KN8-2018
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ANNO 9 - n° 8| 3 Marzo <strong>2018</strong> | 1 euro omaggio<br />
Il gruppo scout Santa Maria C. V. 1<br />
festeggia un compleanno importante<br />
35<br />
ANNI<br />
DI STORIA EDUCATIVA<br />
Diocesi 6 - 7 Speciale Vita Consacrata 8-9 Famiglia 11 Capua 12<br />
In ricordo di Mons.<br />
Domenico Di Salvia<br />
Noi siamo eterni,<br />
non moriremo<br />
mai. Questa è l’unica<br />
certezza, che fa vibrare<br />
Due voci per una<br />
esperienza unica!!!<br />
Sono le 9:00, oggi è una<br />
domenica diversa dalle<br />
altre. Noi genitori condivideremo<br />
a breve mo-<br />
L’amore ai tempi<br />
del cellulare<br />
Quando incontriamo<br />
fidanzati,<br />
ci capita spesso<br />
di invitarli a guar-<br />
Essere felici<br />
è essere liberi<br />
Un piacevole incontro<br />
quello con il<br />
professor Zamagni. Si è<br />
svolto martedì 27 febbra-
2 primo piano<br />
sabato 3 marzo <strong>2018</strong> - Anno 9 n°8<br />
DI TIBERIO GRACCO<br />
Gioia e tanti ricordi domenica mattina in<br />
piazza Mazzini. Lupetti, reparto, clan e<br />
comunità capi sono riusciti a mettere<br />
insieme tanti piccoli pezzi di 35 anni di<br />
storia. Il 23 Gennaio del 1983 riapre il<br />
gruppo scout SMCV1 presso la parrocchia di San<br />
Pietro Apostolo dopo un periodo di chiusura in<br />
seguito alla morte di un ragazzo durante un’attività<br />
al mare. Il gruppo scout ha festeggiato domenica<br />
25 Febbraio perché è la Domenica successiva<br />
al 22 Febbraio che per gli scout rappresenta, a livello<br />
mondiale, il Thinking day, giorno della nascita<br />
di Baden Powell, fondatore degli scout. È la<br />
giornata in cui tutti gli scout e le guide del mondo<br />
“si pensano” e fanno un gesto volto a pubblicizzare<br />
lo scoutismo ed aiutare gli altri.<br />
Sul sentiero<br />
dei giorni<br />
A CURA DI MONS. GIUSEPPE CENTORE<br />
Il gruppo scout ha preparato la giornata di domenica<br />
invitando tutti i ragazzi ad intervistare vecchi<br />
capi del gruppo cercando così di ricreare una<br />
sorta di storia fatta di ricordi, di posti dei campi e<br />
di servizi svolti che sono stati esposti in piazza<br />
con dei cartelloni. E’ stato allestito l’angolo dei<br />
canti, l’angolo dei bans, l’angolo in cui è stato possibile<br />
lasciare un ricordo. Alle<br />
12.00 c’è stato l’alzabandiera con il<br />
rinnovo della promessa per tutti i<br />
presenti ed il taglio della torta.<br />
E’ stato consegnato il nuovo progetto<br />
educativo che durerà 3 anni<br />
e che è stato redatto quest’anno<br />
dalla comunità capi. In pratica<br />
dopo aver fatto delle osservazioni<br />
su vari fattori locali sono state individuate<br />
le esigenze educative e<br />
quindi sono state fissate delle aree<br />
di impegno con diversi obiettivi<br />
per ogni anno. Il progetto educativo<br />
è un qualcosa di aperto all’esterno<br />
e per questo è stato<br />
presentato alle Autorità, ai genitori<br />
dei ragazzi e ai sacerdoti. Tutti devono<br />
sapere su quali argomenti il<br />
gruppo scout sta lavorando. Attualmente<br />
gruppo conta circa 150<br />
censiti più 20 capi.<br />
Riempi il tuo foglio coi respiri del tuo<br />
cuore.<br />
William Wordsworth<br />
L’arte di essere saggi è l’arte di capire a<br />
che cosa si può passare sopra.<br />
William James<br />
La più fiera nemica della verità è l’ignoranza.<br />
Gabriele Iannelli<br />
La vita senza una meta è un vagabondaggio.<br />
Seneca<br />
Ho divorato più libri che pane; ma i soli<br />
che stimi veramente utili a me e agli altri<br />
sono quelli oggi reputati dai più inutilissimi,<br />
dove aliti almeno un fiato di poesia;<br />
sia un respiro o un sospiro.<br />
Roberto Ridolfi<br />
La giovinezza non è un’età è una stagione<br />
del cuore.<br />
A. D. Sertillanges<br />
La difficoltà di definire il nichilismo sta<br />
nel fatto che è impossibile per la mente<br />
giungere a una rappresentazione del<br />
niente.<br />
Ernst Junger<br />
La saggezza in cosa consiste? Nel considerare<br />
le cose serie come balocchi proprio<br />
come, quando eravamo ragazzi,<br />
consideravamo i balocchi come cose<br />
serie.<br />
Giuseppe Prezzolini<br />
È stolto temere la morte,/Se vivendo<br />
ogni istante si muore.<br />
Diego Valeri<br />
Chi accumula libri accumula desideri; e<br />
chi ha molti desideri è molto giovane,<br />
anche a ottant’anni.<br />
Ugo Ojetti
chiesa<br />
3<br />
sabato 3 marzo <strong>2018</strong> - Anno 9 n°8<br />
III Domenica di Quaresima<br />
Non di solo pane…<br />
Il Vangelo nella Casa della Divina Misericordia<br />
Gesù conosce la tentazione del mercante<br />
che abita il profondo del nostro cuore<br />
DI ANTONELLO GAUDINO<br />
evangelico che solitamente<br />
si intitola “espulsione dei<br />
venditori dal Tempio” o “la purificazione<br />
del Tempio” è al centro della<br />
L’episodio<br />
Liturgia della Parola di questa III<br />
Domenica di Quaresima.<br />
Il rinato Tempio di Gerusalemme radunava fino<br />
a duecentomila persone in occasione della Pasqua.<br />
Un grande evento di fede, certo, ma anche un<br />
grande business, al punto che i sacerdoti del<br />
Tempio allestivano, tre settimane prima dell’evento,<br />
un vero e proprio mercato sotto i portici.<br />
Gesù caccia i venditori, ribalta i banchi dei cambiavalute.<br />
La situazione trovata da Gesù nel Tempio, in<br />
La sua bottega<br />
Forse è un sogno<br />
Inventato da un poeta:<br />
Ora con slancio<br />
Ed ora con ritegno<br />
Salmodiando lodi<br />
Al Redentore<br />
Pare al cuore<br />
Sentirsi sospeso<br />
Alla coda<br />
D’una argentea cometa<br />
Che nel suo volo<br />
Lo porta verso dove<br />
Benché nel ricordo<br />
Ancora la ami<br />
Gesù<br />
Non è più il falegname.<br />
Giuseppe Centore<br />
cui stavano i venditori di animali per i sacrifici<br />
e i cambiavalute, gli offre la possibilità di richiamare<br />
l’attenzione sul significato del Tempio<br />
e, di conseguenza, sul tipo di religione<br />
praticata.<br />
Ciò che viene trovato è un “luogo di mercato”<br />
in cui la relazione con Dio si basa su un do ut<br />
des.<br />
Ecco il tipo di immagine di Dio che Gesù viene<br />
a “scacciare con una frusta di cordicelle”.<br />
Una visione di Dio, e dunque una mentalità “religiosa”,<br />
basata su una logica sacrificale come<br />
mezzo per placare la divinità.<br />
Dietro queste pratiche cultuali c’è infatti<br />
un’immagine di un Dio da doversi “comprare”<br />
attraverso i sacrifici per non incorrere nei suoi<br />
castighi.<br />
Un’immagine lontanissima da quella di Dio-<br />
Padre che Gesù è venuto a rivelare.<br />
Il brano termina con una frase su cui è bello<br />
fermarsi a meditare: «Egli infatti conosceva<br />
quello che c’è nell’uomo».<br />
Che cosa c’è nel profondo del nostro cuore?<br />
Gesù sa che nel nostro cuore abita la “tentazione<br />
del mercante”.<br />
Abita cioè la bramosia di possedere e di gestire<br />
la creazione e le creature come oggetti da prendere<br />
e da vendere, di cui appropriarsi e di cui<br />
usufruire in modo da sentirci un poco più sicuri.<br />
Si tratta della tentazione di divenire padroni,<br />
per vivere l’illusione di essere<br />
proprietari assoluti anche della nostra vita. Le<br />
cose create e a noi donate, dunque, divengono<br />
calamite per piccoli o grandi attaccamenti, sostituibili<br />
soltanto dall’attaccamento al denaro.<br />
Anche le relazioni e le persone scadono progressivamente<br />
nella categoria utilitarista di<br />
“idoli da venerare”.<br />
Idoli a cui prostrarci e servire…<br />
Il nostro egoismo si manifesta con un grande<br />
desiderio di possedere.<br />
Rischiamo di trasformare anche Dio e la sua<br />
casa, con tutte le “cose sacre”, in un oggetto da<br />
possedere e portare dove vogliamo noi, da adorare<br />
per ricevere in cambio qualcosa.<br />
Tendiamo a ridurre il rapporto con Dio in termini<br />
di scambio: le preghiere, le opere buone e<br />
anche il tempo che dedichiamo alla “cura del<br />
prossimo” servono per guadagnarci i Suoi favori.<br />
Magari un Suo “segno prodigioso” solo per noi.<br />
La nostra carità diventa così un luogo di compravendita<br />
con Dio.<br />
Il nostro operare diventa quanto di più offensivo<br />
di Dio.<br />
La “tentazione del mercante” può insinuarsi<br />
ovunque, anche nel nostro modo di amare.<br />
Questo si verifica quando il nostro è un amore<br />
interessato, mosso da interessi personali.<br />
Quanti amori interessati ci sono!<br />
Anche i servizi caritativi, in cui sembra che ci<br />
prodighiamo, possono essere compiuti per<br />
mettere in mostra noi stessi o per sentirci appagati.<br />
È il rischio che corriamo anche noi, volontari<br />
presso la Casa della Divina Misericordia: mirare<br />
a cose che abbiano “visibilità” per fare<br />
sfoggio della nostra intelligenza o della nostra<br />
capacità.<br />
Operare per sentirci dire: “ma quanto sei<br />
bravo/a!”.<br />
Vanità delle vanità.<br />
Il vuoto, il soffio e il perfetto nulla davanti a<br />
Dio.<br />
È la logica del vitello d’oro, immagine plastica<br />
di tutti i tradimenti alla legge del Sinai ricevuta<br />
da Mosè e donata al popolo perché si lasci condurre<br />
e non pretenda di condursi da solo.<br />
Bisogna vincere sul nostro egoismo per essere disponibili<br />
alle necessità dei poveri, a imitazione di<br />
Cristo nostro salvatore. (cfr Prefazio di questa Domenica<br />
di Quaresima)<br />
Dietro all’amore ipocrita c’è un’idea falsa, ingannevole,<br />
vale a dire che, se amiamo, è perché<br />
noi siamo buoni; come se la carità fosse una<br />
creazione dell’uomo, un prodotto del nostro<br />
cuore.<br />
La carità, invece, è anzitutto una grazia. È un<br />
regalo.<br />
Poter amare è un dono di Dio. Il sigillo della logica<br />
della Croce.<br />
Una legge che, come ci ricorda il salmista, «è<br />
perfetta, e rinfranca l’anima».<br />
Bisogna mettere la propria vita nelle mani di<br />
Dio convinti che «ciò che è stoltezza di Dio è più<br />
sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di<br />
Dio è più forte degli uomini».<br />
Tutte le parrocchie interessate<br />
alla pubblicazione degli orari<br />
delle Sante Messe<br />
sia festive che feriali,<br />
possono inviare i relativi dati<br />
all’indirizzo mail<br />
orarimesse@kairosnews.it
4 chiesa<br />
sabato 3 marzo <strong>2018</strong> - Anno 9 n°8<br />
Riunione pre-sinodale dal 19 al 24 marzo a Roma<br />
Giovani:<br />
Attori e Protagonisti<br />
DI ANTONELLO GAUDINO<br />
Manca veramente poco alla Riunione pre-sinodale che si terrà dal 19 al 24 marzo in<br />
Vaticano in vista del Sinodo dei vescovi dedicato proprio alle nuove<br />
generazioni. Circa 300 giovani, da tutto il mondo, tra un mese, verranno a Roma per<br />
una riunione preparatoria al Sinodo di ottobre. Questo perché tutti i giovani possano<br />
essere protagonisti di questa preparazione. Potranno inoltre intervenire online attraverso<br />
gruppi linguistici moderati da altri giovani. L’apporto dei “gruppi della rete” si unirà a<br />
quello della riunione di Roma. Nella settimana precedente la domenica delle Palme, i giovani dai<br />
cinque continenti si riuniranno dunque per presentare le loro esperienze e le loro istanze. Ad aprire<br />
i lavori, il 19 marzo, sarà papa Francesco che rivolgerà un saluto e risponderà alle domande dei ragazzi.<br />
«Si tratta di un evento in cui i giovani saranno gli attori e i protagonisti. Non si parlerà soltanto<br />
dì loro, ma saranno loro stessi a raccontarsi: con il loro linguaggio, il loro entusiasmo e la loro<br />
sensibilità. Il prossimo Sinodo dei Vescovi vuole essere, infatti, non solo un Sinodo sui giovani e<br />
per i giovani, ma anche un Sinodo dei giovani e con i giovani», ha spiegato il cardinale Lorenzo<br />
Baldisseri, segretario generale della Segreteria del Sinodo dei Vescovi.<br />
Una parola-chiave, più volte ripetuta dal Papa, in<br />
questo tempo di preparazione, è ascolto!<br />
In questa Riunione pre-sinodale si ascolteranno i<br />
giovani dal vivo.<br />
Ci saranno anche giovani non cattolici, non cristiani,<br />
non credenti perché l’ascolto dei giovani<br />
si realizzi il più possibile a 360 gradi. In particolare,<br />
sul sito della Santa Sede viene specificato<br />
che «ciascuna Conferenza episcopale e ciascun<br />
Sinodo delle Chiese cattoliche orientali ha designato<br />
