'Sole' illumina le nuove imprese - netimprese
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TERRITORIO<br />
Alla sfida della<br />
Grande Capitanata<br />
Il cambiamento<br />
deve partire da noi<br />
LA NOSTRA PROVINCIA HA bISOGNO DI UNA LINEA STRATEGICA<br />
UN PERCORSO CHE DEVE COINVOLGERE TUTTE LE ISTITUZIONI<br />
Nel<strong>le</strong> ultime settimane <strong>le</strong> cronache hanno dato<br />
ampio risalto alla notizia dell’annessione dei comuni<br />
della BAT alla nostra provincia. Naturalmente<br />
diverse sono state <strong>le</strong> reazioni nei due territori: in<br />
casa nostra unanime entusiasmo per un’annessione<br />
che sembra possa far tornare venti di dinamicità ad<br />
un territorio da troppo tempo apatico e bloccato;<br />
nel nord barese invece i soliti moti di campanilismo<br />
MASSIMO MEzzINA<br />
Direttore Compagnia del<strong>le</strong> Opere Foggia<br />
per una decisione non condivisa. Poste così, <strong>le</strong><br />
cose non sembrano affatto semplici da mediare<br />
e si rischia, così come annunciato da qualche politico<br />
ben informato (anche se poco e<strong>le</strong>gante), di<br />
dover assistere ad un aborto o ad una semplice<br />
unione di territori, privo di una qualsiasi base<br />
comune strategica che possa rilanciare la nuova<br />
grande Capitanata.<br />
In tutta questa vicenda però ciò che è davvero<br />
singolare a mio avviso è l’atteggiamento emerso<br />
in casa nostra che ancora una volta fa emergere,<br />
quella che ormai sembra essere il comune denominatore<br />
di un modo di essere di cui non riusciamo<br />
proprio a fare a meno.<br />
Per noi foggiani sembra proprio che l’autodeterminazione<br />
sia un concetto astratto: la nostra<br />
salvezza può venire solo dal di fuori, sia esso il<br />
potente di turno che decide per noi o l’imprenditore<br />
<strong>illumina</strong>to che viene ad investire sul nostro<br />
territorio, salvo poi scoprire che se lo fa è solo<br />
per un suo tornaconto, se non a volte per mera<br />
speculazione.<br />
Allora vien da farsi tutti una domanda: ma cosa<br />
ci manca? Cosa è che ci impedisce di essere<br />
protagonisti del nostro futuro, artefici del nostro<br />
sviluppo? Probabilmente tanti anni di assistenzialismo<br />
ci hanno svuotato, ci hanno tolto quel<br />
poco di ‘verve’ umana che nei primi decenni<br />
successivi al dopoguerra ha caratterizzato i nostri<br />
padri, dandogli la possibilità di ricostruire una<br />
città devastata dalla guerra e di tracciare, a volte<br />
inconsapevolmente, partendo dal semplice lavoro<br />
di ogni giorno, direttrici di sviluppo che hanno<br />
cambiato il nostro modo di essere e prima ancora<br />
<strong>le</strong> nostre economie.<br />
Semplici artigiani nell’Alto Tavoliere ad esempio<br />
hanno creato un distretto del mobi<strong>le</strong> che per diversi<br />
anni ha saputo imporsi sui mercati nazionali;<br />
tenaci agricoltori hanno dato vita ad un distretto<br />
conserviero nel Basso Tavoliere, che ancora oggi<br />
tramanda impulsi di positività.<br />
Non occorre perciò aspettare la rinascita dal di<br />
fuori, sebbene la possibi<strong>le</strong> annessione della Bat<br />
può aprire scenari interessanti e di sicuro stimolo.<br />
Questi scenari potranno essere virtuosi però<br />
solo se la provincia di Foggia saprà presentarsi<br />
all’appuntamento avendo chiara una sua identità<br />
e soprattutto una linea strategica di sviluppo sulla<br />
qua<strong>le</strong> chiamare a confrontarsi i cugini dell’oltre<br />
Ofanto, operando insieme per lo sviluppo territoria<strong>le</strong>.<br />
Tanti sono i temi sui quali agire: dal<strong>le</strong> infrastrutture<br />
alla competitività per <strong>le</strong> nostre <strong>imprese</strong>,<br />
chiamate sempre più a confrontarsi con i mercati<br />
internazionali; dalla cultura come patrimonio per<br />
crescere,all’Università come luogo del sapere<br />
autentico che possa permeare un’intera comunità.<br />
Solo così la grande provincia potrà avere una<br />
connotazione che vada oltre la mera composizione<br />
ai fini della spending review.<br />
Di certo questo percorso non potrà avvenire<br />
de<strong>le</strong>gando a terzi ciò che non è de<strong>le</strong>gabi<strong>le</strong>: l’idea<br />
chiara di chi si è e di dove si vuo<strong>le</strong> andare.<br />
Di questi temi bisognerebbe cominciarne a parlare,<br />
dentro e fuori <strong>le</strong> istituzioni, in modo da stimolare<br />
la voglia di crescere e svilupparsi.<br />
Il desiderio è il primo motore dell’uomo che va<br />
alimentato per cambiare realmente la situazione<br />
di stasi nella qua<strong>le</strong> da troppo tempo ci troviamo.<br />
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