Rivista "Agricoltura" Regione Piemonte - n° 92, giugno 2017
determinare l’origine della contaminazione, tra le seguenti: - contaminazione volontaria dell’operatore; - contaminazione accidentale tecnicamente evitabile; - contaminazione accidentale tecnicamente inevitabile. Le contaminazioni di tipo ambientale possono essere significative, soprattutto relativamente al terreno e all’acqua e pertanto riveste una notevole importanza la valle. I risultati delle due prove, comparati, consentirebbero, come ha evidenziato una ricerca dell’Università di Torino, la valutazione dello stato di contaminazione delle acque in ingresso (indipendenti dall’operatore) e lo stato di contaminazione delle acque in uscita, che se risultasse significativamente superiore, potrebbe rilevare l’impiego di sostanze non consentite nel biologico (dipendenti dall’operatore). definizione, a livello normativo, di soglie/ residualità attesa ed il mantenimento di una banca dati dei risultati dei controlli analitici sul riso bio effettuati dagli OdC. Relativamente all’acqua, per ottenere risultati comparativi, i prelievi di acqua di risaia devono essere effettuati in doppio, un primo campione deve essere prelevato in prossimità del punto di ingresso delle acque nella risaia e un secondo campione deve essere prelevato in prossimità all’ultimo punto di uscita dalle camere aziendali collegate, scegliendo le camere più a IL PROGETTO “RISO-BIOSYSTEMS” Il Ministero, anche in seguito ad incontri con la Regione Piemonte e la Regione Lombardia, ha attivato ed approvato a fine 2016 un progetto denominato “Risobiosystems”, affidato all’Istituto del Crea di Vercelli, con il coinvolgimento dell’Ente Risi e delle Università di Torino e Milano. Il progetto intende svolgere studi e approfondimenti scientifici a sostegno e tutela dei sistemi di produzione di riso biologico nazionale, sviluppando le attività nelle seguenti linee di ricerca: 40 Agricoltura 92
1) ricerca e sperimentazione di tecniche innovative per la gestione dei sistemi risicoli biologici, 2) analisi del sistema di controlli e di vigilanza per la certificazione biologica, 3) analisi e valutazione dei dati analitici ambientali di contaminazione da fitofarmaci nelle aree a risicoltura intensiva, 4) coordinamento di reti a sostegno di iniziative di ricerca-azione successive al progetto, 5) coinvolgimento, animazione e partecipazione multi-stakeholder, 6) supporto tecnico alle politiche di sviluppo e produzione legislativa PQAI 1 - Ufficio agricoltura biologica. La linea di ricerca n. 2 prevede la definizione di linee guida per la gestione dei controlli sul riso biologico, ma l’attuazione del progetto è triennale, per cui i risultati potranno essere utilizzati in futuro. A livello locale c’era l’esigenza di definire tali Linee guida nell’immediato, con la consapevolezza che quelle emanate da FederBio potranno essere utilizzate all’interno del progetto. LA VIGILANZA A fine 2015 la Regione Piemonte ha evidenziato agli OdC le carenze in termini di efficacia della loro attività di controllo presso le aziende risicole, negli aspetti già richiamati nel presente articolo e negli ultimi due anni ha indirizzato la sua attività di vigilanza sull’operato degli OdC proprio nel settore risicolo. Si parte dall’esigenza di tutelare i consumatori, che hanno grandi aspettative nei confronti di un settore che utilizza un metodo più rispettoso nei confronti dell’ambiente e la cui produzione ha una quotazione che vale circa tre volte quella del prodotto convenzionale. Le aspettative sono quindi elevate e così gli interessi. Nell’ambito delle aree a vocazione risicola è attiva anche la Direzione Regionale Ambiente, governo e tutela del territorio che, sulla base dei risultati del monitoraggio ambientale delle acque, ha selezionato i territori dai quali può potenzialmente pervenire la sostanza attiva Bentazone e ha richiesto all’Agenzia Regionale Protezione Ambiente (Arpa Piemonte) di avviare un’attività di controllo e vigilanza sull’uso della sostanza attiva Bentazone in specifiche aree. Prendendo spunto dall’iniziativa della Direzione Ambiente e con l’obiettivo di operare in un’ottica di sistema dei vari controlli di competenza da effettuarsi sull’impiego di prodotti fitosanitari in area risicola e di intensificare l’attività di vigilanza sull’operato degli OdC presso le aziende risicole, la Regione Piemonte, a fine aprile 2017 ha avviato un’attività di vigilanza, con il coinvolgimento delle Strutture Temporanee della Direzione Agricoltura di Alessandria, Novara e Vercelli. L’attività di vigilanza presso il campione di operatori individuato sarà effettuata in momenti di criticità per l’attività aziendale e per la coltura interessata e comprenderà anche un’attività di campionamento e di successiva analisi, gestita dall’Arpa secondo le modalità previste dal DM. n. 16954 del 29/10/2010, al fine di acquisire ulteriori informazioni sull’efficacia del sistema di controllo predisposto dagli OdC e, di conseguenza, sull’affidabilità degli operatori attivi nella filiera risicola. Gli esiti dell’attività di vigilanza saranno comunicati agli OdC interessati, all’Ispettorato Centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agro-alimentari ed all’Organismo Pagatore (Arpea), per gli adempimenti di competenza. Il Ministero, anche in seguito ad incontri con la Regione Piemonte e la Regione Lombardia, ha attivato ed approvato a fine 2016 un progetto denominato “Risobiosystems” Agricoltura 92 41