propri rappresentanti, in modo da dar<br />
voce a tutti i giovani impegnati cristianamente in<br />
ogni parte del pianeta». A costoro si aggiungeranno<br />
giovani provenienti dai seminari e dalle<br />
case di formazione alla vita consacrata maschile<br />
e femminile; i rappresentanti di associazioni, movimenti<br />
e comunità ecclesiali; ragazzi che frequentano<br />
scuole e università cattoliche. Altri<br />
giovani arriveranno in rappresentanza del mondo<br />
della cultura, del teatro, della musica e dell’università,<br />
dell’impegno sociale e del volontariato,<br />
della formazione politica, del mondo militare e<br />
dello sport. Ci saranno ancora, giovani appartenenti<br />
alle altre Confessioni Cristiane e alle altre<br />
Religioni, e anche ragazzi che hanno vissuto o vivono<br />
situazioni particolari, come il carcere, la<br />
tratta di persone, la tossicodipendenza e giovani<br />
diversamente abili. E vi saranno anche giovani<br />
non credenti o appartenenti ad associazioni giovanili<br />
non confessionali. Infine, saranno presenti<br />
diversi educatori, provenienti dai seminari, dalle<br />
Un evento in cui i giovani<br />
saranno gli attori e i protagonisti.<br />
Non si parlerà soltanto dì loro,<br />
ma saranno loro stessi<br />
a raccontarsi:<br />
con il loro linguaggio,<br />
il loro entusiasmo<br />
e la loro sensibilità.<br />
Il prossimo Sinodo dei Vescovi<br />
vuole essere, infatti,<br />
non solo un Sinodo sui giovani<br />
e per i giovani,<br />
ma anche un Sinodo dei giovani<br />
e con i giovani<br />
case di formazione, dalle università e dalle<br />
scuole, dai collegi e dagli istituti educativi,<br />
dalle organizzazioni che aiutano i ragazzi che<br />
vivono situazioni difficili.<br />
Oltre al sito Synodo<strong>2018</strong> (che ha già avuto<br />
500mila contatti!) è nata una pagina Facebook,<br />
un account Twitter e uno Instagram,<br />
tutti canali multilingue. «Con i nostri consigli<br />
- ha spiegato Filippo Passantino, uno dei<br />
giovani della Segreteria Generale del Sinodo<br />
- e le nostre intuizioni abbiamo offerto uno<br />
sguardo giovane per parlare ad altri giovani.<br />
L’obiettivo della presenza in rete è quello di<br />
creare un’interazione con i nostri coetanei di<br />
tutto il mondo e agevolare la loro partecipazione.<br />
Abbiamo proposto loro già da qualche<br />
mese di condividere e postare sui social media<br />
anche selfie e video. Abbiamo pensato che per<br />
aprire a tutti le porte del Sinodo sarebbe stato<br />
importante trasformare i canali social in un<br />
forum aperto a tutti».<br />
Si è pensato così di rilanciare storie e problemi<br />
che i giovani vivono quotidianamente.<br />
Visitando la pagina Facebook mi è sembrata significativa<br />
la vicenda di Alessio, che racconta<br />
con un autoscatto davanti a un aereo la difficoltà<br />
dei ragazzi che sono costretti a lasciare la<br />
loro terra perché non c’è lavoro. Come numerosi<br />
sono i messaggi che si possono leggere<br />
provenienti da tutto il mondo. Dall’Australia<br />
Angela, ad esempio, racconta come si sta preparando<br />
alla riunione pre-sinodale alla quale<br />
parteciperà.<br />
È chiaro il desiderio di testimoniare la volontà<br />
di coinvolgere il maggior numero di ragazzi<br />
possibile sui sentieri digitali, perché attraverso<br />
questi canali possa giungere, durante la riunione<br />
pre-sinodale, anche la loro esperienza<br />
concreta.<br />
L’hashtag #Synod<strong>2018</strong> raggrupperà i tanti messaggi<br />
provenienti da tutto il mondo.<br />
«E a tutto il mondo - dice ancora il giovane<br />
Passantino - abbiamo voluto lanciare una domanda<br />
ogni mese per ascoltare le voci e le preoccupazioni<br />
dei nostri coetanei. La domanda di<br />
questo mese è: “Cosa potrebbe fare la politica<br />
e la società per i giovani?”. Ce lo chiediamo<br />
un po’ tutti, mentre le nostre risposte variano in<br />
base alle nostre aspettative».<br />
La Segreteria Generale del Sinodo sta cercando<br />
di creare anche un altro canale di comunicazione,<br />
quello di WhatsApp, dedicando un numero<br />
di cellulare ai messaggi. Insomma, si sta<br />
provando ad aprire diverse porte perché nell’aula<br />
della riunione pre-sinodale possano entrare<br />
molte più delle 300 persone invitate.
attualità<br />
5<br />
sabato 3 marzo <strong>2018</strong> - Anno 9 n°8<br />
DI ANNAMARIA MEDUGNO<br />
Festa della donna<br />
Nel cuore un<br />
carico d’amore<br />
La donna è un mondo di emozioni. Dovremmo imparare<br />
da Maria che è la prima di tutte, ed è la madre di Gesù.<br />
Ogni donna può essere moglie e madre, può essere<br />
amica e confidente, una sorella o una fidanzata. Qualsiasi<br />
ruolo essa possa avere porta nel cuore un carico<br />
d’amore. L’8 marzo si avvicina, un giorno speciale dedicato a<br />
tutte le signore. In questo momento così delicato della nostra<br />
società, dove la donna è vittima di orrori, sarebbe opportuno riflettere<br />
insieme per abbattere un fenomeno che prende sempre<br />
più piede come il femminicidio. Non c’è giorno in cui non si apprenda<br />
dai mass-media di brutali omicidi. Donne e bambini<br />
come gli anziani sono i primi a dover essere tutelati. Lo Stato ha<br />
la possibilità di fare molto per una maggiore difesa, è ora che si<br />
svegli. Le nostre mamme, le nostre nonne ci amano e si fanno<br />
in quattro per darci l’amore che ci fa vivere, sempre pronte a sacrificarsi<br />
pur di renderci felici. Ogni momento è buono per dirle<br />
ti voglio bene, per raccontarle di noi, starle vicino, portarle un<br />
fiore inaspettato. Ci sono momenti preziosi della vita che vanno<br />
vissuti appieno e l’amore di una mamma è uno di questi. La<br />
donna è il centro di ogni famiglia. Ed ora che si presenta l’occasione<br />
della sua festa, possiamo farle una bella sorpresa per coglierla<br />
impreparata, con un invito a cena, o un biglietto da farle<br />
trovare. Alcune idee semplici per regalare un sorriso. Impariamo<br />
dalle donne ad affrontare la vita, perché hanno tanto da insegnarci.<br />
Tutte le donne sono forza, coraggio e volontà.<br />
DI ORSOLA TREPPICCIONE<br />
Mangia il detersivo<br />
e sfida gli amici<br />
La chiamano prova di coraggio, sarebbe<br />
più giusto definirla prova di<br />
scempiaggine. È l’ultima trovata<br />
dei giovani americani che si sta<br />
diffondendo a macchia di social<br />
tra i giovani di tutto il mondo: la #Tide Pod<br />
Challenge. In cosa consiste? Si prendono<br />
le capsule di detersivo, si decide come<br />
“usarle” e poi si posta tutto sui social network.<br />
Già, perché non si tratta di realizzare<br />
un tutorial su come usare la lavatrice,<br />
ma di video in cui c’è chi le mastica fino a<br />
quando non fuoriesce il sapone che<br />
quindi viene sputato; chi invece una volta<br />
che il liquido è uscito, lo inghiotte; chi, addirittura,<br />
ne aspira i vapori come se lo fumasse.<br />
Con un sottinteso: accetta la sfida,<br />
vediamo se sai fare di meglio. Non si tratta<br />
di incidenti domestici accidentali, qui c’è<br />
proprio intenzionalità dichiarata. Le autorità<br />
americane hanno lanciato l’allarme:<br />
quello che è cominciato come un gioco<br />
stupido ora si è spinto troppo oltre. E<br />
porta a conseguenze disastrose. Secondo<br />
i dati dell’American Association of Poison<br />
Control Centers (AAPCC), il Centro Antiveleni<br />
Statunitense, nelle sole prime tre<br />
settimane di quest’anno sono già 86 gli intossicati.<br />
Pensate che in tutto il 2017 ne<br />
sono stati registrati 57, e nel 2016 ne furono<br />
contati in totale “solo” 36 (da sito<br />
Ultima follia tra i giovani<br />
Le conseguenze sono deleterie<br />
Ansa). Ma da quando è nata questa sfida<br />
sciagurata, purtroppo, si registrano anche<br />
una decina di decessi. “Non possiamo sottolineare<br />
abbastanza quanto ingoiare detersivo<br />
sia pericoloso per la salute degli<br />
individui” ha detto Stephen Kaminski, CEO<br />
dell’AAPCC. Farlo può portare tosse e soffocamento,<br />
irritazione agli occhi, dolore e<br />
stanchezza, fino ad arrivare a effetti più<br />
gravi come convulsioni e ustioni allo stomaco,<br />
edema polmonare, arresto respiratorio,<br />
perdita di coscienza, coma e, infine, la<br />
morte. È atroce pensare che giovani e giovanissimi<br />
sfidino il buonsenso e vadano incontro,<br />
di proposito, a tali conseguenze. Per<br />
cercare di arginare e contrastare il fenomeno<br />
è sceso in campo anche YouTube che<br />
ha deciso di bandire tutti i video di questo<br />
tipo: “le norme della community di You-<br />
Tube vietano i contenuti destinati a incoraggiare<br />
attività pericolose per la salute”, ha<br />
sottolineato la società in una nota, ricordando<br />
anche le possibili sanzioni per chi<br />
dovesse pubblicare ancora filmati vietati. In<br />
Italia non sembrano essere stati registrati<br />
casi di intossicazione da “assunzione volontaria<br />
di detersivo”, ma si sa che i social sono<br />
veicoli informativi senza confini. E, nonostante<br />
l’intervento di YouTube, visualizzare<br />
uno di questi assurdi video, e accettare la<br />
sfida, non è poi così impossibile!<br />
Il portinaio ritrova<br />
la sua guardiola<br />
Riferimento per tutti meglio di una telecamera<br />
DI ORSOLA TREPPICCIONE<br />
Sulla scia dell’articolo del numero scorso<br />
(Kairos News n˚7), c’è un altro mestiere<br />
che sembrava perduto e che, invece, ha<br />
trovato nuova linfa. È il portinaio, che si<br />
prende la sua rivincita: grazie alla sua presenza<br />
tornano l’ordine e la sicurezza nonché la certezza<br />
che i pacchi degli acquisti online arrivino ai<br />
legittimi proprietari. Fino agli anni ’60 del secolo<br />
scorso il custode era una figura familiare quando<br />
si entrava negli edifici. Da dentro la guardiola controllava<br />
l’andirivieni nel palazzo, assolveva ai suoi<br />
compiti, soddisfaceva necessità e richieste dei condomini.<br />
In più, la portineria con annesso appartamentino<br />
significava averlo in sede ventiquattr’ore<br />
su ventiquattro, reperibile in ogni momento. Nel<br />
tempo la sua presenza è stata considerata sempre<br />
meno necessaria fino ad essere giudicata una<br />
spesa superflua: tra ditte per le pulizie e la diffusione<br />
dei videocitofoni se ne poteva fare anche a<br />
meno. Caduti nell’oblio, era più facile incontrarli<br />
nei libri o nei film. Peraltro anche la robotica remava<br />
contro. Qualche anno fa la Scuola Superiore<br />
Sant’Anna, istituto universitario con sede a Pisa,<br />
realizzò e sperimentò un robot portiere. Eppure<br />
qualcosa deve essere successo se il 2017 ha decretato<br />
la sua rinascita. Soprattutto nelle grandi città<br />
e non solo nei quartieri centrali. Sono i dati di ricerche<br />
di Confedilizia e Assoedilizia. Probabilmente<br />
i condomini sono ritornati sui loro passi<br />
riconsiderandolo un prezioso punto di riferimento.<br />
Occhio attento e vigilante “ben più di una telecamera”,<br />
come ha commentato Achille Colombo presidente<br />
di Assoedilizia, la sua presenza abbatte<br />
dell’80% il rischio di furti e truffe. Per non dire della<br />
comodità di avere qualcuno che risolve nell’immediato<br />
la piccola manutenzione come può esserlo la<br />
lampadina fulminata in ascensore o qualche problema<br />
in casa. Se poi consideriamo che spesso nei<br />
condomini ci sono inquilini anziani bisognosi di<br />
piccoli aiuti, si capisce appieno la fortuna di avere<br />
un custode. Non tralasciando neppure il fatto che<br />
un immobile con servizio di portineria vale sul<br />
mercato un 5% in più. Qual è il profilo del portiere<br />
moderno? Maschio, età media 45-55 anni, anche<br />
se sono in aumento i giovani, in prevalenza italiano.<br />
Tra gli stranieri i filippini prevalgono, seguiti<br />
da cingalesi, sudamericani e albanesi. A seconda<br />
del contratto stipulato si lavora 24 ore su 24 oppure<br />
part-time, ma quello che non deve venir meno<br />
sono serietà, affidabilità, discrezione, precisione,<br />
cortesia, attenzione ai particolari, solerzia, puntualità,<br />
disponibilità. Doti che potrebbero far vincere<br />
il premio di Portiere Preferito assegnato a chi si sia<br />
distinto per anzianità di servizio o per la particolare<br />
dedizione dimostrata nel proprio lavoro, attraverso<br />
atti di altruismo, di assistenza e di solidarietà.
