Rivista "Agricoltura" Regione Piemonte - n.93 dicembre 2017

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Fig. 2 Riparto percentuale delle fonti emissive di ammoniaca in atmosfera (rielaborato da Veneto Agricoltura, 2015) Fig. 3 Riparto percentuale delle fonti emissive di ammoniaca di origine agricola (rielaborato da Veneto Agricoltura, 2015) è aerato al punto giusto da favorire le emissioni; può essere efficientemente mitigato anticipando il più possibile la ri-sommersione delle camere dopo le fertilizzazioni. L’AMMONIACA Oltre ai cambiamenti climatici, le attività umane immettono nell’atmosfera altri gas che provocano inquinamento; il principale è l’ammoniaca (NH3), che ha molti effetti ambientali negativi, quali la formazione di polveri sottili, le piogge acide e l’acidificazione dei suoli. Il particolato atmosferico, noto come PM10 e PM 2,5 a seconda della sua dimensione, penetra agevolmente nel sistema respiratorio umano e, nel caso di quello più fine, dai polmoni passa anche al sistema cardiocircolatorio; la sua rilevanza sulla salute umana è la causa dell’attenzione che la Comunità Europea dedica al problema dello smog, maggiormente rilevante in Pianura padana nel periodo invernale, quando l’inversione termica ne impedisce la naturale dispersione e spesso mancano precipitazioni. L’eccessiva presenza di ammoniaca in atmosfera genera anche il fenomeno delle piogge acide, causa del deperimento delle foreste e della diminuzione del pH dei suoli agricoli. Oltre che in atmosfera, l’ammoniaca può contaminare anche le risorse idriche, causando eutrofizzazione, ovvero un’eccessiva proliferazione di alghe, con ridotta fruibilità dei corsi d’acqua, morie di pesci e liberazione di tossine algali. L’agricoltura occupa una posizione dominante tra i produttori di ammoniaca, con il 96% delle fonti emissive (Fig. 2); quelle relative alla gestione dei reflui zootecnici e dei digestati sono le fonti più importanti (82% delle emissioni totali di ammoniaca) (Fig. 3). Tali emissioni si manifestano lungo tutta la filiera, dal momento della produzione di queste matrici fino alla distribuzione in campo, e sono influenzate da una molteplicità di fattori. Va sottolineato che l’ammoniaca è una forma azotata prontamente disponibile, pertanto da un lato le perdite di NH3 rappresentano dal punto di vista agronomico un mancato apporto alle colture, che andrà ripristinato con le concimazioni, dall’altro il rischio di perdita nell’ambiente è maggiore, soprattutto nei digestati dove la concentrazione di azoto ammoniacale può essere il 50- 70 % dell’azoto totale. Le corrette soluzioni gestionali e strutturali permettono però un efficace contenimento delle perdite ammoniacali, riducendo al minimo la superficie del refluo a contatto con l’aria. All’interno dei ricoveri zootecnici è importante ridurre il tempo di permanenza delle deiezioni, mantenere una corretta climatizzazione (temperatura e ventilazione), con effetti positivi anche sul benessere degli animali, e ridurre l’apporto di acqua (es. nei lavaggi, ma anche limitando la diluizione delle acque piovane). Nella fase di stoccaggio, si può intervenire coprendo i bacini di stoccaggio, ma anche ponendo attenzione al rapporto superficie/ volume nella loro realizzazione; oltre che con strutture fisse, la copertura degli stoccaggi può essere realizzata con materiali flottanti (es. elementi di materiale plastico, granuli di argilla espansa, ecc.), con significative per- 50 Agricoltura 93
Il Programma di sviluppo rurale interviene con operazioni a favore di pratiche agronomiche sostenibili centuali di abbattimento delle emissioni di ammoniaca (60 - 80%). Anche le strutture per il recupero del biogas, pur essendo dedicate alla captazione del metano, permettono la mitigazione delle perdite ammoniacali. Nella fase di spandimento in campo, infine, è possibile adottare sistemi di distribuzione che riducono la polverizzazione del getto, es. la distribuzione localizzata in bande rasoterra (55-60 % di riduzione delle perdite), oppure procedere all’interramento immediato del refluo (fino al 97 % di riduzione delle perdite, con l’interramento a solco chiuso). Un’efficace tecnica di abbattimento delle emissioni ammoniacali, ancora poco diffusa in Italia, ricorre all’acidificazione dei reflui (in stalla o nelle successive fasi di stoccaggio e distribuzione), consentendo di ridurre fino al 70% le emissioni di ammoniaca rispetto al refluo tal quale, e sembra essere in grado di mitigare anche le perdite di nitrati per lisciviazione. GLI INTERVENTI DEL PSR Data la rilevanza delle fonti agricole nelle perdite di ammoniaca, in accordo con gli obiettivi e le strategie europee di intervento, il Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 del <strong>Piemonte</strong> ha dato ampio spazio alla tematica della riduzione delle emissioni atmosferiche, erogando un sostegno economico sia per la realizzazione di investimenti aziendali, sia per l’adozione di tecniche agronomiche sostenibili. In particolare, l’operazione 4.1.3. sostiene gli imprenditori agricoli e i giovani che si insediano per la prima volta in agricoltura nell’acquisto di macchine e attrezzature per la gestione efficiente della filiera dei reflui zootecnici e dei digestati, nonché nella realizzazione di interventi sulle strutture di stabulazione degli animali e nella riduzione del consumo d’acqua nelle attività zootecniche. Sono stati stanziati 12 milioni di euro; ad oggi sono stati oggetto di bando 5 milioni di euro. L’operazione 10.1.5. sostiene invece l’adozione per 5 anni di tecniche a bassa emissività nella distribuzione in campo di reflui zootecnici e digestati, quali la distribuzione rasoterra in bande sulle superfici inerbite e l’interramento immediato a solco chiuso sui seminativi. Sono stati stanziati 15 milioni di euro in 5 anni; ad oggi circa 9500 ettari hanno assunto l’impegno quinquennale. Anche il Piano Regionale di Qualità dell’Aria, in corso di approvazione in questi mesi, prevede azioni di mitigazione delle emissioni ammoniacali in campo agricolo, oltre che negli altri settori produttivi. In sinergia con il Programma di Sviluppo Rurale, promuoverà il ricorso a tecniche di distribuzione a bassa emissività e la realizzazione di investimenti aziendali per migliorare l’efficienza gestionale delle principali fonti emissive, stabilendo inoltre l’adozione, presumibilmente a partire dal 1/1/2021, di alcuni obblighi gestionali e vincoli agronomici per le situazioni aziendali a maggiore emissione ammoniacale. PER INFO SUGLI INTERVENTI PSR CITATI: Operazione 4.1.3: www.regione.piemonte.it/ agri/psr2014_20/misure_ interventi/M4.htm Operazione 10.1.5: www.regione.piemonte.it/ agri/psr2014_20/misure_ interventi/M10.htm Piano Qualità Aria: www.regione.piemonte. it/ambiente/aria/piano_ regionale.htm Agricoltura 93 51
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