />

Negli ultimi giorni si è assistito a un nuovo<br />

cambiamento di tendenza che ha riportato<br />

all’ampliamento degli spread dei “paesi<br />

periferici”, con punte che per il nostro<br />

paese hanno raggiunto i massimi storici.<br />

I segnali di lieve ripresa hanno guidato il<br />

rialzo dei rendimenti dei titoli decennali<br />

tedeschi, che negli ultimi due mesi sono<br />

passati dal 2,1% al 2,5%, con un incremento<br />

percentuale di oltre il 18%. Le<br />

minori incertezze, legate al quadro congiunturale<br />

e alla deflazione che sembra<br />

ora meno probabile di quanto paventato<br />

in estate, hanno sostenuto anche la ripresa<br />

dei rendimenti del Treasury americano,<br />

che è passato dal minimo di 2,3% all’attuale<br />

2,8%, con un incremento di oltre il<br />

19%.<br />

Materie prime: in ripresa<br />

Il ritorno verso l’investimento azionario<br />

negli ultimi mesi ha contagiato anche le<br />

materie prime. Da settembre le quotazioni<br />

del petrolio si sono incrementate di<br />

oltre il 14% superando gli 80 dollari al<br />

barile, livello che aveva resistito alle spinte<br />

rialziste durante il mese di settembre.<br />

L’oro ha continuato la sua corsa al rialzo<br />

inanellando record su record ed ora si<br />

trova prossimo a 1.410 dollari l’oncia. In<br />

questo percorso di crescita è stato seguito<br />

anche dagli altri metalli preziosi, come<br />

l’argento e il platino, che da settembre si<br />

sono apprezzati del 34,5% e del 13,6%<br />

rispettivamente.<br />

Il documento è stato elaborato sulla base<br />

delle informazioni disponibili al 12 novembre <strong>2010</strong><br />

Pleiadi | economia<br />

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