6 diocesi<br />
sabato 3 marzo <strong>2018</strong> - Anno 9 n°8<br />
In ricordo di Mons.<br />
Domenico Di Salvia<br />
La speranza<br />
in un incontro<br />
DI MONS. FILIPPO MELONE<br />
Noi siamo eterni, non<br />
moriremo mai.<br />
Questa è l’unica<br />
certezza, che fa vibrare<br />
il frattempo che viviamo verso<br />
l’orizzonte di Dio. È la carezza dell’anima, che<br />
trasfigura i progetti, le mete, le aspirazioni dell’esistenza<br />
in un intarsio di sincere speranze, capaci<br />
di far superare ogni difficoltà.<br />
È la linfa,che irrora il cuore di chi si pone alla sequela<br />
di Cristo, soprattutto di chi chiamato, risponde,<br />
donando se stesso senza se e senza ma,<br />
spendendosi al servizio di Dio e della Chiesa.<br />
E’ la storia di Mons. Domenico Di Salvia, un sacerdote,<br />
che avendo liberamente detto il suo sì,<br />
seppe trasformare gli istanti della propria vita in<br />
cestini di amore per Dio e i fratelli.<br />
Infatti, mai arrestò il cammino sacerdotale,<br />
sempre impregnato di profonde tensioni spirituali<br />
e pastorali, nemmeno quando la fragilità<br />
del corpo gli stava lasciando qualche segno di<br />
pensosità.<br />
In lui ciò che contava e generava nei cuori di<br />
tutti l’ammirazione per la sua vita era il desiderio<br />
di essere sempre presente nella Comunità,<br />
dove sapeva registrare e fare suo ogni sguardo<br />
di gioia e di dolore, ma soprattutto di dire ad<br />
ognuno che egli era lì, pronto a gioire e a soffrire<br />
per chi gli si affidava.<br />
Ordinato sacerdote il 28 ottobre 1966 da S. E.<br />
Mons. Tommaso Leonetti, iniziò la sua avventura<br />
– come Viceparroco - nella Parrocchia di S. Maria<br />
Maggiore e Simmaco in S. Maria Capua Vetere,<br />
dove era nato, con l’entusiasmo dei suoi 24 anni.<br />
Qui in cinque anni lasciò in chiunque, con il suo<br />
modo di essere e di agire, intelligenti orme di sequela.<br />
Sprigionava un grande fascino, quello di un sacerdote,<br />
che, per quanto a primo impatto poteva<br />
sembrare severo e distaccato, all’improvviso si<br />
scioglieva in misurati sorrisi di gioia e di attrazione,<br />
soprattutto nei riguardi dei giovani, che<br />
vedevano in lui l’amico, il fratello, la persona<br />
vera, a cui confidare ansie e crisi. Per tutti -don<br />
Mimì- aveva parole di profonda comprensione e<br />
di vivace affetto.<br />
Nell’anno 1976, sempre da S. E. Mons. Tommaso<br />
Leonetti, fu nominato Parroco di Sant’Agostino<br />
in S. Maria C.V., dove svolse il ministero con la solita<br />
passione e sempre con serena dedizione, fino<br />
al 1983, quando fu nominato Parroco della Cattedrale<br />
“Maria SS. Assunta in Cielo” in Capua da<br />
Mons. Luigi Diligenza.<br />
Ed è proprio in questo periodo che, pur non facendo<br />
mai mancare la presenza pastorale nella<br />
sua Comunità parrocchiale, diresse con competenza<br />
ed impegno il ruolo di Responsabile dell’Ufficio<br />
catechistico, coinvolgendo tutti gli<br />
insegnanti di Religione in molte attività diocesane.<br />
Veramente fu un punto di riferimento sia nelle<br />
piccole che nelle grandi scelte della Diocesi.<br />
Infine, dopo aver lavorato con dignità e senza<br />
mai risparmiarsi, accolse il trasferimento, ancora<br />
come Parroco, nel Duomo di S. Maria C. V., dove,<br />
in tre anni, ha concluso il suo cammino.<br />
Qui, il suo è stato solo un ritorno, forse per respirare,<br />
ancora una volta, la vecchia aria di casa,<br />
dove brillò l’inizio della giovinezza sacerdotale,<br />
ma anche per porre il sigillo definitivo ad una<br />
vita, che anche nella sofferenza, ha insegnato a<br />
riscoprire la morte come la speranza in un Incontro.<br />
Con Mons. Domenico Di Salvia vola via un pezzo<br />
di storia, nelle cui pagine, chiunque l’abbia conosciuto,<br />
un giorno troverà il ricordo di un vero<br />
uomo e di un grande sacerdote.<br />
Nel ricordo<br />
di un sacerdote instancabile e sensibile<br />
Ciao don Mimì,<br />
buona strada per<br />
i sentieri del Cielo<br />
DI DON FRANCESCO PAPPADIA<br />
Il 25 febbraio, a seguito di una lunga, impietosa e<br />
dolorosa malattia, ci ha lasciato Monsignor Domenico<br />
di Salvia, responsabile per più di trent’anni<br />
dell’Ufficio Scuola dell’Arcidiocesi di Capua e già<br />
segretario dell’Ufficio Catechistico diocesano. In<br />
questo suo servizio, profuso con instancabile e profonda<br />
sensibilità ecclesiale per la Scuola, ha promosso<br />
la valorizzazione dell’insegnamento della religione cattolica<br />
nelle Scuole pubbliche e private, della formazione<br />
dei docenti e della pastorale scolastica.<br />
Concretizzando le indicazioni del 31° Sinodo della<br />
Chiesa di Capua, si è impegnato a promuovere, così<br />
come recita il dettato sinodale, “il rispetto della dignità<br />
dell’insegnante di religione favorendone una formazione<br />
integrale, realizzata con il coinvolgimento delle<br />
comunità di appartenenza dei<br />
docenti”. Don Mimì ha sostenuto,<br />
accompagnato e qualificato<br />
gli insegnanti di religione<br />
della Diocesi, attuando iniziative<br />
di formazione, tese all’acquisizione<br />
di più ampie<br />
competenze disciplinari, didattiche<br />
e relazionali, avvalendosi<br />
della collaborazione<br />
delle Comunità accademiche,<br />
in primis dell’Istituto Superiore<br />
di Scienze Religiose “San<br />
Roberto Bellarmino” di<br />
Capua, e di professori di<br />
chiara fama. Particolare attenzione<br />
ha riservato alla spiritualità<br />
del docente di<br />
religione (incontri nei momenti<br />
forti dell’Anno Liturgico,<br />
ritiri, pellegrinaggio in<br />
Palestina), nella consapevolezza<br />
che l’insegnamento<br />
della religione cattolica deve<br />
essere svolto “con la solerzia,<br />
la fedeltà, l’interiore partecipazione<br />
e non di rado con pazienza<br />
perseverante di chi,<br />
sostenuto nella fede, sa<br />
di realizzare il proprio<br />
compito come cammino<br />
di santificazione<br />
e di testimonianza<br />
missionaria” (Giovanni<br />
Paolo II, Discorso al<br />
Simposio del Consiglio<br />
delle Conferenze Episcopali<br />
Europee sull’IRC,,<br />
Roma 15 aprile<br />
1991). Una spiritualità “incarnata”,<br />
dunque, affinché la Comunità<br />
scolastica potesse<br />
trovare anche nell’insegnante<br />
di religione una guida competente<br />
per incontrare la fede<br />
cristiana qual è documentata<br />
nella Bibbia e nella fede cristiana.<br />
Continui e proficui,<br />
inoltre, sono stati i contatti<br />
che don Mimì ha<br />
instaurato con le autorità civili,<br />
con gli enti locali, con le<br />
Comunità scolastiche al fine<br />
di offrire uno spazio di collaborazione<br />
e di servizio. Tutti i<br />
Docenti di religione dell’Arcidiocesi<br />
custodiscono ricordi,<br />
esperienze e momenti importanti<br />
condivisi con don Mimì<br />
nell’impegno, nella preghiera<br />
e nella convivialità. A tutti ha<br />
donato una parola di conforto,<br />
una sollecitazione, un<br />
sorriso, un’amorevole ma<br />
ferma correzione, uno stimolo<br />
a migliorare. Nella certezza<br />
che ciò che ha abbondantemente<br />
seminato è germogliato<br />
in ciascuno di noi,<br />
ringraziamo il Signore per<br />
averlo conosciuto e preghiamo<br />
per la sua anima.<br />
Ciao don Mimì, buona strada<br />
per i sentieri del Cielo.