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1) ricerca e sperimentazione di tecniche<br />
innovative per la gestione dei sistemi risicoli<br />
biologici,<br />
2) analisi del sistema di controlli e di vigilanza<br />
per la certificazione biologica,<br />
3) analisi e valutazione dei dati analitici<br />
ambientali di contaminazione da fitofarmaci<br />
nelle aree a risicoltura intensiva,<br />
4) coordinamento di reti a sostegno di<br />
iniziative di ricerca-azione successive al<br />
progetto,<br />
5) coinvolgimento, animazione e partecipazione<br />
multi-stakeholder,<br />
6) supporto tecnico alle politiche di sviluppo<br />
e produzione legislativa PQAI 1 - Ufficio<br />
agricoltura biologica.<br />
La linea di ricerca n. 2 prevede la definizione<br />
di linee guida per la gestione dei controlli<br />
sul riso biologico, ma l’attuazione del<br />
progetto è triennale, per cui i risultati potranno<br />
essere utilizzati in futuro. A livello<br />
locale c’era l’esigenza di definire tali Linee<br />
guida nell’immediato, con la consapevolezza<br />
che quelle emanate da FederBio potranno<br />
essere utilizzate all’interno del progetto.<br />
LA VIGILANZA<br />
A fine 2015 la <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong> ha evidenziato<br />
agli OdC le carenze in termini<br />
di efficacia della loro attività di controllo<br />
presso le aziende risicole, negli aspetti già<br />
richiamati nel presente articolo e negli ultimi<br />
due anni ha indirizzato la sua attività<br />
di vigilanza sull’operato degli OdC proprio<br />
nel settore risicolo.<br />
Si parte dall’esigenza di tutelare i consumatori,<br />
che hanno grandi aspettative<br />
nei confronti di un settore che utilizza<br />
un metodo più rispettoso nei confronti<br />
dell’ambiente e la cui produzione ha una<br />
quotazione che vale circa tre volte quella<br />
del prodotto convenzionale. Le aspettative<br />
sono quindi elevate e così gli interessi.<br />
Nell’ambito delle aree a vocazione risicola<br />
è attiva anche la Direzione Regionale<br />
Ambiente, governo e tutela del territorio<br />
che, sulla base dei risultati del monitoraggio<br />
ambientale delle acque, ha selezionato<br />
i territori dai quali può potenzialmente<br />
pervenire la sostanza attiva Bentazone e<br />
ha richiesto all’Agenzia Regionale Protezione<br />
Ambiente (Arpa <strong>Piemonte</strong>) di avviare<br />
un’attività di controllo e vigilanza<br />
sull’uso della sostanza attiva Bentazone in<br />
specifiche aree. Prendendo spunto dall’iniziativa<br />
della Direzione Ambiente e con<br />
l’obiettivo di operare in un’ottica di sistema<br />
dei vari controlli di competenza da<br />
effettuarsi sull’impiego di prodotti fitosanitari<br />
in area risicola e di intensificare l’attività<br />
di vigilanza sull’operato degli OdC<br />
presso le aziende risicole, la <strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong>,<br />
a fine aprile <strong>2017</strong> ha avviato un’attività<br />
di vigilanza, con il coinvolgimento<br />
delle Strutture Temporanee della Direzione<br />
Agricoltura di Alessandria, Novara<br />
e Vercelli. L’attività di vigilanza presso il<br />
campione di operatori individuato sarà<br />
effettuata in momenti di criticità per l’attività<br />
aziendale e per la coltura interessata<br />
e comprenderà anche un’attività di campionamento<br />
e di successiva analisi, gestita<br />
dall’Arpa secondo le modalità previste dal<br />
DM. n. 16954 del 29/10/2010, al fine di acquisire<br />
ulteriori informazioni sull’efficacia<br />
del sistema di controllo predisposto dagli<br />
OdC e, di conseguenza, sull’affidabilità<br />
degli operatori attivi nella filiera risicola.<br />
Gli esiti dell’attività di vigilanza saranno<br />
comunicati agli OdC interessati, all’Ispettorato<br />
Centrale della tutela della qualità e<br />
della repressione frodi dei prodotti agro-alimentari<br />
ed all’Organismo Pagatore (Arpea),<br />
per gli adempimenti di competenza.<br />
Il Ministero,<br />
anche in seguito<br />
ad incontri con la<br />
<strong>Regione</strong> <strong>Piemonte</strong><br />
e la <strong>Regione</strong><br />
Lombardia,<br />
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2016 un progetto<br />
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