diocesi<br />
7<br />
sabato 3 marzo <strong>2018</strong> - Anno 9 n°8<br />
La comunità di Parrocchie Capua Centro racconta...<br />
Don Mimì di Salvia<br />
DI ASSUNTA MEROLA<br />
Sono trascorsi pochi giorni dalla morte di don Mimì di Salvia.<br />
Bello poterlo ricordare tra la gente, tra i tanti fedeli che ha incrociato<br />
e conosciuto nel corso degli anni. Don Mimì, un prete<br />
raccontato dalla comunità ecclesiale, perché essere prete non è<br />
soltanto una vocazione personale, ma di tutta la comunità. La<br />
sua storia è al tempo stesso la storia di tutti, storia di relazioni uniche<br />
che racchiudono in sé una vocazione e un mistero. Il mistero di Dio.<br />
Ersilia Del Pozzo<br />
Don Mimì è stato il mio sacerdote spirituale per oltre trenta anni.<br />
Le sue parole sono state di conforto nei momenti più tristi e difficili<br />
della mia vita. Mi propose prima di collaborare con lui come<br />
catechista, poi a far parte dell’AVO e collaborare come volontaria a “Vivere<br />
la terza età” presso il centro parrocchiale Sant’Anna. E tutto questo<br />
mi ha aiutata a vincere la solitudine. Bellissimo il viaggio con lui in Terra<br />
Santa che non avrei mai fatto senza il suo incoraggiamento avendo<br />
paura di viaggiare in aereo.<br />
Grazie don Mimì, ti ricorderò sempre nelle mie preghiere.<br />
Nina Staro<br />
Ti rivedo, caro don Mimì, nella giornata dell’”Incontro con<br />
l’anziano”, che ogni anno si festeggiava in Cattedrale e<br />
che vedeva riunite tante persone anziane, prima intorno alla<br />
Mensa per la Celebrazione Eucaristica e poi nella sacrestia, che si<br />
trasformava in una grande sala conviviale, che di anno in anno,<br />
come per incanto, sembrava ampliarsi sempre più. Ricordo che, in<br />
occasione del 25° Incontro con l’anziano, con somma tua gioia e<br />
soddisfazione, furono imbanditi i tavoli per ben centoventi<br />
persone! Come eri contento, con quanta soddisfazione circolavi tra<br />
i tavoli, ti sedevi ora qui, ora lì, avendo per tutti una battuta, un<br />
pizzicotto sulla guancia, un’ironica incitazione a non alzare troppo<br />
il gomito...mentre provvedevi proprio tu a mescere il vino nel bicchiere!<br />
La gioia si sprigionava da tutto te stesso. Eri circondato<br />
dall’affetto di tanti vecchietti, che, felici, saltavano, ballavano, recitavano<br />
poesie, ti facevano festa, completamente dimentichi dei loro<br />
affanni! Sembrava allora che l’aria tutta s’impregnasse di serenità e<br />
di gioia e ci si lasciava sempre con l’impegno di ritrovarsi l’anno<br />
successivo. Proprio così sorridente, soddisfatto, felice, caro don<br />
Mimì, voglio portarti nel cuore!<br />
Pina Medugno<br />
Potremmo parlare a lungo dell’amico don Mimì, noto per la sua<br />
disponibilità, la sua umanità, un punto di riferimento per<br />
tanti. Lo ricordo con affetto, con lui demmo vita al centro parrocchiale<br />
per gli anziani “Vivere la terza età”. Grazie tante don Mimì.<br />
I vostri consigli saranno per noi un dono prezioso.<br />
Cira Vegliante<br />
Don Mimì, sempre prodigo verso tutti, pronto ad ascoltare e a supportare<br />
in primis i più bisognosi e i bambini che amava come fossero<br />
suoi nipotini. Grande uomo, eccellente sacerdote, amato e<br />
rispettato da tutti. E’ stato per me e le mie sorelle quel padre che abbiamo<br />
perso da piccole standoci vicino nei momenti difficili. Grazie don Mimì. Il<br />
ricordo di te resterà indelebile nei nostri cuori.<br />
Salvatore Martucciello<br />
La Confraternita di Santa Maria Assunta in Cielo ricorda<br />
con grande affetto e commozione don Mimì di<br />
Salvia, ex parroco del Duomo di Capua. La congrega,<br />
infatti, dopo una fase discontinua di presenze e di impegno<br />
da parte dei confratelli, grazie a lui ha ripreso un cammino<br />
ricco di forti motivazioni. Come padre spirituale egli sollecitava<br />
i congreganti a testimoniare la fede con la vita. A don<br />
Mimì che, all’apparenza sembrava avere un carattere riservato<br />
e severo, bastava poco per sorridere, una semplice battuta<br />
e si mostrava come era, tutt’altro che schivo. Tutti noi<br />
abbiamo sperato nel miracolo della sua guarigione. Chi<br />
scrive, nei momenti di difficoltà lo ha avuto sempre vicino<br />
con le sue parole e lo immagina ora con don Domenico<br />
Mirra, suo confratello scomparso anche lui da pochi mesi..Li<br />
immagino sorridere e vegliare su di noi. Custodiamo nel<br />
cuore il suo insegnamento: e preghiamo per lui.<br />
Lorenzo<br />
Gagliardi<br />
Ho lavorato come<br />
sacrista accanto<br />
a don Mimì pe<br />
ben ventidue anni fino a<br />
quando non è andato al<br />
Duomo di Santa Maria<br />
Capua Vetere. Che dire?<br />
Un amico, un fratello<br />
maggiore a cui confidavo<br />
tutto. Sempre disponibile<br />
all’ascolto. Un<br />
cuore grande capace di<br />
volermi bene. Lo ricordo<br />
con immenso affetto.<br />
Salvatore Mandato<br />
Il mio rapporto di collaborazione con don Mimì è legato alla festa<br />
di Sant’ Anna. Un giorno prima della celebrazione della Santa<br />
Messa, passandomi accanto mi disse: “Salvatore non andartene<br />
dopo la messa che ti devo parlare”. In quel momento mi fece un poco<br />
preoccupare, ma dopo la Messa andai da lui e mi disse “Ho bisogno di<br />
te nel comitato per la festa di Sant’Anna, perché devo sostituire tuo<br />
padre che ormai è anziano. Quella collaborazione che doveva essere<br />
temporanea è durata fino a quando ha lasciato la nostra parrocchia.<br />
“Ti ricorderò sempre con affetto don Mimì”<br />
Annamaria Napoletano<br />
Ho avuto il piacere di collaborare con don<br />
Mimì per diversi anni nelle iniziative di<br />
“Estate Insieme” presso il Centro Parrocchiale<br />
Sant’Anna. Allora il Centro era attivo e luogo di aggregazione<br />
di bambini. Per me era motivo di orgoglio la<br />
fiducia che riponeva nei miei confronti quando mi affidava<br />
incarichi di responsabilità. E Grazie a lui mi<br />
sono avvicinata alle varie attività parrocchiali che<br />
svolgo tuttora. Sono tanti i ricordi da rispolverare,<br />
non solo spirituali ma anche piccoli ricordi materiali,<br />
infatti non dimenticava mai di portarmi dei ricordini<br />
dai suoi viaggi in Terra Santa.
8 speciale Vita Consacrata<br />
sabato 3 marzo <strong>2018</strong> - Anno 9 n°8<br />
9<br />
sabato 3 marzo <strong>2018</strong> - Anno 9 n°8<br />
Due voci per una<br />
esperienza unica!!!<br />
DI NICOLETTA PORZIO<br />
Sono le 9:00, oggi è una domenica diversa<br />
dalle altre. Noi genitori condivideremo a<br />
breve momenti speciali con i nostri bambini<br />
nella scuola Regina Carmeli di Santa<br />
Maria Capua Vetere. Alle 9:30 si aprono i<br />
cancelli.<br />
Entriamo carichi e gioiosi in questo percorso spirituale<br />
guidati da suor Irene, insegnante della sezione<br />
Stelle dell’istituto , insieme a tutte le altre<br />
suore che amorevolmente hanno intrattenuto i nostri<br />
bambini con giochi e canzoncine durante la<br />
Santa Messa.<br />
Veniamo subito accolti con un grande sorriso e un<br />
abbraccio individuale perché ognuno di noi merita<br />
calore e amore.<br />
Suor Miriamo ci viene incontro e con una ventata<br />
di allegria riesce a conquistare i nostri piccoli che<br />
la seguono in classe dove ci sono suor Monica e<br />
suor Nicoletta .<br />
Si sente il calore di un giorno di festa in famiglia<br />
perché siamo davvero una grande famiglia !<br />
Entriamo in chiesa dove sta iniziando la celebrazione<br />
della Santa Messa celebrata da don Elpidio.<br />
La celebrazione viene vissuta con partecipazione<br />
emotiva da tutti.<br />
Si vive un momento magico, di raccoglimento dove<br />
il silenzio regna sovrano.<br />
Cantiamo tutti insieme con il sorriso di Dio sui nostri<br />
volti e al momento di scambiarsi<br />
il segno della pace tutti<br />
siamo felici di stringerci la<br />
mano, sacerdote compreso che<br />
ci è viene incontro scendendo<br />
dall’altare.<br />
Durante la predica si tocca un<br />
tema attuale che fa molto parlare<br />
negli ultimi anni. Si sfiora il<br />
tema del femminicidio ...<br />
Finisce la Santa Messa e nel cortile<br />
troviamo un tavolo tanto<br />
ben apparecchiato con caffè<br />
caldo e cornetti per tutti Che<br />
bello! Facciamo colazione tutti<br />
insieme e scambiamo qualche<br />
chiacchiera tra noi.<br />
Intanto facciamo capolino dai<br />
piccoli che giocano in classe<br />
con i loro amici. Qualcuno<br />
piange e purtroppo contagia<br />
l’amico e così si innesca un tornado<br />
di pianti di piccoli che cercano<br />
i papà.<br />
Eh si! È domenica e questi piccolini<br />
desiderano anche i loro<br />
papà, dopo un’assenza settimanale<br />
per causa lavorativa. Così i<br />
papà vengono catturati dai loro<br />
angioletti e costretti a giocare<br />
Le Suore Carmelitane fanno della loro CASA<br />
una FAMIGLIA PER GRANDI E PICCINI<br />
con palle, trenini, macchinine e costruzioni.<br />
I papà tornano a sedersi nei banchetti di scuola su<br />
piccole sedioline e banchetti colorati.<br />
Noi mamme invece, finalmente sole, con suor<br />
Irene, entriamo in parlatorio e lo spettacolo che vediamo<br />
è meraviglioso.<br />
Ci sta una grande tavola di legno su cui poggiamo<br />
sette bibbie stupende intagliate a mano e decorate<br />
Ognuna di noi ha la sua bibbia, la sua penna e il suo<br />
figlio.<br />
Suor Irene ci illumina sul cammino che stiamo per<br />
intraprendere.<br />
Ci parla di cosa vuol dire scrutatio e ci insegna che<br />
il termine sta ad intendere una navigazione nella<br />
Bibbia passando da Antico a Nuovo Testamento. Ci<br />
esorta ad invocare lo Spirito Santo attraverso la lettura<br />
di una preghiera che lei stessa ha procurato per<br />
farcene dono e ci dice che sarà Lui stesso a guidarci<br />
in questa lettura fino a dare ad ognuna di noi la risposta<br />
alla nostra domanda. Così procediamo alla<br />
lettura individuale e percorriamo la strada che il Signore<br />
Dio ha deciso per ognuna di noi.<br />
Nel frattempo si cerca di recuperare i papà che purtroppo<br />
hanno meno tempo per dedicarsi alla scrutatio<br />
ma Dio ha forse voluto per loro qualcosa di<br />
diverso questa mattina.<br />
Dio guida i nostri passi anche quando non ne<br />
siamo consapevoli perché Lui sa di cosa la nostra<br />
anima necessita in un particolare momento.<br />
Qualcuno suona la campanella, sembra davvero<br />
essere tornati a scuola. Si va a pranzo tutti insieme<br />
con i piccoli e ognuno di noi collabora per aiutare<br />
l’altro. Suor Luisella ci prepara i piatti e noi tutti collaboriamo<br />
uniti. Si pensa all’altro prima di se stesso,<br />
il piatto viene portato all’altro caldo prima di servirlo<br />
a se stesso, ma nessuno mangia, si aspetta che<br />
tutti siamo seduti e che Suor Scolastica recita la<br />
preghiera prima di mangiare.<br />
Sembra che oggi siamo in un mondo speciale dove<br />
l’amore è l’unico sentimento che proviamo. I nostri<br />
occhi brillano perché Dio si avverte, Dio c’ è!<br />
Finiamo di pranzare e ci viene portato anche il<br />
dolce offerto da mamme che carinamente si sono<br />
prodigate per noi. Aiutiamo a sistemare il refettorio<br />
e ritorniamo in parlatorio a riflettere insieme ai<br />
papà le nostre impressioni personali sul cammino<br />
spirituale della mattina. Si sorride, si fanno battute<br />
e l’allegria ci fa sentire uniti e sereni nell’animo.<br />
Salutiamo con un po’ di tristezza, perché è già ora<br />
di andare; a suor Irene e ci riproponiamo di vederci<br />
con più frequenza perché quando si esce da questa<br />
esperienza è come se anche il cuore avesse imparato<br />
a sorridere oltre a battere e tu sorridi di conseguenza<br />
grazie a lui così come vivi grazie al suo<br />
battere Ciao mamme, ciao papà, rivediamoci presto<br />
e non dimentichiamo che questo giorno come<br />
altri faranno per sempre parte dei nostri ricordi di<br />
vita.<br />
L’esperienza vissuta oggi Domenica 25 02 18<br />
è stata spronate!<br />
DI VINCENZA VERONICA FONICIELLO<br />
La mattinata è iniziata con la Celebrazione<br />
della Santa Messa, fonte essenziale per la<br />
vita di noi Cristiani. Abbiamo ricevuto il<br />
Corpo di Cristo, la nostra gioia!<br />
Subito dopo ci siamo riuniti tutti nel cortile della<br />
scuola dove abbiamo consumato una ricca colazione<br />
e scambiato qualche chiacchiera, fondamentale<br />
per me visto che sono una neo arrivata.<br />
Penso sia importante avere la possibilità di confrontarsi<br />
con gli altri genitori, è un momento di ritrovo<br />
che ci dà la possibilità di scambiarci consigli<br />
utili per i nostri piccoli. Da lì ci siamo poi divise<br />
dai papà e ci siamo riunite nella sala dove Suor<br />
Irene, oggi, ci ha fatto un regalo bellissimo: LA<br />
SCRUTATIO. In pochi passaggi ci ha spiegato<br />
come fare, non era semplice, ma alla fine ci siamo<br />
riuscite. È stato come ho già detto spronante!<br />
Prima di iniziare la Scrutatio Suor Irene ci ha riunite<br />
in preghiera, accantonando preoccupazioni<br />
e altri pensieri, invocando lo Spirito Santo. Bisogna<br />
avere un atteggiamento disponibile ad entrare<br />
nella volontà di Dio, cioè essere consapevoli<br />
delle proprie resistenze e non cercare di manipolare<br />
la Parola di Dio per interpretarla secondo i<br />
nostri interessi egoistici.<br />
La Scrutatio si può fare a partire da qualsiasi<br />
brano della Scrittura. È importante, però, non scegliere<br />
dei brani perché ci fanno comodo o ci piacciono<br />
di più. Suor Irene ci ha spiegato che per<br />
avere un criterio si può scegliere il Vangelo della<br />
Domenica o del giorno, oppure una delle Letture<br />
o il Salmo.<br />
Per interpretare correttamente un brano è fondamentale<br />
capire il suo reale significato, e così evitare<br />
di far dire alla Parola ciò che già pensiamo<br />
essa debba dire in base alle nostre aspettative o i<br />
nostri stereotipi, convinzioni, nozioni sbagliate,<br />
ecc. Per cui occorre: capire il contesto, aiutarsi soprattutto<br />
con le note; le nozioni che conosciamo,<br />
eventualmente chiedere spiegazioni ad una persona<br />
competente, nel nostro caso sempre “la nostra”<br />
suor Irene.<br />
Una volta aver messo a fuoco ciò che vuole dire il<br />
testo, occorre approfondirlo tramite un metodo<br />
che chiamiamo Scrutatio, cioè l’interpretazione<br />
della Scrittura tramite altri passi della Scrittura. In<br />
concreto:<br />
focalizzare il versetto del brano che ci interessa,<br />
che ha attirato la nostra<br />
curiosità o ha toccato il nostro cuore.<br />
Leggere tutti e poi scegliere uno dei relativi riferimenti<br />
che esso ha al margine o talora in nota.<br />
Scegliere i riferimenti procedendo secondo la<br />
struttura della Bibbia.<br />
Collegare i riferimenti sforzandosi di mantenere<br />
il senso logico del ragionamento. È utile, a questo<br />
proposito, seguire sempre la parola-chiave iniziale<br />
o un suo sinonimo.<br />
Annotare i vari versetti ed eventualmente rappresentarli<br />
come una specie di albero; ognuno può<br />
trovare un proprio modo di farlo. Alla fine deve risultare<br />
un complesso di versetti coerenti tra loro<br />
attorno ad una determinata tematica.<br />
Trascorso il tempo necessario, fermarsi e calare il<br />
risultato di tutta la Scrutatio nella propria vita, riflettendo<br />
su ciò che il Signore ci ha suggerito (una<br />
decisione da prendere, un atteggiamento da cambiare,<br />
una speranza da nutrire, un fatto da accettare,<br />
un criterio di vita da adottare).<br />
Dopo questa intensa mattinata ci siamo riuniti<br />
per il pranzo, momento emozionante per i nostri<br />
piccoli, felici di poter condividere con noi genitori<br />
i loro spazi quotidiani, loro erano i padroni di<br />
casa! Ed è in questa occasione che ho visto partecipare<br />
tutti i genitori, era un pranzo in famiglia!<br />
Tutti partecipavano nel fare qualcosa. Alla fine del<br />
pranzo ci siamo poi riuniti, genitori e bambini, e<br />
abbiamo concluso la giornata condividendo il<br />
pensiero sull’esperienza vissuta oggi! E non a caso<br />
tutti eravamo felici di aver avuto un contatto così<br />
intimo con il Signore!<br />
Non meno importante è stata la foto di gruppo<br />
scattata prima di andare via, facce gioiose che sorridevano<br />
ad una fotocamera, testimone di un momento<br />
felice!
10<br />
sabato 3 marzo <strong>2018</strong> - Anno 9 n°8<br />
azione cattolica<br />
L’Azione Cattolica della Parrocchia San Michele Arcangelo di Curti si racconta<br />
Una storia bella…<br />
DI MARILENA TARTAGLIONE<br />
Quest’anno si celebrano i 150 anni di<br />
storia dell’Azione Cattolica Italiana,<br />
un momento forte non per autocelebrarsi<br />
o guardare all’indietro con<br />
nostalgia, ma, come ci ha ricordato<br />
Papa Francesco nel suo discorso all’A.C. del 30<br />
aprile 2017, è “fare memoria di un lungo itinerario<br />
di vita che aiuta a rendersi consapevoli di<br />
essere popolo che cammina prendendosi cura<br />
di tutti, aiutando ognuno a crescere nella fede,<br />
condividendo la misericordia, con cui il Signore<br />
ci accarezza”.<br />
Il tema di quest’anno, “Tutto quanto aveva per<br />
vivere”, che ha come icona la vedova che offre il<br />
“tutto” che ha, ci invita alla generosità, al dono,<br />
all’offerta gratuita e il verbo che affianca tale<br />
tema è “custodire”, non chiudendosi in se stessi,<br />
ma relazionandosi, aprendosi agli altri con<br />
slancio. Il percorso degli adulti ha come titolo<br />
“Attraverso”: dietro Gesù attraversiamo luoghi,<br />
incontriamo persone e da loro ci lasciamo “attraversare”,<br />
toccare, cambiare. Attraversiamo<br />
dunque la storia come membri di questa<br />
grande famiglia che è l’A.C., tenendoci per<br />
mano, custodendo la nostra vocazione, la nostra<br />
identità come un tesoro non da nascondere,<br />
ma da condividere di generazione in<br />
generazione.<br />
Questa è la storia della nostra AC nazionale,<br />
questa è la storia di ogni associazione diocesana<br />
e parrocchiale, questa è la storia dell’A.C.<br />
di Curti, Parrocchia di S. Michele Arcangelo,<br />
fondata nel lontano 31 marzo 1938 per volere<br />
del sacerdote don Lorenzo Nacca. Una storia<br />
bella, certo non priva di difficoltà e ostacoli da<br />
superare, momenti di grande entusiasmo e momenti<br />
di abbattimento, ma una storia che custodisce<br />
mete raggiunte o solo sfiorate,<br />
sacrifici, rinunce, cadute, riprese, crescita personale<br />
e comunitaria, sogni inseguiti, con la<br />
certezza nel cuore di avere Lui come compagno<br />
di viaggio, il solo che dà pienezza ad ogni impegno.<br />
La storia dell’A.C. di Curti si mescola dunque a<br />
quella di tante altre. Una storia di persone che<br />
non sono poi così diverse dalle altre, pienamente<br />
immerse nel loro quotidiano, che non<br />
hanno fatto niente di grande, ma cercano solo<br />
di rispondere con responsabilità alla chiamata<br />
del Signore impegnandosi nella formazione<br />
personale e di gruppo, favorendo il dialogo e il<br />
sostegno tra le generazioni, prendendo per<br />
mano i più piccoli e sorreggendo i più anziani<br />
nel cammino della fede, della vita, per essere<br />
agli occhi, spesso stanchi e delusi, dell’uomo di<br />
oggi testimoni di speranza e gioia autentica.<br />
L’attenzione a chi fosse in difficoltà o fosse bisognoso<br />
di una parola buona, di un aiuto concreto<br />
sforzandosi di costruire autentici legami<br />
fraterni e solidali, sulla spinta di grandi esempi<br />
ricevuti, questi i momenti di slancio vitale per<br />
la nostra associazione. Tante le attività che in<br />
questi 80 anni hanno impegnato i nostri soci,<br />
da esperienze forti di formazione e preghiera a<br />
iniziative di solidarietà, da momenti ricreativi e<br />
ludici ad attività teatrali. Ma di sicuro l’esperienza<br />
che negli ultimi 4 anni ha richiesto un<br />
grande impegno e notevoli sacrifici è stata la<br />
realizzazione del Presepe vivente, insieme alla<br />
Pro loco di Curti. Un’esperienza che ha arricchito<br />
tutti, e non poco, offrendo la possibilità di<br />
intessere legami autentici di solidarietà e amicizia<br />
in un orizzonte molto più ampio.<br />
Gridiamo il nostro “Grazie” al Signore per<br />
averci fatto questo grande dono, il dono dell’incontro,<br />
con Lui e attraverso Lui, con i fratelli<br />
con cui condividere la gioia e la fatica del cammino<br />
verso la meta.<br />
Ancora una volta le parole di papa Francesco ci<br />
entrano dentro e lasciano una scia: “Azione<br />
Cattolica, vivi all’altezza della tua storia! Vivi<br />
all’altezza di queste donne e questi uomini che<br />
ti hanno preceduto”.
famiglia 11<br />
sabato 3 marzo <strong>2018</strong> - Anno 9 n°8<br />
L’amore ai tempi del cellulare<br />
Generazione iphone<br />
DI PIERO DEL BENE<br />
Quando incontriamo fidanzati, ci capita<br />
spesso di invitarli a guardarsi negli<br />
occhi, magari nell’angolo più nascosto<br />
di un ristorantino intimo, al lume di una<br />
candela, per riflettere sulla loro storia a<br />
partire dagli spunti che abbiamo fornito loro e che<br />
sono nati dalle interazioni dell’incontro tra noi e<br />
loro. Come è risaputo, trovarsi qualche tempo per<br />
chiedersi anche solo “come stai?” oppure “dove<br />
stiamo?”, cioè “A che punto della nostra storia<br />
siamo giunti?” “Stiamo andando dove abbiamo deciso?”<br />
“E questa meta coincide con quella che Dio<br />
ha pensato per noi?” è una pratica salutare. Se si<br />
assume come stile da fidanzati, è più facile che<br />
questa prassi possa resistere anche all’urto della ferialità<br />
coniugale e, quindi, possa contribuire alla<br />
felicità matrimoniale. È capitato anche ultimamente,<br />
per giunta in prossimità della festa di san<br />
Valentino. Poi, però, nel giorno fatidico, succede<br />
che entri nel ristorantino, con tua moglie (per lo<br />
stesso motivo) e invece che da lumi di candele sei<br />
accolto da algide luci da cellulare. Senti di essere<br />
antico (ma non te ne vergogni) e rifletti un poco<br />
(perché non vuoi che quegli smartphone rovinino<br />
la tua serata dopo aver distrutto il romanticismo di<br />
quella degli altri). A casa, rifletti. Soprattutto<br />
quando ti imbatti in una ricerca che narra di un<br />
cambiamento antropologico in corso. Anzi, già avvenuto.<br />
Da ricerche condotte soprattutto negli States<br />
(ma anche nella vecchia cara Europa le cose<br />
non sono molto diverse) se ne ricava un quadro<br />
preoccupante: “Ossessionati dai “mi piace”, spaventati<br />
dall’essere isolati ma solo sui social (non<br />
importa se lo sono nella vita), vorrebbero liberarsi<br />
della loro “terza mano”, lo smartphone, ma appena<br />
affrontano la realtà si spaventano e preferiscono<br />
tornare nelle loro comode camere, dove i genitori<br />
li lasciano vivere (pensando che sia un posto più<br />
sicuro della strada) incollati a internet e dove<br />
hanno accesso ad un mondo su misura capace di<br />
soddisfare immediatamente, senza sacrifici, tutte<br />
le loro pulsioni e voglie. Così, incapaci di relazioni,<br />
di affrontare i problemi, sono depressi, per nulla ribelli<br />
e persino disinteressati alla sessualità carnale”.<br />
Il lume di candela per guardarsi negli occhi? No,<br />
grazie! E non finisce qui. Augusto Biasini, già primario<br />
dell’ospedale Bufalini di Cesena, quando gli<br />
è stato chiesto se la colpa sia dei telefonini, ha risposto:<br />
“Basta vedere in pizzeria la sera; lui e lei a<br />
tavola tutti e due a pigiare sui tasti del telefono, e<br />
così anche i bambini intenti a mandare messaggi,<br />
nessuno si parla”. In altri termini, il “problema” è la<br />
tecnologia, ma prima ancora gli adulti che ne abusano<br />
e che permettono ai bambini e i ragazzini di<br />
vivere incollati al piccolo schermo, che<br />
ormai segue tutti perfino in bagno (le ricerche dicono<br />
che i giovani non riescono ad addormentarsi<br />
se il cellulare non è vicino al loro cuscino a meno<br />
di andare in crisi di astinenza). Esattamente come<br />
accade ad un drogato con le sostante tossiche.” Allo<br />
Bufalini, va detto, curano bimbi “incollati” al display.<br />
Chamath Palihapitiya, ex vicepresidente di<br />
Facebook, spiegando di sentirsi in colpa, ha confessato:<br />
“Abbiamo creato un sistema di gratificazione<br />
a breve termine di like e di feedback guidato<br />
dalla dopamina, che sta distruggendo il modo normale<br />
in cui la società funziona ... quello che dico<br />
non è un problema solo americano ... ha a che fare<br />
con tutto il mondo”. Non a caso, ha chiarito “di<br />
usare Facebook il meno possibile” e che ai suoi figli<br />
“non è permesso usare questa schifezza”. Dopo una<br />
vita esposta all’overdose della gratificazione immediata,<br />
come parlare del “per sempre”? è un argomento<br />
su cui bisogna riflettere.<br />
Un ragazzo racconta<br />
Un pacco con tre indirizzi<br />
DI ASSUNTA SCIALDONE<br />
Professoressa, io sono un ragazzo molto<br />
sfortunato!. All’udire questa affermazione,<br />
così netta, chiedo: “Perché dici<br />
così? Il Signore ti ha donato la vita!<br />
Cosa ti manca”? “Prof, mi manca tutto!”. Mentre<br />
pronuncia questa frase i suoi occhi si riempiono<br />
di lacrime, abbassa lo sguardo sul banco<br />
e, incominciando a scuotere la testa, incalza<br />
con una domanda: “Perché io non devo avere<br />
dei genitori che vivono assieme? Perché devo<br />
andare una volta da mio padre, un’altra volta<br />
da mia madre e all’uscita di scuola devo andare<br />
a mangiare da mia nonna? Cosa ho fatto di<br />
male per meritarmi tutto questo?”. Mi avvicino<br />
al suo banco, cerco di incrociare i suoi occhi e<br />
gli dico: “Tu non hai fatto nulla! Tu non sei colpevole<br />
di nulla”. Cerco di farmi raccontare la<br />
sua storia e, mentre racconta, mi colpisce una<br />
frase: “Mio padre doveva sapersi tenere mia<br />
madre e anche mia madre doveva tenersi mio<br />
padre”. Gli chiedo cosa intenda dire e lui: “Non<br />
è possibile che ad un certo punto dicano di<br />
non andare più d’accordo dimenticandosi di<br />
quanto si volevano bene. Io ho visto le foto del<br />
matrimonio ed erano felici, si<br />
volevano bene, come è possibile<br />
tutto questo? La colpa deve<br />
essere per forza la mia perché<br />
quando erano felici io non<br />
c’ero”. Incalza affermando:<br />
“Non ho nulla! Ho tante cose<br />
materiali ma non ho la mia<br />
casa con i miei genitori. Ho<br />
tante case e il compagno di<br />
mamma e la compagna di<br />
papà. Prof, non è facile vedere<br />
un altro uomo e un’altra donna<br />
accanto ai tuoi genitori. Io mi<br />
sento male. Allora non ho<br />
nulla! Mi manca la famiglia”. Io<br />
gli dico che lui comunque è<br />
amato. Lui annuisce con la<br />
testa, ma non è convinto e mi<br />
dice: “Mi sembro un pacco postale<br />
che ha tre indirizzi: la casa<br />
di mamma, di papà e dei<br />
nonni”. Gli dico che tutta la rabbia<br />
che lui porta dentro è normale<br />
perché gli è stata tolta la<br />
stabilità e il calore di una famiglia<br />
ma deve<br />
farsi forza e<br />
andare avanti.<br />
A lui è stato chiesto di crescere<br />
prima e sarà un uomo più forte.<br />
Lui si asciuga le lacrime, mi<br />
guarda e dice: “Voi credete veramente<br />
che io ce la possa<br />
fare”? “Certo! - gli rispondo e<br />
aggiungo - Guai a te se non ce<br />
la dovessi fare”! Scherzando e<br />
col sorriso aggiungo: “Ti verrò<br />
a cercare a casa, so dove abiti e<br />
poi faremo due conti…perché<br />
tu sei una bella persona che ha<br />
molti doni. Devi tirare fuori la<br />
bellezza che Dio ha posto dentro<br />
di te”. All’udire queste parole<br />
i suoi occhi s’illuminano e<br />
con un sorriso, mi ringrazia. Da<br />
quella chiacchierata ogni mattina<br />
mi viene a cercare per salutarmi<br />
con il suo solito sorriso<br />
e con quel velo di tristezza che<br />
adombra i suoi occhi. Ed io<br />
puntualmente lo saluto e gli<br />
chiedo: “Come va? Come stai?”.<br />
E lui: “Ci sto provando ad essere<br />
meno arrabbiato e ad accettare<br />
la situazione.” Quando<br />
non mi vede, il giorno seguente<br />
quasi mi rimprovera: “Non<br />
siete venuta a scuola, come<br />
mai? Mi sono preoccupato, se<br />
non doveste più venire con chi<br />
potrò parlare?”. Lo rassicuro e<br />
gli dico che lui potrà farcela<br />
anche senza di me ma mai<br />
senza Dio. “Prof, quando parlo<br />
con voi mi sento meglio, non so<br />
perché, mi sento più sereno”.<br />
Ho voluto riportare i danni e la<br />
sofferenza che provoca una separazione<br />
nei figli dedicandola<br />
a quanti, ancora oggi, affermano<br />
con tanta leggerezza che<br />
separarsi non è mica la fine del<br />
mondo! Del mondo forse no<br />
ma di frequente è l’inizio di<br />
tanta sofferenza gratuita.
12 foranie<br />
sabato 3 marzo <strong>2018</strong> - Anno 9 n°8<br />
MARCIANISE<br />
Passione sportiva<br />
e divertimento<br />
Kairòs News incontra la società sportiva Virtus 04<br />
DI ANASTASIA OLIVIERO<br />
Quanto è importante<br />
l’attività sportiva?<br />
Quanta passione e caparbietà<br />
ci vogliono<br />
per investire sullo<br />
sport? Lo sport può essere il futuro<br />
dei giovani del nostro tempo? A<br />
tutte queste domande, ci sono<br />
delle risposte. Quelle di persone<br />
esperte, che con passione e dedizione,<br />
hanno portato avanti un<br />
progetto che dal 2004 al giorno<br />
d’oggi, vive e respira nella realtà di<br />
Curti. La società Virtus 04, appunto,<br />
nata 14 anni fa, dall’iniziativa<br />
di diverse famiglie che, spinte<br />
dal desiderio di trovare un’occupazione<br />
per i loro figli e accomunati<br />
dalla passione per lo sport,<br />
hanno dato vita a questa società.<br />
Essa si occupa di basket, accoglie<br />
bambini e ragazzi dai 5 anni in su.<br />
Il presidente è Carmine Longobardi<br />
e il responsabile e fondatore<br />
è Carlo Della Valle. L’obiettivo “è<br />
la formazione scolastica e sportiva<br />
dei ragazzi. Entrambe sono importanti,<br />
l’una non trascura l’altra.<br />
Non è stata pensata come una società<br />
di lucro, ma con lo scopo di<br />
far nascere ed accrescere la passione<br />
e l’impegno sportivo nei ragazzi”,<br />
come dice lo stesso<br />
fondatore. Oggi la società accoglie<br />
un centinaio di ragazzi che ormai<br />
sono “diventati una grande famiglia.<br />
In campo c’è massima disciplina<br />
e massima serietà, ma fuori,<br />
siamo pronti ad ascoltare i ragazzi<br />
secondo le loro esigenze” riporta<br />
lo stesso Della Valle. L’attività della<br />
suddetta società è divisa in<br />
gruppi: Pulcini (2011/2012), Scoiattoli<br />
(2009/2010) con istruttore<br />
Daniele Della Valle e assistente<br />
Alessia Della Monica, Aquilotti<br />
(2007/2008) con istruttore Federico<br />
d’Addio, Under 13<br />
(2005/2006)<br />
A l l e n a t o r e<br />
Paolo Mattiello,<br />
Under<br />
1 4<br />
(2004/2005),<br />
Under 15<br />
(2003/2004)<br />
Under 16<br />
(2002/2003)<br />
con allenatore<br />
Daniele<br />
Della Valle,<br />
Under 18<br />
E l i t e<br />
(2000/2001),<br />
Serie D con Allenatore Federico<br />
d’Addio, assistente Vincenzo Merola<br />
e Dirigente Catello Porfido. La<br />
Virtus04, vanta numerose vittorie<br />
interregionali e nazionali, tra le<br />
più importanti, si ricordano: 2005,<br />
1º posto Torneo di Modena cat.<br />
Aquilotti (annata 95/96); 2006,1º<br />
posto Torneo “Ciuffando nel minibasket”<br />
di Recale cat. Esordienti<br />
(annata 95/96) ( foto in calce all’articolo);<br />
2013, 1º posto finali regionali<br />
cat. Under 14 (annata 99/00);<br />
2015, 1º posto “Torneo delle<br />
Stelle” cat. Under 14 (annata<br />
01/02); 3º posto finali regionali cat.<br />
Under 15 Eccellenza (annata<br />
00/01); spareggio interzona a Livorno<br />
contro Fortitudo Bologna<br />
cat. Under 15 Eccellenza. Una<br />
delle figure più attive di questa società,<br />
è Daniele Della Valle, una<br />
volta giocatore, ora allenatore. “Ho<br />
intrapreso la carriera di istruttore<br />
e allenatore per continuare a vivere<br />
nel mondo della pallacanestro,<br />
che è la mia passione … ho<br />
allenato, inizialmente, gruppi di<br />
bambini cercando di trasmettere<br />
loro questa mia passione accompagnandoli<br />
nella scoperta del<br />
mondo del basket e divertendomi<br />
insieme a loro. Dopo il percorso di<br />
formazione, ho ricevuto la qualifica<br />
di allenatore e dopo tanta «gavetta»,<br />
sono diventato allenatore<br />
della Serie D per due anni, dove ho<br />
allenato molti ex compagni di<br />
squadra e amici. Nonostante ciò,<br />
in campo, abbiamo rispettato<br />
sempre i ruoli e aiutandoci in questa<br />
nuova esperienza. Quest’anno<br />
sono tornato ad allenare nuovamente<br />
il settore giovanile e, dopo<br />
un iniziale momento di difficoltà<br />
da parte dei ragazzi, dovuta al<br />
cambio di allenatore, adesso<br />
siamo diventati come una famiglia.<br />
In campo massimo rispetto,<br />
ma poi fuori si ride e si scherza!”<br />
Capua. Più rispetto per il prossimo, la persona al centro di tutto<br />
Essere felici è essere liberi<br />
DI ANNAMARIA MEDUGNO<br />
Un piacevole incontro quello<br />
con il professor Zamagni.<br />
Si è svolto martedì 27 febbraio<br />
alle 18.00 nel salone<br />
Capecelatro. Un Convegno<br />
sull’economia civile che ha messo al<br />
centro del dibattito tre parole: “lavoro<br />
sostenibilità e felicità”. Durante la discussione<br />
l’attenzione è andata all’essere<br />
umano in quanto persona. Oggi<br />
c’è una crisi di senso e bisogna ritornare<br />
a rispettare il prossimo. Queste<br />
sono state le affermazioni del relatore,<br />
che dopo aver dato la definizione di<br />
economia civile, si è soffermato sul<br />
rapporto che c’è tra lavoro e felicità.<br />
Tutti noi, ha enunciato Zamagni,<br />
anche se abbiamo un lavoro ben retribuito,<br />
ma non riusciamo a vivere la famiglia<br />
perché magari torniamo a casa<br />
troppo tardi per salutare i nostri figli,<br />
ecco che diventiamo infelici. Questa<br />
condizione di infelicità non aiuta la<br />
produzione perché non siamo innovativi<br />
sul lavoro e l’azienda non produce<br />
buoni profitti. La soluzione sarebbe<br />
quella di riorganizzare il modo di lavorare<br />
andando a vantaggio della persona<br />
e questo porterebbe l’economia<br />
a tornare ad essere civile e abbandonare<br />
la sua condizione incivile. Sono<br />
soprattutto i giovani a pagare per questa<br />
condizione perché si trovano a scegliere<br />
se lavorare o crearsi una<br />
famiglia. Attraverso il lavoro l’essere<br />
umano si completa. La sfida è di tornare<br />
ad un sistema basato anche sulla<br />
felicità della persona e della sua libertà.<br />
Santa Maria Capua Vetere . Forte del successo la manifestazione<br />
dà appuntamento a novembre<br />
Lectura Dantis sammaritana<br />
DI GIOVANNI DELLA CORTE<br />
Si è concluso presso il convento<br />
francescano di Santa<br />
Maria Capua Vetere il primo<br />
ciclo della Lectura Dantis.<br />
Ritornata dopo qualche<br />
anno di assenza, la manifestazione<br />
culturale, promossa dal Centro Culturale<br />
Francescano diretto dal frate<br />
francescano padre Berardo Buonanno,<br />
ha suscitato notevole interesse<br />
ed ampia partecipazione di<br />
cultori del poema dantesco e soprattutto<br />
degli studenti degli istituti<br />
superiori cittadini in tutti i sei<br />
incontri nei quali sono stati riletti e<br />
commentati sei canti dell’Inferno.<br />
La Sala Santa Chiara, luogo di svolgimento<br />
della Lectura Dantis, è<br />
sempre stata gremita ed i commentatori<br />
dell’opera dantesca prescelti<br />
per gli incontri, gli illustri<br />
dantisti Nicola Di Tella, Agnello<br />
Baldi, Bonaventura Perrone, Silvio<br />
Laudisio, Rosalba Piscopo e Saverio<br />
Caramanica, hanno appassionato gli<br />
intervenuti. Durante le serate, studenti<br />
del Liceo Artistico locale hanno<br />
esposto disegni illustranti il Poema<br />
Sacro. La lettura della Divina Commedia<br />
sammaritana, che si completerà<br />
nel 2021, in occasione del<br />
settimo centenario della morte di<br />
Dante Alighieri, riprenderà a novembre<br />
prossimo.
ubriche<br />
sabato<br />
13<br />
3 marzo <strong>2018</strong> - Anno 9 n°8<br />
Tradizione in cucina<br />
Zuppe o minestre?<br />
Zuppa di ceci, un piatto caldo che<br />
riesce a scaldare il corpo e il cuore<br />
DI ANASTASIA OLIVIERO<br />
Secondo il vocabolario della lingua italiana,<br />
la minestra è una “vivanda di<br />
riso o pasta, in brodo con verdure e legumi,<br />
o cotta in acqua, scolata e condita”.<br />
In italiano perciò, la minestra<br />
può essere sia in brodo che asciutta. E’ evidente<br />
che è nata come “brodo” e ancora oggi per minestra<br />
si intende per lo più una preparazione liquida<br />
con verdura. Il termine “minestra” è molto<br />
antico e si trova scritto sin dal '200. Deriva dal latino<br />
“minestrare”, che vuol dire somministrare e<br />
anche servire a tavola. Sono nati così molti detti:<br />
“mangiare sempre la stessa minestra”, “mangiar<br />
questa minestra o saltare dalla finestra”, “un<br />
piatto di minestra non si nega a nessuno”. Il diminutivo<br />
minestrina si riferisce sempre a piatti<br />
in brodo leggeri, mentre l’accrescitivo minestrone<br />
indica una preparazione a base di verdure,<br />
pasta e riso. Il termine zuppa è, invece,<br />
molto più recente tra il XV e il XVI secolo e deriva<br />
dalla voce gotica “suppa” che vuol dire “fetta<br />
inzuppata”. La sua preparazione è infatti costituita<br />
da pane raffermo immerso in un brodo di<br />
legumi e verdure. Le zuppe di ceci, lenticchie e<br />
fagioli si diffusero a partire da questo periodo.<br />
Ingredienti per 4 persone<br />
300 g Ceci secchi<br />
1 Carota<br />
1 Rametto di sedano<br />
1 Cipolla bianca<br />
3 Cucchiai olio extravergine d'oliva<br />
2 Rametti di rosmarino<br />
2 Foglie di alloro<br />
1,5 l Brodo vegetale<br />
60 g Passata di pomodoro<br />
Sale fino q.b.<br />
Pepe nero q.b<br />
Preparazione<br />
Mettere i ceci in ammollo.<br />
Versarli in una ciotola capiente,<br />
coprite d’acqua e lasciate<br />
reidratare per almeno<br />
12 ore . Trascorso il tempo,<br />
mettete sul fuoco una pentola<br />
con il brodo vegetale<br />
per scaldarlo. Intanto scolate<br />
e sciacquate i ceci.<br />
Spuntare anche il sedano e<br />
con il pelapatate eliminare<br />
la parte più esterna e fibrosa.<br />
Tritarlo ed aggiungere<br />
anche la cipolla e la<br />
carota. Versare l’olio extra<br />
vergine in una casseruola,<br />
lasciarlo scaldare e poi aggiungere<br />
il trito di sedano,<br />
carota e cipolla. Aggiungere<br />
un mestolino di brodo caldo<br />
e continuare la cottura per<br />
una decina di minuti. A questo<br />
punto versare i ceci.<br />
Unire alloro e rosmarino.<br />
Coprire i ceci con il brodo<br />
vegetale caldo e,infine, unire la passata di pomodoro.<br />
Cuocere a fuoco dolce per circa 2 ore o<br />
2 ore e mezza aggiungendo brodo al bisogno.<br />
Servire e gustare anche con crostini di pane raffermo!<br />
Simboli e numeri nel Cristianesimo<br />
La Quaresima, un tempo di grazia<br />
DI FERNANDO GRECO<br />
Nell’antica Grecia, per indicare il<br />
tempo, venivano utilizzati due distinti<br />
termini, di significato differente:<br />
Kronos e Kairòs. Il primo,<br />
indicava il tempo cronologico che<br />
scorre inesorabile, fuggendo attimo<br />
dopo attimo. Nato dalla unione del<br />
Cielo (Urano) con la Terra (Gea), Crono<br />
rappresentava per i pagani la divinità<br />
del tempo per eccellenza. Il secondo,<br />
invece, indicava il tempo qualitativo<br />
dal significato di “momento propizio”<br />
in cui accade qualcosa di speciale per i<br />
singoli individui o per la collettività.<br />
Anche Kairòs rappresentava una divinità.<br />
Lo si immaginava come un giovinetto dai<br />
piedi alati, con un ciuffetto sulla fronte e la nuca<br />
rasata. Il pittore fiorentino Francesco Salviati<br />
(1510-1563) realizzò, nella Sala dell’Udienza di<br />
Palazzo Vecchio, un affresco che ritrae un suggestivo<br />
“Tempo Opportuno” così come descritto<br />
dalla mitologia greca. Queste due differenti interpretazioni<br />
del “tempo” sono, ancora oggi, presenti<br />
nella nostra cultura. Con l’avvento del Cristianesimo,<br />
e impreziosito dalla tradizione biblica,<br />
Kairòs ha assunto un significato<br />
spirituale sinonimo di “tempo in cui<br />
Dio agisce”, ovvero “tempo di grazia”, ai<br />
quali si ispira la testata del nostro giornale.<br />
L’Apostolo Paolo, nell’autunno del<br />
57 d.C., così esortava, alla conversione,<br />
la comunità di Corinto: “…ecco dice il Signore,<br />
al momento favorevole ti ho esaudito<br />
e nel giorno della salvezza ti ho<br />
aiutato…ecco adesso il momento favorevole,<br />
ecco ora il giorno della salvezza…”<br />
(2 Cor 6-2). Nei primi secoli, per le comunità<br />
cristiane, costituiva momento di<br />
grazia particolare il Battesimo che i catecumeni<br />
ricevevano nella Vigilia di Pasqua,<br />
alla presenza della intera<br />
comunità. Come atto di penitenza, tutti i partecipanti<br />
al solenne rito dovevano osservare il digiuno<br />
“per uno o due giorni”, come stabiliva<br />
l’insegnamento dei Dodici Apostoli. Sono queste<br />
le origini della Quaresima che la Chiesa e i fedeli<br />
celebrano come percorso di preparazione alla<br />
Santa Pasqua del Signore, momento centrale<br />
dell’Anno Liturgico. E’ un tempo impegnativo, e<br />
per questo chiamato “forte”, da vivere nel segno<br />
della preghiera, del digiuno e dell’elemosina.<br />
Quaranta giorni propizi per il rinnovamento e la<br />
purificazione. Quaranta, come i giorni vissuti da<br />
Noè nell’Arca. Quaranta, come gli anni vissuti da<br />
Mosè, e il suo popolo, nel deserto. Quaranta,<br />
come i giorni vissuti da Gesù nella solitudine,<br />
combattendo contro il demonio. La storia del Cristianesimo<br />
insegna come simboli e numeri rivestano,<br />
per i credenti, un valore trascendentale.<br />
Gesù stesso, per raggiungere i nostri cuori, ama<br />
esprimersi con simboli e con parabole. Papa<br />
Francesco ci esorta a vivere il percorso quaresimale<br />
con “la gioia nel cuore”. Monsignor Salvatore<br />
Visco, lo scorso mercoledì delle Ceneri, ha<br />
concluso la Sua Omelia augurando: “…la Quaresima<br />
ci dia la capacità e la forza di prepararci degnamente<br />
alla Gloria della Pasqua, diventando<br />
per noi e per gli altri, annunziatori della verità del<br />
Vangelo…”. Ciascuno di noi potrà cogliere questa<br />
opportunità anche partecipando alle numerose<br />
iniziative, incontri e programmi, che le Parrocchie<br />
e le Comunità della nostra Arcidiocesi hanno predisposto<br />
in occasione del tempo forte e opportuno<br />
che stiamo vivendo. Buona Quaresima!
14 rubriche<br />
sabato 3 marzo <strong>2018</strong> - Anno 9 n°8<br />
Cinema<br />
Un film d’animazione Pixar da 0 a 99 anni<br />
Inside Out<br />
DI PASQUALE IODICE<br />
Inside Out è un film<br />
d’animazione del 2015<br />
diretto da Pete Docter,<br />
realizzato dalla Pixar<br />
e distribuito dalla Walt<br />
Disney Pictures. Questo<br />
piccolo capolavoro ha ricevuto<br />
molti importanti riconoscimenti,<br />
tra cui il<br />
premio Oscar come miglior<br />
film d’animazione, il Golden<br />
globe come miglior<br />
film d’animazione, l’ Hollywood<br />
Film Awards come<br />
miglior film d’animazione e<br />
l’ MTV movie Award a Amy<br />
Poehler come miglior esibizione<br />
virtuale.<br />
Cosa c’è nella nostra<br />
mente?! Bho non ci è dato<br />
saperlo, ma nella mente di<br />
Riley, una ragazzina di undici<br />
anni del Minnesota, vivono<br />
cinque emozioni:<br />
Gioia, Disgusto, Paura,<br />
Rabbia e Tristezza, tutte<br />
hanno un compito chiaro<br />
tranne l’ultima il cui scopo<br />
non è ben chiaro a nessuna<br />
emozione. Le emozioni<br />
vere protagoniste del film,<br />
svolgono la loro attività in<br />
una stanza con una console<br />
piena di pulsanti da cui “dirigono”<br />
la vita di Riley. Ogni<br />
volta che un’emozione agisce,<br />
nasce un ricordo sottoforma<br />
di una piccola sfera<br />
del colore dell’emozione<br />
che lo ha causato. I ricordi<br />
più importanti sono chiamati<br />
ricordi base, quelli di<br />
Riley sono cinque e sono<br />
tutti causati da Gioia e<br />
quindi felici. I ricordi base<br />
alimentano le cinque isole<br />
della personalità della ragazzina:<br />
la famiglia, l’onestà,<br />
la stupidera, ossia la<br />
propensione per le buffonate,<br />
l’hockey e l’amicizia.<br />
Riley sta vivendo un periodo<br />
molto particolare, la<br />
famiglia si è trasferita a San<br />
Francisco per motivi di lavoro,<br />
questo porterà problemi<br />
anche nella sua sfera<br />
emotiva. La ragazza comincia<br />
a frequentare la nuova<br />
scuola e quando sta parlando<br />
ai suoi compagni sui<br />
ricordi di quando lei giocava<br />
ad hockey, tristezza<br />
tocca il ricordo e Riley comincia<br />
a piangere, così si<br />
crea il primo ricordo base<br />
triste. Gioia cerca di impedire<br />
la creazione di questo<br />
ricordo base ma lei e Tristezza<br />
con tutti i ricordi<br />
base vengono catapultate<br />
fuori dalla “sala controllo”.<br />
Senza i ricordi base le cinque<br />
isole della personalità<br />
si spengono. Gioia e Tristezza<br />
vengono spedite<br />
nella fatidica “memoria a<br />
lungo termine”, un archivio<br />
labirintico e infinito di scaffali<br />
colmi di ricordi, cercando<br />
una strada per il<br />
ritorno. Lungo il percorso<br />
per ritornare alla sala controllo<br />
le due emozioni incontrano<br />
tantissime<br />
creature strane, che fanno<br />
parte dei ricordi di Riley, e<br />
vengono a conoscenza di<br />
tante aree molto importanti<br />
per la vita della ragazza.<br />
Gioia, in preda allo sconforto,<br />
inizia a osservare nostalgicamente<br />
i vecchi<br />
ricordi di Riley fino a trovarne<br />
uno che lei aveva<br />
sempre ritenuto felice, ma<br />
che in realtà era nato come<br />
un ricordo triste, per poi diventare<br />
gioioso solo nel<br />
momento in cui la famiglia<br />
e gli amici iniziano a confortare<br />
la ragazza. Gioia<br />
comprende così l’importanza<br />
di Tristezza: segnalare<br />
il bisogno di Riley di<br />
ricevere aiuto dalle persone<br />
che le vogliono bene. Intanto,<br />
nel quartier generale,<br />
Rabbia, in un tentativo di<br />
mettere fine all’infelicità di<br />
Riley, insinua nella sua<br />
mente l’idea di fuggire di<br />
casa in direzione del Minnesota.<br />
Ciò porta al crollo<br />
dell’ultima isola della personalità<br />
ancora in piedi, la<br />
Famiglia. Questa serie di<br />
episodi porta allo spegnimento<br />
della consolle, rendendo<br />
Riley del tutto priva<br />
di emotività. Il ritorno,<br />
dopo mille avventure di<br />
Gioia e Tristezza farà ritornare<br />
tutto in ordine. Un<br />
anno più tardi, Riley si è<br />
adattata alla nuova casa, e<br />
tutte le emozioni lavorano<br />
assieme per aiutarla a svolgere<br />
una vita normale , ma<br />
emotivamente complessa,<br />
con un pannello di controllo<br />
tutto nuovo.<br />
Gioia, Tristezza, Rabbia, Disgusto<br />
e Paura sono considerate<br />
le cinque emozioni<br />
di base principali. Queste<br />
emozioni, come ci mostra<br />
magistralmente il film<br />
Pixar, influenzano notevolmente<br />
i comportamenti e le<br />
decisioni intraprese dalla<br />
protagonista. Non<br />
siamo,però, completamente<br />
dipendenti dalle nostre<br />
emozioni, in quanto diversi<br />
sono gli aspetti che intervengono,<br />
i più<br />
importanti,forse, sono: gli<br />
eventi scatenanti, le caratteristiche<br />
personali e le<br />
norme socioculturali che<br />
regolano l’esposizione delle<br />
emozioni. Proprio riguardante<br />
la regolazione dell’umore,<br />
negli ultimi anni,<br />
si parla sempre di più di Intelligenza<br />
Emotiva, cioè<br />
l’abilità di riconoscere, regolare<br />
e controllare le proprie<br />
emozioni, facendoci<br />
sempre prendere decisioni<br />
riguardanti i nostri comportamenti<br />
nel modo più sereno<br />
possibile. Se negli anni<br />
precedenti si considerava<br />
l’intelligenza come un qualcosa<br />
che fosse del tutto<br />
estraneo, e lontano, dalle<br />
emozioni, oggi, invece, ci si<br />
è accorti che anche il nostro<br />
rapporto con le emozioni è<br />
sotto il controllo di una<br />
forma di intelligenza, l’Intelligenza<br />
Emotiva. È possibile<br />
prendere in considerazione<br />
quattro aspetti<br />
principali nell’Intelligenza<br />
Emotiva: espressione, valutazione,<br />
regolazione e utilizzo<br />
delle emozioni.<br />
Altro tema principe del film<br />
è la presenza delle cinque<br />
diverse emozioni. Durante<br />
il film si capisce che ogni<br />
emozione ha un suo compito,<br />
le diverse emozioni<br />
come Tristezza, Rabbia, Disgusto<br />
e Paura non vestono<br />
solo la parte di protagoniste<br />
negative, ma svolgono<br />
anche alcune funzioni importantissime<br />
che ci aiutano<br />
a mantenere anche il<br />
nostro benessere psico-fisico.<br />
In Inside out la protagonista<br />
Riley, sperimenta,<br />
forse, per la prima volta una<br />
serie di emozioni “negative”<br />
che, insieme agli eventi che<br />
sta vivendo, la stanno portando<br />
a mettere in atto<br />
comportamenti che per<br />
quelli che la conoscono da<br />
tanto tempo, come i suoi<br />
genitori, possono sembrare<br />
strani. Nel film si vede<br />
come le emozioni svolgono<br />
un ruolo adattivo per la<br />
protagonista, Gioia garantisce<br />
la felicità alla ragazza,<br />
Disgusto si occupa che<br />
Riley non venga avvelenata,<br />
Paura la tiene lontano dai<br />
pericoli, Rabbia impedisce<br />
che la ragazza subisca ingiustizie<br />
e Tristezza le permette<br />
di ricevere aiuto.<br />
Inside Out è si un film<br />
d’animazione, ma, viste le<br />
tematiche trattate, può essere<br />
rivolto soprattutto alle<br />
persone più adulte piuttosto<br />
che ai bambini, poiché<br />
alcuni concetti come, le<br />
isole della personalità, memoria<br />
a lungo termine o<br />
emozioni, per i più piccoli<br />
potrebbero essere un po’<br />
complessi, soprattutto se<br />
non è presente un adulto<br />
che può spiegare e mediare<br />
questi concetti. I bambini<br />
del film apprezzerebbero<br />
sin da subito i personaggi<br />
buffi, le bellissime scene e<br />
le gag. Si potrebbe quindi<br />
affermare che è un film per<br />
tutta la famiglia, ognuno<br />
potrebbe apprezzarne e coglierne<br />
il suo senso, quindi<br />
… BUONA VISIONE
orari messe<br />
15<br />
sabato 3 marzo <strong>2018</strong> - Anno 9 n°8<br />
CITTÀ PARROCCHIA CHIESA<br />
ORARI PRE<br />
FESTIVI<br />
ORARI FESTIVI<br />
CAPUA CAPUA CENTRO Cattedrale 18.00 8.30 11.30<br />
CAPUA CAPUA CENTRO 17.00 -<br />
CAPUA CAPUA CENTRO Chiesa San Domenico 19.00 -<br />
CAPUA<br />
CAPUA<br />
CAPUA CENTRO<br />
CAPUA CENTRO<br />
Chiesa Santi Filippo<br />
e Giacomo<br />
Chiesa della<br />
Concezione<br />
- 9.30<br />
- 10.30<br />
CAPUA CAPUA CENTRO - 19.00<br />
CAPUA<br />
CAPUA CENTRO<br />
Cappella ex Ospedale<br />
Civile<br />
8.15 8.45<br />
CAPUA PARROCCHIA SACRO CUORE DI GESÙ - 18.30 11.00<br />
CAPUA PARROCCHIA SAN GIUSEPPE - 18.00 9.00 11.00 18.30<br />
CAPUA PARROCCHIA SAN PIETRO APOSTOLO - 18.00 9.00 11.30 18.00<br />
CAPUA PARROCCHIA SAN PIETRO APOSTOLO Chiesa di San Lazzaro - 10.30<br />
CAPUA PARROCCHIA SAN ROBERTO BELLARMINO - 18.30 9.30 11.00<br />
PANTULIANO<br />
PANTULIANO<br />
PARROCCHIA SAN GIOVANNI EVANGELISTA<br />
PARROCCHIA SAN GIOVANNI EVANGELISTA<br />
Chiesa San Giovanni<br />
Evangelista<br />
Chiesa Santa Maria<br />
Maddalena<br />
18.00 8.00 11.00<br />
- 9.30<br />
LEPORANO PARROCCHIA S. MARIA AD ROTAM MONTIUM - 17.00 9.00 17.00<br />
CAMIGLIANO PARROCCHIA SAN NICOLA DI BARI - 18.00 9.00<br />
VITULAZIO PARROCCHIA - 18.00<br />
BELLONA SAN SECONDINO VESCOVO E CONFESSORE - -<br />
8.00 10.00<br />
11.30 18.00<br />
7.00 9.00<br />
11.00 18.00<br />
TRIFLISCO PARROCCHIA DEL SS. SALVATORE Cappella SS. della Pietà 18.00 -<br />
TRIFLISCO PARROCCHIA DEL SS. SALVATORE - - 10.00 18.00<br />
S. ANGELO IN F. Suore 18.00 -<br />
S. ANGELO IN F. <br />
S. ANGELO IN F. <br />
CURTI<br />
CURTI<br />
S. MARIA C.V.<br />
PARROCCHIA DI CURTI<br />
PARROCCHIA DI CURTI<br />
SANTA MARIA MAGGIORE<br />
E SAN SIMMACO<br />
Chiesa Madonna del<br />
Carmelo<br />
<br />
Padova<br />
Chiesa San Michele<br />
Arcangelo<br />
Tempio<br />
dello Spirito Santo<br />
Duomo<br />
- 8.30 18.30<br />
- 11.00<br />
18.00 8.00 - 11.30<br />
- 10.00 18.00<br />
8.00 9.00<br />
18.30<br />
8.00 10.00<br />
11.30 18.30<br />
S. MARIA C.V. SAN PIETRO APOSTOLO 19.00 9.00 11.00 19.30<br />
S. MARIA C.V. SAN PAOLO APOSTOLO 19.00 8.00 11.30 19.30<br />
S. MARIA C.V. 18.30 9.30 11.00 18.30<br />
S. MARIA C.V. 18.30 8.30 10.30<br />
S. MARIA C.V. SAN PAOLINO 18.30 9.00 11.00<br />
S. MARIA C.V. 7.00 19.00 7.30 10.00 19.00<br />
S. MARIA C.V. SANTA MARIA DELLE GRAZIE 7.30 19.00<br />
S. MARIA C.V. IMMACOLATA CONCEZIONE 8.30 19.00<br />
7.30 10.00<br />
11.30 19.00<br />
8.30 10.00<br />
11.30 19.00<br />
S. MARIA C.V. RETTORIA ANGELI CUSTODI 18.00 9.00 11.30 18.00<br />
S. MARIA C.V. SAN VITALIANO 19.00 10.00 11.30 19.00<br />
S. MARIA C.V. CHIESA MADRE CIMITERO 10.00<br />
S. MARIA C.V.<br />
S. MARIA C.V.<br />
Suore Ancelle<br />
<br />
Suore Domenicane<br />
di Pompei<br />
S. MARIA C.V. Suore Vittime Espiatrici 7.30<br />
S. MARIA C.V.<br />
Suore Ancelle<br />
<br />
<br />
CASAGIOVE SAN MICHELE ARCANGELO 19.00<br />
PORTICO<br />
DI CASERTA<br />
7.15 8.30<br />
7.15<br />
7.30<br />
SAN PIETRO APOSTOLO 19.00<br />
8.00 10.00<br />
11.30 19.00<br />
8.00 10.00<br />
11.30 19.00<br />
MARCIANISE SANTA MARIA DELLA LIBERA 19.00 8.30 10.30 19.00<br />
MARCIANISE SANTISSIMA ANNUNZIATA 18.30<br />
7.00 8.30<br />
10.00 11.30 18.30<br />
MARCIANISE 18.00 8.00 9.30 11.00<br />
CASAPULLA 8.30 19.00<br />
CANCELLO<br />
ED ARNONE<br />
7.30 9.30<br />
11.30 18.30<br />
MARIA SANTISSIMA ASSUNTA IN CIELO 19.00 11.00 19.00<br />
MAZZAFARRO 9.30<br />
SANTA MARIA<br />
LA FOSSA<br />
SANTA MARIA<br />
LA FOSSA<br />
MARIA SANTISSIMA ASSUNTA IN CIELO 17.00 8.00 11.30 17.00<br />
MARIA SANTISSIMA ASSUNTA IN CIELO<br />
Cappella in via Camino<br />
(Poderi)<br />
10.00<br />
ARCIDIOCESI DI CAPUA<br />
A.C.L.I. Progetto San Marcello<br />
C.so Gran Priorato di Malta, 22 81043 Capua (CE)<br />
P. Iva: 03234650616<br />
Reg. Trib di Santa Maria C.V.<br />
n. 764 del 22 Giugno 2010<br />
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CAPOREDATTORE<br />
Giovanna Di Benedetto<br />
GRAFICA<br />
Giovanna Di Benedetto<br />
HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO<br />
Giuseppe Centore – Annamaria Medugno<br />
mons. Roberto Brunelli – Antonello Gaudino<br />
Piero Del Bene – Madre Amabile Galatà<br />
Daniele Nardi– Orsola Treppiccione<br />
Roberto Forgillo – Giovanni Della Corte<br />
Mons. Salvatore Visco - Anna Munno<br />
Anastasia Oliviero – Maria Merola<br />
Tiberio Gracco<br />
STAMPA<br />
Centro Offset Meridionale<br />
"Kairòs News", tramite la Fisc (Federazione Italiana<br />
Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto<br />
dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice<br />
di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.<br />
Iscritto a
16 rubriche<br />
sabato 3 marzo <strong>2018</strong> - Anno 9 n°8<br />
Foto Notizia<br />
La Diocesi sotto la neve<br />
Scenari da cartolina ma le città in tilt<br />
DI NOEMI CECERE<br />
Gelo e Neve inaspettata hanno sorpreso<br />
gli ultimi giorni tutta l’Italia;<br />
Nevicate intense si sono registrate in<br />
diverse aree creando disagi e cogliendo<br />
inaspettati molti paesi e città.<br />
La morsa del gelo ha raggiunto anche Capua che<br />
al suo risveglio si è trovata coperta di un insolito<br />
manto bianco. Immediatamente il sindaco<br />
Eduardo Centore, così come gli atri sindaci della<br />
provincia di Caserta, ha ordinato la chiusura di<br />
tutte le scuole di ogni ordine e grado, scelta dettata<br />
dalla proroga dell’allerta meteo diramata<br />
dalla Protezione civile della Regione Campania.<br />
A causa del cattivo tempo si sono registrati forti<br />
disagi: trasporti in tilt e circolazione ferroviaria<br />
fortemente rallentata a Napoli e in tutta la Campania,<br />
traffico bloccato per ore e caos lungo le<br />
principali arterie stradali; la A1 tra Capua e Caianello<br />
è stata chiusa al traffico per l’intervento<br />
degli spazzaneve. Purtroppo non sono mancati<br />
tamponamenti; le poche vetture che sono scese<br />
in strada hanno incontrato non poche difficoltà<br />
nel percorrere strade scivolose e ghiacciate. Il<br />
freddo gelido e la neve improvvisa non hanno<br />
creato solo scompiglio in Città ma hanno portato<br />
con sé anche l’ironia e la polemica di molti<br />
cittadini che hanno<br />
dovuto interrompere<br />
la propria routine<br />
quotidiana e fare i<br />
conti con una città<br />
“paralizzata” da<br />
qualche “fiocco di<br />
neve”. Per contro c’è<br />
stato anche chi si è<br />
divertito a fare sculture<br />
di neve in miniatura<br />
o a lanciare palle<br />
di neve cercando di<br />
godersi questi giorni<br />
atipici ai quali almeno<br />
noi del sud<br />
non siamo per nulla<br />
abituati; e se da un<br />
lato questa neve inaspettata<br />
ha creato<br />
seccature e scomodità<br />
dall’altro ha regalato<br />
a noi cittadini<br />
uno spettacolo meraviglioso<br />
e uno scenario<br />
quasi fiabesco<br />
imbiancando strade<br />
e monumenti.<br />
Capua<br />
Curti Santa MariaC. V.<br />
Vitulazio<br />
Marcianise